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Carlo F. Traverso (ePub) - Liber Liber, ... sul sito Internet di Liber Liber ciò che stiamo realizzando: migliaia di ebook gratuiti in edizione inte- ... CRISTO CCCXLI. Indizione

Jun 07, 2018

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    E-textWeb design, Editoria, Multimedia

    (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!)http://www.e-text.it/

    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Annali d'Italia dal principio dell'era vol-gare sino all'anno 1750 / compilati da L. AntonioMuratori e continuati sino a' giorni nostri - volumesecondoAUTORE: Muratori, Lodovico AntonioTRADUTTORE:CURATORE:NOTE: Il testo presente in formato immagine sulsito The Internet archive (www.archive.org/).Realizzato in collaborazione con il Project Guten-berg (http://www.gutenberg.org/) tramite Distributedproofreaders (http://www.pgdp.net/).

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100966

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/

    COPERTINA: [elaborazione da] La distruzionedell'Impero romano - Thomas Cole - 1836 - New-YorkHistorical Society -https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/64/

    2

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    TITOLO: Annali d'Italia dal principio dell'era vol-gare sino all'anno 1750 / compilati da L. AntonioMuratori e continuati sino a' giorni nostri - volumesecondoAUTORE: Muratori, Lodovico AntonioTRADUTTORE:CURATORE:NOTE: Il testo presente in formato immagine sulsito The Internet archive (www.archive.org/).Realizzato in collaborazione con il Project Guten-berg (http://www.gutenberg.org/) tramite Distributedproofreaders (http://www.pgdp.net/).

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828100966

    DIRITTI D'AUTORE: no

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    COPERTINA: [elaborazione da] La distruzionedell'Impero romano - Thomas Cole - 1836 - New-YorkHistorical Society -https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/64/

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  • Cole_Thomas_The_Course_of_Empire_Destruction_1836.jpg - Pubblico Dominio.

    TRATTO DA: Annali d'Italia dal principio dell'eravolgare sino all'anno 1750 / compilati da L. AntonioMuratori e continuati sino a' giorni nostri - volumesecondo - Venezia : G. Antonelli, 1844 - 1276 col. ;26 cm.

    CODICE ISBN: FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 gennaio 2012

    INDICE DI AFFIDABILIT: 1 0: affidabilit bassa 1: affidabilit standard 2: affidabilit buona 3: affidabilit ottima

    SOGGETTO:HIS020000 STORIA / Europa / Italia

    DIGITALIZZAZIONE:Distributed proofreaders, http://www.pgdp.net/

    REVISIONE:Claudio Paganelli, [email protected] Santamaria

    IMPAGINAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected] F. Traverso (ePub)Ugo Santamaria (revisione ePub)

    PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

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    Cole_Thomas_The_Course_of_Empire_Destruction_1836.jpg - Pubblico Dominio.

    TRATTO DA: Annali d'Italia dal principio dell'eravolgare sino all'anno 1750 / compilati da L. AntonioMuratori e continuati sino a' giorni nostri - volumesecondo - Venezia : G. Antonelli, 1844 - 1276 col. ;26 cm.

    CODICE ISBN: FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 gennaio 2012

    INDICE DI AFFIDABILIT: 1 0: affidabilit bassa 1: affidabilit standard 2: affidabilit buona 3: affidabilit ottima

    SOGGETTO:HIS020000 STORIA / Europa / Italia

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  • Liber Liber

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  • ANNALID'ITALIA

    DALPRINCIPIO DELL'ERA VOLGARE

    SINO ALL'ANNO 1750COMPILATI

    DA L. ANTONIO MURATORIE

    CONTINUATI SINO A' GIORNI NOSTRI

    VOLUME SECONDO

    www.liberliber.it

    5

    ANNALID'ITALIA

    DALPRINCIPIO DELL'ERA VOLGARE

    SINO ALL'ANNO 1750COMPILATI

    DA L. ANTONIO MURATORIE

    CONTINUATI SINO A' GIORNI NOSTRI

    VOLUME SECONDO

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  • ANNALI D'ITALIA

    DAL

    PRINCIPIO DELL'ERA VOLGARE

    SINO ALL'ANNO 1500

    Anno di {CRISTO CCCXLI. Indizione XIV.GIULIO papa 5.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 5.

    Consoli

    ANTONIO MARCELLINO e PETRONIO PROBINO.

    Un'iscrizione che si legge nella mia Raccolta1, quando pur siaindubitata reliquia dell'antichit, ci assicura dei nomi di questiconsoli, in addietro ignoti. Aurelio Celsino dal d 25 di febbraiocominci ad esercitare la prefettura di Roma. Sul fine di giugnodiede Costanzo Augusto una legge in Lauriaco2, creduto dal Go-tofredo luogo della Batavia, ma che pi verisimilmente fu il Lau-riaco, luogo insigne e colonia de' Romani, posta alle parti supe-riori del Danubio. Era questo principe divenuto signor delle Gal-

    1 Thes. Novus Inscript. pag. 377.2 L. 31 de Decurion. Cod. Theodos.

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    ANNALI D'ITALIA

    DAL

    PRINCIPIO DELL'ERA VOLGARE

    SINO ALL'ANNO 1500

    Anno di {CRISTO CCCXLI. Indizione XIV.GIULIO papa 5.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 5.

    Consoli

    ANTONIO MARCELLINO e PETRONIO PROBINO.

    Un'iscrizione che si legge nella mia Raccolta1, quando pur siaindubitata reliquia dell'antichit, ci assicura dei nomi di questiconsoli, in addietro ignoti. Aurelio Celsino dal d 25 di febbraiocominci ad esercitare la prefettura di Roma. Sul fine di giugnodiede Costanzo Augusto una legge in Lauriaco2, creduto dal Go-tofredo luogo della Batavia, ma che pi verisimilmente fu il Lau-riaco, luogo insigne e colonia de' Romani, posta alle parti supe-riori del Danubio. Era questo principe divenuto signor delle Gal-

    1 Thes. Novus Inscript. pag. 377.2 L. 31 de Decurion. Cod. Theodos.

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  • lie, e col dovette accorrere3, perch i Franchi, passato il Reno,metteano a sacco le vicine contrade romane. Abbiamo da san Gi-rolamo4 che seguirono fra que' Barbari e le armate di Costante va-rii combattimenti, ma senza dichiararsi la fortuna per alcuna delleparti. Libanio5, descrivendo a lungo i costumi e il genio de' Fran-chi d'allora, li dipinge per gente turbolenta ed inquieta, a cui il ri-poso riusciva un supplizio. Solamente nell'anno seguente ebbefine questa guerra. Tanto il medesimo san Girolamo che Idaciomettono sotto il presente anno spaventosi tremuoti che fecero tra-ballare moltissime citt dell'Oriente. Tennero in quest'anno gliariani un conciliabolo in Antiochia, per alterare i decreti sacro-santi del concilio niceno. Appena terminata fu la sacrilega loroassemblea, che il tremuoto cominci a scuotere orribilmente lamisera citt, siccome attestano Socrate6 e Sozomeno7, e quasi perun anno si andarono sentendo varie altre scosse. Non parla Teofa-ne8 se non di tre giorni, ne' quali probabilmente quella citt fu inmaggior pericolo. Lo stesso autore nota che circa questi tempiCostanzo Augusto cinse di forti mura e fortific in altre guiseAmida, citt della Mesopotamia, situata presso il fiume Tigri, ac-ciocch servisse di antemurale contro ai Persiani. Ammiano9,scrittore di maggior credito, all'incontro, scrive che molto primad'ora, cio vivente ancora il padre, Costanzo Cesare con torri emura fece divenir quel luogo un'importante fortezza, di cui sem-pre pi crebbe la popolazione e la fama ne' tempi susseguenti.Durava tuttavia la guerra coi Persiani, ovvero, se Socrate10 nons'inganna, essa ebbe principio in questi medesimi tempi; ma quali

    3 Idacius, in Fastis.4 Hieron., in Chron.5 Liban., Orat. III.6 Socrates, Histor., lib. 2, cap. 11.7 Sozomenus, Histor., lib. 3, cap. 6.8 Theophanes, in Chronogr.9 Ammianus, Histor., lib. 18, cap. 9.10 Socrat., Histor., lib. 2, cap. 25.

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    lie, e col dovette accorrere3, perch i Franchi, passato il Reno,metteano a sacco le vicine contrade romane. Abbiamo da san Gi-rolamo4 che seguirono fra que' Barbari e le armate di Costante va-rii combattimenti, ma senza dichiararsi la fortuna per alcuna delleparti. Libanio5, descrivendo a lungo i costumi e il genio de' Fran-chi d'allora, li dipinge per gente turbolenta ed inquieta, a cui il ri-poso riusciva un supplizio. Solamente nell'anno seguente ebbefine questa guerra. Tanto il medesimo san Girolamo che Idaciomettono sotto il presente anno spaventosi tremuoti che fecero tra-ballare moltissime citt dell'Oriente. Tennero in quest'anno gliariani un conciliabolo in Antiochia, per alterare i decreti sacro-santi del concilio niceno. Appena terminata fu la sacrilega loroassemblea, che il tremuoto cominci a scuotere orribilmente lamisera citt, siccome attestano Socrate6 e Sozomeno7, e quasi perun anno si andarono sentendo varie altre scosse. Non parla Teofa-ne8 se non di tre giorni, ne' quali probabilmente quella citt fu inmaggior pericolo. Lo stesso autore nota che circa questi tempiCostanzo Augusto cinse di forti mura e fortific in altre guiseAmida, citt della Mesopotamia, situata presso il fiume Tigri, ac-ciocch servisse di antemurale contro ai Persiani. Ammiano9,scrittore di maggior credito, all'incontro, scrive che molto primad'ora, cio vivente ancora il padre, Costanzo Cesare con torri emura fece divenir quel luogo un'importante fortezza, di cui sem-pre pi crebbe la popolazione e la fama ne' tempi susseguenti.Durava tuttavia la guerra coi Persiani, ovvero, se Socrate10 nons'inganna, essa ebbe principio in questi medesimi tempi; ma quali

    3 Idacius, in Fastis.4 Hieron., in Chron.5 Liban., Orat. III.6 Socrates, Histor., lib. 2, cap. 11.7 Sozomenus, Histor., lib. 3, cap. 6.8 Theophanes, in Chronogr.9 Ammianus, Histor., lib. 18, cap. 9.10 Socrat., Histor., lib. 2, cap. 25.

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  • azioni militari si facessero, non pervenuto a nostra notizia. Giabbiam detto che Costantino il Grande con varii editti e in altreguise si studi di abolir le superstizioni del paganesimo, distrussemoltissimi templi de' gentili, viet gli empii loro sagrifizii: il chevien confermato da Socrate11, da Teodoreto12, da Teofane13 e daaltri. Ma lo svellere dal cuore di tanta gente gli antichi errori eriti, difficil cosa riusciva nella pratica. Costante Augustonell'anno presente, siccome principe di massime cattoliche e dizelo cristiano, per eseguire eziandio ci che il padre gli avea pre-murosamente raccomandato, pubblic una legge, con cui, confer-mando gli editti paterni14, sotto rigorose pene abolisce i sagrifiziide' pagani, e per conseguenza ancora il culto degl'idoli. Siffattieditti, e l'esempio de' principi seguaci della legge di Cristo, furo-no quegli arieti che diedero un gran tracollo al gentilesimo, conridurlo a poco a poco all'ultima rovina. Ma se ad occhio venivameno la falsa religion de' pagani, per cura massimamentedell'Augusto Costante, andavano ben crescendo in questi tempi leforze dell'arianismo in Oriente con discapito della Chiesa cattoli-ca, per la protezion che avea preso di quella fazione l'AugustoCostanzo. Le insigni sedie episcopali di Alessandria, Antiochia eCostantinopoli vennero in questi tempi occupate da' vescovi aria-ni15: e tutte le chiese d'essa citt di Costantinopoli caddero in po-ter de' medesimi eretici. Ma intorno a ci da consultare la storiaecclesiastica. Grande solennit nel presente anno fu fatta in Anti-ochia per la dedicazione di questa magnifica cattedrale, comincia-ta da Costantino il Grande, e compiuta solamente ora per cura delsuddetto imperadore Costanzo.

