-
Scala
Verificato da
Data
Repertorio/Posizione
Progetto Definitivo
0
1
2
3
BVN Donovan HillStudio Tecnico Gruppo MarcheOttaviani
AssociatiMassimo Cocciolito
4
N. Descrizione Data
BVN Donovan Hill - Arch. A.GalvinStudio Tecnico Gruppo Marche -
Arch. A.Castelli
Coordinamento
ArchitetturaLayout Sanitario, Computo, Capitolato:Studio Tecnico
Gruppo MarcheArch. A.Castelli Collaboratori: Arch. P.Cercone, Arch.
C.Contigiani, Ing. M.Rotelli, Ing. S.Bellesi
Facciate, Finiture, Esterni:BVN Donovan Hill - Arch. N.Logan
Collaboratori: Arch. M.MontevecchiOttaviani Associati - Arch.
A.Ottaviani Collaboratori: Arch. F.PatriziArch. M.Cocciolito
Architettura
Strutture ImpiantiStudio Tecnico Gruppo MarcheIng. M.Angeletti
Collaboratori: Ing. C.Antolini, Ing. F.Cioppettini
Studio Tecnico Gruppo MarcheIng. A.Trapè Collaboratori: Ing.
I.Gasparetti, Ing. F.Cioppettini
Come indicato
F.2
Impianti meccanici
11/08/2014
20/10/2014
Prima emissione
Riesame per validazione
RELAZIONE SPECIALISTICA ECALCOLI IMPIANTI MECCANICI
GM_2751/01
Ristrutturazione e ampliamento dell'ospedale diCattinara.
Realizzazione della nuova sede
dell'I.R.C.C.S. Burlo Garofolo
2014
AC
TRIESTE
-
Progettisti BVN Donovan Hill
Studio Tecnico Gruppo Marche Ottaviani Associati
Massimo Cocciolito
COMUNE DI TRIESTE
AZIENDA OSPEDALIERO - UNIVERSITARIA ‘OSPEDALI RIUNITI’
TRIESTE
I.R.C.C.S. BURLO GAROFOLO
RIQUALIFICAZIONE DELL’OSPEDALE DI CATTINARA E NUOVA
SEDE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO I.R.C.C.S. BURLO GAROFOLO
PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE SPECIALISTICA E CALCOLI DEGI IMPIANTI MECCANICI
(Revisione 1 - 20/10/2014)
-
1.1 IMPIANTI MECCANICI
1.2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO IMPIANTI MECCANICI
Argomento Estremi norma
Impianti di condizionamento, ventilazione e aspetti
energetici
Guida Tecnica INAIL - Realizzazione alla regola dell’arte degli
impianti di ventilazione nelle sale di Risonanza Magnetica ·
2012
UNI 11528:2014 - Impianti a gas di portata termica maggiore di
35 kW - Progettazione, installazione e messa in servizio.
UNI EN 12828:2014 - Impianti di riscaldamento negli edifici -
Progettazione dei sistemi di riscaldamento ad acqua.
UNI 8364:2007 - Impianti di riscaldamento.
UNI EN 12098-1:2013 - Regolazioni per impianti di riscaldamento
- Parte 1: Dispositivi di regolazione per gli impianti di
riscaldamento ad acqua calda.
UNI 10349:1994 - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici -
Dati climatici + Errata corrige 2 del 02-02-2012.
UNI 10339:1995 - Impianti aeraulici ai fini di benessere.
Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta
dell’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura.
UNI EN 13779:2008 - Ventilazione degli edifici non residenziali
- Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di
climatizzazione.
UNI EN 15242:2008 - Ventilazione degli edifici - Metodi di
calcolo per la determinazione delle portate d aria negli edifici,
comprese le infiltrazioni.
UNI 11425:2011 - Impianto di ventilazione e condizionamento a
contaminazione controllata (VCCC) per il blocco operatorio -
Progettazione, installazione, messa in marcia, qualifica, gestione
e manutenzione.
UNI EN ISO 14644:2013 - Camere bianche ed ambienti associati
controllati.
UNI EN 15232:2012 - Prestazione energetica degli edifici -
Incidenza dell'automazione, della regolazione e della gestione
tecnica degli edifici.
Legge 9 gennaio 1991 n°10 "Norme per l'attuazione del Piano
energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di
risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di
energia".
D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 “Regolamento recante norme per la
progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli
impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi
di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio
1991, n. 10”.
D.Lgs.19 agosto 2005 n°192 “Attuazione della direttiva
2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia”.
D.Lgs. 29 dicembre 2006 n°311 “Disposizioni correttive ed
integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante
attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento
energetico nell'edilizia".
D.P.R. 2 aprile 2009 n°59 “Regolamento di attuazione
dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo
19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva
2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia”.
UNI EN ISO 13790:2008 - Prestazione energetica degli edifici -
Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il
raffrescamento.
UNI/TS 11300-1:2008: Determinazione del fabbisogno di energia
termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale +
Errata corrige 1 del 22-07-2010.
UNI/TS 11300-2:2008 - Prestazioni energetiche degli edifici -
Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei
rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di
acqua calda sanitaria + Errata corrige 1 del 25-11-2010.
UNI/TS 11300-3:2010 - Prestazioni energetiche degli edifici -
Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei
rendimenti per la climatizzazione estiva.
-
UNI/TS 11300-4:2012 - Utilizzo di energie rinnovabili e di altri
metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la
produzione di acqua calda sanitaria.
D.Lgs. 3 marzo 2001 n°28 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE
sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili,
recante modifica e successiva abrogazione delle direttive
2001/77/CE e 2003/30/CE”.
DPR 16 aprile 2013 n°74 “Regolamento recante definizione dei
criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo,
manutenzione e ispezione degli impianti termici per la
climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la
preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma
dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c) , del decreto legislativo
19 agosto 2005, n. 192”.
Decreto Legge 4 giugno 2013 n°63 “Disposizioni urgenti per il
recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica
nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione
avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in
materia di coesione sociale”.
LEGGE 3 agosto 2013, n. 90 “Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante
disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla
prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle
procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonche'
altre disposizioni in materia di coesione sociale”.
Impianti idrico – sanitari e di scarico UNI 9182:2014 - Impianti
di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda -
Progettazione, installazione e collaudo.
UNI EN 806 - Specifiche relative agli impianti all'interno di
edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo
umano.
UNI 8065:1989 - Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad
uso civile.
UNI EN 15848:2010 - Attrezzature per il condizionamento
dell'acqua all'interno degli edifici - Sistemi regolabili per il
dosaggio dei prodotti chimici - Requisiti di prestazione, di
sicurezza e di prova.
UNI CEN/TR 16355:2012 - Raccomandazioni per la prevenzione della
crescita della legionella negli impianti all’interno degli edifici
che convogliano acqua per il consumo umano.
UNI EN 12056:2001 - Sistemi di scarico funzionanti a gravità
all'interno degli edifici.
Prevenzione incendi D.M. 18 settembre 2002 “Approvazione della
regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e
private”
D.M. 1 febbraio 1986 “Norme di sicurezza antincendi per la
costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”
Disposizioni del locale Comando dei VV.FF.
UNI 10779:2007 - Impianti di estinzione incendi - Reti di
idranti - Progettazione, installazione ed esercizio.
UNI EN 671-2:2012 - Sistemi fissi di estinzione incendi -
Sistemi equipaggiati con tubazioni - Parte 2: Idranti a muro con
tubazioni flessibili.
UNI EN 14384:2006 - Idranti antincendio a colonna
soprasuolo.
UNI 11423:2011 - Apparecchiature per estinzione incendi - Lance
erogatrici di DN 70 a corredo di idranti per pressioni di esercizio
fino a 1,2 MPa.
UNI CEN/TS 14972:2011 - Installazioni fisse antincendio -
Sistemi ad acqua nebulizzata - Progettazione e installazione.
Gas medicali UNI EN ISO 7396 – 1:2013 “Impianti di distribuzione
dei gas medicali – Parte 1: Impianti per gas medicali compressi e
vuoto”
UNI EN ISO 7396 – 2:2007 “Impianti di distribuzione dei gas
medicali – Parte 2: Impianti di evacuazione dei gas anestetici”
Altre prescrizioni normative Decreto interministeriale 22
gennaio 2008 n°37.
1.2.1.1 DISTRIBUZIONE AD “ANELLO” DI ACQUA SURRISCALDATA E ACQUA
REFRIGERATA
Il progetto degli impianti meccanici del Cattinara e Burlo segue
la logica di ristrutturare
l’esistente riqualificandolo e al contempo affiancare nuove
funzioni conseguenti all’accrescimento
-
volumetrico del complesso ospedaliero, ci si riferisce in
particolare ai nuovi edifici del Burlo –
Garofolo (ospedale pediatrico), al nuovo padiglione servizi
interaziendali e alla nuova torre di
collegamento, destinata in prevalenza a studi medici e sale
riunioni che sorgerà tra le due torri
esistenti, medica e chirurgica.
In questo senso il progetto di un vero e proprio anello dei
principali fluidi termo vettori –
acqua surriscaldata e acqua refrigerata – oltre ad interpretare
le esigenze espresse dalla
Committenza in termini di efficienza e manutenzione più agevole
– migliora il funzionamento di
quanto ad oggi è stato realizzato in materia di distribuzione
primaria dei fluidi. Attualmente infatti
edifici esterni al Cattinara quali il Polo Cardiologico,
l’Anatomia Patologica e le aule didattiche sono
serviti dai fluidi provenienti dalla centrale termica
distribuiti in apposito cunicolo tecnologico.
Anche nel caso del recente intervento impiantistico che ha
riguardato le torri (in particolare
quella chirurgica con l’installazione delle UTA di piano) si è
optato per realizzare una nuova
sottocentrale (denominata negli elaborati “sottocentrale
principale torri” e posizionata al livello 5)
al servizio di altre due sottocentrali, una per torre (cdz 4 e
cdz 5 poste al livello 5), realizzando uno
stacco dedicato dalle centrali termica e frigorifera.
L’anello alimenterà dalla centrale termica e frigorifera le
sottocentrali di nuova
realizzazione del Burlo – Garofolo e del Servizi e quelle
esistenti in quanto sarà dotato di stacchi
per collegare le sottocentrali del Polo Cardiologico,
dell’Anatomia Patologica, della Palazzina
Ambulatori, la sottocentrale principale delle torri. All’anello
saranno anche collegate la CDZ 20 al
servizio della terapia intensiva e la CDZ 2.
L’anello, nella configurazione prevista in progetto la quale
prevede due coppie di maglie
distinte (due per l’acqua surriscaldata e due per l’acqua
refrigerata), consentirà di avere un certo
grado di sicurezza nei confronti di eventuali guasti o
malfunzionamenti si dovessero manifestare
nelle tubazioni principali costituenti l’anello stesso,
consentendo comunque alla portata di arrivare
a tutte le sottocentrali di edificio.
