Top Banner
Alberto Trivero CATALOGO DEI TRACHY DI NICEA 1204-1261 Achao 2007
24

Catalogo dei trachy di Nicea

May 16, 2023

Download

Documents

Welcome message from author
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Page 1: Catalogo dei trachy di Nicea

Alberto Trivero

CATALOGO DEI TRACHY DI NICEA

1204-1261

Achao 2007

Page 2: Catalogo dei trachy di Nicea

2

LA CADUTA DI COSTANTINOPOLI

All’indomani della propria elezione al soglio pontificio (1198), Innocenzo III promulgò la sua prima enciclica, nella quale si affermava la necessità di liberare Gerusalemme e la Terra Santa dal dominio mussulmano. Pertanto indisse una Crociata a tal fine, la quarta, con l’obiettivo di prendere d’assalto l’Egitto per costringerlo a restituire Gerusalemme. Ad essa aderirono i Franchi, comandati da Bonifacio del Monferrato e Baldovino di Fiandra. Infine aderì il doge di Venezia, Enrico Dandolo, offrendo l’appoggio marittimo in cambio dell’aiuto per riconquistare il porto di Zara, passato sotto gli Ungari. Zara venne presa e saccheggiata il 24 novembre 1202.

Se l’obiettivo dichiarato era la “liberazione” della Terra Santa, gli obiettivi reali dei Crociati erano diversi: Venezia voleva assicurarsi il dominio commerciale del Mediterraneo orientale, i nobili franchi erano ansiosi di saccheggiare città e paesi per assicurarsi ricchezze personali, e Innocenzo III intendeva porre fine all’indipendenza del Patriarcato ortodosso, ristabilendo l’unità del mondo cristiano sotto la sua unica autorità. Pare, infatti, che sin dal 1202 esistesse un patto segreto tra Venezia ed il sultano egiziano, in base al quale quest’ultimo non avrebbe interferito in una eventuale contrapposizione tra i Crociati e l’impero bizantino: accordo che avrebbe avuto l’approvazione (segreta) di Innocenzo III e del quale, probabilmente, erano a conoscenza Bonifacio, Baldovino e i più nobili tra i condottieri crociati.

I crociati trascorsero l’inverno in Zara. Lì ricevettero una richiesta da Alessio, figlio dell’imperatore Isacco II, detronizzato e imprigionato da Alessio III, il quale offrì ai Crociati accordi mercantili, ingenti somme e la riunificazione delle due Chiese cristiane, in cambio dell’aiuto per riconquistare il trono. Ai Crociati non parve vero poter raggiungere i propri scopi e per giunta con l’appoggio e la “legittimazione” offerta loro dal principe bizantino. Fu così che nel 1203, i Crociati entrarono a Costantinopoli e reinstallarono Isacco II sul trono.

Una restaurazione solamente nominale, in quanto, di fatto, la Capitale bizantina era in mano dei Veneziani, che spadroneggiavano con la protezione imperiale. Ad accrescere il malcontento della popolazione, si aggiunse quello del clero, riottoso all’idea di un riavvicinamento alla Chiesa romana e di restare subordinato al potere papale (vero “deus ex machina” dell’occupazione di Costantinopoli e del disfacimento dell’impero bizantino). Così stando le cose, fu facile per Alessio V Murzuflo – genero di Alessio III e cugino di Alessio IV – provocare una sommossa popolare che si concluse con l’uccisione di Isacco II e del figlio Alessio IV (1204) e con la cacciata dei latini dalla città. Dal loro canto, anche i Crociati erano scontenti, in quanto non avevano ottenuto i risultati economici sperati: infatti il tesoro della capitale era esausto e Alessio non poté pagare i compensi promessi, la Corte imperiale si rifiutava di riconoscere ai Veneziani i privilegi economici ambiti, ed il patriarca e il popolo si rifiutarono di riconoscere il papa come capo della chiesa universale. Sicché la sommossa popolare che si concluse con l’uccisione dell’imperatore Isacco II, per i Crociati costituì il “casus belli” sperato.

I Veneziani già da tempo si erano assicurati l’appoggio di una quinta colonna all’interno della città, e fu grazie ad essa che le truppe crociate poterono entrare

Page 3: Catalogo dei trachy di Nicea

3

facilmente e riconquistare rapidamente la metropoli bizantina – chiamata anche “la città d’oro” – che non aveva pari nel mondo per magnificenza e ricchezza artistica, ma soprattutto che si distingueva per la sua cosmopolita popolazione e per la sua tolleranza, una città dove già allora le moschee si ergevano non distanti dalle sinagoghe e dalle chiese.

Seppure è vero che l’impero bizantino attraversava un periodo di grande decadenza e sfacelo morale ed economico, tuttavia Costantinopoli restava la grande capitale, erede dell’impero romano: la più splendida città del mondo occidentale, colta, raffinata, straordinariamente ricca di monumenti e di capolavori artistici. Se le casse dell’erario erano vuote, la ricchezza era lì, nei palazzi secolari che si specchiavano sul Bosforo. Furono tre giorni di saccheggi e di mattanze terribili1: incendi, assassinati, e soprattutto saccheggio sistematico dei suoi palazzi, privati e pubblici, dei suoi monumenti, persino degli arredi delle chiese ortodosse. Interi quartieri furono ridotti alla completa rovina e la grande moschea fu distrutta, nonostante anche il popolo ortodosso si fosse schierato in sua difesa. I nobili bizantini ed il clero ortodosso poterono salvare le loro vite unicamente fuggendo, e lo fecero verso la Tracia e da lì in Anatolia, oppure verso l’Epiro.

