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Rassegna stampa campagna elettorale 2008 elezioni Sindaco di Vicenza CHIARA GARBIN
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Mar 23, 2016

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Chiara Garbin

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Rassegna stampa campagna elettorale 2008 elezioni Sindaco di Vicenza

CHIARA GARBIN

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13.11.2007 pag.10
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sabato 17 novembre 2007 cronaca pag. 26 COMUNE. Nel 2008 Lista unica per la Liga e Progetto NordEst

Non è frequente che nell’arcipelago dei piccoli partiti post-leghisti ci siano incontri tra “ex”: di solito si tratta di rinnovare divorzi conflittuali. A Vicenza, per le elezioni del 2008, si profila invece un matrimonio. Che s’avrà da fare un po’ per interesse (mettere insieme percentuali utili per l’ingresso in sala Bernarda) e chissà se, più avanti, anche per convinta intenzione unificatrice. A ritrovarsi sono Progetto NordEst e Liga veneta repubblica. Avranno una sola lista e un solo simbolo. Correranno per uno stesso candidato sindaco in una coalizione dai confini per ora imprecisati. Rispettivamente valevano, quest’anno alle elezioni provinciali di primavera, l’1,9% e l’1,3%: quanto potrebbe bastare per avere forse un consigliere comunale. Ma le ambizioni delle dirigenze vanno più in là: «Raccogliere l’adesione anche di altri gruppi autonomisti», come ha diCHIARAto il leader veneto della Liga, Fabrizio Comencini, in un incontro congiunto dei due vertici. «Trovare l’appoggio anche di chi, nella Lega Nord, non accetta il centralismo lombardo e ha capito che lo strumento per l’autonomia del Veneto non è più il Carroccio» ha aggiunto Mariangelo Foggiato capo regionale dei nordestini. Quali sono i contatti possibili? «Con il Movimento triveneto, con il gruppo I Veneti...» ha intanto ipotizzato Massimo Zordan responsabile provinciale del Pne. E quali le alleanze di questo che è definito «un esperimento che, se avrà successo a Vicenza, potrà essere allargato»? «Con chi si batte per le autonomie a tutti i livelli e per la trasparenza finora mancata in Comune» ha detto Bortolino Sartore consigliere provinciale lighista. Di sicura c’è, finora, solo l’intesa che la Liga ha già firmato con i neocentristi di Giorgio Carollo, che Progetto NordEst eredita e che CHIARA GARBIN consigliera per la Democrazia cristiana-Ppe conferma: «Sarà una coalizione con liste diverse e un unico candidato sindaco».

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17.11.2007 pag.26
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19.02.2008 pag. 22
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24.02.2008 pag. 24
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martedì 04 marzo 2008 cronaca pag. 16 NON CI SONO SOLTANTO SARTORI E VARIATI Fuori dallo schema duopolistico per ora ci sono Claudio Cicero, ex assessore con la sua lista a 360° gradi; CHIARA GARBIN (Dc-Ppe Veneto); il classicissimo Silvano Giometto; la new entry del “grillino” Davide Marchiani; Riccardo Bocchese (Alternativa comunista). LA CORSA DEI PICCOLI NON CI SONO SOLTANTO SARTORI E VARIATI

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04.03.2008 pag. 16
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06.03.2008 pag. 23
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venerdì 07 marzo 2008 altro pag. 63 CANDIDATURE «Il mio nome a sorpresa»

Nell’edizione cittadina di giovedì 6 marzo, nell’articolo “Problemi di marchio e la Dc-Ppe ha il cuore berico”, è comparso, con viva sorpresa, il mio nome come candidato (per di più con una qualifica professionale impropria) nelle liste cittadine del Ppe-DC. Per evitare dubbi, desidero comunicare che non ho sottoscritto nessuna candidatura per la lista Dc-PPE. Inoltre, considero poco corretto da parte di CHIARA GARBIN citarmi, senza neppure avere avuto la cortesia di chiedere ufficialmente e preventivamente la mia disponibilità. Forse la “candidata sindaco” pensa di leggere nel pensiero altrui, oppure pensa di avere acquisito recentemente una capacità divinatoria... ma vorrei ricordarle che, per noi umani, quasi sempre queste pratiche conducono a errori di interpretazione. Marco Appoggi

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07.03.2008 pag. 63
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09.03.2008 pag. 04
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09.03.2008 pag. 16
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domenica 16 marzo 2008 cronaca pag. 10 IN MUNICIPIO. Ieri a mezzodì la compilazione degli ultimi moduli Ore finali concitate per le liste pro-Sartori di Antonio Trentin

Se il buongiorno si vede dal mattino... il mezzogiorno di ieri a Palazzo Trissino - ora finale di presentazione di candidati per il Comune - era quasi una mezzanotte per il centrodestra. Facce torve dei leader, raccoltisi nell’ufficio al piano nobile sgomberato da Enrico Hüllweck e già messo a disposizione di Lia Sartori. Lei riunita con i capi di Forza Italia, An e Lega per fare l’ultimo punto sulla sua coalizione, mezz’ora prima di presentarla in Piazza. Tutti a vigilare reciprocamente, che nessuno facesse scherzi, dopo quanto successo nelle ultime ore dentro An e nei rapporti con la Destra-Fiamma (rimasta sulla soglia) e l’Udc (inutilmente atteso in squadra). Paolo Franco segretario leghista, in particolare, è stato attento a che non gli facessero la sorpresa di tirar dentro i casiniani scudocrociati: sono stati lì lì fino all’ultimo momento pare - nonostante la presentazione pubblica del candidato Massimo Pecori - e infatti si sono messi in fila solo per quartultimi. Andati avanti loro e chiusi i giochi, si sono mosse la Lega e le due liste sartoriane. Con la documentazione finalmente completata e politicamente corretta. Tanto per capirsi: i documenti delle candidature-Lega - in particolare le righe giuridicamente fondamentali sugli apparentamenti tra partiti - sono state compilate su moduli lasciati in bianco fin nei minuti dopo mezzogiorno, nello studio del sindaco. E prima un po’ tutto il bailamme cartaceo del centrodestra era stato in sospeso fino al penultimo momento. Difficile che qualcuno indaghi: alla fine, davanti al segretario del Comune Angelo Macchia, tutto filava a puntino, mica si poteva andare a tastare se gli inchiostri erano ancora umidi... E comunque uno dei big forzisti presenti, Pierantonio Zanettin senatore e avvocato, ha spiegato che tutto è legalmente a posto: le centinaia di firme dei cittadini raccolte per presentare le liste di partito - teoricamente irregolari perché date “alla cieca”, mancando l’indicazione completa della coalizione - sono comunque valide, in nome della buona fede di chi le ha sottoscritte dando fiducia a propri preferiti. Prima della sistemazione delle cose dell’ex-Casa delle libertà, erano sfilati in municipio - tra ieri e venerdì - i rappresentanti di tutto il resto d’uno schieramento partitico variegato come non mai. Ecco il dettaglio: - per 12 candidati sindaci, un totale di 17 liste; - due coalizioni da tre liste ciascuna imperniate sulla Sartori e su Achille Variati; - un tandem democristiano-venetista guidato dalla carolliana CHIARA GARBIN; - altre 9 compagini con altrettanti candidati sindaci; - 622 candidati in tutto, compresi un po’ di “foresti” non residenti a Vicenza prestati per far numero ad Alternativa comunista (in compenso parecchi candidati comunali della lista di Silvano Giometto, lui compreso, si sono prestati a far numero nelle liste dei Grilli Parlanti in giro per il Nord).

