Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015 111 in considerazione i soli bacini idrografici che interessano le zone del territorio comunale dì forte urbanizzazione e che hanno manifestato, nei corso degli ultimi decenni, frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico: Bacino del Rio di Ospo; Bacino del Torrente Fugnan; Bacino del Torrente Santa Barbara-Farnei; Bacino del Torrente della Luna. Estratto della Tav. 7.3 “Carta idrogeologica” Per considerazioni maggiormente di dettaglio si faccia riferimento alla relazione geologica redatta ai fini del P.R.G.C. Rischio idraulico e di intrusione marina Nello studio geologico effettuato in sede di redazione della variante al P.R.G.C., è stata anche analizzata la situazione geomorfologica dei corsi d'acqua del territorio evidenziando le situazioni di dissesto di origine naturale e antropica (erosioni in alveo, sovralluvionamenti, presenza di scarichi fognari età). Per i corsi d'acqua principali del territorio comunale è stata valutata la portata di massima piena riferita a tempi di ritorno di 100 anni. I valori risultano mediamente inferiori rispetto a quanto stimato in occasione degli eventi di piena verificatesi negli anni 1963 e 1977, che hanno provocato rispettivamente l'esondazione del Torrente Fugnan e del Rio Ospo. Per i corsi d'acqua minori, caratterizzati da lunghezze dell'asta principale di poche centinaia di metri e da portate idriche nulle o di pochi litri al secondo, è stata rilevata la necessità di provvedere ad una costante manutenzione dell'alveo (rimozione delle ramaglie e dei materiali sedimentati), per favorire il deflusso in occasione degli eventi meteorici intensi ma di breve durata. In sede di "Norme per lo standard di acquisizioni in campo geologico-tecnico idrogeologico geomeccanico e geotecnico. Prescrizioni in sede di pianificazione per il rilascio delle autorizzazioni e concessioni edilizie e di progettazione esecutiva", art. 9, comma 3, e come risulta dagli elaborati grafici allegati, sono stati ritenuti inedificabili tutte le linee d'impluvio e i tratti a cielo aperto dei corsi d'acqua, per una fascia di rispetto, dalla
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Bacino del Rio di Ospo; Bacino del Torrente Fugnan;files.meetup.com/3883012/150605 Parere VAS parte2.pdfBacino del Torrente Fugnan; ... in gran parte, ... nelle acque regionali costiere
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in considerazione i soli bacini idrografici che interessano le zone del territorio comunale dì forte urbanizzazione e che
hanno manifestato, nei corso degli ultimi decenni, frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico:
� Bacino del Rio di Ospo;
� Bacino del Torrente Fugnan;
� Bacino del Torrente Santa Barbara-Farnei;
� Bacino del Torrente della Luna.
Estratto della Tav. 7.3 “Carta idrogeologica”
Per considerazioni maggiormente di dettaglio si faccia riferimento alla relazione geologica redatta ai fini del P.R.G.C.
Rischio idraulico e di intrusione marina
Nello studio geologico effettuato in sede di redazione della variante al P.R.G.C., è stata anche analizzata la situazione
geomorfologica dei corsi d'acqua del territorio evidenziando le situazioni di dissesto di origine naturale e antropica
(erosioni in alveo, sovralluvionamenti, presenza di scarichi fognari età).
Per i corsi d'acqua principali del territorio comunale è stata valutata la portata di massima piena riferita a tempi di
ritorno di 100 anni. I valori risultano mediamente inferiori rispetto a quanto stimato in occasione degli eventi di piena
verificatesi negli anni 1963 e 1977, che hanno provocato rispettivamente l'esondazione del Torrente Fugnan e del Rio
Ospo.
Per i corsi d'acqua minori, caratterizzati da lunghezze dell'asta principale di poche centinaia di metri e da portate
idriche nulle o di pochi litri al secondo, è stata rilevata la necessità di provvedere ad una costante manutenzione
dell'alveo (rimozione delle ramaglie e dei materiali sedimentati), per favorire il deflusso in occasione degli eventi
meteorici intensi ma di breve durata. In sede di "Norme per lo standard di acquisizioni in campo geologico-tecnico
idrogeologico geomeccanico e geotecnico. Prescrizioni in sede di pianificazione per il rilascio delle autorizzazioni e
concessioni edilizie e di progettazione esecutiva", art. 9, comma 3, e come risulta dagli elaborati grafici allegati, sono
stati ritenuti inedificabili tutte le linee d'impluvio e i tratti a cielo aperto dei corsi d'acqua, per una fascia di rispetto, dalla
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linea d'alveo, di ampiezza superiore a 10 m. Per quanto riguarda il fenomeno "acqua alta" nel centro storico di Muggia,
si rileva che il problema è stato ricondotto, in gran parte, alla incapacità della rete fognaria cittadina di smaltire le acque
meteoriche in occasione degli eventi di precipitazione di breve durata, ma di forte intensità. Gli interventi di
completamento della rete fognaria cittadina, attualmente in fase di ultimazione, hanno come obiettivo la risoluzione
delle problematiche evidenziate. Particolare attenzione è stata infatti rivolta al ripristino della rete nel centro storico di
Muggia, oggetto in passato di fenomeni di allagamento. È un fatto abbastanza raro, invece, che gli allagamenti
nell'area cittadina siano dovuti esclusivamente a fenomeni meteomarini. Infatti la concomitanza di un livello medio del
mare elevato per effetto della bassa pressione atmosferica, di venti meridionali sul bacino adriatico, della massima
elevazione della sessa adriatica fondamentale e dell'alta marea astronomica, ha come risultato un innalzamento
complessivo del livello marino che, nelle acque regionali costiere può raggiungere in casi eccezionali i 2 m ("acqua
alta"). Le situazioni meteorologiche che determinano l'acqua alta sono inoltre spesso accompagnate da un intenso
moto ondoso che aumenta la capacità di invasione marina costiera. Da questo punto di vista, l'orientamento geografico
del territorio comunale ed, in particolare, del centro storico fa sì che gran parte dell'energia posseduta dal moto ondosa
venga dissipata per effetto della circolazione marina prima di raggiungere la linea costiera muggesana.
Per la valutazione degli aspetti meteomarini sono stati considerate le registrazioni del mareografo di Trieste che, con
riferimento a "Rischio di intrusione marina sull'arco costiero regionale a seguito di acque alte eccezionali e loro
concomitanza con le piene fluviali - relazione presentata al Comitato Tecnico-scientifico per la Protezione Civile della
Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia" risulta essere rappresentativo di tutto l'arco costiero regionale.
Considerando come livello di guardia per un rischio di intrusione marina lungo l'arco costiero regionale, l'elevazione di
un metro sopra il livello medio del mare, nei grafici vengono riportati, rispettivamente, i livelli orari del mare a Trieste
superiori ad 1 m, ed il valore medio dei livelli orari del mare superiori ad 1 m, nel periodo 1939-1991. Dalle registrazioni
al mareografo di Trieste (Molo Sartorio) si osserva che le maggiori elevazioni medie si sono avute nel 1969 e nel 1980
e che il livello più alto è stato raggiunto il 26 novembre 1969 con 2,0 m sopra il livello medio.
Dalla elaborazione dei valori estremi annuali con il metodo di Gumbel sono stati ottenuti i seguenti tempi di ritorno:
• livello superiore a 110 cm: 1,5 anni
• livello superiore a 150 cm: 30 anni
• livello superiore a 200 cm: 70 anni
In conclusione, è stato considerato che il tempo medio di ritorno per un'acqua alta eccezionale, che superi cioè il livello
medio del marea di 1,5 m lungo le coste regionali, sia dell'ordine di 50 anni.