    11 Idem, ibid., lib. 1, cap. 8.12 Theodoret., in Histor. Eccl.13 Theoph., Chronogr.14 L. 2, de Paganis. Cod. Theod.15 Socrat., lib. 5, cap. 7. Theoph. Cedr.

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    azioni militari si facessero, non pervenuto a nostra notizia. Giabbiam detto che Costantino il Grande con varii editti e in altreguise si studi di abolir le superstizioni del paganesimo, distrussemoltissimi templi de' gentili, viet gli empii loro sagrifizii: il chevien confermato da Socrate11, da Teodoreto12, da Teofane13 e daaltri. Ma lo svellere dal cuore di tanta gente gli antichi errori eriti, difficil cosa riusciva nella pratica. Costante Augustonell'anno presente, siccome principe di massime cattoliche e dizelo cristiano, per eseguire eziandio ci che il padre gli avea pre-murosamente raccomandato, pubblic una legge, con cui, confer-mando gli editti paterni14, sotto rigorose pene abolisce i sagrifiziide' pagani, e per conseguenza ancora il culto degl'idoli. Siffattieditti, e l'esempio de' principi seguaci della legge di Cristo, furo-no quegli arieti che diedero un gran tracollo al gentilesimo, conridurlo a poco a poco all'ultima rovina. Ma se ad occhio venivameno la falsa religion de' pagani, per cura massimamentedell'Augusto Costante, andavano ben crescendo in questi tempi leforze dell'arianismo in Oriente con discapito della Chiesa cattoli-ca, per la protezion che avea preso di quella fazione l'AugustoCostanzo. Le insigni sedie episcopali di Alessandria, Antiochia eCostantinopoli vennero in questi tempi occupate da' vescovi aria-ni15: e tutte le chiese d'essa citt di Costantinopoli caddero in po-ter de' medesimi eretici. Ma intorno a ci da consultare la storiaecclesiastica. Grande solennit nel presente anno fu fatta in Anti-ochia per la dedicazione di questa magnifica cattedrale, comincia-ta da Costantino il Grande, e compiuta solamente ora per cura delsuddetto imperadore Costanzo.

    11 Idem, ibid., lib. 1, cap. 8.12 Theodoret., in Histor. Eccl.13 Theoph., Chronogr.14 L. 2, de Paganis. Cod. Theod.15 Socrat., lib. 5, cap. 7. Theoph. Cedr.

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  • Anno di {CRISTO CCCXLII. Indizione XV.GIULIO papa 6.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 6.

    Consoli

    FLAVIO GIULIO COSTANZO AUGUSTO per la terza voltae FLAVIO GIULIO COSTANTE AUGUSTO per la seconda.

    Ad Aurelio Celsino nella prefettura di Roma succedette inquest'anno nelle calende d'aprile Mavorzio Lolliano16, il cui im-piego dur sino al d 14 di luglio, con avere per successore Acone(ossia Aconio) Catulino (ossia Catullino) Filomazio (o pur Filo-niano). All'anno presente riferisce il Gotofredo17 un editto18 diCostante Augusto, dato nel d primo di novembre, e indirizzato almedesimo Catullino prefetto di Roma, in cui ordina che, quantun-que s'abbia da abolire affatto la superstizione pagana, pure non sidemoliscano i templi situati fuori di Roma, per non levare al po-polo romano i divertimenti dei giuochi circensi e combattimentiche aveano presa la origine da que' medesimi templi. N gi pa-resse per questo raffreddato punto lo zelo di questo principe in fa-vore del cristianesimo, perch egli non altro volle che conservarle mura e le fabbriche materiali di que' templi, ma con obbligo disbarbicar tutto quel che sapeva di superstizione gentilesca, comeidoli, altari e sagrifizii. Fors'anche non dispiaceva ad alcuni ac-corti cristiani che restassero in piedi que' superbi edifizii, per con-vertirli un d in onore del vero Dio. Ma che in tanti altri luoghivenissero abbattuti i templi de' gentili, Giulio Firmico19, che circa

    16 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.17 Gothofred. Chron. Cod. Theodos.18 L. 3 de Paganis, Cod. Theod.19 Julius Firmicus, de error. prof. Rel.

    10

    Anno di {CRISTO CCCXLII. Indizione XV.GIULIO papa 6.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 6.

    Consoli

    FLAVIO GIULIO COSTANZO AUGUSTO per la terza voltae FLAVIO GIULIO COSTANTE AUGUSTO per la seconda.

    Ad Aurelio Celsino nella prefettura di Roma succedette inquest'anno nelle calende d'aprile Mavorzio Lolliano16, il cui im-piego dur sino al d 14 di luglio, con avere per successore Acone(ossia Aconio) Catulino (ossia Catullino) Filomazio (o pur Filo-niano). All'anno presente riferisce il Gotofredo17 un editto18 diCostante Augusto, dato nel d primo di novembre, e indirizzato almedesimo Catullino prefetto di Roma, in cui ordina che, quantun-que s'abbia da abolire affatto la superstizione pagana, pure non sidemoliscano i templi situati fuori di Roma, per non levare al po-polo romano i divertimenti dei giuochi circensi e combattimentiche aveano presa la origine da que' medesimi templi. N gi pa-resse per questo raffreddato punto lo zelo di questo principe in fa-vore del cristianesimo, perch egli non altro volle che conservarle mura e le fabbriche materiali di que' templi, ma con obbligo disbarbicar tutto quel che sapeva di superstizione gentilesca, comeidoli, altari e sagrifizii. Fors'anche non dispiaceva ad alcuni ac-corti cristiani che restassero in piedi que' superbi edifizii, per con-vertirli un d in onore del vero Dio. Ma che in tanti altri luoghivenissero abbattuti i templi de' gentili, Giulio Firmico19, che circa

    16 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.17 Gothofred. Chron. Cod. Theodos.18 L. 3 de Paganis, Cod. Theod.19 Julius Firmicus, de error. prof. Rel.

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  • questi tempi fioriva e scrisse i suoi libri, ce ne assicura. Fino alpresente anno sostennero i Franchi la guerra nelle Gallie contradell'Augusto Costante20. Tali percosse nondimeno dovettero ripor-tare dall'armi romane, che finalmente si ridussero a chiedere pace.Un trattato di amicizia e lega conchiuso con Costante li fece ri-passare il Reno. Libanio21 con oratoria magniloquenza lasciscritto che il solo terrore del nome di Costante obblig que' popo-li barbari ad implorare un accordo, senza dire che fossero domaticoll'armi, come scrissero tanti altri. Aggiugne ch'essi Franchi ri-ceverono dalla mano di Costante i loro principi, e stettero poiquieti per qualche tempo. Occorse nell'anno presente in Costanti-nopoli pi d'una sedizione fra i cattolici ed ariani22, da che Co-stanzo Augusto, sposata affatto la fazione degli ultimi, mand or-dine che fosse da quella cattedra cacciato Paolo vescovo cattoli-co, per introdurvi Macedonio ariano. Crebbe un d a tal segnol'impazienza e il furor della plebe cattolica, che andarono ad in-cendiar la casa di Ermogene generale dell'armi, a cui era venutol'ordine dell'imperadore di eseguir la deposizione del vescovo cat-tolico; e messe le mani addosso al medesimo Ermogene, lo stra-scinarono per la citt, e lo uccisero. Costanzo, che allora si trova-va ad Antiochia, udita cotal novit, tosto per le poste vol a Co-stantinopoli: cacci Paolo e gastig il popolo, con privarlo dellamet del grano, che per istituzione di Costantino gli era sommini-strato gratis ogni anno; cio di ottanta mila moggia o misure ri-dusse il23 dono a sole quaranta mila.

    20 Hieronymus, in Chron. Idacius, in Fastis. Socrates, lib. 2, cap. 13. Theo-ph., in Chron.

    21 Liban., Orat. III.22 Socrates, lib. 2, cap. 13. Sozomenus, Hist. Eccl. Idacius, in Fastis. Hiero-

    nym., in Chron.23 Nell'originale "in". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

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    questi tempi fioriva e scrisse i suoi libri, ce ne assicura. Fino alpresente anno sostennero i Franchi la guerra nelle Gallie contradell'Augusto Costante20. Tali percosse nondimeno dovettero ripor-tare dall'armi romane, che finalmente si ridussero a chiedere pace.Un trattato di amicizia e lega conchiuso con Costante li fece ri-passare il Reno. Libanio21 con oratoria magniloquenza lasciscritto che il solo terrore del nome di Costante obblig que' popo-li barbari ad implorare un accordo, senza dire che fossero domaticoll'armi, come scrissero tanti altri. Aggiugne ch'essi Franchi ri-ceverono dalla mano di Costante i loro principi, e stettero poiquieti per qualche tempo. Occorse nell'anno presente in Costanti-nopoli pi d'una sedizione fra i cattolici ed ariani22, da che Co-stanzo Augusto, sposata affatto la fazione degli ultimi, mand or-dine che fosse da quella cattedra cacciato Paolo vescovo cattoli-co, per introdurvi Macedonio ariano. Crebbe un d a tal segnol'impazienza e il furor della plebe cattolica, che andarono ad in-cendiar la casa di Ermogene generale dell'armi, a cui era venutol'ordine dell'imperadore di eseguir la deposizione del vescovo cat-tolico; e messe le mani addosso al medesimo Ermogene, lo stra-scinarono per la citt, e lo uccisero. Costanzo, che allora si trova-va ad Antiochia, udita cotal novit, tosto per le poste vol a Co-stantinopoli: cacci Paolo e gastig il popolo, con privarlo dellamet del grano, che per istituzione di Costantino gli era sommini-strato gratis ogni anno; cio di ottanta mila moggia o misure ri-dusse il23 dono a sole quaranta mila.

    20 Hieronymus, in Chron. Idacius, in Fastis. Socrates, lib. 2, cap. 13. Theo-ph., in Chron.

    21 Liban., Orat. III.22 Socrates, lib. 2, cap. 13. Sozomenus, Hist. Eccl. Idacius, in Fastis. Hiero-

    nym., in Chron.23 Nell'originale "in". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

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  • Anno di {CRISTO CCCXLIII. Indizione I.GIULIO papa 7.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 7.

    Consoli

    MARCO MECIO MEMMIO FURIO BABURIOCECILIANO PROCOLO e ROMOLO.

    Questa gran filza di cognomi data al primo console, cio aProcolo, si truova in un'iscrizione creduta spettante a lui, e rap-portata dal Panvinio e Grutero. Non Balburio, come essi hanno,ma Baburio viene appellato nelle schede di Ciriaco, che riferiscelo stesso marmo. Il secondo console dal suddetto Panvinio, checita un'iscrizione, vien chiamato Flavio Pisidio Romolo. Vopisco,nella Vita d'Aureliano24, ci rappresenta questo Procolo per uomoabbondante, non so se pi di ricchezze o di vanit, scrivendo es-sersi poco fa veduto il consolato di Furio Procolo solennizzatocon tale sfoggio nel circo, che non gi premii, ma patrimonii inte-ri parve che fossero donati ai vincitori nella corsa de' cavalli. Cifan conoscere tali parole in che tempo Vopisco fiorisse e scrives-se. Nella prefettura di Roma continu ancora per quest'anno Aco-nio Catullino. Dappoich la pace stabilita coi Franchi rimise lacalma in tutte le Gallie, Costante Augusto, il quale si truovava inBologna di Picardia nel gennaio dell'anno presente25, volle farsivedere anche ai popoli della Bretagna, e pass nel furore del ver-no col con tutta felicit. Se prestiam fede a Libanio26, guerra nonv'era che il chiamasse di l dal mare, ma solo timor di guerra; eda Ammiano Marcellino27 si ha abbastanza per credere che i Bar-

    24 Vopiscus, in Aurel.25 Gothofred. Chron. Cod. Theodos.26 Liban., Orat. III.27 Ammianus, lib. 20, cap. 1.

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    Anno di {CRISTO CCCXLIII. Indizione I.GIULIO papa 7.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 7.

