MOSTRA DI TAVOLE ORIGINALI 5 - 8 DICEMBRE 2015 ARTBOOK
Jul 24, 2016
mostra di tavole originali
5 - 8 dicembre 2015
artbook
Edizione a cura di ora Pro comicsAcquisizione immagini: marcello gambaGrafica e impaginazione: officine bolzoniProofreading: Francesco savinoIllustrazione di copertina “Regular” e “Variant”: Paolo bisiIllustrazione del retro di copertina: Fabio mantovaniIllustrazione dei risguardi: nicola genzianellaStampato nel novembre 2015 presso tipografia La Grafica - Piacenza Il © di tutte le immagini stampate su questo catalogo è dei rispettivi autori
In questa e nella pagina precedente, illustrazioni di Franco Brambilla
L'iniziazione aLLa fantascienza, di antonio serra . . . . . . . . . . . . . . . . 4
i robot di asimov, di moreno burattini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
tutto queLLo che avresti sempre voLuto sapere su un "certo tipo" di fantascienza (...), di diego cajelli . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
fantascienza e fumetti: La prima voLta da Lettori, di michele Ginevra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
galassia bonelli e altri satelliti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
La fantascienza in tv: astronavi e aLieni atterrano neL saLotto di casa, di pasquale frisenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
altri universi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
fanzine, intercom e mondo, di domenico Gallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
da topoLinia ad aLfa centauri (senza passare daL via), di alessandro sisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
L'iniziazione aLLa fantascienza
di Antonio SerrA
Come autore di fumetti trovo inevitabile farmi influenzare da quello che mi circonda e, come
autore di fumetti di fantascienza, i miei riferimenti sono cambiati nel tempo.
Si sono, infatti, evoluti con l'evolversi del mondo intorno a me, dato che la fantascienza stessa è
dipesa, nell'ormai remoto passato in cui è esistita e ha avuto anche il suo momento di successo,
da molti fattori legati alle prospettive della tecnologia e alla previsione di quelle che sarebbero
state le conseguenze delle scelte compiute dai nostri governanti e indotte dall'evolversi della
società.
Così, se alle elementari Jules Verne (chiamato allora Giulio) era ancora "fantascienza", nel tempo
ho conosciuto Isaac Asimov, Robert Anson Heinlein, Robert Silverberg o Poul Anderson, amato
Michael Crichton e Nigel Kneale, odiato Philip K. Dick e James Tiptree Jr. (prima di scoprire che
era Alice Bradley Sheldon e che era quindi possibile che una donna scrivesse science-fiction,
cosa, allora, giudicata così inaccettabile da dover usare uno pseudonimo!).
Questo per dire che, per uno della mia generazione, è esistita la letteratura, forma espressiva
ormai scomparsa da secoli e che è diventata difficile, se non impossibile, da spiegare ai più
giovani che vivono intorno a noi.
Ma, lo ammetto, non sono mancati i riferimenti visivi. Ancora bambino, in quella data ora calunniata
del 20 luglio 1969 in cui l'uomo camminò per la prima volta sulla Luna (sì, io ci credo, andate a
quel paese, voi negazionisti!), la memoria non ha mai cancellato storiche inquadrature di film
come Pianeta proibito1, L'uomo invisibile2, Ultimatum alla Terra3, trasmessi dalla televisione
pubblica per intrattenere il pubblico nei "tempi morti" di una vera missione spaziale. In
quell'epoca felice, i Thunderbirds4 salvavano pupazzi resi vivi dalla Supermarionation per mezzo
di apparecchiature straordinarie che facevano immaginare un futuro migliore, e la S.H.A.D.O.5
impediva a una razza aliena morente di trasformare i corpi di noi umani in pezzi di ricambio per i
loro organismi in decadimento.
Quando un uomo con una lunga sciarpa6 entrò per la prima volta (almeno per me) dentro la
sua cabina telefonica più grande all'interno che all'esterno, sembrava davvero che tutto fosse
possibile, e gli anni successivi portarono meraviglie incommensurabili che ci trasportarono tutti
non solo dalla televisione alle sale cinematografiche, ma anche in una galassia lontana lontana7...
