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Arthur Osborne...
L'incredibile Sai Baba di Shirdi...
Edizioni: Il Punto d'Incontro.
Nota dell'editore.
Arthur Osborne nacque a Londra e ricevette la sua istruzione
presso la ChristChurch di Oxford. Egli era profondamente
interessato alla spiritualit etrascorse parecchi anni presso il
Ramanashramam, l'ashram di Ramana Maharshi chesi trova a
Tiruvannamalai, nel Sud dell'India. Di Osborne stato tradotto
initaliano Ramana Maharshi e il sentiero dell'Auto Conoscenza;
inoltre, egli hacurato altri due volumi pubblicati in Italia: Gli
Insegnamenti di RamanaMaharshi e Ramana Maharshi, Opere Complete,
editi da Ubaldini, Roma.
Nota dell'autore
Poco dopo la morte di Sai Baba, Swami B. V. Narashimhaswami
compil una raccoltadei suoi detti e di aneddoti dal titolo Sri Sai
Baba's Charters and Sayings.Egli raccolse anche numerose
testimonianze di esperienze da un numeroconsiderevole di devoti e
le pubblic in tre volumi dal titoloDevotees'Experiences of sai
Baba.Entrambi questi libri sono stati pubblicati senza copyright
dalla All IndiaSamaj di Madras, della quale Swami Narashimhaswami
era presidente.Prima che egli lasciasse l'incarico, parlai con lo
Swami della mia intenzione discrivere una vita di Sai Baba ed egli
mi chiese di servirmi ampiamente dellepubblicazioni della Ali India
Samaj.Desidero quindi esprimere la mia gratitudine per l'aiuto che
ho ottenutoconsultando queste fonti.Arthur Osborne
Introduzione
E'perfettamente vero, come commenta l'autore, che Sri Sai Baba,
sebbene sia benconosciuto in tutta l'India, non lo altrettanto
fuori dall'India, specialmentenei paesi europei. L'autore desidera
quindi presentare questo santo al mondooccidentale.Con questo
lodevole obiettivo egli ha scritto un libro che contiene la
brevevita di Sri Sai Baba, i suoi insegnamenti, i miracoli e gli
aneddoti.Sebbene la vita di Sri Sai Baba, come viene raccontata nel
libro, basato suracconti autentici dei suoi devoti, sia strana ed
eccentrica, nessuno che siavenuto in contatto con lui pu negare il
fatto che egli fosse, e Ramdas direbbeche egli sia, un santo del pi
alto ordine spirituale.Ramdas ebbe il privilegio di visitare Shirdi
circa quattro anni fa per ildarshan del samadhi di Baba e scopr che
l'atmosfera del Mandir, dove situatoil samadhi, vibrava di pace
spirituale e gioia. Sai Baba sembra ancora vivo inquel luogo
santo.Un'altra vista meravigliosa che gli occhi di Ramdaspoterono
gioire fu il regolare flusso di devoti, che per tutto il giorno
siriversava nel tempio per ottenere il darshan del samadhi di
Baba.Durante i vagabondaggi di Ramdas in varie zone dell'India e in
occasione dellesue visite presso le case dei devoti, egli scopr
ovunque l'immagine di Sai Babache adornava i muri.La popolarit di
questo santo molto vasta e diffusa, il suo nome
diventatoestremamente familiare in tutte le case dell'India e il
popolo indiano loconsidera con grande venerazione.
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Sai Baba una potente forza spirituale che modella e trasforma la
vita degliaspiranti spirituali; ed essi ne cercano la guida e la
benedizione anche inquesti giorni.L'autore, Sri Arthur Osborne, ha
reso un prezioso servizio ai cercatori dellaVerit occidentali,
presentando questo libro al mondo.Egli, in uno spirito d'amore e
devozione a Sai Baba, ha raccontato i piimportanti eventi della sua
vita, rinnovando nel cuore del lettore la gloria diSai Baba.La sua
divina personalit sembra abbia catturato il cuore dell'autore ed
egliscrive di lui con una tale spontaneit, fornendo dettagli della
sua vita e deimiracoli tratti da varie fonti, che non pu far altro
che suscitare, nel cuoredel lettore, un'onda di ammirazione e
devozione per questo grande Maestrospirituale.Ramdas desidera
ardentemente che questo libro giunga nelle mani di ogniaspirante
spirituale, dei credenti e dei non credenti, in modo che
chiunquepossa venire a conoscere come Dio si sia rivelato nella
forma di un santo unicoe altamente ispirato, della statura di Sai
Baba.I detti di Sai Baba sono del tutto originali nel loro valoreed
espressione. L'ultima citazione, come trascritta in questo libro,
haaffascinato Ramdas ed egli terminer con essa questa breve
introduzione:"Io do alle persone quello che vogliono, nella
speranza che comincino adesiderare ci che io voglio dar loro. "
Swami RamdasAnandashram,Khanhangad,25 aprile 1957
1. Presentazione di Sai Baba
"Guarda, arriva di nuovo quel fachiro pazzo!"I negozianti si
volsero, guardando nella strada, l'alto e scarno giovane che
alunghi passi s'era incamminato verso di loro, energico, ma dal
contegnoriservato, senza parlare con nessuno.Nessuno sapeva chi
fosse. Era apparso per la prima volta nella piccola citt diShirdi,
come un ragazzo di circa sedici anni, nel 1872, alla maniera dei
fachiriitineranti, senza che nessuno sapesse da dove venisse o
perch. Di l se neand, e poi vi fece ritorno, trascorrendo il resto
della sua vita nellacittadina.Durante le sue visite precedenti
aveva vissuto sotto un albero di nim; se nestava seduto l tutto il
giorno e di notte dormiva sulla nuda terra, mangiandoquel poco che
i caritatevoli abitanti del villaggio gli offrivano.Quando smise di
vagabondare e si stabil a Shirdi, si rec innanzitutto in unpiccolo
tempio ind, con l'intenzione di farne la sua dimora. Ma il
custode,Mahalsapathy, che pi tardi divenne uno dei suoi pi intimi
discepoli, loetichett come fachiro musulmano e gli rifiut
l'ospitalit; consigliandoloinvece di andare a vivere nella
moschea.Sai Baba segu il consiglio e la moschea con i muri di fango
divent la suadimora.Poi parl con i santi, ind o musulmani, che
occasionalmente visitavano lacitt, e uno di essi aveva detto agli
abitanti: "Fate attenzione a quel giovanefachiro: un gioiello su un
letamaio."Ma non fu preso in considerazione. Piuttosto, pareva un
po'folle. Non si univamai a loro e parlava raramente. Qualche volta
ripeteva namaz (la preghierarituale islamica che deve essere
ripetuta cinque volte al giorno), ma anchequesto accadeva molto
raramente.Il giovane aveva particolari abitudini personali, teneva
un fuoco perpetuamenteacceso nella piccola moschea, (pi come un
Parsi che come un musulmano) oltre adelle piccole lampade ad
olio.
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Tranne una manciata di cibo, l'olio per le lampade era la sola
cosa di cui avevabisogno e che era solito mendicare dai negozianti.
Questa doveva essere laragione per cui stava arrivando ora...Uno
dei negozianti disse: "Divertiamoci un po'alle sue spalle;
rifiutiamoci didargli l'olio."Un gruppetto di curiosi si riun. Ma
una volta che l'olio gli fu rifiutato, ilgiovane fachiro si volt e
se ne and senza alcuna lamentela o supplica."Seguiamolo e vediamo
che cosa fa," sugger qualcuno. Il vecchio istinto delbranco di
combattere il forestiero era al lavoro.E presto videro un'insolita
scena. Arrivato alla moschea, il fachiro raccolse unrecipiente di
terracotta pieno d'acqua e con esso riemp le lampade, le quali
siacceserocome se vi fosse stato versato dell'olio.Non ci furono pi
gomitate o risate soffocate ora. Presi da un improvviso
timorereverenziale, essi caddero ai suoi piedi e lo pregarono di
non maledirli pertutto quello che avevano fatto.Non si parlava pi
di fachiri pazzi. La gente di Shirdi ora credeva nel gioiellosul
letamaio. Sapevano che tra loro c'era un uomo di potere e ben
prestoscoprirono che era un santo, un insegnante dalla enorme
compassione per coloroche soffrivano.Tuttavia egli rimase bizzarro,
un uomo misterioso. Nessuno conosceva il suonome. Sai Baba non un
nome. Sai una parola persiana che significa "santo" eBaba un
termine Lindi usato con familiarit e rispetto che significa
"padre".Nessuno sapeva perch avesse scelto Shirdi come sua
dimora.Pi un villaggio che una citt, a sei miglia dalla pi vicina
stazioneferroviaria, non era un centro spirituale. Eppure egli
rimase l per quasicinquant'anni, fino alla sua morte, avvenuta nel
1918, e sempre pi numerosi idevoti si affollarono dalle citt
vicine.Se ci fu una ragione personale, fu strana quanto tutte le
circostanze della suavita: molti anni pi tardi, gi famoso, ordin a
un devoto di scavare ai piedidell'albero dinim dove soleva sedersi
fin dal primo giorno; sotto c'era unatomba ed egli dichiar che si
trattava della tomba del suo Guru, ma non il Gurudi questa vita,
bens quello di un'incarnazione precedente.Per quanto concerne la
sua incarnazione attuale, praticamente non c' nulla dinoto per i
primi anni. E'quasi certo che egli sia nato in una famiglia
bramina,in una piccola citt nei pressi di Hyderabad. Probabilmente
i suoi
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genitori morirono quando era giovane, poich egli lasci la casa
in tenera etper seguire un fachiro musulmano.Alcuni anni pi tardi
il fachiro mor ed egli si un a un Guru ind. Eraprofondamente
attaccato al suo Guru, al quale si rivolgeva con
l'affettuosodiminutivo di Venkusa, Un giorno Sai baba raccont la
storia di come si eranoincontrati e di come avevano trascorso la
loro vita insieme.
