Carissimi Amici di Catavento, noi del Centro missionario Vi auguriamo uno splendido Natale dove la luce del presepio brilli un po’ più luminosa delle tenebre che avvolgono il nostro mondo e che si appiccicano ai nostri abiti e ai nostri corpi; che oscurano i nostri occhi così da impedirci di vedere quegli uomini e quelle donne, quei bimbi, che si avvicinano alle nostre case e alle nostre città. Auguriamo a tutti di vedere il cuore di Dio che in questo bimbo chiamato Gesù e in tutti i bambini batte festoso in attesa di un’alba più umana. Ci auguriamo che gli sforzi di tutti gli uomini e delle donne di buona volontà, riesca a lenire alcune sofferenze e a risanare le ferite e le lacerazioni che colpiscono alla cieca. Preghiamo perché nessuno tenga conto del male ricevuto delle incomprensioni e delle contraddizioni che ci abitano e possa in questo Natale distendersi accanto al bue e all’asinello e contemplare da quel punto di vista quella famiglia spaventata e spogliata di dignità. Onorata da una visita così strana e imprevista. Preghiamo che gli angeli del “SI” si diano da fare per convincere milioni di esseri umani ad andare a Betlemme per vedere personal- mente il da farsi. Vi ringraziamo carissimi per essere stati anche quest’anno a rincor- rere quei discepoli missionari che Gesù ha mandato tra noi per di- sturbarci un po’ e iniettarci l’antidoto della fantasia, della poesia e della musica. Soprattutto la PACE vi accompagni in questi giorni e con il nuovo anno diventi la compagna del vostro lungo viaggio. Vi auguriamo Buon Natale con la migliore colonna sonora che co- noscete e desiderate ascoltare. Ci uniamo alle zampogne e ai flauti che cantano la Gloria di Dio che come sempre è riassunta nelle pa- role di Gesù: “SONO VENUTO PERCHE’ TUTTI ABBIANO LA VITA IN ABBONDANZA!” Nell’attesa di riverderVi e riabbracciarVi, vi spediamo i nostri migliori auguri di NATALE, Ivrea 25 dicembre 2016 IL CENTRO MISSIONARIO Che ciascuno di noi, come Abramo alle Querce di Mamre si dia da fare per accogliere nel miglior modo quegli ospiti venuti da lontano. Che cia- scuno sappia ricevere quei pastori un po’ rozzi e sfaccendati che circo- lano tra noi e orientarli come farebbero un padre e una madre con i loro figli.