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IDRAULICAPUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE
TECNICO-PROFESSIONALE
01.96
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CALEFFI
SPED
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IMPIANTI A PANNELLI RADIANTIProgrammi di calcoloe consigli
pratici
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SOMMARIO
IDRAULICA2
3
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IL CALCOLO DEGLI IMPIANTI A PANNELLIAnalisi e sviluppo del nuovo
metodo di calcolo secondola recente norma UNI/CEN 130
VALVOLA ANTITERMOSIFONEFunzioni e caratteristiche
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 agosto 1993, n.
412Regolamento recante norme per la progettazione, linstallazione,
lesercizio e lamanutenzione degli impianti termici degli edifici ai
fini del contenimento dei consumidi energia, in attuazione dellart.
4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10
PANORAMAMiscelatore termostatico anticalcare, brevettato, serie
521 Caleffi
IMPIANTI A PANNELLI RADIANTIConsigli pratici in merito alla loro
realizzazione
TABELLE UTILISegni grafici per regolatori di tipo elettrico,
elettromeccanico opneumatico senza amplificatore; per organi finali
di regolazione -Norma UNI 9511/3
In copertina: hall Beacon Hotel (Sud Africa)
Direttore responsabile: Mario Tadini Responsabile di Redazione:
Fabrizio GuidettiHanno collaborato a questo numero: Mario
Doninelli, Umberto Bianchini, Paolo Barcellini, Studio GI
IDRAULICA Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Novara
al n. 26/91 in data 28/9/91Editore: Tipolitografia La Moderna srl -
Novara Stampa: Tipolitografia La Moderna - Novara
VI ASPETTIAMO ALPADIGLIONE 20/1
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NOTIZIARIO DI
IMPIANTISTICA
IDRAULICA 3
LA NUOVA NORMA UNI/CEN 130
Sarebbe una vera fortuna se le norme delnostro settore fossero
chiare, precise ecoerenti come la nuova UNI/CEN 130:cio come la
nuova norma che stabiliscei criteri con cui devono essere
progettatie realizzati gli impianti a pannelli.In poche pagine
(sintesi e chiarezzavanno sempre daccordo) la nuovaUNI/CEN 130 ci
offre formulesicuramente valide, ci segnala possibilisituazioni di
pericolo, ci d consigli utili econcreti. In essa non c neppure
tracciadi quelle inutili complicazioni che inveceabbondano in altre
norme.
In vero c anche chi piuttosto criticonei confronti di questa
nuova norma,contestando il fatto che essa non sarebbe deltutto
originale, bens derivata dalla DIN4725/92.
Simile contestazione a noi sembra peralquanto gratuita. Non
riteniamo infatti che siacompito di una norma tracciare vie nuove
eindipendenti a tutti i costi.Una norma deve solo (ma non poco)
saperesercitare funzioni di guida, controllo ediffusione della
cultura tecnica. E allo scopo leDIN 4725/92 vanno benissimo. Sono
statescritte da gente sicuramente capace,autorevole, attenta e
sensibile sia agli aspettiteorici sia agli aspetti pratici. Inoltre
sono gistate collaudate sul campo dai colleghitedeschi.
ANALISI DEL NUOVO METODO DICALCOLO
Di seguito cercheremo di cogliere gli aspettiprincipali del
nuovo metodo di calcolo UNI/CEN130.Aver ben chiari questi aspetti
importantesoprattutto perch si tratta di un metodo deltutto diverso
da quelli normalmente utilizzati nel
nostro paese. Pertanto conoscere la sua tramagenerale pu servire
a mettere meglio a fuoco ivari dettagli di calcolo e a non farci
fuorviare daschemi mentali precostituiti.
Calore massimo cedibile da un metroquadrato di pavimento
Per le norme UNI/CEN 130, il calore massimocedibile da un metro
quadrato di pavimento(cio il calore specifico massimo) si calcola
conla formula:
qmax = 8,92 ( tpmax - ta )1,1
dove:- qmax = calore specifico massimo, W/m2
- tpmax = temperatura massima del pavimento,C- ta = temperatura
ambiente, C
e dove inoltre, per evitare condizioni dimalessere fisiologico,
si deve assumere:
- tpmax = 29C per zone dove normalmente sirisiede,
- tpmax = 35C per zone dove si accederaramente.
Il calcolo degli impianti a pannelli(Ing. Mario Doninelli e Ing.
Umberto Bianchini dello studio tecnico S.T.C.)
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IDRAULICA4
Quindi, in zone dove normalmente si risiede(soggiorni, cucine,
studi, camere, ecc...) ilcalore massimo che pu essere ceduto da
unmetro quadrato di pavimento risulta:
qmax = 8,92 ( 29 - 20 )1,1 = 100 W/m2
Ed senzaltro degno di nota il fatto che unsimile valore (100
W/m2), cos facile daricordare e comodo da utilizzare, nasca
deltutto casualmente da unequazioneesponenziale e da un limite
(quello dellatemperatura massima a pavimento)determinato
sperimentalmente.
Ad esempio, con un valore cos facile daricordare e comodo da
utilizzare, possiamosubito stabilire che in un soggiorno di 18 m2
laquantit massima di calore cedibile coi pannelli 1800 W. Se serve
altro calore, lo si dovr darecon un corpo scaldante
integrativo.
Va bene evidenziato che, nelle zone dovenormalmente si risiede,
far cedere ai pannellipi di 100 W al metro quadro un
gravissimoerrore. Infatti, come abbiamo visto nelprecedente numero
di Idraulica, proprio ilsuperamento di questo limite progettuale
(equindi il superamento della temperaturamassima concessa a
pavimento) causacondizioni di malessere fisiologico.
