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Q U E S T I O N I C H E C O N T A N O
DIOGENE
N. 28 Settembre 2012
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on faccio mai un passo senzail mio iPod, come un com-pagno di
viaggio. Spesso milascio trascinare dalla mu-sica, la sento ma
non
lascolto, divento parte di un turbineche mi estromette dalla
realt. S, questo ci di cui ho davvero bisogno:evadere, dimenticare
ci che mi cir-conda. E se la musica, invece, fosse lostrumento con
il quale introiettarminella mia realt, nel mio mondo?In fondo, la
caratteristica peculiare cherende la musica qualcosa di unico
nelsuo genere la capacit di agire inmodo profondo sullanimo umano,
con-dizionandone le emozioni e i senti-menti. Spesso noi tendiamo a
darequesto per scontato, ma se ci pensiamo
una cosa sensazionale: una serie disuoni, di vibrazioni
dellaria, che presisingolarmente non ci direbbero nulla,unendosi
armonicamente, formanounentit in grado di scuotere violente-mente
le nostre passioni.Proprio per questo motivo la musica hasempre
avuto un ruolo fondamentalenella storia dellumanit, fin dalle
sueorigini, fin da quando un ipotetico omi-nide, colpendo pi volte
una roccia conun osso, not che i suoni che aveva pro-vocato in modo
casuale insieme nonstavano poi cos male. La storia dellamusica
lunga e complessa, proprioperch lo specchio della storia
del-lumanit, delle gioie, dei dolori, dellesperanze, delle paure
degli uomini diogni epoca. Oltre a ci, la musica
C musica e musica
Le riflessionicritiche di Platone sul valoreeducativo della
musica.
NK Alberto MassariK Cecilia MontaniK Emanuele LocatelliKMartina
CorbettaK Pietro Oldani
Classe IA, Liceo Classico Salvatore Quasimodo, Magenta.
Alceo e Saffo, cantaro attico a figure rosse, 470 a.C.,
Staatliche Antikensammlungen, Monaco, Germania.
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sempre stata utilizzata, data la sua im-mensa capacit evocativa,
per trasmet-tere dei messaggi o dei valori
finalizzatiallarricchimento della persona in s odella sua
conoscenza. Daltronde lo diceva anche Platone: Lamusica fa bene al
corpo e allanima.Nella Repubblica, infatti, Platone ci pre-senta il
suo pensiero a riguardo: egli cre-deva esistessero due tipi di
musica, unareale e una ideale. Delle due, quellareale rappresentava
il puro diverti-mento, portava con s distrazione e nonaffinava
affatto lanimo, anzi lo rovi-nava, mentre quella ideale era
essenzadella vera musica, intesa come lo stru-mento capace di
elevare lanima allacontemplazione del divino, permet-tendo dunque
alluomo di vivere se-
condo rettitudine. Dunque andavanoevitate tutte quelle
espressioni musicaliche non invitassero allarmonia n of-frissero
alluomo la possibilit di mi-gliorare se stesso.
Musica per divertirsi e per educareNaturalmente Platone non si
era inven-tato questa bipartizione della conce-zione di musica:
nella Grecia antica,infatti, la musica si divideva in duegrandi
filoni, ovvero quella irrazionale,legata al culto di Dioniso, il
cui stru-mento caratteristico era laulos e quellarazionale,
relazionata ad Apollo, ac-compagnata dal suono della cetra.
