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CASO ENRICA LEXIE - ANALISI POSIZIONI Integrazione dell'atto n.
051695 (depositato presso la Procura del Tribunale di Roma il 13
Marzo 2013)
Luigi Di Stefano http://www.seeninside.net/piracy pag. 1
Alla Procura della Repubblica di Roma Piazzale Clodio n. 12
00195 Roma
Alla C.A. di:
Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo
Pubblico Ministero Elisabetta Cennicola
CASO ENRICA LEXIE: ANALISI POSIZIONI
INTEGRAZIONE DELL’ATTO N. 051695 (depositato presso la Procura
Tribunale di Roma il 13 Marzo 2013)
OGGETTO: Analisi tecnica e considerazioni sulla vicenda della
petroliera Enrica Lexie e dei due militari italiani Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone trattenuti in India con l’accusa
dell’omicidio di due persone.
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051695 (depositato presso la Procura del Tribunale di Roma il 13
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INDICE
Premessa
...................................................................................................
3
Posizione della petroliera Enrica Lexie al momento dei fatti
....................... 5
Posizioni del peschereccio St. Antony secondo le testimonianze
dei componenti l'equipaggio.
...............................................................................
7
St.Antony Posizione n.1 - intervista a The Hindu del 17 febbraio
2012 ...... 8
St.Antony Posizione n.2 - Intervista al Deccan Cronicle del 3
marzo 2012 10
St.Antony Posizione n.3 - Intervista a Fiamma Tinelli pubblicata
sul settimanale “Oggi” ìl 23 marzo 2012
............................................................ 14
Conclusioni per la valutazione delle posizioni 1, 2 e 3 del
St.Antony ........ 16
La posizione del St. Antony secondo le autorità indiane
........................... 16
Analisi degli orari in cui avvengono i fatti
.................................................. 17
Neendakara, Kerala, ore 23.30 locali circa. Le “dichiarazioni a
caldo”...... 18
Orari – Ipotesi 1 - Mr. Freddy indica le 9:30 della sera, le
21:30 ora locale del 15 febbraio.
............................................................................................
20
Ipotesi: Mr. Freddy indica le 9:30 , le 21:30 ora locale, ma del
giorno precedente 14 febbraio 2012
.......................................................................
22
L’Operato della Guardia Costiera indiana
................................................. 28
Conclusioni dell'analisi di posizioni e orari della Enrica Lexie
e del peschereccio St. Antony secondo i testimoni.
.............................................. 32
Richieste conclusive
.................................................................................
35
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ANALISI POSIZIONI
PREMESSA
Nell'analisi dei fatti relativi a quanto avvenuto lo scorso 15
febbraio 2012 al largo delle coste dello stato indiano del Kerala
riveste particolare importanza stabilire la reale posizione dei due
natanti coinvolti al momento dei fatti:
- La motonave italiana Enrica Lexie, petroliera da 58.000
tonnellate in navigazione da Singapore all’Egitto;
- Il motopeschereccio indiano St.Antony di 12 metri, salpato da
Neendakara (Kollam) il 7 febbraio a pesca di tonni.
Prima di procedere nel merito, analizzando le dichiarazioni
testimoniali utili a stabilire le rispettive posizioni e trarne
spunto per osservazioni che possono condurre a spunti investigativi
utili ad ulteriori accertamenti, consentitemi di riportare in
premessa alcune considerazioni utili a contestualizzare meglio i
contorni della vicenda:
(1) Il peschereccio St.Antony non risulta iscritto nel registro
nautico nazionale (in violazione dell’Indian Merchant Shipping Act,
del 1958);
(2) Tutte le versioni giornalistiche e giudiziarie concordano: i
fatti avvengono al di fuori dalle “acque territoriali” (oltre le 12
NM);
(3) Dall’aprile 2011 la costa occidentale dell’india è stata
dichiarata dalle organizzazioni marittime internazionali: HRA (High
Risk Area);
(4) Il St.Antony naviga senza esporre alcuna bandiera.
(fonte: Supreme Court Of India - sentenza 20370/12 del 18
gennaio 2013)
---
Altri dettagli sulla dinamica dell’incidente li apprendiamo in
un articolo apparso sul sito del Deccan Chronicle lo scorso 28
aprile 2012, in cui il proprietario del St.Antony, testimone
oculare dell’incidente rivela:
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“The fishing boat was running at a high speed and was
dangerously approaching another vessel,” Freddie said in the
agreement adding that one of the victim Jelestine, was navigating
the fishing boat or rather sleeping at the helm, as he was fishing
the whole night, and did nothing to avoid other vessel that had
come close”. - aggiungendo - “Freddie was shocked to see Jelestine
on the driving seat as he did not have a licence and the person who
had licence was sleeping.“
(http://archive.asianage.com/india/freddie-does-somersault-821)
... CHE IL PESCHERECCIO, [CHE NAVIGA IN ACQUE INTERNAZIONALI AD
ALTO RISCHIO PIRATERIA SENZA BATTERE FORMALMENTE E FISICAMENTE
ALCUNA BANDIERA] SI AVVICINAVA PERICOLOSAMENTE E VELOCEMENTE AD UNA
NAVE E CHE IL SUO TIMONIERE NON ERA IN GRADO DI
MANOVRARE NE REAGIRE AD EVENTUALI SEGNALI, ANCORCHÈ FOSSE IN
GRADO DI COMPRENDERLI ESSENDO PRIVO DI PATENTE NAUTICA, PERCHÈ ...
SI ERA ADDORMENTATO AL TIMONE.
Dopo essere stata investita da numerosi colpi di arma da fuoco,
sull’imbarcazione ci sono due uomini senza vita. Quando il
proprietario del St.Antony si decide a lanciare finalmente
l’allarme: non chiama al telefono la stazione di polizia e non
allerta via radio la Guardia Costiera sul canale d’emergenza:
... telefona all’amico Prabhu (a Kayamkulam), chiedendogli di
avvisare le Autorità.
http://archive.asianage.com/india/freddie-does-somersault-821
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POSIZIONE DELLA PETROLIERA ENRICA LEXIE AL MOMENTO DEI FATTI
La posizione della Enrica Lexie al momento dei fatti appare
ormai definita con precisione e accettata dalle parti, sia italiana
che indiana.
(ricostruzione grafica del rapporto. Il testo integrale
pubblicato da: IL GIORNALE del 21/02/2012)
Sopra: Il “punto nave”, la precisa posizione geografica
dell’incidente occorso alla Enrica Lexie come indicato dal Capo
Latorre nel rapporto del Nucleo Militare inviato
nell’immediatezza:
09° 17.02' Nord – 076° 01.80' Est.
Sopra: La prima parte del rapporto Vitelli, inviato dal
comandante della petroliera italiana al proprio armatore, resoconto
dei fatti e coordinate dell’incidente:
09° 17.02' Nord – 076° 01.80' Est.