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16.03.2008 pag. 10
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18.03.2008 pag. 02
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mercoledì 19 marzo 2008 cronaca pag. 21 ESTRATTI I CANDIDATI Deciso ieri l’ordine nella scheda per il voto

È stato estratto ieri in Comune l’ordine con cui i candidati sindaci e le liste compariranno nella scheda per il voto deol 13-14 aprile. Numero uno è risultata CHIARA GARBIN, con le liste Pne-Liga veneta e “Vicenza al centro”. Segue Massimiliano Primon, con la lista “la Destra”. Al terzo posto è stato estratto Riccardo Bocchese con “Partito di alternativa comunista”, mentre al quarto ci sarà Davide Marchiani di “Vicenza a 5 stelle” (ispirata a Beppe Grillo). Segue Massimo Pecori, candidato sindaco dell’Udc, e subito dopo ecco Achille Variati con le stre liste che lo sostengono: Pd-Partito democratico, lista civica per Variati sindaco e lista Giuliari “Vicenza capoluogo”. È stata poi estratta l’on. Lia Sartori, che guida un altro tris di liste: la civica “W Vicenza”, quella della Lega nord e quella del Pdl-Popolo della libertà. Subito dietro ecco Claudio Cicero, candidato sindaco con la lista civica “Impegno a 360°”, e poi Cinzia Bottene che guida la lista del presidio “No Dal Molin”. Seguono Ciro Asproso con La Sinistra-Arcobaleno e la lista “No privilegi politici” guidata da Silvano Giometto. Infine Franca Equizi, leader di “Riscossa democratica”. La scheda elettorale riporterà candidati e liste seguendo, in verticale, l’ordine di estrazione di ieri. Per un eventuale ballottaggio al 27-28 aprile, con apparentamenti, si seguirà invece l’ordine di iscrizione delle liste: il numero 1 è andato al Pd.

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09.03.2008 pag. 21
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09.03.2008 pag. 04
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22.03.2008 pag. 02
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sabato 22 marzo 2008 cronaca pag. 18 CHIARA GARBIN. L’ex consigliera comunale forzista è la candidata sindaco di “Vicenza al centro” e Pne-Liga veneta «Tagliamo le partecipate La Fiera vada ai privati» di Gian Marco Mancassola

La fortuna è già dalla sua parte: il suo nome è stato estratto per primo e comparirà in testa alla scheda elettorale. CHIARA GARBIN sorride alla buona sorte: è lei la candidata sindaco dell’accoppiata di liste “Vicenza al centro”, composta da Ppe e Dc, e la venetista Pne-Liga. Come nasce la candidatura di CHIARA GARBIN? Il nostro è un progetto politico nato nel 2005. L’obiettivo è riunire le forze moderate legate al territorio. La candidatura è una conseguenza logica e coerente di questo percorso. Moderati e centristi, proprio come l’Udc, a cui vi avvicinate anche nel simbolo che strizza l’occhio allo scudo crociato. Perché non avete stretto un’alleanza? C’è stato un po’ di dialogo, ma alla fine sono state fatte considerazioni diverse. Contatti con il Pdl? Nessuno. Lei è stata eletta nel 2003 con Forza Italia. Poi ha abbracciato il movimento carolliano. Mai avuto ripensamenti? Nessun rimorso. Io privilegio l’etica e la morale politica. Antepongo i valori e poi do molto peso al metodo, sia nei rapporti con gli alleati, sia con i cittadini. Ci sono stati casi, come il Dal Molin, che hanno dimostrato la mancanza di dialogo. Per questo ho imboccato la strada del cambiamento. Lei parla di novità politica, ma avete flirtato con la Dc di Pizza. Non sembra essere esattamente un partito nuovo. Ci ispiriamo ai valori di Alcide De Gasperi. Il rinnovamento consiste in un nuovo modo di fare politica, che non sia dettato dalle lobby, ma che abbia a cuore il benessere della città. Giorgio Carollo, dopo le Provinciali di un anno fa, sembra essere uscito di scena. Le è vicino, è presente in questa avventura? C’è, c’è. È molto presente. Quante chance vi date? Non ci diamo percentuali, ma vogliamo essere determinanti per il ballottaggio. Apparentarsi con il centrosinistra è un tabù? Prima di ogni scelta voglio vedere i programmi. Noi siamo una forza di centrodestra: il dialogo si può fare, ma escludiamo a priori gli estremisti. Qual è il suo giudizio del decennio hüllweckiano? Ha realizzato grandi opere, ma ha tralasciato i piccoli interventi come l’asfaltatura delle strade. La forte critica che devo fare a Hüllweck è la mancanza di dialogo all’interno dell’amministrazione comunale. Non è riuscito a fare squadra. GARBIN diventa sindaco: quali sono i primi tre provvedimenti che adotterebbe? Varerei progetti per le famiglie in difficoltà economica e per risolvere le difficoltà dei genitori che lavorano e in casa hanno figli, o anziani, o portatori handicap. Poi cercherei di agevolare le giovani coppie nell’acquisto della casa. E penserei alla sicurezza, aumentando la sorveglianza nei quartieri, con vigili e telecamere. La polizia locale va riorganizzata: gli agenti non facciano solo multe. Per pareggiare il bilancio comunale taglierebbe i servizi o aumenterebbe le tasse? C’è una terza strada. Riduciamo le partecipazioni: penso alla Fiera, che va consegnata a investitori privati. Con i fondi recuperati, riusciremo a dare maggiori servizi. Lo stesso vale per l’aeroporto civile: non si può sanare in continuazione il deficit della società. Aim come si cura?

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22.03.2008 pag. 18
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Nominando vertici tecnici con indirizzo politico. Tenendo d’occhio la creazione della multiutility del Nordest. Tagliando i rami secchi, come sta facendo Zanguio. Anche Amcps va rivista e magari integrata proprio con Aim. La discarica di Grumolo va verso la saturazione. Come possono essere gestiti i rifiuti? Non siamo contrari al termovalorizzatore. L’importante è che se ne parli con la città. Sì o no al Dal Molin americano? La politica estera non è competenza di un’amministrazione comunale, ma se si può va cambiato il sito: l’area più idonea per la base è via Moro, sul lato opposto rispetto alla Ederle. Il primo compito della prossima giunta sarà riconciliare la città: finora sono mancati il dialogo e la condivisione. Vicenza conta due campi nomadi, entrambi fuori norma. Ci sono le condizioni per creare un nuovo campo unico? Si può fare, a patto che gli ospiti paghino come tutti i cittadini tasse e servizi. Favorevole alla moschea? Bene l’integrazione, ma ci sono diritti, doveri, regole e rispetto per la nostra cultura.

Laureata con una tesi su Mariano Rumor

La trentottenne CHIARA GARBIN è una veterana degli enti locali. Da 18 anni è dipendente pubblica, prima a Sovizzo, poi a Vicenza, quindi in Provincia e in Regione. Oggi è tornata in Provincia dove si occupa di protezione civile. Alla sua prima avventura politica, nel 2003, ha centrato l’elezione in sala Bernarda sotto le insegne di Forza Italia. Ben presto, però, il rapporto con gruppo e partito si è incrinato: il primo segnale di gelo risale all’estate 2004, quando il consiglio vota la delibera Ancora-Interdonato sulla trasformazione di Aim in una holding. Dopo essere uscita dalla pattuglia azzurra, ha concluso il mandato amministrativo nel gruppo misto. Laureata in Scienze politiche, ha fatto della sua tesi su Mariano Rumor un libro che venne presentato in sala Stucchi dall’allora sindaco democristiano Antonio Corazzin. Dopo la laurea ha conseguito un master alla “Bocconi” in “City management”. Originaria di Gambugliano, ma residente da anni a Vicenza, ama la montagna, il trekking e la bicicletta.