Così, quando nel 19788 l'esistenza dei cartoni animati giapponesi (e susseguentemente dei
manga), venne resa nota al vasto pubblico, quelli come me non solo erano preparati, ma
entusiasti di vedere che da qualche parte nel mondo qualcuno aveva fatto tesoro di tutte
quelle informazioni per creare universi fantastici che potevano ancora farci sognare. L'invasione
degli "anime" significò non solo allarme per i genitori e inutili interpellanze parlamentari,
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ma anche un arricchimento straordinario delle nostre conoscenze. L'incontro/scontro con un'altra
cultura, diversa ma affascinante, sviluppò curiosità, domande, anche dubbi, che ci portarono a
immaginare situazioni narrative del tutto inusuali. E quando, io come molti altri, arrivai a diventare
un professionista nel campo di quelli che qui in Italia si chiamano fumetti (lo so, nessuno se li
ricorda... ma che ci posso fare?) quei personaggi, quei caratteri, quelle tecnologie descritte in
maniera così vivida diventarono parte integrante dei miei lavori e di quelli di molti altri autori sia
in quel momento che nei lunghi anni a seguire.
Nel tempo, inevitabilmente, le fonti si confusero, il mélange di ricordi, idee, materiali, divenne
così intricato che le generazioni successive non furono, in breve, in grado di capire più da dove
certe idee derivassero. Molti giudicarono nuove e originali trovate narrative vecchie di secoli,
e lo svilupparsi della tecnologia umana subì un tale balzo in avanti che il concetto stesso di
fantascienza svanì, come quello di futuro, nel nulla, reso diafano e inconsistente dall'incalzare
della realtà e della crisi economica.
In questo momento, quindi, cosa sia il domani non lo sappiamo. Nella folle corsa intrapresa di
slancio dopo la Seconda guerra mondiale, abbiamo superato la nostra stessa immaginazione,
lasciandola indietro ad arrancare su una salita sdrucciolevole. Viviamo in un oggi che non ci dà
scampo, i sogni sono perduti, forse per sempre. Ma la vita, come diceva Ian Malcolm9, trova
comunque la sua strada. Purtroppo, aggiungo io.
P.S.: per i pignoli, so che ci sono delle incongruenze in questa ricostruzione. Nigel Kneale,
immenso sceneggiatore inglese, non era uno scrittore (e io lessi le sue sceneggiature pubblicate
in volume da Urania10), e Tom Baker, il quarto attore a interpretare Doctor Who, entrò nel Tardis,
qui in Italia, nel 1980, oltre tre anni dopo Guerre Stellari. Ma si sa, i vecchi come me hanno la
memoria corta...
1 Forbidden Planet, 1956, Fred McLeod Wilcox2 The Invisible Man, 1933, James Whale3 The Day the Earth Stood Still, 1951, Robert Wise4 (idem), 1964, Gerry e Sylvia Anderson5 UFO, 1969, Gerry e Sylvia Anderson6 Doctor Who, 1963, BBC7 Star Wars, 1977, George Lucas8 Con la messa in onda di Goldrake (Ufo Robot Grendizer) prodotto dalla Toei Doga nel 1975 e creato da Go Nagai9 Jurassic Park, 1990, Michael Crichton10 Anche se scrisse poi un romanzo, Quatermass Conclusion, 1979, che è l'unica versione accettabile dell'ultimo
capitolo dedicato a uno dei suoi personaggi più riusciti, il burbero scienziato Bernard Quatermass
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Illustrazione di Gigi Cavenago
gaLassia boneLLi e aLtri sateLLiti
sopra, illustrazione di RobeRto De Angelis tratta da nathan never n°245, Il gIorno pIù lungo
nella pagina a fianco, illustrazione di RobeRto De Angelis 19
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sopra, tavola di MAjo tratta da hammer n°1 (1995), DoppIa Fuga
nella pagina a fianco, illustrazione di MAjo, giAncARlo olivARes e gigi siMeoni 27
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sopra, tavola di FAbio MAntovAni tratta da morgan n°3 (1999), BraccatI Da JoBa
nella pagina a fianco, tavola di ivAn cAppiello tratta da morgan n°2 (1998), la notte MaleDetta 33
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aLtri universi
sopra, tavola di AlFonso Font tratta da cuentos De un Futuro IMperFecto episodio 3 (1980), la gran eMpresa
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sopra, tavola di AlFonso Font tratta da storIe DI un Futuro IMperFetto episodio 3 (1980), la granDe IMpresa
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sopra, copertina di MARco checchetto tratta da shattered empire
nella pagina a fianco, copertine di MARco checchetto tratte da life zero54
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da topoLinia ad aLfa centauri (senza passare daL via)
di AleSSAndro SiSti
Penso, dunque sono; tanto per citare.
