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SCOUT Anno XXXVI - n. 15 22 novembre 2010 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA
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Avventura n. 4/5 - 2010

Mar 30, 2016

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La Rivista degli Esploratori e delle Guide
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Page 1: Avventura n. 4/5 - 2010

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3 Parliamodi…NuoviInserti

5 Osservareperaiutare

6 Lamiaamica(im)perfetta

7 Cortesiepergliospiti?

8 Lelinguedegliuomini

10 Lealtà,unvalorefuoriedentrolosport

12 SanGiorgioregionaleinToscana

14 LaMagnaCharta

16 Ilgrandesogno

18 Mailmareèsemprepiùblu

21 AugustoDelpino,Csq.investigatore

22 Jamboree:Cheneditediuna

SpecialitàdiSquadriglia?

24 Jamboree:ènatouncontingente!

26 LETTEREperDISCUTERE

27 COLORIAMOL’ITALIADIIMPRESE

miniposter staccabile

31 LETTEREperDISCUTERE

32 B.A.?BAH!

34 PAROLAdiGUIDA

36 AstuzieEspressive

40 L’artedellamanutenzionedelmateriale

42 Nonsinasce...imparati

44 J.O.T.A.&J.O.T.I.

46 ScoutingonWEB

47 SEGNALIdiSCAUTISMO

48 POSTAperVOI

50 TOPOdiBIBLIOTECA

51 SPAZIOE/G

55 LapenultimadeiCaimani

56 L’ultimadeiCaimani INSERTOSpecialitàdiSquadriglia:Internazionale

Direttoreresponsabile:Sergio GattiRedattorecapo:Paolo VanziniProgettograficoeimpaginazione:Roberto Cavicchioli

In redazione:MartinaAcazi,MauroBonomini,LucioCostantini,DarioFontanesca,GiorgioInfante,ChiaraFontanot,StefanoGarzaro,DamianoMarino,StefaniaMartiniello,donLucaMeacci,SaraMeloni,EnricoRocchetti,IsabellaSamà,SimonaSpadaro,SalvoTomarchio,JeanClaudioVinci.

Graziea:MarcoLeonardieaicorrispondentiecollaboratoridiAvventura.

Disegni di:MartinaAcazi,RobertaBecchi,ChiaraBeucci,FrancoBianco,FavioBodi,RiccardoFrancaviglia,IsaccoSaccoman,SimonaSpadaro,JeanClaudioVinci.

Fotografie di:ArchivioAvventura,MartinaAcazi,MauroBonomini,GiorgioCusma,CamillaLupatelli,GiampieroMariottini,PaoloRuffini,IsabellaSamà,Archivideglieventiriportati,Archiviostock.xchng®

Copertina:disegnodiTommasoPedullà

Perscrivere,inviaremateriale,corrispondereconAvventuraeccoilrecapitodariportareesattamentesullabusta:Redazione di Avventura c/o Paolo VanziniVia Luca della Robbia, 26 – 41012 Carpi (MO)Email:[email protected]

Avventuraonline:www.agesci.org/eg

Manoscritti,disegni,fotografieecc.inviatiallaredazione,nonvengonorestituiti.

sommario

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E bbene si, è giunta l’ora!Le nostre “fonti”, sparse in tutt’Italia ci hanno fornito la stessa versione da

più regioni: Avventura ha miseramente fallito!Nonostante la tecnologia antispionaggio, le

tecniche di evasione comunicativa, le manovre diversive questa Redazione ha fallito tremen-damente nell’operazione “Sorpresa!”.

Il contagio era facile a prodursi, migliaia di Esploratori e Guide affetti da un profondo disturbo del comportamento definito “Mania dell’inserto”.

Sebbene il nostro sforzo sia stato notevo-le, sin da subito si è sparsa la voce di una nuova serie antimania, una nuova collana per sedare la fame d’inserto e altrettanto presto in molti hanno indovinato il “ceppo”, la natura, l’essenza di questo nuovo vaccino (ma sono in molti a pensare che in realtà non si tratti di un vaccino, ma di una sostanza proibita, che sia tutta una sporca manovra degli “alti vertici associativi” per tenere buoni, per mantenere la dipendenza dei poveri E/G affetti).

Il 2010 vede nascere la serie dedicata alle Specialità di Squadriglia, una serie che vedrà un’impostazione coerente e costante, vi saran-no spunti e articoli con esempi di Missioni e Imprese, per dare un’idea di come organizzarsi per la specialità di Squadriglia trattata.

Si tratterà di esempi pratici, di attività re-almente vissute e realizzate, ma si leggeranno anche brani che illustrano quel che si può svi-luppare in generale all’interno di un progetto di conquista di una Specialità di Squadriglia.

Altro spazio sarà doverosamente dedicato a tutte quelle Specialità individuali che pos-sono far comodo, agevolare la conquista della Specialità di Squadriglia, sempre evidenziando che non bisogna irrigidirsi e che molto dipende dal tipo di progetto che si vuole strutturare.

E poi finestre su come andare a caccia dei dettagli relativi alla Specialità, e infine non mancherà l’angolo dei riferimenti bibliografici che spesso si rivela fondamentale per l’appro-fondimento tecnico.

Si continuerà (o perlomeno l’intento è que-sto) ad aumentare le parti grafiche (foto, dise-gni, box), a rendere l’inserto davvero come voi ci scrivete di volerlo: sintetico e chiaro nelle parti scritte, semplice, ma allo stesso tempo accattivante nei disegni.

Continuate a scrivere, inviare osservazio-ni e pareri, criticare... Gli inserti in fondo vi piacciono perché siete stati voi a costruirli nel tempo, a modificarli, a cambiarli.

BuonaCacciaebuonalettura!

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parliamodi...

acuradiDarioFontanesca-fotoArchivioGuidonciniVerdi

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Cara redazione di Scout Avventura,mi chiamo Elena (…), sono Scout di Torri

di Quartesolo dall’inizio di quest’anno e mi piacerebbe leggere questa rivista ogni setti-mana, perciò vorrei farmi l’abbonamento set-timanale.

Grazie, Elena.

Ho trovato questa brevissima lettera nella cassetta della posta qualche settimana fa, e mi ha colpito profondamente.

Grazie Elena, non sai quanto ci piacerebbe poter pubblicare settimanalmente la nostra rivista: sarebbe un’occasione splendida per co-struire con voi lettori un dialogo, uno scambio continuo, e trasformarla nel vostro mezzo di comunicazione preferito.

La realtà è che purtroppo la nostra Redazio-ne ha possibilità molto più limitate, e quindi Avventura si è sempre fermata a 8 o 9 uscite all’anno.

Quest’anno però, come vi sarete accorti, le cose sono andate molto peggio: nel mese di Marzo, in seguito all’abolizione delle tariffepostaliagevolateperl’editoria, abbiamo dovuto far fronte a un aumento spropositato delle tariffe postali.

Nei primi mesi si parlava addirittura di un aumento di 6 volte il costo di ciascuna spedi-zione. Naturalmente l’associazione ha fermato tutto, per non esaurire i fondi con una sola spedizione.

Poi sono passati i mesi e si sono susseguiti i tentativi, ma con questo numero che avete tra le mani di fatto chiudiamo l’anno più dif-ficile da quando Avventura esiste. Un numero un po’ strano, come vedrete, perché racchiude articoli che avrebbero dovuto comparire su tre differenti numeri.

Nei giorni scorsi abbiamo finalmente rifatto i conti, e quindi oggi posso dirvi che, final-

mente, l’anno prossimo si riparte. Un piccolo taglio c’è, ma dovrem-mo poter arrivare a 7 numeri in un anno, e ne avremo a sufficienza per raccontare i Reparti italiani e tutto quello che avverrà intorno a noi, da Coloriamo l’Italia di Im-prese al Jamboree 2011 in Svezia.

Teneteci d’occhio, dunque: que-sta lezione ci ha fatto capire che è ora di mettersi al lavoro per af-fiancare al nostro giornale prefe-rito altri canali di comunicazione, primo tra tutti il web.

Stiamo progettando uno spazio online che ci permetta di essere in contatto continuo con voi, di allargare gli spazi disponibili, au-mentare le rubriche possibili, mi-gliorare in tempestività e soprat-tutto darvi tanto tanto di più.

È il momento di raccogliere le idee: fateci sapere cosa vi pia-cerebbe trovare su Avventura on line, e preparatevi perché in quel-lo spazio i protagonisti sarete voi! Scriveteci, proponete e mandateci tante idee e materiale.

Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle! Stay tuned!

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M i sono sempre chiesta perché il ter-zo articolo della Legge Scout affer-masse qualcosa del tutto scontato:

“La Guida e lo Scout si rendono utili e aiutano gli altri”. E sapete perché mi sembrava inutile, come articolo? Perché, in realtà, c’è già la Pro-messa che afferma lo stesso principio.

Quando infatti viviamo il grande momento della Promessa Scout, promettiamo “di aiutare gli altri in ogni circostanza…”.

La risposta che mi sono data è che essendo un principio così essenziale si è sentita l’esi-genza di affermarlo doppiamente, di rimarcarlo.

Ma aiutare gli altri, cosa significa in con-

creto? Non è così semplice come si pensa, sapete?

Perché per aiuta-re qualcuno che ci sta vicino, prima di

tutto dobbiamo capi-re quale siano i suoi bisogni.

E per sapere di cosa necessita

dobbiamo es-sere atten-ti, dobbia-mo saper ascoltare. Insomma, dobbiamo

saper os-servare. Perché se non stiamo attenti a chi ci sta accanto, come facciamo a sapere di cosa ha bisogno?

Quando ero piccolina aiutavo mio papà a fare dei piccoli lavoretti in cantina e un giorno de-cisi di spostare tutti i barattoli delle vernici per ripulire il ripiano dove si trovavano e per poi risistemarli ordinatamente (secondo un mio ordine!).

Ancora ricordo la faccia imbarazzata del mio papà, quando terminai il lavoretto: era con-tento perché lo stavo aiutando ma aveva ap-pena capito che avevo scombinato l’ordine dei barattoli, mischiando così anche l’ordine dei colori che lui aveva fissato, per poterli usare in maniera più semplice. Insomma, non mi ero resa utile perché non avevo intuito quale fosse il reale bisogno di mio padre.

È stato solo un piccolo episodio, ma che mi è servito per capire bene che se volevo aiutare una persona dovevo prima rendermi conto di cosa avesse bisogno e di cosa potessi fare io per lei.

In aggiunta ci tengo a precisare che quan-do abbiamo vicino qualcuno che può aver bi-sogno del nostro aiuto, non fa differenza chi sia: grande o piccolo, che ci sia simpatico o il compagno di classe con cui non andiamo tanto d’accordo. Tutti meritano il nostro aiuto!

L’ultima raccomandazione che vi faccio è: aiutiamo gli altri in maniera silenziosa. Nel senso che non dobbiamo farci “pubblicità” quando ci impegniamo ad aiutare gli altri. Lo dobbiamo fare nel silenzio della discrezione, sia per non sentirci al di sopra degli altri, sia per non mettere in difficoltà chi sta ricevendo il nostro aiuto, perché il nostro gesto è spon-taneo e viene dal cuore.

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OSSERVAREPERAIUTARE

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diSaraMeloni-disegnidiSimonaSpadaro

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“La mia amica è bella, brava buona e intelligente. Non ci litigo mai, quando mi serve un aiuto è sempre pronta a darmelo e ascolta ogni parola che dico!”

Se avete letto fin qui avrete due opportunità: o state pensando che sono fortunatissima o state pensando che sono matta.

In realtà ho riportato solo le parole di qualcun altro che mi hanno colpito per il semplice fatto di essere così distante dalla mia situazione. Perché la mia amica, quella vera, non è per niente perfetta. Abbiamo spesso opinioni differenti sugli stessi argomenti e quindi ogni tanto discutiamo; abbiamo gusti e modi di fare differenti che alle volte non si incontrano.

Eppure è una persona speciale, che mi ha a cuore come io ho a cuore lei. È diversa da me, tanto diversa, ed è proprio questo che ci ha unite così tanto.

Sono convinta sempre di più che non sia stata io a sceglierla, così come non è stata lei a scegliere me. Ci siamo trovate lungo le nostre Strade e abbiamo imparato ad accoglierci e a volerci del bene. Non tanto dicendoselo, ma dimostrandolo!

È l’amore per gli altri che ci aiuta ad avere accanto anche persone tanto diverse da noi. Perché, in fondo, è la condivisione degli ideali di vita che

rafforza i nostri legami. Vi siete mai chiesti perché le

amicizie nate all’interno di ambienti scout durano sempre tanto e sono così forti? E come

mai con alcuni compagni incontrati lungo il sentiero sia così facile condividere molte esperienze?

Oppure perché, appena arrivati ad un campo di competenza, con 40 volti nuovi (ma tutti con il fazzolettone al collo) bastano un paio di ore per istaurare un’atmosfera davvero calda?

Perché tutti abbiamo fatto una scelta in fondo uguale. Abbiamo deciso di vivere appieno gli ideali della Promessa Scout. Amiamo tutti dormire in una tenda e passeggiare per i boschi; per non parlare di come stiamo bene intorno al fuoco e di come ci divertiamo a fare i ban o a impegnarci per vincere le gare di Squadriglia.

Dovremmo anche essere capaci, proprio per questo “allenamento” che facciamo, di essere aperti e accoglienti anche nei confronti di chi ha fatto scelte diverse dalle nostre. Il nostro compagno di classe, per esempio, che non ha scelto di venire in Reparto con noi perché preferisce andare a giocare a pallone. (fig. “amici”) Certo, non è così semplice e immediato essere “amici di tutti”, però è uno dei nostri obiettivi. E quale migliore allenamento se non l’avventura del prossimo Jamboree? Saremo in tanti: tante nazioni, tante etnie, tanti colori della pelle, tante abitudini e diverse tradizioni. Ma saremo tutti fratelli, ve lo garantisco io!

imLamiaamicaperfetta

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versoilJamboree

diSaraMeloni-disegnidiSimonaSpadaro

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S tasera a cena avevo invitato Maria, la capo Squadriglia, ed avevo preparato un menù da leccarsi i baffi. Insieme a mam-

ma, avevamo tirato fuori le posate più buone, i bicchieri a calice e i piatti che ci ha regalato la nonna. In tavola c’era una tovaglia bianca splendente e tutto era già sistemato. Si sen-tiva un buon odorino e non vedevo l’ora che arrivasse Maria. L’avevo invitata perché con lei mi trovo proprio bene. È una capo esempla-re, tiene unita tutta la Squadriglia, nono-stante tra di noi ci siano persone che non vanno sempre d’accordo, anzi! C’è Marzia che si dà sempre un sacco di arie e spesso cerca di lavorare meno degli altri. Così ca-pita di alzare la voce perché bisticciamo.

Ed è per questo che a cena avevo invi-tato solo Maria.

Ma con mia sorpresa, quando sono andata ad aprire la porta, insieme a Maria c’era anche Marzia. Ho strabuzzato gli occhi e forse se ne sono anche accorte le ospiti. E poi in fretta e furia ho dovuto aggiun-gere un piatto in tavola, le posate an-che per lei e abbiamo dovuto ridimensionare le porzioni della lasagna. Insomma, una vera scocciatura. Maria invece è stata gentile con tutti, durante la serata. Volentieri ha condi-

viso la coppetta di gelato con Marzia e ha ri-nunciato al secondo bicchiere di aranciata per lasciarlo all’altra ospite.

Marzia è andata via un po’ prima perché ave-va più strada da percorrere per arrivare a casa. E quando io e Maria siamo rimaste sole, non ho tardato a farle le mie rimostranze sull’invito di Marzia a cena.

Maria mi ha detto: “Sai che bisogna essere sempre cortesi con gli ospiti? Ho incontrato Marzia sulla strada davanti a casa tua e quan-do le ho detto che stavo venendo a cena da te e ho capito che si era rattristata per il fatto di non esser stata chiamata, ho pensato di in-vitarla”.

Ed io, che ho sempre la risposta pronta, le ho ricordato che nessuno aveva invitato Marzia e che gli ospiti sono i benvenuti se sono invi-tati. Così Maria mi ha spiegato che la figura dell’ospite è del tutto particolare: è ospite chi accogliamo presso di noi; ma siamo ospiti an-che noi. Nel senso che si chiama “ospite” chi viene ospitato, così come chi ospita.

Dopo questo giro di parole, ero veramen-te rintontita. Mi è venuto da pensare, però, all’anno prossimo, quando saremo ospiti della Svezia per il Jamboree. Da tutto il mondo ar-riveranno gli ospiti, ma anche gli Svedesi sa-ranno ospiti stessi. E se bisogna essere cortesi con gli ospiti, lo dovremo essere noi con loro e loro con noi. Sarà una bella prova di fratellan-za e cortesia. Non vedo l’ora!

E a pensarci bene, anche Marzia, la prossima volta, sarà la benvenuta.

CORTESIEPERGLIOSPITI?

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H o un momento libero e tranquillo, non ci sono particolari scadenze, quindi chiudo gli occhi e provo a im-

maginare come sia stata la vita di quella pri-ma comunità cristiana di quel tempo, dopo Pa-squa, quando il Signore Gesù risorto dai morti aveva promesso che dopo la sua salita al cielo, avrebbe mandato il suo Spirito…

…era ormai vicina la festa di Pentecoste, una festa solenne importante dove ogni ebreo faceva di tutto per salire in pellegrinaggio a

Gerusalemme. Vedo in lontananza Giovanni, mi avvicino e vedo che è indaffarato a prepara-re le ultime cose prima della partenza, quindi non chiedo niente ma osservo e cerco di aiu-tarlo nel preparare il bagaglio, che è partico-lare perché viene anche Maria, la Madre del Signore.

Al mattino, di buon ora per sfruttare le ore più fresche del giorno, ci mettia-mo in cammino e dopo qualche giorno di cammino arriviamo a Gerusalemme. La città è in festa, c’è tanta gente arrivata da ogni dove: dalla Panfilia, dalla Meso-potamia, dalla Frigia, perfino da Roma, alcuni vestiti in modo strano, come gli Arabi, o i Cretesi.

Tutta questa gente salita a Geru-salemme per partecipare ad una festa importantissima. Il termine Pentecoste per gli ebrei di lingua greca indica i 50 giorni dopo la Pa-

squa; mentre in ebraico indica le Settimane, cioè la Shavout che commemora la consegna della Legge da parte di Dio a Mosè sul monte Sinai (Es 19,16 – 20,17). Ma Shavout è una fe-sta doppia, infatti è anche la festa delle pri-mizie (Es 23,16; Nm 28,26)) cioè della raccolta dei primi frutti della primavera.

Seguo Giovanni e Maria e cerco di non per-derli di vista, dato che ci sono tante persone ed eccoci arrivare nella parte alta della città e

bussiamo alla porta del cenacolo, ci apre una donna e ci fa entrare ma subito chiude la por-ta, poi ci spiega che hanno ancora paura di essere arrestati dagli ebrei. Giunti nella sala principale veniamo accolti con molto calore e affetto, tutti si scambiano il bacio della pace.

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Ma quando parla lei, quando a parlare è Ma-ria, tutti tacciono e ascoltano devotamente le sue parole, il dolore che ancora affiora per la morte del figlio, ma sul suo volto vedo che non c’è tristezza, il suo sguardo è gettato lontano; il suo volto diventa sereno, sorridente quando racconta di tutte le volte che il Figlio risorto le è apparso e ha parlato con lei.

Gli apostoli e gli altri ascoltano, compren-dono che il loro Signore non li ha abbandona-ti, anche loro hanno avuto visioni, avvertono che qualcosa deve cambiare nella loro vita, ma sembra che non abbiano il coraggio di uscire sicuri, forti, coraggiosi, da quel grosso porto-ne che chiude saldamente quella sala.

Consumiamo il pranzo insieme e dopo il ripo-so Pietro richiama tutti alla preghiera.

Il silenzio avvolge la sala del cenaco-lo, anche io prego con loro anche se i miei occhi cercano di cogliere le va-rie espressioni dei presenti, il silenzio è talmente avvolgente che da dentro la sala non si sente niente della confusione che c’era fuori per la festa di Pentecoste.

Ma ad un certo momen-to un boato, un fragoroso rumore scuote la sala e tutti noi, nonostan-te le porte chiuse entrò nella sala un forte vento, sembrava il preludio ad una catastrofe, ma subito dopo, portato dal vento, una scia di fuoco che poi si frantumò in tante piccole fiammelle che andarono a posarsi sulla testa dei presenti.

La paura scomparve, ora era per tutti chiaro,

si stava realizzando quanto Gesù aveva pro-messo: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.” (Gv 14,16-17).

Su tutti scese lo Spirito Santo, i loro volti cambiarono d’aspetto, la felicità e la speran-za ora erano ben visibili nei loro occhi; Maria, come nel suo stile, custodiva tutto nel suo cuore, per lei era un’ulteriore certezza: lo Spi-rito di Dio ancora una volta scendeva nel suo cuore, di madre, di sposa, di discepola.

Pietro non indugiò un attimo, subito si precipitò alla porta del Cenacolo che spalan-cò velocemente, fino a sorprendere e impau-rire quelli che erano fuori in quel momento, insieme agli altri undici raggiunse la piazza e salito su di un carro iniziò ad annunciare a tutti il Vangelo.