    Consoli

    MARCO MECIO MEMMIO FURIO BABURIOCECILIANO PROCOLO e ROMOLO.

    Questa gran filza di cognomi data al primo console, cio aProcolo, si truova in un'iscrizione creduta spettante a lui, e rap-portata dal Panvinio e Grutero. Non Balburio, come essi hanno,ma Baburio viene appellato nelle schede di Ciriaco, che riferiscelo stesso marmo. Il secondo console dal suddetto Panvinio, checita un'iscrizione, vien chiamato Flavio Pisidio Romolo. Vopisco,nella Vita d'Aureliano24, ci rappresenta questo Procolo per uomoabbondante, non so se pi di ricchezze o di vanit, scrivendo es-sersi poco fa veduto il consolato di Furio Procolo solennizzatocon tale sfoggio nel circo, che non gi premii, ma patrimonii inte-ri parve che fossero donati ai vincitori nella corsa de' cavalli. Cifan conoscere tali parole in che tempo Vopisco fiorisse e scrives-se. Nella prefettura di Roma continu ancora per quest'anno Aco-nio Catullino. Dappoich la pace stabilita coi Franchi rimise lacalma in tutte le Gallie, Costante Augusto, il quale si truovava inBologna di Picardia nel gennaio dell'anno presente25, volle farsivedere anche ai popoli della Bretagna, e pass nel furore del ver-no col con tutta felicit. Se prestiam fede a Libanio26, guerra nonv'era che il chiamasse di l dal mare, ma solo timor di guerra; eda Ammiano Marcellino27 si ha abbastanza per credere che i Bar-

    24 Vopiscus, in Aurel.25 Gothofred. Chron. Cod. Theodos.26 Liban., Orat. III.27 Ammianus, lib. 20, cap. 1.

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  • bari di quella grand'isola avessero fatta almen qualche scorrerianel paese de' Romani. Per altro, che non succedessero battaglie evittorie in quelle parti, si pu argomentare dal suddetto Libanio,giacch egli di niuna fa menzione. Truovansi nulladimeno alcunemedaglie, dove egli appellato28 debellatore e trionfatore dellenazioni barbare, le quali, se non sono parti della sola bugiardaadulazione, possono indicare qualche vantaggio delle sue armi inquelle contrade ancora. Oltre di che, Giulio Firmico29, parlando aidue Augusti, dice, che dopo aver essi abbattuti i templi de' gentilinell'anno 341, Dio avea prosperate le lor armi; che aveano vinti inemici, dilatato l'imperio; che i Britanni, all'improvviso comparirdell'imperadore, s'erano intimoriti. Truovasi poi esso Augusto neld 30 di giugno ritornato a Treveri, dove data una sua legge. Cifanno poi altre leggi vedere Costanzo Augusto in Antiochia, inCizico, in Jerapoli, tutte citt dell'Asia, imperocch non gli lascia-va godere riposo la guerra sempre viva coi Persiani. Osserviamoancora in una delle sue leggi30 ch'egli chiam a militare inquest'anno i figliuoli dei veterani, purch giunti all'et di sedicianni, per bisogno certamente di quella guerra. Non so io dire qua-le credenza si meriti Teofane31, allorch scrive che circa questitempi Costanzo, dopo aver vinti gli Assirii, cio i Persiani suddet-ti, trionf. Niuno de' pi antichi e vicini storici a lui attribuisce al-cuna memorabil vittoria di que' popoli, e molto meno un verotrionfo. Abbiamo inoltre dal medesimo Teofane che la citt di Sa-lamina nell'isola di Cipri per un fierissimo tremuoto rest la mag-gior parte smantellata; siccome ancora circa questi tempi ebbeprincipio la persecuzione mossa da Sapore re di Persia contra de'cristiani abitanti ne' paesi di suo dominio.

    28 Mediob., in Numismat. Imperator.29 Julius Firmicus, de error. profan. Rel.30 L. 35, de Decur. Cod. Theod.31 Theoph., in Chronogr.

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    bari di quella grand'isola avessero fatta almen qualche scorrerianel paese de' Romani. Per altro, che non succedessero battaglie evittorie in quelle parti, si pu argomentare dal suddetto Libanio,giacch egli di niuna fa menzione. Truovansi nulladimeno alcunemedaglie, dove egli appellato28 debellatore e trionfatore dellenazioni barbare, le quali, se non sono parti della sola bugiardaadulazione, possono indicare qualche vantaggio delle sue armi inquelle contrade ancora. Oltre di che, Giulio Firmico29, parlando aidue Augusti, dice, che dopo aver essi abbattuti i templi de' gentilinell'anno 341, Dio avea prosperate le lor armi; che aveano vinti inemici, dilatato l'imperio; che i Britanni, all'improvviso comparirdell'imperadore, s'erano intimoriti. Truovasi poi esso Augusto neld 30 di giugno ritornato a Treveri, dove data una sua legge. Cifanno poi altre leggi vedere Costanzo Augusto in Antiochia, inCizico, in Jerapoli, tutte citt dell'Asia, imperocch non gli lascia-va godere riposo la guerra sempre viva coi Persiani. Osserviamoancora in una delle sue leggi30 ch'egli chiam a militare inquest'anno i figliuoli dei veterani, purch giunti all'et di sedicianni, per bisogno certamente di quella guerra. Non so io dire qua-le credenza si meriti Teofane31, allorch scrive che circa questitempi Costanzo, dopo aver vinti gli Assirii, cio i Persiani suddet-ti, trionf. Niuno de' pi antichi e vicini storici a lui attribuisce al-cuna memorabil vittoria di que' popoli, e molto meno un verotrionfo. Abbiamo inoltre dal medesimo Teofane che la citt di Sa-lamina nell'isola di Cipri per un fierissimo tremuoto rest la mag-gior parte smantellata; siccome ancora circa questi tempi ebbeprincipio la persecuzione mossa da Sapore re di Persia contra de'cristiani abitanti ne' paesi di suo dominio.

    28 Mediob., in Numismat. Imperator.29 Julius Firmicus, de error. profan. Rel.30 L. 35, de Decur. Cod. Theod.31 Theoph., in Chronogr.

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  • Anno di {CRISTO CCCXLIV. Indizione II.GIULIO papa 8.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 8.

    Consoli

    LEONZIO e SALLUSTIO.

    Nel d 11 d'aprile ad Acone, ossia Aconio, Catullino succedettenella prefettura di Roma Quinto Rustico. Nulla di considerabile cisomministra per questo anno la storia, se non che truoviamo unalegge32, con cui Costanzo Augusto concede delle esenzioni ai pro-fessori di meccanica, architettura e ai livellatori delle acque. Il ge-nio edificatorio veramente non manc a questo imperadore, edegli lasci molte suntuose fabbriche da lui fatte in Costantinopoli,Antiochia ed altri luoghi. Ma se egli coll'una mano innalzava ma-teriali edifizii nel suo dominio, coll'altra incautamente si studiavadi atterrare e distruggere la dottrina e Chiesa cattolica, lasciandosiaggirare a lor talento dai seguaci dello eresiarca Ario. Per inquesti tempi smisuratamente prevalse in Oriente la lor fazione:laddove Costante Augusto in Occidente, con dichiararsi protettoredei dogmi del concilio niceno, divenne scudo della Chiesa cattoli-ca. Se in Oriente si tenevano conciliaboli contra la fede nicena, inOccidente ancora si formavano concilii per sostenerla. Ma intornoa ci mi rimetto alla storia ecclesiastica. Intanto era flagellato daDio l'imperador Costanzo col tarlo della guerra persiana; e ben-ch Teofane33 ancora sotto quest'anno racconti che vennero allemani le due armate romana e persiana, e che gran numero di que'Barbari lasci la vita sul campo; pure, poco o nulla servirono que-

    32 L. 3 de excusat. artific.33 Theoph., in Chronogr.

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    Anno di {CRISTO CCCXLIV. Indizione II.GIULIO papa 8.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 8.

    Consoli

    LEONZIO e SALLUSTIO.

    Nel d 11 d'aprile ad Acone, ossia Aconio, Catullino succedettenella prefettura di Roma Quinto Rustico. Nulla di considerabile cisomministra per questo anno la storia, se non che truoviamo unalegge32, con cui Costanzo Augusto concede delle esenzioni ai pro-fessori di meccanica, architettura e ai livellatori delle acque. Il ge-nio edificatorio veramente non manc a questo imperadore, edegli lasci molte suntuose fabbriche da lui fatte in Costantinopoli,Antiochia ed altri luoghi. Ma se egli coll'una mano innalzava ma-teriali edifizii nel suo dominio, coll'altra incautamente si studiavadi atterrare e distruggere la dottrina e Chiesa cattolica, lasciandosiaggirare a lor talento dai seguaci dello eresiarca Ario. Per inquesti tempi smisuratamente prevalse in Oriente la lor fazione:laddove Costante Augusto in Occidente, con dichiararsi protettoredei dogmi del concilio niceno, divenne scudo della Chiesa cattoli-ca. Se in Oriente si tenevano conciliaboli contra la fede nicena, inOccidente ancora si formavano concilii per sostenerla. Ma intornoa ci mi rimetto alla storia ecclesiastica. Intanto era flagellato daDio l'imperador Costanzo col tarlo della guerra persiana; e ben-ch Teofane33 ancora sotto quest'anno racconti che vennero allemani le due armate romana e persiana, e che gran numero di que'Barbari lasci la vita sul campo; pure, poco o nulla servirono que-

    32 L. 3 de excusat. artific.33 Theoph., in Chronogr.

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  • sti pretesi vantaggi, perch pi che mai vigorosi i Persiani conti-nuarono a fare il ballo sulle terre romane, senza che mai riuscisseai Romani di cavalcare sul paese nemico. Abbiamo poi da san Gi-rolamo34 e dal suddetto Teofane che nell'anno presente Neocesa-rea, citt la pi riguardevol del Ponto, fu interamente rovesciata aterra da un orrendo tremuoto colla morte della maggior parte delpopolo, essendosi solamente salvata la cattedrale fabbricata dasan Gregorio Taumaturgo colla casa episcopale, dove esso vesco-vo e chiunque ivi si trov rimasero esenti da quello eccidio.

    Anno di {CRISTO CCCXLV. Indizione III.GIULIO papa 9.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 9.

    Consoli

    AMANZIO ed ALBINO.

    Secondo il Catalogo del Cuspiniano e del Bucherio, nel d 5 diluglio Probino fu creato prefetto di Roma. Una legge35 di Costan-te Augusto, data nel d 15 maggio, ci fa vedere questo imperadorritornato dalla Bretagna a Treveri. Per non so se sussista l'avercreduto il Tillemont36 ch'esso Augusto verso il fine del medesimomese fosse in Milano, dove invit lo sbattuto santo Atanasio, perpatrocinarlo contra la prepotenza degli ariani. Certamente comin-ci verso questi tempi il cattolico Augusto a tempestar con lettereil fratello Costanzo, acciocch si tenesse un concilio valevole a

    34 Hieronymus, in Chronico.35 L. 7 de petition. Cod. Theod.36 Tillemont, Mmoires des Empereurs et de l'Histoire Ecclesiastique.

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    sti pretesi vantaggi, perch pi che mai vigorosi i Persiani conti-nuarono a fare il ballo sulle terre romane, senza che mai riuscisseai Romani di cavalcare sul paese nemico. Abbiamo poi da san Gi-rolamo34 e dal suddetto Teofane che nell'anno presente Neocesa-rea, citt la pi riguardevol del Ponto, fu interamente rovesciata aterra da un orrendo tremuoto colla morte della maggior parte delpopolo, essendosi solamente salvata la cattedrale fabbricata dasan Gregorio Taumaturgo colla casa episcopale, dove esso vesco-vo e chiunque ivi si trov rimasero esenti da quello eccidio.

    Anno di {CRISTO CCCXLV. Indizione III.GIULIO papa 9.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 9.

    Consoli

    AMANZIO ed ALBINO.