Il suo Guru
"Una volta stavo commentando i Purana e altre opere che stavo
leggendo con treamici, e discutevo di come conseguire la
realizzazione."Uno di loro disse che bisogna contare solo su se
stessi e non su un Guru,perch la Gita dice: 'Te stesso'."Il secondo
disse che la cosa principale controllare la mente e tenerla
liberada pensieri e dubbi."Il terzo disse che le forme cambiano
costantemente e soltanto il Senza Forma immutabile, cos dobbiamo
costantemente distinguere tra l'Eremo e iltransitorio."Il quarto
non apprezzava la teoria e disse: 'Compiamo semplicemente il
nostrodovere e abbandoniamo la nostra vita, il nostro corpo e la
nostra parola ad unGuru che sia onnipervadente. La fede in lui
tutto ci di cui abbiamo bisogno'."Mentre ci aggiravamo nella
foresta, incontrammo un uomo che ci chiese dovestessimo andando
nella calura del giorno e ci avvis che ci saremmo persi. Ciinvit a
sostaree a condividere il suo cibo, ma noi rifiutammo la sua
offerta e il suo consiglioe continuammo il nostro cammino. In
effetti perdemmo la strada in quella vasta efitta
foresta."Incontrammo una seconda volta l'uomo che ci conferm che ci
eravamo persiperch avevamo fatto affidamento solo sulla nostra
abilit e ripet che avevamobisogno di una guida."Ancora ci invit ad
accettare il suo cibo e ci disse che quell'offerta erapropizia e
che non avremmo dovuto rifiutarla. Comunque, ancora una
voltadeclinammo il suo invito e continuammo nel nostro cammino.
Soltanto io mi sentiiaffamato, ritornai da lui, accettai un pezzo
di pane e bevvi un po'd'acqua."Poi il Guru apparve di nuovo, chiese
su cosa stavamo discutendo e io gliraccontai tutto. Gli altri lo
lasciarono senza mostrare alcun rispetto per lui,ma io mi inchinai
con reverenza."Allora egli mi port ad un pozzo, mi leg le gambe con
una corda e mi appese atesta in gi da un albero che cresceva l
vicino. La mia testa era a circa unmetro dall'acqua, quindi non
potevo raggiungerla."Il mio Guru mi lasci l e se ne and, non so
dove. Ritorn quattro o cinqueore pi tardi e mi chiese come mi
sentivo. Risposi che avevo passato il tempo inuna grande
beatitudine ed egli ne fu deliziato e mi abbracci,
accarezzandomiamorevolmente il capo."Poi mi parl con grande amore e
fece di me il suo discepolo. Da alloradimenticai completamente mia
madre e mio padre e tutti i miei desideri."Amavo guardarlo. Non
avevo occhi che per lui. Non volevo pi tornare indietro.Dimenticai
ogni altra cosa al di fuori del mio Guru. La mia intera vita e la
miavista eranoconcentrate su di lui. Egli era il solo oggetto della
mia meditazione. Insilenzio mi inchinai..."Questo un racconto
tipico di Sai Baba, perch l'intera storia simbolica. Laforesta la
giungla della mente in cui avviene la ricerca della Verit e
iquattro amici sono i quattro diversi modi di approccio. L'uomo il
Guru e ilcibo che offre la sua Grazia."Il Guru apparve", significa
che dopo che il giovane aveva accettato il cibo,scopr che chi
l'aveva donato in realt era il Guru divino. Allora egli siinchin
con reverenza, cio ne accett l'autorit.Essere legato a testa in gi,
sospeso su un pozzo, significa il capovolgimentodell'ego, il
vincolarlo e tenerlo in vista delle fresche acque della
Pace(purtroppo questa disciplina stata usata fisicamente da qualche
maestro).
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E'per questa ragione che la prova si rivela beatifica;
sofferenza beatificatadal fine per il quale viene sopportata.Questo
assorbimento nel Guru la sadhana, o sentiero, e "in silenzio
miinchinai" l'estinzione dell'ego nella Realizzazione.Un Guru
normalmente guida i suoi discepoli lungo il sentiero che egli
stesso hapercorso, perci questo racconto ha importanza in
riferimento al sesto capitolo,dove viene considerato
l'addestramento spirituale che Sai Baba adotta per i suoidevoti.In
un'altra occasione egli disse: "Dopo la morte del mio fachiro, la
sua vedovami lasci con Venkusa a Selu. Restai con lui per dodici
anni e poi lasciaiSelu."Anche qui il numero dodici pu essere
semplicemente simbolico, in relazione adun periodo completato (i
dodici segni dello zodiaco).E'difficile che possa essere vero
letteralmente, vistoche Sai Baba aveva soltanto sedici anni quando
and per la prima volta a Shirdidopo la morte del suo Guru.Si dice
che egli avesse otto anni quando lasci la sua casa e si deve
pensareche abbia passato col fachiro ancora qualche anno.Un'altra
stranezza sta nel fatto che per tutta la vita egli tenne con se
uncomune mattone che il suo Guru gli aveva dato. Quando alla fine
il mattone caddee si ruppe, nel 1918, poco prima della morte di Sai
Baba, egli disse: "Non ilmattone che si spezzato, ma il mio karma;
non sopravviver alla sua rottura."Ovviamente non necessario
conoscere i primi anni della sua vita o il suoaddestramento. E se
lo fosse stato, molto probabilmente ce ne avrebbe parlato.Fu verso
il 1900 che la fama di Sai Baba cominci a diffondersi e da
alloraquesta ha continuato ad aumentare.
Conoscenza libresca
Anche in una citt lontana come Madras, camminando in un bazar,
negozio doponegozio, si pu vedere il suo ritratto, spesso con dei
bastoncini di incenso chebruciano davanti all'immagine.
Probabilmente non c' santo in India che abbiapi devoti o il cui
culto sia cos largamente diffuso (un'affermazione che noninclude
Rama o Krishna che sono, strettamente parlando, non dei santi ma
degliAvatar).E tuttavia Sai Baba quasi sconosciuto al di fuori
dell'India. Da quanto ne so,non stata pubblicata alcunasua
biografia da nessun editore occidentale.Perch questa discrepanza?
Suggerisco che sia perch Sai Baba non si accorda alconcetto moderno
di santo.Cio egli non si uniforma allo stereotipo del santo che
conduce una vitadecorosa, eseguendo non troppi miracoli
stupefacenti, che espone il suoinsegnamento in una filosofia sulla
quale gli eruditi possano scrivere tesi,affermando che: "Per X il
mondo era puramente illusorio, mentre per Y possedevauna
indiscutibile, sebbene transitoria, realt," o altra spazzatura di
questogenere.Invece, i grandi saggi parlano per Conoscenza, non per
opinioni, e qualunquecontraddizione ci possa essere tra loro dovuta
o all'impossibilit diesprimere l'ineffabile con parole, oppure
dovuta alla scelta di un particolarepunto di vista che si adatti ad
un particolare tipo di discepolo.Ci sono molti differenti punti di
osservazione di un picco di montagna, quandoviene guardato dalla
sua base, e un Maestro pu puntare la sua luce su uno osull'altro di
essi, o sul sentiero che vi conduce.Tali sentieri, illuminati da
vari maestri, possono incrociarsi mentre siavvolgono intorno al
fianco della montagna, cosicch il geografo dalla vistacorta pu
dimostrare che essi corrono in direzioni opposte, ma il
Maestroconosce la cima, che una sola, e sa che tutte le vie
conducono in quel luogo.Sai Baba non ha mai scritto un libro. Il
suo comportamento era bizzarro. Eglicompiva i suoi miracoli con
l'irrequieta esuberanza di un bambino. Un santofacile da presentare
ad un lettore moderno.Non soltanto non scrisse libri, ma non li
lesse nemmeno. Occasionalmenteistruiva un devoto a leggere qualche
opera religiosa o qualche Scrittura Sacra,ma per lo pi li
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scoraggiava dal leggere dicendo: "Le persone sperano di trovare
Brahma, ma solo brama (confusione) , non Brahma (Dio) che essi
trovano."C' qualcosa di poco ortodosso in questa affermazione. La
comprensione teoricabasilare necessaria, tranne che in rari casi,
ma il continuo accumulo diconoscenza teorica non aiuta alla
comprensione spirituale.In effetti, lo studio mentale pu distrarre
un uomo dal pi arduo compito dellosforzo spirituale con la falsa
attrattiva di una facile alternativa.In modo particolare, in questa
epoca, in cui assistiamo ad una tale profusionedi questi libri,
tutto questo un pericolo reale.Anche Sri Ramakrishna non aveva mai
praticato n gradito l'erudizione e BhagavanRamana Maharshi, sebbene
fosse estremamente erudito, scrisse in manierasprezzante
sull'erudizione libresca:"E'l'illetterato che viene salvato,
piuttosto che coloro il cui ego non sparito, a dispetto della loro
erudizione."L'illetterato viene salvato dalla terribile morsa
dell'autoinfatuazione, dallamalattia di una miriade di pensieri
turbinanti, dall'incessante rincorsa dellaricchezza (mentale). Non
da un solo male che essi vengono salvati." ("Quarantaversi", verso
36).La non conoscenza di cui si parla qui, naturalmente non
semplice ignoranza, mala semplicit e l'integrit di mente che
esaltata dal Taoismo, quella cheCristo defin "simile ad un piccolo
bambino", e che l'Islam individuanell'analfabetismo del Profeta.Non
incompatibile con l'erudizione; tuttavia l'erudizione non pu
produrla el'assorbimento nell'erudizione la pu distruggere.