Resa termica del pannello tipo
Lidea che caratterizza il metodo di calcoloUNI/CEN 130 quella di
far riferimento ad unpannello tipo: cio ad un pannello campioneben
determinato in tutti i suoi aspetti costruttivi.Nota la resa
termica di questo pannello poipossibile, mediante opportuni fattori
correttivi,determinare quella del pannello reale, cio delpannello
in esame.
Di seguito si riportano le principalicaratteristiche del
pannello tipo, e dellarelativa struttura di contenimento:
tubo:- conducibilit = 0,035 W/mK (PEX)- diametro esterno = 20,0
mm- diametro interno = 16,0 mm- interasse di posa = 7,5 cm
massetto:- conducibilit = 1,0 W/mK- spessore sopra i tubi = 4,5
cm
pavimento:- non esistente (come piano di calpestio si
considera quello del massetto).
La resa termica del pannello tipo si calcola conla formula:
Qtipo = 6,7 S t
dove:- Qtipo = calore emesso verso lalto dal pannello
tipo, W- S = superficie del pannello, m2
- t = temperatura media logaritmica fra la temperatura del
fluido e la temperaturaambiente, C
In pratica una formula che ricorda molto davicino quella che una
volta si usava perdeterminare la resa termica nominale di
unradiatore in base alla sua superficie utile diemissione. Anche
allora infatti si moltiplicavano fra loro trefattori: una costante
(7,5 per i radiatori in ghisa),una superficie (quella del
radiatore) e un saltotermico.
100 W/m2
CALORE SPECIFICO MASSIMO CEDIBILE DAL PAVIMENTOIN ZONE DOVE
NORMALMENTE SI RISIEDEa
aa
aaaa
a aa
aa
a a aaaa
aa
aaaaaa
a a
aa
Interasse = 7,5 cm Spessore massettosopra i tubi = 4,5 cm
SCHEMA PANNELLO TIPO
Tubo = 0,035 W/mKDe = 20 mmDi = 16 mm
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IDRAULICA 5
Resa termica del pannello reale
Si ottiene moltiplicando la resa termica delpannello tipo per
opportuni fattori in grado ditener conto delle differenze che
sussistono tra ilpannello tipo e quello reale. La formula dicalcolo
la seguente:
Qreale = Qtipo (B/6,7) Fp Fi Fm Fd
dove:- Qreale = calore emesso verso lalto dal
pannello reale, W- Qtipo = calore emesso verso lalto dal
pannello
tipo, W- B = fattore relativo al tipo di tubo- Fp = fattore
relativo alla resistenza termica
del pavimento- Fi = fattore relativo allinterasse dei tubi- Fm =
fattore relativo allo spessore del
massetto sopra i tubi- Fd = fattore relativo al diametro esterno
del
tubo.
Apposite formule e tabelle consentono dideterminare il valore
dei fattori correttivi soprariportati.
Calore emesso verso il basso dalpannello reale
Per le norme UNI/CEN 130, il calore emessoverso il basso da un
pannello reale si calcolacon una formula cos esprimibile in
formaimplicita:
Qsotto = f ( Qreale, ta, ts, Ro, Rs )
dove:- Qsotto = calore emesso verso il basso dal
pannello reale, W- Qreale = calore emesso verso lalto dal
pannello
reale, W- ta = temperatura ambiente, C- ts = temperatura del
locale sottostante, C- Ro = resistenza termica dello strato sopra
i
tubi, m2K/W- Rs = resistenza termica dello strato sotto i
tubi, m2K/W
Conoscere la quantit di calore emessa verso ilbasso dal pannello
reale serve a determinare:
1. il calore totale disperso dal pannello e quindileffettiva
potenza termica che deve esserefornita dal generatore;
2. il calore ceduto al locale da un eventualepannello posto
nella soletta del pianosuperiore.
a
aa
aaaa
a aa
aa
a a aaaa
aa
aaaaaa
a a
aa
Fattore relativoall'interasse dei tubi
Fattore relativo allospessore delmassetto sopra i tubi
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI FATTORI CORRETTIVI
Fattore relativo allaresistenza termicadel pavimento
Fattore relativo aldiametro esternodei tubi
Fattore relativo altipo di tubo
a
aa
aaaa
a aa
aa
a a aaaa
aa
aaaaaa
a a
aa
Temperatura ambiente
Temperatura dellocale sottostante
Resistenza termicadello strato sotto i tubi
Resistenza termicadello strato sopra i tubi
CALORE EMESSOVERSO IL BASSO
CALORE EMESSOVERSO L'ALTO
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IDRAULICA6
SVILUPPO DEI CALCOLI DI PROGETTO
E molto impegnativo calcolare manualmenteun impianto a pannelli
secondo le prescrizionidella UNI/CEN 130. Ed molto impegnativonon
gi per inutili complicazioni della norma,ma per la complessit dei
fenomeni fisici cheregolano gli scambi termici fra pannelli
eambiente.
Notevole il numero di parametri cheinteragiscono fra loro (ved.
relativa figura). Oltrequelli cui si gi fatto cenno, vanno
consideratianche quelli legati al flusso del fluido. Si deveinoltre
considerare che il calcolo dei corpi
scaldanti integrativi da svilupparsi nelcontesto delle
caratteristiche funzionali previsteper i pannelli.N va dimenticato
che il dimensionamento diun pannello procede in pratica per
tentativi. Se,ad esempio, un certo interasse non va bene, sideve
provare un interasse minore impostandoex novo i calcoli.