Era sorprendente vedere come tutti com-prendevano le sue parole, nonostante le pro-venienze più diverse, tutti comprendevano la Buona Notizia che Pietro e gli altri stavano an-nunciando: era come ridare legna ad un fuoco sopito. Tutti ricordavano, chi non sapeva chie-deva... era iniziata l’avventura della Chiesa.

La nostra Pentecoste si innesta nella festa ebraica, ma si caratterizza per una grande no-vità: non festeggiamo la consegna di tavole

dove la Legge è scritta, ma festeggiamo Dio che mediante il Suo Spirito prende

dimora dentro di noi e diventa “leg-ge” d’Amore per tutta la nostra

vita; non si celebra la raccol-ta delle primizia, ma la vita

della Chiesa, l’annuncio e la testimo-nianza del

Vangelo, sono la vera “primizia”.

Quel prodigio, dove tan-te persone, provenienti da

Paesi diversi, comprendono lo stesso messag-gio d’amore che è il Vangelo…..allora come non pensare al prossimo Jamboree in Svezia nell’estate del 2011: scout di tutti i Paesi del mondo uniti da un grande ideale di fraterni-tà… Una nuova Pentecoste ?

Ma tu ti sei iscritta/o? Ti aspetto al Jamboree.

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Lalealta,unvalorefuoriedentrolosportS embra strano, ma quando certe parole

le senti di frequente, ti sembra di co-noscerne il significato, cosa vogliono

dire, ma poi se ci pensi bene e il significato vero e originale ti sfugge. Sapresti fare un esempio per spiegare, ma il senso profondo ti sfugge.

Quante volte ci è stato ricordato che lo scout è leale, oppure che nel gioco dobbiamo essere leali.

Questa parola sentita e risentita, che evoca atteggiamenti importanti, unici che ci caratterizzano come scout, ma in primo luogo come persone, fa parte del nostro vivere.

Quante volte ci è capitato di ascoltare o pronunciare la Legge scout? Tantissime volte, quindi è necessario fermarsi un attimo, prendere un buon vocabolario e andare a cercare la definizione: “Lealtà: Onestà dichiarata e ammi-revole, costantemente associata a franchezza e a sincerità”. Quindi la lealtà è qualcosa che è legato con l’essere onesti, franchi nel parlare, cioè sin-ceri, veri. Essere leali vuol dire essere onesti nel comportamento; una parola che im-

pegna vari ambiti della nostra vita. Anche nella Bibbia ci sono riferimen-ti alla “lealtà”,

prima di tutto al comportamento di

Dio perché il primo ad esserlo è proprio Lui. È fedele alla Legge, è fedele al patto di Alleanza, la parola data, le promesse fatte sono una ga-ranzia. Dallo stile di Dio, discende il com-portamento dell’uo-mo che è chiamato a comportarsi come Dio si comporta con lui. Vivere secondo questo modo di esse-

re di Dio, non è sempre facile; per l’uomo è un costante impegno.

Diciamoci la verità, qualche volta avvertia-mo la lealtà quasi come un limite, un ostaco-lo che ci impedisce di andare avanti.

Quante volte durante i giochi ci è capita-to di trovare una “scorciatoia” per vincere senza problemi? Se ben ricordo eravamo nell’Appennino toscano, Campo di Reparto, con sorpresa di qualcuno la Squadriglia con il maggior punteggio per il trofeo di campo, era la Squadriglia femminile dei Delfini; avevano vinto di tutto: la gara di cucina, il torneo di scout-ball, anche la prova di orientering... sullo stile non ne parliamo. Si profilava una vittoria netta su tutte le altre e questo non era per niente accettato dalla Squadriglia ma-schile dei Leoni posizionata al secondo posto ma con un abbondante distacco.

Si era oramai agli ultimi giorni di campo, restava da fare il Grande Gioco e secon-

do le nostre tradizioni, era suddiviso in tante fasi e prove, quindi poteva

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assegnare tantissimi punti che potevano anche ribal-tare la classifica generale del campo, in base a chi vinceva più prove.

La tensione si perce-piva, bastava un nulla che subito scoppiavano contrasti, alleanze strane contro quella o quell’al-tra Squadriglia. Un capo aveva perfino suggerito di sospendere il trofeo di campo e il GG, ma questa proposta non fu accettata. Tutti pronti, lo staff al completo per il lancio del GG.....e via, parte il mega GG.

Il giorno successivo, quando il fumogeno verde dichiarava la fine del GG ed iniziava la verifica delle prove, vedevamo uno strano sorriso di soddisfazione sul volto degli esplo-ratori della Squadriglia Leoni, come se aves-sero la certezza di aver vinto.

Infatti a risultato finale risultava la Squa-driglia Leoni la vincitrice del GG e di tutte le prove di cultura generale più alcune di quelle di abilità e forza. Sul volto delle squadriglie-re della squadriglia Delfini invece gli occhi erano lucidi e le lacrime facevano capolino, tristezza e rabbia andavano a formare un mix esplosivo: la capo Reparto che si era avvi-cinata a Elena, la capo squadriglia, per con-solarla si prese lo sfogo rabbioso di tutta la Squadriglia ma anche questo non servì ad addolcire la situazione.

Decidemmo di fare un Consi-glio Capi per cercare di capire, ma principalmente per cal-mare gli animi di tutti, dato che anche l’altra Squadriglia femminile si era arrabbiata perché non accettava tale risultato; al dire il vero anche a noi capi la cosa non sembrava lineare, ma il risultato era ine-quivocabile.

Daniele, capo Squa-driglia dei Leoni, era co-stantemente sulla difensiva su tutti i fronti; ad un certo punto Elena, tra le lacrime e il singhiozzo, disse: “Che senso ha fare il saluto scout mentre

si proclama che lo scout e la guida sono leali?”. Davanti a queste parole cadde il silenzio, noi capi ci guardammo senza dire niente, solo il pianto di Elena accompagnava quel momento. Ad un certo pun-to Daniele si alzò, mise una mano in tasca e piangendo anche lui, tirò fuori un foglio di carta tutto accar-tocciato e chiedendo scusa a tutti, passò il foglio al capo Reparto: su quel foglio

c’erano tutte le soluzioni delle prove del GG che con uno stratagemma, erano riusciti a copiare dal quaderno dello staff.

Daniele lasciò il Consiglio Capi e si recò dal resto della Squadriglia, mentre Elena corse dalle sue squadrigliere per annunciare la vittoria certa del trofeo di campo. Come staff decidemmo di non intervenire più di tanto, il pianto e il gesto di Daniele era più che sufficiente, però si decise che a chiusura del fuoco di bivacco di quella sera, avremmo rinnovato la nostra Promessa ascoltando nuo-vamente la Legge scout.

Le Squadriglie iniziarono a preparare la cena e fu bellissimo che ad un certo punto tutta la Squadriglia dei Delfini con Elena in testa, si recò al portale dei Leoni e dopo il grido di saluto, invitarono a cena tutta la Squadriglia

dei Leoni. Le due Squadriglie ce-narono insieme, ritar-dammo anche l’inizio del fuoco per dare a loro tutto il tempo ne-cessario per condividere quella cena e il tempo di una rinnovata amicizia; la cena iniziò come al solito con la preghiera e insie-me dandosi la mano re-citarono il Padre Nostro e poi dettero fuoco a quel foglio accartocciato che Daniele aveva tirato

fuori di tasca.È in questi momenti che

Signore tocca il cuore delle persone. Essere leali a volte costa, ma rende felici e liberi.

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C ome faccio a far stare in que-sto piccolo riquadro un S.

Giorgio regionale di questa portata? Non posso che tentare un riassunto estremo, perché sarà impossibile dire tutto. Partirò da alcune parole chia-ve… Proviamo!

Tanti, o forse sarebbe meglio dire “tutti”: c’erano quasi 3500 persone tra Capi e ragazzi. Erano 450 le Squa-driglie presenti, da un centinaio di Reparti, praticamente tutti gli Scout e Guide della Toscana o quasi.Competenza: quasi 100 atelier

hanno ospitato i partecipanti, duran-te il sabato, offrendo loro la possi-bilità di sperimentare e approfondire 12 specifiche competenze, grazie ad altrettante pattuglie di esperti giunti da tutta la regione e oltre.Organizzazione: ma ci pensa-

te, muovere tutte quelle persone da

tutta la regione con pullman e tre-ni speciali? Coordinare in tre giorni l’arrivo, il soggiorno e la partenza, il cibo, gli spazi, gli spostamenti, le strutture… Entusiasmo: bisognava esserci,

già lo si è assaggiato ai fuo-chi serali di sottocampo, organizzati dai Con.Ca. venerdì sera. Ma è veramente esploso al gran-de spettacolo di sabato sera con musica, luci, maxischermi e folli imprese pira-tesche alla ricerca di un tesoro.Coraggio: credete-

mi, ce ne vuole parecchio per lanciarsi in un’impresa simile! Lo leggiamo nelle parole

di Francesca e Lorenzo, e lo si è visto nelle decisioni prese in tempo reale, senza far mai inceppare il meccani-smo, rischiando qualcosa e confidan-do nelle capacità di chi c’era, e nello sguardo benevolo del Padre.

È il coraggio di chi tie-ne “gli occhi puntati

sull’orizzonte”, di chi punta in alto,

come quelle 450 Squadriglie che hanno erano lì, a Viareggio, poche settima-ne fa.Vi sembra che

io esageri? Leg-gete un po’ cosa mi

hanno raccontato Fran-cesca e Lorenzo, i respon-

sabili dell’organizzazione di questo evento!

A prendo il mio cuore non vi nascondo che la preparazio-ne è stata veramente fati-

cosa: all’inizio sembrava una pazzia, ma dopo il primo incontro con i Capi Reparto abbiamo capito che il sogno poteva realizzarsi e divenire realtà. All’incontro del 24 Gennaio al ConCa regionale, quando i Consigli Capi si sono incontrati per dire “noi ci sia-mo!” è diventata una certezza.

Man mano che ci avvicinavamo al 30 aprile le riunioni diventavano sempre più frequenti, incombevano le scadenze, aumentavano le pre-occupazioni. E finalmente il primo treno speciale! Che emozione vedere arrivare i nostri Esploratori e le Gui-de, con che stile i Capi Squadriglia ci tenevano a far fare bella figura alla propria Squadriglia, e quel novizio che ha detto al suo C.Sq.: «Capo, ma

ti rendi conto? Il treno speciale solo per noi! Il bus solo per noi! Allora è proprio vero che siamo speciali!»

Da lì l’avventura è iniziata. I ra-gazzi ci hanno sorpreso per come hanno saputo rispondere: Estote Pa-rati! Siamo andati a vederli duran-te gli atelier: ragazzi e ragazze che hanno detto “sì” alle competenze e che si sono giocati fino in fondo per apprendere nuove tecniche!

E infine la Santa Messa in spiaggia, che ci ha fatto percepire come il Si-gnore ci è stato vicino per tutti e tre i giorni. Sono stata al San Giorgio re-gionale come Guida nel 1987, come Capo Reparto nel 2002 e come In-caricata regionale quest’anno. Mi ha colpito il sorriso, lo sguardo dei nostri ragazzi quando sono coin-volti nelle attività, la grinta che mettono nel dimostrare che la loro

Squadriglia è la migliore, e lo stile che hanno quando ti dicono che tu, Capo Reparto ti puoi fidare di loro, che loro sanno meritarsi la tua fi-ducia. La passione che ci mettono è unica al mondo.

Francesca,IncaricataregionaledibrancaE/G

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S.GiorgioregionaleinToscanaViareggio,30aprile-2maggio2010

Lorenzo Francesca

Page 13: Avventura n. 4/5 - 2010

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I l San Giorgio è stata una bellissima avventura inizia-ta circa 8 mesi prima: sono

stati mesi intensi e mol-to stancanti. Ma già la prima sera del campo, vedere i Consigli Capi che si alternavano nel fuoco di bivacco di sot-

tocampo, mi aveva ripa-gato di tutte le fatiche dei mesi precedenti e dentro di me dicevo: «quello che viene da domani è tutto di gua-dagnato».Noi Incaricati di Branca abbiamo vissuto buona parte del San Giorgio come registi dall’EG Center, per coordinare e risolvere i vari im-

previsti che si presen-tavano. Quindi anche se

un po’ abbiamo girato e osservato, ci siamo

persi tante cose belle, e solo ri-vedendo foto video e commenti vari, mi sono reso conto della grandiosità dell’impresa.

Un’impresa che non abbiamo realizzato da soli: abbiamo avuto accanto una Pattuglia fantastica e il Comitato che ci ha sostenu-to al massimo, un grande entu-siasmo di un’intera regione, una grande disponibilità in tutti i Capi a cui abbiamo chiesto una mano e soprattutto delle gran-dissime Squadriglie che hanno risposto nel migliore dei modi!

Il nostro merito è stato quello di credere profondamente in loro, Capi e ragazzi, e nello Scouting. Abbiamo puntato sui Capi Re-parto per l’organizzazione degli atelier, ed hanno fatto un ottimo lavoro. Abbiamo puntato sulle Squadriglie e sui Consigli Capi, mettendo l’Uscita di Squadriglia, l’autonomia e la cogestione al centro di questo San Giorgio, e

anche loro hanno risposto alla grande.

E infine il momento della Mes-sa. Eravamo indecisi se farla sul-la spiaggia tutti insieme o tro-vare un’alternativa, a causa della pioggia. Abbiamo voluto osare, o meglio, rischiare, facendola sulla spiaggia, e il Signore ci ha premiati! Dal momento in cui i primi ragazzi sono arrivati sulla spiaggia ha smesso di piovere, e tutta la Messa compreso il rien-tro ai sottocampi, è stato senza pioggia. Rimanere in oltre tremi-la per quasi due ore sotto l’acqua sarebbe stato un grosso proble-ma: siamo stati un po’ folli ma in fondo tutto questo San Giorgio è stato una follia, è stato un osa-re, un’affidarsi. Come avremmo potuto diventare prudenti all’ul-timo momento?

Lorenzo,IncaricatoregionaledibrancaE/G

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«Udite, udite, udi-te! Siano convocati li rappresentanti de lo popolo de li esploratori et de le guide de tutte le terre d’Apulia, et si ri-uniscano essi in solenne assemblea ne la piana de Cassano Murge nel die 11

de lo mese de aprile dell’anno del Signore 2010, per deliberare la Magna Charta de li impegni da assumere spontaneamente per lo bono andamento delle cose».

È con questo spirito (magari condito da un linguaggio un po’ più moderno…) che la scorsa primavera, nella Base scout di Cassano Murge (BA), si è riunito in solenne assemblea il “Parlamento dei Capi Squa-driglia” di Puglia, convocato dall’Agesci regionale per approfondire alcuni aspetti critici della vita di Reparto e stendere un piccolo decalogo delle cose da fare e da non fare. All’assemblea hanno partecipato un cen-tinaio di Capi Squadriglia, provenienti da circa un terzo dei Reparti pugliesi, che hanno potu-to scambiarsi esperienze vissute e confrontare le relazioni preparate dalle proprie Squadriglie in sede durante l’inverno.

I Capi Squadriglia si sono così divisi in cin-que commissioni che hanno riflettuto ognuna

su due aspetti critici della vita di Reparto.Le dieci tesi finali (che trovate nella pagina

accanto) saranno poi inviate a tutti i Reparti pugliesi all’inizio del prossimo anno scout.

Con il solo rammarico della brevità dell’in-contro, svoltosi di domenica senza pernottare alla Base, tutti i partecipanti si sono detti en-tusiasti di aver potuto conoscere così tante al-tre realtà della propria regione, e di «poter im-parare dalle esperienze degli altri» (Francesco

del Valenzano 1, BA, 16 anni). Molto apprezzata anche la pos-sibilità che hanno avuto tutti di poter «esprimere liberamente le proprie opinioni, senza subire passivamente attività proposte dai Capi», come purtroppo a volte da qualche parte succede (Flavia, Locorotondo 1, BA, 16 anni).

Scontato infine il coro di Capi Squadriglia che hanno giudicato l’incontro di Cassano ed il con-fronto con gli altri «molto utile per la propria crescita nell’in-carico svolto», auspicandone la ripetizione per i futuri C. Sq.. Se ad esempio Roberta del Brindisi

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LaMagnaChartascrittadalParlamentodeiCapisquadrigliadiPuglia

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SINTESI DELLA

MAGNA CHARTA DEI CAPI

SQUADRIGLIA DI PUGLIA

(trovate il

testo integrale

sul sito AGESCIbranca EG)

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2, 13 anni, si impegnerà a cercare di passare al resto del Reparto gli stimoli ricevuti, Fran-cesco del Taranto 17, 15 anni, non dimentica il rovescio della medaglia, e rivendica con or-goglio anche il contributo offerto da chi ha partecipato: «Abbiamo portato qui le nostre tradizioni, ciò che abbiamo di più caro – rac-

conta – ed ora torniamo a casa avendo appreso usi e costumi presentatici da altri scout come noi, che li giudi-cano altrettanto preziosi e ne sono giustamente fieri».

LaMagnaChartascrittadalParlamentodeiCapisquadrigliadiPuglia

SINTESI DELLA

MAGNA CHARTA DEI CAPI

SQUADRIGLIA DI PUGLIA

(trovate il

testo integrale

sul sito AGESCIbranca EG)

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1. L’accoglienza in squadriglia è molto importante

perché il piede tenero deve sentirsi subito a suo agio.

Per questo è bene non parlare esclusivamente dello

scautismo ma anche della nostra vita. Molto spesso

vengono accolti con ban, giochi, piccole feste di ben-

venuto e regalini. Per scegliere gli incarichi aspettiamo

un po’ di tempo per farli ambientare e familiarizzare,

tenendo conto di ciò che i piedi teneri sanno o voglio-

no fare, e cercando poi di variarli ogni anno.

2. Spazio ai talenti di tutti! I più piccoli vengono in-

seriti nel meccanismo delle imprese in base ai loro in-

teressi e alle loro abilità, che hanno fissato nel sentiero

dopo essersi consigliati con i Capi Squadriglia.

Anche i posti d’azione vengono scelti in base al sen-

tiero.

3. Valorizzare è la chiave del successo! L’impresa viene

scelta sia in base alle varie esigenze degli squadriglieri,

tenendo conto delle specialità prese o ancora da con-

quistare, sia per valorizzare i propri talenti cercando

di dare a ciascuno un compito che lo entusiasmi (…).

4. Cerchiamo di creare opportunità per tutti i nostri

squadriglieri attraverso le imprese e le specialità di

Squadriglia, che scegliamo in base ai loro desideri, le

loro aspettative e le mete che si sono posti. (…)

Affrontiamo le difficoltà che si presentano instau-

rando un confronto sincero, cercando di aiutarli nello

scegliere gli impegni e nel portarli a termine.

5. Le mete e gli impegni vengono scelti nel Consiglio di

Sq. discutendone anche con i Capi Reparto, in base alle

ambizioni e alle capacità degli squadriglieri e secondo

un’analisi delle carenze di ognuno, affinché le possano

colmare. I Capi Sq. indirizzano gli squadriglieri verso

un giusto sentiero.

6. Noi Capi Sq. riteniamo che il Consiglio di Squadri-

glia sia un momento importante in cui ognuno espri-

me la propria opinione e le proprie idee; le decisioni

che si prendono nel Consiglio sono fondamentali e

devono essere a misura della Sq., affinché nessuno si

senta escluso, e devono mirare al raggiungimento delle

mete del sentiero di tutti. è importante affrontare il

tutto con serenità in un clima di fiducia, ascoltando il

pensiero di tutti gli squadriglieri.

7. Noi Capi Sq. riteniamo che il Consiglio della Legge

sia un momento solenne per tutto il Reparto, di con-

divisione delle idee e di verifica per quanto riguarda

mete, impegni e specialità. In alcuni casi è preceduto

da un Consiglio di Sq. utile a prepararci meglio al mo-

mento di Reparto. Sarebbe importante che tutti i

Capi e gli altri squadriglieri tengano a mente tutti gli

impegni e le mete di Ciascuno (…). Per aiutarci potreb-

be essere utile la visualizzazione del sentiero di tutti

in un modo alla portata di tutti.

8. Durante il Consiglio Capi, ogni Capo Sq. si fa porta-

voce di ogni squadrigliere

tenendo conto delle sue ambizioni e sentiero.

9. Il campo estivo è la più grande impresa dell’anno ed

è organizzata da noi che siamo i protagonisti di questa

grande avventura. Per prepararci poniamo attenzione

al sentiero di ogni singolo squadrigliere, sfruttando al

massimo le capacità e le inclinazioni di ognuno.

10. Il Vice è una figura fondamentale e la sua collabo-

razione è indispensabile per il buon andamento della

Squadriglia. Spesso diamo incarichi di responsabilità o

collaboriamo insieme per sensibilizzarlo e preparalo al

suo futuro compito e fargli comprendere l ’importanza

del cammino di ogni singolo squadrigliere.