Per anni si dubit del fatto che Sai Baba fosse capace di leggere
o scrivere;certamente nessuno supponeva che egli conoscesse il
sanscrito. Finch un giorno,egli fece un'esposizione che dimostr la
sua erudizione, come pure la suaperspicacia e l'umorismo che gli
era naturale.Un devoto stava massaggiandogli le gambe e i piedi,
cantando intono sommesso.Sai Baba gli chiese cosa stesse
mormorando."Un verso sanscrito", egli rispose, non sospettando che
Sai Baba conoscesse asufficienza la Scrittura da volere una
risposta pi precisa. Comunque, gli fuchiesto di quale verso si
trattasse."Un verso della Gita.""Dillo ad alta voce".Il devoto
allora recit in sanscrito il verso 34 del quarto capitolo: "Capii
chetramite la prosternazione, l'indagine e il servizio, i jnani
(illuminati; leggighiani, n.d.t.) che hanno realizzato la Verit ti
insegneranno Jnana(Conoscenza; leggi Ghiana, n.d.t.).""Comprendi
questo, Nana?" gli chiese Baba."S.""Allora, spiegami il
significato."Il devoto diede una libera interpretazione nel
linguaggio locale, ma Sai Babanon fu soddisfatto. "Non voglio una
parafrasi; voglio lo stretto significatogrammaticale, caso, modo e
tempo."Il devoto allora fece una traduzione letterale, chiedendosi
nel contempo se Babasapesse qualcosa di grammatica sanscrita. E
presto lo scopr."In Tatviddhi, cosa indica tat?" gli chiese
Baba."Jnana (Conoscenza).""Quale conoscenza? Conoscenza di che
cosa?""Quella di cui si parlava nel verso precedente.""Che cosa
significa Pranipat ? ""Prostrazione.""E pat?""Lo stesso.""Se hanno
lo stesso significato perch Vyasa (il leggendario autore
delMahabharata, l'epica di cui la Bhagavad Gita un capitolo.)
avrebbe aggiuntodue sillabe non necessarie?""Non vedo alcuna
differenza tra loro," ammise Nana. Baba abbandon quel puntoper un
po'e pass a quello successivo."Che cosa significa prasna?''"Porre
domande."
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"E pariprasna ? ""La stessa cosa.""Se significano la stessa cosa
dobbiamo dedurre che Vyasa era pazzo e usava laparola pi
lunga?""Non vedo alcuna differenza.""Che cosa significa sera ?
""Servizio, come quello che sto facendo ora nel massaggiare i tuoi
piedi.""Nulla di pi?""Non vedo che cosa possa significare di
pi.""Lasciamo anche questo. Passiamo al punto successivo. Krishna
ordina ad Arjunadi ottenere Jnana (Conoscenza) da un jnani
(illuminato). Non era Krishna stessoun jnani ? ""S.""Allora perch
mandare Arjuna dagli altri invece di dargli Jnana lui stesso?""Non
lo so.""E'Arjuna un diva (essere) e perci un'emanazione di
Chaitanya (CoscienzaUniversale)?""S.""Allora come pu essere data la
Conoscenza a ci che gi un'emanazione dellaCoscienza o
Conoscenza?"Sai Baba allora interpret il verso dicendo che non
Jnana (Conoscenza) che ilGuru conferisce, ma Ajnana (non conoscenza
o ignoranza).Nana, confuso su quello che prima gli era sembrato un
verso chiaro, chiese a SaiBaba di chiarire questi punti.Egli spieg.
"Il verso ci dice come un discepolo deve avvicinare il suo Guru
alfine di conseguire la Realizzazione. Deve completamente
abbandonare corpo,mente, anima e possessi al Guru. (Sai Baba stesso
non chiede l'abbandono delleloro propriet ai suoi discepoli; una
questione di attitudine e di mente: cideve essere completa libert
nell'abbandonare tutto). Questa la prostrazione acui ci si
riferisce."Indagine significa una costante ricerca della Verit, non
un porre domande persemplice curiosit o per un motivo errato, come
quello di voler intrappolare ilGuru. Il motivo deve essere il puro
desiderio per il progresso spirituale e laRealizzazione."Il
servizio non va inteso come semplice servizio fisico, come il
massaggiare.Affinch sia efficace non ci dev'essere l'idea che si
liberi di dare o di nonprestare servizio; si deve sentire che il
nostro corpo non ci appartiene pi,poich lo si abbandonato al Guru,
ed esiste soltanto per servirlo."Poi segu la spiegazione sul Guru
che d ignoranza, "Brahma non forse PuraConoscenza o Essere?""S.""Ed
ogni altra cosa non essere o ignoranza (non Conoscenza)?""S.""Non
dichiarano forse le scritture che Brahma al di l del
raggiungimentodella parola o della mente?""si.""La parola del Guru
non Brahma o Conoscenza?""No.""Allora ammetti che ci che il Guru
dice non Conoscenza, ma ignoranza?""Sembra cos.""Allora
l'istruzione del Guru semplicemente una forma di ignoranza usata
perrimuovere l'ignoranza del discepolo, proprio come si usa una
spina perrimuoverne un'altra dal piede, non vero?""Credo di s.""Il
discepolo un jiva (essere) la cui natura essenziale Conoscenza, non
cos?""S.""Allora, ovviamente, non c' bisogno di dargli Conoscenza,
ma semplicemente dirimuovere il velo dell'ignoranza che nasconde la
Conoscenza gi esistente."Questo, naturalmente, non viene fatto in
un colpo solo, poich il discepolo completamente immerso in
un'antica ignoranza e ha bisogno di istruzioniripetute, che possono
prendere molte vite.
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"E qual la natura di questa istruzione attraverso la parola su
ci che al dila della parola? Non come rimuovere una
copertura?"L'ignoranza nasconde la preesistente Conoscenza, proprio
come le pianteacquatiche coprono la superficie di uno
stagno."Rimuovi le piante e vedrai l'acqua. Non devi crearla; gi l.
Analizza unaltro esempio:"Una cataratta cresce sull'occhio e
impedisce all'uomo di vedere; rimuovi lacataratta ed egli vedr.
L'ignoranza la cataratta."L'universo la manifestazione
dell'incredibile Maya, che ignoranza; tuttavial'ignoranza e
necessaria per illuminare e dissolvere questa ignoranza."La
Conoscenza Divina deve essere realizzata, non insegnata.
Prostrazione,indagine e servizio sono i metodi con i quali ottenere
la Grazia del Guru."E'un'illusione supporre che i fenomeni siano
reali. Questo lo schermodell'ignoranza che copre la Conoscenza. Una
volta che questo verr rimosso,Brahma o Conoscenza
risplender."L'ignoranza il seme del samsara (il ciclo di nascita e
morte). Instilla negliocchi il collirio della Grazia del Guru e lo
schermo di Maya sparir, lasciandosoltanto Jnana (Conoscenza)."Jnana
non qualcosa da conseguire, eterna ed autoesistente. D'altra
parte,l'ignoranza ha una causa e una fine. La sua radice il
concetto che il devoto un essere separato da Dio. Annientandolo,
rimane Jnana."Ecco la ragione per cui Krishna consigli ad Arjuna di
cercare altri Guruinvece di dargli lui stesso Jnana. Krishna
considerava forse gli altri jnaniseparati da se, oppure il loro
insegnamento era differente dal suo? No. Quindiil loro insegnamento
anche il suo e non c' differenza."Sai Baba disse poi a Nana di
portare la Bhagavad-Gita. Ne avrebbero letto uncapitolo al giorno
ed egli poi l'avrebbe commentato. Cos avvenne, ma non fupresa
nessuna registrazione. Poi il libro, la cui forza e profondit si
possonointuire dall'esempio citato, semplicemente scomparve.Questo,
comunque, sufficiente a dimostrare che quanto veniva teorizzato da
SaiBaba era il puro advaita, la dottrina della non dualit,
l'essenza stessadell'insegnamento spirituale.
