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Capitolo 6.2 103 A - 001. Cervinia. Sulla destra si nota un impianto di risalita e sulla sinistra la pista da bob. A - 002. Traforo del monte Bianco. In evidenza la superstrada 26 D che sale al traforo del monte Bianco passando per Courmayeur ed Entrèves. In evidenza la lingua glaciale che scende da nord-ovest. I - 003. Il Lago di Place Moulin nell’alta Valpelline a sud-sud-ovest del monte Cervino. M - 004. Monte Bianco. Classica valle glaciale con il fondo riempito da ma- teriale morenico. M - 005. Ghiacciaio del monte Bianco. Paesaggio alpino nel massiccio del monte Bianco. In risalto il margine del ghiacciaio con una stretta lingua immersa nello sfasciume morenico. M - 006. Alpi Piemontesi. Tipico paesaggio alpino nel massiccio del monte Bianco. Si nota la parte terminale di una lingua glaciale che alimenta un laghetto incassato nel detrito morenico ed una strada sterrata che collega delle costruzioni, malghe o rifugi. V - 007. Cormayeur. Un bel campione di bosco ad alta densità nei pressi di Courmayeur. A - 008. La città di Alessandria sviluppata sulla riva destra del fiume Tana- ro. Sulla sponda sinistra si vede la Cittadella settecentesca circondata dai viali alberati della circonvallazione conosciuti con il nome di “spalti” che formano una caratteristica pianta a forma di stella. A - 009. Zona della FIAT Mirafiori a Torino. Si noti la classica tipologia a pianta rettangolare degli stabilimenti industriali, verso l’angolo di nord- ovest della foto si nota la pista per il collaudo delle autovetture. A - 010. La città di Cuneo sorta su di un terrazzo alluvionale a forma di cuneo compreso fra il torrente Gesso ad est e il fiume Stura di Demonte ad ovest. La forma del terrazzo ha influito sulla struttura cuneiforme della città. A - 011. La città di Alba, dalla caratteristica planimetria quasi circolare, lam- bita a nord dal fiume Tanaro; molto evidenti il ponte stradale e ferroviario e la linea ferroviaria che delimita a sud il centro storico con un’ampia curva. A - 012. Stresa sul lago Maggiore con la più meridionale delle isole Borro- mee; ben visibili nel fotogramma sia la statale SS33 sia la linea ferroviaria che quasi al margine occidentale del fotogramma sparisce in galleria. A - 013. La città di Omegna sviluppata attorno alla punta settentrionale del lago d’Orta. A - 014. La città Asti, il centro storico. A - 015. Casale Monferrato, importante nodo stradale e ferroviario nella valle del torrente Orba che compare nell’angolo di nord-ovest della foto- grafia. Si vedono due ponti, uno stradale ed un ferroviario che attraversa- no il corso d’acqua. A - 016. Torino. La città di Torino lungo il corso del Po; si vedono la sta- zione di Porta Nuova, più a nord il Giardino Reale ed a sud-est lungo il fiume il Parco del Valentino, i ponti Isabella, Umberto I, Vittorio Emanuele I e Regina Margherita partendo da sud. Sull’altra sponda la collina con il monte Cappuccini. A - 017. Arona. La scala della foto permette di osservare la città di Arona, il suo sviluppo nell’ambiente circostante, le infrastrutture quali le strade e la ferrovia con la stazione ed infine il porto sul Lago Maggiore. I - 018. Il paese di Paesana sul Po. Si vede il ponte che unisce il paese con la frazione di Morena. I - 019. Il corso del Po a nord di Carmagnola; l’abitato che si nota quasi al bordo della foto è Ceretto. In evidenza il corso meandriforme del fiume con diverse anse abbandonate ed attualmente sedi di cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia. I - 020. Il fiume Tanaro a nord di Oviglio. In evidenza l’andamento mean- driforme del fiume, il paese di Rocca a sud del fiume e la frazione di Mez- zano a nord. I - 021. Confluenza fra il Po e il Tanaro. Il fotogramma è stato ripreso in un periodo di magra dei corsi d’acqua come è dimostrato dall’affiorare del ma- terasso alluvionale nell’alveo dei fiumi. Il paese all’interno della confluenza è Bassignana; a nord della confluenza si notano Suardi e Gamberana. I - 022. La città di Tortona sul torrente Scrivia. Si può osservare, a nord della città, l’incrocio fra l’autostrada A21 e l’autostrada A7. I - 023. Lago di Viverone. I - 024. Il Canale Cavour, in provincia di Vercelli, che mette in collegamento il fiume Ticino (zona di Galliate) con il fiume Po nei pressi di Chivasso. Si osservi la caratteristica configurazione (pattern) a scacchiera data dalle coltivazioni. I - 025. Il Lago di Lavagnina incastonato fra i monti boscosi del Parco Naturale del Marcarolo ad est-sud-est di Ovada. A I M V DIDASCALIE IMMAGINI DA AEREO La lettera maiuscola preposta al numero progressivo sta a indicare il tema- tismo più caratterizzante il territorio esaminato, e nello specifico: = aree interessate da insediamento antropico = sistema idrografico di superficie = aspetti geomorfologici = uso del suolo e forestazione
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Oct 08, 2019

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Capitolo 6.2

103

A - 001. Cervinia. Sulla destra si nota un impianto di risalita e sulla sinistra la pista da bob.

A - 002. Traforo del monte Bianco. In evidenza la superstrada 26 D che sale al traforo del monte Bianco passando per Courmayeur ed Entrèves. In evidenza la lingua glaciale che scende da nord-ovest.

I - 003. Il Lago di Place Moulin nell’alta Valpelline a sud-sud-ovest del monte Cervino.

M - 004. Monte Bianco. Classica valle glaciale con il fondo riempito da ma-teriale morenico.

M - 005. Ghiacciaio del monte Bianco. Paesaggio alpino nel massiccio del monte Bianco. In risalto il margine del ghiacciaio con una stretta lingua immersa nello sfasciume morenico.

M - 006. Alpi Piemontesi. Tipico paesaggio alpino nel massiccio del monte Bianco. Si nota la parte terminale di una lingua glaciale che alimenta un laghetto incassato nel detrito morenico ed una strada sterrata che collega delle costruzioni, malghe o rifugi.

V - 007. Cormayeur. Un bel campione di bosco ad alta densità nei pressi di Courmayeur.

A - 008. La città di Alessandria sviluppata sulla riva destra del fiume Tana-ro. Sulla sponda sinistra si vede la Cittadella settecentesca circondata dai viali alberati della circonvallazione conosciuti con il nome di “spalti” che formano una caratteristica pianta a forma di stella.

A - 009. Zona della FIAT Mirafiori a Torino. Si noti la classica tipologia a pianta rettangolare degli stabilimenti industriali, verso l’angolo di nord-ovest della foto si nota la pista per il collaudo delle autovetture.

A - 010. La città di Cuneo sorta su di un terrazzo alluvionale a forma di cuneo compreso fra il torrente Gesso ad est e il fiume Stura di Demonte ad ovest. La forma del terrazzo ha influito sulla struttura cuneiforme della città.

A - 011. La città di Alba, dalla caratteristica planimetria quasi circolare, lam-bita a nord dal fiume Tanaro; molto evidenti il ponte stradale e ferroviario e la linea ferroviaria che delimita a sud il centro storico con un’ampia curva.

A - 012. Stresa sul lago Maggiore con la più meridionale delle isole Borro-mee; ben visibili nel fotogramma sia la statale SS33 sia la linea ferroviaria che quasi al margine occidentale del fotogramma sparisce in galleria.

A - 013. La città di Omegna sviluppata attorno alla punta settentrionale del lago d’Orta.

A - 014. La città Asti, il centro storico.

A - 015. Casale Monferrato, importante nodo stradale e ferroviario nella valle del torrente Orba che compare nell’angolo di nord-ovest della foto-grafia. Si vedono due ponti, uno stradale ed un ferroviario che attraversa-no il corso d’acqua.

A - 016. Torino. La città di Torino lungo il corso del Po; si vedono la sta-zione di Porta Nuova, più a nord il Giardino Reale ed a sud-est lungo il fiume il Parco del Valentino, i ponti Isabella, Umberto I, Vittorio Emanuele I e Regina Margherita partendo da sud. Sull’altra sponda la collina con il monte Cappuccini.

A - 017. Arona. La scala della foto permette di osservare la città di Arona, il suo sviluppo nell’ambiente circostante, le infrastrutture quali le strade e la ferrovia con la stazione ed infine il porto sul Lago Maggiore.

I - 018. I l paese di Paesana sul Po. Si vede il ponte che unisce il paese con la frazione di Morena.

I - 019. Il corso del Po a nord di Carmagnola; l’abitato che si nota quasi al bordo della foto è Ceretto. In evidenza il corso meandriforme del fiume con diverse anse abbandonate ed attualmente sedi di cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia.

I - 020. Il fiume Tanaro a nord di Oviglio. In evidenza l’andamento mean-driforme del fiume, il paese di Rocca a sud del fiume e la frazione di Mez-zano a nord.

I - 021. Confluenza fra il Po e il Tanaro. Il fotogramma è stato ripreso in un periodo di magra dei corsi d’acqua come è dimostrato dall’affiorare del ma-terasso alluvionale nell’alveo dei fiumi. Il paese all’interno della confluenza è Bassignana; a nord della confluenza si notano Suardi e Gamberana.

I - 022. La città di Tortona sul torrente Scrivia. Si può osservare, a nord della città, l’incrocio fra l’autostrada A21 e l’autostrada A7.

I - 023. Lago di Viverone.

I - 024. Il Canale Cavour, in provincia di Vercelli, che mette in collegamento il fiume Ticino (zona di Galliate) con il fiume Po nei pressi di Chivasso. Si osservi la caratteristica configurazione (pattern) a scacchiera data dalle coltivazioni.

I - 025. Il Lago di Lavagnina incastonato fra i monti boscosi del Parco Naturale del Marcarolo ad est-sud-est di Ovada.

AIMV

DIDASCALIE IMMAGINI DA AEREO

La lettera maiuscola preposta al numero progressivo sta a indicare il tema-tismo più caratterizzante il territorio esaminato, e nello specifico:

= aree interessate da insediamento antropico= sistema idrografico di superficie = aspetti geomorfologici = uso del suolo e forestazione

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Immagini da Aereo

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I - 026. Laghi alpini nell’alta Val Formazza.

I - 027. Fiume Po in Piemonte. Il Po nei pressi dell’abitato di Bauducchi poco a sud di Torino; in evidenza il corso meandriforme dei meandri ab-bandonati, alcune cave di ghiaia e sabbia trasformate in piccoli invasi lacu-stri e l’autostrada A6.

M - 028. La zona della Gran Bagna, a nord-ovest di Bardonecchia, che con i suoi 3070 m di altitudine, rappresenta il punto più occidentale dell’Italia.

M - 029. Ghiacciaio del monte Rosa, nell’alta Val Sesia. A fatica si riesce a ve-dere una costruzione a pianta rettangolare, forse il Rifugio Crespi-Calderini.

M - 030. L’alternarsi delle zone in ombra e di quelle illuminate, permette di apprezzare la morfologia collinare con forme allungate secondo la dire-zione ovest-sud-ovest/est-nord-est, nelle immediate adiacenze del paese di Graglia nel Biellese.

M - 031. Morfologia collinare nelle Langhe, ad ovest di Bossolasco, posta in risalto dalla distribuzione della vegetazione arborea.

M - 032. Un bell’esempio di pianura tutt’attorno alla città di Stroppiana. Si noti la scacchiera dei campi coltivati, la SS31 che supera ad est l’abitato con un ampio arco, iltorrente Marcova che scorre a sud del paese.

M - 033. Alta valle del fiume Tanaro fra il paese di Orme e la frazione di Arba. La distribuzione della vegetazione permette di intuire la morfologia della zona compresa in questo fotogramma: la fascia più scura della vege-tazione arborea contraddistingue un ripido pendio che sovrasta il torrente, il verde più chiaro dei prati e dei pascoli, un’area subpianeggiante.

M - 034. Argentera. La spettacolare cima dell’Argentera con i suoi 3297 m di altitudine. A nord-ovest si vede un breve tratto della Valle della Vallet-ta, a sud-est una piccola parte del Lago di Chiotas.

M - 035. Paesaggio collinare. Lo sviluppo della vegetazione arborea in senso nord-sud aiuta a riconoscere le forme morfologiche.