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22.03.2008 pag. 18
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23.03.2008 pag. 02
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28.03.2008 pag. 02
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LA PROPOSTA.LegambienteeCiviltàdelverderiunisconoicandidatisindaconellazonatraSanFeliceeilFusinieri

«Nell’areaFtvc’èlospazioperunparco»

Alessandro Mognon

Sotto lapioggia,dietroalla fer-rovia tra le palestre dell’istitu-to Fusinieri, ci sono due asses-sori uscenti e un gruppetto dicandidati sindaco. Riuniti (einumiditi)perascoltare lapro-posta dell’associazione Civiltàdel verde e Legambiente sullaarea ex Piruea Ftv, quella se-mi-abbandonata che va ap-punto dal Fusinieri fino alleFtvconinmezzol’ospedalepsi-chiatrico. Che, dicono, sottrat-taalle speculazioniediliziepo-trebbediventareungrandezo-na verde per scuole, quartiere,

famiglie e sportivi.«Volevamo che i candidati

sindaco si rendessero conto diquesta zona che molti di noi evoi non conoscono - dice Ro-mana Caoduro di Civiltà delverde -. Questa è un’area da ri-qualificare, nel vecchio Pirueavolevanofarestradeeparcheg-gi, invece serve verde vero. Al-trochepuntodipassaggio, quipuò nascere il Parco San Feli-ce». Letizia Froli di Legam-biente indicaungrandeprato:«Facciamo un orto botanico eunroseto,abbiamogiàlospon-sor privato. A gestirlo poi sa-ranno volontari, le scuole, laProvincia (proprietaria di unabuona parte dell’area assiemeaUlsseComune, il23%èdipri-vati: ndr) ci ha già dato l’ok, cifornirà anche i tecnici». «E sipuò recuperare il rudere del-l’ex oratorio psichiatrico - dicesempreCaoduro-,cisonopian-te pregiate. E il contatto con lagente è utile anche agli ospitidello psichiatrico».Totale sostegno anche dei

presidi di Fusinieri e Piovene,Roberto Borile e SamaritanaBresolin.«Questaèunazonaarischiopergli studenti - spiegala vicepreside del PioveneMaurizia Saccardo -, abbiamoanche girato un video per farvedere la situazione. L’ammi-nistrazione non ci ha mai ri-sposto, per fortuna c’è la poli-ziadi quartiere...».Andrea Tapparo (Sinistra ar-

cobaleno) ricorda le battagliein circoscrizione 6 contro il Pi-ruea Ftv. Srotola una mappa:«Questo è l’ultimo piano, è an-che peggio del primo, ci sonoparcheggierotatorie».L’asses-sore Marco Zocca protesta:«Quei piani non esistono più,nel nuovo Pat c’è solo la peri-metrazionedell’area».Poi toc-ca ai candidati sindaco. CiroAsproso (Sinistra arcobale-no): «Dobbiamo rivedere i vo-lumi edificabili previsti nel-l’83, il nuovo piano deve parti-re dal verde e non dagli edifici.E quelli che si fanno devonoavere requisiti ecologici». Va-

riati (Pd): «Giusto parlarne incampagna elettorale. A Vicen-za c’è un corridoio verde cheparte dal Dal Molin, ma questivuoti devono essere vissuti,non facciamo parchi chiusi».FrancaEquizi(Riscossademo-cratica):«Bastacostruire,eco-munque qui hanno sbagliatotutteleamministrazioni».Cin-ziaBottene (Vicenza libera-NoDalMolin):«Questoèunbenecollettivo da tutelare, come ilDal Molin. La città sicura èquella che si vive, a Vicenzanon serve costruire». Davide

Marchiani (Amici di Grillo):«Cari presidi, non fidatevi dinessuno, dicono che voglionoil verde invece costruiran-no...». Chiara Garbin (Vicenzaal centro): «Avevo già votatocontroilvecchioPiruea,benve-nuto il verde così come abbia-mo pensato per il Dal Molin».Massimiliano Primon (la De-stra):«Benissimoilparco:me-nocementoepiùsicurezzaperlefamiglie».Eadesso?Siaspet-ta ilnuovosindaco.Perrifarglila domanda: «E ora che faraiqui a San Felice?».f

«LaProvincia(possiedeunabuonapartedell’areaassiemeall’Ulss)cihagiàdettosìeci forniràancheitecniciperilprogetto»

VogliamofarnascereunrosetoeunortobotanicoScuoleevolontariciaiuterannoLETIZIAFROLILEGAMBIENTEVICENZA

Chiara Roverotto

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28.03.2008
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sabato 05 aprile 2008 cronaca pag. 21 GARBIN E CAROLLO NEI QUARTIERI. Il candidato Sindaco CHIARA GARBIN e i candidati della lista civica

GARBIN E CAROLLO NEI QUARTIERI. Il candidato Sindaco CHIARA GARBIN e i candidati della lista civica “Vicenza al Centro" incontreranno i cittadini dei vari quartieri dove saranno presentati programma e discusse tematiche locali. Sarà fornito un modulo ai cittadini per dare suggerimenti per migliorare il quartiere. Sarà presente l'on. Giorgio Carollo. Si inizia oggi alle 20.30 in Circoscrizione 3, in via Calvi. Domani alle 11 in Circoscrizione 1 al bar Vicenza.com. STEFANI (LEGA): OCCHIO AL VOTO ALL’ESTERO. Bene ha fatto la Farnesina a chiarire le presunte irregolarità verificatisi nelle varie fasi dello svolgimento delle operazioni di voto degli italiani all’estero, ma i controlli vengano rafforzati anche dopo l’invio delle schede». Lo ha diCHIARAto il senatore Stefano Stefani, responsabile della Lega per gli italiani all’estero. PD: DIBATTITO SULLE COPPIE DI FATTO. Domani alle 16 al Vicenza.com (piazza delle Erbe 12) avrà luogo un dibattito su lotta alle discriminazioni e coppie di fatto: «parteciperò portando le mie proposte per la mia azione nel Consiglio comunale», annuncia il candidato Enrico Peroni. All’incontro intervengono Alessandro Zan, presidente nazionale della Linfa (Lega italiana nuove famiglie), Emilia Laugelli e Luigi Creazzo, candidati alla Camera per il Partito Democratico. AZIONE SOCIALE: VOTARE CICERO. Oggi pomeriggio dalle 16 i militanti di As saranno in piazza Castello per l’ennesima iniziativa politica di disturbo e in aperta polemica con il candidato sindaco del Pdl on. Lia Sartori, come spiegano Alex Cioni e Renzo Piccolo. «La nostra campagna elettorale è stata per certi versi anomala: seppur eliminati dalla competizione elettorale vicentina da squallide manovre di palazzo, dimostriamo vivacità e costante presenza. Oggi indicheremo anche Claudio Cicero, di Impegno a 360°, quale alternativa migliore di governo alla città». ARRIVANO I “GRILLI” DI GIOMETTO. Il candidato sindaco Silvano Giometto conferma per domani alle 11 al bar Garibaldi di piazza dei Signori la presentazione di tutti i candidati della lista "No Privilegi Politici" alle elezioni comunali di Vicenza e dei candidati vicentini alla Camera della lista "I Grilli Parlanti". Ci sarà anche il candidato Premier Renzo Rebellino. VICENZA CAPOLUOGO: IL FILM DI GORE. La lista Vicenza capoluogo propone domani alle 11 nella sala 1 del multisala Roma la proiezione di “Una scomoda verità” di Al Gore sul riscaldamento globale.

