Centro nazionaledi documentazionee analisiper l'infanziae
l'adolescenza
Centrodi documentazioneper l'infanziae l'adolescenzaRegione
Toscana
Istitutodegli InnocentiFirenze
Guida alla letturaTavola dei contenutiSegnalazioni
bibliograficheFocus internazionaleI nostri antenatiIndice degli
approfondimentiInfo credenziali
www.minori.gov.itwww.minoritoscana.itwww.istitutodeglinnocenti.it
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Guida alla letturaRassegna bibliografica, pubblicata per la
prima volta nel 2000, a partire dallannualit 2013 si presenta in
una nuova veste con un formato di tipo elettronico. Lintento quello
di rispondere alle mutateesigenze dei lettori che sempre pi
ricorrono alluso di strumenti disponibili on line e in particolare
aInternet, per ottenere produzioni di rapida consultazione e
accesso, maggiormente interattive e operabiliallinterno della
rete.La rivista, pur ponendosi in continuit con la precedente
versione cartacea di cui mantiene i tratti grafici, in quanto
ancora frutto della collaborazione tra lIstituto degli Innocenti,
il Centro nazionale di documentazione e analisi per linfanzia e
ladolescenza e il Centro regionale di documentazione perlinfanzia e
ladolescenza della Regione Toscana, si arricchisce oggi di nuove
sezioni e soprattutto dinuove funzionalit.Scopo della rivista
rimane quello di favorire laggiornamento professionale degli
operatori e la conoscenza tra amministratori locali e studiosi
della documentazione bibliografica prodotta sullinfanzia
eladolescenza, ma tale informazione viene ora proposta utilizzando
nuove modalit e nuovi percorsi diapprofondimento. In particolare,
utilizzando una serie di simboli specifici (riportati di seguito),
si sonovoluti fornire strumenti di approfondimento ipertestuali che
rimandano ai seguenti elementi:
ricerche bibliografiche (che possono essere effettuate nel
Catalogo unico della Biblioteca InnocentiLibrary) e percorsi di
lettura in download
ricerche filmografiche (che possono essere effettuate nel
Catalogo unico della Biblioteca Innocenti Library) e percorsi di
visione in download
raccolta di norme e commenti giuridici (tratti dai siti
minori.gov.it e minoritoscana.it e dal Catalogo unico della
Biblioteca Innocenti Library)
documenti in download
link ad altri siti
Le Segnalazioni bibliografiche si presentano ordinate secondo lo
Schema di classificazionesullinfanzia e ladolescenza realizzato
dallIstituto degli Innocenti. Allinterno di ogni voce di
classificazione lordinamento per titolo. Le pubblicazioni
monografiche e gli articoli segnalati sono corredati diabstract e
della descrizione bibliografica che segue gli standard
internazionali di catalogazione. Perquanto riguarda la descrizione
semantica, lindicizzazione viene effettuata seguendo la Guida
allindicizzazione per soggetto, realizzata dal Gris (Gruppo di
ricerca sullindicizzazione per soggetto) dellAssociazione italiana
biblioteche.
Il Focus internazionale vuole concentrare lattenzione su alcune
esperienze particolarmente significative nellambito delle politiche
per linfanzia e ladolescenza che si sviluppano a livello
internazionaleattraverso la segnalazione di alcuni volumi e
articoli specializzati di settore.
La nuova sezione denominata I nostri antenati, con un richiamo
allopera di Italo Calvino e al suotentativo di comprendere la
propria contemporaneit attraverso lo sguardo di chi ci ha
preceduto, siprefigge di valorizzare, attraverso le segnalazioni
commentate di alcuni volumi pubblicati in un recentepassato, quelle
opere che hanno contribuito a determinare un sapere comune di
nozioni e conoscenze.Queste pubblicazioni mantengono ancora oggi un
interesse per la comunit scientifica, in quanto costituiscono le
radici su cui poter basare la propria attivit professionale. Alcuni
di questi volumi provengono dai fondi Alfredo Carlo Moro, Angelo
Saporiti e Valerio Ducci, acquisiti nel corso del tempodalla
Biblioteca Innocenti.Tali fondi si sono formati in base agli
interessi e ai percorsi culturali intrapresi da queste
importantipersonalit che molto hanno studiato e operato per
migliorare la condizione dei bambini in Italia.
Per facilitare, inoltre, la consultazione dei materiali e il
loro utilizzo in occasioni di convegni e seminari formativi, si
pensato di realizzare i percorsi tematici in maniera separata dal
corpo delle segnalazioni, prevedendoli come supplementi alla
rivista.
La documentazione presentata costituisce parte del patrimonio
documentario della Biblioteca Innocenti Library Alfredo Carlo Moro,
nata nel 2001 da un progetto di cooperazione fra lIstituto degli
Innocenti e l'UNICEF Office of Research, in accordo con il Governo
italiano, e deriva da unattivit dispoglio delle pi importanti
riviste di settore e da una ricognizione delle monografie di
maggiore rilievopubblicate di recente sugli argomenti riguardanti
linfanzia e ladolescenza. Tutti i libri e i documenti diquesto
numero sono ricercabili nel Catalogo unico dellIstituto degli
Innocenti e disponibili per laconsultazione e il prestito.
possibile, inoltre, richiedere informazioni e assistenza tramite il
servizio online Chiedi al bibliotecario.
Eventuali segnalazioni e pubblicazioni possono essere inviate
allindirizzo
email:[email protected]
http://www.minori.it/sites/default/files/schema_di_classificazione_ia_nov2011.pdfhttp://www.minori.it/sites/default/files/schema_di_classificazione_ia_nov2011.pdfhttp://opac.minori.it/EOSWeb/OPAC/Index.asphttp://opac.minori.it/EOSWeb/OPAC/Index.asphttp://opac.minori.it/EOSWeb/OPAC/Index.asphttp://opac.minori.it/EOSWeb/OPAC/Index.aspwww.minori.gov.itwww.minoritoscana.ithttp://www.aib.it/aib/commiss/gris/guida.htmhttp://www.aib.it/aib/commiss/gris/guida.htmhttp://www.unicef-irc.org/http://www.biblioteca.istitutodeglinnocenti.it/servizi/index.jsfmailto:[email protected]://opac.minori.it/EOSWeb/OPAC/Index.asp
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Tavoladei contenuti
http://www.minori.it/sites/default/files/schema_di_classificazione_ia_nov2011.pdf
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Le bambine e le ragazze, costrette a subire una doppia
discriminazione, di et e di genere, sono pi vulnerabili e quindi pi
espostealla violenza, nelle sue diverse forme.
Il dossier La condizione delle bambine edelle ragazze nel mondo
2014, curato da Terredes hommes e realizzato nell'ambito
dellacampagna Indifesa, traccia un quadroaggiornato della
condizione delle giovani donnein Italia e nel mondo, proponendo
dati e analisi su fenomeni come i matrimoni e le gravidanze
precoci, le mutilazioni genitali femminili,gli aborti selettivi, ma
anche le nuove forme diviolenza e abuso, come il turismo sessuale
tramite webcam.
Il dossier suddiviso in dieci capitoli. Nelprimo si affronta il
tema degli aborti selettivie delle discriminazioni alla nascita. Le
bambine mai nate, risultato dell'atroce pratica degliaborti
selettivi in Cina, India e altri Paesi delSudEst asiatico e
Caucaso, sono oltre 100milioni. Ma gli aborti selettivi raccontano
solo una parte delle discriminazioni subite dallebambine, che in
molti Paesi continuano anchedopo la nascita, come rivelano i dati
eccessivamente alti di mortalit tra le piccole con meno di cinque
anni.
Altri dati che fanno riflettere sono quelliche riguardano le
bambine vittime di mutilazioni genitali femminili, riportati nel
secondocapitolo. Il fenomeno si concentra soprattuttoin 29 Paesi
dell'Africa centrale e del MedioOriente, ma riguarda anche le
bambine e leragazze residenti in Europa.
Il terzo capitolo dedicato all'accessoall'istruzione. In questo
ambito resta moltastrada da fare, soprattutto per le bambine ele
ragazze per molte di loro, infatti, potersi sedere sui banchi di
scuola ancora oggi unasfida molto impegnativa.
Il capitolo successivo tratta un altro temaimportante: la doppia
discriminazione subitadalle ragazze disabili. Complessivamente
siparla di circa 93 milioni di bambini e ragazziche soffrono di
diverse forme di esclusione ediscriminazione, come il mancato
accesso aiservizi sanitari e scolastici. Per le bambine
lasituazione pu essere peggiore: sesso e disabilit, infatti,
contribuiscono a creare unacondizione di doppia discriminazione
partico
larmente penalizzante. Le ragazze disabili ricevono meno cure e
meno cibo rispetto aimaschi, vengono pi facilmente escluse
dallerelazioni familiari e dalle attivit quotidiane ehanno pi
difficolt a completare gli studi.
Il lavoro minorile, a cui dedicato il quintocapitolo, coinvolge
oltre 68 milioni di bambine nel mondo. Di queste, 30 milioni sono
costrette a eseguire lavori pericolosi e oltre 11milioni sono
domestiche in casa d'altri. Unaparte del quinto capitolo si
sofferma sul temadel turismo sessuale tramite webcam.
Nel sesto e nel settimo capitolo si parla,rispettivamente, di
matrimoni precoci (fenomeno che coinvolge, ogni anno, circa 14
milioni di bambine e ragazze) e di bambine edisastri naturali.
L'ottavo capitolo approfondisce il temadelle gravidanze precoci,
grave violazione deidiritti fondamentali delle bambine che non
riguarda solo i Paesi in via di sviluppo.
La violenza contro le bambine e le ragazze l'argomento al centro
del nono capitolo, checontiene anche un focus sui minori vittime
direati in Italia. I dati delle forze dell'ordine riportati nelle
pagine che riguardano il nostroPaese rivelano un incremento del
numero diminori vittime di reati: dal 2004 al 2013 si passati,
infatti, da 3.311 vittime (63% femmine) a 5.162 (61% femmine).
L'ultimo capitolo, dedicato al tema dellaviolenza e degli
stereotipi di genere, proponeuna serie di dati tratti da alcune
indagini sultema.
La campagna Indifesa, lanciata l'11 ottobre 2012 in occasione
della prima Giornatamondiale delle bambine, sostiene progetti
voltia prevenire e contrastare le violenze e le discriminazioni
contro le bambine e le ragazze.