M - 036. Murazzano. Circondato da vigneti a terrazzo il paese di Murazzano si sviluppa lungo una stretta groppa collinare, tipica morfologia delle Langhe.

V - 037. Risaie del vercellese. La perfetta geometria rettangolare delle risaie nel vercellese, poco a nord di Olcenengo.

V - 038. La Valle del torrente Orco nel Gran Paradiso. Si osservi la netta differenza fra i due versanti: quello settentrionale completamente brullo e con frequenti laghetti glaciali, quello meridionale con una discreta copertu-ra boscosa. Il lago che compare all’angolo di sud-est della foto è quello di Ceresole.

V - 039. Superga. La bella copertura boscosa delle colline di Superga (Torino).

V - 040. Valle Pesia. La densa copertura boscosa del Parco Regionale di Valle Pesia vicino a Cuneo.

V - 041. Valle del Tanaro. Coltivazioni a vigneti nei dintorni di Neive, a nord-est di Alba nella valle del fiume Tanaro. Osservando attentamente, si riesce a vedere la disposizione dei filari il cui andamento a isoipsa permette di avere un’idea della morfologia.

V - 042. Romagnano. Bosco e zona agricola ad Est di Romagnano (NO), si noti la differenza fra le aree coltivate ed il bosco. Le prime sono contrad-distinte da figure geometriche, in prevalenza rettangoli, il bosco da una punteggiatura più o meno densa e grossolana dovuta alle chiome delle piante.

V - 043. Parco della Val Grande, a Nord di Verbania. Il corso d’acqua che compare nella foto è il Rio di Valgrande e la biforcazione che si vede è quella che borda il Pizzo di Mottàc.

V - 044. Lago di Candia. Un bell’esempio di zona agricola a Nord del Lago di Candia (sud-est di Ivrea). Il parametro fondamentale per il riconoscimen-to è sempre il disegno a scacchiera messo in risalto anche dalle diverse tonalità di colore dovute alle diverse colture.

V - 045. Risaie del Vercellese. Le risaie nei pressi dell’abitato di San Marco sul torrente Rovasenda.

A - 046. Il porto di Genova.

I - 047. Estuario del fiume Magra. Il paese che compare a nord-ovest è Ameglia, quello proprio alla foce è Fiumaretta di Ameglia.

I - 048. La città di Ventimiglia sviluppata lungo la costa e quasi interamen-te compresa fra due torrenti, il torrente Nervia ad est e il torrente Bevera ad ovest. Guardando attentamente si notano i ponti dell’autostrada A8 sui due torrenti, autostrada che sbuca dalle gallerie.

M - 049. La valle del fiume Roia poco a monte di Ventimiglia.

M - 050. Sori. L’abitato di Sori incuneato in una stretta valle i cui versanti mostrano la tipica sistemazione “a terrazze”.

M - 051. Portofino. Il porto turistico di Portofino ricavato in una insenatura naturale. La costruzione che appare sulla punta del promontorio è il faro per la navigazione.

M - 052. Riviera Ligure di Levante. Il paese di Levanto e il versante occi-dentale di monte Vè; in evidenza i terrazzamenti, una strada panoramica e la ferrovia che scompare in galleria.

M - 053. Punta Mesco. Esempio di costa alta, rocciosa, sviluppata verso nord e verso Levanto.

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Capitolo 6.2

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V - 054. Taggia. Un bell’esempio di coltivazioni a terrazze in Liguria, nei pressi di Taggia. L’andamento sinuoso a curva di livello degli appezzamenti coltivati è la conseguenza del terrazzamento. I rettangoli bianchi indicano delle serre.

V - 055. Cinqueterre. Un campione di macchia mediterranea nella zona delle Cinqueterre.

V - 056. Sanremo. La sistemazione “a terrazze”del versante appenninico sovrastante la riviera fra San Remo ed Ospedaletti ha consentito un intenso sviluppo della floricoltura documentato dalle numerose serre.

A - 057. Milano. La caratteristica tipologia costruttiva degli edifici e capan-noni della Fiera Campionaria di Milano e più a nord il velodromo Vigorelli.

A - 058. Milano. Il centro storico di Milano con in primo piano il Duomo e la relativa piazza, più a nord la Galleria, piazza della Scala con il teatro ed il municipio.

A - 059. Bergamo. La fotografia mostra Bergamo Alta con il suo nucleo antico dalla pianta che ricorda un triangolo rovesciato.

A - 060. Po. Un’ansa del fiume Po a nord di Piacenza; sono ben visibili tre ponti, quello dell’autostrada Al sulla destra, quello ferroviario al centro e quello della SS9 a sinistra. Il gruppo di abitazioni che si intravede quasi al bordo del fotogramma lungo la via Emilia è San Rocco al Porto.

A - 061. Il centro di Angera affacciato su un golfo del lago Maggiore.

A - 062. Mantova circondata dai tre laghi, il lago Superiore, quello di Mez-zo e quello Inferiore; in evidenza il Ponte dei Molini verso nord, il Ponte di San Giorgio ad est e la Piazza Virgiliana.

A - 063. La città di Lecco affacciata sul lago omonimo e sul fiume Adda; si riconoscono la stazione ferroviaria, il ponte di Via Leonardo da Vinci e il ponte di Via Giovanni Amendola.

A - 064. Confluenza del fiume Ticino in Po. Netta separazione, dopo la confluenza, fra le acque del Ticino, più scure, e quelle del Po, bruno chiare. In primo piano il ponte di Becca; sullo sfondo due meandri abbandonati.

A - 065. Pianura lombarda. Gli insediamenti di Cologno al Serio (a sud) e Urgnano (a nord) con i centri urbani racchiusi dalle mura.

I - 066. Milano: l’Idroscalo e l’Aeroporto di Linate.

I - 067. Milano, la zona dei Navigli.

I - 068. Confluenza fra il fiume Ticino e il fiume Po a sud-est di Pavia. Si vede il Ponte della Becca immediatamente a valle della confluenza e i paesi di Vaccarizza e Torrello sulle due sponde.

I - 069. Cremona, canale navigabile.

I - 070. Località Gaggiano sulle rive del Canale Naviglio.

I - 071. Il fiume Serio a sud di Bergamo in fase di magra. Si noti l’ampio letto del fiume messo in evidenza dal tono chiaro delle alluvioni in affio-ramento mentre il corso d’acqua, dal tono scuro, è ridotto ad un sottile nastro dall’andamento ondulato.

I - 072. Lago di Porlezza con l’omonima località.

I - 073. Un’ampia ansa del Po ad Ostiglia. La città si sviluppa a nord del fiume; a Sud c’è la città di Revere. Si riesce a riconoscere facilmente la statale n. 12 che supera il fiume proprio fra i due centri abitati. A fianco alla strada correrebbe anche la ferrovia ma la scala della foto rende impossibi-le l’individuazione.

I - 074. Monza. Il parco di Monza, con parte del circuito automobilistico, racchiuso all’interno di una consistente ed estesa urbanizzazione che ma-schera il centro storico della città.

I - 075. Pianura lombarda. L’abitato di Santo Stefano Lodigiano, di Corno Giovine a nord-est e quello di San Fiorano a nord-ovest. In primo piano un esempio di taglio naturale di un meandro del fiume Po e l’attraversamento del territorio da parte di una canale irriguo.

I - 076. Lago di Como - Bellagio. Il promontorio di Bellagio nel lago di Como; ad ovest il centro di Menaggio e ad est quello di Varenna.

I - 077. Lago di Annone. Il lago di Annone fra i paesi di Civate a nord, Galbia-te ad est ed Oggiono-Annone a sud. Si vede la superstrada Milano-Lecco.

I - 078. Lago d’Iseo - Monte Isola. Monte Isola e a nord, quella minore di Loreto nel lago d ‘Iseo.

I - 079. Fiume Adda. Il paese di Crotta d’Adda sul fiume omonimo. In evi-denza il corso meandriforme dell’Adda, il canale Milano-Cremona in fase di realizzazione e a nord un breve tratto della SP 234.

I - 080. Casalmaggiore. Il corso meandriforme del fiume Po in piena a Ca-salmaggiore (Cremona), la linea ferroviaria e, più a sud, la SS420 e lo scacchiere delle coltivazioni.

M - 081. Il fotogramma mostra una frana nella Valtellina, vicino Bormio. Si vede molto bene nel versante la cicatrice apertasi nel bosco da cui si è staccato il materiale che ha interrotto la strada e sbarrato il corso del fiume Adda.

M - 082. Il Massiccio dell’Adamello in tutta la sua imponenza.

M - 083. I l Lago di Garda con in primo piano la penisola di Sirmione in cui si aprono le Grotte di Catullo.

M - 084. Il monte Grigna settentrionale (est del Lago di Lecco) con il Rifu-gio Mogani nell’angolo di nord-ovest del fotogramma.

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Immagini da Aereo

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M - 085. La pianura mantovana nei pressi di Asola. Sempre in evidenza il caratteristico scacchiere delle coltivazioni.

M - 086. L’isola di Monte Isola nel Lago d’Iseo. Sulla sponda occidentale si notano gli abitati di Sensole e Senzano, sulla punta di sud-est quello di Peschiera Marittima.

M - 087. L’abitato di Bellagio sulla punta che separa i due rami del lago di Corno.

M - 088. Colico. Piccolo delta fluviale formato dal fiume Adda in immissione nel lago di Como.

V - 089. Il Parco di Monza nella zona dell’autodromo.

V - 090. Prevalenti coltivazioni a vigneti nell’Oltrepò pavese.

V - 091. Coltivazioni a frutteto a Sommacampagna (Verona). Si osservi come il mezzo per distinguerli dai vigneti sia rappresentato dalla maggiore omogeneità della copertura data dalle chiome delle piante e di conseguen-za dalla maggiore uniformità della colorazione.

V - 092. Le due tonalità di verde indicano rispettivamente i prati-pascoli, quella più chiara, la copertura boscosa quella più scura nella Val Seriana ad ovest di Valgoglio.

V - 093. Valfurva a sud-est di Bormio. Nel versante meridionale che compare nella foto si può osservare un bosco ad alta densità di piante caratterizzato dalla colorazione verde scuro e dalla tessitura grossolana delle chiome; nel versante settentrionale si notano alcune radure con una colorazione verde chiaro.

V - 094. Il Parco del Mincio a Marmirolo. La chiazza scura indica un bosco con al centro una radura riconoscibile per il colore più uniforme e più chiaro.

V - 095. Una densa copertura boscosa immediatamente a nord di Sor-mano. Il colore verde scuro e la fitta punteggiatura (tessitura puntiforme) contraddistinguono la vegetazione arborea, il verde chiaro ed uniforme le piccole radure a prato.

V - 096. Al bordo inferiore del fotogramma compare l’abitato di Soresina, a nord si estende la pianura intensamente coltivata riconoscibile per il di-segno a scacchiera.

A - 097. Passo dello Stelvio. Il Passo dello Stelvio con in evidenza la SS38 con numerosi tornanti; si notano anche la strada secondaria ed i piloni del-l’impianto di risalita che portano, entrambi, al rifugio Monte Livrio, fuori foto.

A - 098. La fotografia illustra la città di Trento sviluppatasi sulla riva orien-tale dell’Adige. Si possono riconoscere alcuni particolari: il punto in cui la strada statale n.12 scavalca l’Adige per portarsi a ridosso dell’autostrada dal Brennero, il Ponte San Lorenzo e la stazione ferroviaria.

A - 099. La città di Bolzano sull’Isarco alla confluenza con il Talvera.

A - 100. Il centro storico di Riva del Garda sul lago omonimo.

A - 101. Il Passo del Brennero; l’autostrada A22, la statale SS12 e la fer-rovia corrono affiancate nella stretta vallata del fiume Isarco.

A - 102. Merano: si riconoscono l’ippodromo, un breve tratto dell’Adige e i due ponti sul fiume quello della tangenziale ovest e quello della statale SS238.

I - 103. I laghi di Levico, ad est, e di Caldonazzo, ad ovest, alla periferia di Levico Terme.

I - 104. Il Lago di Ledro nella Valle di Ledro. Sulla sponda settentrionale del lago si notano i paesi di Molina di Ledro, all’estremità orientale, quello di Mezzolago e di Pieve di Ledro alla punta occidentale.

I - 105. L’abitato di Cles sulla sponda occidentale del lago di Santa Giustina.