Per tutte queste ragioni luso del calcolatore di gran lunga
consigliabile. Il metodo manuale,anche se adeguatamente assistito
da grafici etabelle, non in grado di reggere il confronto:fa
perdere troppo tempo.
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CALEFFI
Caratteristiche fluidodinamiche della valvola micrometrica
Perdite di carico della valvola di intercettazione
Prevalenza agli attacchi del collettore
Perdite di carico della valvola di zona
Temperatura massima di progetto
Tipo tubi radiatore
Salto termico progetto (radiatore)
Velocit massima fluido vettore (radiatore)
Tipo tubi pannelli
Velocit minima fluido vettore (pannelli)
Perdite di carico valvola corpi scaldanti
Tipo corpo scaldante
Perdite di carico detentore
Interasse pannelli
Resistenza termica pavimento
Spessore massetto
Resistenza termicadello strato sotto i tubi
CALORE RICHIESTO
Temperatura ambiente
Temperatura locale sottostante
IMPIANTO A PANNELLI: PRINCIPALI PARAMETRI DI PROGETTO
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IDRAULICA 7
PROGRAMMI DI CALCOLO PERPANNELLI
Cosa chiedere a un programma di calcolo perpannelli? O forse
meglio e pi in generale, cosachiedere a un programma di calcolo
perImpiantisti?
La risposta ci sembra abbastanza facile:bisogna chiedere
semplicit duso, adattabilitalle reali esigenze di lavoro, capacit
diassicurare una progettazione libera senzaalcun condizionamento o
imposizione.Per contro sono da evitare programmi conarchitetture
troppo elaborate e complesse. Esono da evitare soprattutto quei
programmi chepromettono, magari con terminologia inglese,una
progettazione globale, comprensiva ditutto, persino delle scelte
progettuali checompetono a noi Progettisti: quei programmicio che
non hanno lumilt di porsisemplicemente al nostro servizio, ma
hannoinvece la pretesa di sostituirci.
Simili errori di prospettiva - chiamiamoli cos -molto
probabilmente nascono dal fatto chespesso i programmi sono
realizzati daprofessori universitari che si occupano solo di
problemi teorici o da programmatorispecializzati: gente magari
insigne ebravissima, ma nelle cui vene non scorreneppure un grammo
del nostro mestiere. E lapratica del nostro mestiere indispensabile
perfare un buon programma. Per fare un buon programma infatti non
bastaconoscere formule o aver letto libri: la realtprogettuale che
un programma deve sapercogliere troppo varia e composita per
poteressere chiusa in schematismi teorici. Inoltresolo chi ha
esperienza di lavoro sa mettere inluce le cose che veramente
contano e lasciarein ombra quelle inutili e superflue.
Nella scelta dei programmi il nostro consiglio quindi quello di
procedere con moltaattenzione, e anche con una certa diffidenza.Cos
come fanno gli Installatori nella scelta deiloro strumenti di
lavoro.Solo con mezzi progettuali idonei possiamoinfatti non
mortificare, bens potenziare quelleche sono le doti e le capacit
professionali piimportanti del nostro mestiere di
Progettisti:lintuito, lesperienza, le capacit di scelta, oforse pi
semplicemente il saper affrontare iproblemi concreti di ogni giorno
e non le loroastrazioni.
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INFORMAZIONI
PRATICHE
IDRAULICA8
Impiego
La funzione della valvola antitermosifone quella di impedire il
fenomeno dellacircolazione naturale dell'acqua negli impiantidove
la regolazione della temperaturaambiente effettuata da un
termostato checomanda la pompa.Il verificarsi di una circolazione
naturale, che simanifesta in assenza di una valvola di
ritegnotarata, provocherebbe infatti un aumento dellatemperatura
ambiente di alcuni gradi superiorea quello prefissato sul
termostato.L'installazione della valvola antitermosifonepermette
che l'acqua giunga ai corpi scaldantisolo a pompa funzionante: a
pompa fermaentra in azione il ritegno e l'impianto restaseparato
dal generatore.
Installazione
La valvola pu essere installata utilizzandoattacchi diritti od a
squadra semplicementespostando il tappo a tenuta della terza
via.
Caratteristiche tecniche
Pressione massima d'esercizio: 10 bar.Temperatura massima
d'esercizio: 120C.Pressione di apertura: 200 mm c.a.
Costruzione
Corpo in ottone P-Cu Zn40 Pb2 stampato acaldo, tenuta sul
ritegno in Etilene-Propilene,molla ritegno in acciaio
inossidabile.Ritegno in resine sintetiche rinforzate ad
altaresistenza, antiaderenti ed a bassoassorbimento
d'acqua.Funzionamento silenzioso per la formafluidodinamica
dell'otturatore.La guarnizione a linguetta garantisce lachiusura
senza ritardo e la tenuta ermeticaanche con una leggera
contropressione.Le parti scorrevoli, grazie ad un
particolareaccoppiamento, sono insensibili alle piccoleimpurit
presenti nell'acqua ed ai depositi chepossono formarsi dopo una
prolungatainattivit.Manopola con indicazione delle due posizionidi
funzionamento: "normale" - "aperto".
In posizione "normale" la valvola in condizionid'esercizio, la
pressione di apertura tarata a200 mm c.a.
In posizione "aperto" la valvola esclude ilfunzionamento del
ritegno.
