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Bilancio 2015
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Bilancio 2015 - BCC di Massafra · niale anno su anno del 13,5%, ... criSPiano MarTina Franca MoTToLa PaLaGianeLLo PaLaGiano STaTTe TaranTo ... coMPaGine SociaLe

Feb 17, 2019

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Bilancio 2015

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Lettera del Presidente

Carissimi amici, il bilancio che il Consiglio di Amministrazione della vostra Banca presenta all’approvazione della Assemblea premia le nostre scelte e riflette gli sforzi del nuovo Direttore Ge-nerale.Sin dalla prima lettura della nostra relazione avrete imme-diata percezione degli importanti risultati raggiunti nel corso del 2015: un utile di esercizio di quasi 590 mila euro (senza precedenti nella storia della Banca), una crescita patrimo-niale anno su anno del 13,5%, un ulteriore miglioramento del principale profilo di adeguatezza patrimoniale rappre-sentato dal c.d. CET1 pari al 21,34% (dato questo che ci colloca ben al di sopra della media del sistema bancario e del sistema del credito cooperativo) e, infine, la significati-va riduzione del credito deteriorato netto (favorita oltre che dalla marginale variazione dei valori lordi, da un rilevante incremento del livello complessivo di copertura passato dal 36,6% del 2014 al 41,4% del 2015).Risultati questi che ci inorgogliscono e ci spingono ad an-dare avanti con grande determinazione al fine di portare a compimento il percorso di profondo cambiamento avviato nel 2014. Un percorso questo che non ci separerà mai dalle nostre radici, dalla nostra identità cooperativa e dalla nostra vocazione territoriale ma che, al contempo, ci permetterà di fare molta strada e di offrire alla nostra comunità una banca rinnovata e pronta ad affrontare le sfide del futuro. Un futuro difficile perché caratterizzato da una ripresa eco-nomica ancora incerta, da uno scenario normativo sempre più complesso e dalla attuazione della epocale riforma del credito cooperativo. Un futuro che richiederà grande impe-gno ma che non ci spaventa avendo dalla nostra una gran voglia di fare bene per tutti i nostri soci.

Il PresidenteAvv. Pietro Mastrangelo

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BiLancio e reLazioni al 31 dicembre 2015

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Direzione GeneraLeMaSSaFra – Via Mazzini, 65/a – centralino 0998804840

FiLiaLe Di SeDeMaSSaFra – Via Mazzini, 65/a – centralino 0998805055

aLTre FiLiaLiMaSSaFra aGenzia n. 1 – Via Del Santuario , 54 – Telefono 0998801607PaLaGiano – Viale Stazione, 3 – Telefono 0998885650

SPorTeLLi BancoMaTarea Self 24 ore MaSSaFra – Via nicotera, 26area Self 24 ore MaSSaFra – Via del Santuario, 54 MaSSaFra – Viale Marconi, 248 PaLaGiano – Viale Stazione, 3

coMPeTenza TerriToriaLeMaSSaFracaSTeLLaneTacriSPianoMarTina FrancaMoTToLaPaLaGianeLLoPaLaGianoSTaTTeTaranTo

Società cooperativaSede Legale e Direzione Generale74016 Massafra – Via Mazzini n. 65/aregistro delle imprese di Taranto n. 149718aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del credito cooperativoalbo delle Banche n. 5586codice aBi 07094 – caB 78950Sito web: www.bccmassafra.ite-mail: [email protected]: [email protected]

/ Bcc Massafra - Banca di credito cooperativo di Massafra

/ Bcc Massafra

/ bcc_massafra

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BILANCIO E RELAZIONI avviso di convocazione di assemblea ordinaria pag. 6

organi Sociali pag. 7

relazione degli amministratori pag. 9

relazione del collegio Sindacale pag. 73

relazione della Società di revisione pag. 83

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015 pag. 87

nota integrativa pag. 99

Parte a – Politiche contabili pag. 101

Parte B – informazioni sullo stato patrimoniale pag. 134

Parte c – informazioni sul conto economico pag. 164

Parte D – redditività complessiva pag. 181

Parte e – informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura pag. 182

Parte F – informazioni sul patrimonio pag. 220

Parte G – operazioni di aggregazione riguardante imprese o rami d’azienda pag. 231

Parte H – operazioni con parti correlate pag. 232

Parte i – accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali pag. 234

Parte L – informativa di Settore pag. 235

allegati al bilancio pag. 236

OLTRE I NUMERI

INDICE

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Presidente onorarioMons. cosimo Damiano FonSeca

conSiGLio Di aMMiniSTrazione (in carica)PresidentePietro MaSTranGeLoVice Presidenteemilio BaLeSTraConsiglierialessandro Di BeLLocarmelo Michele De GiorGioantonio Lenociantonio MaSTranGeLoDonato MonTanaro

coLLeGio SinDacaLePresidenteGianvito GianneLLiSindaci effettiviGennaro GiSonnaFernando MiccoLiSSindaci supplentiGiuseppe DiFinoLuigi SeniSe

coLLeGio Dei ProBiViriPresidentecosimo PaneTTiProbiviri effettiviantonio Michele SPorTeLLiVincenzo STeLLaccioProbiviri supplenticlementina LoSaVioLaura iacoBino

DirezioneDirettore GeneraleGiandonato GiannoTTa

coMPaGine SociaLeSoci al 31 dicembre 2015 n. 1.147

SocieTà Di reViSionePricewaterhousecoopers Spa

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RElazIoNE DEGlI aMMINISTRaToRI

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PreMeSSa

La normativa di riferimento per la redazione della relazione degli amministratori è costituita principalmente dall’art. 2428 del codice civile, dall’art. 3 del D.lgs. 87/1992, relativo ai Conti annuali e consolidati delle banche – come da ultimo modificati dal D. Lgs. 2 febbraio 2007, n. 32 – nonché dalla Circolare n. 262 della Banca d’Italia del 22 dicembre 2005 recante “Schemi e regole di compilazione dei bilanci bancari individuali e consolidati” e successivi aggiornamenti.

In particolare, nelle citate istruzioni della Banca d’Italia è prescritto che “Il bilancio dell’im-presa è corredato di una relazione degli amministratori sulla situazione dell’impresa, sull’an-damento economico della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui l’impresa stessa ha operato, nonché sui principali rischi e incertezze che l’impresa affronta. Sono illustrate le dinamiche fatte registrare, rispetto all’esercizio precedente, dei principali aggregati dello stato patrimoniale, del conto economico, del prospetto delle variazioni del patrimonio netto e del rendiconto finanziario. Dalla Relazione devono risultare (cfr. Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 4° aggiorna-mento del 15 dicembre 2015) anche le seguenti informazioni:

a) l’evoluzione prevedibile della gestione;b) le attività di ricerca e di sviluppo;c) il numero e il valore nominale sia delle azioni o quote proprie detenute in portafoglio

sia delle azioni o quote dell’impresa controllante, di quelle alienate nel corso dell’e-sercizio, le corrispondenti aliquote di capitale, i motivi degli acquisti e delle aliena-zioni e i corrispettivi; la presente disposizione si applica anche alle azioni o quote detenute, acquistate o alienate per il tramite di società fiduciaria o per interposta persona;

d) i rapporti verso le imprese del gruppo, distinguendo fra imprese controllate, imprese controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime, nonché i rapporti verso le imprese sottoposte a influenza notevole;

e) gli indicatori fondamentali dell’operatività dell’impresa nonché informazioni attinenti all’ambiente e al personale;

f) eventuali ulteriori informazioni rispetto a quelle fornite nella Nota integrativa (parte E “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”) sugli obiettivi e sulle politiche dell’impresa in materia di assunzione, gestione e copertura dei rischi finan-ziari (rischio di prezzo, rischio di credito, rischio di liquidità e rischio di variazione dei flussi finanziari);

g) i principali fattori e le condizioni che incidono sulla redditività, inclusi i cambiamenti del contesto ambientale nel quale l’impresa opera, le iniziative intraprese a fronte dei cambiamenti e i relativi risultati nonché le politiche d’investimento adottate dall’im-

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presa per mantenere e migliorare i risultati economici, inclusa la politica di distribu-zione degli utili.”

Devono inoltre essere riportate nella relazione sulla gestione informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile:• criteri seguiti nella gestione per il conseguimento dello scopo mutualistico della società

cooperativa ai sensi art. 2 L. 59/92 e art. 2545 cod. civ.;• informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione

di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime (documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009 e n. 4 del 3 marzo 2010);

• informazioni sulle operazioni con soggetti collegati di maggiore rilevanza sulle quali gli Amministratori indipendenti e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi (come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della nota integrativa).

Ai sensi dell’art. 90 della Direttiva 2013/36/UE, cd. CRD IV, infine, le banche sono tenute a pubblicare, nell’ambito della relazione sulla gestione, l’indicatore relativo al rendimento delle attività (c.d. Public Disclosure of Return on Assets), calcolato come rapporto tra gli utili netti e il totale di bilancio.

Relazione degli amm

inistratori

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Cari soci, questa Assemblea si colloca in una fase del tutto nuova. In primo luogo, dopo sette lunghissimi anni di crisi, si iniziano ad intravedere segnali di ripresa anche se non sempre marcati e stabili. In secondo luogo, si sta consolidando in Italia una stagione di riforme che, insieme a fattori esterni favorevoli quali il basso prezzo del petrolio e la politica monetaria espansiva, sta contribuendo a sostenere il rilancio dello sviluppo. In terzo luogo, con il decreto legge n. 18/2016, recante “Misure urgenti concernenti la riforma delle Banche di Credito Cooperativo. La garanzia sulla cartolarizzazione delle sof-ferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio” (in fase di conversione alla data di approvazione del progetto di bilancio), giunge a ma-turazione il significativo e innovativo processo di Autoriforma del Credito Cooperativo, avviatosi il 20 gennaio 2015, allorquando la categoria ottenne un rilevante risultato politico, ovvero l’esonero delle BCC dal provvedimento predisposto dal Governo che di conse-guenza fu limitato alle banche popolari. L’opportunità che allora Federcasse chiese al Governo a nome di tutte le BCC-CR italiane di poter elaborare una proposta organica di riforma che tenesse conto delle istanze delle Autorità Regolatorie ma anche dei principi irrinunciabili del Credito Cooperativo, in primo luogo l’identità mutualistica delle BCC, è stata giocata con determinazione conseguendo buona parte dei risultati auspicati; alcuni di questi, invero, in via di definizione nell’ambito del processo di conversione che sta impegnando i due rami del Parlamento alla data di approvazione del progetto di bilancio. Nel corso del 2015 si è lavorato intensamente (26 le riunioni degli Organi sociali di Feder-casse dedicate al tema ed 11 quelle con i Direttori delle Federazioni Locali), coinvolgendo anche accademici di varie discipline e società di consulenza; Federcasse si è confrontata altrettanto intensamente con il Governo e le Autorità di supervisione, ma anche con parla-mentari di tutti gli schieramenti, opinion makers ed opinion leaders, al fine di mettere a pun-to una proposta in grado di comporre la tutela di ciò che il Credito Cooperativo intendeva assolutamente preservare (l’identità delle nostre banche ed il loro legame con il territorio) con l’apertura verso l’innovazione ed il necessario cambiamento (la maggiore integrazione richiesta dalle Autorità e un assetto organizzativo originale e compatibile con il nuovo as-setto europeo di norme e di vigilanza accentrata presso la Banca Centrale Europea). Non sono mancate, invero, voci dissonanti da parte di alcune BCC-CR che hanno lamen-tato, soprattutto, il limitato coinvolgimento della base del movimento, ossia delle singole banche, in quel percorso rilevante che ha condotto il Credito Cooperativo verso la c.d. Autoriforma. Parte di queste voci dissonanti hanno trovato risposta nella c.d. clausola di way-out che consentirà alle BCC-CR di maggiori dimensioni di non aderire ad alcun Grup-po Bancario Cooperativo. Il provvedimento emanato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 febbraio scorso ha tenuto conto dell’impianto della proposta di Autoriforma del sistema BCC. Signi-

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ficative sono le differenze rispetto a quanto era stato previsto nella bozza di decreto legge predisposto dal Governo il 20 gennaio 2015.In particolare, meritano di essere sottolineati i seguenti aspetti:• il protagonismo delle BCC: nella proposta di Federcasse è stato infatti ripristinato in

capo all’Assemblea dei soci delle singole BCC-CR il potere di nominare i propri Organi sociali (fatti salvi i casi motivati che saranno in seguito declinati, presumibilmente, in relazione alla situazione aziendale). Tale potere non era stato previsto nella proposta del 20 gennaio 2015 ed è presente invece nel decreto legge 18/2016;

• la conferma e il rafforzamento della mutualità: oltre a vedere confermati tutti i con-notati della mutualità della BCC (in tema di ambito di operatività, prevalenza, rapporto con i soci, destinazione degli utili e conseguente disciplina fiscale), è stata accolta la richiesta di Federcasse di ampliare la possibilità di coinvolgimento dei soci con l’innal-zamento del capitale detenibile dal socio a 100 mila euro (il limite era di 50 mila) e del numero minimo dei soci che ogni BCC deve avere a 500 (il limite precedente era di 200);

• il controllo della Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo in capo alle BCC: è stata accolta la richiesta di Federcasse secondo la quale il capitale della Capogruppo deve essere detenuto in misura almeno maggioritaria dalle BCC; una partecipazione non maggioritaria, stando agli emendamenti in corso di approvazione nell’ambito del processo di conversione, potrebbe essere consentita con decreto del Ministero dell’E-conomia e delle Finanze tenuto conto delle esigenze di stabilità del Gruppo. La propo-sta del 20 gennaio 2015 prevedeva invece la quota di “almeno un terzo” e la possibilità “unilaterale” per la Banca d’Italia di derogare prevedendo “una diversa soglia di par-tecipazione delle Banche di Credito Cooperativo al capitale della società capogruppo tenendo conto delle esigenze di patrimonializzazione del gruppo”;

• la graduazione dei poteri della Capogruppo in relazione alla “meritevolezza” delle singole BCC e la correlazione con le finalità mutualistiche: è stata accolta la richie-sta formulata da Federcasse di ribadire la connessione con le finalità mutualistiche dei poteri della Capogruppo (art. 37 bis comma 3 “….b) poteri che, nel rispetto delle fina-lità mutualistiche, includono…”), non prevista nella bozza governativa del 20 gennaio 2015. Inoltre, fatto particolarmente rilevante e innovativo nel panorama giuridico euro-peo, è stata introdotta la previsione che i poteri della Capogruppo siano “proporzionati alla rischiosità delle banche aderenti” (art. 37 bis comma 3);

• la previsione di un requisito minimo di patrimonio della Capogruppo: è stata ac-colta la richiesta formulata da Federcasse di prevedere una soglia minima patrimoniale per la Capogruppo, come elemento di solidità del Gruppo e all’insegna della scelta strategica di lungo periodo dell’unitarietà del sistema. Non era previsto alcun requisito di solidità patrimoniale della Capogruppo nella bozza di provvedimento del gennaio 2015.

Importante è stato anche il fatto che il Decreto non abbia previsto, come in più momenti

Relazione degli amm

inistratori

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paventato, una soglia minima di capitale per la singola BCC-CR, che avrebbe causato forzate aggregazioni all’interno del sistema con il rischio di non adeguata valutazione sul piano industriale dei singoli progetti e la perdita della licenza bancaria individuale da parte delle singole BCC-CR.Si è trattato, dunque, di interventi importanti per allineare sostanzialmente la riforma alle istanze di Federcasse. La BCC conferma, quindi, la propria identità.

Nel contempo, si integra in un Gruppo, diventando proprietaria di una Capogruppo che controlla su base contrattuale le BCC.

Nel corso dell’iter parlamentare di conversione si è intervenuti per migliorare alcuni aspetti

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Relazione degli amm

inistratori

critici contenuti nel Decreto che avrebbero posto problemi sul piano della coerenza mutua-listica e sul piano tecnico della effettiva realizzabilità del disegno di riforma. Particolarmente rilevante, in tal senso, appaiono gli emendamenti approvati alla Camera dei Deputati al fine di introdurre, per le BCC aventi sede nelle province autonome di Trento e Bolzano, di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti unicamente dalle BCC aventi sede e operanti nei medesimi ambiti territoriali. Con la riforma il Credito Cooperativo entra nel suo “terzo tempo”.Dal punto di vista normativo: siamo al terzo passaggio nella regolamentazione delle nostre banche. Dopo il Testo unico delle Casse Rurali ed Artigiane (Tucra) del 1937 che ha raccol-to in una disciplina specifica i riferimenti relativi alle allora Casse Rurali, è giunto nel 1993 il Testo unico bancario (TUB) che, pur “despecializzando” l’attività bancaria, riconobbe le peculiarità delle BCC come uniche banche a mutualità prevalente presenti nel mercato. Ora la riforma del TUB adegua la regole che disciplinano le nostre banche alla nuova e complessa normativa dell’Unione Bancaria e alle nuove sfide di un mercato fortemente condizionato dalla tecnologia, preservandone le caratteristiche distintive. Anche dal punto di vista organizzativo siamo ad una terza fase. Dopo il periodo dell’autonomia assoluta e quello del “sistema a rete”, con funzionamento però intermittente, con il decreto legge 18/2016 si sono poste le basi per una coesione più integrata.La BCC resta la banca della comunità ma dovrebbe amplificare la capacità di essere al servizio delle esigenze delle famiglie, delle imprese e delle associazioni e rafforza sicura-mente la propria solidità.Con riferimento alla nostra Banca l’aspetto più rilevante è indubbiamente rappresentato dal fatto che il decreto non ha previsto, come in più momenti paventato, una soglia minima di capitale per la singola Banca; elemento questo che, in relazione alla attuale dotazione patrimoniale, ci avrebbe sicuramente costretto ad avviare in modo sostanzialmente forza-to una aggregazione con una o più banche consorelle. Opzione questa che, in un’ottica strategica, non è da escludere ma richiede evidentemente una adeguata ponderazione da parte di tutti e da ultimo, ma non per importanza, della Assemblea dei Soci.Allo stato dei fatti, si può affermare che è possibile “fare banca” nel rispetto dell’attuale soglia minima regolamentare e dei relativi coefficienti prudenziali; il “fare banca” dovrebbe anzi risultare più facile nell’ambito di un gruppo bancario paritetico che dovrebbe consen-tire di superare, mediante la realizzazione di importanti sinergie ed economia di scala, gli attuali limiti del movimento cooperativo.Al momento è questa la sfida più importante per il Credito Cooperativo: la redazione di un piano industriale che guidi il lungo e complesso processo di aggregazione che dovreb-be condurre oltre 300 banche sotto l’unico “cappello” di una Capogruppo e garantisca il percorso di crescita di banche che, come la Banca di Credito Cooperativo di Massafra, stanno prodigando ogni sforzo per aumentare la propria dotazione patrimoniale, migliorare i coefficienti prudenziali e migliorare, infine, il servizio reso alla propria comunità locale; risultati questi che hanno indubbiamente distinto l’attività della Banca nell’esercizio 2015, come dimostrato nella presente relazione.

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1. iL conTeSTo GLoBaLe e iL creDiTo cooPeraTiVo

1.1 Lo scenario macroeconomico di riferimento1.1.1 Premessa

Nel 2015 l’andamento dell’economia mondiale ha proseguito un percorso di crescita mo-derata: da un lato, il driver principale degli ultimi anni, la crescita dei paesi emergenti, ha ulteriormente sofferto il rallentamento della congiuntura cinese, la riduzione dei prezzi petroliferi registrata a partire dal 2014 e l’inversione di tendenza della politica monetaria americana; dall’altro lato, quello che sembrava emergere come il nuovo fattore trainante, ovvero l’economia in ripresa degli Stati Uniti, a fine 2015 ha registrato un significativo peggioramento che ha frenato lo slancio positivo di Regno Unito, Giappone e, in misura decisamente minore, Zona Euro. Il commercio mondiale ha mantenuto un trend positivo, grazie ad un’accelerazione dell’interscambio nel secondo semestre dell’anno, nonostante il ritmo piuttosto lento. L’inflazione è rimasta bassa, per via del contributo negativo dei beni energetici. Nell’area OCSE, l’indice dei prezzi al consumo si è attestato allo 0,7% su base annua (1,8% se si considera il dato cosiddetto “core”, al netto di alimentari ed energetici).Negli Stati Uniti la crescita annualizzata del PIL in termini reali ha evidenziato un rallenta-mento nel terzo e quarto trimestre del 2015 (rispettivamente +2,0% e +0,7% da +3,9% del secondo trimestre), dopo essere cresciuto del 3,2% nel 2014 e del 3,1% nel 2013. Gli ultimi dati sull’attività economica hanno segnalato un calo rilevante della produzione industriale negli ultimi mesi del 2015 (-1,3% annuo a novembre e -1,8% annuo a dicembre) e diversi indicatori congiunturali hanno anticipato prospettive incerte per i primi mesi del 2016. In chiusura d’anno, l’inflazione al consumo annua è scesa dello 0,1% rispetto al 2014, attestandosi allo 0,7%. Il tasso ha rispecchiato soprattutto il ribasso dei corsi dei beni energetici, mentre la dinamica dei prezzi dei prodotti alimentari e delle altre componenti “core” è rimasta più stabile. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la creazione di impieghi è rimasta robusta a dicembre, quasi 300 mila unità nei settori non agricoli. Il tasso di disoccupazione si è ab-bassato ulteriormente arrivando al 5,0% (ormai è tornato al livello pre-crisi), con un tasso di sottoccupazione sceso dal 5,6% al 4,9%. Nella Zona Euro il prodotto interno lordo ha segnato nel secondo e terzo trimestre del 2015 un rialzo rispetto al primo, collocandosi all’1,6% dall’1,3% (era stato dello 0,9% nel 2014). I consumi privati sono rimasti la determinante principale della ripresa, grazie all’au-mento di reddito disponibile dovuto al calo dei prezzi petroliferi e alla (modesta) ripresa occupazionale. La produzione industriale si è intensificata. Dalla crescita media annua mensile di 0,8% nel 2014 si è passati all’1,6% del 2015. L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al con-sumo, si è collocata allo 0,2% in chiusura d’anno, in leggera ripresa, come confermato dal dato in crescita di gennaio 2016.

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In Italia, la prolungata caduta su base annua del PIL, in atto da dicembre del 2011, si è arrestata nel primo trimestre del 2015. L’ultimo dato riferibile al terzo trimestre del 2015 è stato leggermente inferiore alle attese, ma ancora in crescita (0,8% da 0,6% del secondo trimestre). Nello stesso anno sono emersi segnali coerenti di una moderata intensificazione dell’attività economica, con un aumento dell’1,0% in media della produzione industriale. Nonostante il miglioramento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori (entrambi strutturalmente al di sopra della soglia di espansione di 100 punti nel corso del 2015), sulla ripresa continua a gravare la fragilità del mercato del lavoro. La disoccupazione, che frena l’espansione del reddito disponibile, ha iniziato a decrescere a dicembre del 2014, dopo aver toccato il massimo del 13,1%, pur rimanendo su un livello elevato in prospettiva sto-rica: l’11,3% a novembre 2015.L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, è gradualmente scesa allo 0,1% in dicembre per effetto della decelerazione dei prezzi dei prodotti energetici, mentre quelli associati alle componenti meno volatili (“core”) sono risul-tati comunque contenuti (0,6%).

1.1.2 La politica monetaria della Bce e l’andamento dell’industria bancaria europea

Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali a dicembre del 2015, portandoli complessivamente al -0,30% (Depositi), allo 0,05% (operazioni di rifinanziamento principa-li) e allo 0,30% per cento (operazioni di rifinanziamento marginale) e ha confermato il piano di acquisti di titoli (Quantitative Easing) da 60 miliardi di euro al mese. Di contro il Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve ha modificato i tassi di interesse per la prima volta da dicembre 2008, rialzandoli per la prima volta da giugno 2006 di 25 punti base. L’intervallo obiettivo sui Federal Funds è stato portato ad un livello compreso fra 0,25% e 0,50%.Come conseguenza, i tassi Euribor sono stati spinti su livelli negativi nel corso del 2015 (quello a tre mesi, che a fine del 2014 era allo 0,78%, si è attestato su un valore puntuale di -0,13% a fine 2015). Le aspettative degli operatori si sono consolidate su un possibile ulteriore allentamento monetario che, in effetti, ha trovato ampie conferme nelle seguenti decisioni di politica monetaria assunte il 10 marzo 2016:• il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è stato

ridotto di 5 punti base, allo 0,00%; • il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è stato ridotto di 5

punti base, allo 0,25%;• il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è stato ridotto di 10 punti

base, al -0,40%; • gli acquisti mensili nel quadro del programma di acquisto di attività sono stati ampliati

a 80 miliardi di euro a partire dal successivo mese di aprile;

Relazione degli amm

inistratori

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• nell’elenco delle attività ammissibili per gli acquisti regolari sono state incluse obbliga-zioni investment grade denominate in euro emesse da società non bancarie situate nell’area dell’euro;

• a partire da giugno 2016 viene introdotta una nuova serie di quattro operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT II), ciascuna con scadenza a quattro anni. Il tasso di interesse applicato a queste operazioni potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso sui depositi presso la banca centrale.

L’industria bancaria europea si sta gradualmente riprendendo dalla crisi e le banche hanno cominciato a intraprendere delle azioni volte al rafforzamento dei propri bilanci, nonostante stiano operando in uno scenario, congiunturale e finanziario, caratterizzato da diversi fat-tori d’incertezza. Dal lato degli impieghi, è proseguita la contrazione dei prestiti alle società non finanziare, una riduzione che ha interessato quasi tutti i paesi dell’Eurozona. A livello europeo, gli im-pieghi a società non finanziarie, dopo essere scesi dell’1,4% nel 2014, sono diminuiti dello 0,6% nel I trimestre del 2015 e di un ulteriore 0,2% nel trimestre successivo (sempre su base annuale), per poi risalire marginalmente dello 0,1% nel III trimestre. Dopo la modesta riduzione sperimentata nel 2014 (-0,3%), nel corso del 2015 gli impieghi destinati alle famiglie hanno evidenziato un’inversione di tendenza. Dopo la stazionarietà registrata nel I trimestre, infatti, la crescita (su base annua) di tale componente è stata pari all’1,2% nel II trimestre e all’1,6% nei successivi tre mesi, grazie alla ripresa delle compo-nenti legate al credito al consumo e ai mutui per l’acquisto di abitazioni, che nello stesso periodo sono cresciute rispettivamente del 2,6% e dell’1,8%. Per quanto riguarda la raccolta, i depositi delle banche europee hanno confermato il trend positivo del 2014. I depositi di società non finanziarie sono cresciuti su base annua del 4,3% nel II trimestre e del 5,1% nel III trimestre del 2015, dopo l’aumento di 4 punti per-centuali sperimentato nel 2014, grazie al contributo dei depositi a vista (+10,8% rispetto al III trimestre 2014), nonostante la sostanziale diminuzione registrata dai depositi con durata prestabilita inferiore ai 2 anni (-12,3% nel III trimestre del 2015) e dai pronti contro termine (-32,5%, sempre su base annuale). Parallelamente, i depositi delle famiglie sono saliti del 3% sia nel II che nel III trimestre 2015 (nel 2014 erano cresciuti di 2,6 punti percentuali). Anche in questo caso, l’aumento è stato guidato dalla crescita dei depositi a vista (+10,8% su base annua nel II trimestre del 2015 e +11,1% nel trimestre successivo).Per quanto riguarda i principali tassi d’interesse, si segnala una generale diminuzione, no-nostante i recenti segnali di stabilizzazione.

1.2 L’evoluzione dell’intermediazione creditizia nell’industria bancaria italiana1

I dati di fine 2015 delle banche italiane mostrano un rallentamento nella dinamica di cresci-

1 Cfr. Banca d’Italia, Bollettino Economico n° 1/2016

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ta delle sofferenze. Questo dato è particolarmente confortante, considerato che le recenti turbolenze dei mercati finanziari sono collegate anche al livello dei crediti dubbi. Sul fronte del credito, dalle informazioni preliminari di fine anno pubblicate dalla Banca d’Italia2 si rileva una sostanziale stabilità dello stock di impieghi complessivi delle Istituzioni finanziarie e monetarie (-0,2%) ai residenti durante il 2015. Tale risultato è frutto di una crescita dello stock di impieghi alle famiglie (+5,0%) e di una contrazione degli impieghi alle società non finanziarie (-1,8%) e alle famiglie produttrici (-1,0%). Per quel che riguarda le sofferenze lorde, nel mese di dicembre si sono registrati miglioramenti nella dinamica delle varie componenti. Lo stock rimane superiore ai 200 miliardi, ma il trend di crescita è in sensibile rallentamento.La raccolta bancaria non cresce, in ragione della perdurante contrazione delle obbligazioni bancarie. Gli unici aggregati in espansione sono quelli dei depositi in conto corrente e dei pronti contro termine. Le altre maggiori forme di raccolta mostrano variazioni nulle o negative. Per quel che riguarda i tassi di interesse, il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è diminuito sensibilmente nel corso dell’anno fino a raggiungere un livello storicamente mol-to contenuto. Il differenziale rispetto al corrispondente tasso medio nell’area dell’euro si è annullato (era pari a circa 100 punti base alla fine del 2012), attestandosi su valori lieve-mente negativi per gli affidamenti di importo superiore a un milione di euro. Resta elevata la dispersione delle condizioni applicate a diversi tipi di prenditori, pur se in riduzione dai livelli raggiunti nel recente passato; in Italia è ancora ampio il divario tra il costo dei prestiti di importo inferiore al milione di euro e quello dei finanziamenti di maggiore entità (circa 150 punti base, a fronte di 120 nell’area dell’euro). Il costo dei nuovi mutui alle famiglie è sceso di tre decimi, al 2,5%; il differenziale con la media dell’area si è ridotto significativamente.A dicembre 2015 tutti i tassi principali hanno segnato un livello inferiore rispetto a fine 2014.Con riguardo agli aspetti reddituali dell’industria bancaria, secondo le relazioni trimestrali consolidate, nei primi nove mesi del 2015 la redditività dei cinque maggiori gruppi bancari, sebbene ancora bassa, risulta in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno prece-dente: il rendimento del capitale e delle riserve, espresso su base annua, si è attestato al 5,5% (dal 2,5%). Il miglioramento è riconducibile in prevalenza alla crescita dei ricavi da commissioni (+7,5%), connessi soprattutto con l’attività di gestione del risparmio, e al calo delle rettifiche di valore su crediti (-24,0%). Il margine di intermediazione è lievemente aumentato (+1,8%), i costi operativi sono rimasti pressoché stabili; il cost-income ratio si è di conseguenza ridotto (dal 63,0 al 62,2%). Il risultato di gestione è cresciuto (+4,1%).Con riferimento, infine, all’adeguatezza patrimoniale, alla fine di settembre il capitale di migliore qualità (Common Equity Tier 1, CET1) e il totale dei fondi propri (Total Capital) delle banche erano in media pari, rispettivamente, al 12,3% e al 15,1% delle attività ponderate per il rischio, in lieve aumento rispetto alla fine di giugno.

2 Moneta e Banche n. 7, tavola 2.4

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1.3 L’andamento delle Bcc-cr nel contesto del sistema bancario3

Nel corso dell’anno si è assistito all’interno del Credito Cooperativo a un significativo pro-cesso di aggregazione. Sul fronte della raccolta, nel corso del 2015 si è riscontrato un progressivo riassorbimento del trend di espansione della componente da clientela rilevata nell’esercizio precedente.Con riguardo all’attività di finanziamento, con i primi segnali di miglioramento della situazio-ne economica si è assistito ad una leggera ripresa nella dinamica dei finanziamenti erogati, a testimonianza del forte impegno delle BCC-CR nel finanziare la clientela, soprattutto le piccole imprese e le famiglie, in un periodo cruciale per la ripresa del Paese.

1.3.1 Gli assetti strutturali

Nel corso dell’ultimo anno il numero delle BCC-CR è passato da 376 a 364; nello stesso periodo il numero degli sportelli è diminuito di 23 unità. Nonostante l’intenso processo di aggregazione, il sistema del Credito Cooperativo ha pre-servato la capillare copertura territoriale in accordo con il principio di vicinanza e prossimità alla clientela tipico del modello di servizio di una banca cooperativa a radicamento locale.Alla fine del III trimestre dell’anno le BCC-CR risultano presenti in 101 province e in 2.693 comuni. In 549 comuni le BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria, mentre in 544 comuni operano in concorrenza con un solo intermediario. Nell’82% dei comuni ban-cati dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC. Tra i canali distributivi, la quota delle BCC-CR è rilevante anche nei terminali POS e negli ATM (oltre il 12% del mercato).I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del quarto trimestre 2015 a 31.363 unità, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,5%); alla stessa data nella media dell’industria bancaria si registra una contrazione degli organici dello 0,2%. I dipendenti complessivi del Credito Cooperativo, compresi quelli delle società del sistema, ammontano a circa 36.500 unità.Il numero totale dei soci è pari a settembre 2015 a 1.248.724 unità, con un incremento del 3,3% su base d’anno. Tale dinamica è il risultato della crescita del 3,0% del numero dei soci affidati, che ammontano a 485.501 unità e della crescita più sostenuta (+3,5%) del numero di soci non affidati, che ammontano a 763.223 unità.

1.3.2 Lo sviluppo dell’intermediazione

Nel quadro congiunturale ancora incerto di cui si è detto, nel corso del 2015 si è assistito per le BCC-CR a una stabilizzazione dei finanziamenti lordi erogati: nell’ultimo scorcio

3 Le informazioni sulle BCC sono di fonte B.I. (flusso di ritorno BASTRA B.I. e Albo sportelli) o frutto di elabora-zioni effettuate dal Servizio Studi, Ricerche e Statistiche di Federcasse sulla base delle segnalazioni di vigilanza disponibili.

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dell’anno, a fronte di una decelerazione, della dinamica di crescita delle sofferenze, si è assistito a una sostanziale stabilità degli impieghi vivi.Sul fronte della raccolta, si è rilevata invece un’inversione nel trend di crescita che aveva caratterizzato il precedente esercizio.In considerazione di tali dinamiche, la quota delle BCC-CR nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta ha subito nel corso del 2015 una lieve flessione e si è attestata a novembre rispettivamente al 7,2% e al 7,7%. Includendo i finanziamenti delle banche di secondo livello della categoria, la quota di mercato del Credito Cooperativo negli impieghi sale all’8%.

attività di impiego

Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR sono pari a dicembre 2015 a 134 miliardi di euro, con una contrazione su base d’anno dell’1% contro il +0,1% registrato nell’industria bancaria (rispettivamente -0,6% e -1,1% a fine 2014). Su base territoriale si riscontra una crescita annua degli impieghi nell’area Sud dello 0,8%.Con riguardo alle forme tecniche del credito, gli impieghi a dicembre 2015 risultano costi-tuiti per il 70,0% da mutui (53,0% nella media di sistema). I mutui delle BCC-CR appros-simano a tale data i 93,5 miliardi di euro, in crescita (+1,8%) rispetto a dicembre 2014 (+0,8% mediamente nel sistema bancario); circa il 40% sono mutui su immobili residenzia-li. La quota BCC-CR nel mercato dei mutui è pari al 9,7%.Nel contesto generale di modesta ripresa nell’erogazione di credito già descritto, con ri-ferimento ai settori di destinazione del credito degli impieghi a residenti si registra una variazione positiva degli impieghi a famiglie consumatrici (+1,9%), pur se inferiore a quella registrata nella media dell’industria (+5,0%). Crescono anche gli impieghi alle istituzioni senza scopo di lucro (+14,3% contro il -1,6% dell’industria bancaria). Gli impieghi a fami-glie produttrici sono in diminuzione (-1,4%, pressoché in linea con la media di sistema). Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito perman-gono molto elevate: 17,8% nel credito a famiglie produttrici, 8,5% nel credito a famiglie consumatrici, 8,6% nei finanziamenti a società non finanziarie. Con specifico riguardo al credito alle imprese, a dicembre 2015 gli impieghi lordi erogati dalle BCC-CR e destinati al settore produttivo sono pari a 84,3 miliardi di euro, per una quota di mercato pari al 9,6%. Considerando anche gli impieghi alle imprese erogati dalle banche di secondo livello del credito cooperativo, l’ammontare di finanziamenti lordi sale a 95,1 miliardi di euro. La quota di mercato dell’intera categoria nei finanziamenti alle impre-se supera a novembre 2015 il 10,8%. Si conferma a fine anno il permanere di una concentrazione nel comparto “costruzioni e attività immobiliari” superiore per le BCC-CR rispetto alla media delle banche e di una significativa incidenza dei finanziamenti all’agricoltura.In relazione alla dinamica di crescita, le informazioni riferite a dicembre segnalano, in un

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contesto di persistente rischiosità dei prenditori di fondi, una prosecuzione del trend ne-gativo dei finanziamenti erogati al settore produttivo; i crediti alle imprese presentano una variazione annua pari a -3,0% per le BCC-CR e -1,6% per l’industria bancaria (rispettiva-mente -2,1% e -1,1% a fine 2014). Risultano, invece, in significativa contrazione su base d’anno i finanziamenti al comparto “costruzioni e attività immobiliari”, caratterizzato da un rapporto sofferenze/impieghi par-ticolarmente elevato e in forte crescita nel recente periodo: -5,8% contro il -4,2% della media di sistema.Permangono elevate - in crescita rispetto a fine 2014 - le quote di mercato delle BCC relative al comparto agricolo (18,6%) e alle “attività di servizi di alloggio e ristorazione”. Sta-zionaria la quota di mercato relativa al “commercio” (10%) e in lieve contrazione la quota relativa al comparto “costruzioni e attività immobiliari” (10,9%).

Qualità del credito4

Nel corso del 2015 la qualità del credito erogato dalle banche della Categoria ha continua-to a subire le conseguenze della crisi economica.I crediti in sofferenza delle BCC sono aumentati rispetto al precedente esercizio (+8,2% su base d’anno contro il +9,1% dell’industria bancaria). Il rapporto sofferenze/impieghi è cresciuto nel corso dell’anno dal 10,5% di fine 2014 all’11,4% di dicembre (10,9% nella media dell’industria bancaria). Nonostante il trend di crescita, il rapporto sofferenze/impieghi permane inferiore alla media delle banche nei comparti d’elezione della categoria: famiglie consumatrici e famiglie pro-duttrici (5,9% contro il 7,2% del totale delle banche per le famiglie consumatrici e 10,7% contro 17,4% per le famiglie produttrici a dicembre 2015). Il rapporto sofferenze/impieghi si è mantenuto parimenti inferiore alla media dell’industria bancaria con riguardo alla forma tecnica dei mutui che come già accennato, costituiscono i 2/3 degli impieghi erogati dalle banche della categoria. Tale rapporto è pari a dicembre 2015 al 9,4% per le BCC-CR e al 10% per l’industria bancaria complessiva.Nel corso dell’anno è proseguita - a ritmo sensibilmente attenuato - anche la crescita degli altri crediti deteriorati. Il totale dei crediti deteriorati (comprensivi di interessi di mora) ammonta a dicembre 2015 a 27,2 miliardi di euro e si incrementa su base d’anno del 4% (4,5% nella media dell’indu-stria bancaria). Alla fine del 2014 il tasso di crescita annuo del totale delle partite deteriora-te era pari al 10,8% per le BCC-CR e al 15,3% per il complesso delle banche.Alla fine del quarto trimestre del 2015 l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sugli impieghi

4 A partire dalla rilevazione di settembre 2015 i dati sul credito deteriorato risentono dell’adeguamento alle de-finizioni di non-performing exposures (NPE) e di forbearance introdotte dagli Implementing Technical Standards (ITS) adottati da parte della Commissione Europea. Le informazioni riferite a settembre 2015 hanno carattere di provvisorietà. Le informazioni sui crediti in sofferenza non sono perfettamente omogenee con il pregresso. Le variazioni annue di inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti non sono disponibili.

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è pari per le BCC-CR al 20,3% (18,4% nell’industria bancaria). Le inadempienze probabili pesano sugli impieghi BCC per il 7,8% (6,8% nella media dell’industria bancaria).Con riguardo alla copertura dei crediti deteriorati, la semestrale 2015 evidenzia un tasso di copertura delle sofferenze delle BCC-CR in sensibile aumento rispetto all’anno precedente e pari al 54,2% (58,7% nella media di gruppi bancari e banche indipendenti5); il tasso di copertura dei deteriorati diversi dalle sofferenze è pari mediamente al 22,3% (25,9% nella media di gruppi bancari e banche indipendenti). Per le BCC-CR e, più in generale, per tutte le banche minori, i tassi di copertura sono infe-riori alla media dell’industria bancaria, in ragione della quota più ampia di prestiti assistiti da garanzie. Il credito concesso dalle BCC-CR risulta, infatti, storicamente caratterizzato da una più ampia presenza di garanzie rispetto alla media dell’industria bancaria (sia crediti in bonis che deteriorati). A giugno 2015 l’incidenza dei crediti garantiti sul totale delle eroga-zioni lorde delle BCC-CR è pari al 78,6% del totale a fronte del 66,5% rilevato nella media dell’industria bancaria6. Gran parte delle garanzie prestate dai clienti delle BCC-CR sono, inoltre, di natura reale (59,6% dei crediti BCC risulta assistito questa tipologia di garanzie).

attività di raccolta

Sul fronte della raccolta, nel corso del 2015 si è riscontrato, come già accennato, un progressivo riassorbimento del trend di espansione della provvista complessiva, sia con riguardo alla componente di raccolta interbancaria che a quella da clientela.La provvista totale delle banche della categoria è pari a dicembre 2015 a 196,7 miliardi di euro e fa rilevare una diminuzione del 2,4% su base d’anno a fronte di una sostanziale stazionarietà rilevata nell’industria bancaria (+0,3%).Alla stessa data la raccolta da clientela delle BCC-CR ammonta a 161,8 miliardi, con una diminuzione su base d’anno dello 0,9% (+1,3% per il complesso delle banche). Le componenti della raccolta da clientela più liquide hanno mantenuto un trend positivo, mentre la raccolta a scadenza ha fatto registrare una decisa contrazione. In particolare, i conti correnti passivi sono cresciuti dell’11% (+9% nella media delle banche).Le obbligazioni emesse dalle BCC presentano, al contrario, una significativa contrazione (rispettivamente -17,9% contro il -10,6% dell’industria bancaria).La raccolta da banche delle BCC-CR è pari a dicembre 2015 a 34,9 miliardi di euro (-9,1% contro il -2,2% dell’industria bancaria).La provvista complessiva delle banche della categoria risulta composta per l’82,3% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il 17,7% da raccolta interbancaria. La compo-sizione risulta significativamente diversa per la media dell’industria dove l’incidenza della raccolta da banche, nonostante la contrazione degli ultimi mesi, è notevolmente superiore,

5 Banca d’Italia, Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, novembre 2015.6 Banca d’Italia, Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, novembre 2015.

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pari al 27,9% a dicembre 2015. All’interno della raccolta da clientela delle BCC-CR l’in-cidenza dei conti correnti passivi, dei certificati di deposito e delle obbligazioni permane superiore alla media delle banche.

Posizione patrimoniale

La dotazione patrimoniale delle banche della categoria permane un asset strategico: l’ag-gregato “capitale e riserve” delle BCC-CR è pari a dicembre a 20,3 miliardi di euro e pre-senta una crescita su base d’anno dello 0,6%.Il Tier1 ratio ed il Total Capital ratio delle BCC sono pari a dicembre 2015 rispettivamente al 16,6% ed al 17,0%.