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http://www.aidos.it/http://www.ohchr.org/EN/HRBodies/CEDAW/Pages/CEDAWIndex.aspxhttp://www.un.org/en/events/girlchild/http://www.unicef.org/gender/http://www.terredeshommes.it/dnload/InDifesaDossier_2014.pdf
Il questo numero della rivista gli autorihanno focalizzato la
loro attenzione nell'analisi dettagliata di un'et difficile e
complessa,quale l'adolescenza. All'interno del dossiermonotematico
molti autori con i loro contributi hanno cercato di andare al di l
delle definizioni negative che spesso i media dannodegli
adolescenti. I media, infatti, presentanoil mondo adolescenziale
come una generazione vuota, in balia di sostanze stupefacenti,con
comportamenti sessuali promiscui e cos via. Tali contributi mettono
in evidenza invece quanto il mondo adulto sia assente: a parolele
istituzioni, la politica, la cultura sono a favore dei giovani, ma
nei fatti ci non si verifica, tanto che di solito i ragazzi e le
ragazzenon vengono coinvolti in alcuna discussioneo decisione
pubblica. Eppure, in un periodoin cui tutto sta cambiando in modo
rapido eveloce a vari livelli (comunicativo, relazionaleaffettivo,
personale e sociale) gli interpretipi importanti di questo
cambiamento sonoproprio gli adolescenti, che sembrano averele
competenze per muoversi, cercare e trovare direzioni nel mondo
futuro. Oltre a esserenativi digitali, sono anche nativi nella
crisi emostrano spesso delle qualit che nonappartengono, se non
marginalmente, al mondoadulto.
Le qualit e le competenze degli adolescenti sono verificabili
nella capacit di muoversi per tentativi senza certezza sulle
mete,di valorizzare gli errori perch ricchi di informazioni, di
diversificare e moltiplicare i campidell'esperienza, di scambiarsi
e condivideresaperi e scoperte in modo orizzontale per migliorarle.
Gli adolescenti sembrano in gradodi crescere in modo spontaneo
insieme adaltre culture, di mostrarsi, in grande maggioranza,
pacifici e tranquilli, a dispettodell'aggressivit e competitivit
esasperata delmondo adulto.
Anche nei percorsi dell'identit di generegli adolescenti
sembrano escludere una de
scrizione scontata la sessualit viene sperimentata con nuovi
segni affettivi e di tenerezza.Gli adulti dovrebbero aiutare gli
adolescentiad agire una sessualit consapevole e riferibile a
situazioni relazionali, emozionali e cognitive contestualizzabili,
dando senso esignificato.
Il ruolo degli adulti appare quindi insostituibile nell'aiutare
i giovani ad affrontare ipercorsi tortuosi della vita, favorendo
nei ragazzi la capacit di diventare individui responsabili e
maturi. Gli adulti dovrebbero loroaprire le porte e appassionarli
alla conoscenza,affiancandoli nelle scelte, valorizzando le
potenzialit e non sottolineando soltanto gliaspetti critici, che se
pur presenti devono diventare motivo di crescita consapevole e
dicambiamento.
In una societ cos complessa diventainsostituibile l'apporto dei
giovani, la lorospinta innovativa e le nuove sensibilit cheessi
incarnano.
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Tavola dei contenuti
http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=15471489&PatronSearches=falsehttp://www.minori.it/sites/default/files/suppl_1_2014.pdfhttp://www.minori.it/sites/default/files/suppl_1_2014.pdf
Il presente lavoro ha lobiettivo di far riflettere suicompiti e
le responsabilit dellassistente sociale neiprocedimenti di adozione
che riguardano minori provenienti da minoranze svantaggiate e, pi
in generale,considerare il
ruoloassuntodalserviziosocialeneiprocessi di integrazione
socioeconomica di tali minoranzee nella tutela e promozione del
benessere degli individui che le compongono. Il ruolo
dellassistente socialepertanto dovrebbe essere sempre pi intesto
comeprincipale nella tutela e promozione dei diritti umani.
Larticolo si componedidueparti. Laprimaconsiste nella
presentazione dei dati della ricerca condottadallAssociazione 21
luglio presso il Tribunale per inminorenni di Roma, che evidenzia
come le proceduredi adottabilit e le effettive dichiarazioni di
adottabilit a carico dei minori rom siano risultate essere
unapercentuale non proporzionata al numero complessivo di minori
rom presenti nel territorio della regioneLazio. Emerge come dato
rilevante che un minore romha circa il 50% delle possibilit in pi
rispetto a un minorenonromcheunprocedimentodiadottabilitvengaaperto
a suo carico e circa il 40% di possibilit in pidi essere dichiarato
adottabile.
Le ragioni di una simile sproporzione, come evidenziato dalla
ricerca, deriverebbero dal numero di segnalazioni di minori rom che
giungono al tribunalesoprattutto da parte dei servizi sociali.
Spesso le segnalazioni sono dovute a fattori diversificati che
siintrecciano tra loro quali le pessime condizioni abitative, le
condotte devianti, la mancanza di integrazionelavorativa e la
scarsa integrazione sociale, la mancatascolarizzazione di minori,
la violenza domestica, ildisinteresse da parte dei genitori a
tutelare i proprirapporti con il figlio ecc.
La seconda parte evidenzia come la situazione riportata mostri
chiaramente uno squilibrio di potere trala societ maggioritaria non
rom e quella
minoritariadeirom.Inquestocontestoemergecomeilruolodellassistente
sociale, che si colloca e agisce sul micro livello
rappresentando cio il punto di contatto diretto delleistituzioni
con lutenza, dovrebbe poter estendere lapropria azione anche ai
livelli meso e macro, andandopercia lavoraresuicontesti
locali,nazionali e internazionali.
In relazione ai minori rom necessario che lassistente sociale si
mantenga pienamente informato riguardoal vastocontestopolitico,
storicoeculturalenelquale il caso specifico si colloca.
Inoltre, per eliminare il senso di frustrazione derivato dal
lavoro in solitudine, per riscoprire il senso ela funzione dei
servizi entro cui loperatore sociale collocato e opera, necessario
trovare spazi di riflessione in cui riconnettere il proprio lavoro
alla realt sociale e valutare gli effetti del proprio agire sulla
vitadellepersoneutentiedellasocietnelsuocomplesso.
Il fenomeno delle adozioni di minori rom ha rivelato, non solo
nel Lazio, unaspettata percentuale dibambini e famiglie rom che
giungono allattenzione degli assistenti sociali e dei giudici. Una
percentuale cheassume connotazioni preoccupanti tanto pi se
considerata in relazione a un atteggiamento di forte pregiudizio.
La posizione occupata dallassistente sociale,nelle organizzazioni
istituzionali e non, lo mette incondizioni di operare come tessuto
connettivo tra lasferaprivataequellapolitica,di studiare ildisagio
individuale e reinterpretarlo eventualmente come disagiosociale,
ricercandone le cause e impegnandosi per ilcambiamento di quelle
condizioni strutturali che generano ingiustizia sociale,
discriminazione e oppressione.
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Tavola dei contenuti
http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=14050270&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17077856&PatronSearches=falsehttp://www.21luglio.org/wp-content/uploads/2013/10/Rapporto-Mia-madre-era-rom_Associazione-21-luglio2.pdfhttp://www.21luglio.org/
Il Quaderno 57 illustra il Progetto nazionale per l'inclusione e
l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti, promosso dal
Ministerodel lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione
del Ministero dell'istruzione, dell'universit e della ricerca,
nell'annualit 20132014.Il progetto si occupa di bambini e
bambinerom, sinti e caminanti, delle loro famiglie, dellascuola che
li accoglie e dei contesti in cui vivono.
Si tratta di un progetto sperimentale chenei suoi obiettivi pone
l'inclusione dei bambini e delle bambine rom sinti e caminanti
apartire da un presupposto innovativo: rendere accoglienti i
contesti e lavorare per l'empowerment delle famiglie e della
popolazione Rsc,per realizzare l'incontro tra popolazione Rsc
eterritorio (scuola, servizi, associazionismo,realt del territorio)
su basi di mutuo riconoscimento e rispetto delle differenze. Un
incontroche il progetto sostiene attraverso percorsi chemirano
all'autonomia e all'empowerment dellefamiglie Rsc, ma anche
attraverso un percorsodi sostegno e formazione agli insegnanti,
aglioperatori sociali, ai decisori politici e ai responsabili
tecnici per lo sviluppo di competenze utili allo sviluppo di
relazioni proficue esolide con la popolazione Rsc. Il progetto
sperimentale si sviluppa in 13 citt riservatarieex lege 285/1997,
prevede due ambiti di attivit: da una parte la scuola, dall'altra i
contesti abitativi dei bambini Rsc. Le attivit nelcontesto
scolastico ruotano attorno allo sviluppo di competenze all'interno
della scuola,valorizzando il capitale umano e di conoscenzedi cui
la scuola portatrice, attraverso percorsidi formazione per
insegnanti e sostegno allametodologia cooperativa, la realizzazione
diattivit laboratoriali basati sulla metodologiadi learning by
doing, il sostegno alla relazionetra famiglie e scuola. Nei
contesti abitativi leattivit si concentrano sul sostegno
sociodidattico ai bambini Rsc e sul sostegno ai percorsidi
autonomia e avvicinamento ai servizi dellefamiglie Rsc dei
bambini.
A cornice delle attivit il progetto prevedeun coordinamento
pensato su pi livelli: a livello verticale il coordinamento tra il
Comitato scientifico nazionale e le realt locali sonogarantite
dalla figura del tutor nazionale,
mentre a livello locale il coordinamentoorizzontale garantito
dalla costruzione diquipe multidisciplinari, composte da
insegnanti, operatori del privato sociale, servizisociali e
sanitari, che garantiscono, oltre alcoordinamento delle attivit,
una riflessionemultiprofessionale che mira a costruire unacornice
di senso condivisa per la realizzazione degli obiettivi.
Attraverso la voce di tutti gli attori coinvolti(i progettisti e
il comitato scientifico, gli operatori che hanno lavorato nel campo
e nellascuola, gli insegnanti, i tutor di progetto, ibambini), il
Quaderno realizza un raccontocorale, nel quale si esplicano
obiettivi e presupposti metodologici, strumenti e attivit
realizzate, specificit dei contesti, strumentiutilizzati per la
valutazione di risultato e diprocesso, criticit e risultati
raggiunti dal primo anno di attivit.
Tra i risultati raggiunti vi un aumentoimportante della presenza
dei bambini Rsc ascuola, una partecipazione pi attiva dei genitori
Rsc alla vita scolastica, ma anche l'avviodi processi di
riflessione multiprofessionalesu pratiche innovative di inclusione
dei bambini Rsc e delle loro famiglie.