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05.04.2008 pag. 21
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sabato 05 aprile 2008 cronaca pag. 21 DIBATTITO IN PARROCCHIA. Preoccupazione dopo il via libera dei tecnici della Regione Impianto ai Ferrovieri «C’è il rischio del “sì”» di Gian Maria Maselli

«Sul progetto Wisco, società che appartiene a Enel e Trenitalia, ci sono grandi interessi economici in gioco. Il pericolo che venga realizzato è concreto». È il concetto espresso da otto candidati sindaco che hanno risposto all’invito, giovedì sera, dei residenti dei Ferrovieri per una riunione pubblica nel teatro parrocchiale: una riunione affollatissima e che ha vissuto anche momenti di tensione. La gente del quartiere è inviperita, e si attende soluzioni concrete per sbarrare il passo al progetto. E le soluzioni sono arrivate. Ma di tre tipi diversi, pur se un fronte comune si è creato con la firma degli otto candidati in un “patto con i cittadini” a impegnarsi sul problema. C'è la strada della mobilitazione popolare «anche a costo di beccarsi qualche denuncia» proposta da Cinzia Bottene di “Vicenza libera” e da Riccardo Bocchese candidato di Alternativa comunista. Che precisa “basta seguire gli operai dell'Arsenale”: i sindacati Cgil Cisl e Uil trasporti hanno infatti già indetto lo stato di agitazione in attesa di chiarimenti da Trenitalia. Poi c'è la strada del pressing istituzionale da portare dentro a Palazzo Balbi, sede della Regione. Una tesi sposata da Franca Equizi di Riscossa democratica, da Massimiliano Primon della Destra e da Giulio Chiodi, della lista “No privilegi politici”. Davide Marchiani, della lista di Beppe Grillo Vicenza Comune a cinque stelle, ha proposto «la class action per colpire nel vivo gli interessi delle multinazionali Enel e Trenitalia». Con Valerio Sorrentino, venuto al posto di Lia Sartori candidata del Pdl, la linea si è spostata più «sull'influenzare il voto della Giunta regionale, visto che a fianco del parere tecnico del Via ancora a Venezia non si è espressa una volontà politica definita». D'accordo anche CHIARA GARBIN, democristiana di Vicenza nel cuore, (“bisogna battersi per riqualificare il quartiere”), Achille Variati, candidato sindaco del Partito democratico, e Ciro Asproso, storico esponente verde candidato per la Sinistra Arcobaleno. E proprio questi ultimi due, Variati e Sorrentino, prima della firma dei patti (però Sorrentino se n'era già andato e della lista Cicero non è intervenuto nessuno) hanno indicato una soluzione tecnica che tra l'altro smentisce quella suggerita dal difensore civico Massimo Pecori, candidato Udc. «Se la Regione approva il progetto, ciò comporta automaticamente una variante al vincolo urbanistico che c'è oggi. La strada giusta è far capire in Regione che il depuratore di Sant'Agostino già oggi per il carico che ha non è compatibile. Un sindaco determinato può dare un parere tecnico che stoppi l'impianto». E Ciro Asproso: «Se Aim ha già dato l'ok all'utilizzo del depuratore di Sant'Agostino significa che in questi anni di centrodestra è mancata una linea di responsabilità civica e politica, ed è ora di dare il potere a chi ha idee diverse. Questa, a ben guardare, sarebbe la soluzione più incisiva di tutte».

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05.04.2008 pag. 21
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06.04.2008 pag. 3
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06.04.2008 pag. 19
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07.04.2008 pag. 12
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mercoledì 09 aprile 2008 cronaca pag. 16

GARBIN (VICENZA AL CENTRO): INTERVENTI IN CENTRO STORICO. CHIARA GARBIN, candidato sindaco di Vicenza al Centro e Pne-Liga, interviene sul centro storico: «C'è bisogno di un Piano del Marketing del centro storico che parta dal ridisegno delle piazze e della viabilità interna che consenta di realizzare una sorta di Centro commerciale naturale. Per realizzare un centro commerciale efficiente dal punto di vista economico i progettisti attualmente studiano strategie raffinate che conducano per mano l'utente e lo portino esattamente in quel negozio o in quel preciso punto del centro commerciale. Queste strategie si esemplificano nella progettazione di percorsi con andamenti, colori, materiali particolari, composizione delle facciate. Una strategia simile deve essere attuata nei confronti del centro storico».

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09.04.2008 pag. 16
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10.04.2008 pag. 15
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11.04.2008 pag. 23
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11.04.2008 pag. 25
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sabato 12 aprile 2008 cronaca pag. 17 IERI AL “QUADRI”. Domande a raffica per tutti Candidati sindaci interrogati al liceo dagli studenti di Anna Madron

Dato che i ragazzi di quinta, ma anche molti di quarta, voteranno per la prima volta, perché non invitare a scuola i candidati sindaci? Detto fatto. Nell'auditorium del liceo Quadri ieri non c'era un posto libero. Segno confortante, lo ha riconosciuto anche il preside Edoardo Adorno, che la politica riesce ancora ad appassionare i giovani. Un'idea, questa del Quadri, frutto del lavoro delle rappresentanti d'istituto Giulia Toniolo, Miriam Zaggia, Alessandra Feriani, AnnaCHIARA Traverso. All'appello avevano risposto tutti sì, salvo poi defezioni dell'ultima ora. Non c'era Lia Sartori del Pdl, sostituita da Silvio Giovine. Assente anche Cinzia Bottene (Vicenza Libera): al suo posto Marco Palma. Non c'era nemmeno CHIARA GARBIN (Vicenza al centro): per lei Giampaolo Sorzato. Presenti il candidato el Pd Achille Variati e poi Ciro Asproso (Sinistra Arcobaleno), Massimo Pecori (Udc), Riccardo Bocchese (Alternativa Comunista), Claudio Cicero (Impegno a 360°), Massimiliano Primon (Destra-Fiamma), Davide Marchiani (Vicenza a 5 stelle), Silvano Giometto (No privilegi politici). Assente Franca Equizi (Riscossa democratica). I programmi? Sintetizzati in tre minuti per ciascuno: «È il tempo concesso anche per gli interventi al Parlamento europeo», ha ricordato a scanso di polemiche Antonio Trentin, giornalista del nostro quotidiano che ha moderato l'incontro, "arginando" a più riprese Giometto e i suoi privilegi. “Ma che cosa intende - hanno chiesto i ragazzi - per privilegi? E se dovesse essere eletto sarebbe disposto a rinunciare ai benefici che le spetterebbero?». Poi la sicurezza. «Come intende operare per mettere al sicuro la nostra città, dato che il suo partito è ritenuto uno dei più attenti su questo?», è la domanda rivolta a Primon. Viabilità, piste ciclabili per andare da scuola in centro, pericolosità delle strade: problemi girati a “Vicenza al centro”. Pecori invece deve rispondere sui rifiuti, «visto che tra circa un anno la discarica di Grumolo chiuderà e ne aprirà una ai Ferrovieri», spara qualcuno. Achille Variati è un volto noto. «Quale sarà la politica del Pd nei confronti degli immigrati senza permesso di soggiorno. Verranno puniti solamente dopo aver commesso reati?». Il Pdl è interpellato sulla politica per i giovani, «perché a Vicenza ci troppo pochi spazi a nostra disposizione», mentre Cicero chiarisce perché vuole centri “gestiti” e non “autogestiti”. Tessuto industriale vicentino e ambiente: binomio possibile? È la domanda per Asproso, mentre Palma deve chiarire il concetto di «nuovi percorsi di partecipazione alla vita pubblica». Infine la sinistra di Riccardo Bocchese, «in che rapporti con gli altri partiti di sinistra?», e la questione dei trasporti pubblici, «troppo cari, troppo poco efficienti», posta a Davide Marchiani.

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12.04.2008 pag. 17
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sabato 12 aprile 2008 cronaca pag. 18

GARBIN (VICENZA AL CENTRO) SUL LAVORO. In un incontro ieri mattina al Patronato Leone XIII il candidato sindaco CHIARA GARBIN di “Vicenza al centro” e Liga-Pne sottolinea che «sono da valutare non solo i problemi di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ma anche quelli di chi perde il lavoro o cerca di riacquistarlo dopo un periodo di interruzione forzata», come può accadere alle donne o in altri casi.