Sono cosa? Un fumettaro e quindi, per altrettanto logica conseguenza, un amante della
fantascienza. Già, perché fra noi sono ben pochi a non apprezzarla, e quando quei rari miscredenti
lo confessano, suscitano commenti di garbata quanto schietta meraviglia (sul medesimo registro
di «davvero non ti piace il risotto con i tartufi?») con l’inespresso sottotesto “eppure sembrava
un tipo a posto”. Credo sia l’infinita libertà che porta con sé a rendercela un genere quasi
indiscutibile: nessun altro concede in pari misura la licenza di scrivere e disegnare ciò che vuoi e
come vuoi. È un riflesso del mestiere, insomma, che ci fa suoi devoti.
Tutto qui? No di certo. L’autore non è un fruitore meno entusiasta e oltretutto, per quanto mi
riguarda, proprio ai fumetti devo la passione per la fantascienza. L’ho incontrata da analfabeta
(capita, a quattro anni, per cui le immagini mi hanno facilitato parecchio la scoperta), sulle tavole
di quell’affresco epico che è il Flash Gordon di Alex Raymond, e una volta imparato a leggere
l’idillio è continuato. Con Topolino.
Suona strano? Il nesso fra topi, paperi e sci-fi può non apparire così immediato, eppure – credetemi
– lo è. Gli eroi della banda Disney sono in grado di calarsi in ogni scenario narrativo, dal giallo alla
commedia e alla letteratura maggiore, rendendolo commestibile per qualsiasi pubblico. Negli
anni Sessanta la fantascienza a fumetti destinata a bambini e ragazzi era ben poca e non andava
oltre lo stereotipo dell’invasione aliena, ma grazie alla loro capacità interpretativa, Topolino e
compagni già si avventuravano in stranianti realtà parallele (Topolino e la Dimensione Delta,
di Romano Scarpa), erano testimoni di esodi planetari (è il finale di Topolino e l’Ultraghiaccio,
ancora di Scarpa con le chine di un giovane Giorgio Cavazzano) e affrontavano crisi ancor più
inusitate come in Topolino e la Rivolta delle Ombre, di Ennio Missaglia e Giovan Battista Carpi.
Pagine fantascientifiche della migliore qualità, alle quali è doveroso aggiungere Topolino e il
Mistero dell’Uomo Nuvola, di Ted Osborne e Floyd Gottfredson, pubblicato per la prima volta
in Italia nel 1937; avventura che di per sé basterebbe a dimostrare la solidità del legame. Infatti,
se veramente la migliore fantascienza è profetica, quando ancora nessuno aveva sentito parlare
dell’energia atomica, questa storia alludeva agli effetti funesti di un suo uso indiscriminato!
Sono queste le storie che mi hanno spalancato le porte dell’impossibile e, con un tale background,
quando è toccato a me sceneggiare era inevitabile che ne approfittassi per scrivere (anche, tanta)
fantascienza. Cercando di renderle omaggio, come quando, nel lontano 1987, mi sono accorto del
novantennale de La Guerra dei Mondi di H. G. Wells, un classico che amo da sempre. All’epoca
mi occupavo di cronaca, e la prima idea fu di proporre al mio giornale un articolo celebrativo…
che probabilmente non avrebbe letto nessuno, perciò cambiai strategia. Ne nacque Topolino e
la Guerra dei Mondi e ogni volta che viene ripubblicata – finora una ventina, la metà nel nostro
Paese – mi rendo conto di aver fatto la scelta migliore. Potenza del fumetto.
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sopra, storyboard di AlessAnDRo sisti
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Festival del Fumetto di Piacenza, terza edizione: Spazio ai fumetti!A cura di Associazione Ora Pro Comics: Nicola Genzianella, Paolo Bisi, Massimo Garibaldi, Federico Zucca, Marcello Gamba, Lorenzo Bolzoni, Emanuele Soressi, Franco Garioni, Marco Fumi, Olivio Pagliughi, Pietro Gandolfi, Elisa Mocellin, Fabrizio Piria, Corrado Bonilauri. Associazione Ora Pro Comics - Via Cassoli n.7, 29122 Piacenza. www.oraprocomics.it - [email protected]
Nella foto, una delle due statue equestri che adornano Piazza Cavalli, la principale piazza di Piacenza.
in collaborazione con