La posizione è la medesima e in entrambi i casi si stima di
essere 20.5 NM al largo di Allepey. La località di Allepey citata
nel rapporto Latorre e nel rapporto Vitelli corrisponde sulla mappa
alla spiaggia della località di Alappuzha, Kerala, India.
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Sopra: stralcio della sentenza della Corte Suprema indiana in
cui si afferma che l'incidente avviene a 20,5 NM dalla costa del
Kerala.
A sinistra: La posizione della Enrica Lexie alle ore 16:00
locali del 12 febbraio 2012.
La linea gialla rappresenta la distanza dalla costa: 20,5
NM;
Nota: E’ possibile ripetere e verificare la correttezza dei dati
utilizzando liberamente e gratuitamente
l’applicazione Google Earth.
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Conclusione:
Non ci sono dubbi circa la reale posizione della Enrica Lexie al
momento dei fatti.
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Si deve però rilevare una carenza nella sentenza della Corte
Suprema indiana relativamente alla posizione della Enrica Lexie al
momento degli eventi, infatti si indica genericamente “20,5
nautical miles from the indian sea coast off the State off
Kerala”
Questo stà a significare che “ogni punto” a 20,5nm dalla costa
del Kerala è valido per definire il luogo geografico dove avvengono
i fatti.
E quindi avremmo infiniti punti su una linea che copia la costa
del Kerala a 20,5 NM verso ovest.
Evidentemente esiste “un solo punto” in cui è accaduto il fatto,
che deve essere definito in coordinate geografiche come
correttamente fanno sia il Capo Latorre sia il Comandante
Vitelli.
Altrimenti ci priviamo della definizione del luogo
dell'incidente, che secondo la Corte Suprema indiana potrebbe
essere avvenuto “dovunque” purchè a 20,5 NM dalla costa del
Kerala.
POSIZIONI DEL PESCHERECCIO ST. ANTONY SECONDO LE TESTIMONIANZE
DEI COMPONENTI L'EQUIPAGGIO.
Considerazioni introduttive
E' evidente che già nelle prima dichiarazioni fatte agli
inquirenti indiani i testimoni a bordo del peschereccio avranno
dovuto dire dove si trovavano al momento dei fatti.
E quindi le dichiarazioni pubbliche successive non possono
essere “tutte” corrispondenti a quelle rilasciate agli
inquirenti.
Dichiarazioni successive diverse avrebbero dovuto spingere gli
inquirenti ad avanzare quantomeno delle richieste di chiarimento in
merito, al fine di giungere a fissare in modo chiaro ed univoco la
reale posizione del peschereccio.
Ammesso che gli inquirenti si limitino ogni volta a prendere
atto delle varie posizioni il teste diventa ai fini processuali
completamente inattendibile.
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Nemmeno si può pensare che almeno il comandante-proprietario del
St. Antony non sapesse dove si trovava e non fosse in grado di fare
il “punto nave”, perchè senza “punto nave” semplicemente non poteva
fare rotta verso alcun altro porto.
Dirigere ad est, e giunto in vista della costa agganciare un
punto di riferimento utile per tracciare una rotta o costeggiare il
sub continente indiano fino a casa ... ipotesi romantiche, ma
inammissibili data l’attuale diffusione delle tecnologie di
geo-localizzazione GPS.
Disponibili su qualunque telefono smartphone, su qualunque
automobile, è credibile che una imbarcazione destinata a muoversi
in acque internazionali ne fosse sprovvista? Tempo e carburante
hanno un costo anche nel Kerala.
Molto più probabile che almeno il Comandante fosse dotato di
ricevitore GPS con il quale istantaneamente premendo un pulsante
poteva fissare la propria posizione in coordinate geografiche del
punto in cui si trovava al momento dell'incidente. Con la
precisione di metri.
E riportare sia alla polizia sia nelle dichiarazioni successive
il punto preciso dove era avvenuta la sparatoria.
Sistemi GPS professionali per la nautica
si trovano a buon mercato, 20.700 rupie
(meno di 290€) accessori inclusi (fonte:
Ebay India)
Se il comandante del St. Antony non sapeva dove si trovava, e
stando comunque in alto mare e con il mare sulla linea
dell'orizzonte, semplicemente non avrebbe potuto dirigersi verso
Neendakara dove approderà alle ore 23.15 locali (fonte: Guardia
Costiera indiana)
ST.ANTONY POSIZIONE N.1 - INTERVISTA A THE HINDU DEL 17 FEBBRAIO
2012
La prima intervista di cui ho conoscenza è rilasciata a The
Hindu del 17 febbraio 2012 (allegato 1 e allegato 2)
L'articolo riporta le dichiarazioni di Mr. Clemens, il pescatore
anziano imbarcato sul St. Antony, confermate da Mr. Freddy
comandante e proprietario dell'imbarcazione.
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Sopra: - In questo passo Mr. Clemens sostiene che si trovavano a
circa 14 miglia dalla costa davanti alla città di Alappuzha
(Allepey), nel pomeriggio di mercoledì (il giorno dell’incidente)
ma in quel punto la pesca era scarsa e decidono di raggiungere un
altra zona di pesca, 40 NM a sud.
Sopra: In questo passo si da un riscontro oggettivo: il fatto
che i cellulari “prendevano” dimostra che il peschereccio si
trovava in prossimità delle acque territoriali.
Mr. Freddy conferma la dichiarazione di Mr. Clemens,
argomentando che la nave da cui spararono non si trovava nel
“canale riservato” (la normale rotta mercantile?) ma a est, quindi
spostata verso la costa, in prossimità delle acque territoriali
indiane.
Questa prima dichiarazione sul posizionamento del St.Antony in
prossimità delle acque territoriali comprovata da “campo” dei
cellulari è molto importante.
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- Può essere controllata a posteriori, sia verificando
sperimentalmente che in quel punto i cellulari effettivamente
“prendano”, sia analizzando la presenza dei cellulari nella cella
di riferimento. Quelli dei pescatori come pure quelli eventualmente
attivi a bordo della nave responsabile dell’aggressione, semplici
accertamenti di routine in fondo.
L’altro elemento da verificare sono i limiti geografici del
“canale” a cui fa riferimento il testimone, e di quale “canale” si
tratti.
E' evidente che da questa dichiarazione si ricava una
incompatibilità fra le reciproche posizioni: il St.Antony si trova,
al momento dei fatti a 12 miglia (quasi 20 km) di distanza dalla
Enrica Lexie.
Conclusione:
La testimonianza resa a The Hindu il 17 febbraio appare
verosimile e i pescatori offrono elementi di riscontro a che
fossero prossimi alle acque territoriali, cosa che gli preme
dimostrare.
Appare tra l’altro evidente che non avessero uno strumento di
localizzazione GPS, altrimenti avrebbero fornito le precise
coordinate geografiche.
ST.ANTONY POSIZIONE N.2 - INTERVISTA AL DECCAN CRONICLE DEL 3
MARZO 2012
In questa intervista appare solo il comandante-proprietario Mr.