Miracoli
Analizziamo ora la questione dei miracoli. In tempi recenti la
maggior parte deiMaestri Spirituali si sono di buon grado astenuti
dal fare miracoli. Piun'epoca materialistica, pi impressionata da
segni e meraviglie che, comeCristo disse ai suoi seguaci, e come
universalmente riconosciuto in India, nonsono affatto sempre
spirituali. Perci il loro uso generalmente
consideratosconsigliabile. Forse presuntuoso pensare di affermare
ci che il Maestroconsidera sconsigliabile, forse meglio affermare
semplicemente il fatto che imiracoli vengono usati raramente.La
Grazia Divina pu manifestarsi in vari modi in un grande Santo o in
unMaestro, ma questo differente. Non implica atti evidenti o
deliberati. Peresempio, i devoti di Bhagavan Ramana Maharshi, il
supremo saggio dei tempimoderni, fanno notare che appena le
preghiere gli venivano rivolte ottenevanorisposta, le malattie
venivano curate, i pericoli evitati, sebbene egli noneseguisse
apertamente nessun miracolo.Quando gli fu chiesta una spiegazione
di questo egli disse: "E'sufficiente che ipensieri di un jnani
vengano rivolti in una direzione qualunque, e l'attivitdivina
automaticamente comincia."Tutta la sua attivit era discreta e poco
evidente, per quanto possibile. Ma nonfu cos con Sai Baba. I suoi
miracoli erano appariscenti. Nulla era automatico.Due storie
serviranno ad illustrare la differenza:Una donna mor a
Tiruvannamalai. Il marito non pot portare il cadavere al luogodi
cremazione, poich per tutto il giorno cadde una pioggia torrenziale
e, acausa del clima indiano, davvero poco saggio, oltre che
illegale, tenere uncadavere per pi di ventiquattr'ore senza dargli
sepoltura o provvedere allacremazione.
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Cos egli and a raccontare la sua situazione al Maharshi.
Guardando il cielo,il Maharshi disse: "Penso che smetter di
piovere." Il devoto ritorn a casa eimmediatamente ordin che i buoi
venissero aggiogati al carretto per portare ilcadavere in citt per
la cremazione, tale era la sua fede in ogni parola delMaharshi. E
in effetti la pioggia si arrest abbastanza a lungo da potersvolgere
la sua missione.Ed ecco l'altra storia.Shirdi a circa sei miglia da
Kopergaon, la pi vicina stazione ferroviaria, eil solo veicolo per
viaggiare era un tanga, carretto trainato da un cavallo.Alcune
persone, che avevano fatto visita a Sai Baba, avevano la
necessiturgente di prendere il treno della notte per ritornare a
Bombay, ma stavainfuriando una tremenda tempesta. Sai Baba guard in
alto e grid: "Ehi! Basta!Adesso fermati! I miei figli devono
tornare a casa." E la tempesta si plac.Bisogna comunque tener
presente che c'era sempre uno scopo nei suoi miracoli. Equanto
questo scopo potesse variare sar evidente proseguendo nella lettura
diquestolibro. Una volta egli disse: "Do ai miei devoti ci che
vogliono, affinchcomincino a desiderare quello che io voglio dar
loro veramente." A parte imiracoli, c'era comunque qualcosa si
bizzarro in Sai Baba.Egli era una strana figura che insegnava
indifferentemente a ind e musulmani,tenendo un fuoco sacro acceso
in una moschea, arrabbiandosi con i suoi devoti,prendendoli persino
a bastonate, rispondendo a pensieri inespressi, lanciandopietre e
insulti ad un visitatore incredulo per scacciarlo, oppure eseguendo
unmiracolo per attirarlo a se, chiedendo apertamente del denaro e
poi regalandoload altri.Era un Gargantua spirituale, uno di fronte
al quale Gargantua ridotto a unbambino. Poteva scoppiare in una
tremenda ira senza alcuna ragione evidente,distribuendo insulti; ma
la tempesta presto passava ed egli improvvisamentecominciava a
parlare dolcemente a qualcuno appena arrivato o che se ne
stavaandando.Ogni tanto ripeteva sacri versi islamici, arabi o
persiani, raramente ind, iltutto sottovoce, come se non volesse
essere udito. Compiva anche strani riti.Stava di fronte al suo
fuoco rituale e strofinava delle monete. Uno dei suoidevoti pi
stretti, Das Ganu, ha descritto questa pratica:
Vecchie monete
"Sai Baba occasionalmente eseguiva strani riti tra l'una e le
due delpomeriggio, nella moschea, quand'era solo, tenendo davanti a
se un panno che loschermava."Tirava fuori da un borsellino dieci o
quindici vecchie monete di vario tipo, daun quarto di anna ad una
rupia e le strofinava gentilmente tra le dita."Non so se nel
frattempo ripetesse qualche mantra. La loro superficie eraconsumata
dallo strofinio. Qualche volta mentre lo faceva diceva: "Questa
diNana, questa di Babu, questa di Taka e cos via. Ma se qualcuno
siavvicinava, le raccoglieva immediatamente e le rimetteva nel
borsellinonascondendole."Ovviamente, le monete simbolizzavano i
devoti sui quali egli stava lavorandospiritualmente, trasmettendo
loro la Grazia, elevandoli e sostenendoli. Ognimaestro lo fa, ma
Sai Baba usava dei simboli, mentre un altro poteva nonmostrare
segni esteriori.Un devoto musulmano, che era un attendente
personale di Sai Baba, ha descrittoun altro strano rito: "Baba era
solito sedere dietro una colonna nella quale eranascosta una
lampada che continuava ad ardere. Da dove egli era seduto lalampada
non era visibile. Non lo vidi mai guardare direttamente la
lampada."Aveva l'abitudine di riempire dei recipienti di terracotta
con dell'acqua eporli vicino a se. Stava seduto con due di essi al
fianco e continuava a versarel'acqua in varie direzioni. Non posso
dire perch lo facesse o se pronunciassequalche mantra nel
frattempo."Anche in questo caso, deve essersi trattato di un
simbolo del fluire dellaGrazia...
-
Inoltre, non c'era peculiarit maggiore del suo modo di dormire.
Per gran partedella sua vita egli dormi su un'asse lunga
centocinquanta centimetri e largameno di quaranta, attaccata al
soffitto per mezzo di strisce di vecchia stoffaquasi
inesistenti.Era sollevata da terra di centottanta centimetri circa
e numerose lampade eranoposte sotto di essa.Dev'essere stato
necessario far uso della levitazione non solo per salirvi, maanche
per adagiarvisi senza spezzare i supporti. Non pu essersi trattato
disonno normale.Una volta, quando Das Ganu e alcuni altri si misero
ad osservare l'asse, in unimpeto d'ira Sai Baba l'afferr e la fece
a pezzi.Una spiegazione di questo strano modo di dormire l'ha
offerta, con un commentodegno di nota, una signora Parsi:"Mi colp
una differenza notevole che notai tra Sai Baba e altri santi famosi
aiquali ho fatto visita e che ho visto in uno stato di samadhi,
completamentedimentichi del lorocorpo."Ho potuto anche vederli
riprendere coscienza dell'esterno, consci del contenutodei nostri
cuori e rispondere alle nostre domande."Ma con Sai Baba c'era
questa peculiare differenza: non aveva bisogno di entrarein samadhi
per raggiungere qualcosa o conseguire uno stato superiore
dicoscienza."In ogni istante era in uno stato di duplice coscienza:
uno che utilizzavaattivamente l'ego chiamato Sri Sai Baba e che
giocava con gli altri ego infaccende temporali o spirituali e
l'altro che trascendeva ogni ego e dimoravanello stato del Se
Universale."Egli manifestava i poteri e le caratteristiche proprie
di entrambi gli stati dicoscienza. Altri santi avrebbero
dimenticato il loro corpo e l'ambientecircostante per poi
ritornarvi, ma Sai Baba era costantemente all'interno eall'esterno
del mondo materiale."Alcuni dimostrano di fare uno sforzo per
leggere il contenuto della mentealtrui e per raccontare gli
avvenimentipassati, ma per Sai Baba non era necessario alcuno
sforzo. Egli era sempre nellostato onnisciente."Un uomo realizzato
pu, come afferma la donna parsi e come io stesso constatainel caso
di Bhagavan Ramana Maharshi, essere in uno stato di samadhi
permanenteo Conoscenza Divina, e in tale caso non soltanto non
necessario il tipo disamadhi che sembra trance, ma superfluo anche
il normale stato di sonno.Non l'oblio comunemente conosciuto come
sonno quello che egli sperimenta, mala luminosit del samadhi. Ci
significa che Sai Baba di notte non era nellostato di sonno, ma in
uno di levitazione e samadhi, prendendosi cura dei suoidevoti ed
inviando loro la sua Grazia.Perch egli lo dovesse mostrare in una
maniera che sembrava esibizionista etuttavia si arrabbiasse se
veniva visto, un'altra questione.
