GIUSEPPE SCHIRO CARATTERISTICHE DEI CANONI DI ANDREA CRETESE STUDIO SU ALCUNE COMPOSIZIONI INEDITE DEL MELODE Non si annuncia affatto una novita quando si dica che diversi canoni di Andrea Cretese sono ancora inediti. Trovarne i testi non e poi impresa difficile: lo studioso leggendo con attenzione la parte dedicata ai «codices hymnici» del catalogo del Rocchi puo rilevarne gli estremi di alcuni di essix, e ancor piu comodamente puo acce- dere all’ elenco degli «inedita» offertoci dall’ Emereau* 2 o alia ras- segna piu circostanziata dell’ Evstratiadis3. Piuttosto, motivo di sorpresa e problema da risolvere puo costituire il fatto che tante composizioni del presunto creatore dello stesso genere innografico e dell’ autore del celebrato «grande canone»4 siano state escluse dai Minea ufficiali e posposte a canoni di innografi posteriori. Su questa strana circostanza, che poi si verifica anche per altri famosi melodi, si rileveranno, per cio che riguarda Andrea, alcune spiegazioni in questo stesso studio: le altre saranno esposte nel la- voro in corso sulla «irmologia e metrica dei canoni». ABBREVIAZIONI: Μ = Μηναία τοϋ δλου ενιαυτού. Έν Ρώμη, 1888-1901. 6 νοίΐ. A = Μηναίον τοϋ...κατ’ άρχαίαν μέν νεωστί δέ τυ.τωθεί- σαν διάταξιν τής αγίας τοϋ Χριστού Μεγάλης ’Εκκλη- σίας- έπιστασίρ Γεωργίου Γ. Γέγδε. Άθήναι. 12 voll. Ε = Σ. Εύστρατιάδου - Είρμολόγιον. Chennevieres - sur Marne, 1932. χ) A. Rocchi, Codices cryptenses seu abbatiae Cryptae Ferratae in Tusculano - illustrati et digesti. Tusculani (1883) 289-410. 2) fimereau, Hymnographi Byzantini, Echos d’ Orient, nn. 127-128 (1922) 267-271. L’ A. segui la falsariga di L. Petit, Andre de Crete, Di- ctionnaire de Archiologie chretienne et de liturgie. I, 2034-2041. Di alcuni canoni tramandati da codici dell’ Italia Meridionale v. G. S c h i r 6 - A. G o n z a t o. Per una edizione di «Analecta hymnica e codicibus eruta Ita- liae inferioris»: Akten des XI. internationalen Byzantinisten - Kongresses, Munchen (1958) 545 - 555. 3) Σ. Εύστρατιάδου, Ποιητα'ι καί ύμνογράφοι τής ορθοδόξου εκκλη- σίας. ’Εν Ίεροσολύμοις (1940) 552 - 583. 4) Consta di 250 strofi: Ρ. G. 97, 1329 - 1385; Τριώδιον έν Ρώμη (1879), 463-491. ΚΡΗΤΙΚΑ ΧΡΟΝΙΚΑ ΙΣΤ’ 8 Institutional Repository - Library & Information Centre - University of Thessaly 08/12/2017 06:44:31 EET - 137.108.70.7 brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk provided by University of Thessaly Institutional Repository
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Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese: studio su alcune … · 2017. 12. 8. · 114 G. Schirb: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese Trattenerci sulla vita e gli orientamenti
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GIUSEPPE SCHIRO
CARATTERISTICHE DEI CANONI DI ANDREA CRETESE
STUDIO SU ALCUNE COMPOSIZIONI INEDITE DEL MELODE
Non si annuncia affatto una novita quando si dica che diversi canoni di Andrea Cretese sono ancora inediti. Trovarne i testi non e poi impresa difficile: lo studioso leggendo con attenzione la parte dedicata ai «codices hymnici» del catalogo del Rocchi puo rilevarne gli estremi di alcuni di essix, e ancor piu comodamente puo acce- dere all’ elenco degli «inedita» offertoci dall’ Emereau* 2 o alia ras- segna piu circostanziata dell’ Evstratiadis3. Piuttosto, motivo di sorpresa e problema da risolvere puo costituire il fatto che tante composizioni del presunto creatore dello stesso genere innografico e dell’ autore del celebrato «grande canone»4 siano state escluse dai Minea ufficiali e posposte a canoni di innografi posteriori.
Su questa strana circostanza, che poi si verifica anche per altri famosi melodi, si rileveranno, per cio che riguarda Andrea, alcune spiegazioni in questo stesso studio: le altre saranno esposte nel la- voro in corso sulla «irmologia e metrica dei canoni».
χ) A. Rocchi, Codices cryptenses seu abbatiae Cryptae Ferratae in Tusculano - illustrati et digesti. Tusculani (1883) 289-410.
2) fimereau, Hymnographi Byzantini, Echos d’ Orient, nn. 127-128 (1922) 267-271. L’ A. segui la falsariga di L. Petit, Andre de Crete, Di- ctionnaire de Archiologie chretienne et de liturgie. I, 2034-2041. Di alcuni canoni tramandati da codici dell’ Italia Meridionale v. G. S c h i r 6 - A. G o n z a t o. Per una edizione di «Analecta hymnica e codicibus eruta Ita- liae inferioris»: Akten des XI. internationalen Byzantinisten - Kongresses, Munchen (1958) 545 - 555.
114 G. Schirb: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
Trattenerci sulla vita e gli orientamenti dottrinari di Andrea non lo riteniamo qui necessario. Ci limitiamo a rimandare alia bi- bliografia piu essenzialeB: perche a noi in questa sede interessano solo alcuni problemi innografici. Indispensabili saranno certamente dei dati cronologici, ma per essi ci avvarremo del quadro, tuttora valido, ricostruito dal Vailhe6.