Page 16: Avventura n. 4/5 - 2010

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ILGRANDESOGNOCamporegionaleUmbria2010

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L acchiappasogni è il simbolo del campo che quest’estate ha radunato a Monte Alago, vicino a Nocera Umbra, buona

parte dei Reparti della regione. Sapete cos’è un acchiappasogni? I Cheyenne

lo donano da sempre ai loro bambini, che lo conservano tutta la vita. È una rete magica che ha il potere di trattenere i grandi sogni e le buone idee, e di far volare via, con le penne degli uccelli che lo decorano, i pensieri cattivi e i brutti sogni.

Sotto questo simbolo si sono riuniti quasi 500 Esploratori e Guide, che hanno organiz-zato i propri campi di Reparto sparpagliati in quella bellissima valle tra i fitti boschi di fag-gio e carpino, costruendo una città di oltre 100 tende sui prati erbosi che in passato han-no già ospitato un campo nazionale nel 1983 e un campo regionale nel 1988.

La cosa più interessante di questa formula è che mentre ciascun Reparto viveva il proprio campo estivo, con le sue attività e le sue im-prese di Squadriglia, la vicinanza a tanti altri Reparti e Squadriglie della regione permette-va di conoscere, incontrare, imparare i tanti modi dell’essere Scout che, anche in una pic-cola regione, offrono sempre infinite sorprese

e spunti di arricchi-mento reciproco.

È questo che hanno trovato quelle cento Squa-driglie: un luogo in cui nello stesso momento in cui vivevano e met-tevano alla prova il loro Scouting, potevano osservare altri che affron-tavano le stesse sfide in cento modi diversi, con mille idee e altrettanti sogni da condivi-dere. Ciascuna Squadriglia ha potuto portare il proprio bagaglio di competenza e di esperien-za, lo ha testato e, se è stata veramente in gamba, lo ha accresciuto negli spazi di auto-nomia che aveva a disposizione, esattamente come in un qualsiasi campo estivo. E se ne son viste delle belle, dagli zaini appesi sotto la so-praelevata per tenerli all’asciutto (che di notte però erano piuttosto inquietanti), al pollaio da campo che garantiva uova fresche tutte le mattine, dal teepee di dimensione Reparto a un megatorneo con trenta partite in contem-

poranea.Tutto questo si intrecciava

con i momenti comuni: le ce-rimonie, il Grande Gioco, la S. Messa, in cui le occasioni di incontro permettevano la conoscenza reciproca. E con le attività condivise, come le Missioni a cui tutte le Squa-driglie sono state “sfidate”, e che tutte hanno affrontato con grande successo e forza d’animo, nonostante la piog-gia e le non poche difficoltà dei percorsi.

Missioni che non venivano dai Capi, ma che erano state ideate da ciascuna Squadri-glia presente. Durante l’anno, infatti, ogni Squadriglia, per mezzo di un’impresa del suo

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percorso per la Specialità di Squadriglia, aveva costruito e organizzato una Missione da pro-porre a un’altra Squadriglia.

Ci si misurava, quindi, non su qualcosa di astratto e ipotetico, ma sui concreti risultati ottenuti da qualcun altro prima di noi, qual-cuno con competenze e capacità paragonabili alle nostre. Ma con il vantaggio di averci sfida-to sul suo terreno, in qualcosa su cui si sentiva particolarmente capace, e su cui stava addirit-tura prendendo il Guidoncino verde…

Insomma, pensate al vostro campo estivo, il momento più intenso e avventuroso dell’anno scout, aggiungeteci la possibilità di osservare dal vivo tantissimi altri Scout e Guide con le loro idee, le loro soluzioni tecniche di campismo, i canti, i fuochi, le imprese, le costruzioni. Mettete nella ricetta anche misurarvi con una sfida proposta da qual-cuno che ne mastica veramente di certe tecniche… Questo c’era a Monte Alago: una possibilità sconfinata di imparare dagli al-tri e di insegnare ad altri, un grandissimo

scambio di idee e di sogni… che solo un ac-chiappasogni veramente potente poteva con-centrare in un solo posto.

Insomma, è stato un campo entusiasmante, chi ha partecipato ne ha portato a casa ricordi ed esperienze che non svaniranno facilmente, competenze nuove e sicuramente, … un gran-de sogno.

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Cento anni e non sentirli! A tre anni dalle ce-lebrazioni per il primo centenario dello scauti-smo, culminate nel grande Jamboree in Inghil-terra, a due passi da quell’isola di Brownsea dove nel 1907 B.-P. tenne il primo campo scout della storia, anche lo scautismo nautico ha ce-lebrato la scorsa estate il suo primo secolo di vita. Neanche a dirlo, anche questo complean-no ha un riferimento inglese, anzi addirittura due, visto che gli storici non sono tutti d’ac-cordo su quale evento celebrare.

Gli attuali Reparti britannici hanno scelto infatti di spegnere le candeline l’anno scorso, ad un secolo esatto di distanza dal loro pri-mo campo sperimentale di Beaulieu del 1909, mentre tutte le altre associazioni europee fe-steggiano quest’anno i cento anni della fon-dazione (sempre nel Paese di B.-P.) del primo Reparto nautico del mondo.

Per ricordare entrambe le date, l’Agesci ha quindi organizzato un centenario ‘a tappe’, che ha preso il largo lo scorso anno con i gemellag-gi di ‘Avanti tutta!’ tra Reparti nautici di tut-

ta Italia, ed è finalmente approdato alla fine dello scorso luglio sulle rive del lago di Barrea (AQ), dove oltre mille esploratori e guide han-no dato vita all’Evento nazionale nautico di chiusura ufficiale delle celebrazioni.

A Barrea erano presenti 196 Squadriglie, appartenenti a 51 Reparti diversi. Di questi 19 erano completamente nautici e 17 ‘ad in-dirizzo nautico’ (cioè ufficialmente in via di trasformazione), mentre ben 16 erano Reparti ‘tradizionali’, abituati alle consuete attività nei boschi, che però in occasione del cente-nario hanno voluto approfittare dell’invito e sperimentare anche loro le attività in acqua; per questo, prima di venire al campo, avevano realizzato anche loro un’Impresa nautica, che hanno presentato agli altri insieme a quelle portate dai Reparti in polo blu che si erano gemellati nel 2009. E non hanno affatto sfi-gurato, anzi! Tant’è vero che, dopo aver valu-tato le decine di Imprese realizzate, la giuria, composta da Capi nautici molto esperti, ha consegnato un’inaspettata ma meritatissima 18

Mal’acquaesemprepiublu!CentoannidiscautismonauticoinItalia.

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medaglia di bronzo al Reparto ‘terrestre’ “Ma-feking” del Pescara 14! Meno sorprendente, ma altrettanto sudato il secondo posto conquista-to dal Reparto nautico “Cristoforo Colombo” del Rimini 5, mentre (rullino i tamburi e si faccia ohhh con la voce, please!) la vittoria è andata ad un altro Reparto nautico, il “France-sco Caracciolo” del Portici 3, premiato per la pregevolissima costruzione di un’imbarcazione di classe ‘optimist’.

Ancora più combattuto è stato il Grande Gio-co, disputato invece per Squadriglie e svoltosi in più manches, con eliminatorie e semifinali interne ai sette sottocampi, denominati ‘Baie’, a cui è seguita una grande regata finale in ka-yak tra i campioni di tutte le Baie. Alla fine l’hanno spuntata i Pinguini del Celle Ligure 1, in rappresentanza della Baia del Lupo, che hanno preceduto sul podio gli equipaggi del-la Baia dell’Orso e di quella delle Mangrovie,

mentre più staccati sono arrivati i campioni delle Baie del Sannio, del Tritone, della Lontra e Marsicana. Da registrare qualche mugugno da parte delle Squadriglie femminili, nessuna delle quali è giunta sul podio, secondo cui l’ec-cessiva fisicità delle prove, a cominciare dalla finale in canoa, avrebbe favorito notevolmen-te i maschi…

Ma non c’è stata soltanto competizione nei 10 giorni di Barrea: al termine delle cele-brazioni e delle gare sono iniziate infatti le Botteghe del Porto: ben 32 ‘corsi di formazio-ne’ aperti a tutti, dove le Squadriglie hanno potuto scegliere se cimentarsi nei loro pezzi di bravura, oppure se, forse più saggiamente, mettersi alla prova con qualcosa che non co-noscevano. Ovviamente le più richieste sono state quelle nautiche: vela, canoa, giochi in acqua, windsurf e voga. L’ultimo giorno un rappresentante dei Falchi dell’Alfonsine 1 si è messo in fila addirittura alle 5.15 pur di esse-re certo di conquistare per la sua Sq. uno dei due posti disponibili per windsurf! Il secondo, presentatosi alle 6 (anche lui per iscrivere la sua Squadriglia a windsurf, ed anche lui con successo), ci ha raccontato che per un pelo

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non è svenuto nel trovare qualcuno fuori dalla tenda segreteria già a quell’ora!

L’altro gruppo di Botteghe molto richiesto (e anche qui la differenza maschi/femmine si è un po’ sentita…) è stato quello tenuto del personale del Corpo forestale dello Stato, che hanno insegnato ai loro allievi le tecniche

di prevenzione incendi e di protezione civile, come riconoscere la flora di montagna, e così via. Ne hanno fatto un po’ le spese le botteghe più tradizionali (pronto soccorso, topografia, ecc.) che, pur essendo altrettanto curate dai loro maestri, di certo avevano un po’ di dif-ficoltà a competere con l’irresistibile fascino della costruzione collettiva di una piccola im-barcazione, a cui poi è stato dato il nome di ‘Guscio di noce’, partendo solo da un disegno e da alcune tavole piatte di legname, oppure della visita sul campo ad alcune realtà locali accompagnati dalle guide della Forestale…

Ma non per questo noi di ‘Avventura’ ci siamo dati per vinti, e chi ha partecipato alla nostra bottega di giornalismo ha potuto mettersi alla prova con un inedito confronto tra tecniche di reportage tradizionali (il giornalino del cam-po) e più moderne, mettendo on line insieme a noi l’agenzia di stampa ufficiale dell’evento… il risultato forse è stato un po’ sperimentale, data anche la precarietà della connessione,

ma chi dovesse essere così curioso/curiosa da volersi rileggere la cronaca di quei giorni può farlo, andando a cercare il file pdf “Navigare-senzaalberi” sul sito di ‘Av-ventura’, www.agesci,org/eg.

Buona lettura e buona rotta!

la premiazione del reparto nautico “F. Caracciolo”, Portici 3 (Baia del Sannio)

la premiazione della Squadriglia Pinguini del Celle Ligure 1 (Baia del Lupo)

Il“Medagliere”diBarrea2010LospiritodiunCentenariononèesattamentequellodelleOlimpiadi,

macifapiacerepremiarel’impegnopreparatoriodeiRepartidurantel’annonelrealizzareleloroImpreseelapassionesportivadimostrataalcampodalleSquadriglieduranteilGrandeGioco,dunqueriportiamoquiamo’disimbolicopodioledueclassifichefinali…

Imprese per il Centenario: 1)Repartonautico“F.Caracciolo”,Portici3(BaiadelSannio)2)Repartonautico“C.Colombo”,Rimini5(BaiadelTritone)3)Reparto‘terrestre’“Mafeking”,Pescara14(BaiadellaLontra)

Grande Gioco1)Squadriglia“Pinguini”(m)delCelleLigure1(BaiadelLupo)2)Squadriglia“Gheppi”(m)delMorengo1(Baiadell’Orso)3)Squadriglia“Squali”(m)delPescara14(BaiadelleMangrovie)

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diStefanoGarzaro-disegnidiFabioBodi

La prima giornata di campo era stata faticosa, con il montaggio della cu-cina e delle prime costruzioni. Au-gusto Delpino, il Caposquadriglia delle Linci, aveva mandato i suoi a letto presto. Terminato il Consiglio capi, Augusto si era stupito della cortesia del capo delle Volpi, noto-riamente un malfattore, che gli aveva offerto una borraccia di camomilla tie-pida per i suoi squadriglieri. Quell’infuso era venuto a proposito per conciliare il sonno.

Augusto sognò a lungo cuculi a forma di fischiet-to. Ma non era un sogno: era il fischio insistente del caporeparto. L’interno della tenda era inondato di luce. «Porc... Sono già le otto!». Come aveva fatto a dormire così a lungo?

Non appena Augusto mise la testa fuori dalla tenda, gli prese un colpo secco. Il bosco non c’era più. Quel bellissimo bosco di conifere e rododendri accanto a cui si erano accampati il giorno prima era sparito. Al suo posto c’era un pratone che sboccava in un dirupo, mentre sul lato opposto si apriva un canneto. Scomparsi anche la cucina e le costruzioni, restava soltanto il portale. Augusto pensò nell’ordi-ne a una proiezione in un universo parallelo, a una modifica dell’asse terrestre, alla magia nera, alla scoperta del Graal. Ci mise anche il Graal, perché in ogni stupida trasmissione tv che parla di misteri il Graal c’entra sempre.

Graal o no, la squadriglia era proiettata in un punto sconosciuto dell’universo. Augusto si pizzicò

il cervello. Siccome i fantasmi esistono soltanto nei giochi notturni, occor-reva una spiegazione razionale: il fischio del caporeparto che aveva sentito infatti era reale. Cercò in-torno qualche traccia, ma scoprì soltanto leggeri e trascurabili sol-

chi nell’erba. Gli squadriglieri, man mano che uscivano dalla tenda, piom-

bavano nel terrore più nero. Augusto si ripeteva ad alta voce: «Devo

usare il cervello, senza aspettare un’illuminazione dall’alto». Illuminazione? Ecco la chiave. Chiese alle Linci: «Ieri sera, dov’è tramontato il sole?». Nessu-no lo ricordava. Ma lui sapeva che il sole era sceso di fronte al portale, a ovest. Come poteva allora il sole, quella mattina, sorgere sempre dal lato del portale? Anche senza bussola, est e ovest non si possono scambiare.

Augusto disse: «Datemi dieci minuti, vado nel canneto e torno». Gli squadriglieri terrorizzati era-no convinti che il grande nulla avrebbe inghiottito anche il loro capo, dopo il bosco. Augusto s’inoltrò nel canneto, in un sentiero quasi invisibile. Quando sbucò dalle fitte canne vide proprio quello che si aspettava di vedere: il suo angolo era ricomparso davanti al bosco, con la cucina e la traccia della tenda; lì accanto, un carretto agricolo a due ruote; più in su, il reparto che si stava riunendo.

Augusto tornò subito indietro. Le Volpi erano sta-te in gamba, doveva riconoscerlo. La sera li avevano addormentati con chissà che intruglio sciolto nella

camomilla; li avevano trasportati come mummie nel carretto oltre il canneto e avevano rimontato la tenda e il portale. Dovevano aver lavorato tutta la notte. Uno scherzo così ingegnoso non lo aveva mai subito.

Se Augusto non avesse usato la testa, pensando invece agli universi paralleli, avrebbe frignato tutto il giorno finché non fossero giunti gli elicotteri della Protezione civile. «Smontate la tenda» disse ai suoi, che non sapevano se essere più sorpresi per quell’ordine o per veder tornare vivo il loro capo. Ora occorreva trovare una risposta altrettanto intelli-gente per le Volpi. Ma diabolica.

AugustoDelpino,Caposquadrigliainvestigatore

La notte in cui scomparve il bosco

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Ciao a tutti! Vi ricordate di me? Ma dai non

fate i finti tonti! Sono Vicky, la vostra “rennetta del cuore”!!! Sono quella che vi vuole por-tare tutti al Jamboree!

Siete davvero tanti: le do-mande sono state quasi il doppio di quelle che io mi sarei aspet-tata, tanto è vero che il nostro Consiglio Nazionale è stato felicissimo di aumentare il numero di Esploratori e Guide che potranno veni-re in Svezia la prossima estate. Eh sì, perché in realtà manca poco più di un anno al Jamboree 2011.

Che tipo di occasioni dunque ci fornirà questa grande avventura?

Proviamo a sentire il parere dei protagonisti degli scorsi Jamboree:

“Capisci che ci sono 1000 modi per fare scau-tismo in più riesci ad incontrare un sacco di per-sone molto diverse da te per religione colore o semplicemente mentalità e tutti sono aperti al dialogo… in pochissimo tempo ti trovi a fare squadra con persone che non hai mai visto prima e comunque tutti giocano insieme” (Margherita)

“La parola chiave è divertimento: le attività che mi sono state proposte sono state tutte di-vertentissime e mi hanno insegnato a buttarmi e a provare anche quando non so cosa mi aspetta.” (Valentina)

“Siamo stati stimolati a cominciare a fare “progetti futuri” dopo questa grande occasione: abbiamo pensato che potremmo organizzarci e vivere, se non con lo stesso stile del Jamboree, almeno con le sue prospettive. Che non sono di poco conto, e sono tutte riassunte nel motto: «Condividiamo il nostro mondo e le nostre cul-ture!».”

(Silvestro, Erica, Matteo, Samuele, Paolo, Mar-tina, Leonardo, p. Franco)

“In nessun altro luogo o momento puoi sen-tirti più “cittadino del mondo” di quanto ti sen-

tirai lì. Niente più del Jamboree riesce a rendere concrete la pace e la fratellanza tra i popoli.” (Elisabetta)

Già, è proprio così: il Jamboree, che è un mega-campo Scout (un po’ diverso dai campi che voi

scout e guide italiane fate di solito) ti porta in una sorta di universo parallelo, in cui tutti i grandi valori in cui credi, la tua idea del mondo, la possibilità per tutti

di essere felici insieme al di là della pro-venienza, del colore della pelle, della religione,

si trasforma in realtà.Il motto di questo Jamboree Svedese è

SIMPLY SCOUTING: ma che vuol dire? Vuol dire proprio tornare al significato originario della pa-rola Scout, cioè “essere vedette, andare in avan-scoperta”, quindi vivere un’avventurosa ESPE-RIENZA nella splendida natura svedese, lanciarsi

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nell’incontro con le persone ed il territorio e nelle situazioni che chiedono ad un vero scout e ad

una vera guida di intervenire.

Le paro-le chiave di questa av-ventura sono

MEETINGS, SO-LIDARITY e NATU-

RE: cioè? Provo ad interpretarle:

MEETINGS: possibili-tà di nuovi INCONTRI

da vivere, poiché dietro a qualsiasi avvenimento che cambia lo stato pre-cedente delle cose, c’è sempre un “incontro di storie”: personali, tra comunità, tra popoli. Il cambiamento avviene quando si spende tempo ad incontrare gli altri. Abituati come siamo ad “incontrare” amici “simili a noi” su Facebook o MSN o Twitter o altri social network, in realtà al Jamboree le persone si incontrano davvero, e si scopre che hanno promesso sulla stessa Legge, che vogliono lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato, proprio come noi. Si scopre che possiamo essere nuovi amici per al-tri Scout e Guide, così come altri possono essere nostri nuovi amici: una comunità nuova che co-struisce, nel vivere insieme, “la convivialità delle differenze”.

NATURE: Il Jamboree in Svezia è occasione fa-volosa di vita all’aria aperta, grazie ad un am-biente naturale stupendo, dagli ampi spazi in cui si incontrerà la fraternità mondiale degli Scout. Una fraternità di ragazzi e ragazze che si sentono parte del creato che Dio ci ha regalato, un dono

che siamo chiamati ad accogliere, a valorizzare e a condividere. Non sfruttatori, ma custodi: è bello pensare che il Jamboree possa raccogliere ragazzi e ragazze da tutto il mondo come co-loro a cui stanno a cuore le sorti del creato. Il compito di lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato ci impegna tutti a saper osservare la no-stra realtà, capirla, portare il nostro contributo e contemplarne la bellezza, perché tutto ciò che esiste è dono di Dio che noi possiamo rendere più bello.

SOLIDARITY: Ogni Scout e Guida del mondo vuole diventare il buon cittadino del Terzo Mil-lennio, in grado di agire localmente pensando globalmente. Al Jamboree saremo in 30.000 a condividere esperienze vere che ci consentiranno di passare da questo nostro sogno a lasciare un segno tangibile di questa nostra esperienza: pas-sare dall’indifferenza alla solidarietà e respon-sabilità, dalla chiusura al coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle tendenze nazionalistiche all’edu-cazione alla mondialità.

Mi rendo conto che mi sono un po’ lasciata andare, ho usa-to forse qualche parola un po’ più difficile del solito. Ma troppo spesso voi Scout e Guide siete trattati ancora come bambini, mentre potreste lanciarvi dav-vero in avventure grandiose e importanti ed essere un vero segno di cambia-mento anche per gli adulti, troppo spesso chiusi nei pregiudizi, nei piccoli interessi, nelle preoc-cupazioni quotidiane o nelle disillusioni.

Ma tranquilli: queste idee altissime al Jambo-ree saranno tradotte nel vostro linguaggio scout, quello del fare esperienze insieme. Le incredibi-li attività del programma (Dream, Earth, Quest, Global Developement Village, People, Camp in Camp), le sfide dei challenges, così come le atti-vità spontanee, la vita di sotto-campo, la cucina di Squadriglia, le cerimonie, il Cultural Day…

Per entrare nel dettaglio di tutto questo, vi consiglio di cominciare a visitare i siti del Jam-boree Svedese (http://www.worldscoutjamboree.se) e quello del Contingente Italiano (http://www.jamboree.it).