Distribuzione delle BCC sulla base del tier1 ratio a settembre 2015 campione di 354 BCC-CR

Oltre il 65% delle BCC-CR ha un tier1 ratio compreso tra il 12% e il 22%

Il confronto con il totale delle banche, evidenzia il permanere di un ampio divario a favore delle banche della Categoria.

aspetti reddituali

La debole domanda di credito e i bassi tassi di interesse hanno concorso alla sensibile riduzione del contributo dell’intermediazione primaria alla redditività delle BCC. Allo stesso tempo si è registrato un contenimento dello straordinario contributo del trading su titoli che aveva trainato la redditività dell’esercizio precedente. La crescita significativa delle commissioni nette ha compensato parzialmente la riduzione di queste due componenti. Si evidenzia anche un ulteriore aumento delle rettifiche su crediti che avvicina i tassi di coper-tura a quanto registrato dalla media dell’industria bancaria.

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In particolare, il bilancio semestrale aggregato 2015 delle BCC evidenzia:• Contrazione del margine di interesse (-4,6%, a fronte del -0,9% rilevato a giugno 2014

e del -2% rilevato nella media dell’industria bancaria).• Buona crescita delle commissioni nette: +8,3% contro il +0,7% dello stesso periodo

dell’anno precedente. La crescita è pressoché in linea con quanto rilevato nell’industria bancaria (+9,2%).

• Leggera riduzione del contributo del trading su titoli: l’utile da cessione o riacquisto di attività e passività finanziarie (voce 100 CE) presenta un modesto decremento pari a -1,1% (+90,4% a giugno 2014).

• Contrazione del margine di intermediazione (-2,3% contro il +17,7% del 2014 e +3% del sistema bancario complessivo).

• Perdurante crescita delle rettifiche e riprese di valore (voce 130: +23,7%), superiore a quella registrata a metà 2014 (+17,9%).

• Crescita delle spese amministrative (+2,2% contro il +0,3% di dodici mesi prima), più accentuata per quanto concerne le spese diverse da quelle per il personale (+3,8%).

• Crescita del cost income ratio: dal 49% al 51,6% (54,2% nell’industria bancaria).Le informazioni andamentali riferite a settembre 2015 confermano le tendenze evidenziate dalla semestrale.

1.4 L’impatto dell’Unione Bancaria

L’Unione Bancaria è oggi una realtà che ha inaugurato, davvero, una nuova era per il sistema bancario europeo. Il suo progetto è stato scritto per completare l’Unione Economica e Monetaria e, dopo la crisi globale iniziata nel 2007, per assicurare al sistema bancario europeo qualità crescente del governo societario e comuni e più elevati requisiti prudenziali in materia di capitale e di liquidità, di modo da prevenire e gestire le situazioni di crisi con il contributo degli interme-diari e senza oneri per i contribuenti. Il “primo pilastro” dell’Unione Bancaria, il Meccanismo di Vigilanza Unico basato sul c.s. single rule book (Diretttiva CRD IV e Regolamento CRR), è stato avviato dal novembre 2014. Dal 1° gennaio 2016 è divenuto pienamente operativo anche il “secondo pilastro” dell’U-nione, il Meccanismo di Risoluzione Unico delle crisi bancarie, figlio della BRRD (Banks Recovery and Resolution Directive), direttiva che determina una rivoluzione copernicana, riassumibile in un concetto: dal bail-out al bail-in. La crisi di una banca dovrà, in altre parole, essere risolta utilizzando in via prioritaria le risor-se finanziarie interne alle Banche, non gravando sui bilanci degli Stati. Se ne è avuta una prova eloquente nella vicenda della risoluzione delle 4 banche (Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca Marche, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara) decisa lo scorso 22 novembre, nella quale – data l’impossibilità di intervenire attraverso il Fondo Interbancario

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di Tutela dei Depositanti in ragione della rigida interpretazione della DG Competition della Commissione Europea in materia di “aiuti di stato” – è stato applicato il cosiddetto principio del “burden sharing”, imponendo il concorso al sostegno delle perdite in primo luogo a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati.L’opzione della risoluzione è parsa alle Autorità l’unica possibile “per la migliore tutela dei depositanti e degli investitori e al fine di evitare effetti negativi sulla stabilità finanziaria ed economica”, come precisato nella premessa del provvedimento, dopo che almeno altre due ipotesi di soluzione non avevano potuto realizzarsi o perché non autorizzate dalla Commissione Europea o perché non rese possibili dall’adesione, volontaria e tempestiva, di tutte le 208 banche aderenti al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.La conseguenza dell’insuccesso di queste ipotesi è stata particolarmente gravosa per le BCC, che si sono trovate nella condizione di non potersi sottrarre al richiamo obbligatorio di fondi per 225 milioni di euro.Federcasse ha assicurato diverse attività – di formazione, informazione e supporto – per accompagnare l’adeguamento alla BRRD. In particolare, è stata curata la comunicazione, con supporti per il personale delle BCC (Vademecum domande e risposte) e per la clien-tela (lettera informativa inviata con gli estratti conto di fine 2015).La direttiva 2014/49/UE, relativa al sistema di garanzia dei depositi (c.d. DGS), è stata re-cepita in via definitiva il 10 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri. Il testo del Decreto ha integrato significativi emendamenti promossi da Federcasse: la riduzione dei contributi ai DGS per chi partecipa a un sistema di protezione istituzionale; la possibilità di considerare, nel calcolo dell’importo rimborsabile da parte dei sistemi di garanzia dei depositi, anche le eventuali posizioni debitorie che i depositanti potrebbero avere nei confronti della banca, generando così una sorta di compensazione tra le due poste; la previsione che i depositi presso un conto di cui sono titolari due o più soggetti come partecipanti di un ente senza personalità giuridica siano trattati come se fossero effettuati da un unico depositante ai fini del calcolo del limite dei 100.000 euro previsto dalla direttiva; la limitazione del periodo entro il quale poter reclamare il rimborso dei depositi.Su tali normative Federcasse è intervenuta sia in fase di elaborazione, sia in fase di recepi-mento. In particolare, i contributi al Fondo di risoluzione sono stati attenuati dal fatto che è stata accolta la proposta di Federcasse che tutela in particolare le banche di dimensione più piccola. In forza di ciò, la grande maggioranza delle BCC è quindi ricompresa nell’am-bito delle “piccole banche” e contribuisce al Fondo di Risoluzione mediante un contributo forfettario flat a partire da 1.000 euro fino a 50.000, secondo articolazione in 6 classi. Nel Decreto di recepimento della direttiva DGS sono stati accolti gli emendamenti proposti da Federcasse di posticipare al 1 luglio 2018, l’abrogazione dell’obbligo delle BCC di ade-rire al sistema di garanzia dei depositanti costituito nel loro ambito.Oltre a confermare nella sostanza l’assetto dei Fondi di garanzia dei depositi (FITD e FGD-CC) già istituiti in Italia con il Decreto del 1996, le nuove norme introducono alcune rilevanti previsioni riguardanti principalmente:

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• il finanziamento ex ante dei Fondi pari allo 0,80% dei depositi protetti, da costituire entro il 2024;

• la contribuzione basata anche sul rischio delle banche aderenti secondo le linee guida dell’Autorità bancaria europea;

• la possibilità di richiamare l’intervento di un DGS nell’ambito di una procedura di risolu-zione;

• il rimborso dei depositanti entro sette giorni lavorativi in caso di liquidazione atomistica di una banca aderente, con possibilità di richiamare ulteriori fondi fino a un massimo dello 0,50% dei depositi protetti;

• l’eliminazione dell’autorizzazione della Banca d’Italia per l’effettuazione degli interventi;• la possibilità di istituire all’interno del DGS meccanismi di contribuzione aggiuntiva a

carattere volontario esenti dalla normativa sugli aiuti di Stato.Per contro, la nota questione della sottoposizione degli interventi dei Fondi obbligatori al vaglio delle norme sugli aiuti di Stato resta impregiudicata, in attesa che si chiariscano in via definitiva le condizioni di tale sottoposizione, anche nella prospettiva della costituzione del Meccanismo Unico di Assicurazione dei Depositi (EDIS-European Deposit Insu-rance Scheme) a completamento del cosiddetto “terzo pilastro” dell’Unione Bancaria. Al momento, tuttavia, occorre rilevare come, all’interno del nuovo quadro normativo europeo, l’incertezza giuridica derivante da una possibile controversia con la Commissione europea in merito all’intervento del FITD a favore della soluzione della crisi di Banca Tercas abbia nei fatti impedito di risolvere le crisi di alcune BCC commissariate (Banca Padovana, Banca Irpina e Banca Brutia) attraverso il collaudato modello di intervento preventivo del FGD, mettendo in campo strumenti nuovi grazie al Fondo di Garanzia Istituzionale.Al riguardo, va sottolineato che il Credito Cooperativo ha saputo assicurare una rispo-sta tempestiva e di sistema, come sempre esclusivamente attraverso risorse interne alla categoria, per la soluzione delle proprie criticità. Con la collaborazione di diversi soggetti (BCC cessionarie, Federazioni Locali, Federazione Italiana, Fondi di Garanzia, Banche di secondo livello), sono stati portati a soluzione casi oggettivamente difficili, senza che tutto ciò sia costato un euro alle finanze pubbliche, alle altre banche non BCC e, soprattutto, ai portatori di obbligazioni subordinate, che sono stati integralmente rimborsati. L’Unione Bancaria sta portando cambiamenti strutturali profondi nelle strategie degli in-termediari, la cui portata risulta pervasiva non solo per gli istituti in crisi ma anche per quelli in bonis. Al riguardo, il Credito Cooperativo ha sottolineato che in questo processo di regolamenta-zione ci sono tre “peccati originali” (che equivalgono ad altrettanti rischi sistemici): 1. il primo è il rischio di penalizzare, in termini di esigenza di patrimonializzazione, soprat-

tutto il modello di intermediazione vocato al finanziamento dell’economia reale. L’indice di leva finanziaria, che considera la dimensione dell’intero bilancio di una banca pre-visto da Basilea 3, già oggetto di segnalazione e di misurazione nell’ICAAP, entrerà in

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vigore come requisito nel 2018. L’effetto deleterio di tale novità è anche di immagine; paradossalmente, infatti, risultano brillare per coefficienti patrimoniali elevati, e quindi per solidità percepita – che viene enfatizzata anche in termini pubblicitari – quegli inter-mediari che prestano pochissimo all’economia reale;

2. il secondo “peccato originale” è relativo alla mancata applicazione di un’adeguata pro-porzionalità che riconosca le cospicue differenze, in termini di rischio, tra grandi banche a rilevanza sistemica e intermediari di territorio;

3. e c’è anche un terzo “peccato originale”: l’erosione “a tavolino” del patrimonio delle banche solo per effetto di metodi di calcolo frutto di modelli teorici non sperimentati, applicazione di maggiori ponderazioni, o rischi di perdita di misure di riequilibrio (ad es. lo SMEs supporting factor).

Esistono inoltre problemi di asimmetria. Si pensi all’obbligo per tutte le banche di contri-buire al Fondo Unico di Risoluzione, ma alla riserva del suo utilizzo solo per le banche che rivestono interesse pubblico.

1.5 Le prospettive

Le BCC sono chiamate a confrontarsi con il presente, che impone di riconsiderare e ricon-figurare modelli e prassi.Se, ad esempio, fino a pochi anni fa, la copertura territoriale di una banca attraverso la rete fisica degli sportelli era ritenuto uno degli elementi chiave di dimensionamento ed efficacia, oggi ne emerge con ancora maggiore evidenza, soprattutto a fronte di una redditività de-clinante, l’elemento di peso in termini di costi fissi.Se l’ancoraggio all’economia reale e l’interpretazione del mestiere bancario in primo luogo come facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di denaro significava implicitamente distanza da una finanza meramente speculativa e per ciò da incoraggiare, ora andamento dei tassi, compressione dei margini e, ancora una volta, regolamentazione bancaria ren-dono la “gestione denaro” assolutamente insufficiente a garantire redditività prospettica.Se la prossimità fisica era non soltanto foriera di vantaggi informativi, ma anche capace di indurre effetti positivi in termini di accreditamento e reputazione, nell’Unione Bancaria viene amplificato un rischio di distorsione della percezione, strumentalizzato anche a fini concorrenziali. Il rischio è che la piccola dimensione, di solito tipica degli intermediari locali, venga percepita, di per sé, come maggiormente fragile, senza alcuna considerazione sul vero fattore discriminante, ovvero la qualità della gestione. Le Banche di Credito Cooperativo, con una rete di 4.450 dipendenze (il 14,6% del totale), sono sfidate a rendere i loro sportelli dei veri punti di contatto con i propri soci e clienti, ampliandone la capacità di offerta.Non si tratta di adottare il modello della banca-supermercato che offre a listino, accanto a mutui e conti correnti, vari beni di consumo. Ma di valorizzare il luogo fisico di relazione tra banca e cliente per accompagnare le scelte importanti della vita (l’investimento del

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risparmio, l’acquisto della casa, la protezione delle cose e delle persone care, la previden-za per sé ed i figli, ecc.) con adeguata consulenza. Si tratta di valorizzare, in una logica di partnership, le relazioni che i territori favoriscono (con le rappresentanze d’impresa, i professionisti, le associazioni, ecc.) per potenziare l’offerta di soluzioni utili con positive ricadute anche in termini di business. Non si arresterà, e anzi di certo cresceranno, il numero ed il volume delle transazioni che verranno effettuate “in automatico” e “a distanza”. Ma ci sarà comunque una quota di operazioni che continueranno a richiedere la fisicità e la relazione. Si tratta, dunque, di comporre, non di opporre, operatività tradizionale e virtuale. Le BCC destinano al finanziamento dell’economia reale il 57% dei propri attivi (è il 53% per le altre banche). E il 96% dei finanziamenti delle BCC va alle imprese e alle famiglie (rispetto al 76% del resto dell’industria bancaria).La relazione privilegiata con le piccole imprese è un punto di forza che va ulteriormente valorizzato. La struttura produttiva italiana rimarrà incentrata sulle PMI, ma queste opere-ranno in un mercato sempre più integrato (a livello di filiere industriali oltre che geografiche) e con esigenze evolute in termini di servizi e prodotti. Capacità di valutare con sempre maggiore accuratezza il merito creditizio, capacità di lettura delle prospettive settoriali e delle dinamiche di mercato, capacità di proporre prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, sono le strade per recuperare margini reddituali basati sulla qualità oltre che sulla quantità. La diversificazione degli apporti reddituali, da perseguire investendo sulla produzione e distribuzione di servizi e prodotti ad alto valore aggiunto, necessita di masse critiche sia dal lato della domanda che dell’offerta. Le sinergie indotte dall’Autoriforma del Credito Cooperativo sono un auspicio e, quindi, una opportunità per questo necessario salto di qualità. La riforma ha, peraltro, un ulteriore effetto benefico sul piano della reputazione; le Banche di Credito Cooperativo, in ragione del loro approccio alla relazione con soci e clienti e della concreta esperienza di questa, godono mediamente di un accreditamento e di una repu-tazione decisamente positivi. L’interpretazione mediatica dell’impatto delle nuove norme relative al risanamento e riso-luzione delle crisi, talvolta strumentalizzata al servizio della tesi “semplificata” che minore dimensione, di per sé, significhi maggiore rischio in termini di stabilità, troverà un freno dall’approvazione della riforma e dalla nascita del Gruppo Bancario Cooperativo.

1.6 il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.

Prima di illustrare l’andamento della gestione aziendale, vengono indicati, ai sensi dell’art. 2545 c.c. “i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutuali-stico”, ripresi anche dall’art.2 della Legge n. 59/92.L’art. 2 della legge 59/92 e l’art. 2545 c.c. dispongono che “nelle società cooperative e

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nei loro consorzi, la relazione degli amministratori ... deve indicare specificamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico”.La Banca di Credito Cooperativo di Massafra esprime la sua vocazione mutualistica lungo tre direttrici:Interna: rivolta ai soci; le agevolazioni e i benefici di cui i soci si avvantaggiano sono di natura bancaria ed extrabancaria. Non tutti sono per tale ragione monetizzabili, anche se hanno un indubbio valore sul piano economico; è proseguita l’offerta di prodotti e servizi bancari a favore dei soci a condizioni vantaggiose, confermando l’offerta esistente e ri-manendo sempre vicini alle esigenze dei soci e della clientela minore che notoriamente incontra maggiori difficoltà nell’ottenere ascolto.In particolare, rileva la decisione assunta nel corso del 2015 volta ad ampliare ulteriormen-te il vantaggio riservato ai soci in termini di tasso su tutti i finanziamenti offerti: tale vantag-gio risulta oggi di 150 bps (1,50%) per i finanziamenti non ipotecari e di 100 bps (1,00%) per i finanziamenti ipotecari.Rileva, inoltre, il lancio di due nuovi prodotti di finanziamento caratterizzati da condizioni assolutamente competitive: CASA MIA e MUTUO IDEA. Entrambi i prodotti sono riservati ai soci; il primo rivolto alle persone fisiche e finalizzato all’acquisto e alla ristrutturazione della prima casa, ovvero alla surroga di mutui contratti per tali finalità, è stato il principale volano di sviluppo degli impieghi e della base sociale nel 2015. È stato rispettato il requisito dell’operatività prevalente con i soci in osservanza di quanto stabilito dalla normativa di vigilanza.Esterna: diretta alla comunità locale e al territorio nel quale operiamo al fine di assicurare vantaggi ai soci e alla comunità sotto il profilo morale, culturale, economico ed accrescen-done l’educazione al risparmio ed alla coesione sociale. Nel corso del 2015, la Banca ha intensificato gli sforzi nel sostenere il territorio con iniziative di solidarietà, di partecipazione alle iniziative locali ponendo una forte attenzione al territorio al fine di rafforzare la cultura dello “stare insieme”. A tale attività è dedicato uno specifico documento allegato al bilancio e denominato “Oltre i numeri”.Di sistema: espressa nelle relazioni “di rete” all’interno del movimento del Credito Coope-rativo. Sin dall’avvio, la Banca ha pienamente aderito alla strategia della “cooperazione di rete” con le altre società di gruppo appartenenti alle strutture di categoria del credito coo-perativo. Il vantaggio di tale scelta è di beneficiare di economie di scala e di servizi bancari che richiedono competenze specialistiche.

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2. La GeSTione DeLLa Banca: anDaMenTo DeLLa GeSTione e DinaMicHe Dei PrinciPaLi aGGreGaTi Di STaTo PaTriMoniaLe e Di conTo econoMico.

2.1 PremessaAnche nel 2015 è proseguita la crescita della Banca attraverso il perseguimento di una globale ed attenta gestione delle necessità del socio e cliente, nel rispetto della sana e prudente gestione. I rapporti di deposito a fine 2015 erano n. 3.764 rispetto a n. 3.671 di fine 2014. Il dato ha registrato un incremento di n. 93 rapporti pari al 2,5%. La crescita si è avuta nella for-ma tecnica dei conti correnti, ormai preferiti rispetto ai depositi a risparmio; i rendimenti decrescenti dei certificati di deposito hanno determinato, invece, un calo significativo del numero di tali rapporti. La composizione dell’aggregato è la seguente:

Depositi 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Conti correnti 2.645 2.500 145 5,8

Depositi a risparmio 973 987 -14 -1,4

Certificati di deposito 146 184 -38 -20,7

Totale 3.764 3.671 93 2,5

I rapporti di impiego a fine 2015 erano n. 1.626, rispetto a n. 1.562 di fine 2014. Si registra-no variazioni apprezzabili sia nei conti correnti (+2,7%), sia nei mutui (+6,4%), ossia nelle forme tecniche caratterizzate dalla maggiore numerosità. La composizione dell’aggregato è la seguente:

Impieghi 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Conti correnti 656 639 17 2,7

Mutui 612 575 37 6,4

Portafoglio sbf 89 98 -9 -9,2

Portafoglio effetti 77 73 4 5,5

Sofferenze 182 167 15 9,0

Banche 10 10 - -

Totale 1.626 1.562 64 4,1

2.2 Gli aggregati patrimonialiAl 31 dicembre 2015, le masse complessivamente intermediate, costituite dalla raccolta totale della clientela e delle banche, nonché da tutti gli impieghi effettuati, ammontano a 193.105 migliaia di euro, evidenziando un incremento di 36.187 migliaia di euro rispetto al 31 dicembre 2014 (pari al 23,1%).

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La raccolta totale della clientelaLa raccolta totale da clientela, costituita dalla raccolta diretta, amministrata e gestita per conto della clientela, si è attestata alla fine del 2015 a 77.748 migliaia di euro con un in-cremento del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. La composizione dell’aggregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Raccolta diretta 70.982 67.165 3.817 5,7

Raccolta indiretta 6.766 4.969 1.797 36,2

di cui :

Risparmio amministrato 4.568 4.244 324 7,6

Risparmio gestito e assicurativo 2.198 725 1.473 203,2

Totale Raccolta 77.748 72.134 5.614 7,8

Analizzando nel dettaglio la dinamica della raccolta totale emerge un incremento di ogni sua componente:• la raccolta diretta ha registrato una performance assolutamente positiva con una cre-

scita del 5,7% che si contrappone alla variazione negativa delle banche della categoria, in calo dello 0,9% su base annua a dicembre 2015.

In tale ambito la Banca ha registrato, pertanto, una performance in netta controten-denza rispetto al sistema BCC-CR e migliore, peraltro, dell’industria bancaria nel suo complesso che ha registrato nello stesso periodo una crescita dell’1,3%.

• la raccolta indiretta ha registrato una performance addirittura migliore con una crescita del 36,2%, favorita principalmente dall’incremento del risparmio gestito, sostanzial-mente triplicato rispetto all’esercizio precedente in linea con le aspettative riportate nella Relazione degli Amministratori sulla Gestione di cui al bilancio dell’esercizio 2014.

Performance quest’ultima favorita, infatti, dall’avvio di nuove politiche commerciali che, nel rispetto della correttezza delle relazioni con la clientela, hanno favorito scelte delle clientela orientate a una maggiore diversificazione degli investimenti e a una minore concentrazione dei risparmi su rapporti diretti con la Banca.

La variazione positiva della raccolta diretta è stata favorita, in linea con la dinamica rela-tiva alla numerosità dei rapporti, dalla crescita dei conti correnti come dimostra la tabella seguente:

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Relazione degli amm

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VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Valore % sul totale Valore % sul totale

Conti correnti 51.260 72,2 44.229 65,9 7.031 15,9

Depositi a risparmio 10.666 15,0 10.208 15,2 458 4,5

Certificati di deposito 8.724 12,3 12.553 18,7 -3.829 -30,5

Altri debiti 332 0,5 175 0,2 157 89,7

Totale Raccolta diretta 70.982 100,0 67.165 100,0 3.817 5,7

La tabella rileva una rilevante crescita delle componenti della raccolta più liquide: i conti correnti sono cresciuti del 15,9% e i depositi a risparmio del 4,5%; il dato relativo ai conti correnti ha determinato, quindi, un sensibile incremento del rapporto di composizione relativo a tale forma tecnica (passato dal 65,9% al 72,2%) e ha ampiamento compensato il rilevante calo registrato nei certificati di deposito (-30,5%). Calo questo in linea con le tendenze rilevate nell’industria bancaria, nella forme tecniche di raccolta a scadenza e, specialmente, nelle obbligazioni.Tali dinamiche riflettono il trend di sistema evidenziando, tuttavia, una maggiore intensità; si ritiene che la maggiore ampiezza del trend sia una diretta conseguenza delle specificità della politica di pricing della raccolta a vista adottata negli anni passati. Tale politica di pri-cing è stata oggetto di una complessiva revisione a seguito di una decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 26 febbraio 2016.

Gli impieghi con la clientelaI crediti per cassa con clientela al netto delle rettifiche di valore (voce 70 dell’attivo) si atte-stano al 31 dicembre 2015 a 31.522 migliaia di euro, segnando un incremento del 2,1% rispetto al 31 dicembre 2014; gli impieghi con clientela tornano, quindi, a crescere dopo il rilevante decremento registrato nel 2014 (-5,8%) e il più contenuto calo segnato nel 2013 (-0,8%).Tale dinamica appare evidente anche con riferimento ai dati lordi essendo passati i crediti per cassa con clientela al lordo delle rettifiche da 34.342 migliaia di euro a 35.465 migliaia di euro con un incremento del 3,3%. Dato questo in evidente controtendenza con le ri-sultanze riscontrate a dicembre 2015 nella categoria delle banche di credito cooperativo (-1,0%) e nell’intera industria bancaria (+0,1%).

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La composizione dell’aggregato netto è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Valore % sul totale Valore % sul totale

Conti correnti 4.299 13,7 5.484 17,8 -1.185 -21,6

Mutui 18.538 58,8 16.042 51,9 2.496 15,6

Altri finanziamenti 3.448 10,9 3.738 12,1 -290 -7,8

Attività deteriorate nette 5.237 16,6 5.623 18,2 -386 -6,9

Totale Impieghi con clientela 31.522 100,0 30.887 100,0 635 2,1

La performance registrata è evidentemente imputabile alla crescita dei mutui che, an-che grazie alla validità dei nuovi prodotti lanciati e alla efficacia delle connesse politiche di marketing, hanno evidenziato una crescita a due cifre (+15,6%). In tale ambito il gap favorevole rispetto al resto del sistema BCC-CR e al complesso dell’industria bancaria è estremamente ampio.In linea con il trend affermatosi nel 2014, segnano il passo invece i conti correnti e gli altri finanziamenti, sostanzialmente rappresentati dal complesso degli affidamenti a revoca il cui peso relativo diviene sempre più contenuto, in linea con precise scelte aziendali.Rileva, infine, il dato delle attività deteriorate nette che dopo il rilevante incremento regi-strato nel 2014 (+ 87,1%) evidenziano un apprezzabile calo del 6,9%, dettagliatamente analizzato nel seguito della presente Relazione.

Qualità del creditoL’illustrazione delle informazioni relative alla qualità del credito richiede preliminarmente dei chiarimenti in relazione alle novità normative intervenute nel 2015; il 9 gennaio 2015 la Commissione Europea ha approvato, infatti, il Regolamento di esecuzione (UE) 2015/227, di modifica/integrazione del Regolamento (UE) n. 680/2014, con il quale sono state:• adottate le norme tecniche di attuazione (Implementing Technical Standards o ITS)

relative alle esposizioni deteriorate o non-performing exposures e a quelle oggetto di concessioni o forborne exposures;

• integrate, nell’ambito delle segnalazioni statistiche consolidate armonizzate (FINREP), le informazioni richieste ai gruppi di banche e SIM relativamente alle due richiamate fattispecie.

Ai sensi delle citate disposizioni, introdotte in relazione alle segnalazioni statistiche di vigi-lanza consolidata, per esposizione deteriorata o non-performing exposure si intende quella che soddisfa anche una sola delle seguenti condizioni: • il perdurare di uno scaduto rilevante per oltre 90 giorni, continuativo e non cumulabile

per periodi intermedi parziali; • indipendentemente dalla presenza di insoluti e dal numero di giorni di ritardo nel pa-

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gamento, si ritiene che il debitore non sia in grado di fare fronte integralmente (nei termini previsti) alle obbligazioni assunte verso la Banca, senza che la stessa proceda a iniziative quali l’escussione e il realizzo delle garanzie prestate (c.d. unlikely to pay o inadempienze probabili).

Al fine di garantire un’unica nozione di attività finanziarie deteriorate applicabile al com-plesso degli intermediari vigilati, la Banca d’Italia ha esteso il campo di applicazione delle nozioni di non-performing exposure e di forbearance anche alle banche e alle SIM a livello individuale, nonché agli altri intermediari finanziari, apportando le opportune modifiche alle discipline collegate. Tra le principali modifiche apportate alle definizioni precedentemente in vigore si evidenzia che:• sono state abrogate le nozioni di esposizioni incagliate e di esposizioni ristrutturate;• le attività finanziarie deteriorate risultano ora ripartite nelle categorie delle sofferenze,

delle inadempienze probabili, delle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate; l’in-sieme delle categorie richiamate corrisponde all’aggregato delle non-performing expo-sures di cui agli ITS.

La definizione di sofferenze è rimasta, quindi, invariata rispetto alla disciplina precedente.Le inadempienze probabili sono il risultato della valutazione della banca circa l’improbabi-lità che il debitore adempia integralmente alle proprie obbligazioni per capitale e interessi, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie. Tale valutazione prescinde dalla presenza di eventuali importi scaduti e non pagati.Le regole di classificazione tra le esposizioni scadute/sconfinanti deteriorate sono al mo-mento invariate rispetto alla disciplina previgente. Nello specifico, la Banca non presentava esposizioni ristrutturate al 31 dicembre 2014, mentre gli incagli presenti alla stessa data sono stati ricondotti alla nuova categoria delle inadempienze probabili; ciò consente di comparare le categorie di crediti deteriorati pre-senti nei due esercizi.I crediti deteriorati netti si sono attestati a fine 2015 a 5.237 migliaia di euro con un de-cremento di 386 migliaia di euro (-6,9%) rispetto al 2014. La tabella seguente fornisce evidenza della composizione, lorda e netta, dell’aggregato:

VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2015 31/12/2014 Variazione %

Lordo Netto Copertura Lordo Netto Copertura Lordo Netto

Sofferenze 4.680 1.992 57,4% 4.085 1.772 56,6% 14,6 12,4

Inadempienze probabili 4.195 3.204 23,6% 4.721 3.797 19,6% -11,1 -15,6

Esposizioni scadute deteriorate 61 41 32,8% 68 54 20,6% -10,3 -24,1

Totale crediti deteriorati 8.936 5.237 41,4% 8.874 5.623 36,6% 0,7 -6,9

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La tabella seguente fornisce evidenza, invece, della composizione relativa dell’aggregato:

VOCE31/12/2015 31/12/2014

Lordo % Netto% Lordo % Netto %

Sofferenze 52,4 38,0 46,0 31,5

Inadempienze probabili 46,9 61,2 53,2 67,5

Esposizioni scadute deteriorate 0,7 0,8 0,8 1,0

Totale crediti deteriorati 100,0 100,0 100,0 100,0

Prima di analizzare le due tabelle sopra riportate, è utile ricordare che il 2014 aveva regi-strato un rilevante incremento del credito deteriorato netto (87,1%), determinato princi-palmente dalla variazione dei crediti incagliati passati da 1.394 migliaia di euro a 3.797 migliaia di euro. In tale esercizio la Banca era stata interessata da rilevanti modifiche nella composizione degli Organi di Supervisione Strategica e di Gestione che avevano deciso di adottare una politica molto rigorosa nella gestione del credito problematico.Il lavoro complessivamente operato aveva permesso di rilevare tutte le situazioni di tempo-ranea difficoltà riscontrabili, per le quali si era doverosamente proceduto alla classificazione a incaglio.Non si può e non si deve celare il fatto che l’incidenza del credito deteriorato sul totale dei crediti rappresentava al termine del 2014 il principale elemento di vulnerabilità della Banca: un rapporto tra crediti deteriorati lordi e crediti lordi al 25,8% e un rapporto tra crediti deteriorati netti e crediti netti al 18,2% rappresentano indubbiamente un elemento di attenzione. Il lavoro svolto dagli Organi di Supervisione Strategica e di Gestione nel corso del 2015 ha consentito, tuttavia, di conseguire importanti risultati che permettono di affermare che il fenomeno di deterioramento del portafoglio crediti, come manifestatosi nel biennio 2013-2014, pur continuando a rappresentare un elemento di debolezza, si è apprezzabilmente attenuato: a fronte di una crescita del credito deteriorato lordo del 73,3% nel 2014, l’eser-cizio 2015 evidenzia un marginale incremento dello 0,7%. Il risultato è ancora più apprez-zabile in termini di valore netto: la crescita del 2014, pari all’87,1%, si contrappone a un calo del 6,9% nel 2015.Il miglioramento qualitativo di tale profilo di rischiosità appare ancora più evidente valutan-done la dimensione relativa in rapporto ai fondi propri: il rapporto tra crediti deteriorati netti e i fondi propri si attestava al 31 dicembre 2014 al 108,6%; lo stesso dato al termine del 2015 si pone al 91,4% (89,0% ove si tenesse conto anche degli utili maturati nel secondo semestre 2015 come meglio specificato nella Parte F della Nota Integrativa recante “In-formazioni sul patrimonio”). Uno scostamento assoluto del 17,2% (19,6% se corretto con gli utili del secondo semestre 2015) è un evidente segno di attenuazione del fenomeno di deterioramento del portafoglio crediti.Ulteriore elemento positivo emerge dal confronto con il sistema: la marginale crescita dello

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0,7%, registrata dalla Banca nel 2015, si contrappone a una crescita del su base d’anno del 4,0% nel sistema BCC-CR e del 4,5% nella media dell’industria bancaria.Pur considerando, tuttavia, il positivo risultato registrato nel 2015 permane, seppur ridi-mensionato, un gap rispetto al sistema che alla fine del quarto trimestre del 2015 evidenzia una incidenza dei crediti deteriorati lordi sugli impieghi pari al 20,3% per le BCC-CR e al 18,4% nell’industria bancaria. Il dato della Banca, pur migliorato rispetto al 2014 dello 0,6%, si attesta al 25,2%. I dati appena illustrati, contrapponendo elementi confortanti ed elementi di attenzione, evidenziano la necessità che l’Organo di Supervisione Strategica e l’Organo di Gestione continuino a concentrare la propria attenzione su tale ambito gestionale di modo da pro-seguire nel 2016 il percorso di miglioramento qualitativo del portafoglio crediti avviato nel 2015. Entrando nel dettaglio delle singole categorie, emerge un incremento delle sofferenze (14,6% sul lordo e 12,4% sul netto) superiore ai dati di sistema (+8,2% su base d’anno per le BCC-CR e +9,1% per l’industria bancaria nel suo complesso). Analogamente, a dicem-bre 2015, il rapporto sofferenze/impieghi (lorde) si è attestato al 13,2% contro una media per il sistema BCC-CR dell’11,4% (10,9% nella media dell’industria bancaria).Estremamente importanti risultano le performances registrate con riferimento alle altre ca-tegorie di crediti deteriorati: in particolare, rileva il calo delle inadempienze probabili (11,1% sul lordo e 15,6% sul netto); dato questo estremamente positivo sia in senso assoluto che in rapporto al sistema BCC che rileva, contrariamente, un ulteriore crescita di tali crediti deteriorati. Con riguardo alla copertura dei crediti deteriorati, rileva il sensibile incremento del livello complessivo di copertura passato dal 36,6% del 2014 al 41,4% del 2015, con una cresci-ta del 4,8%. In relazione ai livelli di copertura delle singole categorie emergono valori supe-riori a quelli rilevati nel sistema BCC; è opportuno ricordare, tuttavia, che i dati riportati, gli ultimi disponibili, si riferiscono alla semestrale 2015.Trova conferma, inoltre, il valore assolutamente marginale delle esposizioni scadute e sconfinate deteriorate; elemento questo di estrema ed ovvia importanza in un’ottica pro-spettica.

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40

L’attenuazione del fenomeno di deterioramento del portafoglio crediti è ulteriormente pro-vato dai seguenti indici di qualità del credito:

Indici di qualità del credito (%) 31/12/2015 31/12/2014

Crediti deteriorati lordi/crediti lordi 25,2 25,8

Sofferenze lorde/crediti lordi 13,2 11,9

Inadempienze probabili lorde/crediti lordi 11,8 13,7

Esposizioni scadute lorde/crediti lordi 0,2 0,2

Sofferenze nette/crediti netti 6,3 5,7

Inadempienze probabili nette/crediti netti 10,2 12,3

Esposizioni scadute nette/crediti netti 0,1 0,2

Crediti deteriorati netti/crediti netti 16,6 18,2

Crediti deteriorati netti/fondi propri 91,4 108,6

Per quanto concerne i crediti in bonis, il livello di copertura continua ad aumentare essen-do passato dallo 0,80% del 2014 allo 0,92% del 2015 (0,73% nel 2013).Il miglioramento in atto trova espressione, infine, in termini di costo del credito, espresso dal rapporto tra le rettifiche nette su crediti verso la clientela (voce 130.a) e la relativa espo-sizione lorda. Il 2014 aveva registrato un dato eccezionale, pari al 3,3%; record negativo per la Banca che già nel 2013 aveva evidenziato un dato significativo pari al 2,3%.Nel 2015 il costo del credito è tornato su di un valore più accettabile pari all’1,6%; la so-stenibilità di un costo del credito su tali livelli appare più chiaro dell’analisi andamentale del rapporto tra il costo del credito e il margine di intermediazione. Il grafico seguente riporta la dinamica di tale rapporto dal 2009 al 2015 (gli anni precedenti sono stati esclusi in con-siderazione della scarsa rilevanza dei dati più vicini al momento costitutivo della Banca):

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Relazione degli amm

inistratori

concentrazione dei rischi Il tema della concentrazione degli impieghi a clientela rappresenta storicamente un ele-mento di debolezza della Banca che il nuovo vertice aziendale ha cercato immediatamente di superare; al riguardo rileva nel corso dell’esercizio 2015 un ulteriore sensibile migliora-mento come dimostrano i seguenti due indicatori (fonte report ALM di Cassa Centrale):• Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1/CET1;• Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1/Impieghi.Precisando che per “Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1” si intendono le esposizioni verso un singolo cliente superiore al 5% del Common Equity Tier 1 (CET1), l’analisi dei due indicatori evidenzia anche nel 2015 una rilevante contrazione del livello di concentrazione del rischio di credito:

Indici di concentrazione del rischio di credito (%) 31/12/2015 31/12/2014 31/12/2013

Tot. Esposizioni superiori al 5% del Cet1 / Cet1 125 143 210

Tot. Esposizioni superiori al 5% del Cet1 / Impieghi 21 23 30

Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che al 31 dicembre 2015 non sono presenti posizioni di rischio verso soggetti collegati che eccedono i limiti prudenziali di riferimento. La posizione interbancaria e le attività finanziarie La liquidità bancaria è impegnata, per la parte non detenuta in cassa, su conti reciproci con altre banche e nel portafoglio titoli di proprietà detenuto per investimenti e per la ne-goziazione. Il totale della liquidità bancaria netta al 31 dicembre 2015 si attesta a 45.401 migliaia di euro con un incremento di 3.863 migliaia di euro rispetto al precedente esercizio (+9,3%) quando si attestava a 41.538 migliaia di euro. La tabella seguente fornisce evidenzia della posizione interbancaria netta e delle varia-zioni intervenute nel portafoglio titoli della Banca, composto essenzialmente da attività finanziarie disponibili per la vendita e, marginalmente, da attività finanziarie detenute per la negoziazione:

VOCE (dati in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta

Cassa 845 912 -67

Crediti verso banche 5.937 3.988 1.949

Debiti verso banche -23.023 -9.120 -13.903

Totale posizione interbancaria netta -16.241 -4.220 -12.021

Attività finanziarie (dati in migliaia di euro)

Attività finanziarie detenute per la negoziazione 514 13 501

Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.128 45.745 15.383

Totale attività finanziarie 61.642 45.758 15.884

Totale cassa, interbancario e finanziario 45.401 41.538 3.863

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Nel commentare tale tabella, è opportuno ricordare che la nuova Direzione Generale, sin dal 2014, ha introdotto significativi cambiamenti nella gestione della liquidità bancaria al fine di incrementare, nel rispetto dei limiti operativi tempo per tempo definiti dal Consiglio di Amministrazione, la redditività del portafoglio di proprietà e migliorare l’asset allocation strategica e tattica del portafoglio bancario.In particolare, si è realizzato un importante ampliamento dell’operatività del portafoglio mediante lo strumento del “pool di collateral” mediante il quale Iccrea Banca consente alle banche aderenti di sfruttare indirettamente le operazioni di rifinanziamento trimestrale con la Banca Centrale Europea. A tale attività, avviata sin dal 2014, si è affiancata una analoga attività con Cassa Centrale Banca che ha portato l’attività di finanziamento all’importo complessivo di 23 milioni di euro alla data del 31 dicembre 2015.Si precisa che le linee di credito, accordate da Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca, con-sentono di effettuare operazioni di finanziamento aventi una durata superiore alla giornata lavorativa e fino alla scadenza di un anno costituendo in garanzia come collateral titoli di proprietà muniti dei requisiti di eleggibilità stabiliti dalla BCE; le operazioni di rifinanzia-mento possono essere effettuate, altresì, in concomitanza con le aste BCE settimanali o trimestrali (attualmente in regime di full allotment) al tasso di rifinanziamento principale, pari attualmente allo 0%, maggiorato di uno spread massimo di 2,5 bps, ossia al tasso finito massimo dello 0,025%.La liquidità bancaria derivante dalla tradizionale attività di amministrazione delle masse raccolte dalla clientela e dalle operazioni di rifinanziamento, è essenzialmente investita in titoli dello Stato italiano a tasso fisso e a tasso variabile; questi ultimi sia della specie infla-tion linked sia della specie CCT. In ragione della rilevante crescita delle attività finanziarie disponibili per la vendita e al fine di contenere l’esposizione al rischio di tasso, una parte significativa del portafoglio titoli è impegnata su titoli a tasso variabile come emerge dalla tabella seguente riportante l’inventario dei titoli (diversi dalle partecipazioni) detenuti al 31 dicembre 2015:

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31/12

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6 ore

14:57

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Descrizione

Divisa

Scadenza

Quantità

Rateo

Valore Bilancio

%

Rendite

Recuperi di valori / svalutazioni

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Variazione di Riserva da inizio anno

Utili/ Perdita da inizio anno

Impatto sul CE in caso di vendita

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60.7

8010

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Categorie

Prezzo di mercato (secco) in procedura

Rating (procedura banca)

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Utili/ Perdita da inizio anno

Impatto sul CE in caso di vendita

integrale al prezzo di mercato in procedura

Prezzo Bid Break Even

Porta

fogl

io co

mpl

essiv

o61

.617.8

7246

8.766

403.3

77-7

.224

1.243

.562

404.1

36Tr

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g Bo

ok

HFT

500.5

820,8

1%11

.952

13.34

3IT

0005

0903

18BT

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1,50

% 15

/25 E

UREU

R01

/06/

2025

500.

000

99,9

90,

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0.582

0,81

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685

-1.7

53

Tito

li con

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o nu

llo3.2

6715

.096

Bank

ing

Book

AFS

61.09

3.064

99,15

%45

6.815

403.3

77-7

.224

1.230

.219

404.1

36

IT00

0512

6989

C.T.

Z. 30

/08/

2017

EUR

30/0

8/20

171.

500.

000

100,

03A+

S1.

500.

432

2,44

%65

52.

130

2.13

03.

926

2.11

399

,89

IT00

0486

7070

BTP-

01NV

17 3,

50%

12/1

7EU

R01

/11/

2017

500.

000

106,

390,

58A+

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4.83

50,

87%

29.9

9527

.343

-38.

339

27.1

6927

.385

100,

91

IT00

0471

6319

CCT-

EU 15

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TV%

EM

11EU

R15

/04/

2018

1.00

0.00

010

2,06

0,22

A+S

1.02

2.75

01,

66%

18.2

091.