Non e inutile intanto ribadire che la vecchia opinione, riecheg- giata dal Petit e da studiosi piu a noi vicini, e secondo la quale <de merite principal d’ Andre c’ est d’ avoir ete Γ initiateur de la poe- sie des canons»7, debba essere accantonata. Oggi si preferisce credere che il canone non e che la risultanza della evoluzione di quel- la parte del mattutino in cui antifonicamente si alternavano versi delle odi bibliche a tropari dedicati alia commemorazione o festi- vita del giorno, evoluzione che elimino la prassi responsoriale e, di- sincagliando i tropari dalla dipendenza ai versi delle odi bibliche, confer! ai tropari stessi una struttura compatta e indipendente8.
6) Fonti: la vita scritta da Niceta patrizio in Papadopoulos Ke- r a m e v s, Άνάλεκτα ίεροσολυμιτικής σταχυολογίας. Έν Πετρουπόλει V (1898) 169- 179; ad essa si connette la biografia redatta da Macario Makris (B. Λ α ο ύ ρ δ a, Κριμικά Χρονικά VII (1953) 66 - 74. Inedito e Γ encomio traman- dato dal cd. ateniese 2560-sec. XI-ff. 85v-95v: (Ehrhard, Ueberliefe- rung u. Bestand der hagiographischen u. homiletischen Literatur der grie- chischen Kirche, III, 798) e F altro di Giuseppe Calotheto nel cd. di s. Atanasio dei Caliviti n. 28, f. 288 (N. B e η, ’Ιωσήφ ΚαλοΟέτης καί αναγραφή έργων αΰτοϋ. Β. Ζ, XVII (1908) 90. A. Heisenberg, Ein iambisches Gedicht des Andreas von Creta, Β. Ζ. X. (1901) 505 - 514. B. H. G.2 ed. H a 1 k i n, I, 34. - Notizie d’ assieme : Krumbacher, GBL2, 673; K r tiger, Realencyklopadie ftir protestantische Theologie, 3 ed. (1896) I, 516; E. Marin, Diet, de Theol. cath. I (1900) 1822 - 1884; O. Bardenhe- wer, Geschichte der altkirchlichen Literatur V, Freiburg (1932) 152- 157. L. Petit, o. c.; S. G. Mercati, Enc. It., Ill, 202,
6) S. V a i 1 h έ. Saint Andre de Crete, Echos d’ Orient, V, 378 ss. Gli estremi fondamentali sono: a Damasco nel 660; a Gerusalemme, ove entro nel monastero del S. Sepolcro 676 - 675; autunno del 685 a Costantinopoli, ove fu diacono nella Grande Chiesa e istruttore all’ orfanotrofio; arcive- scovo di Gortina nel 711; morto il 4 luglio del 740. Sull’ anno di morte si trovera discordanza col Krumbacher che la poneva intorno al 726, col Krti- ger e il Marin che la credettero avvenuta nel 720.
’) Le Petit, o. c. col. 2035.8) A. Bautnstark, Liturgie compare. Principes et methodes pour 1'e-
tude historique des liturgies chretienne. 3 ed. Chevetogne et Paris (1953) 27; 39-42. Ma fondamentale per la conoscenza dell’ uso nell’ antichita delle odi bibliche e dei processi evolutivi che diedero origine al canone έ lo stu-
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G. Schirb: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese 115
Ogni gruppo di codesti tropari venne tuttavia introdotto da una strofe - εί,ρμός - il cui contenuto si richiamava all’ ode biblica eli- minata e il cui motivo metrico-melodico serviva di modello ai tropari che ne seguivano.
La simultaneity della fioritura di canoni dovuta all’ opera di insigni melodi coevi indirizzo qualche studioso del secolo scorso a cercare il creatore del canone fra il piu anziano - relativamente-di costoro. Cos! mentre il Papadopulos Keramevs9 e P lkonomou10 * considerarono piu vecchio Andrea, P Evstratiadis, invece, preferi, indotto anche dalla suggestione della maggior fortuna fra i contem- poranei e i posteri, dare la palma della priorita nel tempo, e quindi della creazione del canone, a Giovanni Damascenou. Oggi questo
pio di H. Schneider, Die biblische Oden im christliehen Altertum. Biblica, Roma XXX (1949) 28 - 65; 239 - 272; 433 -452; 479-500. Con partico- lare riguardo al canone il cap. 4: «Der Plaz der Neun Oden in der Psalmo- die des 6. Ihs.; cap. 5 «Odentroparien des 6. u. 7. Jhs.; cap. 6o «Die poe- tischen Neun - Oden - Kanones des 8. Jhs. pp. 259-266. Sulla struttura del canone; L. T a r d o, L’ antica melurgia bizantina. Grottaferrata (1938) 34; R. C a n t a r e 11 a, Poeti bizantini. Milano, II (1948) 34 - 35; E. W e 1 1 e s z, A history of byzantine music and hymnography. Oxford (1949) 168 ss.