Prepararsi bene per vivere al meglio questo evento è un dovere, anche per contribuire a por-tare, con i nostri ambasciatori, un’immagine con-creta dello scautismo italiano.

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F inalmente è nato! Nei mesi scorsi sono ar-

rivate centinaia di iscri-zioni, anzi migliaia. Tan-te, come dicevamo, da convincere i vertici della nostra Associazione che il Contingente non era abbastanza grande, e da decidere di ampliarlo. Ed ecco i numeri definitivi.

Invece dei 22 Reparti previsti, ne sono nati ben 29, per un totale di 116 Squadriglie, ovvero la bellezza di 1044 Esploratori e Guide. Completano la banda 6 Clan di Rover e Scolte che daranno una mano all’organizzazione del campo, 140 (4 per ogni Reparto e Clan) tra Capi e Assistenti, più un’al-tra quarantina di Capi che fanno parte dello Staff di Contingente…

Tutti insieme fanno circa 1350 persone, una bella squadra!

E parliamo solo dell’Agesci, perché Il Contingente in realtà è federale, ovvero della FIS, e quindi comprende 6 Reparti e una Compagnia del CNGEI assieme a tutti i Capi dell’associazione in camicia verde.

Nel prossimo luglio, insomma, vole-ranno in Svezia quasi 1700 fazzolettoni federali.

Dunque i Reparti di formazione sono nati, alcuni stanno già cominciando a in-contrarsi e a conoscersi. Sono stati costruiti per lo più a livello regionale, a parte qualche eccezione. Ma la cosa importante è che tutte le regioni italiane, anche le più piccole sono rappresentate in questo Contingente, in modo da poterci presentare al Jamboree veramente come lo scautismo italiano.

I partecipanti, infatti, non vivranno questa avventura a titolo personale, ma come amba-sciatori nostri e del nostro scautismo.

Avranno il compito e la grande responsabi-lità di raccontare a Scout e Guide di tutto il mondo chi siamo noi, e allo stesso tempo di tornare a raccontarci qualcosa dello scautismo del mondo, di cosa significa far parte di un

movimento che in tutto il mondo unisce decine di milioni di persone.

Ad accompagnarli fino in Svezia, nel 150° anno dell’unità d’Italia, sarà una storia intrigante sul-le tracce di Ingrid e di Paolo. Due ragazzi come voi, curiosi e intelligenti, dotati di spirito d’osser-vazione, capacità di de-

duzione e intraprendenza, che mettendo in-sieme piccoli indizi scoperti quasi per caso, si ritroveranno a dipanare un mistero che risale addirittura alla storia dell’Italia che nasceva nel Risorgimento… con un curioso epilogo – guarda un po’ - in Svezia.

La storia sarà raccontata a fumetti, ne tro-verete i dettagli e le informazioni per sca-

ricarli sulla Newsletter del contingente, alla quale tutti potete iscrivervi sulla ho-mepage del sito www.jamboree.it.

Ma cosa faranno questi reparti quan-do si incontreranno?

Fondamentalmente vivranno un’espe-rienza secondo lo stile dell’impresa che li porterà ad “esplorare” il significa-to profondo delle 3 parole-chiave del Jamboree, quelle di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente: meetings, na-ture, solidarity.

E dunque si incontreranno, si stanno già incontrando in campetti che saranno prima di tutto un’occasione di incontro, per spendere un po’ di tempo a conoscere altre persone, confrontarsi e confronta-re le proprie motivazioni a questa “mis-sione Jamboree”, scoprire chi abbiamo di fronte e i compagni di avventura, e capire come tanti altri affronteranno la

responsabilità di ambasciatori.Ai campetti si vivrà il nostro ambiente pri-

vilegiato, la natura, che per noi è il luogo dove meglio esprimiamo le nostre capacità, le nostre abilità, dove riusciamo meglio a vedere e sentire la grandezza del dono che abbiamo

ENATOUNCONTINGENTE!Chiuseleiscrizioni,sonopronteleSquadriglie

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ricevuto nel creato. Quella natura che ci im-pegniamo quotidianamente a conoscere per esserne buoni e veri custodi.

Infine si proverà l’esperienza di spendersi per gli altri, di intervenire concretamente, di aprirsi al prossimo, per verificare come si pos-sa migliorare il mondo anche semplicemente aderendo a uno stile di solidarietà, scegliendo di prenderci cura del nostro prossimo.

Ogni Reparto “adotterà” una situazione di difficoltà e deciderà come intervenire per po-tersene far carico e contribuire, col proprio impegno, a cambiare le cose.

E per chi non sarà presente?La condivisione di queste esperienze

sarà molto importante, soprattutto per chi non ci sarà di persona.

Passerà in particolare con il ritorno de-gli Esploratori e Guide del Contingente alla vita del proprio Reparto: a ognuno di loro, non temete, sarà chiesto di coinvolgere il proprio Reparto d’origine. Perché è neces-sario imparare fin da subito cosa significa farsi ambasciatori, e portare il messaggio e la testimonianza di un evento, di un’Asso-ciazione, di un Movimento.

Ma non solo. Siamo sicuri che la vostra Squadriglia sarà una delle migliori Squa-driglie d’Italia che parteciperà alla gran-de impresa “Coloriamo l’Italia di imprese”:

ebbene, anche i Reparti Jamboree partecipe-ranno a tale grande impresa, ma andranno a “colorare la Svezia di Italia”, e ciò sarà visibile proprio sullo stesso sito (in una sezione dedi-cata) nel quale i reparti del neonato contin-gente racconteranno le loro avventure insieme a Paolo ed Ingrid.

Il messaggio è semplice: “stay tuned”, state connessi, sognate in grande e realizzate gran-di imprese.

Il Contingente Jamboree, da parte sua, altro non sarà che un’altra grande impresa il cui sco-po è di realizzare un sogno, lascian-do un segno gran-de dentro di noi e soprattutto nelle persone e nei luo-ghi che incontre-remo.

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CiaoAvventura!Mi chiamoAnita… reparto “Pegaso”…Vi-

cenza9…Devofarelaspecialitàdi“corrispon-dente”perilmiobrevetto“animazioneinterna-zionale”evorreimoltofareunacorrispondenzaconunesploratoreounaguidadiqualsiasina-zionalitàperampliarelemieconoscenzeeren-derelaspecialitàpiùinteressante…

Anita

Danielescrive:“…Avventuravipregoaiuta-temi.Hoavutol’impegnoditrovarmiunoscoutcome corrispondente. Come si dice? Amico dipenna.Preferibilmenteinternazionale…”.AncheIrene:“CiaoAvventura,poteteaiutarmipertro-varequalcunoconcuicorrispondereall’estero?èqualcosaacuisonostatadasempreinteressataperchémisembraunacosaimportante…”.

T anti le Guide e gli Scout che cercano di mettersi in contatto con un cor-rispondente, preferibilmente inter-

nazionale. Diventa l’occasione straordinaria per scambiare esperienze, imprese, attività; dirsi ciò che si pensa sul crescere, sul sentiero, sugli amici e sugli scout.

Arricchirsi attraverso la conoscenza delle differenze di vita e di tradizioni. Ci si può re-ciprocamente invitare. Allora si viaggia!

Le vie possibili sono alcune. Come già fatto da Anita, Daniele e Irene

tramite Avventura. C’è la possibilità di essere pubblicati tra i messaggi della rubrica “Posta per te”, per corrispondere con Scout e Guide italiani. Tenendo, però, presente che le ragaz-ze e i ragazzi in lista sono parecchi e si po-trebbe dover aspettare un po’ prima di vedersi sulle nostre pagine. Una soluzione per atten-dere meno? Ma è ovvio: scrivere a chi ha già pubblicato il suo annuncio su Avventura!

Oppure, per un contatto internazionale, si può contattare Silvia Sebastianelli, all’indi-rizzo [email protected], che saprà aiuta-re tutti. Silvia da tempo fa questo specifico servizio di mettere in contatto guide e scout interessati alla corrispondenza, appunto, in-ternazionale.

Infine, vi è la via della ricerca personale. Come? Facile: attraverso le tante occasioni

quali gli eventi nazionali e interna-zionali. Ad esempio, il Jamboree che l’anno prossimo si svolgerà in Svezia. Ma ci pensate? Quan-ti incontri! Quanti contatti che possono essere ottime opportu-

nità di corrispondenza!

Una bella testimonianza è quella di Claudia. “Sonodiventatacorrispondente,anzi,amicadipennaneglianniOttanta.GrazieadAvventura.TanteGuideetantiEsploratori.Avoltedall’altrapartedell’oceano.Comesesiaprisseunmondo.Ilmondo.” Dell’attenzione verso l’altro Claudia ha fatto il suo lavoro: è mediatrice intercul-turale. Ne ha fatto la sua vita: vive a Vienna. Indovinate come ha conosciuto l’uomo della sua vita?

Che ne dite? Ancora titubanti? Fateci sapere!

AMICI DI PENNA NEL MONDO

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“Spettacolare!”“No,sulserio,incredibile.Bestiale”.

Non sapevano dire altro. Cioè, se qualcuno fosse passato di lì, anche per caso,

avrebbe pensato che qualcosa si era incantato. Qualche ingranaggio saltava e loro continuavano,

anzi ricominciavano, all’infinito.

“Straordinario!”“Cioè,noncicredo.”“Maguardatequestoposto:nonsiriconoscepiù!

Chespettacoloè?”

Saranno stati sette o otto. Tutti lì, tutti a guardare quello che erano riusciti a fare.

“Anchevoi...sembratediversi...”“Machedici,oh?Chevuoi?”“Sì,diversi,avetealtrefacce.Cioè

sietesemprebrutti,ma...”“Bellote!”“Sì,vabene,mavitrovodiversi:abbiamofattoqualcosadi

grande.Insieme.”“Sì,grandioso.”

Non c’era niente da fare. Nulla li poteva “disincantare”.

E sempre quel qualcuno che passava non avrebbe capito un tubo, ma avrebbe guardato.

Avrebbe visto quello che erano riusciti a fare e...

“Fenomenale!Veramente!”“Visto?”“Allagrande.Lodicevoio!”

Ma che storia è questa?

È la storia che ci piacerebbe raccontaste voi.

Vogliamo che ogni Esploratore e Guida

contribuisca a scrivere la nostra storia.

O la nostra Storia (con la S maiuscola),

la nostra impresa, se preferite

È il racconto dei pionieri che costruiscono nel deserto.

Degli esploratori delle foreste, dei mari e delle montagne. È il racconto di mille avventure.

È il racconto di chi, giorno per giorno, prova a cambiare il mondo che ha intorno.

Vorremmo, soprattutto, che ogni Squadriglia d’Italia

vivesse fino in fondo la propria Avventura.

Scegliesse il proprio sogno e lo realizzasse.

Vorremmo poi che tutti lo potessero raccontare.

Vogliamo, tutti insieme

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LE SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIA INTERNAZIONALE

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Qualche indicazione per recuperare in-formazioni sull’internazionale, nei suoi diversi aspetti.

Per prima cosa possiamo guardare fra le pubblicazioni scout.Se ci interessa la storia dello scautismo internazionale:Mario Sica “Where it all began - Brown-sea, il primo campo scout” ed. Fior-dalisoBaden-Powell (a cura di Mario Sica) “Cittadini del mondo - Scritti sulla pace” ed. Fiordaliso Domenico Sorrentino “Storia dello scautismo nel mondo” ed Fiordaliso

Per approfondire la dimensione eu-ropea:Salvatore Tomarchio “We love Europe” ed. FiordalisoQuesto sussidio aiuta a scoprire meglio l’Europa, spiega origini e funziona-mento, suggerisce attività che portano a scoprire altri popoli, propone giochi per conoscerla divertendosi. Vale la pena di averlo per essere, ancora di più, cittadini europei consapevoli e attivi.

In associazione c’é un bel numero di capi che lavorano sulla dimensione internazionale! Esiste infatti un set-

tore chiamato “Animazione e Rap-porti Internazionali”. La pagina

internet é www.agesci.org/settori/

internazionale e la segreteria in-

ternazionale a cui potete scrivere per informazioni [email protected] Inoltre il settore é presente nelle re-gioni e nelle zone, puoi chiedere ai tuoi capi i contatti dei responsabili o visitare i siti internet regionali e zonali.

Un buon punto di partenza possono essere i siti dell’OMMS/WOSM (Orga-nizzazione Mondiale del Movimento Scout) www.scout.org e dell’AMGE/WAGGGS (Associazione Mondiale delle Guide ed Esploratrici) www.wagggs.org. Da questi siti potete anche trovare i link di tutte le associazioni del mondo, utile strumento per conoscere meglio i nostri fratelli oltre confine.

Per poter conoscere in sicurezza scout tramite internet si può usare tutto l’anno la chat di ScoutLink (www.scoutlink.net), la stessa usata durante il Jamboree on the Internet (JOTI).

Uno sguardo sul mondo é possibile attraverso i quotidiani stranieri: si può acquistare una copia cartacea nelle edicole più grandi o nelle stazioni/ae-roporti o visitare i relativi siti internet.É consigliabile visitare sempre le edi-zioni web straniere di pagine che di solito visitiamo in italiano.

I siti degli organismi internazionali (es ONU www.un.org) o europei (es www.europa.eu) sono un’altra finestra im-portante sul mondo.

Giorgio Infante

BIBLIOGRAFIA - WEBBOGRAFIACONTATTI

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trario, ma non sono le nostre tradizioni, non riusciremo mai a fare un dolce tipico meglio di loro…»«È proprio questo il punto – in-tervenne Marzia pazientemente – Prima di venire qui mi sono chiesta anch’io cosa poteva-mo fare, e sono giunta alla tua stessa conclusione. Perciò mi sono detta: “Alla festa partecipa sempre tanta gente, che provie-ne da molte nazioni diverse, e ognuno porta qualcosa che gli ricordi casa sua. Noi, e gli altri ragazzi del paese che andranno, potremmo contribuire presen-tando quello che sappiamo fare meglio: dolci e danze tipiche della nostra valle, da confronta-re con tutti gli altri”. Vedrete che faremo un figurone e ci diverti-remo!». Più complessa era invece la questione del reportage. Infatti in paese c’era un fotografo di matrimoni che ogni anno scat-tava una foto della tavolata, che il giornale della valle pubblica-va con una piccola didascalia. Quest’anno, invece, grazie ad un amico della Capo Reparto

che lavorava al giornale, il di-rettore si era detto disposto a pubblicare anche un piccolo articolo fatto dalle ragazze, se ben fatto…«Ragazze, calma! Non è niente di impossibile: abbiamo fatto cose più difficili, e comunque basta organizzarsi». In capo a venti minuti fu buttato giù un piccolo elenco con le cose da fare e i relativi posti d’azione. La ricerca di sfondo sul signi-ficato religioso della festa fu

affidata a Monica, e quella sulle usanze tipiche per festeggiarla nei loro Paesi a Ester; Silvia e Marcella invece avrebbero fat-to foto & video da mettere sul sito di Gruppo, mentre Angelica sarebbe andata a parlare con i responsabili della festa e avreb-be preso appunti per l’articolo, che avrebbero poi scritto tutte insieme dopo la serata e infi-ne attaccato trionfalmente in sede dopo averlo rita-gliato dal giornale!

Alessandro Testa

Con la Specialità di Squadriglia di Internazionale inizia la nuova serie di inserti di Avventura. In 12 uscite vi proporremo idee e suggerimenti su tutte le Spe-cialità di Squadriglia, i Gui-doncini verdi, che con la vostra Squadriglia potete conquistare.

Sicuramente sapete bene come si conquista la SdS: durante l’anno si compiono due Imprese e una Missione, e le tre relazio-ni, con la documentazione op-portuna, si inviano agli Incaricati di Branca E/G della vostra Re-gione, che valuteranno se meri-tate di essere riconosciuti com-petenti. Una cosa seria, dunque, che vi darà diritto a portare, per tutto l’anno successivo, un Guidoncino verde sotto al vostro Guidone di Squadriglia.

E svolgendo una terza impresa durante quest’anno, potrete confermarlo e portarlo per un altro anno, sempre mandando la relazione agli Incaricati.

Questi inserti vogliono darvi una mano prima di tutto a sceglie-re, a capire se una certa Specia-lità fa per voi.Vi suggeriremo le Specialità e i Brevetti individuali più utili da avere in Squadriglia, per avere un motore più potente, oppure i più adatti ad essere messi in cantiere e raggiunti proprio gra-zie alle Imprese collegate alle varie Specialità. Non dimenticate che il premio maggiore di una SdS non è il Guidoncino, ma la ricchezza delle competenze che si posso-no imparare durante le Imprese,

Internazionale: una specialitàper portatori di pace

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Internazionale: una specialitàper portatori di pace

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e del lavoro che si farà insieme.Troverete suggerimenti su come e cosa osservare per decidere il vostro progetto di Specialità, in quali imprese cimentarvi e come portarle a termine. E poi, per ogni SdS che presenteremo, troverete un paio di idee di Im-prese e una Missione, proprio come se aveste davanti una Squadriglia che si sta cimentan-do. Solo un esempio da imitare nello spirito: le idee e le Imprese devono essere le vostre!Infine cercheremo di darvi qual-che riferimento a testi o siti web su cui documentarvi.

E partiamo con Internazionale!Questa è la Specialità che vi porta dentro uno dei significa-ti più alti dello Scautismo, per come lo aveva inventato B.-P.: la dimensione mondiale. Gli Scout e le Guide di tutto il mondo si riconoscono fratelli e sorelle, al

di là di ogni differenza di cultu-ra, colore e religione. E quindi ambiscono alla cono-scenza reciproca e all’incontro, perché solo avvicinandosi e confrontandosi si costruisce quella fratellanza che è l’unica base solida della pace.La pace nel mondo, roba da so-gnatori? Eppure lo Scautismo, nato e cresciuto tra le due guer-re mondiali, ha resistito fino ad oggi come movimento di pace, dando testimonianze altissime di come le persone possono su-perare ogni conflitto. E se tut-tora conviviamo con un mondo in guerra, significa che il nostro messaggio e la nostra esperien-za concreta, vanno trasmessi a voce ancora più alta.

La “Squadriglia internazionale” è quindi una Sq. che cerca l’in-contro con le culture differenti, realizza lo scambio e la cono-scenza e si arricchisce di questa “contaminazione culturale”. Crede fermamente nel valore e nella dignità dell’Uomo, in quanto figlio di Dio e sa vede-re la maggiore ricchezza di un progetto realizzato assieme a persone ti altre culture, e l’ap-porto speciale che ciascuno sa portare, con il suo speciale ba-gaglio di cultura e conoscenze.Vi siete riconosciuti? Se sì, la Specialità Internazio-nale è già vostra!

Paolo Vanzini

...E RACCONTARLO A CHI NON C’ERA.

«E adesso fiestaaa! There’s a partyyy!!!», urlò a squarciagola Marzia, la vulcanica Capo Squa-driglia dei Pellicani entrando in sede, dove aveva convocato tut-te le altre per non meglio preci-sate “comunicazioni urgenti”…Dodici occhi (a cui si aggiun-gevano tre paia di occhiali) la fissarono stupefatti. Il motivo di tanta agitazione era semplice: tutta la Squa-

driglia era stata invitata all’annuale festa che la

comunità nordafricana e gli altri stranieri

di reli-

gione islamica organizzavano nella piazza principale del paese in occasione della festa di Id-Al-Fitr, alla fine del mese sacro di ‘ramadan’. L’invito era davvero una sorpre-sa, ma che dovesse succedere presto qualcosa era nell’aria: dopo aver realizzato due Impre-se di argomento internazionale, ai Pellicani mancava infatti sol-tanto una Missione per poter spedire all’Agesci la richiesta di potersi fregiare della relativa Specialità di Squadriglia. E, in effetti, nella busta c’erano anche altre indicazioni, questa volta scritte dai Capi Reparto: «con-tribuite alla realizzazione della festa e preparate un reportage con foto per l’Eco della Valle», il giornale locale. L’iniziale en-tusiasmo si afflosciò come una torta venuta male… «Come sarebbe a dire, contribu-ite alla festa? – attaccò Valeria, che per carattere si accendeva facilmente – Niente in con- M

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TECNICHE, SPECIALITÀ INDIVIDUALI E BREVETTI UTILI

La specialità di squadriglia in-ternazionale ha l’esclusività, forse, di essere la più “attuale”.Mai come oggi siamo così vi-cini a numerose occasioni per conoscere l’altro, non solo attraverso libri, enciclopedie o Internet!si gioca in casa: a scuola, per strada o bussando alla porta del vicino troviamo occasioni di incontro con persone ap-partenenti a etnie diverse dalla nostra.

In squadriglia non potrà man-care un corrispondente, o un corrispondente radio, capace di mantenere i contatti a distanza tramite internet o per posta (sia

elettronica sia tradizionale) e di comunicare attraverso scambio di lettere, fotografie, tradizioni.