L’anello è costituito da tubazioni in acciaio nero preisolate
del tipo per teleriscaldamento,
corredate di valvole di intercettazione delle maglie per manovre
di manutenzione e in caso di
guasto, giunti di dilatazione, staffaggi, vasi di
espansione.
Per maggiori dettagli si rimanda ai seguenti elaborati grafici:
I0/1 e I0/5.
L’anello verrà realizzato affiancando le tubazioni esistenti di
alimentazione del Cattinara,
Anatomia patologica e Polo Cardiologico, andandole poi a
sostituire una volta messo in funzione il
nuovo sistema di pompaggi. Si potrà procedere a collegare la
nuova caldaia e una seconda
esistente al nuovo anello, rendendo entrambi i sistemi di
distribuzione (esistente e nuovo) ancora
funzionanti. Una volta allacciate le utenze esistenti al nuovo
anello si potrà proseguire
nell’allacciamento delle rimanenti caldaie all’anello. Lo stesso
discorso potrà essere realizzato
sezionando parte della produzione del freddo ed allacciandola
all’anello, realizzando poi il
passaggio completo in un secondo momento, ad anello
completato.
-
1.2.1.2 ADEGUAMENTO DELLA CENTRALE TERMICA, FRIGORIFERA, IDRICA
(CDZ 1), CDZ 2 E SOTTOCENTRALE PRINCIPALE TORRI
Dal punto di vista del sistema di generazione del calore la
centrale termica del Cattinara è
servita attualmente da n°4 caldaie ad olio diatermico servite da
bruciatori in grado di funzionare
sia a nafta che a gas metano. Una delle quattro caldaie, la meno
recente in grado di produrre
acqua surriscaldata e vapore avente potenza di 5220 kW, sarà
oggetto di sostituzione. In questo
modo la centrale tornerà ad avere un certo grado di ridondanza
nei confronti della fornitura di
calore sia in vista di situazioni climatiche estreme sia in
funzione dell’allaccio dei nuovi fabbricati
Burlo – Garofolo, Padiglione Servizi e nuova torre di
collegamento.
Il nuovo generatore di calore è idoneo per la produzione di
acqua surriscaldata fino a
191,7°C, la potenza focolare è di 7609 kW, il rendimento pari al
91%. E’ del tipo a tre giri di fumo,
tipo monoblocco con focolare pressurizzato, camera di inversione
fumi completamente bagnata,
portelloni di ispezione a doppia anta. Il generatore è completo
di strumentazione di sicurezza,
quadro elettrico e di regolazione, recuperatore di calore
coibentato internamente con tubi alettati
per aumentare la superficie di scambio in acciaio inox aisi 430.
Il bruciatore è di tipo misto
gasolio/gas (sarà quindi mantenuta la possibilità di alimentare
la caldaia utilizzando la nafta,
saranno quindi lasciati in funzione i circuiti ad oggi presenti
in centrale termica che alimentano il
preriscaldamento della nafta stessa e mantenuti i serbatoi di
stoccaggio nafta esistenti) con
funzionamento modulante, completo di rampa gas a norma CE,
quadro elettrico, apparecchiature
di regolazione e controllo, ventilatore aria comburente, sistema
a inverter, cuffia afonica. Sarà
fornito e posto in opera completo di tutti i collegamenti
idraulici, allacci al metano e al gasolio,
collegamenti elettrici e di regolazione per funzionare a
perfetta regola d’arte.
Per quanto concerne l’anello, trattandosi di realizzare due
maglie distinte con partenza sia
dalla centrale termica che da quella frigorifera, sarà
necessario ricorrere ad alcune opere di
adeguamento di quanto presente ad oggi nelle due citate
centrali. In linea generale, per quanto
riguarda il caldo:
- si realizzeranno due nuovi collettori, uno di mandata e uno di
ritorno e due nuovi tripli pompaggi ad inverter (due dei quali
costituiscono riserva) per le due nuove maglie di acqua
surriscaldata che andranno a costituire l’anello;
- si smantelleranno i collettori di acqua surriscaldata
esistenti per la piastra e i relativi pompaggi, che sono quelli
originali dell’epoca di costruzione della centrale;
- si eliminerà il collettore da cui partono oggi i fluidi per il
Polo Cardiologico, l’Anatomia Patologica e le aule didattiche in
quanto si realizzerà lo stacco dal nuovo anello per
alimentare le rispettive sottocentrali;
- si smantellerà lo stacco in centrale per alimentazione delle
nuove sale operatorie in quanto le stesse saranno riallacciate
all’anello,
- si smantellerà lo stacco per alimentazione della sottocentrale
principale delle torri per il riallaccio dello stesso
all’anello,
- sarà necessario mantenere il circuito di alimentazione del
gruppo frigo assorbitore;
-
- sarà necessario mantenere il circuito di riscaldamento della
nafta;
- sarà installato il nuovo sistema di supervisione e controllo
delle apparecchiature nuove ed esistenti da mantenere, da
ricollegarsi al sistema di supervisione di edificio.
Per quanto riguarda la centrale frigorifera si prevede di
effettuare lavorazioni di
adeguamento con la medesima filosofia descritta sopra, in
quanto, anche da qui dovranno partire
le due nuove maglie del freddo del nuovo anello.
La vera e propria centrale idrica del complesso ospedaliero è
attualmente collocata
all’interno della CDZ 1 al livello 1. In questa sede arriva
l’acqua filtrata proveniente dalla centrale
idrica posta nell’edificio Servomezzi che giunge in CDZ 1 per
essere addolcita e inviata a tre
autoclavi da 3000 l ciascuna, le quali hanno una funzione di
risposta ai picchi di consumo di acqua
calda sanitaria. Nella CDZ 1 trovano posto i pompaggi di acqua
fredda sanitaria, calda sanitaria e
relativi ricircoli a tre differenti livelli di pressione (per
rispondere alle diverse altimetrie del
complesso ospedaliero). Dal punto di vista degli interventi da
eseguire si può affermare che la
suddetta CDZ 1 – per la parte idrica - non sarà interessata da
interventi pesanti di
riammodernamento, in quanto si trova in uno stato di buon
funzionamento. Tutti i pompaggi ai tre
differenti livelli di pressione saranno mantenuti e da questi si
collegheranno le nuove montanti di
adduzione acqua calda, fredda sanitaria e ricircolo al servizio
dei piani della piastra e delle torri. I
servizi igienici della nuova torre centrale saranno alimentati
direttamente dalle nuove colonne
montanti delle due torri medica e chirurgica.
La CDZ 1 ospita n°4 unità di trattamento aria, tre delle quali
saranno smantellate e cioè
UTA Laboratori sotto torre medica, UTA Radiologia, UTA
Laboratori sotto torre chirurgica. Le
nuove UTA da collocarsi in CDZ 1 sono: UTA Gastroenterologia
(uta di mandata e uta di ripresa) e
UTA Radiologia convenzionale – Sale radiologiche. Sarà mantenuta
l’ UTA attualmente esistente al
servizio dei magazzini delle sale operatorie posti al livello
1.
Per maggiori dettagli si rimanda all’elaborato grafico I0/6.
Gli interventi più pesanti interesseranno la CDZ 2, in cui:
- sarà smantellato il sistema di regolazione degli impianti
originale dell’epoca di costruzione del complesso ospedaliero di
tipo pneumatico;
- sarà installato un nuovo sistema di supervisione e controllo
di sottocentrale da collegarsi alle apparecchiature esistenti da
mantenere e a quelle di nuova installazione, in grado di
comunicare con il sistema di supervisione e controllo di
edificio;
- saranno smantellati i tre pompaggi esistenti al servizio del
circuito caldo torre medica;
- saranno smantellati i tre pompaggi esistenti al servizio del
circuito freddo torre medica;
- saranno smantellati i due pompaggi esistenti al servizio del
circuito radiatori posti ai livelli dal 1° al 5° della piastra;
- sarà installato un nuovo circuito radiatori per i medesimi
livelli, di tipo gemellare e corredato di inverter;
-
- sarà mantenuto il circuito al servizio della CDZ15 (nuove sale
operatorie);
- saranno smantellati i circuiti caldo e freddo denominati
“discontinui”, posti ad oggi al servizio delle varie UTA poste ai
livelli della piastra, e sostituiti con nuovi circuiti forniti
di
pompaggi gemellari ad inverter ai quali saranno ricollegate le
nuove UTA in progetto;
- sarà smantellato e sostituito con un nuovo pompaggio gemellare
ad inverter il circuito del post-riscaldo delle UTA ad oggi
presenti in CDZ 2, al quale saranno ricollegati i post-riscaldi
delle UTA nuove da installarsi nella medesima CDZ2 e le batterie
di post-riscaldamento
collocate nei reparti della piastra;
- saranno sostituiti i due produttori di vapore pulito con altri
due nuovi della medesima portata.
L’alimentazione della CDZ 2 dal nuovo anello sarà dapprima
realizzata mediante posa di
tubazioni provvisorie che correranno a parete nel livello 1. Una
volta riorganizzati i nuovi
circuiti secondari in sottocentrale e smantellati i vecchi, si
potranno staffare le
alimentazioni definitive dall’anello all’intradosso del soffitto
di piano.
La CDZ 2 ospita n°4 unità di trattamento aria, tre delle quali
saranno smantellate e cioè
UTA Pronto soccorso e locali annessi, UTA Accettazione e locali
annessi e Termoventilante
Piastra 1. Le nuove UTA che troveranno posto in CDZ 2 sono: UTA
terapia intensiva, UTA
connettivo livello 3 e UTA Pronto soccorso (entrambe del tipo
“plug and play” ad elevata
efficneza energetica), Triage e Direzionale (uta di mandata e
uta di ripresa).
Per maggiori dettagli si rimanda all’elaborato grafico I0/7.
La sottocentrale principale delle torri, di recente
realizzazione, sarà interessata da lavori di
adeguamento in virtù della realizzazione della nuova torre
centrale di collegamento. Tale
nuovo corpo di fabbrica preleverà i fluidi termo vettori di tipo
caldo e freddo da questa
sottocentrale, la quale attualmente alimenta le due
sottocentrali delle torri medica e
chirurgica. Gli interventi da realizzare consistono in:
- inserimento del circuito a due tubi per pannelli radianti a
soffitto nuova torre centrale di collegamento corredato di valvole
deviatrici stagionali;
- inserimento del circuito a due tubi per ventilconvettori a
soffitto nuova torre centrale di collegamento corredato di valvole
deviatrici stagionali;
- inserimento del circuito radiatori nuova torre centrale di
collegamento.