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7.2.4 Caratteristiche dei suoli
All’interno del territorio comunale di Muggia è possibile rilevare le seguenti unità cartografiche (U.C.), cui corrispondono
specifici tipi di suolo (ERSA 2006):
Unità cartografica F3: Versanti antropizzati di Trieste e Muggia
� MUG1 - Suoli franchi, sub alcalini; Calcari-Endoleptic Cambisols. Suoli franchi, con scheletro scarso o
comune, subalcalini, ben drenati. L’approfondimento radicale è limitato tra 50 e 100 cm dal contatto lithico;
� MUG2 - Suoli franchi, neutri; Eutri-Endoleptic Cambisols. Suoli franchi o franco-limosi, con scheletro scarso,
neutri, ben drenati. L’approfondimento radicale è limitato tra 50 e 100 cm dal contatto lithico.
Unità cartografica F5: Versanti a bosco di Vignano
Specie di importanza locale nelle stazioni di S.Bartolomeo, Punta Sottile e Piastroni [Fonte: Merson 2003]
Da segnalare la presenza, ormai rara, di praterie di fanerogame marine situate ai limiti della provincia di Trieste, tra cui
la zona di Punta Sottile (AA.VV. 1999).
L'analisi dei valori percentuali degli elementi fitogeografici calcolati per la flora del Golfo di Trieste, evidenzia la
prevalenza degli elementi Cosmopoliti ed Atlantici; l'esame dello spettro corologico, confrontato con i valori medi del
Mediterraneo, mette in evidenza la povertà dell'elemento endemico Mediterraneo, che ha nell'intero bacino il valore di
25,6%. Questa, assieme all'elevata percentuale di elementi Cosmopoliti, sono caratteristiche comuni al settore
biogeografico orientale del Mediterraneo (Merson 2003). Durante gli ultimi decenni, diversi Autori hanno segnalato nel
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Nord Adriatico profondi cambiamenti nella composizione e struttura dei popolamenti vegetali marini, come risultato di
azioni antropiche di diversa natura (Munda, 2000). Nel Golfo di Trieste gli stress ecologici subiti dall'ambiente negli
ultimi 30 anni ad opera di impatti di diversa natura, legati ad una gestione non sempre razionale della fascia costiera e,
più in generale, a variazioni climatiche, risultano particolarmente evidenti nella regressione quali-quantitativa della
vegetazione bentonica. Il monitoraggio condotto lungo il Golfo di Trieste ha infatti permesso di evidenziare un
decremento del numero di specie del 20% rispetto a quelle rilevate nelle stesse aree da Pignatti e Giaccone nel 1967
(Falace 2000). La ridotta estensione delle associazioni climaciche del Golfo nell’area muggesana è legata
presumibilmente al recente insediamento di vasconi per la pescicoltura, all'impianto di filiere per la mitilicoltura e ai
lavori (cominciati in concomitanza con la sperimentazione) di ricostruzione della strada litoranea e alla costruzione del
porto turistico, che hanno inciso prevalentemente sulla torbidità dell'acqua (Merson 2003).
Cystoseira e Cymodocea su substrato misto (sx) e colonizzazione algale (dx) [Foto Odorico R. in Merson 2003]
Si riporta di seguito un’estratto della carta delle biocenosi bentoniche relative all’area muggesana:
Carta delle biocenosi bentoniche dell’area muggesana [Fonte: nostra elaborazione da dati esistenti]
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Valore naturalistico e rete ecologica
In sede di redazione della variante al PRGC è stato predisposta la Tav. 6.6 “Valore naturalistico”, la quale associa a
ciascun uso del suolo un valore di naturalità, o Indice di Naturalità, normalizzato tra 0 e 1. Sulla base dei valori di
naturalità assegnati, sono state formate 5 classi di valore naturalistico, da bassa ad elevata. La ricerca di un indicatore
di naturalità del territorio prende spunto dal lavoro svolto su questo argomento dall’Osservatorio Città Sostenibili (OCS)
del Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino nel 20014; I valori di naturalità possono
essere cambiati in virtù di differenti ipotesi ecologiche, pur mantenendo però la congruenza complessiva della matrice.
Di seguito di riporta la tabella di sintesi utilizzata nella valutazione dei singoli usi del suolo, riadattata, sulla base delle
considerazioni relative agli habitat di specie.
Categorie di biotopo Valore Territori modellati artificialmente basso Colture agricole non legnose
medio-basso Tare ed incolti
Verde urbano
Prati stabili ed agrarie legnose medio Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali importanti medio-alto Spazi aperti con/senza vegetazione
Lande erbose
alto Vegetazione arbustiva in evoluzione
Boschi
Zone umide
Valori naturalistici utilizzati per Muggia su base da OCS [Osservatorio Città Sostenibili]
Sulla base di questi ragionamenti, il territorio comunale risulta suddiviso in cinque tonalità di verde (dal chiaro allo
scuro), corrispondente a cinque classi di valore naturalistico, come riportato dalla seguente immagine:
1 2
Estratto della Tav. 6.6: aree a maggiore (1) e minore (2) grado di naturalità all’interno dei confini comunali
4 Osservatorio Città Sostenibili, “Indice del grado di naturalità del territorio.”, OCS Doc. 2/2002, Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di
Torino, 31 Gennaio 2002.
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Come si osserva dall’elaborato, le aree a maggior naturalità sono localizzate presso Punta Ronco, in connessione con
la darsella di San Bartolomeo, le aree attorno alla Frazione di Zindis e Muggia Vecchia, le aree intorno al bosco di
Piaso, Farnei e buona parte delle aree in prossimità del confine comunale est, in un continuum che parte dal bosco
Vignano a sud per risalire verso nord al Monte d’Oro. Le aree boscate e le zone umide concorrono a creare le aree a
maggior valore naturalistico. La continuità delle aree a maggior valore naturalistico nel confine sud ed est del comune
con le aree contermini slovene e del comune di San Dorligo della Valle/Dolina è ben visibile soprattutto lungo la
darsella di San Bartolomeo, tra Chiampore e Colombano, nel valico di Santa Barbara, Rabuiese, Vignano e Monte
d’Oro. Come mostrato nel riquadro più piccolo della tavola, queste aree naturalisticamente di valore, se
opportunamente tutelate e valorizzate, potrebbero costituire un importante collegamento ecologico con le aree già di
per se tutelate all’interno dei confini sloveni e della provincia di Trieste (Val Rosandra).
Sulla base di queste considerazioni e tramite la sovrapposizione dei tematismi dalla carta degli habitat e della
frammentazione territoriale, sarà delineata, in fase progettuale, la rete ecologica a scala comunale e sovra-comunale,
al fine di preservare e valorizzare le aree maggiormente importanti dal punto di vista della salvaguardia della
biodiversità ed il collegamento funzionale dei principali ecosistemi all’interno ed all’esterno dei confini comunali.
La rete ecologica
Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si
tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat"
per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a
livello comunitario. La rete Natura 2000 è costituita da Zone Speciali di Conservazione (ZSC) istituite dagli Stati
Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS)
istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli". All’interno del territorio comunale non insistono aree SIC e ZPS.;
si segnala comunque la presenza di un sito oggetto di studi da parte della Società Italiana di Biologia Marina e
dell’Università di Trieste relativo ad un proposto sito Natura 2000 marino presso Punta Sottile.