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http://www.minori.it/sites/default/files/quaderno_57.pdfhttp://opac.minori.it/EOS-IDI2_Linked_Documents/Bibliografico/Rassegna/Percorsi/rb_2_2013_supplemento.pdfhttp://opac.minori.it/EOS-IDI2_Linked_Documents/Bibliografico/Rassegna/Percorsi/rb_2_2013_supplemento.pdfhttp://www.garanteinfanzia.org/temi/pari-dirittihttp://www.errc.org/indexhttp://www.minori.it/progetti-sperimentali-285/il-progetto-rsc
Il Rapporto giovani 2014 rappresenta ilsecondo appuntamento di
quello che, nel progetto dell'Istituto Toniolo, intende
costituirsicome un osservatorio continuo sulla condizione giovanile
in Italia, con l'obiettivo di colmare un'effettiva carenza di dati
e informazionisulla realt oggettiva e soggettiva delle giovani
generazioni.
I dati presentati in questa seconda edizione del rapporto
emergono dalla ricerca longitudinale messa in campo con la
collaborazionedi Ipsos a partire dal 2012, a seguito di unaprima
ingente indagine a cui avevano partecipato circa 9000 individui tra
i 18 e i 29 annipresentata nel rapporto 2013. Le
indaginisuccessive, condotte con tecnica CatiCawi suun panel
numericamente inferiore e su temidiversi, sono divenute oggetto del
presenterapporto e degli approfondimenti resi disponibili sul sito
www.rapportogiovani.it.
Analizzando i temi del lavoro e della formazione, della famiglia
e del rapporto con i genitori, del benessere e della felicit, dei
valori edella fiducia nelle istituzioni, della partecipazione e
dellimpegno sociale, il Rapporto giovani mette in luce le
specificit degli under 30,ma anche le differenze che si registrano
al loro interno.
Da vari indicatori ufficiali (Ocse, Bankitalia) emerge come
l'attuale crisi economicaabbia corroso la capacit dei giovani
italiani,gi precedentemente bassa, di immettersi inun percorso
virtuoso di arricchimento dellapropria vita e di produzione del
benessere perla nazione. Il Rapporto giovani mostra per,come da
parte delle giovani generazioni, emergauna forte volont di non
rassegnarsi, soprattuttonei cosiddetti Millennials, cio coloro che
sono divenuti maggiorenni dopo il 2000, cheormai diverse ricerche
hanno dimostrato differenziarsi dalle generazioni precedenti per
laspiccata fiducia in se stessi, la capacit di fare rete, la
propensione all'innovazione e alcambiamento. Dai dati emergono
tuttaviaanche gli effetti negativi derivanti all'esposizione in et
giovanile a una situazione prolungata di crisi e di frustrazione
delle propriepotenzialit, affiancata da una politica incapace di
tutelare e migliorare il bene comune.
Sono tutte condizioni che rischiano di sfociare in una crisi di
appartenenza e di sfiduciasociale, oltre che nel risentimento verso
le generazioni precedenti, accusate di aver ipotecato il futuro per
la salvaguardia di unbenessere che non pi alla portata di
tutti.
La reazione dei giovani alla complessitdel contesto economico e
sociale sembra essere polarizzata: da una parte coloro che
conmaggiore energia e ottimismo reagiscono migliorando la propria
formazione e producendoinnovazione e dall'altra chi, oltre a
perdere lafiducia nelle istituzioni e nella societ, perdeanche la
fiducia in se stesso e nelle propriepossibilit e necessita quindi
di sostegno perl'orientamento e la qualificazione.
I dati mostrano comunque un panoramacomplesso, all'interno del
quale spiccano iconcetti di reversibilit delle scelte,
riadattamento delle prospettive (soprattutto in campolavorativo,
dove non esiste pi una corrispondenza diretta tra titolo di studio
e soddisfazione) e fiducia nelle relazioni pi strette,che non va
necessariamente a scapito della fiducia negli altri, anche se in
generale il calodi fiducia nelle istituzioni evidente.
Nel complesso il Rapporto presenta unaserie di indicatori
interessanti che potrannoessere perfezionati e monitorati in
prospettiva longitudinale nelle successive wavesdell'indagine.
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www.rapportogiovani.ithttp://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=16802149&PatronSearches=falsehttp://www.agenziagiovani.it/home.aspxhttp://ec.europa.eu/youth/index_it.htmhttp://eur-lex.europa.eu/summary/chapter/education_training_youth.html?root_default=SUM_1_CODED%3D15,SUM_2_CODED%3D1504&obsolete=falsehttp://www.rapportogiovani.it/
La nozione di famiglia e la sua evoluzione sono al centro
dell'analisi dell'autrice. Ladefinizione dell'art. 29, c. I, Cost.,
famiglia come "societ naturale fondata sul matrimonio",si rivela
oggi inadeguata a caratterizzare glialtri tipi di convivenze, che
pur non essendobasate sul vincolo di coniugio sono comunqueunioni
stabili e durature. Una pluralit di modelli familiari che
affiancano la tradizionalefamiglia eterosessuale fondata sul
matrimonio sui quali sicuramente necessario riflettere, in
particolare relativamente alle relazionigiuridiche che all'interno
di esse possono nascere. L'autrice afferma che la paura di
intaccare l'istituto del matrimonio ha fatto s che sicreasse uno
schema estremamente rigido cheha limitato la libert di scelta dei
modellialternativi.
La Corte europea dei diritti dell'uomo sostiene invece un
concetto ben pi ampio di famiglia, basato sull'art. 8 della Cedu
(Cartaeuropea dei diritti dell'uomo) che sancisce ildiritto al
rispetto della vita privata e familiare, che considera anche i
legami de facto fuori dal legame coniugale e non solo
quellimatrimoniali. Anche l'art. 9 della Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea esprime la volont di una scelta
pluralista dellegislatore europeo che eleva al rango di principio
la pari dignit di ogni convivenza.
La Corte di Strasburgo si inoltre espressa sul delicato tema
delle unioni omosessuali, sulla base della lettura combinata degli
artt.8 e 14 Cedu, sostenendo che la relazionesentimentale e
sessuale tra due individui dellostesso sesso rientra pienamente nel
concettodi vita familiare ed estendendo, sulla basedell'art.12
Cedu, il diritto al matrimonio anchealle persone dello stesso sesso
senza perl'obbligo di riconoscimento in capo agli Statimembri.
Tuttavia il Parlamento europeo si raccomandato affinch gli Stati
non "noninterpongano ostacoli al matrimonio di coppieomosessuali,
garantendone la genitorialit, eattribuendo loro gli stessi diritti
spettanti alle
tradizionali famiglie eterosessuali fondate sulmatrimonio".
L'autrice sottolinea poi che diversi sistemi giuridici nazionali
non si sonoallineati a tali raccomandazioni. In particolare
affronta la situazione italiana: la Corte costituzionale nel 2010
ha ribadito l'unicit delmodello di famiglia eterosessuale fondata
sulmatrimonio nel 2012 la Corte di cassazione,pur sostenendo il
diritto ex art. 2 Cost. almatrimonio omosessuale, ha negato la
trascrizione di un matrimonio validamentecontratto in uno Stato
membro dell'UnioneEuropea, perch contrario all'ordine pubblico alla
luce della "ostativa e inadeguata legislazione ordinaria" nel 2013,
ancora laCassazione afferma che non possibile sostenere che sia
dannoso per il minore crescerein una famiglia formata da una coppia
omosessuale senza che vi siano "certezze scientifiche o dati di
esperienza".
In conclusione, l'autrice sottolinea comei mutamenti sociali e
culturali abbiamo modificato la nozione di famiglia ed dunqueormai
innegabile la necessit di un inquadramento giuridico degli altri
modelli familiari,anche in considerazione di un maggiore
allineamento con molti altri Paesi europei.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=16805549&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOS-IDI2_Linked_Documents/Bibliografico/Rassegna/Famiglie.PDFhttp://www.west-info.eu/it/west-news/famiglia/http://www.osservatoriofamiglia.it/
La genitorialit omosessuale non di pers disfunzionale: la
letteratura straniera inmerito ha evidenziato come il benessere
psicofisico dei bambini, nell'apprendimento scolastico e
nell'adattamento sociale, non correlatoal genere genitoriale. Altri
elementi sono determinanti: la qualit della relazione tra ipartner
e delle loro interazioni con i figli nonchil grado di accettazione
sociale e di riconoscimento pubblico dell'unione dei genitori
findall'infanzia dei figli.
Le configurazioni di queste famiglie nonsono omogenee e
risultano particolarmentecomplesse e inedite per le forme che
possonoassumere rispetto alla genitorialit e alle relazioni tra
generazioni al loro interno. Con ilvariare della composizione della
famiglia, dalpunto di vista sia strutturale che relazionale,variano
anche le modalit di esercizio dellaresponsabilit dei genitori verso
i figli. Le famiglie omogenitoriali si confrontano con specifici
problemi psicologici e sociali dovutiallassenza di schemi di
regolazione dei rapportitra genitori e figli coerenti con le
praticheeffettive della genitorialit, all'assenza di regole
predeterminate e condivise alle quali farriferimento. Gli autori
riferiscono di una ricerca da loro effettuata riguardo alle
rappresentazioni e le pratiche della responsabilitgenitoriale nelle
famiglie omogenitoriali in Italia (in Guido Maggioni, et. al. (a
cura di), Bambini e genitori, Donzelli, 2013). Il
campioneintervistato stato reperito tramite l'Associazione famiglie
arcobaleno e ha interessato oltrealle madri lesbiche, anche padri
gay con figliin et compresa tra i 18 mesi e i 10 anni natida
fecondazione eterologa.
I risultati delle interviste hanno evidenziatoche i compiti e le
responsabilit nell'ambitodella cura dei figli e delle attivit
connesse allagestione della vita familiare sono
equamentedistribuite e negoziate tra i partner. Inoltre,ci che
permesso ai figli viene stabilito mediante una discussione tra
adulti e bambini.
In merito alle questioni attinenti la disciplina, si rileva che
i genitori omosessuali ricorrono alle punizioni molto raramente e
che i figlidichiarano di avere un'ampia libert nellascelta delle
attivit del tempo libero.
Altro tema affrontato dalle autrici riguardail mancato
riconoscimento giuridico delle famiglie omogenitoriali, giudicato
dagli intervistati fortemente lesivo degli interessi dei figli.A
tale proposito, le coppie, per sopperire a tale assenza, si sono
rivolte a consulenti legaliper tutelare la propria famiglia
attraverso deleghe dal genitore biologico al genitore sociale di
alcune funzioni genitoriali, alla stipuladi polizze vita, a
disposizioni testamentarie.Di qui, secondo gli studiosi,
l'importanza diun intervento di riconoscimento e di regolazione da
parte del diritto, che contribuirebbesenza dubbio nella costruzione
della famigliaanche per quei bambini che hanno
genitoriomosessuali.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=16067696&PatronSearches=falsehttp://www.colage.org/http://www.famigliearcobaleno.org/Default.asphttps://figlidichi.wordpress.com/chi-siamo/http://www.retelenford.it/
L'articolo di Marianna Giordano mette inrisalto e fa riflettere
sul grande significato degli interventi di sostegno domiciliare
alla genitorialit come prevenzione al maltrattamentosui minori,
grazie al quale possibile ridurregli allontanamenti e rispettare
cos, in lineacon le indicazioni dellOrganizzazione mondiale della
sanit, il diritto del bambino di crescere nella propria famiglia.