Il ladro di gioielli
La profondit di Sai Baba e la sua stranezza, il simbolismo del
suo linguaggio ela rudezza della sue maniere sono evidenti in uno
scontro che egli ebbe con leautorit.Un ladro fu arrestato con dei
gioielli rubati e portato di fronte al tribunaledella vicina citt
di Dhulia. Sarebbe stato un caso semplice, se egli non
avesseavanzato l'imbarazzante pretesa che Sai Baba gli aveva dato i
gioielli.Tutti conoscevano la ricchezza che ogni giorno veniva
elargita a Sai Baba odistribuita da lui; comunque, inquesto caso
era certo che i gioielli erano rubati. La sola cosa da farsi
eramandare un invito a Sai Baba affinch si recasse in tribunale a
testimoniare."Baba, c' una convocazione per voi", balbett
timidamente il poliziotto."Prendi quello straccio di carta e
gettalo nel fuoco!" Rugg Baba.Naturalmente, un tale disprezzo per
l'autorit non poteva essere ignorato evenne emesso un mandato
d'arresto. Il poliziotto avanz nervosamente con esso.
-
"Questa volta hanno emesso un mandato d'arresto, Baba. Verresti
per favore conme a Dhulia?"Con un torrente di imprecazioni Baba gli
ordin di gettare il mandato nellalatrina.Alcuni dei devoti pi
influenti si riunirono per discutere sul da farsi.Firmarono una
petizione nella quale affermavano che un uomo adorato da un
cosvasto seguito non avrebbe dovuto essere convocato e suggerirono
che venisseinviato un commissario a Shirdi per ottenere la sua
testimonianza. La lororichiesta venne accolta e un certo Joshi, un
magistrato di prima classe, fuincaricato del caso."Qual il vostro
nome?" Egli cominci."Mi chiamano Sai Baba.""Il nome di vostro
padre?""Sai Baba.""Il nome del vostro Guru?""Venkusa.""Credo o
religione?""Kabir.""Casta o comunit?""Parvardigar.""Et?""Centinaia
di migliaia di anni."L'indagine era stata avviata con delle domande
di rito; solo che le risposteerano ben diverse dalla consuetudine.
Infatti erano tutte simboliche.Sai Baba non un nome, ma un epiteto,
come gi stato spiegato. Dando il suostesso nome in risposta alla
domanda su quale fosse il nome di suo padre, eglisottintendeva che
non era pi condizionato da parentele umane.Kabir fu un grande santo
che visse a cavallo del XV e del XVI secolo e che avevaseguaci sia
ind che musulmani; fornendo il suo nome Sai Baba suggeriva
cheanch'egli si era elevato al di sopra delle religioni dei suoi
seguaci."Parvardigar" un nome divino; si ritiene che colui che ha
conseguito larealizzazione del Se sia al di sopra delle quattro
caste, in uno stato divino,questa era l'implicazione. Per quanto
concerne la sua et, la risposta implicache egli era al di l delle
limitazioni del tempo, stabilito nell'eternopresente della
consapevolezza spirituale.La successiva domanda di rito fu: "Giuri
di dire tutta la verit, nient'altroche la verit?""La verit", egli
afferm brevemente."Conosci l'accusato?""S, lo conosco". Questo
almeno suon soddisfacente, ma solo fino a quando SaiBaba aggiunse:
"Io conosco tutti.""Egli afferma di essere tuo devoto e di essere
stato con te. E'cos?""S. Tutti sono con me. Tutti sono miei".Si
trattava di un'affermazione dell'universalit dell'Uomo Divino, ma
non era digrande peso legale."Gli hai dato dei gioielli, come lui
ha affermato?""S. Glieli ho dati." Ma una volta ancora,
un'affermazione chiara fu resa vanadalla metafisica: "Chi d che
cosa? Bachi?""Se gli hai dato i gioielli, come li hai avuti?""Ogni
cosa mia."A quel punto il magistrato perse la pazienza. Tutto
questo poteva essere unabuona disquisizione metafisica, ma era una
pessima testimonianza."Baba!" Egli scoppi, "questa una seria accusa
di furto. L'uomo dice che tugli hai dato i gioielli."Anche Baba
perse la pazienza. "Che cos' tutto questo? Che diavolo ho a che
fareio con ci?" E se ne and.Successivamente la questione della
testimonianza fu lasciata cadere, perch sipot provare che
l'accusato non era a Shirdi al momento del furto.E'interessante
notare che a Sai Baba non fu chiesto di firmare la suadeposizione.
Egli non firm mai nessun documento. Non aveva un nome con
cuifirmare.Fu verso il 1900 che la fama di Sai Baba cominci a
spargersi. Nell'ultimodecennio della sua vita, Shirdi fu
costantemente affollata da visitatori.
-
L'ammalato veniva guarito, il senza figli otteneva famiglia, il
dubbiosoacquisiva fede.Verso la fine, vennero organizzate delle
magnifiche celebrazioni annuali, contanto di destrieri, cocchi ed
elefanti adornati regalmente. Sai Baba avevaun'enorme avversione
per tutta quella pompa, ma cedette alle insistenze dei suoiseguaci.
Fluirono grandi ricchezze che venivano distribuite come
l'acqua,cosicch, quando egli mor, aveva soltanto il denaro
sufficiente a coprire lespese per il funerale.Alla sua morte il
numero dei suoi devoti aumentato, non diminuito. Come maiallora
egli rimasto sconosciuto fuori dall'India?
Ho gi suggerito la risposta. C' ancora una grande fede in India.
Ci sono moltisanti, sebbene per la maggior parte siano poco
conosciuti. Ci sono sadhu efachiri genuini, viaggiatori sul
Sentiero, come pure imbroglioni. Ma c' unaltro aspetto. L'India
istruita, occidentalizzata, affascinata dagli idealioccidentali
della scienza e del progresso, sia da quelli ottenuti tramite
lademocrazia o tramite il comunismo, ed molto sensibile al fatto di
essereconsiderata retrograda o superstiziosa.Sono i prodotti di
questa India che scrivono libri per editori stranieri. Nonc' da
meravigliarsi allora che essi esitino a pubblicizzare un santo
cheinsegn con i miracoli, piuttosto che con i libri. I devoti di
Sai Baba per lopi si contano tra la gente pi conservatrice (sebbene
in privato si possanoscoprire le persone pi sorprendenti tra di
loro).Sono stati scritti parecchi libri su di lui nei vari dialetti
indiani, ma forse naturale che debba essere un occidentale a far
conoscere Sai Baba inOccidente.
2. Il Guru e la sua famiglia
Bizzarro s, ma questo non dovrebbe nasconderci la sua amorevole
cura per idevoti e lo sviluppo spirituale che egli stimolava in
loro, n l'amore e ladevozione che essi provavano per lui.Sar forse
meglio perci aprire questo capitolo con una affermazione di
unadelle sue devote, la donna parsi alla quale abbiamo gi fatto
riferimento:"La prima cosa che colpiva in Sai Baba erano i suoi
occhi. C'era un tale poteree penetrazione nel suo sguardo che
nessuno poteva guardarlo negli occhi. Siavvertiva la sensazione di
essere letti da cima a fondo. Subito si abbassava losguardo e ci si
inchinava."Si percepiva che egli non era soltanto nel proprio
cuore, ma in ogni atomo delcorpo. Alcune parole o un gesto
rivelavano alla persona in questione che SaiBaba conosceva tutto
del suo passato e del suo presente, persino del futuro, eogni altra
cosa. Non c'era nell'altro da fare se non
sottomettersifiduciosamente e abbandonarsi a lui. Ed egli si curava
di ogni piccolo dettaglioe fungeva da guida attraverso le
vicissitudini della vita."Sono quest'amore e questa protezione,
l'esaltazione spirituale della suapresenza che ella enfatizza."Non
era semplicemente il suo potere che lo rendeva caro ai suoi devoti.
La suaamorevole cura, insieme con suoi poteri, facevano di Shirdi
un autenticoparadiso per quei devoti che vi si recavano. Ci si
sentiva sicuri che nulla cipoteva danneggiare."Quando andavo a
sedermi in sua presenza dimenticavo sempre il mio dolore,persino il
corpo stesso e tutte le preoccupazione e le ansiet
mondane.Passavano ore intere seduta beatamente, inconsapevole del
trascorrere del tempo.Era un'esperienza straordinaria che
condividevo, credo, con tutti i suoi veridevoti. Egli per noi era
tutto."