    Secondo il Catalogo del Cuspiniano e del Bucherio, nel d 5 diluglio Probino fu creato prefetto di Roma. Una legge35 di Costan-te Augusto, data nel d 15 maggio, ci fa vedere questo imperadorritornato dalla Bretagna a Treveri. Per non so se sussista l'avercreduto il Tillemont36 ch'esso Augusto verso il fine del medesimomese fosse in Milano, dove invit lo sbattuto santo Atanasio, perpatrocinarlo contra la prepotenza degli ariani. Certamente comin-ci verso questi tempi il cattolico Augusto a tempestar con lettereil fratello Costanzo, acciocch si tenesse un concilio valevole a

    34 Hieronymus, in Chronico.35 L. 7 de petition. Cod. Theod.36 Tillemont, Mmoires des Empereurs et de l'Histoire Ecclesiastique.

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  • metter fine a tante turbolenze della Chiesa. Ma non si arriv aquesto se non nell'anno 347, siccome allora accenneremo. Da unalegge del Codice Teodosiano37 apprendiamo che l'Augusto Co-stanzo, nel d 12 di maggio del presente anno, si trovava in Nisibicitt della Mesopotamia, e, senza fallo, per accudire alla guerracoi Persiani. Abbiamo poi da san Girolamo38 e da Teofane39 chein quest'anno ancora i tremuoti cagionarono nuove rovine in variecitt. Fra le altre la marittima di Epidamno ossia di Durazzo, cittdella Dalmazia, rest quasi affatto abissata. Anche in Roma pertre giorni s gagliarde furono le scosse, che si pavent l'universalcaduta delle fabbriche. Nella Campania dodici citt andarono perterra; e l'isola, o, vogliam dire, la citt di Rodi, fieramenteanch'essa risent la medesima sciagura. Se crediamo alla CronicaAlessandrina40, Costanzo Augusto cominci in quest'anno la fab-brica delle sue terme in Costantinopoli; ma intorno a ci da ve-dere il Du-Cange41, che rapporta altre notizie spettanti aquell'insigne edifizio.

    Anno di {CRISTO CCCXLVI. Indizione IV.GIULIO papa 10.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 10.

    Consoli

    FLAVIO GIULIO COSTANZO AUGUSTO per la quarta voltae FLAVIO GIULIO COSTANTE AUGUSTO per la terza.

    37 L. 5 de exactionib. Cod. Theod.38 Hieron., in Chronico.39 Theoph., in Chronogr.40 Chronic. Alexandrinum.41 Du-Cange, Hist. Byz.

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    metter fine a tante turbolenze della Chiesa. Ma non si arriv aquesto se non nell'anno 347, siccome allora accenneremo. Da unalegge del Codice Teodosiano37 apprendiamo che l'Augusto Co-stanzo, nel d 12 di maggio del presente anno, si trovava in Nisibicitt della Mesopotamia, e, senza fallo, per accudire alla guerracoi Persiani. Abbiamo poi da san Girolamo38 e da Teofane39 chein quest'anno ancora i tremuoti cagionarono nuove rovine in variecitt. Fra le altre la marittima di Epidamno ossia di Durazzo, cittdella Dalmazia, rest quasi affatto abissata. Anche in Roma pertre giorni s gagliarde furono le scosse, che si pavent l'universalcaduta delle fabbriche. Nella Campania dodici citt andarono perterra; e l'isola, o, vogliam dire, la citt di Rodi, fieramenteanch'essa risent la medesima sciagura. Se crediamo alla CronicaAlessandrina40, Costanzo Augusto cominci in quest'anno la fab-brica delle sue terme in Costantinopoli; ma intorno a ci da ve-dere il Du-Cange41, che rapporta altre notizie spettanti aquell'insigne edifizio.

    Anno di {CRISTO CCCXLVI. Indizione IV.GIULIO papa 10.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 10.

    Consoli

    FLAVIO GIULIO COSTANZO AUGUSTO per la quarta voltae FLAVIO GIULIO COSTANTE AUGUSTO per la terza.

    37 L. 5 de exactionib. Cod. Theod.38 Hieron., in Chronico.39 Theoph., in Chronogr.40 Chronic. Alexandrinum.41 Du-Cange, Hist. Byz.

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  • Perch non si dovettero speditamente accordare i due Augustiintorno al prendere insieme il consolato, o pure a notificarlo, noitroviamo che nel Catalogo del Bucherio e in un concilio di Colo-nia per li primi mesi dell'anno presente non si contavano i consolinuovi; perci l'anno veniva indicato colla formola di dopo il con-solato di Amanzio ed Albino. Nella prefettura di Roma stette Pro-bino sino al d 26 di dicembre dell'anno presente42, ed allora inquella carica succedette Placido. Noi ricaviamo dalle leggi delCodice Teodosiano43 spettanti a quest'anno che Costante Augustoera in Cesena nel d 23 di maggio, e in Milano nel d 21 di giu-gno. Dall'Italia dovette egli passare in Macedonia, perch abbia-mo una legge di lui data in Tessalonica nel d 6 di dicembre. Perconto dell'Augusto Costanzo, egli non altrove comparisce che inCostantinopoli, dove conferm o pur concedette molte esenzioniagli ecclesiastici. All'anno presente riferisce san Girolamo44 lafabbrica del porto di Seleucia, citt famosa della Soria, poche mi-glia distante da Antiochia, capitale dell'Oriente. Anche Giulia-no4546 e Libanio47 parlano di questa impresa, che riusc d'incredi-bile spesa al pubblico, perch per formare quel porto non gi allasboccatura del fiume Oronte, come talun suppone, ma bens allastessa Seleucia, convenne tagliar molti scogli e un pezzo di mon-tagna, che impedivano l'accesso alle navi, e rendevano pericolosae poco utile una specie di porto che quivi anche antecedentementeera. Perch la corte dell'imperador Costanzo per lo pi soggiorna-va in Antiochia, di incredibil comodo e ricchezza riusc dipoi aquella citt il vicino porto di Seleucia. Teofane48 aggiugne che

    42 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.43 Gothofred., Chronolog. Cod. Theodos.44 Hieron., in Chron.45 Julian., Orat. I.46 Nell'originale "Giuno". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]47 Liban., Orat. III.48 Theophanes, Chronogr.

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    Perch non si dovettero speditamente accordare i due Augustiintorno al prendere insieme il consolato, o pure a notificarlo, noitroviamo che nel Catalogo del Bucherio e in un concilio di Colo-nia per li primi mesi dell'anno presente non si contavano i consolinuovi; perci l'anno veniva indicato colla formola di dopo il con-solato di Amanzio ed Albino. Nella prefettura di Roma stette Pro-bino sino al d 26 di dicembre dell'anno presente42, ed allora inquella carica succedette Placido. Noi ricaviamo dalle leggi delCodice Teodosiano43 spettanti a quest'anno che Costante Augustoera in Cesena nel d 23 di maggio, e in Milano nel d 21 di giu-gno. Dall'Italia dovette egli passare in Macedonia, perch abbia-mo una legge di lui data in Tessalonica nel d 6 di dicembre. Perconto dell'Augusto Costanzo, egli non altrove comparisce che inCostantinopoli, dove conferm o pur concedette molte esenzioniagli ecclesiastici. All'anno presente riferisce san Girolamo44 lafabbrica del porto di Seleucia, citt famosa della Soria, poche mi-glia distante da Antiochia, capitale dell'Oriente. Anche Giulia-no4546 e Libanio47 parlano di questa impresa, che riusc d'incredi-bile spesa al pubblico, perch per formare quel porto non gi allasboccatura del fiume Oronte, come talun suppone, ma bens allastessa Seleucia, convenne tagliar molti scogli e un pezzo di mon-tagna, che impedivano l'accesso alle navi, e rendevano pericolosae poco utile una specie di porto che quivi anche antecedentementeera. Perch la corte dell'imperador Costanzo per lo pi soggiorna-va in Antiochia, di incredibil comodo e ricchezza riusc dipoi aquella citt il vicino porto di Seleucia. Teofane48 aggiugne che

    42 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.43 Gothofred., Chronolog. Cod. Theodos.44 Hieron., in Chron.45 Julian., Orat. I.46 Nell'originale "Giuno". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]47 Liban., Orat. III.48 Theophanes, Chronogr.

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  • Costanzo con altre fabbriche ampli ed adorn la stessa citt diSeleucia; ed inoltre abbell la citt di Antarado nella Fenicia, laquale prese allora il nome di Costanza. Mentre poi esso AugustoCostanzo impiegava in questa maniera i suoi pensieri e i tesori,cavati dalle viscere dei sudditi, dietro alle fabbriche, il re di PersiaSapore non lasciava in ozio la forza delle sue armi; e per, secon-doch scrive il suddetto Teofane, nell'anno presente si port per laseconda volta all'assedio della citt di Nisibi nella Mesopotamia.Vi stette sotto settantotto giorni, e, non ostante tutti i suoi sforzi,fu in fine obbligato a vergognosamente levare il campo e ritirarsi.Nella Cronica di san Girolamo un tale assedio vien riferitoall'anno seguente. Ma cotanto hanno gli antichi moltiplicato il nu-mero degli assedii di Nisibi con discordia fra loro, che non si sache credere. Verisimilmente un solo assedio fin qui fu fatto, ciose sussiste il gi accennato all'anno 338, un altro non sar da ag-giugnere all'anno presente. Parleremo, andando innanzi, d'altri as-sedii di quella citt. Pare che in quest'anno accadesse una sedizio-ne in Costantinopoli, per cui quel governatore Alessandro restferito, e se ne fugg ad Eraclea. Tornossene ben egli fra poco alsuo impiego, ma poco stette ad esser deposto da Costanzo, consuccedergli in quel governo Limenio. Libanio49 quegli che ci haconservata questa notizia, e che sparla forte d'esso Limenio, per-ch il buon sofista fu cacciato da Costantinopoli d'ordine suo.

    Anno di {CRISTO CCCXLVII. Indizione V.GIULIO papa 11.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 11.

    Consoli

    49 Liban., in ejus vita.

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    Costanzo con altre fabbriche ampli ed adorn la stessa citt diSeleucia; ed inoltre abbell la citt di Antarado nella Fenicia, laquale prese allora il nome di Costanza. Mentre poi esso AugustoCostanzo impiegava in questa maniera i suoi pensieri e i tesori,cavati dalle viscere dei sudditi, dietro alle fabbriche, il re di PersiaSapore non lasciava in ozio la forza delle sue armi; e per, secon-doch scrive il suddetto Teofane, nell'anno presente si port per laseconda volta all'assedio della citt di Nisibi nella Mesopotamia.Vi stette sotto settantotto giorni, e, non ostante tutti i suoi sforzi,fu in fine obbligato a vergognosamente levare il campo e ritirarsi.Nella Cronica di san Girolamo un tale assedio vien riferitoall'anno seguente. Ma cotanto hanno gli antichi moltiplicato il nu-mero degli assedii di Nisibi con discordia fra loro, che non si sache credere. Verisimilmente un solo assedio fin qui fu fatto, ciose sussiste il gi accennato all'anno 338, un altro non sar da ag-giugnere all'anno presente. Parleremo, andando innanzi, d'altri as-sedii di quella citt. Pare che in quest'anno accadesse una sedizio-ne in Costantinopoli, per cui quel governatore Alessandro restferito, e se ne fugg ad Eraclea. Tornossene ben egli fra poco alsuo impiego, ma poco stette ad esser deposto da Costanzo, consuccedergli in quel governo Limenio. Libanio49 quegli che ci haconservata questa notizia, e che sparla forte d'esso Limenio, per-ch il buon sofista fu cacciato da Costantinopoli d'ordine suo.

    Anno di {CRISTO CCCXLVII. Indizione V.GIULIO papa 11.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 11.

    Consoli

    49 Liban., in ejus vita.

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  • RUFINO ed EUSEBIO.