Certo sono necessarirequisiti indispensabili affinch questo
interventosia possibile, perch non di per s semprebuono in tutte le
situazioni.
Fondamentali alla sua efficacia sono: laprecocit del suo inizio,
quindi lattivazione allafase del rischio e non del danno
conclamato,con una valutazione preliminare e in itineredella
situazione quando inoltre i problemi sono di gravit lievemedia, vi
deve essere unadisponibilit dei genitori alla cooperazione
el'intervento si deve infine poter collocare in unprogetto di rete
pi ampio.
Determinante la fase di valutazione preliminare
multidisciplinare per stabilire se siano presenti, nella situazione
in esame, dellerisorse attivabili che possano disinnescare ifattori
di rischio registrati. A volte pi fattoridi rischio aggiuntivi
(gravit delle esperienzesfavorevoli dei genitori, presenza di
psicopatologie gravi, ecc.) determinano situazioni cosaltamente
vulnerabili e pericolose che rendono insufficiente l'intervento
domiciliare nonchpericoloso esso stesso concorrendo alla
cronicizzazione della sofferenza. Si comprende come questa prima
fase d'avvio all'intervento siamolto delicata.
Una volta stabilito che la situazione in esame pu beneficiare
dal sostegno professionale domiciliare, punto successivo la
definizionedel progetto dell'intervento che deve essere elaborato
in quipe integrata tenendo contodell'apporto di tutte le
professionalit coinvoltenella valutazione, nonch ovviamente con
ilcoinvolgimento dei genitori. La coprogettazione consente di
definire obiettivi realistici epermette un monitoraggio costante
per affrontare le criticit.
Un importante nodo critico che va affrontato il fatto che le
famiglie non scelgono in primapersona l'intervento, ma viene loro
propostosu segnalazione dei servizi sociosanitari. Daqui si dovr
arrivare a far s che la famigliamaturi una consapevolezza e una
disponibilit a trattare dei problemi fino ad arrivare a costruire
un'alleanza, punto essenziale all'efficaciadell'intervento.
la casa stessa che diventa il settingprincipale dellintervento e
loperatore si deveimmergere totalmente in essa con un
ruolomolteplice, comportando al tempo stesso un'osservazione
partecipe, un sostegno perfronteggiare le difficolt, una
condivisionedell'accudimento, per proporre modalit diverse di
allevare i figli, una mediazione relazionale nelle tensioni con i
figli e nella coppia esoprattutto un rinforzo all'autostima e alle
risorse nascoste.
Si comprende come i rischi in cui l'operatore si pone non sono
da poco sul pianopersonaleprofessionale, trovandosi al centrodi
identificazioni multiple ed esponendosi acoinvolgimenti emotivi.
Per questo, condizioninecessarie alla tutela dell'operatore sono:
il lavoro in quipe per poter condividere il propriovissuto
professionale, la supervisione per poter meglio evidenziare i nodi
critici della situazione e la formazione, ovvero
l'approfondimentodelle competenze grazie alle quali
possibilerafforzare i fattori protettivi che favoriscono
ilbenessere professionale e un lavoro pi efficace.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=11793597&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOS-IDI2_Linked_Documents/filmografico/Percorsi%20di%20visione/Filmografia%20Famiglie%20trascuranti.pdfhttp://www.cyh.com/SubContent.aspx?p=134http://www.minori.it/il-programma-pippi
L'adozione una realt sociale, psicologica, culturale che sfida
alcuni dei cardinifondanti su cui si basa l'ordinamento umano:il
valore attribuito al legame biologico, il significato dell'essere
madri e padri, il senso dellastoria personale. Gli autori hanno
provato araccontare, partendo dai vissuti, quanto sentito dagli
adolescenti adottati, attraverso linguaggiscientifici, filosofici,
pedagogici. Il volume stato scritto per dare voce ai ragazzi,
raccontare il loro punto di vista, per essere ascoltati evisti.
L'esperienza adottiva, in particolare durante l'adolescenza, muove
inevitabilmente esconvolge la vita di chi accoglie, oltre che dichi
accolto. Uno sconvolgimento atteso, sognato, che nel momento in cui
si concretizza,provoca sempre qualcosa di imprevisto e nuovo. Le
ricerche internazionali evidenziano chein questa fase della
crescita possono verificarsi crisi adottive significative.
Diventare genitori adottivi una sfida unica. Arrivare a trovare
una sintonia nella relazione adottiva complesso ma determinante.Il
cercarsi, per trovarsi in qualche luogo condiviso, non solo
fondamentale per il primo riconoscimento, ma lo a maggior
ragionedurante l'adolescenza.
Sappiamo dalle ricerche che la riuscitadel percorso adottivo
dipende da numerosifattori che sono riconducibili a: le
caratteristiche del bambino, la sua storia, le esperienzepassate,
gli attaccamenti. Anche le particolarit degli adulti adottanti
assumonoun'importanza basilare, cos come le loro storie e i loro
vissuti, le motivazioni che spingono ad adottare un bambino. Anche
gli operatorinon sono esclusi da questo processo di riuscita
adottivo: la loro competenza professionale,la loro capacit di
sostenere le relazioni e lagestione delle emozioni dei bambini, dei
genitori e degli stessi operatori sono determinantiper un esito
positivo dell'adozione.
Il testo suddiviso in due parti: nella prima, dopo un primo
capitolo sull'intersoggettivit, ne seguono altri due
sull'adolescenza esul gruppo dei genitori e degli stessi adole
scenti, nei quali gli autori oltre a proporre stimoli di
riflessione preziosi sul tema, raccontanoattraverso aneddoti la
vita dei due gruppi attraverso lo scambio di esperienze, pensieri
edemozioni.
Nella seconda parte del volume, gli autori pongono l'attenzione
sul ruolo del corponell'incontro adottivo. Gi dal primo incontroil
rapporto tra figlio e genitore si costruisceattraverso l'esperienza
fisica e sensoriale, cheattiva una comunicazione non verbale
fondamentale per la creazione della relazione tra genitori e figli.
Viene cos proposto un percorsodi conoscenza sull'esperienza
adottiva, basatosui cinque sensi e come ognuno svolga un ruolo
importante nell'adozione, soprattutto in adolescenza, quando la
fisicit diventa ancora pisignificativa e contribuisce a definire
l'identit. Le percezioni sensoriali fanno parte dellastoria dei
figli adottivi e non solo contribuiscono a creare ricordi,
sensazioni e appartenenze,ma orientano anche le relazioni.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=15096830&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Common/Pages/GetDoc.aspx?ClientID=EOS_IDI&MediaCode=17927188
Il volume raccoglie gli interventi del convegno, svoltosi a Roma
il 20 novembre 2013, sultema delle adozioni e degli affidi dei
minori. Isaluti di Michela Vittoria Brambilla, presidentedella
Commissione parlamentare per l'infanziae l'adolescenza, danno avvio
ai lavori. L'indirizzo di saluto del presidente del Senato, Pietro
Grasso, evidenzia come la legge garantiscail diritto del bambino a
crescere in una famiglia ovvero, sostiene, in un contesto di amore,
rispetto e cura e dunque il sostegno allefamiglie diventa
imprescindibile per qualsiasi progetto rivolto alle politiche per
l'infanziae l'adolescenza. Nel suo intervento introduttivo la
presidente Brambilla riferisce che laCommissione ha svolto
recentemente un'ampiaindagine conoscitiva riguardante
l'attuazionedella normativa in materia di adozioni e affido e che
da essa risulta innanzitutto unamarcata flessione in negativo della
richiestadi adozioni nazionali e internazionali. Da ciche risulta,
molte coppie rinunciano all'adozione perch l'idea che passa, vista
la vastadiscrezionalit di chi ne decide l'idoneit, che mentre per
generare dei figli basti esserenormali, per adottarne occorre
essere eccezionali. Inoltre l'iter lungo e i costi contribuiscono a
scoraggiare chi vorrebbe fare le domande.
L'intervento del direttore generale perl'Inclusione e le
politiche sociali, Raffaele Tangorra, si concentra sull'affidamento
e, in particolare, sui dati che risultano essere incoraggianti
poich, specie dopo la L.149/2001,il numero dei minori costretti a
vivere fuoridalla propria famiglia si ridotto a 30milacontro gli
oltre 200mila degli inizi degli anni70. Tangorra evidenzia come
questo sia statopossibile grazie alla promozione di politichemirate
e di progetti specifici e come il compimento di questo processo
storico debba rappresentare per il nostro Paese un motivo di
orgoglio.La vicepresidente della Commissione per leadozioni
internazionali, Daniela Bacchetta,affronta poi il delicato tema
delle adozioniinternazionali, evidenziandone le difficolt ele
particolarit. L'intervento del garante na
zionale per l'infanzia e l'adolescenza, VincenzoSpadafora, tocca
anche un altro tema moltoimportante, quello della privazione,
intesa come la mancanza di opportunit derivante dallapovert, che
incide sempre pi fortementesulle famiglie che spesso non sono in
grado digarantire uno standard di vita ideale ai bambini e si
ritrovano conseguentemente in situazioni di grandissima
difficolt.
Interessante anche l'ultimo spunto di riflessione offerto dal
Capo del dipartimentopolitiche per la famiglia della Presidenza
delconsiglio, Caterina Cittadino, il tema della solidariet verso i
minori e le loro famiglie, cherisente sempre pi pesantemente della
crisieconomica: se le famiglie non vengono supportate
economicamente in maniera adeguata ilproblema della solidariet
diventer ancorapi grave.
Il volume si conclude con le testimonianzedi due studentesse
minorenni e con la raccoltadegli interventi delle due successive
Tavole rotonde su Adozioni nazionali e internazionali aconfronto e
Affidi oltre la crisi.
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Tavola dei contenuti
http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17482846&PatronSearches=falsehttp://parlamento17.camera.it/116http://gruppocrc.net/
Chi o cosa siamo noi? La questione identit attraversa lintera
nostra esistenza: domina il dibattito contemporaneo ed tema
centralee strategico nel dibattito educativo della prima infanzia.
Lapprofondimento della rivistaBambini, articolato in sei diversi
contributi,intende proporre ai lettori alcuni punti di vista e
orientamenti al pensiero relativi ai processi di costruzione
individuale e sociale delleidentit: identit plurale, composita,
cheracchiude ruoli differenti identit che si contaminano, si
contrappongono, dialogano, crescono, cambiano.