Freddy Bosco.
Sopra - In questo passo Mr. Freddy non si trova più a 14 NM
dalla costa come aveva confermato il 17 febbraio, ma genericamente
in “alto mare”, davanti alla città di Cherthala, e circa 35 km a
sud di Kochi.
Sopra: - In questo passo indica l'orario in cui avviene il
fatto, circa le 4 PM, le ore 16.
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Sopra: - in questo passo dice di aver chiamato via radio
(probabilmente un VHF marino) un certo Prabhu che si trovava su una
imbarcazione a Kayamkulam in quel momento, per allertare le
autorità del porto e la guardia costiera.
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Sopra: - in questo passo dice che al momento dello sbarco non
aveva idea che gli spari venivano da una nave italiana e che i
“furfanti” (villains) erano Latorre e Girone.
Osservazioni sull'intervista al Deccan Cronicle del 3 marzo
2012
Sarà interessante, anche per offrire spunti investigativi al
magistrato, eseguire una breve disamina su questa testimonianza
resa il 3 marzo 2012 al Deccan Cronicle.
netta contraddizione con quanto dichiarato il 17 febbraio. Non è
più a 14 NM dalla
costa davanti ad Alappuzha, ma in alto mare davanti a Chertala.
Il testimonio già si
mostra inaffidabile.
35 km a sud di Kochi, in alto mare davanti a Chertala, alle ore
16.00.
Sopra: Il primo comunicato stampa della Marina Militare dello
stesso 15 febbraio (giorno dei fatti) indica la posizione a 30 NM a
ovest della costa indiana.
Proprio su questa errata posizione, che venne ripresa ampiamente
dai media nazionali, vennero le prime polemiche sulla stampa
indiana che fin dal primo momento, sostenuta
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dalle dichiarazioni rese dai pescatori, tra cui quella del 17
febbraio citata sopra, sosteneva che la Enrica Lexie era in acque
territoriali.
Ancora il 20 febbraio il sito web AsiaNews, di ispirazione
religiosa, intervista un sacerdote che ha potuto parlare con i
sopravvissuti. Lui stesso asserisce che l'incidente è certamente
avvenuto in acque territoriali, prova ne sia il breve tempo occorso
fra l'incidente stesso (16:30 locali) e l'ora di rientro in porto a
Neendakara (23:15 locali).
http://www.asianews.it/news-en/The-Italian-tanker-was-in-Indian-waters,-not-international.-Justice-for-Catholic-fishermen-24023.html
E invece Mr. Freddy il 3 marzo cambia versione rispetto al 17
febbraio, e colloca il suo peschereccio “in alto mare davanti a
Chertala, circa 35 miglia a sud di Kochi”.
Esattamente nell'unico punto in cui può stare a 30 miglia dalla
costa intercettando la rotta della Enrica Lexie, che evidentemente
conosceva da fonte diversa.
Resta poi da chiarire il mistero del rientro a Neekandara, che
dista più di 65 NM da quel punto.
Il St.Antony ci arriva alle 23.15 (*), circa 7h dopo
l’incidente. La teoria della barca capace di navigare alla velocità
massima di 8 kts, (*) che effettua delle soste (**) e nonostante
tutto mantiene una velocità media di 9.2 kts. richiederebbe qualche
approfondimento.
(*) dati Guardia Costiera indiana - (**) cfr. articolo
Asianews
Evidentemente il punto scelto da Mr. Freddy per collocarsi sulla
rotta della Enrica Lexie tiene conto dell’unico dato noto a quel
momento: 30 miglia dalla costa.
In realtà alle ore 16:00 la petroliera italiana è molto più a
sud, circa 28 miglia (52km).
Se Mr. Freddy fosse stato veramente nel punto in cui dice di
essere in questa seconda versione avrebbe dovuto restare fermo in
mare per due ore ad aspettare la Enrica Lexie che sarebbe giunta
due ore dopo, e il fatto sarebbe accaduto alle 18.00 anzichè alle
16.00.
Conclusione:
Appare evidente che questa nuova collocazione geografica del 3
marzo è strumentale a far coincidere la posizione del St.Antony con
quella della Enrica Lexie usando un dato raccolto da fonte
italiana: 30 miglia dalla costa.
Ma il dato, pur proveniente da fonte ufficiale, è errato. E
quindi andrà di nuovo cambiato quando arriverà da parte italiana il
dato corretto sulla distanza della Enrica Lexie dalla costa: 20,5
NM.
Ancora una volta appare evidente che sul St.Antony non avessero
uno strumento di localizzazione GPS, altrimenti avrebbero fornito
le precise coordinate geografiche.
http://www.asianews.it/news-en/The-Italian-tanker-was-in-Indian-waters,-not-international.-Justice-for-Catholic-fishermen-24023.htmlhttp://www.asianews.it/news-en/The-Italian-tanker-was-in-Indian-waters,-not-international.-Justice-for-Catholic-fishermen-24023.html
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ST.ANTONY POSIZIONE N.3 - INTERVISTA A FIAMMA TINELLI PUBBLICATA
SUL SETTIMANALE “OGGI” ÌL 23 MARZO 2012
Nell'intervista del 23 marzo alla giornalista italiana sono
presenti Mr. Freddy e cinque membri dell'equipaggio, e danno una
nuova versione della posizione del peschereccio St. Antony, la
terza.
Riporto dall'articolo:
"Il 15 febbraio eravamo in mare già da una settimana. Con la mia
barca peschiamo sgombri, tonni, anche piccoli squali. La pesca
andava abbastanza bene, avevamo già preso 3mila pesci. Ma nel
tratto in cui ci trovavamo, a 20 miglia e mezzo dalla costa, di
fronte a Kollam, non ce n'erano più, così abbiamo deciso di puntare
a Ovest.
Sopra: - nell'immagine il punto n.3, a 20,5 miglia dalla costa
all'altezza della città di Kollam.
Stavolta la distanza dalla costa è più o meno compatibile: 20,5
NM; ma è nuovamente sbagliata la posizione: 28 miglia a sud
rispetto alla posizione della Enrica Lexie.
Riporto ancora dall'articolo:
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Forse vi stavate avvicinando troppo? "No, noi non stavamo
andando verso la nave, noi navigavamo paralleli alla nave in
direzione opposta. Valentine poi era un uomo prudente: non avrebbe
mai corso un rischio simile. Stavamo solo andando a cercare il
nostro pesce, e quelli continuavano a sparare".
NOTA: c'è una evidente contraddizione. Navigando paralleli alla
Enrica Lexie e in direzione opposta il St. Antony si dirigeva verso
Sud-Sud Est, verso i 150°, come si verifica facilmente dal disegno
a seguire
Ma andare verso Ovest significa andare verso i 270°, e non si
può andare contemporaneamente in due direzioni.
La navigazione “verso ovest” è incompatibile con la posizione di
avvistamento sul radar della Enrica Lexie, che indica una
imbarcazione in avvicinamento “da prora dritta” (0°-45°).
