9 771970 185004 90003 Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - 70% - Roma 2009 - Blu Mag - Numero 3 - 2009 ISSN 1970-1853 IL MEDITERRANEO NUMERO 3 - 2009 EURO 1,50 In crociera il mare di Trapani In crociera il mare di Trapani Barche RM 1200 Sealine sc 47 Cap Camarat 505 e 555 Barche RM 1200 Sealine sc 47 Cap Camarat 505 e 555 Focus il mercato dell’usato Focus il mercato dell’usato Intervista Vincenzo Onorato Intervista Vincenzo Onorato
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Crociere di quindici giorni tra storia e natura, lungo le coste della Corsicaoppure della Francia Mediterranea, tra le Isole di Porquerolles e Calanques.Le partenze sono dal Porto di Genova oppure dal porto di Andora, semprein Liguria. A bordo dello Jeanneau Sun Odyssey 52.2 raggiungerete piccoliporticcioli di deliziosi villaggi oppure spiagge selvagge e baie incontaminate,di rara bellezza. La barca ha quattro cabine più una cabina skipper coningresso separato e quattro bagni. In dotazione anche: autopilota st 6000,radar e chartplotter Raytheon st 620, vhf Simrad 6200. Il listino prezzi parteda € 5.800 a settimana da fine maggio a settembre; da € 6.000 per il perio-do che va dal 2 al 22 agosto. Inclusinel prezzo: skipper, posto barca delprimo e ultimo giorno, tender, fuori-bordo e autopilota.
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A vela in Corsica e Costa Azzurra
Nuove amicizie in flotta alle Egadi
Al campeggio o sottole stelle col trimaranoDalla Baia delle Favole, in Liguria, la Silentbay organizza due modi di anda-re a vela davvero suggestivi. Il primo è dedicato a chi desidera rilassarsiimmerso nell’oscurità della notte, accompagnato dal suono del mare edalla luce delle stelle. La tariffa è di € 50 a persona, comprensiva di: ser-vizio skipper, assicurazione, carburante, bevande, mix di focacce e spe-cialità liguri. Il raggio d’azione è verso est: Punta Manara e Golfo di RivaTrigoso; verso ovest: Chiavari e Zoagli. Chi ama l’avventura, può sceglie-re due giorni di vela, dormendo in tenda sulle reti del trimarano. La tariffaè di € 150 a persona comprensiva di: servizio skipper, assicurazione, car-burante, bevande, snack, cena a bordo, colazione. Il raggio sarà piùampio, verso est nel Parco Marinodelle Cinque Terre; oppure direzioneovest verso il Promontorio diPortofino e San Fruttuoso.
La routine quotidiana ci costringe a stare molto tempo in ambienti chiusi.Ristabiliamo un contatto, allora, con la natura e con le persone. La soluzioneideale è una vacanza charter in flotta: tre o più barche, sotto la guida di unoskipper, formando una piccola carovana. Mondovela propone crociere setti-manali dall’8 al 15 agosto e dal 15 al 22 agosto. Si parte da Marsala verso lesplendide Isole Egadi: Favignana, Levanzo (dove sarà possibile visitare anchele pitture neolitiche della Grotta del Genovese), Marettimo e gli isolotti diMaraone e Formica. Le barche hannoquattro cabine doppie, con due oquattro bagni. Il costo varia da € 790a € 850, a persona.
www.silentabay.it
www.mondovela.it
56Barche e cantieri
74ItinerarioAl centro del Mediterraneo
84Un mese
un portoPorto Cervo36
Io e il BluVincenzo Onorato
48Design on boardProiettati nel futuro
28FocusUsato da rivalutare
42Una barca
Una storiaLe due vite delThistlegorm
6Top Ten Le 10 notizieda conoscerequesto mese
8Attualità- Economia- Ambiente- Accessori- Style- Charter- Web- Film- Porti&Fiere- Auto
26Gente di marePersonaggi del mese e ritratti di vita a bordo 62
Barche- Cap Camarat 505 e 555- Sealine sc 47- RM 1200
88Blu Buy
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ATTUALITA
Spumante in mare,rifiuti navali,bioreattorioff-shore,made in Italy,vela e fitness,crisi delsettore nautico
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TopDa conoscere questo
Si aprirà, a Ravenna, a settembre,
l’International School of Yacht
Engineering, che si propone di for-
nire conoscenze specifiche per ope-
rare nelle aziende del settore nauti-
co. Destinata a neolaureati in: inge-
gneria, design industriale, architet-
tura e a professionisti e operatori del
settore. Saranno affrontati, infatti,
tutti gli aspetti che caratterizzano la
progettazione e la fabbricazione di
un’imbarcazione: scafo, vele, strut-
tura, architettura, interni, motori.
Particolare attenzione al design e
allo styling, che rendono le imbarca-
zioni ‘Made in Italy’ vendute e
apprezzate in tutto il mondo.
3. Scuola perprofessionistidella nautica
Una gara fra i massimi player mondiali del settore aggiudica a
Ingemar la realizzazione delle strutture galleggianti per Porto
Montenegro. Il primo lotto dei lavori della nuova infrastruttura per
il diporto internazionale sarà completata nei prossimi 3 anni, preve-
de l’installazione di moli e banchi-
ne frangionde galleggianti per un
valore di oltre 3,5 mln di euro e la
consegna ‘chiavi in mano’, entro
giugno, di un primo lotto di lavo-
ri. Il progetto ha un valore com-
plessivo di oltre 200 mln di euro
1. Ingemar a Porto Montenegro
6500 bottiglie di spumante sono state depositate nel mare di
Portofino per il primo esperimento di spumantizzazione subacquea
della storia dell'enologia. Calate su un fondale ghiaioso a circa 60
metri di profondità, le bottiglie resteranno a maturare circa 18 mesi in
condizioni ambientali uniche al mondo: una temperatura di 15 gradi,
una scarsa escursione termica, un’assenza quasi completa di luce, un
perfetto bilanciamento di pressio-
ne e un "effetto culla" delle cor-
renti marine.
www.ingemar.it
www.bocconitrovato.com
2. Spumante maturato in mare
Assonautica romana anche quest’estate svolgerà un’inda-
gine tra i diportisti. La loro testimonianza diretta consen-
tirà di tenere un Osservatorio permanente e divulgare le
eccellenze del nostro territorio costiero marino ambienta-
le e portuale, ma anche situazioni di degrado e disservizio.
L’elaborazione dei dati raccolti sarà presentata in un Convegno nel
mese di ottobre.
L’Inghilterra aspetta gli olimpionici della vela a braccia aperte. Il
Comitato Olimpico per Londra 2012, infatti, ha stanziato un fondo di
25mila sterline per contribuire a rendere meno onerose le spese delle
federazioni che prepareranno la campagna olimpica in uno dei 21 centri
che rappresentano l’eccellenza delle strutture del Regno Unito. Tra gli
impianti, anche 3 centri sulle acque di
Weymouth e Portland, località nelle quali si
disputeranno le regate olimpiche.
5. Allenamenti per le Olimpiadi
www.fondazioneflaminia.it
www.assonauticaromana.com
www. sailing.org
4. Di porto in porto
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10Il Porto di Venezia ha presentato alla Fiera di
Monaco l’Autostrada del mare Mediteranno
Orientale, che collega il Mare Adriatico con il
Mar Ionio e i più importanti porti greci, così
da garantire collegamenti giornalieri migliori
tra Italia e Grecia. Tra gli obiettivi dell'Unione
europea e del Porto di Venezia vi è quello di
promuovere un efficiente sistema di trasporti
per accrescere l'efficacia e la competitività
della modalità di trasporto combinata “strada-
mare”, al fine di decongestionare le strade, in
un’ottica di maggiore eco sostenibilità.
7. Italia e Grecia si avvicinano
Il più grande museo marittimo del
Mediterraneo, e il più grande museo maritti-
mo del mondo hanno raggiunto una collabo-
razione volta a incrementare lo scambio cultu-
rale tra i due paesi e a realizzare un’attività di
cooperazione internazionale nell’ambito della
ricerca museale in campo marittimo.
Obiettivo della partnership è definire gli
ambiti di collaborazione tra i due grandi
musei, sia per la possibilità di organizzare
mostre congiunte in Cina e in Italia, sia per la
realizzazione di una politica di salvaguardia del
patrimonio storico marittimo; la conservazio-
ne di tradizioni, credenze; ma anche su come
raggiungere un pubblico sempre maggiore.
10. Muma e Shangaiintesa perfetta
Sembra non avere fine l’odissea legata alla
disputa della XXXIII edizione di America’s
Cup. Nei giorni scorsi il Circolo Vela
Gargnano, presieduto da Lorenzo Rizzardi,
ha ufficialmente presentato la richiesta
d’iscrizione alla competizione. Non si sono
fatte aspettare le risposte del Defender e del
Challenger of Record: Alinghi non vede
ostacoli all’organizzazione di un evento
multi challenger per multiscafi. Per Larry
Allyson e la sua BMW Oracle, invece, l’or-
ganizzazione di una competizione aperta a
più partecipanti comporterebbe un ulteriore
inaccettabile ritardo che non renderebbe
possibile la competizione entro il termine
previsto dalla sentenza della Corte statuni-
tense (febbraio 2010).
9. XXXIII America’sCup in alto mare
Durante la settimana della Rolex Capri Sailing Week
si è svolto il primo progetto di formazione lavoro
patrocinato da RAI Segretariato Sociale e legato alla
Scuola vela di Mascalzone Latino. Cinque giovani neo
cineoperatori sono stati seguiti da una troupe RAI spe-
cializzata sotto l'egida del giornalista Giulio Guazzini.
Il progetto vuole formare i ragazzi nella professione di
cameraman e inserirli nel mondo del lavoro dopo
un'adeguata preparazione. Tutto questo è perfetta-
mente in linea con le attività della scuola: dare futuro
e speranza ai giovani
delle fasce sociali più
deboli.
6. La vela dà lavoro
È Rodolfo Bergamaschi il consigliere fede-
rale scelto come persona di riferimento
all’interno della Federvela nazionale per le
attività paralimpiche. La nomina è conse-
guenza del protocollo d’intesa appena sigla-
to tra il Comitato Italiano Paralimpico e la
Federazione Italiana Vela, al fine di contri-
buire a promuovere, sviluppare e rafforza-
re il connubio tra vela e atleti diversamente
abili, dal punto di vista tecnico e organizza-
tivo. Il nuovo assetto sancito con questo
accordo prevede il trasferimento graduale
delle competenze, in materia di vela para-
limpica nazionale e internazionale, alla
Federazione Italiana Vela. Il processo si per-
fezionerà alla fine della stagione sportiva
2010, quando la FIV si doterà di uno spe-
cifico dipartimento.
8. Intesa FIV e C.I.P.
www.museigenova.it
www.port.venice.it
www.mascalzonelatino.it
www.federvela.it
mese
www.centomiglia.it
In occasione della “Giornata delmare”, il Presidente della Com -missione Europea José ManuelBarroso, ha sostenuto la necessitàdi una politica marittima integratadell’Europa, per creare investimenti,
occupazione e ricchezza. SecondoBarroso il ruolo centrale del marenon declinerà, ma c’è bisogno chetutti i protagonisti in campo, dai poli-tici agli amministratori, dal mondodella ricerca all’industria, uniscano le
forze per promuovere una nuovaattività marittima realmente sosteni-bile. Barroso ha, poi, ricordato l’im-pegno finanziario di 500 milioni diinvestimenti in energia marina rinno-vabile come risposta dell’ Europaalla recessione economica.
MSC a Salernofino al2010MSC Crociere conferma Salernoporto commerciale di cruciale inte-resse nei piani di crescita dellaCompagnia. Il trend di prenotazioneper la stagione conferma l’importan-za del porto campano come scalostrategico per il bacino di utenza del
Centro Sud e per l’indotto economi-co della provincia campana. Per lastagione 2009 è stata posizionataMSC Melody, che ospita fino a1.492 passeggeri. Per la prossimastagione, il porto campano ospietràla MSC Lirica, che partirà da Salernoogni giovedì dal 29 marzo all’11ottobre con scali a Tunisi, Palma deMaiorca,Tolone, Genova e Portofino,Ajaccio e Civitavecchia; mentre nel2010 sarà proposto un itinerario chetoccherà le località di vacanza delMare nostrum.
Albertoni chiedeappoggio alle istituzioni
www.comunitaeuropea.com
www.msccrociere.it
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ECONOMIA
Il Presidente di Ucina, Albertoni, hadichiarato che il comparto indu-striale della nautica italiana è giova-ne e quindi ha ancora grandi spazidi crescita. È uno dei pochi settoriche, pur vivendo la crisi economicaattuale, non ha chiesto aiuti econo-mici al Governo. Quello di cui lanautica ha bisogno sono infrastrut-ture, investimenti nella formazione euna fiscalità che non penalizzi ildiporto italiano, rispetto a quellodegli altri paesi europei. La sola
filiera della nautica occupa 115.000lavoratori incluso l’indotto ed è ingrado di generare un moltiplicatoredel reddito e dell’occupazione conun indice superiore a quattro. Perogni euro investito e ogni personaoccupata nella produzione di bar-che, a valle si generano quattroeuro di indotto e quattro addetti.
La movimentazione di container neiporti dell’Unione nel primo trimestredel 2009, è calata in media del 14%:in Europa arrivano sempre menonavi. Verhoeven, segretario genera-le dell’Organizzazione dei porti euro-pei, ha definito la situazione attualerarissima nella storia dei porti euro-pei. Anche la compagnia maleseMisc, una delle maggiori portacon-tainer del mondo, ha rinunciato apassare da Suez con i propri servizi.Secondo i dati di Espo a soffrire dipiù, oltre ai container, sono le rinfusesolide come ferro, carbone e cerea-li. Petrolio e gas liquefatto hannomantenuto i livelli del passato. Il calodelle movimentazioni container inEuropa corrisponde a quanto staavvenendo in Nord America (-17,9%in marzo) e in Asia (-17,4%).
Traffici inpicchiatanei portiUE
www.ucina.it
www.comunitaeuropea.com
Barroso sostiene unapolitica marittima
Nel primo quadrimestre 2009 il porto di Trieste ha registrato 14 milioni ditonnellate di merce sbarcata e imbarcata; nello stesso periodo 2008 il traf-fico complessivo aveva raggiunto 15,8 mln di tonnellate. Segnali di ripre-sa arrivano dal comparto delle rinfuse liquide. Buoni anche i risultati deltraffico convenzionale che nel periodo ha visto movimento di merci,segnalando un aumento del 18,6%, rispetto al 2008. Cala del 25%, inve-ce, il numero dei TIR arrivati e parti-ti via nave. Il movimento contenitori,rispetto ad aprile 2008, ha registra-to un decremento del 16,7%.
Il governo turco ha approvato unpersonalissimo ordinamento sul limi-te di cattura per il tonno rosso delMediteranneo, specie in via di estin-zione, ignorando completamente lequote concordate dall’ICCAT (Int.Comm. for the Conservation ofAtlantic Tunas) a livello internaziona-le e i suggerimenti della comunitàscientifica. Greenpeace ha lanciatoun allarme definendo questa’azionedel governo turco come un “pattosuicida” e non un piano di gestione.Secondo l’associazione ambientali-sta, per tornare ai livelli di riproduzio-ne sostenibile, sia la Turchia, sia glialtri paesi europei, dovrebbero chiu-dere la pesca al tonno rosso. InoltreGreenpeace sta promuovendo lacreazione di riserve marine, per arri-vare alla protezione del 40% deglioceani e alla conservazione dellespecie che vi abitano.
Una strategia vincente sia per laproduzione di biocombustibile, siaper la pulizia dell’acqua di mare.Questo, apparentemente fanta-scientifico, programma è statoreso possibile grazie un progetto
della NASA dal nome SustainableEnergy for Spaceship Earth. Gliscienziati dell’Ames ResearchCenter hanno messo a punto unsistema che prevede l’utilizzo digrandi sacche di plastica semi per-meabile che, opportunamentedisposte in mare come piattaformeoff-shore, filtrando l’acqua provve-dono a trattenere i componentiinquinanti. Questi, recuperati nellostep successivo, vengono trattati etrasformati in biocombustibile.
Si è scoperto che i coralli traggonobeneficio dai flussi di energia elet-trica. Prontamente, da una societàtexana, è arrivata la proposta diimpiegare mini-generatori mariniper favorirne la crescita. Si potran-no così ricostituire le barriere coral-line con piccoli generatori galleg-gianti che, sfruttando l’energia pro-dotta dal moto ondoso, produco-
no elettricità. È l’idea suggerita daChris Olson, fondatore della SwellFuel, come una delle possibiliapplicazioni del Lever OperatedPivoting Float. Questi dispositivi didimensioni ridotte e con unapotenza da 1 a 5 watt, possiedonoe sfruttano il vincolo al fondale,dato dal sistema d’ancoraggio, pergenerare energia. Piccole e legge-
re, le unità potrebbero essereposte facilmente nelle vicinanze deireef artificiali, fornendo l’energianecessaria, senza grandi speseeconomiche di installazione emanutenzione.
Mare più pulito e amministrazionipiù impegnate a difesa dell’am-biente: questo il risultato della23esima edizione delle Bandiere
Blu assegnate ai comuni italianidalla FEE. Sono stati premiati 113comuni e 60 approdi turistici. Lavalutazione dei comuni e dei porti
turistici si è basata non solo sullavalidità delle acque di balneazione,ma anche sulle misure adottate afavore del turismo sostenibile edell’educazione ambientale. Sonostati presi in considerazione nume-rosi indicatori: dall’esistenza e dalgrado di funzionalità degli impiantidi depurazione, allo smaltimentodei rifiuti con particolare riguardoalla raccolta differenziata e allagestione di quelli pericolosi; dalleiniziative promosse dalle ammini-strazioni per una migliore vivibilitànel periodo estivo, alla valorizzazio-ne delle aree naturalistiche presen-ti sul territorio; dalla cura dell’arre-do urbano e delle spiagge, allapossibilità di accesso al mare pertutti i fruitori senza limitazioni; dallacertificazione ambientale alla pre-senza di attività di pesca.
Il mare italiano crescein pulizia e servizi
Elettricità generata dal mare, comecura ricostituente per i coralli
Bio reattorioff-shorecome isole
www.fee-international.org
www.greenpeace.org
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AMBIENTE
www.nasa.gov
www.swellfuel.com
Pesca deltonno inTurchia
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Il Mar Mediterraneo preso comeparametro di riferimento per dipin-gere gli scenari futuri dei cambia-menti climatici. L’intenzione è pre-vedere e quantificare gli impatti fisi-ci dei cambiamenti climatici e leconseguenze che i suddetti porte-ranno alla società e all’economiadelle popolazioni localizzate nel-l’area Mediterranea. Le simulazionidel progetto sono in corso e i primirisultati saranno disponibili entrol’estate. A occuparsene: l’Ipcc (ilPanel delle Nazioni Unite sui cam-
biamenti climatici), l’Istituto nazio-nale di geofisica e vulcanologia e ilCentro euro-Mediterraneo percambiamenti climatici.
Il MareNostrumtermometrodel clima
Il nostro Paese è di nuovo nel miri-no dell’Unione Europea perun’applicazione della direttiva suirifiuti delle navi che lo scorso annola Corte di giustizia europea avevagià giudicato non conforme aldiritto comunitario. Ultimo avverti-mento da Bruxelles alle autoritàitaliane, che sollecita Roma a dareun parere motivato, passo finaledelle procedura d’infrazione primadel deferimento alla Corte di giu-stizia Ue di Lussemburgo.Nell’eventualità che ciò avvenisse,
i giudici potrebbero decidere dicondannare l’Italia a una sanzionepecuniaria. La Commissione Uerileva che ‘’nonostante gli sforzicompiuti dalle autorità italiane, lasituazione è rimasta sostanzial-mente la stessa’‘, ovvero una granparte dei porti italiani non si èancora dotata di una strutturaadeguata.
E lʼItalia è nel mirinoper i rifiuti navali
Le coste dell’area di Trieste,Laguna di Grado e Marano, si ina-bissano di 1,5 millimetri all’anno,pari a 15-16 centimetri nei prossi-mi 100 anni. Lo rivela uno studiodell’ Enea sulla vulnerabilità dellecoste e degli ecosistemi marini.L’area della pianura friulana pre-senta un evidente abbassamentotettonico, attivo da almeno125.000 anni. Un cedimento diquasi mezzo millimetro all’annoche sommato al millimetro di salitadel livello dei mari italiani determinaun abbassamento complessivo diun millimetro e mezzo, con possi-bili allagamenti nelle aree già clas-sificate dai geologi come depresse(sotto il livello del mare). Riguardola biodiversità dei mari italiani si èevidenziato un aumento dellecosiddette specie aliene, tropicali esubtropicali. I pesci tropicali pre-senti (come per esempio i pescipalla ) rappresentano il 20% dell’in-tera popolazione. La tropicalizza-zione del Mediterraneo continua la
Le coste di Trieste sistanno inabissando
anno, sanzioni penali per gli scari-chi in mare di idrocarburi e liquidinocivi commessi per imprudenza ograve negligenza. Le sanzionidovranno riguardare le personefisiche e giuridiche, comprese lesocietà di classificazione o i pro-prietari del carico. Il maxi emenda-mento promosso dall’Parlamentocontinentale si aggiunge e integrala legislatura già esistente. Leattuali disposizioni infatti classifica-no come sostanze inquinanti gliidrocarburi, le loro miscele e lesostanze liquide nocive trasportatealla rinfusa. Per “idrocarburi” s’in-tende il petrolio in tutte le sueforme, e in particolare il petroliogreggio, l’olio combustibile, le mor-chie, i residui d’idrocarburi e i pro-dotti raffinati. Le sostanze liquidenocive sono quelle che, se scarica-te in mare durante le operazioni dipulizia delle cisterne o lo scaricodella zavorra, presentano unrischio, sia per le risorse marine,sia per la salute umana.
Sanzionipenali allenavi cheinquinano
www.europarl.europa.eu
www.cmcc.it
sua espansione e oltre ai pesci ealtri animali marini proliferanoanche le alghe. A questi scenari inalcune aree sono stati associatiquelli legati ai cambiamenti negliecosistemi lagunari e marini in ter-mini di diversità biologica, produtti-vità, distribuzione di specie invasi-ve e commercialmente importanti.
http://ec.europa.eu
www.enea.it
Giro di vite a livello comunitario perquanto riguarda l’inquinamento deimari. Il Parlamento Europeo, infatti,ha recentemente adottato unadirettiva che rafforza le attualinorme sull’inquinamento provoca-to dalle navi obbligando gli statimembri a prevedere, entro un
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Tra i palilʼormeggioprotetto
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Colorate le ore dellavostraestate
La linea Proline di Murphy & Nye è la nuova collezione tecnica del brand dedi-cata agli appassionati e ai professionisti della vela. I capi sono realizzati contessuti estremamente tecnici, che conferiscono loro un aspetto lucido, inedi-to e moderno, oltre che a dotarli di estrema leggerezza, ottima coibentazio-ne termica, impermeabilità e morbidezza. Questi capi rispondono anche alle
esigenze - fondamentali per i velisti - di veloce asciu-gatura, ergonomia, bassa igroscopicità ed elevata
traspirabilità. Lo spray-top Orion Pro (foto)è realizzato nell’innovativo materiale HD
Tech 3 Layers, un nylon “satin” trilamina-to di ultima generazione, resistente
all’abrasione e traspirante. I colorisono quelli del grigio argento, del-l’antracite e del bianco, con originalitocchi di rosso per i dettagli.
Si asciuga in frettae resiste alle abrasioni
Dalle assolate spiagge dellaFlorida, arriva in Italia la linea diprodotti solari più amati dagli ame-ricani. Hawaiian Tropic è infatti unodei marchi più venduti negli StatiUniti, per un’abbronzatura intensa,dorata e uniforme, senza compro-messi in fatto di protezione. Gliingredienti usati per dare alla pelleun aspetto vellutato e luminoso,oltre che a un piacevole profumo,sono naturali ed esclusivi: estrattidi fiori di plumeria, per dare tonici-tà alla pelle; estratti di frutto dimango, per idratare e purificare;estratti di frutto di guava, ritenutialtamente idratanti; estratti di fruttodi Papaya, ricchi di vitamine A, C,E, e anch’essi molto idratanti. Ilcomplesso tri-vitaminico è micro-incapsulato per essere rilasciatogradualmente quando la pelle lonecessita e fornisce una difesamulti-ramificata. La presenza delburro di karité, ricco di emollienti,stimola inoltre il ringiovanimentocutaneo, aiuta a prevenire le scre-polature e a ridurre le rughe.La linea Hawaiian Tropic è compo-sta da prodotti di diverse texture:oli, oli secchi, lozioni, burri per ilcorpo, gel e gloss. C’è l’imbarazzodella scelta.
www.hawaiiantropic.eu
La nuova frontieradegli occhialiper i velistiNon sono poche le caratteristiche che faranno notare questo nuovomodello di occhiali tecnici firmati Rudy Project ai navigatori di professionee ai velisti. Gli occhiali Zyon Sailing si distinguono prima di tutto per l’ele-vato livello di protezione e comfort: ai terminali (regolabili a 360°) sonoapplicabili due speciali “schermi” laterali per proteggere gli occhi da ventoe schizzi d’acqua. Inoltre,le esclusive lenti foto-cromatiche e polariz-zate ImpactX, garan-tite a vita, oltre a elimi-nare i riflessi dovuti alriverbero del mare, permet-tono, diversamente da altre lentipolarizzate, di leggere facilmente e con chiarezza gli strumentidi bordo. Infine, agli occhiali è applicabile una fascetta galleggante e rego-labile che permette di tenerli sempre ben legati alla testa e di farli galleg-giare in caso di caduta in mare.
www.rudyproject.it
In arrivo i solari piùamati dagliamericani
www.murphynye.com
MA
G
STYLE
www.zzero.com
Con l’estate esplodono il verde, ilgiallo, il viola, il rosso: Freedom col-lection presenta tinte forti e vivacicapaci di attirare ogni sguardo. Lesgargianti nuance fluo anni Ottanta,must della stagione calda alle porte,dipingono l’ultima collezione di oro-logi Zzero per uno stile unico e inten-so, adatto a chi vuole dare un toccoin più al proprio look in piena libertà.Il pratico e dinamico cinturino in pla-stica abbraccia il quadrante circola-re che può essere arricchito da lumi-nosi strass per un effetto vivace e digrande tendenza. Le lancette e lacassa sono in acciaio. Gli orologiFreedom collection sono water resi-stant con movimento tre sfere alquarzo e sono disponibili in settetonalità: verde, giallo, viola, blu,rosso, bianco e nero.