10) Περ'ι τών Ο' ερμηνευτών, IV, 744.u) Precisiamo anzitutto che Γ Evstratiadis non parla veramente di ca
none, ma di «τών ειρμών εφευρέτης» (Είρμολόγιον, σελ. α' : Ποιηταί, 24, 546). Ma, date le intenzioni dello studioso, i due termini si equivalgono perche e P ειρμός che determina la nascita del canone nella struttura defini- tiva. Nel considerare poi che il Damasceno, pur contemporaneo era tuttavia nato prima di Andrea (645) e morto dopo (749), non pensb affatto alia cir- costanza importantissima che egli, uomo di governo nell’ alta amministra- zione dei Califfi, lascib il mondo al tempo di Omar II (a. 717-720), quan- do cioe era uomo maturo, e che solo allora-pur non escludendo del tutto precedenti creazioni suggerite dalla sua religiosita, - pote meglio consacrarsi, in armonia alia vita monastica, alia composizione di inni sacri. Quando il Damasceno entrb nel monastero di s. Saba, Andrea era arcivescovo di Gor- tina da 6-9 anni (Vailhe, o. c. 384) e monaco da 37-40, e poteva aver com- posto-e presumibile-la maggior parte dei suoi inni. Quindi la priorita cro- nologica del Damasceno invocata dall’ Evstratiadis, perde valore e si traduce come prova a favore di Andrea. La valutazione d’ ordine estetico «μόνον το μουσικόν και ποιητικόν τού Δαμασκηνού Ίωάννου κύρος ήτο ικανόν νά έπιβάλη εις τήν Εκκλησίαν τάς νέας ταύτας μορφας τών ρσμάτων» Είρμ. α': Ποιηταί... 21, 546) non e argomento valido: Γ autorita in campo musicale e poetico poteva essere, come lo e stata, il motivo della grande diffusione degli irmi, ma non la prova p6r attribuire la paternita del canone al Damasceno.
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116 G. Schiro : Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
problema non esiste piu e Γ accenno da noi fatto non ha altro sco- po se non di illustrare la figura di Andrea quale risultava nella tra- dizione fino a poco tempo addietro.
Rimanendo sempre nel campo delle vecchie opinioni, vorremmo inoltre sperare che non prenda piede la supposizione, espressa dallo stesso Petit, che Andrea abbia contribuito a introdurre a Costanti- nopoli le tradizioni liturgiche di Gerusalemme e che «il n’ aura pas manque de vulgariser dans les eglises de la capitale le typikon de saint Sabat»12 13. Le esperienze di cui discorreremo ci ammoniscono anzitutto di non identificare Γ ambiente gerosolimitano vero e pro- prio con quello sabaita perche alcune consuetudini del monastero del Santo Sepolcro, nei riguardi particolari del canone, differivano da quelle del centro sabaita; e Costantinopoli mentre collima con le tradizioni di S. Saba d’ altra parte si discosta da quelle di Gerusalemme. Inoltre ci e difficile credere che un monaco venticinquen- ne, qual’ era Andrea quando si reco nella capitale13, avesse tanto prestigio, anche da diacono di S. Sofia e direttore dell’ orfanotro- fio14, da introdurre innovazioni nell’ ufficiatura proprio nella sede massima e legiferatrice dell’ impero. E piu facile ammettere che cio sia avvenuto per opera di un patriarca come Germano, che da gio- vane era stato in pellegrinaggio in Palestina e piu tardi vescovo di Cizico in Frigia, piuttosto che da un giovane monaco. Ma sull’ intricate problema delle relazioni e degli imprestiti, finche non si di- sponga di una chiara documentazione, e meglio non convergere pre- ferenze su alcun nome: i pellegrinaggi in Terra Santa offrivano mo- do di scambi e relazioni con una frequenza forse maggiore di quanto possiamo immaginare.
Presentiamo qui la descrizione di alcuni canoni inediti di Andrea, tramandati da codici criptensi. La loro presentazione non es- clude riferimenti agli editi15: perche le testimonianze degli uni suf- fragano le testimonianze degli altri.
II raffronto di queste composizioni dell’ Arcivescovo di Gortina con il tipo di canone poi universalizzato ci offrira gli estremi per
12) L. Petit, o. c. col. 2035.13) V a i 1 h e, o. c. 380.14) «Προχειρίζεται διάκονος κατά βασιλικήν πρόσταξιν έν τι] Μεγάλη τοϋ
Θεού Έκκλησίρ__ κα'ι μετ’ ολίγον 6 πολύς έν διδασκαλίαις πατήρ γίνεται ορφανών» Papadopoulos Keramevs, ο. c. 174.
15) L m e r e a u, o. c.
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G. Schiri): Caratteristiche dei canon! d! Andrea Cretese 11?
determinare le caratteristiche che distinguono i canoni di Andrea da quel]i dei grandi melodi contemporanei (Giovanni Damasceno, Cosma di Maiuma e Germano patriarca di Costantinopoli): caratteristiche che ovviamente rispecchiano consuetudini gerosolimitane, che, nella recita del mattutino e nelle grandi festivita anche dej vespri, si differenziavano, sia pure di poco, da quelle del vicino centro di S. Saba.
La descrizione dei canoni inediti che presentiamo dovra rispon- dere a diversi quesiti e precisamente relativi: 1° alia ampiezza e struttura delle odi; 2° all’ uso dell’ ode seconda; 3° all’ adozione del modo terzo - autentico e plagiale; 4° alia sorte delle melodie andreiane nelP economia irmologica dei canoni.
Per rispondere ai quesiti nella descrizione e stato segnalato il numero dei tropari di cui si compone ogni ode e Γ irmos o g 1 i irmi sui quali si snoda P ode stessa, rilevata la presenza dell’ ode seconda, indicato P ichos. Gli irmi non seguiti da alcun nome sono di Andrea; quelli mutuati da altri melodi (Germano, Damasceno, Cosma) portano la debita indicazione rilevata dalP Irmologhion nella edizione dello Evstratiadis. Gli irmi di Andrea seguiti da aste- risco risultano, salvo possibili sviste dallo studio da noi condotto sulla «irmologia e metrica dei canoni» che sara dato alle stampe, non mutuati dai melodi e dagli innografi: sono cioe assen- ti dalla tradizione della ufficiatura corrente16.
,e) Questa indicazione e risultata dalla rassegna condotta molto tempo addietro di migliaia di irmi riportati o citati nei Minea. Raffronti del ge- nere possono ora effettuarsi agevolmente con gli «Initia hymnorum Eccle- siae Graecae» di H. F ο 11 i e r i, Cittd del Vaticano, 1960 ss., la cui pubblic- cazione e in corso di completamento.