I - 106. L’abitato di Avio sull’ampia vallata dell’Adige. Da nord-est a sud-ovest si osserva: il centro cittadino, il Canale Biffi, l’autostrada A22, l’Adige.

M - 107. Val Aurina, il limite più settentrionale d’Italia. Si osservi la linea quasi rettilinea che corrisponde all’incisione del torrente Aurino. La punta più a nord è la Vetta d’Italia.

M - 108. La Val Pusteria a Dobbiaco. Il verde chiaro indica il fondo valle, quello scuro la vegetazione arborea dei versanti. Partendo dal centro abi-tato e andando verso nord, si vede la stradina che sale verso la valle di San Silvestro compiendo un’ampia curva verso est.

M - 109. L’orologio solare nelle Dolomiti di Sesto.

M - 110. Cima Vertana del Gruppo dell’Ortles.

M - 111. Il lago di Braies e più a nord la località di San Vito.

V - 112. Il fotogramma illustra una porzione della valle del fiume Adige, poco a nord di Lavis. Sulla destra della foto si vede l’Adige, l’autostrada A22, al centro una zona coltivata a frutteti e vigneti ed infine quasi al-l’estrema sinistra il torrente Noce affluente dell’Adige.

V - 113. Coltivazioni a vigneti nei dintorni di Nova Cella; nell’angolo di sud-est della foto compare un boschetto.

V - 114. La tipica geometria a rettangoli più o meno grandi associata ad una punteggiatura abbastanza grossolana (tessitura puntiforme grossola-na) rivela una coltivazione a frutteti.

V - 115. La fotografia mostra una foresta ad alta densità di piante. L’im-magine presenta una fitta punteggiatura molto fine (tessitura punti forme fine) che suggerirebbe la presenza di conifere. Infatti si tratta di una abe-taia nella valle di San Silvestro, a nord di Dobbiamo.

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Capitolo 6.2

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A - 116. La città di Trieste con l’area del porto. Si riconoscono partendo dal margine superiore della foto: il Molo III, il Molo IV, il Molo Audace, quello dei Bersaglieri, la Pescheria, il Molo Venezia. Alle spalle si erge il colle di San Giusto riconoscibile per la vegetazione e per la disposizione degli edifici secondo archi circolari che simulano le curve di livello. Ben visibile verso est via Carducci che delimita un’area edificata caratterizzata da in-croci stradali ad angoli retti.

A - 117. Il Sacrario militare di Redipuglia.

A - 118. La forma di stella a nove punte permette di identificare la città fortezza di Palmanova; i raggi di sei larghe strade, di cui tre conducono alle porte, si uniscono nella grande piazza centrale di cui si intuisce la forma esagonale.

A - 119. Ronchi dei Legionari. A nord-est dell’autostrada A4 si notano numerose forme circolari, evidenziate da vegetazione arbustiva, caratteri-stiche di ambienti carsici ed interpretabili come inghiottitoi o piccole doline: a sud ovest l’abitato di Ronchi nell’alta pianura friulana.

A - 120. Castello di Miramare. Il castello di Miramare con il Parco Marino ed il porto turistico di Grignano.

I - 121. Il letto del Tagliamento in periodo di magra. Il tono fotografico bianco contraddistingue il materasso alluvionale solcato da un sottile corso d’acqua leggermente più scuro. L’abitato a sud del fiume è quello di Osoppo, quello a nord è Trasaghis. Si riconosce inoltre il ponte dell’autostrada A23.

I - 122. Gorizia sul Fiume Isonzo. Si riconoscono il ponte ferroviario a nord e quello stradale poco più a sud.

I - 123. Il lago di Doberdò quasi completamente prosciugato.

I - 124. Fiume Tagliamento. Il fiume Tagliamento al suo sbocco nell’alta pianura friulana. Visibili i centri di Bordano e Trasaghis e l’autostrada Udi-ne-Tarvisio in costruzione.

I - 125. Foce dell’Isonzo. Esempio di estuario: foce del fiume Isonzo.

M - 126. Paesaggio carsico con doline nei pressi di Rupingrande.

M - 127. La forma triangolare con l’apice rivolto a monte, indica la bella conoide di Gemona del Friuli che si insinua fra i monti Chiampon e Sella Fo-redor. La fascia bianca che borda il piede del versante di Monte Chiampon, è il letto ghiaioso del torrente che ha generato la conoide.

M - 128. Carso Triestino. Caratteristica morfologia caratterizzata dall’as-senza di idrografia superficiale e dal susseguirsi irregolare di gibbosità ed avvallamenti messi in evidenza dalle ombreggiature.

M - 129. Gemona. La conoide alluvionale di Gemona del Friuli, messa in rilievo dalla disposizione arcuata delle coltivazioni, che si incunea fra il monte Chiampon a nord ed il monte Quarnan a sud: caratteristici i pennac-chi detritici di versante dal tono bianco che alimentano la conoide.

V - 130. Le fitte striature parallele fra loro a gruppi (tessitura striata), rivelano dei vigneti nella zona del Collio.

V - 131. Un fitto bosco nell’Altopiano di Montasio; le zone bruno-chiare sono prive di vegetazione.

A - 132. Verona con in primo piano la caratteristica forma ad ellisse del-l’arena, quella a ferro di cavallo del palazzo municipale ed infine il Ponte Scaligero che immette nella Piazza dell’ Arsenale.

A - 133. L’isola di San Michele su cui si trova il cimitero di Venezia.

A - 134. La laguna veneziana ed il Ponte della Libertà fra Mestre e Venezia.

A - 135. Cittadella con la sua caratteristica pianta a forma di ellisse; si vedo-no le mura, il fossato e i quattro ingressi disposti ai quattro punti cardinali.

A - 136. La città termale di Montegrotto ai piedi dei Colli Euganei.

A - 137. La città di Chioggia sorta su di una stretta lingua di terra che si proten-de nella laguna veneta; in evidenza il ponte di collegamento con Sottomarina.

A - 138. Venezia. La città di Venezia con il Ponte della Libertà, il porto turistico e lo scalo dei traghetti prossimo alla stazione ferroviaria, il Canal Grande e Piazza San Marco, le isole di San Michele e di Murano a nord, la Giudecca a sud insieme con isole minori ed infine una parte del Lido.

A - 139. Chioggia. La città di Chioggia e la Strada Romea che scavalca la Laguna Veneta. A nord un canale navigabile con alcune chiatte.

I - 140. Centro storico di Peschiera del Garda con l’emissione del fiume Mincio dal lago di Garda.

I - 141. La valle del Piave fra Nervesa della Battaglia a nord e Sovilla a sud.

I - 142. La città di Mira sul Canale Brenta.

I - 143. Il Po di Venezia in località Porto Viro; in evidenza il collegamento con il Po di Levante a nord.

I - 144. Bocca del Po di Goro. Si riconosce l’abitato di Gorino ferrarese sul Po di Goro.

I - 145. Lago del Mis ai piedi del monte Alto nella Riserva Naturale dei Monti di Sole.

I - 146. Valli Venete. Valle Dogà a sud di San Donà di Piave; si osservino a nord terreni bonificati ed a sud barene lagunari.I - 147. Delta del Po. Panoramica sulla laguna e sulla spiaggia di Porto di Caleri-Rosolina Mare con in evidenza i resti della foresta marittima.

M - 148. Le Tre Cime di Lavaredo. Il forte dislivello unito all’inclinazione dei raggi solari, genera le ombre lunghe che aiutano a percepire il rilievo.

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Immagini da Aereo

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M - 149. Porto di Lido. Si vede nella foto la punta meridionale dell’Isola di San-t’Erasmo, la punta settentrionale del Lido di Venezia e l’Isola di San Michele.

M - 150. Colli Euganei a nord di Arquà Petrarca. La parte centrale della foto è occupata da un rilievo boscoso; attorno si notano dei piccoli centri abitati disposti lungo le strade.

M - 151. San Vigilio sul lago di Garda. È molto chiara la strada che costeg-gia il lago.

M - 152. La Marmolada. Si riconosce, quasi al bordo superiore del foto-gramma, la parte orientale del lago di Fedaia con il passo omonimo; al bordo inferiore si vede il Pizzo Serata.

M - 153. Formazioni collinari in prossimità del centro storico di Asolo.

M - 154. Pianura Veneta - Fiume Piave. Il fiume Piave fra Nervesa della battaglia, a sud del fiume, Colfosco e Ponte della Priula. Si noti l’alta densità dei centri abitati e delle coltivazioni. A sud-est alcune cave.

M - 155. Colli Euganei. La struttura a domo nei Colli Euganei del monte Loz-zo, di origine vulcanica, fra gli abitati di Lozzo ad est e Valbona ad ovest.

V - 156. La rete stradale insieme alla geometria delle coltivazioni, riflette molto chiaramente la centuriazione romana.

V - 157. Foreste di abeti attorno al lago di Auronzo.

V - 158. Coltivazioni a frutteto nella pianura ad est di Sommacampagna.

V - 159. Il bosco del Cansiglio con al centro una radura. Il colore verde scuro e la tessitura in genere grossolana, molto fine solo al bordo meridionale della foto, indicano il bosco; il verde chiaro con sfumature di bruno, la radura.

V - 160. L’Altopiano di Asiago. La foto mostra un’area con colture a semi-nativi, probabilmente foraggio: il colore verde indica delle colture in atto; il colore bruno delle zone lavorate ma prive di coltivazioni.

V - 161. Le Grandi Valli Veronesi a sud di Legnago.

A - 162. La Repubblica di San Marino con il monte Titano.

A - 163. Il centro storico di Bologna con le Due Torri riconoscibili solo grazie alle loro ombre proiettate sulla piazza.

A - 164. Pontelagoscuro sul Po. Sulla fotografia si riconoscono partendo da ovest: l’Idrovia, il ponte sul Po della strada statale e quello ferroviario.

A - 165. Marina di Ravenna e Porto Corsini. Gli elementi facilmente ricono-scibili oltre ai due moli che costituiscono l’ingresso del porto sono: il canale Candiano, i canali di bonifica, la pineta.

A - 166. Il radio-telescopio di Medicina che stacca nettamente con la sua strana struttura geometrica dovuta alle batterie di pannelli solari, nella pia-nura coltivata a seminativi.

A - 167. La spiaggia di Rimini, il centro abitato e la linea ferroviaria.

A - 168. L’abitato di Brescello con a nord un’ansa del torrente Enza poco prima della sua confluenza nel Po; i due laghi chiaramente artificiali sono probabilmente delle ex-cave di ghiaia e sabbia ora utilizzati come casse di espansione contro le piene del Po e forse anche per la pesca sportiva.

A - 169. L’abitato di Marzabotto sorto su di un ampio terrazzo alluvionale del fiume Reno di cui si vede un’ansa. La zona a sud dell’abitato è di inte-resse archeologico e si tratta della Necropoli etrusca di Misa.

A - 170. Guastalla. La caratteristica pianta stellare delle mura che circon-dano la città di Guastalla ed il ponte sul fiume Po.

A - 171. Bellaria. Disposizione di scogliere artificiali a protezione della co-sta dall’erosione delle correnti marine e caratteristica disposizione delle coltivazioni sotto serra.

A - 172. Cervia. La città di Cervia con il porto turistico, i resti della pineta marittima ed il campo da golf.

I - 173. La foto mostra delle ex-cave sul fiume Secchia, ora utilizzate come casse di espansione in occasione delle piene eccezionali nei pressi di Ru-biera. Si vede anche un tratto dell’autostrada A1 in corrispondenza dell’in-nesto con la A22 del Brennero.

I - 174. Il lago di Suviana nell’Appennino bolognese. Si tratta di un bacino artificiale come è provato dalla diga ad arco e gravità che si nota a nord. Si osservi la netta differenza fra la zona coltivata sulle due sponde e la copertura boscosa a sud.

I - 175. Il fiume Marecchia a Santarcangelo di Romagna. Il fiume è in fase di magra come è documentato dal tono bianco delle alluvioni di letto sol-cate da un sottile rigagnolo d’acqua. A sud-est del fiume si vede un lago di cava sicuramente ancora attiva sulla sponda settentrionale del bacino.

I - 176. La fotografia illustra la confluenza fra i fiumi Taro e Po nei pressi di Roccabianca. Si osservi l’andamento meandriforme dei due corsi d’acqua, in particolare quello del Po con in evidenza un meandro abbandonato.