VALVOLA ANTITERMOSIFONE:funzioni e caratteristiche
normale
ouvert-offen
aperto
normale
ouvert-offenaperto
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INFORMAZIONEAGLIINSTALLATORI Miscelatore termostatico
anticalcare
certificazione
ISO 9001
CALEFFIcomponenti idrotermici
Serie 521
Campo diregolazione:30 65Cprecisione 2C
Costruito inmaterialeanticalcare
Corpo in ottoneantidezincificazione
Azione di sicurezzaantiscottatura(Norme BritishStandard)
Regolazione ditemperatura conbloccoantimanomissione
Compatibile con iraccordi Caleffi pertubo rame eplastica
A norme BS 1415 p. 2/100
Brevettato
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Decretodel Presidente
della Repubblica 26 agosto1993, n. 412
REGOLAZIONE DI CENTRALENegli impianti termici centralizzati con
potenza nominale delgeneratore o complessiva dei generatori
superiore o uguale a35 kW, prescritta linstallazione di una
centralina climaticadotata di almeno due livelli di programmazione
dellatemperatura nellarco delle 24 ore (un solo livello se in
ognisingola unit immobiliare installato un sistema
dicontabilizzazione del calore e un sistema di
termoregolazioneambiente).
PREDISPOSIZIONE ALLA TERMOREGOLAZIONE ED
ALLACONTABILIZZAZIONEGli impianti di riscaldamento al servizio di
edifici la cuiconcessione edilizia sia stata rilasciata dopo il 18
luglio 1991,devono essere progettati e realizzati in modo tale da
consentireladozione di sistemi di termoregolazione e di
contabilizzazionedel calore per ogni singola unit immobiliare.
EDIFICI CON OCCUPAZIONE DISCONTINUAGli edifici con occupazione
discontinua nel corso dellasettimana o del mese devono disporre di
un programmatoresettimanale o mensile che consenta, nei periodi di
nonoccupazione, lo spegnimento del generatore o
lintercettazionedellimpianto oppure il funzionamento in regime di
attenuazione.
REGOLAZIONE AUTOMATICA DELLA TEMPERATURAAMBIENTE NEI SINGOLI
LOCALI O NELLE SINGOLE ZONEI singoli locali o le singole zone
aventi caratteristiche di uso edesposizioni uniformi devono essere
dotati di dispositivi per laregolazione automatica della
temperatura ambiente (es. valvoletermostatiche, valvole
elettrotermiche, valvole di zona) nei casiin cui la somma degli
apporti solari, calcolati nel mese amaggiore insolazione, e degli
apporti gratuiti interni, siasuperiore al 20% del fabbisogno
energetico complessivo.
INSTALLAZIONE DI PI GENERATORINel caso di installazione in
centrale termica di pi generatori, illoro funzionamento deve essere
attivato automaticamente inbase al carico termico dellutenza.
IDRAULICA
SISTEMI DI TERMOREGOLAZIONEGli impianti termici individuali
devono essere dotati di un sistemadi termoregolazione con
programmatore atto a consentire laregolazione della temperatura
ambiente su almeno due livelli.
REGOLAZIONE AUTOMATICA DELLA TEMPERATURAAMBIENTE NEI SINGOLI
LOCALI O NELLE SINGOLE ZONEI singoli locali o le singole zone di
unit immobiliari nelle quali siainstallato un impianto termico
individuale devono essere dotatidi dispositivi per la regolazione
automatica della temperaturaambiente negli stessi casi indicati nel
paragrafo relativo agliimpianti termici centralizzati.
FABBISOGNO ENERGETICO NORMALIZZATO (FEN)* richiesto il calcolo
del fabbisogno energetico normalizzatoper la climatizzazione
invernale (FEN). Tale calcolo deveessere effettuato utilizzando la
metodologia indicata daspecifiche norme tecniche UNI.
*Per edifici con volumetria totale lorda climatizzata inferiore
a10.000 m3 ammesso un calcolo semplificato del FEN. Inparticolare
non si considerano n lenergia solare fornitaalledificio n gli
apporti gratuiti interni.
VERIFICA FEN Il valore del FEN calcolato secondo la metodologia
UNI deverisultare inferiore al valore limite indicato dal
regolamento.
CONDUZIONE IMPIANTO E TEMPERATURA AMBIENTEMASSIMAGli impianti
termici devono essere condotti in modo che, duranteil loro
funzionamento, non vengano superati i valori massimi ditemperatura
ambiente fissati dal regolamento.
DEROGHE ALLA LIMITAZIONE DELLA DURATAGIORNALIERA DI ATTIVAZIONE
DEGLI IMPIANTILe prescrizioni del regolamento concernenti la
limitazione delladurata giornaliera di attivazione degli impianti
termici per ilriscaldamento degli edifici non si applicano nei
seguenti casi:-edifici adibiti a uffici oppure ad attivit
commerciali,limitatamente alle parti destinate a servizi senza
interruzionegiornaliera delle attivit
-impianti termici che utilizzano calore proveniente da centrali
dicogenerazione
-impianti termici con sistemi di riscaldamento a pannelli
radianti-impianti termici centralizzati dotati di generatori di
calore aventivalori minimi di rendimento maggiori o uguali a quelli
indicatinellallegato E del regolamento nei quali:
**sia installata una centralina climatica con programmatore
checonsenta la regolazione almeno su due livelli di
temperaturaambiente nellarco delle 24 ore, di cui uno pari ad un
valore di16C pi 2C
oppure**sia installato e funzionante, in ogni singola unit
immobiliare,
un sistema di contabilizzazione del calore ed un sistema
ditermoregolazione della temperatura ambiente (due livelli)
-impianti termici condotti mediante contratti di servizio
energia-impianti termici individuali dotati di generatori aventi
valoriminimi di rendimento maggiori o uguali a quelli
indicatinellallegato E, nei quali sia installato un sistema
ditermoregolazione della temperatura ambiente (due livelli).