Conclusione:
Con questa nuova posizione Mr. Freddy si mette correttamente a
20,5 miglia dalla costa e sulla rotta della Enrica Lexie, ma molto
più a sud, circa 28 miglia (52km). E stavolta avrebbe atteso
invano, perchè la Lexie era passata in quel punto circa due ore
prima, alle 14:00, non alle 16:00.
La presenza di altri cinque componenti l'equipaggio che
smentiscono quanto hanno dichiarato il 17 febbraio a The Hindu
indica tutti i componenti l'equipaggio del St. Antony sono da
considerarsi inattendibili ai fini processuali.
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Appare evidente che sul St. Antony non avessero uno strumento di
localizzazione GPS, altrimenti avrebbero fornito le precise
coordinate geografiche.
CONCLUSIONI PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI 1, 2 E 3 DEL
ST.ANTONY
Non è credibile che un motopeschereccio vada per mare, e per
giunta in una uscita che secondo le dichiarazioni doveva essere di
almeno dieci giorni, senza uno strumento per fare il punto nave e
sapere dove si trovava una volta in mare aperto e con le coste
oltre l'orizzonte.
Significherebbe navigare come navigavano gli antichi Greci,
Romani o Indiani, bordeggiando la costa (a meno di ammettere l'uso
del Sestante, ma che permette di fare il punto nave solo all'alba,
al tramonto e a mezzogiorno).
Una navigazione siffatta comporta necessariamente che per
tornare dall'alto mare si deve prima raggiungere le costa navigando
con la bussola, e una volta raggiunta cercare i punti di
riferimento e/o bordeggiare. Con grande sciupio di tempo e di
carburante.
E non è credibile che in meno di un mese siano state date tre
posizioni diverse distanti decine di miglia dal punto dove
effettivamente si sono svolti i fatti, riferendosi la prima volta
alla posizione in acque territoriali, la seconda al comunicato
stampa della Marina Militare italiana ma sbagliando il punto di
decine di miglia verso nord, e la terza alla giusta distanza dalla
costa ma sbagliando il punto di decine di miglia verso sud.
In sostanza, secondo i punti indicati via via dai pescatori il
St. Antony la Enrica Lexie non la incontrerebbe mai.
Mentre con un GPS avrebbero dato fin dal primo giorno la
posizione in coordinate geografiche del punto in cui era avvenuta
la sparatoria.
In realtà, in un articolo apparso sul sito web della agenzia IBN
il 16 maggio 2012 (allegata) si indica che il St. Antony era dotato
di GPS e, manco a dirlo, la sua posizione corrisponde con quella
della Enrica Lexie.
Da notare che vengono riportate solo le coordinate geografiche
fornite dai rapporti di Latorre e Vitelli, e non quelle indicate da
questo fantomatico GPS del St. Antony.
Che, se fosse vero, avrebbero dovute essere fornite al Polizia o
alla Magistratura indiana, e risulterebbero agli atti dell’Alta
Corte del Kerala o della Suprema Corte dell'India.
LA POSIZIONE DEL ST. ANTONY SECONDO LE AUTORITÀ INDIANE
Sono disponibili in rete ad oggi diversi atti giudiziari
indiani. In alcuni neanche si accenna al luogo dell’incidente (atti
non menzionati), con una prevalenza sulle risultanze del FIR (First
Information Report della Polizia Costiera di Neendakara), 20.5 Nm
dalla costa alle ore 16.00.
Secondo gli atti dell’Alta Corte del Kerala:
(3rd day of April 2012, Manjula Chellur, Ag. C.J. & V.
Chitambaresh, JJ. KERALA HIGH COURT JUDGMENT W.A. No. 678 & 679
of 2012 - Doramma Vs. M.T. Enrica Lexie, (2) KLJ 398 : 2012 (2) KHC
265)
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On the unfortunate day of the incident, 15-02-2012 when the
vessel was at a distance of 20.5 Nautical Miles off the coast of
India beyond the territorial waters of India, the petitioner vessel
alleges it
(2nd day of May 2012, Justice R.M. LODHA M.T. Civil Appeal No.
4167 of 2012 arising out of S.L.P. (Civil) No. 11942 of 2012 Enrica
Lexie & ANR. Vs. Doramma & Ors.)
On February 15, 2012 an First Information Report (FIR) was
lodged at Neendakara Coastal Police Station by one Fredy, owner of
the Indian registered fishing boat St. Antony. It was alleged in
the FIR that at 4.30 p.m. (IST) on that day while the fishing boat
St. Antony was sailing through the Arabian Sea,
(HIGH COURT OF KERALA AT ERNAKULAM - TUESDAY, THE 29TH DAY OF
MAY 2012 - WP(C).No. 4542 of 2012 (P))
Immediately, the boat returned to Neendakara and the owner of
the boat gave First Information Statement before the third
respondent, the Circle Inspector of Police, Neendakara, who
recorded the same and registered a case as Crime No. 2 of 2012,
copy of which is marked as Ext.P2 for murder punishable under
Section 302 of the Indian Penal Code (hereinafter referred to as
the IPC). In Ext.P2 , it was alleged that while fishing at 33
Nautical Miles (NM) away from the police station (ndr. Di
Neendakara)
Secondo gli atti della Suprema Corte dell’India
January 18, 2013 IN SUPREME COURT OF INDIA, RECORD OF
PROCEEDINGS, WRIT PETITION (CIVIL) NO(s). 135 OF 2012 : REPUBLIC OF
ITALY THROUGH AMBASSADOR & ORS. Petitioner(s) VERSUS UNION OF
INDIA & ORS. WITH SLP(C) NO. 20370 of 2012
on 15th February, 2012, it came across an Indian fishing vessel,
St. Antony, which it allegedly mistook to be a pirate vessel, at a
distance of about 20.5 nautical miles from the Indian sea coast off
the State of Kerala,
In realtà, in questo girovagare nell'Oceano Indiano, dove era il
peschereccio St.Antony alle ore 16.00 locali del 15 febbraio
2012?
ANALISI DEGLI ORARI IN CUI AVVENGONO I FATTI
Oltre che la posizione geografica anche l'orario in cui
avvengono i fatti è fondamentale per una corretta analisi
tecnica.
Abbiamo visto come i testimoni presenti sul St. Antony vaghino
di posizione in posizione senza mai trovarsi in una posizione
compatibile con quella della petroliera Enrica Lexie.
A questo punto è necessario verificare l'ora dichiarata dai vari
soggetti.
Enrica Lexie
Sull'ora dell'incidente da parte italiana non vi sono dubbi, ed
è indicata fin dall'immediatezza dei fatti, il 15 febbraio
2012.
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CASO ENRICA LEXIE - ANALISI POSIZIONI Integrazione dell'atto n.
051695 (depositato presso la Procura del Tribunale di Roma il 13
Marzo 2013)
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Ore 16:00 Locali secondo il rapporto del Capo Nucleo
Latorre.