I - 177. Casal Borsetti alla foce del Canale di Bonifica in destra fiume Reno. Si nota molto bene la Strada Romea che delimita ad ovest l’abitato e le dighe foranee a protezione della spiaggia.

I - 178. Il Cavo Napoleonico a sud-est di Bondeno.

I - 179. Il Bacino di Ridracoli sul fiume Bidente nell’Appennino forlivese. Si riconosce a nord la diga ad arco.

I - 180. Valle Trebbia - Marsaglia. Il paese di Marsaglia sul fiume Trebbia, profondamente incassato nelle rocce dell’Alto Appennino.

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Capitolo 6.2

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I - 181. Valle del Marecchia - Verucchio. Il fiume Marecchia ed il paese di Verucchio che sorge su una collina messa in evidenza dalla disposizione a raggiera della parcellizzazione delle coltivazioni.

I - 182. Saline di Cervia. Le saline di Cervia di origine etrusca, ora area pro-tetta. Verso est, la SS16, la ferrovia ed una stretta fascia di pineta marittima.

M - 183. Il monte Cimone, nell’Appennino modenese, con l’osservatorio meteorologico.

M - 184. La frana di Corniglio. Si riconosce la nicchia di distacco di forma arcuata con la concavità rivolta a nord, il corpo di frana dalla forma a nastro, la zona di accumulo che si spinge fin quasi al centro. Si osservi la strada che taglia trasversalmente il corpo di frana.

M - 185. Il corso del Po ad est di Piacenza. Il fotogramma illustra le aree golenali ai lati dell’ansa del fiume. A nord del corso d’acqua si riconosce il paese di Caselle Landi, a sud quelli di Mortizza e Bosco dei Santi.

M - 186. Area interessata dalla Bonifica ferrarese a nord del centro abita-to di Jolanda di Savoia.

M - 187. Un tratto delle valle del torrente Idice nel bolognese. La scacchiera delle aree coltivate indica le zone alluvionali del torrente, il colore grigio e l’alta densità dei piccoli corsi d’acqua pongono in risalto le aree calanchive.

M - 188. La caratteristica forma “a zattera” della Pietra di Bismantova.

M - 189. Un tipico paesaggio collinare a sud di Bertinoro con coltivazioni, zone brulle ed una ragnatela di strade che collegano le frazioni isolate e le abitazioni irregolarmente distribuite nelle zone coltivate.

M - 190. Colline Mioceniche - Sassofeltrio. Tipico paesaggio delle colline marchigiane mioceniche:i paesi di Sassofeltrio, con a lato la cava di gesso, e di Gesso, più a nord, su analoga litologia. Tutt’intorno forme calanchive sviluppatesi nelle argille messiniane. La chiazza rossastra a sud di Sasso-feltrio indica un “red beds”.

V - 191. Il Bosco della Mesola nel ferrarese. Si noti la netta differenza fra l’area boscosa, verde scuro, e quella coltivata con il classico disegno a scacchiera.

V - 192. Il Parco Ducale nella città di Parma.

V - 193. La Pineta di Classe, a Ravenna, circondata da coltivazioni.

V - 194. Il Parco del Delta ad Argenta.

V - 195. Passo delle Forbici nell’Alto Appennino reggiano. Si noti la densa coper-tura boscosa con qualche piccola radura distinguibile per il colore brunastro.

V - 196. Un bell’esempio di colture intensive nei dintorni di Nonantola. Da notare il disegno a scacchiera che è sempre rivelatore di attività agricole nelle zone di pianura; il fotogramma è attraversato da un canale di bonifica.

V - 197. La foresta di Campigna nel Casentinese. La punteggiatura (pat-tern) grossolana sta ad indicare piante d’alto fusto e/o dalla chioma molto sviluppata, quella così fine da originare un verde uniforme, contraddistin-gue le aree governate a ceduo.

V - 198. Pianura ferrarese. Coltivazioni estensive a seminativo in provincia di Ferrara. In risalto, per trasparenza, frequenti alvei sepolti dei corsi d ‘acqua esistenti prima della bonifica.

V - 199. Pianura ravennate. Esempio di coltivazioni arboree specializzate. In evidenza il segno persistente della centuriazione romana in cui si è inseri-to l’impianto urbano della città di Massa Lombarda che compare verso est.

V - 200. Passo Le Forbici. Presenza di faggete e praterie di vetta nell’alto appennino modenese-reggiano. (1500-1600 m. s.l.m.).

V - 201. Lago Scaffaiolo. Alto appennino tosco-emiliano nella zona del Corno alle Scale. In primo piano il lago Scaffaiolo con il Rifugio del CAI. A nord si vedono degli impianti di risalita per lo sci. A sud boschi di faggio e macchie di conifere evidenziate dai toni più scuri.

A - 202. L’esagono fortificato del centro storico di Grosseto occupa quasi tutto il fotogramma. La vegetazione e i giardini voluti dall’ultimo Granduca di Toscana sulle mura e sugli spalti, marcano il perimetro del centro cittadino.

A - 203. Firenze. Facilmente riconoscibili Piazza del Duomo con il Battiste-ro e il Duomo, Piazza della Repubblica, Piazza della Signoria e al bordo del fotogramma, Pontevecchio.

A - 204. La città di Lucca con il suo centro storico racchiuso dall’anello alberato sviluppatosi sul terrapieno delle antiche mura. A sud del centro storico si può osservare la stazione ferroviaria mentre a nord-ovest appa-re un’ansa del fiume Serchio.

A - 205. Monteriggioni. La visione stereoscopica avrebbe permesso di ammirare la posizione di questo paese arroccato sulla cima di un colle e circondato da una cinta di mura a pianta quasi circolare.

A - 206. La Piazza del Duomo di Pisa rappresenta l’elemento dominante di questo fotogramma; si riconoscono facilmente il Duomo, il Battistero e la famosa Torre messa in risalto dalla sua ombra proiettata in parte sulla piazza e in parte sul duomo.

A - 207. La stereoscopia avrebbe permesso di ammirare la città di Volter-ra appollaiata sulla cima di rilievi collinari. La fotografia permette comun-que di osservare il centro storico, il Parco archeologico e a nord-est la Chiesa di Sant’Andrea.

A - 208. Gli svincoli autostradali e l’area di servizio di Sesto Fiorentino.

A - 209. Portoferraio sviluppatosi su di un caratteristico promontorio del-l’isola d’Elba.

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Immagini da Aereo

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A - 210. Lucca. La fotografia a grande scala rappresenta un esempio di pianta topografica con, al centro, la Piazza dell’Anfiteatro.

A - 211. Rosignano Solvey. La zona industriale di Rosignano Solvay con, a nord, quella residenziale.

A - 212. Ansedonia. La città di Ansedonia e la Tagliata Etrusca a breve distanza dalla laguna di Orbetello. Si notano: la pineta marittima a ridosso della spiaggia;la ferrovia e la SS1 Aurelia al piede del versante di Poggio dei Venti.

I - 213. Il paese di Sieci sull’Amo. L’abitato è delimitato a nord dalla linea ferroviaria.

I - 214. Il Lago di Massaciuccoli e l’abitato di Torre del Lago Puccini ad ovest.

I - 215. Piccolo lago a nord-est di Rosignano Solvay. Si nota la strada per Santa Luce che supera lo specchio d’acqua.

I - 216. La foce ad estuario del fiume Ombrone.

I - 217. Padule di Raspollino a nord-ovest di Grosseto.

I - 218. Bacino artificiale di Montedoglio, poco a nord di Anghiari. Si vede al limite meridionale del lago uno sbarramento che sembra essere una diga a gravità.

I - 219. Un tratto del fiume Amo, nei pressi di Laterina, caratterizzato da alcune strette anse accompagnate da un repentino allargamento dell’alveo. Si riconosce a sud del fiume la linea ferroviaria e al bordo del fotogramma il paese di Pieve a Maiano.

M - 220. Cava di marmo a nord di Carrara nelle Apuane. Si noti la strada sterrata di servizio che si arrampica con stretti tornanti verso il fronte di scavo.

M - 221. La laguna di Orbetello con in evidenza la stretta penisola che collega la terra ferma con il promontorio del monte Argentario. Verso est si impone all’attenzione il rilievo boscoso di Poggio del Leccio.

M - 222. Colline Metallifere della Toscana. La fotografia riprende la zona di monte Gabbro e del paese di Galleraie.

M - 223. Punta Ala ad ovest di Grosseto con, all’estremità verso il mare, il piccolo porto turistico.

M - 224. L’isola di Giannutri. Si riconoscono facilmente la Punta del Capel Rosso all’estremità meridionale dell’isola, Punta Secca a nord e lo Spalma-toio nell’ampio golfo orientale.

M - 225. Il fotogramma mostra un tipico paesaggio montano delle Alpi Apuane, caratterizzato da una morfologia aspra, con creste aguzze allun-gate all’incirca nord-sud, separate da strette e profonde incisioni vallive.

M - 226. Un bel paesaggio di pianura nella Maremma ad ovest di Bolgheri, contraddistinto dalla scacchiera dei campi coltivati. Le linee rette bianca-stre che solcano la pianura, sono delle strade ben alberate come si intuisce dalla presenza di quei punti scuri allineati lungo le strade.

M - 227. Val di Chiana a sud-ovest di Arezzo e poco a nord di Foiano. Si noti come la diversa disposizione geometrica dei campi coltivati e so-prattutto le loro diverse dimensioni, indichino con chiarezza l’area pianeg-giante (orientamento degli appezzamenti est-ovest e maggiori dimensioni) nettamente diversa dalle adiacenti aree collinari.

M - 228. Un esempio di morfologia massiccia con forme rotondeggianti di un rilievo nei Monti Sibillini. Le zone più scure indicano la vegetazione arborea che si differenzia nettamente dal grigio-bruno delle aree spoglie.

M - 229. Colline toscane. L’entroterra di Orbetello, fra Fattoria Colle Lupo e Pereta (Grosseto), costituito da un susseguirsi di dolci colline coltivate a seminativo e ad uliveto, con presenza a chiazze di macchia mediterranea.

M - 230. Paesaggio collinare ad est della città di Bibbiena.

M - 231. La valle dell’Ombrone nei dintorni di Poggio Cavallo.

V - 232. La foce ad estuario del fiume Arno. Caratteristico il pennacchio bruno che si inoltra nel mare, dovuto al limo e in genere al trasporto solido della corrente. Alla foce del fiume la Marina di Pisa, a nord la Tenuta di San Rossore.

V - 233. Le foreste casentinesi nella zona di Camaldoli.

V - 234. Il Giardino di Boboli a Firenze.

V - 235. Il Parco Naturale della Maremma e i Monti dell’Uccellina a sud di Grosseto.

V - 236. Le Colline del Chianti a sud di Castellina. Da notare la scacchiera delle coltivazioni la cui disposizione leggermente arcuata segue le curve di livello; le linee più scure indicano i boschetti di ripa lungo i corsi d’acqua.

V - 237. La densa copertura boscosa dell’isola d’Elba.

V - 238. L’Alpe della Luna a nord di Sansepolcro.

V - 239. Greve in Chianti. Zona di Greve in Chianti con sfruttamento inten-sivo del territorio con vigneti. Nell’angolo di sud-est un esempio di doppia coltura arborea (vigneti +uliveti).

V - 240. Maremma. Esempi di fattorie: in evidenza gli edifici ad uso abita-zione, le stalle, gli abbeveratoi e i filari di cipressi lungo le strade.

A - 241. La città di Assisi adagiata su di uno sperone del monte Subasio. Si riconoscono la Basilica di San Francesco quasi al margine occidentale del fo-togramma, la fortezza di Rocca Maggiore più verso est, Santa Chiara a sud.

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Capitolo 6.2

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A - 242. La forma ellittica del centro storico di Orvieto riflette quella del blocco di tufo su cui si erge la città. Si noti come l’ombra a forma di nastro metta in evidenza la scarpata settentrionale della rupe. Ben visibile il Duo-mo e la strada identificabile come Corso Cavour che attraversa il centro abitato in senso est-ovest.

A - 243. Gubbio. La città medievale sovrastata dal rilievo montuoso di Ma-donna della Cima (963 m. s.l.m.). Verso l’angolo di sud-est del fotogramma si nota Sant’Ubaldo al termine di una serie di stretti tornanti stradali.

A - 244. Assisi. Assisi affacciata alla “piana alluvionale” del fiume Topino, affluente del fiume Tevere, con alle spalle i rilievi mesozoici del Parco Natu-rale Regionale.