2012 - Area proposta come Sito Natura 2000 dalla Società Italiana di Biologia Marina e dall’Università di Trieste (non ufficializzata) fonte: comunicazione della Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali - Servizio caccia, risorse ittiche e biodiversità
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Nell’area vasta sono presenti invece il SIC IT 3340006 “Carso Triestino e Goriziano” e la ZPS IT3341002 “Aree
carsiche della Venezia Giulia” (localizzati ad una distanza di circa 3 Km in linea d’aria), in parte ricadenti nel territorio
comunale di San Dorligo della Valle-Dolina e Trieste. All’interno del territorio sloveno, nell’area vasta, sono presenti il
SIC SI3000243 “Debeli Rtiè – klif” (a circa 2 km dal confine sud di Muggia), il SIC SI3000241 “Ankaran - Sv. Nikolaj” (a
circa 3.5 Km dal confine sud di Muggia), il SIC SI3000276 “Kras” ( a circa 3 Km dal confine est di Muggia) e la ZPS
SI5000023 “Kras”.
Aree SIC e ZPS nell’area nazionale
SI3000243SI3000241
SI5000023
SI3000276
IT3340006
IT3341002SI5000028
Aree SIC e ZPS nell’area nazionale ed oltre confine
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La necessità di tutela, salvaguardia e valorizzazione di aree “importanti” sotto il profilo naturalistico anche all’interno del
comune di Muggia, ha portato, in sede di analisi propedeutiche alla redazione del nuovo PRGC, alla redazione della
“Carta della rete ecologica” (Tav. 8.1), basata sulle considerazioni effettuate su habitat, uso del suolo e valore
naturalistico. Sono stati individuati i seguenti elementi della rete:
1. Aree nucleo (core areas): rappresentano gli ecosistemi più significativi, dotati di un’elevata naturalità;
costituiscono l’ossatura della rete.
2. Aree tampone (buffer zones): aree contigue alle aree nucleo, svolgono una funzione di protezione con una
sorta di “effetto filtro”.
3. Stepping stones: aree dotate di elevata naturalità ma isolate dalla matrice territoriale prevalente e di
superficie ridotta.
4. Corridoio ecologico primario (Rio Ospo): corridoio ecologico fluviale rappresentato dal Rio Ospo, di
fondamentale importanza per il movimento delle specie e per il mantenimento della funzionalità degli
ecosistemi da esso attraversati.
5. Corridoi ecologici primari: porzioni continue di territorio naturale o semi-naturale che connettono aree dotate
di elevata naturalità (aree nucleo, stepping stones). Il tematismo rappresenta una schematizzazione delle
principali connessioni fisiche e funzionali presenti all’interno del territorio comunale ed extracomunale.
6. Ambiti di potenziale completamento della rete ecologica: porzioni più o meno continue di territorio
naturale o semi-naturale che possono concorrere a potenziare il sistema della rete ecologica.
Di seguito si riporta un’ estratto della tavola:
Estratto della Tav. 8.1 “Rete ecologica” intorno all’area del bosco di Farnei
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7.5 Paesaggio extraurbano ed urbano
Come sottolineato dalla Convenzione Europea del Paesaggio del Consiglio d’Europa (CEP) (AA.VV. 2000), il
paesaggio svolge un’importante funzione di interesse generale in ambito culturale, ecologico, ambientale e sociale e
costituisce, a sua volta, un importante fattore di qualità della vita e del benessere individuale e collettivo. Nell’ambito di
politiche di azione e conservazione del paesaggio risulta necessario definire strategie per la partecipazione attiva alla
tutela ed alla gestione del paesaggio, tra cui:
riconoscere identità ed appartenenze al paesaggio
comprendere e recepire il valore del paesaggio
evidenziare le possibili alternative allo sfruttamento irreversibile del territorio
Conservare l’autenticità del paesaggio non significa mantenerlo intatto, poiché esso è di per sé qualcosa di dinamico,
capace di assimilare ed integrare nel tempo le modificazioni naturali ed antropiche. Quando le modifiche ad opera
dell’uomo sono troppo repentine o di forte impatto, si assiste però ad una distruzione di qualsiasi identità
paesaggistica, che porta ad una perdita dell’identità di territorio, a seguito di fenomeni quali l’urbanizzazione diffusa e
l’intensivizzazione delle pratiche agricole. Nel contempo si assiste da tempo all’abbandono delle pratiche zootecniche
ed agricole nelle aree di collina e montagna di tutta l’area mediterranea, in particolar modo Alpi ed Appennini. Ciò
comporta il ritorno spontaneo del bosco e di cespuglieti con conseguenze sensibili sulla qualità paesaggistica, sulla
sicurezza del territorio e sulla biodiversità (Sitzia et al. 2011). Le aree rurali assumono un’importanza multifunzionale
non solo sotto il profilo ecologico ma anche per le potenzialità collettive ed identificative delle popolazioni locali, e per la
loro funzione agricola ed ambientale. Questi elementi hanno messo in evidenza l’importanza di un ritorno verso
un’agricoltura agroecosistemica capace di dare nuova legittimazione all’attività agricola al di la della produzione di
alimenti: produzione di paesaggio, impiego, trattamento dei rifiuti, produzione energetica, e di servizi legati al turismo
ed al tempo libero. Anche la comunità europea si sta orientando in questo senso; l’Agenda 2000, la riforma della PAC
(Politica Agricola Comune), il Piano di Sviluppo Rurale (2007-2013) mettono in evidenzia il cambio di rotta, l’importanza
di un’agricoltura integrata e la necessità di azioni volte allo sviluppo rurale e non solo dell’agricoltura.
Ad oggi il Piano Paesaggistico della Regione Friuli Venezia Giulia è in fase di redazione; strumento di supporto per la
redazione del piano è “L'atlante fotografico degli ambiti paesaggistici”, il quale inserisce il territorio comunale all’interno
dell’ambito di paesaggio AP31 denominato “La costiera triestina e Muggia”. Tra i valori dell’ambito viene sottolineata
la leggibilità dei propri caratteri morfologici e litologici (in particolare i fenomeni carsici epigei). Vi si riscontra inoltre la
presenza diffusa di centri storici rilevanti sia per l’impianto urbano, sia per il patrimonio edilizio, nonché la permanenza
di opere di terrazzamento tradizionali sui versanti collinari costieri. Si segnala inoltre la presenza di aree ad elevata
naturalità e di pregio agricolo, anche se frammentate dalla matrice urbanizzata. Tra le criticità troviamo la scarsa
qualità degli insediamenti industriali e artigianali, e parimenti una bassa qualità dell’architettura e dell’edilizia più
recenti. Una scarsa attenzione poi è riservata al contesto paesaggistico (ad esempio viene sottolineata la prossimità di
aree produttive e commerciali e della relativa rete viaria ad aree ad elevato pregio ambientale e paesaggistico). Da
ultimo si sottolinea la presenza di urbanizzazione diffusa nell’area collinare tra Punta Ronco e Muggia, con effetti
negativi sul paesaggio agro-forestale dell’area.
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Sezione diagrammatica degli elementi caratterizzanti della costiera Muggesana [Fonte: “Atlante fotografico degli ambiti paesaggistici”]
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Si riportano di seguito una serie di immagine relative al territorio comunale suddivise per caratteri naturali, caratteri
agricoli e caratteri insediativi-strutturali:
Caratteri naturali
a) Vegetazione semi-naturale sopra Punta Ronco
b) Paesaggio forestale sopra Santa Barbara
Caratteri agricoli
a) Uliveti terrazzati sopra il Lazzaretto
b) Piccoli appezzamenti agricoli presso le Noghere
a) b)
b)a)
Caratteri insediativi ed infrastrutturali
a) Muggia
b) Strada per Lazzaretto
a) b)
Esempi di caratteri distintivi del territorio comunale
Caratteri insediativi ed infrastrutturali
� Due principali aree urbanizzate, ovvero Muggia (affacciata sulla baia omonima, al centro del territorio
comunale) ed Aquilinia (nella porzione nord-est del territorio). La prima, nel corso degli anni, si è espansa sia
lungo la costa, sia verso l’interno collinare, formando in molte situazioni un’unicuum residenziale con le varie
frazioni del territorio comunale, quali Chiampore, Zindis, Santa Barbara ed altre.