Ore 16:00 Locali secondo il rapporto del Comandante Vitelli
Ore 12:30 italiane secondo il primo comunicato stampa della
Marina Militare
(corrispondenti alle ore 16:00 Locali per differenza di fuso
orario)
St. Antony
“Mercoledì sera” (Wednesday evening) secondo l'intervista a The
Hindu del 17
febbraio 2012.
“A sera, intorno alle 16” (in the evening, around 4pm) secondo
l'intervista rilasciata
al Deccan Cronicle il 3 marzo 2012
“Saranno state le 4 e un quarto del pomeriggio” secondo
l'intervista del 23
marzo 2012 rilasciata a Fiamma Tinelli del settimanale italiano
“Oggi”
“Intorno alle 9:30” (When it was around 9.30) secondo quanto
dichiarato da
Mr. Freddy Bosco appena sbarcato a Neendakara la sera dei fatti,
alla
televisione Venad News ed altri media locali.
Poichè questa ultima dichiarazione, in effetti rilasciata per
prima subito dopo lo sbarco, quando presumibilmente Mr. Freddy
neanche sapeva della esistenza della Enrica Lexie, e mentre
sicuramente la Enrica Lexie era ancora in viaggio verso Kochi
(sarebbe arrivata intorno alla mezzanotte), assume particolare
importanza, andrà esaminata dettagliatamente.
NEENDAKARA, KERALA, ORE 23.30 LOCALI CIRCA. LE “DICHIARAZIONI A
CALDO”
Il comandante-proprietario del peschereccio St.Antony rilascia
dichiarazioni ai giornalisti.
A quest'ora presumibilmente neanche sa dell'esistenza della
petroliera Enrica Lexie, che arriverà scortata nel porto di Kochi
(110 km a nord) successivamente.
Il video è della televisione locale “Venad News”, ma si vede
chiaramente che sta parlando davanti ad altri microfoni e alla
presenza di testimoni di cui almeno uno è un poliziotto.
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Investigatori e magistrati conoscono bene il valore particolare
che hanno le testimonianze rese nell'immediatezza dei fatti quando
il soggetto, probabilmente ancora sotto shock emotivo e prima che
prendano il sopravvento considerazioni meditate, parla liberamente
privo di qualsiasi remora.
Sopra: - nello stesso filmato abbiamo immagini come questa, con
le salme caricate sull'ambulanza ancora avvolte nelle coperte usate
sul peschereccio. E altre immagini che mostrano le salme mentre
vengono inserite nelle celle frigorifere.
Siamo ai minuti immediatamente successivi all'approdo del
St.Antony a Neendakara, sede della stazione di polizia che redige
il primo rapporto (FIR n.2/2012).
Il porto di Kochi, dove ancora non è giunta la Enrica Lexie, si
trova 60 miglia (110km) a nord. La polizia del Kerala salirà sulla
nave e trarrà in arresto i due militari solo il giorno 19 febbraio
2012.
Il comando della guardia costiera di Mumbai da dove si sono
dirette le operazioni per ricondurre in porto la Enrica Lexie, si
trova 650 miglia (1.200km) a nord.
Vediamo cosa dichiara Mr. Freddy Bosco nell'immediatezza dei
fatti.
http://www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4
Traduzione del filmato (minuti da 2:05 a 3:36)
When it was around 9.30PM, I heard a huge noise
And when I woke up I saw my crew member “Julas” filled with
blood from
ears and nose
I shouted, everyone woke up and started shouting
They started firing against us from the ship after hearing the
shouting.
I told everyone to lay down in the boat and be silent
Then I heard a voice” o my mother” after sometime and came to
know that
other person pinku also got shot dead at the spot
That two things happened.
http://www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4
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I tried to move the boat fast and flee from the scene. The
bullets were
dropping besides us in water and and all over the boat.
We ran from the site with the boat.
The Color of ship was Black at top and Red at the bottom.
We worked many years along the ship for fishing and we never
cross this
kind of incident.
When these things happened suddenly we all were shocked and
frightened
There were frequent firings against us and we all would have
been hit by the
bullets s if we had not laid down on the ground.
4-5 Bullets were hit inside the boat and bullets also hit and
broke the
regulator of Gas Cylinder in the Boat.
In God’s grace we shifted the location of the boat by fleeing
from the scene,
otherwise, we would have been surely dead
When it was around 9.30PM,...
Quando erano circa le 21.30,...
Abbiamo visto che finora i pescatori avevano sempre dichiarato
che il fatto avviene alle 16:00 locali.
ORARI – IPOTESI 1 - MR. FREDDY INDICA LE 9:30 DELLA SERA, LE
21:30 ORA LOCALE DEL 15 FEBBRAIO.
A) la dichiarazione rende incompatibile la coesistenza fra la
Enrica Lexie e il
peschereccio St. Antony al momento degli spari.
Infatti secondo questa dichiarazione di Mr. Freddy il St. Antony
viene colpito ben cinque ore e mezzo dopo che dalla Lexie si è
sparato per allontanare l'imbarcazione, che evidentemente non era
il St. Antony.
B) ma questa dichiarazione, che vorrebbe la sparatoria in cui
viene colpito il St.Antony appena due ore prima del suo approdo
(che avviene alle 23:15 locali) è in contraddizione con alcuni
elementi:
C'è da chiedersi come abbia fatto in piena notte Mr. Freddy a
vedere i colori nero e
rosso della nave, a 20,5 miglia dalla costa di notte la luce
scarseggia.
Cadono completamente le dichiarazioni di stare a 20,5 miglia
dalla costa. Alla
massima velocità il St. Antony può fare in 2 ore 16 miglia, non
20,5.
La Guardia Costiera afferma di essere stata avvertita
dell'incidente alle ore 18:00
locali. Quindi ben tre ore e mezza prima che questo avvenisse.
E' impossibile.
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Lo stato di avanzato rigor mortis presentato dalle salme,
totalmente incompatibile
con una morte avvenuta 2 ora prima (il rigor mortis “inizia”
tre/quattro ore dopo la
morte, le immagini ci mostrano un rigor mortis avanzato
risalibile a 8/12 ore dalla
morte, secondo le condizioni climatiche).
Sopra: evidenza di avanzato Rigor Mortis in una delle vittime
nell'ambulanza.
L'avanzamento ha già raggiunto i grandi muscoli, che vengono
interessati per ultimi dal fenomeno che si svolge interamente da
circa 3 ore fino a 10/12 ore dopo la morte. Dopodichè la rigidità
resta invariata per 24/36 ore.
Non si vuole fare una discussione di ordine medico-legale che
non rientra nelle competenze del sottoscritto, ma dare una
indicazione di “macroscopica incompatibilità” con una morte
avvenuta 2 ore prima.
Conclusione:
L'ipotesi che Mr. Freddy si riferisse alle 9.30 della sera (le
21.30 locali del 15 febbraio 2012) deve essere scartata.