-
Un altro devoto, Y. J. Galvankkar, parla soprattutto della
natura parificantedell'influenza di Sai Baba:"Feci visita a Sai
Baba per la prima volta nel 1911. Vi andai perch vi sistavano
recando mio suocero ed altri parenti. Avevo sentito parlare
dellasantit di Sai Baba, ma a quel tempo non ero seriamente
attirato dal fatto diottenere da lui dei benefici spirituali o
temporali."Mi recai da lui con questa attitudine quattro o cinque
volte e il mio interessegradualmente aument. Poi mi apparve in
sogno e mi chiese due rupie comedakshina (compenso dovuto
all'insegnante). Svegliandomi decisi di pagargli lasomma richiesta
e gli inviai due rupie a Shirdi con un vaglia postale."Nello stesso
sogno egli mi diede due preziose istruzioni: comportarmi conprobit
e integrit e mantenere la castit. Ho osservato queste istruzioni
conattenzione e zelo."Una volta, dopo questo sogno, andai a Shirdi.
Doveva essere il 1917; egli misela sua mano sul mio capo e
questoebbe uno strano effetto su di me. Dimenticai me stesso e
l'ambiente circostanteed entrai in uno stato di estasi. Venni a
sapere in seguito che mentre io ero inquello stato, Sai Baba disse
ai presenti che le mie caratteristiche eranointegrit e
purezza."Descrisse loro le varie forme e le condizioni che avevo
vissuto in viteprecedenti e disse che egli mi aveva posto nel
grembo materno in questa nascitae che ancora mantenevo la mia
integrit e la mia purezza."La richiesta di due rupie era un
simbolismo molto usato da Sai Baba.Qualche volte appariva alle
persone in sogno o nelle visioni per attirarle alui. E'sempre il
Maestro che attira i suoi seguaci, sebbene possa sembrare chesia
loro la decisione o che si tratti di un semplice caso.Sai Baba era
esplicito in questo. "Attiro a me la mia gente da lontano in
moltimodi. Sono io che la cerco e la porto a me; non viene
spontaneamente. Anche sesono lontani migliaia di miglia, io li
attiro a me come un uccello con una cordalegata alla zampa."Molti,
naturalmente andavano l a causa del flusso di miracoli, nella
speranzadi benefici mondani. Alcuni di questi, comunque,
gradualmente sviluppavano labrama per una ricchezza superiore che
Sai Baba distribuiva."La mia gente all'inizio viene da me per
ottenere benefici temporali, ma quandoquesti vengono ottenuti
cominciano a seguirmi."Un devoto, vedendo la grande folla riunita,
chiese a Sai Baba se tuttiricavassero del beneficio, una domanda
che poteva essere posta a qualunquemaestro il cui destino fosse
quello di essere conosciuto pubblicamente.In risposta egli indic un
albero di mango in fiore: "Chesplendido raccolto sarebbe se tutti i
boccioli diventassero frutti, ma Cos?La maggior parte di essi
cadono. Pochi rimangono."R. B. Purandhare era uno dei boccioli che
matur in un frutto. Egli ci halasciato un resoconto della prima
visita che fece a Shirdi:"Ho sentito parlare per la prima volta di
Sai Baba nel 1909 e sono andato atrovarlo. Andai da lui senza scopi
mondani, sebbene fossi povero ed orfano. Erosempre stato desideroso
di associarmi con i sadhu e mi sentivo attirato da luiperch avevo
udito che era un santo.Mi apparve in sogno e mi chiam a Shirdi. A
quel tempo mia figlia (di sei mesi)era molto ammalata, cos mia
madre mosse delle obiezioni all'idea del miospostamento. Tuttavia,
insistetti e portai con me mia madre, mia moglie e labambina.Restai
l per tredici giorni e al terzo giorno la bambina si riebbe dalla
suamalattia. Baba non mi permise di andarmene sino al tredicesimo
giorno. Non osaichiedergli nulla, ma egli disse a mia madre che era
stato legato a me per settesecoli e che non mi aveva mai
dimenticato, per quanto fossi lontano, e che nonavrebbe mangiato un
boccone di cibo senza di me."Con il permesso di Baba, partimmo per
Nasik e di l ritornammo alla nostracasa, a Dadar. Al nostro arrivo
mia moglie ebbe un attacco di colera e il medicola consider un caso
senza speranza."Fu allora che vidi Sai Baba vicino al piccolo
tempio di fronte a casa mia, edegli mi disse di darle l'udhi
(cenere sacra) che avevo portato da Shirdi. Lofeci e nel giro di
mezz'ora ella recuper energia, al punto da dare una speranzaal
dottore. E ben presto si riebbe completamente."
-
Qualcuno, naturalmente, arriv senza fede, semplicemente per
vedere a chiassomigliasse quello strano produttore di meraviglie.
Uno di questi era uncapostazione angloindiano di una vicina citt.Al
suo arrivo trov Sai Baba che stava lavando dei recipienti di
terracottamettendoli poi a terra dalla parte del bordo. Egli gli
chiese perch lo stessefacendo e Baba rispose con un umorismo
caustico, riferendosi ad ascoltatori nonricettivi:"Le pentole
vengono da me cos, con la bocca rivolta verso il basso."Deshpande,
un devoto al quale si far spesso riferimento, raccont di un suo
zioche dapprincipio non credeva. Egli and da solo parecchie volte a
vedere Sai, maSai Baba gli lanciava delle pietre e non lo lasciava
nemmeno avvicinare allamoschea.In altre occasioni Sai Baba
improvvisamente faceva a pezzi i pregiudizi delvisitatore in modo
ugualmente sorprendente.Un medico bramino una volta fu portato a
Shirdi. Egli avvis subito il suocompagno che non si sarebbe
inchinato di fronte a Sai Baba, poich adorava SriRama e nessun
altro.Rimase all'esterno della moschea, osservando il rituale ind
che veniva eseguitoall'interno e poi improvvisamente irruppe dentro
cadendo ai piedi di Sai Baba.Quando pi tardi gli fu chiesto che
cosa gli avesse fatto cambiare idea, disseche vide Sai Baba in
piedi, nella forma di Rama.Un altro maestro avrebbe potuto spiegare
che tutti i Guru sono Uno, in quantomanifestano l'unico S, ma in
tutte le cose Sai Baba era pittoresco; insegnavaper mezzo di
simboli, non di parole.Perci, come nel caso sopra citato, invece di
affermare per poi dimostrare, glisi rivel addirittura nella forma
che il devoto adorava. Questa non fu la solaoccasione in cui diede
una dimostrazione del genere. Per esempio, ci fu un casosimile con
un bramino di Nasik, molto orgoglioso della sua casta. Prima
chel'uomo arrivasse a Shirdi, Baba imprevedibilmente chiese della
tinta ocra percolorare la sua veste. Comunque, generalmente, egli
non vestiva di arancione, masempre di bianco, e continu cos per
molti anni.Il bramino arriv e si tenne ad una certa distanza dalla
moschea, per paura dicontaminarsi. All'improvviso anch'egli si
precipit nella moschea e si prostrai piedi di Sai Baba. L dentro
aveva visto il suo Guru vestito di ocra.Una volta un devoto era
prossimo alla morte, ma Sai Baba non volle recarsi dalui. In
seguito ad una richiesta di spiegazioni a questo proposito egli
disse:"Quando uno dei miei muore anche a distanza di mille miglia,
io lo guido a mecome si tira un passero legato ad un filo. Non
permetter mai che una creaturaaffidatami si allontani da me."Da me?
Dalla Grazia. Stava dando, non prendendo. Stava guidando dalla
confusioneverso l'Unit, dal mondo della materia verso lo
Spirito.Egli mostrava una precisa conoscenza dei pensieri e delle
azioni dei suoidevoti, sia a riguardo del passato che del presente,
che fossero a Shirdi oanche molto lontani, perch si potessero
mantenere in armonia duratura con lui.La parola "mostrare" alquanto
imprecisa e inadatta per quanto riguarda ilcomportamento di Sai
Baba, perch egli ostentava questa conoscenza, ladispiegava.Un caso
tipico, pregno del suo persuasivo umorismo, concerneva
l'ortodossiatroppo rigida. Sai Baba non approvava gli estremi
dell'ortodossia, come ilrifiuto assoluto di mangiare le cipolle e
un devoto di nome S.B. Nachne ciracconta la sua storia:"Andai a
Shirdi nel 1915 con un gruppo che includeva mia suocera. Ci
stabilimmoal Sathe Wada (com'era allora chiamato; in seguito ha
cambiato proprietario ed diventato Navalkar Wada)."Dada Kelkar
occupava una parte degli alloggi. Mia suocera cominci a
tagliaredelle cipolle da cucinare con il nostro cibo, ma Dada, che
era un braminorigidamente ortodosso, non poteva sopportare le
cipolle. Perse la pazienza einve contro mia suocera che se la prese
molto a cuore."Alcune ore pi tardi, la nipote di Dada cominci a
lamentare un acuto doloreagli occhi e prese a piangere. Dada and
dritto da Sai Baba e gli chiese dicurarla. Sai Baba, al quale non
era stato detto nulla della lite, gli disse distrofinare gli occhi
della bambina con una cipolla.