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12.04.2008 pag. 18
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16.04.2008 pag. 10
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16.04.2008 pag. 21
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mercoledì 16 aprile 2008 inserti pag. 15 VERSO LA NUOVA SALA BERNARDA. Il primo turno di voto non basta. Vanno al ballottaggio i due big del Popolo della libertà e del Partito democratico Un duello per otto punti di distacco di Antonio Trentin

Il nuovo sindaco di Vicenza dà appuntamento a tutti a fine mese. Le urne di domenica e lunedì, e le schede contate ieri, non hanno detto a chi andrà la poltronissima di Palazzo Trissino. Ci vuole il ballottaggio e ci vorranno, prima, alleanze ben patteggiate per puntare all’inarrivato 50% dei consensi in città. Perché Lia Sartori, la favorita, ha vinto ma non stravinto. Si è fermata appena sopra il 39%: di sicuro molto meno di quanto sperava un mese fa, partendo per la staffetta con Enrico Hüllweck; comunque molto meno di quanto valevano insieme per il Parlamento i due partiti supporter, Popolo della libertà (primo in Comune) e Lega Nord. E quindi deve rimandare di due settimane la sfida decisiva con Achille Variati. Lui - con la sua “civica” che ha cannibalizzato il Pd e Vicenza Capoluogo - è poco sopra il 31%: di sicuro molto meno di quanto poteva sperare in base al voto cittadino pro-Veltroni; ma quanto gli basta per galvanizzare il prossimo scorcio di campagna elettorale, a caccia di una rimonta che gli sta davanti come una montagna (8 i punti da scalare). Entro sabato dovranno cercarsi come partner qualche “perdente” con cui fino alla settimana scorsa hanno guerreggiato. O scegliere (improbabile) la solitudine. Dicono entrambi che sarà una questione di programmi concordabili. Se si vuole, gli si può credere. Intanto c’è qualcosa da leggere dentro il risultato di ieri sera. [\FIRMA]LA FRAMMENTAZIONE. Si proclama l’avvento del “bipolarismo quasi bipartitismo” - dopo i numeri berlusconiani in Parlamento - ma è il sistema elettorale che ogni volta conta (e varia): quando si può, è il caso del Comune, corrono in tanti e arrivano in parecchi. I due big hanno patito la frammentazione della politica cittadina: succede spesso e dappertutto. In più, qui a Vicenza, qualche speciale perturbazione si aggiunge a scombussolare il risultato. E così ecco la gara solitaria di Claudio Cicero, protagonista di un 9% senza precedenti; la corsa per la sopravvivenza dell’Udc con Massimo Pecori e il debutto della Destra anti-Pdl con Massimiliano Primon; il rinnovato tentativo dei carolliani di minare i numeri del centrodestra (anche stavolta senza successo, con CHIARA GARBIN); l’effetto-No Dal Molin che ha calamitato voti su Cinzia Bottene, leader del Presidio anti-base Usa, e spinto nel baratro l’ingrigito Arcobaleno di Ciro Asproso. La partita del ballottaggio se la giocano la Sartori e Variati. I nomi in ballo per incrementare le rispettive potenzialità sono quelli appena citati. Il resto è fatto di ex-speranze accompagnate da piccoli numeri o di chi, i grillini di Davide Marchiani, si è chiamato fuori preventivamente. TENTAZIONI A 360°. Cicero è il non oscuro oggetto del desiderio dei due futuri ballottanti. La gara della popolarità l’ha già vinta, tirato in ballo da tutti. Lo tentano per l’apparentamento sia la Sartori («è dei nostri, di centrodestra») sia Variati («si parte dall’impegno chiaro davanti ai cittadini»). È infastidito per i conti fatti senza l’oste (lui) per avere l’appoggio dei suoi avventori (i seimila che l’hanno votato). E ha un paio di veti che gli pesano addosso. An, il suo ex-partito, diffida la Sartori: «Non lo reimbarchi». La Lega, con l’onorevole Stefano Stefani, ha dato il medesimo consiglio. Di sicuro si prepara a divertirsi per qualche giorno, offrendosi e negandosi alle telefonate che gli scalderanno il cellulare. ANDARE O STARE? Dilemma anche per l’Udc. L’approdo in zona Sartori era saltato solo alla vigilia della presentazione delle liste. Un mese di campagna da avversari e il crack con il Pdl a Roma avranno o no conseguenze vicentine? Che cosa vuole il partito qui e che cosa vuole Pecori? Il 4,3% scudocrociato è un’aggiunta ghiotta per la Sartori e Variati: ma quanto trasferibile così, automaticamente, da una parte o dall’altra, con quello che succede nello scenario nazionale?

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16.04.2008 pag. 15
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Idem per l’Arcobaleno, drenato dagli anti-Dal Molin e annichilito in Comune come in Parlamento: in sala Bernarda erano in 5 di tre sigle, ne torneranno 0, perché ci voleva almeno il 3% per tentare la spartizione dell’ultimo posto buono da consigliere. Asproso - forse lo sconfitto più inatteso e più punito - ha tenuto aperto il canale di contatto interrottosi con Variati dopo le “primarie” del centrosinistra. Ma come traghettare sul leader del Pd, oggi vituperatissimo dall’estrema sinistra, i voti rosso-verdi? Anche qui torna, nelle prime diCHIARAzioni, il criterio del programma.Per decidere l’appoggio o per dirsi definitivamente addio. NO DAL MOLIN: E ORA? Stesso dilemma per il Presidio, che ha finora equamente spartito attacchi tra destra e sinistra (anzi: un po’ più qui che lì) e deve decidere come orientare tremila voti che, forse, non sono tutti estremismo anti-Usa. L’obiettivo dell’ingresso in Comune è stato centrato: in sala Bernarda la Bottene dovrà convincere i colleghi e la città che l’opposizione al progetto militare non vale solo il politicamente lusinghiero ma inesorabilmente minoritario 5% elettorale. Ma prima dovrà dare una risposta che pressa: sono spendibili per il Variati “che marciava insieme a noi” i voti di Vicenza Libera?

Voti totali

26.089

39,19%

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16.04.2008 pag. 15
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24.04.2008 pag. 8
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24.04.2008 pag. 21
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25.04.2008 pag. 2
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venerdì 25 aprile 2008 cronaca pag. 25 LA POLEMICA. Cicero attacca il candidato «Variati è stato il primo a farmi contattare»

«Non è vero che non sono stati realizzati marciapiedi durante il mandato amministrativo in cui sono stato assessore. Fra il 2002 e il 2007 abbiamo speso 2,8 milioni di euro per costruire nuovi marciapiedi come quello di Polegge, quello della Pasubio davanti alla scuola Cabianca e quello di via Fratelli Bandiera davanti all’ospedale». Claudio Cicero respinge le critiche passando al contrattacco. Ne ha per tutti, in particolare per CHIARA GARBIN e Achille Variati: «In questi giorni lo sport preferito sembra essere l'attacco a Cicero e non è difficile capire il perché. A me interessano i fatti, i programmi per Vicenza. Mi sono messo in discussione rinunciando all'appoggio di qualsiasi partito e la gente lo ha capito premiandomi. Nella stessa logica ho deciso di sostenere al ballottaggio la Sartori, perché è l'unica con cui ho parlato di cose concrete e che ha dimostrato la mia stessa voglia di fare. Chi parla di mercato delle vacche, come Variati, è il primo che mi ha fatto cercare per avere il sostegno nel ballottaggio. Chi parla di coerenza, come la GARBIN, va girando per movimenti e partiti da anni, sostenendo destra e sinistra a seconda delle occasioni e dei contesti». Cicero attacca, poi, Variati sugli autobus. Durate il faccia a faccia in Assindustria. Luca Ancetti, direttore del telegiornale di Tva Vicenza e moderatore del confronto, ha chiesto ai duellanti quale credevano fosse il prezzo di un biglietto del bus. Lia Sartori ha risposto di non saperlo, Variati ha risposto 1,5o euro. Questo il commento di Cicero: «Se ho capito bene Variati sostiene che il prezzo giusto di un biglietto del tram è di 1,50 euro. Strano per un candidato sindaco che promette di incentivare l'uso dei mezzi pubblici, visto che, a Vicenza, un biglietto costa 1,10 euro. Ho la certezza che c'è poco da stare allegri a votare Variati, quantomeno per i vicentini che hanno la necessità di utilizzare i mezzi pubblici. Capisco la necessità di far cassa, ma mi sembra eccessivo aumentare il prezzo di ben 40 centesimi».