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IPOTESI: MR. FREDDY INDICA LE 9:30 , LE 21:30 ORA LOCALE, MA DEL
GIORNO PRECEDENTE 14 FEBBRAIO 2012
Il St.Antony era uscito in mare il giorno 7 febbraio per una
battuta di pesca di 10 giorni, a pesca di tonni. E in quel periodo
(tra ottobre e aprile) le aree di abituali di pesca del tonno in
Oceano Indiano sono riportate (studi FAO del settore ittico
regionale) nel Golfo del Bengala, in particolare al largo della
costa sud-orientale indiana (ovvero dalla parte opposta rispetto al
punto del presunto tentato attacco, in prossimità dello Sri Lanka,
nello Stretto di Palk, sconfinando nelle acque dello Sri Lanka.
Scontri con arresti, affondamenti, scomparse, ferimenti ed
uccisioni in quell’area sono all’ordine del giorno. La Guardia
Costiera e i pescatori dello Sri Lanka sono estremamente
determinati a proteggere le risorse ittiche dall’invasione dei
pescatori del prospicente stato indiano del Tamil Nadu (lo stesso
in cui risulta immatricolato il St.Antony e che ha dato i natali al
suo proprietario). C'è una documentazione sconfinata a
riguardo.
L'acquiescenza del governo centrale indiano e del governo del
Kerala verso le violenze e le uccisioni fatte ai danni dei
pescatori dalla Guardia Costiera dello Sri Lanka e da pescatori
armati dello stesso paese è spesso denunciata dalle organizzazioni
dei pescatori indiani. Recentemente si è denunciato proprio che
alla severità usata nei confronti dei due militari italiani non
corrisponde altrettanta severità nei crimini commessi dallo Sri
Lanka.
Se l’incidente è realmente occorso alle 21.30 del 14 febbraio,
ovvero 26 ore prima del rientro in porto del St.Antony col suo
triste carico di morte, acclarata ed evidente la totale estraneità
ai fatti della nave e dei militari italiani, è possibile inquadrare
l’omicidio dei due pescatori nel contesto della guerra del pesce
indo-cingalese?
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Nell'immagine è indicato un percorso che va da Neendakara al
centro dello Stretto di Palk, circa sulla linea di confine fra le
acque territoriali indiane e quelle dello Sri Lanka dove più spesso
avvengono gli scontri armati.
Il percorso fino a Neendakara è di circa 180 miglia, che con una
velocità massima del St. Antony di 8 nodi si percorrono in 22,5
ore, compatibile con le 26 ore dichiarate da Mr. Freddy in questa
ipotesi.
Riscontri
A sostegno di questa ipotesi riporto il brano da un articolo di
Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera del 4 marzo 2012, relativo
all'autopsia di una delle vittime e alla repertazione del
proiettile ritenuto:
Anche la lettura diretta dell' autopsia eseguita il 16 febbraio
sul cadavere di Valentine lascia perplessi. Il documento
(consultato grazie a una fonte indiana) contiene due passaggi
interessanti, ma che sembrano difficilmente conciliabili tra loro.
Primo punto: si legge che i proiettili hanno seguito una
traiettoria dall' alto verso il basso (e questo potrebbe essere
compatibile con un tiro a distanza dalla monumentale Lexie verso il
peschereccio di nove metri). Secondo: il referto, firmato da K.
Sasikala, professore di Medicina e Chirurgia legale a Trivandrum,
sostiene che il «proiettile metallico a punta» ritrovato nel cranio
del pescatore misura «3,1 centimetri di lunghezza», «due centimetri
di circonferenza sulla punta» e «2,4 sopra la base». Secondo
esperti balistici consultati in Italia, queste dimensioni farebbero
pensare a un calibro più grande rispetto al 5,56 usato dalla Nato
(e quindi dai marò). Ma gli stessi tecnici avvertono che un
proiettile del genere avrebbe avuto effetti molto più devastanti
sulla testa di Valentine rispetto a quelli riscontrati dall'
autopsia, a meno che il colpo non fosse partito a una distanza di
1.000-1.500 metri (ipotesi per ora non considerata dalle indagini).
Come si vede, per quanti sforzi si possano fare, senza la prova
balistica non se ne esce.
Rileggiamo: - “il referto, firmato da K. Sasikala, professore di
Medicina e Chirurgia legale a Trivandrum, sostiene che il
«proiettile metallico a punta» ritrovato nel cranio del pescatore
misura «3,1 centimetri di lunghezza», «due centimetri di
circonferenza sulla punta» e «2,4 sopra la base”
La “circonferenza”, non il diametro.
Non è affatto rituale nella repertazione di un proiettile dare
la “circonferenza” invece che il “diametro”. Infatti su un oggetto
piccolo come un proiettile è impossibile misurare accuratamente la
circonferenza. Per ottenere la circonferenza è necessario misurare
prima il diametro (che corrisponde al calibro del proiettile) e poi
con la formula di geometria piana ricavarsi la circonferenza.
E' ovvio che nella repertazione dei proiettili si indica il
diametro, non la circonferenza. E in questo caso il diametro è di
un proiettile calibro 7.62, non in dotazione ai militari imbarcati
sulla Enrica Lexie.
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In sostanza il Prof. Sasikala ci sta
descrivendo una classica pallottola di fucile.
Partendo dalla circonferenza (24mm) C è
facile calcolare il raggio R, con la formula
R=C/2π , e quindi il diametro del nostro
proiettile sarà: 7,64mm
Che può identificarsi facilmente con un
calibro nominale(+) di 7,62mm, un classico
calibro che esiste sia in versione
occidentale (NATO) che orientale (ex
URSS, tipico lo AK47)
Quindi il calibro del proiettile esce
dall'autopsia fatta dall'anatomopatologo
Prof. Sasikala incaricato dalla magistratura
indiana. E questo scagiona completamente i
nostri militari.
Unendo al diametro la lunghezza del proiettile (3,1 centimetri,
pari a 31mm) possiamo risalire facilmente a identificare la
cartuccia 7.62x54R.
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Sopra: cartuccia ex URSS 7,62x54R, nelle varie versioni
(tracciante, ordinaria, etc).
Questa cartuccia può essere sparata da due sole armi al
mondo.
Il fucile di precisione ex URSS Dragunov (costruito su licenza
in vari paesi)
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La mitragliatrice ex URSS PK1
Queste due armi a onore del vero sono molto diffuse sia in
alcune forze armate regolari, sia irregolari, pirati, predoni
etc.
Tra l’altro, la mitragliatrice PK1 è montata sugli "Arrow Boat"
della Guardia Costiera dello Sri Lanka.
http://en.wikipedia.org/wiki/Arrow_boat
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Armato a prua con un cannone ex URSS GSH da 30mm di derivazione
aereonautica, a poppa con un lanciagranate da 40mm e al centro con
una mitragliatrice PK1 da 7.62x54R.