799

10.5

8560

.342

1.93

410

1,86

IT00

0490

7843

BTP-

01GN

18 3,

50%

13/1

8EU

R01

/06/

2018

2.50

0.00

010

8,20

0,29

A+S

2.71

2.29

24,

40%

66.0

2714

5.01

5-3

0.22

135

.473

145.

414

102,

39

IT00

0513

9099

BTP-

15OT

18 0,

30%

15/1

8 EUR

EUR

15/1

0/20

182.

000.

000

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590,

06A+

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013.

036

3,27

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54.

874

4.87

46.

187

4.91

410

0,34

IT00

0499

2308

BTP-

01MG

19 2,

5% 14

/19

EUR

01/0

5/20

191.

000.

000

107,

380,

41A+

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077.

959

1,75

%26

.482

60.7

16-1

5.60

024

.816

60.7

8010

1,31

Categorie

Prezzo di mercato (secco) in procedura

Rating (procedura banca)

IT00

0438

0546

BTPI

-15S

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,35%

EM

08EU

R15

/09/

2019

2.50

0.00

010

9,43

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A+S

3.05

1.34

04,

95%

2.46

615

.488

15.4

883.

310

15.8

2910

8,86

IT00

0500

9839

CCT-

EU 15

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TV%

EM1

3EU

R15

/11/

2019

1.00

0.00

010

3,73

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A+S

1.03

8.80

01,

69%

20.9

5650

550

556

.633

659

103,

66

IT00

0506

9395

BTP-

01DC

19 1,

05%

14/1

9EU

R01

/12/

2019

1.75

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010

2,50

0,09

A+S

1.79

5.31

02,

91%

18.3

2510

.302

10.8

9625

.220

10.4

4010

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IT00

0501

2783

BTP

ITAL

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0 1,6

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2020

4.50

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5,80

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4.76

8.51

77,

74%

9.16

26.

628

16.6

9035

.190

6.41

410

5,66

IT00

0505

8919

BTP

ITAL

IA-2

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0 1,2

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2020

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18

IT00

0514

2143

BTP-

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65 %

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15EU

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2020

5.00

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2.50

28,

13%

3.77

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1.119

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119

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021

100,

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IT00

0505

6541

CCT-

EU 15

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TV%

EM1

4EU

R15

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2020

5.50

0.00

010

2,34

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5.63

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14%

36.0

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.265

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.642

102,

07

IT00

0496

6401

BTP-

01MG

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75%

13/2

1EU

R01

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2021

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5,85

0,62

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1.16

4.66

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89%

15.8

4712

.797

12.7

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13.2

3711

4,52

IT00

0460

4671

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R15

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2021

2.50

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1,35

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3.03

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93%

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12.5

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12.6

5311

0,88

IT00

0510

4473

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EU 15

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2022

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37.8

2961

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2917

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IT00

0513

5840

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IT00

0513

7614

CCT-

EU 15

DC22

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2022

4.50

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1,47

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4.56

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41%

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731

.703

31.7

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0,76

IT00

0510

5843

BTP

ITAL

IA-2

0AP2

3 0,5

0%EU

R20

/04/

2023

6.00

0.00

010

2,23

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6.13

2.32

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95%

27.2

6237

.474

37.4

7439

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36.1

9710

1,63

IT00

0509

0318

BTP-

01GN

25 1,

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6/20

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491

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.401

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994

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7499

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,96

IT00

0508

3057

BTP-

01SE

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R01

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IT00

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2618

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47

IT00

0106

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10.0

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Tito

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43

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0452

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23.7

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Al fine di gestire al meglio tale consistente portafoglio, la Direzione Generale si avvale del duplice supporto di Star Asset Management, società di consulenza che opera come uffi-cio studi di analisi e ricerche economico-finanziarie, e di Cassa Centrale Banca che offre ulteriore supporto informativo mediante report periodici e permette di effettuare analisi di benchmarking rispetto al panel di 174 banche analizzato nell’ambito di tali report.In base alla reportistica di Cassa Centrale Banca, si può affermare che esiste una forte correlazione tra il Value at Risk (VaR) della Banca, pari al 31 dicembre 2015 all’1,1%, e il VaR medio del sistema di banche monitorato da Cassa Centrale, pari alla stessa data allo 0,9%.In relazione alla composizione del portafoglio titoli, si evidenzia che:• il portafoglio banca presenta, rispetto alla media banche, una maggiore concentrazione

delle scadenza nelle classi “3-5 anni”, “5-7 anni” e “7-10 anni” e una minore concentra-zione nelle classi “0-1 anni” e “1-3 anni”.

• Il portafoglio banca presenta, però, una maggiore concentrazione nel comparto a tasso variabile, sia nella componente inflation, sia nella componente CCT.

• La Banca non presenta alcuna esposizione corporate.• La Banca presenta una esposizione sul comparto azionario dello 0,1% contro l’1,3%

del sistema.Il seguente grafico fornisce evidenza delle valutazioni comparative sopra riportate relativa-mente al VaR.

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45

Segue un ulteriore grafico esplicativo delle valutazioni comparative sopra riportate.

La politica di composizione del portafoglio AFS nei due comparti del fisso e del variabile si riflette sulla duration effettiva dello stesso che, nonostante la distribuzioni per classi sopra riportata, si colloca a 3,4 e, quindi, lievemente al di sopra del dato medio del sistema Cas-sa Centrale pari a 2,9. In relazione alla redditività il report prodotto da Cassa Centrale evidenzia, con riferimento al 2015, una redditività annualizzata pari al 3,32%, con un impatto a Conto Economico del 3,32%.

Le immobilizzazioni materiali e immaterialiLe immobilizzazioni continuano ad assumere un peso marginale nel bilancio della Banca come evidenzia la tabella seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Immobilizzazioni materiali 118 141 -23 -16,3

Immobilizzazioni immateriali 12 13 -1 -7,7

Totale Immobilizzazioni 130 154 -24 -15,6

i Fondi a destinazione specifica: fondi per rischi e oneriI Fondi per rischi e oneri non hanno registrato variazioni rilevanti, come emerge dalla ta-

Relazione degli amm

inistratori

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bella sotto riportata. In particolare si evidenzia che il Fondo beneficienza e mutualità ha registrato utilizzi per 19 mila euro; in relazione agli altri accantonamenti al Fondo per Rischi e Oneri, rileva in primo luogo il Fondo costituito nel 2015 mediante un accantonamento di 20 mila euro in relazione alla stima degli oneri previsti a seguito della introduzione in Italia dello schema di garanzie dei depositi (c.d. DGS) di cui alla Direttiva 2014/49/UE. Rileva, inoltre, un accantonamento di 28 mila euro effettuato nel 2015 in relazione ad altre passività potenziali per le quali, pur in assenza di un contenzioso, si è ritenuto probabile un esborso finanziario nei prossimi mesi.

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Fondo beneficienza e mutualità 56 75 -19 -25,3

Fondi Rischi e Oneri: altri 47 - 47 N/A

Totale Fondi rischi e oneri 103 75 28 37,3

Patrimonio netto, fondi propri e adeguatezza patrimonialeL’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un ele-mento fondamentale nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per la crescita dimensionale e il rispetto dei vincoli e requisiti prudenziali. Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Come evidenziato nella Relazione sulla gestione relativa all’esercizio 2014, nel mese di dicembre 2014 la Banca aveva avviato un importante progetto di ampliamento della base sociale e di rafforzamento del patrimonio. In tale relazione, si prospettava che la Banca avrebbe continuato a incrementare il patrimo-nio, oltre che con l’autofinanziamento, con l’ingresso di nuovi soci.La campagna di comunicazione lanciata nel 2015 con il brand “Contaci” ha reso un con-tributo determinante al raggiungimento degli obiettivi definiti nel budget 2015.Il Patrimonio netto al 31 dicembre 2015 ammonta a 6.211 migliaia di euro e, confrontato con il dato del 31 dicembre 2014 pari a 5.470 migliaia di euro, risulta incrementato del 13,5%.

Patrimonio netto (in migliaia di euro)

31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Capitale 3.323 3.201 122 3,8

Sovrapprezzi di emissione 107 67 40 59,7

Riserve anni precedenti 1.925 1.764 161 9,1

Riserve da valutazione 267 275 -8 -2,8

Utile di esercizio 589 163 426 261,3

Totale Patrimonio netto 6.211 5.470 741 13,5

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47

Relazione degli amm

inistratori

Si tratta evidentemente del risultato più importante conseguito nel 2015; considerando che la limitata consistenza patrimoniale rappresenta un elemento storico di debolezza della Banca, nata soltanto nel 2004, e che negli ultimi tempi il tema della patrimonializza-zione bancaria ha assunto una importanza crescente in relazione a quanto ampiamente illustrato nel paragrafo 1.4 “L’impatto dell’Unione Bancaria”, l’aver conseguito una crescita del patrimonio del 13,5% in un solo anno ha una valenza estrema come dimostra il grafico sotto riportato recante la dinamica del patrimonio sociale dal 2004 al 2015 e la dinamica delle variazioni annuale del patrimonio stesso.

Il grafico dimostra che la variazione del 2015, pari a 741 mila euro, è la più elevata mai registrata nella storia della Banca; segue la performance del 2012 pari a 668 mila euro, di cui tuttavia 375 mila euro si riferiscono alla variazione delle riserva da valutazione sul portafoglio AFS.L’importante crescita patrimoniale registrata nel 2015 è frutto oltre che di un ROE al 10,8% di una eccezionale crescita netta del numero dei soci; segnale evidente di una partico-lare vitalità e di una positiva percezione del livello reputazionale della Banca da parte della sua comunità territoriale. Ulteriore prova della rilevanza del risultato è fornito dal confronto con il sistema BCC-CR che, nello stesso periodo, ha fatto registrare una crescita dell’aggregato “capitale e riserve” dello 0,6%.L’importante crescita patrimoniale ha permesso, peraltro, un ulteriore miglioramento dei Fondi Propri e dei requisiti prudenziali della Banca.Al 31 dicembre 2015, il capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) della Banca, determinato nell’ambito della c.d. segnalazione COREP in applicazione della vi-gente regolamentazione prudenziale, ammonta a 5.728 migliaia di euro. Stante le caratte-ristiche qualitative dei fondi propri della Banca il capitale di classe 1 (TIER1) coincide con il CET1; la Banca non ha capitale di classe 2 (TIER2).

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I Fondi propri totali si attestano, pertanto, a 5.728 migliaia di euro.

Fondi propri (in migliaia di euro) 31/12/2015* 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Capitale primario di classe 1 (CET1) 5.728 5.177 551 10,6

Capitale di classe 1 (TIER1) 5.728 5.177 551 10,6

Capitale di classe 2 (TIER2) - - - -

Totale Fondi Propri 5.728 5.177 551 10,6

* Il dato relativo al 31 dicembre 2015 tiene conto della sola quota parte dell’utile di esercizio maturata nel primo semestre come meglio specificato nell’apposita sezione della Nota Integrativa (cfr. “Parte F – Informazioni sul patrimonio”).

Ai sensi dell’articolo 26 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), la Banca non ha com-putato nel capitale primario di classe 1 la parte degli utili maturata nel secondo semestre 2015, pari a € 154.785. Ove, alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione, si fossero manifestate tutte le condizioni prescritte dal citato art. 26, il capitale primario di classe 1 sarebbe risultato pari a 5.883 migliaia di euro; analo-ga considerazione si può formulare con riferimento ai fondi propri (in tal caso la variazione percentuale si sarebbe attestata al 13,6%).A fine periodo i coefficienti patrimoniali della Banca mostravano un CET 1 ratio, un TIER1 ratio e un Total capital ratio pari al 21,34%, a fronte del 20,25% registrato nel 2015; ove, alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione, si fossero manifestate tutte le condizioni previste dal citato art. 26, tali ratios, ampiamente superiori ai requisiti patrimoniali previsti dalla normativa, si sarebbero attestati al 21,90%.Anche in tal caso, il confronto con il sistema appare favorevole per la Banca atteso che il Tier1 ratio ed il Total Capital ratio delle BCC sono pari a dicembre 2015 rispettivamente al 16,6% ed al 17,0%.Il grafico seguente fornisce evidenza del sensibile miglioramento del profilo di solidità pa-trimoniale della Banca registrato nell’ultimo quadrienno.

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49

Relazione degli amm

inistratori

Il valore dei requisiti prudenziali della Banca assume una estrema rilevanza; se da un lato la limitata consistenza patrimoniale della Banca rappresenta un punto di debolezza, dall’altro la dotazione patrimoniale raggiunta è assolutamente adeguata rispetto ai rischi assunti. Ne è prova la consistente eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti patrimoniali di vigi-lanza che costituisce oggetto di costanti analisi, in termini sia consuntivi, sia prospettici. Al riguardo si evidenzia che l’eccedenza patrimoniale complessiva al 31 dicembre 2015, tenuto conto del capitale interno assorbito a fronte dei rischi di primo e secondo pilastro, nonché della esigenza di mantenere una riserva di conservazione del capitale (buffer) pari al 2,5% dell’esposizione complessiva al rischio della Banca, si attesta a 2.468 migliaia di euro ossia al 43,1% dei Fondi Propri. Per ulteriori dettagli, si fa rinvio a quanto illustrato nell’apposita sezione della Nota Integra-tiva (cfr. “Parte F – Informazioni sul patrimonio”).

2.3 i riSULTaTi econoMici DeLL’eSercizio 2015La gestione caratteristica della Banca è stata complessivamente positiva come provato dall’ulteriore incremento del margine di intermediazione che già nel 2014 aveva raggiunto un livello record per la Banca; tale dato richiede, tuttavia, alcune considerazioni di dettaglio.

il margine di interesseNel 2015, il margine di interesse è risultato pari a 1.589 migliaia di euro; la composizione dell’aggregato è la seguente:

Margine di interesse (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

10. Interessi attivi e proventi assimilati 2.223 2.543 -320 -12,6

20. Interessi passivi e oneri assimilati - 634 - 727 93 -12,8

30. Margine di interesse 1.589 1.816 -227 -12,5

Il Margine di interesse è diminuito, pertanto, di 227 mila euro rispetto al 2014, registrando una flessione in termini relativi del 12,5%. Il calo degli interessi attivi è in buona parte imputabile alla contrazione degli interessi attivi su c/c, conti anticipi e rapporti di portafoglio, pari a 141 mila euro. Tale calo è la diretta conseguenza della rilevante ricomposizione avvenuta nel portafoglio crediti che ha visto il rapporto di composizione dei conti correnti scendere dal 17,8% al 13,7% del totale, a se-guito della riduzione del 21,6% registrata a/a in tale forma tecnica; meno rilevante ma non trascurabile il fenomeno che ha interessato le varie forme tecniche autoliquidanti (anticipi e rapporti di portafoglio). La dinamica registrata sui mutui, caratterizzata da un incremento a/a del 15,6% e da un aumento del rapporto di composizione dal 51,9% al 58,8% del totale, non si è tradotta in una variazione positiva degli interessi sui mutui, passati da 1.125 migliaia di euro del 2014

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a 1.110 migliaia di euro (-1,3%). In tal caso, il calo marginale dipende essenzialmente da due fattori: la riduzione dei tassi nominali applicati ai mutui a tassi variabili, costituenti il 60% circa del totale, e la concentrazione delle nuove erogazioni nel secondo semestre dell’anno.Il calo degli interessi attivi è imputabile, inoltre, alla riduzione degli interessi su titoli, pari a 177 mila euro; riduzione questa determinata, principalmente, dalla rilevante consistenza della componente a tasso variabile del portafoglio titoli e, in misura inferiore, da alcune scelte di ricomposizione del portafoglio che hanno comportato lo smobilizzo di titoli carat-terizzati da un buon flusso cedolare. Rileva, invece, il dato positivo relativo agli interessi attivi su sofferenze la cui imputazione al Conto Economico avviene al momento dell’incasso; l’intensificazione delle attività di recupero poste in essere nel 2015 hanno incrementato tale voce degli interessi attivi da 15 a 42 mila euro.Positivo risulta anche il dato relativo agli interessi passivi che sono diminuiti del 12,8%; tale risultato è stato essenzialmente determinato dai minori interessi corrisposti sui certificati di deposito per effetto sia della riduzione dei volumi, sia dei minori tassi applicativi in fase di roll over ai certificati scaduti. Marginale è risultato, invece, il contributo degli interessi passivi su conti correnti e depositi a risparmio sia per effetto dei maggiori volumi sviluppati nel corso dell’anno, sia delle difficoltà operative di riprezzaremento della raccolta a vista.

il margine di intermediazione Nel 2015 il margine di intermediazione si è nuovamente attestato al di sopra della soglia dei 3,5 milioni di euro, superata per la prima volta nella storia della Banca nel 2014 come dimostra il grafico seguente:

Il margine di intermediazione si è attestato con precisione a 3.573 migliaia di euro; la com-posizione dell’aggregato è la seguente:

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VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

30. Margine di interesse 1.589 1.816 -227 -12,5

40. Commissioni attive 873 833 40 4,8

50. Commissioni passive - 136 - 134 2 1,5

60. Commissioni nette 737 699 38 5,4

70. Dividendi e proventi simili 2 2 - -

80. Risultato netto dell’attività di negoziazione 15 16 -1 -6,2

100. Utile da cessione attività finanziarie 1.230 971 259 26,7

120. Margine di intermediazione 3.573 3.504 69 2,0

Il margine di intermediazione è aumentato, pertanto, di 69 mila euro rispetto al 2014, regi-strando un incremento in termini relativi del 2,0%. Scomponendo tale variazione, rileva come già illustrato un minore contributo del margine di interesse alla formazione dei ricavi.In relazione al margine da servizi, emerge un incremento del 5,4%; tale dato, indubbia-mente apprezzabile in termini relativi, potrebbe apparire meno rilevante guardando alla variazione assoluta di 38 mila euro. Il dato merita, tuttavia, una più approfondita disamina delle commissioni attive atta a individuarne le componenti analitiche distinguendo quelle caratterizzate da andamenti crescenti da quelle in calo. Nello specifico, avuto riguardo alle voci più significative, rileva quanto segue:• le commissioni su conti correnti di messa a disposizione fondi (o commissione onni-

comprensiva) sono diminuite di 26 mila euro (-16,2%);• le commissioni di tenuta conto su conti affidati sono diminuite di 5 mila euro (-6,2%);• le commissioni per effetti e assegni insoluti sono diminuite di 29 mila euro (-51,8%).Rileva, pertanto, una riduzione di 60 mila euro relativa a quelle voci commissionali asso-ciate alla assunzione di rischio di credito e, in buona parte, alla componente più rischiosa del portafoglio crediti.D’altro canto rileva un incremento significativo di diverse voci commissionali non associate al rischio di credito e conseguenti all’attuazione di nuove politiche commerciali:• le commissioni per il collocamento di prestiti personali targati “BCC Creco” sono au-

mentate di 16 mila euro (+68,8%);• le commissioni per il collocamento di prodotti assicurativi sono aumentate di 9 mila

euro (+260,1%);• le commissioni per il collocamento di prodotti di risparmio gestito sono aumentate di 6

mila euro (+327,9%);• le commissioni per il collocamento di titoli sono aumentate di 41 mila euro (+626,0%). Si tratta di variazioni estremamente rilevanti in termini relativi in ragione del limitato peso

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che tali voci commissionali avevano fino al 2014; purtuttavia, la variazione assoluta com-plessivamente registrata è stata più che sufficiente a colmare la contrazione di quelle voci commissionali che si sono contratte per chiare e precise scelte aziendali volte alla mitiga-zione della rischiosità del portafoglio crediti. Si ritiene, pertanto, che tali risultati forniscono una prima evidenza della validità delle nuove politiche commerciali adottate, destinate a rendere un contributo crescente alla forma-zione dei ricavi. Nel contempo sono aumentate diverse voci commissionali legate allo svolgimento puro di servizi, per effetto dell’incremento della operatività bancaria (bonifici, assegni, home banking, carte di debito e di credito, ecc.) illustrato in premessa.Passando alla componente relativa gestione del portafoglio titoli della Banca, emerge un ulteriore incremento del contributo alla formazione del margine di intermediazione preva-lentemente determinato dalla voce 100. d) del Conto Economico “Utile (perdite) da cessio-ne o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”.Già nel 2014 tale voce aveva registrato un incremento di 3,5 volte, frutto degli interventi compiuti al fine di ottimizzare la gestione del portafoglio titoli e, più in generale, della teso-reria aziendale. Nel 2015, la voce 100. d) ha registrato un ulteriore variazione in aumento del 26,7%, passando da 971 a 1.230 migliaia di euro.In relazione a tale aspetto, si ritiene opportuno evidenziare che la Banca, da sempre con-notata da un rapporto impieghi/raccolta con clientela relativamente contenuto, ha sempre realizzato una parte non marginale dei propri ricavi dalla gestione della tesoreria aziendale; in tal senso, si ritiene opportuno non cadere nel comune errore di concentrare l’attenzione unicamente sulla voce 100. d) del Conto Economico atteso che tale attività di gestione esprime anche altri ricavi sotto forma di interessi su titoli e di interessi su depositi interban-cari.Nel grafico seguente si fornisce evidenza della dinamica del margine di intermediazio-ne e dei ricavi complessivamente generati mediante la gestione integrata della tesoreria aziendale, nelle varie componenti degli interessi su titoli e depositi interbancari e degli utili derivanti dalla cessione o negoziazione di titoli:

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L’ultimo grafico rileva una evidente correlazione tra i due aggregati con un’unica eccezione nell’anno 2009, giustificata, tuttavia, dall’occasionale conseguimento di una significativa perdita da negoziazione su titoli.Il seguente ulteriore grafico offre, invece, una visione relativa dello stesso fenomeno evi-denziando in termini percentuali il contributo alla formazione del margine di intermediazio-ne reso dalla gestione della tesoreria aziendale:

L’analisi di tali ulteriori dati evidenzia che nell’ultimo biennio si è registrato un sensibile in-cremento del contributo alla formazione del margine di intermediazione reso dalla gestione della tesoreria; tale crescita è la risultante di due effetti: da un lato la progressiva riduzione del rapporto impieghi/raccolta, che aveva già determinato nel precedente biennio una cre-scita dell’indicatore analizzato in funzione delle maggiori disponibilità liquide della Banca, dall’altro lato il complesso delle iniziative volte alla ottimizzazione delle gestione della teso-reria aziendale attuate a partire dal secondo semestre 2014 e sopra richiamate.

il risultato netto della gestione finanziariaIl Risultato della gestione finanziaria è aumentato di 605 mila euro, registrando un incre-mento in termini relativi del 25,8%. Tale performance, indubbiamente positiva, è stata evi-dentemente favorita dalla riduzione del peso della voce 130. d) del conto economico, relativo alle rettifiche/riprese di valore su crediti, passata da 1.128 a 566 migliaia di euro.Dato quest’ultimo coerente con le aspettative di attenuazione del fenomeno di deterio-ramento del portafoglio crediti, riportate nella relazione sulla gestione relative all’esercizio 2014 (cfr. paragrafo relativo alla evoluzione prevedibile della gestione) e realizzatesi nel 2015. Al riguardo, appare opportuno puntualizzare che le rettifiche su crediti operate nel 2015 permangono su livelli elevati, superati soltanto dagli accantonamenti effettuati negli esercizi 2013 e nel 2014. Rilevano, inoltre, le rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finan-ziarie (voce 130. d), pari a 60 mila euro che riflettono gli accantonamenti effettuati a fronte

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degli impegni nei confronti del Fondo di Garanzia dei Depositanti in aumento rispetto all’e-sercizio precedente di 27 mila euro.

Gli oneri operativiNel 2015 gli oneri operativi sono stati pari a 2.240 migliaia di euro; la composizione dell’ag-gregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

150. Spese amministrative: - 2.355 - 2.230 -125 5,6

a) Spese per il personale - 1.276 - 1.234 -42 3,4

b) Altre spese amministrative - 1.079 - 996 -83 8,3

160. Accantonamenti netti ai per fondi rischi e oneri

-47 - -47 N/A

170. Rettifiche/riprese di valore su attività materiali

- 53 -74 21 -28,4

180. Rettifiche/riprese di valore su attività immateriali

- 3 -3 - -

190. Altri proventi di gestione 218 232 14 -6,0

200. Costi operativi - 2.240 - 2.075 -165 8,0

Gli oneri operativi sono aumentati in misura proporzionalmente superiore rispetto alla cre-scita dei ricavi, registrando un incremento complessivo netto dell’8,0%. Il costo del personale è aumentato del 3,4% per l’effetto congiunto di vari fattori connessi a scelte aziendali compiute nel corso del 2014 e che nell’esercizio 2015 hanno dispiegato un effetto pieno sul Conto Economico. Si fa riferimento, in particolare, alle seguenti scelte:• la trasformazione, con decorrenza 21 luglio 2014, di 2 stage formativi in altrettanti

contratti di apprendistato professionalizzante il cui costo ha evidentemente inciso mag-giormente rispetto al rimborso spese che veniva precedentemente corrisposto per le attività di stage;

• il riconoscimento, con decorrenza 1 agosto 2014, di avanzamenti di carriera per 5 di-pendenti;

• la ricomposizione del personale dipendente che, a parità di numero medio dei dipen-denti, ha visto aumentare la più onerosa componente dei quadri direttivi di una unità, rispetto a quella impiegatizia ridottasi di una unità (assunta, peraltro, part time).

A tali decisioni già illustrate nella relazione sulla gestione relativa all’esercizio 2014, si ag-giunge il riconoscimento, con decorrenza 1 luglio 2015, di un incremento retributivo per 1 dipendente.La altre spese amministrative hanno registrato un incremento dell’8,3% rispetto all’eser-cizio precedente; dato questo che richiede, tuttavia, una più approfondita disamina delle

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varie componenti onde poter valutare compiutamente le contrapposte dinamiche realizza-tesi nel corso del 2015.Da un lato rilevano gli sforzi effettuati per controllare i costi (revisione contratti e altre attività volte al contenimento dei costi): le spese postali sono diminuite di 27 mila euro (-50,9%), le spese per informazioni e visure di 9 mila euro (-39,1%), le spese per consulenze di 6 mila euro (-35,3%) e le spese per stampati e cancelleria di 4 mila euro (-11,2%).In altro verso, rileva l’incremento di alcune voci di costo sulle quali non è possibile agire o per le quali non si sono ancora realizzati i presupposti per una revisione contrattuale: i contributi associativi sono aumentati di 16 mila euro (+ 29,6%), per effetto essenzial-mente degli interventi straordinari in favore di BCC in crisi, i costi per la certificazione di bilancio sono aumentati di 9 mila euro (+ 40,9%), i costi per i servizi di Internal Audit sono aumentati di 7 mila euro (+ 68,6%). In tale ambito, la voce più rilevante in termini assoluti è sicuramente quella connessa ai servizi di elaborazione e trasmissione dati che ha regi-strato incrementi per circa 22 mila euro (8,4%) in funzione prevalentemente della maggiore operatività sviluppata.Un discorso diverso va fatto per le spese funzionali alle iniziative di brand repositioning e di ampliamento della base sociale condotte nel 2015, nell’ambito della campagna “Contaci”. Tali azioni hanno determinato, come da attese, un incremento dei costi di pubblicità di cir-ca 28 mila euro con risultati ampiamente illustrati in altri passaggi della presente relazione.Proseguendo nell’analisi delle varie voci rileva che sono state operate rettifiche nette sulle attività materiali ed immateriali per 56 mila euro, in calo di 21 mila euro rispetto al 2014. Gli altri oneri e proventi di gestione hanno registrato, infine, una riduzione di 14 mila euro essenzialmente spiegabile con la variazione negativa delle commissioni di istruttoria velo-ce, pari appunto a 14 mila euro (30 mila euro nel 2014), previste dall’art. 6 bis del D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. “Decreto Salva Italia”). Anche in tal caso, emerge una riduzione di una componente di ricavo associata alla assunzione di rischio di credito e, segnatamente, alla componente più rischiosa derivante dall’utilizzo degli affidamenti oltre il limite di fido accordato, ovvero da scoperti di conto corrente concessi in assenza di un qualsiasi affidamento.

L’utile di periodoNel 2015 l’utile di esercizio è stato pari a 589 mila euro; la composizione dell’aggregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2015 31/12/2014 Variazione assoluta Variazione %

Utile della operatività corrente al lordo delle imposte

713 260 453 174,2

Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente

-124 -97 27 27,8

Utile d'esercizio 589 163 426 261,3

Relazione degli amm

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L’utile della operatività corrente al lordo delle imposte è stato di 713 mila euro con un in-cremento del 174,2% rispetto al 2014. Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente sono pari a 124 mila euro.L’utile netto di esercizio si è attestato a 589 mila euro con una variazione positiva rispetto al 2014 del 261,3%; si tratta di un risultato estremamente positivo mai raggiunto nella storia della Banca come emerge dal grafico sotto riportato:

i principali indicatori di performanceAl termine dell’esposizione dei principali aggregati di conto economico e di stato patri-moniale si riportano nella tabella sottostante i principali indicatori economici, finanziari e di produttività della Banca; la colonna a destra fornisce sinteticamente una valutazione della variazione registrata dall’indicatore: (variazioni estremamente positive) (variazioni positive), (variazioni non significative), (variazioni negative) e (variazioni estrema-mente negative).

Indici economici, finanziari e di produttività 31/12/2015 31/12/2014 Valutazione

Indici di struttura (%)

Impieghi a clientela / raccolta diretta clientela 44,4 46,0

Raccolta indiretta / raccolta totale clientela 9,5 6,9

Risparmio gestito / raccolta indiretta 32,5 17,0

Impieghi verso clientela / totale attivo 30,7 36,7

Titoli di proprietà / totale attivo 60,0 54,4

Patrimonio netto / totale attivo 6,0 6,5

Indici di redditività (%)

Utile netto / Patrimonio netto iniziale (ROE) 10,8 3,1

Costi operativi / margine di intermediazione 62,7 59,2

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Indici economici, finanziari e di produttività 31/12/2015 31/12/2014 Valutazione

Margine di interesse / margine di intermediazione 44,5 51,8

Commissioni nette / margine di intermediazione 20,6 19,9

Indici di rischiosità (%)

Sofferenze nette / impieghi verso clientela netti 6,3 5,7

Inadempienze probabili nette/impieghi verso clientela netti 10,2 12,3

Credito deteriorato netto / patrimonio netto 84,3 102,8

Sofferenze nette / patrimonio netto 32,1 32,4

Indici di efficienza

Spese amministrative/margine di intermediazione 65,9% 63,6%

Cost income ratio* 63,5% 61,7%

Indici di produttività (migliaia di Euro)**

Raccolta diretta per dipendente 3.380 3.198

Impieghi a clientela per dipendente 1.501 1.470

Margine di intermediazione per dipendente 170 167

Costo medio del personale 61 59

Totale costi operativi per dipendente 107 99

*Il Cost income ratio è calcolato rapportando le spese amministrative (voce 150 CE) e le rettifiche/riprese di valore su attività materiali e immateriali (voce 170 e 180 CE) al margine di intermediazione (voce 120 CE) e agli altri oneri/proventi di gestione (voce 190 CE).** Gli indici di produttività sono calcolati in rapporto al numero medio di dipendenti pari a 21, sia nel 2015 che nel 2014.

3. La STrUTTUra orGanizzaTiVa

La Banca è attiva sul territorio con tre unità locali costituite da n. 3 filiali, due nella Città di Massafra in Via Mazzini e Via del Santuario e una nel Comune di Palagiano, in Viale Stazio-ne; tutte le unità locali sono dotate di sportello bancomat di cui quelli di Via Mazzini e Via Del Santuario in Massafra funzionanti anche come “AREA SELF 24 ORE”. Nel 2015 si è decisa la chiusura dell’ufficio di rappresentanza nel Comune di Crispiano; dopo aver attentamente ponderato i risultati prodotti attraverso tale modalità di presidio della piazza e la probabilità che l’Autorità di Vigilanza autorizzasse la definitiva apertura di una filiale in tale comune, si è giunti nella determinazione di concludere tale negativa esperienza.Il territorio di competenza della Banca è ulteriormente presidiato mediante uno stabilimen-to bancomat non presidiato in Massafra, sito sul prolungamento di Viale Marconi; nel 2015 è stato dismesso a seguito della distruzione causata da una rapina lo stabilimento banco-mat sito nella Marina di Chiatona presso lo stabilimento balneare “Lido Impero”. Il personale dipendente alla data di chiusura di bilancio è composto da 21 unità, di cui

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19 a tempo indeterminato; il personale è composto da 1 dirigente, 2 quadri direttivi e 19 impiegati.Dopo la rilevante riorganizzazione compiuta nel corso del 2014, a seguito dell’insedia-mento del nuovo Direttore Generale, nel 2015 la struttura aziendale è stata interessata da limitate modifiche atte ad affinare ulteriormente i profili di efficacia ed efficienza della stessa, tenendo conto, peraltro, delle considerazioni formulate dalle funzioni di controllo interno a seguito delle verifiche effettuate.In data 28 dicembre 2015, il Consiglio di Amministrazione ha adottato il nuovo Regola-mento Interno recante una mera revisione della versione precedentemente adottata in data 19 dicembre 2014 e una limitata rivisitazione del modello organizzativo, graficamente rappresentato dal seguente organigramma aziendale:

Filiale di Palagiano

Rete Commerciale

Controllo Crediti & Contenzioso Risk Management

Sede di MassafraMassafra Agenzia 1

Direttore GeneraleCompliance

FederPBInternal Audit

Co.Se.Ba.

Affari Generali & Societari Organizzazione & ICT Amministrazione

& Servizi Accentrati

U.O. Operative U.O. di staff Direzione Funzioni esternalizzate

Crediti

La principale modifica organizzativa apportata mediante tale intervento riorganizzativo ha riguardato la creazione della Unità Organizzativa (di Staff) Controllo Crediti & Contenzioso.Tale modifica ha risposto a un espresso suggerimento reso dalla funzione di Internal Audit esternalizzata, nell’ambito del report ordinario relativo al “processo di governo” rilasciato in data 30 giugno 2015; suggerimento questo teso a garantire una netta separatezza funzio-nale tra la funzione di monitoraggio/controllo del credito e la funzione di risk management.Le ulteriori modifiche apportate attengono, invece, aspetti di mera razionalizzazione o di migliore specificazione di attività già presidiate.

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Nell’ambito del c.d. processo di continuous improvement che coinvolge qualsiasi struttura organizzativa, nel corso del 2015 il Consiglio di Amministrazione ha adottato i seguenti ulteriori interventi riguardanti policy, regolamenti interni e procedure:• revisione delle “Politiche in materia di Sistema dei Controlli Interni” in data 29 gennaio

2015;• revisione della “Politica in materia di esternalizzazione di Funzioni aziendali” in data 29

gennaio 2015;• approvazione del documento normativo interno “Ruoli e Responsabilità degli Organi

Aziendali in materia di Sistema dei Controlli Interni, Sistema Informativo e Continuità Operativa” in data 29 gennaio 2015;

• approvazione del “Regolamento della Funzione Risk Management” in data 29 gennaio 2015;

• approvazione del “Regolamento del Risk Appetite Framework” in data 29 gennaio 2015;

• approvazione del “Documento di Indirizzo Strategico dell’IT” in data 29 gennaio 2015;• approvazione della “Procedura di Gestione degli Incidenti di Sicurezza Informatica” in

data 27 febbraio 2015;• approvazione della “Procedura di Gestione dei Cambiamenti” in data 27 febbraio 2015;• approvazione del “Regolamento del Processo di Autovalutazione del Consiglio di Am-

ministrazione e del Collegio Sindacale” in data 30 marzo 2015;• revisione del “Regolamento del Processo Interno di Valutazione dell’Adeguatezza Patri-

moniale Attuale e Prospettica (ICAAP) in data 21 aprile 2015;• revisione delle “Politiche Interne in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei

confronti di soggetti collegati” in data 25 giugno 2015;• revisione delle “Procedure Deliberative in materia di attività di rischio e conflitti di inte-

resse nei confronti di soggetti collegati” in data 25 giugno 2015;• revisione della “Strategia di trasmissione ordini” in data 31 agosto 2015;• approvazione delle “Politiche gestionali in materia di finanza, liquidità e credito” in data

15 ottobre 2015;• approvazione delle “Procedure interne per l’applicazione della Commissione di istrutto-

ria veloce (CIV)” in data 29 ottobre 2015;• adozione del piano di attività per adempiere alle prescrizioni rese da IVASS e Banca

d’Italia con lettera agli intermediari del 26 agosto 2015 per il collocamento dei prodotti PPI in data 14 dicembre 2015;

• approvazione del “Regolamento delle Interrelazioni Operative e dei Flussi Informativi Aziendali” in data 28 dicembre 2015;

• approvazione del “Regolamento Interno in materia di Whistleblowing” in data 28 dicem-bre 2015.

Relazione degli amm

inistratori

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4. aDeGUaMenTi aLLa norMaTiVa

Anche nel 2015, l’attività bancaria è stata interessata da rilevanti novità normative.

nuove definizioni di esposizioni deteriorate e/o oggetto di misure di tolleranza – nPe e forbearanceCon riferimento alle modifiche introdotte dalla Banca d’Italia con il 7° aggiornamento alla Circolare 272/08, sono state condotte le attività per l’adeguamento alle nuove definizioni di esposizioni deteriorate e/o forborne ai vari livelli nei quali le stesse declinano i propri impatti.In particolare, è stato definito e applicato il modello metodologico per l’individuazione e il monitoraggio delle esposizioni oggetto di concessioni, sono stati aggiornati le regole di classificazione e valutazione delle esposizioni creditizie e i profili organizzativi e procedurali rilevanti, nonché integrato il sistema di monitoraggio e controllo.

Disposizioni di Vigilanza per le banche in materia di “Governo societario”Con l’emanazione del 1° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 285/2013, si è data una disciplina organica all’autovalutazione, ora inserita nella Sezione VI delle Dispo-sizioni di vigilanza sul Governo societario delle banche. Una della rilevanti novità presenti nella disciplina è rappresentata dalla formalizzazione in un regolamento interno del citato processo di autovalutazione.Come noto, la valutazione della qualità della Corporate Governance delle imprese in gene-re, e delle banche in particolare, costituisce già da tempo un elemento fondamentale del governo societario, prodromico ed indispensabile al conseguimento degli indirizzi strate-gici. In particolare, il periodico processo di autovalutazione è finalizzato al conseguimento delle seguenti principali finalità:• assicurare una verifica del corretto ed efficace funzionamento degli organi e della loro

adeguata composizione;• perseguire il miglioramento della governance nell’indirizzo del rispetto sostanziale delle

disposizioni sul governo societario e delle finalità che queste intendono realizzare;• individuare i principali punti di debolezza, promuoverne la discussione all’interno degli

organi e definire le azioni correttive da adottare;• rafforzare i rapporti di collaborazione e di fiducia tra i singoli componenti e tra la funzio-

ne di supervisione strategica e quella di gestione;• incoraggiare la partecipazione attiva dei singoli componenti, assicurando una piena

consapevolezza dello specifico ruolo ricoperto da ognuno di essi e delle connesse responsabilità.

In tale prospettiva, gli organi aziendali si sottopongono a un periodico processo di autova-lutazione, sulla base di criteri e modalità confacenti alle caratteristiche della Banca, nonché

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a quelle proprie dell’organo che procede alla propria valutazione.Come evidenziato nel paragrafo 3. “La struttura organizzativa”, in data 30 marzo 2015, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il “Regolamento del Processo di Autovaluta-zione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale” sulla cui base sono stati sviluppati i processi di autovalutazione funzionali al rinnovo delle cariche sociali del 2015 e del prossimo rinnovo delle cariche previste nel 2016.

nuovo quadro regolamentare in materia di vigilanza prudenziale – fast closing segnaletico L’attenzione che la nuova disciplina ha posto sui profili di vigilanza prudenziale ha deter-minato l’esigenza di avviare specifiche attività progettuali per supportare il fast closing segnaletico, la completezza e coerenza dei dati, l’affidabilità dei processi sottostanti la relativa produzione. A fine 2014 sono state, pertanto, avviate attività progettuali, condotte sulla base dei rife-rimenti a riguardo sviluppati nel progetto nazionale di Categoria, finalizzate a indirizzare la revisione dei processi aziendali e dei sistemi informativi al fine di consentire alla Banca il rispetto dei nuovi, più stringenti, termini di trasmissione delle segnalazioni statistiche e prudenziali previsti dal nuovo framework di riferimento, nonché di supportare un’adeguata e consapevole applicazione dei requisiti e vincoli di contenuto, estremamente complessi e articolati, posti dalla nuova disciplina.In particolare, gli interventi alle procedure informatiche e aziendali sono stati volti a:• migliorare l’efficienza e la riduzione delle tempistiche dei processi di produzione dell’in-

formativa;• introdurre un sistema di controlli sulla qualità del dato e la riduzione degli interventi ma-

nuali necessari per il completamento della base segnaletica.Al riguardo, rileva che in data 25 febbraio 2016 il Consiglio di Amministrazione ha appro-vato la proposta di esternalizzazione delle attività di produzione e invio delle segnalazioni di vigilanza, promossa dal Direttore Generale; rientrando tali attività nel novero delle Funzioni Operative Importanti, attività/funzioni la cui mancata o inadeguata esecuzione determina il rischio di compromissione grave della redditività, della solidità patrimoniale, della conti-nuità operativa o della conformità alle norme cui la Banca è sottoposta, è stata attivato l’iter operativo previsto dalle “Politica in materia di esternalizzazione di Funzioni aziendali” in conformità alle Disposizioni di Vigilanza per le Banche di cui alla Circolare n. 285/2013, alla Parte I - Titolo IV - Capitolo 3 - Sezione IV. Atteso che tale disposizioni prevedono una comunicazione preventiva alla Banca d’Italia da effettuarsi almeno 60 giorni prima di con-ferire l’incarico, è ragionevole ritenere che tale esternalizzazione sarà perfezionata entro il mese di giugno.

nuovo quadro regolamentare in materia di vigilanza prudenziale – evoluzione dei riferimenti prudenziali Nell’ambito del processo di integrazione della nuova regolamentazione prudenziale inter-

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nazionale (cd. Basilea 3) in vigore a partire dal 1° gennaio 2014, rileva l’emanazione da parte della Commissione Europea dei Regolamenti attuativi delle norme tecniche di rego-lamentazione e di attuazione elaborate dalle autorità europee di supervisione (norme di secondo livello) e le connesse disposizioni emanate dalla Banca d’Italia per il recepimento della disciplina comunitaria. Nello specifico, le principali innovazioni introdotte nel corso dell’esercizio, rilevanti per la Banca, hanno riguardato:• le disposizioni in materia di requisito di copertura della liquidità (LCR), emanate con il

Regolamento Delegato UE n. 61/2015 e recepite dalla Banca d’Italia con il 14° aggior-namento della Circolare;

• le disposizioni in materia di indice di leva finanziaria (Leverage Ratio), emanate con il Regolamento Delegato UE n. 62/2015 e recepite dalla Banca d’Italia con il predetto 14° aggiornamento della Circolare.