Così si compì il più terribile saccheggio di una grande città, sin dai tempi del sacco di Roma, il quale pose fine per sempre allo splendore della grande capitale dell’Impero Romano d’Oriente.

Restati padroni incontrastati della città, i cavalieri della Quarta crociata fondarono un regno crociato conosciuto come “Impero latino”, che intendevano quale successore cattolico di quello bizantino ortodosso. Il 16 maggio 1204, Baldovino conte delle Fiandre venne incoronato come primo Imperatore2 dell’Impero latino, mentre a Bonifacio del Monferrato3 occupò il regno di 1 Il saccheggio di Costantinopoli del 1204 fu così terribile, che due secoli più tardi, quando la città assediata dalla truppe ottomane stava per cadere, i bizantini rifiutarono l’aiuto degli Stati cristiani e preferirono consegnarsi spontaneamente alle truppe islamiche, piuttosto che riavere tra le loro mura la presenza delle truppe venete e soggiacere all’autorità del papa romano. Giovanni Paolo II, cosciente del terribile solco creato dal saccheggio di Costantinopoli, quando giunse ad Atene (2001) e si incontrò con l’arcivescovo Christodoulos, offrì un “mea culpa” per il sacco di Costantinopoli del 1204. Un episodio lontano nel tempo ma ancora vivo per la maggior parte degli ortodossi: è uno dei motivi principali di lontananza dalla Chiesa di Roma. “Penso – disse Giovanni Paolo II - al saccheggio disastroso della città imperiale di Costantinopoli. È tragico che i saccheggiatori che avevano stabilito di garantire ai cristiani libero accesso alla Terra Santa, si siano poi rivoltati contro i propri fratelli nella fede. Il fatto che fossero cristiani latini riempie i cattolici di profondo rincrescimento”. 2 Il nome latino dell’imperatore era Imperator Romaniae, o Imperatore di Romania. Questo nome, che all’incirca significa “terra romana”, non ha niente a che vedere con la moderna nazione dallo stesso nome; piuttosto, era la forma latina del titolo del cosiddetto Imperatore bizantino, che l’Imperatore latino sperava di rimpiazzare. L’Impero Bizantino non venne mai chiamato in quel modo e il titolo dell’Imperatore era Basileos Rhomaion, o Imperatore dei Romani. 3 Bonifacio accettò la nomina di Baldovino quale imperatore latino con molta riluttanza e rispose pianificando la conquista di Tessalonica, seconda città bizantina dopo Costantinopoli. All’inizio dovette contendersi l’esclusività dell’impresa con lo stesso Baldovino, anch’egli intenzionato ad accaparrarsi la città. Ma ad avere la meglio nella disputa fu Bonifacio, che ottenne l’obiettivo consegnando ai Veneziani il suo possedimento di Creta. Verso la fine del 1204 conquistò Tessalonica e vi istituì un nuovo regno, formalmente dipendente da Baldovino. Ma il titolo di “Re” non fu mai ufficialmente adottato. Bonifacio era imparentato con i Comneni poiché suo fratello Corrado aveva sposato la principessa bizantina Isabella Comnena, figlia di Isacco II. Il regno di Bonifacio durò meno di due anni. Caduto in un’imboscata tesagli da Kaloyan, zar di Bulgaria,

Page 4: Catalogo dei trachy di Nicea

4

Tessalonica con l’appoggio dei Veneziani e Guglielmo di Champlitte si insediò nel principato di Acaia (1205).4

Sebbene l’Impero latino avanzasse pretese su tutti i territori che furono parte dell’impero bizantino, di fatto la sua autorità si limitò a Costantinopoli e le due sponde del Bosforo, alla Tracia e la Tessalonica, ed alla penisola greca. Quindi buona parte del territorio rimase nelle mani di regni nemici, alla cui corona si erano insediati degli aristocratici dell’ex-Impero bizantino: è il caso del Despotato d’Epiro, dell’Impero di Nicea, e di quello di Trebisonda. Il regno di Tessalonica era formalmente subordinato all’Imperatore latino, ed il principato d’Acaia al regno di Tessalonica, ma di fatto furono stati autonomi. Il regno di Tessalonica durò vent’anni, fino a quando fu assorbito dal Despotato d’Epiro (1224), per poi tornare possessione dell’Impero latino (1234), ed infine essere assoggettato dall’Impero di Nicea (1246). Il principato d’Acaia divenne pienamente sovrano con la caduta del regno di Tessalonica e tra gli stati latini sorti sulle rovine dell’impero bizantino, fu quello che sopravvisse più a lungo, oltre il 1261, anno della ricostituzione dell’impero bizantino.

morì assassinato il 4 settembre 1207 e il regno fu ereditato dal figlio Demetrio, ancora bambino. Nel 1224 Demetrio assumeva il pieno comando, ma Teodoro di impadronì di Tessalonica e il regno fu annesso al Despotato d’Epiro. 4 Imperatori latini di Costantinopoli, 1204-1261: Baldovino I (1204-1205) Enrico di Fiandra (1206-1216) Pietro di Courtenay (1217) Yolanda di Fiandra (1217-1219) Roberto di Courtenay (1221-1228) Giovanni di Brienne, reggente (1228-1237) Baldovino II (1228-1261)

Page 5: Catalogo dei trachy di Nicea

5

L’IMPERO DI NICEA Nel 1204, all’indomani della caduta di Costantinopoli, i latini avrebbero voluto

proclamare imperatore Costantino XI Lascaris, nipote di Alessio III. Egli, tuttavia, si negò ad essere un fantoccio nelle mani dei conquistatori: fuggì dalla capitale e riparò a Nicea, in Bitinia. Cosciente di non avere né la forza sufficiente, né gli appoggi internazionali necessari per liberare Costantinopoli e ricostituire l’integrità dell’impero bizantino, ormai smembrato, si risolse a costituire un nuovo Stato che comprendeva le vecchie province asiatiche di quello bizantino: l’impero di Nicea.