I - 245. Lago di Piediluco.

I - 246. Il lago Trasimeno. La foto permette di riconoscere l’Isola Maggio-re, il promontorio su cui sorge Castiglione del Lago, l’Isola Polvese di fronte a San Feliciano.

I - 247. L’ampia vallata del Tevere a Deruta, circa 20 km a sud di Perugia. In evidenza la pianura alluvionale con il tipico disegno a scacchiera delle coltivazioni, solcata dall’andamento meandriforme del fiume.

M - 248. La piana del fiume Topino con la città di Cannara nell’angolo di nord-ovest del fotogramma

M - 249. La Serra di Burano a nord di Gubbio. Si noti la forma del rilievo allungata secondo la direzione nord-ovest/sud-est (direttrice appenninica) propria dei rilievi dell’Umbria e delle Marche.

M - 250. Fonti del Clitunno. Fonti del Clitunno alle pendici dei rilievi calcarei mesozoici sovrastanti la “piana alluvionale”del Clitunno. In evidenza il con-trasto tra le coltivazioni della piana e quelle arboree delle zone collinari. Si notano gli abitati di Pissignano a nord e di Campello a sud, la SS3 ai piedi del versante e la ferrovia.

V - 251. Il Parco del Tevere nei pressi di Todi.

V - 252. Piano Grande nel pressi di Castelluccio (Perugia).

V - 253. Monte Subasio a sud-est di Assisi. Si riconoscono facilmente i numerosi ruscelli che scendono verso nord e la strada che lo attraversa.

A - 254. La fotografia mostra l’area portuale di Ancona e più precisamen-te il porto turistico. Inoltre è possibile identificare, grazie alla vegetazione, San Ciriaco in prossimità della costa verso nord-est, il monte Cardeto più a sud; la pianta pentagonale permette di riconoscere il Lazzaretto mentre ancora la vegetazione pone in risalto la Cittadella.

A - 255. Il fotogramma illustra la città di Urbino adagiata su di un colle che le permette di spaziare sulla pianura. La visione d’insieme consente di distinguere due zone caratterizzate da una diversa tonalità del rosso dei coperti delle costruzioni. Verso ovest, dove il tono del rosso è più marcato,

si trova la parte più recente della città mentre ad est, dove il colore dei coperti appare più pallido, sorge il nucleo antico con il Palazzo Ducale, il Duomo e l’Università. A nord-ovest si vede un impianto sportivo.

A - 256. Senigallia alla foce del fiume Misa. Si riconoscono il porto turi-stico, la linea ferroviaria, il Parco della Pace e i Giardini Catalani messi in risalto dal verde della vegetazione. Facile da individuare è anche il Corso 2 Giugno che da Piazza Aurelio Saffi, adiacente ai giardini Catalani, si spinge fino al ponte sul Misa.

A - 257. La fotografia mostra come la città di Falconara risulti a ridosso della raffineria di petrolio di cui si vedono con chiarezza le cisterne; a sud appare l’aeroporto.

I - 258. Il lago di Fiastra, nelle Marche, sul torrente Fiastrone. É un bacino artificiale documentato dalla diga ad arco che si vede nella chiusura del lago a nord-est. Caratteristico è il cambiamento di tonalità dell’acqua a cir-ca metà del lago, dovuto all’ombra proiettata dalle sponde. Alla estremità meridionale del lago, si può riconoscere sulla sponda sinistra il paese di Fiastra e su quella destra San Lorenzo al Lago.

I - 259. La foce del Metauro a Madonna del Ponte nei pressi di Fano. Si vedono la statale n.16 e più vicino al mare la linea ferroviaria.

I - 260. Bacino artificiale sul fiume Tenna, poco a nord di Amandola. Pren-de il nome dall’Abbazia dei Santi Rufino e Vitale.

I - 261. Fiume Foglia. Il fiume Foglia fra le colline plioceniche a nord e gli ampi terrazzi alluvionali a sud e verso est. In primo piano il paese di Borgo Santa Maria ed un meandro abbandonato. Le coltivazioni arboree conser-vano talvolta la tipica disposizione a filari.

I - 262. Appennino Calcareo - Gola del Furlo. La gola del Furlo ed il bacino artificiale sul fiume Candigliano, con in evidenza la diga ad arco. A nord-ovest il versante del monte Pietralata.

M - 263. Promontorio del monte Conero. Si noti la densa coperture boscosa.

M - 264. Gabicce Monte. Si possono vedere le scogliere frangi flutti a dife-sa della costa e la strada che corre in cresta lungo il ripido versante.

M - 265. La fotografia è caratterizzata dal disegno a scacchiera che con-traddistingue le colline fra i fiumi Cesano e Misa.

M - 266. Costa alta marchigiana. La costa alta o “falesia”, di natura preva-lentemente arenacea, fra Pesaro e Gabicce Monte, in località Casteldimez-zo. Si vedono: la strada costiera, più a sud-ovest la SS16 ed un breve tratto in curva dell’autostrada A14.

V - 267. Il fotogramma è centrato sull’Eremo di Fonte Avellana. Si riconosco-no sia la costruzione che le tre strade che sembrano irraggiarsi dall’eremo.

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Immagini da Aereo

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V - 268. La Piana del Chienti caratterizzata dalla scacchiera delle coltiva-zioni, da un tratto del corso del fiume e di un suo affluente dal percorso meandriforme. A nord del Chienti si vede la superstrada.

V - 269. La fotografia mostra un tratto della costa adriatica poco a nord di Pesaro. In chiara evidenza il bosco molto eterogeneo, la sottile striscia di spiaggia e due battelli in mare.

A - 270. Il Fiume Garigliano, ad est di Castelforte.

A - 271. Roma, Piazza San Pietro e la Città del Vaticano posta in risalto dalla ricca vegetazione.

A - 272. L’isola Tiberina sul Tevere, a Roma. Da ovest verso est si ricono-scono i seguenti ponti: Garibaldi, Cestio e Fabricio, Rotto e Palatino.

A - 273. La caratteristica struttura radiale della città di Latina con centro nella Piazza del Popolo. In evidenza verso sud-ovest lo stadio comunale Domenico Francioni.

A - 274. Montecassino. Al centro del fotogramma risalta la mole massiccia, a pianta quadrata, della celebre abbazia isolata sulla cima del monte che le da il nome, monte la cui esistenza è rivelata, in una visione non stereosco-pica, dai numerosi tornanti della strada che sale da Cassino.

A - 275. Gli impianti sportivi del Foro Italico a Roma.

A - 276. Roma - Città del Vaticano. In evidenza: la Basilica di San Pietro con la piazza omonima; il fiume Tevere; Castel Sant’Angelo con il Mausoleo di Adriano; il Mausoleo di Augusto ed il Pantheon sull’altra riva del Tevere.

A - 277. Roma - EUR. Da sottolineare l’equilibrio del verde pubblico e pri-vato con l’edificato.

A - 278. Roma. La periferia di Roma, nella zona della Via Nomentana lungo il corso del fiume Aniene, che appare per un breve tratto nell’angolo di nord-est della fotografia

A - 279. Nettuno. Nettuno, vicino ad Anzio, con in evidenza il porto turisti-co e il Cimitero Militare Americano.

A - 280. San Felice Circeo. Ai piedi del monte Circeo ed affacciato sul mare Tirreno.

I - 281. Il lago di Fondi, a nord-est di Terracina, dalla caratteristica plani-metria molto frastagliata.

I - 282. Lago di Sabaudia.

I -283. I paesi di Genzano e di Nemi affacciati sul lago di Nemi.

I - 284. Un bell’esempio di disegno a scacchiera dovuto alle coltivazioni, solcato da due sistemi fra loro perpendicolari di linee rette rappresentate da strade e canali irrigui. Si tratta dell’area bonificata di Pontinia nel Lazio.

I - 285. Il lago di Turano dalla caratteristica forma a “cavalluccio marino”. Si individua a circa metà lago il ponte stradale che lo attraversa e il pro-montorio del Castello di Tora.

I - 286. Un tratto del fiume Tevere, poco a sud di Nazzano. Il fotogramma documenta un’intensa attività estrattiva posta soprattutto in risalto dal lago adiacente al corso del fiume, lago che rappresenta una ex-cava.

I - 287. Laghi di Lungo e San Puoto. Il lago di Lungo, prossimo al mare, e quello di San Puoto a nord-ovest di Gaeta. Si noti il netto contrasto fra le boscose pendici calcaree di monte Lauzo ed i depositi detritico-alluvionali intensamente sfruttati da coltivazioni sotto serra.

M - 288. Fregene, località nota come “il baricentro d’Italia”.

M - 289. L’estesa e densa copertura boscosa che caratterizza la zona di monte di Cambio, poco a sud di Leonessa, nei Monti Reatini.

M - 290. La fotografia mostra un paesaggio collinare nel viterbese, poco a sud-ovest di Civita Castellana, con in risalto la vegetazione arborea svilup-pata lungo i corsi d’acqua.

M - 291. Un tratto di costa ai piedi di monte Circeo. In risalto lo sviluppo edilizio.

M - 292. Monte Soratte a sud-est d Civita Castellana. Nell’angolo di sud-est del fotogramma si intravede Sant’Oreste.

M - 293. La bella copertura boscosa dei Monti della Tolfa. Le linee bianche ondulate rappresentano delle strade.

M - 294. Valle del fiume Liri.

M - 295. Il paesaggio nei pressi di Roma, caratterizzato da tavolati o pla-teaux di natura tufacea (tufo laziale) solcati dalle profonde incisioni dei corsi d’acqua.

V - 296. La tenuta di Castel Fusano a sud-est del Lido di Ostia.

V - 297. Il fotogramma illustra la copertura boscosa inframmezzata da radure e piccoli appezzamenti di terreno coltivati, nei Monti della Laga a sud di Amatrice.

V - 298. Il parco di Villa Borghese a Roma.

V - 299. Le grandi maglie della rete disegnata dalle strade e dai limiti degli appezzamenti coltivati,rivelano la bonifica effettuata nell’area a sud di Sezze.

V - 300. Le Gole del Velino, a nord di Antrodoco, con i versanti ricoperti da rigogliosa vegetazione arborea.

V - 301. La forma circolare di colore verde che appare quasi al centro della foto, è il monte Venere nella Riserva Lago di Vico.

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Capitolo 6.2

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V - 302. Tenuta di Castelfusano. La bella pineta della Tenuta di Castel Fu-sano sulla spiaggia del Lido di Fusano, a breve distanza dal Lido di Ostia.

A - 303. Sulmona. La parte più antica della città risulta compresa fra due corsi d’acqua messi in evidenza dalla vegetazione che li accompagna (bo-schetti di ripa); la parte nuova si è sviluppata verso l’angolo di nord-est del fotogramma, mostra una diversa struttura del tessuto urbano. Si noti ancora il ponte sul fiume Vella quasi al bordo settentrionale della foto e la linea ferroviaria a ovest sub parallela al fiume Gizio.

A - 304. La città di Chieti. Si possono riconoscere Piazza Vittorio Emanuele circondata dalla Cattedrale, dal Palazzo di Giustizia e dal Municipio; identifi-cabile anche Corso Marrucino, asse portante della città. Le due chiazze di verde, dovute alla vegetazione, indicano due piccole valli che si aprono sui fianchi del colle su cui si è sviluppata la città.

A - 305. La città di Pescara con il porto canale sul fiume Pescara. La foto mostra chiaramente come la spiaggia sia nettamente più sviluppata a nord del molo mentre risulti in erosione verso sud al punto di dover essere difesa da una scogliera frangiflutti. Nell’area urbana si notano un impianto sportivo e la linea ferroviaria.

I - 306. Il Lago di Campotosto incastonato fra il monte Civitella a nord-ovest, il monte Mascioni che si incunea fra i due rami del lago, il monte Piano a sud-est ed il monte di Mezzo ad est.

I - 307. Il Lago di Scanno con i paesi di Scanno a sud e di Villalago a nord.

I - 308. Il paese di Casoli nella valle del Sangro ed il lago di Sant’Angelo.

M - 309. I Calanchi Bolge di Atri. Il tono fotografico grigio e l’intenso ru-scellamento caratterizzano questa particolare forma morfologica.

M - 310. Il Gran Sasso con la cima Corno Grande. Si osserva la strada che sale a Fonte Cerreto e verso una o due costruzioni che potrebbero essere malghe o rifugi. La visione stereoscopica e cioè tridimensionale consen-tirebbe di osservare come il limite della vegetazione arborea a nord del Corno Grande rappresenti il limite in quota del bosco, limite che in queste zone si aggira intorno ai 1700-1800 m. s.l.m.