Questo barchino (progettato e costruito nello Sri Lanka) viene
usato proprio per il controllo delle acque territoriali e la
repressione della pesca illegale. E' sicuramente uno dei
protagonisti degli scontri coi pescatori indiani che sconfinano
nelle acque territoriali dello Sri Lanka per andare a pescare tonni
nel Golfo di Palk.
Traiettorie dei colpi
L’ipotesi che a far fuoco contro l’imbarcazione indiana sia
stata una piccola unità della Guardia Costiera cingalese,
risulterebbe compatibile con angoli e traiettorie orizzontali dei
colpi.
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Stato delle salme delle vittime
Se lo stato di avanzamento del Rigor Mortis era completamente e
macroscopicamente incompatibile con una morte avvenuta una ora
prima (21.30 del 15/02/2012) diventa perfettamente compatibile con
una morte avvenuta alle 21.30 del giorno 14/02/2012.
Sopra: evidenza di avanzato Rigor Mortis in una delle vittime
nell'ambulanza.
L'avanzamento ha già raggiunto i grandi muscoli, che vengono
interessati per ultimi dal fenomeno che si svolge interamente da
circa 3 ore fino a 10/12 ore dopo la morte. Dopodichè la rigidità
resta invariata per 24/36 ore.
Non si vuole fare una discussione di ordine medico-legale che
non rientra nelle competenze del sottoscritto, ma dare una
indicazione di “macroscopica compatibilità” con una morte avvenuta
25 ore prima.
L’OPERATO DELLA GUARDIA COSTIERA INDIANA
A questo punto è necessario riesaminare criticamente le azioni
della Guardia Costiera che hanno portato al rientro in porto della
Enrica Lexie.
Prendiamo come riferimento il documento SAFE WATERS - nr.4 2012
(An Indian Coast Guard Publication), del 4 Jun 12.
http://www.seeninside.net/piracy/doc/safe_water_04_12.pdf
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Abbiamo un dato preciso, alle 18:25 locali lo MRCC (Maritime
Rescue Coordination Centre Mumbai, circa 1.200 km a Nord del punto
in cui è avvenuto il presunto incidente con il St. Antony)
identifica quattro probabili sospetti e chiede loro se hanno
avuto
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problemi coi pirati (la famosa “tattica ingegnosa” secondo
S.P.S. Basra, comandante della regione occidentale della Guardia
Costiera indiana)
Le quattro navi sospette sono Enrica Lexie, Kamome Victoria,
Ocean Breeze e MSC Giovanni. Che sono transitate sulla posizione
dell'incidente.
Siamo andati a controllare, avvalendoci dello stesso sistema AIS
che dichiara di aver usato la Guardia Costiera indiana.
Nota: occorre rilevare che le navi in transito su rotte a
rischio pirateria spengono il sistema AIS per non farsi monitorare
proprio dai pirati. Alcune lo riaccendono a tratti per farsi
identificare (ad esempio la Kamome Victoria) altre lo tengono
sempre spento (ad esempio la petroliera greca Olimpyc Flair che lo
tiene spento per una settimana, o la stessa Enrica Lexie che lo
spegne appena arriva nelle acque del Kerala)
Il controllo riguarda la posizione delle 4 navi alle 18.25
locali, che come dichiarato dalla Guardia Costiera indiana,
dovrebbero trovarsi dentro l'area di ricerca definita in un raggio
di 60 miglia nautiche presumibilmente dal porto di Kochi.
Il controllo ci permetterà di verificare dove si trovavano, e
capire il motivo per cui i “sospetti” si sono appuntati sulla
Enrica Lexie.
Delle quattro navi, Enrica Lexie, Kamome Victoria, Ocean Breeze
e MSC Giovanni, abbiamo ancora potuto, ricostruire rotta e
posizioni tramite i data base pubblici del sistema AIS. (Allegato
x1, x2, x3)
Sopra: Nell'immagine si vede la posizione di tre delle quattro
navi “sospette” alle 18.30 per la Guardia Costiera indiana.
Enrica Lexie, che si trova praticamente di fronte al porto di
Kochi da cui partiranno aerei e navi per andarla a
intercettare.
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Kamome Victoria e Ocean Breeze che alle 18.30 hanno lasciato
l'India e sono ormai circa 180 miglia a sud di Kochi. In sostanza
non sono affatto sospette, perchè alle 9.30 della mattina erano già
all'altezza di Neendakara dirette a sud.
Sopra: La posizione della MSC Giovanni, alle 18.30 Loc. circa
420 miglia nautiche al largo di Kochi.
Quindi la “ricerca dei sospetti” è falsa, fatta su navi che
erano passate nella zona dell'incidente di prima mattina, otto o
nove ore prima del fatto. Oppure come nel caso della MSC Giovanni
erano a centinaia di miglia al largo rispetto alla zona
dell'incidente.
Che necessità aveva la Guardia Costiera indiana, stavolta a
Mumbai (1.200 km a nord) di mettere in piedi questo ennesimo
siparietto per dichiarare una “indagine” che evidentemente non c'è
mai stata?
O meglio c'è stata ma era funzionale a trovare un unico
“colpevole”?
E' come aver organizzato un confronto all'americana con un solo
soggetto da riconoscere.
Si è andati a colpo sicuro contro la Enrica Lexie millantando
che si erano fatte indagini su navi in zona che non potevano essere
in zona: erano quasi nello Sri Lanka o in mezzo all'oceano
indiano.
Quale è la ragione di tutto ciò?
Il sottoscritto non si vuole minimamente addentrare in ipotesi,
scenari o ragioni dell'evidenza. Si limita a registrare i risultati
dei database AIS che sono accessibili a tutti e da varie fonti.
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Ma evidentemente, visto che la circostanza delle quattro navi
sospette esaminate e la cosiddetta “furbata” con la quale fra
quattro navi si è individuata la Enrica Lexie, e che è millantata
sui media mondiali da autorevoli funzionari della Guardia Costiera
indiana, si rivela una pura invenzione, chiede che si faccia luce
su questo ennesimo lato oscuro della vicenda con analisi tecniche,
testimonianze e riscontri.
CONCLUSIONI DELL'ANALISI DI POSIZIONI E ORARI DELLA ENRICA LEXIE
E DEL PESCHERECCIO ST. ANTONY SECONDO I TESTIMONI.
In entrambi i casi analizzati sulle dichiarazioni di Mr. Freddy
Bosco la sera del 15 febbraio, fossero le 9:30PM del 15 febbraio o
le 9:30PM del 14 febbraio, non è dalla Enrica Lexie che hanno
colpito il St. Antony.
E' lo stesso teste a scagionare completamente i due imputati
Latorre e Girone, davanti a una decina di microfoni e telecamere e
alla presenza evidente di un poliziotto.