10
NORMATIVEDA CONOSCERE
Regolamento recante norme per laprogettazione, linstallazione,
lesercizioe la manutenzione degli impianti termicidegli edifici ai
fini del contenimento deiconsumi di energia, in attuazionedellart.
4, comma 4, della Legge 9gennaio 1991, n.10.
Pubblicato sul supplemento ordinario allaGazzetta Ufficiale, n.
242 del 14 ottobre1993.
TERMOREGOLAZIONE E CONTABILIZZAZIONE
Impianti termici centralizzati di nuovainstallazione o
ristrutturati
Impianti termici individuali di nuovainstallazione o
ristrutturati
VALORI LIMITE DEL FABBISOGNOENERGETICO NORMALIZZATO PER
LACLIMATIZZAZIONE INVERNALE
LIMITI DI ESERCIZIO DEGLI IMPIANTITERMICI AL SERVIZIO DI EDIFICI
NUOVI EDESISTENTI
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IDRAULICA 11
NORMATIVEDA CONOSCERE
RESPONSABILE ESERCIZIO E MANUTENZIONELesercizio e la
manutenzione degli impianti termici sono affidati-al
proprietariooppure-allamministratore nel caso di edifici
amministrati in condominioe dotati di impianti termici
centralizzati.
TERZO RESPONSABILE*Il proprietario o lamministratore ha la
facolt, mai lobbligo, ditrasferire la responsabilit dellesercizio e
della manutenzionedellimpianto ad un soggetto definito terzo
responsabile
*Il terzo responsabile deve essere in possesso dei
requisitiprevisti dalle normative vigenti e comunque di idonea
capacittecnica, economica, organizzativa
*In funzione della potenzialit e destinazione dusodellimpianto,
i requisiti del terzo responsabile sono:
TIPOLOGIA IMPIANTO REQUISITIImpianti centralizzati -
Abilitazione Legge n. 46/90fino a 350 kW Patentino conduttore
per
impianti a gasolio superioria 233 kW (200.000 kcal/h)
* Impianti centralizzati - Abilitazione Legge n. 46/90superiori
a 350 kW piedifici di propriet - Iscrizione albo nazionaleprivata
costruttori
oppure* Impianti di qualsiasi - Iscrizione elenchi
potenzialit in edifici equivalenti CEEdi propriet pubblica
oppureo adibiti ad uso - Certificazione UNI pubblico EN ISO
9000
OBBLIGHI RESPONSABILE ESERCIZIO E MANUTENZIONEIl responsabile
dellesercizio e della manutenzione degli impiantitermici tenuto:-ad
adottare le misure necessarie per contenere i consumi dienergia
entro i limiti di rendimento previsti dalla vigentenormativa.
-a condurre gli impianti e a disporre tutte le operazioni
dimanutenzione ordinaria e straordinaria secondo le
prescrizionidella vigente normativa UNI e CEI.
LIBRETTO DI CENTRALE*Gli impianti termici con potenza nominale
superiore o uguale a35 kW devono essere dotati di libretto di
centrale conformeallallegato F del regolamento.
*Sul libretto di centrale deve essere riportato il nominativo
delresponsabile dellesercizio e della manutenzione degli
impiantitermici. Questultimo deve apporre la propria firma sul
librettoper accettazione della funzione
*La compilazione iniziale del libretto di centrale a
cura:-dellinstallatore (in possesso dei requisiti indicati dalla
Legge n.46/90), nel caso di impianti di nuova installazione o
ristrutturati
-del responsabile dellesercizio e della manutenzione nel caso
diimpianti esistenti.
OPERAZIONI DI MANUTENZIONELe operazioni di manutenzione
dellimpianto termico:-devono essere eseguite secondo le
prescrizioni delle vigentinorme UNI e CEI-devono essere registrate
sul libretto di centrale-devono essere effettuate almeno una volta
allanno.
VERIFICHE PERIODICHE *Il responsabile dellesercizio e della
manutenzionedellimpianto termico deve:
-sottoporre gli elementi riportati sul libretto di centrale ad
unaverifica periodica
-riportare i risultati delle verifiche sul libretto di
centrale
ESERCIZIO, MANUTENZIONE E CONTROLLIDEGLI IMPIANTI TERMICI
Impianti termici centralizzati al servizio diedifici esistenti o
di nuova costruzione
*Per i generatori con potenza nominale superiore o uguale a 35kW
le verifiche devono essere effettuate almeno una voltaallanno
(inizio periodo di riscaldamento).Per centrali dotate di generatore
o di generatori con potenzanominale complessiva superiore o uguale
a 350 kW inoltreprescritta una seconda determinazione del solo
rendimento dicombustione (met periodo di riscaldamento).Il
rendimento di combustione, rilevato nel corso delleverifiche, deve
risultare non inferiore al valore prescritto dalregolamento.Qualora
i generatori non possano essere ricondotti medianteoperazioni di
manutenzione ai valori di rendimento dicombustione richiesti dal
regolamento prescritta la lorosostituzione antro i termini fissati
dal regolamento stesso.
CONTROLLISono previsti verifiche e controlli a cura dei comuni o
delleprovince per laccertamento delleffettivo stato di
manutenzionee di esercizio degli impianti termici.