M - 311. I toni più chiari dei colori e il più intenso sfruttamento agricolo indicano la Piana di Avezzano con al centro, ben delimitato, l’antico lago del Fucino ormai prosciugato e bonificato.

M - 312. Vasto con in primo piano il promontorio di Punta della Penna ed il porto.

M - 313. Appennino abruzzese. Colle Angelo: paesaggio di alta montagna con in primo piano un circo glaciale di età wurmiana, a nord di monte Mar-sicano.

V - 314. La Maielletta ad ovest di Guardiagrele. Si riconoscono: una prate-ria di vetta, la linea di cresta evidenziata dalla disposizione a raggiera dei corsi d’acqua ed una stradina che attraversa la prateria.

V - 315. La valle del fiume Sangro nei pressi di Paglieta. Nell’angolo di nord-est della foto si nota un breve tratto dell’autostrada A14.

V - 316. La foto illustra un’area dei Monti della Laga, a nord di Campoto-sto. Molto probabilmente si tratta del monte Gorzano e del fiume Tordino.

V - 317. Le colline coltivate della zona di Monteodorisio, a sud-ovest di Vasto. L’abitato appare proprio nell’angolo di nord-est della foto mentre in quello di nord-ovest si vede un breve tratto del corso del fiume Sinello.

A - 318. La forma affusolata che termina a punta di freccia a sud-ovest, identifica la città di Isernia che deve questa particolare planimetria al fatto di essersi sviluppata su di uno sperone di travertino compreso fra i fiumi Carpino e Sordo. Si possono riconoscere la linea ferroviaria con la stazio-ne, la SS85 e più a sud la strada Contrada San Cosmo che supera con un cavalcavia la statale.

A - 319. Nel fotogramma si distinguono facilmente le due parti in cui si di-vide la città di Campobasso, la parte moderna che si estende nella pianura e quella antica che si arrampica sul colle che ospita il massiccio Castello Monforte che si intravede nell’angolo di nord-ovest della foto. Pur in assen-za della visione stereoscopica si riesce ugualmente ad intuire la presenza di un rilievo osservando come gli edifici siano distribuiti secondo archi di cerchio che simulano le curve di livello. Nel centro cittadino si riconoscono la Piazza Vittorio Emanuele con l’adiacente piazza giardino su cui si affac-cia il Municipio, la stazione ferroviaria nell’angolo di sud-est vicino ad una struttura residenziale a pianta esagonale.

I - 320. Un bell’esempio di diga a gravità nel lago di Occhito.

I - 321. Il lago di Guardialfiera sul fiume Biferno. Si riesce a vedere verso l’estremità meridionale deI lago, il Ponte Scipione di Blasi.

M - 322. La catena delle Mainarde. Il colore bianco indica un residuo del manto nevoso.

V - 323. La Riserva Naturale di Pesche ad Isernia.

A - 324. La città di Napoli. Si vedono il porto commerciale e più precisa-mente l’Avanporto Ammiraglio Caracciolo e il Bacino del Piliero, il Promon-torio di Santa Lucia con il Castello dell’Ovo proprio sulla punta, Piazza del Plebiscito con il Palazzo Reale e alle sue spalle la massiccia struttura del Maschio Angioino o Castel Nuovo.

A - 325. Ercolano. La fotografia mostra la zona archeologica in cui si rico-noscono, procedendo da nord-ovest verso sud-est, il Cardine III, il Cardine IV e il Cardine V tagliati ortogonalmente, circa a metà, dal Decumano infe-riore. L’area degli scavi è chiusa ad est dal Decumano massimo. I rettan-goli biancastri che circondano la zona archeologica sono delle serre con coperture in genere costituite da teloni di plastica.

A - 326. L’Accademia Militare di Pozzuoli.

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Immagini da Aereo

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A - 327. Caserta con il Palazzo reale a pianta quadrata che appare al margine meridionale della foto, seguito dal Parco Reale messo in risalto dal verde della vegetazione ed infine la grande vasca che si sviluppa in modo rettilineo verso nord in cui si riesce a riconoscere la Cascata dei Delfini, la Fontana di Eolo e quella di Venere quasi al bordo superiore del fotogram-ma.

A - 328. Pompei. La città di Pompei con, a nord-ovest, la zona degli scavi archeologici. Partendo da est si incontra “l’Anfiteatro” di forma ellittica adiacente alla “Palestra” a pianta rettangolare; oltrepassata la zona incol-ta dei “nuovi scavi “ si osservano il “Teatro Grande” confinante a sud con la “Caserma dei Gladiatori”.

A - 329. Paestum. La zona archeologica di Paestum all’interno del trape-zio disegnato dalla strada che delimita l’area dei templi. Quello più setten-trionale è il Tempio di Cérere, quello meridionale è il Tempio di Nettuno.

I - 330. La città di Benevento sviluppata fra i fiumi Calore a nord e il Sabato a sud.

I - 331. Il Fiume Sele poco ad est di Eboli ed immediatamente a nord di Ponte Sele. Con un po’ di attenzione si riesce a vedere un tratto di linea ferroviaria e poco sopra l’autostrada A3.

I - 332. Area di bonifica ad ovest di Sala Consilina caratterizzata da cana-lizzazioni irrigue.

I - 333. I laghi di Averno e di Lucrino, formatisi in antiche caldere, ad ovest di Pozzuoli.

I - 334. Il lago del Matese, ai piedi della catena omonima che si estende a settentrione del lago. Il centro abitato che si nota quasi al bordo meridio-nale della foto, è il paese di San Gregorio Matese.

I - 335. Capo Palinuro. Il promontorio di Capo Palinuro con un bell’esem-pio di fiumara, quella del fiume Lambro.

M - 336. Il Vesuvio. In primo piano il cono vulcanico con la bocca eruttiva di monte Somma. Si noti l’alta densità delle costruzioni tutt’attorno al vulcano.

M - 337. L’isola di Capri con i faraglioni.

M - 338. Il Promontorio di Capo Palinuro con in evidenza la città ed il porto.

M - 339. Monti del Matese a nord-est di Piedimonte. Nel fondo valle, dove il tono di colore grigio-verde è più omogeneo, si riconoscono alcune co-struzioni interpretabili come stalle o ricoveri per gli animali.

M - 340. L’antico vulcano di Roccamonfina con ad est il centro abitato.

M - 341. Solfatara di Pozzuoli. Oltre alla Solfatara, compaiono a nord la caldera degli Astroni, un tratto della tangenziale di Napoli e ad est una parte dell’ippodromo di Agnano.

M - 342. Penisola sorrentina. La penisola sorrentina con la Punta Campa-nella; proprio all’estremità del promontorio maggiore si nota il faro per la navigazione.

M - 343. Costa amalfitana. La ripida e scoscesa costa amalfitana fra Vettica e Praiano. Si noti il sottile promontorio di Capo Sottile ed il terrazzamento del versante che sale all’abitato di Bomerano.

V - 344. La piana del fiume Volturno. Si possono riconoscere: l’andamento meandriforme molto accentuato del fiume, gli abitati di Grazzanise e di Santa Maria La Fossa, le intense coltivazioni.

V - 345. La fotografia mostra un’area montuosa nel Cilento. Proprio al bor-do settentrionale della foto appare l’abitato di Laurino ai piedi del monte Scanno del Tesoro. La vegetazione permette di distinguere i fondovalle, con copertura prativa dal colore verde pallido molto uniforme, dai rilievi con co-pertura boscosa verde scuro ed aspetto granulare (tessitura puntiforme).

V - 346. La bella vegetazione del versante meridionale del monte Licosa a sud di Castellabate. Il colore verde scuro finemente granuloso suggerisce la presenza di un bosco governato a ceduo.

V - 347. La scacchiera delle colture a sud di Battipaglia. I rettangoli bian-chi sono da interpretare come serre.

V - 348. La grande diffusione delle serre è posta in risalto dal colore bian-co e dalla forma geometrica rettangolare. La zona è a sud di Battipaglia.

A - 349. Bari. La fotografia mette in luce il nucleo antico e la parte nuova, caratterizzati da tipologie planimetriche totalmente differenti. La città vec-chia sorge su di un promontorio e si sviluppa fra il Castello e la Chiesa di San Nicola facilmente identificabili; è un labirinto di strette strade, di cortili e case che originano un tessuto urbano difficile da penetrare. La città nuo-va si presenta invece con una pianta di tipo geometrico, con strade che si incrociano tutte ad angoli retti con l’unica eccezione di via Francesco Crispi che taglia obliquamente questo scacchiere.

A - 350. Colpisce la forma a “clessidra” di Gallipoli che si protende nel Golfo di Taranto. A nord si osserva il porto commerciale, a sud il porto pe-schereccio del Canneto. Ben evidenti anche il Castello, il ponte seicentesco e la linea ferroviaria che corre lungo la costa settentrionale.A - 351. Taranto, il ponte girevole.

A - 352. Un villaggio turistico a Pugnochiuso, racchiuso in una caletta del promontorio, immerso nella vegetazione mediterranea.

A - 353. Castel del Monte nella Murgia settentrionale, a sud di Andria.

A - 354. La città di Bitonto, un fitto agglomerato di case nella campagna pugliese contraddistinta dal disegno a scacchiera delle coltivazioni.

A - 355. Ancora la campagna pugliese nelle vicinanze di Porto Cesareo; in evidenza la pista di collaudo della FIAT.

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A - 356. Vieste. L’abitato di Vieste nel Gargano, con il faro sull’isola di Sant’Eufe-mia. Notevoli le spiagge sabbiose che si sviluppano a nord ed a sud dell’abitato.

A - 357. Gargano - San Giovanni Rotondo. La pianta di San Giovanni Ro-tondo al piede del versante meridionale del Promontorio del Gargano.

I - 358. Il bacino artificiale sul torrente Locone, ad ovest di Minervino Mur-ge. In chiara evidenza la diga a gravità.

I - 359. La foce ad estuario del fiume Ofanto, fra Barletta e Margherita di Savoia. In evidenza le coltivazioni della pianura poste in risalto dal disegno a scacchiera.

I - 360. Un tratto del corso sinuoso del torrente Carapelle, poco a nord di Ascoli Satriano.

I - 361. Una bella immagine del canale di bonifica della Salina grande a sud-est di Taranto. In chiara evidenza il disegno geometrico delle coltiva-zioni. In questa foto il tono bruno sta ad indicare l’assenza di colture.

I - 362. Canali irrigui a sud-sud-ovest di Manfredonia. Si noti la regolarità geometrica dei canali artificiali nei confronti dei corsi d’acqua naturali.

I - 363. La foce ad estuario del fiume Lato, a nord-est di Castellaneta Marina.

I - 364. Lago di Varano. La laguna di Varano con uno dei canali (Capoiale) di comunicazione con l’Adriatico. In prossimità della costa una stretta fascia di macchia mediterranea.

I - 365. Saline di Margherita di Savoia. nel Golfo di Manfredonia: si osser-vino i canali di alimentazione che circondano le vasche rettangolari predi-sposte per l’evaporazione delle acque e la precipitazione del sale. A nord, lungo la spiaggia, appare il disegno geometrico delle coltivazioni, mentre a sud, proprio a ridosso della spiaggia, si notano alcune costruzioni.

I - 366. Foce dell’Ofanto. Esempio di estuario alla foce del fiume Ofanto. Si noti il corso meandriforme con alcuni meandri abbandonati, il disegno geo-metrico delle coltivazioni ed il pennacchio a mare, prodotto dai sedimenti tra-sportati dalla corrente che tendono a distribuirsi lungo la costa verso sud.

M - 367. Falesia e spiaggia a est di Mattinata.

M - 368. I faraglioni delle Isole Tremiti. Da sud a nord si riconoscono: l’iso-la di San Dòmino, quella di San Nicola e quella di Capraia o Caprara.

M - 369. Il lago di Varano con il paese di Cagnano Varano quasi al bordo meridionale della foto.

M - 370. Santa Maria di Leuca con Punta Ristola e la città.

M - 371. Una zona di cave nei calcari affioranti ad est di Minervino Murge.

M - 372. Il Tavoliere delle Puglie ad est di San Severo. In evidenza il tipico disegno a scacchiera delle aree coltivate in pianura.