Nel processo di adeguamento alle citate nuove disposizioni, la Banca ha fatto riferimento agli indirizzi interpretativi e alle linee guida applicative elaborate nel contesto delle iniziative e attività progettuali di adeguamento coordinate dalla Categoria.

nuove disposizioni di vigilanza in materia di sistema dei controlli interni, sistema informativo, continuità operativa Con riferimento al nuovo quadro regolamentare già introdotto da Banca d’Italia nel luglio 2013, attraverso la pubblicazione delle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale in ma-teria di sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa, la Banca d’Italia ha introdotto ulteriori novità di rilievo provvedendo a disciplinare, come evidenziato nel paragrafo precedente, i sistemi interni di segnalazione delle violazioni (Whistleblowing), recependo in tal modo le corrispondenti disposizioni della CRD IV che regolamentano gli aspetti di natura procedurale e organizzativa dei sistemi interni di segnalazione delle viola-zioni che le banche devono adottare per consentire al proprio personale di segnalare gli atti o fatti che possano costituire una violazione delle norme che regolano l’attività bancaria.Ai fini dell’adeguamento a tali importanti riferimenti prudenziali la Banca ha seguito, adat-tandole alle proprie esigenze e peculiarità, le linee di indirizzo interpretativo e applicativo elaborate nel corso delle iniziative e attività progettuali di Categoria.Con particolare riferimento ai sistemi interni di segnalazione delle violazioni, la Banca ha adottato il pertinente Regolamento interno e nominato il Responsabile dei sistemi interni di segnalazione delle violazioni.

Profili icT e di continuità operativaIn conformità con i riferimenti metodologici e operativi definiti nel progetto di Categoria, all’inizio dell’anno la Banca ha adottato i seguenti documenti: • Documento di Indirizzo Strategico dell’IT; • Procedura di gestione dei cambiamenti;

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• Procedura di gestione degli incidenti di sicurezza informatica.La Banca ha inoltre proceduto alla nomina dei responsabili delle Funzioni ICT e di Sicurez-za Informatica disciplinandone le relative attività. Sono stati, inoltre, assegnati alle pertinenti funzioni organizzative i compiti necessari affin-ché divenissero operativi i ruoli e i contenuti previsti nelle politiche e nei nuovi regolamenti adottati per la funzione ICT e la funzione di sicurezza informatica, nonché i flussi informativi definiti.Ulteriori attività di adeguamento sono tuttora in corso al fine di migliorare le metodologie di analisi e di gestione del rischio informatico.

Markets in financial instruments - MiFiD ii/MiFir Rileva, in tale ambito, l’adozione dei riferimenti metodologici per la valutazione della com-plessità dei prodotti finanziari, alla luce della pubblicazione da parte della Consob della Comunicazione n. 0097996 del 22.12.2014.

5. aTTiViTà Di ricerca e Di SViLUPPo

La Banca non ha effettuato attività di ricerca e sviluppo.

6. iL PreSiDio Dei riScHi e iL SiSTeMa Dei conTroLLi inTerni

Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, la Banca è esposta a diver-se tipologie di rischio che attengono principalmente alla tradizionale operatività di interme-diazione creditizia e finanziaria. La responsabilità primaria di assicurare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’af-fidabilità del Sistema dei Controlli Interni è rimessa agli Organi Aziendali, ciascuno secondo le rispettive competenze. Il complesso dei rischi aziendali è, inoltre, presidiato nell’ambito di un preciso modello or-ganizzativo impostato sulla piena separazione delle funzioni di controllo da quelle produt-tive, che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle in-formazioni, verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna.In linea con le disposizioni in materia di Corporate Governance, il modello adottato delinea le principali responsabilità in capo agli Organi Aziendali al fine di garantire la complessiva

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efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. Il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei rischi e, nell’ambito della relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.Il Direttore Generale rappresenta il vertice della struttura interna e come tale partecipa alla funzione di gestione, nell’ambito della quale opera, in un sistema a “geometria variabile” con il Consiglio di Amministrazione.Il Direttore Generale dà esecuzione alle delibere degli organi sociali, persegue gli obiettivi gestionali e sovrintende allo svolgimento delle operazioni e al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del C.d.A., assicurando la conduzione unitaria della Società e l’effi-cacia del Sistema dei Controlli Interni. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.L’Organo con funzioni di controllo, rappresentato dal Collegio Sindacale, ha la respon-sabilità di vigilare, oltre che sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, accertando l’efficacia delle strutture e funzioni coinvolte nel sistema dei controlli e l’adeguato coordinamento delle stesse, promuovendo gli interventi ritenuti necessari per rimuovere le carenze rilevate e correggere le irregolarità emerse, verificando e approfon-dendo cause e rimedi delle irregolarità gestionali, delle anomalie andamentali, delle lacune eventuali degli assetti organizzativi e contabili. Tale Organo è sempre preliminarmente e specificatamente interpellato con riguardo alla definizione degli elementi essenziali del complessivo sistema dei controlli interni, quali poteri, responsabilità, risorse, flussi informativi, conflitti di interesse. Il Collegio è sempre preliminarmente sentito con riferimento alle decisioni attinenti la nomina e la revoca dei responsabili delle Funzioni aziendali di controllo.La Banca ha istituito le seguenti funzioni aziendali di Controllo - permanenti e indipendenti - dedicate ad assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del Sistema dei Controlli Interni:• Funzione di Revisione Interna (Internal Audit);• Funzione di Controllo dei rischi (Risk Management);• Funzione di Conformità alle norme (Compliance);• Funzione Antiriciclaggio.Il personale che partecipa alle funzioni aziendali di controllo non è coinvolto in attività che

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tali funzioni sono chiamate a controllare. A esso è assicurato l’inserimento in programmi di formazione nel continuo. I relativi criteri di remunerazione sono definiti in modo tale da non comprometterne l’obiettività e concorrere a creare un sistema di incentivi coerente con le finalità della funzione svolta.I responsabili delle funzioni aziendali di controllo:• non hanno responsabilità diretta di aree operative sottoposte a controllo né sono gerar-

chicamente subordinati ai responsabili di tali aree; • sono nominati e revocati (motivandone le ragioni) dal Consiglio di Amministrazione,

sentito il Collegio Sindacale;• fermo il raccordo funzionale con la Direzione Generale, hanno accesso diretto al Con-

siglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. Tale accesso si palesa attraverso l’invio di tutti i flussi informativi prodotti e partecipando alle adunanze di tali organi nelle circostanze in cui l’argomento trattato è di specifica competenza ovvero si manifesta un parere discordante con la Direzione Generale su tematiche critiche per il persegui-mento degli obiettivi definiti e la stabilità della Banca.

Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, le funzioni oltre ad adire direttamente agli organi di governo e controllo aziendali, hanno la possibilità di:• accedere senza restrizioni ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per lo svolgimen-

to dei compiti assegnati;• ricorrere per quanto di competenza ai servizi offerti dalla Federazione locale.Le responsabilità attribuite alle funzioni aziendali di Controllo rispondono ai criteri dettati dalla normativa al fine di assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del Sistema dei Controlli Interni.Il complessivo sistema dei controlli interni aziendali si incardina inoltre sui seguenti presidi di controllo: • Controlli di linea La Banca ha attivato i controlli di primo livello demandando alle strutture preposte ai

singoli processi aziendali la responsabilità di attivarsi affinché le attività operative di competenza vengano espletate con efficacia ed efficienza, nel rispetto dei limiti ope-rativi loro assegnati, coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi, nonché in maniera conforme al vigente sistema di deleghe.

I controlli di linea sono disciplinati nell’ambito delle disposizioni interne (politiche, rego-lamenti, procedure, manuali operativi, circolari, altre disposizioni, ecc.) dove sono decli-nati in termini di responsabilità, obiettivi, modalità operative, tempistiche di realizzazione e modalità di tracciamento.

• Controllo contabile Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti, nell’ambito delle competenze e

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responsabilità previste dalla normativa vigente, ha il compito di controllare la regola-re tenuta della contabilità sociale e la corretta registrazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, nonché quello di verificare che il Bilancio d’esercizio corrisponda alle risultanze delle scritture contabili e sia conforme alle norme che lo disciplinano.

Qualora dagli accertamenti eseguiti emergano fatti ritenuti censurabili, la società incari-cata informa senza indugio il Collegio Sindacale e le autorità di vigilanza competenti.

Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti nell’esercizio dei propri compiti interagisce con gli Organi Aziendali e le funzioni aziendali di controllo (compliance, risk management, internal audit); in particolare nei confronti del Collegio Sindacale, ottem-pera a quanto previsto dal D. Lgs. 39/2010.

• Responsabile delle Segnalazioni di Operazioni Sospette Ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. 231/2007, il legale rappresentante della Banca valuta

le segnalazioni di operazioni sospette pervenute che, in caso di esito positivo, sono trasmesse all’U.I.F. dal “Delegato alla trasmissione delle segnalazioni di operazioni so-spette”.

• Referente delle Funzioni Operative Importanti Laddove esternalizzate, la Banca ha mantenuto internamente la competenza richiesta

per controllare efficacemente le funzioni operative importanti (FOI) e per gestire i rischi connessi con l’esternalizzazione, inclusi quelli derivanti da potenziali conflitti di interessi del fornitore di servizi. In tale ambito, è stato individuato all’interno dell’organizzazione, un referente interno (referente interno per le attività esternalizzate) dotato di adeguati requisiti di professionalità.

La principale responsabilità attribuita al suddetto referente riguarda il controllo del livello dei servizi prestati dall’outsourcer e sanciti nei rispettivi contratti di esternalizzazione.

• La Funzione ICT La Funzione ICT esercita il ruolo di controllo sulle componenti del sistema informativo

esternalizzate, verificando l’adeguatezza dei livelli di servizio erogati dal fornitore e va-lutandone gli eventuali risvolti sul livello di soddisfazione dei clienti della Banca, nonché l’efficienza operativa e la disponibilità delle infrastrutture IT, in coerenza con il framework di rischio IT definito.

• La Funzione di Sicurezza Informatica La Funzione di Sicurezza Informatica è deputata allo svolgimento dei compiti in materia

di sicurezza delle risorse ICT della Banca, con il supporto del Centro Servizi di riferimen-to e degli eventuali fornitori terzi attivi in tale ambito. Principale finalità della Funzione è quella di assicurare che il livello di sicurezza offerto sulle risorse ICT sia allineato agli obiettivi di sicurezza che la Banca si è posta.

Il ricorso all’esternalizzazione di funzioni aziendali, anche importanti e di controllo, rappre-senta un elemento strutturale e imprescindibile del modello organizzativo della Banca in considerazione non solo delle dimensioni aziendali e della limitata complessità operativa

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che la caratterizza, ma anche della sua appartenenza al Sistema del Credito Cooperativo. La Banca si avvale infatti dei servizi offerti dagli organismi promossi dalla Categoria, come previsto dallo stesso statuto sociale, con riguardo all’esternalizzazione di parte delle fun-zioni di controllo e del proprio sistema informativo e altre funzioni aziendali importanti, quali servizi di back office e valutazione degli strumenti finanziari.Con particolare riguardo alle funzioni aziendali di controllo, la Banca ha deciso di avvalersi della possibilità, già consentita dalle disposizioni previgenti, di esternalizzare la Funzione di Internal Audit al CO.SE.BA. S.c.p.A. e la Funzione di Conformità alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata.Questa scelta è stata indirizzata anche dalla circostanza che la struttura in argomento è costituita e opera in aderenza ai riferimenti organizzativi, metodologici e documentali relativi alla prestazione in outsourcing di funzioni di controllo definiti nell’ambito della Ca-tegoria, ritenuti atti ad assicurare l’adeguatezza ai modelli operativi e di controllo di una Banca di Credito Cooperativo nonché la conformità e aderenza alle migliori pratiche della professione e ai riferimenti regolamentari e principi applicabili. A tale riguardo, si evidenzia, in particolare, che il modello di governo della Federazione non consente alla singola banca associata di esercitare un ruolo dominante, anche qualora gli esponenti di questa ricopra-no ruoli di rilievo negli organi della stessa.Gli accordi di esternalizzazione della Funzione di Internal Audit e della Funzione di Con-formità prevedono che le attività in capo alle stesse siano svolte da strutture autonome, reciprocamente indipendenti, con responsabili e risorse umane dotate di adeguate capa-cità professionali, assegnate stabilmente. Specifici riferimenti dispositivi assicurano che responsabile e addetti non operino in conflitto di interessi con le attività della funzione né svolgano attività che sarebbero chiamati a controllare.La Funzione di Internal Audit della Banca ha ottenuto la certificazione di conformità rela-tivamente all’organizzazione e allo svolgimento delle proprie attività agli Standard per la pratica professionale dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione; tale giudizio è stato elaborato da parte di un ente terzo indipendente al Sistema a fronte di un processo di analisi e verifiche condotte secondo la metodologia definita nel “Quality Assessment Manual” pubblicato dall’Institute of Internal Auditors (IIA). Per una più compiuta illustrazione dell’assetto organizzativo e delle procedure operative poste a presidio delle principali aree di rischio e delle metodologie utilizzate per la misura-zione e la prevenzione dei rischi medesimi si rinvia all’informativa qualitativa e quantitativa riportata nella parte E della Nota Integrativa – informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura.

6.1 informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stimeCon riferimento ai documenti Banca d’Italia e Consob n. 2 del 6 febbraio 2009 e n. 4 del 3 marzo 2010, relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive

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aziendali, con particolare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifi-che per riduzione di valore delle attività (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la Banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità.Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sus-sistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità azien-dale.Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa.

7. Le aLTre inForMazioni

7.1 informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civileIl Consiglio di Amministrazione ha operato per il conseguimento delle finalità mutualistiche nel rispetto sia dei principi ispiratori della mutualità a beneficio dei soci, sia dei principi di sana e prudente gestione. L’attività con i soci è proseguita sempre seguendo il criterio della ’’porta aperta’’. Il rapporto con i soci è sempre stato caratterizzato da una costante attenzione alle loro diverse esigenze ed alla qualificazione delle condizioni morali, culturali ed economiche mediante l’educazione al risparmio ed alla previdenza. L’ammissione dei soci è stata attuata dal Consiglio di Amministrazione a tutti, purché in possesso dei requi-siti richiesti per poter far parte del Credito Cooperativo. È continuato l’ingresso di nuovi soci in coerenza con le finalità mutualistiche della Banca. Nel corso del 2015 n. 87 nuovi soci sono infatti entrati a far parte della nostra compagine sociale; n. 31 soci sono usciti dalla compagine sociale. Il saldo è positivo per 56 unità; il numero dei soci è passato, pertanto, da 1.091 a 1.147.

7.2 indicatore relativo al rendimento delle attivitàAi sensi dell’art. 90 della Direttiva 2013/36/UE, cd. CRD IV, si riporta di seguito l’indicatore relativo al rendimento delle attività (c.d. Public Disclosure of return on Assets), calcolato come rapporto tra gli utili netti e il totale di bilancio7 al 31 dicembre 2015 e pari allo 0,573%.

7 Ai sensi della Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia le voci da considerare sono, rispettivamente per il bi-lancio individuale e consolidato, la voce “Totale dell’attivo” e la voce 290 “Utile/(Perdita) di esercizio” del bilancio individuale e la voce “Totale dell’attivo” e la 320 “Utile (Perdita) d’esercizio” del bilancio consolidato.

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8. FaTTi Di riLieVo inTerVenUTi DoPo La cHiUSUra DeLL’eSercizio

Dopo la chiusura dell’esercizio non si sono verificati fatti di rilievo.

9. inForMaTiVa SULLe oPerazioni con ParTi correLaTe

Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della Nota Integrativa, cui si fa rinvio.Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati, di maggiore rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle quali l’Amministratore Indipendente e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi.

10. eVoLUzione PreVeDiBiLe DeLLa GeSTione

Nel 2015 la ripresa dell’attività economica mondiale è rimasta disomogenea. Le economie avanzate hanno continuato a beneficiare del maggiore potere d’acquisto generato dai bassi prezzi del petrolio, di condizioni creditizie più favorevoli e di un forte miglioramento del clima di fiducia sia tra i consumatori sia tra le imprese. Le prospettive di crescita delle economie emergenti, invece, sono state frenate da ostacoli strutturali e squilibri macroeconomici, aggravati in alcuni casi dall’inasprimento delle con-dizioni finanziarie a livello mondiale e dal crollo dei prezzi delle commodities. Nell’area euro, la ripresa è rimasta moderata: nel terzo trimestre, il PIL è cresciuto dello 0,3% su base trimestrale, guidato principalmente dai consumi privati e, in misura minore, dagli investimenti. I primi hanno beneficiato del guadagno di potere d’acquisto da parte dei consumatori, i secondi di migliori condizioni creditizie. La domanda esterna, invece, ha risentito della debolezza del commercio mondiale, legata al rallentamento delle economie emergenti. Anche in Italia, il passo di espansione dell’attività economica nel terzo trimestre si è atte-stato allo 0,2% t/t, in lieve rallentamento rispetto alla crescita osservata nella prima metà del 2015. A fronte di un consolidamento della ripresa dei consumi privati, il rallentamento della crescita è dipeso dalla debolezza del ciclo internazionale, che ha influenzato negati-vamente la performance delle esportazioni, e da una battuta d’arresto degli investimenti.Nel quarto trimestre dell’anno la crescita italiana dovrebbe caratterizzarsi per una modera-ta accelerazione, supportata da un rafforzamento della ripresa della domanda domestica e da un lieve recupero delle esportazioni. Il miglioramento ciclico, unito alle azioni messe in campo dalla Banca Centrale Europea, ha contribuito al miglioramento delle condizioni di domanda e di offerta di credito alle imprese.

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Le ulteriori misure decise dalla Banca Centrale Europea nel mese di marzo inducono a guardare con fiducia alle attese di ripresa della congiuntura macroeconomica, con parti-colare riguardo all’Italia, dove le prospettive economiche appaiono in netto miglioramento rispetto al recente passato.Segnali di miglioramento del livello di fiducia dei consumatori e degli imprenditori si colgo-no anche a livello locale dove i primi iniziano a dimostrare, seppur timidamente, un nuovo interesse per il “mattone”, mentre i secondi hanno dimostrato un rinnovato spirito di inizia-tiva imprenditoriale avviando, grazie anche alla nuova disponibilità di strumenti di finanza agevolata a livello regionale, nuove attività commerciali.Il 2016 sarà un anno cruciale per la Banca: il Consiglio di Amministrazione è attualmente impegnato nella redazione del Piano Strategico per il triennio 2016-2018 le cui linee guida, tracciate nella seduta del 25 febbraio 2016, vanno nella direzione di una banca profon-damente rinnovata che sia in grado di affrontare le sfide di un futuro destinato a cambiare radicalmente il modello di business dell’attività bancaria.Nei prossimi mesi prenderanno forma, quindi, importanti scelte strategiche cui seguiranno azioni concrete volte alla loro attuazione; è ragionevole ipotizzare, tuttavia, che tali azioni saranno realizzate in misura marginale nel corso del 2016 e che, pertanto, non si potranno coglierne gli effetti in tale esercizio.D’altro canto, nel 2016, sarà necessario fornire importanti segnali di conferma delle se-guenti positive dinamiche avviate nell’esercizio appena concluso:• Crescita del patrimonio;• Miglioramento dei requisiti patrimoniali;• Crescita dell’operatività bancaria e dei volumi di impiego con clientela;• Riduzione del costo della raccolta diretta con clientela;• Riduzione delle attività deteriorate lorde e nette;• Riduzione del costo del credito.Il budget di esercizio approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 30 marzo 2016 ha fissato, in funzione delle azioni poste in essere e di altre in via di realizzazione, obiettivi volti a confermare tutte le dinamiche sopra citate.Ma il 2016 sarà un anno cruciale per l’intero movimento del Credito Cooperativo, che ve-drà la sua riforma diventare definitivamente legge e, di lì a qualche mese, vedrà prendere forma anche gli elementi di dettaglio demandati al Ministero dell’Economia e delle Finanza e alla Banca d’Italia. Dettagli questi che impegneranno sicuramente il Vertice aziendale e che porteranno a quel contratto di coesione che segnerà il futuro delle banche di credito cooperativo.

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inistratori

11. conSiDerazioni concLUSiVe

Cari soci,la riforma del Credito Cooperativo pone oggi le condizioni essenziali di quadro normativo per affrontare la sfida del servizio alle nostre comunità nell’era dell’Unione Bancaria, con forte spirito innovativo e con la consapevolezza che regole europee sempre più severe e quasi mai realmente proporzionali richiedono un impegno di conoscenza, di energia e di voglia nuova e vera di fare cooperazione di credito. Serve uno scatto d’orgoglio per realizzare al meglio il Gruppo Bancario Cooperativo che sarà al servizio anche della nostra BCC. Serve un impegno personale, come soci e come cooperativa bancaria a mutualità prevalente a crescere nella conoscenza della mutualità e delle regole bancarie. La sfida dell’Autoriforma, che possiamo considerare una sfida con esiti sostanzialmente positivi, è stata prima una battaglia culturale, poi politica, infine normativa. Il medesimo processo deve avvenire nella nostra BCC: fare banca mutualistica è una scelta coraggiosa e complessa, ma entusiasmante. Occorrono spirito adeguato e com-petenze eccellenti. E occorre anche che i decisori politici ne comprendano e valorizzino le specificità. Tutto ciò si costruisce in modo strutturale ed efficace nei territori, nei contatti con i parlamentari italiani ed europei, nell’accompagnare nella conoscenza della riforma tutti i nostri “portatori d’interesse”: per primi i nostri soci, e poi i sindaci, i parroci, gli ammi-nistratori locali, le associazioni professionali e imprenditoriali, le organizzazioni dei rappre-sentanti dei lavoratori ecc.Il futuro che ci attende non ci offre assicurazioni facili e scontate. Ma è ricco di potenzialità. A noi spetta il compito, in primo luogo, di avere fiducia. Nella validità e attualità del nostro modello imprenditoriale; nelle nostre capacità e risorse, che non sono poche.Se il Credito Cooperativo è stato capace di costruire in questi anni risposte adeguate alle richieste che provenivano dai territori, di attrarre fiducia, di accrescere le proprie quote di mercato, è anche in ragione delle energie umane e professionali, di competenza e di ap-partenenza, che ha saputo esprimere.A noi spetta dunque il compito di costruire fiducia, di tessere trame di sviluppo nei nostri territori, di essere protagonisti di nuove risposte ai bisogni delle persone. La mutualità ha accenti ed accezioni nuove nella nostra epoca. Compete a noi, che siamo intermediari, connetterle. Per dare nuovo respiro al nostro sistema abbiamo bisogno delle energie che arrivano dai giovani. E non dobbiamo avere paura nel far spazio alle idee nuove che più frequentemen-te i giovani portano. Senza sottacere il valore dell’esperienza, va rimarcato che la respon-sabilità non è patrimonio esclusivo di “chi è più maturo”. E non è detto che, per essere esercitata, necessiti di un rodaggio ventennale. Nel Credito Cooperativo è in corso un’apertura generazionale e di genere. È un bene: un

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processo di crescita deriva solitamente dalla sintesi di apporti diversi. Più giovani e più donne sono una ricchezza di energie per il governo delle nostre realtà. Se, come il nostro sistema ha chiesto ai regolatori, verrà eliminata dal quadro regolamentare l’incertezza che renderebbe sempre meno sostenibile l’erogazione del credito; se si ridurrà la discrasia tra politica monetaria espansiva e normativa prudenziale restrittiva; se si promuoverà, in tutti i livelli della normativa, una “proporzionalità strutturata”, superando l’attuale approccio di “proporzionalità caso per caso”; se queste condizioni si realizzeranno, le BCC, integrate in modo intelligente, continueranno a dinamizzare i territori nei quali operano. La nostra BCC continuerà ad essere motore di sviluppo, ovvero di apertura di opportunità per le comunità locali in cui opera. Siamo in campo per giocare una partita impegnativa. Siamo al lavoro per tenere vivo il fuoco dell’energia che ha fatto del Credito Cooperativo un’esperienza preziosa. Per questo territorio e per l’Italia intera.

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Relazione degli amm

inistratori

ProGeTTo Di DeSTinazione DeLL’UTiLe Di eSercizio

L’utile di esercizio ammonta a € 589.182,54; si propone all’Assemblea di procedere alla seguente ripartizione:

1 Alla riserva legale:(pari almeno al 70% degli utili netti annuali) € 412.427,78

2 Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (pari al 3% degli utili netti annuali) € 17.675,48

3A riserva statutaria € 126.156,28

4 A distribuzione di dividendi ai soci, nella ragione di € 0,50 per azione € 32.923,00

Ciò premesso proponiamo al Vostro esame ed alla Vostra approvazione il bilancio dell’e-sercizio 2015 come esposto nella documentazione di stato patrimoniale e di conto econo-mico, nonché nella nota integrativa.

Massafra, 30 Marzo 2016

Il Consiglio di Amministrazione

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RElazIoNE DEl CollEGIo

SINDaCalE

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Signori Soci,Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2015 - approvato dal Consiglio di Amministrazione, mes-so tempestivamente a nostra disposizione e sottoposto oggi al Vostro esame ed alla Vo-stra approvazione - risulta predisposto sulla base degli IFRS (nuovi principi contabili inter-nazionali) adottati dall’Unione Europea e secondo le istruzioni emanate dalla Banca d’Italia.Il presente bilancio, chiuso al 31/12/2015, presenta il confronto con i dati del bilancio chiu-so al 31/12/2014 classificati secondo gli stessi principi.Il bilancio risulta costituito dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico, dal Prospetto della Redditività Complessiva, dal Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto, dal Ren-diconto Finanziario e dalla Nota Integrativa ed è corredato dalla Relazione sulla Gestione nella quale il Consiglio di Amministrazione ha riferito sulle più significative situazioni ge-stionali fornendo informazioni sulle condizioni di vita della Banca in conformità alle finalità statutarie improntate sulla cooperazione e sulla mutualità.Il Collegio dà atto che la gestione della banca è stata conforme alle finalità mutualistiche e cooperative nel rispetto della L. n. 59/1992 e che sussistono le condizioni di mutualità prevalente previste dalla legge.

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Relazione del collegio sindacale

Il bilancio in esame presenta i seguenti dati patrimoniali ed economici:

STaTo PaTriMoniaLe – aTTiVo

Voci dell'Attivo 31.12.2015 31.12.2014

10. Cassa e disponibilità liquide 844.693 912.286

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 513.878 13.369

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.127.807 45.744.622

60. Crediti verso banche 5.936.606 3.988.382

70. Crediti verso clientela 31.521.792 30.887.214

110. Attività materiali 117.551 140.542

120. Attività immateriali 11.759 13.224

130. Attività fiscali 1.206.744 1.105.781

a) correnti 335.308 299.001

b) anticipate 871.436 806.780

di cui:

- alla L. 214/2011 817.854 771.097

150. Altre attività 1.460.968 1.313.587

Totale dell'attivo 102.741.798 84.119.007

STaTo PaTriMoniaLe – PaSSiVo

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2015 31.12.2014

10. Debiti verso banche 23.022.891 9.120.225

20. Debiti verso clientela 62.257.464 54.612.253

30. Titoli in circolazione 8.724.214 12.553.439

80. Passività fiscali 337.887 481.341

a) correnti 189.940 332.306

b) differite 147.947 149.035

100. Altre passività 2.043.528 1.767.503

110. Trattamento di fine rapporto del personale 40.824 39.871

120. Fondi per rischi e oneri: 103.159 74.659

b) altri fondi 103.159 74.659

130. Riserve da valutazione 267.075 274.815

160. Riserve 1.924.913 1.763.525

170. Sovrapprezzi di emissione 107.160 67.220

180. Capitale 3.323.500 3.201.050

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 589.183 163.104

Totale del passivo e del patrimonio netto 102.741.798 84.119.007

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conTo econoMico

Voci 31.12.2015 31.12.2014

10. Interessi attivi e proventi assimilati 2.222.804 2.542.754

20. Interessi passivi e oneri assimilati (633.438) (727.023)

30. Margine di interesse 1.589.366 1.815.731

40. Commissioni attive 873.011 833.173

50. Commissioni passive (136.533) (134.214)

60. Commissioni nette 736.478 698.959

70. Dividendi e proventi simili 1.827 1.827

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 15.317 15.921

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.230.219 971.176

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.230.219 971.176

120. Margine di intermediazione 3.573.207 3.503.614

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (625.242) (1.160.588)

a) crediti (565.556) (1.127.975)

d) altre operazioni finanziarie (59.686) (32.613)

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.947.965 2.343.026

150. Spese amministrative: (2.354.705) (2.229.887)

a) spese per il personale (1.275.668) (1.233.726)

b) altre spese amministrative (1.079.037) (996.161)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (47.500)

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (52.763) (73.918)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (3.472) (3.114)

190. Altri oneri/proventi di gestione 218.129 231.483

200. Costi operativi (2.240.311) (2.075.436)

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 5.800 (6.991)

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 713.454 260.598

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (124.271) (97.494)

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 589.183 163.104

290. Utile (Perdita) d'esercizio 589.183 163.104

La Nota Integrativa contiene tutte le informazioni richieste dalla normativa per la compren-sione delle voci del bilancio.Qui di seguito si evidenziano le variazioni rispetto all’esercizio 2014 intervenute nelle varie voci di bilancio.a. Variazioni nelle voci dell’Attivo dello Stato Patrimoniale.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci dell’Attivo sono le seguenti.

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Relazione del collegio sindacale

Voci dell'Attivo 31.12.2015 31.12.2014 Variazioni %

10. Cassa e disponibilità liquide 844.693 912.286 -7,41 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 513.878 13.369 3.743,80 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.127.807 45.744.622 33,63 60. Crediti verso banche 5.936.606 3.988.382 48,85 70. Crediti verso clientela 31.521.792 30.887.214 2,05110. Attività materiali 117.551 140.542 -16,36120. Attività immateriali 11.759 13.224 -11,08130. Attività fiscali 1.206.744 1.105.781 9,13 a) correnti 335.308 299.001 12,14 b) anticipate 871.436 806.780 8,01 di cui: - alla L. 214/2011 817.854 771.097 6,06150. Altre attività 1.460.968 1.313.587 11,22Totale dell'attivo 102.741.798 84.119.007 22,14

Per quanto riguarda la variazione, rispetto all’esercizio 2014, nella composizione dell’At-tivo, si evidenzia un notevole incremento delle Attività finanziarie disponibili per la vendita (+15.831.185), delle Attività finanziarie detenute per la negoziazione (+500.509) e dei Cre-diti verso banche (+1.948.224), mentre gli altri elementi mostrano variazioni irrilevanti.b. Variazioni nelle voci del Passivo dello Stato Patrimoniale.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci del Passivo sono le se-guenti.

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2015 31.12.2014 Variazioni %

10. Debiti verso banche 23.022.891 9.120.225 152,44

20. Debiti verso clientela 62.257.464 54.612.253 14,00

30. Titoli in circolazione 8.724.214 12.553.439 -30,50

80. Passività fiscali 337.887 481.341 -29,80

a) correnti 189.940 332.306 -42,84

b) differite 147.947 149.035 -0,73

100. Altre passività 2.043.528 1.767.503 15,62

110. Trattamento di fine rapporto del personale 40.824 39.871 2,39

120. Fondi per rischi e oneri: 103.159 74.659 38,17

b) altri fondi 103.159 74.659 38,17

130. Riserve da valutazione 267.075 274.815 -2,82

160. Riserve 1.924.913 1.763.525 9,15

170. Sovrapprezzi di emissione 107.160 67.220 59,42

180. Capitale 3.323.500 3.201.050 3,83

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 589.183 163.104 261,23

Totale del passivo e del patrimonio netto 102.741.798 84.119.007 22,14

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Le variazioni, rispetto all’esercizio 2014, più rilevanti sono quelle intervenute nei Debiti ver-so banche (+13.902.666), dei Debiti verso clientela (+7.645.211), dei Titoli in circolazione (-3.829.225); si segnala inoltre l’incremento del Patrimonio Netto di euro 316.038.c. Variazioni nelle voci del Conto Economico.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci di Conto Economico sono le seguenti.

Voci 31.12.2015 31.12.2014 Variazione %

10. Interessi attivi e proventi assimilati 2.222.804 2.542.754 -12,58

20. Interessi passivi e oneri assimilati -633.438 -727.023 -12,87

30. Margine di interesse 1.589.366 1.815.731 -12,47

40. Commissioni attive 873.011 833.173 4,78

50. Commissioni passive -136.533 -134.214 1,73

60. Commissioni nette 736.478 698.959 5,37

70. Dividendi e proventi simili 1.827 1.827 0,00

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 15.317 15.921 -3,79

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.230.219 971.176 26,67

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.230.219 971.176 26,67

120. Margine di intermediazione 3.573.207 3.503.614 1,99

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: -625.242 -1.160.588 -46,13

a) crediti -565.556 -1.127.975 -49,86

d) altre operazioni finanziarie -59.686 -32.613 83,01

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.947.965 2.343.026 25,82

150. Spese amministrative: -2.354.705 -2.229.887 5,60

a) spese per il personale -1.275.668 -1.233.726 3,40

b) altre spese amministrative -1.079.037 -996.161 8,32

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -47.500 0 nc

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali -52.763 -73.918 -28,62

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali -3.472 -3.114 11,50

190. Altri oneri/proventi di gestione 218.129 231.483 -5,77

200. Costi operativi -2.240.311 -2.075.436 7,94

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 5.800 -6.991 -182,96

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 713.454 260.598 173,78

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -124.271 -97.494 27,47

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 589.183 163.104 261,23

290. Utile (Perdita) d'esercizio 589.183 163.104 261,23

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Si segnala un aumento rilevante del Risultato Economico rispetto all’esercizio precedente (426.079); detta variazione è così determinata:

Voci 31.12.2015 31.12.2014 Variazione

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.947.965 2.343.026 604.939

200. Costi operativi -2.240.311 -2.075.436 -164.875

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 5.800 -6.991 12.791

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -124.271 -97.494 -26.777

290. Utile (Perdita) d'esercizio 589.183 163.104 426.079

In particolare si evidenzia che il Risultato Netto della Gestione Finanziaria è caratte-rizzato da un peggioramento del Margine di Interesse (-226.365), da un miglioramento delle Commissioni Nette (+37.519), nonché, soprattutto, da un incremento dell’Utile da Dividendi, Attività di negoziazione, Cessione di Attività Finanziarie Disponibili per la Vendita (+258.439) e da una riduzione delle Rettifiche di Valore dei Crediti (+535.346).Tra i Costi Operativi si segnala il sensibile incremento delle spese amministrative incluse quelle per il personale (-124.818).La società di revisione PricewaterhouseCoopers ha rilasciato la relazione sui controlli ope-rati sul bilancio dalla quale non emergono rilievi.Il Collegio Sindacale ha svolto le proprie funzioni vigilando sull’operato degli amministratori e dell’intera amministrazione della Banca, ha avuto costanti contatti con gli altri organismi di controllo: con la società di revisione, con la società che gestisce, in outsourcing, la funzione di internal auditing e con il responsabile della funzione risk management. Detti contatti, ispirati alla collaborazione, sono stati finalizzati al coordinamento delle azioni per migliorare ed implementare il sistema dei controlli.La Banca ha continuato a muoversi in modo adeguato nello scenario di crisi finanziaria che continua a caratterizzare in maniera sempre più pressante il settore del credito e l’intero sistema economico generale. Le rettifiche dei crediti 625.242, sebbene diminuite rispetto all’anno precedente, rappresentano un segnale della difficoltà in cui versa l’intero sistema economico; nonostante ciò la banca è riuscita a conseguire un rilevante risultato economico positivo (589.183), grazie ad una gestione, sempre ispirata alla prudenza e all’accortezza nella erogazione del credito, ma capace di cogliere le opportunità fornite dal mercato; al tempo stesso, l’operatività gestionale ha permesso lo svolgimento di una importante funzione sociale di servizio e sviluppo della base sociale, delle economie locali, delle famiglie, delle imprese, degli enti non-profit, delle Amministrazioni locali, tipica di una impresa cooperativa che lavora per una finanza responsabile, gestita ed orientata al bene comune della collettività. Le operazioni di gestione poste in essere sono state conformi alla legge e allo statuto sociale e il Collegio ha controllato che le stesse non fossero manifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interesse, in contrasto con delibere assunte dall’as-semblea, o tali da compromettere il patrimonio sociale.

Relazione del collegio sindacale

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Il Collegio Sindacale ha svolto attività di vigilanza sull’osservanza della legge e dello sta-tuto, sulla corretta amministrazione e sull’adeguatezza del sistema organizzativo e dei controlli interni ponendo attenzione particolare al governo della rischiosità della gestione. Sono stati effettuati da questo Collegio controlli specifici sul processo di erogazione del credito, sul rispetto della normativa sull’antiriciclaggio, sugli adempimenti fiscali e previden-ziali e sulle azioni di presidio dei diversi rischi bancari. In merito a tali controlli il Collegio non ritiene di formulare rilievi. Gli organi delegati hanno fornito all’organo amministrativo le opportune informazioni sull’e-sercizio dei poteri loro conferiti in relazione all’erogazione del credito e a questo Collegio tutte le informazioni utili ai fini dei controlli.Le operazioni con organi di amministrazione, direzione e controllo, sono state effettuate nel rispetto delle norme di cui all’art. 136 D. Lgs. 385/93 con delibere unanimi dell’organo amministrativo e con il voto favorevole di tutti i sindaci. Si comunica che il Collegio Sindacale non ha ricevuto notizie di fatti ritenuti censurabili ai sensi dell’art. 2408 del Codice Civile.Le verifiche ed i controlli consentono al Collegio di esprimere parere favorevole sulla ammi-nistrazione, sulla operatività del sistema, delle sue procedure, sulla funzionalità dei controlli interni.Il Collegio ha partecipato a tutte le riunioni degli organi societari.Tutto ciò posto, considerato anche il giudizio positivo sul bilancio da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers, il Collegio è favorevole all’approvazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2015 dando atto che la proposta di destinazione del risultato di esercizio, secondo le indicazioni del C.d.A., è conforme alla legge e allo statuto.

Massafra, 14/04/2016.Prof. Gianvito GiannelliDott. Gennaro Gisonna

Dott. Fernando Miccolis

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Relazione del collegio sindacale

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RElazIoNE DElla SoCIETà

DI REVISIoNE

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Relazione della società di revisione

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BIlaNCIo DI ESERCIzIo al

31 DICEMBRE 2015

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STaTo PaTriMoniaLe – aTTiVo

Voci dell'Attivo 31.12.2015 31.12.2014

10. Cassa e disponibilità liquide 844.693 912.286

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 513.878 13.369

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.127.807 45.744.622

60. Crediti verso banche 5.936.606 3.988.382

70. Crediti verso clientela 31.521.792 30.887.214

110. Attività materiali 117.551 140.542

120. Attività immateriali 11.759 13.224

130. Attività fiscali 1.206.744 1.105.781

a) correnti 335.308 299.001

b) anticipate 871.436 806.780

di cui:

- alla L. 214/2011 817.854 771.097

150. Altre attività 1.460.968 1.313.587

Totale dell'attivo 102.741.798 84.119.007

STaTo PaTriMoniaLe – PaSSiVo

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2015 31.12.2014

10. Debiti verso banche 23.022.891 9.120.225

20. Debiti verso clientela 62.257.464 54.612.253

30. Titoli in circolazione 8.724.214 12.553.439

80. Passività fiscali 337.887 481.341

a) correnti 189.940 332.306

b) differite 147.947 149.035

100. Altre passività 2.043.528 1.767.503

110. Trattamento di fine rapporto del personale 40.824 39.871

120. Fondi per rischi e oneri: 103.159 74.659

b) altri fondi 103.159 74.659

130. Riserve da valutazione 267.075 274.815

160. Riserve 1.924.913 1.763.525

170. Sovrapprezzi di emissione 107.160 67.220

180. Capitale 3.323.500 3.201.050

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 589.183 163.104

Totale del passivo e del patrimonio netto 102.741.798 84.119.007

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conTo econoMico

Voci 31.12.2015 31.12.2014 10. Interessi attivi e proventi assimilati 2.222.804 2.542.754 20. Interessi passivi e oneri assimilati (633.438) (727.023) 30. Margine di interesse 1.589.366 1.815.731 40. Commissioni attive 873.011 833.173 50. Commissioni passive (136.533) (134.214) 60. Commissioni nette 736.478 698.959 70. Dividendi e proventi simili 1.827 1.827 80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 15.317 15.921100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.230.219 971.176 b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.230.219 971.176120. Margine di intermediazione 3.573.207 3.503.614130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (625.242) (1.160.588) a) crediti (565.556) (1.127.975) d) altre operazioni finanziarie (59.686) (32.613)140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.947.965 2.343.026150. Spese amministrative: (2.354.705) (2.229.887) a) spese per il personale (1.275.668) (1.233.726) b) altre spese amministrative (1.079.037) (996.161)160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (47.500) 170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (52.763) (73.918)180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (3.472) (3.114)190. Altri oneri/proventi di gestione 218.129 231.483200. Costi operativi (2.240.311) (2.075.436)240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 5.800 (6.991)250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 713.454 260.598260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (124.271) (97.494)270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 589.183 163.104290. Utile (Perdita) d'esercizio 589.183 163.104

ProSPeTTo DeLLa reDDiTiViTà coMPLeSSiVa

Voci 31.12.2015 31.12.201410. Utile (Perdita) d'esercizio 589.183 163.104Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (7.741) (32.162)130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (7.741) (32.162)140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 581.442 130.942

Nella voce “Utile (Perdita) d’esercizio” figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico.Nelle voci relative alle “altre componenti reddituali al netto delle imposte” figurano le varia-zioni di valore delle attività registrate nell’esercizio in contropartita delle riserve da valuta-zione (al netto delle imposte).