Nel primo contributo, con un approcciofilosoficoantropologico,
Francesco Remotticoncepisce lidentit come un susseguirsi
esostituirsi di copie di noi stessi che prendonoforma attraverso
continui rapporti di somiglianze e differenze con s e con gli
altri. Laformazione (e trasformazione) di qualsiasisoggetto,
individuale e collettivo avviene attraverso un viluppo di
interazioni con gli altri nelquale agiscono processi di
somigliamento edifferenziamento.
Stefano Laffi, nellarticolo che segue,affronta la questione
identit da una prospettiva sociologica: Si nasce e subito inizia
illungo e pressante assedio e condizionamentodi societ e scuola
alla libera manifestazioneed espansione delle identit bambine. Si
trattadi un assedio a 360 gradi, che va dal controllodel regime
medicalizzato della salute, allabdicazione della scuola alla
conformazionedellinfanzia, dalla sovrascrittura del marketing sui
desideri dei bambini, alle attese deigenitori sui destini dei figli
un assedio cheattacca il corpo, la mente le emozioni nel loro corso
evolutivo naturale. Lipotesi quelladi rompere lassedio, lasciare i
bambini essere bambini, aprire dialoghi infiniti con loro,fidarci
senza riserve, lasciarci guidare per liberare tutti.
La psicologa e pedagogista Nice Terzi, nelsuo intervento,
colloca la questione identitallinterno dei servizi educativi per la
prima
infanzia connotandola sia in relazione ai bambini sia agli
adulti. Sottolinea il valore che il ruolo delleducatore assume nel
processo dicostruzione dellidentit dei bambini. Il suogesto che
viene frenato per non sostituirsial bambino un elemento che sa dare
riconoscimento e sostenere lidentit e pu diventare un paradigma
dello stare insieme ai bambiniin un senso pi lato. Larticolo mette
a fuocoanche lidentit professionale delle educatrici, connotata
dalla consapevolezza della propria appartenenza a
unistituzione.
Lapprofondimento sullidentit comprende,inoltre, un racconto di
Sandra Dema scrittrice e animatrice socioculturale : la storia
degli armadietti che racconta di come lidentitdei bambini e degli
armadietti si possanoconnotare e contaminare a vicenda.
Larticolo Laila e lo specchio una documentazione fotografica
dellessere e il fare diuna bimba alle prese con la scoperta, la
conoscenza e laffermazione di s in un ambientein divenire
realizzata dalle educatrici del Nido dinfanzia Arcobaleno di
Sanremo.
Infine, chiude lapprofondimento, il contributo delle insegnanti
Marianna Vaccaluzzo eLaura Faso, che riportano in forma di dialogo
il proprio pensiero sullidentit, confrontandosi dialetticamente e
riflettendo sulla loroidentit professionale. Ne consegue una
sortadi arcipelago delle identit nel quale le singole individualit
sfumano e si confondono, iltempo si dilata e lio assume ruoli
diversi emolteplici. Le insegnanti percorrono un viaggiointeriore
portando alla luce elementi fondantilidentit professionale ma anche
aspetti intimistici.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17903306&PatronSearches=falsehttp://www.child-encyclopedia.com/http://www.psychomedia.it/index1.htm
Il volume presenta lo sviluppo psicologico umano nei suoi tratti
essenziali, dalle teorie classiche agli aspetti applicativi,
conl'obiettivo di fornire le indispensabili conoscenze di base
necessarie agli operatori sanitari che si trovano a lavorare a
stretto contattocon i bambini.
Comprendere gli aspetti cognitivi e affettivi che entrano in
gioco nel momento in cui unbambino incontra un medico, un
infermiere,un terapista della riabilitazione risulta di estrema
importanza al fine di instaurare la migliore alleanza terapeutica
possibile con il bambinostesso e con i suoi familiari.
Nei primi nove capitoli del libro, il filoconduttore
dell'esposizione riguarda lo sviluppo dei comportamenti tipici
della salute:iniziando a trattare cosa vuol dire oggi nascere, fino
a riconoscere limportanza per il bambino di frequentare la scuola.
Sono staticonsiderati anche altri temi dello sviluppoinfantile: le
emozioni, la crescita, lo sviluppodel pensiero, la socialit e la
famiglia.
Il libro strutturato in modo da fornire ailettori gli aspetti pi
importanti di alcuni argomenti e altri che invece devono essere
approfonditi in quanto sono di pi diretto interesseper chi lavora
con i bambini nel campo dellasalute.
Gli autori hanno comunque focalizzatol'attenzione anche sui
comportamenti di malattia dei bambini e sui comportamenti dei
familiari. I comportamenti di malattia riguardanole modalit con cui
le persone percepiscono lesensazioni somatiche che potrebbero
indicare una malattia e reagiscono a esse. I bambini spesso hanno
una concezione della malattialegata a una punizione i bambini pi
piccoliritengono che ci si ammali perch non si sono tenuti
comportamenti salutari, come andare a letto presto, non mangiare
troppi dolci,non sanno ricondurre i sintomi a fattori causali.
Queste idee in genere permangono finoai setteotto anni. Man mano
che cresce, ilbambino riesce a spiegare la salute e la malattia in
termini biologici, fino all'adolescenza,
quando la malattia assume in modo chiaro ilsignificato di
interferenza in un normale processo biologico.
Questi aspetti devono essere tenuti inconsiderazione per poter
aiutare i bambini difronte alle proprie malattie o alla morte
dipersone care.
Secondo gli autori, per capire meglio ilbambino e i suoi
comportamenti, bisogna riferirsi alla psicologia dello sviluppo che
pufornire anche strumenti conoscitivi ampiamente utilizzati quali:
l'osservazione, il disegno, il colloquio. Tali strumenti vengono
trattatinelle linee sostanziali, dagli autori, i quali sostengono
che il loro utilizzo da parte degli operatori sanitari richiede
conoscenze e competenzeaggiuntive per poter essere usati in
modocorretto, la validit dei risultati deve esserecomunque
confermata dallo psicologo.
In ambito diagnostico, parlare con unbambino richiede non solo
conoscenze specifiche rispetto allo sviluppo cognitivo dello
stesso, ma anche capacit da parte dell'operatoredi saper comunicare
informazioni, non semprepositive, in modo empatico.
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Tavola dei contenuti
http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17903308&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17903305&PatronSearches=falsehttp://www.treccani.it/enciclopedia/psicologia-dello-sviluppo_%28Enciclopedia-Italiana%29/
L'evoluzione umana stata favorita dallaparticolare capacit che
hanno gli individui diinteragire gli uni con gli altri, attraverso
la risonanza emotiva e la comprensione della mentealtrui. Negli
ultimi decenni l'oscillazione tragli interessi e i desideri
personali e l'attenzione e la condivisione con gli altri si
spostatafortemente verso l'individualismo e l'egocentrismo. Ognuno
preso da se stesso, alla ricercadei propri obiettivi personali, al
raggiungimento di mete individuali. Il S si costruiscefin
dall'inizio sulla base delle relazioni significative che si
stabiliscono nel corso della vita,le quali rimandano continuamente
diverseimmagini di s che vengono interiorizzate edentrano a far
parte della propria organizzazione personale. L'empatia e la
comprensione degli altri si riattivano prima nella relazione coni
genitori e, successivamente, con i coetanei eil gruppo sociale. Fin
dalla nascita, i bambiniricercano l'interazione con gli altri
cercandodi comprendere i codici delle relazioni sociali.
La capacit di cooperazione, evidente neiprimi anni di vita,
diventa ancora pi importante quando si entra nell'adolescenza,
perchil gruppo e le relazioni fra pari sono indispensabili per
staccarsi dalla famiglia e iniziare l'esplorazione del mondo.
Questa sperimentazionecomporta rischi e pericoli che possono
essereaffrontati con maggiore determinazione se si in gruppo.
L'autore esplora le varie sfaccettature del noi, utilizzando anche
delle esemplificazioni che illustrano i vari aspetti della
relazionalit. Il rapporto, la condivisione e lacollaborazione con
gli altri rappresentano dellecaratteristiche specifiche della
specie umana.Infatti, solo la cooperazione quotidiana haconsentito
agli uomini di sopravvivere e soprattutto di muoversi alla
conquista dellaTerra. Tuttavia questa forte propensione sociale pu
essere favorita o arricchita oppureostacolata se non addirittura
bloccata siaall'interno della famiglia sia a livello sociale.
La collaborazione con gli altri si intrecciacon la capacit di
comprendere gli altri, il loro punto di vista e le loro intenzioni.
In primo
luogo, in famiglia, i genitori possono aiutare ifigli ad
acquisire una capacit di mentalizzazione cercando di leggere gli
stati mentali deifigli e di comunicarli, aiutandoli in questo modo
a vedere gli altri, non solo osservando i loro comportamenti, ma
anche riconoscendoquello che pensano e provano. Anche la scuola,
oltre alla famiglia, pu favorire la capacitdi mentalizzazione, sia
attraverso le interazioni con gli insegnanti e i coetanei sia
attraversola lettura di libri che aiutano a farsi un'ideadi
personaggi e situazioni diverse. La scuola,infatti, rappresenta
un'occasione importanteper ogni bambino di entrare in un contesto
incui decentrarsi, riconoscendo punti di vistadifferenti e
intenzioni diverse e giungere a mediazioni con gli altri. Il valore
dell'amicizia,dello scambio intellettuale con gli altri, hasempre
rappresentato uno dei capitoli pi vivi ed emozionanti della vita
umana.Se
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17903480&PatronSearches=falsehttps://www.youtube.com/watch?v=ASvNrfy-fTshttps://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Empatia&oldid=72091105https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Intelligenza_emotiva&oldid=71656354
La riflessione presentata in questo articolo prende spunto dalla
constatazione di unfenomeno importante nella vita di adulti e
adolescenti: la diffusione sempre pi estesa diinternet, i cui
aspetti negativi vengono esaminati, in particolare, tra gli
adolescenti.
La ricerca mostra la relazione tra dipendenza da internet e
cyberbullismo: si richiama l'attenzione sul fatto che
l'isolamentosociale sembra accomunare i due fenomeni.
Il dibattito sul tema ha permesso di osservare un particolare
importante, confermatoanche da studi pi recenti, il bullismo
unfenomeno di gruppo, declinato in varie forme.
Il cyberbullismo conferma questo datoattraverso la stessa
modalit di gestione dellaviolenza, che trova nell'utilizzo delle
tecnichemultimediali una sorta di gogna gruppalecondivisa.