Esso fu il più esteso tra gli Stati sorti dallo smembramento che fece seguito alla caduta di Costantinopoli ad opera delle soldatesche della IV Crociata, e per molti versi ne costituì la continuazione. Analogamente, la dinastia dei Lascaris, che lo creò e lo resse, rappresentò la continuità dei Comneni-Angelidi (come si può anche constatare dal mantenimento dell’ordine dei numerali negli apodi imperiali). Finalizzato alla ricostituzione dell’impero bizantino: ebbe nella riconquista di Costantinopoli un obiettivo assolutamente prioritario. Tuttavia, morì dopo pochi mesi e gli successe il fratello Teodoro I Comneno-Lascaris, genero di Alessio III, figura di grande sagacia politica e visione strategica, iniziatore della dinastia dei Lascaris, che contò con quattro imperatori: � Teodoro I Lascaris (1204-1222) � Giovanni III Vatatzes (1222-1254) � Teodoro II Lascaris (1254-1258) � Giovanni IV Lascaris insieme a Michele VIII Paleologo (1258-61)

Con la riconquista di Costantinopoli, avvenuta nel 1261, venne ripristinato

l’impero bizantino e Michele VIII fu il primo imperatore del rinnovato Stato.

Alessio III c. Eufrosine Ducaina

Anna Irene

c. TEODORO I Lascaris 1204-1222

c. Alessio Paleologo

Irene Figlia NN

c. GIOVANNNI III Vatatzes 1222-1254

c. Andronico Paleologo

TEODORO II

1254-1258 MICHELE VIII Paleologo

1258-1261

GIOVANNI IV

1258-1261

La monetazione dell’impero di Nicea Anche dal punto di vista numismatico, l’impero di Nicea si presenta come la

continuità di quello bizantino, mantenendosi la coniazione del trachy d’argento e

Page 6: Catalogo dei trachy di Nicea

6

di mistura. Nell’iconografia viene mantenuta uniformità con quella bizantina, almeno per quanto concerne i trachy, sebbene vi sono nuovi disegni e non costituisce mai una monetazione imitativa. I trachy dell’impero di Nicea sono tutti poco comuni o rari, la loro fattura spesso è modesta e presentano numerose varianti, forse in quanto la codificazione dell’iconografia è meno rigorosa. A differenza dei trachy bizantini dei Comneni-Angelidi, facilmente identificabili con sicurezza anche quando in una conservazione modesta, i trachy dell’impero di Nicea spesso sono di difficile lettura e quando la loro conservazione non è pienamente soddisfacente, l’identificazione spesso risulta difficile ed incerta. Nei trachy bizantini, le piccole varianti nella decorazione della veste (soprattutto della lorica) o dell’asta del labaro e dello scettro, ad altre, erano finalizzate ad identificare il periodo di emissione e la serie emessa: da qui la limitata varietà di tipi e, al contrario, la grande quantità di piccole varianti. Nel caso dei trachy niceani, invece, ad ogni periodo di emissione veniva fatto corrispondere un tipo diverso: da qui la grande quantità di tipi, soprattutto durante il lungo regno di Giovanni III Vatatzes.

Nell’impero di Nicea furono attive tre zecche: quella di Nicea (dal 1206 al 1222, o forse per un intervallo più breve), quella di Magnesia, la principale (dal 1208 al 1261) e quella di Tessalonica (dal 1246 in avanti).

Zecca

Nicea Magnesia Tessalonica

Teodoro I Lascaris 1206-1222 1208-1222

Giovanni III Vatatzes 1222-1254 1246-1254

Teodoro II 1254-1258 1254-1258

Giovanni IV Non sono state coniate monete nome di Giovanni IV

Michele VII Paleologo 1258-1261 1258-1261

Vengono indicati i periodo indicativi di attività della zecca. Per Michele II vengono considerati unicamente i trachy coniati prima del 1261, anno della ripresa di Costantinopoli: successivamente a tale data, restarono in funzione la zecca della Capitale e quella di Tessalonica.

La dimensione del trachy è piuttosto variabile, soprattutto il peso, che non può

costituire un riferimento utile all’identificazione. Il diametro è inficiato tanto dall’irregolarità del tondello, più o meno tosato, quanto dalla profondità dell’imbutitura: quanto maggiore, tanto minore risulta il diametro apparente. In linea di principio i diametri dei trachy sono i seguenti:

Zecca

Nicea Magnesia Tessalonica

Teodoro I Lascaris 28-32 27-31

Giovanni III Vatatzes 28-34 24-30

Teodoro II 24-28 24-28

Michele VII Paleologo 23-27 25-29

Page 7: Catalogo dei trachy di Nicea

7

BIBLIOGRAFIA

1. Stefan Joppich, Die Billon-Skyphaten der Komnenen und Angeloi 1092-

1204, Petzlaff Editore, Hameln 2006. Uno studio assai approfondito ed aggiornato sul

tema, nel quale vengono riportati con dovizia di dettagli tutte le varianti conosciute:

costituisce un testo assolutamente indispensabile per lo studioso ed il collezionista dei trachy

di mistura, che può essere richiesto direttamente all’Autore ([email protected]).