Ci si chiede come mai nei giorni successivi i giornalisti
indiani, e il poliziotto, registrando le successive dichiarazioni
di Mr. Freddy che davano l'aggressione avvenuta alle 16.00 Loc. non
abbiano reagito. Si direbbe “omertà” visto che ad alcuni di quelli
ho chiesto recentemente di tradurmi le dichiarazioni di Bosco e non
hanno risposto.
Il balletto di posizioni e orari diversi indicati dai testimoni
sul St. Antony nelle varie dichiarazioni pubbliche si commenta da
solo, e rende totalmente inattendibili i testi per qualsiasi
tribunale.
Le notizie di stampa del 16 maggio che parlano di un
localizzatore GPS sul St. Antony sono evidentemente l'ennesimo
depistaggio e un puerile tentativo di mettere in comunanza di luogo
e di tempo il peschereccio e la Lexie.
Se fosse vero i pescatori avrebbero dato la posizione geografica
la sera del 15 febbraio appena approdati a Neendakara, mentre le
stesse autorità giudiziarie indiane e i media di quel paese
continuano per mesi a dare posizioni variabili e sballate.
Anche in questa analisi tecnica, che voleva esaminare la
compatibilità di posizioni e orari in base alle dichiarazioni dei
testimoni delle due parti (Enrica Lexie e St. Antony) appare del
tutto evidente che questa compatibilità non c'è.
L'identico risultato ottenuto con l'analisi degli angoli di
impatto dei proiettili sul peschereccio St. Antony, e l'identico
risultato con l'analisi degli elementi del Rapporto Piroli diffusi
dalla stampa italiana relativi alla perizia balistica.
Il quadro generale, al termine di questo quarto lavoro, può
essere così sintetizzato.
1) Impianto accusatorio. - indagini omissive verso altri
potenziali colpevoli, distruzione
dei reperti, nullità giuridica dell'impianto accusatorio.
2) Rapporto Piroli – Assurda ipotesi del doppio errore di tiro,
col doppio morto e il
doppio colpo sul peschereccio, per giunta coi fucili sbagliati.
Altrettanto assurda
ipotesi di “volontà di uccidere”, in quanto con le armi di
dotazione (11 colpi al
secondo) se ci fosse stata volontà di uccidere sul peschereccio
non sarebbe
rimasto vivo nessuno. Grave indizio di costruzione di false
prove a carico, coi fucili
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sbagliati. Grave occultamento, da parte delle autorità indiane e
italiane, degli
elementi che scagionano i due imputati, ancora i fucili
sbagliati.
3) Analisi delle traiettorie e degli impatti. - Incompatibilità
fra le possibili reciproche
posizioni fra Enrica Lexie e peschereccio St. Antony e gli
angoli di impatto rilevabili
dalle immagini del peschereccio.
4) Analisi di posizioni geografiche e orari secondo i testimoni
delle due parti. - Totale
incompatibilità a causa del balletto di posizioni e orari
dichiarate dall'equipaggio del
St. Antony. Evidenze a che il peschereccio sia stato attaccato
da sconosciuti la sera
precedente 14 febbraio. Evidenze di comportamento anomalo e
contraddittorio
nell'individuazione delle “navi sospette” da parte della Guardia
Costiera indiana.
Il sottoscritto deve far notare che se fosse realmente il C.T.
Di parte inquisita (ruolo che sto svolgendo in modo virtuale e
volontario ai fini di giustizia) sarebbe, fino a questo punto,
appena alle analisi preliminari per inquadrare il caso, prima di
scendere nell'analisi dettagliata dei veri atti processuali quali
ad esempio dati radar, autopsia, perizia balistica, analisi
chimico-fisiche etc. etc.
Ma già da quanto emerge dagli elementi di cui si dispone, sia
oggettivi sia indiziari, continua a far prevalere nettamente le
ragioni della difesa su quelle dell'accusa.
Ed è preoccupante che la stessa Suprema Corte indiana sia stata
indotta in errore al punto di dare per scontata una ipotesi di
colpevolezza che appare sempre di più “campata in aria” (è il
motivo per il quale i professori universitari spesso bocciano i
giovani studenti di architettura che propongono progetti senza le
fondamenta, appunto “campati in aria”, e qui di “campato in aria”
c'è tutto l'impianto accusatorio)
Nella sentenza della Suprema Corte indiana gli elementi che si
adducono per la colpevolezze dei due militari italiani, su circa
160 pagine di sentenza, sono questi a seguire:
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CASO ENRICA LEXIE - ANALISI POSIZIONI Integrazione dell'atto n.
051695 (depositato presso la Procura del Tribunale di Roma il 13
Marzo 2013)
Luigi Di Stefano http://www.seeninside.net/piracy pag. 34
Come si può leggere prima ancora che inizi il processo si
afferma chiaramente che gli autori degli omicidi dei due pescatori
erano sulla Enrica Lexie.
Per i “dettagli” sui fatti si rimanda al rapporto del 28
febbraio 2012 (13 giorni dopo i fatti) trasmessi dalla Guardia
Costiera alla Corte del Kerala che li riceve il 18 di maggio
2012.
Non esiste neanche “il dubbio” che i due imputati possano essere
innocenti, benchè il processo non sia ancora neanche iniziato.
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CASO ENRICA LEXIE - ANALISI POSIZIONI Integrazione dell'atto n.
051695 (depositato presso la Procura del Tribunale di Roma il 13
Marzo 2013)
Luigi Di Stefano http://www.seeninside.net/piracy pag. 35
RICHIESTE CONCLUSIVE
Per quanto esposto il sottoscritto chiede:
se in quanto esposto il magistrato rilevi reati, da chiunque e
dovunque commessi, che si agisca a perseguirli.
Che quanto prodotto finora dal sottoscritto e depositato presso
la Procura del Tribunale di Roma sia messo a conoscenza delle
competenti autorità affinchè gli elementi di interesse siano
utilizzati dagli avvocati difensori durante il processo in India, a
difesa dei due imputati Latorre e Girone.
Che la magistratura prenda provvedimenti atti a impedire la
consegna di altre persone alla autorità indiana. Almeno per i due
militari Andronico e Voglino, già richiesti come testimoni dalla
NIA, c'è il rischio concreto di un loro arresto e incriminazione in
aula in base a quanto indicato nel “Rapporto Piroli” e descritto in
altro documento depositato. E questo a causa del preteso utilizzo
dei loro fucili contro il peschereccio, cosa che invece rappresenta
un grave indizio di fabbricazione di false prove a carico dei due
imputati Latorre e Girone.
Che la magistratura persegua chiunque in merito alla gestione di
questa vicenda mostri di agire per la salvaguardia di interessi
commerciali, completamente estranei alle esigenze di giustizia,
rinunciando per questo a rendere efficace la difesa dei due
imputati Latorre e Girone.
Di essere avvisato in caso di archiviazione del presente
esposto-denuncia. Il sottoscritto resta a disposizione del
Magistrato per ogni chiarimento o informazione ritenuta necessaria;
Roma li 15 Maggio 2012 Con osservanza
Luigi Di Stefano