Flying Tuna dispone di un Bertram 630 del 2007: sportfisherman di altura,dedicato a chi ama la pesca sportiva. La base operativa è Alghero ma, sonopossibili imbarco e sbarco anche in altre sedi. L’equipaggio è composto daun comandante, una hostess e un angler esperto, con la possibilità di ospi-tare fino a un massimo di otto persone. L’offerta promozionale per la stagio-ne estiva prevede una tariffa settimanale di € 12.900+IVA, per il noleggio,inclusa una battuta di pesca. E’anche disponibile la formula hotel a €4.000+IVA settimanali a persona, car-burante escluso.
www.flyingtunacharter.com
Una lussuosa battuta di pesca in Sardegna
Vela e fitness per nonrinunciare alla forma
Con M-Yachts noleggicon lo sconto
MA
G
CHARTER
è composto da tre persone. A bordo ogni tipo di comfort: dal-l’aria condizionata al televisore LCD,dal barbecue al microonde. Inoltresono disponibili per i divertimentiacquatici: waverunner, tender confuoribordo (80 cavalli) e attrezzaturasnorkeling. L’offerta è di € 21.600 in
bassa stagione e € 26.000 in altastagione, compresi di IVA 8 %.L’Apreamare 16, invece, fa base aNapoli, di recente costruzione.Lunga m.17,90, con 3 cabine ospiti.Classico gozzo con linee tradiziona-li, ponte in teak, forme armoniose emorbide. L’equipaggio è compostoda due persone e a bordo possoessere trasportate fino a un massi-
La Pettirossosail suggerisce una vacanza in barca a vela davvero particolare.Le basi sono vicinissime a Roma: Fiumara Grande, Nettuno, Argentario. Siparte per un week end o una settimana, con destinazione le più vicine loca-lità italiane oppure Formentera e Ibiza. Ad accompagnarci uno skipper e unistruttore di fitness che, due volte al giorno, sulla terra ferma, darà lezioni dipilates, ginnastica, yoga e altro, ai partecipanti. Le offerte, a settimana, previ-ste sono: 3.500 € dal primo luglio al 31 agosto; 2.800 € dal primo settembreal 15 ottobre. Il costo del noleggioinclude: biancheria e polizza Kasko.Sulle barche possono essere ospitateotto persone, escluso l’equipaggio.
www.pettirossosail.it
L’agenzia broker M-Yachts proponedue soluzioni charter.Astondoa 66, denominata “AliBaba”, con base a Cala Galera(Toscana). Del 2001, lunga m 19,90con motori MAN 2X1200 cavalli, 3cabine (due matrimoniali, e una concoppia di letti gemelli). L’equipaggio
mo di 16 persone. Dotata di moltis-simi comfort, ha un prezzo di noleg-gio giornaliero di € 2.500 circa,inclusa IVA, skipper, assicurazione ebiancheria (escluso hostess, cam-busa, carburante e ormeggi).
www.myachts.it
- Imbarcazioni dalle straordinarie qualità marine- Scafo in compensato marino a spigolo e resina epossidica
- Versione bichiglia e monochiglia- Interni luminosi e con grande visibilità esterna
Novità 2009 in costruzioneVaro previsto giugno 2009
www.cpadver.it
Offerta differenziata per la AmCharter che propone due parten-ze, una da Cala Galera e l’altra daLatina, ideali per una vacanzamediterranea. Per chi prenderà il largo dallaToscana è disponibile la CompassRose, a € 12.000 a settimana:lunga 15.85 metri, sei posti letto,tutti i comfort. Nel prezzo sonoinclusi: skipper, fuoribordo, autopi-lota, biancheria, assicurazione;esclusi: IVA, cambusa, ormeggi,carburante.
Dal Lazio, invece, si può partirecon Blade 50, a € 10.000 a setti-mana: lunga 16,50 m, con 6 postiletto e una cabina con servizi perl’equipaggio che garantisce la pri-vacy degli ospiti. Nel prezzo sonoinclusi: skipper, fuoribordo, autopi-lota, biancheria, assicurazione;esclusi: IVA, cambusa, ormeggi,carburante.
La Scuola di vela e di mare Altura,in seguito alle numerose richiestedi organizzare equipaggi con bam-bini, ha destinato una delle sueimbarcazioni - dall’11 al 18 e dal18 al 25 luglio - in Sardegna perospitare mamme e papà con i pro-pri figli. I bimbi di età inferiore aidieci anni pagheranno il 50% dellaquota. Inoltre per la prossima esta-te si formeranno quattro diverseflottiglie, potendo scegliere tra:Mediterraneo, Corsica eSardegna, e isole Eolie; Croazianelle acque della Serenissima;oppure catamarano in PolinesiaFrancese. Per chi sceglie solo unweek end si parte da Nettuno perveleggiare tra Ponza e Palmarola.
Dal centro Italia al Mediteraneo
Bimbi a vela: divertentee ... scontato
www.am-charter.com
www.alturavela.it
MA
G
WWW.
Stefano Molinari, ha la passione per i viaggi
e la fotografia. Nel suo sito si pososno trova-
re più di 35.000 fotografie. Navigare all’in-
terno è molto semplice e per ogni luogo c’è
una mappa di google con informazioni su
cosa visitare e fare. Le località più visitate
sono proprio quelle di mare: Maldive,
Sharm e Mar Rosso, Sardegna sud, Tenerife.
Ogni immagine ha il copyright di Molinari,
perciò se si vogliono acquistare bisogna con-
tattare l’autore.
www.stefanomolinari.comUn mondo di foto in un click
Se si è alla ricerca di appartamenti, case vacan-
za, residence, hotel, ville in Sardegna, Sicilia,
Calabria, Puglia e Isola d’Elba, può essere utile
visitare il sito Marein.it. E’ organizzato per
regioni e località, con un’interfaccia molto
semplice e veloce per la navigazione. Vengono
proposte anche offerte last minute e soluzioni
personalizzate: per chi ama la natura; per i
bambini più piccoli; per i diversamente abili;
per chi ha il cane; per chi cerca una sistema-
zione di lusso o al contrario vuole spendere
pochissimo. Inoltre è possibile effettuare
anche la prenotazione per i traghetti.
www.marein.itLa casa al mare la prenoti da qui
Portale tematico in lingua italiana e inglese
dedicato al mondo dei viaggi in barca e alla
nautica. Utile sia alle agenzie, sia agli appas-
sionati che vogliano ritrovarsi in rete per la
ricerca e l’offerta di informazioni e servizi. E’
possibile cercare gli operatori charter in
un’apposita sezione, così come è possibile
inserire i parametri utili alla ricerca del
mezzo che si intende noleggiare: con o senza
skipper, con equipaggio, crociere a tema,
attrezzate per la pesca sportiva, imbarcazioni
di lusso oppure imbarco individuale con
noleggio cabina.
www.charternautico.itCharter facile
Oltre 1.200 pagine, centinaia di schede di
biologia, oltre 600 immersioni catalogate,
centinaia di foto, video, consigli e la possibi-
lità di acquistare libri e prodotti, che riguar-
dano il settore. Inoltre vi è un link relativo a
informazioni e servizi per chi voglia avvici-
narsi al mondo della subacquea o è già un
esperto. Anche questo sito si è adeguato alla
www.scubaportal.itImmersi nel blu
Sito attivo dal 2001 che offre gratuitamente
informazioni sull’Italia a turisti e viaggiatori.
Al suo interno 30.000 strutture ricettive,
20.000 tra ristoranti e bar, 3.000 luoghi di
cultura, 3.000 outlet shop, tutti confronta-
bili tra loro grazie a un motore di ricerca
www.zerodelta.netUn portale per turisti stranierie non solo
interno. Altri aspetti interessanti del sito
sono le guide di viaggio e gli speciali, gli
approfondimenti dedicati a eventi o luoghi
particolari d’Italia. Di questi ultimi sono
segnalati anche: spettacoli teatrali, concerti
mostre. Una curiosità: il sito è tradotto -
oltre che in inglese - anche in giapponese,
ma la veste grafica andrebbe migliorata.
rivoluzione del web 2.0, aggiungendo il blog
della Compagnia del Poverosub ( www.pove-
rosub.com ), dove si possono trovare foto dei
partecipanti, dei raduni e molte informazio-
ni legate al forum; inoltre un portale dedica-
to alla fotosubacquea: ww.scubafoto.it, con
articoli, informazioni, gallery e concorsi per
gli appassionati di questa attività.
21
Indirizzi e recapiti, bandi di concorso e
news. Istruzioni per connettersi alla radio o
al servizio sms della Guardia Costiera.
Aggiornamenti grazie al sistema RSS. In più
la finestra “mare sicuro” che dà a bagnanti e
diportisti informazioni e consigli utili su:
pesca sportiva, subacquea, sicurezza, sci nau-
tico e molto altro ancora. Una grafica spar-
tana che fa accerdere facilmente alle pagine
di inetresse, permettendo persino all’utente
meno esperto di navigare tranquillo e sicuro
anche on line.
www.guardiacostiera.itCapitanerie in un click
Il famoso brand del made-in-Italy torna sul
web in una veste ancora più accattivante. Gli
esclusivi yacht, i valori del marchio, le news
più recenti e i servizi agli armatori Canados.
Diverse le sezioni: l’azienda, la sua filosofia,
gli yacht, l’assistenza e i servizi agli armatori.
La navigazione permette di passare da una
sezione all’altra con un semplice click da
ogni pagina. La sezione del customer service
con i punti di assistenza Canados occupa
una parte importante del sito. La sezione
della comunicazione è riservata alle news,
agli eventi, ai saloni nautici internazionali,
all’Owner’s Club.
www.canados.com Canados lancia il nuovo sito
Siete appassionati di pesca? Girate da giorni,
senza speranza di trovare quello che state
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merce con un catalogo di 12.000 articoli,
che possono essere ordinati e acquistati on
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rie, marche e modelli. Cliccando sull’artico-
lo è possibile leggere una piccola scheda di
descrizione, ingrandire l’immagine, e poi
procedere tranquillamente all’acquisto
oppure andare facolmente in un’altra sezio-
ne. Inoltre sul sito sono segnalate le ultime
novità e le offerte proposte dal negozio vir-
tuale ...E per ricevere gli ultimi aggiorna-
menti, basterà iscriversi alla newsletter.
www.lamincio.itNegozio di pesca online
Primo portale internazionale della nautica
nel Principato di Monaco, gestito dalla
Monaco Boats & Yachts. È possibile trovare
le migliori offerte dei professionisti del setto-
re per quanto concerne imbarcazioni in ven-
dita e charter. Il portale ha anche un’utilissi-
ma sezione dedicata a “porti &turismo”,
cliccando sul nome di un porto si apre una
www.montecarlonautica.comIl Portale del Principato di Monaco
Sito ufficiale dell’ISAF. Informazioni su
tutto quello che riguarda la vela: dalle ultime
notizie sulle gare ai saloni; dalle informazio-
ni sulle diverse categorie e classi alla possibi-
lità di scaricare documenti ufficiali. Si rima-
www.sailing.orgTutto sulla vela
ne sempre in contatto grazie a “twitter”, la
rete di microblogging che permette agli
utenti di mandare aggiornamenti con mes-
saggi di testo, lunghi non più di 140 caratte-
ri, tramite il sito, via SMS, messaggistica
istantanea, e- mail. E per guardare i video
degli eventi e dei personaggi più importanti
del mondo della vela, basta collegarsi a
SAIL. TV.
scheda con tutti i riferimenti e i contatti.
Registrandosi gratuitamente si può effettua-
re la ricerca degli imbarchi e consultare l’
immancabile e aggiornato annuario della
nautica.
stile National Geographic, né un film alla
Disney. È molto di più, ma anche di meno,
secondo le attese dello spettatore. È di più,
perché opera concettuale di un’artista, che
indaga sulle forme e sui concetti espressi dalle
immagini, e delle quali si serve per lanciare un
messaggio d’amore nei confronti del mare e
delle creature che lo popolano. È di meno,
perché non è data alcuna informazione
aggiuntiva rispetto a quel-
lo che si vede: su tempi,
luoghi o nomi delle specie
animali riprese. E questa,
però, può rivelarsi una
“sfida”, una divertente
caccia alle creature ripre-
se o ai luoghi che fanno
da sfondo all’azione.
Una continua immer-
sione tra vita, morte e
sesso di queste creatu-
re, raccontata senza
seguire alcun percorso
narrativo, ma che cat-
tura lo sguardo dello
spettatore che, preso
dal ritmo e dalla
velocità delle
immagini, segue il film con
suspense, testimonianza evidente della bra-
vura del maestro del cinema francese.
A volte la macchina da presa sembra unirsi
ai movimenti e ai linguaggi corporei della
creature marine; altre volte vi si scontrano,
come quando le ventose di una piovra si
attaccano all’obiettivo oppure gli squali che
sembrano sbattervi contro. O ancora, coglie i
commoventi e gli sguardi dolci dei lamantini,
Luc Besson presenta un viaggio nel mondo
subacqueo e per farlo recluta un cast davvero
eccezionale composto da pesci minuscoli e
squali eleganti, iguana marini, serpenti che
danzano con movimenti caleidoscopici, sim-
patici delfini che chiacchierano rumorosi,
polpi giganti e
molto altro ancora;
ripresi nei più bei
mari del mondo:
dalle Seychelles alla
Florida; dalle isole
G a l a p a g o s
all’Australia; dalla
Colombia britannica
alla Nuova Calcedonia.
L’uomo è tenuto fuori:
né dialoghi, né com-
mento (tranne la voce
fuori campo all’inizio del
film che ci invita alla
visione del meraviglioso
mondo di Atlantis e la
voce della Callas che canta
la Sonnambula di Bellini).
C’è tanta musica affidata
alla composizione dello storico collaboratore
Eric Sérra, che dà ritmo e tempo alla narra-
zione; mentre la fotografia di Christian
Petron cattura straordinarie trasparenze, illu-
minando le buie profondità con il flash, che
esaltano le tonalità argento dei pesci e quelle
blu notte delle profondità marine.
Atlantis non è un documentario scientifico,
che sembrano quasi consapevoli del loro
momento di celebrità. Tranne che nell’ultima
immagine, tutto è ripreso nelle profondità del
mare: le inquadrature sono ruotate di 180°,
sospese tra l’aria e l’acqua ed è difficile distin-
guere il dentro e il fuori, il sopra e il sotto. Il
film cerca mostra la sensibilità degli animali
marini grazie anche all’abilità degli operatori
e di speciali macchine da presa, tanto che il
costo dei soli materiali ha sfiorato i cinque
milioni di franchi. Girato interamente in pel-
licola, frutto di una spedizione durata tren-
totto mesi, per cui si sono rese necessarie cin-
quecento immersioni, da parte del regista e di
quattro operatori, considerati tutti, autori dei
75‘ del film. Presentato, fuori concorso alla
48a edizione della Mostra del Cinema di
Venzia, è un peccato non averlo visto al cine-
ma; oltretutto una mancata distribuzione
rende difficile recuperare il DVD in Italia: ma
questa è un’altra sfida che chi ama il mare non
avrà paura di cogliere.
di Veronica Voto
Un affresco cinematografico sul mondo sommerso delle creature marine
In fondo ai maricon Luc Besson
Scheda Tecnica
Regia: Luc Besson. Fotografia: Luc Besson & Christian Pétron. Musica: Eric Serra con l’ausilio della Symphonic MusicPerformed by The London Royal Philarmonic Orchestra. Canzoni cantate da: Maria Callas, Vanessa Paradis e EricSerra. Voce fuori campo: Edmund Bernard. Montaggio: Olivier Mauffroy. Suono: Matt Howe.Consulente tecnico scientifico: Pierre Laboute & AndréLaperrier. Capo sommozzatore: Jean-Marc Bour. Produttore esecutivo: Claude Besson. Durata: 75’.Formato: 16x9 (2.35)Aaudio: Surround 3.1/ LINGUA: FranceseProduzione: Les Films Du Loup/ Gaumont/Cecchi GoriGroup/ Tiger Cinematografica. Distribuzione: Gaumont. . Francia/Italia, 1991.
www.luc-besson.com
MA
G
FILM
Dal primo maggio le navi da crocie-ra che fanno scalo al porto diCivitavecchia utilizzano un carbu-rante a basso tenore di zolfo: il limi-te è infatti fissato all’1,5%. È quantoconcordato da Autorità Portuale diCivitavecchia, Capitaneria di Portodi Civitavecchia, European Cruise
Council e le compagnie di naviga-zione Carnival Corporation, MscCrociere, Royal Caribbean. Inoltre, ilporto di Civitavecchia punta su unprogetto per la realizzazione dellabanchina pilota eletrificata, dalcosto di € 15 mln, circa. E per affermare ancora di più la
vocazione ecologia della struttura èprevisto l’utilizzo di fonti di energiaeolica e fotovoltaica per alimentaretutte le strutture portuali.
Bari si prepara a unturismo eco sostenibileNuova destinazione d’uso delMolo di San Cataldo finalizzataalla realizzazione di un nuovoapprodo turistico. Bari, al primoposto nell’Adriatico per passeg-geri e cabotaggio, guarda aldiporto nautico e attiva una pro-grammazione strategica regionalein materia di approdi turistici: rea-lizzare dei porti-pivot, scali dotatidi maggiori servizi rispetto ai tantiapprodi e ai ricoveri situati lungogli 800 chilometri di costa. Servizi
gli equipaggi delle imbarcazioniche sceglieranno Marina di Olbiaquale base invernale.
Inauguratoporto turistico a Olbia
www.comune.olbia.ss.it
www.civitavecchia.com
Civitavecchia punta sullʼambiente
MA
G
PORTI&FIERE
Accordo Fiera di Genova - UCINA10% di riduzione delle tariffe per gliespositori che hanno confermato lapresenza al Salone Nautico diGenova. Questo, in sintesi, l’accor-do raggiunto tra Fiera di Genova eUCINA, per rispondere alle difficoltàdel mercato. Concor data anche unagestione in partnership della NuovaDarsena Nautica fino al 15 settem-bre 2009, per ottimizzare gli ormeg-gi, offerti a privati e a operatori. www.genoaboatshow.com
A giugno in InghilterraSi svolgerà dal 12 al 14 giugno il 4°South Wales Boat Show, organizza-to presso il Margam Park vicino aPort Talbot. Più espositori e oltre170 marchi: è l’evento - del settore -più importante di tutta la GranBretagna. Anche per questa edizio-ne previsti migliaia di visitatori chepotranno godere di tutte le novitàofferte dal mercato su accessori etecnologia nautica. Non manche-ranno divertimenti per tutta la fami-glia, compreso un parco giochi sullaspiaggia per i più piccoli.www.southwalesboatshow.co.uk
Industria nautica in CoreaL’industria nautica italiana è presen-te anche quest’anno al KoreaInternational Boat Show, dal 3 al 7giugno. La presenza della nostraindustria nel Paese orientale testi-monia ancora una volta l’importanteruolo della nautica italiana.www.koreaboatshow.org
BREVI
È diventata operativa la Marina diOlbia, scalo nautico a pochi passidall’aeroporto Costa Smeralda e aqualche minuto dalla città.Turismo, imbarcazioni, servizi, l’of-ferta è a cinque stelle. Massimorispetto ambientale, totale sicurez-za. Il porto è all’interno del golfo diOlbia e per i diportisti ci sono 270nuovi posti, per imbarcazioni da 8a 60 metri. L’iter per la realizzazio-ne del porto turistico Marina diOlbia è partito nel 1993 ma il pro-getto fu licenziato solo nel 2000.Sarà completato entro il 2010 conla realizzazione di una club house,di un ristorante e degli alloggi per
di manutenzione e rifornimentoidrico ed elettrico, alaggi e unaserie di servizi aggiuntivi, chepossono essere sviluppati inmaniera tale da intercettare cosìanche il turismo di lusso. In que-sta nuova visione di “porto soste-nibile e polifunzionale”, il Molo diSan Cataldo offre, di sicuro, unpunto privilegiato e una locationinteressante, perché posta incentro città e per la vicinanza allaFiera del Levante.
www.porto.bari.it
Per chi è alla ricerca di un Suv che non sia esagerato e garantisca comun-que prestazioni brillanti, Audi propone la Q5. La vettura sfornata dalla Casatedesca di Ingolstadt ha come concorrenti nella stessa fascia di mercato laBmw X3, la Mercedes GLK e la Volvo XC60. Più contenuta nelle dimensionirispetto alla sorella maggiore Q7, l’ultima nata misura 4,36 metri di lunghez-za, 1,88 metri di larghezza e solo 1,65 metri di altezza. Il coefficiente di pene-trazione aerodinamica è di 0,33 e il passo di 2,81 metri. La trazione integra-le permanente permette di affrontare pendenze fino a 31° e angoli d’attaccoanteriori fino a 25°, di trainare grandi quantità di carico – anche imbarcazioniintorno ai 7,50 metri di lunghezza - e, anche grazie al corpo vettura rialzato,di immergersi fino a 50 cm. Quanto a motori, la gamma si articola intorno atre proposte: un turbodiesel da 170 cavalli che tocca i 204 km orari e percor-re 14,9 chilometri con un litro di gasolio; un 2.0 a benzina con 211 cavalli chetocca i 222 chilometri orari e percorre 13,3 chilometri con un litro; e infine, un3.0 TDI con 240 cavalli e una velocità massima di 225 chilometri orari.Prenotazioni già aperte e consegna a partire dal prossimo novembre, con unprezzo base che parte da 41.000 Euro.
AUDI Q5, SUV COMPATTO
Direttamente dalla casa automobilistica molisana Di Risio, passando peril marchio cinese Chery che fornisce il telaio, arriva il sempre più allettan-te Suv DR5. La vettura monta un motore di cilindrata 1.6 con 109 cavallie cambio a 5 marce, progettato dalla casa austriaca Alv, oppure un turbo-diesel 1.900 Fiat con 120 cavalli abbinato a un cambio a 5 marce e allatrazione anteriore. Entrambe i motori sono omologati Euro 4 e vengonogestiti con elettronica Bosch. Le prestazioni sono favorevoli al turbodieselche scatta da 0 a 100 in 12,4 secondi e tocca i 175 chilometri orari; il ben-zina tocca i 160 chilometri orari di velocità massima e scatta da 0 a 100
in 13,5 secondi. In salita si evidenzia una certa “pigrizia”della propulsione che lo rende poco adatto ai traini.
Ma la carta vincente è senza dubbio il prezzo cheva dai 16.900 Euro del ben-
zina ai 21.900 delturbodiesel.
Sicuramente farà battere il cuore di tanti appassionati. Ma, saranno inpochi a potersi permettere questo gioiello della Jaguar equipaggiato con ilnuovo motore V8 di cilindrata 5.000, con 585 cavalli e 515 Nanometri dicoppia massima. Questo puledro di razza accelera da 0 a 100 in 5,5secondi, mentre i consumi si mantengono comunque limitati a poco più di11 litri per 100 chilometri di percorrenza. I ritocchi esterni riguardano gliindicatori di direzione e le luci posteriori a Led, il profilo del cofano e delparaurti; anche i cerchi in lega hanno subito un up grade, passando da 18a 20 pollici. Il listino dalla XK parte dai 90.000 Euro della coupé e sale ai98.300 per la Convertibile. Il più accessoriato allestimento “Portfolio” costa98.700 coupé e 107.000 Convertibile.
JAGUAR XK, COUPÉ DAL GRANDE FASCINO
di Angela Di Cola
MA
G
AUTO
Cuore ecologico che strizza l’occhio al portafoglio per la Musa con alimenta-zione a GPL presentata dal marchio Lancia. Senza rinunciare alle comoditàdi questa “city limousine” la nuova versione promette di far risparmiare circa500 Euro per o gni 15.000 chilometri di percorrenza rispetto a un’analogavettura a benzina. Anche i costi di acquisto, con gli incentivi statali, si abbas-sano dai 17.600 Euro di una Musa 1.4 Argento a circa 12.600 Euro per laversione EcoChic. Il motore è stato modificato appositamente per l’impiegodel GPL e adotta una testata studiata per accogliere gli iniettori supplemen-tari e tutti i relativi cablaggi per la doppia alimentazione (benzina o GPL).L’avviamento avviene sempre a benzina e il passaggio a GPL si ha in auto-matico dopo circa 40 secondi. Grazie al doppio serbatoio, la Musa ha un’au-tonomia di 1.177 chilometri, di cui 419 a GPL. I consumi sono di 7,4 litri per100 km e la velocità massima è di 163 km orari.
LANCIA MUSA GPL, ECOLOGICA E CHIC
IL SUV CHE PUNTA SULLA CONVENIENZA
mondiale) e in classe Melges24. Oggi, oltre a
continuare a primeggiare in Melges24, è team
leader e timoniere dell’AUDI Sailing Team
powered by Q8 nella difficilissima classe dei
TP52, al momento la vera Formula1 della
vela. Il suo grande amore è sempre stata e
rimane la classe Star: nel 1996 viene eletto
presidente internazionale e inizia una battaglia
per riportare la Star alle Olimpiadi, estromes-
sa anni prima: nel 2000, in occasione dei
Giochi di Sydney, riesce nell’intento a tal
punto che per la prima volta nella storia e gra-
zie al suo reinserimento, lo sport della vela è
l’unico ad assegnare una medaglia in più
rispetto a quanto prestabilito dal CIO. Per
acclamazione, Riccardo viene rieletto presi-
dente della International Star Class, fino al
2006. Contemporaneamente, inizia a ricevere
incarichi in seno all’ISAF (la Federazione
internazionale che regolamenta e gestisce lo
sport della vela e a cui fanno capo tutte le fede-
razioni del mondo) e, attualmente, ricopre il
ruolo di vicepresidente dell’Equipment
Committee. Ma Riccardo, non pago dei suc-
cessi velici - al timone e alla scrivania - nel ‘99
fonda la B-plan, società di comunicazione e
marketing, strettamente legata al mondo della
vela: è la prima struttura in Italia a fare da ele-
mento di congiunzione tra i potenziali spon-
sor e le barche impegnate nel mondo delle
regate, portando tutto il know-how e fornen-
do alle aziende interessate, precise analisi sui
tipi d’intervento e i modi.
Genovese di nascita,milanese d’adozione,ovunque va portasempre il mare con sè:per lavoro o per sport
Gentedi mare
MA
G Donne, uomini, marinai, personaggi vecchi e nuovi che popolano il mondo del mare
e della nautica. Ai nostri lettori - che frequentano porti, cantieri e banchine -
chiediamo segnalazioni, fotografie e brevi biografie di “uomini e donne di mare”
che ritengono meritevoli di una citazione su BLU.
Non è mai semplice collocare Riccardo
Simoneschi in un ruolo ben definito: mana-
ger, velista, imprenditore. In realtà, riesce a
ricoprirli tutti contemporaneamente, con suc-
cesso, avendo come comune denominatore il
mare e, più specificatamente, lo sport della
vela. Nato Genova nel 1959, all’età di 14 anni
inizia ad andare in barca a vela sui Laser dello
Yacht Club Italiano. La carriera di timoniere
lo porta a vincere l’oro al Campionato italiano
e il bronzo all’europeo classe Star, vari titoli in
classe IMS (tra cui un Campionato europeo,
un italiano e un secondo gradino del podio al
Personaggi del mese e ritratti di vite a bordo
RiccardoSIMONESCHI
’80 e ’90. Nato a Cagliari nel 1964, Andrea
può vantare un curriculum e un palmares di
tutto rispetto: più volte campione italiano e
europeo sulle derive - nelle classi 420, 470 e
Hobie Cat 16 - ha poi trovato grande spazio
a bordo di maxi yacht vincendo vari titoli
mondiali. Tra tutte, le esperienze negli Stati
Uniti con il 50 piedi “Abracadabra” al fianco
di Paul Cayard e con “Passage to Venice” di
Raul Gardini, hanno tracciato quello che
sarebbe stato da lì a poco il futuro del velista
sardo. Infatti, sul finire degli anni ’80 è stato
inserito col ruolo di randista nell’equipaggio
del “Moro di Venezia” che, nel 1992, ha por-
tato l’Italia ai vertici dell’America’s Cup. “E’
vero - riconosce Andrea - il periodo america-
no è stato il più importante dal punto di vista
professionale e tecnico. Ho imparato a rap-
portarmi con un equipaggio, a regatare con
Personaggi del mese e ritratti di vite a bordo
In barca e in veleria
Aveva otto anni quando suo padre, nelle
acque di Poetto a Cagliari, lo portò con se sul
Flying Deutchman e gli fece fare qualche
bordo. Quella era la prima esperienza a vela di
uno bambino che sarebbe diventato uno dei
velisti italiani più rappresentativi degli anni
Se chiedi a Claudio Di Manao quando e
dove è nato, lui ti risponde “nel ’61 in
Europa”, significativo di un modo di essere,
senza particolari vincoli o rigide appartenen-
ze. E la sua vita, fin adesso, è stata l’espres-
sione di ciò, intendendo l’accezione positiva
del detto “sasso che rotola, non fa muschio”.
Prima broker in Italia, decide di lasciare
tutto e mettersi in navigazione verso i carai-
bi dove si ferma e, tra vari lavori, diventa
istruttore subacqueo. Dopo periodi in
Scozia, Messico, alle Isole Cayman e a
Zanzibar, nel ’98 si trasferisce a Sharm el
Sheick. Col tempo, le sue storie di mare cre-
scono e, un giorno, decide di mettere tutto
nero su bianco. Pubblica così il suo primo
libro - “Figli di una Shamandura” - dove,
con ironia e sarcasmo, svela i dietro le quin-
te tragicomici della località egiziana. E’ un
successo: chi ha vissuto a Sharm facendo il
mestiere dell’istruttore subacqueo si ritrova
pienamente nei racconti di Claudio; chi è
stato lì, solo per una breve vacanza o non c’è
mai stato, scopre retroscena e particolari del
tutto insospettati; gli uni e gli altri, non rie-
scono a trattenere le lacrime dal ridere. Tale
è il successo che decide di dare alle stampe
un sequel e pubblica “Cani salati nel profon-
do blu”, mettendo in evidenza come quei
modi e quegli strani meccanismi che nasco-
no, vivono e muoiono solo a Sharm el
Sheick, si siano modificati negli anni, rifles-
so del sostanziale cambiamento dei turisti,
dalle loro provenienze all’educazione.