2. Stefan Joppich, Die bulgarische und venezianischen Billon-Skyphaten

während der “Lateinischen Besetzung” von Byzanz 1024-1261, Petzlaff Editore, Hameln 2005. Un approfondimento molto specialistico sul tema specifico delle

contraffazioni bulgare e delle emissioni latine, per il quale si sta approntando una seconda

edizione, che può essere richiesto direttamente all’Autore ([email protected]).

Queste due opere, che purtroppo esistono solamente in tedesco, costituiscono i due studi

fondamentali sul tema. Si tratta di un lavoro molto completo ed esaustivo, forse destinato più allo

specialista piuttosto che al collezionista, impostato con un criterio molto schematico, che

comunque rende facile l’identificazione del trachy e di ogni sua variante anche al collezionista di

media esperienza. Purtroppo le illustrazioni che lo accompagnano, molto poche, non sono

all’altezza dell’opera, anche se l’Autore in una comunicazione privata, mi ha detto che nella

stesura della seconda edizione sta provvedendo a migliorare e ad ampliare la parte iconografica.

Per chi voglia dedicarsi seriamente al tema dei trachy di mistura, tanto a quelli imperiali, quanto

alle contraffazioni o a quelli imitativi (emissioni latine), queste due opere rappresentano un

sostegno assolutamente irrinunciabile.

3. Michael F. Hendy, Coinage and money in the Byzantine Empire: 1081-

1261, Dumbarton Oaks Center for Byzantine Studies, Washington, 1969

4. Cécile Morrisson, The emperor, the saint, and the city: coinage and money

in Thessalonike from the thirteenth to the fifteenth century, Dumbarton Oaks Paper no. 57, Washington 2003. Opera principe sul tema della monetazione di

Tessalonica.

5. David Sear, Byzantine coins & their values, Ed. Seaby, London 1974 e successive edizioni. Nonostante alcuni suoi limiti, resta il catalogo più diffuso tra i

collezionisti, tanto per la sua sistematicità e completezza, quanto per la sua facile ed

economica reperibilità.

6. Alexander Vasiliev, Historia del Imperio Bizantino, 2 voll., Barcelona 1945. Nonostante sia stata scritta 60 anni or sono, resta una delle migliori opere sulla storia

dell’impero bizantino: è stata usata quale fonte principale per le annotazioni storiche di

questo testo.

7. Antonio Valladolid Alonso, Los últimos siglos de Bizancio a través de su

moneda, Erytheia, Vol, 26, Madrid 2005

8. Alan Stahl, Coinage and Money in the Latin Empire of Constantinople, Dumbarton Oaks Papers, n. 55, Washington 2001

9. Angeliki Laiou, Use and Circulation of Coins in the Despotate of Epiros, Dumbarton Oaks Papers, n. 55, Washington 2001.

10. Antonio Valladolid Alonso, Los últimos siglos de Bizancio a través de su

moneda, Erytheia, Vol, 26, Madrid 2005

Page 8: Catalogo dei trachy di Nicea

8

CATALOGO DEI TRACHY DELL’IMPERO DI NICEA

TEODORO I Lascaris (1204-1222) Di fatto, il fondatore dell’impero di Nicea ed il primo a tentare seriamente di ricostituire l’impero

bizantino. Sebbene i tentativi di riconquistare la Capitale ed il trono, non avessero successo e si

concludessero con le sconfitte di Pemaneo e di Bursa (1204), tuttavia grazie a questi sforzi, Teodoro

riuscì a consolidare il suo potere su gran parte dell’Anatolia nord-occidentale. Riconobbe

l’indipendenza bulgara e si alleò ad essi, resi timorosi dalle velleità espansionistiche dei latini, i

quali, guidati dallo zar Kalojan, sconfissero i latini ad Adrianopolis (1205): lo stesso Baldovino, re

dei latini, fu catturato e morì poco tempo dopo. Parallelamente, Teodoro impegnò i latini in Anatolia

e sconfisse l’esercito dell’impero di Trebisonda, anch’esso sorto dallo smembramento di quello

bizantino. Teodoro diede ampio impulso all’organizzazione dello Stato e fece di Nicea una città

degna capitale dell’impero e sede del patriarcato ortodosso. Nel 1208, il neo patriarca proclamò

Teodoro I Lascaris imperatore del neonato Impero di Nicea. Nel giro di tre lustri, Teodoro I stipulò

e rinnegò numerose alleanze che assicurarono all’Impero di Nicea un suo luogo nel contesto

internazionale, obbligando Franchi e Veneti a riconoscerne la legittimità, sebbene un tentativo di

riconquistare Costantinopoli fallì (1211). Alla sua morte, avvenuta nel 1222, l’Impero di Nicea

costituiva il più potente tra gli Stati sorti dalle rovine dell’impero bizantino. Gli successe il genero,

Giovanni III Vatatzes. Durante il regno di Teodoro I operarono due zecche: Nicea e Magnesia.