Tali circuiti sono staccati a valle degli scambiatori e dei
pompaggi primari esistenti nella
sottocentrale in oggetto. Essi saranno corredati di tutte le
apparecchiature di sicurezza e
dei collegamenti elettrici di potenza e regolazione e saranno
collegati al sistema di
-
supervisione e controllo.
Si specifica che tutti i nuovi pompaggi previsti dal presente
progetto sono dotati di
regolazione a inverter.
1.2.1.3 REALIZZAZIONE DI NUOVE SOTTOCENTRALI DI EDIFICIO
L’anello dei fluidi primari, come detto sopra, sarà collegato
alle due nuove sottocentrali
previste in progetto al servizio degli edifici Servizi e
Burlo-Garofolo, tramite interposizione di
scambiatori di calore, da posizionarsi in ciascuna delle nuove
sottocentrali in progetto. In
particolare, viste le alte temperature e pressioni in gioco, si
ricorrerà a scambiatori di calore a
fascio tubiero per la rete di surriscaldata e scambiatori a
piastre per l’acqua refrigerata. Gli
scambiatori saranno doppi per garantire ridondanza in caso di
guasto. A valle degli scambiatori
saranno installati i rispettivi collettori mandata e ritorno per
l’acqua calda e refrigerata dai quali
partirà la distribuzione secondaria dei vari circuiti di
edificio (terminali impianto di
condizionamento, batterie caldo/freddo per unità di trattamento
aria, circuiti di post-
riscaldamento). Tutti i pompaggi saranno del tipo gemellare (n°2
pompe posizionate in parallelo
con funzionamento alternativo in caso di guasto) e dotate di
inverter, cosa che renderà i circuiti
funzionanti a portate variabili.
Tramite scambiatore dedicato sarà prodotta anche l’acqua calda
sanitaria per il singolo
edificio, avvalendosi di uno o più accumuli.
Per quanto concerne il trattamento di addolcimento dell’acqua
fredda alle nuove
sottocentrali in progetto, si provvederà all’installazione di
addolcitori sulla base delle portate e
delle utenze servite da ciascuna delle due nuove
sottocentrali.
Nel dettaglio il circuito primario dell’acqua surriscaldata
alimentato dal nuovo anello di
distribuzione dei fluidi termo vettori sarà composto da
tubazioni preisolate idonee per
teleriscaldamento, n°2 scambiatori di calore a fascio tubiero
idonei per alte temperature (T
mandata 170°C, t ritorno 130°C) di cui uno di riserva all’altro,
vasi di espansione, valvolame e
apparecchiature di sicurezza come da schemi funzionali di
progetto, sistema di supervisione e
controllo di sottocentrale da ricollegare al sistema di
supervisione e controllo di edificio, doppio
pompaggio con regolazione a inverter, collegamenti elettrici di
potenza e regolazione.
Nel dettaglio il circuito primario dell’acqua refrigerata
alimentato dal nuovo anello di
distribuzione dei fluidi termo vettori sarà composto da
tubazioni preisolate idonee per
teleriscaldamento, n°2 scambiatori di calore a piastre (T
mandata 6,5°C T ritorno 11,5°C) di cui uno
di riserva all’altro, vasi di espansione, valvolame e
apparecchiature di sicurezza come da schemi
funzionali di progetto, sistema di supervisione e controllo di
sottocentrale da ricollegare al sistema
di supervisione e controllo di edificio, doppio pompaggio con
regolazione a inverter, collegamenti
elettrici di potenza e regolazione.
Nel caso dell’edificio Servizi i circuiti secondari posti a
valle dello scambiatore sono i
seguenti:
-
- circuito radiatori e scalda salviette;
- circuito ACS e ricircolo.
Nei collettori caldo e freddo di nuova installazione nella
sottocentrale del Servizi saranno
previste le predisposizioni impiantistiche per poter installare
in futuro circuiti caldi e freddi
al servizio dei livelli 2 e 3, sulla base delle esigenze future
della Committenza.
Nel caso dell’edificio nuovo Burlo-Garofolo i circuiti secondari
posti a valle dello
scambiatore sono i seguenti:
- circuito caldo/freddo ventilconvettori a due tubi corredati di
valvole deviatrici stagionali;
- circuito caldo/freddo pannelli radianti a soffitto a due tubi
corredati di valvole deviatrici stagionali;
- circuito batterie di raffreddamento UTA in progetto;
- circuito batterie di riscaldamento UTA in progetto;
- circuito batterie di post-riscaldamento;
- circuito radiatori e scaldasalviette;
- circuito ACS e ricircolo.
Per maggiori dettagli si rimanda all’elaborato grafico I0/5.
1.2.1.4 ADEGUAMENTO DELLA CENTRALE DI PRODUZIONE GAS
MEDICALI
L’attuale centrale di produzione dei gas medicali ha subito una
recente ristrutturazione
finalizzata all’aumento delle portate erogate. Ad oggi i punti
serviti sono circa 3500-4000 ed è
necessario ricorrere al rifornimento circa due volte alla
settimana. In particolare i gas trattati sono
l’aria medicale a 4 e 8 bar, l’azoto protossido e l’ossigeno. In
vista della realizzazione del nuovo
Burlo – Garofolo si provvederà ad un nuovo intervento di
ampliamento della centrale dei gas
(intervento a cura del fornitore dei gas medicali). Del presente
appalto fa parte la dismissione delle
rastrelliere di protossido di azoto ed implementazione di n.2
nuove rastrelliere per ossigeno, una
per anidride carbonica e una per aria medicale. Per il Burlo
verrà realizzata anche una nuova
centrale per il vuoto.
1.2.1.5 APPROVIGIONAMENTO DELLA RETE IDRICA ANTINCENDI
L’alimentazione della rete di spegnimento incendi non necessita
di adeguamento in quanto
recentemente sono stati realizzati un nuovo gruppo di
pressurizzazione e una riserva idrica (si
trovano nelle vicinanze dell’elisuperficie); pertanto la vecchia
centrale idrica antincendi collocata
nel padiglione servomezzi (in cui trova posto l’accumulo da 200
mc e il gruppo di pressurizzazione)
è ad oggi una ridondanza in caso di guasto.
-
1.2.2 PRINCIPALI TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE PREVISTE IN PROGETTO
Il complesso ospedaliero del Cattinara e Burlo – Garofolo ospiterà
tipologie di impianti di
condizionamento molto diversificate tra loro e ciò è la naturale
conseguenza dei diversi tipi di
reparto e funzioni ospitate.
1.2.2.1 IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E VENTILAZIONE
Gli impianti di condizionamento invernale ed estivo dovranno
garantire in linea generale le
seguenti condizioni termo igrometriche:
inverno : T interna 21°C +/- 1°C, U.R. 50% +/- 10%;
estate : T interna 26°C +/- 1°C, U.R. 50% +/- 10%.
Fanno eccezione ambienti speciali quali sale operatorie e locali
annessi, sale ecografiche e
radiografiche, deposito salme, isolamento, in cui valgono
prescrizioni di tipo specifico.
In linea generale si prevede di installare sia per il
riscaldamento invernale che per il
raffrescamento estivo pannelli radianti a soffitto nei locali
quali uffici, ambulatori, studi medici e
degenze.
I componenti e le caratteristiche dell’impianto a pannelli
radianti a soffitto in progetto sono
le seguenti:
- Pannello per soffitto radiante in cartongesso da 15 mm
prefinito e accoppiato a 35 mm di EPS sinterizzato con grafite
avente conducibilità termica dichiarata di 0.030 W/mK
(EN13163) completo di tubo in PE-RT con barriera a ossigeno nel
suo spessore in cui è
annegata una tubazione 10x1.3 mm disposta a serpentina con
disegno curvilineo per una
maggiore resa, avente interasse 5.5 cm.
- Tubazioni in polietilene 20x2 mm preisolata per il
collegamento dei pannelli;
- Collettori di mandata e ritorno modulari, componibili e
preassemblati realizzati in poliammide rinforzata e completi di
valvole di intercettazione e regolatori di flusso
micrometrico per ogni circuito, misuratori di portata del
circuito, rubinetti di carico e
scarico, sfiati e termometri su mandata e ritorno, montaggio a
vista in controsoffitto;
- Pannelli “passivi” in cartongesso per il completamento del
soffitto radiante nelle parti non radianti, finitura liscia.
Per le temperature di mandata e ritorno dei circuiti, le rese,
le portate si rimanda agli
elaborati grafici di progetto.
Nei corridoi e nelle zone di attesa si installeranno
ventilconvettori a soffitto del tipo
“cassette” a due tubi dotati di 4 vie, attacco per l’aria
primaria, ventilatore a tre velocità, alette
orientabili, batteria in rame per riscaldamento e
raffrescamento, bacinella di raccolta condensa e
pompaggio della stessa nella rete di smaltimento condensa fino
al punto di scarico più vicino, filtro
dell’aria e certificazione Eurovent.
In alcuni punti del connettivo, quali filtri antincendio
collocati al livello 2 della piastra e nel
collegamento tra Cattinara e Burlo al livello 3 saranno
installati ventilconvettori a pavimento.
-
Quando studi medici, ambulatori, soggiorni si trovano
all’interno di reparti che necessitano
di impianto a tutt’aria esterna, allo scopo di poter impiegare
la medesima unità di trattamento aria
con un sistema multizona, tali ambienti saranno serviti da
ventilconvettori. Tale evenienza si
incontra nel caso dei livelli 2, 3 e 4 della piastra, dove
trovano posto reparti speciali quali la
radiologia, la gastroenterologia, il pronto soccorso, l’OBI,
tutti reparti nei quali si collocano locali
speciali che necessitano di un condizionamento con impianto a
tutt’aria esterna. Altro reparto a
tutt’aria con uta dedicata è la PMA posta al 4° livello.
Quanto appena descritto accade anche al livello 6 delle torri
medica e chirurgica in cui sono
previste rispettivamente la Dialisi e la Terapia sub-intensiva e
al livello 15 della torre chirurgica in
cui si colloca un intero reparto destinato agli isolati
infettivi - immunodepressi.
I reparti interessati dalla stessa filosofia progettuale
presenti nel Burlo - Garofolo sono: la
Terapia intensiva pediatrica e la vicina Degenza pediatrica ad
Alta intensità poste al livello 4, la
Terapia intensiva neonatale al livello 3, la Radiologia
convenzionale pediatrica al livello 2.
Nei servizi igienici, vuotatoi, depositi, per i livelli 0 e 1
dell’edificio Servizi destinati
rispettivamente a spogliatoi e depositi e per gli spogliatoi del
livello 2 del Burlo si prevede
l’installazione di radiatori e scaldasalviette, corredate di
valvole termostatiche.
Per maggiori dettagli nella distribuzione degli impianti di
climatizzazione, dei circuiti delle
batterie di post-riscaldamento degli ambienti e dei radiatori si
rimanda ai rispettivi elaborati grafici
di progetto.