Il modello teorico di riferimento del presente contributo si rif
a una spiegazione datadai ricercatori per analizzare il
comportamentodel bullo stesso, che non viene visto come individuo
di scarsa intelligenza, come afferma unostereotipo, al contrario, i
ricercatori sostengono che molti bulli possono essere degli
abilimanipolatori, quindi con buone capacit sociocognitive.
Il comportamento aggressivo che vienemesso in atto pu derivare
da diversi fattori,tra i quali i pi studiati sono l'ambiente
familiare, l'influenza dei coetanei e dei media.
Da notare che nel cyberbullismo, a differenza dal bullismo
tradizionale, i persecutori fanno ci che non farebbero nella vita
reale,aumentando l'effetto di depersonalizzazionecon conseguente
mancanza di ogni possibileempatia verso le vittime, che comunque
moltofrequentemente subiscono in silenzio, senzapoter contare
peraltro nemmeno sull'empatiadegli spettatori, che risulta
mancante. Questo fenomeno risulta particolarmente implacabile poich
non limitato da confini di spazio,in quanto le vittime possono
essere trovate inqualsiasi luogo con l'utilizzo della rete e la
loro umiliazione pu divenire pubblica.
Per contrastare il cyberbullismo, possono essere efficaci
strategie che tengano contodelle dinamiche di gruppo.
La peer education una metodologiaformativa che si avvale appunto
delle dinamiche relazionali spontanee tra i ragazzi e dellaloro
possibile efficacia educativa, per aiutareil gruppo nella
formazione dell'identit deisoggetti con un'azione di prevenzione,
promozione e orientamento.
A questo proposito pu essere utilizzatala video peer education,
che integra la peereducation con le nuove forme di comunicazione
multimediale per contrastare il cyberbullismo con modalit educative
e preventiveattraverso la rete.
Affinch la video peer education possarappresentare unefficace
forma preventivacontro il cyberbullismo, dovrebbe essereincentivata
l'apertura della scuola in tal senso,tenendo conto che
l'applicazione di un modello gruppale a un fenomeno gruppale
richiede approfondimenti teorici e operativi. Convienericordare che
la comunicazione tra adolescentie giovanissimi pu costituire una
grande risorsa in termini di spazio formativo coerentee
costante.
La video peer education rappresenta unapossibilit di creare
nuovi linguaggi per unadiversa strategia antibullismo tra pari.
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http://www.minori.it/sites/default/files/suppl_4_2013.pdfhttp://www.minori.it/sites/default/files/suppl_4_2013.pdfhttp://www.e-abc.eu/it/http://www.golden5.org/golden5/?q=it/node/231http://www.smontailbullo.it/webi/index.php?s=1
Nel saggio in oggetto, lautrice riflette sudiverse narrazioni
delle donne rom, evidenziandouna tensione tra tradizione e
cambiamento allaluce delle teorie degli studi femministi
postcoloniali e del metodo intersezionale. Nella primaparte del
saggio, lautrice prende in esame testimonianze di donne rom che
descrivono e riflettono su questioni di genere, raccolte
nellarivista Roma cultural magazine e in testi pubblicati dalla
cooperativa editoriale Sensibili allefoglie. Nella seconda parte,
invece, il focus viene posto su razzismo e sessismo, "romafobia"e
questioni di genere attraverso lanalisi di unaserie di ricerche e
rapporti sullargomento. Lenarrazioni raccolte delle donne rom
propongono versioni molto diverse del proprio vissutofemminile che
vanno dallesaltazione del proprio ruolo femminile, fondato sulla
maternite sulla devozione al proprio uomo, a una critica dei ruoli
di genere prevalenti nelle famiglierom che assegnano alle donne un
carico di lavoro domestico molto grande e un ruolo subordinato.
Alcune testimonianze sottolineano lorgoglio di appartenere a un
gruppo che d un valore centrale ai sentimenti, allamore, al
desideriodi libert piuttosto che a elementi materiali econsumistici
che lautrice definisce un atteggiamento anticonformista
precapitalistico e anticapitalistico. Le stesse
testimonianzeevidenziano anche, a confronto, i reciproci pregiudizi
nelleducazione dei figli tra rom e gagper cui, alla classica
visione dei rom, che costringono i figli a mendicare, facendoli
viverein condizioni disagiate e poco igieniche, sicontrappone la
visione dei gag come ricchi eanaffettivi che lasciano i figli per
ore davantialla televisione. Altre testimonianze di donnesono
invece pi critiche sui ruoli di genere prevalenti allinterno delle
comunit rom ed evidenziano la fatica che le donne rom devono
fareper allevare i figli con pochissimi mezzi. In altricasi si
mettono in evidenza una serie di elementi di novit nel vissuto
delle donne rom co
me, ad esempio, lorganizzazione di un gruppodi danza formato da
sole donne e svincolatodalle famiglie.
Il saggio prende anche in considerazioneil tema dei matrimoni
combinati, sottolineandoi cambiamenti in atto e come questo
elementonon rappresenti in ogni caso un tratto squisitamente
caratteristico delle comunit rom, inquanto esso presente in altre
culture e lo eraanche nella nostra fino a qualche tempo fa.
Nellanalisi dei ruoli di genere nelle comunit rom, lautrice
sottolinea la centralit disfuggire alla retorica della donna rom
sottomessa nellambito della cultura patriarcale delleproprie
comunit, atteggiamento proprio anchedi un certo femminismo
occidentale accademico che non si interrogato sul proprio
privilegio etnico, bianco e di classe. Occorre infattispostare il
focus dellanalisi dai gruppi minoritarialla nostra cultura
maggioritaria ponendosiverso di essa in maniera autoriflessiva e
critica. questo linvito centrale che ci viene dagli
studipostcoloniali e dal saggio in esame oltreallimportanza di
adottare un metodo intersezionale che analizzi la dimensione di
generein relazione a quelle etniche e di classe.
Il saggio si conclude sottolineando come ilcambiamento nei
rapporti di genere e familiarinelle comunit rom abbia senso solo se
intesocome percorso endogeno. Al tempo stesso sievidenzia come i
percorsi femministi delle donnenon bianche ci costringono a
riflettere non solosul concetto di tradizione, ma anche su quellodi
modernit in particolare svelandone le possibilicomplicit di classe
e le derivazioni coloniali.
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http://fra.europa.eu/sites/default/files/ep-request-roma-women.pdfhttps://www.youtube.com/watch?v=tMCSBNnFOJghttp://fra.europa.eu/en/theme/genderhttp://fra.europa.eu/en/theme/romahttp://www.surt.org/empow-air/index.html
L'adolescenza viene ritenuta in molte culture un periodo
particolarmente delicato sia peri ragazzi sia per gli adulti che
stanno loro vicino. infatti una fase della vita straordinaria, di
grande vitalit, ma allo stesso tempofonte di incertezza e
disorientamento. Propriodurante l'adolescenza i ragazzi
apprendonoabilit importanti: l'autonomia dalla famiglia,la capacit
di correre rischi per affrontare lesfide del mondo contemporaneo.
Infatti, il modo con cui vengono affrontati gli anni
dell'adolescenza influisce direttamente sul modo incui verr vissuto
il resto della vita. L'autorenella prima parte del libro evidenzia
l'adolescenza nei suoi tratti essenziali, sfatando alcune false
credenze che possono complicare lavita, sia agli adolescenti che
agli adulti. La seconda parte del libro dedicata allo sviluppodel
cervello durante l'adolescenza: questeinformazioni possono aiutare
a capire il comportamento degli adolescenti che secondo Siegel
influenzato dall'intenso sviluppo cerebrale che avviene in questa
particolare fasedella vita. Questo accrescimento predisponea
cambiamenti che riguardano: la memoria,il pensiero, il
ragionamento, la concentrazione, le capacit decisionali e le
relazioni interpersonali. Nella terza parte viene approfondito il
tema dell'influsso delle relazioni interpersonali e come sia
possibile creare legamipi forti con se stessi e con gli altri.
Nella quartae ultima parte, l'autore evidenzia i cambiamenti e le
sfide adolescenziali, focalizzandol'attenzione su un particolare
atteggiamentodi apertura e ricettivit verso la vita checonsente di
essere consapevoli verso gli aspettiinteriori e interpersonali. Al
termine di ogniparte, basandosi sulle pi recenti scoperte nelcampo
della neurobiologia interpersonale, Siegel propone una serie di
strategie per un'applicazione pratica delle conoscenze
riguardantiil funzionamento cerebrale: sono attivit cheaiutano gli
adolescenti a rendere pi gratificanti i rapporti con gli altri e
che servono adalleviare il disagio e la solitudine che a
volteassalgono genitori e figli in egual misura.
Le modificazioni a livello cerebrale cheavvengono
nell'adolescenza comportano rischie opportunit. Il modo con cui gli
adulti significativi e i ragazzi navigheranno le acque
dell'adolescenza pu contribuire a dirigere la nave della vita verso
lidi pericolosi o entusiasmanti.
Gli anni dell'adolescenza possono certamente presentare delle
sfide, ma i cambiamenti a livello mentale aiutano a favorire
lacreazione di qualit che possono essere d'aiuto durante
l'adolescenza, ma anche nell'etadulta, per vivere con pienezza
l'esistenza.
Il testo pu essere considerato una guidaper comprendere la mente
dei ragazzi e si propone di contribuire alla comprensione e
allavalorizzazione delle caratteristiche basilaridell'adolescenza,
per favorire quanto pi possibile il benessere anche oltre questa
fase dellavita.Se
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=16154570&PatronSearches=falsehttp://www.focus.it/ambiente/i-meccanismi-misteriosi-del-cervello-degli-adolescentihttp://www.treccani.it/enciclopedia/sviluppo-del-comportamento_%28Dizionario-di-Medicina%29/
Gli uffici di garanzia nascono a partire dagli anni 90 a seguito
della ratifica da parte delloStato italiano della Convenzione Onu
sui dirittidellinfanzia e delladolescenza, siglata a NewYork il 20
novembre 1989, che rappresenta ilnucleo fondante della loro
attivit. Oggi, a livellomondiale, operano circa 200 istituzioni
pubbliche in 70 Paesi per monitorare e tutelare i
dirittidellinfanzia in modo indipendente rispetto allapubblica
amministrazione. Le denominazioni sono diverse (difensore civico
per linfanzia, garanteper linfanzia, commissione per linfanzia e
ladolescenza) ci che li accomuna la funzione,rappresentata dal
monitoraggio delle azioni deigoverni e di altri enti, dalla
promozione dei diritti dellinfanzia e dalla formulazione di
soluzioni e strumenti per prevenire ed eliminare
eventualiviolazioni e offrire uno spazio di dialogo su bambini e
adolescenti allinterno della societ e fra iminorenni e lo
Stato.