Ultimamente, Claudio è voluto tornare
indietro con la memoria e ha sentito il desi-
derio di rendere il giusto merito a quel
periodo che, per primo, gli ha fatto assapo-
rare il piacere della libertà e il vero profumo
del mare, con la pubblicazione del suo terzo
libro “Caraibi”.
Il marecomelibertà
un team. Molto importante è stata l’esperien-
za con “Abracadabra”: c’era lo zoccolo duro di
quello che dopo qualche anno sarebbe stato il
gruppo del “Moro di Venezia” e siamo andati
a combattere sui campi di regata contro i più
forti team del mondo”. Ma Andrea, pur con-
tinuando a navigare e a raccogliere successi in
regata (gli ultimissimi in ordine temporale,
con il ’50 “Vento di Sardegna” alla Roma x 2
e nel riuscito tentativo di record sulla
Ventotene-Cartagine) ha trovato il suo gran-
de sbocco professionale avviando l’attività di
velaio e aprendo una veleria a Cagliari - la
Andrea Mura Sail Design - grazie anche
all’esperienza maturata in un lungo periodo
professionale trascorso presso la North Sails
di San Diego, parte di “quel periodo america-
no” a lui tanto caro.
CLAUDIO DI MANAO
ANDREA MURA
27
MA
G
UsatoUsatorivaluda
Focus
Ci sono aspetti positivi nell’attuale periodo
del mercato nautico?Anche se può sembrare
strano iniziare un articolo con una doman-
da, in realtà questa è l’interrogazione che
tutti nel settore stanno continuando a fare.
Soprattutto perché si cerca di trovare rispo-
ste che possano indicare e suggerire una stra-
da realistica che permetta di uscire rafforzati
dal periodo difficile. Non c’è dubbio che
l’attuale crisi dei mercati finanziari e, di
riflesso, economica ha oscurato qualsiasi
mercato e certamente non si poteva pensare
che quello nautico ne uscisse indenne. Ma
se, al momento, in
generale il nostro set-
tore e nello specifico
quello dell’usato, sono
in sofferenza, non si
deve cadere nell’errore
di dare semplicistica-
mente tutta la respon-
sabilità alla “crisi”.
Come per qualsiasi
cosa, dobbiamo stare
attenti a perdere luci-
dità in questi frangen-
ti, concentrandoci solo su una causa e
rischiando di perderne di vista altre, non
meno importanti e, soprattutto, sulle quali è
possibile porre rimedio: senza dubbio,
potendo modificare solo alcuni punti deboli
il problema generale ne trarrebbe beneficio e
troverebbe nuove motivazioni e nuovi spazi.
Allora, anche per iniziare a dare una risposta
alla domanda d’apertura, proviamo a foca-
lizzare la nostra attenzione su alcuni effetti
che la crisi economica ha innescato sul mer-
cato dell’usato nautico: ovviamente - parlan-
do di un settore di beni di consumo volut-
tuari, prevalentemente condizionato da scel-
te di tipo emotivo - si è avuta una forte
diminuzione della richiesta, proprio perché
il diffuso clima d’incertezza rende particolar-
mente diffidente e prudente anche chi può
permettersi l’acquisto di una barca; in
maniera altrettanto scontata, i prezzi delle
barche in vendita hanno subito un calo
significativo. Per ciò, c’è già qualcosa di
positivo su cui poter costruire un rinnova-
mento: i prezzi più bassi.
A nostro avviso, un’altra reazione decisa-
mente positiva all’attuale periodo di crisi è
l’innalzamento dell’attenzione dei principali
protagonisti della compra-vendita di una
barca: il venditore, il mediatore, l’acquiren-
te. Se per il primo si tratta solo di una supe-
riore consapevolezza del reale valore della
propria imbarcazione e di una più “realisti-
ca” richiesta moneta-
ria, per l’acquirente si
può parlare di un
innalzamento della
lucidità nel passo che
sta compiendo, con-
scio di poter fare un
buon affare ma altret-
tanto consapevole di
non essere in grado di
poterlo gestire in auto-
nomia. Qui entra in
scena la figura del
mediatore e di un eventuale consulente tec-
nico: entrambi possono, anzi devono, essere
di fondamentale aiuto nella trattativa, prima
consigliando per il meglio chi vende, poi
fornendo qualsiasi tipo di assistenza e sup-
porto a chi compra. Utopia? Forse fino a
poco tempo fa, nella maggior parte dei casi;
oggi, per fortuna, molto meno.
I dati e i fattiSe il momento non è dei più rosei, dobbia-
mo anche ammettere che l’Italia non lo ha
affrontato nelle migliori condizioni. Ci rife-
riamo ad alcune mancanze oggettive che il
pianeta nautico nostrano ha sempre palesato
e che adesso gravano come pesanti tare. Per
esempio, la carente situazione dei posti barca
continua a creare un enorme handicap al
mercato. Il dato parla chiaro: dal
29
Un settore che sta cercando di rinnovarsi partendoproprio dall’attuale periodo di crisi. Un’occasioneper riguadagnare credibilità e per offrire unservizio a 360° ai clienti che, dal canto loro,possono oggi fare qualche buon affare
Variazione posti barca per regione dal 2003 al 2006. Fonte: Ucina
Focus
Solitamente, per la “prima” barca il neo
armatore si rivolge proprio al mercato del-
l’usato, e sceglie il più delle volte ignorando
quasi completamente le reali caratteristiche -
sia di barca, sia di mercato - per cui facile
preda di personaggi senza scrupoli.Tutto ciò
ha via via sottratto credibilità al settore, nuo-
cendo a quei mediatori preparati e coscien-
ziosi, superficialmente ma comprensibil-
mente accomunati a quelli improvvisati.
Un altro fattore di aberrazione si può indivi-
duare anche nelle eccessive richieste di prez-
zo da parte dei proprietari di imbarcazioni
messe in vendita che hanno voluto erronea-
mente computare e sopravvalutare accessori
e dotazioni varie delle loro barche, oltretut-
to spesso assecondati in questo da mediatori
accondiscendenti.
Con l’arrivo della crisi finanziaria, l’influen-
za negativa di questi aspetti si è acuita e si
sono sommati altre variabili che hanno
determinato il drastico rallentamento delle
compra-vendite di imbarcazioni usate.
Parliamo del crollo dei prezzi dei modelli
nuovi, spesso vicini alle cifre richie-
31
le degrado, principalmente a causa dell’ec-
cessiva invasione di mediatori inadeguati,
ignoranti e, a volte, poco onesti, attirati da
un “mondo” per lo più popolato da acqui-
renti entusiasti, emotivamente molto coin-
volti e nella maggior parte dei casi inesperti.
Italia ci sono 4 unità da diporto ogni 1000
abitanti, contro le 170 in Norvegia e le 102
in Nuova Zelanda.
Al di là dei “freddi” numeri e tornando
all’analisi del nostro tema, negli anni passati
il mercato dell’usato ha espresso un gradua-
Una fase importante durante la scelta e l’acquisto di una barca usata è l’affidamento a un perito specializzato per un attento controllo
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Parco nautico nel mondo, unità da diporto ogni 1000 abitanti per nazione. Fonte: Ucina
Surclassati dagli scandinavi
regolarmente iscritti all’albo dei Mediatori
Marittimi e, in ogni caso, non possono più
limitarsi a essere meri conduttori della trat-
tativa, ma consulenti esperti, disposti a dare
i consigli giusti e tutta l’assistenza necessaria
a venditori e acquirenti. Ai primi, facendo
una giusta valutazione della barca, non ali-
mentando false illusioni e fornendo i giusti
consigli su come preparare la barca in ven-
dita. Agli acquirenti, invece, individuando
le loro reali esigenze e,
di conseguenza, il
modello di barca più
adatto; fornendo una
obiettiva valutazione
commerciale del
mezzo in vendita, con
l’analisi di pregi e
difetti, e fornendo
anche informazioni
inerenti la sua tenuta
di valore nel tempo;
assistendo il cliente
nella difficile ricerca del posto barca e, ove
fosse possibile, individuando una valida
assistenza finanziaria; infine, molto impor-
tante, essendo in grado di consigliare per il
meglio in relazione a cantieri e tecnici pro-
fessionisti che si dovessero rendere necessari
per eventuali ristrutturazioni o riparazioni.
Un’altra figura importantissima, a cui rivol-
gersi durante una trattativa, è quella del
perito tecnico a cui affidare un controllo
minuzioso l’unità. Anche qui, deve essere
persona di provata esperienza e di grande
fiducia, in grado, con una serie di opportu-
ne analisi, di individuare eventuali difetti e
danni di ogni parte
dell’imbarcazione e
delle sue attrezzature.
Bisogna assolutamen-
te diffidare dei media-
tori che si spacciano
anche per periti, e
viceversa: oltre a rap-
presentare due profes-
sionalità molto diverse
tra loro, sono real-
mente in conflitto
dovendo gli uni assi-
stere e condurre l’iter commerciale, gli altri
assicurare un’analisi tecnica super partes che
possa fornire il quadro esatto dello stato
della barca, senza perciò preoccuparsi che il
MA
G
Nel mercato dell’usato si può trovare di tutto: l’importante e rivolgersi a professionisti di provata
esperienza e serietà. Un’altra possibilità è visitare i sempre più diffusi saloni nautici
Il compratore
deve affidarsi
a mediatori
di provata esperienza
e professionalmente
preparati
ste per unità di pari dimensioni usata; o del
quasi totale rifiuto di finanziamento per l’ac-
quisto di un’imbarcazione usata; o della
sempre più scarsa assistenza post vendita; o,
ancora, del fenomeno “fai da te” con acqui-
renti che si rivolgono direttamente all’arma-
tore della barca in vendita, andando incon-
tro a probabili cattive sorprese e, comunque,
a una totale mancanza di assistenza nell’indi-
viduazione di vizi più o meno occulti,
sapientemente taciuti.
Cosa fareSe ci pensiamo bene, alla luce di quanto fin
qui detto, l’attuale situazione di difficoltà
non ha fatto altro che mettere sotto la lente
ed evidenziare uno status già presistente.
L’aspetto positivo è che, proprio a causa di
questa sovraesposizione, i nodi che hanno
inquinato il mercato sono finalmente venu-
ti al pettine, auspicando una riforma desi-
derata da tempo. Per prima cosa, si rende
necessario il varo di nuove chiare norme e
che quelle buone già esistenti vengano final-
mente rispettate: i mediatori devono essere
Focus
mercato e la sua credibilità; ma anche per-
ché tutti i nuovi armatori sarebbero assisti-
ti in maniera completa dal primo momen-
to e nei mesi successivi alla transazione,
potendo contare su una persona che non li
abbandona non appena percepita la sua
commis sione.
L’attuale, è un buon momento per acquista-
re una barca, attingendo dalle proposte che
offre il mercato dell’usato. Il periodo è
buono perché le offerte aumentano, scon-
trandosi con un rallentamento della richie-
sta. Inevitabilmente, anche per questa ele-
mentare legge di mercato, i prezzi continua-
no a scendere. Per cui, chi dispone di una
cifra da investire per la propria futura barca,
può davvero fare un buon affare.
Dove guardareEsistono diverse società che gestiscono
imbarcazioni usate, molte delle quali legate
a cantieri e concessionari che, proponendo
le loro barche nuove, si trovano nelle condi-
zioni di gestire un parco di unità ritirate in
permuta. Ribaltando la prospettiva, può
essere utile, a chi cerca un buon usato, rivol-
gersi proprio ai produttori del nuovo per
avere una certa garanzia di qualità. Ciò
avviene per il circolo vizioso che si è
33
linea con le reali quotazioni di mercato,
quindi astenendosi dal richiedere cifre fuori
da ogni ragionevole logica.
Il momento giustoCome abbiamo sottolineato, da questo
periodo si può trarre il grande beneficio di
una naturale scrematura nel panorama dei
mediatori, con la fisiologica sparizione di
quelli meno preparati e più approssimativi;
in tal senso, venditori e acquirenti devono
fare la loro parte.Beneficio proprio perché
ne godrebbe, in prima istanza, la salute del
risultato della loro perizia possa inficiare il
buon fine della compravendita.
I potenziali armatori, da parte loro, devono
affidarsi a mediatori di provata esperienza e
dalle doti professionali secondo le linee
guida esposte in precedenza. Devono avere
le idee chiare sulla barca da acquistare e
comunicare senza remore al mediatore le
loro principali esigenze e l’utilizzo che inten-
dono fare dell’imbarcazione; anche chi
vende è opportuno che si affidi ad agenti seri
e non venditori di sogni, in modo da avere
una valutazione corretta del suo bene in
I Saloni dell’usato in Italia
Questi saloni nautici, presenti sul nostro territorio nazionale, sono interamente o in parte
dedicati al mercato dell’usato
SALONE LOCALITÀ DAL AL
Mare & Nautica Fiera di Genova 27 marzo 5 aprile
Santa Boat Show Santa Margherita Ligure (Ge) 26 marzo 29 marzo
Nautilia Aprilia Marittima (Ud) 25 ottobre 2 novembre
Toscana Boat Festival Porto turistico Rosignano Solvay (Li) 22 novembre 8 dicembre
Inoltre, si sono tenuti saloni nei quali ha trovato spazio una sezione dedicata alle barche
usate, anche a Cala Galera (GR), Marina di Grosseto (GR), Trieste e Fano.
come si diceva prima. Insomma, non tutti
mali... , soprattutto se si ha la pazienza di
saper cercare e l’umiltà - non ci stanchere-
mo mai di ripeterlo - di rivolgersi a un
mediatore serio.
Un’altra buona fonte a cui attingere per tro-
vare la barca che fa per noi è rappresentata
dai saloni nautici, espressamente o in parte
dedicati all’usato - la cui diffusione, non a
caso, è in aumento su tutto il territorio
nazionale - dove è possibile toccare con
mano l’orientamento generale del mercato e
vagliare svariate possibilità d’acquisto: è
molto utile poter avere una vasta gamma di
imbarcazioni ormeggiate in banchina, con la
non irrilevante opportunità di poter anche
effettuare una prova in mare così da render-
si subito conto delle reali caratteristiche del-
l’unità e della compatibilità con le proprie
esigenze. Inoltre, nei saloni nautici, sapendo
ascoltare e prestando la massima attenzione
ai segmenti di vendita e alle fasce di prezzo,
è possibile farsi un’idea della tenuta di mer-
innescato con il sistema di vendita delle bar-
che nuove diffuso negli ultimi anni e legato
al fenomeno delle concessioni di leasing con
prima tranches di rate a basso costo. E’ suc-
cesso che quando un acquirente accedeva a
un leasing di questo tipo aveva diritto di
versare rate con valore ridotto nei primi
anni - due o tre, secondo il contratto - al
termine dei quali poteva restituire la barca
al cantiere, valida come permuta per otte-
nerne un’altra nuova e di dimensioni supe-
riori, accedendo a un nuovo contratto di
leasing. Come è facile intuire, questo “giro”
finanziario ha generato vari malanni, tra cui
un sovraffollamento del mercato dell’usato,
che, però, adesso si ribalta in opportunità,
cato dei vari modelli e della solidità - sia eco-
nomica, sia costruttiva - dei vari cantieri.
Inoltre, ricordiamoci sempre che, trattando
di nautica, la vecchia e sana “radio banchi-
na” è sempre attiva: in special modo se si è
già possessori di una barca o se si frequenta-
no i pontili dei marina, facendo le giuste
domande ad amici e vicini di posto, è pos-
sibile apprendere utilissime notizie su
mediatori poco affidabili, società poco serie
e, viceversa, su quali aziende operanti nel
settore hanno suscitato soddisfazione in chi,
magari non quindici anni prima, si è rivol-
to a esse per un’operazione simile a quella
che desideriamo portare a termine.
Infine, un buono spunto iniziale per la
ricerca di una barca usata che faccia al caso
nostro rimane la consultazione degli annun-
ci delle riviste specializzate; inserzioni per la
maggior parte dei casi effettuate da società
di mediazione, quindi verificabili per cor-
rettezza e attendibilità.MA
G
Sopra, un’immagine del Salone Nautico di Genova, il più grande palcoscenico della nautica in Italia, reale termometro dell’andamento dei mercati
Focus
di FFrancesco Alliata
VincenzoOnorato
Napoletano, presidentedella compagnia dinavigazione MobyLines, velista, titolaredel team MascalzoneLatino di America’s Cupe ideatore dell’omonimascuola di velaimpegnata nel sociale:secondo lui, la sua cittàe tutto il nostro Paese,possono trarre grandebeneficio da concretiprogetti che vedono il mare protagonista
Ioncontrando Vincenzo Onorato è inevita-
bile trovarsi a parlare di mare. Mare a
tutto tondo: da quello suo, di Napoli,
intimo, dove è cresciuto e ha imparato a navi-
gare grazie alla passione e all’esperienza del
padre; a quello agitato, palcoscenico delle
tante regate a cui prende parte. Comunque,
traspare dai suoi occhi il grande amore per
l’elemento che, in un modo o nell’altro, lo
porta lontano, e non solo dagli impegni detta-
ti dal dirigere una grande compagnia navale,
correndo con lo sguardo, i pensieri e il cuore,
fino all’orizzonte.
Vincenzo Onorato quanta napoletanità si è
portato a Milano;
quella buona, quella dei ricordi, quella delle
radici che sono e restano napoletane;
e nel lavoro?
nel lavoro conserviamo la fantasia e la creativi-
tà napoletana, ma applichiamo la sistematici-
tà e il metodo milanese. E’ un buon mixer;
ma i tuoi “posti” rimangono quelli di
I
MA
G
di Giuseppe Mancini
37
percepisco sempre più il degrado. Non viven-
doci, quindi perdendo la quotidianità e l’abi-
tudine a determinate cose, si acquisisce senso
critico e si ha una maggiore e più chiara per-
cezione della situazione: quando torno, a
distanza di quattro o cinque mesi, vedo una
città andare sempre peggio. Si, è molto brut-
to e tutto questo mi fa soffrire;
tra le città sul mare, Napoli è certamente
una delle più belle al mondo. Per fermare
questo degrado e invertire la tendenza, cosa
e chi può fare qualcosa? Ma, soprattutto,
ognuno nel suo piccolo e secondo le pro-
prie possibilità può contribuire?
il dolore nasce proprio da questo: io penso
che sia la città sul mare più bella del mondo
e proprio per ciò non trovo concepibile che
abbia questo degrado e che continui a essere
violentata. Sicuramente i cittadini possono
fare tanto, possono se vogliono cambiare la
città; la prima cosa da fare, però, è cambiare
gli amministratori;
secondo te, dare la responsabilità a poche
persone non è sminuire un problema di più
largo respiro: in fondo, chi ci amministra è la
proiezione di quello che noi siamo;
assolutamente si, non vi è dubbio che il pro-
blema è culturale. E’ anche vero che Napoli ha
toccato livelli di degrado drammatici mai visti
prima e i principali responsabili sono
Napoli e li porti sempre con te?
certamente. Per sempre. Sai, con Napoli c’è
un legame radicale;
e appena puoi, tu torni lì;
torno a Napoli prevalentemente per la scuola
vela Mascalzone Latino. Devo dire, con molta
sofferenza: ogni volta che vado a Napoli ne
Sopra, in compagnia della moglie Lara.
A sinistra, il piccolo Vincenzo nei primi anni ‘60
a bordo dell’Alcyon, lo sloop del padre con il
quale ha iniziato a navigare
Ioe il Blu
MA
G
la città siciliana ha avuto una tale spinta e una
visibilità a livello mondiale, altrimenti diffici-
lissime da ottenere;
certo. Ma io ricordo che quando, nel 2003,
Alinghi scelse la sede per la Coppa e Napoli
perse il ballottaggio a favore di Valencia, gli
amministratori di allora - che sono ancora gli
attuali - dichiararono ai quattro venti di non
aver bisogno della America’s Cup per portare
avanti i progetti legati al mare e che avrebbe-
ro comunque attuato quel grande piano di
ristrutturazione previsto per l’area di Bagnoli,
dove, appunto, sarebbe dovuta nascere una
grandissima area dedicata alla nautica e al
mare. Oggi Bagnoli continua a essere uno dei
simboli del degrado napoletano;
infatti! Questi signori non hanno fatto com-
pletamente niente di quello che avevano
detto. Sulla inadeguatezza del sindaco di
Napoli e del governatore della regione
Campania, sto continuando a dire da diverso
tempo; ho anche scritto un articolo pubblica-
to in prima pagina sul Mattino di Napoli poco
tempo fa, invitandoli esplicitamente a lascia-
re i loro posti. Certo, questo non sarebbe la
soluzione a tutti i mali, ma il primo impor-
tante passo: ripeto, loro hanno fallito e se ne
devono andare. Poi, deve subentrare un poli-
tico in grado di proporre, perseguire e realiz-
zare un progetto reale per Napoli;
in concreto, che possibilità esistono di porta-
re a Napoli un evento di America’s Cup?
con questi amministratori, nessune!
mentre, a proposito di concretezza per la
tua città, tu hai pensato e realizzato una
scuola di vela per i ragazzi meno fortunati.
Come ti è venuta l’idea?
non riuscivo a spiegarmi come mai Trieste
continuava a essere una fucina di campioni di
vela, mentre Napoli, in questo senso grande in
passato, già da tempo non lo era più. La spie-
gazione è semplice: la vela a Napoli è esclusi-
vamente legata ai circoli, dove vanno i figli di
famiglie benestanti, ragazzi che non conosco-
no la sofferenza e che, perciò, difficilmente
trovano le motivazioni per impegnarsi e vince-
re. Da questo, ho pensato di realizzare una
scuola di vela aperta soprattutto ai ragazzi dei
quartieri disagiati. L’idea originale era quella di
trovare e formare giovani regatanti, potenziali
gli attuali amministratori locali che, allo stato
dei fatti, hanno fallito. Devono dimettersi,
non possono più chiedere proroghe o fiducia;
ma, a mandarli via devono essere proprio i
napoletani, stufi di una tendenza negativa
ormai incancrenita da anni. E’ l’indifferenza
della gente che dà coraggio agli amministra-
tori a continuare ad agire in modo insensato;
guarda, ribadisco che, siccome c’è una situa-
zione - come dici tu “una cancrena” - difficile
da modificare, la prima cosa da fare è sostitui-
re gli amministratori; in secondo luogo, ci
vuole un progetto. Questo progetto, per
Napoli, non c’è. Per esempio Milano ha
l’Expo, Napoli non ha niente. E il progetto
deve venire dal mare: credo che sia l’unica pos-
sibilità di riscatto per la città;
per esempio?
per esempio una grande manifestazione, come
può essere la Coppa America. Ricordati cosa è
successo a Trapani nel 2005: con un semplice
Atto di avvicinamento alla 32a America’s Cup,
A destra, a pesca in compagnia della figlia.
Sotto, i due Mascalzone Latino in allenamento a Valencia in occasione della America’s Cup 2007
e, a seguire, la prima barca di Coppa armata da Onorato per l’edizione 2003 di Auckland
39
barca è sempre più difficile e, al momento, in
Italia non esiste una scuola di formazione di
queste professionalità;
la Scuola Mascalzone Latino è nata grazie
anche all’appoggio e alla collaborazione
della Marina Militare?
si, la Marina Militare ha accolto con entusia-
smo la mia idea e ha voluto aiutarci concre-
tamente, accogliendoci nella sua base del
Molosiglio di Napoli - praticamente, in cen-
tro città - e offrendo locali e spazi dove svol-
gere le attività. Inoltre, poter stare a stretto
contatto con loro offre una grande possibili-
tà di interscambio culturale che va ad accre-
scere a 360° la visione del mare nei nostri
ragazzi. C’è anche da dire che proprio lì esi-
ste il centro di formazione delle classi olim-
piche dove gli atleti della Marina Militare
convergono da tutta Italia per allenarsi: dare
la possibilità ai giovani della nostra
campioni; poi, la cosa si è evoluta e, pian
piano, abbiamo capito l’importanza di non
dare solo spazio ai futuri regatanti, ma di crea-
re delle figure professionali che potessero tro-
vare i loro spazi lavorativi in settori stretta-
mente connessi al mare e alla nautica: conside-
ra che, oggi, trovare uno skipper per la propria
imbarcazione o uno specialista in lavori in
In alto, Mascalzone Assai, una delle navette private della famiglia Onorato.
Sopra, il Farr40 Mascalzone Latino al vittorioso Mondiale del 2008; Onorato in compagnia di SAR
Juan Carlos di Borbone; l’IMS di 51 piedi Mascalzone Latino alla Copa del Rey 2001
Ioe il Blu
MA
G
per quanto riguarda le attrezzature necessa-
rie, sia in mare sia a terra, come le barche a
vela, i gommoni appoggio, o il necessario ad
arredare e rendere perfettamente funzio-
nanti i locali, avete avuto il supporto da
qualche azienda o dalle istituzioni?
no, nessun appoggio: le barche della scuola -
dodici Optimist per i bambini, due Blu Sail e
le barche classe FIV555 prodotte dalla
Federazione Italiana Vela, adatte ai più grandi
- le ho acquistate io. Molte dotazioni li posse-
devamo già e poi, lo scorso anno, un piccolo
ma significativo sostegno ci è giunto dalla
Ferrero;
a oggi, come è stata la risposta da parte dei
ragazzi: che richiesta avete e come fate la
cernita?
i ragazzi prevalentemente vengono proposti
a noi dalle onlus e dai centri sociali che,
naturalmente, conoscono a fondo le realtà
delle loro zone. Una prima selezione viene
fatta da loro e, successivamente, se il nume-
ro è talmente elevato da non poter soddisfa-
re tutti, Davide Tizzano che è il responsabi-
le della scuola apporterà un ulteriore selezio-
ne; in realtà, il contatto tra Davide e gli assi-
stenti sociali è continuo;
e, magari, tra questi giovani verrà fuori il
campione che tu porterai su Mascalzone
Latino in America’s Cup?
perché no, anzi me lo auguro proprio!
Intanto, concretamente, abbiamo portato
tutti a Capri in occasione dell’ultimo
appuntamento velico internazionale, dando-
gli la possibilità di seguire le regate e iniziare
a respirare l’aria di quell’ambiente;
e sul fronte regate?
sai che il mio grande amore è la classe
Farr40, per cui continuo a regatare lì, anche
perché insieme ai fantastici ragazzi del mio
equipaggio negli ultimi anni abbiamo avuto
tante soddisfazioni;
tra l’altro, il Campionato mondiale que-
st’anno si disputerà a Porto Cervo, acquea-
miche e che conosci molto bene... diciamo
che corri in casa;
si, ma non si può vincere sempre! Sarà molto
difficile portare a casa il quarto titolo mondia-
le consecutivo. Ciò non toglie che ci stiamo
preparando minuziosamente e che ci impe-
gneremo a fondo per riuscirci. Comunque,
scuola di stare a stretto contatto con velisti
già molto forti può essere uno stimolo in più
per loro;
i locali della scuola sono strutturati e pro-
gettati per accogliere molti ragazzi contem-
poraneamente?
esatto; abbiamo voluto dimensionare gli
spazi per dare la possibilità anche a 100 gio-
vani di stare da noi, da quando escono da
scuola a quando tornano a casa la sera:
saranno proprio i nostri pullman a passarli a
prendere dalle loro scuole, portarli alla base
e poi riaccompagnarli a casa in chiusura di
giornata. Naturalmente, nel periodo di chiu-
sura delle scuole per le vacanze estive la
nostra scuola viaggerà a pieno regime, dalla
mattina alla sera;
la giornata tipo come si svolge?
dopo essere usciti dalle loro scuole, arrivano
alla base, pranzano; poi, seguiti dall’istruttore,
armano le barche ed escono in mare; quando
rientrano, sempre seguiti e assistiti, svolgono
gli studi e i compiti assegnati a scuola e, se ter-
minano presto, possono condividere dei
momenti conviviali e di gioco. Alla fine, come
ho detto, vengono riaccompagnati a casa;
e, tutto questo gratuitamente?
tutto alla scuola Mascalzone Latino è assoluta-
mente gratuito;
Sotto: alcuni ragazzi della scuola Mascalzone
Latino in visita alla RAI di Roma; a seguire,
all’interno di una delle aule e davanti la sede
Vincenzo Onorato è nato a Napoli il 15
maggio del 1957 ed è laureato in Economia
Marittima. Nel 1982 ha fondato la Moby
Lines, di cui è presidente. Con il team
Mascalzone Latino - nome che dall’inizio
degli anni ’90 contraddistingue tutte le sue
barche da regata - ha preso parte a due
campagne di America’s Cup (Auckland
2003 e Valencia 2007).