� L’area industriale e commerciale del comune si presenta come un’area compatta che parte dalla Valle di
Zaule fino alla foce del Rio di Ospo. In particolar modo si evidenzia l’adiacenza della stessa con l’abitato di
Aquilinia e con le aree maggiormente naturali dei laghetti delle Noghere, del bosco Vignano e del Monte
d’Oro;
� Il sistema viario, caratterizzato dal passaggio in direzione nord-sud nella parte orientale del comune dalla
direttrice SS15 Lacotisce-Rabuiese, che costituisce la diramazione a carreggiate separate ed a due corsie per
senso di marcia della strada statale n° 202 verso il confine sloveno ed il relativo sistema autostradale
(direttrice A1 Lubiana-Capodistria); la rete viaria provinciale è invece caratterizzate da sei arterie quali la SP
13 “di Caresana” (SP 12B - ponte torrente Rosandra - bivio di Baredi - Caresana - Crociata di Prebenico -
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confine di Stato di San Bartolomeo), la SP 15 “delle Noghere” (Rabuiese - Farnei - SP 14), la SP 16 “di Santa
Barbara e Girone di Santa Barbara” (Muggia SP 14 - confine di Stato di Santa Barbara), la SP 17 “di
Chiampore e Girone di Chiampore” (San Rocco SP 14 - Zindis - San Floriano - confine di Stato di
Chiampore), e la SP 25 “di Chiampore”.
� un’area estrattiva attiva in località Rabuiese (cava “ex Gorlato”);
� presenza, lungo la linea di costa, di diverse aree fortemente antropizzate, quali aree portuali, commerciali e
residenziali, parzialmente attenuate nell’area compresa tra porto San Rocco a Punta Sottile e da Punta Sottile
al valico di San Bartolomeo (eccezion fatta per l’area militare del Lazzeretto).
Territorio naturale e seminaturale
� I principali corsi d’acqua e canali tra cui il rio Almerigotti, il torrente Pisciolon, il rio Ospo. Lungo il Rio Ospo in
particolare si segnala la presenza di fasce tampone risalenti fino ai laghetti delle Noghere;
� Le aree boscate principali: il Monte d’Oro e il Bosco Vignano nella parte orientale, adiacenti al confine
comunale. Il Bosco di Farnei, di Piaso e di San Rocco nella parte centrale del territorio; i primi due in
particolare si inseriscono all’interno delle aree residenziali esistenti come “cunei” verdi. Il terzo si colloca
come un’isola all’interno della matrice urbanizzata. Infine il bosco di Punta Ronco e le aree attorno a Punta
Sottile nella porzione occidentale del territorio;
� Le lande ed i cespuglieti, distribuiti all’interno di tutto il territorio comunale come piccole tessere circondate da
matrice boschiva o coltivata. Nella maggior parte dei casi rappresentano fasi di evoluzione naturale di aree un
tempo coltivate o pascolate, che, in base allo stadio di avanzamento del bosco, possono presentare facies
differenti (date dal grado di evoluzione del bosco).
Territorio agricolo
� Gli uliveti, localizzati principalmente nella porzione collinare interna del comune. Trattasi di aree molto
frammentarie spesso in adiacenza ad aree urbanizzate;
� I vigneti, localizzati principalmente nella porzione sud del territorio. L’area maggiormente estesa è localizzata
nella Darsella di San Bartolomeo, in continuità con i vigneti dell’area slovena adiacente;
� Bassissima percentuale di aree a seminativo. Trattasi per lo più di appezzamenti ad uso familiare di
piccolissime dimensioni e frammentari all’interno del territorio comunale.
� le mitilicolture: l’attività mitilicola mentre presenta discutibili elementi di paesaggio per le strutture galleggianti,
dal punto di vista subacqueo contribuisce in maniera predominante sulle dinamiche di colonizzazione. Da
secoli è noto che qualsiasi manufatto immerso in mare in breve tempo si ricopre di organismi sessili, tale è la
concentrazione di animali allo stadio larvale e giovanile presenti nella colonna d'acqua.
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I tipici muretti in pietra arenaria, recenti e antichi, nel territorio comunale
In sede di elaborazione della variante al PRGC, è stato effettuato uno studio specifico sulla frammentazione del
paesaggio muggesano (Tav. 6.4): l’elaborato analizza gli elementi che concorrono alla frammentazione del paesaggio
periurbano e gli elementi di continuità territoriale. Tra gli elementi di frammentazione territoriale sono stati rilevate le reti
stradali principali, le aree industriali e commerciali, l’edificato consolidato/diffuso e le cave. La matrice agricola e
naturale del territorio è stata invece identificata come elemento di continuità ed integrità paesaggistica. La
sovrapposizione di questi elementi contrapposti ha permesso di rilevare alcuni “varchi”, ovvero aree di continuità di
territorio naturale e/o agricolo.
Estratto della Tav. 6.4: vengono indicati i principali elementi caratterizzanti l’elaborato
Le trasformazioni che interessano il paesaggio periurbano hanno spesso provocato considerevoli frammentazioni ed
alterazioni dei sistemi costruttivi storici e della tessitura territoriale passata. Tali caratteri strutturali spesso connotavano
anche percettivamente il paesaggio, rendendolo di particolare interesse estetico. Soprattutto nelle aree periurbane si
osserva una notevole perdita di qualità del paesaggio agrario, dovuta spesso alla mancanza di reti e di sistemi in grado
di mantenere riconoscibili la tessitura costruttiva e le diverse unità di paesaggio, con particolare interesse al paesaggio
agrario e naturale, connesse al paesaggio periurbano. L’elaborato evidenzia proprio la frammentazione del territorio
muggesano dovuta in primis all’urbanizzazione diffusa che si espande dal centro storico di Muggia verso sud,
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connettendosi senza soluzione di continuità con le maggiori frazioni dell’area (Porto San Rocco, Chiampore, Santa
Barbara), poste nelle aree collinari. Il profilo della costa poi regala lembi di territorio naturale solo nell’area compresa
tra Punta Ronchi e Punta Sottile. Elemento di forte impatto paesaggistico e di frammentazione territoriale è
rappresentato poi dall’area industriale (insieme alla autostrada A1 ed alla SS 15), la quale “spezza” in due netti
tronconi le aree agricole e naturali delle Noghere e del Bosco Vignano con quelle del Rabuiese e del Monte Castellier.