Il nostro Paese ha istituto il Garante nazionale per linfanzia e
ladolescenza con L. 112/2011,a seguito di un complesso iter
legislativo e dopoche molte regioni avevano gi legiferato da
tempoin tal senso. Tra le caratteristiche che tale organo deve
possedere vi quella dellindipendenzae dellautonomia dalla pubblica
amministrazione, con competenze distinte e non sovrapponibili
seppur opportunamente coordinate aquelle delle istituzioni
esistenti che si occupanodi infanzia e adolescenza.
Nellambito delle attivit e delle funzioniattribuire alla figura
del Garante, ampio spazioviene dato al discusso tema della
partecipazione dei bambini. Viene infatti espressamente previsto
che ai minori debbano essere dati spazi eforme di partecipazione
alle attivit dellAutorit e alla redazione delle sue proposte
tramiteforme idonee di consultazione. Lesigenza di partecipazione
si pone quindi come necessit giuridica della stessa azione di
tutela che la comunitopera sulle nuove generazioni.
A livello regionale, la figura del garante deidiritti dei minori
di et prevista attualmente in17 regioni italiani e in due province
attraverso
lemanazione di leggi regionali e provinciali istitutive che
coprono un arco temporale che va dal1988 al 2011. Tali soggetti
hanno avuto e hannotuttora forme e modalit di lavoro differenti,
chesi sono oltretutto modificate con landare deltempo. Dalla
lettura degli atti comunque possibile cogliere un nucleo di
elementi che accomunano le funzioni dei diversi garanti
qualivigilanza, accoglienza, segnalazione, promozione,
partecipazione, erogazione di prestazioni,interventi in
amministrazioni pubbliche e autorit giudiziarie. Allinterno di
queste aree lenormative dettagliano in misura diversa le attivit e
i compiti previsti per lattuazione di dettefunzioni.
Rispetto al ruolo e alle funzioni del Garantenel nostro Paese
rimangono tuttora aperte moltequestioni: in particolare si
evidenzia limportanzache le leggi istitutive dei garanti regionali
prevedano degli strumenti di raccordo con il Garantenazionale
inoltre che ci sia un generale interesse per la promozione da parte
di queste figure di iniziative formative dirette alla preparazione
di persone idonee a svolgere attivit di tutelae di curatela e di
attivit di consulenza e sostegno ai tutori e ai curatori poi
nominati. Infine,molto si discute sui rapporti di queste figure
conlautorit giudiziaria e con le amministrazionicompetenti dello
Stato. Sebbene infatti le disposizioni normative di livello
nazionale e regionalesiano esplicite nella suddivisione delle
competenze, nel lavoro quotidiano sono ancora molteplici i
possibili ambiti di sovrapposizione.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=6348945&PatronSearches=falsehttp://www.garanteinfanzia.org/http://enoc.eu/http://www.garanteinfanzia.org/garanti-regionali
L'articolo descrive uno studio di verificadegli effetti di un
progetto di educazione allacultura della legalit nel determinare
deicambiamenti in un campione di studenti perquanto concerne le
loro rappresentazionimentali della legalit, delle istituzioni e del
fenomeno della criminalit organizzata. Il progetto si chiama Radio
Kreattiva ed caratterizzato dall'utilizzo di una web radio
scolastica ascoltabile sul sito www.radiokreattiva.netassociato a
degli interventi di educazione allalegalit realizzati nelle scuole.
Radio Kreattiva un progetto finanziato dell'Agenzia per lalotta non
repressiva alla criminalit organizzata del Comune di Bari che, a
partire dal2005, ha coinvolto pi di 3.500 studenti e 200docenti
operando in 60 istituto scolastici. Sitratta di un progetto di
prevenzione primaria:l'utilizzo di un vero e proprio programma
radiofonico da un lato permette agli studenti diesprimere le
proprie riflessioni sul tema trattato,dall'altro rende tangibili e
riproducibili glieffetti degli interventi negli incontri
condottidagli operatori in classe.
L'ipotesi della ricerca era quella di verificare se il progetto
poteva determinare neglistudenti dei cambiamenti significativi
perquanto riguardava la valutazione del fenomeno della criminalit
organizzata, la percezione dello Stato e degli organi atti a
contrastarela criminalit organizzata. La ricerca statacondotta su
un campione di 285 studenti di28 scuole medie inferiori della citt
di Bariche sono stati coinvolti nel progetto RadioKreattiva
nell'anno 20112012. Lo strumentodi rilevazione utilizzato stato un
questionario costruito da Paolo Diana e Claudio Marra,presentato
nell'ambito della ricerca Rappresentazioni pratiche della legalit
negli adolescenti: una comparazione NordSud implementata nel 2009
dall'Universit di Messina e dalCentro universitario per le ricerche
sulla sociologia del Diritto, dell'informazione e delleistituzioni
giuridiche. La rilevazione stataeffettuata attraverso la
somministrazione del
questionario in test e retest all'inizio e altermine del
progetto. Dai dati emergono unaumento significativo della fiducia
negli uomini politici, un atteggiamento maggiormentefavorevole
verso istituzioni e forze dell'ordine,una pi netta discriminazione
fra comportamenti leciti e illeciti, una maggiore
conoscenzariferita della Costituzione e un decremento riferito
della cosiddetta omert. Restano, tuttavia, alcune aree critiche
come la scarsa fiduciaverso il prossimo e una sorta di
atteggiamentodi non interferenza nelle scelte altrui, anchequando
queste si palesano in comportamentidevianti. Dai dati emersi, gli
autori suggeriscono di sviluppare il progetto Radio Kreattiva in
una modalit che dia maggiore spazio auna dimensione educativa peer
to peer chepossa essere complementare a quella fornitada operatori
e insegnanti e che possa agirecome valido strumento di prevenzione
eintervento primario in ambito scolastico.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=6414552&PatronSearches=falsehttp://web.rete.toscana.it/redle/index.dohttp://www.piccoloatlantedellacorruzione.it/wordpress/http://www.sulleregole.it/www.radiokreattiva.net
L'adolescenza un'et che vede emergere bisogni e affetti che
richiedono da semprerisposte pertinenti. Tali bisogni
adolescenziali si collocano nell'area della definizione
diun'identit che non si rispecchia soltanto coni genitori, ma
richiede anche il confronto sociale. Il raffronto con gli altri non
riguarda pisoltanto i compagni di classe o la compagniadel
pomeriggio, ma coinvolge i gruppi virtuali tramite internet. I
ragazzi, infatti, comunicano attraverso le foto postate sui social
e ivideo. Intorno al gruppo si snodano le dinamiche pi salienti e
rilevanti, ed proprio nelgruppo che l'adolescente stesso comincia a
costruire l'identit, esso funziona anche comeun contenitore
naturale dei suoi scenari interni.
Il gruppo come strumento di lavoro rappresenta un luogo
privilegiato dove poter favorire la costruzione di una relazione in
cui aspetticonsapevoli del comunicare e aspetti inconsci possono
essere messi a fuoco. Ci che viene colto in gruppo il suo
cambiamento semprein divenire e considerare il pensiero generatonel
gruppo come strumento di trasformazione.
Gli psicologi, gli educatori, gli insegnantie i genitori devono
confrontarsi con i ragazzi,che talvolta mostrano forme di
sofferenza chesembrano assumere sfumature sempre picomplesse. In
alcuni casi questo disagio assume un significato clinico, che
richiede unaprecoce individuazione dei fattori di rischio
dipsicopatologia e di comportamenti devianti.Gli adulti si
confrontano con i silenzi degli adolescenti, sentono messa in
discussione la loro possibilit di comunicare con ragazzi
orainibiti, ora aggressivi e provocatori nel difendere le loro
posizioni rispetto alle limitazioniimposte dalla famiglia e dalla
comunit educante.
La prima parte del volume raccoglie icontributi teorici di
clinici esperti, che da moltianni si confrontano sul tema del
disagio adolescenziale, la cui conoscenza fondamentale per una
piena comprensione della scelta edelle modalit dell'intervento
descritto.
La seconda parte del volume dedicataalla presentazione del
modello di interventosul disagio adolescenziale fondato su
tecnichesemplici ed efficaci di tipo ludico, insiemeall'utilizzo di
stimoli specifici e all'elaborazione del gruppo delle riflessioni e
dinamiche presentate dai ragazzi secondo le tecnicheesperienziali.
Le tecniche ludiche consentonoun accesso dinamico profondo
attraverso lapossibilit di esporsi personalmente anchesenza
riferire in maniera diretta episodi privati.
Il testo vuole rispondere all'esigenza dimettere a disposizione
di studenti, psicologi eoperatori coinvolti nella gestione
dell'educazione e della cura degli adolescenti un modellodi
intervento di gruppo, declinato in specifiche tecniche descritte e
applicabili nella scuola e nei contesti all'interno dei quali
necessarioun intervento sul gruppo di adolescenti, nellecomunit o
nei diversi settori formativi,incentrato su un vertice integrato
psicoanalitico e psicoeducazionale.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=16809836&PatronSearches=falsehttp://www.psicologiascolastica.it/http://www.nepes.eu/
Ogni individuo ha un proprio modo diapprendere. Ogni bambino ha
una propria storia di vita che rende il suo modo di guardareil
mondo in maniera unica e particolare. Alcuni linguaggi facilitano
l'attenzione, la memorizzazione o la comprensione e altri le
rendonodifficili. Ogni persona ha dei tempi di apprendimento
differenti da quelli di un'altra e dellepreferenze verso certi tipi
di spazi di conoscenza. Ogni individuo ha un suo personalestile nel
reagire a un input, nell'organizzareinformazioni e
nell'approcciarsi alla risoluzione di un problema. Alle differenze
individualila didattica risponde con la differenziazionedei
percorsi di apprendimento nelle modalite nei traguardi da
raggiungere. Una didatticaefficace sa quindi progettare uno
spaziocomplesso degli apprendimenti che tenga contodelle diversit
individuali. In classe, gli alunnidovrebbero trovare, pur
condividendo unambiente comune, una risposta individualizzata al
loro stile di apprendimento. La didattica inclusiva crea le
condizioni di apprendimento attraverso le quali ogni alunnopossa
esprimere e realizzare al massimo il proprio potenziale. Il tema
delle differenze traalunni pu essere affrontato a vari livelli.