Nel 2007 è stato il primo italiano a riceve-
re dalla Federazione Internazionale della
Vela (ISAF) il riconoscimento “Velista del-
l’anno”. Nel suo ricco palmares, spiccano le
tre vittorie consecutive al Campionato
mondiale Farr40 (2006, 2007, 2008). Non
meno prestigiosi i titoli mondiali conqui-
stati in classe Mumm30 nel 2000, in classe
IMS sempre nel 2000 e d’altura a squadre
(Sardinia Cup) nel 2006; così come i due
titoli europei in Farr40 (2006 e 2008),
l’Italiano Mumm30 (2001), la Copa del
Rey di Palma de Mallorca (2001), la One
Design Regatta di Sydney (2007), la Key
West Race Week di Miami (2006) e la miti-
ca Giraglia (1997).
Una vita per il mare
41
l’importante per noi è divertirsi.... poi, vedre-
mo che succederà;
a proposito di America’s Cup che cosa dici?
intanto siamo costretti ad aspettare la sfida a
due tra Oracle e Alinghi e, successivamente,
valuteremo il da farsi;
comunque, rimane sempre una delle voci
nella tua agenda;
certamente! Vedremo, però, il come, il dove
e il quando: oggi, alla luce della crisi econo-
mica in atto, parlare di Coppa America e
degli investimenti necessari, è quasi anacro-
nistico per i potenziali sponsor;
tornando alla tua attività di armatore della
Moby Lines, quanto navighi sulle tue navi?
sempre troppo poco: mi piacerebbe farlo per
più tempo, ma gli impegni in sede mi
costringono a stare a Milano;
a proposito della navigazione civile e com-
merciale: in Italia - nazione con oltre 7.000
chilometri di coste - ci ostiniamo a trasporta-
re le merci su gomma quando, facendolo via
mare si otterrebbe una riduzione del costo
dei prodotti al dettaglio mediamente del
30%. Non ti sembra strano?
a questo proposito, avevo presentato al passa-
to governo nazionale un progetto per trasfor-
mare una buona parte del trasporto merci da
stradale a navale, togliendo di fatto dalle stra-
de, ogni giorno, un numero di TIR così eleva-
to che, messi uno dopo l’altro, avrebbero fatto
una fila lunga otto chilometri; oltre ai benefi-
ci immediati sul traffico, sulla sicurezza strada-
le, sull’inquinamento e sull’economia, la vali-
dità del progetto era rappresentata dalla tem-
pistica: per realizzare ulteriori ampliamenti
delle carreggiate stradali sufficienti ad acco-
gliere l’aumento del traffico sono necessari
decenni; invece, per costruire e mettere in
linea una nave bastano due anni e costi decisa-
mente più bassi, anche perché una buona
parte delle infrastrutture necessarie esistono
già. Per rispondere alla tua domanda, certo che
mi sembra strano: mancano sensibilità e cultu-
ra, ma speriamo che il nostro paese compren-
da realmente cosa conviene al bene comune;
Vincenzo, quale è il momento più felice di
una tua giornata?
quando sono a mare, in barca, magari a pesca-
re con mia figlia.
Sopra, Vincenzo Onorato con il suo “adorato” Farr40 davanti all’Opera House di Sydney.
A sinistra, Onorato con una bella preda: una delle sue grandi passioni legate al mare è la pesca
L’attimo di un affondamento può essere inteso come “l’anno zero”di quella nave, in cui tutto finisce e, al contempo, rinasce a nuova vita.
Una barcauna storia
MA
G
di Giuseppe Mancini
Le due vite delThistlegorm
stata armata con due mitragliatrici pesanti e
un cannoncino antiaereo, in modo da darle
un minimo di facoltà difensiva.
Da Glasgow, salpò - nel settembre del ’41 -
con un approvvigionamento destinato alle
truppe inglesi di stanza in nord Africa, agli
ordini del generale Montgomery. Il carico
comprendeva due convogli ferroviari brevi,
ognuno fatto da una locomotiva, un tender
carbone e un carro cisterna; due mezzi cin-
golati Bren del tipo Carrier Mk2; camionci-
ni Bedford; motociclette BSA e Norton;
fucili Lee-Enfield; pezzi di ricambio di
aereo, più molte divise e stivali per la trup-
pa. Le munizioni - prevalentemente proietti-
li da obice - parte ingente del carico, presero
posto nelle stive numero 4 e 5. Destinazione
Alessandria in Egitto.
Ultimo viaggioPer evitare di attraversare il Mediterraneo,
controllato in gran parte dagli U-Boot tede-
schi, la rotta fu allungata, pianificando la
circumnavigazione dell’Africa.
Il Thistlegorm fece scalo a Città del Capo,
per poi proseguire verso nord, in Oceano
Indiano. Il 4 ottobre entrò in Mar Rosso, il
5 diede àncora nello Stretto di
43
Due bombe da 1.600 chili, sulle quattro
sganciate, centrano la stiva numero 4.
Mancano pochi minuti alle due di notte del
6 ottobre 1941 e il Thistlegorm affonda,
spezzato in due parti, posandosi compo -
stamente sulla sabbia del Mar Rosso set -
tentrionale.
Questo è il momento in cui termina la vita
del cargo e inizia quella di uno tra i relitti
più belli e famosi al mondo, linea di confine
temporale in cui ha fine una storia e ne
nasce una nuova, non meno importante e
viva della precedente.
Giovane fieroCostruito dai cantieri J.L. Thompson &
Sons Ltd. di Sunderland in Inghilterra e
varato il 9 aprile del 1940, venne battezzato
Thistlegorm, che in lingua gaelica vuol dire
“Cardo blu”. In tutto, tre viaggi precedenti a
quello conclusivo in Africa: il primo negli
Stati Uniti per il trasporto di rotaie ferrovia-
rie e parti di aereo; il secondo in Argentina,
riportando in Patria un carico di grano; il
terzo ai Caraibi, per zucchero e rum da sca-
ricare a Glasgow. Intanto, con l’incombere
del secondo conflitto mondiale, la nave era
In apertura, la grande elica del Thistlegorm, coricata sul fianco sinistro insieme a tutta la poppa.
In questa pagina, sopra, l’imponente prua e, a lato, una delle murate della nave.
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Una barcauna storia
MA
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Gubal, tra il Sinai meridionale e l’Egitto, nei
pressi del reef di Sha’ab Ali. Insieme ad altre
navi, all’ancora nei pressi, doveva attendere
il via libera per attraversare il canale di Suez,
al termine di uno sminamento volto a boni-
ficare tutta l’area.
Una coincidenza di eventi determinarono il
giorno sfortunato di questo cargo armato.
Infatti, già da qualche mese, i tedeschi -
informati della presenza della Queen Mary
in quelle acque, adibita al trasposto truppe e
proveniente dall’Australia con 1.500 soldati
- avevano intensificato il pattugliamento
aereo del Mediterraneo sud-orientale e del
Mar Rosso settentrionale. Per facilitare que-
sto compito, il 2° Gruppo del 26° Stormo
“Lowen”, comandato dal Maggiore W.
Beyling, di base a Eleusis presso Atene,
venne trasferito sull’isola di Creta così da
ottimizzare il raggio d’azione. In pratica,
quattro Heinkel He 111 H/6 si trovavano
sempre in volo, armati con una bomba cia-
scuno del tipo PC1600 derivata anticarro e
adattata al bombardamento sul mare.
Affondare la Queen Mary, nave simbolo,
sarebbe stato un colpo al cuore all’orgoglio
inglese, oltre che la vanificazione di un
importante approvvigionamento di uomini
alle truppe nord africane.
Anche la sera del 5 ottobre decollarono i
quattro bombardieri tedeschi. In un primo
momento fecero rotta su Alessandria, poi si
diressero sul Mar Rosso per un’attenta rico-
gnizione della parte nord. All’una e trenta di
notte, quando stavano per rientrare per i
limiti d’autonomia, avvistarono il gruppo di
navi all’ancora, tra le quali il Thistlegorm.
Non avendo sufficiente carburante, i piloti
concordarono di concentrarsi solo su una di
loro, scegliendo proprio il cargo armato.
Pochi minuti di agoniaDue bombe a segno. Hanno centrato la
stiva quattro, carica di proiettili di obice.
L’esplosione è talmente violenta de spezza-
re la nave in due parti e sbalzare fuoribordo
tutto quello che sta in coperta, distribuen-
dolo in un raggio di qualche centinaia di
metri. Anche le due locomotive, sistemate
proprio sulla stiva quattro, vengono sven-
trate e i pezzi proiettati lontano. Sul
Thistlegorm crolla tutto, dagli alberi alle
gru, e si sviluppa un incendio visibile dalla
terra ferma a più di otto miglia. La nave si
è spezzata circa a tre quarti della sua lun-
ghezza e la parte di poppa, poco più lunga
di 20 metri, affonda subito, coricandosi sul
Le bombe sono asegno, centrandola stiva carica dimunizioni:l’esplosione spezzala nave in duetronconi
stiva 1stiva 2stiva 3stiva 4 salamacchine
stiva 5
Sopra una sezione del Thistlegorm: la parte interna attualmente visitabile è relativa alle stive 1 e 2. La n.4 è quella centrata dalle bombe tedesche.
Nuova vitaDa quel momento ogni cosa si è cristallizza-
ta, immobile su un fondale di trenta metri.
Il Thistlegorm rimane lì, indisturbato, con
tutto il suo carico: fotografia di un momen-
to, che è anche immagine di una guerra.
Passano più di tredici anni e, nel marzo del
1955, Jacques-Yves Cousteau con la sua
Calypso, in una spedizione in Mar Rosso, lo
cerca e lo trova.
Poi ancora un periodo di solitudine fino al
1974; è sempre Cousteau in un suo succes-
sivo viaggio, lo ritrova e lo segnala alle auto-
rità egiziane. E poi, ancora pace e solitudine
sul Thistlegorm, per quasi vent’anni.
Nei primi anni novanta, un gruppo di guide
subacquee di un diving center di Sharm el
Sheikh lo localizza, grazie anche alle indica-
zioni di alcuni pescatori locali e degli abitan-
ti di quella parte del Sinai, che ancora ricor-
dano quella notte d’autunno di cinquant’an-
ni prima.
Da quel momento il Thistlegorm è
45
suo fianco sinistro. Il resto rimane a galla
ancora un po’. L’acqua entra veloce, alla-
gando le stive da poppa verso prua.
Novantacinque metri di nave che s’inclina-
no verso poppa e scivolano sott’acqua.
Tutto finito. Nel silenzio, solo i superstiti:
all’appello dell’equipaggio del Thistlegorm
ne mancheranno nove. Molti dei sopravvis-
suti ringrazieranno Angus McLeay, loro
eroico compagno, più volte tornato indie-
tro tra le fiamme a salvarne il maggior
numero possibile. Saranno grati anche alla
nave da guerra HMS Carlisle, accorsa a
trarli in salvo.
Sopra, una delle BSA che si possono ammirare
nelle stive (nel riquadro, la moto nel 1940).
A sinistra, un modello di cingolato Bren e, a
seguire, gli Heinkel He111 del bombardamento
La scheda
Nazionalità: Gran Bretagna
Cantiere: Thompson and Sons Ltd. -
Sunderland (G.B.)
Tipo: cargo armato
Dislocamento: 4.898 tonnellate
Lunghezza: 136 metri
Data varo: 9 aprile 1940
Data affondamento: 6 ottobre 1941
Posizione: 27°48’80” N - 33°55’25” E
(Mar Rosso - Egitto)Ya
nn V
autri
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Una barcauna storia
MA
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uno dei siti d’immersione più gettonati in
Mar Rosso e, per la bellezza e lo stato di con-
servazione sia della nave sia del carico, giudi-
cato tra i cinque relitti più belli al mondo.
Sicuramente, il più affollato.
Visita al museo sommersoImmergersi sul Thistlegorm non è eccessiva-
mente impegnativo e la quantità di subac-
quei che giornalmente visita questa nave, lo
testimonia, anche se il governo egiziano non
ha mai dato esplicita autorizzazione all’im-
mersione.
Si parte di buon mattino da Sharm el Sheikh
o da Hurghada e, dopo circa quattro ore di
navigazione, si è sul posto. Chi non c’è mai
stato, viene sopraffatto dai dubbi: vale la
pena un’alzataccia, tutta questa navigazione
- a volte con mare mosso - e il pagamento di
un supplemento, per vedere un relitto?
Con questo interrogativo si prepara la prima
immersione, dopo che il divemaster di turno
ha provveduto a saltare in acqua e, con due
sommozzate velocissime, a fissare le cime
d’ormeggio - una a prua, una a poppa -
direttamente sulle parti del relitto: in gergo,
a fare shamandura. Un preciso briefing pre-
immersione, entrata in acqua e inizio della
discesa, lenta, in fila e tenendosi bene a una
delle due cime. Già pochi metri sotto la
superficie, si apprezza quasi tutta la nave. E’
imponente, tranquilla e inquietante al punto
giusto. La gran parte del Thistlegorm, da
prua fino alla zona dell’esplosione, è in posi-
zione di navigazione. Dove, un tempo, c’era-
no le stive quattro e cinque, oggi c’è solo
un’area disseminata di resti, tra cui molti
proiettili d’artiglieria pesante (alcuni ancora
dentro i contenitori), i due cingolati Bren e
l’albero motore della nave. Poi, la poppa,
adagiata sul fianco sinistro.
Solitamente, la prima immersione è dedica-
ta alla visita della parte esterna, anche perché
il giro prevede il raggiungimento della pro-
fondità maggiore (circa 30 metri). Si può
iniziare con la zona dell’esplosione, per poi
proseguire lungo la chiglia della poppa, fino
alla grande elica. Girando attorno alla
poppa, e risalendo leggermente, si visitano la
In questa pagina alcuni punti del relitto: sopra,
l’interno di una stiva; a lato, uno dei vagoni;
sotto, il grande argano delle ancore di prua
In immersione,girando attornoalla poppa erisalendoleggermente, sipossono osservare i pezzi di artiglieria
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vagoni cisterna e i tender portacarbone.
Ancora, verso poppa, il castello centrale
dove originariamente c’era la plancia di
comando. Il locale, al livello coperta - erro-
neamente conosciuto come “cabina del
comandante” - è l’ultima zona visitata,
prima della risalita.
La seconda immersione è interamente dedi-
cata alla parte interna. Si visitano le tre stive
intatte, dove si passano in rassegna tutti i
mezzi destinati alle truppe di Montgomery.
Camioncini, moto, auto, ali d’aereo, fucili e
un generatore elettrico. Si rimane così affa-
scinati, da non voler più uscire. La guida
ricorda gli obblighi legati al consumo
dell’aria e al tempo d’immersione, riportan-
do tutti verso la shamandura giusta, quella
della propria barca. Risalendo, si guarda
spesso verso il Thistlegorm, ringraziandolo
intimamente per quanto ha saputo conser-
vare nella sua seconda vita. Risalendo, i
dubbi sorti la mattina hanno una risposta:
si, ne vale la pena!
47
sinistra in posizione dentro l’occhio di
cubia. Quella di dritta, invece, è lontana set-
tanta metri, alla fine della sua lunga catena,
nella stessa posizione dove era stata calata
prima del bombardamento.
La parte finale dell’immersione prevede
l’ispezione della coperta, da prua verso
poppa, a favore di corrente. Prima l’argano,
poi, ai lati delle grandi aperture delle stive, i
mitragliatrice e il cannoncino; qui, vale la
pena dare un’occhiata all’interno dei locali
“invasi” da una nuvola di Glassfish.
Si prosegue tornando verso il grosso della
nave e, se la corrente non è eccessiva, ci si
può discostare dal corpo centrale, allonta-
nandosi poco più di venti metri verso sini-
stra, dove giace la parte anteriore di una
locomotiva.
Si pinneggia verso prua, con il profondime-
tro che segna venti metri, costeggiando la
murata sinistra poco sotto la falchetta e
facendo attenzione ai candelieri - levigati dal
mare e, perciò, aguzzi come punteruoli - e
alle lamiere taglienti. A un certo punto,
quando la falchetta sale, è meglio non
seguirla e mantenere la quota perché, pochi
metri più avanti, appare la grande ancora di
Sopra, il troncone poppiero adagiato sul fianco
sinistro; da notare il pezzo d’artiglieria.
A sinistra, la grande prua in assetto di
navigazione si staglia in controluce nel blu
Yann VautrinGiovane fotografo francesenato il 1° aprile 1973specializzato in immaginisubacquee, nel 2003 sitrasferisce a Sharm El Sheikh dove vive e lavora. Le foto in immersione di questoarticolo sono tratte dal suo ricco portfolio.
www.sharmplongee.com
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Come poche altre realtànella progettazionenavale, fin dai suoi inizilo Studio milanese hariversato molte energiee attenzioni sulla ricercae sull’innovazione. Concoraggio e coerenza
di Giulio Biasion
Progetti e progettisti
Designon board
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STUDIO LUCAPROIETTATI
L’intramontabile fascino del legno, del suo
profumo inconfondibile e l’affascinante lavoro
d’un mastro d’ascia, sono state per Luca
Brenta le motivazioni che lo hanno portato,
sin da bambino, ad amare le barche e a proiet-
tarlo tra i progettisti più conosciuti, innovati-
vi e apprezzati nel mondo della vela italiana ed
estera. Dal suo primo progetto del 1977 ai
maxiyacht delle ultime stagioni, il fil rouge che
contraddistingue la sua filosofia progettuale lo
trovate nell’eleganza dei suoi disegni come
nell’alta tecnologia e nei materiali costruttivi.
Oggi lo studio milanese Luca Brenta Design,
al quale si aggiunse come socio Lorenzo
Laurenti Argento nell’88 - fresco di studi al
Southampton Yacht and boat design College -
conta su altri tre professionisti ed è inconfon-
dibile per la pulizia nelle linee di scafo e coper-
ta che contraddistingue le molte, splendide
barche uscite da questo studio.
49
BRENTA NEL FUTURO
Designon board
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per motivi diversi – prosegue Brenta – e quel-
lo che mi piace di più è l’idea di aver sempre
qualcosa di nuovo da disegnare: sono passato
dalle barche da regata a quelle da crociera,
occupandomi molto della parte innovativa.
Poi ci siamo interessati ai dettagli, per render-
li più razionali e leggeri, quindi i piani di
coperta perché fossero meno pericolosi soprat-
tutto sulle barche di certe dimensioni. Siamo
interessati a qualsiasi cosa purché sia qualcosa
di nuovo dove impegnare la testa e cercare
soluzioni nuove e interessanti: questa è la parte
bella del nostro mestiere”.
Nella innovazione dello yachting a vela Luca
Brenta e Lorenzo Argento sanno cogliere
un’occasione unica che viene dallo stimolo di
Luca Bassani: alla fine degli anni ’80,
I’imprenditore-velista commissiona e sostiene
la ricerca per il progetto del primo Wallygator.
Con questo ‘fast cruiser’, capostipite di una
fortunata serie, si apre un nuovo periodo di
ricerca per lo studio milanese che fa della inno-
vazione il suo credo e ciò porta a novità tecni-
che e stilistiche che vengono introdotte in pro-
gress nelle realizzazioni degli ultimi dieci anni.
“Il primo Wallygator che noi disegnammo per
Bassani era uno ‘sloop’ costruito da
Sangermani in cedro rosso e carbonio con una
ricerca interessante: era una barca a disloca-
mento leggero, con albero in carbonio – il
primo costruito in Europa – una costruzione
sofisticata tutta in carbonio anche nella coper-
“Ci siamo trovati sufficientemente impegnati
sempre sulle barche a vela non per una scelta
rigida - è il commento di Brenta - perché trovo
che i clienti di motoscafi siano comunque un
target al momento poco interessante, in quan-
to barche poco tecnologiche. Se ci si muoverà
in una direzione diversa, per esempio ecoso-
stenibile, ci saranno di certo margini di lavoro
maggiori”.
Un lavoro continuo e progressivo, quello di
Luca Brenta, che cresce con la passione dell’ar-
chitetto milanese e del suo socio trentino per
il loro minuzioso lavoro verso la ricerca della
qualità e dell’innovazione; oggi sta lavorando
su barche di serie, un 53 piedi di produzione
per il Cantiere Del Pardo, così come nel seg-
mento ‘fast cruiser’.
“La progettazione mi ha sempre affascinato
A destra, un tratto distintivo del design di
Brenta nel particolare del B38.
Sotto, lo sloop di 122 piedi Ghost.
I progetti
1977 “Babaloo”
1978 “Verazzana”, one tonner
1979 “Babaloo 2”, quarter tonner
1980 “Dinamite”, quarter tonner
1982 “Malù”, 60 piedi
1984 “Camilla”, 50 piedi
1985 “George & Allison”, levell class 30.5
1986 “Marisa”, two tonner
1988 “Vesuvio”, one tonner
1989-90 tre schooner di 32 metri
1990 “Clan Again”, 70 piedi, fast cruiser
1991 “Wallygator “, 82 piedi
1993 “Luja”, 50 piedi
1993 “Boabunda”, 60 piedi
1993-94 “Walligator”, ketch 105 piedi
1996-97 “Wally B”, 106 piedi
1999 “Kenora”, 107 piedi
2000 Maxi Dolphin 65
2002 Imagine, 55 piedi
2004 B38
2004 “Ghost”, 122 piedi
2005 B30
2005 “C-Quadrat”, Tp52
2006 “Silandra”, 76 piedi
2008 B42
51
inventate qualsiasi cosa vi venga in mente’.
Con lui si facevano degli incontri molto pro-
duttivi per studiare innovazioni sempre possi-
bili e, come è stato riconosciuto da tutti, quel-
la è stata la prima barca che ha rotto con il pas-
sato”.
Con i ‘fast cruiser’, data per scontata la capa-
cità tecnica come yacht design, Brenta e
Argento iniziano una serie di ricerche che por-
tano a novità tecniche e stilistiche che faranno
scuola e verranno riprese da molti: nella vela
c’era molto spazio per produrre qualcosa di
nuovo. Interessante poi è l’approccio dato alle
soluzioni del design interno che vede una
interpretazione degli arredi totalmente diversa
dal passato.
“Sottocoperta Wallygator aveva arredi molto
classici, assai più leggeri della media ma dal
look estremamente conservativo. È sulla barca
successiva in cui cominciamo a operare anche
su questi aspetti. Ai tempi si realizzavano imba-
cazioni con interni completamente foderati di
legno, cosa che allontanava dall’idea di essere
su una barca. La nostra proposta fu quella di
lasciar vedere lo scafo e renderlo come parete di
fondo, in modo che si capisse sempre che si era
all’interno di una barca. Gli scafi da corsa
all’interno sono vuoti e con le cuccette
ta, una disposizione di tecnologie con un
passo di innovazione abbastanza forte, dalla
soluzione del tender stivato nello specchio di
poppa apribile a una nuova distribuzione del
piano di coperta con la riduzione e l’automa-
tismo delle manovre. Qualche anno dopo
Bassani ci commissionò un ketch (oggi è il
Narida) e su quella barca ci spronò, dandoci
mano libera: ‘studiate tutto quello che volete,
In alto, l’elegantissimo B60, compendio di una precisa filosofia progettuale.
Sopra, il 50 piedi da regata Luja.
A destra, lo Swan 76 Silandra, un nuovo progetto custom per il celebre cantiere Nautor.
Designonboard
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deve seguire la richiesta generale. Solo dopo
aver visto il nostro lavoro il mercato comincia
a chiedere ciò che proponiamo e il cantiere
arriva inevitabilmente dopo, cerca di fare
qualcosa che sia condiviso dalla maggior parte
del pubblico. Abbiamo lavorato per il GrandSoleil 54 ma anche lì c’è abbastanza poco di
tutto quello che si poteva fare perché il
Cantiere ha recepito solo una parte delle
nostre proposte per paura di perdere i clienti.
Ma è il limite di tutti i cantieri di produzione”.
Luca e Lorenzo accompagnano il cliente dagli
schizzi iniziali alla definizione del progetto,
passando poi alla progettazione sin nei mini-
mi dettagli. E cinque anni fa lo studio arriva a
creare una propria ‘linea’: nel 2004 viene vara-
to il primo esemplare del B38 e al salone di
Genova debutta il marchio B Yacht con lo slo-
gan Is not a racer is not a cruiser it’s a B.
“Lavoriamo per chi ci commissiona i progetti
e poi seguiamo la costruzione, che è l’attività
tipica del progettista. Poi c’è la società B Yacht
che si occupa di costruire e promuovere una
tipologia di barca che è quella dei ‘fast cruiser’
con una gamma dal 30 sino al 60 piedi. Sono
appese; con le barche da crociera abbiamo cer-
cato di far vedere lo scafo e lasciare i mobili più
staccati possibili dallo stesso. E abbiamo creato
dei mobili molto più ricchi di quelli che si
fanno per le barche da regata, utilizzando
materiali quali pelle, ciliegio, essenze, lavoran-
do - cosa nuova - molto sull’illuminazione.
Un’illuminazione notturna con punti luce che
evidenziavano lo stacco tra i mobili e lo scafo,
e una diurna guidata dalla scelta di mettere un
passa uomo che dava luce e senso di profondi-
tà all’interno, creando visuali lunghe. E’ stato
l’elemento che ha creato quel primo interno
innovativo: tutti si sono resi conto che una
barca non doveva essere necessariamente dise-
gnata come succedeva in passato”.
La complessità di queste progettazioni impo-
ne a Luca e Lorenzo, entrambi molto esigenti,
l’assistenza ai cantieri e le prove in mare per
verificare le scelte progettuali. Il Maxi Dolphin65 è il primo progetto pensato per la piccola
serie, con il primo esemplare varato nel 2000.
Molto apprezzato per l’estetica e la comodità,
si dimostra anche veloce in regata. Spesso con
i cantieri che producono in grande serie non è
facile anche per uno studio affermato propor-
re e attuare idee e reali innovazioni, quindi ci
si deve adattare ad ambiti progettuali più tra-
dizionali.
“Il cantiere che produce barche di serie è
molto timoroso rispetto al mercato perché
non può proporre soluzioni di avanguardia e
In alto, Marisa, il plurivittorioso two tonner.
Sopra, il Maxi Dolphin, bello e innovativo.
A destra, il 55 piedi Imagine, in planata.
53
tutte figlie di un prototipo fatto tempo addie-
tro, che si chiamava Stella Filante, con il con-
cetto di portare tutte le innovazioni tecnologi-
che che abbiamo fatto sulle barche grandi su
una barca più piccola, da 40 piedi, mantenen-
do le stesse prestazioni. Con il completo con-
trollo sulle parti idrauliche e su quanto riguar-
da il controllo delle vele, per avere imbarcazio-
ni molto veloci, molto basse sull’acqua, in
modo da trasmettere al timoniere il piacere di
condurre una barca che scatta e che da sensa-
zioni forti, potendola portare più o meno da
solo, con molta felicità. Questa è una parte
della produzione che non si mette in compe-
tizione con l’attività cantieristica ‘normale’ e
che non c’entra niente con i nostri custom”.
Tra queste barche il maggiore della giovane
gamma B Yachts è il nuovo B60 che nasce da
un brief quasi elementare dell’armatore, già
appagato proprietario di un B38: ha chiesto
una barca più grande e adatta alla crociera,
mantenendo intatta la filosofia dell’imbarca-
zione più piccola; design innovativo, ampi
spazi liberi da manovre in pozzetto e grande
attenzione alle prestazioni veliche. La dimen-
sione è stata fissata in 60 piedi per mantenere
l’equilibrio delle proporzioni e un’altezza con-
tenuta della murata, che nei progetti
Sopra, il 106 piedi Wally B in una bella
immagine che esprime tutta la sua potenza.