Nel caso di ambienti serviti da pannelli radianti o
ventilconvettori sarà realizzato un
impianto di ventilazione meccanica in grado di apportare il
rinnovo di aria minimo previsto da
normativa UNI 10339 e comunque mai inferiore a 2 vol/h (si fa
riferimento in particolare a
degenze, uffici, studi medici, ambulatori, specializzandi,
tisanerie, depositi pulito, camere del parto
e similari) per garantire un certo grado di flessibilità nel
caso di futuri cambi di destinazione degli
ambienti. Nel caso specifico dei pannelli radianti a soffitto la
quantità di aria immessa in ambiente
deve garantire l’assenza di formazione di condensa nel caso di
funzionamento estivo. I pannelli
radianti saranno pertanto dimensionati per rispondere al carico
sensibile in ambiente, mentre
l’aria di rinnovo per contrastare il carico latente.
Tutti gli infissi esterni posti in locali climatizzati mediante
impianto a pannelli radianti a
soffitto saranno corredati di sensore di apertura, il quale, in
caso di infisso aperto in regime di
funzionamento estivo manderà il segnale di bloccare il
funzionamento dei pannelli nella stanza
interessata.
Nei locali quali degenze, studi medici e ambulatori sarà
possibile regolare la temperatura
mediante termostato ambiente. I corridoi, le attese e i
soggiorni di dimensioni considerevoli (quali
quelli situati nel Burlo – Garofolo), saranno corredati di
termostati di zona.
In linea di massima tutte le nuove tubazioni previste in
progetto correranno all’interno dei
cavedi e spazi tecnici esistenti. Per quanto concerne le unità
di trattamento aria di nuova
installazione ai livelli della piastra il loro posizionamento
seguirà il criterio generale di riutilizzare il
posto di quelle da dismettere. I canali seguiranno in linea di
massima i percorsi ad oggi presenti,
-
dunque si cercherà di riutilizzare gli spazi tecnici ad oggi
disponibili per servire a partire dal livello 1
i nuovi reparti della piastra. Per maggiori dettagli sulla
collocazione delle nuove UTA previste in
progetto e sulla distribuzione delle canalizzazioni si rimanda
agli elaborati grafici di progetto.
Per quanto riguarda le torri medica e chirurgica la nuova
distribuzione dei terminali di
condizionamento partirà dalle due sottocentrali esistenti (CDZ 4
e 5) nelle quali si cercheranno di
mantenere i pompaggi recentemente realizzati (fa eccezione il
circuito dei pannelli radianti a
pavimento, tipologia questa che non sarà mantenuta). Ai vari
piani delle torri la distribuzione del
termico, risalente al periodo di costruzione dell’ospedale, sarà
rifatta ex novo. La posizione delle
nuove montanti dei circuiti caldo (radiatori e batterie di
post-riscaldamento) e dei circuiti
climatizzazione (ventilconvettori, pannelli radianti e circuiti
caldo e freddo batterie UTA) sono
individuate negli elaborati grafici.
L’edificio del Burlo sarà dotato di due punti di risalita delle
montanti per i circuiti caldo e
climatizzazione, posti in corrispondenza dei due locali G0-04
(sottocentrale di edificio) e G0-05.
Per quanto riguarda gli impianti di ventilazione delle torri,
per la torre medica si replicherà
l’intervento appena realizzato sulla torre chirurgica, nella
quale sono previste unità di trattamento
aria di piano i cui ricambi erogati variano in base al tipo di
reparto: se si tratta di degenze comuni il
rinnovo aria sarà correlato al funzionamento dei pannelli
radianti (con un minimo di 2 vol/h, come
sopra descritto), se si tratta di degenze isolate sarà
installata un’unità di trattamento aria per la
singola torre da posizionarsi in copertura, se invece si
incontrano reparti speciali quali la dialisi, la
terapia semi-intensiva o l’interno reparto di isolati si
installerà un’uta dedicata. I due locali tecnici
posti al livello 5 delle due torri esistenti ospiteranno le
nuove UTA Dialisi – Day Hospital, UTA
Urologia - Otorinolaringoiatria e UTA Terapia sub-intensiva (uta
di mandata e uta di ripresa). Per
quanto concerne la nuova torre centrale essa sarà servita da UTA
dedicata da posizionarsi in
copertura alla stessa (del tipo “plug and play” ad elevata
efficienza energetica).
I nuovi edifici del Burlo – Garofolo e del padiglione Servizi
saranno serviti anch’essi da
nuove unità di trattamento aria.
Nello specifico per quanto concerne l’edificio Servizi, il
livello 0 che ospita gli spogliatoi sarà
servito da radiatori e impianto ad aria primaria a norma UNI
10339 (per gli spogliatoi si
considerano 6 l/s per persona, considerando le compresenze
dichiarate nella pratica di
prevenzione incendi), mentre il livello 1 ospitante depositi e
magazzini sarà riscaldato mediante
radiatori (i servizi igienici presenti saranno corredati di
aspiratori elicoidali per espulsione diretta
all’esterno dell’aria aventi portata minima di 90 mc/h). L’UTA
spogliatoi troverà posto in copertura
e i canali di ventilazione scenderanno al livello 0
nell’apposito cavedio previsto in progetto.
Per quanto riguarda il nuovo Burlo – Garofolo alcune delle unità
di trattamento aria
saranno posizionate in apposito locale tecnico chiuso in
copertura all’edificio, mentre altre in
copertura al livello 5. Anche in questo caso il numero delle UTA
è strettamente legato alla
suddivisione funzionale dei reparti. Per il dettaglio di
suddivisione delle numerose UTA del Burlo-
Garofolo si rimanda agli elaborati grafici di progetto
dell’impianto aeraulico.
In tutti gli ambienti serviti da impianto a tutt’aria esterna
saranno installate batterie di
post-riscaldamento complete di regolazione (valvola a due vie
completa di collegamenti elettrici di
-
regolazione da collegare al comando posto in ambiente) e
funzionanti in abbinamento a cassette a
portata variabile da posizionarsi sia sul canale di mandata che
su quello di ripresa dell’aria. In
questo modo in ambienti serviti da elevati ricambi aria quali le
sale raggi, le tac si potrà far
funzionare l’impianto anche in regime di attenuazione,
nell’ottica di una maggiore efficienza
energetica.
Anche la necessità di avere un livello di pressione positiva o
negativa rispetto agli ambienti
limitrofi per le stanze occupate da pazienti immunodepressi o
infettivi sarà soddisfatta inserendo
sia sulla mandata dell’aria che sulla ripresa cassette a portata
variabile il cui controllo sarà posto in
ambiente. Tali ambienti speciali, come anche le sale operatorie,
le terapie intensive, le endoscopie
interventistiche saranno dotate di filtri assoluti sulla mandata
e griglie di ripresa del tipo alta/bassa
da posizionarsi a parete.
Nel caso delle nuove sale operatorie da realizzarsi presso
l’edificio del Burlo saranno
installati impianti di ventilazione e condizionamento a
contaminazione controllata (VCCC) in linea
con quanto previsto dall’UNI 11425:2011.
Il progetto dell’impianto aeraulico sia del Cattinara, che del
Burlo – Garofolo, che del
padiglione Servizi prevede l’impiego di canalizzazioni del tipo
preisolate. Tale scelta velocizzerà le
operazioni di posa in opera.
Le UTA previste in progetto saranno di tre differenti
tipologie:
- uta con pompa di calore abbinata e doppio recuperatore a
flussi incrociati (“plug and play” ad elevata efficienza
energetica);
- uta scomposta in uta di mandata e di ripresa con batteria e
circuito di recupero del calore per reparti speciali quali ad
esempio quelli ospitanti gli isolati-immunodepressi;
- uta singola con recuperatore di calore a flussi incrociati,
del tipo in linea o a sezioni sovrapposte in base agli spazi
tecnici disponibili.
Per quanto riguarda il sistema di umidificazione, le nuove UTA
del Burlo e dell’edificio
Servizi saranno dotate di umidificazione adiabatica con
atomizzatore a bordo macchina.
Alcune delle uta di nuova installazione del Cattinara saranno
alimentate dalla linea del
vapore pulito alimentata da due nuovi produttori di vapore in
sostituzione dei due
attualmente collocati in CDZ 2, in altri casi avranno anch’esse
il sistema di umidificazione
adiabatica a bordo macchina. Le nuova uta di piano della torre
medica e le uta di nuova
installazione collocate sulla torre chirurgica si
ricollegheranno alla rete del vapore pulito
esistente, come avviene per le uta di piano esistenti da
mantenere già installate nella torre
chirurgica. Per ulteriori dettagli sulle caratteristiche delle
molteplici uta presenti in
progetto si rimanda alla descrizione riportata nel computo
metrico estimativo degli
impianti aeraulici.
-
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dei ricambi aria
previsti in progetto:
livello 2
ENDOSCOPIA - GASTROENTEROLOGIA vol/h note
sale diagnostica min 6
locali ciechi min 6
connettivo, attese variabile UNI 10339
studi medici min 2
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
TERAPIA IPERBARICA
locali ciechi min 6
uffici, degenze min 2
connettivo 11 l/s persona UNI 10339
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
RADIOLOGIA CONVENZIONALE
sale diagnostica min 6 10 vol/h
locali ciechi min 6
ambulatori, uffici min 2
connettivo, attese variabile UNI 10339
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
RADIOLOGIA PESANTE
sale diagnostica min 6 10 vol/h
locali ciechi min 6
attese, connettivo variabile UNI 10339
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
livello 3
OBI vol/h note
degenze monitorate min 6 circ. Min. LL. PP. N°13011
isolamento (mandata – ripresa se infettivo; mandata – ripresa se
immunodepresso) 8-10; 8-5 dati di letteratura
degenze min 2
connettivo 11 l/s persona UNI 10339
locali ciechi min 6
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
SALA GESSI e SALA GESSI PEDIATRICA
sala gessi min 6
locali ciechi min 6
attese, connettivo, sala multifunzionale variabile UNI 10339
ambulatori, min 2
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
DIREZIONALE
-
uffici min 2 UNI 10339
attese, connettivo variabile UNI 10339
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
RADIOLOGIA D'URGENZA
sale diagnostica min 6 10 vol/h
locali ciechi min 6
connettivo, attese variabile UNI 10339
PRONTO SOCCORSO - TRIAGE - PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO
box, shock room, area stazionamento pazienti, triage, OBI min
6
isolamento (mandata – ripresa se infettivo; mandata – ripresa se
immunodepresso) 8-10; 8-5 dati di letteratura
locali ciechi min 6
attese, connettivo variabile UNI 10339
studi medici, lactarium min 2
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
camera calda impianto dedicato
livello 4
UROLOGIA - OTORINOLARINGOIATRIA vol/h note
sale diagnostica min 6
locali ciechi min 6
attese, connettivo variabile UNI 10339
ambulatori min 2
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
PMA
sala PMA (mandata - ripresa) 25-15
laboratorio (mandata - ripresa) 10-7
deposito PMA (mandata - ripresa) 6-5
connettivo (mandata - ripresa) 6-6
Livelli successivi
TORRI vol/h note
degenze, ambulatori, studi medici, tisaneria, depositi pulito,
specializzandi min 2
connettivo, attese, soggiorni variabile UNI 10339
sale riunioni variabile UNI 10339
ambulatori di tipo A min 6
locali ciechi min 6
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
isolamento (mandata – ripresa se infettivo; mandata – ripresa se
immunodepresso) 8-10; 8-5 dati di letteratura
dialisi, terapia sub-intensiva min 6
-
Principali destinazioni d’uso degli ambienti del Burlo –
Garofolo:
vol/h note
terapie intensive 6 D.P.R. 37/’97
sale parto (mandata - ripresa) 6 – 4, 15-10 D.P.R. 37/’97
sala cesarei 15-10
sale operatorie 25
degenze, camere del parto, uffici, ambulatori, studi medici,
depositi pulito min 2
isolamento (mandata – ripresa se infettivo; mandata – ripresa se
immunodepresso)
8 dati di letteratura
palestre riabilitative variabile UNI 10339
sale riunioni variabile UNI 10339
spogliatoi 6 l/s persona
Principali destinazioni d’uso degli ambienti del padiglione
servizi Servizi:
vol/h note
spogliatoi 6 l/s persona
servizi igienici min 8 (estrazione continua)
connettivo 11 l/s persona UNI 10339
Per quanto concerne il sistema di climatizzazione dei locali
tecnici, nel caso di locali rack
saranno installati condizionatori del tipo multi-split, nel caso
di cabine elettriche saranno installate
unità termoventilanti dedicate.