Si riportano infine le aree sottoposte a vincolo paesaggistico (ai sensi dell'art.136 D.Lgs 42/2004) del territorio
comunale:
Zone vincolate ai sensi dell'art.136 D.Lgs 42/2004 nel territorio comunale di Muggia [Fonte: webgis FVG]
7.6 Patrimonio archeologico e storico
Cenni storici 5
Sul colle (m. 172), chiamato Muggia Vecchia, ad occidente della odierna Muggia, vanno ricercate le prime tracce della
vita dell’abitato. Come è avvenuto per molti centri istriani, passati da castelliere preistorico a castellum romano e a
rocca feudale, è probabile che il primo insediamento di Muggia appartenga alla civiltà dei castellieri, largamente
documentati nella regione e negli immediati dintorni del territorio; ma la mancanza di scavi sistematici non permette più
ampie considerazioni. Solo dopo la fondazione della nuova colonia di Aquileia (181 a.C.) e la conquista romana
dell'Istria (178-177 a.C), la Venezia Giulia e con essa Muggia entrano nell'età storica. Lento e secolare fu in queste
terre il processo di assimilazione alla romanità, dovuto alla presenza e l'azione della colonia di Aquileia, e al prestigio
morale e la potenza anche materiale della chiesa aquileiese su tutta la regione giulia, fino all'alba del '400. Il primo
documento in cui appare il nome di Muggia nel Medioevo è il diploma del 931, con cui i re d'Italia Ugo e Lotario fecero
completa donazione del «castellum quod dicitur Mugla» al patriarca di Aquileia; da quel momento Muggia rimase
soggetta al dominio temporale dei patriarchi fino al 1420, quando ad esso si sostituì la sovranità della Serenissima; qui
5 La parte storica introduttiva è tratta da Cuscito (1971)
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146
nel 1256 si costituì il comune e il gastaldo del patriarca fu sostituito da un podestà eletto dal consiglio cittadino, mentre
il più antico codice degli Statuti risale alla prima metà del sec. XIV. Nel 1420, crollato il potere temporale dei patriarchi,
Muggia sottoscrisse l'atto di dedizione a Venezia, che s'impegnò a osservare gli Statuti e le consuetudini della Terra.
Da questo momento sul contestato confine della Rosandra si affrontano due potenze: l'Austria, signora della Contea
d'Istria (Istria interna), di Trieste e Duino, e Venezia, dominatrice del Marchesato istriano (Istria costiera). Per Muggia
cominciarono così anni di floridezza e prosperità, grazie al commercio del sale con la Carniola, anche se non
mancarono gravi vertenze con Trieste per i confini e per il possesso delle saline nella piana di Zaule, di cui Venezia si
dimostrava gelosissima.
Veduta di Muggia del sec. XVIII - dalle «Memorie» di P. Petronio (sx) ed estratto (nucleo storico di Muggia) della Carta Corografica del Litorale riconducibile alla prima metà dell’Ottocento (dx).
La creazione successiva del porto franco di Trieste per opera di Carlo VI, il progressivo tramonto della potenza veneta
e l'esclusivo favore rivolto da Venezia a Capodistria contribuirono al declino della vita muggesana. Caduta la
Repubblica di Venezia (1797), Muggia con l'Istria venne ceduta all'Austria, che, con l'intervallo napoleonico degli anni
1809-13, vi dominò fino al 1918, quando la provincia entrò a far parte del Regno d'Italia. In seguito al Memorandum di
Londra (1954), Muggia rimane l'ultimo lembo di terra istriana entro i confini nazionali. Durante la dominazione austriaca
Muggia dovette subire anche la soppressione delle saline; all'economia muggesana non restava ormai che la pesca e
l'agricoltura, essendo ridotti anche i traffici col retroterra. Allora andò sviluppandosi l'industria della pietra, cavata dalle
stratificazioni di arenaria (masegno) di cui è ricco il sottosuolo del territorio. Pur soffocata dall'evoluzione di Trieste,
Muggia riuscì ad inserirsi egregiamente nello sviluppo industriale: nel 1846-47 venne istituito il Collegio accademico dei
Cadetti (Squero dei Cadetti), dove vennero costruite diverse navi da guerra; nel 1858 fu aperto il Cantiere S. Rocco sul
posto dell'omonima chiesa, costruita nel 1630 in seguito a una grave pestilenza (la chiesa fu demolita e fu edificata
l'attuale nelle immediate vicinanze). Per Muggia tornarono tempi floridi e, a protezione dell'industria navale
muggesana, il governo austriaco munì la città di quattro fortezze: una sopra la collina prospiciente San Rocco, un'altra
a Zindis, una terza sulla collina di S. Michele e la quarta in località Ronchi. Ma sul finire del secolo gran parte dei lavori
vennero trasferiti al Cantiere S. Marco di Trieste ed a Monfalcone, provocando il declino industriale della cittadina, che
si distinse sempre per l'elevato livello delle sue maestranze. Fino alla prima guerra mondiale pochi edifici furono
costruiti fuori le mura. L'annessione all'Italia segna una effimera ripresa dell'attività industriale, che si riflette anche in
una moderata espansione edilizia. L'espansione più massiccia di Muggia, però, si ebbe solo nel secondo dopoguerra,
con la costruzione di interi quartieri.
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147
Patrimonio archeologico
La recente pubblicazione di Auriemma & Karinja (2008), rileva la presenza di 25 unità topografiche (COD_UT),
corrispondenti a 33 evidenze archeologiche (COD_EA), come riportato nella tabella di dettaglio:
COD_EA COD_UT Tipologia Denominazione
16_B 16 Villa e banchina Insediamento di Stramare
16_A 16 Area di affioramento di materiale
archeologico
Insediamento di Stramare
17_A 17 Molo Molo di Punta Sottile Nord
18_A 18 molo Molo di Punta Sottile Sud-Ovest
29_A 29 Area di affioramento di materiale
archeologico
Insediamento di Punta Sottile Sud-Ovest
30_A 30 Necropoli Necropoli di Lazzaretto
31_A 31 Resti di incerta interpretazione Resti sommersi di Punta Ronco
32_A 32 Area di affioramento di materiale
archeologico
Affioramento di Punta Ronco
33_A 33 Strada Carraia di Punta Ronco
36_A 36 Insediamento abitativo Insediamento abitativo di Teglada
90_A 90 Impianto produttivo; insediamento
abitativo
Insediamento abitativo di Farnei
91_B 91 Resti di incerta interpretazione Villa di Mazzarei
91_A 91 Villa Villa di Mazzarei
92_B 92 Materiale sporadico Castelliere di Muggia vecchia
92_A 92 Castelliere Castelliere di Muggia vecchia
92_C 92 Insediamento Castelliere di Muggia vecchia
93_A 93 porto Porto di Muggia
107_A 107 Area di affioramento di materiale
archeologico
Affiormanento di Rio Ospo
108_A 108 Strutture di incerta interpretazione Strutture nell'alveo di Rio Ospo
109_A 109 Area di affioramento di materiale
archeologico
Affioramento di Rio Ospo
110_C 110 Santuario Castelliere di Elleri
110_A 110 Castelliere Castelliere di Elleri
110_B 110 Castelliere Castelliere di Elleri
111_A 111 Area di affioramento di materiale
archeologico
Affioramento dei laghetti di Noghere
112_A 112 Resti di incerta interpretazione Materiale sporadico di Rione Fonderia
113_A 113 porto ipotetico Porto di San Clemente
114_A 114 Porto ipotetico Presunto approdo di San Rocco
148_A 148 Necropoli Necropoli di Santa Barbara
149_A 149 Molo Molo peschiera di Muggia
216_A 216 Area di affioramento di materiale
archeologico
Resti archeologici di Monte San Michele
216_C 216 Necropoli Resti archeologici di Monte San Michele
216_B 216 Insediamento Resti archeologici di Monte San Michele
217_A 217 Area di affioramento di materiale
archeologico
Affioramento di Punta Ronco
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148
La localizzazione delle stesse è riportata nella seguente carta:
Evidenze archeologiche ed unità topografiche a Muggia (Fonte: Auriemma & Karinja 2008, modificato)
Sono state individuate 3 complessi archeologici, costituiti dall’associazione di più unità topografiche:
� complesso di Punta Ronco;
� Complesso di Punta Sottile;
� Complesso di San Bartolomeo.