A sinistra, il B30, il piccolo della serie.
Luca Brenta e Lorenzo Laurenti Argento
Designon board
MA
G
Milanese, 55 anni, sposato con due
figli, l’architetto milanese ama
ancora vivere in mare e non ha
perso la grande passione per la vela. Anzi, è
riuscito a coniugare le necessità lavorative
con la vita in barca, un mix che dimostra
quanto passione e lavoro talvolta possano
ancora convivere.
Il pubblico immagina la vita di un architet-
to nautico divisa tra regate, test in mare, vita
di cantiere dopo aver svolto la fase prelimi-
nare in studio. Ma, quale è la giornata tipo
per un progettista che vive in città, lontano
dal mare, come Luca Brenta?
“Lo studio è a Milano, non lontano da dove
abito: vi giungo con una buona camminata
verso le 8:30. Dedico ancora molto tempo
alla fase progettuale. L’attività esterna ci
obbliga a girare tutta l’Europa e non solo
(Finlandia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, ecc.)
per seguire le costruzioni in tutti i cantieri
con cui lavoriamo; il nostro è uno studio
molto ‘presente’, perché amiamo assistere sin
nei minimi dettagli la costruzione dei nostri
progetti”.
Brenta parla al plurale perché dall’88 inizia a
lavorare con lui Lorenzo Laurenti Argento,
allora giovanissimo trentino, oggi quaranta-
seienne, che diventa socio e parte importan-
te dello studio.
“Il mio avvicinarsi alla nautica - riprende
Brenta - è storia antica e nasce con la passio-
ne di mio padre per le barche a vela. è un
imprenditore che ha fatto la guerra nella
Marina Militare, dove è nato il suo amore
per il mare, che poi mi ha trasmesso.
Quando avevo nove anni realizzammo la
prima barca di famiglia e seguimmo la
costruzione di una barca in legno; la cosa
fantastica era il profumo del legno, in un
cantiere antico dove preparavano il fasciame
per costruire la barca. Lì c’è stato il mio
primo avvicinamento alla parte costruttiva
della nautica. Il connubio tra la navigazione
e la costruzione già mi attraeva molto, così
come l’idea di studiare nuovi sistemi”.
Uno studio all’insegnadell’innovazione
Dopo le prime esperienze familiari, Brenta,
nel 1977, costruisce e vara il suo primo pro-
getto, Babaloo, prima barca italiana realizza-
ta in C-flex, un semilavorato in fibra di vetro
che consente di costruire in composito senza
l’uso dello stampo, tecnologia imparata in
Inghilterra. Per finire e verniciare il Babaloosi appoggia nel cantiere di un artigiano ligu-
re dove impara il disegno esecutivo, l’uso del
legno, i particolari di costruzione, degli
impianti, la normativa. Nel 1980 Brenta
viene conosciuto dal grande pubblico con
Dinamite, quarter tonner in composito con
epossidica e Kevlar, che partecipa a due sta-
gioni di regate internazionali. Due anni
dopo inizia a lavorare su barche di maggiori
dimensioni: progetta il ketch Malù, un 60
piedi in lamellare di mogano rinforzato con
Kevlar, costruito da Crosato, e regata sul two
tonner Smeralda dello Yacht Club Costa
Smeralda.
“All’inizio ho cominciato su barche dedicate
alle regate perché quello è il campo più faci-
le dove misurarsi e dove imparare cosa è una
barca, come la si costruisce; inoltre ti mette
a contatto con tutti gli altri professionisti del
settore. Le regate sono il mezzo migliore per
essere conosciuti: se si fa una barca veloce
l’anno successivo solitamente si ampliano le
possibilità di nuovi progetti. Per le barche da
crociera la gavetta è ancora più lunga”.
Nell’86 ottiene una sponsorizzazione per
disegnare, seguire la costruzione e le regate
di un Admiral’s cupper: Brenta da’ all’opera-
zione un format familiare, chiama intorno a
sè amici e professionisti conosciuti negli
anni di regate; tra questi c’è anche Mauro
Pelaschier che sarà il timoniere. Marisa è il
primo yacht costruito in composito sofisti-
cato, con l’uso di preimpregnati a bassa
temperatura; vanta un incredibile palmares:
è top boat alle regate inshore dell’Admiral’s
cup del 1987 e protagonista di cinque sta-
gioni ad altissimo livello.
“Dopo aver coordinato la squadra italiana
per l’Admiral, il mercato ci ha indirizzato
sulle barche da crociera. Così ci siamo
dedicati a quel segmento, molto importan-
te per uno studio di architettura navale,
iniziando anche a sviluppare la ricerca sugli
interni”.
55
di Brenta è un elemento sempre determinante
per la riuscita della linea estetica della barca.
“Il B60 è per un armatore che voleva una
barca più grande, quindi abbiamo lavorato su
una tipica barca mediterranea con grandi spazi
in coperta, un pozzetto molto ampio e aperto
verso poppa, con due soli winch perché le
manovre potessero essere gestite da un equi-
paggio ridotto. Il progetto degli interni è stato
sviluppato da John Pawson che ha colto l’oc-
casione per declinare il suo stile minimalista,
mantenendo la dominante bianca di scafo e
coperta; per noi era interessante vedere quale
sarebbe stata la sua interpretazione degli inter-
ni. La barca è un nostro progetto, quindi è
estremamente riconoscibile; Pawson ha lavo-
rato sui tipi di materiale, sui disegni e sul colo-
re ma la disposizione generale era quella detta-
ta da noi. Il volume interno ospita un salone
con cucina e carteggio ai lati della scala e un
ampio quadrato; il pavimento in doghe di
larice, trattato a olio bianco, contrasta con le
superfici lucidissime e bianche di pareti e
mobili. Lo stesso tipo di essenza è usata per i
divani e il tavolo, in combinazione con una
variante carbon che conferisce un effetto quasi
grafico nell’uniformità del contesto. Adesso
stiamo facendo un altro B60 che ha anche
tutti gli interni nostri”.
L’attività dello studio procede in molte dire-
zioni, e di recente si sono aggiunti nuovi
impegnativi progetti ideati per altri cantieri e
per una clientela di alto profilo. Ghost è uno
sloop di 122 piedi costruito da Green Marine
per il composito e da Vitters Shipyard
Holland, che ha vinto nel 2005 il Show Boat
Award per lo yacht più innovativo e il Word
Superyacht per il miglior yacht a vela tra i 30
e i 50 metri.
“Extra è l’ultima barca abbastanza innovativa
costruita: si tratta di un 100 piedi varato da
pochissimo, costruito in Francia dal cantiere
CMB. Ci hanno chiesto di sviluppare un con-
cetto del tutto nuovo per la tuga, completa-
mente in vetro, per creare delle trasparenze e
delle sensazioni particolari. Si è studiato molto
sulle vetrature, davvero gigantesche, dal punto
di vista del peso, degli allungamenti con le
temperature, l’incollaggio, ecc. Il vetro oggi è
un materiale interessantissimo che si può
modulare a seconda dei colori, delle opacità, si
può sfruttare per il riscaldamento o il raffred-
damento degli interni. Trattato chimicamente
e stratificato, diventa un materiale estrema-
mente resistente ed è affascinante perché si rie-
scono ad avere delle visuali completamente
diverse all’interno della barca che sembra una
terza dimensione”.
Paikea, lo sloop di 74 piedi da crociera, pensato razionalmente per una conduzione in equipaggio ridotto.
www.lucabrenta.com
Si chiama Diano Crowbridge l’ultimo nato in casa Riva Trigoso,cantiere genovese che fa capo al Gruppo InRizzardi. Caratteristica principale e distintiva dello yacht, lungo F.T. 31,20metri, è il materiale di costruzione: il legno. In totale controtenden-za con il mercato, orientato alla ricerca della tecnologia più estremae dei materiali più all’avanguardia, il Crowbridge è realizzato infat-ti interamente in legno massello e compensato marino di moganolamellare: non c’è traccia di vetroresina. Gli interni delle cinque cabine, una armatoriale a centro nave atutto baglio e quattro per gli ospiti, sono in ciliegio e inframezzatida rivestimenti in pelle blu, tessuti pregiati ed essenze laccate bian-che. L’attenzione alla qualità dei materiali e alla ricercatezza degliinterni non va a discapito dell’affidabilità e delle capacità di naviga-zione: 27 nodi la velocità di crociera (29 quella massima stimata). Altre particolarità del progetto, sviluppato dallo staff del cantierecon lo studio Proship di LaSpezia, sono il portellone poppie-ro apribile e la scala reale sullamurata di dritta.
SY RIELA:prestazionie comfort
Diano Crowbridge: latradizione come novità
È un ketch di 56 metri in allu-minio la 47esima unità dellaflotta Perini Navi.SY Riela, questo il nome delloscafo, è un progetto degliarchitetti navali di casa PeriniNavi in collaborazione con ilneo-zelandese Ron Holland.Questo scafo, il 7° veliero di 56metri varato da Perini Navi,garantisce alte prestazioni veli-che e massimo comfort graziealle sue linee filanti e a undislocamento massimo otti-mizzato a 545 tonnellate.Alluminio anche per i duealberi, maestra e mezzana,rispettivamente di 58,80 e48,26 metri. Carbonio inveceper i boma dotati di avvolgito-re. Gli interni, progettati daldesigner francese Remi Tessier,combinano legni pregiati edessenze più inedite, il tuttoassociato alla ricercatezza nel-l’uso dei pellami.
Vedrà presto la luce la nuovaammiraglia di casa Ferretti, ilCustom Line 124’. Lo scafo,progettato dall’Architetto Gian -ni Zuccon con la collaborazionedi Advanced Yacht Technologydi Ferretti, si propone di rinno-vare la produzione del cantierepur rimanendo fedele alle carat-teristiche che ne hanno decreta-to il successo negli anni.Eleganza, prestazioni e innova-
Custom Line 124’: e Ferretti rilancia
www.inrizzardi.com
Barche&Cantieri
MA
G
www.perininavi.it
zione, sono gli obiettivi indivi-duati nella costruzione del 124’. Novità sia negli esterni, con unsignificativo aumento dellasuperficie vetrata, sia negli inter-ni, dove la ricchezza degli acces-sori si coniuga alla fantasia del-l’armatore che potrà personaliz-zare tutti gli elementi non strut-turali. Ampi spazi caratterizzanoil pozzetto e le cinque cabine:quella armatoriale, a prua, fa
della luminosità un punto diforza grazie alle grandi vetrate amurata ed è suddivisa tra wor-king zone con bagno privato ezona notte, completata da unasala da bagno con servizi e doc-cia doppia separata. Quattro le cabine ospiti nelponte inferiore: due “vip” apoppa con letto matrimoniale edue con letti gemelli verso prua,tutte con bagno privato e illu-minate dalle grandi vetrate.
www.ferretti-yachts.com
La Sunreef ha svelato la sua prossima creazione: il One Fifty.Questo catamarano di 45 metri è stato pensato per una clientelaattenta all’estetica, al design moderno e agli spazi ampi sia incoperta sia in cabina. La ricercatezza delle forme non va comunquea discapito della funzionalità: lo yacht, ispirato dall’evoluzioneminimalista del mercato delle auto di lusso, può ospitare fino a 12persone più 9 membri di equipaggio. Il tutto garantendo sempresensazioni di libertà, indipendenza e relax totale. Da non sottova-lutare la parte inferiore dello scafo, abbastanza capiente da conte-nere sia un tender di discretedimensioni sia moto d’acqua;così come quella superiore,coperta da pannelli solari.
l’ampia zona Fly gli ospitipotranno rilassarsi sull’enormeprendisole poppiero, fare unidromassaggio e distendersi suidivani all’aria aperta, mentre gliamanti del fitness potrannodedicarsi al body building.L’upper deck, il main deck e il
lower deck mantengono le stes-se caratteristiche della zona fly:tavoli da pranzo e bar completidi ogni equipaggiamento, ampisaloni, comode cabine Vip conbagno. Gli spazi di serviziosono separati dalle aree ospiticosì come gli accessi e i passag-
È mega il nuovocatamarano di Sun Reef
www.mondomarine.it
Varati due nuovi yachtin casa Sanlorenzo
Mancapoco alvaro delTOY AÈ in costruzione presso il can-tiere Mondo Marine il TOY A,un 50 metri semi dislocante inlega leggera e alluminio proget-tato da Giorgio Vafiadis. Loscafo, che sarà varato questaestate, è concepito per crocieredi medio e lungo raggio: lacapacità a bordo è di 80.000litri di combustibile e 11.000d’acqua. Le linee semplici efilanti del TOY A creano uneffetto di leggerezza per unoyacht che, a pieno carico, pese-rà oltre 350 tonnellate. La velo-cità, 18 nodi quella di crocierae 20 quella di punta, saràgarantita da una coppia diMTU 12V4000 M90 da2735HP ciascuno. Comodità erelax sono le parole chiave: nel-
Due le novità, varate contemporaneamente, per i cantieriSanlorenzo, da sempre produttori di imbarcazioni realizzate su misura secondo lo stile, le esigenze e le richieste di ogni singolo arma-tore. La prima è il Sanlorenzo 40 Alloy iBoat (nella foto), terzo esem-plare della linea di super yacht veloci in alluminio con scafo plananterealizzata presso la Divisione di Viareggio. Lungo 40 metri e largo 7,90,l’Alloy è caratterizzato dagli elementi distintivi che hanno decretato ilsuccesso della linea: piattaforme abbattibili che creano terrazze sul maree i portelloni che si aprono ad ali di gabbiano. Il secondo yacht varatoè il SL 108 Keep Cool. Progettato e realizzato nella Divisione diAmeglia (La Spezia), questo scafo rappresenta l’ammi raglia del la flottadi motor yacht in vetroresina di tipo flying brid ge (33 metri di lunghezza e 7,40 dilarghezza).
www.sunreef-yachts.com
gi dedicati all’equipaggio nonincrociano mai quelli per gliospiti: anche la riservatezza èun comfort.
www.salorenzoyacht.com
57
Con il 41EU Grand Banks punta ad allargare la propria clientelaattirandola con un prodotto di dimensioni ridotte, adatto a un pub-blico giovane e neofita. Grande facilità di conduzione e punte divelocità fino a 24 nodi rappresentano, infatti, le caratteristiche prin-cipali del 41, la cui classica carena Grand Banks semi dislocante èstata rivisitata per consentire maggiori prestazioni e andature velocicon consumi ridotti e ampia autonomia. La barca, costruita intera-mente per infusione, unisce esterni classici a interni “rivoluzionari” ealtamente tecnologici. Grand Banks ha seguito i gusti americani intermini di lay out sacrificando lospazio della cabina armatorialeper fornire maggior volume allocale di disimpegno.
Il Cruiser 55 è la risposta Bavaria alla crisi dei mercati. Lo scafo, caratterizzato da linee semplici e sobrie,predilige soluzioni e dimensioni innovative: le linee immaginate dalle firme di Farr Yacht Design e BmwGroup Designworks Usa sono pensate per uno scafo economicamente accessibile, di qualità e destinatoa durare nel tempo. Il 55 è sorprendentemente spazioso: in coperta, davanti all’albero, si stende l’ampioponte di prua, mentre il pozzetto dedica lunghe panche all’equipaggio e concede una comoda area alloskipper, caratterizzata da due timoni. Sottocoperta l’abitabilità è favorita dall’aria e dalla luce che afflui-scono attraverso 9 boccaporti e 23 oblò, mentre un gran numero vani di stivaggio rende pratica e ordi-nata la sistemazione del carico. La suite armatoriale è ampia e comoda: le dimensioni della cabina, dellacuccetta, del doppio bagno e del vano armadio, vanno oltre le aspet-tative. La compartimentazione, inoltre, prevede da tre a cinque cabi-ne e fino a quattro bagni. Il Bavaria 55 è equipaggiato con un’unitàDiesel Volvo Penta da 110 cavalli.
Da Bavaria un nuovo 55 piedipensato per la crociera
Grand Banks conquistaun pubblico più giovane
www.grandbanks.it
Barche&Cantieri
MA
G
CantieriSolcio:novitàon-lineDebutta online il nuovo sitoweb dei Cantieri NauticiSolcio (www.solcio.it), impor-tatore esclusivo per l’Italia diSealine e distributore diAbsolute per il nord ovest.Rinnovato completamentenella veste grafica ma anchenella modalità di navigazioneofferta all’utente, il sito rappre-senta una vetrina del mondoSolcio. Due le sezioni in cui è suddivi-so il sito: parco imbarcazionidisponibile, sia per quantoriguarda il nuovo sia per l’usa-to, e sezione news, accessibiledirettamente dall’home-page.L’iniziativa si inserisce nel per-corso intrapreso dal Cantieremirato a implementare l’insie-me dei servizi offerti, con unacomunicazione veloce ed effi-cace nei confronti dei clienti edegli amanti della nautica dadiporto.
www.solcio.it
www.bavaria-yachtbau.com
Si arricchisce e si rinnova lagamma Sessa, nell’ottica dioffrire sempre nuove proposteper clientela. Dopo undici annidi “onorato servizio” il C35,bestseller del cantiere, vienesostituito dal C38. “La nuovaimbarcazione offrirà il migliorrapporto qualità-prezzo conti-nuando a garantire qualità,stile e design, al top”, le paroleusate dal Direttore Marketingdi Sessa Riccardo Radice per
Pedetti Yachts è il nuovo dealerper l’Italia del cantiere turcoEgemar, produttore degliyachts classici “Liberty”.Obiettivo dell’accordo è favori-re l’ulteriore sviluppo nel mer-cato italiano degli scafi prodot-ti da questo cantiere nato nel1983. Engemar, la cui produzione siarticola su una gamma checomprende scafi da 29 a 74piedi, ha riscosso negli ultimianni notevole successo nell’areamediterranea per la cura e laparticolarità con le quali realiz-za le proprie imbarcazioni:caratteristica distintiva delle“Liberty” è lo stile classico ericercato delle linee ma soprat-tutto il grande calore profusodalle ambientazioni interneallestite artigianalmente conlegni pregiati. Oltre ai lobster, il cantiere pro-duce anche un’altra gamma,con modelli che spiccano perl’unicità delle forme retrò.)
Il nuovo 38 piedi di Sessa Marine,rinnova la gamma con stile
Grazie a Pedetti,Egemar è in Italia
www.pedettiyacht.com
annunciare la novità.La C38 mutua alcune caratteri-stiche del C35, anche se l’hardtop con tetto apribile, le linee el’importanza attribuita allaluce attraverso l’utilizzo diampie vetrate, sono caratteri-stiche riprese dall’ammiragliadel cantiere, il C68. I punti di forza del C38 sonol’ottimizzazione degli spazi,che porta ad avere un bagno trai più grandi della sua categoria
annesso a una cabina armato-riale indipendente e una cabinadi poppa dotata di due lettiseparati trasformabili in unmatrimoniale. Le molte vetratee i tanti oblò, poi, consentonodi diminuire le barriere archi-tettoniche e avvicinarsi mag-giormente al mare.
www.sessamarine.com
Mochirispettal’ambienteÈ stato presentato a LignanoSabbiadoro il nuovo e innovati-vo Long Range Mochi Craft,yacht ibrido di oltre 20 metriideato facendo grande attenzio-ne al design, al comfort in navi-gazione e al rispetto dell’am-biente. Due le novità proget-tuali legate a questo yacht: ilsistema di propulsione ibrido“Zero Emission Mode”, chepermette diverse ore di naviga-zione a zero emissioni, e lanuova carena trans-plananteFer.Wey (Ferretti WaveEfficient Yacht), che garantisce
allo yacht grande efficienzaidrodinamica. Queste duecaratteristiche sono valse alLong Range il “Premio perl’Innovazione”al Croatia BoatShow ma, soprattutto, la certi-ficazione “Green Star CleanEnergy e Clean Propulsion”
(Rina), il più severo standard dicertificazione ambientale appli-cabile ad un’imbarcazione dadiporto.
www.mochicraft-yacht.com
Nell’articolo “Cuore america-no, fascino italiano” di GiorgioDe Vecchi, pubblicato sulnumero 1/2009, nella schedatecnica (pag.102), è statoriportato un prezzo non corret-to della barca. Rettifichiamoche il costo reale è di €1.235,000. Ce ne scusiamocon i lettori e con i CantieriNavali Abati Yachts.
Abati 55’Portlanderratacorrige
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La Magnum Marine riprende avarare nuove proposte, guardan-do sempre con attenzione il seg-mento sportivo, di puro diverti-mento e, allo stesso tempo, digrande comfort, oltre che diqualità dei dettagli: con ilnuovo Magnum 70 arriva lavelocità firmata MagnumMarine. Grazie ai due MTUDiesel da 2.400 cavalli ciascunopotrà infatti raggiungere veloci-tà fino ai 70 nodi, ma sempre intotale sicurezza grazie alle ormai
mitiche carene Magnum.Gli interni dello scafo, ideati edisegnati in Italia, prevedono ungrande salone sia sul ponte supe-riore sia sottocoperta. Ogni singolo armatore avràcomunque la possibilità di per-sonalizzare il proprio scafo consoluzioni custom volte a rendereunica ogni imbarcazione.
AdriaYachtsGroup eSeahorse
Lissen Yachts presenta il GrandSturdy 45.9, la nuova ammira-glia della serie “9”. Ampie finestrature nel saloneprincipale e un grande oblò,caratterizzano le linee dell’im-barcazione, che si distinguecomunque per l’elementoimmancabile di ogni Lissen: ilgrande bottazzo che corre lungotutto il profilo. Con i suoi 4metri di larghezza, 2 di altezzainterna e 14.90 di lunghezza, ilGS 45.9 è perfetto per le lunghenavigazioni. La motorizzazione è uno dei
suoi punti di forza: due VolvoPenta diesel D3-110 da 110cavalli a 3.000 giri, assicuranoancor più comodità e sicurezzaal crescente pubblico delMediterraneo. Sottocoperta, seiposti letto e una cabina realizza-ta per l’armatore che, oltre albagno privato con box docciaseparata, può disporre diun’enorme cabina armadio conrelativo oblò.
Lissen alla conquista delMediterraneo
Prosegue il progetto dellaSeahorse International di svilup-po della rete commerciale adria-tica. La società, infatti, ha appe-na stipulato con Adria YachtsGroup, dopo due anni di colla-borazione, un accordo per ladistribuzione delle barche delGruppo Sarnico e Cigarettenelle regioni Marche ed EmiliaRomagna. L’esperienza e il radi-camento nel territorio di AdriaYachts, attiva nel settore dal1970, consentiranno di offrire atutti gli armatori Cigarette eSarnico una serie di servizi inqualunque località adriatica:rimessaggio, alaggio e varo, offi-cina meccanica, manutenzione eriparazione, controllo, revisionee installazione impianti, refit-ting e intermediazione.
È stato ultimato il progettodella nuova ammiraglia deiCantieri Navali di Pesaro. Lo studio Hydro Tec dell’inge-gner Sergio Tutolo, infatti, hapartorito le nuove forme delNaumachos 105, scafo dislo-cante di 32,50 metri realizzatoin acciaio e sovrastruttura inalluminio. L’imbarcazione, che con i suoiesterni originali da navetta oldstyle ricorda più le navi mercan-tili o i rimorchiatori che gliyacht moderni, come le prece-denti della serie risponde a esi-genze precise: massima sicurezzain ogni condizione meteo mari-na, grandissima autonomia edesign pensato per assecondarelunghe navigazioni.
Naumachos:un 105 per ognicondizione
www.sea-horse.it www.cnp.it
Barche&Cantieri
MA
G
www.lynssenyachts.com
Un nuovo 70 piedi daMagnum Marine
www.magnummarine.com
Yacht Controller Evo
YACHT CONTROLLER EVO
EBOX
EPANEL
SUPERVISOR
EVISUAL
Il nuovo Hinckley Pic Nic Boat37 è una barca gestibile e di faci-le utilizzo. La maggiore differen-za con il modello immesso sulmercato americano è la doppiamotorizzazione Diesel Volvo da300 cavalli. Oltre alla classicacarena Hinckley a V profonda
La bellezza dell’old stylein questo 37 piedi
È previsto nel 2010 il varo del575, la nuova barca a vela conpropulsione ibrida di FranchiniYachts. Lo scafo, ideato per lanavigazione nelle aree protette eper il minimo impatto acusticoe inquinante nelle manovre inporto, può vantare un sistema dipropulsione ibrido termico/elet-trico con gestione completa-mente automatizzata e autono-mia elettrica di oltre 5 ore. Loscafo è firmato da GiovanniCeccarelli, la cui esperienza diAmerica’s Cup gli ha permessodi sfuttare le migliori attrezzatu-re a disposizione per la naviga-zione a vela: dall’albero in car-bonio “autoportante” al fioccoautovirante.
Franchini apropulsioneibrida
www.franchiniyachts.it
realizzata in Carbon-Kevlar, chegarantisce stabilità e pocopescaggio, e alla propulsioneidrogetto governabile tramite ilJetStick, questo 37 piedi sidistingue per le innovazioni didesign del pozzetto e degli inter-ni. Proprio il pozzetto, infatti, è
proposto con due divani e tavo-lo da pranzo, due sedute ergo-nomiche per pilota e copilota ela plancia completa di ogni stru-mento utile per la navigazione.Sotto coperta troviamo unacabina di prua con letto a V,cucina accessoriata e bagnocompleto.
www.hinckleyyachts.com
ormeggioperfetto
Yacht Controller EvoYacht Controller Evo
YACHT CONTROLLER EVOYACHT CONTROLLER EVONuovo design per l’evoluzione
del radiocomando Yacht Controller. Resistente agli urti,
impermeabile e galleggiante. Veloce da installare.
EBOXEBOXComputers a rangeindustriale (utilizzoda - 20 a + 60°).Senza ventole diraffreddamento,compatti, silenziosi.
EPANELEPANELComputers Ebox e schermo LCD coloreintegrati in unaunica soluzione.Da 6.4’’ a 17’’.
SUPERVISORSUPERVISORIl controllo totaledella tua barca, localeo remoto via Interneto SMS, integrabilecon tutti i computers Yacht Controller.
EVISUALEVISUALMonitor LCD TFTad alta luminositàdisponibili in diversi formati da 12”,15”, 17” e 19”
Per informazioni: Tel. +39 0184 501688www.yachtcontroller.it
European Patent EP 1 544 097 B1
US Patent N° 7.104.212 B2
Worldwide Patented
Abbiamo provato
simultaneamente due
barche dello stesso
cantiere, differenti in
misure e potenze: la
scelta dipende solo
dalle esigenze personali
di Giorgio De Vecchi
Il signor Rossi aveva preso la decisione: non
sarebbe restato un’altra estate a grigliarsi sulla
spiaggia, quest’anno avrebbe comperato una
barchetta! Anche sua moglie e i suoi due figli
erano d’accordo e, dopo qualche mese passa-
to sui cataloghi e qualche visita ai saloni nau-
tici, una scelta era stata fatta: avrebbe acqui-
stato una delle barche commercializzate da
Yamaha in “package” con i suoi motori.
Si tratta della serie Cap Camarat prodotta da
Jeanneau. Rossi era stato convinto dalla serie-
tà e dalla notorietà dei due marchi. Il fatto
che il motore fosse montato direttamente
dalla Yamaha gli garantiva il suo corretto
posizionamento, aspetto trascurato da molti
ma fondamentale per la corretta navigazione.
Quale modello scegliere? Il Cap Camarat 505
con il motore F 40D da 40 cavalli, quindi
senza patente, o il 555 spinta dal potente
F100, che però necessita della patente?
Immaginiamo di essere nei panni dell’acqui-
rente tipo e vediamo come sono queste bar-
che: si tratta di due natanti (questa la deno-
minazione corretta dal punto di vista della
classificazione), pensati proprio per l’utilizzo
familiare, con i quali è possibile dedicarsi a
Camarat 505 vs Camarat
A ognuno
Barche
MA
G
63
molte attività: dalla semplice balneazione allo
sci d’acqua (serve la patente per questo, indi-
pendentemente dalla potenza del motore)
passando per la pesca.