1.2.2.2 IMPIANTO IDRICO – SANITARIO E DI SCARICO
Per quanto riguarda la distribuzione dell’impianto idrico –
sanitario esistente essa risale
all’epoca di costruzione del complesso ospedaliero. In
conseguenza di questo e in relazione alle
importanti modifiche architettoniche che interessano i livelli
2, 3 e 4 della piastra e i livelli delle
torri, si ritiene opportuno procedere ad una sostituzione
integrale della distribuzione stessa.
Gli interventi previsti nel progetto degli impianti idrici
comprendono:
- rimozione dei servizi igienici esistenti e delle
adduzioni;
- realizzazione della nuova distribuzione di piano per acqua
calda, fredda e ricircolo completa di staffaggi e coibentazioni a
norma di legge;
- realizzazione di nuovi servizi igienici del tipo normale e
attrezzati per portatori di handicap costituiti da nuovi sanitari,
rubinetteria, allacci di adduzione e scarico, maniglioni, il tutto
a
norma con le vigenti disposizioni di legge;
- realizzazione delle nuove montanti di adduzione e delle linee
di scarico;
- realizzazione dell’impianto idrico e di scarico per Padiglione
Servizi e del Burlo e delle centrali idriche compresi i trattamenti
di filtrazione e addolcimento, produzione e
accumulo di acqua calda sanitaria come da schemi grafici
allegati;
-
- posa di schiuma antifiamma per le tubazioni dell’idrico e dei
collari tagliafuoco per gli scarichi ogni qual volta la
distribuzione attraversa muri tagliafuoco.
Come detto in precedenza relativamente agli interventi da
realizzarsi nella centrale idrica
CDZ 1, saranno mantenuti i pompaggi attualmente esistenti che
funzionano con tre diversi livelli di
pressione – alta pressione per livelli dall’1 al 5, media
pressione per livelli dal 6 al 10, alta
pressione dal livello 11 al 16 – ai quali saranno ricollegate le
nuove montanti. Per la distribuzione
delle tubazioni di acqua calda, fredda e ricircolo si rimanda
agli elaborati grafici di progetto.
Per quanto riguarda il rischio legionella, il progetto prevede
l’installazione di un
trattamento antilegionella al biossido di cloro in aggiunta ai
trattamenti periodici automatizzati di
disinfezione termica. Il trattamento verrà effettuato in ogni
sottocentrale idrica (Cattinara, Burlo,
Servizi): il sistema utilizza due sostanze chimiche, acido
cloridrico diluito (alla concentrazione del
9% per il peso) e una soluzione di clorito di sodio diluita
(alla concentrazione del 7,5% per il peso).
La soluzione prodotta associando le due sostanze viene
conservata all’interno di un serbatoio, alla
concentrazione di 2 g/l di biossido di cloro, e quindi aggiunta
al flusso di acqua in base alla
domanda, mediante una pompa di dosaggio. Il dosaggio avviene in
modo proporzionale alla
portata volumetrica, in modo tale da mantenere costante la
concentrazione di biossido di cloro
desiderata nell’acqua potabile.
I componenti elettronici di comando includono un dispositivo per
la registrazione dei valori
di misura, che consente il monitoraggio diretto della
concentrazione di biossido di cloro mediante
il collegamento di una camera di misura.
Il sistema verrà installato a monte della distribuzione
dell'acqua fredda ai terminali e del
carico del del bollitore dell'acqua calda sanitaria.
Tra le altre accortezze di cui tenere conto per limitare in via
preventiva il rischio legionella
nel caso di impianti di nuova installazione si elencano le
seguenti:
utilizzo serbatoi d’accumulo per acqua calda omologati per
resistere alle temperature di esercizio
e di disinfezione termica previste e provvisti di superficie
rivestita da materiali anticalcare e
protette da anodi contro le corrosioni;
impiego un sistema di regolazione di centrale in grado di
controllare la temperature di produzione
e accumulo dell’acqua calda, gestire le temperature e i tempi di
invio in rete sia nel caso di
funzionamento normale che di disinfezione termica periodica e
verificare le temperature di
ritorno in centrale;
nel caso di utenze ad alto rischio il sistema di regolazione
consentirà di memorizzare programmi,
allarmi e modalità di funzionamento, anche da remoto;
minimizzazione lungo la rete di distribuzione di zone di
stagnazione dell’acqua;
installazione di appositi miscelatori che nel caso di erogazioni
dell’acqua con temperature maggiori
di 50°C evitino scottature agli utenti;
isolamenti termici di tubazione il più possibile continui e con
elevata resistenza
all’invecchiamento;
installazione di termometri per un controllo agevole delle
temperature della rete.
Il progetto dell’impianto idrico sanitario prevede i seguenti
accorgimenti per rispondere
-
alle esigenze di risparmio idrico:
Rubinetti per lavabi funzionanti a flusso ridotto mediante
frangigetto o aeratore;
Vasi igienici con scarico a doppio pulsante.
Al servizio del nuovo reparto Dialisi – da collocarsi al livello
6 della torre medica – sarà
installato un impianto di acqua osmotizzata le cui attrezzature
troveranno posto nel sottostante
locale tecnico al livello 5 della medesima torre. In sintesi
l’impianto sarà costituito dai seguenti
trattamenti:
pressurizzazione e stoccaggio dell’acqua greggia;
pretrattamento articolato in prefiltrazione mediante filtri a
sabbia, clorazione (dosaggio di
ipoclorito di sodio), addolcimento, declorazione,
microfiltrazione;
osmosi inversa, il cuore vero e proprio del’impianto, tramite
cui, sfruttando le proprietà di speciali
membrane sintetiche semipermeabili e grazie ad una elevata
pressione operativa, si ottiene
un’acqua purificata.
Per ottenere un’acqua con risultati particolarmente elevati in
termini di purezza chimica,
fisica e biologica si può attuare un trattamento di bi-osmosi,
ponendo in serie due dissalatori
singoli. Questi possono funzionare sia di riserva l’uno
all’altro che in parallelo.
Per quanto riguarda la distribuzione essa avverrà attraverso
tubature in acciaio inox AISI
316 con configurazione ad anello e priva di zone morte.
Gli scarichi delle torri del Cattinara dal livello 15 al livello
5 saranno tutti nuovi in virtù della
nuova distribuzione planimetrica dei reparti. A partire dal
livello 5 i nuovi scarichi saranno
convogliati ai punti di scarico esistenti.
Ai livelli 4, 3 e 2, tutti i reparti di nuova realizzazione
previsti in progetto avranno anch’essi
nuove linee orizzontali e verticali di scarico, le quali, una
volta raggiunto l’intradosso del solaio tra
livello 2 e 1 si raccorderanno ai collettori orizzontali
esistenti.
Non sono previsti interventi sulla rete di intervento delle
acque meteoriche del Cattinara.
Lo scarico dell’edificio Servizi sarà pertanto suddiviso in tre
linee distinte: una linea per le
acque nere + grigie non separate dei servizi igienici, due linee
per gli scarichi dei lavelli dei
laboratori – di cui una normale da indirizzare alle acque nere e
grigie, l’altra di scarico speciale
(scarico assimilato all’industriale) che confluisce in serbatoi
di stoccaggio per rifiuti speciali, quali
reagenti chimici, i quali saranno periodicamente rimossi da
ditta specializzata.
Le acque meteoriche saranno raccolte in copertura da pluviali
dislocati lungo le pareti
perimetrali dell’edificio e convogliate in un collettore
orizzontale all’interno del cavedio che
circonda l’edificio, da qui inviate ad un pozzetto di raccordo
alla linea esistente delle acque
meteoriche a servizio dell’intero complesso ospedaliero.
Le acque piovane eventualmente raccolte dai livelli destinati ad
autorimessa saranno
convogliate all’interno di un pozzetto disoleatore prima di
essere immesse nella rete acque chiare
del complesso.
-
Per quanto riguarda il Burlo, gli scarichi saranno ovviamente
tutti di nuova realizzazione. Le
acque nere e grigie, anche in questo caso raccolte in modo
indifferenziato, si raccoglieranno
nell’intradosso del solaio dei garage al livello 1, da qui si
convoglieranno in un collettore
orizzontale che scende fino a livello 0 posto in un cavedio
dedicato il quale si porta all’esterno del
fabbricato in posizione interrata, per ricollegarsi alla rete
fognaria esistente a valle dell’edificio di
Anatomia patologica. Per una migliore descrizione di questo
tracciato si rimanda alla planimetria
dei servizi a rete. Le acque meteoriche raccolte dal Burlo
seguono lo stesso percorso verticale dalla
copertura fino a raccogliere le eventuali acque chiare
provenienti dai due piani delle autorimesse.
Queste ultime, come descritto per l’edificio Servizi transitano
attraverso un disoleatore per poi
confluire anch’esse alla linea delle acque chiare a servizio del
complesso ospedaliero.