MaPlatone non si ferma qui: oltre a elo-giare, come detto, la
musica razionale,la inseriva anche allinterno del pro-
gramma educativo che, nello Statoideale, il politico, fin da
giovanissimo,avrebbe dovuto seguire. Ecco due passi della
Repubblica parti-colarmente significativi da questopunto di vista:
Ma quale sar leduca-zione? Non forse difficile trovarneuna migliore
di quella scoperta gi datanto tempo? Essa consiste in sostanzanella
ginnastica per il corpo e nella mu-sica per lanima. E leducazione
musi-cale, non forse di estrema importanzaper il fatto che il ritmo
e larmonia pe-netrano nel pi profondo dellanima evi si apprendono
con la massima tena-cia, conferendole decoro, e infondonodignit in
chi abbia ricevuto una cor-retta educazione, altrimenti
produconoleffetto contrario? Chi stato educato a dovere in
questocampo si accorger con grande acutezzadi ci che difettoso e
mal costruitooppure imperfetto per natura, e congiusta insofferenza
loder le cose belle eaccogliendole con gioia nellanimasapr
nutrirsene per diventare un uomoonesto, mentre biasimer e detester
abuon diritto le cose brutte sin da gio-vane, ancora prima di
poterne capire ra-zionalmente il motivo; e una voltaacquisita la
ragione la saluter con af-fetto, riconoscendo la sua grande
affi-nit con leducazione ricevuta.Dunque, secondo Platone, a questo
sidovrebbe tendere, ad una musica chetrasmetta principi educativi e
che, permezzo di un determinato tipo di ritmie armonie, avvicini
luomo alla contem-plazione dellidea del Bello e alla cono-scenza:
La musica pu donare ali aivostri pensieri e illuminare la
vostraanima di luce eterna.
Platone e liPodMa come collegare il pensiero di Pla-tone
allattualit? Chi pensa pi a unamusica educativa? Naturalmente,
oggi-giorno, molte cose sono cambiate ri-spetto ai tempi del nostro
filosofo. Sedunque egli parlava di due tipi diversidi musica
riferendosi a due tipi diversidi armonia che sortiscono effetti
oppo-sti, noi, riferendoci allattualit, prefe-riamo incentrarci sui
differentimessaggi che la musica, e la canzone inparticolare,
offrono.Per noi giovani la musica rappresenta
DIOGENE82N. 28 Settembre 2012
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Ragazza con una lira, cantaro attico a figure rosse, 470 a.C.,
Staatliche Antikensammlungen, Monaco, Germania.
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svago ed evasione: spesso siamo in-fluenzati dal nostro umore
nello sce-gliere una canzone piuttosto cheunaltra, a volte abbiamo
bisogno di unacarica, a volte di un conforto o spessosemplicemente
di compagnia.Se dovessimo avere una concezionedella musica simile a
quella di Platone,dovremmo cercare il miglioramento dinoi stessi
anzich unicamente il ritmo.Facile a dirsi, ma oggi chi compone
mu-sica con lidea di trasmettere qualcosa?Lobiettivo principale
degli autori pia-cere, avere pubblico e ricavarne, cos,successo: la
conseguenza che ne deriva che nessuno pi pensa che noi
tutti,indipendentemente dallet, abbiamobisogno di una guida che
vada interpre-tata, sentita pi volte, imparata a me-moria.Purtroppo
si sta perdendo la valenzaeducativa della canzone: sono semprepi
rari i testi in cui compaia un mes-saggio concreto di riflessione
di attua-lit, di partecipazione emotiva. il caso della
generalizzazione che lostesso Aristotele riscontrava nella poe-sia:
essa, rappresentando casi universali,non si cala mai nel
particolare e pu es-sere adattata, allevenienza, a persone ea
esperienze diverse. Questo non vuoldire che non sia educativa,
anzi; cos fa-cendo per luomo moderno rimaneuna larva, un individuo
superficialesenza possibilit di confronto con sestesso.
Musica e commercioAccendendo la radio di questi tempi, sinota la
netta predominanza di quellache comunemente viene chiamata mu-sica
commerciale, oggi proveniente so-prattutto dai paesi anglofoni,
ovvero untipo di musica finalizzata al successo sulmercato
discografico, che attira latten-zione delle masse attraverso
ritmimolto orecchiabili e ritornelli facil-mente memorizzabili.
Per, le temati-che che troviamo (se le troviamo) inquesto tipo di
espressione musicale, ilpi delle volte sono piuttosto
scontate,oppure trattate in modo banale: moltoraramente sono
presenti dei temi chefacciano veramente riflettere. In
questacategoria rientrano anche quei gruppidi giovanissimi cantanti
che al giornodoggi fanno impazzire le teenagers, le
cui canzoni per, nonostante abbianomagari delle belle melodie,
hanno, perla maggior parte, dei testi di una bana-lit disarmante;
non un caso, infatti,diciamolo, che, dopo il boom degliascolti,
basti poco tempo perch ca-dano nel dimenticatoio. La musica
dadiscoteca poi per molti un diverti-mento, non c dubbio; di certo
non un crimine ascoltarla n ballarla, ma indiscutibile che essa non
arricchiscaluomo (daltra parte nessuno si maiaspettato che lo
facesse), ma al contra-rio lo incurva sempre pi su di s, lo
im-merge nel peso della solitudine.Ora, focalizziamo meglio il
problema:nessuno qui vuole demonizzare uncerto tipo di musica, cio
quella fina-lizzata solamente allo svago, perchmolto spesso
necessaria, anche perevadere dalle fatiche della vita quoti-diana.