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118 G. Schirf) : Caratteristiche del canoni di Andrea GretesC
Y <Υϊρμός)>'* Στερεωθήτω ή καρδζία μου} (Ε 12)Inc. Ώς φοβερά σου τά μυστήρια
ζ' <ε1ρμός>· '0 των πατέρων θεός, μη καταισχύνης (Ε103)
Inc. Έπΐ τό όρος θαβώρTrop. 3:
είρμδς άλλος' Τη είκόνι τη χρυσή (Ε 107)Inc. Έν τω δρει τψ θαβώρ
Trop. 6. Τριαδ., Θεοτ.
η' <είρμός>- Γη και πάντα τα έν αυτή (Ε 107)Inc. Φώς έξέλαμψας έκ φωτός
Trop. 6: Τριαδ., Θεοτ.
θ' <είρμός>· Έποίησε κράτος (Ε 106)Inc. ΛεΟτε, άναβώμεν' είς τό όρος
Trop. 7: Τριαδ., Θεοτ.
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G. Schir£>: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese 131
1. - AMPIEZZA E STRUTTURA DELLE ODI.
I canoni di Andrea si distinguono anzitutto per la prolissita. Mentre gli altri melodi contemporanei (Damasceno, Cosma, Ger- mano), seguiti poi dagli innografi, limitano Γ ampiezza delle odi a quattro cinque tropari, Andrea la estende, pur non disdegnando qualche volta la sobrieta17, a cinque e sino a dodici tropari18. Non teniamo conto del «grande canone» dalla prolissita proverbiale19.
Si notera inoltre che Andrea, quasi sempre20, introduce il τριαδικόν prima del θεοτοκίον, mentre, nella consuetudine testimoniata da Giovanni Damasceno e instaurata fra gli innografi, esso e soli- tamente omesso. Indipendentemente dalle deduzioni storico-litur- giche che possano trarsi dal caso particolare, sta di fatto che il τριαδικόν costituisce una delle caratteristiche dei canoni di Andrea21.
Prolissita delle odi e τριαδικόν: non basta. Il melode si distingue ancora dagli altri per un’ altra caratteristica: egli infatti introduce la polimelia nelle singole odi; vale a dire che di una stessa ode, divisi i tropari in gruppi, li fa dipendere da differenti irmi, appartenenti sempre alio stesso ήχος che possono essere due e tal- volta anche tre22. Il primo gruppo di solito e limitato a un ristret-
17) v. Canone per S. Anna, M. 9, XII, pp. 431 ss.; per la I settimana di Quaresima, Tiodion, 54 ss.
18) Resurrezione di Lazzaro, Tiodion: T ode I (p. 582) consta di 10 tropari; la IV di 12 (id. 584 - 585): v. anche in P. G. 97, 1381 - 1398.
le) Triodion, 463-491. Il sinassario avverte che (P. G. 97, 1364b) «λέγεται δέ μένας κανών, Ισως αν τις ειπτ), και κατ’ αύτας τάς έννοιας κα'ι τα ένθυμήματα». Grande, dunque, non solo per Γ ampiezza, ma anche per il pregio del contenuto. Ad esso va accostato per la prolissita il canone per i S. S. Simenone ed Anna che consta di 180 tropari: Amfilokhii, O neizdannich Kanonach v sluzebnoj fevralskoj greceskoj minei, Moskva (1870) 1 - 15.
20) Fra le eccezioni va annoverato il predetto canone dei S. S. Simeone ed Anna.
21) E presumibile che il Triadikbn non si affermd perche per la sua funzione glorificatrice rappresentava una ripetizione del rituale «δόξα Πατρί κλπ.» da cui era costantemente preceduto nella sua prima parte, e poi per- ch6 il tropario non potendo evadere dai soliti concetti della unita e trinita, coeternita e consustanzialita si risolveva in una affaticante ripetizione di invariabili espressioni teologizzanti.
22) Nel canone per i S. S. Simeone ed Anna Γ ode III si snoda su tre irmi, la IV ugualmente su tre, la V su due, la VI su tre, la settima su due, Γ VIII su tre, la IX su due. Nel can. II, per S. Andrea tutte le odi sono sviluppate su due irmi.
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132 G. Schird): Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
to numero di tropari, il secondo e piu ampio. II τριαδικόν e il θεο- τοκίον sono posti al gruppo di coda23. Questa e la prova che Andrea con le odi polimeliche non intese proporre due o piu tipi di odi da scegliersi a seconda delle preferenze dei cantori o delle co- munita, ma presentare un’ ode sola variata tuttavia nelle melodie. La polimelia non si registra in tutte le odi: essa puo essere presente in una sola ode24 in due o tre25, come puo trovarsi applicata in tutte le odi26 oppure in tutte meno che alia prima27.
2. - L’ USO DELL’ ODE B'.
Si notera che nei canoni Γ ode seconda, il cui irmos si richia- ma al canto di Mose presso la morte (Deuteronomio, XXXII) e del tutto omessa. Essa di fatto e cantata in quaresima, e nella prassi del triodion capita il martedi, quando appunto il canone e costituito della seconda, ottava e nona ode. Ma negli altri giorni della stessa quaresima e in tutto il resto dell’ anno la tradizione ufficiale della Chiesa bizantina esclude Γ ode seconda. La consuetudine e gia in vigore nell’ ambiente sabaita ai tempi del Damasceno e a Constan- tinopoli con Germano. La giustificazione piii antica di questa omis- sione ce la offre Zonara28: Γ ode seconda non e una preghiera, ma una condanna e un avvertimento agli Ebrei, e come tale essa sareb- be quindi adatta alia compunzione29.
23l Nella serie dei canoni da noi descritti notiamo una eccezione: Can. II per S. Andrea ha il Αεοιοκίον nel primo gruppo della ode II, ma il se- cOndo gruppo si chiude regolarmente col τριαδ. e (hot.