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25.04.2008 pag. 25
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sabato 26 aprile 2008 cronaca pag. 18 L’ULTIMO GIORNO DI CORSA DELL’ASPIRANTE SINDACO Achille balla il liscio e pranza alla sagra on. Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei valori di Gian Marco Mancassola

L’orario di lavoro del candidato sindaco impone un tour de force dalle nove del mattino all’una di notte, sette giorni su sette. In due mesi di campagna elettorale Achille Variati non si è fatto mancare nulla: nell’arco di poche ore è passato dalla briscola nel centro diurno per la terza età alla soirée in discoteca a Fimon, dalla partita di bocce al giro delle osterie. Il copione è stato recitato a memoria anche ieri, festa della Liberazione, ultimo giorno di propaganda prima del “silenzio, si vota”. L’ultimo chilometro della maratona verso palazzo Trissino inizia con caffè e cornetto al bar davanti a casa, in via dei Cappuccini. L’abito dello sprinter è un gessatino scuro, con camicia bianca e cravatta rosso sangue. Nell’agenda ha fissato due appuntamenti a cui «tengo molto», la visita all’Anffas e alla “Nostra Famiglia”. Carlo, uno dei ragazzi diversamente abili ospitato nelle residenze di Bertesina, gli racconta tutta la sua passione per il pallone: «Allo stadio, però - gli dice - mi piaceva andarci di più una volta». Colpa del tifo violento? No, colpa della “scatola di sardine”: «Prima a noi era riservata una tribunetta in alto, sopra gli spalti. Adesso ci hanno infilato in una gabbia in basso da dove non vediamo nulla». Variati prende appunti, mentre il telefonino continua a vibrare: sono telefonate, quasi tutte perse, e messaggini di sostenitori. A mezzodì avrà contato i primi 67 sms della giornata. «Dài che ce la fai», gli grida un fan, dandogli una manata sulla spalla che assomiglia tanto alle spinte che allungarono il passo al leggendario Dorando Petri. Alle 11, puntuale, l’aspirante primo cittadino sbarca in piazza dei Signori, dove partecipa alla cerimonia del 25 aprile salendo sul palco delle autorità. Inizia a fare calduccio: il sole si fa largo, è uno squarcio di primavera, che Variati non manca di sottolineare. Riemerge l’allegoria meteorologica ha farcito i comizi del candidato sin dal debutto in piazzale della Vittoria, durante il discorso del monte che inaugurò la discesa in campo. Quel giorno c’era un nebbione fitto, e Variati lo convertì in metafora della necessità di portare a Vicenza una ventata d’aria nuova. Di qui il logo della rondine, svolazzante nelle spille appuntate agli occhielli degli attivisti. «Finora ha portato fortuna», assicurano quelli dell’entourage. La rondine di Achille come l’uccellino di Del Piero: un marchio di fabbrica che fora il video. «Non sono stati commessi errori - analizza Gigi Poletto, ex capogruppo della scomparsa Quercia - è stata la campagna elettorale meglio condotta di quelle che ho seguito. Abbiamo fatto il possibile, ma dobbiamo fare i conti con i numeri di questa città. Se andrà male, la prossima volta bisogna sperare di rinascere a Reggio Emilia. Non ci possiamo rimproverare nulla». Quando Giuseppe Pupillo conclude l’orazione sulla Resistenza è mezzogiorno. Sotto il palco ad attendere Variati c’è Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Italia dei valori, alleata e rappresentata nella civica capeggiata da Alessandra Moretti. Davanti all’aperitivo e alle tartine, insieme dispensano riflessioni sulla trasparenza in politica e nella gestione della res pubblica, snocciolando qualche conticino, che il candidato sindaco, laureato in matematica, si è tenuto per il finale: «Sulla crisi delle Aim - dichiarano - i partiti che sostengono Amalia Sartori hanno responsabilità politiche gravissime. I dieci anni di governo del centrodestra hanno trasformato un’azienda florida in un’azienda indebitata. E dato che le Aim sono al 100% del Comune, possiamo dire che oggi ogni famiglia vicentina ha circa 4 mila euro di debiti sulle spalle». In alto i calici, avanti con le strette di mano e poi via, a piedi, passando davanti all’ex Meneghina, quartier generale di Pdl e Lega nord in contrà Cavour, poi in corso Palladio, davanti al municipio e

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26.04.2008 pag. 18
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sotto le finestre dell’ufficio più ambito. Quindi contrà Porti e ponte Pusterla a spron battuto, per accomodarsi sulla panca di legno sotto il tendone della sagra di S. Marco. Variati arriva, si becca l’applauso dei sagraioli, saluta amici e meno amici. Il menù prevede crepes con ripieno di ricotta e spinaci in camicia di besciamella e formaggio fuso; trionfo di brasato incoronato da patate al forno; fetta della neoclassica “gata” per dolce. Il tutto, come si ama dire, annaffiato da cabernet e acqua frizzante. «È stata una campagna elettorale dura, stancante - ammette nell’ora delle confessioni, quando anche la cravatta vien sfilata dal colletto e ripiegata nel taschino - ma è stata diversa dalle altre, bella. Non ci siamo risparmiati, anche se abbiamo dovuto fare i conti con risorse limitate. Ho voluto accettare questa sfida per cercare il riscatto. Da cosa? Eh, dalla scelta che feci nel 1995. Decisi di non candidarmi per la seconda volta e sbagliai. Oggi sono qui per tentare quel riscatto». «Se c’è stato un momento in cui ho creduto davvero di non farcela, in cui sono stato tentato di abbandonare - racconta - è stato all’inizio di questa avventura, quando l’elezione del sindaco venne abbinata alle Politiche, nell’election-day. In quel momento ho temuto di non riuscire a parlare dei temi cittadini, ho temuto che ogni messaggio venisse travolto dalla politica nazionale». Sono già le 14 e 30, la tabella di marcia porta ritardo. Il tragitto a passo svelto per riguadagnare il centro passa per lo storico bar Flavia, chiuso per festività: caffettino rinviato. Da ponte Novo il Bacchiglione fa affiorare il sogno di dare vita agli argini, che Variati vorrebbe rendere frequentabili: «Ma servirebbe una montagna di soldi». Quel che si può più realisticamente imbastire è una nuova pista ciclabile lungo corso Fogazzaro, sul lato opposto rispetto all’attuale. Prima della conferenza stampa finale al caffè Garibaldi, Variati mette a punto comunicati, discorsi e strategie. Lo fa nell’ufficio di Alias, l’agenzia che gli ha curato immagine e propaganda: ci sono i due Jacopi, Rodeghiero e il portavoce, Bulgarini D’Elci, ideatori delle cartoline in serie spedite ai vicentini per rappresentare le tante idee della città variatiana: «Prima che io spedisca un’altra cartolina, passerà molto, molto tempo», scherza il candidato mentre infila gli occhiali per ripassare la lezione finale. Lo studio affaccia in piazza dei Signori, con veduta panoramica sui gazebo e le sedi del gruppo sartoriano. Proprio come in un campo di battaglia, non poteva mancare il binocolo da ippodromo, con cui sbirciare i movimenti degli altri, sorvegliati pedissequamente anche nel sito internet, monitorato ora dopo ora. Gli ultimi appelli agli elettori sono confezionati, si può scendere al pian terreno, dove ad attendere Variati ci sono l’alleato John Giuliari e i supporter dell’ultima ora: il Verde Ciro Asproso e la carolliana CHIARA GARBIN. Il primo manifesta la sua ansia per una possibile vittoria del centrodestra, la seconda se la prende con il “mercato delle vacche” e con le lobby, garantendo pieno appoggio al nuovo compagno di ventura Achille. Ci vuole una mezzoretta per descrivere la Vicenza che vorrebbe, «più verde, più unita, più sicura, più viva, a posto, protagonista, con un’amministrazione trasparente e con un sindaco libero». Ci vogliono pochi secondi per infrangere un tabù: il brindisi della vigilia. È proprio suo il pollice che stappa lo spumantino: «Evviva, ce la faremo». Intanto il cellulare squilla imbufalito: dall’altra parte c’è il suo successore, che potrebbe diventare predecessore: l’ex sindaco Marino Quaresimin lo attende a S. Pio X, in un luogo involontariamente evocativo: il ritrovo per anziani più frequentato di Vicenza, “la Rondine”. Nomen omen: nel nome un destino. Variati non si risparmia: gioca a carte, chiacchiera, abbraccia e si fa abbracciare. Quindi disegna geometrie sinuose a passo di danza, ballando in pedana con una frequentatrice sgarzolina. Vai col liscio, Achille. Al primo gomito a gomito con un’altra delle coppie ballerine, Bepi Danzi, da vent’anni presidente delle rondinelle, indica il perimetro della sala: «Serve altro spazio, non ci stiamo più, siamo troppi». Altri appunti per il candidato, che passa il resto del pomeriggio a parco Querini, con la pattuglia di giovani e giovanissimi volontari, impegnati a svolantinare e a distribuire palloncini. Pochi metri più in là c’è il gazebo sartoriano: ma l’incontro ravvicinato del terzo tipo, questa volta, non va in scena. Il gran finale è in piazza dei Signori, con l’ultima arringa e la festa a base di gastronomia veneta e i vivaci decibel reggae dei Les Totems. Il suo è un appello romantico, a metà strada fra “Yes, we can”, ce la possiamo fare, e “We have a dream”, abbiamo un sogno. La rincorsa è finita. Da oggi i