RESPONSABILE ESERCIZIO E MANUTENZIONE*La responsabilit
dellesercizio e della manutenzionedellimpianto ricade sulloccupante
dellunit immobiliare
*Loccupante ha lobbligo di affidare la manutenzione ad
unmanutentore in possesso dei requisiti indicati dalla Legge
n.46/90 (salvo che loccupante abbia lui stesso tali requisiti)
*Loccupante mantiene comunque la responsabilit:-del rispetto del
periodo annuale di esercizio-dellosservanza della durata
giornaliera di attivazionedellimpianto
-del mantenimento della temperatura ambiente entro i limiti
delregolamento.
LIBRETTO DI IMPIANTO*Gli impianti con potenza nominale inferiore
a 35 kW devonoessere dotati di libretti di impianto conforme
allallegato G delregolamento
*La compilazione iniziale del libretto di impianto a
cura:-dellinstallatore (in possesso dei requisiti indicati dalla
Legge n.46/90), nel caso di impianti di nuova installazione, di
impiantiristrutturati o di sostituzione del generatore
-del manutentore nel caso di impianti esistenti.
OPERAZIONI DI MANUTENZIONELe operazioni di manutenzione
dellimpianto sono soggette allestesse prescrizioni indicate per gli
impianti termici centralizzati.
VERIFICHE PERIODICHE*Il manutentore dellimpianto
deve:-sottoporre gli elementi riportati sul libretto di impianto ad
unaverifica periodica
-riportare i risultati delle verifiche sul libretto di
impianto*Per i generatori con potenza nominale inferiore a 35 kW
leverifiche devono essere effettuate almeno con
periodicitbiennale.
*Il rendimento di combustione, rilevato nel corso
delleverifiche, deve risultare non inferiore al valore prescritto
dalregolamento. In caso contrario, se i generatori non possono
essere ricondottimediante manutenzione ai valori di rendimento
richiesti, obbligatoria la loro sostituzione.
CONTROLLIAnche per gli impianti termici individuali sono
previsti controlli everifiche da parte dei comuni e delle
province.
La disposizione che richiede il possesso di particolari
requisiti(es.: certificazione secondo UNI EN ISO 9000) per
poterassumere lincarico di terzo responsabile dellesercizio e
dellamanutenzione di impianti termici con potenza superiore a 350kW
entrer in vigore il 1 giugno 1996. Tutte le altre prescrizioni del
regolamento sono entrate in vigoredal 1 agosto 1994.
Impianti termici individuali di nuovainstallazione o
esistenti
ENTRATA IN VIGORE
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PANORAMA
IDRAULICA12
Lapplicazione del miscelatore termostaticoserie 521 Caleffi
aumenta notevolmente ilcomfort, il risparmio, la sicurezza
negliimpianti di produzione dellacqua calda.
Funzionamento
Il cuore del miscelatore termostatico unsensore di temperatura
completamenteimmerso nel condotto di uscita dellacquamiscelata che
con la sua dilatazione ocontrazione stabilisce in modo continuo
lagiusta proporzione tra acqua calda e acquafredda.La semplicit
costruttiva del sensore assicurala massima precisione e
laffidabilit nel tempo.La regolazione dei flussi di acqua (calda
efredda) avviene per mezzo di un doppiootturatore che scorre in un
apposito cilindro trala sede di passaggio dellacqua calda e
quelladellacqua fredda.
I materiali impiegati nella costruzione delmiscelatore serie 521
consentono di risolvere ilproblema del grippaggio
dellotturatorecausato dai depositi di calcare. Questo risultato
stato raggiunto eliminando tutte le partimetalliche sulle zone di
tenuta e di scorrimento:
otturatore, sedi e guide di scorrimentosono realizzate con uno
speciale materialeanticalcare a bassocoefficiente di attrito, che
garantisce il mantenimento delle prestazioni nel tempo.
Anche quando si verificanocali di pressione dovuti al prelievo
di acquacalda o fredda da altre utenze, il miscelatoreregola
automaticamente le portate di acquafino ad ottenere la temperatura
impostata.Infatti pu essere installato negli impianti doveesiste
uno sbilanciamento tra pressionedellacqua fredda e quella dellacqua
calda,per un rapporto 10 a 1.
Come apparecchio di sicurezza, secondoquanto richiesto dalle
norme BritishStandard, nel caso si verificasse limprovvisamancanza
dellacqua fredda, la valvolainterviene chiudendo immediatamente
ilpassaggio dellacqua calda evitando possibiliscottature.
MISCELATORE TERMOSTATICOANTICALCARE - brevettato -SERIE 521
CALEFFI
MIX
MIN
MIN
71
2
Serie 3230 BALLSTOP
Serie 5260
1 2
in alternativa
NFA
CALEFFI
AA
Serie 3045 + Valvola a sfera
1
2
2
2
MIN MIN 712
-
PANORAMA
IDRAULICA 13
Caratteristiche costruttive
Corpo costruito in lega di ottone antidezincificazione, stampato
a caldo e cromato.
Elemento di regolazione costituito da un termostato a
dilatazione di cera selezionato per avere massima precisione e
affidabilit.
Otturatore, sedi di regolazione esuperfici di scorrimento
realizzatecon uno speciale materiale plasticoa basso coefficiente
di attrito che impedisce la formazione di calcare ed evita
grippaggi.
Molle in acciaio inossidabile.
Guarnizioni di tenuta O-Ring in gomma Etilene-Propilene.
Passaggi progettati per aumentare la turbolenza nella zona di
miscelazione in modo da favorire la precisione del controllo.
Manopola con regolazione tra MIN e MAX su un giro (360) e
sistema di bloccaggio antimanomissione.