21) Nel can. Ill, per Γ Epifania, si ha la polimelia nella sola ode VI; nel can. VII, per s. Giov. Crisostomo, nella sola II; nel XII, per la Trasfi- gurazione, nella VII ode.
25) Can. XI, per s. Giorgio, polimelia nella II e IX ode; can. IX, per S. Codrato, nella II, III, IV; «grande canone» nella II e III ode.
26) v. can. II, per S. Andrea.2’) Can. VIII, per la Circoncisione.!8) «ΙΙαραλιμπάνεται δέ ή δεύτερα ωδή, οτι ούχ ύμνος έστί προς θεόν, άλ
29) H. Toscani-J. Cozza, De Immaculata Deiparae Conceptione hymnologia Graecorum. Romae (1852) XXV.
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G. Schir6: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese 133
Ma Andrea anche in questo particolare si distacca dagli altri melodi e innografi. I suoi canoni presentano quasi sempre Γ ode seconda30. I motivi di questa discordanza non sono fino ad oggi noti. Essi vanno tuttavia cercati nella storia delle consuetudini, relative alia ufficiatura del mattutino, in vigore nel monastero del Santo Sepolcro di Gerusalemme, le quali, anche in questo particolare si rivelano, almeno ai tempi del Cretese, discordanti de quelle sabaite. Conviene tuttavia notare che sia P uso che P omissione dell’ ode seconda attraverso P irmologhion non appaiono ben defi- niti ne tanto meno costanti: perche mentre il Damasceno, di solito la omette, Cosma invece la usa di frequente. Germano su dician- nove canoni la omette solo tre volte.
Fino ad oggi oscillazioni e incertezze caratterizzano il problema circa P uso dell’ ode in questione. L’ irmologhion rispecchia certa- mente, e su cio non dovrebbero esserci dubbi, la struttura del ca- none quale in origine use! dalla penna dell’ autore. Nei Minea e nella Paracletica ufficiali P ode seconda viene solitamente omessa, il che fa pensare che essa sia stata successivamente espunta in for- za della prassi. Nel periodo limitato fra la seconda meta del. sec. VII e la prima dell’ VIII il melode che piu insiste nell’ omissione appare il Damasceno mentre il piu costante nell’ uso e proprio Andrea. Uno studio comparativo di piu ampio raggio sara dato nella trattazione sulla irmologia e metrica dei canoni.
3. - USO DEL MODO TERZO.
Non so quanti fino ad oggi abbiano notato che, salvo che nel- P Octoichos e conseguentemente nella Paracletica, i canoni sono di solito modulati - li citiamo in ordine di frequenza- sui modi quarto, primo o secondo (autentici o plagiali), e che e caso assoluta- mente raro incontrarne uno sul modo terzo o il corrispettivo pla- giale (βαρύς). Solo di Cosma, estroso poeta e melode, i Minea ci offrono un caso (per la Presentazione: 2 Febbr., M. 482 ss, A. 22 ss) e il Penticostarion (p. 396 ed. romana a. 1883) un altro, nel modo βαρύς, per la domenica delle Pentecoste. Non escludo che qualche altro caso mi sia sfuggito, ma pur ammesso per ipotesi che
so) Fra i dodici canoni da noi iltustrati mancano dell’ ode seconda sol- tanto due: Il IV per il Natale e il X per F Annunciazione, fra gli editi il can. per S. Anna (M. 9 Die., p. 431 ss.).
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134 G. Schirb : Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
nei Minea se ne possano incontrare altri died, la sproporzione in rap- porto ai piu che cinquecento canoni dell’ anno liturgico conferma che Γ uso del modo terzo nei canoni costituisce una eccezione. I motivi di questa specie di ostracismo non ci sono ancora noti e noi prospettiamo il problema ai melurgisti.
L’ alterazione diatonica che caratterizza il modo sia autentico che plagiale e che riesce sgradevole al seiiso musicale, potrebbe es- sere una ragione sufficiente, secondo il sospetto del Di Salvo. L’ opi- nione e da tenersi presente sebbene essa sugge’ 'sea un quesito di non lieve momento e cioe : se Γ uso del modo terzo, obblgatorio e quindi di prammatica nell’ Octoichos e nella Paracletica, non si traduca in una coercizione del convenzionalismo sul naturale senso musicale dei cantori e degli uditori. Anche nei tropari liberi il modo non e frequente, ma e pur sempre usato. Ai melurgisti in uno col problema proponiamo quindi ancora questo quesito: Ai modi mu- sicali veniva attribuito un significato mistico ?
Non crediamo inutile rammentare che nell’ offrire questi dati intendiamo riferirci alia tradizione ufficiale e uniforme dei libri liturgici correnti. Nei repertori inediti il contrasto esiste ugualmen- te, ma in misura meno sensibile. La eliminazione dei canoni in tono terzo si e verificata in epoca posteriore a quella dei grandi melodi (sec. VII-VIII). Del resto gl’ irmi in quanto estratti da inni original! completi, presuppongono Γ esistenza, e ovviamente anche l’uso in determinate aree, di tanti canoni originali quanti sono i gruppi degli irmi stessi riportati dagli Irmologhia. E sul modo terzo gli Irmologhia stessi non sono poi molto poveri.
Tra i canoni di Andrea passati in rassegna, malgrado il numero esiguo, tre sono modulati sul modo terzo : sono dedicati rispettiva- mente a S. Giorgio (Δα VIII), a S. Simeone ed Anna (Δα XVI; Am- filokhii o. c.) e alia domenica prima di Natale (Δα IV).
Andrea, da quanto ci e dato constatare dalla raccolta irmolo- gica dell’ Evstratiadis - raccolta, beninteso, non completa - ebbe per il modo terzo, dagli altri in un certo senso negletto, quasi una pre- dilezione. L’ irmologhion mentre di Cosma riporta irmi di due canoni originali, di Germano di tre e del Damasceno di otto, del ve- scovo cretese presenta invece, nei detto modo, irmi di ben tredici canoni.