L’interprete è una figu-ra fondamentale; il suo talento e la sua capacità di conoscere le lingue sono messi a disposizio-ne per creare il ponte necessario a unire due mondi apparente-mente lontani.L’amico del quartiere è colui in

grado di sapersi orien-tare nella zona e indivi-duare facilmente quelli che sono i riferimenti strutturali in cui si riu-niscono i diversi gruppi e/o associazoni.L’europeista sa come mettersi in contatto e curare le ricerche sui paesi di appartenenza degli amici stranieri che incontreremo e prepara-re una mostre o un’at-

doveva necessariamen-te essere “leggera” per esigenze legate al tra-sporto aereo. Il Settore Internaziona-le fornì a Federico dei dati precisi sul Reparto inglese. In seno al Con-siglio dei Capi Squadri-glia i Capi informarono, sentiti i colleghi inglesi, che i due Reparti avreb-bero condotto attività autonome, spartendo tuttavia diversi momen-ti, dall’esplorazione d’ambien-te, agli scambi “culinari” fino ai fuochi di bivacco e a quello solenne da Campo. Man mano che i preparativi per il campo all’estero stavano pro-gredendo, i ragazzi del Reparto si resero conto che se c’era una materia nella quale impegnarsi a scuola quella era la lingua in-

glese: ci tenevano a ben figurare e facendo così resero contenti i rispettivi genitori, per non dire dei docenti! Luglio arrivò in un battibaleno. Quando l’aereo puntò il muso verso il cielo, Paolo strizzò l’occhio a Flavio, ricambiato: la grande avventura stava per iniziare. Le Volpi ce l’avevano fatta!

Lucio Costantini

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tività che presentino la cultura europea, o un fuoco a tema.Il folklorista è colui che sa me-glio di tutti avvicinarsi alle tra-dizioni popolari con la curiosità della ricerca delle origini e che sa leggere dietro un’usanza le radici che l’hanno alimentata.Bisognerebbe essere tutti dei bravi osservatori, per cogliere nell’altro quelle caratteristi-che che lo rendono spe-ciale, abituati a notare i piccoli dettagli.Beh, al redattore e al fotografo è affidato il compito di relazio-nare e documentare le imprese e la missione, raccogliendo le infor-mazioni e le notizie, per poi raccontarli sfruttando il talento della scrittura e della comunicazione con le tecniche giornalistiche più adatte allo scopo e fotografando ogni occasione significativa.

I brevetti che vengono in aiuto sono, non a caso, il brevetto di animazione internazionale,

conquistato da coloro che si rendono disponibili a organiz-zare attività di conoscenza, in-contro e scambio interculturale o interreligioso.Animazione giornalistica, per saper come organizzare un’inchiesta o un reportage su argomenti di interesse generale fra cui quello degli scambi in-terculturali.Già, perché le tecniche per conquistare questa speciali-tà sono tantissime: creare un centro di scambio di informa-zioni, tradizioni, oggetti tipici appartenenti a diverse culture; studi e ricerche approfondite sulle tradizioni di una qualsia-si etnia o su problemi quali la fame mondiale per poi provare

a immaginare una soluzio-ne valida; organizzare e

preparare una cena et-nica per mostrare al

proprio quartiere quanto appreso in merito alle abitu-

dini culinarie di altri popoli…L’importante è non perdere di vista

l’obiettivo che è quel-lo della conoscenza reciproca, della rea-

lizzazione di progetti comuni scoprendo, con gioia, che non siamo affatto così “diversi”.

Anna Demurtas

mente l’attività che le Volpi volevano proporre a tutto il Reparto doveva caratterizzarsi non come una semplice vacanza all’estero, ma come un Campo Scout di Reparto da condividere con gli scout e le guide locali. Poi sarebbe seguita l’ospitalità in famiglia. Federico, il Capo Reparto, spie-gò alle Volpi, raffreddando un po’ il loro entusiasmo, che non era possibile prendere diretta-mente contatto con i loro fratelli scout all’estero: così volevano, saggiamente, le norme del Set-tore Internazionale dell’associa-zione. Era necessario innanzi-tutto mettersi in contatto con la sede centrale dell’associazione fornendo tutte le indicazione necessarie: data di parten-

za e ritorno, i luoghi che si intendevano visitare,

il numero e l’età dei partecipanti, la ri-

chiesta di

itinerari particolari. Inoltre bisognava spe-cificare se si intendeva svolgere un campo sotto tenda , oppure fruire delle strutture fisse di qualche terre-no di campo nei din-torni di W. Alle Volpi parve che le cose non fossero semplici, ma il Capo Reparto si offrì di curare i contatti con il Settore Interna-zionale, a patto che le Volpi si occupassero, coinvolgendo le altre

Squadriglie, di alcuni aspetti dell’esperienza all’estero do-cumentandosi per benino sulla meta che avevano deciso di rag-giungere, sulle caratteristiche fisiche, economiche, sociali di W., sui luoghi d’arte e naturali-stici meritevoli di essere visitati, sui trasporti locali: tutte notizie che avrebbero potuto conden-sare sia dagli opuscoli che sag-giamente si erano procurati, sia consultando delle guide turi-stiche, Internet o intervistando alcuni concittadini che, grazie al gemellaggio, avevano già visita-to W. e i suoi dintorni.I Capi proposero che il campo poteva essere impostato se-guendo come filo conduttore gli articoli 4 e 6 della legge: “(...) sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout” e “(...) amano e rispettano la natura”. Inoltre l’attrezzatura da campo

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A CACCIA DI IDEE: COSA OSSERVARE, DOVE CERCARE, COME DECIDERE

Cara Squadriglia,mi sto proprio rivolgendo a te che quest’anno hai deciso di metterti in gioco pianificando la conquista della Specialità di Squadriglia in Internazionali-smo.Immagino che l’entusiasmo sia “a mille” per l’inizio di questa nuova avventura: probabilmente

avete già stilato un elenco di possibili Im-

prese ma è possibile

che qualche dubbio

resti an-cora.

Posso iniziare col dirvi che spesso si ha un’idea di “dimen-sione internazionale dello Scau-tismo”, come realtà presente su tutti e cinque i continenti: la capillarità del nostro movimento ci fa sentir parte di una grande famiglia che condivide la stessa Legge e Promessa.Si potrebbe iniziare col docu-mentarsi sulle diverse realtà, at-traverso un’analisi “teorica” dei vari modi di far Scautismo.La parte più corposa, poi, do-vrebbe basarsi sul contatto diretto: via quindi a gemellaggi fra gruppi di diverse nazioni, Campi estivi internazionali, Uscite all’estero; ma potreste anche scegliere di addentrarvi in territori inesplorati, alla sco-perta di una realtà “straniera” che guarda caso vive nel vostro stesso quartiere o città.Non accontentatevi di raccoglier informazioni solo su libri e testi

Quel sogno le Volpi lo cullavano fin da quando Paolo, il capo-squadriglia, aveva raccontato che suo padre a un Jamboree c’era stato e ne parlava spesso come di un’avventura indimenticabile prece-duta un anno prima da un Campo di Repar-to all’estero, in Au-stria per la precisione. Quanto bastava alle Volpi per sognare un poco. Ne parlarono con i Capi, proponendo loro di realizzare un’Im-presa di Squadriglia un po’ fuori dal comune: organizzare un campo all’estero per tutto il Reparto. I Capi, pur ritenendola una pro-posta di non facile attuazione, soprattutto sul piano organizza-tivo, accettarono. Ottobre: tempo di passare dal dire al fare anche se... le Volpi non sapevano proprio da dove incominciare! Innanzitutto ci voleva una buona motivazione: dove andare e perché. Tutti ma-sticavano un po’ di inglese, ma non era una ragione sufficiente. Alberto però, il terzo di squa-driglia, si ricordò all’improvviso che la loro città era gemellata con quella di W., nelle Cotswold

Hills, in Gran Bretagna: forse, suggerì, poteva essere una buo-na pista da seguire. Le Volpi,

riunite in Consiglio, decisero che era una proposta sensata. Paolo e Flavio, il suo vice, fecero un salto in Comune e ne usci-rono carichi di opuscoli sulla città di W. Ora avevano indirizzi delle autorità locali, dei servizi sanitari e anche di alcune fa-miglie con figli della loro età: erano sicuri che alcuni di quei ragazzi fossero degli scout. Inoltre scoprirono che la città di W. era collegata con la loro da voli a basso costo: sembrava proprio un invito!Ovvia-

Imprese Internazionali? Yes, WE CAN!

Un campo di reparto all’estero?Sì, l’organizza la squadriglia Volpi!

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Imprese Internazionali? Yes, WE CAN!

Un campo di reparto all’estero?Sì, l’organizza la squadriglia Volpi!

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come foste alle prese con una ricerca scolastica: avendone la possibilità, vivete in prima per-sona il confronto.Chiedete ai rappresentanti delle varie culture di farvi scoprire i “loro universi”:

dalle tradizioni ai miti e leg-gende, ai tratti caratteristici sulla loro origine, ai piatti tipici (con cui potrete deliziare il resto del Reparto!).Questo è il sentiero che que-sta Specialità di Squadriglia vi chiama a compiere: la respon-sabilità nel trasmettere a chi vi sta intorno, in primis al vostro Reparto, l’entusiasmo e l’im-portanza di esser cittadini del e nel mondo (come ci ricorda il nostro B.-P.).Buon lavoro!

“Il movimento scout è una fra-tellanza mondiale. Diventando Scout ti unisci ad una grande moltitudine di ragazzi appar-tenenti a molte nazionalità ed avrai amici in ogni continente. Ciò avrà un effetto vitale e di

lunga portata in tutto il mondo per la causa della pace” B.-P.

Giada Martin ed un’al-tra, cogliete gli aspetti di somiglianza e quelli di dif-ferenza, provate ad ipotizzare cosa sarebbe successo se alcu-ne delle condizioni fossero state differenti.Ora tocca però realizzare un momento conclusivo di questa lunga inchiesta mettendo a frut-to il vostro lavoro e provando ad organizzare, perché no, una sorta di tavola rotonda sul tema.Per tavola rotonda si intende una specie di conferenza conclu-siva in cui vengono invitati esperti del settore, esponen-ti delle istituzioni pubbliche e analiz-zando i risultati del materiale ritrovato si provano a dare

delle soluzioni a quanto avete affrontato.

Nel corso di quest’in-contro sarà compito

vostro pre-

sentare con a t t e n z i o -ne il lavoro fatto met-

tendo in luce tutte le fasi che vi hanno por-

tato sino a quel punto e provando,

anche voi, a prospet-tare soluzioni ai pro-

blemi presentati.Al termine della tavola ro-

tonda, una volta acquisiti pa-reri di esperti e avendoli con-frontati con i vostri, provate a mettere quanto elaborato in un libricino o in un dvd. Create una sintesi completa della conferenza che racchiuda in sé tutto il percorso: questo da un lato vi aiuterà a presen-tare l’impresa per conquistare così la Specialità di Squadriglia, dall’altro vi servirà come ricor-

do o strumento di

consultazione da posizionare nel vostro angolo in sede di reparto.E adesso, buon lavoro!

Francesco Scoppola

QUALCHE CONSIGLIO UTILE PER LA VOSTRA RICERCA...

www.scout.orgSito del WOSM (World Organization of the

Scout Mo ement): orga-nizzazione mondiale che coordina la maggior parte delle organizzazioni scout

nazionali. Conta circa 28 milioni di membri ap-partenenti a 160 nazioni diverse.

www.wagggsworld.org/en/homeSito del WAGGGS, organizzazione mondiale che si occupa del supporto e dello sviluppo del Guidismo.Fondata del 1910 dalla sorella di B.-P., Agnes, che adattò il sistema educativo scout alle ragazze. Proprio in quest’anno ne stiamo vivendo le celebrazioni per il centenario!

Contatti sulle diverse dimensioni culturali presenti sul vostro territorio potete facilmente reperirli sui siti

web dei vostri Comuni d’ap-partenenza (spesso esistono anche dei centri ad hoc, vi segnalo quello della mia città: www.comune.torino.it/intercultura

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Per conquistare una Specialità di Squadri-glia occorre partire dall’elaborazione di una prima impresa che veda tutti i componenti della Squadriglia prota-gonisti.Approcciandovi alla Speciali-tà Internazionale una buona im-presa da mettere in piedi è sicu-ramente quella di realizzare una vera e propria inchiesta parten-do da un argomento che ritenia-te di particolare interesse e che abbiate trovato su un giornale.Come prima cosa dovrete ovvia-mente avere a vostra disposizio-ne un certo numero di quotidiani, è fondamentale non averne sola-mente uno in maniera da poter confrontare le informazioni e le notizie presenti oltre a cogliere eventuali fatti che siano citati in un quotidiano piuttosto che in un altro. Prima però di documentarvi sui giornali a diffusio-ne nazionale andate a spulciare anche sulle testate locali e di

quartiere, t a n t e

volte

i n f a t t i in questi piccoli e brevi fogli si trovano notizie che, pur non comparendo sulla stam-pa nazionale, rivestono un gran-de interesse per la comunità ed il territorio a voi vicini. Che tematiche scegliere? Trat-tandosi di specialità internazio-nale scegliete quegli argomenti

e fatti che abbiano a che fare con

culture

straniere, con una dimensione internazionale delle problemati-che, non dovete necessariamen-te pensare a qualcosa di lontano solo perché si tratta di interna-zionale, ma concentratevi sulle tante realtà che esistono vicino a voi e che abbiano un respiro ed una dimensione sovranazionale.Una volta trovato un tema do-vrete essere in grado di analizzar-lo da

molteplici punti di vista. Innanzitutto cercate di capire la fonte e più nello specifico cosa c’è dietro quel particolare fatto o fenomeno: capire cosa c’è dietro vuol dire cogliere i momenti in cui si è sviluppato, le condizioni ed il contesto che hanno portato allo svolgimento, i soggetti che vi hanno contribuito e fatto parte.Appena compreso questo pas-

serete alla fase successiva com-prendendo come si sviluppano i problemi e raccogliendo quante più informazioni possibili.Per raccogliere informazioni do-vrete essere tutti ben allenati ad andare a cercare dovunque. Potrete trovare delle notizie in-teressanti sia andando a parla-re con delle persone che magari hanno vissuto la stessa espe-rienza oppure potrete trovare delle altre novità cercando su libri o altre fonti di documenta-zione.Tenete a mente che questa è in-dubbiamente la fase più im-portante perché vi consente di andare alla radice della que-stione che volete affrontare mettendo a confronto infor-

mazioni, dati e testimonianze che vi aiuteranno a capire

l’entità del problema e quali eventuali soluzioni portare avanti.A questo punto nelle vostre mani dovreste avere abba-

stanza materiale, avrete ca-pito cosa c’è alla base ed avrete raccolto un buon quantitativo di notizie che vi hanno aiutato a capire lo sviluppo del fenomeno. Cosa fare di più?Innanzitutto passate ad analiz-zare quanto in vostro possesso. Non ha senso infatti possedere del materiale e non metterlo in relazione tra sé stesso: cercate di capire qua-li relazioni ci sono tra un’informazione

IMPRESA: organizzare un’inchiesta

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IMPRESA: organizzare un’inchiesta

disegni di Tommaso Pedullà - testi e grafica di Silvia Bosio

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Quali passi per farlo?

1 Parlatene con i vostri Capi Reparto. Controllate Avventura, troverete articoli, poster per i vostri angoli che parlano di noi tutti! Le nostre mongol-fiere vi permetteranno di distinguerli.

2 Con la vostra Squadriglia ideate, progettate, sognate le vostre Imprese. Visitate il sito http://www.coloriamolitaliadimprese.it/ e iscrivetevi. Riceverete un fantastico ricordo per la vostra Squadriglia.

3 Caricate le vostre foto, le foto del luogo dove avete pensato di realizzare la vostra Impresa. Fateci vedere come sono le vostre sedi, il vostro quartiere, la vostra città, il bosco che avete scelto per realizzare il vostro sogno.

4 Poi vorremmo vedere questi luoghi dopo che voi vi avrete lasciato il vostro segno, dopo la realizzazione della vostra Impresa. In questo modo vedrete la nostra Italia colorarsi delle vostre realizzazioni.

5 Dopo la vostra verifica, raccontateci la vostra Impresa. Raccontateci cosa è cambiato (nella vostra squadriglia, in voi, nel vostro Sentie-ro, nel vostro Reparto, nei luoghi dove vivete). Trovate il modo più bello per farlo. Le Imprese più originali, che di più avranno lascia-to il segno (nella vostra storia, nel vostro quartie-re, nella vostra realtà) troveranno spazio al Jambo-ree, dove mostreremo a tutto il mondo quello che avete fatto.

Vogliamo che qualcuno, anzi ognuno, che si trovi a passare per il vostro quartiere, per il vostro bosco, per il sito internet, per la mostra delle Imprese AGESCI al Jamboree, passi e dica: “Spettacolare” “Incredibile” “No, dav-vero, fantastico. Un sogno”.

ALLORA FACCIAMOLO DIVENTARE REALTÀ.

Buona Caccia!

Nicola, Ilaria, don Luca Incaricati e Assistente Nazionale di Branca E/G

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Amicidiavventura,sonoRoberta,unaGuidadelRepartoBrownseadelMazara4.

Quest’anno,probabilmentecomemoltidivoi,ho affrontato gli esami di terza media. Comeargomentoditesinahoscelto“GliScout”,natu-ralmentevichiedereteilperché.Perchéseoggisonoquellachesono,èanchemeritodegliscout.

Lo scautismo mi ha insegnato ad essere piùautonomaea conosceremegliome stessa;mihainsegnatoadessereleale,ameritarefiducia,afaredelmiomegliopercompiereilmiodovereeperseverarenegliimpegniconcoerenza.Mihainsegnatoasorridereneimomentididifficoltà,avedereillatopositivodellecose.Lamiaviaècambiataquandohodecisodidiventarescout.

Hoavutol’opportunitàdicrescereconfrontan-domiconglialtri,mettendomiallaprova,espo-nendomi,cercandoditirarefuorilepotenzialitàcelatenellabambinacheero.

Loscautismomihaaiutataadiventarelara-gazza intraprendente e gioiosa che sono oggi;eiopensocheseungiornoperqualchemotivodovessi interrompere ilmiocamminoscoutap-pendereiilmiofazzolettonedovetuttipossanovederlodove iopossa ricordare che sono statauno scout e che non smetterò mai di esserlo,perché si dice: “Scout una volta, scout per sempre”cheèappuntoiltitolodellamiatesina.

Inoltre,vichiederetecomehofattoacollega-retuttelematerie.Allora,diitaliano“IPromes-siSposi”,perchéanchenoi scoutpromettiamodavanti a Dio sul nostro onore ad essere lealie rispettosi verso gli altri così comedue sposisi impegnanoaonorarsie rispettarsiper tuttalavita.

Poidiscienze“lestelle”ricordandolavegliaallestelle;distoria“ilfascismo”e“ilnazismo”,perchédurantequestoperiodoloscautismoen-tròinclandestinità.Francese“lapollution”,per-chéunodeimottipiùimportantiscoutè“lasciailmondounpo’miglioredicomel’haitrovato”epurtroppooggil’inquinamentoinficialapossibi-litàdirispettarequestomotto.

Dopotantoimpegnosonostatapremiataconunbel10!

Comepensodiavervidimostrato,loscautismofapartedellamiavita,tantochel’hoaddiritturainseritonellamiavitascolastica.

Aquestopuntovorreiringraziaretutticolorochemihannopermessodiviverequestemagni-ficheesperienze:ilmioreparto,imieifantasticicapielamiafavolosasquadriglia.

DolcibaciRoberta.

Roberta ci propone temi importanti, espressi con chiarezza. Lo scautismo che diventa una fetta importante della vita e che “invade” altri ambiti.

Ma ci pensate? Sostenere gli esami di terza media ragionando sulla Legge e sulla Promes-sa. Beh, davvero niente male!

E dire che tante volte (ammettiamolo) ci viene da far gli scout solo quando siamo in uniforme e poi fuori dalle attività “chi s’è vi-sto s’è visto”.

Certo che non è così per tutti! Anzi, tutte le Guide e tutti gli Esploratori in ascolto la pen-seranno come Roberta, ne siamo certi.

Fateci sapere. Fateci sapere anche se nelle vostre avven-

ture scolastiche siete riusciti a parlare degli scout e come.

scouting for... school

LettereperDiscutere

a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma

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F orza, avvicinatevi, con calma. Non fate rumo-re, sorridetele. Potreb-

be spaventarsi. Accertatevi prima che sia tutto ok.

È dell’età giusta? Ha delle buste in mano? Si sta guardano intorno?

Sì, dai, è vera. È proprio una vecchietta. E deve attraversare la strada.

Con la spesa, addirittura. Tenetevi pronti. Dai, è facilissimo. Allora: prima salutatela. Ve-dete come vi risponde. Tutto, ok? Non sospetta nulla? Non è scappata? Bene, andate avanti.

Fatele vedere il fazzolettone. Che fa? Dice che non ha vetri dell’auto da farsi pulire? No, spiegatele che siete lì per altro. Sì, ditele che non volete soldi. No, nessuna enciclopedia. La spesa. No, signora, si calmi. Spiegatele che non volete la sua spesa, volete portargliela. A casa, sì. Non vuole, ok. Abbandonate il primo obiettivo, provate con il secondo. Niente spe-sa. La strada. Sì, fategliela attraversare. Vabbè, non si convince. Cambiate obiet-tivo. Insistete, dai, una ne troverete.