1.2.2.3 IL SISTEMA FOGNARIO DEL COMPLESSO OSPEDALIERO
Il comprensorio di Cattinara dispone ad oggi di un sistema di
scarico separato per lo
smaltimento delle acque nere e meteoriche (provenienti da
coperture, piazzali e strade). Le acque
nere vengono attualmente convogliate in una vasca di depurazione
nella quale il refluo subisce
alcuni stadi di trattamento per poi subire la clorazione prima
di venire immesso nella pubblica
fognatura di via delle Alpi. Le acque chiare vengono convogliate
nel corpo idrico superficiale
denominato Rio Storto senza subire trattamenti. Le acque reflue
industriali dei laboratori esistenti
e dell’Unità di Anatomia Patologica sono attualmente stoccate in
serbatoi e smaltite come rifiuto
liquido (CER 18 01 06).
In linea con quanto riportato nello “Studio di Fattibilità per
l’ottimizzazione degli scarichi
dell’Ospedale Maggiore e Cattinara” datato maggio 2011 e
aggiornato al maggio 2012, per gli
edifici di nuova costruzione previsti in progetto, si può
ipotizzare di convogliare alla vasca di
depurazione esistente, tramite un nuovo collettore che transiti
in parallelo a quello ad oggi in
funzione, le acque reflue dei nuovi edifici previsti in
progetto, vista l’impossibilità di interrompere
il servizio e adeguare per dimensioni, forma e tipo di
disinfezione la vasca di depurazione esistente
e riportare le caratteristiche dell’acqua scaricata in pubblica
fognatura entro i limiti imposti dalla
normativa vigente.
1.2.2.4 IMPIANTO GAS MEDICALI
Per quanto riguarda la distribuzione dei gas medicali, i tratti
di tubazione che riguardano il
monoblocco risalgono all’epoca di costruzione del complesso
ospedaliero, pertanto non risultano
a norma e andranno sostituiti anche in ragione della profonda
ristrutturazione architettonica della
piastra e delle torri. Le tubazioni che servono le nuove sale
operatorie e il polo cardiologico sono
invece di recente installazione e si distribuiscono a partire da
stacchi dedicati con partenza
direttamente dalla centrale dei gas.
Il lavoro comprende:
- il rifacimento completo dell’anello di distribuzione gas
medicali a servizio del complesso,
dalla zona centrale di produzione: il nuovo anello in partenza
dalla centrale di produzione,
ripercorre il tratto già esistente che attraversa il polo
didattico, passando per il cavedio impianti
arriva al polo cardiologico e si immette nel nuovo cavedio al di
sotto dell'edificio Burlo; in esso
risale sino alla copertura e da qui arriva al Cattinara
risalendo le torri in cavedio, passando sulla
-
copertura delle stesse e rientrando nel nuovo cunicolo
attraverso il piano meccanico fino alla
centrale stessa, il tutto come da elaborati grafici;
- adeguamento delle scorte gas medicali in pacchi bombole nella
zona centrale di
produzione consistente nell’incremento di 2 rastrelliere per
pacchi bombole ossigeno, 2
rastrelliere per pacchi bombole aria medicale, 1 una
rastrelliera per pacco bombole co2.
- rifacimento di tutte le montanti e distribuzioni interne
dell’edificio Cattinara, gruppi di
sezionamento e di riduzione doppi, collegamenti, fino alle prese
finali, allarmi, collegamento alla
centrale del vuoto esistente.
- realizzazione di tutte le montanti e distribuzioni interne
dell’edificio Burlo, gruppi di
sezionamento e di riduzione doppi, collegamenti, fino alle prese
finali, allarmi, collegamento alla
nuova centrale del vuoto (3x250mc/h) posta in locale tecnico al
livello autorimessa;
- installazione nel punto di attraversamento di eventuali giunti
tecnici di appositi giunti
flessibili in acciaio che consentano l’assorbimento di eventuali
assestamenti.
I passaggi delle tubazioni avverranno in cunicolo tecnologico o,
all’occorrenza, all’esterno
in corrispondenza delle scale di sicurezza, sulle coperture per
poi entrare ai vari livelli nel filtro
antincendio al servizio dei diversi compartimenti.
Il tipo di gas impiegato in relazione alle principali
destinazioni d’uso degli ambienti è
riassunto nella tabella che segue:
tipo di ambiente tipo di gas
degenze normali Ossigeno, vuoto
ambulatori Aria medicale 4 bar, ossigeno, vuoto
endoscopia Aria medicale 4/8 bar, ossigeno, vuoto, anidride
carbonica, aspirazione gas anestetici
comparto operatorio Aria medicale 4/8 bar, ossigeno, vuoto,
anidride carbonica, aspirazione gas anestetici + rilevazione
saturazione dell’ossigeno
terapia intensiva, semi intensiva, shock room Aria medicale 4/8
bar, ossigeno, vuoto, aspirazione gas anestetici
L’impianto verrà realizzato in tubazioni di rame di adeguata
sezione e di tipo conforme alle
norme UNI EN 7396, oltre alle prese ad innesto rapido di tipo
regolamentare per le utenze.
Per ogni singolo impianto di distribuzione nel punto di ingresso
al reparto nei pressi del
filtro a prova di fumo sono stati previsti un punto di
sezionamento e all’interno del comparto una
stazione di controllo con riduzione di pressione doppia di
secondo stadio completa di filtri e
manometri su ciascun gas.
Nel punto di attraversamento di eventuali giunti tecnici
verranno installati degli appositi
giunti flessibili in acciaio che consentano l’assorbimento di
eventuali assestamenti.
L’impianto sarà realizzato in modo che un compartimento non
venga alimentato da un
altro compartimento, ma bensì dalla dorsale di distribuzione
principale in modo che in caso di
incendio in uno dei comparti, l’intercettazione dell’impianto
dei gas medicali non comporterà
-
l’interruzione dell’alimentazione gas nelle altre aree non
coinvolte dall’incendio.
In tutti gli attraversamenti delle strutture di
compartimentazione l’impianto sarà
opportunamente sezionato.
Il punto di sezionamento sarà posto all’esterno del
compartimento in posizione accessibile
e segnalata; idonei cartelli saranno utilizzati per segnalare i
tratti sezionabili a seguito delle
manovre di intercettazione.
In tutti i locali in cui saranno istallati pensili o si prevede
l’istallazione di pensili è prevista la
ripetizione delle prese anche a parete e un sezionamento delle
linee di alimentazione dei pensili
stessi stanza per stanza, con apposito quadro a parete situato
all’esterno dell’ambiente
Tutte le apparecchiature dovranno essere marcate CE-Medical
Device.
1.2.2.5 IMPIANTO DI SPEGNIMENTO INCENDI
L’attuale distribuzione della rete idrica antincendio esterna
agli edifici sarà modificata e
completata in una configurazione ad anello in virtù della
realizzazione dei nuovi edifici, come da
elaborati grafici. I pompaggi idrici antincendio già presenti
nella centrale antincendio nei pressi
dell’edificio servomezzi e il più recente installato nei pressi
della elisuperficie verranno mantenuti
e alimenteranno tutta la rete.
Verranno incrementati anche gli attacchi motopompa e gli idranti
soprasuolo UNI70.
Per quanto riguarda la distribuzione interna degli idranti, nel
caso della piastra e del
monoblocco essa sarà completamente rinnovata. I reparti non
oggetto di intervento saranno
ricollegati alla nuova rete.
La distribuzione ad anello avverrà in PEAD PN16 per le condotte
interrate e in acciaio per
quelle a vista, opportunamente coibentate in caso di rischio di
congelamento.
Nel caso di destinazioni d’uso particolari – ci si riferisce ai
livelli destinati ad autorimessa sia
del Padiglione Servizi sia del Burlo – Garofolo, ai magazzini e
depositi e spogliatoi sempre del
Servizi, sarà installato un impianto di spegnimento incendi del
tipo water mist. Il suddetto
impianto sarà costituito da un gruppo pompaggio di tipo
elettrico ad alta pressione contenuto in
locale tecnico nella zona autorimessa Burlo, di portata 584 lpm
pressione 140 bar, completa di
pompa jockey, un filtro acqua, un quadro elettrico per il
controllo e il monitoraggio del sistema. Lo
stesso è equipaggiato con un PLC di gestione dotato di un
alimentatore 24Vcc e batterie tampone
per almeno 12 ore di autonomia. Inoltre sarà presente una
bombola di capacità 50 lt, omologata
T-PED, dotate di valvola a volantino ed attacco standard,
caricate con lt 50 di gas azoto a 200 Bar,
completa di cappellotto di protezione per il trasporto, per
pompa stand-by.
La distribuzione avverrà tramite tubazioni in acciaio inox AISI
316L, secondo DIN
17457/DIN2463 e saranno utilizzate testine sprinkler per
impianti water mist.
Nelle zone autorimesse sarà presente anche una distribuzione ad
idranti.
Gli idranti DN 45 saranno collocati in modo che ogni punto degli
edifici sia raggiungibile
-
con il getto d’acqua di almeno un idrante. Essi saranno posti in
vicinanza delle porte di accesso
dall’esterno e/o dai filtri a prova di fumo. Ogni punto delle
aree protette disterà al massimo
venticinque metri da essi.
Gli idranti DN 70 esterni all’edificio saranno collocati in
numero sufficiente affinché il fronte
dell’edificio protetto da ciascun idrante non superi i 60 m
lineari.
Gli stessi saranno posti ad una distanza di sicurezza compresa
tra i 5 e 10 m dal fronte
dell’edificio per ridurre il rischio di inagibilità in caso di
incendio.
L’adduzione al singolo bocchello verrà garantita da una
tubazione in acciaio zincato
UNI10255, completamente protetta dai rischi del gelo,
dimensionata in modo da garantire al
bocchello più sfavorevole una portata minima di 120 l/min. con 2
bar pressione, considerando
simultaneamente operanti non meno di 3 idranti nella posizione
idraulicamente più sfavorevole,
come previsto nel punto 7.3.2.3. del D.M. 18/9/2002.
Verrà assicurata l’autonomia dell’impianto idrico antincendio
per almeno 60 minuti primi.
Laddove la pressione della rete risultasse troppo elevata si
prevede l'installazione di riduttori di
pressione a monte del singolo idrante o della diramazione a
servizio di più idranti.
1.2.2.6 IMPIANTO DI VENTILAZIONE MECCANICA PER L’AUTORIMESSA DEL
BURLO – GAROFOLO
Nel caso dell’autorimessa occupante i livelli 0 e 1 del nuovo
edificio Burlo – Garofolo sarà
necessario integrare la ventilazione naturale con un impianto di
ventilazione meccanica, come
prescritto al punto 3.9.3 del D.M. 1 febbraio 1996 “Norme di
sicurezza antincendi per la
costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”. Nel
dettaglio la portata di estrazione sarà non
inferiore a 3 ricambi orari. Il sistema di ventilazione sarà
indipendente per ogni piano e sarà
attivato da comandi automatici in seguito a segnalazione di
sensori di inquinante. Lo stesso
impianto sarà deputato allo smaltimento dei fumi all’esterno in
caso di incendio. L’impianto sarà
costituito da ventilatori assiali a getto da installarsi a
soffitto i quali, posizionati opportunamente
in prossimità delle aperture di ventilazione, garantiranno la
ventilazione meccanica di immissione.