Anche nella melurgia, dunque, Andrea manifesta un carattere e una consuetudine che lo distinguono dagli altri melodi del suo se- colo.
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4. - LE MELODIE ANDREIANE NELL’ ECONOMIA IRMOLOGICA DEICANONI.
Nessun periodo della musica sacra e del? innografia bizantina fu cosi fecondo di creazioni melodiche come quello delimitato fra la seconda meta del sec. VII e i primi decenni dell’ VIII, e tutto il patrimonio innografico - canonario in uso nella chiesa bizantina e metricamente composto e melodicamente modulato su irmi dei quat- tro grandi melodi di quell’ epoca: Giovanni Damasceno, Cosma di Maiuma, Andrea Cretese e Germano di Costantinopoli.
Nell’ irmologhion (ed. Evstratiadis) si registrano ben trentuno melodi: altri poi vi si nascondono negli anonimi sinaitici. Gli irmi virtualmente erano tutti mutuabili da parte dei semplici innografi, compositori di versi, ma sta di fatto che le creazioni melodiche e le strutture metriche di quasi tutti codesti melodi - se ne eccettuano i quattro citati e in minima parte Teodoro Studita e un anonimo Si- naita - sono stati del tutto ignorati nei secoli successivi. II reperto- rio irmologico vivente, desumibile dai canoni dei Minea, del Penti- costarion, del Triodion, dell’ Octoichos e quindi della Paracletica, e, rispetto alia ricchezza degl’ irmologi, estremamente esiguo. Esso si allarga negli antichi Minea manoscritti, ove giacciono inediti mol- tissimi canoni non entrati nella tradizione constantinopolitana, ma non tanto da comprendere tutto Γ antico repertorio. Dunque, pos- siamo dire che esiste un irmologhion vivente eun irmologhion in e r t e.
II destino degli irmi fu segnato nella stessa epoca dei ricordati grandi melodi. Alcuni di essi si imposero subito, si diffusero e fu- rono mutuati, altri, per motivi diversi e non facilmente identifica- bili, furono ignorati e dimenticati.
La vita degli irmi fu legata alia diffusione del canone originale al quale erano legati e alia mutuazione da parte di altri compositori e innografi: anzi fu la mutuazione che confer! ad essi una par- ticolare vitalita rendendoli sempre attuali. Conoscere la frequenza della mutuazione stessa significa conoscere la storia della fortuna di un irmos, le relazioni fra melode e melode, la dipendenza di un innografo da un melode, le influenze esercitate da un melode nella posterita.
Quanto veniamo dicendo e un risultato di uno studio condotto a tal fine e sara desumibile dalle tavole dimostrative che saranno inserite nello studio sulla «irmologia e metrica dei canoni».
L’ avvio alia mutuazione di determinati irmi lo diedero gli stessi
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melodi, imitati poi dagli innografi. Ma negli imprestiti essi non si comportano in maniera uniforme. II Damasceno dii spesso ospita- lita agli irmi di Cosma e talvolta a quelli di Germano: mai, invece, - almeno per quanto ci risulti - agli irmi di Andrea. Germano mu- tua irmi dal Damasceno e da Cosma. Quest’ ultimo e di solito schi- vo agli imprestiti (il canone stavroanastasimo del Penticostarion, p. 456, e modulato su irmi del Damasceno, se e veramente suo, appa- re un’ eccezione).
Andrea anche se preferisce di solito i propri irmi, rivela tutta- via una certa compiacenza per quelli di Germano31 e per il Damasceno32 minore per Cosma33.
Nella mutuazione degli irmi Andrea e in fondo quasi isolato. L’ ambiente sabaita pare lo ignorasse e in certo qualmodo lo igno- rava anche il costantinopolitano. E dire che egli nella capitale vi dirnoro. Ne miglior fortuna ebbe in seguito. Dali’ esame di sei canoni, presi a caso, di Giuseppe Innografo, su quarantotto irmi no- tiamo che quarantuno appartengono al Damasceno, cinque a Germano e uno a un anonimo sinaita. Da un analogo esame di altret- tanti canoni di Teofane si constata che quarantaquattro irmi sono del Damasceno, tre di Germano, uno di Cosma.
Andrea, benche famoso come autore del grande canone, benche presente nei Minea per i suoi tropari idiomeli e per alcuni canoni, rimane fra i quattro melodi il meno preferito nell’ economia irmo- logica adottata dagli innografi. Giovanni Damasceno, le cui opere a Bisanzio si son volute credere del tutto sconosciute sino al sec. X, era invece onnipresente nelle centinaia di canoni usciti dalla prodi- giosa fucina di Teodoro Studita e di Giuseppe Tessalonicense, di Giuseppe Innografo e di Teofane (sec. IX).
Dei dodici canoni inediti da noi descritti34 gli irmi contrasse- gnati con Γ asterisco sono, salvo sviste, estranei al repertorio irmo- * 3
13G G. Schiri): Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
sl) Triodion 55 ss; tra i canoni inediti: S. Andrea ode II; Domenica prima di Natale tutti gli irmi meno quello dell’ ode IV; S. Simeone ode VI VI bis, VII VII bis, IX.
8I!) S. Andrea, ode VI. Nel canone par la προσκύνησις τής άλύσεως τοϋ άπ. Πέτρου (Ρ i r r e, Hymnographia de 1’ figlise grecque, p. XLVI ss.) gli irmi son tutti presi dal Damasceno e precisamente quelli del canone εις τους άγιους ’Αποστόλους (Evstratiadis, Irm., 96).
3S) S. Codrato, VII.S4) Per la rassegna di composizioni di Andrea, edite o inedite, v. Evstra
tiadis, ΠοιηταΙ..., pp. 584 - 615.