    Abbiamo dal Catalogo di Cuspiniano, ossia del Bucherio, chenel d 12 di giugno dell'anno presente Placido lasci la prefetturadi Roma, e in suo luogo subentr Ulpio Limenio, il quale nellostesso tempo esercitava la carica di prefetto del pretorio nell'Ita-lia. Pi che mai truovandosi sconcertata la Chiesa di Dio inOriente per la prepotenza degli ariani, a' quali l'ingannato Costan-zo Augusto prestava ogni possibil favore, e vedendosi di qua e dil comparire in Italia i vescovi banditi, per implorar soccorso dalromano pontefice Giulio e dal cattolico imperador Costante: fi-nalmente in quest'anno si sper il rimedio a tanti disordini. Nonmeno il pontefice che Costante picchiarono tanto, che l'AugustoCostanzo acconsent che si tenesse un solenne concilio50 di vesco-vi, al giudizio e parere de' quali fosse rimessa la cura di questepiaghe. Ottenne Costante che fosse eletta per luogo del concilioSerdica, chiamata anche Sardica, citt di sua giurisdizione, e nongi, come pens il cardinal Baronio51, di quella di Costanzo, per-ch capitale della Dacia novella, la quale nelle divisioni era tocca-ta a Costante. Quivi dunque fu celebrato un riguardevolissimoconcilio, dove tanto pel dogma cattolico, quanto per la disciplinaecclesiastica, furono fatti bei regolamenti, e fra le altre cose con-fermato il gius delle appellazioni alla sede apostolica, e proferitasentenza in favore di santo Atanasio e d'altri vescovi cattolici; macon poco frutto, perch Costanzo, ammaliato dagli ariani, in bre-ve guast tutto, e pi che mai continuarono le divisioni e gli scon-certi. Due sole leggi spettanti ad esso Costanzo cel fanno vederenel marzo in Ancira di Galazia, e nel maggio in Jerapoli della So-ria. Di Costante Augusto nulla si sa sotto l'anno presente, se nonche probabilmente egli dimor nelle Gallie, dove santo Atanasio

    50 Labbe, Collection Concilior.51 Baron., in Annalib. Eccl.

    19

    RUFINO ed EUSEBIO.

    Abbiamo dal Catalogo di Cuspiniano, ossia del Bucherio, chenel d 12 di giugno dell'anno presente Placido lasci la prefetturadi Roma, e in suo luogo subentr Ulpio Limenio, il quale nellostesso tempo esercitava la carica di prefetto del pretorio nell'Ita-lia. Pi che mai truovandosi sconcertata la Chiesa di Dio inOriente per la prepotenza degli ariani, a' quali l'ingannato Costan-zo Augusto prestava ogni possibil favore, e vedendosi di qua e dil comparire in Italia i vescovi banditi, per implorar soccorso dalromano pontefice Giulio e dal cattolico imperador Costante: fi-nalmente in quest'anno si sper il rimedio a tanti disordini. Nonmeno il pontefice che Costante picchiarono tanto, che l'AugustoCostanzo acconsent che si tenesse un solenne concilio50 di vesco-vi, al giudizio e parere de' quali fosse rimessa la cura di questepiaghe. Ottenne Costante che fosse eletta per luogo del concilioSerdica, chiamata anche Sardica, citt di sua giurisdizione, e nongi, come pens il cardinal Baronio51, di quella di Costanzo, per-ch capitale della Dacia novella, la quale nelle divisioni era tocca-ta a Costante. Quivi dunque fu celebrato un riguardevolissimoconcilio, dove tanto pel dogma cattolico, quanto per la disciplinaecclesiastica, furono fatti bei regolamenti, e fra le altre cose con-fermato il gius delle appellazioni alla sede apostolica, e proferitasentenza in favore di santo Atanasio e d'altri vescovi cattolici; macon poco frutto, perch Costanzo, ammaliato dagli ariani, in bre-ve guast tutto, e pi che mai continuarono le divisioni e gli scon-certi. Due sole leggi spettanti ad esso Costanzo cel fanno vederenel marzo in Ancira di Galazia, e nel maggio in Jerapoli della So-ria. Di Costante Augusto nulla si sa sotto l'anno presente, se nonche probabilmente egli dimor nelle Gallie, dove santo Atanasio

    50 Labbe, Collection Concilior.51 Baron., in Annalib. Eccl.

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  • fu a ritrovarlo, prima di passare al concilio di Serdica.

    Anno di {CRISTO CCCXLVIII. Indizione VI.GIULIO papa 12.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 12.

    Consoli

    FLAVIO FILIPPO e FLAVIO SALIO o SALIA.

    Perch s'era introdotto il costume che cadauno de' due Augustieleggesse il suo console, si pu perci conghietturare che questoFilippo console orientale fosse quel medesimo che nel CodiceTeodosiano e in altri monumenti delle antichit si truova prefettodel pretorio d'Oriente, uomo crudele e partigiano spasimato degliariani, come s'ha da san Girolamo52: del che ricevette egli il gasti-go da Dio anche nella vita presente, siccome vedremo. Eraquest'anno il millesimo centesimo dalla fondazione di Roma, es'aspettavano i Romani quelle feste che in altri tempi furono fattedal paganesimo per celebrare un tal anno. Niuna cura di ci siprese il cristianissimo Costante Augusto, nemico delle supersti-zioni: del che si duole Aurelio Vittore53, con farci anche conosce-re che il millesimo di Roma era stato nell'anno di Cristo 248 so-lennizzato sotto Filippo Augusto. Per lo contrario, esso imperado-re, veggendo che non venivano ristabiliti nelle lor chiese santoAtanasio e gli altri vescovi cattolici, dichiarati innocenti nel con-cilio di Serdica54, prese talmente a cuore gl'interessi della Chiesa

    52 Hieron., in Chronico.53 Aurel. Vict., de Caesarib.54 Theodoretus, Hist., lib. 1. cap. 28. Socrat., Histor., lib. 2, cap. 21.

    20

    fu a ritrovarlo, prima di passare al concilio di Serdica.

    Anno di {CRISTO CCCXLVIII. Indizione VI.GIULIO papa 12.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 12.

    Consoli

    FLAVIO FILIPPO e FLAVIO SALIO o SALIA.

    Perch s'era introdotto il costume che cadauno de' due Augustieleggesse il suo console, si pu perci conghietturare che questoFilippo console orientale fosse quel medesimo che nel CodiceTeodosiano e in altri monumenti delle antichit si truova prefettodel pretorio d'Oriente, uomo crudele e partigiano spasimato degliariani, come s'ha da san Girolamo52: del che ricevette egli il gasti-go da Dio anche nella vita presente, siccome vedremo. Eraquest'anno il millesimo centesimo dalla fondazione di Roma, es'aspettavano i Romani quelle feste che in altri tempi furono fattedal paganesimo per celebrare un tal anno. Niuna cura di ci siprese il cristianissimo Costante Augusto, nemico delle supersti-zioni: del che si duole Aurelio Vittore53, con farci anche conosce-re che il millesimo di Roma era stato nell'anno di Cristo 248 so-lennizzato sotto Filippo Augusto. Per lo contrario, esso imperado-re, veggendo che non venivano ristabiliti nelle lor chiese santoAtanasio e gli altri vescovi cattolici, dichiarati innocenti nel con-cilio di Serdica54, prese talmente a cuore gl'interessi della Chiesa

    52 Hieron., in Chronico.53 Aurel. Vict., de Caesarib.54 Theodoretus, Hist., lib. 1. cap. 28. Socrat., Histor., lib. 2, cap. 21.

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  • cattolica, che risentitamente sopra ci scrisse al fratello Costanzo,con giugnere a minacciare di romperla con lui per questo. Un lin-guaggio s fatto mise il cervello a partito a Costanzo, il quale per-ci parte nel presente e parte nel seguente anno consent al ritornodi que' vescovi alle lor chiese. Per quanto si pu ricavare da santoAtanasio55, esso imperadore Costante venne a Milano nell'annocorrente, e l'Augusto Costanzo fu in Edessa di Mesopotamia. SanGirolamo56 e Idazio57 riferiscono sotto quest'anno la battaglia for-midabile succeduta fra i Romani e Persiani presso Singara nellasuddetta Mesopotamia. Ma il Gotofredo e i padri Arduino e Pagihan creduto che questa appartenga piuttosto all'anno 345, perchGiuliano Apostata58 lasci scritto che sei anni dopo d'essa batta-glia salt su il tiranno Magnenzio; e questi senza fallo comincile sue scene nell'anno 350. All'incontro il Petavio, Arrigo Valesioe il Tillemont, appoggiati al testo espresso de' suddetti due storici,han rapportato quell'avvenimento all'anno presente, e credutoqualche fallo nel testo dell'orazion di Giuliano. A me ancora sem-bra pi verisimile l'ultima opinione, perch Libanio59 ne parl inmaniera circa l'anno 349, che fece intendere quel combattimentocome azione accaduta di fresco, e non gi alcuni anni prima, ecombattimento ultimo, che ne suppone degli altri antecedenti. Lostesso Gotofredo60 riconobbe per recitata nell'anno 349 quellaorazione di Libanio in lode dei due Augusti Costanzo e Costante,di modo che nel testo di Giuliano si pu credere scappato per ne-gligenza de' copisti un sexto in vece di tertio.

    Il fatto, in poche parole, fu cos. Dopo il secondo assedio diNisibi dovette seguir qualche tregua fra i Romani e i Persiani; ma

    55 Athan., in Apolog.56 Hieron., in Chron.57 Idacius, in Fastis.58 Julian., Orat. I.59 Liban., Orat. III.60 Gothofr., Chron. Cod. Theodos.

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    cattolica, che risentitamente sopra ci scrisse al fratello Costanzo,con giugnere a minacciare di romperla con lui per questo. Un lin-guaggio s fatto mise il cervello a partito a Costanzo, il quale per-ci parte nel presente e parte nel seguente anno consent al ritornodi que' vescovi alle lor chiese. Per quanto si pu ricavare da santoAtanasio55, esso imperadore Costante venne a Milano nell'annocorrente, e l'Augusto Costanzo fu in Edessa di Mesopotamia. SanGirolamo56 e Idazio57 riferiscono sotto quest'anno la battaglia for-midabile succeduta fra i Romani e Persiani presso Singara nellasuddetta Mesopotamia. Ma il Gotofredo e i padri Arduino e Pagihan creduto che questa appartenga piuttosto all'anno 345, perchGiuliano Apostata58 lasci scritto che sei anni dopo d'essa batta-glia salt su il tiranno Magnenzio; e questi senza fallo comincile sue scene nell'anno 350. All'incontro il Petavio, Arrigo Valesioe il Tillemont, appoggiati al testo espresso de' suddetti due storici,han rapportato quell'avvenimento all'anno presente, e credutoqualche fallo nel testo dell'orazion di Giuliano. A me ancora sem-bra pi verisimile l'ultima opinione, perch Libanio59 ne parl inmaniera circa l'anno 349, che fece intendere quel combattimentocome azione accaduta di fresco, e non gi alcuni anni prima, ecombattimento ultimo, che ne suppone degli altri antecedenti. Lostesso Gotofredo60 riconobbe per recitata nell'anno 349 quellaorazione di Libanio in lode dei due Augusti Costanzo e Costante,di modo che nel testo di Giuliano si pu credere scappato per ne-gligenza de' copisti un sexto in vece di tertio.

    Il fatto, in poche parole, fu cos. Dopo il secondo assedio diNisibi dovette seguir qualche tregua fra i Romani e i Persiani; ma

    55 Athan., in Apolog.56 Hieron., in Chron.57 Idacius, in Fastis.58 Julian., Orat. I.59 Liban., Orat. III.60 Gothofr., Chron. Cod. Theodos.