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015

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ProSPeTTo DeLLe Variazioni DeL PaTriMonio neTTo - eSercizio 2015

Esistenze al 31.12.2014

Modifica saldi

apertura

Esistenze allo

01.01.2015

Allocazione risultato esercizio precedente

RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

Capitale: 3.201.050 3.201.050

a) azioni ordinarie 3.201.050 3.201.050

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 67.220 67.220

Riserve: 1.763.525 1.763.525 158.211 3.176

a) di utili 1.763.525 1.763.525 158.211 3.176

b) altre

Riserve da valutazione 274.816 274.816

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 163.104 163.104 (158.211) (4.893)

Patrimonio netto 5.469.715 5.469.715 (4.893) 3.176

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Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015

Variazioni dell’esercizio

Patrimonio Netto al

31.12.2015

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva

esercizio 31.12.2015

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni

proprie

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock options

178.000 (55.550) 3.323.500

178.000 (55.550) 3.323.500

40.980 (1.040) 107.160

1.924.912

1.924.912

(7.741) 267.075

589.183 589.183

218.980 (56.590) 581.442 6.211.830

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ProSPeTTo DeLLe Variazioni DeL PaTriMonio neTTo - eSercizio 2014

Esistenze al 31.12.2013

Modifica saldi

apertura

Esistenze allo

01.01.2014

Allocazione risultato esercizio precedente

RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

Capitale: 3.141.650 3.141.650

a) azioni ordinarie 3.141.650 3.141.650

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 47.930 47.930 127.418

Riserve: 1.608.420 1.608.420 127.418 27.687

a) di utili 1.608.420 1.608.420 27.687

b) altre

Riserve da valutazione 306.978 306.978

Strumenti di capitale

Azioni proprie (127.418) (23.374)

Utile (Perdita) di esercizio 150.792 150.792 (23.374)

Patrimonio netto 5.255.770 5.255.770 (4.893) 27.687

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Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015

Variazioni dell’esercizio

Patrimonio Netto al

31.12.2014

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva

esercizio 31.12.2014

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni

proprie

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock options

80.600 (21.200) 3.201.050

80.600 (21.200) 3.201.050

20.330 (1.040) 67.220

1.763.525

1.763.525

(32.162) 274.816

163.104 163.104

100.930 (22.240) 130.942 5.469.715

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renDiconTo Finanziario Metodo indiretto

Importo

31.12.2015 31.12.2014

A. ATTIVITà OPERATIVA

1. Gestione 1.452.035 1.504.673

- risultato d'esercizio (+/-) 589.183 163.104

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+)

8.560 (6.410)

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 625.242 1.160.588

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-)

56.235 77.032

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 47.500

- imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) 124.271 97.494

- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione (+/-)

- altri aggiustamenti (+/-) 1.044 12.865

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (19.362.122) (13.787.106)

- attività finanziarie detenute per la negoziazione (509.069)

- attività finanziarie valutate al fair value

- attività finanziarie disponibili per la vendita (15.383.185) (19.454.069)

- crediti verso banche: a vista (1.895.117) 651.347

- crediti verso banche: altri crediti (53.107) 4.387.482

- crediti verso clientela (1.200.134) 789.277

- altre attività (321.510) (161.143)

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 17.704.343 12.172.647

- debiti verso banche: a vista 13.902.667 9.111.342

- debiti verso banche: altri debiti

- debiti verso clientela 7.645.211 2.297.340

- titoli in circolazione (3.829.225) 720.878

- passività finanziarie di negoziazione

- passività finanziarie valutate al fair value

- altre passività (14.310) 43.087

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (205.744) (109.786)

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Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015

Importo

31.12.2015 31.12.2014

B. ATTIVITà DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 7.538 1.738

- vendite di partecipazioni

- dividendi incassati su partecipazioni 1.738

- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- vendite di attività materiali 5.800 1.738

- vendite di attività immateriali

- vendite di rami d'azienda

2. Liquidità assorbita da (31.777) (49.504)

- acquisti di partecipazioni

- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- acquisti di attività materiali (29.771) (35.539)

- acquisti di attività immateriali (2.006) (13.965)

- acquisti di rami d'azienda

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (24.239) (47.766)

C. ATTIVITà DI PROVVISTA

- emissioni/acquisti di azioni proprie 162.390 78.690

- emissioni/acquisti di strumenti di capitale

- distribuzione dividendi e altre finalità (18.850)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 162.390 59.840

LIQUIDITà NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (67.593) (97.712)

LEGENDA

(+) generate (-) assorbita

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riconciLiazione

Voci di bilancioImporto

31.12.2015 31.12.2014

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 912.286 1.009.998

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (67.593) (97.712)

Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 844.693 912.286

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Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015

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NoTa INTEGRaTIVa

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noTa inTeGraTiVa

ParTe a - Politiche contabili

ParTe B - informazioni sullo stato patrimoniale

ParTe c - informazioni sul conto economico

ParTe D - redditività complessiva

ParTe e - informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

ParTe F - informazioni sul patrimonio

ParTe G - operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

ParTe H - operazioni con parti correlate

ParTe i - accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

ParTe L - informativa di settore

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ParTe a - PoLiTicHe conTaBiLi

a.1 – ParTe GeneraLe

Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni dell’In-ternational Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Com-missione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.L’applicazione degli IAS/IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro siste-matico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione.Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 4° Aggiornamento del 15 di-cembre 2015, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).

Sezione 2 - Principi generali di redazione

Il Bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, redatto secondo il metodo indiretto, e dalla presente nota integrativa; è corre-dato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca.I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferi-mento ai principi generali di redazione di seguito elencati:• Principio della verità e della correttezza e della completezza nella presentazione della

situazione patrimoniale, economica e finanziaria;• Principio della competenza economica;• Principio della coerenza di presentazione e classificazione da un esercizio all’altro;• Principio del divieto di compensazione di partite salvo quanto espressamente ammes-

so;• Principio della prevalenza della sostanza sulla forma;• Principio della prudenza nell’esercizio dei giudizi necessari per l’effettuazione delle sti-

me richieste in condizioni di incertezza, in modo che le attività o i ricavi non siano sovrastimati e le passività o i costi non siano sottostimati, senza che ciò comporti la creazione di riserve occulte o di accantonamenti eccessivi;

Nota integrativa

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• Principio della neutralità dell’informazione;• Principio della continuità aziendale;• Principio della comprensibilità dell’informazione;• Principio della significatività dell’informazione (rilevanza);• Principio della comparabilità nel tempo.Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005 e successive modifiche.Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla nor-mativa.Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il prospetto della redditività comples-siva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell’esercizio precedente, fatto salvo quanto specificato nel seguito del documento con riferimento ai crediti (A.2 - PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOICI DI BILANCIO).

informazioni sulla continuità aziendale

Il Bilancio è stato predisposto nel presupposto della continuazione dell’attività aziendale. Pertanto le attività, le passività e le “operazioni fuori bilancio” sono state valutate secondo criteri di funzionamento. Al riguardo si specifica che gli organi di amministrazione e con-trollo valutano con estrema attenzione la prospettiva della continuità aziendale, che tale presupposto è ampiamente perseguito e che non sono necessarie dettagliate analisi a supporto di tale postulato oltre a quanto emerge dall’informativa contenuta nel bilancio e nella relazione sulla gestione. In considerazione della struttura della raccolta, basata es-senzialmente su conti correnti della clientela, e degli impieghi, prevalentemente indirizzati a clientela retail e piccole e medie imprese, su cui la Banca mantiene un costante moni-toraggio e della preminente presenza di titoli di stato nel portafoglio di proprietà, si ritiene non sussistano criticità che possano influire negativamente sulla solidità patrimoniale e sull’equilibrio reddituale della Banca, che sono i presupposti della continuità aziendale.Pertanto nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 4 del 3 marzo 2010 emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, avente per oggetto “In-formazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle attività (impairment test) sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla “gerarchia del fair value” che richiama il corrispondente documento n. 2

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Nota integrativa

emanato sempre congiuntamente dalle tre Autorità in data 6 febbraio 2009, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale. Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è pubblicata nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.

Sezione 3 - eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approva-zione da parte del Consiglio di Amministrazione non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita.

Sezione 4 - altri aspetti

revisione dei conti

Il presente Bilancio è sottoposto alla revisione legale dei conti da parte della società Pri-cewaterhouseCoopers SpA alla quale è stato conferito l’incarico per il novennio 2011/2019 in esecuzione della delibera assembleare del 21 Maggio 2011.

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio

La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formula-zione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni sog-gettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono:• la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre

attività finanziarie;• la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informa-

tiva di bilancio;

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• l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;

• la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;• le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni sog-gettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

informativa sulla variazione di principio contabile

Per la predisposizione del bilancio d’esercizio sono stati adottati i medesimi principi e metodi contabili utilizzati per la redazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2014, a cui si fa rinvio per maggiori dettagli, integrati dalle novità, ove applicabili, che si riferiscono ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni SIC/IFRIC omologati dalla Commissione Europea fino alla data del bilancio, la cui applicazione è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2015.

altre fonti normative

A partire dal 1° gennaio 2014 sono state introdotte nell’Unione Europea le regole definite dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria in materia di adeguatezza patrimoniale (Primo Pilastro) e informativa al pubblico (Terzo Pilastro) (c.d. Basilea 3), aventi lo scopo di rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, migliorare la gestione del rischio, la governance e di rafforzare l’informativa delle banche.I contenuti di Basilea 3 sono stati tradotti in Legge in Europa attraverso due strumenti legislativi:• il Regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”) che disciplina gli istituti di vigilanza prudenzia-

le del Primo Pilastro e le regole dell’informativa al pubblico del Terzo Pilastro; • la Direttiva 2013/36/UE (“CRD IV”) che regola le condizioni per l’accesso all’attività ban-

caria, la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, il processo di controllo prudenziale e le riserve patrimoniali.

Il CRR e la CRD IV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (Regulatory Technical Standard – RTS e Implementing Technical Standard - ITS) approvate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità Europee di Vigilanza (“ESA”), che integrano e danno esecuzione alla normativa comunitaria di primo livello.Il regolamento e le norme tecniche sono direttamente applicabili negli ordinamenti na-

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Nota integrativa

zionali, senza necessità di recepimento, e costituiscono il cosiddetto Single Rulebook; la disciplina contenuta nella direttiva richiede, invece, di essere recepita nelle fonti di diritto nazionali.Per dare attuazione e agevolare l’applicazione della nuova disciplina comunitaria, nonché al fine di realizzare una complessiva revisione e semplificazione della disciplina di vigilanza delle banche, per il nostro Paese Banca d’Italia ha emanato la Circolare n. 285 del 17 di-cembre 2013 (e successive modifiche) “Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” che:• recepisce le norme della CRD IV, la cui attuazione, ai sensi del Testo Unico Bancario, è

di competenza di Banca d’Italia;• indica le modalità con cui sono state esercitate le discrezionalità nazionali attribuite

dalla disciplina comunitaria alle Autorità Nazionali;• delinea un quadro normativo completo, organico, razionale e integrato con le dispo-

sizioni comunitarie di diretta applicazione, in modo da agevolarne la fruizione da parte degli operatori durante il periodo transitorio.

L’Organo di Vigilanza ha altresì emanato la Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 (e successive modifiche) “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare” che dà esecuzione sia al CRR che agli ITS predisposti dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) e adottati dalla Commissione dell’U-nione Europea (c.d. “schemi COREP”) in materia di schemi per le segnalazioni armonizzate (Fondi Propri, rischio di credito e controparte, rischi di mercato, rischio operativo, grandi esposizioni, rilevazione su perdite ipotecarie, posizione patrimoniale complessiva, monito-raggio liquidità e leva finanziaria) e le segnalazioni non armonizzate (parti correlate).In data 15 dicembre 2015 Banca d’Italia ha pubblicato il 4° aggiornamento della Circolare n. 262/2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”.Con tale aggiornamento è stata adeguata l’informativa di Nota Integrativa sulla “qualità del credito” alle nuove definizioni di attività finanziarie deteriorate, già introdotte nelle segna-lazioni di vigilanza nel gennaio 2015, che sono in linea con le nozioni di non-performing exposures e forborne exposures stabilite dalla Commissione Europea con il regolamento 2015/227 su proposta dell’Autorità Bancaria Europea.Sono state abrogate, inoltre, nella Parte E Informazioni sui rischi e politiche di copertura le tabelle relative alle attività impegnate previste nella Sezione 3 “Rischio di liquidità”. Con l’occasione, sulla Parte B recante “Informazioni sullo stato patrimoniale” e sulla Parte E recante “Informazioni sui rischi e politiche di copertura” sono stati compiuti interventi di razionalizzazione, coerenti con le migliori pratiche internazionali di redazione dei bilanci, tendenti a migliorarne le caratteristiche di fruibilità e comprensibilità nonché ad abbreviarne i tempi di predisposizione.

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a.2 – ParTe reLaTiVa aLLe PrinciPaLi Voci Di BiLancio

Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classi-ficazione, iscrizione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - attività finanziarie detenute per la negoziazione

criteri di classificazione

Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle varia-zioni dei prezzi degli stessi. La Banca non possiede e non ha operato in derivati creditizi.

criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscri-zione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a conto economico.All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attri-buibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto eco-nomico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione.Il fair value è definito dal principio IFRS 13 come “Il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di misurazione”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato,

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Nota integrativa

siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che ten-gono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rile-vabili sul mercato. Sono in particolare utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati; modelli di determinazione del prezzo di opzioni; valori rilevati in recenti transazioni comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato.

criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo so-stanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacqui-sto non vengono stornati dal bilancio.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi pro-venti assimilati sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di rife-rimento del bilancio, relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option).Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e passività monetarie in valuta.

2 - attività finanziarie disponibili per la vendita

criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate tra le “Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, ovvero tra le attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o i “Crediti e finanziamenti”. Gli investimenti disponibili per la vendita sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie:

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• i titoli di debito quotati e non quotati;• i titoli azionari quotati e non quotati;• le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV);• le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo

congiunto.

criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di sottoscrizione.All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono ri-levate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’e-secuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclas-sificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento.

criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con im-putazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifi-che note in merito di cui al successivo punto 17 - “Altre informazioni”.Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività finanziaria e il valo-re attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse effettivo originario.Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto

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Nota integrativa

è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”. Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valo-re e la determinazione del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:• esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti

o mancati pagamenti di interessi o capitale;• probabilità di apertura di procedure concorsuali;• scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari;• peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emit-

tente;• declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre

notizie negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo.Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evi-denziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti inter-venuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione du-revole di valore.Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettua-ta a ogni chiusura di bilancio. criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo so-stanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati:• a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo,

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che tiene conto sia dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;

• a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione o dalla rilevazione di una perdita di valore, gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico rispettivamente nella voce 100 “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita” e nella voce 130 “Rettifiche/riprese di valore nette: b) per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”.Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi, a seguito di un evento verificatosi suc-cessivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore.Tali riprese sono imputate a conto economico, nel caso di titoli di debito e a patrimonio netto in caso di titoli di capitale.

3 - attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.

4 - crediti

criteri di classificazione

I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le Attività finanziarie valutate al fair value.L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “At-tività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qua-lora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”.Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che nor-malmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento

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Nota integrativa

finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri di-rettamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo.Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare ero-gato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finan-ziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostan-za ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento

degli interessi o del capitale;c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finan-

ziaria del beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;

d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finan-

ziarie;f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi

finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della ri-levazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (cre-diti non performing) la cui disciplina è stata interessata, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, da importanti novità recepite a livello italiano con il 7° aggiornamento (20 gennaio

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2015) della circolare n. 272/2008 della Banca d’Italia, relativo alla “Matrice dei conti” e consistenti in: 1. una nuova classificazione del credito deteriorato, che ha sostituito quella precedente-

mente utilizzata; 2. l’introduzione della categoria delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance). Queste novità sono state introdotte a fronte della approvazione (9 gennaio 2015) da parte della Commissione europea degli Implementing Technical Standards (ITS) dell’EBA sulle segnalazioni statistiche di vigilanza armonizzate (Regolamento di esecuzione UE 2015/227 della Commissione del 9 gennaio 2015, che modifica il Regolamento di esecuzione UE n. 680/2014). In particolare, con il 7° aggiornamento della circolare 272/2008, la Banca d’Italia ha modificato le definizioni di attività finanziarie deteriorate allo scopo di allinearle alle nuove nozioni di Non-Performing Exposures e Forbearance introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate, al fine di avere un’unica definizione di esposizioni deteriorate per le segnalazioni sia consolidate sia individuali. Per effetto di tali novità le attività deteriorate sono classificate nelle seguenti categorie:• sofferenze;• inadempienze probabili;• esposizioni scadute deteriorate.Sono state soppresse le categorie preesistenti delle esposizioni incagliate e delle esposi-zioni ristrutturate.I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica; l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconduci-bile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il mec-canismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.Per talune tipologie di crediti deteriorati (quali inadempienze probabili e crediti scaduti), le rettifiche di valore sono comunque determinate nel rispetto di determinati parametri minimi

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Nota integrativa

previsti dalla Policy aziendale di gestione del credito problematico.La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione.Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito; le relative percen-tuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La rettifica di valore è iscritta a conto economico.Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collet-tive dell’esercizio precedente.

criteri di cancellazione

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi con-tinuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispetti-vo ricevuto dall’acquirente.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere la ragionevole certezza del recu-pero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte

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del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengo-no ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti. Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”.

5 - attività finanziarie valutate al fair value

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.

6 - operazioni di copertura

La Banca a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.

7 - Partecipazioni

La Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di con-trollo congiunto, così come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28.

8 - attività materiali

criteri di classificazione

La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella for-nitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le moti-vazioni.Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presen-tino autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di pre-vedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisi-zione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.

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Nota integrativa

criteri d’iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, com-prensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla mes-sa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che com-portano un incremento dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzio-namento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile delle attività materiali soggette ad ammortamento viene periodicamente sotto-posta a verifica; in caso di rettifica delle stime iniziali viene conseguentemente modificata anche la relativa quota di ammortamento.Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.Una svalutazione per perdita di valore è rilevata per un ammontare corrispondente all’ec-cedenza del valore contabile rispetto al valore recuperabile. Il valore recuperabile di un’at-tività è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce 170 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene ri-levata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

criteri di cancellazione

Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi bene-fici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce 170 “Rettifi-

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che/riprese di valore nette su attività materiali”.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’am-mortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9 - attività immateriali

criteri di classificazione

La voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratte-ristiche: • identificabilità;• l’azienda ne detiene il controllo;• è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’a-

zienda;• il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione plu-riennale, e altre attività identificabili che trovano origine in diritti legali o contrattuali.

criteri di iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, soste-nuti per predisporre l’utilizzo dell’attività.

criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel

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Nota integrativa

momento in cui l’attività è eliminata contabilmente. L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene. Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammor-tamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.

criteri di cancellazione

Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissio-ne o quando non siano attesi benefici economici futuri.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diverse dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce 180 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’atti-vità immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.

10 - attività non correnti in via di dismissione

In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5.La Banca, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.

11 - Fiscalità corrente e differita

criteri di classificazione, di iscrizione e di valutazione

Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS 12.

Fiscalità correnteLe attività e passività fiscali per imposte correnti sono rilevate al valore dovuto o recupera-

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bile a fronte dell’utile (perdita) fiscale, applicando le aliquote e la normativa fiscale.Le imposte correnti non ancora pagate, in tutto o in parte alla data del bilancio, sono inse-rite alla voce 80. a) le “Passività fiscali correnti” dello stato patrimoniale. Nel caso di paga-menti eccedenti, che hanno dato luogo ad un credito recuperabile, questo è contabilizzato alla voce 130. a) “Attività fiscali correnti” dello stato patrimoniale.

Fiscalità differitaLe attività e le passività fiscali differite sono contabilizzate utilizzando il c.d. balance sheet liability method tenendo conto delle differenze temporanee tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali. Esse sono calcolate uti-lizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui le attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta.In particolare la normativa fiscale può comportare delle differenze tra reddito imponibile e reddito civilistico, che, se temporanee provocano, invece, unicamente uno sfasamento temporale che comporta l’anticipo o il differimento del momento impositivo rispetto al pe-riodo di competenza, determinando una differenza tra il valore contabile di un’attività o di una passività nello stato patrimoniale e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.Tali differenze si distinguono in “differenze temporanee deducibili” e in “differenze tempo-ranee imponibili”.

Attività per imposte anticipateLe “differenze temporanee deducibili” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilisti-ca. Esse generano imposte anticipate attive in quanto esse determineranno un minor cari-co fiscale in futuro, a condizione che negli esercizi successivi siano realizzati utili tassabili in misura sufficiente a coprire la realizzazione delle imposte pagate in via anticipata.Le “attività per imposte anticipate” sono rilevate per tutte le differenze temporanee dedu-cibili se è probabile che sarà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale potranno essere utilizzate le differenze temporanee deducibili.L’origine della differenza tra il maggior reddito fiscale rispetto a quello civilistico è principal-mente dovuta a componenti negativi di reddito fiscalmente deducibili in esercizi successivi a quelli di iscrizione in bilancio.

Passività per imposte differiteLe “differenze temporanee imponibili” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale e conseguentemente generano “passività per imposte differite”, in quanto queste differen-ze danno luogo ad ammontari imponibili negli esercizi successivi a quelli in cui vengono imputati al conto economico civilistico, determinando un differimento della tassazione ri-spetto alla competenza economico-civilistica.Le “passività per imposte differite” sono rilevate per tutte le differenze temporanee impo-nibili con eccezione delle riserve in sospensione d’imposta in quanto non è previsto che

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Nota integrativa

siano effettuate operazioni che ne determinano la tassazione.L’origine della differenza tra il minor reddito fiscale rispetto a quello civilistico è dovuta a:• componenti positivi di reddito tassabili in esercizi successivi a quelli in cui sono stati

iscritti in bilancio;• componenti negativi di reddito deducibili in esercizi antecedenti a quello in cui saranno

iscritti in bilancio secondo criteri civilistici.Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamen-te valutate per tener conto sia di eventuali modifiche intervenute nella normativa o nelle aliquote.Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni e sono contabilizzate nella voce 130. b) “Attività fiscali anti-cipate” e nella voce 80. b) “Passività fiscali differite”.

criteri di rilevazione delle componenti economiche

Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscono a componenti che hanno in-teressato il conto economico, la contropartita è rappresentata dalle imposte sul reddito. Nei casi in cui le imposte anticipate e differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico (quali le valutazioni degli strumenti finanziari disponibili per la vendita) le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva quando previsto.

criteri di cancellazione

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui:• la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle pas-

sività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;• la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

12 - Fondi per rischi ed oneri

criteri di classificazione

I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effet-tuata una stima attendibile del relativo ammontare.A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantona-mento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno non risulti rilevante.

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criteri di iscrizione

Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad ec-cezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle “Altre passività”.

criteri di valutazione

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richie-sta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato.I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflet-tere la miglior stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato.

criteri di cancellazione

Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.

criteri di rilevazione delle componenti economiche

L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce 160 “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantona-menti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti.

13 - Debiti e titoli in circolazione

criteri di classificazione

Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendo-no le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”. Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.

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Nota integrativa

criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammonta-re incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.

criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci.

criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancella-zione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

14 - Passività finanziarie di negoziazione

Alla data del bilancio la Banca non ha operazioni in derivati rientranti nell’ambito di applica-zione della fair value option con valore negativo.

15 - Passività finanziarie valutate al fair value

La Banca alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.

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16 - operazioni in valuta

criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finan-ziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determi-nato paniere di valute.Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono sud-divise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti). Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in un ammontare di denaro fisso o determinabili. Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’ob-bligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.

criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

criteri di valutazione

Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro come segue:• le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo;• le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in

essere alla data della operazione;• le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti

alla data di chiusura del periodo.

criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conversione di elementi mo-netari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a pa-trimonio netto, le differenze cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto.

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Nota integrativa

17 - altre informazioni

Stato Patrimoniale

Ratei e RiscontiI ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.Costi per migliorie e spese incrementative su beni di terziI costi della specie sono iscritti nella voce 150 “Altre attività” laddove non ricorrano i pre-supposti per essere iscritti tra le “attività materiali”, come previsto dalla normativa di Banca d’Italia (circolare n. 262/2005 come aggiornata in data 18 novembre 2009). I relativi am-mortamenti sono ricondotti alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” del conto eco-nomico. Essi sono ammortizzati secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione.Benefici ai dipendentiClassificazioneI benefici per i dipendenti, oltre ai benefici a breve termine quali ad es. salari e stipendi, sono relativi a benefici successivi al rapporto di lavoro. I benefici per i dipendenti successivi al rapporto di lavoro sono a loro volta suddivisi tra quelli basati su programmi a contribuzione definita e quelli su programmi a benefici definiti, a seconda delle prestazioni previste:• i programmi a contribuzione definita sono piani di benefici successivi alla fine del rap-

porto di lavoro, in base ai quali sono versati dei contributi fissi, senza che vi sia un’ob-bligazione legale o implicita a pagare ulteriori contributi, se non sussistono attività suffi-cienti ad onorare tutti i benefici;

• i programmi a benefici definiti sono piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro diversi dai piani a contribuzione definita.

Il fondo trattamento di fine rapporto (TFR) è considerato un programma a benefici definiti.Rilevazione iniziale e valutazioneIl valore di un’obbligazione a benefici definiti è pari al valore attuale dei pagamenti futuri, previsti come necessari per estinguere l’obbligazione derivante dall’attività lavorativa svolta dal dipendente nell’esercizio corrente ed in quelli precedenti.Considerata la scarsa significatività e rilevanza dell’informazione che verrebbe fornita a seguito dell’applicazione dello IAS 19, la Banca ha ritenuto opportuno, anche sulla base di quanto stabilito dallo IAS 8 par. 8, che la quantificazione dell’ammontare del TFR avvenga ancora seguendo le indicazioni dell’art. 2120 del codice civile.

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Conto economicoI ricavi sono riconosciuti quando ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.In particolare:• i costi ed i ricavi, direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo

ammortizzato e determinabili sin dall’origine indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo;

• i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione;

• i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato;

• le altre commissioni sono rilevate secondo il principio della competenza economica.I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari La Commissione Europea ha omologato nel mese di dicembre 2012, con Regolamento (UE) n. 1255/2012, il nuovo principio IFRS 13 “Fair Value Measurement”, in vigore dal 1° gennaio 2013.L’IFRS 13 definisce il fair value come: “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”. Si tratta di una definizione di fair value che per gli strumenti finanziari sostituisce la precedente versione nello IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.Nel caso delle passività finanziarie la nuova definizione di fair value prevista dall’IFRS 13 richiede, quindi, di individuare come tale quel valore che si pagherebbe per il trasferimento

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Nota integrativa

della stessa passività (exit price), anziché come il valore necessario a estinguere la stessa (definizione contemplata dallo IAS 39). Ne discende un rafforzamento del tema della rile-vazione degli aggiustamenti al fair value delle passività finanziarie, rispetto a quanto già disciplinato in materia dallo IAS 39. In particolare, con riguardo alla determinazione del fair value dei derivati OTC dell’attivo dello Stato Patrimoniale, l’IFRS 13 ha confermato la re-gola di applicare l’aggiustamento relativo al rischio di controparte (Credit Valuation Adjust-ment - CVA). Relativamente alle passività finanziarie rappresentate da derivati OTC, l’IFRS 13 introduce il cd. Debit Valuation Adjustment (DVA), ossia un aggiustamento di fair value volto a riflettere il proprio rischio di default su tali strumenti, tematica non esplicitamente trattata dallo IAS 39.Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quota-zioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzan-do strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia deter-minabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la dis-counted cash flow analysis) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali

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diminuzioni significative di valore. Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tec-niche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rap-presentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.Per il debito a medio-lungo termine, rappresentato da titoli e per i quali si è optato per l’applicazione della fair value option, il fair value è determinato attualizzando i residui flussi contrattuali utilizzando la curva dei tassi “zero coupon” ricavata, attraverso il metodo del “bootstrapping”, dalla curva dei tassi di mercato.Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi. Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prez-zo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio.Per i contratti derivati over the counter: si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di con-tratto:• per i contratti su tassi di interesse: il market value è rappresentato dal cosiddetto “co-

sto di sostituzione”, determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua;

• per i contratti di opzione su titoli e altri valori: il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes).

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio IFRS 13 e in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel pro-cesso di valutazione.

Gerarchia del fair value

La gerarchia del fair value, in base a quanto stabilito dall’IFRS 13, deve essere applicata a tutti gli strumenti finanziari per i quali la valutazione al fair value è rilevata nello stato patri-moniale. A tal riguardo per tali strumenti viene attribuita massima priorità ai prezzi ufficiali disponibili su mercati attivi e priorità più bassa all’utilizzo di input non osservabili, in quanto

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Nota integrativa

maggiormente discrezionali. Il fair value, conseguentemente, viene determinato attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti dai mercati finanziari, nel caso di strumenti quotati su mercati attivi, o mediante l’utilizzo, per gli altri strumenti finanziari, di tecniche di valutazione aventi l’obiettivo di stimare il fair value (exit price). I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti:• “Livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quo-

tazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) ai quali si può accedere alla data di valutazione;

• “Livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input quotati os-servabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando idonee tecniche di valutazione;

• “Livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non os-servabili per l’attività o per la passività, utilizzando idonee tecniche di valutazione.

Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value. In assenza di prezzi quotati in mercati attivi gli strumenti finanziari devono essere classificati nei livelli 2 o 3.La classificazione nel Livello 2 piuttosto che nel Livello 3 è determinata in base all’osser-vabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value.Gli input di Livello 2 comprendono:• prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;• prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;• dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di

interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);

• input corroborati dal mercato.Non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.Qualora il fair value di uno strumento finanziario non sia determinato attraverso il prezzo rilevato in un mercato attivo (“Livello 1”), il complessivo fair value può presentare, al suo interno, livelli differenti in considerazione dell’impatto generato dagli input osservabili o non osservabili utilizzati nelle valutazioni (per impatto si intende il contributo, in termini di significatività, che ciascun input utilizzato per la valutazione ha rispetto al complessivo fair value dello strumento). Tuttavia il livello attribuito deve essere unico e per questo riferito al totale del fair value dello strumento nel suo complesso; il livello unico attribuito riflette così il livello più basso di input con un effetto significativo nella determinazione del fair value complessivo dello strumento.Affinché dati non osservabili di mercato abbiano un effetto significativo nella determinazio-ne complessiva del fair value dello strumento, il loro complessivo impatto è valutato tale

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da renderne incerta (ovvero non riscontrabile attraverso dati di mercato) la complessiva valutazione; nei casi in cui il peso dei dati non osservabili sia prevalente rispetto alla com-plessiva valutazione, il livello attribuito è “3”.Tra le principali regole applicate per la determinazione dei livelli di fair value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui fair value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.Sono considerati di “Livello 2”:• i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale e le passività

finanziarie emessi da emittenti di valenza nazionale e internazionale, non quotati su di un mercato attivo e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• fondi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato con frequenza settimanale e/o mensile, in quanto considerato la stima più attendibile del fair value dello strumento trattandosi del “valore di uscita” (exit value) in caso di dismissione dell’investimento.

Infine, sono classificati di “Livello 3”:• i titoli di capitale e le passività finanziarie emesse per le quali non esistono, alla data di

valutazione, prezzi quotati sui mercati attivi e che sono valutati in via prevalente secon-do una tecnica basata su dati non osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali, la cui valutazione avviene sulla base di modelli di pricing del tutto analoghi a quelli utilizzati per le valutazioni di Livello 2 e dai quali si differenziano per il grado di osservabilità dei dati di input utilizzati nelle tecniche di pricing (si fa riferimento principalmente a correlazioni e volatilità implicite);

• gli strumenti finanziari derivati stipulati con la clientela per cui la quota di aggiustamento del fair value che tiene conto del rischio di inadempimento è significativa rispetto al valore complessivo dello strumento finanziario;

• fondi chiusi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato i con frequenza supe-riore al mese;

• i titoli di capitale classificati nel portafoglio AFS valutati al costo.Il principio contabile IFRS 13 richiede inoltre, per le attività finanziarie classificate al Livello 3, di fornire un’informativa in merito alla sensitività dei risultati economici a seguito del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate nella determinazione del fair value.

attività deteriorate

Si riportano di seguito le definizioni delle attività finanziarie deteriorate secondo le vigenti

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Nota integrativa

disposizioni di Vigilanza che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio: • sofferenze: il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, ti-

toli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca.

• Inadempienze probabili (unlikely–to-pay): il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse dalle sofferenze, per le quali si ritiene improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alla propria obbligazione.

La classificazione di una esposizione creditizia tra le inadempienze probabili non si fonda, pertanto, sulla individuazione di una temporanea situazione di difficoltà, bensì sulla valutazione probabilistica dell’incapacità prospettica di adempiere al debito tra-mite flussi di cassa generati dalla attività caratteristica del cliente. Laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore, il giudi-zio di probabilità può essere prodotto senza attendere il mancato rimborso di parte del credito. Di contro, la sola presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati non comporta di per sé la classificazione dell’esposizione in questa categoria, ma semmai la necessità di valutare la probabilità di inadempimento.

• Esposizioni scadute deteriorate: il complesso delle esposizioni per cassa e fuori bilan-cio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza o tra le inadempienze probabili, che alla data di riferimento del bilancio sono caratterizzate dall’essere scadute o sconfinanti da più di 90 giorni.

Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio paese.Per le attività deteriorate, il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammor-tamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si

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procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza. Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scaden-za, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente ri-levate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili. Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le com-ponenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca do-vrebbe sostenere indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di can-celleria, di comunicazione.

Principi contabili internazionali in vigore dal 1° gennaio 2015

Nella tabella che segue sono riportati i principi contabili internazionali o le modifiche di principi già adottati nel 2014, con i relativi regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea la cui applicazione era prevista dal 1° gennaio 2015.

Regolamento di omologazione Titolo

1361/2014 Modifiche all'IFRS 3 “Aggregazioni aziendali”, all'IFRS 13 “Valutazione del fair value” e allo IAS 40 “Investimenti immobiliari”.

634/2014 Adozione dell'interpretazione IFRIC 21 Tributi. L’Interpretazione tratta la contabilizzazione di una passività relativa al pagamento di un tributo nel caso in cui tale passività rientri nell’ambito di applicazione dello IAS 37 nonché la contabilizzazione di una passività relativa al pagamento di un tributo la cui tempistica e il cui importo sono incerti.

Si precisa che l’introduzione dei predetti principi contabili non ha comportato effetti signifi-cativi con riferimento al presente bilancio.Nel corso del 2015 la Commissione Europea ha emanato ulteriori Regolamenti atti a mo-dificare i principi contabili vigenti; le modifiche introdotte devono essere applicate, al più tardi, a partire dalla data di inizio del primo esercizio finanziario che cominci il 1° gennaio 2016. Tali regolamenti non hanno comportato, pertanto, effetti con riferimento al presente bilancio.

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Nota integrativa

a.3 – inForMaTiVa SUi TraSFeriMenTi Tra PorTaFoGLi Di aTTiViTà Finanziarie

Nel corso dell’esercizio non sono stati effettuati trasferimenti tra portafogli di attività fi-nanziarie.

a.4 – inForMaTiVa SUL FAIR VALUE

informativa di natura qualitativa

a.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Per le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente in bilancio, in assenza di quotazioni su mercati attivi, la Banca utilizza metodi di valutazione in linea con le metodo-logie accettate e utilizzate dal mercato. I modelli di valutazione includono tecniche basate sull’attualizzazione dei flussi di cassa futuri e sulla stima della volatilità. Si evidenzia che le uniche poste valutate al fair value in bilancio sono su base ricorrente e sono rappresentate da attività e passività finanziarie.Per maggiori dettagli sulle metodologie adottate si rimanda al paragrafo “Criteri di determi-nazione del fair value degli strumenti finanziari” della sezione “17. Altre informazioni” sopra riportata.

a.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

La valutazione, anche ai fini contabili, di tutte le attività e passività finanziarie sono effet-tuate dalle funzioni interne specifiche della Banca. La Banca si è dotata di procedure e di manuali che descrivono le tecniche di valutazione e gli input utilizzati. Al 31 dicembre 2014 la Banca non detiene strumenti finanziari classificati nel livello 3 valutati mediante tecniche basate su input significativi non osservabili sul mercato. La “sensitivity analisysis”, richiesta dallo IFRS 13, non è applicabile in quanto per i titoli di capitale, non essendo disponibili input (osservabili e non) non è stato possibile stimare ragionevolmente il fair value, anche in base a quanto previsto dallo IAS 39 AG81, pertanto lo stesso è stato assunto pari al costo di acquisto.

a.4.3 Gerarchia del fair value

Nel corso dell’esercizio non si sono registrati mutamenti nei criteri di determinazione, sulla base dell’utilizzo di input c.d. osservabili o non osservabili, dei livelli gerarchici del fair value rispetto a quanto operato per il Bilancio 31 dicembre 2014. Pertanto si rinvia alla parte A del bilancio.

a.4.4 altre informazioni

La Banca non gestisce gruppi di attività/passività finanziarie sulla base della propria espo-sizione netta ai rischi di mercato o al rischio di credito.

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a.4.5 – Gerarchia del fair value

informativa di natura quantitativa

a.4.5.1 attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

Attività/Passività misurate al fair value31.12.2015 31.12.2014

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 501 13 13

2. Attività finanziarie valutate al fair value

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.093 35 45.710 35

4. Derivati di copertura

5. Attività materiali

6. Attività immateriali

Totale 61.594 13 35 45.710 13 35

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione

2. Passività finanziarie valutate al fair value

3. Derivati di copertura

Totale

Legenda:L1 = Livello 1L2 = Livello 2L3 = Livello 3

Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono compresi titoli di capitale “valutati al costo”, classificati convenzionalmente nel livello 3, riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile. Tali attività non hanno subito alcuna variazione nel corso dell’esercizio.

a.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Nel corso dell’esercizio non sono state rilevate variazioni nelle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3).

a.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Alla data non vi sono passività finanziarie valutate al fair value (livello 3).

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135

Nota integrativa

a.4.5.4 attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente:

ripartizione per livelli di fair value.

Attività e passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base

non ricorrente

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

VB L 1 L 2 L 3 VB L 1 L 2 L 3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

2. Crediti verso banche 5.937 5.937 3.988 3.988

3. Crediti verso clientela 31.522 34.210 30.887 33.200

4. Attività materiali detenute a scopo di investimento

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Totale 37.459 40.147 34.876 37.189

1. Debiti verso banche 23.023 23.023 9.120 9.120

2. Debiti verso clientela 62.257 62.257 54.612 54.612

3. Titoli in circolazione 8.724 8.724 12.553 12.553

4. Passività associate ad attività in via di dismissione

Totale 94.004 94.004 76.286 76.286

Legenda:VB=Valore di bilancioL1=Livello 1L2=Livello 2L3=Livello 3

a.5 – inForMaTiVa SUL c.D. “DaY one ProFiT/LoSS”

Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha posto in essere operazioni da cui è derivata la contabilizzazione del c.d. “day one profit/loss”.Conseguentemente, non viene fornita l’informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28.

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ParTe B - inForMazioni SULLo STaTo PaTriMoniaLe

aTTiVo

Sezione 1 - cassa e disponibilità liquide - Voce 10

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d’Italia.

1.1 cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

a) Cassa 845 912b) Depositi liberi presso Banche CentraliTotale 845 912

Sezione 2 - attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20

Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, deri-vati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine.

2.1 attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci/ValoriTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3 A Attività per cassa 1. Titoli di debito 501 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 501 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 501 B Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 13 13 1.1 di negoziazione 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 13 13 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B 13 13Totale (A+B) 501 13 13

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137

Nota integrativa

2.2 attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

A Attività per cassa

1. Titoli di debito 501

a) Governi e Banche Centrali 501

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale

a) Banche

b) Altri emittenti:

- imprese di assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie

- altri

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale A 501

B Strumenti derivati

a) Banche

b) Clientela 13 13

Totale B 13 13

Totale (A+B) 514 13

Sezione 3 - attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30

La Banca non ha esercitato la facoltà prevista dai principi contabili IAS/IFRS di designare al fair value attività finanziarie (fair value option).

Sezione 4 - attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40

Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio “disponibile per la vendita”.

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4.1 attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/ValoriTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3 1. Titoli di debito 61.023 45.710 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 61.023 45.710 2. Titoli di capitale 70 35 35 2.1 Valutati al fair value 70 2.2 Valutati al costo 35 35 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale 61.093 35 45.710 35

I titoli di capitale “valutati al costo” classificati convenzionalmente nel livello 3, si riferiscono a interessenze azionarie in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quale il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verifica-bile e che, pertanto, sono iscritti in bilancio al valore di costo, eventualmente rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per riduzioni di valore.

4.2 attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

1. Titoli di debito 61.023 45.710

a) Governi e Banche Centrali 61.023 45.710

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale 105 35

a) Banche 31

b) Altri emittenti 74 35

- imprese di assicurazione assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie 73 34

- altri 1 1

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 61.128 45.745

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139

Nota integrativa

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei de-bitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.Tra i titoli di debito sono compresi esclusivamente titoli emessi dallo Stato italiano.

4.3 attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio la Banca non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica.

Sezione 5 - attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie classificate nella categoria in esame.

Sezione 6 - crediti verso banche - Voce 60

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio “crediti” (inclusi i crediti verso Banca d’Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria).

6.1 crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

VBFV

VBFV

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

A. Crediti verso Banche Centrali 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 3. Pronti contro termine 4. Altri B. Crediti verso banche 5.937 3.988 1. Finanziamenti 5.937 3.988 1.1 Conti correnti e depositi liberi 5.311 3.423 1.2 Depositi vincolati 619 566 1.3 Altri finanziamenti: 7 - Pronti contro termine attivi - Leasing finanziario - Altri 7 2 Titoli di debito 2.1 Titoli strutturati 2.2 Altri titoli di debito

Totale 5.937 5.937 3.988 3.988

Legenda FV= Fair value VB= valore di bilancio

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I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili; non sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione.I depositi vincolati di cui al punto B. comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 619 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca Spa.

6.2 crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 Leasing finanziario

Alla data di bilancio non vi sono crediti verso banche derivanti da operazioni di locazione finanziaria.

Sezione 7 - crediti verso clientela - Voce 70

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.

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141

Nota integrativa

7.1 crediti verso clientela: composizione merceologica

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Tota

le26

.285

5.23

734

.210

25.2

645.

623

33.2

00

I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive.

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142

Sottovoce 7 “altri finanziamenti”

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Finanziamenti per anticipi SBF 944 1.156Rischio di portafoglio 384 435Altre sovvenzioni non regolate in conto corrente - sovvenzioni diverse 2.342 2.410Depositi presso Uffici Postali Depositi cauzionali fruttiferi Crediti verso la Cassa Depositi e Prestiti Contributi da riscuotere da enti locali per operazioni a tasso agevolato Margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di contratti derivati Crediti con fondi di terzi in amministrazione Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo 4 11 Altri 14 34Totale 3.688 4.046

Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione.I saldi dei “conti correnti debitori” con la clientela includono le relative operazioni “viaggian-ti” e “sospese” a loro attribuibili alla fine del periodo in quanto liquide.

7.2 crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Tipologia operazioni/ValoriTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Non deteriorati

Deteriorati Non deteriorati

DeterioratiAcquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di debito: a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri2. Finanziamenti verso: 26.285 5.237 25.264 5.623 a) Governi 59 52 b) Altri Enti pubblici 4 3 c) Altri soggetti 26.222 5.237 25.209 5.623 - imprese non finanziarie 15.745 4.215 16.247 4.669 - imprese finanziarie - assicurazioni - altri 10.477 1.022 8.962 954

Totale 26.285 5.237 25.264 5.623

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei de-

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143

Nota integrativa

bitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

7.3 crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene crediti verso clientela oggetto di copertura specifica.

7.4 Leasing finanziario

Alla data di bilancio non vi sono crediti derivanti da operazioni di locazione finanziaria.

Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

Sezione 9 - adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90

Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività oggetto di copertura generica.

Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società control-late, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole, di cui al principio IAS27 e IAS28.

Sezione 11 - attività materiali - Voce 110

Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre atti-vità materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16).

11.1 attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Attività/Valori Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

1. Attività di proprietà 118 141a) terreni b) fabbricati c) mobili 12 15d) impianti elettronici 21 91e) altre 84 352. Attività acquisite in leasing finanziarioa) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale 118 141

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144

Tutte le attività materiali della Banca sono valutate al costo, come indicato nella Parte A della nota integrativa.

11.2 attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento.

11.3 attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

Non sono presenti attività materiali funzionali rivalutate; si omette pertanto la compilazione della relativa tabella.

11.4 attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al fair value.