MA QUANTO È DIFFICILE FARE UNA CARA VECCHIA B.A. (BUONA AZIONE , l’ave-vate capito, no?)

B.A.: S.P.A. (come si pro-ducono le Buone Azioni)

Vista così, una B.A. è un’impresa impossibile. E soprattutto perché farla? E poi, pensateci un po’: trovate divertente far attraversare la strada a delle vecchiette che non ne hanno forse nean-che voglia? O, al di là della vecchietta, è norma-le che uno cerchi per forza qualcosa da fare, un modo per sentirsi buono, si inventi espedienti pazzeschi pur di riempire la casellina “sono sta-to bravo”? O ci può essere qualcos’altro dietro alla B.A.? Insomma, diciamoci la verità: c’è ve-ramente qualcuno di voi che va a letto la sera e

se non ha compiuto la sua Buona Azione quoti-diana non riesce a prendere sonno?

B.A.: B.-P. (che ne pensava il nostro Capo dei Capi)

Eppure Baden-Powell sarebbe solo in parte d’accordo con questa visione della Buona Azio-ne. Se, da un lato, prevedeva che ogni buono scout facesse pratica continua e quotidiana della B.A. (come la famosa mela al giorno), dall’altro non pensava che niente della B.A. po-tesse essere prevedibile: per lui un vero scout era quello che trovava le occasioni più impen-sate per realizzare un “simpatico aiuto” agli al-tri, in maniera originale, intelligente, talvolta imprevedibile ma capace di lasciare un segno negli altri e nel proprio ambiente.

B.A.: O.D.A. (lo scouting: osservare-dedurre-agire)

B.A.?BAH!Congliauguridicorrereinsalita…

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Allora proviamo a vederla diversamente que-sta benedetta B.A. Che ne dite di questo tipo di idea? Così è più semplice di prima?

La nostra proposta per delle vere B.A. che funzionino è questa qua. Rilassatevi: niente rincorse dietro a sacchi della spesa, niente stri-sce da attraversare; provate a sentire e diteci se vi piace.

Osservare-dedurre-agire: ne avete sentito par-lare più volte probabilmente. Si tratta del modo in cui ci piace affrontare le cose, lo scouting. Al livello più semplice OSSERVO una situazione di bisogno, DEDUCO cosa manca, come posso intervenire, AGISCO metto in atto la mia B.A. Per esempio: osservo che un mio “compagno” di squadriglia non è felice? Deduco da ciò che fa e che mi dice quale possa essere la cosa e cosa posso fare per aiutarlo. Agisco, mettendo in pratica le mie deduzioni. E poi sono pronto per ricominciare.

Vi può andare come schema? Lascia tutto alla vostra libertà, ma vi può aiutare a non af-fannarvi come pazzi a cercare una vecchietta

(che tra l’altro ormai sa attraversare benissimo da sola). Le paroline che vedete intorno al nostro nuovo schema possono esservi ancora di aiuto:

Dove?Squadriglia: è il luogo che vi consigliamo,

dove potete cercare la vostra parte, dove cono-scete tutti ma dove potete imparare a conosce-re meglio, dove potrete valutare con una certa precisione se e quanto la vostra B.A. ha avuto effetto

Sentiero: la B.A. è forse un impegno come nessun altro, l’occasione per camminare spediti verso le mete che vi siete prefissi

Impresa: nel fare con gli altri amici del Repar-to e della Squadriglia potrete trovare le occa-sioni più “ghiotte�: bastano gli occhi aperti ed un po’ di buon O.D.A. (osservo-deduco-agisco). Potete trovare il modo di rendervi utili agli altri nel lavoro, ma soprattutto è l’impresa la vostra

vera B.A.: è con essa che potete la-sciare un segno nella realtà che vi circonda, cambiare in meglio il mondo.

Come?Av ventu r a :

la B.A. non è

solo l’impegno quotidiano ma è anche la sco-perta di qualcosa di tosto, di un impegno stra-ordinario. Può essere l’avventura di un piacere, quello di aiutare gli altri, che vi farà scoprire che nel profondo siete fatti per fare felici gli altri

Competenza: eppure, le cose bisogna farle bene. Non basta... essere buoni, aiutare gli al-tri. Bisogna farlo con competenza, magari met-tendo in pratica le nostre specialità, i nostri talenti affinati con il Brevetto.

Estote parati: è il nostro motto, ci sarà un perché. Non si fanno B.A. se si dorme, se non ci si sa guardare intorno, se non si è preparati e svegli per farle.

Perché?A questo non sappiamo ri-

spondere. Anzi, sapremmo, forse. Ma abbiamo la convinzione che ognuno possa trovare il suo perché. È il perché che vi (ci) fa pronunciare una promessa, che vi fa salu-tare con gioia il sole che na-sce, che vi fa ballare intorno al fuoco, che vi fa cantare nelle difficol-tà, che vi fa scattare verso l’altro in difficoltà, che vi fa venire voglia di cambiare in meglio voi stessi ed il mondo, che vi fa correre in salita, che vi (ci) fa…

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Ela seconda vol-ta che Emma mi ospita a

casa sua. Emma Came-sasca, classe 1930, una delle prime guide italiane.

Appena entrata in salot-to, non posso non notare un album voluminoso. In-credibile, è il Libro d’oro della squadriglia Gab-biani!

A voi forse non dirà niente. Allora mi con-viene fare un passo indietro.

La squadriglia Gab-biani è stata fondata nel 1946. Le appartenenti erano K (Anna Cappelloni) - capo squadriglia -, Macca (Maria Maccabruni), Castoro (Maria Venerus), Ali (Maria Teresa Aliprandi), Emma (Emma Ca-mesasca).

“Niente vice?”. “No! K bastava e avanzava!”, esclama Emma.

Quello che è aperto sul tavolo non è il primo Libro d’oro dei Gabbiani, ma... l’ultimo.

La squadriglia Gabbiani non ha mai cessa-to di esistere. Probabilmente è la più longeva squadriglia italiana: 64 anni!

E sì che le sue componenti hanno 80 anni: “Aspettiamo Alì, la picco-la, che fa il compleanno ad otto-bre, per festeggiare tutte insieme il nostro 80esimo”, racconta Emma.

Quello che mi stupisce è la capa-cità di essere rimaste amiche per tutto questo tempo. Per me è un valore incommensurabile e glielo dico.

“Sai, ci sono stati lunghi anni in cui ci siamo perse di vista, a causa degli impegni familiari e personali. E poi, anche quando ci siamo ritro-vate, non è detto che tutto filasse liscio, perchè ognuna ha il suo ca-rattere e con questo bisogna fare i conti”.

Lo dice mentre comin-cia a mostrarmi il Libro

d’Oro (ultima versio-ne, datata 2005).

Ci sono le foto delle loro gite in agriturismo o in vacanza, quando “ci di-

vertivamo come matte a cantare sot-to la luna o a legge-re ‘La tempesta’ di Shakespeare, a fare lunghe passeggiate o giochi di società”. “Insomma”, osservo,

“una squadriglia in pie-na regola, commisurata alla

vostra età”. “Certo”, risponde Emma, “ma considera che non eravamo tutte presenti. K, per esempio, vive a Francoforte e perciò è raro che ci raggiunga”.

Oltre alle fotografie, ci sono pagine scritte fitte fitte, con calligrafia diversa: “Ogni 2/3 mesi, ci passiamo il Libro d’Oro. Ognuna di noi ha così modo e tempo per arricchirlo con i pro-pri contributi. Confidenze, riflessioni che ti nascono - all’alba degli 80 anni - sulla vita e la morte, stralci di letture, poesie e articoli che

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UNASQUADRIGLIADI64ANNIvogliamo condividere l’una con l’altra”.

Rubo con gli occhi qualche verso di una po-esia che si intitola “Sentirsi amato” ed apre il Libro d’Oro; poi, più avanti, “Un elogio della pazienza”, mentre mi faccio raccontare qualco-sa di questa straordinaria squadriglia.

“Ci piaceva moltissimo cantare. K ci teneva parecchio. Aveva orecchio, mentre io invece ero stonata”, ricorda Emma. “Abbiamo anche inciso il Cantico delle Creature, ma non sappia-mo più dove sia finita la registrazione”.

Le chiedo cosa cantavano in particolare. Mi spiega che, a quei tempi, non avendo ancora l’AGI una tradizione propria, attingeva al baga-glio francese. Prende uno dei suoi canzonieri e mi cita “Au bord de la rivière”, “La main dans la main”, “Calchiques”, “Oh, Shenandoah”...

“Non le conosci?”.Purtroppo devo ammettere di no, nonostan-

te il mio diletto fin da piccola per le canzoni. Anzi, se dobbiamo dirla tutta, ho sentito ci-tare “Oh, Shenadoah”, ma non ne conosco il motivo.

Penso che sia un peccato che si sia persa la conoscenza di così tante belle canzoni. Me le segno con l’intenzio-ne di ritrovarle, im-pararle e proporle alla prima occasio-ne utile. Mi imma-gino queste ragazze cantare tanto e questo mi riporta alla memo-ria un vecchio detto scout: “Squadriglia che canta, squadriglia che cammina”. E di stra-da la squadriglia Gabbia-ni ne ha fatta tanta...

L’ultima sorpresa Emma me la riserva di nuovo casualmente.

“I libri d’Oro li conserva Casto-ro, perchè ha una casa grande - insieme al Guidone di squadri-glia”.

“Il Guidone?!”.Be’, ragazzi, secondo me,

queste vecchie guide sono

realmente insuperabili.Che fortuna aver incontrato Emma! Mi ha

dato modo di conoscere una splendida storia “privata” - quella della squadriglia Gabbiani - che è il tassello di una storia “pubblica” più grande - quella della ripresa del guidismo in Italia.

Se ci pensate, è straordinario quello che il guidismo ha significato per queste donne: mantenere in vita la squadriglia non è il rifles-so della fiamma di quella Promessa, compiuta nel ‘45-’46, che non ha mai smesso di ardere.

CHI èEmma Camesasca è appassionata di

lingue straniere ed idiomi locali. Conosce l’inglese, il francese, lo

spagnolo e il tedesco. Ha in-segnato inglese per 40 anni all’Istituto tecnico Moreschi di Milano e per 25 anni alla scuola serale di via Cesate.

Come membro del Circo-lo Filologico, ha con-tribuito a scrivere il vocabolario italiano-milanese, dato alle

stampe nel 2001. Ha vinto diversi premi di poe-

sia dialettale e, in omaggio alla sua città, ha tradotto i 4 Vangeli in milanese.

Non ha mai smesso di fare servizio: attualmen-

te opera al CAV di via To-nezza a Milano e al negozio “Di mano in

mano”, per la Comunità “Mondo e Famiglia”.

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L a differenza tra il successo e l’insuc-cesso, a volte è soltanto un pizzico di preparazione in più. Il motto de-

gli scout è Siate pronti! Perché non applicarlo quindi anche all’espressione, in particolare ai fuochi di bivacco? Maga-ri voi siete guide e scout talmente speciali e abili che nessuno dei fuochi in cui voi avete lavorato è mai stato un insucces-so, ma per noi comuni mortali qualche “astuzia” non farà male.

La prima che ci sentia-mo di suggerirvi è quella del Libro Segreto. Se non ne avete mai sentito par-lare, non preoccupatevi, vuol dire che quelli prima di voi il segreto lo han-no custodito bene! Non è niente di straordinario, però, solamente un quaderno dove raccogliere, in capitoli diversi, idee e riferimenti espressi-vi, meglio se a fogli mobili e, visto che si sta parlando di fuochi al campo, si suppone di non avere grandi problemi di trasporto e conser-vazione, di dimensione A4. Il Libro Segreto è una risorsa di Squadriglia, ma conservarne una copia personale a casa per ogni componente della Squadriglia è un’altra buona astuzia. L’informatico della Squadriglia provvede-rà a scrivere tutto su file e stampare la base e gli aggiornamenti: bucare i fogli e inserirli nel Libro sarà un gioco da ragazzi. Il Libro si tra-manda per generazioni, passa di Caposquadriglia in Capo-squadriglia, così come an-che i file corrispondenti. Per renderlo più facilmen-te utilizzabile, ci sono i ca-pitoli, che separeremo uno dall’altro usando dei divisori in cartoncino più rigido. Ci sarà quindi un capitolo ban, dove si raccoglieranno tutti i

migliori e più efficaci, con suggerimenti per farli riuscire al meglio. Se il ban prevede una melodia da seguire, sarà buona cosa insegnar-la a tutta la Squadriglia e, a mano a mano, per ogni ban insegnarla anche alle novizie e

ai novizi prima possibile. Se siete bravi musicisti, inserirete la trascrizione della melodia su penta-gramma. Stessa cosa vale anche per il secondo ca-pitolo, le danze scout: trascrizione dei gesti da compiere e della melo-dia. Ci saranno le danze atletiche, in cui i gesti saranno veloci e ritmati (faticosi, pure!); le dan-ze umoristiche, con gesti buffi e caratteristici; le danze di coordinamento, in cui la sequenza dei ge-sti è complessa e richie-

de attenzione e abilità. Un altro capitolo re-gistrerà scalette per il fuoco (la sequenza dei canti, ban, giochi e danze ecc.), quelle meglio riuscite, ma anche quelle così così, che prov-vederete a migliorare (una volta capito cosa non funzionava) per renderle fantastiche.

Non mancherà un capitolo con i canovacci delle scenette, le tracce delle veglie di ri-flessione e delle veglie alle stelle. Perché non aggiungere poi una sezione sui costumi e i trucchi? Quando vi capiterà di ideare un costume particolarmente riuscito o un trucco teatrale eccellente, farvelo tornare in mente al momento del bisogno non sarà solamente un’ astuzia, ma un’ancora di salvataggio.

Altra astu-zia: se il campo

estivo è a tema, raccogliete infor-

mazioni e, in una riunione di Squadri-

glia indetta apposi-tamente, raccogliete il

maggior numero di idee

ASTUZIEESPRESSIVEFatevifurbiaifuochidibivacco

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per scenette, costumi e trucchi, ban e danze inerenti al tema.

Mai sentito parlare del Battutario? È una raccolta di frasi celebri che si compone al campo, ovviamente saranno le più divertenti e particolari (sono escluse le battute irripe-tibili). Si tengono da parte e si utilizzano sia con scenette che ricompongono l’occasione in cui sono state pronunciate, sia in rubriche de-dicate, come lo stupidario del campo. Se non volete crearvi dei nemici, è meglio che man-teniate riservato il nome dell’autrice/autore, a meno che non sia avvenuto sotto le orecchie di tutti!

Se la Squadriglia o qualcuno dei suoi mem-bri è particolarmente abile in qualche tecnica espressiva, senza esagerare per non venire a noia, fate però in modo di sfruttare queste ca-pacità. Alcuni mezzi sono particolarmente ef-ficaci e semplici (il radiodramma, i quadri fissi e mobili) altri un po’ più complessi (il coro par-lato, la recitazione, il musical semplificato), ma molto suggestivi se ben fatti.

Radiodramma (è il modo in cui si traspor-ta un racconto o un libro per essere ascoltato alla radio): comprende un lettore, personaggi, rumoristi. C’è una storia narrata dal lettore,

in cui i dialoghi vengono invece letti direttamente dai personaggi e in cui i rumori vengono eseguiti dai rumoristi. I rumori possono es-sere creati con strumenti appositi o vocalizzati, anche con le parole onomatopeiche dei fumetti (i famo-si sbang, crash, bang). Se riuscite a organizzarlo a casa, con più tempo per scrivere e ideare, la realizza-zione sarà rapidissima e la riuscita garantita

Quadri fissi e mobili: un narrato-re racconta la storia (si possono an-che inserire altri lettori che diano voce ai personaggi) e sul palcosce-nico, dietro ad un sipario che viene di volta in volta alzato e abbassato, si rappresenta la scena. Nel quadro fisso la scena è come una fotogra-fia: tutti fermi immobili. Nel quadro mobile si parte da un’istantanea con tutti i personaggi in blocco di scena, ma questi poi si animano e rappresentano una parte di azione o con il mimo o con la recitazione.

Il quadro fisso si presta più facilmente a temi umoristici (usando in particolare le espressio-ni dei personaggi), ma si può utilizzare anche per rappresentazioni più serie.

Il coro parlato utilizza molti lettori che re-citano le loro parti intrecciando le voci come in un coro polifonico: a canone (cori differenti che si alternano), ad inseguimento (il secondo coro pronuncia insieme al primo l’ultima parola o frase e poi prosegue mentre il primo tace), a sovrapposizione (più cori parlano insieme con testi diversi)

Il musical semplificato fa cantare ai perso-naggi solo poche parole delle canzoni, che si inseriscano umoristicamente nella trama e nei dialoghi tra gli attori

Le colonne sonore sono un ottimo accompa-gnamento per le scenette. Se avete in Squa-driglia chi suona strumenti musicali (e se li è portati al campo), avrete non una, ma molte frecce in più per il vostro arco. La musica dal vivo è molto suggestiva, ma attenzione a sce-glierla bene e a non fare durare troppo i brani (il verbo annoiare non deve mai comparire nei nostri fuochi). È possibile, in caso di scenet-te umoristiche, comporre orchestre “a fiato”, suonando a voce i vari strumenti, i risultati possono essere esilaranti.

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I Rompitasche sono espedienti simpatici per ravvivare un fuoco, compaiono in scena all’improvviso (ma, ovviamente, sempre se non volete crearvi nemici, l’ingresso è concordato con chi sta sulla scena) e recitano una parte a sorpresa, come lo straniero che si è perso, l’attore rifiutato che vuole invece farsi valere, l’intervistatore del TG che fa la diretta dello spettacolo, il signor Pignolini che puntualiz-za gli errori di recitazione ecc.. Nell’arco del campo può diventare una consuetudine farli comparire, in momenti sempre diversi, anche durante danze e ban o canti. Sono assoluta-mente vietati alle veglie di riflessioni e alle veglie alle stelle.

In un libro mai pubblicato di Hariu Protter, il famoso mago deve comprare il magico Elen-cocanto. Possederne uno fa in modo di poter trovare il canto giusto al momento giusto.

Non è altro che un elenco di canti, scelto in base alle capacità e conoscenze canore del reparto.

Davanti ad ogni titolo può essere inserito un simbolo che distingua: canti scout, canti lenti, canti ritmati e una serie di stelline: 1 stella ...se proprio non c’è di meglio... que-sta canzone non la sanno tutti bene, riesce solo se c’è Giorgetta o Elisabetta e sta-volta non ci sono, piace al Ca-poreparto che è stonatissimo 2 stelle ...va be’ ce la cavia-mo 3 stelle ...niente male, sia-mo quasi bravi 4 stelle ...senza questa il reparto non sopravvive, manda il morale alle stelle, la cantano tutti

5 stelle ...è il nostro cavallo di battaglia, quando la cantiamo applaudono anche gli scoiattoli e i leoni marini (quelli veri, intendo!)

Se non sapete cos’è una check-list, impara-telo! Per il fuoco non se ne può fare a meno. Presenta un sacco di domande a cui bisogna dare una risposta positiva PRIMA che lo spet-tacolo vada a incominciare. Ogni Squadriglia se ne compone una personale, ma non devono mancare le domande come: C’è tutto il mate-riale? Ci sono le torce elettriche funzionanti? C’è abbastanza legna? Il posto dove dobbiamo recitare è pulito, senza sassi, chiodi o altro materiale pericoloso? La scaletta è a posto? Il

testo da leggere è disponibile e non ce lo siamo dimenticati a trenta chilome-

tri di distanza?

Recitare noi stessi non è la cosa più facile del mondo, ma almeno

la parte la conosciamo bene. Le sce-nette che riguardano la nostra Squadriglia possono essere un asso nella manica. Abbiamo fatto qualcosa che non era proprio perfetto? Spieghiamone umoristicamente il perché al Reparto... tanto hanno già riso anche prima. Abbiamo perso un gioco o una gara? Siamo comunque i vincitori morali, è stato solo per-ché... ve lo spieghiamo noi il perché! La Capo-squadriglia o il Caposquadriglia hanno bevuto una pozione magica e non sanno più parlare... è una fortuna o una sfortuna? Vediamo cosa succede.

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Ricapitoliamo un po’: se possibile, lo abbiamo detto tante volte, por-tiamoci un bel po’ di idee da casa, perché al campo, lo sappiamo tutti, il tempo è tiranno. Teniamoci sempre qualcosa pronto di riserva, ma pre-parato bene, perché può risollevare le sorti di una serata fiacca. Anche i migliori sbagliano, ma perseverare è da stupidi... impariamo dagli errori, perché la nostra Squadriglia stupida non lo è mai stata. Lo spettacolo non è democrazia, il regista è un re... poi se sbaglia ci pensiamo dopo.

Dimenticarsi il Quaderno di Caccia è brutto, non averlo quando si prepara un fuoco è da

stupidi... vedi sopra. La legge di Murphy colpisce quando meno te l’aspetti, ma

lo spettacolo deve continuare, con un po’ di faccia tosta nessuno capirà che abbiamo sbagliato! Il panico da palcoscenico è sempre dietro la por-ta... ma dov’è la porta nel prato dove faremo il fuoco? Se il fuoco è andato bene il merito è del Caposquadriglia, se è andato male la colpa è del resto della Squadriglia.