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  • gli ultimi, poco curanti delle promesse e de' giuramenti61, si anda-rono disponendo per far nuovi sforzi, e questi divamparono dipoiin questo anno. O sia che Costanzo non volesse o pure che nonpotesse impedire i passi di cos possente armata, col mezzo di treponti gittati sul fiume Tigri entrarono i Persiani nella Mesopota-mia, e vennero sino ad un luogo vicino a Singara, citt di quellecontrade, nel bollore della state. V'era in persona lo stesso re Sa-pore. Costanzo, a cui non erano ignoti i preparamenti de' nemici,s'affrett anche egli ad unir gente da tutte le parti, ed essendo poimarciato con tutto il suo sforzo contra d'essi, and ad accamparsipoche miglia lungi da loro. Stettero le due armate per qualchetempo senza far nulla, quando i Romani impazientatisi un giorno,dopo essere stati in ordinanza di battaglia fin passato il mezzod,si mossero, senza poter essere ritenuti da Costanzo Augusto, perassalire il campo nemico. Contuttoch fosse gi sera, cominciaro-no inferociti il combattimento, n la notte pot ritenerli dal mena-re le mani. Ruppero le prime schiere nemiche; forzarono ancoraalcuni loro trincieramenti con molta strage d'essi Persiani; fecerogran bottino; ed ebbero fin prigione il principe primogenito del reSapore, che fu poi barbaramente ucciso, se pure, come vuol RufoFesto62, egli non lasci la vita nel bollore della battaglia. Era lanotte, tempo poco proprio per combattere, e per Costanzo a furiachiamava alla ritirata le sue genti; ma ebbe un bel dire, un bel gri-dare. Perch verisimilmente i suoi sapevano che pi innanzi sitrovava qualche fiumicello o canale vegnente dal Tigri, siccomemorti dalla sete, seguitarono i fuggitivi Persiani, ed arrivatiall'acqua, ad altro non attesero che ad abbeverarsi. Allora gli ar-cieri persiani postati in quel sito un tal nembo di saette scaricaro-no contro degli affollati Romani, che molti vi perirono, e chi pot,ben in fretta se ne torn indietro. Aveano questi ultimi, per atte-

    61 Liban., Orat. III.62 Rufus Festus, in Breviar.

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    gli ultimi, poco curanti delle promesse e de' giuramenti61, si anda-rono disponendo per far nuovi sforzi, e questi divamparono dipoiin questo anno. O sia che Costanzo non volesse o pure che nonpotesse impedire i passi di cos possente armata, col mezzo di treponti gittati sul fiume Tigri entrarono i Persiani nella Mesopota-mia, e vennero sino ad un luogo vicino a Singara, citt di quellecontrade, nel bollore della state. V'era in persona lo stesso re Sa-pore. Costanzo, a cui non erano ignoti i preparamenti de' nemici,s'affrett anche egli ad unir gente da tutte le parti, ed essendo poimarciato con tutto il suo sforzo contra d'essi, and ad accamparsipoche miglia lungi da loro. Stettero le due armate per qualchetempo senza far nulla, quando i Romani impazientatisi un giorno,dopo essere stati in ordinanza di battaglia fin passato il mezzod,si mossero, senza poter essere ritenuti da Costanzo Augusto, perassalire il campo nemico. Contuttoch fosse gi sera, cominciaro-no inferociti il combattimento, n la notte pot ritenerli dal mena-re le mani. Ruppero le prime schiere nemiche; forzarono ancoraalcuni loro trincieramenti con molta strage d'essi Persiani; fecerogran bottino; ed ebbero fin prigione il principe primogenito del reSapore, che fu poi barbaramente ucciso, se pure, come vuol RufoFesto62, egli non lasci la vita nel bollore della battaglia. Era lanotte, tempo poco proprio per combattere, e per Costanzo a furiachiamava alla ritirata le sue genti; ma ebbe un bel dire, un bel gri-dare. Perch verisimilmente i suoi sapevano che pi innanzi sitrovava qualche fiumicello o canale vegnente dal Tigri, siccomemorti dalla sete, seguitarono i fuggitivi Persiani, ed arrivatiall'acqua, ad altro non attesero che ad abbeverarsi. Allora gli ar-cieri persiani postati in quel sito un tal nembo di saette scaricaro-no contro degli affollati Romani, che molti vi perirono, e chi pot,ben in fretta se ne torn indietro. Aveano questi ultimi, per atte-

    61 Liban., Orat. III.62 Rufus Festus, in Breviar.

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  • stato di Festo63, accese varie fiaccole che servirono mirabilmenteai nemici per meglio bersagliargli. Giuliano, avendo preso inquella orazione64 a tessere le lodi dell'Augusto Costanzo, non par-la che di pochi Romani restati in quel conflitto. Libanio65 slargaun po' pi la bocca. Per lo contrario, Ammiano Marcellino66,anch'egli vivente allora, e che volea poco bene a Costanzo, scriveche grande strage fu ivi fatta delle soldatesche romane: il che sipu anche dedurre da Rufo Festo. Altro non dice Eutropio67, senon che i Romani per loro caparbiet si lasciarono togliere dimano una sicura vittoria; e le di lui parole furono copiate da sanGirolamo68. Tutti poi gli storici van d'accordo in dire che il re Sa-pore prese la fuga; n mai si credette in salvo, finch non ebbepassato il fiume Tigri. Giuliano pretende che anche prima dellazuffa quel valoroso re, al solo mirar da lungi la poderosa armatade' Romani, battesse la ritirata, e lasciasse il comando al figliuolo,che poi miseramente mor. Del pari certo che non tardarono iPersiani a levar il campo nel giorno seguente, e a ritirarsi precipi-tosamente di l dal Tigri, con rompere tosto i ponti per paura diessere inseguiti dai creduti vincitori Romani. Sicch, se essi Ro-mani non poterono cantar la vittoria, n pure i loro nemici ebberocampo di attribuirla a s stessi. E san Girolamo nota che di novebattaglie succedute durante la guerra suddetta coi Persiani, questafu la pi riguardevole e sanguinosa; ed essa almen per allora fecesvanire i boriosi disegni del re nemico, il quale, senza aver presacitt o fortezza alcuna, malconcio si ridusse al suo paese.

    63 Idem, ibidem.64 Julian., Orat. I.65 Liban., Orat. III.66 Ammianus, lib. 18, cap. 5.67 Eutrop., in Brev.68 Hieron., in Chron.

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    stato di Festo63, accese varie fiaccole che servirono mirabilmenteai nemici per meglio bersagliargli. Giuliano, avendo preso inquella orazione64 a tessere le lodi dell'Augusto Costanzo, non par-la che di pochi Romani restati in quel conflitto. Libanio65 slargaun po' pi la bocca. Per lo contrario, Ammiano Marcellino66,anch'egli vivente allora, e che volea poco bene a Costanzo, scriveche grande strage fu ivi fatta delle soldatesche romane: il che sipu anche dedurre da Rufo Festo. Altro non dice Eutropio67, senon che i Romani per loro caparbiet si lasciarono togliere dimano una sicura vittoria; e le di lui parole furono copiate da sanGirolamo68. Tutti poi gli storici van d'accordo in dire che il re Sa-pore prese la fuga; n mai si credette in salvo, finch non ebbepassato il fiume Tigri. Giuliano pretende che anche prima dellazuffa quel valoroso re, al solo mirar da lungi la poderosa armatade' Romani, battesse la ritirata, e lasciasse il comando al figliuolo,che poi miseramente mor. Del pari certo che non tardarono iPersiani a levar il campo nel giorno seguente, e a ritirarsi precipi-tosamente di l dal Tigri, con rompere tosto i ponti per paura diessere inseguiti dai creduti vincitori Romani. Sicch, se essi Ro-mani non poterono cantar la vittoria, n pure i loro nemici ebberocampo di attribuirla a s stessi. E san Girolamo nota che di novebattaglie succedute durante la guerra suddetta coi Persiani, questafu la pi riguardevole e sanguinosa; ed essa almen per allora fecesvanire i boriosi disegni del re nemico, il quale, senza aver presacitt o fortezza alcuna, malconcio si ridusse al suo paese.

    63 Idem, ibidem.64 Julian., Orat. I.65 Liban., Orat. III.66 Ammianus, lib. 18, cap. 5.67 Eutrop., in Brev.68 Hieron., in Chron.

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  • Anno di {CRISTO CCCXLIX. Indizione VII.GIULIO papa 13.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 13.

    Consoli

    ULPIO LIMENIO e ACONE ossia ACONIO CATULINOFILOMAZIO o FILONIANO.

    Dal Catalogo de' prefetti di Roma, pubblicato dal Cuspiniano edal Bucherio69, abbiamo che il console Limenio seguit ad essereprefetto di Roma e prefetto del pretorio sino al d 8 di aprile. Re-starono vacanti queste due dignit, senza che se ne sappia il per-ch, sino al d 18 di maggio, in cui tutte e due furono conferite adErmogene. Dall'Apologia di sant'Atanasio70 si pu ricavare cheCostante Augusto ne' primi mesi di quest'anno soggiornasse nelleGallie; perch il santo vescovo, chiamato da71 lui, si port colprima di passare ad Alessandria, giacch finalmente di consensodell'imperadore Costanzo egli ricuper in quest'anno la sedia sua.Truovasi poi Costante in Sirmio della Pannonia nel d 27 di mag-gio, ci apparendo da una sua legge. Libanio72 anche egli attestache questo principe nell'anno presente visit le citt d'essa Panno-nia. Quanto all'Augusto Costanzo, apprendiamo dalle leggi delCodice Teodosiano ch'egli nel principio d'aprile soggiornava inAntiochia, e da Emesa scrisse a sant'Atanasio per sollecitarlo atornarsene in Oriente. Alcune leggi da lui date in quest'anno cifan conoscere la premura di lui per reclutar le milizie sue, e perben disciplinarle. Imperciocch i Persiani, con tutte le percossepatite nell'anno precedente, non rallentavano punto le disposizioni

    69 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.70 Athan., in Apolog.71 Nell'originale "de". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]72 Liban., Orat. III.

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    Anno di {CRISTO CCCXLIX. Indizione VII.GIULIO papa 13.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 13.

    Consoli

    ULPIO LIMENIO e ACONE ossia ACONIO CATULINOFILOMAZIO o FILONIANO.

    Dal Catalogo de' prefetti di Roma, pubblicato dal Cuspiniano edal Bucherio69, abbiamo che il console Limenio seguit ad essereprefetto di Roma e prefetto del pretorio sino al d 8 di aprile. Re-starono vacanti queste due dignit, senza che se ne sappia il per-ch, sino al d 18 di maggio, in cui tutte e due furono conferite adErmogene. Dall'Apologia di sant'Atanasio70 si pu ricavare cheCostante Augusto ne' primi mesi di quest'anno soggiornasse nelleGallie; perch il santo vescovo, chiamato da71 lui, si port colprima di passare ad Alessandria, giacch finalmente di consensodell'imperadore Costanzo egli ricuper in quest'anno la sedia sua.Truovasi poi Costante in Sirmio della Pannonia nel d 27 di mag-gio, ci apparendo da una sua legge. Libanio72 anche egli attestache questo principe nell'anno presente visit le citt d'essa Panno-nia. Quanto all'Augusto Costanzo, apprendiamo dalle leggi delCodice Teodosiano ch'egli nel principio d'aprile soggiornava inAntiochia, e da Emesa scrisse a sant'Atanasio per sollecitarlo atornarsene in Oriente. Alcune leggi da lui date in quest'anno cifan conoscere la premura di lui per reclutar le milizie sue, e perben disciplinarle. Imperciocch i Persiani, con tutte le percossepatite nell'anno precedente, non rallentavano punto le disposizioni

    69 Cuspinianus. Panvinius. Bucherius.70 Athan., in Apolog.71 Nell'originale "de". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]72 Liban., Orat. III.