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145

Nota integrativa

11.5 attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 160 467 406 1.033

A.1 Riduzioni di valore totali nette 144 432 316 892A.2 Esistenze iniziali nette 16 35 90 141B. Aumenti: 33 2 46 81B.1 Acquisti 1 2 26 29B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Riprese di valore 26 20 46 B.4 Variazioni positive di fair value imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento

B.7 Altre variazioni 6 6 C. Diminuzioni: 37 16 52 105C.1 Vendite 6 6

C.2 Ammortamenti 5 16 32 53C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento

b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni 26 20 46 D. Rimanenze finali nette 12 21 84 118

D.1 Riduzioni di valore totali nette 123 448 328 899D.2 Rimanenze finali lorde 135 469 412 1.016E. Valutazione al costo

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Percentuali di ammortamento utilizzate

Classe di attività % ammortamento

Arredi 15%Mobili 12%Macchine ordinarie d'ufficio 12%Impianti di ripresa fotografica /allarme 30%Impianti di condizionamento e altri impianti 15%Impianti speciali di comunicazione 25%Macchine elettroniche ed elettromeccaniche 20%Telefoni cellulari 20%Automezzi 25%Impianti blindati 15%

11.6 attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

La Banca non detiene attività materiali a scopo di investimento.

11.7 impegni per acquisto di attività materiali (iaS 16/74.c)

La Banca non ha contratto impegni di acquisto su attività materiali.

Sezione 12 - attività immateriali - Voce 120

Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.

12.1 attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/ValoriTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Durata definita

Durata indefinita

Durata definita

Durata indefinita

A.1 Avviamento A.2 Altre attività immateriali 12 13 A.2.1 Attività valutate al costo: 12 13 a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività 12 13 A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale 12 13

Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo.La altre attività immateriali di cui alla voce A.2, a durata limitata, sono costituite prevalen-temente da software aziendale in licenza d’uso e sono state ammortizzate, con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile, stimata in cinque anni.Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.

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147

Nota integrativa

12.2 attività immateriali: variazioni annue

Avviamento

Altre attività immateriali:

generate internamente

Altre attività immateriali:

altre Totale

DEF INDEF DEF INDEF

A. Esistenze iniziali 48 48

A.1 Riduzioni di valore totali nette 35 35

A.2 Esistenze iniziali nette 13 13

B. Aumenti 2 2

B.1 Acquisti 2 2

B.2 Incrementi di attività immateriali interne

B.3 Riprese di valore

B.4 Variazioni positive di fair value:

- a patrimonio netto

- a conto economico

B.5 Differenze di cambio positive

B.6 Altre variazioni

C. Diminuzioni 3 3

C.1 Vendite

C.2 Rettifiche di valore 3 3

- Ammortamenti 3 3

- Svalutazioni:

+ patrimonio netto

+ conto economico

C.3 Variazioni negative di fair value:

- a patrimonio netto

- a conto economico

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione

C.5 Differenze di cambio negative

C.6 Altre variazioni

D. Rimanenze finali nette 12 12

D.1 Rettifiche di valore totali nette 38 38

E. Rimanenze finali lorde 50 50

F. Valutazione al costo

Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita

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Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo.La sottovoce F. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca.

12.3 altre informazioni

In base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha:• costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti;• assunto impegni alla data del bilancio per l’acquisto di attività immateriali;• acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa;• acquisito attività immateriali tramite concessione governativa;• attività immateriali rivalutate iscritte a fair value.

Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo

Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (cor-renti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell’attivo e 80 del passivo.Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “attività per impo-ste anticipate” riguardano:

13.1 attività per imposte anticipate: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale

1) Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del conto economico: 770 89 859

a) DTA di cui alla Legge 214/2011 733 85 818

Svalutazione crediti verso clientela 733 85 818

b) Altre 37 5 42

Fondi per rischi e oneri 31 4 35

Costi di natura prevalentemente amministrativa 2 1 3

Altre voci 4 4

2) Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del patrimonio netto: 10 2 12

a) Riserve da valutazione: 10 2 12

Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 10 2 12

b) Altre

Totale sottovoce 130 b) attività fiscali anticipate 780 91 871

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Nota integrativa

Altre attività per imposte anticipateNella precedente tabella sono dettagliate anche le altre attività per imposte anticipate di-verse da quelle di cui alla L.214/2011. Tali “attività” vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero sulla base della capacità di generare con conti-nuità redditi imponibili positivi. La valutazione della probabilità di recupero delle altre attività per imposte anticipate tradizionali è stata condotta sulla base delle informazioni disponibili rappresentate dalla stima dei redditi imponibili attesi. Per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES e IRAP sono state applicate rispettivamente le aliquote del 27,50% e del 5,57%.Le attività per imposte anticipate si ritengono interamente recuperabili, tenuto conto delle previsioni di conseguimento di redditi imponibili tassabili nei successivi periodi.Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “passività per imposte differite” riguardano:

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale

1) Passività per imposte differite in contropartita del conto economico

2) Passività per imposte differite in contropartita del patrimonio netto 123 85 818

Riserve da valutazione:

- variazioni positive di FV su attività finanziarie disponibili per la vendita 123 25 148

Totale sottovoce 80 b) passività fiscali differite 123 25 148

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13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Importo iniziale 794 6052. Aumenti 77 3122.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 77 312 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 77 3122.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 11 1233.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 11 123 a) rigiri 11 77 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre 463.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 b) altre4. Importo finale 860 794

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

1. Importo iniziale 771 5932. Aumenti 47 2983. Diminuzioni 1203.1 Rigiri 743.2 Trasformazione in crediti d'imposta a) derivante da perdite d'esercizio b) derivante da perdite fiscali3.3 Altre diminuzioni 464. Importo finale 818 771

Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante dalla eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all’art. 106 comma 3 TUIR.

13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Alla data di bilancio la Banca non detiene imposte differite in contropartita a conto econo-mico.

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151

Nota integrativa

13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Importo iniziale 13 5

2. Aumenti 15 13

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 15 13

a) relative a precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre 15 13

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 16 5

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 16 5

a) rigiri 16 5

b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità

c) dovute al mutamento di criteri contabili

d) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 12 13

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Importo iniziale 149 1562. Aumenti 74 1142.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 74 114 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 74 1142.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 75 1223.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 75 122 a) rigiri 75 122 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni4. Importo finale 148 149

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Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto. 13.7 altre informazioni

Composizione della fiscalità corrente

IRES IRAP Altre TOTALEPassività fiscali correnti (-) 127 63 190Acconti versati (+) 221 109 330Altri crediti di imposta (+) 2 2Crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (+)Ritenute d'acconto subite (+) 3 3Saldo a debito della voce 80 a) del passivo 127 63 190Saldo a credito 99 46 145Crediti di imposta non compensabili: quota capitaleCrediti di imposta non compensabili: quota interessiSaldo dei crediti di imposta non compensabiliSaldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 226 109 335

In merito alla posizione fiscale della Banca, per gli esercizi non ancora prescritti, non è stato ad oggi notificato alcun avviso di accertamento.

Sezione 14 - attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell’attivo e voce 90 del passivo

Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate e, pertanto, si omette la relativa tabella.

Sezione 15 - altre attività - Voce 150

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.

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153

Nota integrativa

15.1 altre attività: composizione

Voci Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 27 40Altre attività 1.434 1.273Crediti verso Erario per acconti su imposte indirette e altre partite fiscali 527 517Partite in corso di lavorazione 187 471Partite Viaggianti 31 33Fatture da emettere e da incassare 12 7Altre partite attive 677 245Totale 1.461 1.314

Fra le altre attività figura lo sbilancio tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” del portafo-glio salvo buon fine e al dopo incasso, il cui dettaglio è indicato nell’apposita Tabella delle “Altre informazioni” della parte B della presente nota integrativa.

PaSSiVo

Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10

Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento con-nessi con la presentazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Debiti verso banche centrali

2. Debiti verso banche 23.023 9.120 2.1 Conti correnti e depositi liberi 23.023 9.120 2.2 Depositi vincolati

2.3 Finanziamenti

2.3.1 Pronti contro termine passivi

2.3.2 Altri

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

2.5 Altri debiti

Totale 23.023 9.120Fair value – livello 1Fair value – livello 2Fair value – livello 3 23.023 9.120Totale fair value 23.023 9.120

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154

In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio.

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso banche.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti strutturati verso banche.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono debiti verso banche oggetto di copertura specifica.

1.5 Debiti per leasing finanziario

La Banca non ha in essere operazioni di leasing finanziario.

Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20

Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento con-nessi con la prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Conti correnti e depositi liberi 61.840 54.3472. Depositi vincolati 86 913. Finanziamenti 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali5. Altri debiti 331 174Totale 62.257 54.612Fair value – livello 1Fair value – livello 2Fair value – livello 3 62.257 54.612Fair value 62.257 54.612

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Nota integrativa

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati verso clientela.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere debiti verso clientela oggetto di copertura specifica.

2.5 Debiti per leasing finanziario

La Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela. Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30

Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. Nella voce sono rappresentati altresì i titoli oggetto di copertura specifica in applicazione della disciplina dell’hedge accounting.

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Valore bilancio

Fair value Valore bilancio

Fair value

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

A. Titoli 1. Obbligazioni 1.1 strutturate 1.2 altre 2. Altri titoli 8.724 8.724 12.553 12.553 2.1 strutturati

2.2 altri 8.724 8.724 12.553 12.553Totale 8.724 8.724 12.553 12.553

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Poli-tiche contabili.La sottovoce A.2.2 “Titoli - altri titoli - altri” comprende certificati di deposito per 8.724 mila euro. Tali strumenti finanziari sono classificati a livello 3.

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3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha emesso titoli subordinati.

3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere titoli in circolazione oggetto di copertura specifica.

Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene passività finanziarie di negozia-zione.

Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono passività finanziarie valutate al fair value.

Sezione 6 - Derivati di copertura - Voce 60

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

Sezione 7 - adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70

Alla data di riferimento del bilancio la Banca non ha posto in essere passività finanziarie oggetto di copertura generica.

Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80

Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell’Attivo.

Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono passività associate ad attività in via di dismissione.

Sezione 10 - altre passività - Voce 100

Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.

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157

Nota integrativa

10.1 altre passività: composizione

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Altre passività 2.044 1.768Debiti verso enti previdenziali e fondi pensione esterni 48 41Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari 113 131Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci 73 130Debiti verso l'Erario e altri enti impositori per imposte indirette dell'azienda

267 218

Debiti verso l'Erario per l'attività di riscossione imposte e/o come sostituto d'imposta

167 161

Debiti verso il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo

64 51

Partite in corso di lavorazione 1.140 921Dividendi da corrispondere a soci 25 51Altre partite passive 147 64Totale 2.044 1.768

Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110

Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto lavoro.

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Voci Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

A. Esistenze iniziali 40 64

B. Aumenti 2 4

B.1 Accantonamento dell'esercizio 2 4

B.2 Altre variazioni

C. Diminuzioni 1 28

C.1 Liquidazioni effettuate 1 28

C.2 Altre variazioni

D. Rimanenze finali 41 40

Considerata la scarsa significatività e rilevanza dell’informazione che verrebbe fornita a seguito dell’applicazione dello IAS 19, la Banca ha ritenuto opportuno, anche sulla base di quanto stabilito dallo IAS8 par. 8, che la quantificazione del TFR avvenga ancora seguendo le indicazioni fornite dall’all’art. 2120 del codice civile.

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Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120

Nelle presenti voci figurano le passività relative alle obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37.

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1 Fondi di quiescenza aziendali

2. Altri fondi per rischi ed oneri 103 75

2.1 controversie legali

2.2 oneri per il personale

2.3 altri 103 75

Totale 103 75

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Voci Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali 75 75

B. Aumenti 48 48

B.1 Accantonamento dell'esercizio 48 48

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.4 Altre variazioni

C. Diminuzioni 20 20

C.1 Utilizzo nell'esercizio 20 20

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

C.3 Altre variazioni

D. Rimanenze finali 103 103

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

La Banca non ha iscritto nel Bilancio fondi della specie.

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Nota integrativa

12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

La voce “Altri fondi per rischi e oneri” è costituita, in primo luogo, dal Fondo Beneficienza e mutualità per 56 mila euro. Si tratta del fondo beneficienza e mutualità che trae origine dallo Statuto Sociale (art. 51). Lo stanziamento avviene annualmente determinato, in sede di destinazione degli utili, dall’Assemblea dei soci. Il relativo utilizzo viene deciso dal Con-siglio di Amministrazione.Rileva, in secondo luogo, il Fondo costituito nel 2015 mediante un accantonamento di 20 mila euro in relazione alla stima degli oneri previsti a seguito della introduzione in Italia dello schema di garanzie dei depositi (c.d. DGS) di cui alla Direttiva 2014/49/UE. La voce accoglie, infine, un accantonamento di 28 mila euro effettuato nel 2015 in relazio-ne ad altre passività potenziali per le quali, pur in assenza di un contenzioso, si è ritenuto probabile un esborso finanziario nei prossimi mesi. Le valutazioni condotte hanno portato a ritenere che la definizione delle passività indicate possa realizzarsi nell’arco dei prossimi dodici/diciotto mesi; conseguentemente non si è proceduto all’attualizzazione dell’onere connesso a dette passività in quanto ritenuto non significativo.

Sezione 13 - azioni rimborsabili - voce 140

La banca non ha emesso azioni rimborsabili.

Sezione 14 - Patrimonio dell’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca.

14.1 “capitale” e “azioni proprie”: composizione

La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sotto-scritto pari a 3.323 mila euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate. Non vi sono azioni proprie riacquistate.

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14.2 capitale - numero azioni: variazioni annue

Voci/Tipologie Ordinarie Altre

A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 64.021

- interamente liberate 64.021

- non interamente liberate

A.1 Azioni proprie (-)

A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 64.021

B. Aumenti 3.560

B.1 Nuove emissioni 3.560

- a pagamento: 3.560

- operazioni di aggregazioni di imprese

- conversione di obbligazioni

- esercizio di warrant

- altre 3.560

- a titolo gratuito:

- a favore dei dipendenti

- a favore degli amministratori

- altre

B.2 Vendita di azioni proprie

B.3 Altre variazioni

C. Diminuzioni 1.111

C.1 Annullamento

C.2 Acquisto di azioni proprie

C.3 Operazioni di cessione di imprese

C.4 Altre variazioni 1.111

D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 66.470

D.1 Azioni proprie (+)

D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 66.470

- interamente liberate 66.470

- non interamente liberate

Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell’esercizio.Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 50,00 euro.

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Nota integrativa

14.3 capitale: altre informazioni

Valori

Numero soci al 31.12.2014 1.091

Numero soci: ingressi 87

Numero soci: uscite 31

Numero soci al 31.12.2015 1.147

14.4 riserve di utili: altre informazioni

La normativa di settore di cui all’art. 37 del D. Lgs. 385/93 e l’art.49 dello Statuto preve-dono la costituzione obbligatoria della riserva legale; essa risulta destinataria di almeno il 70% degli utili netti annuali.La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell’utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel Patrimo-nio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto. Alla riserva legale è stata inoltre accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e dallo Statuto, deliberate dall’Assemblea.Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della Banca, si rinvia alle informazioni con-tenute della Parte F “Informazioni sul Patrimonio”, sezione 1 “Il patrimonio dell’impresa” tabella B.1 “Patrimonio dell’impresa: composizione”.

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.In ottemperanza all’articolo 2427, n. 7-bis, Cod. Civ., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l’utile di esercizio, con l’evidenzia-zione dell’origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste.

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art. 2427 - n. 7 bis cod. civ.

Voce del patrimonio Importo Possibilità di utilizzazione

Utilizzi effettuati nei tre precedenti esercizi

Importo per copertura perdite

Importo per altre ragioni

Capitale sociale: 3.323

per copertura perdite e per rimborso del valore nominale delle azioni

Riserve di capitale:

Riserva da sovrapprezzo azioni 107per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo versato

Altre riserve:

Riserva legale 1.683 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Altre riserve 242 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita

267 per quanto previsto dallo IAS 39

Totale 5.622

La “Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita” può essere movi-mentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valu-tazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata né per aumenti di capitale sociale, né per distribuzione ai soci, né per coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l’applicazione di imposte correnti o differite.

14.6 altre informazioni

Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

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Nota integrativa

altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni

Operazioni Importo 31.12.2015

Importo 31.12.2014

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 683 793 a) Banche 541 533 b) Clientela 142 260 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 657 913 a) Banche

b) Clientela 657 913 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi

a) Banche

i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto b) Clientela i) a utilizzo certo

ii) a utilizzo incerto 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 6) Altri impegni Totale 1.340 1.706

Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il rego-lare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.Il punto 1.a) “Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche” comprende gli impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo per 541 mila euro.Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garan-zie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.

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2. attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Portafogli Importo 31.12.2015

Importo 31.12.2014

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 26.150 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali

In particolare, nelle voce 3. è stato evidenziato il valore dei titoli costituiti a fronte delle ope-razioni di rifinanziamento trimestrale con Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca.

4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia servizi Importo

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela

a) Acquisti

b) Vendite

2. Gestioni di portafogli

a) individuali

b) collettive

3. Custodia e amministrazione di titoli

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio

2. altri titoli c) titoli di terzi depositati presso terzi 4.585 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 61.5944. Altre operazioni 2.200

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Nota integrativa

Gli importi del punto 3. si riferiscono al valore nominale dei titoli. Le altre operazioni di cui al punto 4. comprendono:

Importo

1. Attività di ricezione e trasmissione di ordini: 2. Attività di collocamento e offerta di servizi di terzi: 2.200 a) gestioni patrimoniali b) prodotti assicurativi a contenuto finanziario 1.014 c) prodotti assicurativi a contenuto previdenziale d) altre quote di Oicr 1.186 3. Altre operazioni Totale 2.200

Gli importi di cui al punto 2, si riferiscono invece alle consistenze di fine esercizio dei pro-dotti collocati. Le gestioni patrimoniali e gli OICR sono esposti al valore corrente; i prodotti assicurativi sono invece esposti al valore di sottoscrizione.

9. incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

a) Rettifiche "dare": 2.457 2.998 1. conti correnti 2. portafoglio centrale 2.389 2.905 3. cassa 68 93 4. altri contib) Rettifiche "avere" 2.378 2.753 1. conti correnti 2. cedenti effetti e documenti 2.378 2.753 3. altri conti

La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione contabile delle partite relative all’accredito e all’addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla chiusura del bilancio.La differenza tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere”, pari a 79 mila euro, trova evidenza tra le “Altre attività” - voce 150 dell’Attivo.

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ParTe c - inForMazioni SUL conTo econoMico

Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20

Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimila-ti relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la nego-ziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio.

1.1 interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre

operazioniTotale

31.12.2015Totale

31.12.2014

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

12 12 1

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita

460 460 649

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

4. Crediti verso banche 16 16 285. Crediti verso clientela 1.735 1.735 1.8656. Attività finanziarie valutate al fair value7. Derivati di copertura8. Altre attivitàTotale 472 1.751 2.223 2.543

Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”:• conti correnti e depositi per 16 mila euroDettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”:• conti correnti per 490 mila euro• mutui per 1.116 mila euro• anticipi Sbf per 63 mila euro• portafoglio di proprietà per 24 mila euro• altri finanziamenti per 42 mila euroNella colonna “finanziamenti” in corrispondenza della sottovoce 5 “crediti verso la clientela” sono stati ricondotti anche gli interessi attivi e proventi assimilati maturati e contabilizzati nell’esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 42 mila euro.

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Nota integrativa

1.2 interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

1.3 interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

La Banca non ha percepito interessi passivi in valuta, né ha posto in essere operazioni di leasing finanziario.

1.4 interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1.Debiti verso banche centrali2.Debiti verso banche (12) (12) (1)3.Debiti verso clientela (443) (443) (455)4.Titoli in circolazione (178) (178) (271)5.Passività finanziarie di negoziazione6.Passività finanziarie valutate al fair value7.Altre passività e fondi8.Derivati di coperturaTotale (455) (178) (633) (727)

1.5 interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

1.6 interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

La Banca non ha corrisposto interessi passivi in valuta, né ha posto in essere operazioni di leasing finanziario.

Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50

Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc).Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di inte-resse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie.

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2.1 commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

a) garanzie rilasciate 13 17 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 71 14 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 5 3. gestioni di portafogli 4. custodia e amministrazione di titoli 2 2 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 55 2 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 1 2 8. attività di consulenza 9. distribuzione di servizi di terzi 13 4 9.1. gestioni di portafogli 9.2. prodotti assicurativi 13 4 9.3. altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento 362 376 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) tenuta e gestione dei conti correnti 372 386 j) altri servizi 55 40Totale 873 833

2.2 commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

a) presso propri sportelli: 20 5 1. gestioni di portafogli

2. collocamento di titoli 7 3 3. servizi e prodotti di terzi 13 4b) offerta fuori sede:c) altri canali distributivi 47

1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 47

3. servizi e prodotti di terzi

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Nota integrativa

2.3 commissioni passive: composizione

Servizi/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

a) garanzie ricevuteb) derivati su creditic) servizi di gestione e intermediazione: (5) (3) 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 4. custodia e amministrazione di titoli (5) (3) 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizid) servizi di incasso e pagamento (131) (131)e) altri servizi (1)Totale (137) (134)

Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70

Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismis-sione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”.

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

DividendiProventi da quote

di O.I.C.R.Dividendi

Proventi da quote

di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2 2C. Attività finanziarie valutate al fair valueD. Partecipazioni Totale 2 2

Sezione 4 - il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80

Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle suc-cessive lettere a) e b)):a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie de-tenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.

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Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico.b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi.

4.1 risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Operazioni / Componenti reddituali (A) (B) (C) (D) Risultato netto [(A+B) - (C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 25 (8) (4) 13 1.1 Titoli di debito 25 (8) (4) 13 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre2. Passività finanziarie di negoziazione 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio 24. Strumenti derivati 22 (22) - 4.1 Derivati finanziari: 22 (22) - - Su titoli di debito e tassi di interesse 22 (22) - - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro - Altri 4.2 Derivati su creditiTotale 22 25 (30) (4) 15

Legenda:A = PlusvalenzeB = Utili da negoziazioneC = MinusvalenzeD = Perdite da negoziazione

Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari.Nel “risultato netto” delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute.

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Nota integrativa

La Banca non detiene attività e passività finanziarie in valuta designate al fair value, ovvero oggetto di copertura del fair value (rischio di cambio o fair value) o dei flussi finanziari (ri-schio di cambio).

Sezione 5 - il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene derivati con finalità di copertura. Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione / riacquisto - Voce 100

Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value.

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci/Componenti redditualiTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato

netto

Attività finanziarie1.Crediti verso banche2.Crediti verso clientela3.Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.260 (30) 1.230 971 971 3.1 Titoli di debito 1.258 (30) 1.228 971 971 3.2 Titoli di capitale 2 2 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenzaTotale attività 1.260 (30) 1.230 971 971Passività finanziarie1.Debiti verso banche2.Debiti verso clientela3.Titoli in circolazioneTotale passività

Con riferimento alla sottovoce 3. “Attività finanziarie disponibili per la vendita” l’utile è rap-presentato dalla differenza fra prezzi di cessione e valore di libro delle attività cedute per 1.260 mila euro.

Sezione 7 - il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono attività o passività finanziarie valutate al fair value.

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Sezione 8 - Le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130

Nella presente Sezione figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie.

8.1 rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Operazioni/ Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Specifiche

Di p

orta

fogl

io

Specifiche Di portafoglio

Can

cella

zion

i

Altre

A B A B

A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debitoB. Crediti verso clientela (6) (1.307) (118) 241 547 77 (566) (1.128) Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti - Titoli di debito Altri Crediti (6) (1.307) (118) 241 547 77 (566) (1.128) - Finanziamenti (6) (1.307) (118) 241 547 77 (566) (1.128) - Titoli di debitoC. Totale (6) (1.307) (118) 241 547 77 (566) (1.128)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna “Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi.Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio” corrispondono alla svalutazioni collettive.Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – A”, si riferiscono ai ri-pristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizza-to per calcolare le rettifiche di valore.

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173

Nota integrativa

8.2 rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composi-zione

Alla data di riferimento del bilancio la Banca non ha rilevato alcuna rettifica o ripresa di valore su attività finanziarie disponibili per la vendita.

8.3 rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: com-posizione

Alla data di riferimento del bilancio la Banca non ha classificato alcuno strumento finanzia-rio tra le attività finanziarie detenute sino a scadenza.

8.4 rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

Operazioni/ Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Specifiche

Di p

orta

fogl

io

Specifiche Di portafoglio

Can

cella

zion

i

Altre

A B A B

A. Garanzie rilasciate (25) (35) (60) (33)

B. Derivati su crediti

C. Impegni ad erogare fondi

D. Altre operazioni

C. Totale (25) (35) (60) (33)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

Sezione 9 - Le spese amministrative - Voce 150

Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese ammi-nistrative” registrate nell’esercizio.

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9.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1) Personale dipendente (1.179) (1.092) a) salari e stipendi (787) (716) b) oneri sociali (195) (197) c) indennità di fine rapporto d) spese previdenziali (45) (37) e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (4) (9) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (64) (40) - a contribuzione definita (64) (40) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti

patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (84) (93) 2) Altro personale in attività (8) (36) 3) Amministratori e sindaci (89) (106) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la societàTotale (1.276) (1.234)

Nella voce 2) “altro personale in attività” sono riferiti alle spese relative ai contratti di lavoro atipici per 7 mila euro.Nella voce 3) “Amministratori e sindaci” sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell’azienda e gli oneri sostenuti per la stipula di polizze assicurative per responsabilità civile, per 67 mila euro e del Collegio Sindacale per 22 mila euro.

9.2 numero medio dei dipendenti per categoria

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Personale dipendente 21 21 a) dirigenti 1 1 b) quadri direttivi 2 1 c) restante personale dipendente 18 19Altro personale 1 2

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175

Nota integrativa

Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull’anno. Al fine di comprendere la dinamica dei costi del personale a/a in rapporto alla variazione del numero medio dei dipendenti a/a, è oppor-tuno considerare che a luglio 2014 la Banca ha stabilizzato due dipendenti, trasformando il rapporto di stage in un contratto di apprendistato il cui costo ha evidentemente inciso maggiormente rispetto al rimborso spese che veniva corrisposto per le attività di stage. A ciò deve aggiungersi la variazione relativa della composizione del personale dipendente: a fronte della riduzione del personale impiegatizio di una unità (assunta, peraltro, part time), si rileva l’incremento di una unità dei quadri direttivi.

9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

In Banca non sono previsti fondi di quiescenza aziendale a benefici definiti.

9.4 altri benefici a favore dei dipendenti

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha iscritto fondi per benefici a favore dei dipendenti.

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9.5 altre spese amministrative: composizione

Tipologia Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

(1) Spese di amministrazione (884) (815)

Spese informatiche (324) (303)

- elaborazione e trasmissione dati (285) (263)

- manutenzione ed assistenza EAD (39) (40)

Spese per beni immobili e mobili (112) (105)

- fitti e canoni passivi (91) (88)

- spese di manutenzione (21) (17)

Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali (182) (203)

- pulizia (19) (19)

- vigilanza (7) (1)

- trasporto (23) (20)

- stampati, cancelleria, materiale EDP (30) (34)

- giornali, riviste e pubblicazioni (3) (3)

- telefoniche (7) (8)

- postali (28) (55)

- energia elettrica, acqua, gas (27) (28)

- informazioni e visure (senza accesso a banche dati)

(14) (23)

- altre (24) (13)

Prestazioni professionali (77) (60)

- legali e notarili (9) (7)

- consulenze (11) (17)

- certificazione e revisione di bilancio (31) (22)

- altre (26) (14)

Premi assicurativi (13) (15)

Spese pubblicitarie (39) (12)

Altre spese (137) (117)

- contributi associativi/altri (70) (54)

- rappresentanza (28) (12)

- altre (39) (51)

(2) Imposte indirette e tasse (195) (182)

Imposta di bollo (156) (162)

Imposta sostitutiva (21) (12)

Altre imposte (18) (8)

TOTALE (1.079) (996)

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177

Nota integrativa

Sezione 10 - accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160

Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Con

trove

rsie

lega

li

Revo

cato

rie

Altre

Tota

le a

l 31

.12.

2015

Tota

le a

l 31

.12.

2014

A. Aumenti 48 48A.1 Accantonamento dell'esercizio 48 48A.2 Variazioni dovute al passare del tempo A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto A.4 Altre variazioni in aumento B. Diminuzioni B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.2 Altre variazioni in diminuzione Accantonamento netto 48 48

Sezione 11 - rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle rela-tive ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

11.1 rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività materiali A.1 Di proprietà (53) (53) - Ad uso funzionale (53) (53) - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale (53) (53)

La colonna “Ammortamento” evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell’esercizio.

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Sezione 12 - rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

12.1 rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività immateriali A.1 Di proprietà (3) (3) - Generate internamente

dall'azienda - Altre (3) (3) A.2 Acquisite in leasing finanziarioTotale (3) (3)

Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno.

Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190

Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”.13.1 altri oneri di gestione: composizione

Voci Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (11) (6)Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (13) (17)Totale (24) (23)

13.2 altri proventi di gestione: composizione

Voci Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

Recupero imposte e tasse 175 169Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c 65 82Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 2 4Totale 242 255

I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all’imposta di bollo sui conti cor-renti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari per 142 mila euro ed all’imposta sosti-

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Nota integrativa

tutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine per 21 mila euro.Tra gli addebiti a carico di terzi sono ricomprese inoltre le commissioni di istruttoria veloce, pari a 16 mila euro (30 mila euro nel 2014), previste dall’art. 6 bis del D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. “Decreto Salva Italia”). Tali commissioni sulla scorta delle istruzioni impartite dall’Organo di Vigilanza sono state imputate alla presente voce.

Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società control-late, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole.

Sezione 15 - risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 220

Nel corso dell’esercizio non sono state effettuate valutazioni al fair value su attività materiali o immateriali.

Sezione 16 - rettifiche di valore dell’avviamento - Voce 230

La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento.

Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240

Nel 2015, la Banca ha ceduto un cespite realizzando un utile di 6 mila euro; nel 2014 una analoga operazione di cessione aveva determinato una perdita di 7 mila euro.

Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260

Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.

18.1 imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Imposte correnti (-) (190) (332)2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 463. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+)3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta L. n. 214/114. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 66 1895. Variazione delle imposte differite (+/-)6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3 bis+/-4+/-5) (124) (97)

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180

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004.

riepilogo delle imposte sul reddito di competenza dell’esercizio, per tipologia di imposta

Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

IRES (74) (30)IRAP (51) (67)Altre imposte

Totale (125) (97)

18.2 (ireS) riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)

713

Onere fiscale teorico (27,50%) (196)Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 704 (193) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 624 Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 80Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 956 263 Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti 439 - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 473 - Deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale 44Imponibile (Perdita) fiscale 461Imposta corrente lorda (127)DetrazioniImposta corrente netta a C.E. (127)Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 53Imposta di competenza dell'esercizio (74)

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Nota integrativa

18.2 (iraP) riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRAP Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)

713

Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) (33)Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: 1.784 (83) - Ricavi e proventi (-) (1.131) - Costi e oneri (+) 2.915Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 235 (11) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 235Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 1.596 74 Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 1.596Valore della produzione 1.135Imposta corrente (53)Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/- (10)Imposta corrente effettiva a C.E. (63)Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 12Imposta di competenza dell'esercizio (51)

Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280

Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività.

Sezione 20 - altre informazioni

Mutualità prevalenteSi attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell’art. 2512 del Codice Civile e dell’art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell’esercizio la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci.In particolare, per quanto richiesto dall’art. 35 citato, e così come risultante dalle segna-lazioni periodiche inviate all’Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell’anno. Tale percentuale è pari all’ 83,5% ed è calcolata come media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L’in-

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dice di ciascun trimestre è calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011, resa pubblica con l’emanazione della risoluzione n. 45/E del 7 maggio 2012.Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall’art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell’esercizio.

Sezione 21 - Utile per azione

La Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni.

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Nota integrativa

ParTe D - reDDiTiViTà coMPLeSSiVa

ProSPeTTo anaLiTico DeLLa reDDiTiViTà coMPLeSSiVa

Voci Importo Lordo

Imposte sul reddito

Importo Netto

10.Utile (Perdita) d'esercizio 589Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico20. Attività materiali30. Attività immateriali40 . Piani a benefici definiti50. Attività non correnti in via di dismissione60 . Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni

valutate a patrimonio nettoAltre componenti reddituali con rigiro a conto economico70. Copertura di investimenti esteri80. Differenze di cambio90. Copertura dei flussi finanziari100. Attività finanziare disponibili per la vendita: (8) - (8) a) variazioni di fair value 174 60 114 b) rigiro a conto economico (182) (60) (122) - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo (182) (60) (122) c) altre variazioni110. Attività non correnti in via di dismissione120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni

valutate a patrimonio netto130. Totale altre componenti reddituali (8) - (8)140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (8) - 581

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ParTe e – inForMaTiVa SUi riScHi e SULLe reLaTiVe PoLiTicHe Di coPerTUra

Premessa

La Banca dedica particolare attenzione al governo ed alla gestione dei rischi e nell’assicu-rare la costante evoluzione dei presidi di carattere organizzativo/procedurale e delle solu-zioni metodologiche e strumenti a supporto di un efficace ed efficiente governo e controllo degli stessi, anche in risposta alle modifiche del contesto operativo e regolamentare di riferimento. In linea con il quadro regolamentare vigente in tema di Corporate Governance il modello adottato dalla Banca delinea le principali responsabilità in capo agli organi di governo e controllo al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. In particolare:• il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei

rischi e, nell’ambito della relativa governance, della definizione, approvazione e revisio-ne degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adegua-mento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.

• La Direzione Generale è responsabile dell’attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti dal C.d.A., al quale riporta direttamente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.

• Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vi-gila sull’adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto fun-zionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura comples-siva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia.

La Direzione Generale, nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite: • analizza le tematiche afferenti a tutti i rischi aziendali al fine di definire e mantenere ag-

giornate le politiche, di gestione, controllo e mitigazione dei rischi;• concorre alla definizione dei processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi,

individuando compiti e responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al

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185

Nota integrativa

modello organizzativo prescelto, assicurando il rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere;

• verifica nel continuo la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi informando in proposito il C.d.A.;

• propone i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo inter-no, individuandone finalità, periodicità e funzioni responsabili;

• assicura che le unità organizzative competenti definiscano ed applichino metodologie e strumenti adeguati per l’analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati;

• coordina le attività delle unità organizzative coinvolte nella gestione, misurazione/valu-tazione e il controllo dei singoli rischi.

Nell’attuale configurazione organizzativa del governo dei rischi della Banca, un ruolo chia-ve è svolto dalla U.O. Risk Management cui è attribuita la responsabilità della Funzione di controllo dei rischi. La collocazione organizzativa della Funzione si conforma al principio di separatezza tra funzioni di controllo e strutture produttive prescritto dalle vigenti dispo-sizioni di vigilanza prudenziale. La Funzione di Risk Management è preposta infatti ai c.d. “controlli di secondo livello”, controlli di ordine successivo e di grado superiore alle verifiche inerenti il corretto svolgimento delle operazioni aziendali (c.d. controlli di linea o di primo li-vello), direttamente assegnate alle funzioni operative risk taking, ovvero alle Funzioni azien-dali responsabili dei processi produttivi. La Funzione Risk Management, pertanto, è distin-ta ed indipendente – da un punto di vista sia organizzativo, sia operativo - dalle funzioni e dalle varie unità produttive coinvolte nella realizzazione dei processi oggetto di presidio. Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza - la Funzione ha la possi-bilità di:• accedere senza restrizioni ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per lo svolgimen-

to dei compiti assegnati;• adire direttamente agli organi di governo e controllo aziendali.La Funzione inoltre ricorre per lo svolgimento dei compiti di pertinenza ai servizi offerti dalla Federazione locale.Le attività della U.O. Risk Management sono disciplinate dal Regolamento della Funzione di Risk Management. La regolamentazione interna vigente attribuisce alla Funzione di Risk Management compiti coerenti con le citate disposizioni vigenti. Spetta, in particolare, alla Funzione di Risk Management, quale funzione di controllo di secondo livello, il presidio sulla gestione dei rischi di credito, con particolare riferimento alle verifiche sul rispetto dei limiti e degli obiettivi di rischio del portafoglio crediti nella sua totalità o di suoi specifici segmenti di impiego (sotto-portafogli). Compete, invece, alla U.O. Controllo Crediti & Contenzioso il compito di monitorare le esposizioni creditizie – in parti-

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colare quelle deteriorate – valutandone la coerenza delle classificazioni e la congruità degli accantonamenti e dell’adeguatezza del processo di recupero.Per quanto riguarda la misurazione del rischio di credito e di controparte l’U.O. Risk Ma-nagement monitora:• la quota di patrimonio assorbito a livello complessivo e di singolo portafoglio; • la corretta applicazione dello SMESF;• il rapporto tra RWA ed esposizione totale.Più in generale, riguardo la complessiva gestione dei rischi cui è esposta, la Banca ha definito la mappa dei rischi rilevanti, che costituisce la cornice entro cui si sviluppano tutte le altre attività di misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine ha provveduto all’individuazione di tutti i rischi relativamente ai quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potrebbero pregiudicare la sua operatività, il perseguimento delle proprie strategie e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, sono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della suc-cessiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della relativa misurazione e gestione) e le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento di tali attività sono stati presi in considerazione tutti i rischi contenuti nell’elenco di cui all’Allegato A – Parte Prima – Titolo III – Capitolo 1 della Circolare Banca d’Italia, n. 285 del 17 dicembre 2013 - valutandone l’eventuale ampliamento al fine di meglio comprendere e riflettere il business e l’operatività aziendale - e i riferimenti contenuti nell’Allegato A – Titolo V – Capitolo 7 del 15° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia, n. 263 del 27 dicembre 2006 tenuto conto: • delle normative applicabili vigenti;• dell’operatività specifica in termini di prodotti e mercati di riferimento;• delle peculiarità dell’esercizio dell’attività bancaria nel Credito Cooperativo;• degli obiettivi definiti dal Consiglio di Amministrazione.Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca uti-lizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro e gli algoritmi semplificati indicati dalla Banca d’Italia per i rischi quantificabili rilevanti. Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, coerente-mente con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. Nel processo di determinazione del capitale interno complessivo la Banca tiene conto, inoltre, dei rischi connessi con l’operatività verso soggetti collegati (di natura legale, repu-tazionale o di conflitto d’interesse), considerando, nei casi di superamento dei limiti pru-denziali, le relative eccedenze a integrazione della misura del capitale interno complessivo. La determinazione del capitale interno complessivo – effettuato secondo l’approccio “bu-ilding block” - viene effettuata con riferimento tanto alla situazione attuale, quanto a quella prospettica.

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Nota integrativa

Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. Tenuto conto di quanto previsto dalla Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia per gli intermediari di Classe 3, la Banca effettua analisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di cre-dito, al rischio di concentrazione sul portafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indicazioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di misurazione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’esposizio-ne ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi interni posti in essere dalla Banca, viene valutata l’opportunità di adottare ap-propriate misure organizzative e/o di allocare specifici buffer di capitale interno.Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza essenzialmente annuale - in sede di definizione/approvazione della propensione al rischio ed in sede di predisposizione del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell’esercizio in corso, tenendo conto della prevedibile evoluzione dei rischi e dell’operatività, in stretto raccordo con i processi di pia-nificazione strategica ed operativa. Per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale, l’importo del fabbisogno di capitale ne-cessario alla copertura dei rischi (capitale interno complessivo) viene confrontato con le risorse patrimoniali disponibili (capitale complessivo), tanto in termini attuali quanto in chia-ve prospettica, tenendo conto anche degli obiettivi di rischio e (ove definite) delle soglie di tolleranza, sul profilo dell’adeguatezza patrimoniale. Tenuto anche conto delle proprie specificità normative ed operative, la Banca ha identificato il proprio capitale complessivo nel complessivo ammontare dei Fondi Propri, in quanto questi – oltre a rappresentare un archetipo dettato da prassi consolidate e condivise – agevola la dialettica con l’Organo di Vigilanza. In caso di scostamenti tra capitale interno complessivo e capitale complessivo, il C.d.A. della Banca provvede a deliberare le azioni correttive da intraprendere previa stima degli oneri connessi con il reperimento delle risorse patrimoniali aggiuntive.Come precedentemente indicato, al fine di conformarsi alle novità introdotte dalla norma-tiva, la Banca, in stretto raccordo con le attività finalizzate all’impostazione di riferimenti metodologici e organizzativi comuni, in corso a livello associativo, ha proseguito nel corso del 2015 le attività per raccordare, in una visione organica e in un’ottica di gestione integra-ta dei rischi, gli standard applicati nonché integrare il governo e la gestione dei rischi con i nuovi dettami normativi in argomento.Infatti, lo sviluppo di metodologie, prassi e soluzioni operative (in termini di obiettivi di rischio, definizione di soglie di tolleranza e limiti operativi, flussi informativi, ecc.) implica, nell’ottica dell’adozione di un quadro di riferimento per la determinazione della propen-sione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), la conduzione di attività più puntuali, formalizzate ed ispirate ad una logica di maggiore organicità nella visione e valutazione dei vari rischi aziendali.

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La Banca continua a compiere gli sforzi necessari allo sviluppo delle attività di adegua-mento delle metodologie e degli strumenti di controllo in essere nell’ottica di renderli ul-teriormente atti a una gestione e un monitoraggio integrato dei rischi e di assicurarne la coerenza con le proprie strategie e operatività.In conformità alla regolamentazione prudenziale in materia, il sistema di gestione del rischio di liquidità della Banca - meglio dettagliato nella specifica informativa a riguardo portata nella Sezione 3. Rischio di Liquidità, informativa qualitativa - persegue gli obiettivi di:(i) disporre di liquidità in qualsiasi momento, mantenendo quindi la capacità di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi; (ii) finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.Tale sistema è caratterizzato dai seguenti principi fondamentali:• gestione del rischio di liquidità sul breve termine (liquidità operativa) il cui obiettivo pri-

mario è quello di assicurare alla Banca la capacità di far fronte agli impegni di paga-mento quotidiani, ordinari e straordinari, e di operare con una prudenziale posizione finanziaria netta a breve (fino a 12 mesi);

• gestione del rischio di liquidità a medio/lungo termine (liquidità strutturale), laddove l’obiettivo primario è quello di mantenere un adeguato rapporto tra passività a medio/lungo termine e attività a medio/lungo termine, finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di finanziamento, attuali e prospettiche, a breve termine;

• piano di emergenza per fronteggiare situazioni di crisi di liquidità.A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il C.d.A. della Banca defi-nisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, obiettivi di rischio, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché gli strumenti per la gestione del rischio liquidità, in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità.