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E ra la fine di marzo quando Gianna, la Caposquadriglia delle Antilopi, in vista dei giochi di San Giorgio del mese suc-

cessivo, scese nello scantinato del magazzino di Reparto insieme a Claudia, la terza di Squa-driglia, a cui era stato affidato da poco l’inca-rico di magazziniera.

Entrambe vennero colpite da un forte odo-re di muffa. Lì per lì non ci fecero caso, ma una volta aperti i sacchi contenenti la tenda di Squadriglia si resero conto che quell’odo-re, fattosi più acuto, proveniva proprio da lì. Srotolata che ebbero la tenda nel cortile della base di Reparto costatarono che, purtroppo, l’umidità aveva fatto il suo corso.

In pratica soltanto il pavimento della cana-dese, essendo di pvc, si era salvato. Il telo interno e il soprattetto erano ridotti a un colabrodo e non era nemmeno pensabile di rammendarli. Gianna immaginò la faccia che avrebbero fatto Giulia e Roberto, i Capireparto, appena appresa la notizia.

La tenda era da ricomprare e quindi le An-tilopi avrebbero dovuto mettere in moto tut-ta la loro creatività per far sì che la prossima attività di autofinanziamento desse i risultati sperati. Era accaduto che il campo di Reparto si fosse concluso sotto la pioggia e il mate-riale era stato “provvisoriamente” depositato in magazzino con l’intento di sistemarlo non appena possibile.

Poi, complici le vacanze estive e la disper-sione delle Squadrigliere tra mari e monti, i buoni propositi delle Antilopi si erano dissolti come neve al sole...

Gianna, consapevole dell’errore commesso, convocò un Consiglio di Squadriglia nel quale vennero prese delle decisioni importanti. Era doveroso che le Antilopi, nessuna esclusa, col-laborassero d’ora in avanti per conservare in modo adatto il materiale, dalla semplice tri-vella alla tenda.

Per passare dalle parole ai fatti tutto il ma-teriale venne portato a casa di Gianna.

L’ARTEdellaMANUTENZIONEdelMATERIALEdiSQUADRIGLIA

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L’elen-co, redatto da Claudia, comprendeva la se-guente attrezzatura: una sega ad arco per legname dolce; un saracco; un coltellaccio per sfrondare rami; due accette il cui filo era in condizione pietose; una raspa piana; una raspa semi tonda; una raspa tonda senza manico; un trapano a mano (il papà di Gianna, che di certe cose se ne intendeva, disse che si chiamava girabecchino) con una serie di punte di diversi diametri; tre scalpelli da legno da arrotare; un mazzuolo di gomma per piantare picchetti; un mazzuolo per scalpelli; una mazza pesante con manico corto; una serie di trivelle di diametro variabile; due pale pieghevoli; un punteruolo; un piccone; un rastrello privo di manico; un metro metallico a nastro; un filo a piombo; un livello; due lampade a gas con bombolette prive di vetro e retina; due taniche di plastica; una ghirba di plastica per acqua potabile con rubinetto.

La batteria da cucina recava ancora le tracce dell’ultimo pasto: le pentole erano state lava-te in fretta e l’odore che si sprigionò quando vennero sfilate l’una dall’altra e aperte non era proprio dei migliori! I picchetti della tenda erano stati riposti in fretta, andavano ripuliti dalla terra e alcuni erano vistosamente storti. Difficile su due piedi stabilire quanto cordino ci fosse: una matassa aggrovigliata che mise a dura prova le Antilopi per venirne a capo!

Una volta inventariato il materiale andava risistemato o comunque predisposto per essere ben conservato.

A quel punto furono utili i consigli dati sia da Roberto, il Caporeparto, sia dallo stesso papà di Gianna. Le Antilopi trasformarono alcune ri-unioni di Squadriglia in momenti di lavoro. Il cordino, che per fortuna era sintetico e quindi non aveva risentito dell’umidità, venne ridotto in spezzoni da tre e da quattro metri, misu-

re adatte per le legature al campo e le estremità vennero bruciate

con l’accendino per evitarne lo sfilacciamento. Ogni

spezzone venne arroto-lato con cura secondo le istruzioni di Gianna per essere riposto appeso.

Nessuna delle Antilopi era in grado di rifare il filo alle accette e agli scalpelli: vennero perciò affida-

te all’arrotino. Furono ricollocati i ma-nici per la raspa e per il rastrello;

comprati i vetri e le retine per le lampade a gas.

Quasi tutti gli attrezzi, riposti bagnati o umidi alla fine del campo estivo, re-

cavano tracce di ruggine: fu necessario toglierla con delle pezze abrasive morbide impregnate di petrolio. Le lame ven-nero protette con un velo di grasso. Alla fine del lavoro le mani delle Antilopi erano odorose e non propriamente belle da vedere; in com-penso gli attrezzi erano tornati come nuovi.

I picchetti vennero ripuliti e raddrizzati con pazienza. La batteria impilabile da cucina ven-ne lavata e riposta in un sacco di cotone appo-sito; la cassa di squadriglia, pulita, rivernicia-ta e contrassegnata con i colori di squadriglia.

Gianna riflettendo fra sé su quanto accadu-to pensò che le Antilopi si sarebbero potute risparmiare quella fatica se solo si fossero ri-cordate, lei compresa, dell’articolo nove della Legge. Si disse che alla prossima riunione di Squadriglia, con l’aiuto dei Capi, ci avrebbero ragionato su...

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T empo fa ho sentito una definizione che mi è piaciuta e la volevo condividere con voi: la Squadriglia è come il team

dei meccanici ai box della Formula 1: ognuno ha il suo incarico ben definito, ognuno si è preparato e lavora in perfetta coordinazione con gli altri, tutti uniti nell’effettuare i propri incarichi nel minor tempo possibile. Fra di loro ce ne è uno che sembra avere un ruolo secondario: è chiamato lollipop man (uomo-leccalecca), quello che alza una grande paletta per dare il via al pilota per riprendere la gara. È un incarico tutt’altro che secondario, anzi, quell’uomo è il capo del team, il responsabile delle operazioni: da lui dipende il tempo di fermata ai box e quindi gli esiti della gara, e per farlo ha necessità di avere sotto occhio tutta la squadra dei meccanici e il lavoro da loro svolto.

Se la Squadriglia è il team, il lollipop man è il Caposquadriglia.

Una Squadriglia capace di lavorare unita, ognuno con il suo preciso incarico, tutti indispensabili per raggiungere il successo, tutti sotto lo sguardo e la direzione di un buon capo.

Qual è allora l’elemento chiave per essere un buon Capo? Sicuramente avere esperienza e conoscere bene ciò che la squadra fa; poi saper lavorare in team, dove ognuno ha un suo preciso incarico e responsabilità; quindi saper prendere le decisioni giuste al momento giusto e saper dare le direttive perché la squadra lavori sempre al meglio, migliorandosi sempre più.

Ma come si diventa Caposquadriglia? È solo un incarico legato all’età, oppure ha anche altre caratteristiche? Sicuramente è legato all’età, ma questo solo perché chi ha più anni possiede più esperienza, semplicemente per il fatto di aver vissuto più esperienze; questo non è l’essenziale, poiché l’esperienza da sola

non basta, serve anche la capacità di saper gestire una squadra, di saperla far lavorare unita, raggiungendo sempre nuovi obiettivi.Nella mia esperienza di Capo Reparto

ho visto diverse tipologie di Caposquadriglia, e mi sono anche accorto che spesso i nuovi Capisquadriglia erano il riflesso di quello che loro avevano visto e vissuto quando erano più piccoli. Ci sono due tipologie di Csq

che non funzionano, che sono agli opposti (seppur con risultati

analoghi):

Il Csq “faccio-tutto-io”, anche bravo nelle tecniche, che però non si fida della Squadriglia e nelle attività cerca di fare tutto lui (apparentemente con successo). Risultato: la Squadriglia non sa lavorare

assieme, non impara le tecniche (tanto le sa il Csq!), i ragazzi piano piano se ne vanno perché non hanno stimoli, anzi spesso sono rimproverati di essere incapaci.

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Il Csq “tanto-io-sono-grande”, che ormai si è stancato di dare il massimo, che si ritrova sempre con i grandi del Reparto e non si interessa più della vita di Squadriglia, lasciandola allo sbando. Risultato: nessuno insegna le tecniche, la Squadriglia è disunita, i ragazzi piano piano se ne vanno perché non si divertono più.

Vi è una terza tipologia invece vincente, quella descritta sopra nell’immagine del lollipop man, che lavora di squadra, che

insegna le tecniche, che ha lo sguardo su ognuno e sa aspettare e calibrare i ritmi della squadra sui tempi e modi dell’ultimo. Un capo così fa entusiasmare tutta la squadra, che naturalmente risponderà dando il meglio di sé.

Ecco allora alcuni ingredienti essenziali per diventare un buon Csq: trapasso delle nozioni; voglia di fare e di migliorarsi; mettersi avanti obiettivi e raggiungerli, anche con l’aiuto degli altri. Altro ingrediente, non meno importante, è il legame con il Vice, che è fatto di condivisione, corresponsabilità, trapasso nozioni.

Il Campo Estivo e poi l’inizio delle attività del prossimo anno, sono occasioni da non perdere per poter divenire ottimi Csq. La ricetta c’è, gli ingredienti anche, non basta altro che mettersi al lavoro. Alcune idee? Al Campo una bella Impresa di Campismo, per fare il migliore Angolo di Squadriglia che il Reparto ricordi: si faranno insieme i progetti delle costruzioni, si divideranno gli incarichi, si rimedierà il materiale occorrente, ci si impratichirà con le tecniche richieste, ci si confronterà con il saper lavorare di squadra, si gioirà insieme dei risultati. All’inizio dell’anno invece una bella Uscita di Squadriglia per riprendere i ritmi e il coordinamento: ognuno proporrà attività e giochi legati al proprio incarico e alle proprie competenze, il tutto sotto la regia e il coordinamento di Capo e Vice, che come bravi lollipop men sapranno ridare il via alla Squadriglia perché possa essere sempre la prima!

TU, CAPOSQUADRIGLIA

È il titolo di un libretto della Fiordaliso, in commercio

da un anno, rivolto proprio ai lollipop men delle

Squadriglie! Alcuni ragazzi e ragazze di ASq di Acireale

hanno aggiornato un bel testo di Léon Braun rivolto

proprio ai Capisquadriglia. È composto da ventidue

consigli, tutti molto concreti, rivolti direttamente

ai Csq. I titoli dei capitoli ci aiutano a scoprirne la

ricchezza: il ritratto del Caposquadriglia; lo Spirito di

Squadriglia; la vita della Squadriglia. Contiene poi una

bella appendice con chiacchierate, riflessioni, spunti

di preghiera.

CAMPI PER CAPISQUADRIGLIA, PERCHÉ NO?In alcune Regioni, fra cui il Lazio e la Calabria (vedi i loro siti web), si organizzano Campi appositamente per Csq (il Lazio anche per quelli non all’ultimo anno di Reparto). Possono essere una bella occasione per imparare ad essere dei veri lollipop man!

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Incontrare altre persone per scambiarsi opinioni, idee ed in-formazioni é da sempre impor-tantissimo per tutta l’umanità. È ragionando su questa necessi-tà di comunicare e d’incontrarsi che Baden-Powell ha pensato ad esempio ai Jamboree. Se gli scout si incontrano per scam-biarsi esperienze torneranno di certo a casa con la consapevolezza di essere un movimento di persone e con tante tante idee in più da custodire e da far crescere.

Da sempre gli incontri si sono svolti con ri-unioni a cui partecipare fisicamente: questo comportava l’indubbio vantaggio di guardarsi negli occhi, ma anche qualche problema: ad esempio il tempo del viaggio e il costo di tra-sferimento. Ma... la fantasia umana ha creato via via nuovi sistemi tecnici che hanno per-messo l’ampliarsi delle opportunità.

Il telefono, le radio, internet hanno radica-mente modificato il concetto di incontro. Non é quindi sempre necessario ritrovarsi in uno stesso posto in uno stesso periodo per incon-trarsi.

Da questa constatazione nascono lo JOTA e lo JOTI.

Il Jamboree dell’aria (JOTA Jamboree On The Air)Il primo é nato nel 1958 da una semplice

intuizione. Se gli scout decidono un periodo comune a tutto il mondo per parlarsi attraver-

so le onde radio, potranno con-dividere moltissime idee senza doversi spostare dalla propria città! Presto detto il jamboree dell’aria si svolge ogni anno nel terzo fine settimana di Ottobre e coinvolge circa mezzo milione di scout. Per partecipare occor-rono le radio e alcune compe-tenze tecniche: ma non occorre

demoralizzarsi, ci sono molti scout capaci che saranno felicissimi di aiutarvi, come pure si può chiedere una mano a qualche amico radio-amatore.

Jamboree su internet (JOTI Jamboree On The Internet)

Il secondo invece si é tenuto per la prima volta nel 1997 osservando l’evoluzione delle nuove tecnologie e pensando alla crescente rete internet come un nuovo strumento per mettere in relazione scout di tutto il mondo. Venne scelta la stessa data dello JOTA: questo moltiplica le possibilità di fare nuove amicizie durante quel fine settimana! Per partecipare si può utilizzare qualsiasi strumento via inter-net, anche se si usa soprattutto la chat IRC messa a disposizione da scoutlink.

Nel 2010 JOTA e JOTI si sono svolti i giorni 16 e 17 Ottobre. Per altre informazioni visitate la sezione “eventi” del sito del WOSM/OMMS www.scout.org, o direttamente (per JOTI) www.scoutlink.net

Gli strumenti sono tanti: usiamoli ma con qualche accortezza.

L’evoluzione degli strumenti per comunica-re é stata inarrestabile. Da IRC e alle mail si é passati a quella “nuvola” di servizi che ci permettono di comunicare stabilmente con chi desideriamo “anytime” ed “anywhere”, ovvero senza barriere di luogo e di tempo.

Possiamo scrivere un messaggio da qualsia-si luogo fisico perché su internet si crea un nuovo luogo virtuale. Contemporaneamente il

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nostro messaggio potrà essere invia-to in qualsiasi momento, e resterà on line per sempre, potenzialmente po-tremmo ricevere risposta dopo anni.

Gli strumenti sono sicuramente noti a tutti voi: MSN e tutti gli altri servizi di messaggeria istantanea, la possibilità di chiamare (e vedersi) ad esempio con Skype, la condivisione di pensieri e informazioni (e la pos-sibilità di commentare) con tutti i blog, le reti sociali che permettono di condividere pensieri, foto, video, etc come ad esempio Facebook.

Impossibile elencarli tutti, non ba-sterebbe un numero intero di Avventura!

Tutti questi servizi, pur diversissimi, hanno qualcosa in comune fra loro, nonché qualche insidia da considerare:

• Spesso sono servizi gratuiti. Attenzione però! Se é vero che non ci vengono chiesti sol-di per usarli, dobbiamo considerare però che ci chiedono molte informazioni su di noi e che l’uso può svelare molte nostre abitudi-ni. Queste informazioni che lasciamo ai gesto-ri dei servizi sono utilizzate ad esempio per la pubblicità che spesso li sorregge economica-

mente. Nulla di male, basta essere consa-pevoli che il nostro raccontare le vacanze al mare ad un amico potrebbe generare una pubblicità di un pacchetto vacanze ai tropici.

• Sono dei media che rompono il classico sistema mediatico dove c’é un produttore di contenuti e moltissimi che li ricevono (come ad esempio in televisione dove il canale tra-smette e gli spettatori guardano). Con questi servizi ciascuno di noi diventa utilizzatore, produttore e trasmettitore di contenuti. Il video della cerimonia della Promessa caricato on line potrà essere visto e diffuso oltre ogni nostro controllo. La rete ci rende un grande potere, possiamo diffondere le nostre idee, condividerle, commentarle, ma può anche ren-derle troppo pubbliche. È importante che il contenuto abbia anche una certa importanza e che cominciamo a decidere cosa é meritevole di diffusione e cosa forse é proprio inutile.

• A tal proposito é una buona accortezza scrivere pensando che chiunque potreb-be leggere. Sicuramente possiamo settare le impostazioni di privacy, ma potrebbe esserci qualche intoppo tecnico o semplicemente, se un nostro amico condivide la nostra foto, e un altro ancora e ancora, magari può arrivare a chi non avremmo voluto. Inoltre la solita rac-comandazione: dietro un nickname può celarsi chiunque, quindi occhi aperti ed evitare di fi-darsi di chi non si conosce oltre ogni ragione-vole dubbio.

• Ciò che inseriamo travalica il tempo. Quel-lo che pubblichiamo oggi potrebbe essere visto fra molti e molti anni da qualcuno (ad esempio il futuro fidanzato/a o il datore di la-voro), internet non dimentica!

L’uso di internet ci offre opportunità in-credibili ma ci impone anche una grande re-sponsabilità. Spetta a noi essere consapevoli e capaci di usare bene tutti gli strumenti, af-finché questi possano esserci utili e offrirci nuove possibilità (anche per la nostra squadri-glia e reparto, perché no?), con un occhio alle problematiche che dobbiamo essere capaci di governare perché non ci creino problemi.

Scout-Avventura é anche su Facebook!

Prova a cercarci!

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Una delle dimensione più positive dell’at-tuale sviluppo di internet e delle applicazioni informatiche è quella della creatività. Con po-chi strumenti, un computer, un telefonino in grado di riprendere foto e filmati, qualche mp3 (scaricato regolarmente, gli scout sono leali!), si possono fare grandi cose.

Lo potete vedere direttamente sul sito di www.scoutube.com, dove i video scout sono bellissimi, allegri, simpatici, incredibili.

E la creatività di guide ed esploratori non si ferma qui, ma si sviluppa anche in blog, come quello del reparto Aquile Randagie del Motta di Livenza 1, www.scoutmotta1.blogspot.com ospitato nel circuito Blogspot.

Oppure l’esperienza della squadriglia Delfini, che ha conquistato la specialità di Giornalismo con un blog ospitato sulla piattaforma Splin-der www.sqdelfinifiore1.splinder.com.

Tra questi esempi non può mancare lo splen-dido sito www.webradioscout.altervista.com

che trasmette on-line musica canti e musica scout.

In scoutube si possono caricare i video re-alizzati con la vostra squadriglia o il vostro reparto, ne raccoglie di tutti i tipi, alcuni ve-ramente di ottima qualità. Gestire (e sopra-tutto tenere vivo) un blog richiede di entra-re un po’ nello spirito del giornalismo: fare cronaca, raccontare, stimolare le discussioni. Una web radio è esattamente come una radio on-air, musica e commenti, registrati e inseriti poi nel sito; ovviamente richiede attrezzature tecniche piuttosto impegnative. Per realizzare video esistono programmi anche a costo basso che permettono di ottenere ottimi risultati, se si vuol aggiungere un po’ di qualità e qual-che effetto speciale più gradevole. Mentre le piattaforme di blog, come potete vedere negli esempi, offrono già tutto pronto per il miglior risultato. Sul blog della squadriglia Delfini hanno scritto anche le squadriglie appena sa-lite al Reparto: non è stato difficile!

Tutte queste esperienze che abbiamo raccol-to hanno molto in comune: passione, impegno, voglia di esprimersi e di farsi conoscere. Non sono passeggiate, richiedono tempo e cono-scenze, richiedono di andare oltre al semplice divertimento assumendosi la responsabilità di dare un seguito a tutto. Non è la stessa cosa che scambiare messaggi con qualcuno, ma il lavoro rimane a disposizione di molte più per-sone e ognuno può anche lasciare il suo com-mento ed essere coinvolto. La cosa più diffi-cile, in fondo, è proprio mantenere nel tempo un progetto bello e valido. Una sfida? Sì, ma siamo sicuri che tra Guide ed Esploratori in gamba come voi c’è chi la vorrà raccogliere.

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di Giorgio Infante - foto d’archivio

Con l’uniforme addosso é facile ricono-scere uno Scout! Alcuni la porteranno im-peccabile, alcuni non proprio da manuale, ma non sarà davvero difficile capire che quella persona con addosso del blu é pro-prio un Esploratore o una Guida (FIG1).

Lasciamo però per un attimo il nostro amato guardaroba e proviamo a dedicarci al modo di essere Scout. Spesso ce lo si dice, la cosa im-portante è il comportamento di uno scout fuori dalle attività in sede o nelle uscite e campi. In teoria non é nemmeno tanto difficile, abbiamo

dei punti fermi fortissimi per indirizzare il nostro comportamento: la Promessa e la

Legge Scout!

Si può fare un semplice esercizio. Prendiamo una giornata tipo: ad esempio una normale gior-nata di scuola, quelle con almeno un compito in classe, il rischio interrogazione e un pomeriggio diviso fra lo studio e gli amici. Teniamoci a por-tata di mano un piccolo taccuino (il quaderno di caccia non é proprio pratico portarselo dietro)Man mano che gli eventi della giornata seguiran-no il loro corso dovremo appuntarceli, prestando però attenzione anche a segnare i punti della Legge e della Promessa che vengono chiamati in causa da quegli eventi o da quelle azioni.