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  • per seguitar le guerra, divenuta oramai una perniciosa cancrenade' Romani in quelle parti; imperciocch anno non pass, duranteil regno di Costanzo, in cui egli fosse esente dalle minaccie ed in-cursioni di quella nemica e potente nazione, ora con vantaggio, edora con isvantaggio delle sue genti. Intorno a che convien osser-vare due diverse figure che fecero i due pagani Giuliano Aposta-ta73 e Libanio74. Finch visse Costanzo, l'eloquenza loro trov deiluoghi topici per esaltare il di lui valore e la sua condotta in fare esostenere quella guerra. Ma da che egli compi la carriera de' suoigiorni, amendue se ne fecero beffe, e formarono di lui un ben di-verso ritratto. All'udir questi due adulatori, Costanzo pi voltegitt dei ponti sul fiume Tigri, e pass anche sulle terre nemiche,tal terrore spargendo ne' Persiani, che non osavano di lasciarsi ve-dere per difendersi dai saccheggi. Passava egli il verno in Antio-chia, e nella state era in campagna contro i nemici, i quali si sti-mavano felici se potevano fuggire e nascondersi dal valore diquesto augusto eroe. Che se riusc talvolta a coloro di riportarqualche vantaggio sopra i Romani, fu solamente per mezzod'imboscate, e col mancare alle tregue. Passato poi all'altra vitaesso Costanzo, mut linguaggio il sofista Libanio, con dire che alui non mancavano gi buone milizie per vincere i Persiani, mabens un cuore di principe e una testa di capitano. Alla primaveracomparivano i nemici per assediar qualche fortezza, e Costanzoaspettava la state per uscire in campagna; ed usciva, non gi perandar contra di loro con tutto il suo magnifico apparato, ma perfuggir con diligenza, informandosi studiosamente a tal fine de' lormovimenti per ischivarli; di maniera che terminava ordinariamen-te la campagna in tornarsene i Persiani alle lor case pieni di spo-glie dei miseri abitanti della Mesopotamia: dopo di che Costanzosi lasciava vedere per le citt e luoghi saccheggiati, quasich lavenuta sua avesse messo lo spavento in cuore ai nemici, e fattili

    73 Julian., Orat. I et II.74 Liban., Orat. III.

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    per seguitar le guerra, divenuta oramai una perniciosa cancrenade' Romani in quelle parti; imperciocch anno non pass, duranteil regno di Costanzo, in cui egli fosse esente dalle minaccie ed in-cursioni di quella nemica e potente nazione, ora con vantaggio, edora con isvantaggio delle sue genti. Intorno a che convien osser-vare due diverse figure che fecero i due pagani Giuliano Aposta-ta73 e Libanio74. Finch visse Costanzo, l'eloquenza loro trov deiluoghi topici per esaltare il di lui valore e la sua condotta in fare esostenere quella guerra. Ma da che egli compi la carriera de' suoigiorni, amendue se ne fecero beffe, e formarono di lui un ben di-verso ritratto. All'udir questi due adulatori, Costanzo pi voltegitt dei ponti sul fiume Tigri, e pass anche sulle terre nemiche,tal terrore spargendo ne' Persiani, che non osavano di lasciarsi ve-dere per difendersi dai saccheggi. Passava egli il verno in Antio-chia, e nella state era in campagna contro i nemici, i quali si sti-mavano felici se potevano fuggire e nascondersi dal valore diquesto augusto eroe. Che se riusc talvolta a coloro di riportarqualche vantaggio sopra i Romani, fu solamente per mezzod'imboscate, e col mancare alle tregue. Passato poi all'altra vitaesso Costanzo, mut linguaggio il sofista Libanio, con dire che alui non mancavano gi buone milizie per vincere i Persiani, mabens un cuore di principe e una testa di capitano. Alla primaveracomparivano i nemici per assediar qualche fortezza, e Costanzoaspettava la state per uscire in campagna; ed usciva, non gi perandar contra di loro con tutto il suo magnifico apparato, ma perfuggir con diligenza, informandosi studiosamente a tal fine de' lormovimenti per ischivarli; di maniera che terminava ordinariamen-te la campagna in tornarsene i Persiani alle lor case pieni di spo-glie dei miseri abitanti della Mesopotamia: dopo di che Costanzosi lasciava vedere per le citt e luoghi saccheggiati, quasich lavenuta sua avesse messo lo spavento in cuore ai nemici, e fattili

    73 Julian., Orat. I et II.74 Liban., Orat. III.

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  • ritirare. In somma ci rappresentano Costanzo per un vile coniglio;e pur troppo, se si ha da parlare schietto, contuttoch, siccome ab-biam veduto, san Girolamo75 parli di nove combattimenti seguitiin tutto il corso di questa guerra fra i Romani e i Persiani; pureogni storico76 in fine confessa che l'armi di Costanzo non cantaro-no mai vittoria alcuna, anzi ebbero sempre delle busse; e che iPersiani presero e saccheggiarono or questa, or quella citt, fecerogran copia di prigioni; e quantunque d'essi ancora fosse talvoltafatta strage, secondo le vicende giornaliere della guerra, pure sen-za paragone fu il danno patito dalle armate e terre romane. Edecco in succinto un'idea della lunghissima guerra di Costanzo coiPersiani, guerra infelice per lui, perch principe sprovveduto dicoraggio e saper militare, e perch egli aveva ancora dei non lievipeccati che meritavano poco l'assistenza di Dio per felicitarlo inquesta vita. Abbiamo da Teofane77 che un fiero tremuoto diroccin quest'anno la maggior parte della citt di Berito nella Fenicia, ilche fu cagione che molti di que' pagani ricorressero alla chiesa echiedessero il battesimo. Ma costoro dipoi, separatisi dai cristiani,fecero una assemblea, dove praticavano le cerimonie imparate daessi, vivendo nel rimanente da pagani.

    Anno di {CRISTO CCCL. Indizione VIII.GIULIO papa 14.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 14.

    Consoli

    75 Hieron., in Chron.76 Ammianus. Socrates. Festus. Eutropius et alii.77 Theophan., in Chronogr.

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    ritirare. In somma ci rappresentano Costanzo per un vile coniglio;e pur troppo, se si ha da parlare schietto, contuttoch, siccome ab-biam veduto, san Girolamo75 parli di nove combattimenti seguitiin tutto il corso di questa guerra fra i Romani e i Persiani; pureogni storico76 in fine confessa che l'armi di Costanzo non cantaro-no mai vittoria alcuna, anzi ebbero sempre delle busse; e che iPersiani presero e saccheggiarono or questa, or quella citt, fecerogran copia di prigioni; e quantunque d'essi ancora fosse talvoltafatta strage, secondo le vicende giornaliere della guerra, pure sen-za paragone fu il danno patito dalle armate e terre romane. Edecco in succinto un'idea della lunghissima guerra di Costanzo coiPersiani, guerra infelice per lui, perch principe sprovveduto dicoraggio e saper militare, e perch egli aveva ancora dei non lievipeccati che meritavano poco l'assistenza di Dio per felicitarlo inquesta vita. Abbiamo da Teofane77 che un fiero tremuoto diroccin quest'anno la maggior parte della citt di Berito nella Fenicia, ilche fu cagione che molti di que' pagani ricorressero alla chiesa echiedessero il battesimo. Ma costoro dipoi, separatisi dai cristiani,fecero una assemblea, dove praticavano le cerimonie imparate daessi, vivendo nel rimanente da pagani.

    Anno di {CRISTO CCCL. Indizione VIII.GIULIO papa 14.COSTANZO eCOSTANTE imperadori 14.

    Consoli

    75 Hieron., in Chron.76 Ammianus. Socrates. Festus. Eutropius et alii.77 Theophan., in Chronogr.

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  • SERGIO e NIGRINIANO.

    Ad Ermogene nella prefettura di Roma succedette nel d 27 difebbraio78 Tiberio Fabio Tiziano. Funestissimi furono gli avveni-menti e le rivoluzioni di quest'anno specialmente per la sventuratamorte di Costanzo Augusto. Truovavasi egli nelle Gallie, e perchregnava la pace fra tutti i popoli, il familiare suo divertimentoconsisteva nella caccia, dietro alla quale era perduto: il che dico-no alcuni fatto per tenersi con questo esercizio sempre dispostoper le occorrenze e fatiche della guerra. Non bad egli che nel suostesso seno nudriva de' pi fieri nemici. Magno Magnenzio (cosil miriamo nominato nei marmi e nelle medaglie), capitano alloradi una o due compagnie delle guardie, prevalendosi della disat-tenzione del principe, quegli fu79 che nella citt di Autun tramuna congiura contra la vita di lui, con tirar nel suo partito Marcel-lino, presidente della camera angustale, Cresto ed altri uffizialidella milizia. Venuto il d destinato a fare scoppiar la mina, cio ild 18 di gennaio, come s'ha da Idazio e dalla Cronica Alessandri-na, Marcellino (se pur non fu lo stesso Magnenzio), col pretestodi solennizzare il giorno natalizio di un suo figliuolo, invit l'uffi-zialit ad un lauto convito, e massimamente Magnenzio. Dopoaver costoro ben rallegrato il cuore, e fatto durare il banchettosino ad una parte della notte, Magnenzio alzatosi, e ritiratosi inuna camera, quivi si vest della porpora imperiale, e poi torn afarsi vedere in quell'abito ai convitati. Una parte d'essi gi con-giurata l'acclam Augusto; gli altri per le parole e promessedell'usurpatore si lasciarono anche essi condurre a riconoscerlotale. Presa poi la cassa del principe, coll'impiego di quel danaroseppe Magnenzio guadagnar le milizie quivi acquartierate e il po-polo di Autun, e qualche cavalleria venuta di fresco dall'Illirico.

    78 Bucher., in Catalogo.79 Idacius, in Fast. Zosimus, lib. 2, cap. 42. Zonar., in Eutrop. Aurelius Vic-

    tor. Socrat. et alii.

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    SERGIO e NIGRINIANO.

    Ad Ermogene nella prefettura di Roma succedette nel d 27 difebbraio78 Tiberio Fabio Tiziano. Funestissimi furono gli avveni-menti e le rivoluzioni di quest'anno specialmente per la sventuratamorte di Costanzo Augusto. Truovavasi egli nelle Gallie, e perchregnava la pace fra tutti i popoli, il familiare suo divertimentoconsisteva nella caccia, dietro alla quale era perduto: il che dico-no alcuni fatto per tenersi con questo esercizio sempre dispostoper le occorrenze e fatiche della guerra. Non bad egli che nel suostesso seno nudriva de' pi fieri nemici. Magno Magnenzio (cosil miriamo nominato nei marmi e nelle medaglie), capitano alloradi una o due compagnie delle guardie, prevalendosi della disat-tenzione del principe, quegli fu79 che nella citt di Autun tramuna congiura contra la vita di lui, con tirar nel suo partito Marcel-lino, presidente della camera angustale, Cresto ed altri uffizialidella milizia. Venuto il d destinato a fare scoppiar la mina, cio ild 18 di gennaio, come s'ha da Idazio e dalla Cronica Alessandri-na, Marcellino (se pur non fu lo stesso Magnenzio), col pretestodi solennizzare il giorno natalizio di un suo figliuolo, invit l'uffi-zialit ad un lauto convito, e massimamente Magnenzio. Dopoaver costoro ben rallegrato il cuore, e fatto durare il banchettosino ad una parte della notte, Magnenzio alzatosi, e ritiratosi inuna camera, quivi si vest della porpora imperiale, e poi torn afarsi vedere in quell'abito ai convitati. Una parte d'essi gi con-giurata l'acclam Augusto; gli altri per le parole e promessedell'usurpatore si lasciarono anche essi condurre a riconoscerlotale. Presa poi la cassa del principe, coll'impiego di quel danaroseppe Magnenzio guadagnar le milizie quivi acquartierate e il po-polo di Autun, e qualche cavalleria venuta di fresco dall'Illirico.

    78 Bucher., in Catalogo.79 Idacius, in Fast. Zosimus, lib. 2, cap. 42. Zonar., in Eutrop. Aurelius Vic-

    tor. Socrat. et alii.

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  • Proclamato che fu imperadore l'indegno Magnenzio, non differpunto d'inviar gente per levar la vita all'Augusto Costante, con faranche tener serrate le porte della citt, affinch niuno uscendo glirecasse l'avviso della nata ribellione, e lasciando solamente l'aditoa chi voleva entrarvi. Secondo Zonara, fu ucciso il misero Co-stante verso il fiume Rodano, dove, ritrovato a dormire stanco perle fatiche della caccia, da questo pass ad un pi lungo sonno. Maconvengono i pi antichi storici80 in dire ch'egli, non ostante laprecauzion presa dal tiranno, fu immediatamente avvertito dellasucceduta novit; e per, deposti gli abiti e le insegne imperiali,fugg con isperanza di salvarsi in Ispagna. Ma avendogli tenutodietro Gaisone con alquanti cavalieri scelti per ordine di Magnen-zio, il raggiunse ad Elena, castello vicino ai monti Pirenei, a cuiCostantino il Grande suo padre avea dato questo nome in onordella madre, e quivi il trucid. Presero di qui motivo alcunid'inventar una favola, narrata poi da Zonara81 come una verit,cio che dagli strologhi fu predetto a Costantino suo padre chequesto figliuolo morrebbe in seno dell'avola, cio di sant'Elena.Morta ella prima di Costante, fu derisa la predizione suddetta, chepoi in altra maniera si verific, con essere egli stato svenato nelsuddetto castello in et di soli trent'anni.