Costruite in vetroresina da Jeanneau - uno dei
più grandi produttori al mondo di imbarca-
zioni - sono, come detto, commercializzate in
“package” da Yamaha con i suoi motori fuori-
bordo a 4 tempi.
La realizzazione è piuttosto curata pur trat-
tandosi di un prodotto industriale: non si
possono certo pretendere rifiniture di lusso
ma quel che c’è, e non è poco, è ben realizza-
to. Lo spirito pratico che caratterizza le barche
francesi si nota in tutta una serie di particola-
ri, come per esempio il tientibene intorno al
parabrezza, oppure il pulpito di prua aperto
per agevolare la manovra con l’ancora e,
opportuna soluzione per prevenire urti del
motore fuoribordo contro la banchina, l’or-
meggio di prua.
Il Cap Camarat 555, è caratterizzato da un
grande prendisole a prua, rivestito con dei
comodi cuscini, e da una console centrale
nella quale è stato ricavato un ampio gavone
per riporre attrezzature ed effetti personali.
Per il pilota e un passeggero sono previste due
poltrone, regolabili in altezza e longitudinal-
mente, come quelle delle automobili,
In apertura, i due Cap Camarat protagonisti di
questa prova comparativa: simili in dimensioni,
una volta in acqua denotano differenti attitudini
Yamaha non ha bisogno di presentazioni:marchio noto per le due ruote, lo è menonel settore dei motori marini. Infatti, pochisanno che è attivo nel settore dei fuoribor-do già dal 1960 e che ha raggiunto posizio-ni leader di mercato. La vasta serie deimotori fuoribordo spazia da quelli piccolielettrici al potentissimo F350 quattro tempi.Jeanneau è uno dei maggiori produttorieuropei di imbarcazioni e natanti, a vela e amotore. Il marchio, molto conosciuto, ènato nel 1957 e, da qualche anno, fa partedel Gruppo Beneteau. La cooperazione tra i due marchi per lasinergica commercializzazione dei rispetti-vi prodotti è partita in Italia all’inizio di que-st’anno.
555
il suo
IL CANTIERE
e persino ruotabili di 180° per creare uno spa-
zio conviviale con gli altri passeggeri che pos-
sono trovare spazio sul divanetto di poppa.
La posizione del pilota è a destra della conso-
le di guida ed è comoda sia da seduto sia in
piedi; inoltre, è possibile arretrare opportuna-
mente la poltroncina di guida per avere più
spazio a disposizione.
Sullo specchio di poppa, a sinistra, è stata
sistemata una scaletta per la risalita dall’ac-
qua; mentre, a testimoniare la poliedricità di
questa barca; due porta canne per la traina
sono stati ricavati, uno per lato, in ciascuna
murata. Come di consueto è possibile avere
un tendalino per ripararsi dal sole.
Il motore Yamaha da 100 cavalli con cui è
offerto il Cap Camarat 555, è silenzioso e
spinge la barca a oltre 30 nodi con un regime
di 5800 giri, consentendo l’entrata in planata
in circa 5 secondi: un ottimo risultato, se con-
sideriamo che si abbina a un consumo conte-
nuto. Questi nuovi motori 4 tempi non sono
più come i fuoribordo di una volta, e se la
manutenzione a causa dell’elettronica presen-
te non è alla portata dell’utente comune, è
pur vero che ripagano per la notevole affida-
bilità e i consumi ridotti, qualità sconosciute
ai fuoribordo di qualche lustro fa.
La più piccola delle due, il Cap Camarat 505,
viene proposta in package con il motore da
40 cavalli che può essere condotto anche
senza patente. Questo motore ci ha davvero
sorpreso per le qualità che riesce a esprimere
in abbinamento con questa barchetta: è
veloce - circa 24 nodi di massima (a 5700
giri) - entra in planata in poco più di 5
secondi ed è molto silenzioso. Durante la
prova, nonostante la massiccia corporatura
delle tre persone a bordo, non ci siamo mai
trovati in difficoltà per carenza di potenza.
Lo spazio a bordo è minore rispetto all’altro
modello ma sufficiente per gli scopi familia-
ri che la barca si prefigge soddisfare. Il pilo-
ta e un passeggero, sono accolti su un diva-
netto con schienale mobile che consente il
suo utilizzo anche come seduta rivolta a
poppavia in contrapposizione all’altra pan-
chetta di poppa per gli ospiti, ottenendo così
un piccolo angolo di conversazione.
Davanti alla consolle di guida è ricavata
un’altra seduta, collegabile con la cuscineria
di prua in modo da ottenere un comodo
prendisole: lo spazio che così si crea è suffi-
ciente per accogliere sdraiate due persone
che, però, accettino di stare a stretto contat-
to tra loro. Non dimentichiamo, infatti, che
siamo su uno scafo di soli 5 metri! A prua e
a poppa ci sono alcuni gavoni per riporre
effetti personali e attrezzature per la naviga-
zione. In optional, su entrambe le barche, è
offerta la possibilità di montare un tavolino
per poter pranzare. Curiosamente, e in con-
trasto con quanto fatto per il modello più
grande, per il Cap Camarat 505 non è pre-
visto il tendalino per ripararsi dal sole: natu-
ralmente, per ovviare a tale mancanza, qual-
siasi modello universale può essere facilmen-
te adattato.
I due Cap Camarat sono disponibili, senza
sovraprezzo, sia in bianco sia nella versione
Style con la carena color sabbia.
Anche se piccolo il Cap Camarat 505 riserva
un buon comfort in navigazione e dotazioni al
di sopra della media del segmento
SCHEDA TECNICA CAP CAMARAT 505
Materiale di costruzione: VTR
Lunghezza f.t.: m. 5,05
Larghezza max: m. 2,12
Pescaggio: m. 0,30
Dislocamento: kg. 550 (senza motore)
Serbatoio carburante: l. 60
Motore: fuoribordo Yamaha 40D da cv. 40
Velocità: massima 24 nodi
Portata persone: 5
Progetto: Jeanneau Design
Categoria CE: C (in corso)
Cantiere: Jeanneau
Prezzo: € 15.690 + IVA
Barche
MA
G
65
vonamenti; mai troppo marcato, penalizzante
per le prestazioni velocistiche. In virata il
comportamento è sicuro, l’inclinazione late-
rale contenuta, la derapata della poppa molto
limitata. Come è giusto che sia e secondo le
nostre aspettative, il Cap Camarat 555, grazie
alle maggiori dimensioni e alla superiore
potenza disponibile, permette una navigazio-
ne più sportiva e più accattivante.
Ci ha sorpreso, invece, il modello più piccolo
dei due, il 505, il cui motore è davvero ben
dimensionato e brillante, palesando presta-
zioni insospettabili. Intendiamoci, non si
tratta di un racer: stiamo parlando di una bar-
chetta familiare, ma di qualità e sostanza.
Se fossimo il signor Rossi saremmo in grave
imbarazzo nello scegliere e non escluderem-
mo affatto di optare per la più piccola. La
discriminante sta probabilmente nell’uso
che si intende farne. Se non ci sono mete da
raggiungere che richiedano un po’ di naviga-
zione, e si desidera solo andare a fare il
bagno nella caletta vicina, allora va benissi-
mo anche la più piccola; volendo spingersi
un po’ più lontano, magari avendo a bordo
un adulto in più o qualche attrezzatura da
pesca, le dimensioni del Cap Camarat 555 e
la potenza dello Yamaha F100, risultano
molto più soddisfacenti.
In mareLe ottime condizioni atmosferiche che abbia-
mo trovato durante la nostra prova hanno
consentito di testare al meglio le prestazioni
dei motori, mentre per il passo sull’onda e
per la tenuta di mare abbiamo invece dovuto
industriarci, creando noi stessi un po’ di onda
con le due barche e andando a cercare la scia
di imbarcazioni di taglia superiore. Il risulta-
to è stato positivo per entrambe i modelli;
certo le dimensioni contano, e nell’affrontare
onde di una certa dimensione occorre un po’
d’esperienza; ma, il passo è sicuro. L’assetto è
equilibrato, cabrato al punto giusto: sufficien-
te a tenere la prua lontana da potenziali inga-
SCHEDA TECNICA CAP CAMARAT 555
Materiale di costruzione: VTR
Lunghezza f.t.: m. 5,43
Larghezza max: m. 2,36
Pescaggio: m. 0,30
Dislocamento: kg. 720 (senza motore)
Serbatoio carburante: l. 100
Motore: fuoribordo Yamaha F100 da cv. 100
Velocità: massima 24 nodi
Portata persone: 6
Progetto: Jeanneau Design - Garroni
Categoria CE: C
Cantiere: Jeanneau
Prezzo: € 21.390 + IVA
Tra le doti del Cap Camarat 555, sedute da
sportiva di razza e assetti molto buoni, nelle
foto di questa pagina riprese durante la prova
In sintesi...Due barche dedicate alle famiglie, ben realizzate e con soluzioni pratiche,
non prive - soprattutto nella verione Style - di una loro eleganza. Le
motorizzazioni proposte sono bene assortite ed esaltano le qualità degli
scafi. Potenti quanto basta e veloci quanto serve, hanno una buona tenuta
di mare e consumi contenuti. Per la navigazione sottocosta sono una scelta
anticrisi: i prezzi contenuti e i marchi noti, sono garanzia di un buon affare. www.yamaha-motor.it
Un coupé minimalista,
tecnicamente avanzato
e ricco di soluzioni
interessanti
e confortevoli:
una barca per tutte
le stagioni
Barche
MA
G
Ama certamente il lusso e le cose ben fatte il
potenziale armatore di questa barca, ma non
l’appariscenza fine a se stessa. Si tratta proba-
bilmente di un giovane (ma l’età anagrafica
conta davvero?) che desidera vivere a contatto
con l’aria aperta e il mare, ma sa che questo
non è sempre possibile. Dovrebbe essere una
persona aperta anche mentalmente e certa-
mente appassionata alle nuove tecnologie.
Delineato il profilo del potenziale armatore,
adesso andiamo a scoprire quale è la barca che
ci ha fatto venire in mente un siffatto indivi-
duo: il Sealine SC 47 uno sport coupé costrui-
to in Gran Bretagna e importato in Italia dai
cantieri Solcio.
Linee sobrie e cuore hi-tecLa tipologia di barca non è nuova, essendo i
coupè nati già da un po’: scafi sportivi, con
chiare origini dagli open, ma con un confort
maggiore rispetto a questi ultimi dato dalla
possibilità di una buona protezione da sole,
vento e spruzzi d’acqua. L’SC 47 è un’ottima
interpretazione di questa impostazione.
Grazie al tettuccio in tela ad apertura elettrica,
il cockpit si trasforma velocemente in un
open, fruendo anche delle grandi superfici
vetrate e del parabrezza panoramico: la sensa-
zione che si prova è proprio quella di stare
all’aria aperta. L’idea non è originale ma la rea-
lizzazione è molto curata e il design comples-
sivo estremamente gradevole, elegante ed
essenziale.
Appena saliti a bordo ci si trova in un ampio
pozzetto: a sinistra un divano a L con un tavo-
lo e di fronte un altro divano la cui forma
di Giorgio De Vecchi
Sealine SC 47
English
67
richiama una “chaise longue”, accolgono gli
ospiti; questa è l’area che scoprendosi diventa
open. Un po’ più verso prua, a destra, trovia-
mo un mobile che contiene una seconda cuci-
na (quella principale è sottocoperta) e un
lavello, che fa da sponda alla seduta per due
persone dedicata al pilota; sulla sinistra invece
un altro divano proprio fino alla base del gran-
de parabrezza panoramico. Già al primo
approccio si nota la ricerca di uno stile moder-
no e sobrio. I colori caldi e chiari delle tappez-
zerie si accordano molto bene con il teak dei
tavoli e di alcune finiture e con il bianco della
gelcoat a vista. La luce è tantissima, come se
fossimo all’aria aperta ma, vantaggio non
trascurabile rispetto agli open, qui è dosabile
con adeguate aperture del tettuccio e con le
tende laterali.
Anche gli interni seguono canoni di eleganza
ed essenzialità, a noi cari, ma siamo consci che
a qualcuno potrebbero sembrare eccessiva-
mente minimalisti: a tal proposito, il Cantiere
ha in mente di offrire un luxury pack volto ad
arricchire le dotazioni. A nostro parere è già
sufficientemente ricca la versione basic.
Proprio a voler essere pignoli, alcune finiture
(ma, l’esemplare provato è uno dei primissimi)
potrebbero essere migliorate in determinati
punti. Le tonalità di colore e le essenze usate,
sono calde e piacevoli. Accedendo sottocoper-
ta dal passaggio centrale la sensazione di
“minimalismo” si accentua ancora di più. Le
pareti candide fanno risaltare la linea essenzia-
le dei mobili in teak della dinette: anche qui le
tonalità calde si fondono bene fra loro crean-
do un ambiente molto elegante e funzionale.
Quest’ambiente è caratterizzato dalla cucina
lungo la murata sinistra e da un divano a C
con un tavolo apribile sulla destra.
Gli spazi di stivaggio sono buoni ma legger-
mente condizionati dal design che ne limita i
volumi rispetto alle potenzialità. D’altronde,
lo stile richiede a volte un piccolo tributo.
La luminosità (anche qui esaltata dai colori e
dal tratto essenziale) è molto buona.
Verso prua incontriamo la cabina ospiti, con
l’elegante bagno, accessibile anche dalla dinet-
te. Il letto di questa cabina è paragonabile a
quelli domestici; lo spazio non manca certo
con due armadi e numerosi stipetti, in cui
riporre vestiti e oggetti personali. Anche qui
mobilio in teak, tappezzerie nei colori natura-
li e luce in abbondanza. Il bagno è funziona-
le, soprattutto per il vano doccia separato ricco
di una seduta che richiama un locale di una
Spa. L’armatore è alloggiato in una cabina
matrimoniale a poppa, il cui accesso è laterale
alla scaletta che conduce sottocoperta dal poz-
zetto. Si tratta di una vera e propria camera,
regolare nella forma e ben illuminata da due
coppie di oblò laterali. Lo spazio a disposizio-
ne è molto e ben organizzato: basti pensare
che il letto è un vero “king size” e che sono
stati previsti due particolari per i com-
Ottime doti di navigazione, eleganza e comfort:
questo il breve compendio di una barca che ci
ha ben impressionato
IL CANTIERE
Sealine è stata fondata nel 1972 aKidderminster, ed è attualmente uno deipiù importanti costruttori europei di bar-che di lusso, con una produzione di oltre300 unità l’anno. La gamma propostainclude 15 differenti modelli, compresi tra i25 e i 60 piedi: dalle sport boat ai flyin-gbridge cruiser, fino ai luxury motor yacht.Per questo sono impiegati oltre 500 dipen-denti. Sealine segue, infatti, internamenteogni step della realizzazione, dal disegnoal prodotto finito. Il Cantiere anglosassonein Italia è rappresentato dai CantieriNautici Solcio, nome storico della nauticaitaliana, con base appunto a Solcio diLesa (No) sul lago Maggiore.www.solcio.it
style
ponenti della coppia armatoriale: per lui una
comoda “chaise longue” dove rilassarsi magari
a leggere con un po’ di privacy; per lei una toi-
lette estraibile con specchio e scomparti per
cosmetici e gioie. Il bagno è esclusivo per que-
sta cabina, spazioso come si conviene e
anch’esso con box doccia separato.
È possibile, volendo in futuro, realizzare una
terza cabina con pareti amovibili per sfruttare
ulteriormente la dinette. Non è prevista la
cabina del marinaio: è una scelta dettata dalle
dimensioni, dalla razionalizzazione dello
spazio interno e, non ultimo, dal tipo di
propulsione.
Sotto il profilo tecnico il Sealine SC47 offre
molto: infatti, si tratta della prima barca pro-
gettata direttamente sul sistema Zeus, che pre-
vede la propulsione affidata a due piedi (spin-
genti) nella parte poppiera inferiore della care-
na. Fin qui nulla di particolarmente nuovo: la
novità è che questi piedi possono eseguire una
serie di movimenti, indipendentemente uno
dall’altro, tali da consentire alla barca di muo-
versi lateralmente, di ruotare su se stessa e di
eseguire evoluzioni altrimenti possibili solo
con eliche di manovra a prua e a poppa. Il
tutto con un controllo tramite joystick.
La carena dell’SC47 è stata ottimizzata pro-
prio per poter ospitare il sistema Zeus. Il dise-
gno richiama quello già in uso per gli altri
modelli della gamma, una V pronunciata con
pattini di sostentamento laterali.
Zeus: un asso nella manicaSe c’è una barca facile da condurre questa è
sicuramente l’SC47, grazie al sistema Zeus.
Chiunque ha mai usato un joystick per un
videogame è immediatamente in grado di
controllare il movimento della barca; chi
non ha questa pratica, è in grado di acquisir-
la nei primi cinque minuti di uso.
La barca si sposta lateralmente, ruota su se
stessa, mantiene la posizione (grazie a una
interfaccia con il GPS), arretra, avanza, con
una semplicità disarmante. Il tutto è ottenu-
L’elegante e arioso cockpit del SC47.
A sinistra, il bagno della cabina di prua, con il vano doccia ampio e separato
SCHEDA TECNICA
Materiale di costruzione: VTR
Lunghezza f.t.: m. 14,30
Larghezza max: m. 4,48
Pescaggio: m. 1,11
Dislocamento: kg. 14.000
Riserva carburante: l. 1.500
Serbatoio acqua: l. 505
Motori: 2x Cummins MerCruiser Diesel
Potenza complessiva: cv. 960 (QSB 5.9)
Propulsione: piedi, sistema Zeus
Velocità crociera: 24 nodi
Portata persone: 12
Posti letto: 4
Progetto: Sealine
Categoria CE: A
Cantiere: Sealine (importatore Solcio)
Prezzo: € 520.000 + IVA
Barche
MA
G
69
La navigazione è piacevoleNonostante la poppa aperta e il tettuccio
parzialmente scoperto, in pozzetto si chiac-
chiera piacevolmente e senza sforzo: non ci
sono fastidiosi vortici d’aria e solo un legge-
ro pulviscolo d’acqua raggiunge l’estrema
poppa.
Prendiamo velocità e testiamo fino a dove si
può spingere. Con 6 persone a bordo, serba-
toi al 50% e la carena mediamente pulita,
arriviamo a superare di poco 34 nodi: un
risultato apprezzabile anche perché la poten-
za disponibile non è esagerata. E’ quella che
serve: di più significherebbe aumentare inu-
tilmente i consumi e inquinare tanto.
Il passo sull’onda è sicuro e preciso, senza
colpi secchi. In virata la barca ha un’inclina-
zione laterale modesta e una derapata prati-
camente nulla; anche in questo frangente la
trasmissione Zeus fa evidentemente il suo
lavoro. A regime di crociera ci stabiliziamo a
circa 24 nodi, velocità che consente di arri-
vare ovunque in tempi ragionevoli.
to senza l’uso di elica di prua, ma con un
geniale e innovativo sistema elettronico e
idraulico che muove indipendentemente
ciascun piede dei motori, controlla l’inseri-
mento della marcia avanti e di quella indie-
tro e dosa la potenza erogata, combinando
tutti gli effetti per ottenere il risultato volu-
to. Il sistema è dotato anche di un riduttore
di potenza che rende la manovra del joystick
Zeus più facile e i movimenti della barca più
dolci. Potendo contare sulla piena potenza
dei due motori, Zeus non viene messo in
crisi neppure da vento laterale molto forte.
Convinti da questo sistema, che già conosce-
vamo in un’altra versione, prendiamo subi-
to i comandi. In una decina di secondi rag-
giungiamo la planata: l’assetto si trova molto
facilmente ed è stabile, mentre il rumore che
percepiamo è contenuto, sia in pozzetto sia
sottocoperta. Si prospetta una gradevole
giornata.
Sopra, parte della dinette e lo scorcio della
cabina di prua.
A sinistra, il letto della cabina armatoriale
www.sealine.com
In sintesi...L’ SC47 è una barca adatta a chi desidera stare a contatto con il mare e
l’aria aperta e desidera farlo in tutte le stagioni. Un’imbarcazione ben
realizzata, comoda, elegante e facile da condurre. Le linee minimaliste
potrebbero non incontrare il gusto di qualcuno ma, di sicuro, non è una
barca che passa inosservata. Il marchio è noto e mantiene il suo valore e,
infine, il prezzo è in linea con le migliori realizzazioni del settore.
Nell’ultimo periodo c’è stata una sorta di
riscoperta della barca a vela d’impostazione
sportiva. Dopo gli anni ’80, caratterizzati
più da un afflato crocieristico, l’aspetto spor-
tivo viene preso in considerazione da una
discreta parte di utenti, vuoi per l’effetto
Moro di Venezia e Luna Rossa, vuoi per il
convolgimento virtuale a grandi regate ocea-
niche come la Volvo Ocean Race.
E proprio alle barche oceaniche di 50 e 60
piedi si è ispirato il progettista Marc
Lombard nel disegnare questo RM 1200,
grazie anche all’esperienza maturata in anni
di progettazione espresamente rivolta a
imbarcazioni da grandi regate in oceano.
Sono molti gli elementi che denunciano
chiaramente l’ispirazione e l’attitudine di
questo dodici metri: da alcuni particolari,
alle linee in generale; dalla carena larga, leg-
gera e potente allo stesso tempo, alla posizio-
ne arretrata del baglio massimo.
Semplice e razionaleAnche la costruzione, leggera ma robustissi-
ma, è tipica di quelle barche destinate a esse-
re sottoposte a sollecitazioni molto impegna-
tive. Lo scafo a triplo spigolo è, infatti, realiz-
zato in compensato marino impregnato con
resina epossidica, garanzia di una rigidità tor-
sionale e una robustezza, maggiori della tra-
dizionale costruzione in fibra di vetro/resina
poliestere. È persino previsto come optional,
per chi desidera andare alle estreme latitudi-
ni, un rinforzo della chiglia in Kevlar per
resistere meglio agli urti contro i growler (i
ghiacci sommersi). Il bulbo può essere sia
singolo sia doppio, mentre la timoneria pre-
vede la configurazione a doppia pala sempre
comandate da una barra di tipo sportivo.
Naturalmente, il pescaggio è maggiore con la
versione a chiglia singola, raggiungendo i 2
metri e 20 centimetri.
Il design della coperta è coerente alle linee spi-
golose della carena e prevede una tuga abba-
stanza rialzata in modo da creare un efficace
riparo al pozzetto. In linea con l’attuale ten-
denza che vuole le barche a vela con interni
luminosi e ariosi, la tuga così pronunciata ha
consentito l’utilizzo di ampie finestrature e
ampi volumi sottocoperta; inoltre, le grandi
aperture laterali contribuiscono ad alleggerire
In mare, veloci e sicuri
in qualsiasi condizione.
Dalla Francia, terra
di grandi navigatori
oceanici, questo 40
piedi che merita
la nostra attenzione
RM 1200
di Luigi Cismon
Barche
MA
G
Una bella immagine al giardinetto dell’RM 1200, che denota le proporzioni di scafo e tuga.
A lato, la vista dello specchio di poppa consente di apprezzare le linee a spigolo dello scafo
L’essenziale
71
le linee a una vista esterna d’insieme.
Tutto in questa barca è pensato per una razio-
nale vita di bordo e una grande facilità di con-
dotta in navigazione, con un occhio sempre
rivolto alle prestazioni. Le manovre sono tutte
rinviate in pozzetto, in posizioni che tengono
conto dell’ergonomia e della praticità d’inter-
vento; i passaggi verso prua sono comodi e, tra
tientibene e draglie, non mancano gli appigli
per muoversi in sicurezza anche a barca sban-
data. Alcuni particolari come le tasche predi-
sposte per raccogliere drizze e cordame vario,
denotano la volontà di avere tutto in ordine.
Il trasto della randa è posizionato dietro l’asse
del timone lontano da possibili incattivamen-
ti: con una serie di rinvii e regolazioni paran-
cate è facilmente azionabile dal timoniere
nella sua posizione naturale.
Il generoso piano velico prevede un armo a
cutter - a doppio strallo di prua con fiocco e
trinchetta - che consente grande duttilità di
regolazione e adattamento alle diffe-
IL CANTIERE
Situato a Perigny nei pressi di La Rochelle,la RM Yachts è un cantiere totalmentededicato al concetto di navigazione ocea-nica veloce. I quattro modelli che producel’RM880, RM1050, RM1200 e l’ammiragliaRM1350, sono tutti improntati ai medesimiconcetti costruttivi e di utilizzo.Pur essendo imbarcazioni particolarihanno, specialmente oltralpe, un vastopubblico di estimatori e l’RM1050, il primoprodotto della gamma, ha raggiunto i 100esemplari prodotti in dieci anni.
della vela
renti condizioni del vento. Il gennaker può
essere all’occorrenza murato sul musone del-
l’ancora.
SottocopertaCi aspettavamo di
trovare locali e fini-
ture molto spartane.
È stata una felice
sorpresa, invece,
constatare interni si
semplici ma confortevoli e stilisticamente ele-
ganti: una piacevole tonalità ghiaccio degli
arredi e delle paratie interne, contornate da
profili e pavimento in teak e tappezzerie blu,
richiamano alla mente le case sulle coste
atlantiche. Anche qui le esigenze della naviga-
zione d’altura sono state tenute in gran conto
e alcuni soluzioni lo dimostrano. Come la
bella piastra in acciaio mandorlato che pro-
tegge il calpestio del tavolo da carteggio; il
tavolo stesso, che ha dimensioni tali da rende-
re possibile un vero carteggio; oppure l’arma-
dio delle cerate in bagno, di notevoli dimen-
sioni; o il water, utilizzabile confortevolmen-
te anche a barca sbandata.
Il layout è classico, ma realizzato con cura e
votato alla praticità: una cabina di poppa sulla
sinistra e il bagno sulla destra; in dinette la
cucina a sinistra e il carteggio al suo opposto,
più a pruavia il quadrato; infine a prua la cabi-
na armatoriale.
Sfruttando i grandi volumi, a poppavia della
toilette è stato predisposto un pratico locale
tecnico, da utilizzare per lo stivaggio e
per ospitare gli impianti o
una piccola officina
di bordo.
Sono qui sistemati i
serbatoi del carburante, rea-
lizzati in materiale plastico trasparen-
In queste pagina, due immagini del grande pozzetto autosvuotante studiato con razionalità, più
quella della bella cucina posta ai piedi della scala d’ingresso
Barche
MA
G
SCHEDA TECNICA
Materiale costruzione: composito
compensato marino/resina epossidica
Lunghezza f.t.: m. 11,99
Lungh. al galleggiamento: m. 11,43
Larghezza max: m. 4,22
Pescaggio: m. 2,20 monochiglia; 1,80 bichiglia
Dislocamento: kg. 7.800
Zavorra: kg. 2.600
Armamento: cutter
Sup. velica (randa+genoa): mq. 92,5
Motore: cv 40
Riserva carburante: l. 150
Serbatoio acqua: l. 600
Portata persone: 10
Posti letto: 6/8
Categoria CE: A
Progettista: Marc Lombard
Cantiere: RM Yachts (Fora Marine)
Prezzo: € 207.590 + IVA
73
condizioni atmosferiche erano tuttaltro che
ottimali: poco vento e onda residua, condizio-
ni che però non hanno scoraggiato l’RM1200.
A motore abbiamo constatato il buon livello
dell’insonorizzazione. La velocità tenuta per
allontanarci dalla costa è stata di 7 - 7,5 nodi
circa, che rappresentano l’andatura di crociera.
Ma una barca così naturalmente dà il meglio
di se a vela: issata la randa e aperto il genoa,
rapidamente l’RM 1200 ha preso il suo passo,
risentendo poco delle onde. Con circa otto
nodi e mezzo di vento reale abbiamo mante-
nuto una velocità al traverso di circa sette
nodi. Il timone a barra si è rivelato dolce, sen-
sibile e reattivo, tanto che a volte è sembrato
di condurre una grande deriva. In virata però
il fiocco deve essere a volte aiutato nel passag-
gio da un bordo all’altro, perché ostacolato
dallo strallo della trinchetta, vela che per il suo
uso richiede l’impiego delle sartie volanti.