Qualche esempio. Il compito in classe richiama senza dubbio il punto della legge “sono leali” perché potrei essere chiamato a scegliere se co-piare o no. É coinvolto anche il primo punto (lo sapete a memoria, vero?) perché ci si può chie-dere se si é meritata tutta la fiducia (dei geni-tori, degli insegnati) che ci viene riconosciuta.

Se decido di ruminare un chewingum quando arriverà il momento di gettarlo sarà senza dub-bio coinvolto il punto “amano e rispettano la natura” perché posso scegliere la via del cestino o... ehm... altre destinazioni.

Arrivati alla sera avremo riempito qualche pa-gina e prima di coricarsi sarà un bell’esercizio provare a rileggere la propria giornata alla luce dei nostri valori scout.

Sarà possibile tracciare un bilancio della gior-nata, quali punti si sono rispettati facilmente e quali no, traendone da questa verifica uno spun-to per poter il giorno dopo fare un pochino di più del proprio meglio.

Vi sembrano solo belle parole? Può essere, però la nostra adesione alla Legge e alla Promessa non é solo la recita a memoria, ma é qualcosa di estremamente concreto, che passa da tutti i no-stri comportamenti e dalle nostre scelte, anche le più piccole e apparentemente insignificanti.

Chi ci sta intorno (amici, genitori, fratelli), vedendo le nostre azioni capirà facilmente se siamo scout, senza bisogno nemmeno di dover-glielo dire o ricordare.

di Giorgio Infante - disegni di Martina Acazi

SCOUT?Masenzal’uniforme...

segnalidiscautism

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POSTAPERVOI

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C i a o ! Sono Francesco

Calisi un Esploratore del Reparto Orione del Casamassima 1. Ho 13 anni e ormai sono al quarto anno di Reparto. Quest’anno ho deciso di prendere la Specialità di Corrispondente e vorrei conoscere E/G di tutta Italia per parlare di tutto: musica, bans, giochi, canti e molto altro... Mi piace tanto la musica, tra i miei gruppi preferiti ci sono i Green Day e i Red Hot Chili Peppers. Se volete conoscermi vi lascio il mio contatto MSN: [email protected], mentre il mio indirizzo di casa è: Francesco Calisi - via Unità, 10 -

70010 Casamassima (BA)

C i a o

a tutti, sono

Valentina e faccio parte del

Rivoli 2. Mi piacerebbe tanto avere un

amico/a di penna con cui scambiare idee,

confidarmi e scambiarci tradizioni dei rispettivi

Reparti. Sono al secondo anno di Reparto,

sono allegra e simpatica, inoltre mi piacciono

molte le lettere poiché trovo che siano molto

più personali rispetto alle solite email. Inoltre

mi piacerebbe instaurare un gemellaggio con

un’altra Squadriglia.

Il mio indirizzo è: Valentina Salomone -

Via Auriletto, 12 - 10098 Rivoli

(TO)

C i a o

a tutti gli E/G! Mi

chiamo Francesca e ho 13 anni.

Faccio parte della mitica Sq. Koala del

reparto Excalibur di Castel San Giovanni

1°. Sono abbastanza socievole e amo parlare

e conoscere nuove persone. Sto prendendo la

Specialità di Corrispondente e le risposte da me

sono assicurate. Anche se mi dicono in tanti che

sono inaffidabile, per i miei amici faccio di tutto!

Quindi scrivete assolutamente! Avventura a tutti!

Francesca Zavattarelli - V. Salvator Allende

n°27 Castel San Giovanni 29015 (PC)

E-mail: [email protected]

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POSTAPERVOI

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C iao !

Sono Roberta Otta-

viano e ho quasi 13 anni, faccio

parte del reparto Emmaus nel gruppo

KR 8°, nella super fantastica sq. Wallaby.

Quest’anno vorrei prendere la Specialità di Cor-

rispondente e vorrei tanto parlare con voi: Scout

e Guide di tutt’Italia, per scambiare giochi, bans,

gridi di Sq. ma anche solo per chiacchierare un po’.

Vi lascio il mio indirizzo di casa: Via Giovanni Pa-

olo II, 232 - 88900 Crotone (KR), e il mio indi-

rizzo mail: [email protected]. Spero di parla-

re con tante persone. Buon Sentiero!

Cangurotta Esuberante.

C i a o ! Sono Francesco

Calisi un Esploratore del Reparto Orione del Casamassima 1. Ho 13 anni e ormai sono al quarto anno di Reparto. Quest’anno ho deciso di prendere la Specialità di Corrispondente e vorrei conoscere E/G di tutta Italia per parlare di tutto: musica, bans, giochi, canti e molto altro... Mi piace tanto la musica, tra i miei gruppi preferiti ci sono i Green Day e i Red Hot Chili Peppers. Se volete conoscermi vi lascio il mio contatto MSN: [email protected], mentre il mio indirizzo di casa è: Francesco Calisi - via Unità, 10 -

70010 Casamassima (BA)

U n grande CIAO a te che stai leggendo! :D

Mi chiamo Stefania, ho 15 anni e sono da poco la CSq. Delle fantastiche Rondini del Bassano 4! Adoro fotografare il mondo, cantare a squarciagola ogni tipo di canzone (anche se, ehm, non sono particolarmente intonata), cimentarmi nella pionieristica, ma non sono proprio in ottimi rapporti con la topografia! Se stai leggendo queste parole si sicuro hai già capito che scrivo perché sono una Guida, e in quanto tale sono sempre in cerca di nuove Avventure! Quella della corrispondenza la conosco da un po’, ed è proprio per questo che non vedo l’ora di travolgerti con milioni di lettere! Che fai ancora lì impalato!?Se mi hai dedicato un minuto della tua vita leggendo questo annuncio, puoi usarne altri due prendendo carta e penna e raccontandomi i tuoi pensieri più folli, condividendo le tradizioni e i giochi più strani e soprattutto parlandomi delle tue Avventure più belle. Dai, sto già aspettando la tua lettera!Inviala a Stefania Neglia, Via Vivaldi, 18, 36022 San Giuseppe di Cassola (VI), oppure, se usare una penna ti ricorda troppo la scuola, la mia risposta è assicurata anche tramite mail: [email protected]. (Spero) alla prossima lettera!Stefania

C i a o

Scout di ogni

dove!!! Sono Francesca, il Capo

Squadriglia delle favolose Pantere

che saluto tanto. Ho 14 anni, vengo da

Sant’Antioco (un paesino nel sud Sardegna) e

faccio parte del reparto “Freedoom Sant’Antioco1”...

ambisco alla specialità di corrispondente e cerco

tanti Scout con i quali scambiare tradizioni e usanze

del proprio Reparto... un grosso bacio e vi aspetto

numerosi...

P.S: se volete il mio indirizzo è: Francesca

Culurgioni, via Cesare Battisti, 31, 09017

Sant’Antioco (CI)

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In questo numero vi proponiamo tre nuovi bellissimi sussidi della nostra casa editrice Fiordaliso, firmati dalle migliori penne e matite della Redazione di Avven-tura presente e passata…

Natura ed espressione (sussidi 17 e 18) e il sussidio n. 1 della serie GOLD, con 128 pagine ricche di spunti tecnici di pionie-ristica.

IMPARAARECITAREdiMauroBonominiIllustrazionidiJeanClaudioVinciEditrice Fiordaliso - €7,00

L’Autore vi propone trucchi, astuzie e consigli per essere degli attori convincenti, per far divertire anche il pubblico più esigente.

Attori non si nasce, anche i più bravi hanno dovuto per-correre con pazienza e de-dizione il difficile cammino dello spettacolo.

Non vi si chiede tanto ma, leggendo con attenzione e passione questo sus-sidio, potrete diventare protagonisti apprezzati dei momenti di animazione cui sarete chiamati a partecipare: fuochi di bivacco o spettacoli te-atrali.

Costumi, maschere, personaggi, trucco: tutto viene spiegato in maniera facile e pratica, tutto contribuirà a farvi divertire di più ed il vostro pubblico sarà generoso di complimenti ed ap-plausi.

ALLASCOPERTADEGLIALBERIdiGiorgioCusmaIllustrazionidiJeanClaudioVinciEditrice Fiordaliso - €7,50

Scoprire la Natura è appas-sionante e divertente, anche senza conoscere i nomi degli alberi che stanno attorno. Ci rendiamo conto di essere circondati da tante presen-ze amiche che rendono mi-gliore la nostra permanenza nei luoghi selvatici.

Vi sembra difficile dare un nome a questi ami-

ci? Scoprirete invece che con l’aiuto di questo sussidio potrete farlo con facilità! Osservando le loro foglie e seguendo delle semplici regole sarete in grado di dare un nome ad alberi ed arbusti presenti nei boschi italiani. Il sussidio vi aiuta inoltre con pratiche tavole botaniche, sulle bandelle della copertina, utilissime per una rapida identificazione delle foglie.

COSTRUZIONIDACAMPOdiEnricoRocchettiIllustrazionidiGiuliaBracescoEditrice Fiordaliso - €15,00

La pionieristica è l’arte di costruire con materiali sem-plici ed essenziali, per ren-dere comoda la vita all’aper-to: l’autore offre una ricca serie di progetti per le varie esigenze, descritti accura-tamente con dettagli e di-segni.

TopodiB

iblioteca

TOPODI

BIBLIOTECA

acuradiMauroBonomini

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SpazioEGCiao a tutti! Siamo la Sq. Tigri del Reparto Bitonto 2 e scriviamo per manifestare il nostro affetto e la nostra gratitudine alla no-stra Caposq. Teresa e alla nostra Vice Mariagrazia.L’anno non è ancora finito, ma a noi non importa cosa succederà, noi siamo sicure che quest’anno sarà stupendo perché la nostra non è semplicemente una sq. ma è una vera famiglia di amiche con cui malgrado tutto condividiamo pianti, sorrisi, giochi, lavo-ro, fatiche, divertimenti, scherzi e... perché no, anche la dieta, per modo di dire!L’unica cosa che possiamo dirvi,

Terry e Mary è: non cambiate mai perché siete veramente UNICHE!PS: Tigri the best & un grosso bacio al nostro Reparto.

Cara Avventura,siamo il Reparto Tuono Dirompente del Gruppo Scout agesci Melfi 2, e qui siamo in uscita il giorno 24 gennaio 2010 sul nostro monte Vulture. Abbia-mo incontrato tanta neve che ha fatto da cornice alle Promesse dei nostri Novizi. Un saluto a tutti i Reparti e buon lavoro a voi, continuate così, siete bravissimi. La Staff Capi del Gruppo Melfi 2.

Ciao Avventura, sono Marta (nella Sq. Pinguini del Ve-rona 24 “Martin Luther King”) sono appena entrata in Reparto e già mi sembra stupendo, vorrei ringraziare Elena,la mia Capo Cq. per tutto quello che sta facendo per me e le mie amiche, vorrei ringraziare anche la Vice Michela, che anche lei si mette di impegno e cerca i fare il possibile per noi. Ecco la mia sq. : ESTOTE PA-RATI!

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Ciao sono la Caposq. della Sq. TIGRI del reparto Bitonto 2 FELIN FELIX. Mi piacerebbe tanto se pubblicaste la foto allegata a questa email... l’abbiamo scattata durante la nostra mis-sione... spero di vederla sulla copertina di Scout Avventura! in ogni caso vorrei sapere se verrà pubblicata! (Proprio in copertina non è possibile… ma pubblichiamo volentieri la foto qui! N.d.R.)

Ciao a tutti, sono sempre la capo della sq.TIGRI del reparto BITONTO 2 e scrivo per fare una sorpresa alla mia Sq.! Questi anni sono volati via in un attimo con sorrisi e battibecchi. Insieme, sotto il riflettore di un sole splendente, accompagnate dalle note divertenti di canti e giochi, abbiamo imparato ad essere una Squadri-glia, a stare insieme con i pregi e i difetti di ognuna di noi, a stringere i denti e a dare un calcio all’impossibile… vi voglio bene! TeReSa(magari facevate prima a salutarvi di persona, ma a volte è bello... allargare gli orizzonti! N.d.R.)

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Sono Diletta, del Reparto Eureka Messina 14. Con questo, sono nove anni di scautismo, e ripensando a tutte le esperienze e i sentieri che ho percorso, non posso fare a meno di ringraziare Dio, i miei Capi, la mia Squadriglia, i miei amici e tutti coloro che hanno reso questi nove anni indimenticabili.Con affetto,

Leone che guarda lontano

Ciao a tutti,sono Tommaso, Capo Squadriglia dei Coccodrilli del reparto Remo Furlan del gruppo TV3. Ormai siamo in un anno nuovo, e gli Esploratori dell’Alta Squa-driglia sono passati al Noviziato. Tra questi volevo ringraziare Matteo, che l’anno scorso ha guidato i Coccodrilli, per i bei momenti passati assieme e per tutto quello che ha insegnato a me e al resto della Squadriglia.Vi invio anche una foto di Matteo durante l’uscita di Alta al campo.

Anche scrivere sul giornale è uno dei piccoli passi di un gruppo che vuole crescere. Noi reparto Polaris Reggio Calabria 16 vorremmo riportare l’esperienza del campo invernale, trascorso a Gambarie, presso la casa dedicata a Don Forno. Nonostante il tempo ci abbia costretto a restare in casa, siamo riusciti comunque a divertirci in altre attività e a conoscerci meglio. Un ringraziamento speciale va a Suor Lilla che manca nella foto ,ma non nei nostri cuori.

Ciao Avventura,sono una Guida del reparto az trappeur l’Aquila 2. Vorrei condividere con tutti gli amici di Avventura alcune sensazioni del Natale trascorso nella mia città e la foto del reparto femminile scattata ad un uscita.Nonostante tutto, dicembre è arrivato anche a L’Aquila e lo scintillio delle prime decorazioni natalizie co-minciano a far capolino nei centri commerciali già esistenti e in quelli nuovi. Il loro è un imporsi alle abitudini quasi del tutto commerciali; ma noi cittadini del L’Aquila come lo viviamo questo Natale? Non più tra le vie del centro, tra le luci natalizie lungo tutto il corso, tra le bancarelle immerse in una magica nebbia che ti raccontano di dolci odori del vin brulé con cannella e chiodi di garofano, mentre, gli allegri suoni dei campanelli del caratteristico trenino pieno di bimbi rompe il silenzio dei vicoli più nascosti; ora per quelle vie, solo l’odore della polvere, il rumo-re delle ruspe… E le sole voci delle squadre dei VVFF che lavorano senza sosta per mettere in sicurezza il maggior numero di edifici e monumenti. Questo non è stato il solito Natale, quello delle grandi spese e dei grandi sfarzi. Il sisma in qualche strano modo ci ha arricchiti: ci ha fatto risco-prire che è la semplicità delle cose che le rende speciali e magiche, come lo stare con la propria famiglia, l’intensità di un abbraccio, l’odore dei mandarini davanti ad un camino. È la fortuna che a tavola non manca nessuno mentre nel cielo brillano trecento stelle che resteranno sempre vicino non solo alle persone a loro più care, ma, a tutti noi.Ciao Michaela, ciao Susanna, ciao Domenico, ciao Maria Paola, porterò sempre il ricordo dei nostri sorrisi, dei nostri giochi d’asilo, quando con le nostre voci di bimbi vestiti da angioletti annunciavamo la buona novella a tutta Onna …

cicala pensierosa l’Aquila 2

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Ciao a tutti sono Pasquale il Caposq. degli SPARVIERI e voglio fare un saluto a tutta Lamezia! Ciao!!

Ciao, sono il Vice Caposq. dei Cervi del Reparto Roma 131. Mi è piaciuto moltissimo l’articolo sull’uniforme del 1 marzo 2010 concordo pienamente con quello che avete scritto: molte volte, quando camminiamo in fila, ci capita di sentire commenti del tipo “ma come sono vestiti questi?” oppure “guarda questi...”. Secondo me l’uniforme e una cosa che accomuna tutti gli Scout del mondo e senza di quella lo Scautismo non esisterebbe. Nel mio Reparto non riusciamo a metterci sempre in

uniforme ma quando ci riusciamo ci sentiamo soddisfatti! Rivolgo un saluto a tutti gli Scout e al mio Reparto. Edoardo ROMA131

Ciao a tutta la Redazione di Avventura,sono Francesca della Squadriglia Pantere del reparto Black Feet, Pomigliano 1. Vi scrivo per salutare, ma soprattutto per ringraziare la mia favolosa Squadriglia con cui ho passato momenti bellissimi e anche brutti, ma tutte insieme abbiamo trovato la forza di affrontare le difficoltà e di guardare avanti, data la nostra inesperienza appena entrate in Reparto. Ormai è il terzo anno insieme, e anche se probabilmente l’anno prossimo verremo divise, io spero che il ricordo delle panterine viva sempre in noi. Grazie al mio Caposq. Annalisa, al mio vice Rita e a tutte le altre: Simona, Francesca e Marica. Un grazie speciale va al nostro Staff che ci ha fatto vivere tante bellissime esperienze... e un saluto a tutto il mio Reparto! Francesca.

Buon giorno sono la Caposquadriglia delle Pantere del Gruppo Scout Settecamini 1. Volevo mandare le foto dell’uscita di Reparto che abbiamo fatto a S. Vittorino per pubblicarla sul giornalino Scout. Grazie in anticipo.

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Ciao! Siamo le Guide e gli Esploratori del Reparto SEASIDE Termoli 1. Abbiamo appena terminato la nostra meravigliosa impresa: la costru-zione della nuova sede di Reparto. Siamo orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto e vogliamo condividere questa gioia con tutti voi... Buona Caccia

Ciao Avventura! sono Francesca dell’ Orsogna 1 e volevo inviarvi questa foto che è l’unica cosa che mi rimane di un San Giorgio di Zona bellissi-mo! Eravamo una decina di Reparti della zona di Chieti e il nostro Repar-to era vicino al Chieti 1 con le tende e tutto il resto e con loro abbiamo legato tanto. Volevo mandare un saluto a tutti loro da tutto il Reparto! ci mancate tantooooo... un bacio a tutti!

CIAOOO Avventura! Vi scrivo per ringraziare di cuore la mia Sq. per tutti i bei momenti passati insieme! Perché anche nelle difficoltà ci siamo sempre aiutate e abbiamo superato i momenti più impegnativi della vita di Reparto... Vi voglio un mondo di bene, ragazze... Un abbraccio immenso alla fantastica Sq. Procioni: non cambiate mai siete formidabili! Un bacio enorme. Sofia, Brugine 1

Ciao a tutti, siamo Roberta e Laura della Sq. Cigni, del Reparto Viking Francisça, del Siracusa 2. Dato che quest’anno il nostro fantastico Caposq. passa in Noviziato, le volevamo lasciare un ri-cordo speciale della Squadriglia. Felicetta, questo è il tuo ultimo anno al Reparto. Innanzitutto ti volevamo ringraziare perché ci hai fatto trascorrere un anno pieno di sorprese ed emozioni, poi, grazie al tuo magnifico carattere, hai fatto unire sempre di più la Sq. e hai fatto in modo di coinvolgerci in tutte le attività e in tutti i giochi. Speriamo che l’anno prossimo sapremo sfruttare al meglio tutto ciò che ci hai insegnato... infine volevamo ringra-ziare tutti quelli che passano al Noviziato, specialmente Maria Cristina, Tommaso e Claudia, che ci han-no fatto trascorrere momenti indimenticabili. Un bacione a tutto il Reparto. Robertina & Lalla

Cara Avventura, sono Gloria del Repar-to Everest (Rende 2, Calabria). Sono una Squadrigliera della supermitica Sq. Pantere. Io sono passata al Reparto quest’anno e volevo dire che fino ad ora è stato bellissimo. Vorrei ringraziare so-prattutto la mia Sq. che mi è stata mol-to vicina in questo periodo: Alessandra, Vanessa, Maria Chiara, Silvia e Manuela. Ma ringrazio anche tutto il Reparto, molto molto simpatico. Tra poco si parte per il Campo e non vedo l’ora. Un bacio a tutti quelli del Rende 2 e BUONA CAC-CIA!

Ciao Avventura! Sono Elena, Vice della Sq. Pantere del Reparto Corato 1 Hale bopp. Leggo “Avventura” ormai da 3 anni e lo trovo molto utile in alcune occasioni, inoltre ho fatto delle nuove amicizie seguendo gli in-dirizzi di posta elettronica di altri scout... Questa volta voglio scrivere io al giornalino e salutare la mia cara Capo Stefania con la quale ho vissuto momenti bellissimi nonostante fossimo solo in due in Sq. Sono molto co-tenta di far parte di questa magnifica associazione grazie alla quale sono cresciuta e ho affrontato mille paure. Grazie al mio Gruppo in particolare: vi voglio tanto bene!

Antilope Raggiante

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LAPENULTIMADEICAIMANI...

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SCOUT - Anno XXXVI - n. 15 - 22 novembre 2010 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro 0,51 Edito dall’Agesci - Direzione: Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il Tribunale di Roma Stampa: Mediagraf spa Viale della Navigazione Interna, 89 Noventa Padovana (PD) - tiratura di questo numero copie 64.000

Finito di stampare nel novembre 2010 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

L’ULTIMADEICAIMANI

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