L’immissione è di tipo misto in quanto avviene naturalmente
attraverso le aperture di ventilazione
naturale, le rampe di accesso e meccanicamente per via della
collocazione dei ventilatori a getto.
L’aria viene movimentata quindi verso i punti di estrazione
presso i quali sono posizionati altri
ventilatori assiali (di estrazione). Questo tipo di sistema
garantirà la movimentazione uniforme
dell’aria, evitando la formazione di sacche di ristagno e non
lasciando zone non ventilate, e dei 3
ricambi orari previsti da normativa. L’impianto sarà corredato
da sensori per il rilevamento di CO
(monossido di carbonio) e miscele infiammabili e da una
centralina per la gestione dei sensori
stessi.
1.2.2.7 SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
MECCANICI
Il complesso ospedaliero del Cattinara è a oggi servito solo in
modo parziale da un sistema
di supervisione e controllo degli impianti. Tutti i nuovi
impianti previsti nel progetto definitivo
saranno supervisionati e dialogheranno con il sistema ad oggi
presente.
Le principali funzioni che il sistema di supervisione e
controllo fornirà sono legate
-
principalmente alla segnalazione di guasti e malfunzionamenti
che potrebbero verificarsi nelle
centrali principali, nel percorso dell’anello e nelle
sottocentrali di edificio. Altre segnalazioni
dovranno pervenire da tutte le unità di trattamento aria. Il
sistema di controllo, i cui segnali
andranno riportati in punto presidiato, come già di fatto
avviene per alcuni impianti in apposito
locale sito nella palazzina “Ex – poliambulatorio”, inoltre
gestirà i seguenti tipi di segnale:
controllo intermittente del sistema di generazione con partenze
e arresti ottimizzati;
controllo sequenziale dei differenti generatori impostando
priorità di funzionamento sulla base
dell’efficienza degli stessi;
controllo delle temperature di mandata e ritorno dei singoli
circuiti.
Per quanto riguarda le diverse unità di trattamento aria di
nuova installazione sarà
possibile:
controllare lo sbrinamento e il surriscaldamento dello
scambiatore di calore;
controllare la temperatura di mandata con set point dipendente
dal carico;
controllo dell’umidità dell’aria in ambiente o in ripresa;
controllo stato batterie del sistema centralizzato di luci di
emergenza
pagine grafiche per ogni reparto con riportati gli allarmi
incendi, allarmi apertura infissi
controllo del sistema di videosorveglianza.
Il sistema così integrato con le nuove funzioni di supervisione
e controllo ai nuovi impianti
si dovrà rapportare con un terminale in cui siano presenti le
pagine grafiche delle diverse centrali e
sottocentrali e di tutti i reparti.
1.2.2.8 IMPIANTO DI POSTA PNEUMATICA
Sarà realizzato un impianto di posta pneumatica a servizio dei
padiglioni Cattinara, Burlo e
Servizi ed espandibile in un secondo momento anche agli altri
edifici del complesso.
Sarà composto da:
• CENTRALE DI COMANDO: centrale di comando completa di Personal
Computer di tipo Industriale tipo ACP-4000MB-ASMB-822; Monitor a
colori da 17", risoluzione 1280x1024;
Processore Intel Xeon 2.0G 15M 2011P 6CORE E5-2620(G); Memoria
RAM 8GB DDR3 1600
240PIN 512x8 VLP; n°2 dischi fissi S-Ata 500Gb 7200 rpm, alta
affidabilità (24/x7 >
1.000.000 ore MTBF) in configurazione raid1; Lettore DVDRWdual
layer; scheda di rete
n°2x 10/100/1000 Mbps Controller GbE LAN1: Intel 82579LM, GbE
LAN2: Intel I210;
Sistema operativo Windows Seven Ultimate 64 Bit; tastiera; mouse
ottico
• APPARECCHIO MOTORE SOFFIANTE: composto da soffiante trifase
Potenza 5,5 kW; alimentazione 400 V trifase; frequenza 50 Hz;
valvola motorizzata RAGZ; silenziatori
incorporati; freno pneumatico supporto motore antivibrazione;
quadro elettrico di
azionamento soffiante e valvola RAGZ completo di filtri
antidisturbo; sistema A.S.A.C. (Air
Speed Active Controller) per la gestione e il controllo della
velocità di trasporto
• CENTRALE INTERSTOCK 15 POSIZIONI: centrale Interstock 15
posizioni con magazzini
-
• TUBAZIONI DI LINEA IN PVC ISO 160 RAL 7000: tubazioni di linea
in PVC ISO 160 RAL 7000, spessore 3,2 mm, complete di manicotti in
PVC e collari in acciaio zincato, curve e pezzi
speciali
• BOSSOLI ISO 160 IN PVC: per materiale organico, dimensioni
utili in mm: Ø=115 x H=350; carico utile: 3 Kg; chiusura ermetica;
corpo trasparente; n° 2 transponder
• SISTEMI DI TUBI PROTETTIVI RIGIDI IN PVC SERIE MEDIA: sistemi
di tubi protettivi rigidi in PVC con grado di protezione minimo
IP55, serie media classificazione 3321,
autoestinguenti, conformi alle norme CEI EN 50086-1 e CEI EN
50086-2-1 completi di
raccordi, manicotti di giunzione, curve, giunti, sonda tiracavo,
tratti di guaina flessibile in
PVC di materiale autoestinguente, cassette di derivazione a
vista in materiale isolante con
grado di protezione IP54 minimo, compresi diaframmi di
separazione e coperchi con viti,
tasselli, inclusa realizzazione di fori e brevi tracce di
raccordo con impianti incassati e
fissaggio delle tubazioni mediante supporti a collare.
• STAZIONI BIDIREZIONALI DI TIPO TERMINALE O PASSANTE ISO 160:
complete di lettori ottici; motoriduttore; scheda slave di
controllo; lettore transponder; freno pneumatico;
portello di impostazione per l'alloggiamento e la custodia di un
bossolo in attesa di
spedizione completo di interblocco, vano per l'alloggiamento e
custodia bossoli in
ricezione; monitor Touch Screen a colori da 7" per gestione
funzioni della stazione da parte
dell'operatore, dotato di interfaccia grafica e dinamica di
supporto all'interazione tra
l'utilizzatore e la stazione; lettore di badge (magnetico o
contact less)
• STAZIONI MULTICARICO DI TIPO TERMINALE ISO 160: complete di
lettori ottici; motoriduttori; scheda slave di controllo; lettore
transponder
• STAZIONI MULTIRICEZIONE MONODIREZIONALI ISO 160: per
l'alloggiamento di n. 3 bossoli
• SELETTORE OTTICO/FONICO
• DEVIATORE ELETTROMECCANICO A 2/3 VIE ISO 160: completo di
motoriduttore epicicloidale; scheda slave; lettori ottici
• DEVIATORI ELETTROMECCANICI A 4 VIE ISO 160: completi di
motoriduttore epicicloidale; scheda slave; lettori ottici
1.2.2.9 INCLUSIONE DELLE FONTI RINNOVABILI
La complessità architettonica ed impiantistica del polo
ospedaliero Burlo – Cattinara rende
di difficile fattibilità l’inclusione delle fonti rinnovabili.
In aggiunta a ciò la natura profondamente
energivora di un ospedale unita alla necessità di ridondanze
energetiche per motivi di sicurezza
rendono le fonti rinnovabili un aiuto poco performante che
rischia anche di diventare
antieconomico.
-
Se da un lato molto si può fare sul contenimento dei consumi
energetici, riqualificando
l’involucro architettonico esistente, progettando le nuove
volumetrie all’insegna dell’efficienza
energetica ed effettuando tutte le modifiche impiantistiche
nell’ottica dell’impiego delle migliori
tecnologie, includere nel progetto le fonti rinnovabili d’uso
più comune quali l’energia solare,
soprattutto nel caso degli edifici esistenti presenta notevoli
difficoltà.
Il nuovo Burlo – Garofolo, benché l’estensione del fabbricato
sia un punto a favore per
quanto riguarda la disponibilità degli spazi tecnici in
copertura, risulta inoltre avere un
orientamento sfavorevole per l’installazione di pannelli solari
e fotovoltaici in quanto la vicina
torre chirurgica proietta su di esso importanti ombreggiamenti.
Per tale motivo in sede di progetto
definitivo l’ipotesi di installazione di pannelli è stata
abbandonata.
E’ stata riservata un’area sulla copertura del padiglione
servizi per una futura installazione
di un campo fotovoltaico escluso dal presente appalto in grado
di produrre 41kW di picco.
Si potrebbe comunque ovviare a questa serie di impedimenti che
si incontrano spesso
ogniqualvolta si decide di riqualificare energeticamente un
manufatto esistente di notevole
importanza come un ospedale, introducendo contratti di fornitura
di energia elettrica certificata
proveniente da fonte rinnovabile, come è successo per l’edificio
Cà Foscari di Venezia, il quale, pur
interessato da pesanti vincoli architettonici, è riuscito ad
ottenere la certificazione LEED anche
grazie a tale possibilità.
1.2.2.10 CRITERI DI CALCOLO
IMPIANTO IDRICO – SANITARIO
Il dimensionamento della rete idrico-sanitaria è stato
effettuato facendo riferimento alle
portate nominali degli apparecchi sanitari, come riportato nella
tabella sottostante.
-
Sulla base del percorso delle tubazioni riportato negli
elaborati grafici sono state calcolate
le portate totali di acqua calda e fredda sanitaria in diversi
punti della distribuzione principale
posta nei corridoi di piano. Rifacendosi alla tabella
sottostante, valida nel caso di edifici a
destinazione ospedaliera, le portate totali sono state
ricondotte alle portate di progetto.
Ai fini del dimensionamento ci si è riferiti alle velocità
massime consentite di seguito
riportate, le quali sono valide nel caso di tubazioni in acciaio
zincato.
Per “impianti di tipo A” si intendono quelli al servizio di
edifici residenziali, uffici, alberghi,
ospedali, cliniche, scuole e simili.
Si riportano di seguito le tabelle da cui sono stati dedotti i
diametri delle tubazioni in
acciaio zincato previste in progetto, valide nel caso di acqua
fredda e calda sanitaria.
-
Tabella per tubi in acciaio zincato – acqua fredda 10°C
-
Tabella per tubi in acciaio zincato – acqua calda 50°C
-
In conclusione si è verificato (in base alla pressione di
progetto, alle perdite di carico della
rete e ai dislivelli in gioco) che a monte dell'apparecchio più
sfavorito la pressione disponibile non
sia inferiore a quella minima richiesta.