In sintesi, all’interno del teritorio comunale, le tipologie di evidenze archelogiche sono così raggruppabili:
Tipologia N° evidenze archeologiche
Area di affioramento di materiale archeologico 8
Castelliere 3
Impianto produttivo; insediamento abitativo 1
Insediamento 2
Insediamento abitativo 1
Materiale sporadico 1
Molo 3
Necropoli 3
porto 1
porto ipotetico 2
Resti di incerta interpretazione 3
Santuario 1
Strada 1
Strutture di incerta interpretazione 1
Villa 1
Villa e banchina 1
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149
Molo di Punta Sottile – UT17 (a sx) ed affioramento di Rio Ospo – UT 107 (a dx)
Principali valenze storico-culturali
Della parte vecchia dell’attuale Muggia, si ricordano:
Il Mandracchio, ovvero la piccola darsena;
Piazzetta Guglielmo Marconi;
il Duomo gotico (risalente al sec. XV);
la “Chiesa di s. Giovanni e Paolo”;
il Palazzo dei Rettori, d’origine quattrocentesca, oggi sede municipale;
il castello di Muggia, nella calle omonima, risalente al XIV sec (sottoposto a vincolo ai sensi della 1089/39
“Norme in materia di tutela delle cose di interesse artistico e storico”);
le mura cinquecentesche (sottoposto a vincolo ai sensi della 1089/39 “Norme in materia di tutela delle cose di
interesse artistico e storico”).
La Chiesa di Santa Maria Assunta e il Duomo di Muggia
Nei dintorni del centro storico degna di nota è la chiesa di San Francesco (sottoposto a vincolo ai sensi della 1089/39
“Norme in materia di tutela delle cose di interesse artistico e storico”), di origine quattrocentesca (unico esempio di
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
150
architettura francescana di tal epoca nel territorio di Trieste), dotata di facciata a capanna, muratura a vista, portale
sormontato da un arco a sesto acuto e da un occhio di modesta dimensione. Infine si segnalano le vestigia di
fortificazioni veneziane che sorgono tra Muggia e Lazzaretto di San Bartolomeo (Forte Olmi, etc.).
Tra gli elementi più recenti caratterizzati da una forte valenza storico-culturale, si riportano:
Monumento ai caduti della Resistenza, nella parte alta di Santa Barbara (un monumento realizzato nel 1974
e che ricorda i nomi di 27 abitanti del borgo che morirono nell’atto di resistere alle truppe nazifasciste tra il
1942 e 1945);
Lavatoio di Santa Barbara (Edificato durante il Novecento e sistemato negli anni ‘70, quello di Santa Barbara
usufruisce dell’acqua della cisterna adiacente).
Lavatoio di Santa Barbara (sx) e Monumento ai caduti della Resistenza (dx)
Si riporta infine l’elenco delle fortificazioni localizzate nel promontorio muggesano, tratto dallo studio di Veronese
(1974), cui si rimanda per ulteriori approfondimenti:
Forte Olmi: fortilizio maggiore costruito tra il 1858 ed il 1864 sopra la punta omonima, ne rimane parte
cospicua, circondata da una distesa di ginestre;
Batteria n. 1: sopra San Rocco (strada della Fortezza): ne rimane parte dell’edificio principale inserito tra
abitazioni moderne;
Batteria n. 2: a Zindis: ne rimane, con rifacimenti, l’edificio principale (adibito a ristorante);
Batteria fortificata di San Michele: costruita a metà ottocento in vetta al colel omonimo che ospita la necropoli
altp-mediovale, sopra i resti dell’omonima e coeva chiesetta ed eremo; il fortilizio si trova a cavallo dell’attuale
confine italo-sloveno e ne rimangono parti murarie notevoli.
Suddivisione del territorio comunale in Unità di Paesaggio
A seguito dell'esame della documentazione soprariportata e di sopralluoghi sul campo, in sede di redazione del nuovo
PRGC, è stata formulata la suddivisione per paesaggio del territorio comunale di Muggia per componenti naturali,
antropiche e culturali, sintetizzate in un unico schema generale. In tal modo sono state individuate dodici Unità di
paesaggio e sono state formulate per ogni Unità una scheda sintetica che riporta anche una valutazione sugli elementi
prevalenti di valore e di disturbo paesaggistico. Di seguito si riporta lo schema generale con le varie componenti
caratterizzanti ciascuna unità (per approfondimenti si faccia riferimento all’Elaborato di piano 06d – UdP).
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UdP all’interno del territorio comunale [Fonte: Elaborato di piano 06d – UdP]
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
SCHEMA GENERALE DELLE UNITA' DI PAESAGGIO DI MUGGIA
UNITA' DI PAESAGGIO
e codice
PUNTA
OLM
I - PUNTA
SOTTILE
DARSE
LLA -
LAZZARET
TO -
CHIAMPO
RE
BOSC
O DEL
LA LUNA - ZINDIS -
FONTA
NEL
LA
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A URBANIZZA
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NSIONE DEN
SA
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DI
FARNEI
- S.
BARBARA - S. ANDREA
ZO
NA
INDUST
RIALE,
ARTIGIANALE
, COMMER
CIALE
VIGNANO - MONTE
D’ORO -
LAGHET
TI
ZAULE
- AQUILINIA
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
ANALISI per componenti PREVALENTI e CARATTERIZZANTI del paesaggio
componenti naturali
Forma del rilievo
- rilievo fortemente acclive X X X X X
- rilievo mediamente acclive X X X X X X X
- rilievo ondulato, poco acclive X X X X X X X X X
- assenza di rilievo X X X X X
Idrografia
- corsi d'acqua incisi in valli strette X X X X X X
- corsi con acqua superficiale in valli larghe V V
- specchi d'acqua artificiali V
- assente in superficie X X X X
Copertura vegetale
- boschi di latifoglie V V V X V V
- pinete d'impianto X V
- macchie e popolamenti arbustivi termofili V X V X V X
- prati aridi V V V V
- vegetazione dei luoghi umidi X V V
- vegetazione invasiva (robinia, ecc..) X X X X X X D
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
SCHEMA GENERALE DELLE UNITA' DI PAESAGGIO DI MUGGIA (segue) 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
(segue) ANALISI per componenti PREVALENTI e CARATTERIZZANTI del paesaggio
componenti antropiche
Colture ed elementi del paesaggio rurale
- colture orticole, seminativi, frutteti X X X X X X V X
- oliveti V V V V V V V
- vigneti V V V V V V V
- incolti e coltivi in abbandono D D D D D X
- siepi e formazioni lineari V V V X V
- gruppi arborei ed alberi isolati V V V V V V V
- terrazzamenti e manufatti minori V V V V V V V V
Tipologie insediative
- attorno ad un centro X X V X X X
- lineare X X X X X
- sparsa X X X X X X X
- in piano X X X X X
- su versante D X X D D X X X X X
- sul crinale X X X X X
Tipologie edilizie e funzionali
- storica o tradizionale conservata V V
- storica o tradizionale trasformata X X X X X
- in abbandono D D X D
- mono-bifamiliari su lotto singolo X X X X X X X
- plurifamiliari a schiera D X X X X X X X
- plurifamiliari a torre D X X X X
- plurifamiliari in linea o a blocco D D D
- servizi alla residenza, sport X X D
- strutture commerciali X X X
- industria, artigianato, portualità, cantieristica X X D
- ricettività: alberghi, ristoranti, campeggi, bagni, . X X X X
- diporto, rimessaggio X X X X
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SCHEMA GENERALE DELLE UNITA' DI PAESAGGIO DI MUGGIA (segue) 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12
segue) ANALISI per componenti PREVALENTI e CARATTERIZZANTI del paesaggio
(segue) componenti antropiche
Emergenze, riferimenti visivi
- chiese V X V V
- edifici storici V V V V X
- siti preistorici, archeologici, paleontologici, ... V V V V V V
- emergenze contemporanee X X
Reti
- grande viabilità, tratti ferroviari X X
- principale carrabile X X X X X X X X X X X
- secondaria carrabile X X X X X X X X X
- reti minori (sentieri, ciclabili, pedonali,...) V V V X V V V V V V V X
- reti energetiche aeree, ripetitori D D D D D
componenti culturali e simboliche
Vedute a mare
- verso Porto e zona industriali X X X X X X X D X D
- verso il mare aperto V V
- verso Punta grossa e la Slovenia V V
- mitilicoltura X X
Tutele di Legge - vincoli paesaggistici e monumentali V V V X V X X V V V V
- vincoli idrogeologici e ambientali X X X X X X X X X X X
Cultura, storia, scienza
- luoghi della storia V V V V X
- luoghi della cultura e dell'arte V
- luoghi di interesse scientifico X V V
Località nella memoria collettiva, fruizione di luoghi, aspettative
- identità tradizionale dei luoghi conservata V V V X V X X
- identità dei luoghi trasformata o assente X D D X X X X
- luoghi della frequentazione, itinerari V V X X V X V V
- presenza di verde ornamentale e urbano X X X X X X
- luoghi oggetto di aspettative X X X X
Legenda : gli elementi che compongono le singole Unità di paesaggio sono segnati con: V , se considerati elementi di valore paesaggistico D , se considerati elementi di compromissione del paesaggio (c.d. detrattori) X , se presenti ma senza particolari valutazioni
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
155
7.7 Agricoltura
Caratteri generali del comparto agro-forestale triestino6
Le peculiari caratteristiche pedomorfologiche della superficie agraria e forestale della provincia di Trieste hanno originato
una serie di vincoli tali da configurare le attività agricole, sotto l'aspetto meramente economico, come attività marginali.