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26.04.2008 pag. 18
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megafoni riposano: «E io - sospira - voglio dedicare questi giorni a mio padre e a mia madre».[\FIRMA]

Dall’alba al tramonto, l’ultimo giro di valzer di Achille Variati passa per una doppia visita a case famiglia ospitanti ragazzi diversamente abili, per la cerimonia del 25 aprile in piazza dei Signori, per la sagra di S. Marco, la puntatina all’associazione “la Rondine” e la festa-comizio.

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26.04.2008 pag. 18
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29.04.2008 pag. 24
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martedì 29 aprile 2008 cronaca pag. 21 UN TRIONFO INATTESO. Oltre 6 mila voti in più rispetto al primo turno «Io, sindaco di tutti i vicentini» di Marco Scorzato

Questione d’affetto. Sprofondato nella poltrona da ufficio al primo piano del suo quartier generale in piazza dei Signori, camicia bianca sbottonata sul collo, sguardo stranito, Achille Variati si lascia andare solo per un istante. «Affetto. Questo è l’affetto dei vicentini nei miei confronti». Sono da poco passate le 16, restano ancora una decina di sezioni su 112 da scrutinare, e gli scappa solo questa frase. Non vuole brindare, non ancora, ci mancherebbe; e nemmeno vuol parlare da sindaco in pectore. È d’obbligo attendere il fischio finale, ma quella frase gli esce dalle labbra quasi fosse uno sfogo, un macigno tolto dalla scarpa dopo tanti mesi passati in trincea. Gli scappa anche un altro commento: «Possiamo definirla una rimonta straordinaria?». E chi può contraddirlo? Non è ancora lecito cantar vittoria, ma già in quel momento è il vincitore morale. Intorno a lui c’è lo staff della comunicazione, i suoi collaboratori giungono alla spicciolata e gli danno qualche pacca sulla spalla, davanti ad un paio di telecamere delle televisioni locali. Variati ha l’occhio luccicante, sembra che la sua mente corra lontano da lì, forse ad inseguire quei «sogni» di cui non ha avuto timore di parlare fino all’ultimo giorno di campagna elettorale. «Il discorso delle stelle...», aggiunge, riferendosi all’appello al voto - pronunciato senza parlare di partiti, ma quasi solo di ideali - lanciato il 25 aprile da piazza dei Signori. Che sia stato quello a far pendere l’ago dalla sua parte? Lui ne è convinto. È davanti, Variati. Precede la rivale Lia Sartori di qualche centinaio di voti, è così dall’inizio dello scrutinio. Ma sembra non crederci. Eppure è tutto vero: l’onda anomala che travolgerà di lì a pochi minuti la roccaforte del “forzaleghismo” è già in movimento. IL TERREMOTO. Lo tsunami vero e proprio si abbatte sul Palazzo alle 16.57. Ha la forma di un paio di cifre sul computer, dal sito Internet del Comune: 112 sezioni su 112, Achille Variati vince il testa a testa con Lia Sartori con il 50,48% dei consensi. La “miseria” di 527 voti di vantaggio. Un trionfo. Sì, perché partire da un distacco virtuale di 17 punti dal centrodestra, ricompattatosi al secondo turno, era come scalare l’Everest. Ma dietro i numeri della rimonta c’è la sostanza di una città che si è spostata sul candidato-Variati, prima ancora che sulle forze che lo hanno sostenuto. Uno spostamento in massa: 6164 voti in più rispetto al primo turno. I FESTEGGIAMENTI. E allora inizia la festa. Variati si apparta un attimo nell’altra stanza, giusto il tempo di infilare la cravatta: è rosa. «Il colore della primavera: è tornata la primavera», dice il neosindaco, prima di affacciarsi al balcone che dà sulla piazza a guadagnarsi il primo applauso dai cittadini. Davanti a lui lo striscione “Variati sindaco, ritorna il futuro”, tenuto nascosto fino all’ultimo. A fianco, un’entusiasta Alessandra Moretti, la capolista della civica che la sostenuto. Scattano i flash, le telecamere immortalano. «Me lo sentivo - attacca il neosindaco, liberando gli ultimi freni verbali - sentivo che i cittadini si stavano via via stringendo a me con tanto affetto. Sarò il sindaco di tutti i vicentini, di quelli che mi hanno votato, ma anche di tutti gli altri». Ma era davvero convinto di potercela fare? «La ragione mi diceva di no, ma irrazionalmente non ho mai smesso di crederci. Penso che la città non si sentisse a posto, che avesse bisogno di una discontinuità, dopo un decennio in cui i partiti hanno avuto un ruolo molto importante. Anzi, direi troppo pesante». PER UN PUGNO DI VOTI. Il decimo sindaco del dopoguerra è stato «anche il settimo», ci tiene a ricordare l’uomo del Partito democratico, sostenuto però anche da Lista Variati e Vicenza