    Come il costume, dopo la morte di questo sventurato princi-pe, chi ne fece elogi, e chi mille iniquit raccont o, per dir me-glio, invent della sua persona. Si pu ben credere che i partigianidi Magnenzio non lasciarono via alcuna per iscreditar lui, e nellostesso tempo scusare, se era possibile, la rivolta detestabile del ti-ranno. E perch egli fu principe zelante della religione cristiana,non da stupire se gli scrittori pagani82, cio Eutropio, AurelioVittore e il velenoso Zosimo, l'infamarono a tutto potere, attri-buendogli gran copia di vizii. E Zonara poi, prestando fede a Zo-

    80 Zosimus. Idacius. Hieron. Aurel. Victor.81 Zonaras, in Annal.82 Athanasius, in Apolog. Optatus, lib. 3.

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    Proclamato che fu imperadore l'indegno Magnenzio, non differpunto d'inviar gente per levar la vita all'Augusto Costante, con faranche tener serrate le porte della citt, affinch niuno uscendo glirecasse l'avviso della nata ribellione, e lasciando solamente l'aditoa chi voleva entrarvi. Secondo Zonara, fu ucciso il misero Co-stante verso il fiume Rodano, dove, ritrovato a dormire stanco perle fatiche della caccia, da questo pass ad un pi lungo sonno. Maconvengono i pi antichi storici80 in dire ch'egli, non ostante laprecauzion presa dal tiranno, fu immediatamente avvertito dellasucceduta novit; e per, deposti gli abiti e le insegne imperiali,fugg con isperanza di salvarsi in Ispagna. Ma avendogli tenutodietro Gaisone con alquanti cavalieri scelti per ordine di Magnen-zio, il raggiunse ad Elena, castello vicino ai monti Pirenei, a cuiCostantino il Grande suo padre avea dato questo nome in onordella madre, e quivi il trucid. Presero di qui motivo alcunid'inventar una favola, narrata poi da Zonara81 come una verit,cio che dagli strologhi fu predetto a Costantino suo padre chequesto figliuolo morrebbe in seno dell'avola, cio di sant'Elena.Morta ella prima di Costante, fu derisa la predizione suddetta, chepoi in altra maniera si verific, con essere egli stato svenato nelsuddetto castello in et di soli trent'anni.

    Come il costume, dopo la morte di questo sventurato princi-pe, chi ne fece elogi, e chi mille iniquit raccont o, per dir me-glio, invent della sua persona. Si pu ben credere che i partigianidi Magnenzio non lasciarono via alcuna per iscreditar lui, e nellostesso tempo scusare, se era possibile, la rivolta detestabile del ti-ranno. E perch egli fu principe zelante della religione cristiana,non da stupire se gli scrittori pagani82, cio Eutropio, AurelioVittore e il velenoso Zosimo, l'infamarono a tutto potere, attri-buendogli gran copia di vizii. E Zonara poi, prestando fede a Zo-

    80 Zosimus. Idacius. Hieron. Aurel. Victor.81 Zonaras, in Annal.82 Athanasius, in Apolog. Optatus, lib. 3.

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  • simo, denigr anch'egli non poco la di lui memoria. Sopra gli altriesso Zosimo il descrive per un cane verso de' suoi sudditi, trattan-doli con inaudita crudelt, ed aggravandoli con eccessive impo-ste, e tenendo al suo servigio dei Barbari, ai quali permetteval'usare ogni sorta di violenza. Il tacciano ancora d'una sfrenata li-bidine, e fin della pi abbominevole, di una sordida avarizia, e diavere sprezzato le persone militari. Sopra tutto dicono ch'eglisommamente pregiudic a s stesso colla cattiva scelta dei gover-natori delle provincie, vendendo le cariche, e che specialmente iperversi suoi ministri gli tirarono addosso l'odio di ognuno; dimodo che divenne insopportabile il suo governo. Pu darsi cheparte di tanti vizii non fosse sognata, ma pi verisimilmente anco-ra si dee credere che con alcune verit sieno mescolate molte ca-lunnie. Certamente gli autori cristiani83 parlano con lode di questoprincipe, gran difensore della religione cattolica contro gli arianie donatisti, propagatore del Cristianesimo, e che non cessava diesercitar la sua liberalit verso i sacri templi. Confessano gli stes-si pagani84 che gran pruove diede egli del suo valore in varie con-giunture, e che era assai temuto dai popoli della Germania. Liba-nio85 poi, nell'orazione recitata nell'anno precedente, di lui viventefa un bell'elogio, rappresentandolo come principe attivo, vigilan-te, sobrio, e nemico, non solamente degli eccessi del vino e dellefemmine, ma anche dei teatri e d'altri simili divertimenti. Pare, insomma, che buona parte de' disordini nascesse non da lui, perchla poca sanit sua, per essere gottoso di mani e di piedi, non glipermetteva di far molto, ma bens da' suoi cattivi ministri. Co-munque sia, non dovettero mancar dei reati di Costante nel tribu-nale di Dio; e grande soprattutto ne sarebbe stato uno, se fossevero, cio che ingiustamente e a tradimento egli avesse procuratala morte del suo maggior fratello Costantino: del che parlammo di

    83 Victor, in Epitome. Victor, de Caesarib. Eutrop., in Breviar.84 Aurelius Victor. Eutropius.85 Liban., Orat. III.

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    simo, denigr anch'egli non poco la di lui memoria. Sopra gli altriesso Zosimo il descrive per un cane verso de' suoi sudditi, trattan-doli con inaudita crudelt, ed aggravandoli con eccessive impo-ste, e tenendo al suo servigio dei Barbari, ai quali permetteval'usare ogni sorta di violenza. Il tacciano ancora d'una sfrenata li-bidine, e fin della pi abbominevole, di una sordida avarizia, e diavere sprezzato le persone militari. Sopra tutto dicono ch'eglisommamente pregiudic a s stesso colla cattiva scelta dei gover-natori delle provincie, vendendo le cariche, e che specialmente iperversi suoi ministri gli tirarono addosso l'odio di ognuno; dimodo che divenne insopportabile il suo governo. Pu darsi cheparte di tanti vizii non fosse sognata, ma pi verisimilmente anco-ra si dee credere che con alcune verit sieno mescolate molte ca-lunnie. Certamente gli autori cristiani83 parlano con lode di questoprincipe, gran difensore della religione cattolica contro gli arianie donatisti, propagatore del Cristianesimo, e che non cessava diesercitar la sua liberalit verso i sacri templi. Confessano gli stes-si pagani84 che gran pruove diede egli del suo valore in varie con-giunture, e che era assai temuto dai popoli della Germania. Liba-nio85 poi, nell'orazione recitata nell'anno precedente, di lui viventefa un bell'elogio, rappresentandolo come principe attivo, vigilan-te, sobrio, e nemico, non solamente degli eccessi del vino e dellefemmine, ma anche dei teatri e d'altri simili divertimenti. Pare, insomma, che buona parte de' disordini nascesse non da lui, perchla poca sanit sua, per essere gottoso di mani e di piedi, non glipermetteva di far molto, ma bens da' suoi cattivi ministri. Co-munque sia, non dovettero mancar dei reati di Costante nel tribu-nale di Dio; e grande soprattutto ne sarebbe stato uno, se fossevero, cio che ingiustamente e a tradimento egli avesse procuratala morte del suo maggior fratello Costantino: del che parlammo di

    83 Victor, in Epitome. Victor, de Caesarib. Eutrop., in Breviar.84 Aurelius Victor. Eutropius.85 Liban., Orat. III.

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  • sopra. Non si sa ch'egli lasciasse dopo di s figliuoli. E n purebbe moglie. Avea ben egli contratti gli sponsali con Olimpiadefigliuola di Ablavio, primo ministro di suo padre, ma di teneraet, e per la di lui morte violenta non si effettuarono le nozze.Questa giovinetta fu poi data da Costanzo in moglie ad Arsace redell'Armenia, che se ne compiacque assaissimo, come di un insi-gne favore, siccome attesta Ammiano86. Ma a sant'Atanasio87 par-ve uno strano mancamento di rispetto al fratello l'aver CostanzoAugusto maritata con un Barbaro chi era stata considerata qualmoglie dell'imperador Costante.

    Rest dunque l'usurpatore Magnenzio padrone delle Gallie,alle quali tennero dietro le Spagne e la Bretagna; ed essendosiegli affrettato a spedir truppe, regali e larghe promesse in Italia88,trasse ancor queste provincie colla Sicilia e coll'altre isole, ed an-che l'Africa alla sua divozione. Ch'egli, dopo aver ucciso Costan-te, scrivesse a nome di lui varie lettere agli uffiziali lontani, che oper lo merito loro, o per l'amore a Costanzo potessero disapprovarl'assunzione suo al trono, e che per istrada li facesse uccidere, loscrive Zonara89, ma con poca verisimiglianza. Certo bens cheMagnenzio, considerando il bisogno ch'egli aveva di buone brac-cia per sostenersi nell'usurpata signoria, confer dipoi, cionell'anno seguente, il titolo di Cesare a Decenzio, che, secondo ilgiovane Vittore90, era suo parente, o pure suo fratello, come vuoll'altro Vittore91 ed Eutropio92. Questi si trova nelle monete93 appel-lato Magno Decenzio. Similmente diede dipoi il nome di Cesare aDesiderio suo fratello, di cui si trova ancora qualche medaglia, se

    86 Ammianus Marcellinus, lib. 20, cap. 11.87 Athanasius, in Epistol. ad Solitar.88 Julian., Orat. I. Zosimus, lib. 2, cap. 43.89 Zonar., in Annal.90 Aurelius Victor, in Epitome.91 Idem, de Caesarib.92 Eutrop., in Breviar.93 Mediobarbus, Numismat. Imper.

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    sopra. Non si sa ch'egli lasciasse dopo di s figliuoli. E n purebbe moglie. Avea ben egli contratti gli sponsali con Olimpiadefigliuola di Ablavio, primo ministro di suo padre, ma di teneraet, e per la di lui morte violenta non si effettuarono le nozze.Questa giovinetta fu poi data da Costanzo in moglie ad Arsace redell'Armenia, che se ne compiacque assaissimo, come di un insi-gne favore, siccome attesta Ammiano86. Ma a sant'Atanasio87 par-ve uno strano mancamento di rispetto al fratello l'aver CostanzoAugusto maritata con un Barbaro chi era stata considerata qualmoglie dell'imperador Costante.

    Rest dunque l'usurpatore Magnenzio padrone delle Gallie,alle quali tennero dietro le Spagne e la Bretagna; ed essendosiegli affrettato a spedir truppe, regali e larghe promesse in Italia88,trasse ancor queste provincie colla Sicilia e coll'altre isole, ed an-che l'Africa alla sua divozione. Ch'egli, dopo aver ucciso Costan-te, scrivesse a nome di lui varie lettere agli uffiziali lontani, che oper lo merito loro, o per l'amore a Costanzo potessero disapprovarl'assunzione suo al trono, e che per istrada li facesse uccidere, loscrive Zonara89, ma con poca verisimiglianza. Certo bens cheMagnenzio, considerando il bisogno ch'egli aveva di buone brac-cia per sostenersi nell'usurpata signoria, confer dipoi, cionell'anno seguente, il titolo di Cesare a Decenzio, che, secondo ilgiovane Vittore90, era suo parente, o pure suo fratello, come vuoll'altro Vittore91 ed Eutropio92. Questi si trova nelle monete93 appel-lato Magno Decenzio. Simi