La sensazione generale trasmessa da questa
barca è di sicurezza e facilità di conduzione,
senza che ciò penalizzi le prestazioni: anzi, alla
luce di quanto riscontrato, l’RM 1200 è velo-
ce e reattivo.
te, leggeri e di facile ispezione. Da qua si può
anche raggiungere l’area più estrema della
poppa, accessibile anche tramite i due osterigi
posizionati in pozzetto. Le cabine sono
entrambe spaziose, il letto di quella di poppa è
alla francese e misura cm. 135x200; la cabina
di prua, più spaziosa, ha un letto più ampio.
Lo spazio per gli effetti personali non manca,
con un armadio-libreria in ciascuna cabina; da
sottolineare come ogni piccolo angolo sia stato
sfruttato a dovere.
L’areazione a poppa è garantita da due oblò
apribili mentre a prua ci pensa l’osterigio in
coperta. Ovunque si ha la sensazione di una
grande luminosità.
La cucina è strutturata ad U con i lavelli verso
prua e i fuochi a murata; il piano di lavoro è
antirollio, realizzato in Corian grigio, dove si
trova l’apertura del frigo, di media capienza,
nella pratica versione a pozzetto. Anche in
cucina l’aereazione è buona grazie a un oblò
posizionato strategicamente sulla tuga.
La dinette prevede due divani contrapposti
dietro i quali sono state sistemate, leggermen-
te rialzate, due cuccette (di guardia) dalle
dimensioni non generosissime ma sufficienti.
Intorno al rivestimento dell’albero passante è
organizzato un tavolo abbattibile in modo da
lasciare libero il passaggio verso la cabina di
prua.
In mareAl momento della nostra prova purtroppo le
Tre immagini degli interni: la vista della dinette
dal passo d’uomo e dell’ampio quadrato, dal
quale si accede alla cabina di prua (sopra)
In sintesi...Un veloce cruiser d’altura adatto
anche al Mediterraneo e pensato per
chi, badando alla sostanza, vuole
comunque una barca sportiva,
elegante e divertente. Qualsiasi
crociera è alla sua portata e in regata
saprà farsi valere, mantenendo però
sempre la caratteristica di
imbarcazione facile e sincera. La
costruzione è molto solida, ulteriore
elemento di sicurezza. www.rm-yachts.com
Un angolo di Sicilia, infondo, a occidente:terra e isole accomunate da un mare unico,punto d’incontro del Mediterraneo, tra laluce del continente africano e i profumitirrenici.
MA
G
Itinerario
centrodel Medit
Al
Da qualsiasi punto della pianura di Trapani,
le sagome di Favignana, Levanzo e
Marettimo sono lì, visibili oltre il profilo
delle tonnare e dei mulini a vento delle sali-
ne. Se ci si arrampica fino a Erice, le Egadi
diventano tre grandi ombre, distese verso
occidente nell’azzurro intenso di un
Mediterraneo battuto dai venti, che condu-
ce verso la poco lontana Pantelleria e, poi,
verso la Tunisia. Da lassù, all’ombra dei
castelli normanni, lo sguardo spazia a sud
fino a Marsala e a nord fino a San Vito lo
Capo. La pianura è ondulata e interrotta da
precisi vigneti. Sul mare è appena percettibi-
Egadi, Trapani e San Vito lo Capo
75
erraneole la sottile linea delle boe delle tonnare di
Bonagia. Una storia intensa di lavoro, natu-
ra e uomini coraggiosi come toreri che, nella
mattanza, strappano al mare le risorse per
vivere. Adesso sono arrivate le navi indu-
striali dei giapponesi che pescano il tonno
con il radar e comprano tutto il pescato
migliore per i mercati di Tokyo. La Sicilia,
invece, è ancora lì, sorniona come sempre,
ad aspettare che qualcosa accada. Questa
volta potrebbe essere proprio la nautica a
risollevare questa terra meravigliosa dal suo
sonno profondo. Una crociera qui riempie i
sensi di colori e profumi. Una risorsa inesau-
ribile, ora che i tonni sono sempre più lon-
tani, laggiù, nel Canale di Sicilia.
Destinazione Sicilia occidentaleL’estremo lembo della Sicilia è più vicino di
quanto si possa immaginare. La Trapani che
già profuma d’Africa può essere comoda-
mente raggiunta da diverse città italiane in
un’ora o poco più di volo, grazie agli aero-
porti Falcone-Borsellino di Punta Raisi o
Trapani Birgi, e a prezzi ormai fortemente
convenienti. L’imbarcazione a noleggio sarà
in attesa del suo equipaggio presso uno dei
pontili del marina di Trapani posto in pros-
simità dell’ingresso del porto commerciale.
La città, protesa sul mare per antica voca-
zione, potrebbe diventare, con poco sforzo,
uno dei centri della nautica Mediterranea.
La posizione è favorevole - Fenici e
Cartaginesi se ne erano accorti 2.500 anni
fa - al centro di un triangolo dorato che ha
per vertici Cagliari, le Eolie e la scura
Pantelleria. In un raggio di 100 miglia si
passa dall’Africa tunisina di Capo Bon e
Sidi Bou Said, alle tonalità celesti delle
Egadi e all’estrema solitudine delle isole del
Canale (Pantelleria e le Pelagie). Il vento è
invidiabile, con ricche concessioni
tamente raggiungibile. La stagione, poten-
zialmente lunga da aprile a novembre, con-
sente tempi e spazi ben più ampi del tradi-
zionale e congestiona-
to agosto, in questo
punto di confine tra
Mare Occidentale e
Orientale che potreb-
be diventare, ripetia-
mo, un fulcro ideale
del Mediterraneo. In
attesa che ciò diventi
realtà, esiste già una
terra ospitale che
invita alla crociera,
anzi alle crociere. C’è
quella tipicamente diportistica, che con le
Egadi include anche San Vito lo Capo.
Quella naturalistico-culturale che, tra lo
spettacolo umano delle tonnare e delle sali-
ne, consente di vivere passato e presente tra
di Eolo che consentono ampie soddisfazio-
ni ai naviganti. Il porto, ben posizionato e
ampio quanto basta, potrebbe ospitare, con
semplici pontili galleggianti, flotte ben più
cospicue di quelle attuali. La città, domina-
ta dall’alto dalla stupefacente bellezza di
Erice, ha un centro sotto forma di labirinto
dove i sapori della Sicilia si perdono tra
tracce normanne, barocche e spagnole, tra
viuzze che portano sempre a un lungomare
vissuto, a cui manca poco per diventare
splendido. Le Egadi sullo sfondo, invitanti e
visibili da qualunque punto della città o
della campagna, sono un miraggio concre-
Mozia, le isole dello Stagnone e una devia-
zione ai 750 metri di altitudine di Erice.
Quella gastronomica, che ai sapori intensi
di un mare ancora
generoso unisce profu-
mi di mentuccia e gel-
somino e i vini bian-
chi, solari e profumati,
dalla zona di Alcamo.
Preso possesso dell’im-
barcazione, dopo uno
sguardo allo scenogra-
fico ma poco curato
Castello della
Colombaia, già carcere
borbonico, che fa da
guardia al porto, la prima meta sarà San
Vito lo Capo, distante appena 16 miglia.
Le tonnare di San VitoIsola nell’isola, San Vito lo Capo si trova
MA
G
Le Isole Egadi si prestano per il clima si prestano al diporto nautico per un liungo perdiodo dell’anno
La stagione,
lunga da aprile
a novembre, consente
tempi e spazi
più ampi del
congestionato agosto
Itinerario
ta sette miglia a sud est di San Vito.
Davvero spettacolare il ridosso della
Tonnara di Scopello, al riparo dei faraglioni
e con gli edifici della vecchia Tonnara del
XIII Secolo a far da sfondo. Il fondale è
digradante e non presenta pericoli di sorta.
L’acqua, come in tutta la Sicilia occidentale,
è di eccezionale trasparenza, grazie anche
alle correnti della zona. Il ridosso tiene, gra-
zie ai faraglioni, anche con Maestrale non
troppo violento ed è aperto solo al Grecale.
In caso di bel tempo, si può lasciare la barca
alla ruota per una passeggiata fino al
77
all’estremità nord ovest dell’ampio Golfo di
Castellammare, che separa la Sicilia
Occidentale da Palermo e dalla Conca
d’Oro. L’imponente promontorio che ne
domina la bianca e invitante spiaggia, è,
insieme all’alto e potente faro, un formida-
bile punto cospicuo per chi invece ha scelto
di provenire da nord, ovvero da Ustica,
scendendo nelle profondità del Tirreno. San
Vito è il ritrovo estivo dei trapanesi e, fino a
qualche lustro fa, era raggiungible solo per
un’unica e tortuosa strada, che rendeva l’ap-
prodo via mare senz’altro più immediato.
Dopo Palermo e i porti di Terrasini e
Castellammare del Golfo, questo di San
Vito lo Capo è, infatti, l’unico approdo
turistico fino a Trapani. Per cui, tappa quasi
obbligata per chi vuole andare alle Egadi o
alle isole del Canale di Sicilia.
Prima di attraccare nei pontili, però, occor-
re assolutamente concedersi una giornata
nella Riserva Naturale dello Zingaro, situa-
In alto, una veduta da Erice.
Sopra, le ancore della tonnara di Scopello
SAN VITO LO CAPO
Alfredo - contr. Valanga
tel.: 0923.972.366
Thaam - via Duca degli Abruzzi, 32
tel.: 0923.972.836
BONAGIA
Cortile di Venere - via Tonnare, 59
tel.: 0923.592.700
La Tonnara - l.go Tonnara
tel.: 0923.431.111
TRAPANI
Ai Lumi - via Vitt. Emanuele, 75
tel.: 0923.872.418
Trattoria del Porto - via Amm. Staiti, 45
tel.: 0923.547.822
Trattoria Paradiso - lung. D. Alighieri, 22
tel.: 0923.223.03
ERICE
Monte S.Giuliano - vicolo S.Rocco, 7
tel.: 0923.869.595
La Pentolaccia - via G.F. Guarnotta, 17
tel.: 0923.869.099
FAVIGNANA
Egadi - via C. Colombo, 17
tel.: 0923.921.232
El Pescador - p.zza Europa, 45
tel.: 0923.921.035
La Tavernetta - p.zza Matrice, 62
tel.: 0923.921.939
LEVANZO
Paradiso - via Lungomare, 6
tel.: 0923.924080
MARETTIMO
Pirata - via Scalo Vecchio, 27
tel.: 0923.923027
Qui la cucina è profumo. I sapori del mare e della terra sono impreziositi oltre ogni limite
dal profumo di fiori, erbe ed essenze che, soprattutto in primavera, inebriano l’aria e i piat-
ti. L’influenza araba è evidente. Il Cous Cous, che diventerà piatto forte a Pantelleria, è già
presente in mille varietà. La Sicilia torna nei tipici dolci alla ricotta (cassatelle) e alle mandor-
le. Molto ricca anche la tradizione enologica: il livello di produzione della zona è qualitati-
vamente sempre elevato e tocca punte di eccellenza con alcuni vini derivati da uve passite.
Una cucina tutta menta e gelsomini
di Monte Cofano e di
Erice, rendono giusti-
zia alla bellezza di una
terra che inevitabil-
mente si getta nel
mare. Proprio qui, tra
San Vito e Favignana,
è nata la cultura e la
pratica della pesca del
tonno. L’unica tonna-
ra ancora realmente
attiva, quella di San
Cusumano (quella di Favignana lo è, per lo
più, per motivi legati al folklore e al turi-
smo), si protende per circa tre miglia verso
occidente da Punta Pizzolungo, appena
villaggio di Scopello, distante un paio di
chilometri. Un piccolo centro intorno a
uno dei più caratteristici bagli (le vecchie
strutture agrarie della Sicilia feudale) della
zona, il baglio Isonzo: nel cortile interno si
trova un pittoresco ristorante (il Nettuno)
all’ombra di un gigantesco albero.
Tornati alla barca, si può cambiare ancorag-
gio per arrivare alla Cala Caprerìa o a Cala
del Varo, già nella zona della Riserva
Naturale dello Zingaro (che riguarda però
solo la parte a terra). Lo sbarco, possibile
solo con l’utilizzo del tender (ancoraggio
consentito ad almeno 300 metri dalla
costa), permetterà di effettuare un trekking
da incorniciare, negli impervi ma affasci-
nanti percorsi della Riserva, che si arrampi-
cano fino ai 612 metri del Pizzo Passo del
Lupo. La costa è interamente selvaggia:
non vi sono strade, ma solo un sentiero -
mulattiera che, in tre ore, porta alla strada
che viene da San Vito lo Capo e scende
verso sud.
La mole di questi tratti di costa siciliana
impressiona per dimensioni. Visti dal mare,
i massicci di Passo del Lupo sopra San Vito,
superata la Baia di
Bonagìa (anche lei
con una vecchia ton-
nara, ora trasformata
in elegante albergo).
Attenzione alla navi-
gazione nella stagione
in cui le reti sono in
mare, ovvero da mag-
gio alla fine dell’esta-
te: l’obbligo, per non
far la fine dei tonni, è
di aggirarla (la sua estremità è segnalata da
un’imbarcazione gialla alla fonda), prima di
puntare su Trapani, passando all’interno del
Faro della Secca dei Porcelli. Un’occhiata al
MA
G
A lato, la zona delle saline poco a sud di
Trapani, con i tradizionali mulini a vento
Attenzione alla
navigazione nella
stagione in cui le reti
delle tonnare
sono in acqua
Itinerario
Rais, tonnaroti e mattanze
Testimonianza di una civiltà del
Mediterraneo, la tonnara è una delle più
antiche tecniche di pesca al tonno, ormai
caduta in disuso a causa della concorrenza
dovuta alla pesca industriale dei giapponesi e
della sempre maggiore scarsità delle risorse
ittiche. Sopravvive ancora sulle coste della
Sicilia, praticata a Favignana e a San
Cusumano (Bonagia). Il drammatico rituale
della mattanza è solo l’ultima fase di un tipo
di pesca che consiste nell’intercettare i bran-
chi di tonno al momento del loro ingresso
nel Mediterraneo, a cominciare dal periodo
primaverile. La tecnica sfrutta un sistema di
reti, l’isola, destinato a intrappolare i tonni
in una complessa sequenza di camere,
comunicanti tra loro, e si conclude nel
coppu, la cosiddetta “camera della morte“,
l’unica ad avere la rete anche sul fondo.
Sollevandola si restringe lo spazio di movi-
mento dei pesci, quindi si passa alla loro
uccisione. Strettamente ritualizzata, la ton-
nara è guidata da un capo carismatico, il rais
(parola d’origine araba), l’esperto che decide
l’impianto delle reti, l’allestimento delle
attrezzature e la direzione della pesca. I ton-
naroti, raggrupati sulle barche intorno alla
camera della morte, alzano a braccia la rete
mobile, intonando antichi canti (scialoma)
finché, una volta giunti a galla, i pesci ven-
gono arpionati e issati con grande sforzo a
bordo.
L’importanza della tonnara nell‘economia
siciliana del passato si rivela dalle numerose
vestigia di tonnare presenti lungo la costa:
comprendevano il baglio, l’arsenale e il
deposito delle reti con i magazzini annessi.
Oggi alcune sono state convertite in alber-
ghi. (Christophe Julliand)
nostra meta per i prossimi giorni saranno le
Egadi: Favignana, Levanzo e Marettimo, un
paradiso di colori e tranquillità entro 18
miglia da Trapani. Diverse dalle vulcaniche
Eolie e da Pantelleria, le Egadi hanno una
loro precisa identità e offrono un’acqua tra
le più belle del Mediterraneo. Un dolce
tono di celeste tendente in azzurro sempre
più deciso, che fa da sfondo a fondali assai
apprezzati dai sub e tutelati da un’Area
Naturale Marina protetta. Uscendo al porto
di Trapani, le isole sono proprio lì difronte:
Favignana sulla sinistra, Levanzo a destra;
Marettimo più indietro sullo sfondo.
Nel corso della navigazione bisogna fare
molta attenzione all’isolotto delle
79
tante di tutta la Sicilia. Dai 750 metri di
Erice il panorama è indimenticabile, con
l’occhio che spazia da Marsala fino a
Marettimo, la più lontana delle Egadi persa
nella luce di un tramonto probabilmente
altrettanto unico. Così come piacevole sarà
il fresco della sera, se avrete programmato
l’escursione in piena estate.
Tornati a valle - è proprio il caso di dirlo,
anche se si è in riva al mare - vale la pena
fare un’altra deviazione per andare a scopri-
re la seconda delle culture del luogo, quella
del sale. La visita alle saline, appena a sud di
Trapani, richiede poco tempo ed è interes-
sante, quanto quella all’isola di Mozia, su
cui però torneremo a fine crociera. La
sistema di pesca delle tonnare, con il pro-
gressivo restringersi delle reti fino alla came-
ra della morte, è però assai interessante,
soprattutto se l’immaginazione arriva a cari-
smatici Rais che inviano ordini a nerboruti
tonnaroti dai volti omerici e dai muscoli
possenti che, urlando sforzi e sudore, riesco-
no a issare in barca tonni di 300-400 chili,
come efficacemente raccontato dalle foto-
grafie appese nel Bar Due Colonne, nella
Piazza principale di Favignana.
Tornati a Trapani, si potrà dedicare una
giornata alla visita della splendida Erice.
Un centro medievale eccezionalmente inte-
gro, con castelli normanni costruiti sulle
rovine del Tempio di Venere, il più impor-
I faraglioni di Scopello, poco lontano da San Vito lo Capo; a sinistra nella foto, si vede un angolo del vecchio edificio della tonnara
Formiche e a quello di Maraone: sono visi-
bili, ma è meglio - andando verso Favignana
- fare rotta per 235° e, solo dopo aver rile-
vato al proprio traverso il faro dell’isolotto
delle Formiche, accostare per 250° fino al
porto dell’Isola.
Favignana, la campagna inmezzo al mareTormentata dai venti del Canale di Sicilia
(Trapani segna la fine del Tirreno) e dalla
mano dell’uomo che, per secoli, ne ha sfrut-
tato l’eccellente tufo giallastro per costru-
zioni in continente e in tutta la Sicilia,
Favignana è forse l’unica isola italiana a pos-
sedere una vasta zona di campagna.
Facilmente percorribile con uno scooter in
affitto, la pianura di Favignana che - nei lati
orientale, meridionale e occidentale - cir-
conda l’imponente Monte Santa Caterina
(302 metri, con un cospicuo forte norman-
no del XII Secolo sulla sommità, visitabile
dopo un’interminabile scalinata), è tutto un
susseguirsi di muri a secco, inframezzati da
piccole case arabeggianti e continue cave di
tufo. Il mare, assai pulito, si insinua in una
costa bassa e frastagliata con numerose pos-
sibilità di balneazione. Le zone migliori
sono Cala Rossa, Cala Azzurra, l’isolotto del
Preveto e, soprattutto Cala Rotonda. Le
prime due si trovano a nord e a sud del-
l’estremità orientale dell’isola. Con forte
Maestrale, Cala Azzurra è forse l’unico vero
ridosso dell’isola, a parte la zona più interna
del Porto. Cala Rossa, dove nel 241 a.C. la
flotta cartaginese sconfisse quella romana
nella terribile battaglia navale delle Egadi, è
quella che, nelle giornate di mare calmo,
esalta al meglio gli splendidi colori del mare
di Favignana. Grazie alla sabbia del fondo
MA
G
Sopra, Castellamare del Golfo.
A destra, piccole zone ombreggiate nel ridosso
di Scopello.
Nella pagina a fianco, in basso, Cala Rotonda
sul versante sud di Favignana
Itinerario
digradante, l’acqua di questo ridosso (che si
trova nell’estremità nord orientale dell’isola
ed è praticabile con venti dal secondo e
terzo quadrante) è di un celeste assoluto che
si staglia sulle rocce tufacee, rese ancora più
contorte dalla mano dell’uomo.
Favignana (Aegusa per i greci) deve il suo
nome attuale al vento Favonio (leggero
Ponentino del Tirreno) e la sua epoca
migliore alla famiglia Florio che, con la
grande tonnara situata a destra del porto, le
consentì di vivere una fase di splendore alla
fine del XIX Secolo. Il Palazzo Florio, situa-
to nel centro del paese, è impassibile testi-
mone di quegli anni, così come il
81
Immergersi alle Egadi
FAVIGNANA
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Qui di seguito solo alcune tra le più belle
immersioni che offre l’arcipelago delle Egadi
Capo Grosso - Levanzo
E’ il punto a nord più estremo, spettacolare
sia nella parte fuori dall’acqua sia nella parte
immersa; una lama di roccia protesa verso
nord che scende verticale a tuffarsi in mare e
da lì prosegue verso il fondo, interrotta solo
da qualche gradino. Ricca colonizzazione di
Gorgonia rossa (Paramuricea clavata).
profondità: min.15 - max.45
grado difficoltà: impegnativo
corrente: media/forte
livello visibilità: ottimo
Scoglio Corrente - Favignana
Le pareti di questo scoglio dal nome eloquen-
te, per la ricchezza di vita bentonica alimenta-
ta dal continuo flusso di corrente, possono
essere considerate una vera e propria “palestra”
per gli studiosi di biologia marina. Sono pre-
senti molti organismi filtratori, tra cui la
Gorgonia rossa (Paramuricea clavata).
profondità: min.7 - max.28
grado difficoltà: medio/impegnativo
corrente: forte
livello visibilità: ottimo
Secca del Toro - Favignana
Fantastica secca che, come una colonna, sale
dalla quota di 57 metri fino alla sua sommità
posta a sei metri dalla superficie. Vista la sua
collocazione, è possibile incontrare pesci pela-
gici, come Ricciole (Seriola dumerili),
Barracuda (Sphyraena sphyraena), oltre a
Cernie (Epinephelus guaza
e Dentici (Dentex dentex). Ricca colonizza-
zione di Gorgonie rosse (Paramuricea clavata)
e di Falso Corallo nero (Gerardia savaglia).
profondità: min.6 - max.50
grado difficoltà: impegnativo
corrente: forte
livello visibilità: ottimo
Punta Bassana - Marettimo
Bellissima quinta naturale che taglia vertical-
mente la superficie del mare e si ferma a 40
metri su un fondale di sabbia; la parete som-
mersa è ricca di spaccature tra le quali una ver-
ticale, più evidente, lunga oltre dieci metri.
Anche qui è diffusa la colonizzazione di
Gorgonie rosse (Paramuricea clavata), così
come è probabile l’incontro con Barracuda
(Sphyraena sphyraena).
profondità: min.5 - max.38
grado difficoltà: medio/impegnativo
corrente: media/forte
livello visibilità: ottimo
Cala Bianca - Marettimo
Secca/costone di rara bellezza. Presenta due
versanti differenti ai quali è d’obbligo dedica-
re almeno due distinte immersioni: il versante
rivolto a nord presenta una parete che scende
ripida fino al fondo; quello rivolto a sud inve-
ce è costituito da una franata di vaste dimen-
sioni. Entrambe i versanti, bellissimi, garanti-
scono fantastici scenari per la foto d’ambiente.
Gorgonie rosse (Paramuricea clavata); Dentici
(dentex dentex); Castagnole rosse (Anthias
anthias).
profondità: min.18 - max.40
grado difficoltà: medio/impegnativo
corrente: media
livello visibilità: ottimo
Levanzo, la tranquillità fatta isolaDistante solo 4 miglia dal porto di
Favignana, Levanzo è un piacevole scalo
nell’isola omonima, la più piccola e tran-
quilla delle Egadi. Un porticciolo, Cala
Dogana, dove i bambini giocano tuffandosi
nelle acque trasparenti e le piccole case qua-
drate del villaggio, invitano a perdersi in
giornate di ozio e piaceri. Sull’isola, belle
passeggiate conducono alle altre cale prati-
cabili per ancoraggi, Cala Fredda e Cala
Tramontana. La seconda (occorre dar fondo
in 10 metri d’acqua),
ridossata dallo
Scirocco, è forse la più
interessante. Nei suoi
pressi si trova la Grotta
del Genovese, in cui
sono stati rinvenuti dei
graffiti e delle pitture
rupestri risalenti al
Paleolitico. Una como-
da strada divide in due
l’isola, interamente
percorsa da dolci decli-
vi che culminano nel Pizzo del Monaco
(278 metri). Da segnalare i fondali, soprat-
tutto nel tratto nord occidentale dell’isola.
Marettimo, il regno del ventoAssai più impervia di Levanzo è Marettimo,
la più isolata e alta delle Egadi, con i 686
Forte di Santa Caterina domina dall’alto
l’isola e l’intero Arcipelago.
Il porto è ben protetto da tutti i venti, tran-
ne che da Maestrale molto forte.
L’ormeggio, per chi pesca fino 2 metri, è
possibile presso i pontili galleggianti del
locale Circolo Nautico, oppure in quelli
pubblici di San Leonardo e Piazzale Marina.
Per ridossarsi dallo Scirocco e dai venti del
primo quadrante, è consigliabile la sceno-
grafica Cala Rotonda, un ampio bacino cir-
condato da rocce basse e lunari, situato
nella costa occidentale dell’isola, poco a sud
dell’alto e potente faro di Punta Sottile, che
si staglia sullo sfondo della poco lontana
Marettimo. La strada interna termina verso
l’estremità settentrionale dell’isola, Punta
Faraglione: con un mezzo potente è possibi-
le arrampicarsi sulla strada sterrata che
porta a scollinare intorno ai 200 metri di
altitudine, da dove è possibile scorgere
entrambi i lembi della “farfalla” Favignana,
dolcemente disposta nel Canale di Sicilia.
metri del Monte Falcone. Di una bellezza
aspra e selvaggia, Marettimo è ancora un’oa-
si naturale pressoché intatta. Gli scoscesi sen-
tieri dell’interno con-
corrono con le ripide
scogliere nel mantene-
re l’integrità dei luo-
ghi. La Hiera (isola
sacra) dei greci è bat-
tuta spesso dai venti,
cosa del resto inevita-
bile vista la sua posi-
zione di avamposto
della Sicilia occidenta-
le nel Mediterraneo.
Situato a 10 miglia da
Favignana, lo scalo di Marettimo si divide in
due parti: lo Scalo Nuovo a sud e quello
Vecchio a nord. L’accesso al secondo è peri-
coloso a causa di una serie di scogli e di massi
al pelo dell’acqua. Il primo, più praticabile, è
però anche il più affollato in estate. Può esse-
re utile, comunque ancorarsi alla ruota in 6
MA
G
Sopra, barche da pesca a Favignana (sullo sfondo gli edifici della vecchia Tonnara Florio).
A sinistra, in alto, l’isolotto nello stagnone di Mozia.
A sinistra, in basso, il faro di Punta Sottile a Favignana si staglia lungo il profilo di Marettimo.
Di una bellezza
aspra e selvaggia,
Marettimo è ancora
un’oasi naturale
pressoché intatta
Itinerario
inizia la zona di Riserva Integrale A, fino alla
bella Cala Bianca, poco meno di 3 miglia a
nord. E’ il tratto di costa più affascinante e
impervio, con falesie che si gettano in acque
turchesi su cui si aprono alcune grotte
(Perciata, del Presepio). Nonostante la zona
A di riserva, il ridosso a Cala Bianca e Cala
Libeccio è consentito grazie a una serie di
boe che delimitano la zona aperta. Misura
utile in caso di forte Maestrale o Scirocco per
chi è stato sorpreso su questo lato dell’isola.
Durante la rotta di ritorno a Trapani, distan-
te 18 miglia, si costeggerà l’isolotto di
Formica, antica Tonnara e oggi sede di una
comunità terapeutica, che pare fare da guar-
dia all’inizio del Tirreno.
83
la da uno stretto istmo e sormontata da un
forte spagnolo del XVII secolo. La seconda
porta invece a sud, a Punta Bassana, e poi a
ovest verso la lunga Punta Libeccio. Da qui
metri d’acqua e scendere a terra con il tender.
Attenzione ai bollettini e ai venti locali, per-
ché il porto è ben ridossato solo dal Libeccio.
Il paesino, simile in tutto a un villaggio arabo
del vicino Nord Africa, è assai attraente.