Neltesto vengono presentati cinque approcci checontribuiscono alla
realizzazione della didattica inclusiva nella scuola primaria:
l'approccioautobiografico, il metodo Montessori, la didattica
aperta, la didattica delle intelligenzemultiple e l'apprendimento
cooperativo. Ogniproposta presentata nelle sue linee generali ed
accompagnata da spunti operativi chene facilitano l'applicazione in
classe. Dalle proposte metodologiche emergono alcuni capisaldi. Un
primo aspetto molto importante delladidattica inclusiva si fonda su
cercare,comprendere, utilizzare e valorizzare tutte ledifferenze
individuali, non solo quelle innocue, ma anche quelle scomode. Un
secondoaspetto riguarda la differenziazione delle attivit
didattiche: in uno stesso momento, alunnidiversi fanno cose
diverse. L'apprendimentoassume forme e modalit differenti in
soggetti
diversi. Le varie proposte metodologiche descritte nel libro si
fondano su questo denominatore comune. Un terzo aspetto
importanteriguarda l'autonomia e la responsabilitdell'alunno che
impara gradualmente a negoziare in modo attivo con l'insegnante per
costruire le sue competenze.
In una didattica inclusiva gli alunni hannouna destinazione da
raggiungere insieme eogni alunno ha, responsabilmente, un
suopersonale ruolo e obiettivo, che lo attende ognimattina. Per
fare in modo che la didattica inclusiva si realizzi sono necessarie
tante risorseche devono essere attivate dagli alunni e dagli
insegnanti, attraverso un processo che promuova altre forme di
insegnamento e apprendimento, dove si preveda una
maggioreattenzione alle differenti caratteristiche individuali,
proponendo un'organizzazione deglispazi, dei tempi e dei materiali
e favorendo lacreazione di percorsi mirati e personalizzati.
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http://www.univirtual.it/drupal/it/CentroInternazionalediStudisullaRicercaEducativahttp://www.editlib.org/?CFID=5111807&CFTOKEN=23784932http://www.indire.it/http://www.univirtual.it/red/
Negli ultimi anni i cosiddetti Disturbi specifici di
apprendimento (Dsa) hanno ricevutomolta attenzione da parte della
comunitscientifica, della scuola e delle associazioni.Tuttavia
potrebbe essere ancora difficile, perun docente o un familiare,
orientarsi su cosafare per un bambino con una diagnosi didisturbo
specifico di apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia,
disturbo misto).
Sappiamo che una precoce e sistematicaindividuazione/rilevazione
dei Dsa rappresenta, nella scuola, un fattore determinanteper gli
interventi educativo/didattici degli insegnanti e un elemento di
importanza centraleper la valorizzazione degli apprendimenti degli
alunni. Nel volume, previo tentativo di chiarimento delle ipotesi
eziologiche, viene analizzatoil quadro normativo e
giurisprudenziale di riferimento, nonch le principali tecniche
ditrattamento riabilitativo/educativo di talidisturbi e i primari
strumenti di valutazione.Alla luce del quadro teorico cos
delineato, edel dibattito pedagogico sui disturbi oggettodi
riflessione, vengono proposte delle indicazioni operative sulla
didattica individualizzatae personalizzata, sulle strategie
educativodidattiche di potenziamento e di aiuto compensativo, sulla
didattica inclusiva. Il volume rivolto a docenti, educatori,
psicopedagogisti,operatori sociosanitari e ai genitori
ponelattenzione sulla necessit di promuovere unapreparazione
specifica degli insegnanti, e piin generale degli operatori, in
tema di Dsa e difavorire una costante collaborazione
scuola/famiglia nellaffrontare le problematiche,comprese quelle
emotivo/relazionali connesse a tali disturbi.
Lo scopo del lavoro quello di tratteggiare le diverse
sfaccettature, implicazioni di tali disturbi senza trascurare un
inquadramentonormativo e giuridico del fenomeno. Una proposta,
quest'ultima, che pu sembrare azzardataper un testo elettivamente
di carattere pedagogico e didattico ma che, in realt,
risultaimprescindibile data la finalit stessa del te
sto che nasce, e si propone, come uno strumento operativo di
intervento nella scuola,oltre che come un percorso di acquisizione
diconoscenze e di competenze rivolto a tutti coloro che, a vario
titolo, sono impegnati nel lavoro con soggetti che presentano Dsa.
Semprequesta ratio ha ispirato il prendere in considerazione nella
prima parte del testo i principali strumenti di valutazione e
diagnosifunzionale e il proporre le principali tecnichedi
trattamento riabilitativo/educativo dei Dsa.
Nella seconda parte del lavoro si proponeuna chiave di
interpretazione e di interventosquisitamente didattica che sviluppa
il temadella didattica inclusiva per i Bisogni educativi speciali
(Bes), e per i Dsa in modo particolare.
Infine, nella terza parte del testo, non viene trascurato il
sempre attualissimo temadell'utilizzo della valutazione come
strumentodi insegnamento e in un certo senso come facilitatore dei
meccanismi di apprendimento.
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Tavola dei contenuti
http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=17903555&PatronSearches=falsehttp://opac.minori.it/EOS-IDI2_Linked_Documents/Bibliografico/Questioni%20e%20Documenti/Quaderno%2037%20-%20L?apprendimento%20difficile.PDFhttp://www.airipa.it/http://www.iarld.com/http://www.psychomedia.it/pm/answer/learndx1.htm
La legge 170/2010 ha portato vantaggi atutela degli alunni con
diagnosi di Dsa, soprattutto per coloro che non vedevano
riconosciuta la propria problematica. Questo, seda un lato ha
finalmente posto fine alle ingiustizie esercitate su studenti
capaci ma limitati in una specifica difficolt, portando ancherapidi
cambiamenti culturali, dall'altro ha determinato alcune criticit
per quello che riguarda l'ambito clinico.
I clinici italiani hanno fruito nella loropratica dei documenti
della Consensus Conference e in particolare delle precisazioni
contenute nell'ultimo documento Raccomandazionicliniche sui Dsa
Parcc (2011). Tale documento riporta le raccomandazioni cliniche
elaborate da un gruppo di lavoro multidisciplinaree
interdisciplinare. il risultato di un ampioe lungo percorso di
confronto, di riflessione erappresenta una sintesi condivisa sullo
statoattuale delle conoscenze scientifiche. L'interpretazione
clinica del disturbo dell'apprendimento la risultante di un
complesso equilibrio traprofilo neuropsicologico, ricaduta
nell'adattamento di tale profilo, risorse psichiche generali,
fattori di contesto, risorse familiari e tuttoquesto in una
prospettiva dinamica di crescita e sviluppo.
Tuttavia, questi documenti hanno lasciatozone d'ombra e punti di
incertezza che sonovenuti a costituire elementi di dubbio e di
problematicit nella pratica quotidiana. Gli autori hanno quindi
proposto delle linee guidaprovvisorie ai maggiori esperti
nazionali,aprendo cos un dibattito.
Le linee guida sono state parallelamentesviluppate per dislessia
e disortografia eaffrontano alcuni punti fondamentali. Gli autori,
infatti, mettono in luce alcuni elementidi criticit che qui
riportiamo. Il primo aspettocritico si riferisce ai clinici
italiani che utilizzano il sistema di codifica ICD10 e si
richiamano per anche ai documenti della ConsensusConference e alla
legge 170. Questi tre documenti non contengono indicazioni del
tutto
sovrapponibili e quindi il percorso condivisonon semplice, anche
perch le diverse fontisi basano a volte su prove scientifiche e
altrevolte sull'accordo tra esperti. La questione diventa ancora pi
complessa se prendiamo inesame il DSM5 che considera in modo
unitario i disturbi dell'apprendimento. Altri problemi riguardano
l'evoluzione nel tempo deiprofili dei disturbi e dei parametri che
si utilizzano per individuarli, le diagnosi in et adolescenziale e
adulta nelle quali ci si trova difronte a un'organizzazione
cognitiva diversada quella del bambino.
Le riflessioni e i contributi che hannofornito gli esperti
coinvolti hanno creato undibattito con molteplici spunti di
riflessione euna serie di preziose indicazioni per quantioperano
nell'ambito dei Dsa. Gli esperticoncordano comunque che, per
evidenziare idisturbi specifici dell'apprendimento e definirele
procedure diagnostiche, saranno necessari ulteriori occasioni di
confronto negli anni avenire.
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http://opac.minori.it/EOSWebOPAC/OPAC/Search/AdvancedSearch.aspx?SearchCode=6634788&PatronSearches=falsehttp://www.aiditalia.org/https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Disortografia&oldid=72790388
I disturbi alimentari sono patologie cliniche difficili da
trattare, il cui andamento tendealla cronicizzazione. Rispetto alla
prevalenza,gli studi evidenziano che i Disturbi alimentari (DA)
colpiscono maggiormente la popolazione femminile, in particolare
nei Paesioccidentali. Molte recenti ricerche hanno rilevato un
incremento dei DA nei maschi. Inparticolare, alcune di queste
ricerche hannoriscontrato differenze tra maschi e femmineper quanto
riguarda la preoccupazione perl'immagine corporea. I maschi
risultano meno preoccupati per il peso corporeo e pi focalizzati
sul raggiungimento di una formacorporea ispirata a un ideale di
mascolinit esono maggiormente concentrati sul desideriodi aumentare
la massa muscolare. La letteratura scientifica ha individuato in
questidisturbi la presenza di molti fattori di rischiopsicologici e
ambientali quali: fattori socioculturali, familiari e individuali.
Tra i fattoriindividuali, gli studiosi hanno enucleato
ilperfezionismo. Tale caratteristica stata ritenuta come uno dei
costrutti principali sia nellagenesi che nel mantenimento dei DA.
In letteratura non sono presenti molte ricerche cheanalizzano il
perfezionismo come fattore di rischio e mantenimento di DA nel
sesso maschile. Esistono, infatti, pochi strumentispecifici per
valutare i comportamenti alimentari disfunzionali nella popolazione
maschile. La maggior parte delle ricerchesull'argomento ha
coinvolto prevalentementecampioni femminili. La ricerca, che viene
riportata dagli autori, si propone di esaminarele differenze di
genere sia rispetto al rischiodi sviluppare un disturbo alimentare
sia rispetto a variabili psicologiche correlate allasintomatologia
alimentare in un campionenon clinico di adolescenti. Inoltre,
intende valutare il ruolo del perfezionismo come fattoredi rischio
per lo sviluppo del disturbo alimentare e come questo influisca
differentemente sulrischio di sviluppare una sintomatologia
alimentare nei due sessi. Il campione proviene
da una popolazione di adolescenti che frequentano le scuole
secondarie di secondo grado di diverso indirizzo. Questo ha reso
possibileapprofondire le differenze di genere riguardoa variabili
psicologiche associate alla psicopatologia alimentare. I risultati
mostrano come le femmine hanno riportato punteggisignificativamente
pi elevati dei maschi intutte le scale, tranne quella del
perfezionismo.L'analisi delle differenze di genere evidenziache i
soggetti maschi con elevato perfezionismo sono pi numerosi delle
femmine con elevato perfezionismo, ma queste ultime
sonomaggiormente a rischio di DA. Tenendo contodel recente aumento
della prevalenza deidisturbi alimentari negl