Numerose sono le cause che spiegano questa situazione del settore primario ed il suo rapido e continuo regresso:
l'elevato disordine fondiario (polverizzazione e frammentazione aziendale), la limitata produttività di larga parte dei suoli,
la mancanza totale o quasi, di acqua irrigua, la costante diminuzione della forza-lavoro a favore dei settori extragricoli, le
carenze della viabilità rurale interpoderale. La stessa espansione degli insediamenti abitativi e di quelli produttivi
extragricoli, ha determinato un arretramento delle attività agricole su terreni poco fertili. Tutto ciò deriva, anche, da una
concezione dell'agricoltura come attività svolta su superfici residuali, destinate all'uso agricolo, soltanto se non
interessate da insediamenti produttivi di tipo extragricolo o da insediamenti residenziali.
Composizione del Valore Aggiunto per settore (2006) [Fonte: Infocamere 2008]
Nonostante queste tendenze complessivamente negative, non si possono ignorare, nel contesto di una globale
situazione di declino demografico ed economico del comprensorio giuliano, alcuni segmenti carichi di potenzialità
evolutive che, anche nell'agricoltura locale, presentano significativi segnali di dinamismo imprenditoriale. Si fa
riferimento, da una parte, agli ordinamenti produttivi specializzati in orticoltura, floricoltura e nel settore vitivinicolo ed in
quello olivicolo (ordinamenti che permettono ancora il raggiungimento di margini reddituali comparabili con quanto
offerto dalle attività extragricole e che godono di ampie prospettive di sviluppo) e dall'altra al ruolo che da sempre
6 Estratti da: AA.VV. 2000
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
156
l'agricoltura triestina svolge nella tutela e nella valorizzazione delle risorse naturali, aspetto questo di fondamentale
importanza. Attualmente il settore olivicolo triestino è stata insignito del marchio di qualità DOP (DOP Tergeste) e quello
vitivinicolo, della denominazione DOC “Carso”, che interessa una grande varietà di vini bianchi e rossi della zona, i più
importanti dei quali sono la Malvasia istriana, il Terrano e la Vitovska.
Come riportato dal grafico seguente, il numero di aziende agricole operanti nel territorio triestino si è ridotto
progressivamente tra gli anni ‘80 e 2000; in controtendenza risulta invece la superficie media delle aziende. I dati del
censimento ISTAT del 2010 infine riportano un numero di aziende pari a 560.
1982 1990 2000
Azienda 2208 1716 580
SAU 3707.5 2908.43 2199.32
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
Nu
me
ro A
zie
nd
e
Trend del numero di aziende e della SAU tra il 1982 ed il 2000 (a sx) e trend della superficie media aziendale (a dx) in provincia di
Trieste(Fonte: rielaborazione dati ISTAT)
Per quanto riguarda l’attività agrituristica, essa si è sviluppata, all'interno delle disposizioni normative regionali (da
ultimo la LR 25/96 e relativo regolamento) secondo una fisionomia specifica. In particolare, rispetto a quanto rilevabile
nelle aree friulane, il Carso presenta una situazione meno diversificata, legata quasi esclusivamente alla vendita di
prodotti propri ed alla ristorazione. Il motivo di tale caratteristica è da ricercare nelle sue stesse origini: l'azienda
agrituristica carsica nasce quasi sempre dall'evoluzione e dalla crescita dell'osmiza, a cui è accordata la possibilità, solo
in certi periodi dell'anno, di organizzare un'attività di ristorazione basata unicamente sulla somministrazione del proprio
vino sfuso e di cibi freddi. Anche questo tipo di attività integrativa dei redditi agricoli potrà, però, nel prossimo futuro
vedere fortemente ridiscusso il proprio ruolo e la proprio esistenza in seguito all'applicazione di norme igienico-sanitarie.
Per quanto attiene al patrimonio forestale occorre ricordare come questo, per tipologia produttiva e limitatezza, non è
tale da dar vita ad una filiera del legno e pertanto tale risorsa assume il carattere di componente di un più generale agro-
ecosistema ambientale in grado di fornire servizi pubblici di tipo ambientale e ricreativo. La presenza nell’area di aree
boscate viene influenzata dagli interventi dell’Ispettorato Provinciale delle foreste in merito alla gestione del patrimonio
forestale, anche nell’ambito del processo di sostituzione di pinete con piante autoctone.
L’attività zootecnica, ormai in fase di progressivo abbandono, è stata recentemente rivalutata con finalità ambientali,
prospettando l’introduzione di ovini (pecora Carsolina) in aree di landa carsica al fine di conservare tale habitat,
impedendo il rimboschimento incontrollato. Tale erbivoro presente nelle zone carsiche interne potrebbe venir introdotto
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
157
in alcuni appezzamenti a landa, presenti soprattutto, nel comune di Duino-Aurisina, anche limitatamente ad alcuni
periodi dell’anno.
L’agricoltura muggesana
L'azienda agricola tipica del Muggesano sia sostanzialmente un azienda condotta direttamente dal coltivatore (che è
anche imprenditore - capitalista), su terreni principalmente di proprietà, coadiuvato da familiari ed affini, in una forma di
gestione aziendale perlopiù a tempo parziale. Nel Comune di Muggia, si è inoltre concretizzata un'ulteriore tendenza,
che peraltro può dirsi abbastanza generalizzata in tutto il territorio nazionale, sebbene in forma più ridotta: la maggior
parte delle aziende agricole situate nel territorio comunale ha una superficie aziendale totale inferiore ai due ettari, e
tale valore si è incrementato dagli anni ’70 ad oggi.