Sezione 1 – riScHio Di creDiTo

inForMazioni Di naTUra QUaLiTaTiVa

1. aspetti generali

Le strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue speci-ficità - “mutualità” e “localismo” - definite per legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di credito che trova espressione:• nella prudente selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata

analisi della capacità delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, fina-lizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;

• nella diversificazione del rischio di credito, individuando nei crediti di importo limitato il

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Nota integrativa

naturale bacino operativo della Banca, nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi o su singoli rami di attività economica;

• nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informati-ca, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata pro-pensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutti gli operatori (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rap-presentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Banca.L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono concentrati verso lo Stato italiano.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 aspetti organizzativi

Il rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi com-plessivi cui è esposta la Banca, considerato che gli impieghi creditizi costituiscono circa il 30,7% dell’attivo patrimoniale.Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle vigenti disposizioni di vigilanza, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed effica-ce processo di gestione e controllo del rischio di credito. In questo ambito, la Banca ha intrapreso specifiche iniziative di carattere organizzativo ed operativo con riguardo al processo di gestione e controllo del rischio di credito.L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato dal Regolamento interno, dalle “Politiche gestionali in materia di finanza, liquidità e credito” e da uno specifico rego-lamento di processo; documenti che in particolare:• individuano le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito;• definiscono i criteri per la valutazione del merito creditizio;• definiscono le metodologie per il rinnovo degli affidamenti;• definiscono le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di

credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.Il documento “Politiche gestionali in materia di finanza, liquidità e credito” reca, in particola-re, la “Policy per la gestione del rischio di credito” a sua volta articolata nel modo seguente:• “Policy di gestione del portafoglio credito”;

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• “Policy di gestione del credito problematico”;• “Policy di concessione delle misure di tolleranza”.In tale ambito, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca si è dotata di apposite Procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata anche di strumenti ricognitivi e di una procedura informatica volti a sup-portare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione delle procedure delibe-rative disciplinate. La Banca ha altresì definito livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative. La Banca ha inoltre adottato riferimenti per il corretto censimento dei soggetti collegati ex-ante – vale a dire prima ed indipendentemente dal fatto di aver instaurato relazioni creditizie o di altra natura con detti soggetti – oltre che ex-post – vale a dire al momento dell’instaurazione di rapporti.Attualmente la banca è strutturata in tre filiali, ognuna diretta e controllata da un respon-sabile.L’Unità Organizzativi Crediti è l’organismo centrale delegato al governo delle fasi di con-cessione e revisione; le funzioni di monitoraggio del credito sono condivise dalla Direzione Generale, dai Responsabili di Filiale e dalla U.O. Controllo Crediti & Contenzioso. La ge-stione del contenzioso compete alla Direzione Generale che la svolge con il supporto della U.O. Controllo Crediti & Contenzioso.La ripartizione dei compiti e responsabilità tra tali funzioni è volta a realizzare la segregazio-ne di attività in conflitto di interesse. La Funzione Risk Management è previsto svolga controlli finalizzati ad accertare, su base periodica, che il monitoraggio sulle esposizioni creditizie, la classificazione delle esposizio-ni, gli accantonamenti e il processo di recupero, si svolgano nel rispetto delle procedure interne e che le stesse procedure risultino efficaci ed affidabili, con riferimento alla capacità di segnalare tempestivamente l’insorgere di anomalie nonché di assicurare l’adeguatezza delle rettifiche di valore e dei relativi passaggi a perdita.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di

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Nota integrativa

valutazione del merito creditizio della controparte, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalla procedura che consente la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (at-traverso la rilevazione e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate). In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e og-gettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’appro-fondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti.La definizione da parte del Consiglio di Amministrazione dei criteri di classificazione, valu-tazione e gestione delle posizioni deteriorate e delle metodologie per il controllo andamen-tale del rischio di credito ha come obiettivo anche l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte della Funzione di Monitoraggio del credito in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali e Direzione).La procedura informatica adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale. Il costante moni-toraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempe-stivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.In base alla “Policy di gestione del portafoglio credito” le posizione caratterizzate da un particolare livello di anomalia, identificate come “posizioni anomale”, sono sottoposte a una periodica attività di osservazione da parte della U.O. preposta alle attività di moni-toraggio del credito. Tale attività di osservazione è funzionale a prevenire, se possibile, il deterioramento di tali esposizioni creditizie ovvero, a garantire la corretta e tempestiva classificazione tra le attività deteriorate ove ne ricorrano i presupposti.Le posizioni affidate, come già accennato, vengono controllate anche utilizzando le infor-mazioni fornite dalle Centrali dei Rischi e da CRIF mediante lo strumento noto come Full Monitor di Operational Risk Advisor.Le posizioni fiduciarie sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per ogni singola controparte/gruppo di clienti connessi da parte delle strutture competenti per limite di fido. L’intero processo di gestione del rischio di credito e di controparte (misurazione del rischio, istruttoria, erogazione, controllo andamentale e monitoraggio delle esposizioni, revisione delle linee di credito, classificazione delle posizioni di rischio, interventi in caso di anomalia,

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criteri di classificazione, valutazione e gestione delle esposizioni deteriorate), è formalizzato nella regolamentazione interna e periodicamente sottoposto a verifica da parte della Fun-zione di Internal Audit.La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggior-namento costante.Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la metodologia standardizzata e, in tale ambito, ha deciso di utilizzare le va-lutazioni del merito creditizio rilasciate dalla ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia, per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali” e, indirettamente, “Intermediari vi-gilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”.Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. n. 285/2013) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.La Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione citati attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici. Anche se il programma delle prove di stress assume un ruolo fondamentale nella fase di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale della Banca, tuttavia la finalità delle stesse non si esaurisce con la stima di un eventuale supplemento di capitale interno per le diverse tipologie di rischio interessate. La Banca può infatti individuare e adottare azioni di mitigazione ordinarie e straordinarie ulteriori in risposta a crescenti livelli di rischiosità sperimentati.Con riferimento al rischio di credito, la Banca effettua lo stress test annualmente determi-nando il capitale interno necessario a fronte di un nuovo livello di rischiosità del portafo-glio bancario calcolato in funzione della peggiore congiuntura sperimentata dalla Banca (espressa in termini di incidenza dell’ammontare delle esposizioni deteriorate sul totale degli impieghi verso clientela) nel corso degli ultimi due cicli economici. Nell’ambito di tale prova di stress viene altresì determinato l’impatto sul capitale complessivo derivante dalla riduzione dell’utile per effetto dell’incremento delle rettifiche di valore.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal C.d.A., le tecniche di mitigazione del rischio di credito utilizzate dalla Banca si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale e personale, per l’operatività di impiego alla clientela ordinaria.Relativamente all’operatività di impiego alla clientela ordinaria le citate forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affidamento domandata dalla stessa.A dicembre 2015, la quasi totalità delle esposizioni verso la clientela risultano assistite da

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Nota integrativa

forme di protezione del credito, di tipo reale o personale, come meglio specificato nella relativa tabella A.3.2. della sezione recante le informazioni di natura quantitativa relative al rischio di credito.Nel corso del 2015 sono state condotte specifiche attività finalizzate alla verifica dei requi-siti di ammissibilità stabiliti dalla normativa prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia adottate. Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del por-tafoglio é orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finan-ziamenti a clientela retail (a medio e lungo termine).

Garanzie reali

Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a pro-tezione del credito costituiti dalle seguenti categorie:• Garanzie ipotecarie• Garanzie finanziarie

o pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani;o pegno di denaro depositato presso la Banca;o pegno su titoli emessi dalla Banca;o pegno su altri strumenti finanziari quotati;o pegno su polizze assicurative.

Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Banca sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto.Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini pru-denziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.In particolare:• sono predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di

strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestio-ne del profilo di rischio complessivo;

• sono adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito;

• sono sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata;• le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono chiara-

mente documentate e divulgate.

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È inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garan-zie reali sono differenziate per tipologia di garanzia. Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali as-sicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo:• alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del

debitore;• alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile; • alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia.

In particolare, la Banca si è dotata in tale ambito di tecniche e procedure che assicu-rino l’efficacia ed il buon esito del vincolo posto ex art. 2742 c.c. sulle somme dovute dall’assicuratore, anche attivando, se del caso, le iniziative, previste dalla medesima norma volte a consentire il pieno soddisfacimento delle proprie ragioni creditorie;

• alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di ve-rificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;

• al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan to value): 80% per gli immobili residenziali e 50% per quelli commerciali;

• alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata:• almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; • annualmente per gli immobili di natura non residenziale.Per le esposizioni rilevanti la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni. Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’ac-quisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).La Banca ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento:• assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il

merito creditizio del debitore;

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Nota integrativa

• specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi;

• durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto.La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraver-so il monitoraggio del rating dell’emittente/emissione e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.

Garanzie personali

Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debi-tore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (ar-tigiani, commercianti, etc.) la Banca acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova nor-mativa prudenziale. Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istrutto-ria si estende anche a questi ultimi.

2.4 attività finanziarie deteriorate

La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classi-ficazione e il controllo dei crediti. Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdi-ta di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari.Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate nel presente bi-lancio in differenti categorie di rischio: sofferenze, inadempienze probabili, crediti scaduti deteriorati.

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La disciplina delle attività deteriorate è stata interessata, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, da importanti novità recepite a livello italiano con il 7° aggiornamento (20 gennaio 2015) della circolare n. 272/2008 della Banca d’Italia, relativo alla “Matrice dei conti” e consistenti in: 1. una nuova classificazione del credito deteriorato, che ha sostituito quella precedente-

mente utilizzata; 2. l’introduzione della categoria delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance). Queste novità sono state introdotte a fronte della approvazione (9 gennaio 2015) da parte della Commissione europea degli Implementing Technical Standards (ITS) dell’EBA sulle segnalazioni statistiche di vigilanza armonizzate (Regolamento di esecuzione UE 2015/227 della Commissione del 9 gennaio 2015, che modifica il Regolamento di esecuzione UE n. 680/2014). In particolare, con il 7° aggiornamento della circolare 272/2008, la Banca d’Italia ha modificto le definizioni di attività finanziarie deteriorate allo scopo di allinearle alle nuove nozioni di Non-Performing Exposures e Forbearance introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate, al fine di avere un’unica definizione di esposizioni deteriorate per le segnalazioni sia consolidate sia individuali. In ragioni di tali importanti novità i processi operativi relativi alla gestione del credito pro-blematico sono stati complessivamente rivisti mediante la definizione di una nuova “Policy di gestione del credito problematico” e l’introduzione della “Policy di concessione delle misure di tolleranza”.

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197

Nota integrativa

inForMazioni Di naTUra QUanTiTaTiVa

a. QUaLiTà DeL creDiTo

a.1 esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale.

a.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità

Soffe

renz

e

Inad

empi

enze

pr

obab

ili

Espo

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oni

scad

ute

dete

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te

Espo

sizi

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scad

ute

non

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riora

te

Altre

esp

osiz

ione

no

n de

terio

rate

Tota

le

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.023 61.0232. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza3. Crediti verso banche 5.937 5.9374. Crediti verso clientela 1.992 3.204 41 838 25.447 31.5225. Attività finanziarie valutate al fair value7. Attività finanziarie in corso di dismissioneTotale al 31.12.2015 1.992 3.204 41 838 92.407 98.482Totale al 31.12.2014 1.772 3.798 54 697 74.279 80.599

a.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) differenti dalle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e dai “Derivati di copertura”

Portafogli/qualità

Attività deteriorate Attività non deteriorate

Tota

le

(Esp

osiz

ione

net

ta)

Espo

sizi

one

lord

a

Retti

fiche

sp

ecifi

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Espo

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Espo

sizi

one

lord

a

Retti

fiche

di

porta

fogl

io

Espo

sizi

one

netta

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.023 61.023 61.0232. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza3. Crediti verso banche 5.937 5.937 5.9374. Crediti verso clientela 8.936 3.699 5.237 26.530 245 26.285 31.5226. Attività finanziarie valutate al fair value7. Attività finanziarie in corso di dismissioneTotale al 31.12.2015 8.936 3.699 5.237 93.490 245 93.245 98.482Totale al 31.12.2014 8.874 3.251 5.623 75.166 204 74.976 80.599

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198

a.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) riferiti alle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e ai “Derivati di copertura”

Portafogli/qualità

Attività di evidente scarsa qualità creditizia Altre attività

Minusvalenze cumulate

Esposizione netta

Esposizione netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5142. Derivati di copertura Totale al 31.12.2015 514Totale al 31.12.2014 13

a.1.3 esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Retti

fiche

di v

alor

e sp

ecifi

che

Retti

fiche

di v

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e di

por

tafo

glio

Espo

sizi

one

netta

Attività deteriorate

Attiv

ità n

on

dete

riora

te

Fino

a 3

mes

i

Da

oltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

Da

oltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

Oltr

e 1

anno

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze- di cui: esposizioni oggetto di concessionib) Inadempienze probabili- di cui: esposizioni oggetto di concessionic) Esposizioni scadute deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di concessionid) Esposizioni scadute non deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di concessioni e) Altre esposizioni non deteriorate 5.937 5.937- di cui: esposizioni oggetto di concessioni TOTALE A 5.937 5.937B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate b) Non deteriorate 541 541TOTALE B 541 541TOTALE A + B 6.478 6.478

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199

Nota integrativa

a.1.6 esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Retti

fiche

di v

alor

e sp

ecifi

che

Retti

fiche

di v

alor

e di

por

tafo

glio

Espo

sizi

one

netta

Attività deteriorate

Attiv

ità n

on

dete

riora

te

Fino

a 3

mes

i

Da

oltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

Da

oltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

Oltr

e 1

anno

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 4.680 2.688 1.992 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

b) Inadempienze probabili 1.595 385 930 1.285 991 3.204 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni650 58 19 173 232 668

c) Esposizioni scadute deteriorate 8 34 18 1 20 41 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

d) Esposizioni scadute non deteriorate 849 11 838 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni9 8

e) Altre esposizioni non deteriorate 87.205 234 86.971 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni129 1 129

TOTALE A 1.604 419 948 5.966 88.053 3.699 245 93.046B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 10 10b) Non deteriorate 985 985TOTALE B 10 985 995TOTALE A + B 1.614 419 948 5.966 89.038 3.699 245 94.041

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200

a.1.7 esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili

Esposizioni scadute

A. Esposizione lorda iniziale 4.085 4.721 68- di cui: esposizioni cedute non cancellateB. Variazioni in aumento 675 710 217B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 675 196B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 333 35B.3 altre variazioni in aumento 343 21C. Variazioni in diminuzione 80 1.236 224C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 187 112C.2 cancellazioni 26C.3 incassi 55 202 64C.4 realizzi per cessioniC.5 perdite da cessioneC.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 320 48C.7 altre variazioni in diminuzione 527D. Esposizione lorda finale 4.680 4.195 61- di cui: esposizioni cedute non cancellate

a.1.8 esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili

Esposizioni scadute

A. Rettifiche complessive iniziali 2.313 923 14- di cui: esposizioni cedute non cancellateB. Variazioni in aumento 1.243 948 59B.1 rettifiche di valore 611 639 18B.2 perdite da cessioneB.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 118 11B.4 altre variazioni in aumento 514 298 41C. Variazioni in diminuzione 868 880 53C.1 riprese di valore da valutazione 686 705 18C.2 riprese di valore da incasso 8 13 18C.3.utili da cessioneC.4 cancellazioni 26C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 112 17C.6 altre variazioni in diminuzione 148 50D. Rettifiche complessive finali 2.688 991 20- di cui: esposizioni cedute non cancellate

a.2 classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca detiene esposizioni senza rating.

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201

Nota integrativa

a.3 DiSTriBUzione DeLLe eSPoSizioni GaranTiTe Per TiPoLoGia Di Garanzia

a.3.2 esposizioni creditizie verso clientela garantite

Valore esposizione netta

Gar

anzi

e re

ali (

1)G

aran

zie

pers

onal

i (2)

Totale (1)+(2)

Immobili - Ipoteche

Immobili - Leasing Finanziario

Titoli

Altre garanzie reali

Der

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redi

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firm

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CLN

Altri

der

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Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

1. E

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tite:

28.7

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talm

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gar

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.078

18.9

3429

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778

27.9

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-

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eter

iora

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926

3.76

623

521.

022

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3

1

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706

126

165

2713

345

1

-

di c

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eter

iora

te87

8585

2. E

spos

izion

i cre

ditiz

ie "fu

ori b

ilanc

io" g

aran

tite:

971

316

212

418

946

2

.1 to

talm

ente

gar

antit

e94

431

621

141

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-

di c

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eter

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te10

1010

2

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arzia

lmen

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271

23

-

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ui d

eter

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202

B. DiSTriBUzione e concenTrazione DeLLe eSPoSizioni creDiTizie

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/ContropartiGoverni Altri enti pubblici

A B C A B C

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.2 Inadempienze probabili

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.4 Esposizioni non deteriorate 61.583 4

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

Totale A 61.583 4

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze

B.2 Inadempienze probabili

B.3 Altre attività deteriorate

B.4 Esposizioni non deteriorate

Totale B

Totale (A+B) al 31.12.2015 61.583 4

Totale (A+B) al 31.12.2014 45.762 3

Legenda:

A: Esposizione nettaB: Rettifiche di valore specifiche C: Rettifiche di valore di portafoglio

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203

Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

A B C A B C A B C A B C

1.458 2.412 534 277

2.743 855 461 136

666 230 2 3

14 7 26 13

15.745 197 10.477 47

14 123 1

19.960 3.274 197 11.499 425 47

10

902 83

912 83

20.872 3.274 197 11.582 425 47

22.053 2.852 172 9.966 399 32

Nota integrativa

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204

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geograficheItalia Altri Paesi

europei America Asia Resto del mondo

A B A B A B A B A B

A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 1.992 2.688A.2 Inadempienze probabili 3.204 991A.3 Esposizioni scadute deteriorate 41 20A.4 Esposizioni non deteriorate 87.809 245Totale A 93.046 3.944B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili 10 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 985 Totale B 995 Totale (A+B) al 31.12.2015 94.041 3.944Totale (A+B) al 31.12.2014 77.783 3.455

Legenda:

A: Esposizione netta B: Rettifiche di valore specifiche

B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geograficheItalia Altri Paesi

europei America Asia Resto del mondo

A B A B A B A B A B

A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate 5.937Totale A 5.937B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 541Totale B 541Totale (A+B) al 31.12.2015 6.478Totale (A+B) al 31.12.2014 4.458

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205

Nota integrativa

B.4 Grandi esposizioni

Totale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

a) Ammontare - Valore di Bilancio 68.746 51.572b) Ammontare - Valore Ponderato 6.363 4.466c) Numero 5 6

Nella presente tabella sono riportati l’importo e il numero delle “posizioni di rischio” che costituiscono un “grande rischio” secondo la vigente disciplina di vigilanza. Delle posizioni di rischio, n. 2 sono relative a rapporti con le seguenti banche:• Iccrea Banca SpA per 3.011 mila euro (importo nominale e ponderato);• Cassa Centrale Banca per 1.546 mila euro (importo nominale e ponderato);• BCC di San Marzano di San Giuseppe per 999 mila euro (importo nominale e ponde-

rato).Si annoverano inoltre:• n. 1 posizione relativa a Titoli di Stato italiani per 61.524 mila euro (importo ponderato

pari a zero);• n. 1 posizione relativa alle altre esposizioni (imposte anticipate e altre partite verso lo

Stato italiano) per 1.666 mila euro (importo ponderato pari a 807 mila euro).

Sezione 2 – riScHi Di MercaTo

2.1 rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

informazioni di natura qualitativa

a. aspetti generali

La Banca svolge, attualmente, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari quotati esposti al rischio di tasso di interesse. La Banca non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalle di-sposizioni di vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Banca stessa.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

La Banca monitora il rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di Vigilanza in conformità alla normativa prudenziale disciplinata nel Regolamento (UE) n. 575/2013.

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206

rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato tramite analisi delle espo-sizioni.Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione).Come riportato con riferimento al rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio nel suo comples-so. I modelli a supporto delle analisi di rischio sono gestiti da Cassa Centrale che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.I risultati di tali analisi sono riportati al Consiglio di Amministrazione.Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del con-trollo interni.

informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari (242 eUro)

Al 31 dicembre 2015 il bilancio della Banca presenta, quale unica posizione riconducibile al portafoglio di negoziazione di vigilanza, un’attività per cassa (voce 1.1 Titoli di debito – Altri) per un valore di 500 mila euro. Tale posizione è stata chiusa nel mese di gennaio 2016.

2.2 riScHio Di TaSSo Di inTereSSe e riScHio Di Prezzo - PorTaFoGLio Bancario

informazioni di natura qualitativa

a. aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario

Principali fonti del rischio di tasso di interesseLe fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili prin-cipalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso

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207

Nota integrativa

fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile.Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asim-metrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”.Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tassoLa Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo.Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell’ambito delle normative aziendali volte a disegnare processi di monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta l’atti-vazione di opportune azioni correttive.A tale proposito sono state definite:• politiche e procedure di gestione del rischio di tasso d’interesse coerenti con l’attività

svolta;• metriche di misurazione coerenti con la metodologia di misurazione del rischio adottata

dalla Banca, sulla base delle quali è stato definito un sistema di early-warning che con-sente la tempestiva individuazione e attivazione delle idonee misure correttive;

• limiti operativi e disposizioni procedurali interne volti al mantenimento dell’esposizione entro livelli coerenti con la politica gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale.

Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nell’U.O. Risk Management la struttura deputata a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario av-viene su base mensile.Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del cor-rispondente capitale interno, il C.d.A. della Banca ha deciso di utilizzare l’algoritmo sem-plificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1, Sezione III della Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia.Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafo-glio bancario a fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base.L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici:• Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività

non rientranti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza.

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208

• Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro.

• Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce tem-porali. Le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse.

• Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponde-razione per fascia sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce).

• Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli aggregati approssima la variazione di valore attuale delle poste deno-minate nella valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato.

• Aggregazione nelle diverse valute delle esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ot-tenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato.

Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-va-lutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) statuiscono che nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico superiore al 20% dei Fondi Propri la Banca d’Italia approfondisce con la Banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi.Accanto all’attività di monitoraggio del rischio tasso mediante la metodologia sopra espo-sta, la Banca effettua l’attività di gestione operativa avvalendosi del supporto offerto dal-le reportistiche ALM mensili disponibili nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. Nell’ambito dell’analisi di ALM Statico la valutazione dell’impatto sul patrimonio conse-guente a diverse ipotesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l’impatto sul valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento parallelo della curva dei rendimenti di +/- 25 e +/- 50 punti base. Tale impatto è ulteriormente scomposto per singole forme tecniche di attivo e passivo al fine di evidenziarne il contributo alla sensitività complessiva e di cogliere la diversa reattività delle poste a tasso fisso, variabile e misto.Particolare attenzione viene rivolta all’analisi degli effetti prospettici derivanti dalla distri-buzione temporale delle poste a tasso fisso congiuntamente alla ripartizione delle masse indicizzate soggette a tasso minimo o a tasso massimo per i diversi intervalli del parametro di riferimento.

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209

Nota integrativa

Un’attività di controllo e gestione più sofisticata dell’esposizione complessiva al rischio tasso della Banca avviene mediante le misurazioni offerte nell’ambito dei Reports di ALM Dinamico. In particolare si procede ad analizzare la variabilità, del margine di interesse, del patrimonio netto e della forbice creditizia in diversi scenari di cambiamento dei tassi di inte-resse e di evoluzione della Banca su un orizzonte temporale di 12 mesi. La simulazione im-piega un’ipotesi di costanza delle masse della Banca all’interno dell’orizzonte di analisi dei 12 mesi, in contesti di spostamento graduale del livello di tassi pari a +/-100 punti base, andando a isolare la variabilità di margine e patrimonio nei diversi contesti. La possibilità di mettere a fuoco il contributo al risultato complessivo fornito dalle poste a tasso fisso, indi-cizzato ed amministrato dalla Banca consente di apprezzare il grado di rigidità del margine in contesto di movimento dei tassi di mercato e di ipotizzare per tempo possibili correttivi.Il modello di misurazione del rischio di tasso interesse fornito dal Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca non è utilizzato per la determinazione dei requisiti pa-trimoniali, ma rappresenta uno strumento interno a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

rischio di prezzo – Portafoglio Bancario

Il portafoglio bancario accoglie particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. In particolare, nel portafoglio bancario sono presenti per lo più partecipazioni che costituiscono cointe-ressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca.Il rischio di prezzo bancario è gestito dalla Direzione Generale sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di partecipazioni strumentali all’attività bancaria, di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione). Ad oggi non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.

B. attività di copertura del fair value

La Banca non pone in essere operazioni di copertura né contabili né gestionali da varia-zioni del fair value.

c. attività di copertura dei flussi finanziari

La Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’e-sposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile.

D. attività di copertura di investimenti esteri

La Banca non ha effettuato investimenti esteri.

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210

informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 eUro)

Tipologia/Durata residua

a vi

sta

fino

a 3

mes

i

da o

ltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

da o

ltre

6 m

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fino

a 1

anno

da o

ltre

1 an

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fino

a 5

anni

da o

ltre

5 an

ni

fino

a 10

ann

i

oltre

10

anni

dura

ta

inde

term

inat

a

1. Attività per cassa 10.843 18.533 36.085 2.199 22.733 7.130 916 1.1 Titoli di debito 6.088 35.380 14.646 4.683 226 - con opzione di rimborso anticipato - altri 6.088 35.380 14.646 4.683 226 1.2 Finanziamenti a banche 5.318 619 1.3 Finanziamenti a clientela 5.525 11.827 705 2.199 8.087 2.447 691 - c/c 4.300 8 79 782 37 - altri finanziamenti 1.225 11.819 705 2.120 7.305 2.410 691 - con opzione di rimborso anticipato 25 958 363 879 4.459 2.381 691 - altri 1.201 10.861 342 1.241 2.846 29 2. Passività per cassa 63.407 24.608 1.108 1.291 3.538 2.1 Debiti verso clientela 62.257 - c/c 51.273 - altri debiti 10.984 - con opzione di rimborso anticipato - altri 10.984 2.2 Debiti verso banche 23.002 - c/c 23.002 - altri debiti 2.3 Titoli di debito 1.150 1.606 1.108 1.291 3.538 - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.150 1.606 1.108 1.291 3.538 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari (135) 9 18 94 13 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante (135) 9 18 94 13 - Opzioni (135) 9 18 94 13 + posizioni lunghe 9 9 18 94 13 + posizioni corte 144 - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

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Nota integrativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DoLLaro USa)

Tipologia/Durata residua

a vi

sta

fino

a 3

mes

i

da o

ltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

da o

ltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

da o

ltre

1 an

no

fino

a 5

anni

da o

ltre

5 an

ni

fino

a 10

ann

i

oltre

10

anni

dura

ta

inde

term

inat

a

1. Attività per cassa1.1 Titoli di debito- con opzione di rimborso anticipato- altri1.2 Finanziamenti a banche1.3 Finanziamenti a clientela2. Passività per cassa 212.1 Debiti verso clientela2.2 Debiti verso banche 212.3 Titoli di debito2.4 Altre passività 3. Derivati finanziari3.1 Con titolo sottostante3.2 Senza titolo sottostante4. Altre operazioni fuori bilancio

2.3 - rischio di cambio

informazioni di natura qualitativa

a. aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell’esercizio dell’attività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% del patrimonio di vigilan-za (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio. La Banca non presenta posizioni in divisa né ne ha assunto nel corso dell’esercizio.

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212

informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

VociValute

Dollari USA Sterline Yen Dollari

canadesiFranchi svizzeri

Altre valute

A. Attività finanziarieB. Altre attivitàC. Passività finanziarie finanziarie 21C.1 Debiti verso banche 21C.2 Debiti verso clientelaC.3 Titoli di debitoC.4 Altre D. Altre passivitàE. Derivati finanziariTotale attivitàTotale passivitàSbilancio (+/-) (21)

2.4 GLi STrUMenTi DeriVaTi

a.2.2 altri derivati

Attività sottostanti/Tipologie derivatiTotale al 31.12.2015 Totale al 31.12.2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 359 400 a) Opzioni 359 400 b) Swap

c) Forward

d) Futures e) Altri2. Titoli di capitale e indici azionari3. Valute e oro4. Merci5. Altri sottostantiTotale 359 400Valori medi

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213

Nota integrativa

a.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologie derivati

Fair Value positivo

Totale al 31.12.2015 Totale al 31.12.2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

B. Portafoglio bancario - di copertura

C. Portafoglio bancario - altri derivati 13 13 a) Opzioni 13 13 b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) AltriTotale 13 13

a.7 Derivati finanziari oTc - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Gov

erni

e b

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che

cent

rali

Altri

ent

i pub

blic

i

Banc

he

Soci

età

finan

ziar

ie

Soci

età

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zion

e

Impr

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finan

ziar

ie

Altri

sog

getti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale 264 95 - fair value positivo 10 3 - fair value negativo - esposizione futura 4 12) Titoli di capitale e indici azionari3) Valute e oro4) Altri valori

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214

a.9 Vita residua dei derivati finanziari oTc: valori nozionali

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno

Oltre 1 anno e fino a 5 anni

Oltre 5 anni Totale

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse

A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

A.4 Derivati finanziari su altri valori

B. Portafoglio bancario 38 321 359

B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 38 321 359

B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

B.4 Derivati finanziari su altri valori

Totale al 31.12.2015 38 321 359

Totale al 31.12.2014 53 347 400

Sezione 3 – riScHio Di LiQUiDiTà

informazioni di natura qualitativa

Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (Funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (Asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni.Il Funding liquidity risk, a sua volta, può essere distinto tra: (i) Mismatching liquidity risk, consistente nel rischio connesso al differente profilo temporale delle entrate e delle uscite di cassa determinato dal disallineamento delle scadenze delle attività e delle passività fi-nanziarie di (e fuori) bilancio e (ii) Contingency liquidity risk, ossia il rischio che eventi inattesi possano richiedere un ammontare di disponibilità liquide maggiore di quello stimato come necessario.Il rischio di liquidità può essere generato da diversi fattori interni e esterni alla Banca. I pro-cessi in cui il rischio di liquidità della Banca si origina sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alla regolamentazione prudenziale in materia, persegue gli obiettivi di:• disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far

fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;

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215

Nota integrativa

• finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il C.d.A. della Banca defi-nisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, obiettivi di rischio, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità. La liquidità della Banca è gestita dalla Direzione Generale in conformità agli indirizzi strate-gici stabiliti dal C.d.A.; a tal fine essa si avvale delle previsioni di impegno rilevati tramite la procedura di regolamento giornaliero e gli strumenti gestionali di Cassa Centrale. La Banca intende perseguire un duplice obiettivo:• la gestione della liquidità operativa finalizzata a garantire la capacità della Banca di far

fronte agli impegni di pagamento per cassa, previsti e imprevisti, di breve termine (fino a 12 mesi);

• la gestione della liquidità strutturale volta a mantenere un adeguato rapporto tra passi-vità complessive e attività a medio/lungo termine (oltre i 12 mesi).

La misurazione e il monitoraggio della posizione di liquidità operativa avviene attraverso:• Il monitoraggio e il controllo della propria posizione di liquidità verificando sia gli sbi-

lanci periodali (gap periodali) sia gli sbilanci cumulati (gap cumulati) sulle diverse fasce temporali della maturity ladder mediante i report prodotti mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca cui la Banca aderisce.

• In particolare il Report di liquidità Statico consente di sintetizzare la capacità di co-pertura dei fabbisogni di liquidità a 1 mese e a 12 mesi, quantificati in base ad uno scenario di moderata tensione, tramite l’utilizzo delle Attività Prontamente Monetizzabili della Banca, nonché di analizzare il posizionamento relativo della stessa nei confronti di diversi sistemi di riferimento relativi al movimento del credito cooperativo.

• Un set di indicatori sintetici finalizzati ad evidenziare vulnerabilità nella posizione di li-quidità della Banca in riferimento ai diversi fattori di rischio rilevanti, ad esempio la con-centrazione di rimborsi, la concentrazione della raccolta, la dipendenza dalla raccolta interbancaria.

• Periodiche simulazioni dell’andamento prospettico della liquidità aziendale in funzione delle proprie aspettative di crescita nei successivi 12 mesi in modo da assicurare co-stante coerenza tra le politiche di raccolta, di impiego e lo sviluppo del piano operativo annuale.

Con riferimento alla gestione della liquidità strutturale la Banca utilizza la reportistica di analisi disponibile mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. Gli indicatori di Trasformazione delle Scadenze misurano la durata e la consistenza di im-pieghi a clientela, raccolta da clientela a scadenza e mezzi patrimoniali disponibili al fine di proporre degli indicatori sintetici utili per giudicare la coerenza e la sostenibilità nel tempo della struttura finanziaria della Banca.

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L’indicatore “Net Stable Funding Ratio”, costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a medio-lungo termine, è stato definito su una logica prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3.Per entrambi gli indicatori la Banca può verificare sia la propria posizione relativa nell’ambi-to di diversi sistemi di confronto aventi ad oggetto Banche di Credito Cooperativo aderenti al Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca, sia l’evoluzione temporale mese per mese degli indicatori sintetici proposti. Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, periodicamente sono condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività o di “scenario”. Questi ultimi, condotti secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, contemplano due “scenari” di crisi di liquidità, di mercato/sistemica e specifica della singola banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la: (i) valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) pianificazione e avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci; (iii) revisione periodica del Contingency Funding Plan.Le risultanze delle analisi effettuate ed il posizionamento della Banca relativamente alla liquidità operativa e strutturale vengono trimestralmente presentate al C.d.A.Attraverso l’adozione della sopracitata regolamentazione interna la Banca si è dotata an-che di un Contingency Funding Plan (CFP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organizzative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione delle crisi).La Banca, tradizionalmente, ha registrato una forte disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizione dei propri asset, formato prevalentemente da strumenti finanziari di alta qualità ed eligibili per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di politiche di funding volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità.

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Nota integrativa

informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 eUro)

Tipologia/Durata residuaa

vist

a

da o

ltre

1 gi

orno

a

7 gi

orni

da o

ltre

7 gi

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a

15 g

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ltre

15 g

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1 m

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fino

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ltre

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anno

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ltre

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a 5

anni

Oltr

e 5

anni

Dur

ata

inde

term

inat

a

Attività per cassa 9.636 86 87 533 1.246 1.544 3.442 45.912 35.769 619 A.1 Titoli di Stato 68 280 348 31.748 27.200 A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 9.636 86 87 533 1.178 1.264 3.093 14.163 8.569 619 - banche 5.200 619 - clientela 4.436 86 87 533 1.178 1.264 3.093 14.163 8.569 Passività per cassa 63.484 184 52 5.793 18.586 1.148 1.331 3.516 B.1 Depositi e conti correnti 61.971 5.501 17.500 - banche 2 5.500 17.500 - clientela 61.969 1 B.2 Titoli di debito 1.182 184 52 292 1.086 1.148 1.331 3.516 B.3 Altre passività 331 Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte

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1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DoLLaro USa)

Tipologia/Durata residua

a vi

sta

da o

ltre

1 gi

orno

a

7 gi

orni

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ltre

7 gi

orni

a

15 g

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15 g

iorn

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1 m

ese

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ltre

1 m

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fino

a 3

mes

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ltre

3 m

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fino

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mes

i

da o

ltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

da o

ltre

1 an

no

fino

a 5

anni

Oltr

e 5

anni

Dur

ata

inde

term

inat

a

Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa 21 B.1 Depositi e conti correnti 21 - banche 21 - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

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Nota integrativa

Sezione 4 – riScHio oPeraTiVo

informazioni di natura qualitativa

a. aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo.

Natura del rischio operativoIl rischio operativo, così come definito dalla regolamentazione prudenziale, è il rischio di su-bire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo mani-festazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera struttura della stessa (governo, business e supporto).Principali fonti di manifestazioneIl rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversal-mente da tutti i processi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del ri-schio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o carat-teristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi connessi alle funzioni aziendali importanti in outsourcing.Struttura organizzativa preposta al controllo del rischioLa Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative ar-ticolate sia sugli Organi di Vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al pre-sidio del rischio in esame.In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del man-tenimento di un efficace Sistema di Misurazione e Controllo del Rischio Operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assi-curare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione del Rischio Operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del Rischio Operativo. In tale ambito, gestisce le pro-blematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del Rischio Operativo. Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa.Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti

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con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra queste, la Funzione di Risk Management è responsabile dell’analisi e valutazione dei Rischi Operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza.La revisione interna, altresì, nel più ampio ambito delle attività di controllo di propria com-petenza, effettua sui rischi operativi specifiche e mirate verifiche. Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della funzione di Conformità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudi-ziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di condotta, codici di autodisciplina). La Banca ha esternalizzato la funzione di Conformità alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata.Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestioneCon riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi e di-mensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene mi-surato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osserva-zioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”, riferite alla situazione di fine esercizio). Qualora da una delle osservazioni risulti che l’indicatore rilevante è negativo o nullo, non si tiene conto di questo dato nel calcolo della media triennale. Il sistema dei controlli interni costituisce il presidio principale per la prevenzione e il conte-nimento dei rischi operativi.Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la banca monitora l’esposizione a de-terminati profili di insorgenza di tale rischio anche attraverso l’analisi ed il monitoraggio di un insieme di “indicatori di rilevanza”. Nell’ambito del complessivo assessment, con specifico riferimento alla componente di rischio legata all’esternalizzazione di processi/attività aziendali sono, inoltre, oggetto di analisi:• quantità e contenuti delle attività in outsourcing;• esiti delle valutazioni interne dei livelli di servizio degli outsourcer;• qualità creditizia degli outsourcer.Con riguardo al governo dei rischi operativi rilevano, anche, i presidi adottati nel contesto dell’adeguamento alla nuova disciplina in materia di esternalizzazione di funzionali aziendali al di fuori del gruppo bancario, introdotte con il 15° aggiornamento alla Circolare 263/06

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Nota integrativa

(Titolo V, Capitolo 7, Sezione IV) che definiscono un quadro organico dei principi e delle regole cui attenersi per procedere all’esternalizzazione di funzioni aziendali e richiedono l’attivazione di specifici presidi a fronte dei rischi connessi, nonché il mantenimento della capacità di controllo dell’operato del fornitore e delle competenze necessarie all’eventuale re-internalizzazione, in caso di necessità, delle attività esternalizzate.È bene preliminarmente evidenziare, proprio a tale ultimo riguardo, come la Banca si avval-ga, in via prevalente, dei servizi offerti da società/enti appartenenti al Sistema del Credito Cooperativo, costituite e operanti nella logica di servizio prevalente - quando non esclu-sivo - alle BCC-CR, offrendo soluzioni mirate, coerenti con le caratteristiche delle stesse. Queste circostanze costituiscono, già in quanto tali, una mitigazione dei rischi assunti dalla Banca nell’esternalizzazione di funzioni di controllo od operative. Ciò posto, pur se alla luce delle considerazioni richiamate, considerata la rilevanza che il ricorso all’esternalizzazione assume per la Banca, è stata condotta un’attenta valutazione delle modalità, dei contenuti e dei tempi del complessivo percorso di adeguamento alle nuove disposizioni. Con riguardo a tutti i profili di esternalizzazione in essere, sono state attivate, in ottem-peranza e adesione ai riferimenti e alle linee guida prodotti a riguardo dalla Categoria, le modalità atte ad accertare il corretto svolgimento delle attività da parte del fornitore predi-sponendo, in funzione delle diverse tipologie, differenti livelli di protezione contrattuale e di controllo, nonché flussi informativi dedicati, con riguardo all’elenco delle esternalizzazione di funzioni operative importanti e di funzioni aziendali di controllo. Gli accordi di esternalizzazione formalizzati in un apposito contratto sono in corso di re-visione per assicurare che riportino le attività oggetto di esternalizzazione; il perimetro di applicazione con i rispettivi diritti / obblighi / responsabilità (nel rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili); le modalità di svolgimento del servizio; le condizioni al verificarsi delle quali possono essere apportate modifiche; la durata; le modalità di rinnovo e di in-terruzione; le condizioni economiche; le clausole di protezione dei dati personali, dei dati personali sensibili, delle informazioni riservate di proprietà della Banca.Più in generale, nell’ambito delle azioni intraprese nella prospettiva di garantire la piena conformità alla nuova regolamentazione introdotta da Banca d’Italia attraverso il già citato 15° aggiornamento della Circolare 263/06, rilevano le iniziative collegate al completamento delle attività di recepimento nei profili organizzativi e nelle disposizioni interne dei riferimenti di cui ai capitoli 8 (sistemi informativi) e 9 (continuità operativa) della citata nuova disciplina.Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perditeNon esistono al momento pendenze legali rilevanti.

Pubblicazione dell’informativa al pubblico

La Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “In-formativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2. Le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca www.bccmassafra.it.

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ParTe F – inForMazioni SUL PaTriMonio

Sezione 1 – il patrimonio dell’impresa

a. inForMazioni Di naTUra QUaLiTaTiVa

Una delle priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dina-mica dei mezzi patrimoniali. Il patrimonio costituisce il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria e il principale parametro di riferimento per le valutazioni dell’autorità di vigilanza sulla solidità delle banche. Esso contribuisce positiva-mente anche alla formazione del reddito di esercizio e fronteggia adeguatamente tutte le immobilizzazioni tecniche e finanziarie della Banca.L’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita di-mensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto all’autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la desti-nazione degli utili netti. La Banca destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio.Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riser-va sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall’utile di eser-cizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente ri-conducibile alla nozione di “fondi propri” come stabilita dal Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nelle tre componenti del capitale primario di classe 1 (CET 1), del capitale di classe 1 (Tier 1) e del capitale di classe 2 (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della Banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica sia di operatività corrente. Esso costituisce il presidio principale dei rischi aziendali secon-do le disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall’esposizione della banca ai rischi predetti, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti dei depositanti e dei creditori in generale.Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle richia-mate disposizioni di vigilanza, in base alle quali il capitale primario di classe 1 della Banca deve ragguagliarsi almeno al 4,5% del totale delle attività di rischio ponderate (“CET1 ca-pital ratio”), il capitale di classe 1 deve rappresentare almeno il 6% del totale delle predette attività ponderate (“Tier 1 capital ratio”) e il complesso dei fondi propri della Banca deve attestarsi almeno all’8% del totale delle attività ponderate (“Total capital ratio”). Le menzio-nate attività di rischio ponderate vengono determinate in relazione ai profili di rischio del cosiddetto “primo pilastro” rappresentati dai rischi di credito e di controparte (misurati in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata e tipologia delle operazioni e alle garanzie personali e reali ricevute), dai rischi di mercato sul portafoglio di negoziazione e

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Nota integrativa

dal rischio operativo.Le disposizioni di vigilanza richiedono inoltre che siano detenute risorse patrimoniali ag-giuntive di capitale primario di classe 1 rispetto ai citati requisiti minimi obbligatori, destina-te a essere utilizzate nelle fasi avverse di mercato per preservare il livello minimo di capitale regolamentare (“riserva di conservazione del capitale”, pari al 2,5% delle complessive atti-vità di rischio ponderate).Per le Banche di Credito Cooperativo sono inoltre previsti ulteriori limiti prudenziali all’ope-ratività aziendale quali:• il vincolo dell’attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle

attività di rischio deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio;• il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la Banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.Accanto al rispetto dei richiamati coefficienti patrimoniali minimi obbligatori a fronte dei rischi di “primo pilastro”, la normativa di vigilanza richiede anche di misurare con l’utilizzo di metodologie interne la complessiva adeguatezza patrimoniale della Banca sia in via attuale sia in via prospettica e in ipotesi di “stress” l’insieme dei rischi aziendali che comprendono, oltre a quelli del “primo pilastro” (credito, controparte, mercato, operativo), ulteriori fattori di rischio che insistono sull’attività aziendale come, in particolare, i rischi di concentrazio-ne, di tasso di interesse, di liquidità, di leva finanziaria eccessiva ecc. (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della Banca stessa. La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di ri-schio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale, prospettica e in situazione di “stress”, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. Obiettivo della Banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiet-tivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del patri-monio avviene trimestralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i “ratios” rispetto alla struttura finanziaria della Banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.L’attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le Banche di Credito Cooperativo.