Quello che preoccupa che, oggicome oggi, questa modalit si stia
av-viando sempre di pi a diventarelunica esistente, non perch non
cisiano pi artisti capaci di comporre unamusica in grado di far
riflettere (qual-cuno che riesca a proporci qualcosa diinteressante
ci deve pur essere!), maperch la domanda bassa, la maggiorparte dei
giovani ormai non pi inte-ressata ai messaggi e di conseguenzaanche
i produttori e le case discografi-che danno la precedenza alla
musicache fa tanti ascolti, togliendo cos,molte volte, la
possibilit di farsi sentiree conoscere a chi veramente ha qual-cosa
di originale e interessante da dire.Questo un vero peccato, perch i
gio-vani sono il futuro del mondo, sarannoloro a dover sanare una
societ piena diproblemi come quella odierna, ma se lamusica, il
mezzo che meglio di ognialtro potrebbe apportare loro precettietici
ed educativi, quindi anche infor-mativi, non adempie a questa
funzione,allora come possiamo sperare che altrimezzi lo facciano?
Fortunatamente per, come gi detto,questa situazione non
generalizzata:ci sono ancora artisti che riescono a ot-tenere
grande successo quindi a farsisentire e amare da molti e
contempora-neamente a trasmettere messaggi im-portanti o a
sensibilizzare riguardo aproblemi della societ. Uno dei
generimusicali che, secondo me, particolar-
mente efficace nel fare ci il rap: esso,infatti, nato con la
funzione di denunciasociale, grazie anche al ritmo serratoche d la
possibilit materiale di diremolte cose nel tempo ridotto di
unacanzone, riesce spesso a far riflettere suproblemi di vario
genere, oltretuttotrattati con grande partecipazione emo-tiva
dallartista, che molto spesso ne stato o ne personalmente
coinvolto. Tirando le somme, a prescindere dai
generi, come dobbiamo porci nei con-fronti della musica?
Dobbiamo rifiu-tarne del tutto un certo tipo perchcrediamo che, a
livello educativo, nonpossa portarci nulla? Assolutamente
no,sarebbe inutile essere cos drastici.
La musica come legge moraleQuello che dobbiamo fare ,
semplice-mente, essere critici verso la musica cheascoltiamo e
consapevoli di essa (coscome dovremmo esserlo di ogni cosache
facciamo): ci piace la melodia diuna canzone, oppure il suo ritmo,
anchese ci rendiamo conto che il suo testonon ci trasmette nessun
insegnamento?Ascoltiamola e apprezziamola ugual-mente, perch se
larmonia di quellamusica riuscita a toccarci nel pro-fondo, a
causarci delle emozioni, signi-fica che qualcosa di buono ci
hacomunque portato. Per non dobbiamo diventare pigri.Cerchiamo di
renderci conto che lamusica serve anche a trasmettere mes-saggi e
insegnamenti e teniamo semprepresente che il mercato musicale
cioffre ancora spunti di questo tipo: dob-biamo solo fare lo sforzo
di andarli acercare. Non farlo sarebbe veramenteun peccato, perch
significherebbe nonsfruttare per un fine assai nobile,
ovveroleducazione, la devastante capacit co-municativa propria
della musica. Ma,cosa pi importante di tutte, amiamo lamusica in
tutte le sue forme, perchcome diceva Platone: La musica unalegge
morale, essa d unanima alluni-verso, ali al pensiero, slancio
allimma-ginazione, fascino alla tristezza, impulsoalla gaiezza e
vita a tutte le cose. Essa lessenza di tutte le cose, lessenza
del-lordine ed eleva ci che buono, di cuiessa la forma invisibile,
ma tuttaviasplendente, appassionata ed eterna. K
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