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G. Schirb: Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese 137
logico vivente, vale a dire che erano o sconosciuti o del tutto ne- gletti dagli innografi e sono di numero sensibilmente superiore a quelli che incontriamo nei libri liturgici. Gli irmi senza asterisco sono noti alia tradizione corale della Chiesa greca, ma, nella mag- gior parte, per il tramite dei pochi canoni dello stesso Andrea in- seriti nei Minea piuttosto che attraverso i canoni prosomii degli innografi.
Volgendo alia conclusione della nostra indagine potremmo con- cludere che Andrea nei processo uniformatore della Chiesa di Bi- sanzio non ebbe fortuna, o per lo meno questa non e pari alia fama che gli procacciarono «il grande canone» e la credenza, a lungo protratta e poi discussa, della paternita dello stesso genere inno- grafico. Le sue composizioni non furono del tutto estromesse dal repertorio della Chiesa greca, ma accettate, forse, in virtu della tradizione creatasi in tempi molto vicini all’ epoca in cui visse. Il suo nome non risulta nemmeno fra i melodi e innografi citati nelle prescrizioni di massima del typikon della Chiesa greca35. Alle ano- malie insite nelle sue composizioni, e rilevate in questa comunica- zione, debbono ascriversi almeno parte dei motivi che determina- rono il suo isolamento. Per la prolissita Γ adozione dei suoi canoni fu limitata in casi d’ eccezione, come in quello della Quaresima. La discrepanza di alcune consuetudini costantinopolitane e sabaite dalle gerosolimitane35 36, ha dovuto esercitare un’ azione negativa ai fini dell’ accoglimento e diffusione dei canoni di Andrea.
35) Nell’ edizione veneziana del 1691 del Typikbn (p. 15) e stabilita questa graduatoria : «Ίστέον δέ καί τοϋτο, ώς εϊπερ έχει τό μηναϊον εν μνήμη Άγιου τινός, κανόνας διαφόρων ποιητών, ε’ι μέν εστίν κανών δ τον κύρ Κοσμά, προκριτέος. Εί δε τοϋ κύρ Ίωάννον καί ετέρων, τοϋ Ίωάννον προκρίνεται. Εί δέ τοϋ κύρ Θεοφάνους και ετέρων, ό τοϋ κύρ Θεοφάνους προκρίνεται, προτιμητέος γάρ εστί των άλλων. Εί δέ τον Κυρίου ’Ιωσήφ, οντος των λοιπών προτετίμηται ποιητών. Andrea e Germano non sono nemmeno citati: essi sono comunque posposti a Cosma, il quale a sua volta έ posposto al Damasceno. Ma ai melodi vengono senz’altro preferiti i due innografi Teo- fane e, ad ogni altro melode e innografo, Giuseppe. Chi abbia una visione d’ assieme del repertorio degli antichi Minea manoscritti e di quello dei Minea ufficiali della chiesa greca trova che la preserizione riportata ha avuto nei secoli piena validity.
“) Dagli elementi offertici dai canoni di Andrea a noi pare che non sia pih possibile comprendere e fondere nei solo termine «g e r o s ο 1 i m i- t a η ο» cib che appartiene alia tradizione dell’ ambiente sabaita e cib che έ
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Ma la prolissita dei canoni e P uso dell’ ode seconda, in con- trasto con la struttura sobria instaurata dal Damasceno, non giusti- ficano in pieno la poca fortuna di Andrea Cretese nell’ economia irmologica del repertorio canonario della Chiesa greca. L’ adozione di un irmos da parte di un innografo non ha nulla a che vedere con le esigenze della sobrieta: in altri termini, di Andrea si pote- vano ben respingere tutti i canoni senza pregiudicare P adozione, da parte dei melodi e degli innografi, di tutti o di gran parte dei suoi irmi. Invece non si verifica nemmeno questa circostanza. Sara che delle sue melodie ben poche fossere gradite (e qui sono i me- lurgisti che possono offrirci delle spiegazioni pm circostanziate), sara che ben poche melodie reggessero il confronto con quelle dif- fusissime di Giovanni Damasceno, il certo si e che degli irmi di Andrea ben pochi furono destinati a sopravvivere nella tradizione della Chiesa greca.
138 G. Schiri): Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese
hi tradizione di Gerusalemme. La vicinanza del centro monastico di S. Saba alia CittA Santa induce facilmente a confondere, per cib che riguarda con- suetudini ecclesiastiche, i due ambienti (si badi al caso di Petit, gia citato), e quindi a sbagliare. Da uno studio piuttosto recente del G a r i 11 e (Le calendrier palestino - georgien du Sinaiticus 34: Studia hagiographica no 30, Bruxelles, 1958, p. 23) apprendiamo che questa distinzione, per differenze di repertori agiografici, esisteva gia agli ultimi decenni del sec. X. Il monaco Giovanni Zosimo, compilatore del calendario palestino - georgiano, nel di- chiarare su quali fonti si era basato per la sua compilazione, distingue le- zionario gerosolimitano da lezionario sabaita. Infatti nel secondo sono con- templati santi e feste che non risultano nel primo (G a r i 11 e, id. pp. 35- 36). Evidentemente ciascuno dei due ambienti non sentiva Γ obbligo di uni- formarsi a certe particolari consustudini dell’ altro.
ΣΥΖΗΤΗΣΙΣ
N. B. Τωμαδάκης: Πολν θά έπεθύμουν νά γνωρίζω την γνώμην Σας εάν ό Άνδρέας Κρήτης ήτο καί εκ καταγωγής Κρής.
G. Schir δ: A una domanda di agiografia potrebbe rispondere con mag- giore competenza della mia il P. Halkin, qui presente; tuttavia rispon- derd che per quanto risulta dalla vita, Andrea e detto Gerosolimitane perche abbraccid la vita monastica, nella Cittd Santa e precisamente nel monastero del Santo Sepolcro; fu chiamalo Cretese perche per lun- ghi anni tevne V archidiocesi di Gortina, ma che di nascita, poi, era di Damasco. La vita scritta da Niceta Patrizio ci farebbe escludere che egli nacque a Greta.