M - 373. Promontorio del Gargano. La folta vegetazione boscosa della Fo-resta Umbra si affaccia al mare su un bell’esempio di “costa alta”. In alto compare la zona turistica di Pugno Chiuso, in basso una tipica fiumara.

M - 374. Gargano - San Marco in Lamis. Caratteristico paesaggio di bassa montagna nel Gargano. L’abitato nell’angolo di nord-ovest è quello di San Marco in Lamis, con la chiesa di San Matteo in Lamis a breve distanza. La scacchiera di poligoni bianchi osservabile nel versante a sud dell’abitato è formata da muri a secco che fungono da condensatori dell’umidità atmo-sferica per l’irrigazione dei campi.

V - 375. Il verde scuro e l’aspetto granuloso (tessitura puntiforme) identi-ficano una foresta nel Gargano.

V - 376. Gli uliveti e i frutteti della zona ad est di Castrano. Le piante con le loro chiome danno luogo a quella punteggiatura abbastanza grossolana (tessitura puntiforme grossolana) ben visibile sulla foto.

V - 377. Il Bosco Difesa Grande a sud di Gravina in Puglia.

V - 378. La Laguna di Alimini Grande, a nord di Otranto, con sulla destra nella foto un bel bosco che si affaccia sul Canale d’Otranto e sulla sinistra coltivazioni ad uliveti e frutteti.

V - 379. Uliveti e bosco a sud di Speziale.

V - 380. Un tratto della valle del fiume Volturno a sud di Alife.

V - 381. Seminativi ed uliveti a ridosso della costa molto frastagliata a nord di Monopoli.

V - 382. Tavoliere delle Puglie. Intensa utilizzazione agricola nel tavoliere delle Puglie con uliveti, frutteti, vigneti e seminativi. Numerose le masserie distribuite lungo la viabilità principale e secondaria .

V - 383. Gargano - Foresta Umbra. Un esempio di copertura boscosa nel Promontorio del Gargano-Foresta Umbra, caratterizzata da un’alta densità di piante ad alto fusto e da quelle governate a ceduo. V - 384. Uliveti della Puglia. Un esempio di uliveti a “sesto regolare”.

A - 385. Matera. La fotografia permette di riconoscere abbastanza age-volmente la punta sui sorge il Duomo che domina la ripida parete in cui si aprono gli ingressi delle case scavate nella roccia. Nell’angolo di nord-est della foto si vede un massiccio roccioso a pianta ellittica ai cui piedi scorre il torrente Gravina di Matera messo in risalto dalla vegetazione. Nell’abitato si riconosce Via XX Settembre e Piazza Vittorio Veneto; più a sud il Castello Tramontano.

A - 386. Maratea, alle pendici del monte San Biagio, affacciata ad uno dei tratti più suggestivi del Golfo di Policastro. A nord si vede in una caletta un lembo di spiaggia; a sud un porticciolo turistico.

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Immagini da Aereo

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A - 387. Potenza. Risalta il nucleo medievale caratterizzato da una mag-giore densità delle abitazioni e dalla pianta ad ellisse allungata secondo la direzione nord-est/sud-ovest. Il nucleo antico è circondato da quartieri moderni con una densità delle costruzioni nettamente inferiore.

I - 388. Il lago di San Giuliano, a sud di Matera, compreso fra il monte Igino a nord e il monte San Vito a sud.

I - 389. Il lago di Gannano, sul fiume Agri, poco a nord di Tursi.

I - 390. Valle del fiume Sinni e lago di monte Cotugno.

I - 391. Fiume Sinni. L’ampio letto del fiume Sinni in periodo di magra. Numerosi rigagnoli solcano l’abbondante materiale alluvionale.

M - 392. Il fotogramma illustra un tratto della costa ionica nei pressi di Scanzano. Da segnalare il disegno a scacchiera caratteristico per non dire esclusivo delle aree di pianura; in primo piano un bel bosco lungo la linea di spiaggia, purtroppo la scala della foto non permette di riconoscere le chiome e quindi classificare il bosco.

M - 393. L’estesa copertura boscosa delle Piccole Dolomiti Lucane.

M - 394. L’aspro paesaggio di Serra Pertizza, a nord-est di Aliano, con-trasta con l’ampio alveo del torrente Sauro fiancheggiato a sud da un terrazzo alluvionale messo in luce dalle coltivazioni.

V - 395. Il Parco delle Chiese Rupestri di Matera.

V - 396. La vegetazione mediterranea a sud di Trecchina. L’abitato com-pare nell’angolo di nord-est della foto.

V - 397. La scacchiera delle coltivazioni nei pressi di Metaponto.

V - 398. Il verde scuro identifica le aree boscate, il bruno chiaro quelle coltivate o prive di vegetazione.

A - 399. Catanzaro. Sorge su uno stretto sperone roccioso compreso fra due fiumare, la Fiumarella a ovest e il torrente Musofalo ad est. Nella foto si ricono-scono il viadotto sulla Fiumarella, Villa Trieste in basso a destra con il Municipio.

A - 400. Reggio Calabria. Caratteristico il contrasto fra la città vecchia che appare nell’angolo di sud-ovest della foto e l’ordinata planimetria della parte nuova sviluppata lungo il mare.

A - 401. Crotone, affacciata sullo Ionio con i due porti turistici.

A - 402. La città di Oppido Mamertina con una tipica planimetria geometrica regolare, con due soli sistemi di strade che si incrociano secondo angoli retti.

A - 403. Il Porto di Gioia Tauro.

A - 404. Amantea. La città di Amantea sviluppatasi lungo la SS18 e la ferrovia che corre a ridosso della spiaggia. In primo piano la fiumara del torrente Licetto.

A - 405. Scilla. Il promontorio e l’abitato di Scilla delimitato, verso monte, dall’autostrada A3, che entra in galleria ad ovest della fotografia.

I - 406. La confluenza di due tipiche fiumare a sud di Condofuri.

I - 407. Lago d’Arvo circondato dal verde dei boschi della Sila.

I - 408. Foce ad estuario del fiume Lao, a sud di Scalea. Da notare la forma arcuata verso nord della foce, la spiaggia, la vegetazione arborea rigoglio-sa lungo il corso del fiume (boschi di ripa), la geometria dei campi coltivati e le costruzioni ad uso abitativo.

I - 409. Il lago di Cecita o di Mucone, nella Grande Sila.

I - 410. Confluenze fra torrenti classificabili come fiumare ad est di Palmi. Notevole quella coltivazione arborea che appare a nord della confluenza maggiore rivelata dalle forme globose delle chiome e dalla loro disposizio-ne geometrica.

I - 411. Lago Ampollino. Il lago di Ampollino sulla Sila con un villaggio turi-stico sulla sponda meridionale.

M - 412. La densa copertura boscosa dell’Aspromonte maschera i linea-menti fisiografici del territorio.

M - 413. La città di Scilla con la strada statale N18 che corre lungo la costa e, a sud dell’abitato, l’autostrada A3.

M - 414. Un bell’esempio di disposizione a scacchiera degli appezzamenti coltivati propria delle aree pianeggianti, osservabile nei pressi di Sibari.

M - 415. Il selvaggio e boscoso paesaggio del monte Gariglione nella Pic-cola Sila.

M - 416. L’alta costa rocciosa di Capo Vaticano.

M - 417. Isola di Dino. L’isola di Dino e la spiaggia che si sviluppa verso nord e quindi verso Praia Mare. Il notevole sviluppo della costa sabbiosa a nord dell’isola va attribuito all’effetto della corrente che lambendo la costa da nord verso sud e trova poi nell’isola stessa un naturale ostacolo.

V - 418. La foce ad estuario del fiume Crati. Il caratteristico disegno a scacchiera delle colture si integra con quello delle nuove costruzioni.

V - 419. Il disegno a scacchiera caratterizza la pianura di Sant’Eufemia. É interessante osservare come cambino, a seconda delle regioni, sia la dimensione che l’orientamento degli appezzamenti coltivati e come spesso l’orientamento segua determinate forme del terreno o dell’idrografia.

V - 420. Il colore verde e le chiazze brune identificano rispettivamente il bosco e gli affioramenti rocciosi del Parco del Pollino, ad est di Verbicaro.

V - 421. Il fotogramma illustra la Piana di Sibari con l’intenso sfruttamento agricolo sviluppato attorno all’abitato che figura al centro della foto. Quasi al bordo superiore del fotogramma compare il torrente Raganello.

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Capitolo 6.2

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V - 422. La pineta costiera e gli uliveti di Catanzaro Marittima.

V - 423. Piana di Sibari. La piana di Sibari ad est del paese di Doria. In evidenza diversi tipi di parcellizzazione agricola.

V - 424. Le Saline di Trapani.

A - 425. Enna. Osservando la fotografia si ha subito l’impressione che la città sorga su un rilievo o in cima alla vista di quella serie di tornanti che appaiono a nord dell’abitato. Si riconoscono facilmente Via Pergusa che con direzione nord-nord-ovest/sud-sud-est taglia in due la città e la Torre di Federico, a pianta sub-circolare (nella realtà è ottagonale), verso sud.

A - 426. Corleone.

A - 427. La città di Augusta sull’isola omonima, collegata alla Sicilia da due ponti.

A - 428. Cefalù che si estende ai piedi di un massiccio roccioso, a pianta quasi circolare, appartenente alla catena delle Madonne. Si vede la bella spiaggia affacciata sul Tirreno.

A - 429. La città di Pantelleria sulla costa nord-occidentale dell’isola. In pri-mo piano il porto ed i caratteristici terrazzamenti realizzati dall’uomo per la coltivazione soprattutto dei capperi e dello zibibbo; sono posti in risalto da quei tratti di colore verde scuro che si notano alle spalle dell’abitato.

A - 430. Siracusa. Il fotogramma mostra il Porto Grande e il Porto Piccolo con l’imbarcadero di Santa Lucia. Nell’abitato, quasi al centro, si vede il Santuario della Madonna delle Lacrime e più ad ovest, fuori dall’abitato, la zona archeologica.

A - 431. La caratteristica pianta triangolare della città di Erice sul monte San Giuliano.

A - 432. Gibellina. I paesi di Gibellina e Salaparuta distrutti da un terremo-to la cui attività devastante si protrasse dal gennaio al giugno del 1968.A - 433. Selinunte. La pianura costiera meridionale della Sicilia con in primo piano la zona archeologica di Selinunte.

A - 434. Agrigento -Valle dei Templi. La strada che corre a nord delle due rotonde spartitraffico è la Via Sacra o Viale dei Templi. Ad ovest si vede il Tempio della Concordia, più ad est quello di Giunone.

A - 435. Siracusa. La città con il Porto Grande e, più a nord, il Porto Pic-colo o Porto Marmoreo, entrambi sul Mar Ionio. Ad ovest del Porto Piccolo, in evidenza, il Foro Siracusano.

A - 436. Pachino. La pianta topografica di Pachino (Siracusa); il centro urbano si è sviluppato a scacchiera attorno alle grande piazza quadrata.

A - 437. Taormina. Il frastagliato promontorio di Taormina con, da sud a nord, Capo Taormina, Capo Sant’Andrea, Mazzarò e Lido Spisone. Ad ovest la città sviluppatasi alle pendici della Montagna Grande.

I - 438. L’ampio letto del torrente Patri ad ovest di Barcellona. Si notano i paesi di Porto Salvo a nord e di Protonotaro a sud.

I - 439. L’estuario del fiume Belice fra le località di Marinella e Porto Palo, ad ovest di Mentì. Da notare l’andamento meandriforme del fiume con di-versi meandri abbandonati (salto del meandro).

I - 440. Un bacino artificiale a nord di Ragusa, sul fiume Irminio. In eviden-za la diga che per la sua forma rettilinea, con una ripida paratia a valle, sembra essere del tipo “a gravità”.

I - 441. Il torrente Ippari a sud di Vittoria.

I - 442. Il lago di Pozzillo, ad est di Agira.

I - 443. Il fotogramma illustra il percorso sinuoso del fiume Dittaino a sud-est di Catenanuova. Si osservano anche numerosi piccoli bacini a scopo irriguo.

I - 444. Il lago di Pergusa e l’autodromo, a sud di Enna.

I - 445. Il lago denominato “Bagno dell’Acqua” nell’isola di Pantelleria. Le diverse tonalità del colore indicano profondità differenti, maggiori dove il colore appare più scuro.

I - 446. Pantano Roveto, a sud di Noto; una tipica laguna costiera sul Golfo di Noto.