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Capoluogo, le componenti civiche. È anche la loro vittoria. Ed è il momento di ringraziare tutti, perché dopo una vittoria per 527 voti non è ammesso dimenticare nessuno. Nemmeno CHIARA GARBIN («il nostro appoggio e la critica alle manovre partitiche del centrodestra - dice - sono stati determinanti»); né Ciro Asproso («l’arroganza del centrodestra stavolta non ha pagato»), né i No Dal Molin. E vuoi proprio vedere che aveva ragione il consigliere uscente dei Ds, Luca Balzi, che tra domenica e lunedì ha tempestato amici e conoscenti di sms per trascinarli alle urne? Bassa affluenza, scriveva, anche un voto può essere decisivo. ARIA NUOVA. Quando si dice aiutati che il Ciel ti aiuta. E il cielo, quello con la “c” minuscola, aveva cominciato a tifare per Variati già alla vigilia del primo turno: la festa in piazza della rivale Lia Sartori era saltata per il temporale, mentre la sua, pioggerellina a parte, aveva portato 400 persone sotto la Basilica, a chiudere con speranza la prima manche di campagna elettorale. E il cielo è stato dalla parte del candidato del Pd anche nello scorso fine settimana: sole e caldo e l’attrazione della gita fuori porta. Un luogo comune? Forse, ma anche nell’entourage di Variati sono convinti che sia stata una spintarella in più per far disertare le urne agli elettori di centrodestra meno entusiasti, leghisti, aennisti, ciceriani o scudocrociati che fossero. Ne è convinto anche Giuseppe Doppio, segretario provinciale uscente della Margherita diventata Pd, che ha condiviso con Variati un passato da rumoriano di ferro: «Il calo di affluenza ci ha aiutati, ma questo voto ha un significato politico ben preciso: i vicentini erano stanchi di essere definiti la città simbolo della Lega e del Pdl, non erano disposti a votare per loro “a priori”». «Mi dicevano che avrei fatto una buona testimonianza e nulla di più - riprende Variati -. Ma io in questi giorni ho guardato la gente negli occhi, C’è bisogno di un palazzo più aperto, meno infagottato, meno condizionato dai partiti». L’INGRESSO A PALAZZO. E allora eccolo il nuovo sindaco che varca il cancello di Palazzo Trissino, a 13 anni dal suo abbandono. Incrocia lo sguardo di dipendenti comunali conosciuti negli anni Novanta, riceve sorrisi e congratulazioni. Sono le 17.15 quando giunge anche la rivale Lia Sartori a complimentarsi con il vincitore, a stringergli la mano. È sorridente e pare molto meno abbattuta della maggior parte dei suoi scudieri. Poi via di nuovo: i tifosi di Variati scendono le scale del palazzo comunale, tra cori da stadio. «Libertà, libertà», intonano i più rancorosi. «Achille, Achille», è il controcanto della maggioranza dei festanti. E infine di nuovo in piazza, laddove era partita la cavalcata del centrosinistra, «a contatto con i vicentini», continua a ripetere Variati, mentre alcuni dei più stretti amici e collaboratori lo sollevano sulle spalle e lo portano in processone, neanche fosse la “Rua”, fino a piazza dei Signori. IL BAGNO DI FOLLA. È lì, tra il caffè Garibaldi e la Basilica, che Variati parla per la prima volta da sindaco in pectore agli elettori che lo applaudono. Stappa lo champagne, se ne ingurgita una bella sorsata, ci manca solo che salti e poi sembra Schumacher sul podio. «Avevano detto che non ce l’avremmo fatta, avevano detto che Vicenza è della destra, e invece non è vero. Avevano detto “noi non ce ne andremo”, e invece se andranno». Stoccata. Il buonismo, in questa campagna elettorale, Variati l’ha gettato alle ortiche e, ora che ha vinto, non cambia stile. Poi si fa serio e lancia il suo programma di governo: «Lealtà, onestà, pulizia, un palazzo di vetro. E tanta concretezza». LE PRIME MOSSE. Tutto intorno è uno sventolare di bandiere, quelle del Pd e del No Dal Molin sono le più numerose. Si vedono Angelo Guzzo, altro rumoriano, ma anche Giovanni Rolando, Luigi Poletto, Ubaldo Alifuoco e tanti altri, Ma l’attenzione è tutta per Variati, incalzato su tutto: giunta, priorità amministrative, Dal Molin. Sulla prima sorvola completamente; sulle mosse da fare, invece, ha le idee chiare: «Strade e marciapiedi: l’avevo detto e partirò da lì». IL DAL MOLIN. Il neosindaco aveva anche detto che tra le prime azioni ci sarebbe stato il referendum sul Dal Molin, quello che lui continua a chiamare “consultazione”: «Lo confermo, ascolteremo i vicentini». Quella del Dal Molin è stata la grande sfida di Variati. Le sue marce con il “popolo del no” gli hanno creato non pochi imbarazzi, in primis dentro al Pd. Ha sofferto, ma non ha mollato. E ora si

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gode la rivincita. «Ho sempre rivendicato il diritto dei cittadini di essere informati, di non essere trattati da “polentoni”. Spero che il governo e anche il centrosinistra romano capiscano che Vicenza è una città... italiana». Ma è anche una rivincita personale, o no? «Ho sempre avuto l’orticaria verso la dirigenza nazionale e questo è uno dei motivi per cui a Roma non ci sono mai andato. Ma oggi sono felice, questo è il tempo di ritrovare unità, con equilibrio e delicatezza. Sento forte la responsabilità che i vicentini mi hanno dato. Parlerò con la Lega dove governa, dialogherò con Berlusconi e con Bruxelles. Ripeto, voglio essere il sindaco di tutti i vicentini». E poi via alla festa in piazza. Fino a tarda sera. Sotto le stelle.

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sabato 31 maggio 2008 cronaca pag. 26 CAMPAGNA ELETTORALE. Appena un candidato su 12 e 2 liste su 17 hanno osservato la scadenza prevista dalla legge Le spese per le elezioni Solo Variati fa i “conti” di Roberta Bassan

Pensava di spendere su per giù 45 mila euro. Ne ha spesi più del doppio, esattamente 108.476,79 euro. Il sindaco di Vicenza Achille Variati ha indicato per filo e per segno le spese sostenute nella campagna elettorale rispettando i termini della legge numero 81 del 25 marzo 2003 che prevede per candidati e liste, nei Comuni che superano i 50 mila abitanti, di rendere pubblico entro 30 giorni dal termine della campagna elettorale il rendiconto delle spese. Piccolo particolare: Variati è stato l’unico candidato sindaco a rispettare la legge. Con lui anche due liste. Il vicesindaco Alessandra Moretti per la civica “Variati Sindaco” ha indicato una spesa totale di 8.057,47, dove la parte del leone è stata fatta da manifesti, scritti murali e spese postali. Il candidato Silvano Giometto per la lista “No privilegi politici” ha indicato 700 euro tra propaganda nei manifesti, fotocopie, costo della sede tra consumi elettrici e telefonici, sottolineando inoltre che «le spese sono in prevalenza costi provenienti da impegno proprio e professionale di ciascun candidato quantificabili in un mancato reddito per il tempo dedicato alla campagna elettorale». Poi più nulla. Su 17 liste e 12 candidati che il 13 e 14 aprile si sono contesi il voto dei cittadini del Comune di Vicenza, con coda il 27 e 28 aprile per il ballottaggio, solo un candidato e due liste hanno osservato la legge. All’Albo Pretorio, quando ormai i termini previsti dalla legge sono scaduti, non esiste null’altro. Mancano le forze che hanno fatto della trasparenza e del rigore la loro bandiera, dai Grillini di Marchiani ai Comunisti di Bocchese, alla paladina dei No Dal Molin Cinzia Bottene. Per non parlare di forze politiche che hanno una collaudata macchina organizzativa come il Polo della Libertà che ha sorretto la candidata Lia Sartori. Come pure di Claudio Cicero e Massimo Pecori che pure loro hanno omesso l’atto di legge La norma del 1993 peraltro è rafforzata dallo Statuto comunale dove, all’articolo 50 che parla di pubblicità e spese elettorali, recita che «è pubblicato per 30 giorni il rendiconto delle spese dei candidati e delle liste». Allo stesso articolo peraltro lo Statuto indica che le liste devono anche presentare un preventivo delle spese elettorali. Atto che, diversamente dal consuntivo, è stato rispettato da tutti i candidati e la cui omissione non sarebbe stata comunque motivo di eslusione dalla corsa elettorale. Ecco i preventivi dichiarati prima delle elezioni: Lega Nord 63 mila euro, CHIARA GARBIN 850 euro, Vicenza Capoluogo di Giuliari 15.690 euro, Udc 9.780 euro, La Destra Fiamma Tricolore di Primon 36.900 euro, Lista Variati 14 mila euro, No dal Molin 850 euro, Pd 11.800 euro, Sinistra Arcobaleno 11 mila euro, Lista Pdl Sartori sindaco 93 mila euro, Vicenzaviva 93 mila euro, Riscossa Democratica 3 mila euro, Amici di Beppe Grillo 7.830, No Privilegi politici 0 euro, Alternativa Comunista 3 mila euro, la lista di Cicero 38.100 euro. Ma sui consuntivi la stragrande maggioranza tace. É pur vero che gli uffici non andranno a tirare i candidati per la giacca perché c’è una sorta di appello previsto dal regolamento comunale. Entro tre mesi dalla loro convalida i neo amministratori dovranno presentare al sindaco la loro situazione patrimoniale che prevede, tra le varie voci, anche le spese sostenute in campagna elettorale. É possibile che qualcuno abbia quindi rinviato l’obbligo aspettando di inserirlo nella prossima dichiarazione. Ma di chi non si è seduto nello scranno del consiglio (Asproso, GARBIN, Equizi, Bocchese,

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Marchiani) e quindi non dovrà presentare la propria posizione patrimoniale, non si saprà più nulla neppure delle spese elettorali. Come pure delle liste sconfitte.

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