-
"Dada chiese dove avrebbe dovuto prenderla. Sai Baba ne aveva
sempre con se, eforse Dada sperava di ottenerne una toccata da lui.
Invece gli fu indicata miasuocera e gli fu detto: "Fattela dare da
lei".Ci che degno di nota che non mai entrato nella mente dei
devoti, nemmenoper un attimo, il dubbio che una cura cos bizzarra
potesse funzionare se eraSai Baba a prescriverla.All'arrivo di un
devoto, Sai Baba poteva raccontare ai presenti una storia suci che
gli era accaduto, a volte usando la prima persona, identificandosi
conil devoto, a volte in modo impersonale, senza citare a chi fosse
accaduta.Poteva trattarsi di una storia lunga e dettagliata, o di
un semplice e breveaccenno.Un giorno, a casa di Adam Dalali, un
seguace musulmano, arriv un povero marwaria chiedere del cibo e gli
furono date quattro anna (del tutto sufficienti per unpasto a quel
tempo). Quindi fu indirizzato ad un ristorante marwari.Quando
Dalali si rec a Shirdi, Sai Baba appena lo vide disse: "Sono andato
acasa di quest'uomo ed egli mi ha mandato in un ristorante
marwari."
Guarigioni
Era nel guarire le malattie che i poteri di Sai Baba si
manifestavano pigenerosamente. All'inizio prescriveva varie erbe;
poi un giorno disseall'attendente che le dispensava di non
preoccuparsi pi delle erbe, ma di darea tutti la stessamedicina.Per
un certo periodo diede a tutti un sublimato di allume e gli
interessativenivano guariti. Dopo qualche tempo, comunque, cominci
a essere usata l'udhi,o cenere sacra, del fuoco di Sai Baba.Sai
Baba stesso curava spesso a distanza i suoi devoti senza alcun
supportofisico. Essi usavano con efficacia la udhi e ancora oggi lo
fanno.Registrare tutte le cure miracolose sarebbe un compito
impossibile. Quasi ognidevoto ne ha fatto l'esperienza e, a parte
quelle che avvennero con deitestimoni a Shirdi, ci sono quelle che
furono effettuate a distanza, e cheavvengono ancora, tramite la
preghiera a lui rivolta. Qui ne verranno descrittesoltanto alcune
particolari.
Joseph, un ufficiale di Polizia cattolico, racconta: "Non sono
mai andato aShirdi, ma ho sentito parlare di Sai Baba da amici e
porto il suo ritratto conme. Non adoro i ritratti, ma lo considero
come un santo. Ha grande potere."Nel 1917, Norvekar si ammal. Suo
figlio prese 500 rupie e le diede a Baba. Nelriceverle Baba cominci
a tremare febbricitante. Quando gli furono chieste dellespiegazioni
egli disse: 'Quando facciamo qualcosa per gli altri
dobbiamoassumercene il fardello e la responsabilit.'Ben presto
Norvekar si riebbe dallafebbre."Nella sua spiegazione Joseph
aggiunge che il suo santo protettore era SanFrancesco Xavier, ma
egli pregava anche Sai Baba e le sue preghiere
ottennerorisposta.L'accettazione di denaro da parte di Sai Baba in
un caso del genere un'altracaratteristica peculiare. Normalmente un
uomo che esegue delle cure spiritualirifiuta ogni ricompensa. In
alcuni casi il potere pu abbandonarlo se egli nonsi conforma a
questa tacita regola.In effetti, nel caso di Sai Baba non si
trattava di una "ricompensa", poichegli non ha mai tenuto del
denaro; tuttavia il suo modo di rapportarsi con essoera insolito e
ne parleremo pi avanti.Deshpande, il cui zio aveva mancato di fede,
aveva un nonno cieco. nel 1916 loport a Shirdi e lo condusse per
mano da Sai Baba.Il vecchio si inchin davanti a lui e disse
semplicemente: "Baba, non vedo.""Vedrai," rispose Baba. "Dammi
quattro rupie."Ancora una richiesta di denaro, sebbene si trattasse
di una somma ridicola.Deshpande and a cambiare una banconota e
quando torn con le quattro rupie SaiBaba pose la mano sulla
testa
-
del vecchio e questi riacquist la vista. Quando grid di
meraviglia e sorpresa,Baba gli fece prendere dell'udhi e lo conged.
Nel lasciare un santo o un tempio consuetudine prendere
dell'udhi.Un altro caso, forse pi sorprendente, riguarda una donna
cieca che grid:"Baba, voglio vederti con questi occhi! "
Immediatamente fu in grado di vedere,ma non appena si allontan
dalla sua presenza, la cecit ritorn. Quello cheaveva chiesto le era
stato concesso, ma solo quello...Nel 1913 il figlioletto di
Bahalkar ebbe la febbre alta per cinque o sei giornie il dottore
gli disse che c'erano poche speranze di salvezza. Bahalkar allorasi
sedette e preg Sai Baba (gli ind normalmente pregano seduti a
gambeincrociate, non in ginocchio). Alle due di notte il santo gli
apparve nellastanza, applic l'udhi al bambino e disse:"Non c' pi
bisogno di preoccuparsi. Fra due ore il ragazzo comincer a sudaree
domattina si sentir meglio. Quando star bene, portalo da
me."Naturalmente, avvenne come era stato predetto.Questo accadde il
3 marzo, a casa di Bahalkar, a Dhulia. Due giorni pi tardiegli
ricevette una lettera da Deshpande, che abitava a Shirdi, nella
quale egliscriveva che Sai Baba gli aveva detto:rispose:"Sono stato
a casa del tuo amico a Dhulia."Deshpande gli chiese di quale amico
parlasse ed egli"Upasani Bahalkar. Vado tutti i giorni a casa sua.
faresti bene a scrivergli."Una volta, col suo tipico stile
coreografico, Sai Baba disse a Mahalsapathy, undevoto
residente:"Tua moglie ha un tumore molto doloroso al collo. Io la
curer, nessun altro pufarlo, soltanto io posso".
La moglie di Mahalsapathy non era a Shirdi a quel tempo ed egli
non sapevanemmeno che avesse un tumore. Pi tardi ricevette una
lettera a riguardo cheparlava della sua guarigione
improvvisa.Quello che segue pu essere definito un caso pienamente
probante.E. W. Pradhan, un giudice di pace, ha narrato di come il
suo giovane figlio,Babu, si fosse ammalato. Nella loro casa avevano
un prete telugu che, com'eraconsuetudine presso le famiglie
benestanti, eseguiva per loro tutte leadorazioni rituali.Questo
prete, Madhava Bhat, era fortemente attaccato alla famiglia, ma non
eraun devoto di Sai baba, al contrario, egli pensava che la
malattia del bambinopotesse essere una punizione per l'adorazione
di qualcuno che egli consideravamusulmano.Perci, chiese ai genitori
di andare a fare un voto a Datta (un aspetto di Dioche essi
adoravano), e di pregare per la guarigione del piccolo. Essi per
glirisposero che Sai Baba era Datta.Una notte il prete vide in
sogno una figura, che riconobbe come Sai Baba, grazieal dipinto
appeso alla parete della casa. La figura era seduta in cima
allescale, con un corto bastone nella mano. Nel sogno Sai Baba gli
disse: "Cheintenzioni hai? Io sono il Signore di questa casa."Bhat
tenne segreto il suo sogno, ma le condizioni del bambino
continuavano apeggiorare. Alla fine non pot pi sostenere il peso
della situazione e correndodavanti al quadro di Sai Baba grid:"Se
il bambino per le quattro di questo pomeriggio migliorer abbastanza
dapoter essere portato gi, creder che tu sei Datta."La febbre
cominci a diminuire e per le quattro il piccolo chiese a sua madre
dipoter scendere a giocare.Ecco infine un caso in cui la malattia
non fu soltanto curata, ma fu ancheprevista.S.S.D. Nimonkar, un
ispettore di polizia, stava andando da Poona a Nimon, dovela moglie
di suo fratello aveva recentemente dato nascita ad un bambino.
Sullavia si ferm a Shirdi per vedere Sai Baba. Mentre stava
congedandosi, Sai Babagli diede la consueta udhi, dicendogli:"Salva
la vita del bambino."Al suo arrivo a Nimon, Nimonkar trov il
neonato quasi morto. Il respiro eraquasi cessato e i genitori
avevano perso ogni speranza. Egli cerc l'udhi chegli era stata
data, ma non pot trovarla. Doveva averla persa nel tragitto.
-
Tuttavia, prese il bambino in grembo e preg Sai Baba di
aiutarlo. Nel giro dicinque minuti la crisi cess e il bambino
cominci a riaversi.
Benedizioni
L'aiuto di Sai Baba si manifest frequentemente anche nel dare
prole a coloroche non ne avevano. Come con la maggior parte delle
cose, il metodo usato erasimbolico. Generalmente dava una noce di
cocco in segno di fertilit; qualchevolta altri frutti. In una
occasione ci fu la rottura di una noce di cocco edegli si dimostr
riluttante, mettendola da parte parecchie volte fino a che undevoto
lo persuase a concedere la sua benedizione.