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B. informazioni di natura quantitativa

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della Banca.

B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci/Valori Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

1. Capitale 3.324 3.201

2. Sovrapprezzi di emissione 107 67

3. Riserve 1.925 1.764

- di utili 1.925 1.764

a) legale 1.683 1.565

b) statutaria 242 198

c) azioni proprie

d) altre

- altre

4. Strumenti di capitale

5. (Azioni proprie)

6. Riserve da valutazione 267 275

- Attività finanziarie disponibili per la vendita 267 275

- Attività materiali

- Attività immateriali

- Copertura di investimenti esteri

- Copertura dei flussi finanziari

- Differenze di cambio

- Attività non correnti in via di dismissione

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti

- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto

- Leggi speciali di rivalutazione

7. Utile (Perdita) d'esercizio 589 163

Totale 6.212 5.470

Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 50 euro. Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale e statutaria); ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento.

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Nota integrativa

B.2 riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività/ValoriTotale 31.12.2015 Totale 31.12.2014

Riserva positiva

Riserva negativa

Riserva positiva

Riserva negativa

1. Titoli di debito 299 21 275

2. Titoli di capitale 11

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

Totale 299 32 275

Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.

B.3 riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali 275

2. Variazioni positive 397

2.1 Incrementi di fair value 268

2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative

40

- da deterioramento

- da realizzo 40

2.3 Altre variazioni 89

3. Variazioni negative 394 11

3.1 Riduzioni di fair value 83 11

3.2 Rettifiche da deterioramento

3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive: da realizzo

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3.4 Altre variazioni 90

4. Rimanenze finali 278 (11)

La sottovoce 2.3 “Altre variazioni” include:• aumenti di imposte differite attive per 15 mila euro;• diminuzioni di imposte differite passive per 75 mila euro.La sottovoce 3.4 ‘’ Altre variazioni’’ include: • aumenti di imposte differite passive per 16 mila euro;• diminuzioni di imposte differite attive per 74 mila euro.

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Sezione 2 – Fondi propri e coefficienti di vigilanza

2.1. Fondi propri

a. inForMazioni Di naTUra QUaLiTaTiVa

I fondi propri e i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l’applicazione della normativa di bilancio previ-sta dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della nuova disciplina sui fondi propri e sui coefficienti prudenziali introdotta con l’emanazione del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e della Direttiva (UE) n. 36/2013 (CRD IV), nonché delle correlate dispo-sizioni di carattere tecnico-applicativo dell’EBA, oggetto di specifici regolamenti delegati della Commissione Europea.I fondi propri derivano dalla somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Banca, al fine di poterle utilizzare per fronteggiare il complesso dei requisiti patrimoniali di vigilanza sui rischi.Il totale dei fondi propri, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vi-gilanza prudenziale, è costituito dal capitale di classe 1 (Tier 1) e dal capitale di classe 2 (Tier 2 – T2); a sua volta, il capitale di classe 1 risulta dalla somma del capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1) e del capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1).I tre predetti aggregati (CET 1, AT 1 e T2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del capitale primario di classe 1, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio. La Banca si è avvalsa della facoltà, prevista in sede di emanazione della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni di vigilanza per le banche”, di esclusione temporanea dal CET1 delle riserve da valutazione positive e negative a fronte dei titoli, detenuti dalle banche nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, emessi dalle Am-ministrazioni centrali classificate nel portafoglio delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Tale deroga si applicherà sino a che la Commissione Europea non avrà omolo-gato, conformemente al regolamento (UE) n. 1606/2002, il principio IFRS 9 in sostituzione dello IAS 39.La nuova disciplina di vigilanza sui fondi propri e sui requisiti patrimoniali è anche oggetto di un regime transitorio, il quale prevede in particolare:• l’introduzione graduale (“phase-in”) di alcune di tali nuove regole lungo un periodo ge-

neralmente di 4 anni (2014-2017);• regole di “grandfathering” che consentono la computabilità parziale, con graduale

esclusione entro il 2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal citato Rego-

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Nota integrativa

lamento (UE) n. 575/2013 per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2.Una parte delle disposizioni che regolano il predetto regime transitorio sono state dettate dalla Banca d’Italia, con la menzionata circolare n. 285/2013, nell’ambito delle opzioni na-zionali consentite dal Regolamento (UE) n. 575/2013 alle competenti autorità di vigilanza nazionali.Rileva, peraltro, che ai sensi dell’articolo 26 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), gli utili intermedi o gli utili di fine esercizio per i quali non sia stata ancora adottata la delibera formale di conferma da parte dell’assemblea dei soci attraverso l’approvazione del bilancio dell’esercizio possono essere inclusi nel capitale primario di classe 1, previa autorizzazione dell’autorità competente, a condizione che:• i predetti utili siano stati approvati dal Consiglio di Amministrazione e controllati dal

soggetto incaricato della revisione legale dei conti della Banca;• dagli stessi utili siano stati dedotti tutti gli oneri e i dividendi prevedibili.Con riferimento alla verifica degli utili di fine esercizio, la stessa può consistere o in una relazione di revisione o in una lettera di attestazione provvisoria (comfort letter) che attesti che la revisione non è stata completata ma che nulla si è posto all’attenzione dei revisori che possa indurli a ritenere che la relazione finale presenterà un giudizio con rilievi.Al momento della approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Ammini-strazione il soggetto incaricato della revisione legale dei conti non aveva ancora completa-to tutte le attività richieste ai fini del rilascio della suddetta lettera di attestazione provvisoria; sicché, come precisato dall’ITS 680/2014, nell’ambito della segnalazione COREP, l’utile al 31 dicembre 2015 è stato computato nel capitale primario di classe 1 ma limitatamente alla parte di utili maturata nel primo semestre 2015, oggetto di controllo da parte del sog-getto incaricato della revisione legale dei conti della Banca. Di seguito si illustrano gli elementi che compongono, rispettivamente, il capitale primario di classe 1, il capitale aggiuntivo di classe 1 ed il capitale di classe 2, in particolare:

capitale primario di classe 1 (ceT 1)

Il capitale primario di classe 1, che rappresenta l’insieme delle componenti patrimoniali di qualità più pregiata, è costituito dai seguenti elementi: capitale sociale, sovrapprezzi di emissione, riserve di utili e di capitale, riserve da valutazione, “filtri prudenziali”, deduzioni (perdite infrannuali, avviamento ed altre attività immateriali, azioni proprie detenute anche indirettamente e/o sinteticamente e impegni al riacquisto delle stesse, partecipazioni signi-ficative e non nel capitale di altri soggetti del settore finanziario detenute anche indiretta-mente e/o sinteticamente, attività fiscali differite, esposizioni verso cartolarizzazioni e altre esposizioni ponderabili al 1250% e dedotte dal capitale primario). Nella quantificazione de-gli anzidetti elementi deve tenersi conto anche degli effetti derivanti dal “regime transitorio”.

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capitale aggiuntivo di classe 1 (aT 1)

Gli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 e i relativi eventuali sovrapprezzi costituisco-no gli elementi patrimoniali del capitale aggiuntivo di classe 1. Tale aggregato non rileva per la Banca, in quanto la stessa non ha emesso strumenti di capitale riconducibili tra gli strumenti di AT 1.

capitale di classe 2 (T 2)

Le passività subordinate, inclusi i relativi eventuali sovrapprezzi di emissione, costituiscono gli elementi patrimoniali del capitale di classe 2. Tale aggregato non rileva per la Banca.

B. informazioni di natura quantitativa

Totale 31.12.2015

Totale 31.12.2014

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

5.728 5.177

di cui: strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A+/-B)

5.728 5.177

D. Elementi da dedurre dal CET1

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-)

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C–D+/-E)

5.728 5.177

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui: strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie

H. Elementi da dedurre dall'AT1

I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-)

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/-I)

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui: strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie

N. Elementi da dedurre dal T2

O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-)

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) (M-N+/-O)

Q. Totale fondi propri (F+L+P) 5.728 5.177

Ai sensi dell’articolo 26 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), la Banca non ha com-putato nel capitale primario di classe 1 la parte degli utili maturata nel secondo semestre 2015, pari a € 154.785. Ove, alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte

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Nota integrativa

del Consiglio di Amministrazione, si fossero manifestate tutte le condizioni sopra citate, il capitale primario di classe 1 sarebbe risultato pari a 5.883 migliaia di euro; analoga consi-derazione si può formulare con riferimento ai fondi propri.Il computo nel capitale primario di classe 1 sarà possibile, ovviamente, a seguito della ap-provazione del progetto di bilancio da parte della Assemblea ordinaria dei Soci.

2.2. adeguatezza patrimoniale

a. inForMazioni Di naTUra QUaLiTaTiVa

A far data dal 1 gennaio 2014 è divenuta applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e nella direttiva (UE) n. 36/2013 (CRD IV) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’U-nione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3).Per dare attuazione e agevolare l’applicazione della nuova disciplina comunitaria e per realizzare una complessiva revisione e semplificazione della disciplina di vigilanza delle banche, la Banca d’Italia ha emanato la circolare n. 285/2013 “Disposizioni di vigilanza per le banche”, la quale recepisce le norme della CRD IV, indica le modalità con cui sono state esercitate le discrezionalità nazionali attribuite dalla disciplina comunitaria del regolamento CRR alle autorità nazionali e delinea un quadro normativo completo, organico, razionale e integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione.La nuova normativa si basa, in linea con il passato, su tre Pilastri: • il primo pilastro attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, preve-

dendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare le principali tipologie di rischio dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativo). Sono inoltre previsti:o l’obbligo di detenere riserve patrimoniali addizionali in funzione di conservazione del

capitale e in funzione anticiclica nonché per le istituzioni a rilevanza sistemica;o nuovi requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, sia in termini di liquidità

a breve termine (Liquidity Coverage Ratio – LCR) sia di regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net Stable Funding Ratio – NSFR);

o un coefficiente di “leva finanziaria” (“leverage ratio”), che consiste nel rapporto per-centuale tra il patrimonio costituito dal capitale di classe 1 e l’ammontare totale delle esposizioni non ponderate per cassa e fuori bilancio, senza peraltro che sia fissato per il momento un limite minimo obbligatorio da rispettare;

• il secondo pilastro richiede agli intermediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale (cosiddetto “Internal Capital Adequacy As-sessment Process” - ICAAP), in via attuale e prospettica e in ipotesi di “stress”, a fronte di tutti i rischi rilevanti per l’attività bancaria (credito, controparte, mercato, operativo, di concentrazione, di tasso di interesse, di liquidità ecc.) e di un robusto sistema orga-

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nizzativo, di governo societario e dei controlli interni; inoltre, nel quadro del secondo pilastro va tenuto sotto controllo anche il rischio di leva finanziaria. All’Organo di Vigi-lanza è rimessa la supervisione sulle condizioni di stabilità, efficienza, sana e prudente gestione delle banche e la verifica dell’affidabilità e della coerenza dei risultati delle loro valutazioni interne (cosiddetto “Supervisory Review and Evaluation Process” - SREP), al fine di adottare, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive;

• il terzo pilastro prevede specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adegua-tezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione, misurazione e controllo.

I coefficienti prudenziali obbligatori alla data di chiusura del presente bilancio sono deter-minati secondo le metodologie previste dal Regolamento (UE) n. 575/2013, adottando:• il metodo “standardizzato”, per il calcolo dei requisiti patrimoniali sul rischio di credito e

di controparte;• il metodo “standardizzato”, per il computo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato;• il metodo “base”, per la misurazione del rischio operativo.In base alle citate disposizioni, le banche devono mantenere costantemente a fronte del complesso dei rischi del primo pilastro (credito, controparte, mercato, operativo): • un ammontare di capitale primario di classe 1 (CET 1) pari ad almeno il 4,5 per cento

delle attività di rischio ponderate (“CET1 capital ratio”);• un ammontare di capitale di classe 1 (T1) pari ad almeno il 6 per cento delle attività di

rischio ponderate (“Tier 1 capital ratio”) ;• un ammontare di fondi propri pari ad almeno l’8 per cento delle attività di rischio pon-

derate (“Total capital ratio”).È infine previsto un obbligo a carico delle banche di detenere un ulteriore “buffer” di capi-tale, nella forma di riserva aggiuntiva di capitale, atta a fronteggiare eventuali situazioni di tensione (riserva di conservazione del capitale), il cui ammontare si ragguaglia al 2,5% delle esposizioni ponderate per il rischio totali e che deve essere alimentata esclusivamente con capitale primario di classe 1 non impiegato per la copertura dei requisiti patrimoniali obbli-gatori (ivi inclusi quelli specifici).Rileva, infine, che a partire dal 2015 l’Organo di Vigilanza, a conclusione del periodico processo di revisione prudenziale (il sopra citato SREP) condotto su tutte le banche vigilate ha imposto a queste ultime dei requisiti patrimoniali specifici aggiuntivi rispetto alle misure di capitale minime summenzionate. Al riguardo, l’Organo di Vigilanza ha disposto che, a decorrere dalla segnalazione sui fondi propri al 31/12/2015, la BCC di Massafra adotti, ai sensi dell’art. 53-bis, comma 1, lettera d) del D. Lgs. n. 385/93 (TUB), coefficienti di capi-tale a livello individuale in misura pari ai seguenti:• coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET 1 ratio) pari al 7%, comprensivo del

2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale. Tale coefficiente è vincolante, ai sensi dell’art. 53-bis TUB, nella misura del 6,6% (di cui 4,5% a fronte dei requisiti minimi

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Nota integrativa

regolamentari e 2,1% a fronte dei requisiti aggiuntivi SREP);• coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari all’8,8%, comprensivo del 2,5%

a titolo di riserva di conservazione del capitale. Tale coefficiente è vincolante, ai sensi dell’art. 53-bis TUB, nella misura dell’8,8% (di cui 6% a fronte dei requisiti minimi rego-lamentari e 2,8% a fronte dei requisiti aggiuntivi SREP);

• coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari all’11,7%, comprensivo del 2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale. Tale coefficiente è vincolante, ai sensi dell’art. 53-bis TUB, nella misura dell’11,7% (di cui 8% a fronte dei requisiti minimi re-golamentari e 3,7% a fronte dei requisiti aggiuntivi SREP).

B. informazioni di natura quantitativa

Categorie/ValoriImporti

non ponderati

31.12.2015

Importi non

ponderati 31.12.2014

Importi ponderati/

requisiti 31.12.2015

Importi ponderati/

requisiti 31.12.2014

A. ATTIVITà DI RISCHIOA.1 Rischio di credito e di controparte 110.185 91.411 21.601 20.138 1. Metodologia standardizzata 110.185 91.411 21.601 20.138 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZAB.1 Rischio di credito e di controparte 1.728 1.611B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 3 3B.3 Rischio di regolamentoB.4 Rischi di mercato 2 1. Metodologia standard 2 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazioneB.5 Rischio operativo 416 429 1. Modello base 416 429 2. Modello standardizzato 3. Modello avanzatoB.6 Altri elementi del calcoloB.7 Totale requisiti prudenziali 2.147 2.045C. ATTIVITà DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZAC.1 Attività di rischio ponderate 26.839 25.560C.2 Capitale primario di classe 1 /Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 21,34% 20,25%

C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 21,34% 20,25%

C.4 Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 21,34% 20,25%

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Ai sensi dell’articolo 26 del c.d. Regolamento CRR, come sopra evidenziato, la Banca non ha computato nel capitale primario di classe 1 la parte degli utili maturata nel secondo se-mestre 2015, pari a € 154.785. Ove, alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione, si fossero manifestate tutte le condizioni previste dal citato art. 26, i ratios riportati in tabella, ampiamente superiori ai requisiti patrimoniali previsti dalla normativa nonché a quelli specifici imposti dall’Organo di Vigilanza, si sareb-bero attestati al 21,90%.

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Nota integrativa

ParTe G - oPerazioni Di aGGreGazione riGUarDanTi iMPreSe o raMi D’azienDa

Sezione 1 - operazioni realizzate durante l’esercizio

Nel corso dell’esercizio la Banca non ha effettuato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d’azienda.

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ParTe H - oPerazioni con ParTi correLaTe

1. informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche (compresi gli amministratori e i sindaci)

La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l’ammontare dei compensi di competenza dell’esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica, inten-dendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca, compresi gli Amministratori e i Sindaci della Banca stessa.

Voci Importi

Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci 207Benefici successivi al rapporto di lavoro 39Indennità per la cessazione del rapporto di lavoroAltri benefici a lungo termine

2. informazioni sulle transazioni con parti correlate

rapporti con parti correlate

Parti correlate Attivo Passivo Garanzie rilasciate

Amministratori 378Sindaci 256 145Dirigenti 185 13Altre parti correlate 120 660Totale 561 1.196 -

Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all’influenza notevole di Amministratori, Sindaci e Dirigenti, ovvero dai soggetti che possono avere in-fluenza o essere influenzati dai medesimi. Le altre parti correlate includono quindi gli stretti familiari e soggetti collegati degli Amministratori, Sindaci e Dirigenti, nonché le società controllate dai medesimi soggetti o dei loro stretti familiari. I rapporti e le operazioni intercorse con le parti correlate non presentano elementi di cri-ticità, in quanto sono riconducibili all’ordinaria attività di credito e di servizio e sono state poste in essere a normali condizioni di mercato. Durante l’esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza di importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale.L’iter istruttorio relativo alle richieste di affidamento avanzato dalle parti correlate segue il medesimo processo di concessione creditizia riservato ad altre controparti non correlate

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Nota integrativa

con analogo merito creditizio, integrato alla luce delle “Procedure Deliberative in tema di Attività di rischio e Conflitti nei confronti di Soggetti collegati” (documento oggetto di revi-sione nel corso del 2015); l’assunzione di rischio nei confronti delle parti correlate è gover-nata dalle “Politiche Interne in materia di Attività di rischio e Conflitti di interessi nei confronti di Soggetti Collegati” (documento oggetto di revisione nel corso del 2015).Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazio-ne, direzione e controllo della Banca trova applicazione l’art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l’art. 2391 del Codice Civile. Nel bilancio non risultano svalutazioni analitiche o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sui crediti verso parti correlate viene pertanto applicata solo la svalutazione col-lettiva.

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ParTe i - accorDi Di PaGaMenTo BaSaTi SU ProPri STrUMenTi PaTriMoniaLi

La Banca non ha posto in essere accordi di pagamento basati su propri strumenti patri-moniali.

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Nota integrativa

ParTe L - inForMaTiVa Di SeTTore

La Banca non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato.

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aLLeGaTo 1

oneri per revisione legale - comma 1, n. 16-bis, art. 2427 del c.c.

In ottemperanza a quanto previsto dall’art. 2427, 1° comma, n. 16-bis del codice civile si riepilogano di seguito i corrispettivi contrattualmente stabiliti per l’esercizio 2015 con la Società di Revisione per l’incarico di revisione legale dei conti e per la prestazione di altri servizi resi alla Banca.Gli importi sono al netto dell’IVA e delle spese (Euro migliaia).

Tipologia di servizi Soggetto che ha prestato il servizio Corrispettivi

Revisione legale dei conti Pricewaterhousecoopers S.p.A. 27Totale corrispettivi 27

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Allegato 1

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introduzione del DirettoreIl 2015 ha lasciato il segno. La relazione degli Amministratori ha dettagliatamente illustrato i risultati di una gestione finalizzata al conseguimento di obiettivi ambiziosi: crescita del pa-trimonio, ampliamento della base sociale, diversificazione dei ricavi, crescita degli impieghi con clientela e contenimento dei crediti deteriorati. Ma per comprendere l’importanza del 2015 è necessario andare oltre i numeri e ricordare che la BCC di Massafra è innanzitutto una cooperativa. Nel corso di questo anno abbiamo cercato di ricordare a noi stessi, ai nostri soci e alla nostra comunità il senso della cooperazione. Ma cosa è la cooperazio-ne? Il lavoro compiuto oltre i numeri è partito dalla risposta a tale domanda. Una risposta che ci viene indicata, in primo luogo, dall’art. 2 del nostro Statuto e dall’art. 2, comma 1 e 2 della Carta dei Valori del Credito Cooperativo.

In tali norme è sancito il senso della cooperazione. Durante l’anno abbiamo voluto rivolgere ai nostri giovani soci la stessa domanda: mediante una “call to action” dal titolo “coo-perazione è…”, lanciata su WhatsApp, abbiamo chiesto di sintetizzare in una parola la nostra identità cooperativa. La risposta è stata entusiasta: le 12 risposte più interessanti, riportate nella pagina di fianco, hanno dato origine al tema del calendario 2016 della BCC di Massafra. Nel corso del 2015, al lavoro quotidiano con i nostri clienti abbiamo aggiunto grandi sforzi per esprimere tale identità; progetti, iniziative ed eventi con i quali abbiamo cercato di ricordare ai nostri soci e alla nostra comunità che la BCC di Massafra è una cooperativa.

Il Direttore Generale Giandonato Giannotta

Dallo Statuto: Art. 2 - Principi ispiratoriNell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale.

Dalla Carta dei Valori: Art. 2. - L’impegnoL’impegno del Credito Cooperativo si concentra, in particolare, nel soddisfare i bisogni finanziari dei soci e dei clienti, ricercando il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei prodotti e dei servizi offerti. Obiettivo del Credito Cooperativo è produrre utilità e vantaggi, è creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale e “fabbricare” fiducia.

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crescitasolidarietà

collaborazionesviluppo

intesacondivisione

forzasinergia

opportunitàcoesione

reteprogresso

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Gruppo Giovani Soci

“Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente”(Rita Levi Montalcini)

Venerdì 17 aprile 2015, presso il Palazzo della Cultura “N. Lazzaro” – Massafra, è nato il Gruppo Giovani Soci della BCC di Massafra. I soci della Banca di età compresa tra i 18 e i 35 anni (fino al compimento del trentaseiesimo anno di età) possono associarsi al Gruppo. Il Gruppo Giovani Soci della BCC rientra in un più ampio progetto di amplia-mento della base sociale ma vuole anche assicurare, nelle intenzioni del Consiglio di Amministrazione che ha promosso questa iniziativa, quel ricambio naturale e fisiologico fra i soci “anziani e i “giovani” affinchè questi ultimi possano prepararsi a tutto quello che significa gestione della banca, fino a prendere posto nell’amministrazione dell’isti-tuto. A tal fine è stato favorito, peraltro, l’accesso dei giovani soci, figli o nipoti di soci della banca, che possono acquisire lo status di soci con l’acquisto di 25 azioni, invece delle classiche 52 azioni. Un investimento di 1.500 euro. Il Gruppo propone al Consiglio di Amministrazione della Banca iniziative per la promo-zione e l’attuazione tra gli associati, di attività finalizzate alla valorizzazione, in ogni sua forma, della sfera sociale, culturale e ricreativa, unitamente alla promozione e divul-gazione tra i giovani dei principi, dei metodi e delle strategie cooperative, sanciti nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo.Il Gruppo opera attraverso i suoi tre organi:- l’Assemblea dei Giovani Soci;- il Comitato di Coordinamento;- il Coordinatore.

L’Assemblea dei Giovani Soci, costituita da tutti i giovani soci della Banca di Credito Cooperativo di Massafra, è il massimo organo deliberante e provvede all’elezione del Comitato di Coordinamento. L’Assemblea dà le direttive generali per il funzionamento del Gruppo.Il Comitato di Coordinamento, che dura in carica tre anni, composto da 15 componen-ti, è responsabile delle attività del Gruppo e procede alla nomina tra i suoi componenti del Coordinatore e del Vice Coordinatore.Il Coordinatore partecipa alla Consulta Nazionale della Rete “BCC Giovani Soci” (che raccoglie e coordina i gruppi di Giovani Soci di tutte le Bcc d’Italia) presso Federcasse.Sabato 9 maggio 2015, presso Lido Impero – Chiatona, in occasione di una seconda riunione dell’Assemblea dei Giovani Soci della BCC di Massafra è stato nominato il Co-mitato di Coordinamento composto da: Maria Colazzo (Coordinatore), Roberto Casulli (Vice Coordinatore), Albanese Marilena, Anelli Giovanni Donato, Bello Grazia, Camardo Leggieri Cristina, Colazzo Dario, De Giorgio Federica, De Giorgio Marco, Fiorenti An-gelo, Giannotta Monica, Mortato Maira, Notaristefano Salvatore, Notaristefano Vitalba, Pulito Loredana. cr

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1. Costituzione del Gruppo Giovani Soci della Bcc Massafra - il Presidente e il Direttore Generale

2. Momenti della prima assemblea del costituendo Gruppo Giovani Soci

3. Il Gruppo Giovani Soci della Bcc di Massafra neo costituito

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1. Seconda Assemblea del Gruppo Giovani Soci a Lido Impero - Chiatona. Nomina dei componenti del Comitato di Coordinamento

2. Da sinistra: Ing. Emilio Balestra - Vice Presidente CdA, Avv. Michele De Giorgio - Consigliere, Maria Colazzo - Coordinatrice del Gruppo Giovani Soci, Roberto Casulli - Vice coordinatore del Gruppo Giovani Soci, Avv. Pietro Mastrangelo - Presidente CdA, Dott. Giandonato Giannotta - Direttore Generale

3. Primo evento organizzato dal Gruppo Giovani Soci - “Se sei giovane... fai rete!”

Gruppo Giovani Soci

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1. Momenti di “Se sei giovane... fai rete!”2. Momenti di “Se sei giovane... fai rete!”

I componenti del Comitato di Coordinamento del Gruppo Giovani Soci insieme al Presidente e al Direttore Generale

3. Torneo amatoriale di beach volley - Lido Impero - Chiatona - organizzato dal Gruppo Giovani Soci

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Vicoli corti

Nel 2005 un gruppo di giovani ragazzi appassionati di cinema, intenzionati a utilizzare la propria passione anche come veicolo di promozione del territorio, ha proposto un festival che segue lo spirito del “cinema di strada”, dove oltre ad un pubblico seduto alle sedie, c’è molta gente che segue la proiezione dai tetti, dai balconi, dalle scale e dai gradini. Il tutto in uno scenario reso suggestivo dall’affaccio sulla gravina e dalla vici-nanza del castello di stile romanico. In agosto 2015, in Piazza Santi Medici a Massafra (Ta) si è svolta la decima edizione di “Vicoli Corti”, a cura dall’Associazione Culturale “Il Serraglio”. “Quest’anno – citando Vincenzo Madaro, organizzatore del festival – si è tornati al concorso per lungometraggi e documentari, per registi under quaranta e opere prime. Le serate non sono state incentrate solo sui lavori, ma anche su extra, con narrazioni teatrali, performance di teatrodanza, musica e insonorizzazioni dal vivo di film”.

La BCC di Massafra è stata main partner dell’evento giocando un ruolo importante nella realizzazione del festival. La collaborazione con l’Associazione “Il Serraglio” è an-data, tuttavia, oltre la semplice sponsorizzazione; la Banca, supportata dal suo Gruppo Giovani Soci, ha coinvolto la stessa associazione, l’Ufficio Turistico di Massafra, la rete dei B&B locali e alcuni ristoratori in un esperimento. La cooperazione tra la Banca e tutti questi operatori ha prodotto un pacchetto turistico che la Banca ha promosso, mediante i suoi canali social, presso altri gruppi giovani soci di varie BCC italiane.Il risultato è stato che un gruppo di giovani soci della BCC di Battipaglia ha vissuto una esperienza di gemellaggio con i giovani soci della BCC di Massafra, assistendo al festival e scoprendo, nel contempo, le bellezze artistiche e naturali del nostro territorio.Il risultato, in altri termini, è stato che la cooperazione tra vari operatori ha prodotto una originale occasione di promozione a valorizzazione del nostro territorio.

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1. Pacchetto turistico per la promozione del territorio e della X Edizione di Vicoli Corti

2. Momenti dell’evento3. Momenti di proiezione

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SPorTiviaMoci

Domenica 18 ottobre 2015 ha avuto luogo a Massafra la quarta edizione della manife-stazione SPORTiviAMOci, una giornata di promozione dell’attività sportiva, organizzata dall’assessorato allo Sport del Comune di Massafra.Dalle ore 10.30 e sino alle 18.00, in Piazza Vittorio Emanuele, diverse associazione sportive, atleti e istruttori hanno dato vita a una vera e propria festa dello sport cimen-tandosi in sedici diverse discipline sportive, in una piazza che si è trasformata in una grande palestra all’aperto.Nel corso della manifestazione sono stati consegnati premi, gadget, medaglie e targhe ricordo ad ogni singola associazione e atleti. Sono, inoltre, stati consegnati riconosci-menti particolari a cinque massafresi che hanno dato tanto e continuano a dare per la promozione dello sport.In questo bellissimo momento di aggregazione della comunità massafrese, la Banca di Credito Cooperativo di Massafra ha partecipato attivamente con il proprio Direttore, alcuni dipendenti e diversi giovani soci: tra la gente per condividere insieme questa bella giornata dedicata allo sport!

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1. Sportiviamoci - lo stand BCC Massafra2. Momenti di SPORTiviAMOci - La BCC di Massafra

offre un ristoro ai piccoli partecipanti all’evento3. Momenti di SPORTiviAMOci

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alunno dell’anno - V edizione

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio la Banca di Credito Cooperativo di Massafra ha premiato gli alunni meritevoli delle Scuole Medie e degli Istituti Superiori di Massafra e Palagiano. Il Concorso Alunno dell’Anno, giunto alla 5^ edizione, è pensato per concorrere nell’opera di incentivazione delle nuove generazioni, nella convinzione che, solo la ricerca, l’innovazione, il lavoro e la solidarietà possono dare sviluppo al territorio.

L’evento ha avuto luogo sabato 31 ottobre, a partire dalle ore 10.30, presso l’Audito-rium dell’Istituto D. De Ruggieri di Massafra. Sono intervenuti l’Avv. Pietro Mastrangelo, Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Massafra, il Dott. Giandonato Gian-notta, Direttore Generale della Banca di Credito Cooperativo di Massafra, il Prof. Co-simo Fonseca, Accademico dei Lincei, il Prof. Giuseppe Rubino, docente dell’I.I.S.S. Perrone di Castellaneta, il Geom. Antonio Mastrangelo, Consigliere della Banca di Cre-dito Cooperativo di Massafra, nonché dirigenti scolastici, docenti, alunni e genitori.

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1. Il bando del concorso2. Da sinistra: Avv. Pietro Mastrangelo - Presidente CdA,

Prof. Don Cosimo Fonseca - Presidente Onorario Bcc Massafra, Geom. Antonio Mastrangelo - Consigliere

3. Gli alunni premiati

PER INFORMAZIONI

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Bcc Massafra inForMa

Al termine della premiazione del Concorso dell’Alunno dell’Anno, tenutosi nella Gior-nata mondiale del risparmio, il Direttore Generale ha presentato il nuovo format co-municativo “BCC Massafra INFORMA”, definito dalla stampa come “nuovo format di comunicazione local & social”.BCC Massafra INFORMA è nato per dare concreta attuazione ai principi ispiratori san-citi nell’articolo 2 dello Statuto della Banca; principi che impegnano, tra l’altro, a favori-re la crescita responsabile del territorio di competenza della cooperativa.L’art. 2 dello Statuto richiama, peraltro, la Carta dei Valori del Credito Cooperativo che pone a carico di tutte le BCC l’impegno di creare valore sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale tutta.BCC Massafra INFORMA è una soluzione pensata per attuare concretamente tali prin-cipi e per far sì che la nostra comunità riconosca alla Banca tale importante funzione sociale.BCC Massafra INFORMA è prima di tutto un programma di incontri itineranti su temi di interesse comune; un incontro al mese, l’ultimo venerdì (lavorativo) di ogni mese. I temi del primo ciclo di 4 incontri hanno spaziato in ogni ambito: si è partiti dal tema della storia di Massafra, omaggio alla identità della Banca e della maggior parte dei suoi soci, passando per argomenti di carattere economico legati allo start-up di impresa e al mondo dell’agricoltura e concludendo, infine, con un viaggio all’interno della coo-perazione in uno storico momento di transizione, destinato probabilmente, a cambiare l’identità stessa del movimento di credito cooperativo.BCC Massafra INFORMA si è proposta come formula itinerante: il successo della ini-ziativa va ascritto anche alla disponibilità di chi ne ha colto il senso e il valore, metten-do gratuitamente le proprie strutture a disposizione dell’altoparlante di BCC Massafra INFORMA. Al riguardo, è doveroso un ulteriore ringraziamento alla Amministrazione Comunale che ha offerto il Palazzo della Cultura Nicola Lazzaro e il Teatro Comunale; alla Delegazione Comunale di Confindustria che ha messo a disposizione la propria sala riunioni; alla famiglia De Filippis che ha aperto le porte della stupenda Masseria Leucaspide in occasione dell’incontro sulla agricoltura.Ma BCC Massafra INFORMA è anche altro e, di qui, la definizione attribuita dalla stam-pa; in questi mesi l’altoparlante ha fatto sentire la sua voce anche sulla pagina Face-book della Banca mediante post informativi pensati per essere di grande utilità per la comunità.

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1. Roperto Caprara e Giandonato Giannotta2. Roperto Caprara3. Programma dell’evento

18:30

Bcc Massafra informa

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1. Paolo Morale, Alkemilla Eco Bio Cosmetic2. Platea3. Programma dell’evento

18DICEMBRE

18:30

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Bcc Massafra informa

1. Filippo Montanaro, Azienda Agricola Amastuola2. Platea3. Programma dell’evento

INFORMAINCONTRI

ITINERANTI SU TEMI DI COMUNE

INTERESSE

AgricolturA Ad Alto vAlore

29GENNAIO

interventi

Dalle colture del passato alle colture del domani Roberto Casulli, Azienda Agricola La Vecchia Capitolicchio

La via della internazionalizzazione Filippo Montanaro, Azienda Agricola Amastuola

Il nuovo PSR: una opportunità da non perdere Daniel Dal Corso, Direttore G.A.L. Luoghi del Mito

18:30 Masseria Leucaspide

Contrada Leucaspide, Statte (TA)

Per iNForMAZioNi: Tel. 099 880 48 40 | www.bccmassafra.it

www.facebook.com/bccmassafra

Evento co-organizzato con

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1. Avv. Augusto dell’Erba, Presidente della Federazione delle BCC di Puglia e Basilicata

2. Da sinistra: Avv. Pietro Mastrangelo - Presidente del CdA, Dott. Gianvito Giannelli - Presidente del Collegio Sindacale

3. Programma dell’evento

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Bando di concorso “Matteo Pagliari”

La Banca di Credito Cooperativo di Massafra, allo scopo di attuare i valori del movi-mento cooperativo fissati nell’art. 2 dello Statuto Sociale e di favorire la crescita re-sponsabile e sostenibile della realtà in cui opera, ha inteso promuovere lo studio di te-matiche attinenti allo sviluppo economico e sociale del proprio territorio di competenza (Massafra, Palagiano, Crispiano, Statte, Taranto, Martina Franca, Mottola, Palagianello, Castellaneta), incentivando i giovani a cimentarsi nella ricerca. È stato bandito, pertan-to, un concorso a premi, disciplinato dal seguente REGOLAMENTO:

1. è istituito un concorso annuale a premi denominato “Matteo Pagliari”; a esso posso-no partecipare gli studenti e/o i ricercatori universitari nati nel territorio di competenza che, alla data di inoltro della domanda, non abbiano compiuto 35 anni e che siano laureati o laureandi.2. Il candidato in possesso degli anzidetti requisiti presenterà domanda di partecipazio-ne al concorso entro la data del 20/09/2016; in caso di spedizione del plico a mezzo posta, farà fede la data della ricevuta postale di spedizione; il plico potrà essere altresì consegnato nella sede della Banca in Massafra, alla via Mazzini n.65, presso la Direzio-ne Generale, dalle ore 10,00 alle ore 12,00 di ogni giorno lavorativo sino al termine di presentazione; della consegna, farà fede la ricevuta rilasciata dal personale preposto alle attività di segreteria del concorso.3. Alla domanda, diretta al Presidente della Banca, sarà allegato l’elaborato (tesi di laurea, tesi di dottorato o altro studio assimilabile) del concorrente e un “abstract” dello stesso. L’elaborato deve avere a oggetto lo studio di un problema dell’economia ovvero della società del territorio di competenza della Banca come sopra declinato; lo stesso non deve essere stato pubblicato o presentato ad altri concorsi. Il concorrente dichiarerà che l’opera presentata è frutto della sua attività creativa. Gli elaborati non saranno restituiti.4. Una apposita Commissione, che sarà costituita tra l’altro da docenti delle materie cui si riferiscono gli studi dei concorrenti, valuterà gli elaborati e formerà la graduatoria di merito. In caso di parità, sarà preferito lo studio che avrà dato un contributo per la soluzione del problema oggetto di indagine alla luce dei principi solidaristici e dei valori del movimento cooperativo. La meritevolezza dei lavori presentati e la conseguente graduatoria sono riservate al giudizio insindacabile della Commissione esaminatrice che potrà anche non assegnare in tutto o in parte i premi messi a concorso.5. Sono istituiti tre premi in denaro, rispettivamente di € 3.000,00 di € 2.000,00 e di € 1.000,00. Tutti i premi, riconosciuti in considerazione del particolare merito scientifico e/o culturale, sono da considerarsi al netto di ritenute fiscali, dovute per legge.6. La Banca rilascerà a tutti i concorrenti un certificato di partecipazione e ai vincitori un apposito attestato.7. La proclamazione dei vincitori e la relativa premiazione sarà effettuata in apposito evento che avrà luogo il 31 ottobre 2016 in luogo, giorno e ora da definirsi.8. La Banca si riserva, a suo insindacabile giudizio, il diritto di pubblicare i saggi che saranno ritenuti di alto valore e di interesse per il territorio.pr

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eTra i pisci spada e i delfini... c’è il mare

Giovedì 10 dicembre, presso il Teatro Spadaro di Massafra, la Banca di Credito Coo-perativo di Massafra ha presentato lo spettacolo teatral musicale “Tra i pisci spada e i delfini… c’è il mare”, ideato e prodotto da Francesco Casulli e Giambattista Recchia (due artisti massafresi), dedicato all’artista pugliese Domenico Modugno.Dalla amicizia tra l’artista Giambattista Recchia e il Direttore Giandonato Giannotta è nata l’idea di organizzare, in prossimità delle vacanze natalizie, un evento speciale in favore dei soci BCC che coniugasse divertimento e solidarietà.Un progetto, fortemente voluto dal Consiglio di Amministrazione, che ha impegnato la Direzione Generale e i produttori dello spettacolo per diversi mesi.

La Bcc di Massafra ha così dedicato ai propri soci una serata all’insegna delle emozioni realizzando, contestualmente, una importante finalità benefica: l’intero ricavato della vendita dei biglietti è stato, infatti, devoluto all’Associazione Soverato 2000 Onlus, che da anni si impegna per bambini e ragazzi “ugualmente abili” (come sono stati definiti nel corso della stessa serata dal Presidente dell’associazione)…e i soci della Bcc di Massafra, con grande generosità, entusiasmo e partecipazione, hanno accolto l’invito.

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1. Manifesto dell’evento2. Platea3.Consegna della donazione all’associazione

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Tra i pisci spada e i delfini... c’è il mare

Momenti dello spettacolo

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Momenti dello spettacolo

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Tra i pisci spada e i delfini... c’è il mare

Momenti dello spettacolo

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Dietro le quinte

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erogazioni liberaliIl “Bilancio di coerenza del Credito Cooperativo – Rapporto 2015”, nel descrivere “l’im-pronta sociale” che il movimento ha lasciato nel 2014, riporta quanto segue:

“L’inclusione economica è leva per promuovere quella sociale. Aprire opportunità rimette in moto le energie. Ammontano a 755 milioni di euro i microcrediti erogati dalle BCC, di que-sti il 74% è destinato a combattere situazioni di fragilità sociale ed economica. I beneficiari sono donne per una percentuale pari al 31%, giovani per il 20%, migranti per il 4%. Sono BCC il 69% delle banche che operano con il Fondo Centrale di Garanzia, nella sezione del microcredito (sulla base della nuova normativa che regola il microcredito). Migliora, inoltre, l’accesso delle donne nei luoghi di responsabilità delle BCC e in posizioni apicali come anche negli organici. La presenza femminile nei board delle BCC sfiora il 13 per cento ri-spetto al resto delle banche minori dove la percentuale si attesta al 10 per cento. Le donne dipendenti crescono di oltre il 2 per cento negli ultimi tre anni, a fronte di una diminuzione nel resto delle banche. È collettivo e diffuso il valore aggiunto generato dalle BCC: circa il 7 per cento degli utili delle BCC è destinato alle comunità per il sostegno di iniziative sul ter-ritorio. Nel 2014 il valore aggiunto generato dalle banche della categoria ammonta ad oltre 3,5 miliardi con una crescita annuale del 15 per cento. Nel triennio 2012-2014 il vantaggio per il socio-cliente è aumentato di quasi il 20 per cento.”

Nel corso del 2015 la BCC di Massafra ha profuso un grande e rinnovato impegno in tale ambito destinando quasi 20 mila euro al sostegno di iniziative sociali e culturali; si spera che la comunità riconosca l’impronta sociale che la Banca ha cercato di lasciare.

Richieste di contributo:Club Amici del Carnevale - MassafraAssociazione Nazionale Carabinieri - MassafraComitato Festa Madonna della Scala - MassafraUniversità degli Studi Aldo Moro - BariAssociazione Echèo Onlus - PalagianoAssociazione culturale Terra di Puglia - MassafraAssociazione volontariato Onlus Caritas Christi - MassafraAssociazione Marathon MassafraAssociazione trapiantati Organi Puglia - MassafraAssociazione “Sorriso Francescano” Onlus - MassafraAssociazione Culturale Dionysiakos - MassafraComitato Festa San Nicola - PalagianoAssociazione Onlus Il Corifeo Istituto Comprensivo Giovanni XXIII PalagianoComitato Festa Patronale San Rocco - PalagianoComitato Festa SS Medici - MassafraA.V.I.S. Comunale MassafraA.I.D.O Onlus

FIDAPA BPW Italy - Sezione Massafra Istituto Storia Risorgimento ItalianoLions Club Massafra - Mottola “Le Cripte”A.S.D. Circolo Tennis PalagianoCentro di Cultura per lo Sviluppo “G. Lazzati” Associazione “Il Cantiere”Associazione culturale Massafra UnicaComitato rionale Gesù BambinoRettoria della Antica Chiesa MadreParrocchia Maria SS del CarmineGruppo Volontario Vincenziano - MassafraOpera Don Bonifacio Azione VerdeASD Atletica Podistica PalagianoAssociazione Culturale “Ambiente H”ACD Virtus MassafraAssociazione Ehèo OnlusAssociazione culturale Terra di Puglia - MassafraFondazione ANT - MassafraAssociazione Culturale San Leonardo Massafra

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“La Fabbrica dei desideri”:1. Locandina dell’evento organizzato

dalla Associazione Massafra Unica con la partnership della BCC Massafra

2. Piccoli ospiti nello stand Bcc Massafra3. L’albero di Natale

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Banca di Credito Cooperativo di Massafra

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“Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare,

e non temete niente”Rita Levi Montalcini

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