0
5
10
15
20
25
30
Muggia
San Dorligo della Valle -
Dolina
Trieste
Numero di aziende per classe di superficie coltivata nel comune di Muggia e nei comuni limitrofi (Fonte: nostra rielaborazione di dati
ISTAT 2010)
Ciò delinea una tendenza sempre maggiore alla frammentazione fondiaria, il che si pone senz'altro in contrasto con la
volontà, perseguita già a livello nazionale, di attuare un'agricoltura moderna, intensiva, adeguatamente meccanizzata e
sufficientemente remunerativa per il coltivatore. Bisogna tuttavia ricordare che l'aumento della frammentazione fondiaria
è avvenuto specialmente a causa della fortissima riduzione negli ultimi decenni della superficie agricola complessiva del
Comune (al netto di altri terreni e del patrimonio boschivo), riduzione causata chiaramente da un incremento
dell'urbanizzazione nel Comune (si veda il cap. 3.3.2), ma anche da una progressiva e massiccia uscita di occupati dal
settore primario, settore ormai considerato del tutto marginale in termini occupazionali.
L’area muggesana, d’altrocanto, si caratterizza per buoni livelli qualitativi delle produzioni agricole: se è vero che in
generale l’apporto in termini di valore aggiunto di questo comparto viene considerato residuale, è tuttavia da sottolineare
come le produzioni insediate sul territorio siano caratterizzate da pregio e possibilità di competere qualitativamente con
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
158
altre più note zone di produzione nazionali. Il V Censimento dell’Agricoltura registra 99 aziende agricole nel territorio di
Muggia, di cui 84 dedite alla vendita totale o parziale dei propri prodotti (AA.VV. 2004). Ricordiamo in questa sede le
produzioni dell’olio, ormai riconosciuto di ottimo livello su scala nazionale, e il comparto vitivinicolo, in forte espansione
soprattutto per quanto riguarda le produzioni di qualità (ISTIEE 2009). L'olivicoltura di tutto il territorio muggesano sta
sicuramente vivendo un momento attuale caratterizzato da una sempre più consistente espansione in termini di superfici
olivate (dove ciò sia geograficamente e pedologicamente possibile), ma soprattutto in termini di aumento del numero di
piante coltivate in modo razionale e produttivo, sia intensificando gli impianti produttivi già esistenti sia investendo in
nuove piantagioni di olivi mediante riconversioni di terreni adibiti precedentemente ad altre tipiche coltivazioni arboree
che negli ultimi tempi, sul suolo muggesano, stanno decisamente segnando il passo (una fra queste e senza dubbio la
coltura vitivinicola). Nuovi incrementi colturali olivicoli si stanno susseguendo ogni anno in varie zone del territorio del
Comune (significativi in merito sono i recenti impianti in località Pisciolon e sul versante del Monte d'Oro in località
Noghere), a testimonianza che pure i locali agricoltori individuano attualmente nell'olivo una coltivazione agricola ad
elevato valore aggiunto, in grado di fornire un reddito ben superiore a quello ritraibile dalle altre, le quali inoltre spesso
necessitano di cure e lavorazioni periodiche maggiori di quanto richiesto dall'olivo stesso; tanto più che pure l'alto
standard qualitativo dell'olio extra vergine del luogo sembra essere una garanzia di facile commercializzazione del
prodotto sui mercati zonali, seppur questa venga tuttora attuata in maniera a dir poco artigianale in forma di produzione
sfusa, e quindi sprovvista di quelle particolari caratteristiche di appeal che rendono esteticamente migliore un prodotto di
già elevate peculiarità di tipo qualitativo (Colombo 2003).
I dati del censimento ISTAT 2010 riportano una fotografia dello stato di fatto del territorio agricolo muggesano:
Ripartizione percentuale dei seminativi, delle colture legnose agrarie e di altre colture all’interno del comune (Fonte: rielaborazione dati ISTAT 2010)
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
159
La superficie agricola utilizzata (SAU – dato ISTAT 2010) del comune è di ca. 45.86 ha, di cui 4.11 ha di seminativi, 33.5
ha di legnose agrarie e il rimante suddiviso in prati/pascoli (ca. 7 ha), boschi coltivati (ca 16 ha), orti familiari ed altro.
Il paesaggio rurale muggesano
L’importanza dell’agricoltura muggesana anche dal punto di vista paesaggistico è evidenziato negli elaborati di analisi
del nuovo PRGC (Tav. 6.2 e Elab. 06d – UdP) all’interno dei quali viene evidenziata la particolare valenza paesaggistica
dell’agricoltura muggesana, con particolare riferimento alle superfici a vite, oliveto (in particolare quelle su pastini) ed ai
prati-pascoli residui.
Paesaggio rurale e “pastini” recuperati nell’area intorno a Darsella San Bartolomeo
Giovane impianto di olivo (a sx) e ricolonizzazione boschiva di terrazzamenti abbandonati (a dx)
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160
7.8 Industria e commercio
Come già sottolineato nel capitolo precedente, gran parte dell’attività produttiva del territorio comunale è rappresentato
dal settore secondario e terziario, come ben esplicitato nella seguente tabella:
Valore aggiunto per i comuni della Provincia di Trieste (anno 2003, miliardi di €) [Fonte: Servizio Statistico Regione FVG su elaborazione Istituto Tagliacarne, modificato]
I confini amministrativi e la morfologia del terreno comprimono fortemente l’area di competenza del Comune di Muggia a
ridosso della linea costiera; il modello insediativo forzatamente lineare provoca dei fenomeni di accumulazione delle
location industriali e commerciali di maggiore rilievo. Si può notare la concentrazione delle attività industriali nell’area
orientale del Comune, in prossimità della zona delle Noghere e a ridosso del confine con il Comune di San Dorligo, a
evidenziare un’area ‘vocata’ o pianificata allo sviluppo del comparto industriale comunale e provinciale allo stesso
tempo. Similmente a quanto avvenuto in contesti urbani di dimensioni più importanti, le attività commerciali di vicinato
tendono a concentrarsi nell’area centrale della cittadina di Muggia, distribuendosi inoltre secondo uno schema radiale
verso gli altri nuclei legati al centro principale. Similmente gli stalli del mercato comunale presentano una collocazione
prevalentemente centrale, così come i pochi sportelli bancari esistenti. La media distribuzione è presente sia nei nuclei e
nelle aree abitate sia al di fuori delle aree urbanizzate, condividendo spesso la collocazione geografica con la grande
distribuzione organizzata, in prossimità delle aree occupate da attività di carattere industriale. Fuori dalle aree
prettamente urbanizzate si collocano pertanto quelle attività di per sé consumatrici di spazio, la cui localizzazione può
risultare penalizzante per la residenzialità e la vita urbana di realtà di piccole dimensioni.
Piano Regolatore Generale Comunale Rapporto ambientale Comune di Muggia (TS) 2015
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Localizzazione delle principali attività secondarie e terziarie (anno 2007) [Fonte: ISTIEE 2009]
Il settore industriale sta attraversando un periodo di incertezza e ristrutturazione in tutta la Regione; la situazione
muggesana, così come fotografata dagli ultimi due Censimenti dell’Industria e dei Servizi, e nell’archivio ASIA, si
presenta conforme all’andamento provinciale.
Settore industriale e manifatturiero [Fonte: AA.VV 2000, modificato]
Sul territorio del Comune di Muggia, concentrate nella valle di Zaule e delle Noghere, sono dislocate attualmente 111
delle 619 imprese insediate nel comprensorio dell’Ente Zona Industriale di Trieste, che vanno ad occupare una
superficie stimata di 496.862mq (di cui 155.384 mq di superficie coperta) ed interessano globalmente 1.214 dipendenti. I
settori che vantano il maggior numero di aziende sono l’edilizia, l’alimentare, il settore automobilistico, la fornitura e
lavorazione del legno e la meccanica (ISTIEE 2009). In generale, la varietà delle tipologie produttive è ampia, la