CRITERI DI CALCOLO BATTERIE POST-RISCALDAMENTO
Per quanto riguarda le batterie di post-riscaldamento poste in
ambiente, sono state
considerate le seguenti condizioni:
- Lato aria: T (°C) ingresso 22°, T(°C) uscita 30°, U.R.
ingresso 80%, U.R. uscita 50%.
- Lato fluido: T (°C) ingresso 70°, T(°C) uscita 60°.
Allo scopo di snellire l’individuazione delle batterie, le
stesse sono state ricondotte a n°7
taglie, sulla base dei principali range di portata d’aria
trattata previsti in progetto, ai quali
corrisponde una portata d’acqua secondo la seguente tabella:
portata d’aria nominale della batterie di post portata d’acqua
relativa
300 mc/h 70 l/h
500 mc/h 120 l/h
700 mc/h 160 l/h
1000 mc/h 230 l/h
2000 mc/h 460 l/h
3000 mc/h 690 l/h
4000 mc/h 920 l/h
CRITERI DI CALCOLO IMPIANTO A PANNELLI RADIANTI A SOFFITTO
Per quanto riguarda i pannelli radianti a soffitto, il
predimensionamento è stato condotto
considerando il funzionamento in regime invernale, con un carico
termico medio di 45 W/mq e
una resa massima del pannello di 58 W/mq.
La Temperatura di mandata invernale considerata è di 36°C, il
salto termico di 3°C.
Si specifica che i dati di resa del pannello sono puramente
indicativi, in quanto
strettamente dipendenti dal produttore del pannello, e il carico
termico e frigorifero effettivo da
abbattere dovrà essere verificato locale per locale in sede di
progettazione esecutiva
dell’impianto.
-
CALCOLI IMPIANTI GAS MEDICALI
I criteri adottati per il calcolo dei gas medicali sono i
seguenti:
• Pressione primaria: 8-8.8 bar
• Pressione secondaria: 4-4.4 bar
• Caduta massima di pressione in accordo con UNI 7396-1
• Portata prese Ossigeno: 20 l/min
• Portata prese Vuoto: 120 l/min
• Portata prese Anidride carbonica: 15 l/min
• Portata prese Aria compressa 8 bar: 15 l/min
• Portata prese Aria compressa 4bar: 15 l/min
• Contemporaneità Ossigeno: 0,4
• Contemporaneità Vuoto: 0.,2
• Contemporaneità Aria compressa 4bar: 0.1
• Contemporaneità Aria compressa 8bar: 0.1
• Contemporaneità Anidride carbonica: 0.1
Dimensionamento tubazioni gas medicali
Per il dimensionamento delle tubazioni si fará riferimento ad
appositi diagrammi dove la
caduta di pressione
del fluido nella tubazione è espresso dall'equazione:
con i seguenti significati:
(P1-P2) = caduta di pressione, Kg/mq (mm c.a.)
f = coefficiente di attrito
l = lunghezza della tubazione, m
d = diametro interno della tubazione, m
-
s = peso specifico del fluido, Kg/mc
g = accelerazione di gravità, m/sec2
r = velocità del fluidi, m/sec
Il coefficiente di attrito f è funzione del numero di Reynolds
Re del fluido in questione e
della scabrosità
della superficie, per valori di Re inferiori a 2.300 circa, il
moto è laminare ed il coefficiente
di attrito risulta
indipendente dalla scabrosità della superficie.
Il calcolo della caduta di pressione attraverso raccordi,
valvole dovrà essere effettuato
secondo il metodo
della lunghezza equivalente; per ogni tipo e diametro di
raccordo o valvole si assegnerà una
"lunghezza
equivalente".
Moltiplicando tale "lunghezza equivalente" per la perdita di
carico unitaria relativa ad una
tubazione dello
stesso diametro (del raccordo o della valvola), percorsa dalla
stessa portata di fluido, si
determinerà la caduta
di pressione desiderata.
Le tubazioni, a seconda del fluido trasportato, saranno
dimensionate per i seguenti valori
indicativi delle
velocità di convogliamento, in funzione sia delle perdite di
carico ammissibili nel circuito
che del livello di
rumorosità che si vuole mantenere nell'impianto.
IDRICO ANTINCENDIO
Prestazioni idrauliche minime richieste ai terminali
antincendio:
idrante DN 45 portata 120 litri/min pressione residua 2 bar
idrante DN 70 portata 300 litri/min pressione residua 4 bar
Per quanto riguarda le tubazioni, si noti che:
-
Z le tubazioni che alimentano un solo idrante di diametro 45 mm
non possono avere
diametro inferiore a DN 40;
Z le tubazioni che alimentano un solo idrante di diametro 70 mm
non possono avere
diametro inferiore a DN 65;
Z le tubazioni che alimentano due o più idranti di diametro 45mm
non possono avere
diametro inferiore a DN 50;
Z le tubazioni che alimentano due o più idranti di diametro 70
mm non possono avere
diametro inferiore a DN 125;
Z le tubazioni che alimentano gli idranti esterni si solito sono
interrate, per proteggerle dal
gelo, ad una profondità che varia da 0,80 a 1,30 metri passando
dalle regioni meridionali a quelle
settentrionali.
Perdite idriche distribuite.
Il dimensionamento della rete idrica è stato fatto in funzione
delle perdite di carico, dovute
a resistenze che il fluido in movimento incontra all’interno
delle tubazioni.
Le perdite di carico distribuite o continue possono essere
determinate utilizzando diverse
formule; in ognuna di esse interviene la scabrezza relativa ai
tubi e tutte le formule hanno origine
empirica e sperimentale e si equivalgono, quindi, a condizione
di adottare valori dei coefficienti di
scabrezza adeguati ed equivalenti.
La UNI 10779 raccomanda (come le norme statunitensi NFPA)
l’utilizzo, per il calcolo delle
perdite di carico distribuite, la formula di Hazen-Williams:
Dove:
Hd = perdita distribuita unitaria, in millimetri di colonna
d’acqua per
metro di tubazione;
Q = portata nel tratto (in litri/min);
L = lunghezza del tratto (in metri);
C = coefficiente di scabrezza, ove:
C Tipo di tubo
100 Tubi di ghisa
120 tubi di acciaio zincato (Mannesmann)
-
140 tubi in acciaio inossidabile, rame, ghisa rivestita
150 tubi di plastica, fibra di vetro e materiali analoghi
Perdite idriche localizzate
Tali perdite sono quelle dovute a singolarità della condotta,
quali:
- brusca variazione di sezione;
- brusca variazione di direzione;
- curve;
- diramazioni;
- valvole;
che producono intensi moti di agitazione che vanno poi
spegnendosi in un tratto, più o meno
breve, lungo il quale si verifica la perdita. Sono state
calcolate con la seguente formula
Dove:
“Z” è la perdita di carico in metri
“V” è la velocità di un tratto di corrente indisturbata in
m/s
“λ” è un coefficiente sperimentale determinato che dipende
dalla
configurazione della singolarità
“g” è l’accelerazione di gravità (9,81 m/s²).
I casi più comuni riguardanti le perdite di carico localizzate
sono
raccolte nella figura a pagina seguente.
-
VERIFICA GRUPPI DI POMPAGGIO
Attualmente l’area ospedaliera risulta già provvista di un
impianto idrico antincendio che parte
dalla esistente stazione di pompaggio e serve tutti gli edifici
dell’area ospedaliera.
La stazione di pompaggio, di recente realizzazione, in possesso
dei requisiti e dei relativi
certificati richiesti dalla normativa antincendio, è collocata
vicino alla pista dell’elisuperficie.
L'ospedale è dotato anche di una seconda stazione di pompaggio
nei pressi della centrale termica
in grado in intervenire in caso di pressione insufficiente
nell'impianto.
Il progetto in oggetto prevede di mantenere inalterata la
stazione di pompaggio e di
completare l’anello antincendio in funzione dei nuovi edifici da
realizzare.
L’impianto idrico antincendio risulterà costituito da una rete
di tubazioni con derivazioni DN 40 e
DN 80 rispettivamente per idranti DN 45 e DN 70. le tubazioni
risulteranno protette dal gelo, dagli
urti.
La rete dovrà garantire dimensionata in modo da garantire al
bocchello più sfavorevole una
portata minima di 120 l/min. con 2 bar pressione, considerando
simultaneamente operanti non
meno di 3 idranti nella posizione idraulicamente piu
sfavorevole, come previsto nel punto 7.3.2.3.
del D.M. 18/9/2002. Verrà assicurata l’autonomia dell’impianto
idrico antincendio per almeno 60
minuti primi.
Portata totale di progetto:
n.3 idranti UNI45: 3x120 l/min=360 l/min
n.3 idranti UNI70: 3x300 l/min= 900 l/min
PORTATA TOTALE: 1260 l/min
-
La portata totale di progetto non riusulta modificata, come non
risulta modificiata la
perdita di pressione dell'impianto, poiché, none ssendo
considerata la contemporaneità tra i vari
edifici risultano ancora più sfavorite le colonne montanti di
adduzione alle torri dell'edificio
Cattinara, a cui il pompaggio esistente garantiva un perfetto
funzionamento.
-
Riepilogo progettoLocalità e meteorologia
ProgettoRistrutturazione e ampliamento dell'ospedale di Cattinara. Realizzazione della nuova sede dell'I.R.C.C.S. Burlo Garofolo
Indirizzo TRIESTE
Tempo calcolo
lunedì 11 agosto 2014 10:52
Tipo di report Standard
Latitudine 45.63°
Longitudine 13.83°
Bulbo secco ‐ Estate 32 °C
Bulbo umido ‐ Estate 25 °C
Bulbo secco ‐ Inverno ‐4 °C
Intervallo giornaliero medio 12 °C
Riepilogo edificioInput
Tipo di edificio
Ospedale o struttura sanitaria
Area (m²) 58,711
Volume (m³) 184,378.81
Risultati calcolati
Carico di picco di raffreddamento totale (W)
3,144,542
Mese e ora picco di raffreddamento
Luglio 16:00
Carico di picco di raffreddamento sensibile (W)
2,743,366
Carico di picco di raffreddamento latente (W)
401,176
Capacità di raffreddamento massima (W)
3,138,845
Flusso d'aria picco di raffreddamento (m³/h)
1,107,409.70
Carico di picco di riscaldamento (W)
792,932
Flusso d'aria picco di riscaldamento (m³/h)
157,535.57
Somme di controllo
Densità carico di raffreddamento (W/m²)
53.56
Densità flusso di raffreddamento (L/(s∙m²))
5.24
Flusso di raffreddamento/carico (L/(s∙kW))
97.82
Area di raffreddamento/c