Alzando lo sguardo, però, si è subito intimo-
riti dall’asprezza dei rilievi che dominano
l’isola, percorribile per ripide mulattiere o
con due strade costiere. La prima conduce a
est verso la bella Punta Troia, collegata all’iso-
A sinistra, barche alla fonda di fronte alla lunga
spiaggia e alle tipiche case arabeggianti di San
Vito lo Capo.
Sotto, la parte orientale di Favignana con il
porticciolo, vista dalla strada sterrata che
conduce al Forte Santa Caterina.
Fonte: Fare VelaTesti: Michele Tognozzi, Giuseppe ManciniImmagini: Michele TognozziIllustrazioni: Paola Svetoni
Quarantasette anni fa la Sardegna era ancora
un’isola, solamente un’isola. Una terra roccio-
sa, arida, selvaggia, poco accogliente, che
viveva solamente di pastorizia. Oggi è una
delle mete turistiche più ambite al mondo,
una tappa obbligata per chi ama il mare e
l’andar per mare. Ma cosa ha scatenato que-
sto repentino cambiamento e questa radicale
trasformazione? La risposta è semplice: Porto
Cervo. Questa località sulla costa nord orien-
tale sarda, oggi famosa per le frequentazioni
Vip, ha dato il via a questa evoluzione. Era il
1962 quando un gruppo di finanzieri inter-
nazionali, facenti capo a Karim Aga Khan,
costituì il consorzio Costa Smeralda per dar
vita a un’iniziativa turistica di vaste propor-
zioni sul territorio di Arzachena, zona che
Località mitica dello yachting mondiale, puressendo entrata nella storia continua a rinnovarsi e a proporre sempre novità, legate al mare e non.Fulcro della vita del Marina? Naturalmente,lo Yacht Club Costa Smeralda
di Emiliano Cipriani
Un meseun porto
MA
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Porto Cervo
i locali chiamavano Monti di Mola (sassi da
macina). Da allora molto è cambiato e i sassi
hanno fatto spazio al polo turistico balneare
di maggiore rilevanza d’Italia: Reali, gente
dello spettacolo, politici e sportivi, ogni anno
ne affollano gli approdi. D’altrocanto, fin
dalla sua fondazione, Porto Cervo ha sempre
avuto un’aura di esclusività: alberghi, ville,
locali e marina, erano infatti destinati a una
clientela selezionata che potesse fungere da
richiamo. La trasparenza del mare, le spiagge
ricoperte di sabbia granitica, le scogliere fra-
stagliate, gli alberi secolari, la macchia medi-
terranea a corona di calette, hanno fatto il
resto, favorendo la pubblicizzazione di questi
luoghi straordinari. Da sottolineare come
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l’iniziativa dell’Aga Khan non fosse speculati-
va - non esclusivamente quantomeno - bensì
mirata a tutelare e salvaguardare il patrimonio
naturale dell’isola. Il quarantanovesimo
Imam degli ismailiti, infatti, capitato per caso
poco più che ventenne nei mari della
Sardegna durante una crociera a vela, ne era
rimasto talmente colpito da volerla “condivi-
dere” con il mondo.
Il MarinaIl Marina di Porto Cervo è inevitabilmente
all’altezza della località: più di settecento
posti barca (da uno a sei metri di pescaggio),
di cui ottanta per barche in transito, dotati
di allaccio per acqua ed elettricità, il tutto
incastonato in una rada riparata da tutti i
venti. Si trova nella parte più interna dell’in-
senatura di Porto Cervo, ed è costituito da
una diga di protezione banchinata, da sette
pennelli disposti a raggiera, da alcune ban-
chine e da diversi pontili galleggianti. Il
molo est, detto anche Porto Vecchio, si trova
a levante del Marina sulla costa sud dell’in-
senatura: è costituito da una lunga banchi-
na, dove attraccano grandi navi da diporto,
e da un lungo pontile galleggiante; mentre i
pontili più moderni sono quelli del Marina
Nuova, presso il Villaggio Marina.
Lo Yacht ClubAga Khan non ha solo il merito di aver
“creato” Porto Cervo: è una sua idea anche
lo Yacht Club Costa Smeralda, fondato nel
1967 per riunire gli amanti del mare e degli
sport nautici oltre che promuovere iniziative
artistiche, culturali e scientifiche.
Oggi lo YCCS, gemellato con yacht club di
fama mondiale come il Royal Yacht
Squadron di Cowes, è una delle realtà più
importanti nel panorama velico nazionale e
non solo: più di quattrocento gli apparte-
nenti al circolo, dai migliori velisti
COORDINATE:
Lat. 41° 08’ 19” N
Long. 09° 32’ 35” E
POSTI BARCA: 720 di cui 80 per barche
in transito.
LUNGHEZZA MAX: m. 100
RADIO: vhf canale 09 - 16 - 11 (h. 07/19)
CARTE I.I.M.: n. 159, 42, 323, 324, 319
STAZIONE FERROVIARIA: Arzachena a
Km.19.
Notizie utiliIn apertura, una vista suggestiva del marina di Porto Cervo.
Sopra, le tipiche rocce della Costa Smeralda fanno da sfondo a regate intenazionali.
La Scuola della Vela, diretta da Franco
Pistone, è attiva da trent’anni ed è da sempre
il punto di riferimento per gli appassionati
in Costa Smeralda e nel nord della Sardegna:
più di quattromila allievi hanno frequentato
i corsi su imbarcazioni dai tre a dieci metri.
La scuola vela
Un meseun porto
MA
G
ai più noti uomini d’affari della terra.
La sede dello yacht club, sottoposta al re-sty-
ling curato dall’architetto Peter Marino, è
una delle più prestigiose al mondo e mette a
disposizione dei soci e dei partecipanti alle
regate la foresteria con ventiquattro suites,
un moderno wellness centre, bar e ristoran-
te. All’interno è custodita anche una colle-
zione d’arte messa a disposizione da Sua
Altezza l’Aga Khan: preziose mappe nauti-
che antiche, bellissimi modelli di navi in
avorio e pitture nautiche a tema America’s
Cup, tra le quali lavori di Steven Dews,
Stephen Renard e David Brackman.
La Clubhouse affaccia su Piazza Azzurra che
si trasforma nel cuore nevralgico del
Villaggio Regate durante gli eventi sportivi,
mentre ospita una serie di manifestazioni
culturali negli altri mesi: concerti, spettacoli
ed eventi di primo livello allietano gli ospiti
e non solo.
Le regateLo YCCS persegue molteplici obiettivi: con-
tribuire alla diffusione della vela, organizza-
re eventi sportivi di alto livello, sia per le
Nella foto in alto, uno scorcio della clubhouse dello Yacht Club Costa Smeralda, all’imbrunire.
Qui sopra, vista d’insieme di Porto Cervo: in alto a destra si nota il grande piazzale del cantiere; al centro, la bianca struttura dello Yacht Club.
L’entrata in porto è pericolosa con il
Grecale. Davanti alla banchina ci sono
numerose boe che consentono l’ormeggio di
prua anche senza dare fondo. Per riconoscer-
lo dal mare aperto si può puntare verso
Capo Ferro, un promontorio scuro alto qua-
rantasei metri con un faro a nord di Porto
Cervo, e quindi verso le due luci all’ingresso
della baia, e gli edifici dei complessi alber-
ghieri e del villaggio turistico. Si raccoman-
da ai naviganti che non sono pratici della
zona di evitare Passo delle Galere, che si
trova fra le piccole insenature di Li Nibani,
perché e’ facile confonderlo con il Passo
delle Rocche, i cui fondali sono pericolosi.
L’entrata
classi veliche competitive consolidate sia per
quelle emergenti; sviluppare e promuovere
eventi dedicati ai superyacht, ideati per
radunare allo Yacht Club Costa Smeralda
armatori, cantieri navali e progettisti, oltre
che, naturalmente, tutto il mondo della nau-
tica. L’attività agonistica, quindi, evidenzia
queste due tendenze. Gli eventi di cartello
87
del programma 2009 sono i Campionati
Mondiali di Farr 40 (22-27 Giugno), quelli
di Melges 32 (21-27 Settembre) e due nuove
regate per superyacht: la Dubois Cup (6-8
Giugno) e la Perini Navi Cup (2-5
Settembre).
Dal punto di vista cantieristico, Porto Cervo si distingue per i capannoni coperti (tre, per
un totale di mq.7360) che possono ospitare qualsiasi tipo di imbarcazione - a vela o a
motore, fino a 250 tonnellate - per il rimessaggio: nell’ampio piazzale si possono effettua-
re interventi di riparazione, manutenzione e trasformazione di natanti fino a quaranta-
Cantiere: ROBALO - R 300 CC, 2008,lg: 9 - con 2xEvinrude 300 - Euro:115.000,00, visibile: ITALIAMARE,contatto: Tel 081 8186615 -
Cantiere: Seawirls - STRIPER 290,2007, lg: 9,08 - Motori 2x225 Johnson 4tempi, barca ancora in garanzia,accessoriata per la pesca, elettronicacopleta Raymarine, display E80,autopilota, sonda eco da 1 kw, dot. Sic.complete entro 12 mg, boiler ecc. -Euro: Tratt in sede , visibile: Toscana,
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In queste esclusive striscedidattiche, BLU vi offre unservizio e un ausilio allalettura dei piccoli annunci.Scopriamo insieme lecaratteristiche e le differenzetra tipologie e categorie diimbarcazioni sul mercato.
BarcheUn mare di
LANCIASi caratterizza per la poppa aspecchio, ma la carena è dislo-cante. Nata come barca da pesca,la lancia è ormai poco frequentenel diporto. Gli esemplari più gran-di vengono impiegati in alcunezone costiere per portare turistigiornalieri a visitare le bellezzenaturali vicino a terra.
GOMMONEImbarcazione pneumatica, oggidiffusa soprattutto nella tipologiamista RIB (Rigid Inflatable Boats),con carena in vetroresina e tubo-lari, a volta molto rastremati inprua, in tessuto gonfiabile, moto-rizzabile con fuoribordo, entrobor-do o jet. Costruito in lunghezzeche variano da 2,30 a 25 metri.
MOTOSCAFOBarca veloce fuoribordo o entro-bordo, progettata per crocieregiornaliere. Di norma un motosca-fo ha solo posti a sedere e prendi-sole, ma alcuni dei modelli piùgrandi possono avere anche duecuccette sotto la pontatura di prua.
Cantiere: Cranchi - Mediterranee 50,2001, lg: 15,3 - 2x480 hp Volvo. 3 cabinee 2 bagni.Elettronica completa.Passerella idraulica a scomparsa.Garage per tender. Pozzetto in teak.Sprayhood+chiusura totale delpozzetto. visibile: Toscana, contatto:MYACHTS, Cala Galera 36,37 PortoErcole (GR), mail: [email protected],cell.3355954560 -
Cantiere: Rose Island - Lobster 49,2008, lg: 15,9 - 2x460 hp Caterpillar.3cab e 2 bagni. Elettronicacompleta.Climatizzatore. Elica diprua.Gruppo elettrogeno. Condizionatore in tutti gli ambienti.Ponte inteak.Impianto TV con Lcd ascomparsa.Come nuova. - Euro:550.000,00, visibile: Liguria, contatto:MYACHTS, Cala Galera 36,37 Porto
GOZZO CABINATOSe allʼinizio derivavano da allesti-menti specifici per la pesca, oggi igozzi sono stati equiparati ai moto-ryacht, motorizzandoli con potenzeelevate per coniugare una carenamorbida con velocità elevate. Sonodivenuti più accoglienti e sofisticatiperciò anche gli interni.
GOZZOTipico per la costruzione con duepunte, il gozzo è classificato comebarca da pesca con linee traman-date da generazioni. Normalmenteè semipontato per poter riporre tuttigli attrezzi al riparo. Esistono gozzia vela (di solito un armo latino), mala maggior parte è spinta da un pic-colo diesel. Barca dislocante.
DAY CRUISER/OPENScafi a motore, veloci, concepitiper lʼuscita giornaliera. Spessohanno anche una piccola cabinacon un paio di cuccette, la cucina eun locale wc separato, ma restanobarche con cui la sera si torna inporto. Sono barche facili da con-durre, con dimensioni contenute,solitamente entro i 10 metri.
FISHERMANIl “pescatore”, traducendo letteral-mente dallʼinglese, privilegia spaziaperti in pozzetto, dove si possamontare la sedia da combattimentoper la pesca dʼaltura. Deve averebuona autonomia e velocità elevataper raggiungere il luogo di pesca,senza dimenticare che i grandi tonnisi insidiano intorno ai 7-8 nodi.
Cantiere: Baglietto - Baglietto, 1932,lg: 16 - Materiale rovere/quercia.Timoneria idraulica. Motore Cummins280 cv del’98. Vhf, eco, gps, generatore12 Kw del’98. Tutta la parte meccanica _del’98. Lo scafo _ originale, del 1932. -Euro: 150.000, visibile: CantiereRoma - Fiumcino, contatto: TecnomarYacht Broker, tel. 06.6582535, e-mail:b r o k e r @ t e c n o m a r . n e t ,www.tecnormar.net -
Cantiere: Sunseeker - MANHATTAN50, 2007, lg: 16 - Sunseeker 2 x 800MAN, 130 ore, 2 matr.+1 doppiacastello+1 equipag., generatore,ariacond, cassaforte (digitale), lavastoviglie;microonde/griglia; TV schermo piatto in
tutte le cabine; piano calpestio dinette inteak, elettronica completa Raymarine,barca ben accessoriata. - Euro:970.000 Iva esclusa , visibile: Liguria,contatto: Mar-Go Brokerage cell348.30.12.526 tel [email protected] www.mar-go.it -
Cantiere: Rizzardi - 50 Cr, 1994, lg:16,5 - 2 X 680 MAN - Tre cabine moltoaccessoriata in condizioni perfettevisibile in cantiere per pronta ispezione.Prezzo molto trattabile. contatto:Mediabarche yacht broker + 39 056545304 www.mediabarche.com [email protected] -
Cantiere: Cantieri di Sarnico - Maxim55, 1997, lg: 16,85 - 2x820 hp MAN. 3cabine e 3 bagni. Log,Eco,pilota
automatico e Gps cartografico.Climatizzatore. Generatore. Hi Fi in tuttele cabine + TV al PlasmaSharp.Passerella idraulica. Condizioniesemplari. - Euro: 390.000,00, visibile:Liguria, contatto: MYACHTS, CalaGalera 36,37 Porto Ercole (GR), mail:[email protected], cell.3355954561 -
Cantiere: Riva - Riva 75 Venere, 2006,lg: 22,69 - 2X1524Hp MTU,Imbarcaz. inottimo stato; elettronica Raymarinecompleta; ampio salone; cucinaseparata completa di tutti gli elettrod.;cab. armatorile centrale con bagnoprivato; aria cond. in tutte le cabine; imp.riscaldamento; interfono; TV in tutte lecabine;passerella idraulica; bimini topmotorizzato; cuscineria esterna; tender
Cantiere: Benetti - Supergabbiano,1974, lg: 27 - 2X650 GM, cinque cabinedoppie, cinque servizi, ufficio armatore,alloggio equipaggio con servizio, ariacondizionata. - Euro: su richiesta, visi-bile: Italia, contatto: UFANSAGRAMONI YACHT BROKERS Tel.0584-393177 - www.ufan.it - email:[email protected] -
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Lo sapevateche
Gli Uscieri, navi permerci e animali del1200 usate per leCrociate, avevanodue portelloni apoppa, inchiodati ecalafatati allapartenza e riapertiall’arrivo?
PILOTINAUsata spesso a sproposito, ladefinizione di pilotina è stata dataa barche molto diverse tra loro.Nata - proprio come dice il nome -per l’uso quotidiano dei piloti, neiporti, oggi è uno scafo a motoretra 6 e 12-14 metri, spesso dislo-cante e con buoni spazi vivibili abordo.
MOTORYACHTEleganza, lusso e motori potentisono caratteristici per questo tipodi barche importanti, per dimen-sioni e costi, riservate al diportopiù ricco. I più piccoli misuranoalmeno 14 metri, ma verso lʼalto èfacile superare i 40. Sono soltantoscafi plananti.
OFFSHOREFra Tel. li minori di quelli che disputanoi campionati del mondo, vengono peròdefiniti offshore anche i motoscafi“specializzati” nella velocità, rinuncian-do a letti e cabine. Sono caratterizzatida un grande pozzetto con divani,mentre i sedili di pilota e copilota sonoanatomici per ridurre i sobbalzi dovutialle corse sul mare, dove non è raroche qualche modello superi i 50 nodi.
Cantiere: Beneteau - FIRST 33.7,1997, lg: 9,98 - Volvo 30 hp linea d’asse,timone a barra, boccole timone nuove, 3cabine 1 bagno, pompa sentinaautomatica, elettronica completa+autopilota Autohelm, rollafioccosmontabile con feeder e pre-feeder, veleDacron+gioco vele regata in Pentex,Spinnaker,tangone. - Euro: 55.000, visi-bile: Liguria, contatto: Mar-GoBrokerage cell 348.68.52.883 tel0564.92.33.20 [email protected] www.mar-go.it -
Brokerage cell 346.0807259 tel 0564-923320 [email protected] - www.mar-go.it -
Cantiere: Delphia Yachts - Delphia29.2, 2009, lg: 9,02 - 2 cab.+1wc, idealeper crociere anche a lungo raggio,confortevole, sedute pozzetto in teak,piano cucina in corean, disponibileanche a deriva e timone mobili - Euro:58.600,00, contatto: 06.6522258/9www.mediaship.it -
Cantiere: Comar Yachts - COMET 910,1978, lg: 9,1 - Motore Volvo Penta MD11 Hp 20, randa, genoa suavvolgifiocco, bompresso per ilgennaker 2006, sprayhood, ponte inteak, VTR colore giallo, usato solo neimesi estivi sul lago. Permesso dinavigazione per la Svizzera. - Euro:24.000, visibile: Svizzera, contatto:Lions InT-Yachts - Tel. 06 44237537 [email protected] -
Cantiere: cbs - harmony, , lg: 9,3 -randa e genoa, lazy jack nuovi, winches.costruzione #146. - Euro: 19.000.00,visibile: ns cantiere roma fiumicino,contatto: t. y. broker - 06 [email protected]
2002 rev. 2008, avvolgifiocco,avvolgiranda, fiocco, randa, genoa,frigo, vhf sailor rt 144, strum. vento b&gnetwork wind, gps navionics, geonavlcd 7 plus, salpancora, caricabatterieautomatico, timone a barra, radio -Euro: , visibile: sicilia, contatto: lionsint-yachts s.r.l. - tel [email protected]
Cantiere: comar - comet 303, 1989, lg:9,5 - impianto elettrico rifatto nel’03, s-drive nuovo, elica abbattibile 2 pale2005. cabine 2, wc 1, cucina, frigo.l’imbarcazione è stata periziata a - Euro:38.000,00, visibile: ns cantiere roma -fiumicino, contatto: t. y. broker - tel 066582535 [email protected]
Cantiere: Beneteau - Oceanis 311
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TRAWLERTradizionali imbarcazioni america-ne, nate per la pesca allʼepoca delpassaggio dalla vela al motore peri pescherecci. Sono barche dislo-canti, progettate per lunghe navi-gazioni e con motori non troppopotenti, il miglior compromesso trauna grande autonomia e buonavelocità di crociera.
NAVE DA DIPORTOÈ qui che inizia il salto di categoria, dove la patente nautica per le imbarcazionida diporto non arriva più, cioè oltre i 24 metri. Sulla nave da diporto è necessa-rio avere comandante (può essere lo stesso armatore, se abilitato) ed equipag-gio, le dimensioni sono importanti, 50, 70 e anche oltre 100 metri, quelle che siindicano in porto per lʼelicottero in coperta o per i tender, spesso più grandi dimolti imbarcazioni da diporto. Si devono pianificare gli spostamenti per trovare letonnellate di carburante necessarie, un grande posto in banchina….
Lo sapevateche
Il verde in mare porta sfortuna? E sapete perché?Perché verde era iltelo usato peravvolgere i marinaimorti a bordo, primadi essere gettati inacqua.
Cantiere: X-Yachts - X 35, 2002, lg:10,61 - Vele 2008 filo continuo carbonkevlar, dime ed ottimizzazione alberocurati preofessionalmente, elettronicab&g h2000, residuo leasing Û 2100mese al 03.2013 _ b/1915/v - Euro:120.000,00, contatto: 06.6522 258/9 -348 2337257 - www.mediaship.it -
Cantiere: x-yachts - x 35 od, 2006, lg:
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Lo sapevateche
Il “copano” era un’imbarcazione dipiccole dimensionisituata sulla drittadel castello di poppa delle galee e riservata al comandante?
DERIVAPiccola imbarcazione generalmen-te senza interni, aperta o legger-mente pontata. Molte derive effet-tuano attività agonistica e le piùavanzate tecnologicamente sonoclassi olimpiche.
SLOOPClassico armamento delle imbarca-zioni a vela dotate di un solo albe-ro, con due vele, randa e fiocco, diqualsiasi dimensione e tipologia.
KETCHArmamento di una imbarcazionecon due alberi: quello più alto (aprua) si chiama albero di Maestra,quello più basso albero diMezzana, situato a proravia del-lʼasse del timone.
Cantiere: beneteau - first 36.7, 2002,lg: 11 - cabina doppia di prua, 2 cabineospiti doppie di poppa, dinetteconvertibile per 2 posti letto, cucina inquadrato completa, wc con doccia,tridata, gps, vhf, stereo, stazione vento -- Euro: 100000, visibile: , contatto:
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MA
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Lo sapevateche
La Tarida era unbialbero dellaSerenissima, a velelatine con 10 o 20rematori per parte,capace di imbarcare30 uomini e 30cavalli, oltrel’equipaggio?
YAWLImbarcazione con due alberi: ladifferenza dal ketch sta nellʼalberodi Mezzana, più piccolo e situato apoppavia dellʼasse del timone.
CUTTERArmamento che prevede una dop-pia vela a prua: il genoa o fioccosullo strallo, e la trinchetta sullostralletto. Eʼ un armo utile in alturaper le possibilità di frazionare lasuperficie velica.
Lo sapevateche
Lo sloop fuchiamato ancheArmo Marconiperché sartie,strallo e paterazzoricordavano, asecco di vele, leattrezzature radiodi Marconi?
Cantiere: x-yachts - x 37, 2006, lg:11,36 - mai usata- leasing residuo-ottimo stato - Euro: 200.000, visibile:adriatico, contatto: x-yachtsbrokerage srl - 0584-361135 [email protected]
Cantiere: Bavaria Yachts - Bavaria 36,
2003, lg: 11,4 - Motore Volvo Penta29cv, 3 cabine, 1bagni, genoaavvolgibile, randa, lazy bag, bimini top,sprayhood, doccia di pozzetto calda,tavolo di pozzetto in teak, Tander Arimar,Motore fuoribordo Suzuki, salpa ancoraelttrica, riscaldamento Webasto in tuttele cabine, VHF, GPS, Ecoscandaglio, TVLCD. - Euro: , visibile: , contatto: TopYachts srl, Box 25&27, Cala Galera,Porto Ercole, tel 0564/830234, [email protected] -
Cantiere: Jeanneau - SUN FAST 37,2001, lg: 11,4 - Volvo 29 Cv, elettronicacompleta Raytheon, diverse velecompreso spi e drizze in spectra, life lineed attrezzature di rispetto, cappottina e
Cantiere: Franchini 37 - Franchini,1982, lg: 11,41 - Perkins 93 cv. VhfSailoe, eco, autopilota, log, gps Lorenzdel’04, stazione vento Raymarinedel’05. Batterie del’06, ariacondizionata. Cabine 2, cuccette 6 + 2,bagno 1, cucina, forno, frigo, boiler.Trattamento antiosmosi 2003. Carena2007. - Euro: 79.000,00, visibile:Tirreno Centrale, contatto: TecnomarYacht Broker, tel. 06.6582535, e-mail:b r o k e r @ t e c n o m a r . n e t ,www.tecnormar.net -
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MOTORSAILERUn tipo di yacht dotato di armovelico e al contempo equipaggiatodi potente motorizzazione, solita-mente di bordo libero alto e grandivolumi interni.
Lo sapevateche
L’Apeliote è il ventodi Levante, secondola definizione che neavevano dato gliantichi Greci cheavevano suddivisol’orizzonte in dodiciparti?
AURICALʼarmo aurico usato sulle imbarca-zioni a vela agli inizi del 1900prima dellʼavvento dellʼattrezzatu-ra Marconi, prevedeva lʼuso del“picco” e quindi una randa diforma trapezoidale.
GOLETTAImbarcazione solitamente di gran-di dimensioni, con armamento for-mato da due alberi. Lʼalbero apoppa è di altezza pari o superioreallʼaltro. Prevede numerose vele.
BRIGANTINO GOLETTANave di discrete dimensioni, con due o tre alberi. Introdotti nel nord Europa allafine del ʻ600, prendono il nome dalla vela considerata lʼantenata della randa, la“brigantina”, di generose proporzioni. Per le doti di velocità i brigantini furonograndi viaggiatori e scopritori.
Lo sapevateche
L’agghiaccio è ilmeccanismo ol’insieme dellemanovre ditrasmissione deimovimenti dellaruota alla pala deltimone?
Cantiere: X-Yachts - X-43, 2003, lg:13,15 - Bianco, teak, albero e boma incarbonio, 3 cabine con 2 wc, vele regatacarbonio e vele crociera, elettronica b&g
sparcraft perf., vele crox + regata2007/8,ampio res leasing 3/2013 -c/2298/v - Euro: 286.000,00, contatto:06.6522258/9 cell 348.2337257 -www.mediaship.it -
Cantiere: jeanneau - trinidad 48, 1982,lg: 14,02 - Euro: 105.000.00, visibile:roma, contatto: t. y. broker - tel 066582535 [email protected]
Cantiere: Delphia Yachts - Delphia 47,2008, lg: 14,06 - Nuova, doppiatimoneria con tavolo in pozzetto, ampioprendisole sulla bassa tuga megadinette con 5 cabine e 4 wc, costruzionesolida in sandwich senza controstampistrutturali, unita’ espositiva, daimmatricolare, disponibile anche inversione armatoriale 3 cabine con 3bagni - c/2310/v. - Euro: 188.000,00,contatto: tel 06.6522258/9 -www.mediaship.it -
Cantiere: Hallberg-Rassy -HALLBERG-RASSY 45, 1991, lg: 14,1 -Motore Volvo TMD31A Hp 94, varo 92, 3cabine (cab. di prua a V con 2 posti),strumentazione completa, elica di pruaidraulica, albero e sistemi idrauliciavvolg. Reckmann, genoa, randa,gennaker, tangone ed attrezzatura SPI -Euro: 320.000, visibile: Marina di Kos,contatto: Hallberg-Rassy Italia - Tel.06 44237537 - [email protected] -
Cantiere: jeanneau - sun odyssey 45.2,2000, lg: 14,15 - sun odyssey 45.2, blu,teak, albero maggiorato, elica max prop3 pale, strallo di trinchetta, elettronicacompleta raytheon, tavolo deluxe,mobile bar, doppio set di vele kevlar,curatissima da vedere –www.mediaship.it, c/2231/v - contatto:media ship s.r.l. - [email protected]
Cantiere: Hallberg-Rassy -HALLBERG-RASSY 46, 1998, lg: 14,78- Motore Yanmar Hp 110, bandiera ingl., iva assolta, rullaranda/fiocco idrauliciSelden, vele 2008, tendistrallo e vangidraulici Navtec, generatore 6 Kw, Radar,Gps/Plotter autopilota vento ecoAutohelm, cab. poppa con lettomatrimoniale, quadrato con poltrone -Euro: 380.000, visibile: Liguria, contat-to: Hallberg-Rassy Italia - Tel. 0644237537 - [email protected] -
Cantiere: nauta yachts s.r.l. - nauta50’, 1989, lg: 14,87 - ottimi condizioni.blu water cruising. attrezzatura dicoperta eccezionale. serbatoio acquenere 2003. - Euro: 160.000,00, visibile:fiumicino, contatto: t. y. broker - tel 066582535 [email protected]
Cantiere: Del Pardo - Grand Soleil 50,2005, lg: 14,9 - J&V 2005, blue, teak,cabina marinaio, poppa apribileelettricamente, albero e timone incarbonio, bulbo a controllo numerico,elettronica b&g. unica per duplice
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