Massima silenziosit e minime perdite di carico.
Smontaggio senza attrezzi speciali e grazie alla cartuccia
monoblocco interna, estrema facilit di manutenzione.
Caratteristiche tecniche
Attacchi: 1/2 e 3/4
Campo di regolazione: 30 65C
Precisione: 2C
Portata con p = 1 bar (1/2 e 3/4):kv = 2,6 m3/h
Temperatura massima: 85C
Pressione massima: 14 bar
Massima differenza di pressione tra fredda e calda. Rapporto:
10:1
Realizzato a norma BS 1415 part 2/100.
Dotato di sicurezza anti-scottamento
Stabilit della temperatura
Il diagramma riportato indica la stabilitdella temperatura
dellacqua miscelataalla variazione della temperatura dellacqua del
bollitore.
acqua caldaacqua miscelataacqua fredda
41
98765432142
98765432142
413121110198765432142
51
31
21
11
01
010
2030
4050
6070
809
01
00
010
2030
4050
6070
809
01
00
010
2030
4050
6070
809
01
00
10 C
2 min.
FRED
DA
CALD
A
MISCELATA
-
VIAGGIO NELL
IMPIANTISTICA
IDRAULICA14
Consigli pratici in meritoalla realizzazione degliimpianti a
pannelli radianti(Ing. Mario Doninelli e Ing. Umberto Bianchini
dello studio tecnico S.T.C.)
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE ERELATIVI ACCESSORI
Prevedere (se possibile) linstallazione dei collettori in zone
centrali rispetto ai locali daservire.
Collocare i collettori in posizioni facilmente accessibili e non
ostruibili dallarredo del locale.
Ogni coppia di collettori deve essere dotata di:
1. Valvole di intercettazione.
2. Valvole automatiche di sfogo aria.
3. Rubinetti di scarico. Servono a spurgare limpianto e a
rimuovere eventuali bolle che ostacolano la circolazione del
fluido.
Inoltre su ogni derivazione devono essere installate:
4. Valvole micrometriche di bilanciamento. E sconsigliabile
usare i normali detentoriin quanto non consentono unaccurata
regolazione.
5. Valvole per lintercettazione di ogni pannello.
Al fine di migliorare il controllo e le prestazioni
dellimpianto, si possono installare sui collettori i seguenti
materiali:
1. Filtro ispezionabile a cestello da porsi sulla tubazione di
andata.
2. Autoflow da porsi sulla tubazione di ritorno. Serve a
regolare automaticamentela quantit di fluido che passa attraverso
icollettori.
3. Misuratori di portata da porsi su ogni derivazione.
E consigliabile limitare il numero dei pannelli(massimo 1012)
derivati da ogni coppia di collettori.
Evitare surriscaldamenti dovuti allinfittirsi deitubi in
corrispondenza dei collettori.Le soluzioni possibili sono:
1. isolare i tubi in prossimit del collettore;
2. stendere, prima della gettata, un foglio di polietilene sopra
i tubi. In tal modo, impedendo al massetto di aderire ai tubi,si
riduce sensibilmente la quantit di calore ceduta dal pavimento.
E bene prevedere sulle derivazioni di ogni pannello unapposita
targhetta con lindicazione del locale servito.
-
IDRAULICA 15
PANNELLI E SISTEMI DIPOSA DEI TUBI
Prevedere uno o pi pannelli per ogni locale. cos possibile
tener
freddo un solo locale o regolare la sua temperatura
ambiente.
Indirizzare landata del pannello verso le pareti esterne, cio
verso le pareti pi fredde.
Dare preferenza alla realizzazione di pannelli con sviluppo a
spirale in quanto:
1. consente di ottenere una buona omogeneitdella temperatura a
pavimento;
2. si realizza con curve a 90 gradi. E questo consente una posa
pifacile specie quando gli interassi del pannello sono piccoli o
quando la posa dei tubi viene effettuata con temperature basse: cio
con temperature che rendonomeno malleabili i tubi in materiale
plastico.
Prevedere pannelli a serpentina solo quandole superfici sono
irregolari o di piccola estensione.
Nei locali sanitari consigliabile adottare i seguenti
accorgimenti:
1. realizzare gli scarichi con percorso periferico in modo da
evitare interferenzecoi tubi dei pannelli;
2. non posare i tubi sotto le vasche, i piatti doccia, i WC e i
bidet con appoggio sul pavimento.
Utilizzare tubi in plastica con barriera antiossigeno. Serve ad
evitare la corrosionedei materiali metallici.
Posare i tubi dei pannelli ad una distanza superiore a 5 cm
dalle strutture verticali e a 20 cm da canali da fumo o
focolari.
-
IDRAULICA16
Non necessaria la messa a bolla dei pannelli. Sono comunque
consigliate velocit non inferiori a 0,150,20 m/s. Con simili
velocit laria viene trascinata dal fluido e non crea ostacoli alla
circolazione.
Nellattraversamento dei giunti il tubo deve essere protetto con
guaina lunga circa un metro da porsi simmetricamente rispetto al
taglio del giunto stesso.
E possibile realizzare pannelli con giunzioni. E bene, per,
utilizzare solo raccordi che garantiscono la massima
affidabilit.
E consigliabile segnalare lavvenuta posa dei pannelli. E cos
possibile evitare perforazioni accidentali o altri danni di
cantiere.
STRUTTURA DI CONTENIMENTO DEIPANNELLI
E bene realizzare pavimenti con resistenza termica non troppo
elevata. Le norme UNI/CEN 130 impongono come resistenza termica
massima il valore 0,15 m2K/W.