01. Trachy di 1° tipo - Ø=32 (z. di Nicea) D/ Teodoro e S. Teodoro stanti impugnano una croce patriarcale posta tra i due. Legenda orizzontale: ΘЄO∆ωPOC ΘЄO∆ωPOC. V/ Vergine in trono. MP ΘV. Rif. Grierson 1146, Sear 2021. NON COMUNE

Page 9: Catalogo dei trachy di Nicea

9

02. Trachy di 2° tipo – Ø=28 (z. di Nicea) D/ Teodoro stante; indossa la clamide, impugna uno scettro cruciforme e stringe l’akakia. Legenda verticale (generalmente non visibile): ΘЄ O∆ω POC. V/ Cristo in trono. IC XC. Rif. Grierson 1147, Sear 2022. RARO

03. Trachy di 3° tipo – Ø=30 (z. di Magnesia) D/ Teodoro e S. Teodoro stanti impugnano un labaro posto tra i due. Legenda orizzontale: ΘЄO∆ωPOC ΘЄO∆ωPOC. V/ Cristo in trono mostra il vangelo. IC XC. Rif. Grierson 1148, Sear 2025. RARO

04. Trachy di 4° tipo – Ø=30 (z. di Magnesia) D/ Teodoro e S. Teodoro stanti impugnano una croce patriarcale posta tra i due. Legenda orizzontale: ΘЄO∆ωPOC ΘЄO∆ωPOC. V/ Busto del Cristo benedicente: con la mano sinistra impugna un rotolo. Rif. Grierson 1149, Sear 2026. RARO. 05. Trachy di 5° tipo (z. di Magnesia) D/ Teodoro e S. Teodoro stanti impugnano un labaro posto tra i due. Legenda orizzontale: ΘЄO∆ωPOC ΘЄO∆ωPOC. V/ Busto del Cristo benedicente: con la mano sinistra impugna un rotolo. Rif. Grierson manca, Sear 2027. RARO.

Page 10: Catalogo dei trachy di Nicea

10

06. Trachy di 6° tipo – Ø=27 (z. di Magnesia) D/ Teodoro stante. V/ Cristo stante rivolto a sinistra. Rif. Grierson 1151, Sear manca. MOLTO RARO.

Page 11: Catalogo dei trachy di Nicea

11

GIOVANNI III Vatatzes (1222-1254) Nato in Tracia nel 1193, successe a Teodoro I Lascaris, di cui sposò la figlia Irene. Energico

Imperatore, si impegnò nella ricostruzione dell’Impero bizantino e nella riconquista di

Costantinopoli. A Poimanenon (1225) vinse i pretendenti latini al suo trono, s’impadronì dei

possedimenti latini dell’Asia Minore e di alcune importanti isole già in possesso dei Veneziani ed

occupò Adrianopoli. Assediò invano Costantinopoli, dopo essersi alleato con i Bulgari (1235).

Grazie all’invasione mongola che distrusse il nascente Impero turco (1244), l’Anatolia nord-

occidentale non fu più minacciata ed poté quindi intervenire in Epiro, conquistando Tessalonica

(1246) che era caduta prima nelle mani degli epiroti e successivamente (1230) dei bulgari.

Ottenne successi anche in Macedonia ed in Tracia. Negoziò con Innocenzo IV per cercare di

riconquistare Costantinopoli e nel 1245 Giovanni si alleò col Sacro Romano Impero sposando

Costanza Anna, figlia di Federico II. Tra il 1249 ed il 1253 Giovanni assoggettò l’Epiro,

stringendo in una morsa quel poco che restava dell’Impero latino, contro cui combatté fino alla

morte nel 1254. Giovanni III restò l’unico tra i discendenti della casa imperiale bizantina capace

di portare avanti il sogni di ricostruire l’impero di Costantinopoli, ed anche se non riuscì nel suo

proposito di riprendere l’antica capitale, tuttavia durante le tre decadi del suo governo, l’Impero

di Nicea si espanse notevolmente e si consolidò anche negli aspetti politici ed economici.

Durante il regno di Giovanni III operarono due zecche: Magnesia e Tessalonica.

A) Busto di Giovanni III Vatatzes

07. Trachy di 1° tipo – Ø=33 (z. di Magnesia) D/ Busto di Giovanni: indossa la lorica, impugna il labaro e regge un globo crucigero con croce patriarcale. V/ Busto di Cristo. Rif. Grierson 1173, Sear 2049. MOLTO RARO.

Page 12: Catalogo dei trachy di Nicea

12

08. Trachy di 2° tipo – Ø=22 (z. di Tessalonica) D/ Busto di Giovanni: indossa la lorica, impugna il labaro e regge un globo crucigero. Anepigrafo. V/ Busto di Cristo. Rif. Grierson 1240, Sear 2069. NON COMUNE

09. Trachy di 3° tipo – Ø=30 (z. di Tessalonica) D/ Busto di Giovanni: indossa la lorica, impugna il labaro e regge un globo crucigero. Legenda Iω - O ∆ V/ San Demetrio in abito militare. Legenda verticale ���� ∆ M - TPI OC. Rif. Grierson 1238, Sear 2067. NON COMUNE

10. Trachy di 4° tipo (z. di Magnesia) D/ Busto ¾ di Giovanni: indossa la lorica, impugna il labaro e regge un globo crucigero con lunga croce patriarcale. V/ San Giorgio stante di ¾ in abito militare che impugna una lunga spada. Legenda A - O e monogramma. Rif. Sear 2050. MOLTO RARO

Page 13: Catalogo dei trachy di Nicea

13

11. Trachy di 5° tipo – Ø=27 (z. di Tessalonica) D/ Busto di Giovanni: indossa la lorica, impugna il labaro e regge un globo crucigero con croce patriarcale. Legenda Iω - O ∆ V/ San Pietro nimbato di ¾ con le chiavi del paradiso. Legenda ���� - Π. Rif. Grierson 1239, Sear 2068. MOLTO RARO

B) Giovanni III Vatatzes stante

12. Trachy di 6° tipo (z. di Magnesia) D/ Giovanni stante su una predella: veste la lorica ed impugna il labaro (variante: impugna uno scettro crociato). Legenda verticale: Iω - O ∆ ૪

V/ Cristo stante e benedicente. Legenda verticale X AΛ - KI TH. Rif. Sear 2047. RARO.