N. B. Τωμαδάκης: Καί περί τον Κοσμά επίσκοπον Μαϊουμά παραδίδεται δτι ήτο Κρής. Ό Άνδρέας ήτο μόνον Κρήτης;
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G. Schird : Caratteristiche dei canoni di Andrea Cretese 139
G. S chi r ό : E difficile poter dire se sia state Andrea a inserirsi nella tra- dizione cretese o se Creta abbia abbracciato le consuetudini portate da Andrea. Sarebbe interessante poter poi dimostrare fino a qual punto Creta collimasse con le tradizioni gerosolimitane. Oggi a me pare si possa solo affermare che Andrea ubbidiva a una tradizione diversa, solto alcuni aspetti, da quella sabaita e dalla costantinopolitana.
N. B. Τωμαδάκης: Κύριε Συνάδελφε, ό όποιος εϊσθε ό άρμοδιώτερος εδώ, (δ συνάδελφος καθηγητής τής Αγιογραφίας και ύμνογραφίας τής Θεολογι- κής Σχολής κ. Φυτράκης, λέγεται και Άνδρέας και έπομένως είναι και δι αυτόν τον λόγον άρμοδιώτερος διά τό σνζητούμενον ζήτημα) άφοϋ μεταθέσω την έρώτησίν μου προς τά εκεί θά ήθελα κατόπιν νά συζητήσωμεν εάν χωρεϊ μία πρότασις εις τήν ολομέλειαν όπως λάβωμεν πρόνοιαν τής έκδόσεως τον έργου τοϋ Άνδρέου Κρήτης, τόσον τον ύμνογραφικοΰ όσον και τον ρητορικού μέ Ιδικήν μας πρωτοβουλίαν.
Α. Φυτράκης: Ό εκ Δαμασκού Άνδρέας ό «Ίεροσολυμίτης» συνδέεται ατενώς μέ τήν Κρήτην, διότι έπί πολλά έτη διετέλεσε Μητροπολίτης Γόρτν- νος. 'Ο Άνδρέας λοιπόν ό Κρήτης ύπήρξεν Αξιόλογος προσωπικότης τοϋ τέλους τοϋ έβδομου και τών άρχών τοϋ ογδόου αίώνος ού μόνον διά τήν εν Κρήτη δράσιν του. Αλλά και διά τήν μεγίστην συμβολήν του εις τήν δια- μόρφωσιν τής ’Εκκλησιαστικής νμνφδίας κατά τήν εποχήν εκείνην. Ή πα- ράδοσις τής ’Εκκλησίας Αποδίδει, ώς γνωστόν, εις αύτόν τήν δημιουργίαν τοϋ κατά τούς χρόνους εκείνους έμφανισθέντος εις τήν λατρείαν νέου έκ- κλησ. ϋμνου τοϋ καλούμένου «Κ ανόνο ς». Πολλοί πτυχαί, δσον Αφορφ εις τήν γένεαιν, δομήν καί εν γένει διαμόρφωσιν τοϋ σημαντικωτάτου τούτου έκκλ. ποιητικού είδους παραμένουσι μέχρι σήμερον σκοτεινοί, διότι δεν γνωρίζομεν ολόκληρον τό ποιητικόν έργον τοϋ μεγάλου τούτου εκκλησιαστικού ύμνφδοϋ. "Ενεκα τοϋ λόγου τούτου καί ειμεθα ιδιαιτέρως εύγνώ- μονες διά πάσαν συμβολήν, ώς τού κ. Schirb, ήτις μάς βοηθή νά γνωρί- σωμεν καλύτερον τό ποιητικόν έργον τοϋ Άνδρέου τοϋ Κρήτης, δστις ού- σιωδώς Ασφαλώς συνέβαλεν, ώστε διά τών «Κανόνων» κυρίως, αλλα και διά τών ιδιομέλων τροπαρίων, δι’ ών μέχρι σήμερον προσεύχεται εις τάς λατρευτικός συγκεντρώσεις του τό ορθόδοξον πλήρωμα, νά μεταπλασθοΰν κατά τήν ίποχήν αυτήν δι’ ειδικούς γνωστούς λόγους εις μεγαλειώδεις εμμέτρους προσευχάς τά δόγματα τής ’Ορθοδόξου ’Εκκλησίας. Ποια δμως νπήρξεν ή συμβολή τοϋ Άνδρέου εις τήν δημιουργικήν ταύτην μετάπλασιν και ποια ή προσφορά τών συγχρόνων του μεγάλων επίσης ύμνωδών και δή Ίωάννου τοϋ Δαμασκηνού; Ή έκδοσις τοϋ δλου έργου τοϋ Ίεράρχου-ύμνω- δοϋ τούτου, και τοϋ ύμνογραφικοΰ και τοϋ ρητορικού, θά διαφώτιση Ασφαλώς καί τήν προσωπικότητά του καί τήν εν Κρήτη δράσιν του. Αλλά καί θά έπιτρέψη πιστεύομεν νά δοθή Απάντησις εις τό Ανωτέρω ερώτημα, διό καί ευχής έργον θά ήτο νά Αναληφθή μία τοιαύτη πρωτοβουλία.
G. Schird; Certo, sia la personalita di Andrea come le sue influenze nella melica e nella imnografia non possono essere chiarite se non dalla conoscenza delle sue opere. Speriamo, dunque, che i melurgisti da una
• parte e i filologi dalV altra possano col tempo rispondere ai vari problems accennati dal Collega Fitrakis.
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