Prevedere sempre (anche in caso di solai intermedi) uno strato
di materiale isolante sotto i pannelli. Le norme UNI/CEN 130
stabiliscono la resistenza termica minima diquesto strato in
relazione alluso del locale sottostante e alla resistenza termica
del pavimento.
Scegliere il materiale isolante (e il relativo sistema di
fissaggio dei tubi) in relazione altipo di pavimento da realizzare.
In generale si possono considerare due casi:
1. pavimenti per locali con piccole superfici,ad esempio locali
per abitazioni o uffici.Si possono usare indifferentemente sia
pannelli isolanti in polistirolo espanso preformato, sia pannelli
lisci con profilati oreti per il fissaggio dei tubi.
2. pavimenti per locali di grandi superfici, adesempio locali ad
uso industriale o commerciale. In questi casi (per garantire una
elevata resistenza alla compressione e una buona ripartizione dei
carichi) pu essereconveniente utilizzare materiali ad alta densit
(ad esempio polistirolo estruso da33-35 Kg/m3) e reti
elettrosaldate per il fissaggio dei tubi e la ripartizione dei
carichi.
ATTENZIONEImpianto a pannelli
Non permesso eseguire forature sul pavimentoNon permessa la posa
di viti, bulloni, tasselli, etc.In caso di necessit si consiglia di
consultare l'installatore
Giorno di posa del calcestruzzo (massetto)
Giorno inizio agibilit calcestruzzo
Giorno inizio funzionamento impianto
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IDRAULICA 17
In locali umidi o direttamente su terrapieno bene prevedere un
apposito isolamento contro lumidit ascendente.
Realizzare giunti periferici per separare il massetto dai punti
fissi della struttura (pareti,pilastri, ecc...). Tali giunti
servono ad assorbire le dilatazioni del massetto e a ridurre la
trasmissione dei rumori tra pavimento e pareti.
In locali con grandi superfici si deve prevedere la
realizzazione di appositi giunti di dilatazione. In particolare le
superfici del pavimento senza giunti di dilatazione non devono
superare i 40 m2, e le loro lunghezzedevono essere inferiori a 8
m.
Verificare la compatibilit del materiale costituente i tubi con
eventuali additiviutilizzati per aumentare la plasticit del
massetto.
Evitare il getto del massetto con temperatureinferiori a 5C.
PROVA DI TENUTA E MESSA A REGIMEDELLIMPIANTO
Eseguire la prova di tenuta in base alle seguenti
indicazioni:
1. eseguire la prova prima di annegare i tubinel massetto;
2. portare i tubi ad una pressione doppia rispetto a quella di
esercizio con un minimo di 6 atm;
3. mantenere la pressione anche durante lagettata;
4. se sussiste pericolo di gelo, utilizzare apposite soluzioni
antigelo.
Effettuare la messa in servizio dellimpianto rispettando le
seguenti indicazioni:
1. nel caso di massetti tradizionali limpiantodeve essere
attivato almeno tre settimanedopo la gettata;
2. nel caso di massetti sintetici limpianto deve essere attivato
dopo un periodo di tempo conforme alle specifiche del fornitore,
comunque almeno una settimana dopo la gettata;
3. il riscaldamento iniziale deve avvenire con una temperatura
di mandata di 25Cda mantenere per 3 giorni;
4. dopo il riscaldamento iniziale limpianto pu funzionare alla
temperatura di progetto.
Tarare i circuiti di ogni pannello in base alle prescrizioni di
progetto.
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IDRAULICA18
Regolatori con elemento rilevatoredella grandezza
incorporato,segno grafico generale
Regolatore ambientedi temperatura
Regolazione ambiente ditemperatura per condottaaria o posto su
tubazione,serbatoio, vasca, ecc.
Regolatore ambiente ditemperatura differenzialeper condotta aria
o postosu tubazione, serbatoio,vasca, ecc.
Regolatore ambiente diumidit relativa
Regolatore ambiente di umiditrelativa per condotta aria
Regolatore ambiente ditemperatura per umidit assoluta
FlussostatoNota - La freccia indica il
senso del flusso del fluido
Segni grafici per regolatori di tipo elettrico,elettromeccanico
o pneumatico senzaamplificatore Valvola termostatica per
radiatori con sondaincorporata
Valvola termostatica perradiatori con sonda adistanza
Valvola a due vieautoazionata(grandezza
regolantetemperatura)
Valvola a tre vieautoazionata(grandezza
regolantetemperatura)
Servocomando pneumatico
Servocomando pneumaticocon posizionatore
Servocomandoelettroidraulico
Servocomandoelettrico
Servocomandoelettromagnetico
Servocomandoelettrotermico
Segni grafici per organi finali di regolazione
Norma UNI 9511/3SEGNI GRAFICI
TABELLEUTILI
-
Valvola termostatizzabile per impianti monotubotrasformabile per
impianti bitubo
certificazione
ISO 9001
CALEFFIcomponenti idrotermici
Serie 455
Ridottedimensionidingombro
Trasformabileda monotubo a bitubo
Predisposta per testetermostatiche e comandielettrotermici
Caleffi
INFORMAZIONEAGLIINSTALLATORI
-
IDRAULICA
CA
LE
FF
I S
.P.A
. 2
80
10
F
ON
TA
NE
TO
D
'AG
OG
NA
(N
O)
S
.S.2
29
T
EL.
(03
22
) 8
49
1 R
.A.
F
AX
0
32
2-8
63
30
5