13. Trachy di 7° tipo - Ø=31 (z. di Magnesia) D/ Giovanni stante: veste la clamide, impugna un labaro e regge un globo crucigero. Legenda verticale: Iω ∆ЄC ΠOT HC - O ∆ ૪ KA C

V/ Cristo in trono benedicente. Rif. Grierson 1170, Sear 2045.

Page 14: Catalogo dei trachy di Nicea

14

14. Trachy di 8° tipo – Ø=28 (z. di Magnesia) D/ Giovanni stante: veste la lorica, impugna un labaro e regge il globo crucigero. Legenda: Iω - ∆ ૪ K

V/ Vergine in trono. Rif. Grierson 1172, Sear 2046. NON COMUNE

15. Trachy di 9° tipo – Ø=29 (z. di Magnesia) D/ Giovanni stante: veste la lorica, impugna un labaro e regge l’akakia. Legenda: Iω - ∆ ૪ K

V/ Vergine in trono. Legenda ∆P nel trono Rif. Grierson 1171, Sear 2048. MOLTO RARO.

16. Trachy di 10° tipo – Ø=27 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni stante: indossa la lorica, impugna un labaro e stringe l’akakia. Nel campo in alto a d. la mano di Dio. Legenda: Iω - ∆Є CΠ OT HC V/ Busto della Vergine. Rif. Grierson 1230, Sear 2059. MOLTO RARO

Page 15: Catalogo dei trachy di Nicea

15

17. Trachy di 11° tipo – Ø=24 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni stante indossa un abito militare: impugna il labaro con la mano sinistra e stringe l’akakia con la destra. Nel campo a d. una stella. Legenda: Iω - O ∆ ૪ V/ San Demetrio in trono impugna una spada. Legenda verticale Γ OA ∆H MH - TPI

OC ����. Rif. Grierson 1233, Sear 2061. NON COMUNE

18. Trachy di 12° tipo (z. di Tessalonica) D/ Giovanni stante: indossa la clamide ed impugna il labaro con la mano sinistra. Legenda Iω - O ∆ ૪ K

V/ San Demetrio in abito militare impugna una spada. Legenda verticale Γ OA I -

TPI OC. Rif. Sear 2062. NON COMUNE

C) Giovanni III seduto sul trono

19. Trachy di 13° tipo – Ø=28 (z. di Magnesia) D/ Giovanni in trono: indossa la lorica, impugna uno scettro e regge un globo

crucigero. Legenda: Iω ∆ЄCΠ ∆૪KA

V/ S. Demetrio stante in abito militare. Legenda verticale ���� ∆I MH - TPI O C. Rif. Grierson 1174, Sear 2051. NON COMUNE.

Page 16: Catalogo dei trachy di Nicea

16

20. Trachy di 14° tipo – Ø=33 (z. di Magnesia) D/ Giovanni in trono: indossa la lorica, impugna uno scettro e regge un globo

crucigero. Legenda: Iω ∆ЄCΠ ∆૪KA

V/ S. Giorgio stante in abito militare. Legenda verticale �.. - TE ЄB Єδ. Rif. Berk 341, Sear manca. NON COMUNE.

21. Trachy di 15° tipo – Ø=30 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni in trono: indossa la lorica, impugna uno scettro e stringe un’akakia. Legenda verticale: Iω - ∆ЄC ΠO TH C V/ Busto dell’Arcangelo Michele. Rif. Grierson 1231, Sear 2060. MOLTO RARO

D) Giovanni III stante insieme a Cristo, alla Vergine o a un santo

22. Trachy di 16° tipo – Ø=30 (z. di Magnesia) D/ Giovanni e S. Costantino stanti: Giovanni regge un labaro con la mano destra e S. Costantino una croce con la sinistra e insieme reggono una lunga croce patriarcale al centro. Legenda verticale Iω ∆Є - ���� K O V/ Busto di Cristo. Legenda verticale: OЄ MM A - N૪ HΛ.

Rif. Grierson 1169, Sear 2044. NON COMUNE

Page 17: Catalogo dei trachy di Nicea

17

23. Trachy di 17° tipo – Ø=30 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni e S. Demetrio stanti in abito militare: insieme reggono la figurazione di una città con tre torri sormontata dalla legenda Iω. Legenda verticale: ∆ Π - Γ

OA ∆ M T V/ Cristo in trono Rif. Grierson 1235, Sear 2064. NON COMUNE

24. Trachy di 18° tipo - Ø=28 (z. di Magnesia) D/ Giovanni e la Vergine stanti: Giovanni impugna un labaro con la mano destra insieme impugnano una lunga croce patriarcale al centro. Legenda a s. Iω ∆Π V/ Cristo stante benedicente che stringe un rotolo. Rif. Grierson 1168, Sear 2043. RARO

25. Trachy di 19° tipo – Ø=32 (z. di Magnesia) D/ Giovanni e S. Costantino stanti: Giovanni insieme impugnano una lunga croce patriarcale al centro. Legenda a s. Iω ∆Π V/ Cristo stante benedicente su una predella. Rif. Berk 340, Sear manca. RARO