M - 447. La città di Lampedusa, nell’isola omonima, con in primo piano la pista dell’aeroporto.

M - 448. L’isola di Stromboli con in evidenza il cratere centrale da cui esce un pennacchio di fumo.

M - 449. Capo Passero con l’isola omonima.

M - 450. La piana di Catania alla confluenza fra i fiumi Gornalunga e Mo-naci. Trattandosi di una pianura, il paesaggio è dominato dalla scacchiera delle coltivazioni.

M - 451. Il monte Etna. Il colore grigio più o meno scuro è dovuto ai ma-teriali piroclastici, screziato saltuariamente dal verde delle prime forme di vegetazione.

M - 452. Rilievi a ovest dell’abitato di Randazzo. Dall’andamento nord-ovest/sud-est del corso d’acqua e di quello dei colori si può risalire al-l’orientamento dei rilievi.

M - 453. La fotografia mostra una zona molto brulla, priva completamente di alberi, solo con sporadici prati rivelati da un soffuso tono di verde e molti affioramenti rocciosi. Nell’angolo di sud-ovest della foto si nota, grazie al gioco delle ombre e dei colori, una cresta arcuata con la concavità a ovest e tre chiazze chiare che sembrano rivelare una attività estrattiva.

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Immagini da Aereo

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M - 454. Un bell’esempio di promontorio, quello di Milazzo con ad est il Golfo di Milazzo.

M - 455. Isole Egadi. Le isole Formica e Maraone nell’arcipelago delle Egadi.

M - 456. Le Madonie. Piano Battaglia ed il Rifugio Marini nelle Madonie a sud di Cefalù (Palermo).

M - 457. Isola di Vulcano. In evidenza il cratere vulcanico sovrastante il porto di Porto di Levante.

M - 458. Monte Etna. Uno dei maggiori vulcani attivi della terra; si vedono i tre crateri centrali (Mongibello) con una notevole attività fumarolica.

M - 459. Monti Peloritani. Il paese di Fiumedinisi nei Monti Peloritani.

V - 460. Piana di Catania. Gli agrumeti della piana di Catania.

V - 461. La fotografia mostra il grande sviluppo delle colture sotto serre, riconoscibili per il colore bianco, dei dintorni di Gela.

V - 462. Il monte Fossa delle Felci nell’isola di Salina.

V - 463. Una scacchiera a grandi maglie contraddistingue gli agrumeti dell’area a sud di Paternò.

V - 464. Il Parco dell’Etna a nord-est di Biancavilla. Si osservi la ricca ve-getazione arborea.

V - 465. Il monte Pellegrino a Palermo sovrastante la stretta fascia costiera in cui si notano gli abitati di Vergine Maria a nord e di Arenella a sud. Il ver-sante rivolto ad occidente presenta una ricca copertura boscosa e prativa.

V - 466. La rigogliosa vegetazione dei Monti Peloritani a sud di Barcellona.

V - 467. La Riserva Naturale dello Zingaro a nord di Castellammare del Golfo.

V - 468. I boschi e le aree coltivate delle colline a nord di Aidone.

V - 469. Il porto di Olbia.

A - 470. Sassari. Si individuano Piazza d’Italia e l’Emiciclo Garibaldi colle-gati dalla Via Carlo Alberto; più a nor-ovest la stazione ferroviaria.

A - 471. Tempio Pausania.

A - 472. La zona portuale di Porto Torres.

A - 473. La zona archeologica di Nora sulla penisola di Pula.

A - 474. Castelsardo. La caratteristica planimetria ad archi di cerchio con-centrici rispetto al borgo antico, riflette la morfologia del substrato rappre-sentato da un banco di lava inclinato verso il mare.

A - 475. Alghero. Si noti come la pianta della città vecchia che sorge sul promontorio a sud dell’area portuale, sia nettamente diversa da quella della parte nuova che si sviluppa verso ovest. Si riconoscono lungo la costa le torri Sulis, di San Giacomo e della Maddalena.

A - 476. Barumini. Zona archeologica.

A - 477. Argentiera. Il Colle dell’Argentiera, a nord di Alghero, con la mi-niera dell’Argentiera, che sfrutta i giacimenti di piombo e zinco in rocce arenaceo-scistose di età paleozoica.

A - 478. Torre dei Corsari e Porto Palma. La frastagliata costa occidentale della Sardegna con i nuovi insediamenti turistico-residenziali a Porto Palma ed a Torre dei Corsari.

A - 479. Barumini. Barumini ed il villaggio nuragico da ovest dell’abitato.

A - 480. Dorgali. Netto il contrasto fra i rilievi calcarei di colore bianco ad est ed a nord-ovest dell’abitato di Dorgali, rispettivamente il monte Bardia ed il monte Sospile, e la colata lavica basaltica a nord del paese, evidenziata dal colore bruno e dalla disposizione arcuata e concentrica dei campi coltivati.

A - 481. Siniscola. L’abitato con l’autostrada ad ovest del paese.

A - 482. Porto Cervo. Un particolare della Costa Smeralda. In evidenza Porto Cervo con gli insediamenti residenziali ed il porto turistico; più a nord la Baia di Calagrano.

I - 483. Lo Stagno di Cagliari. Sulla sponda settentrionale si riesce a vedere la linea ferroviaria mentre su quella meridionale la chiesetta di San Simone.

I - 484. Il lago di Gusana, ad ovest di Fonni, incassato fra i graniti del basamento cristallino-metamorfico.

I - 485. La foce del fiume Tirso nel golfo omonimo e l’ultimo tratto del suo percorso attraverso la piana di Oristano.

I - 486. Il lago di Mulargia, vicino a Mandas, formatosi nei depositi argillo scistosi del Paleozoico.

I - 487. Foce del fiume Flumendosa.

I - 488. La perfetta geometria sia degli appezzamenti di terreno coltivati sia dei canali di irrigazione nella piana di Arborea.

I - 489. Lo stagno di Santa Caterina e la strada per Sant’Antioco.

I - 490. Lago di Liscia poco ad ovest di Sant’ Antonio di Gallura.

I - 491. Saline di Mandriola. La laguna delle Saline di Mandriola (Oristano).

I - 492. Cala Sisine. Nel Golfo di Orosei con un tratto della Codula de Sisine che scorre incassata nei calcari giurassici e cretacei costituenti la costa alta, rocciosa, del golfo.

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Capitolo 6.2

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M - 493. La fotografia mostra un tratto della costa occidentale della Sar-degna circa all’altezza di Guspini. Si vede molto bene la linea di spiaggia e l’immediato entroterra con forme interpretabili come dune sabbiose su cui sta sviluppandosi la vegetazione.

M - 494. Un particolare della Giara di Gèsturi, a nord-ovest di Barumini.

M - 495. Monti del Gennargentu nei dintorni di Desulo. La disposizione dei piccoli corsi d’acqua, tutti orientati nord-sud, rivela l’orientamento princi-pale dei rilievi che risulta essere un est-ovest.

A - 496. Capo Caccia a ovest di Alghero. Si riconoscono la Cala della Calci-na, Punta Tramariglio con l’abitato omonimo e le propaggini meridionali del monte Timidone. A est del golfo si vede Punta del Giglio.

M - 497. Una foto che è quasi una planimetria dell’Isola dei Cavoli.

M - 498. Il colore rosato che filtra fra il verde della vegetazione e la densa rete di lineazioni poste in risalto dal colore più scuro dovuto alla vegetazione, indica-no abbastanza chiaramente l’affiorare del basamento cristallino-metamorfico.

M - 499. Cala Gonone ad est di Dorgali, affacciata sul Golfo di Orosei. Il colore chiaro, biancastro, punteggiato di verde scuro per la presenza di vegetazione, indica il rilievo calcareo mesozoico che si sviluppa secondo la direzione nord-est/sud-ovest. La forma triangolare con la punta a nord, di colore scuro che si vede immediatamente a nord dell’abitato, corrisponde alla colata lavica, di natura basaltica e di età terziaria, che scende da una bocca effusiva apertasi sul versante meridionale di monte Irveri.

M - 500. Capo Spartivento sulla Costa del Sud della Sardegna.

M - 501. La fotografia illustra la bonifica dell’area a sud di Arborea. Si osservi la perfetta geometria degli appezzamenti coltivati messi in risalto dal colore verde intenso e i due specchi d’acqua che corrispondono allo stagno di San Giovanni e a quello di Marceddi.

M - 502. Capo Mannu. Il promontorio di Capo Mannu che si protende nel Medi-terraneo occidentale. Si nota l’abitato di Porto Mandriola e le tracce di aratura.

M - 503. Monti del Gennargentu. Panoramica sui boschi e sui pascoli svi-luppatisi nel complesso arenaceo-scistoso del Gennargentu. In risalto il bacino artificiale sul rio Torrei e la strada che da Tonara porta a Désule (località fuori foto)

M - 504. Punta della Ghisciera. Punta Cristallo e Puntetta della Ghisciera, a nord-ovest di Alghero. Un esempio di “costa alta “ in uno dei “tacchi “ calcareo-dolomitici del mesozoico sardo.

M - 505. Passaggio dei Fornelli. Il passaggio dei Fornelli fra l’isola Asinara a nord e l’isola Piana a sud. La forma arcuata e concentrica delle onde rivela l’esistenza di una corrente da ovest verso est.

M - 506. Marmorata. La caratteristica spiaggia di Marmorata con a ridos-so i nuovi complessi turistico-alberghieri; il promontorio di natura granitico-granodioritica e la Cala Sambuco.

M - 507. Isola di Budelli. In primo piano l’isola di Budelli e, a nord, parte delle isole Razzoli e Santa Maria. Caratteristica la struttura della prima isola dovuta all’intensa fessurazione della roccia granitico-granodioritica.

M - 508. Porto Pozzo. La caratteristica insenatura di Porto Pozzo con, ad ovest, l ‘abitato omonimo sulla strada 133b e, ad est, la baia di Porto Liscia.

M - 509. Capo Coda Cavallo. I graniti, granodioriti e tonaliti intensamente frat-turati di Capo Coda di Cavallo e dell’Isola Proratora a sud del Golfo di Olbia.

M - 510. Punta Ispignadorgiu. La cresta calcarea di Punta Ispignadorgiu, ad ovest di Urzulei, che si allunga verso nord-nord-est.

V - 511. La vegetazione sia arborea che arbustiva della penisola di Stin-tino in prossimità di Punta Scoglietti.

V - 512. Il verde ed il bruno identificano rispettivamente la vegetazione e le aree scoperte in una zona a nord di Ittiri.

V - 513. La fotografia illustra la foresta con incluse alcune radure eviden-ziate dal colore bruno, di un’area a sud di Calangianus.

V - 514. La fotografia mostra la densa copertura boscosa della zona a nord-est di Dorgali.

V - 515. La fitta foresta, a sud di Dorgali, ricopre il versante dei rilievi calcarei spingendosi fin sulla costa del Golfo di Orosei.

V - 516. La foresta della zona ad ovest di Capoterra attraversata da alcune strade.

V - 517. In questa foto che riprende un’area ad ovest di Cabras (dintorni di Sinis), si notano due tipi di disegno geometrico delle colture nettamente diversi fra loro: a nord compare una scacchiera fatta da rettangoli uguali di piccole dimensioni ed orientati sud-ovest/nord-est; nel resto del fotogram-ma la distribuzione degli appezzamenti coltivati, di dimensioni diverse, sembra casuale.

V - 519. Dune di Fontanamare. La spiaggia di Fontanamare nel Golfo di Gonnesa, poco ad ovest di Iglesias, con le dune fissate dalla vegetazione. Nell’interno un area interessata da attività mineraria.

V - 520. Bari Sardo. L’abitato nell’Ogliastra tipica regione collinare della Sardegna orientale. Notevole il contrasto fra la zona intensamente coltivata a seminativi e a fruttetI-uliveti e quella a pascolo nel rilievo di Nuraghe Sa Iba Manna.

V - 521. Lanusei. Sistemazione forestale dei versanti con terrazzamenti e tagli antincendio

V - 522. Surigheddu. La pianura a nord-est di Alghero con in risalto alcuni paleoalvei e la tipica coltivazione della quercia da sughero.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

SESTINI A., "Il paesaggio". In "Conosci l’Italia", Vol. VII, Touring Club Italiano,, Milano, 1963.

ZERBI M.C., "Paesaggi della geografia". Ed. Giappichelli, Torino, 1993.

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