Page 18: Catalogo dei trachy di Nicea

18

26. Trachy di 20° tipo – Ø=30 (z. di Magnesia) D/ Giovanni che impugna un labaro e regge l’akakia incoronato da Cristo. Legenda verticale a s. Iω ∆ Є C Π O V/ Vergine stante. Rif. Grierson 1167, Sear 2042. NON COMUNE

27. Trachy di 21° tipo – Ø=32 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni e S. Demetrio stanti in abito militare: insieme impugnano un labaro situato tra loro. Legenda verticale: Iω ∆Π O∆ K - ���� ∆I M T V/ Vergine stante in preghiera. Nel campo due stelle, una ad ogni lato. Rif. Grierson 1236, Sear 2065.

28. Trachy di 22° tipo – Ø=27 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni e S. Demetrio stanti in abito militare: insieme impugnano una alta croce patriarcale situata tra loro. Legenda verticale: Iω ∆ Π T - ���� ∆ M T V/ Vergine in trono. Rif. Grierson 1234, Sear 2063. NON COMUNE

29. Trachy di 23° tipo (z. di Magnesia) D/ Giovanni che impugna un labaro e regge il globo crucigero incoronato da Cristo. Legenda verticale a s. Iω ∆ Є C Π O V/ San Giorgio in abito militare. Legenda verticale O A ΓI OC - ΓЄ ωP. Rif. Sear 2041. NON COMUNE

Page 19: Catalogo dei trachy di Nicea

19

30. Trachy di 24° tipo – Ø=29 (z. di Tessalonica) D/ Giovanni e S. Demetrio a ¾ stanti in abito militare: insieme impugnano un labaro situato tra loro sormontato dalla legenda Iω. Legenda verticale: ∆ Π T - ∆

M TP V/ San Giorgio in abito militare. Legenda verticale Γ AO ΓЄ ω - P ΓI O C. Rif. Grierson 1237, Sear 2066. NON COMUNE

31. Trachy di 25° tipo – Ø=36 (z. di Magnesia) D/ Giovanni che regge l’akakia ed il globo crucigero incoronato da Cristo. Legenda verticale a s. Iω ∆ Є C Π O V/ Arcangelo Michele con veste militare. Legenda A - X. Rif. Berk 339, Sear 2040.

Page 20: Catalogo dei trachy di Nicea

20

TEODORO II Lascaris (1254-1258)

Teodoro II Lascaris, figlio di Giovanni III, sposò (1235) Elena Asen, figlia dello zar bulgaro.

Nonostante i vincoli dinastici, dovette fronteggiare delle invasioni bulgare in Tracia, che

tentarono di riprendersi Tessalica: Teodoro riuscì a difendere i territori. Infine diede in sposa la

propria figlia Irene al nuovo zar Costantino Tich (1256): risorse in questo modo una solida

alleanza con i bulgari, ortodossi ed avversari del papato e dei latini. Nel 1256 l’Epiro si rivoltò,

alleandosi con Manfredi di Sicilia: Teodoro II affidò al cugino Michele Paleologo, abile generale,

il compito di sedare la rivolta, ma geloso della sua popolarità, gli diede forze assolutamente

inadeguate a fronteggiarla, mettendo così a rischio il dominio niceano sulla Tessalica e

sull’Epiro. Morì improvvisamente nel 1258 per un attacco di epilessia, male ereditato dal padre.

Giovanni IV Lascaris gli succedette, ma era ancora un bambino e la reggenza fu presa dal

generale Michele Paleologo.

Durante il regno di Teodoro II operarono due zecche: Magnesia e Tessalonica.

32. Trachy di 1° tipo - Ø=24 (z. di Magnesia) D/Teodoro stante: indossa la lorica, impugna un labaro con la mano destra e regge un globo crucigero con la sinistra. Legenda verticale: ∆ OC ЄC - TP KA C

V/ San Trifone stante: in basso un giglio ad ogni lato. Legenda: ���� N - Φ ૪

Rif. Grierson 1188, Sear manca. RARO

Page 21: Catalogo dei trachy di Nicea

21

33. Trachy di 2° tipo - Ø=28 (z. di Magnesia) D/Teodoro e S. Trifone stanti: in mezzo una lunga asta coronata da un ornamento floreale. Legenda verticale: ∆ OC ЄC - TP KA C

V/ Busto di Cristo. Legenda: OЄ M - N૪

Rif. Grierson 1190, Sear 2076. RARO

34. Trachy di 3° tipo – Ø=27 (z. di Magnesia) D/ Teodoro incoronato dalla Vergine. Legenda verticale: ΘЄO∆ωPOC

∆ЄCΠOTHEC - ∆૪KAC ΛACKAPIC

V/ Cristo stante benedicente. Nel campo B - B Rif. Grierson 1187, Sear 2077. NON COMUNE

35. Trachy di 4° tipo (z. di Magnesia) D/ Teodoro stante: indossa la clamide, impugna un labaro con la mano destra e regge un globo crucigero con la sinistra; in alto a s. la mano di Dio. Legenda verticale: ΘЄO∆ωPOC ∆ЄCΠOTHEC - ∆૪KAC ΛACKAPIC

V/ Cristo stante benedicente. Nel campo B - B Rif. Sear 2078. NON COMUNE

Page 22: Catalogo dei trachy di Nicea

22

36. Trachy di 5° tipo – Ø=32 (z. di Magnesia) D/ Teodoro stante: indossa un abito militare, impugna il labaro con la mano destra e regge un globo crucigero con croce patriarcale con la sinistra. Legenda verticale: ΘЄO∆ωPOC ∆ЄCΠOTHEC - ∆૪KAC ΛACKAPIC

V/ S. Teodoro stante con veste militare. Legenda verticale: O A ΓI O C - ΘЄ O∆ ω

P O C

Rif. Grierson 1189, Sear 2079. NON COMUNE 37. Trachy di 6° tipo (z. di Magnesia) D/ Teodoro in trono: indossa la lorica. V/ S. Giorgio stante: indossa un abito militare ed impugna una lancia ed uno scudo. Monogramma nel campo. Rif. Sear 2080. MOLTO RARO

38. Trachy di 7° tipo (z. di Tessalonica) D/ Teodoro e S. Demetrio stanti: insieme reggono la rappresentazione di una città con sovrapposta la legenda ΘЄO∆ωP. Legenda verticale: ∆ K O ΛA CKA PI - ���� ∆ M

TP

V/ Grande croce con gli estremi gigliati. Rif. Sear 2083. RARO

Page 23: Catalogo dei trachy di Nicea

23

MICHELE VIII Paleologo (1258-1261) Michele Paleologo si proclamò co-imperatore (come Michele VIII) nel 1258, e presto sconfisse un

attacco combinato del Despota d’Epiro, Manfredi, e del latino Principe d’Acaia alla battaglia di

Pelagonia. Nel 1260 Michele marciò sulla stessa Costantinopoli, cosa che non era stata mai

possibile per i suoi predecessori. Egli si alleò con Genova, e il suo generale Alessio

Strategopoulos passò mesi ad osservare la città per pianificare l’attacco. Nel luglio del 1261,

mentre la maggior parte dell’esercito latino era impegnato altrove, Alessio riuscì a convincere le

guardie della città ad aprire le porte. Una volta dentro mise a ferro e fuoco il quartiere

Veneziano, dimora degli odiati conquistatori sin dal 1204. Poche settimane dopo, Michele fu

riconosciuto Imperatore del restaurato Impero bizantino. Gli abitanti dell’Impero restaurato

consideravano l’Impero di Nicea l’autentico ed unico successore di quello bizantino, nonostante

l’Impero di Trebisonda continuasse ad esistere, come anche il Principato d’Acaia, l’unico restato

in possesso dei crociati latini. Questa fu recuperata presto, ma Trebisonda rimase indipendente.

L’Impero doveva inoltre affrontare la nuova minaccia degli Ottomani, che avevano rimpiazzato i

Selgiuchidi. Con Michele VIII e la riconquista di Costantinopoli, rivive l’impero bizantino e inizia

la sua ultima dinastia regnante: i Paleologhi.

La monetazione di Michele VIII è assai amplia e complessa. Per quanto concerne i trachy,

esistono non meno di una quarantina di tipi, ascrivibili principalmente alla zecca di

Costantinopoli ed in parte a quella di Tessalonica, mentre quella di Magnesia cessò le sue

funzioni non appena subentrò quella capitalina. Sono ascrivibili all’impero di Nicea unicamente

le emissioni anteriori alla seconda metà del 1261, ovvero assai poche. Si presume che due trachy

di Magnesia e due o tre di Tessalonica siano anteriori a tale data, e quindi vengono qui riportati:

tuttavia non è certo che siano anteriori al 12615. Per quanto concerne le emissioni successive,

vanno ascritte alla monetazione del restaurato impero bizantino. Di fatto, l’intera monetazione di

Michele VIII è conosciuta in misura incompleta, almeno per quanto concerne i trachy, e tra i

principali Studiosi numismatici vi sono moltissime divergenze circa le attribuzioni dei diversi tipi.

5 Stupisce il fatto che in questi trachy sia presente unicamente Michele VIII, quando invece dovrebbe apparire Giovanni IV Lascaris: infatti Michele è solamente co-imperatore. E’ solo a partire dal 1261 che viene incoronato imperatore “imperatore di Bisanzio”, e l’incoronazione riguarda unicamente il Paleologo, in quanto il Lascaris ne resta escluso.

Page 24: Catalogo dei trachy di Nicea

24

39. Trachy di 1° tipo – Ø=25 (z. di Magnesia) D/ Michele incoronato dalla Vergine: l’imperatore impugna uno scettro crociato e stringe l’akakia. V/ S. Trifon stante che regge una lunga croce. Nel campo un giglio. Rif. Grierson 1338, Sear 2124. RARO 40. Trachy di 2° tipo (z. di Magnesia) D/ Michele stante: indossa la clamide, impugna un labaro e regge un globo crucigero con croce patriarcale. V/ Cristo in trono. Rif. Sear 2125. RARO

41. Trachy di 3° tipo – Ø=28 (z. di Tessalonica) D/ Michele e S. Demetrio stanti reggono insieme la rappresentazione di una città. Legenda: MIXAHΛ ∆ЄCΠ - ∆HM

V/ Grande croce con due stelle nei cantoni superiori e due gigli in quelli inferiori. Rif. Grierson 1373, Sear 2146. RARO

42. Trachy di 4° tipo – Ø=27 (z. di Tessalonica) D/ Busti ¾ di Michele e S. Demetrio stanti. Tra loro una lunga asta con al culmine una croce in un cerchio. Legenda: X M - A∆H V/ Arcangelo Michele stante. Rif. Grierson 1371, Sear 2147. RARO