D. S. Rasane, non avendo figli, si spos una seconda volta, ma
anche questomatrimonio risult vano. E'necessario spiegare che,
persino prima che la leggeproibisse la poligamia, l'enorme
maggioranza degli ind era monogama, ma sifaceva un'eccezione se un
uomo non aveva almeno un figlio che potesse eseguireper lui i riti
funerari. In questo caso, poteva prendere una seconda moglie, conil
consenso della prima.Un giorno, subito dopo l'arrivo di Rasane a
Shirdi, Sai Baba gli diede quattromanghi e rivolgendosi a lui con
il diminutivo del suo primo nome, gli disse:"Damia, prendi questi
manghi, mangiali e muori."Simbolico come al solito. Rasane ne rest
sconcertato, finch gli fu spiegato daaltri devoti che dar nascita a
un figlio equivaleva a morire e a venirerimpiazzati da qualcun
altro.Immergersi nella vita del mondo morire, mentre rimanere calmi
e distaccati vivere.Baba continu: "Non mangiarli tu; dalli a tua
moglie. ""Quale moglie?" Egli chiese."La seconda. Che ella li mangi
e avr due figli. Il primo deve essere chiamatoDaulat Shah e il
secondo Thana Shah."Pi tardi Sai Baba gli disse che in tutto
avrebbe avuto otto figli, il che sidimostr vero. Alla nascita del
suo primo figlio egli si rec da Sai Baba e glichiese quale nome
dare al bambino.Nonostante tutte le persone che aveva incontrato e
tutto ci che era accadutonel frattempo, Sai Baba istantaneamente
rispose:"Hai dimenticato ci che ti ho detto? L'hai scritto a pagina
tre del tuotaccuino. Non ti avevo detto che dovevaessere chiamato
Daulat Shah?"Con un certo Sapatnekar prese il via un caso
complicato che dur parecchi anni.Un Maestro spirituale ha enorme
pazienza. Non c' utilit nel cercare diraccogliere frutti acerbi ed
egli attender pazientemente degli anni affinchmaturino.Sai Baba fu
presentato a Sapatnekar quando questi era ancora un
giovaneimpegnato nei suoi esami di legge.Un giorno egli si rivolse
ad un amico che era famoso per essere poco ferratonegli studi e,
poco gentilmente, gli chiese come potesse aspettarsi di superaregli
esami.L'amico rispose completamente sicuro di se che sarebbe stato
promosso, perch neaveva ottenuto l'assicurazione da Sai Baba.
Sapatnekar si prese gioco sia delsuo amico che di Sai Baba e
predisse il peggio.Comunque, l'amico super gli esami. Tuttavia
Sapatnekar non ne fu convinto; laconsider una fortunata
coincidenza. Egli poi super a sua volta gli esami,divent avvocato,
si spos ed ebbe un figlio.Dieci anni pi tardi suo figlio mor ed
egli non ne aveva altri. Ricord il modoin cui aveva parlato di Sai
Baba e cominci a preoccuparsene, chiedendosi se lamorte di suo
figlio fosse stata causata da questo. Quindi decise di andare
atrovarlo per scusarsi. Sai Baba, comunque, non appena lo vide gli
grid contro elo scacci via. Egli poi ritorn di nuovo, si inchin, ed
ancora fu cacciato.Circa un anno dopo, Sai Baba apparve in sogno a
sua moglie e li invit entrambiad andare da lui. Questa volta
Sapatnekar fu ricevuto gentilmente e potscusarsi della sua passata
derisione. Sai Baba poi si rivolse a qualcuno vicino
-
e raccont la storia della vita di Sapatnekar in prima persona,
come fosse lasua.Indicandolo, disse: "Quest'uomo mi biasima perch
pensa che io abbia ucciso suofiglio, ma ora riporter quella stessa
anima nel grembo di sua moglie."Mentre Sapatnekar stava per
andarsene, Sai Baba gli diede una noce di cocco,dicendogli di
legarla nello scialle di sua moglie e di andarsene contenti. Unanno
pi tardi egli port da Sai Baba il figlio che era nato.Un altro
devoto, L. G. Munge, ebbe parecchi figli, ma morirono tutti in
teneraet.Egli and da Sai Baba, si lament della sua sfortuna e lo
preg di fargli avereun figlio che restasse in vita. Baba
immediatamente rispose:"Perch me ne chiedi uno? Te ne dar due."E in
effetti egli ebbe due figli e due figlie.Uno dei prerequisiti per
ottenere questi favori era la fede, unita allasottomissione.Abbiamo
visto nel caso di Sapatnekar come Sai Baba avesse atteso finch
nonmatur la sottomissione. Vediamo ora un caso in cui questa
mancava.Era il 1910. Improvvisamente un mattino Sai Baba sbott:
"Perch mai sta venendoa trovarmi il malandrino? Che cos'ho? Sono
semplicemente un fachiro nudo, comechiunque altro."Era uno di
quegli scoppi d'ira a proposito dei quali nessuno sapeva a che
cosasi stesse riferendo. Un po'pi tardi, comunque, fuori dalla
moschea arrivaronoun paio di ufficiale con la scorta.La moglie del
commissario distrettuale, una signora inglese, aveva sperato alungo
di avere un bambino e ora pensava di provare con il fachiro che
facevamiracoli di cui tutti gli indiani parlavano.Era accompagnata
da suo marito e dall'esattore (un titolo che nell'IndiaBritannica,
significava "ufficiale amministrativo locale", l'uomo pi
importantedel distretto).Essi si guardarono attorno un po'a
disagio. Questo ambiente spoglio e primitivonon era idoneo per i
membri della razza governante.L'assistente del commissario, che li
aveva accompagnati, vide un devoto cheattendeva nel cortile fuori
dalla moschea. Lo chiam e gli disse di avvisare SaiBaba di
terminare la sua routine mattiniera velocemente perch i
Sahibdesideravano parlargli.Il devoto era sbalordito. Per quanto
vincolante fosse l'ordine di un Sahib, eglinon poteva portare un
tale messaggio a Sai Baba. Non fece nemmeno finta di farloe dichiar
direttamente che era impossibile.Se avevano qualcosa da chiedere a
Sai Baba, dovevano attendere che egli fossedisponibile.Ci volle
mezz'ora prima che egli fosse libero e passasse di l. La
signoraavanz verso di lui e chinandosi disse
educatamente:"Desideriamo parlare un po'con te, Maharaj."Comunque,
la gentilezza non fu sufficiente per Sai Baba. Quello non era il
tipodi devozione di cuore che egli richiedeva e disse
bruscamente:"Dovete attendere mezz'ora; adesso devo andare a
mendicare."Per tutta la vita, per quanta ricchezza abbia
maneggiato, Sai Baba mantenne lasua abitudine di mendicare il
proprio cibo. In effetti, egli andava soltanto inalcune case in cui
consideravano un onore poterlo nutrire e qualche voltadelegava un
devoto a mendicare per lui.Fare attendere i Sahib bianchi che un
fachiro mendicasse il suo cibo, era unalezione di umilt tipica del
suo bizzarro umorismo. Inoltre, era una possibilitper loro di
ovviare alla sua necessit di mendicare procurando per lui
leprovviste... se solo ci avessero pensato.Non si tratt di
mezz'ora, ma soltanto di dieci minuti. Ancora la signora siinchin e
ripet la sua richiesta."Aspetta un'altra ora", egli rispose.Gli
ufficiali governativi non avevano pi tempo a disposizione, n
eranodisposti ad essere presi in giro in questo modo da un semplice
fachiro.Ritornarono alla loro automobile e se ne andarono, cos la
signora rimase senzafigli.Guarigione per l'ammalato e figli per lo
sterile erano i benefici pi frequenti.Ma che ci fosse un esame da
superare, un impiego da ottenere, una causa da
-
vincere o un matrimonio da organizzare, i devoti facevano
appello a Sai Baba ese la richiesta di aiuto veniva fatta con fede
e sincerit, essa venivaesaudita."Questo pu essere facilmente detto
di Sai Baba da chiunque, anche da sempliciosservatori esterni",
spieg G.G. Narke, professore di geologia, un devoto alquale faremo
spesso riferimento per una interpretazione pi profonda di SaiBaba.
Ma chiunque lo giudicasse dall'esterno in questo modo, era ben
lontano dalvalutarlo adeguatamente.Baba naturalmente si adattava
alla capacit di comprensione della gente cheveniva da lui a cercare
aiuto e protezione La maggior parte di queste personeerano
superficiali e cercavano soltanto benefici materiali.A costoro egli
non rivelava la sua reale natura interiore. Ma quando veniva dalui
qualcuno capace di immergersi pi nel profondo, egli si
rivelavamaggiormente, con tutti i suoi veri poteri."
Dinieghi
Qualche volta, nell'eseguire un miracolo, Sai Baba diceva: "Lo
far." Pispesso, comunque, la sua risposta era:"Allah achcha karega"
(Dio lo metter a posto) o "Allah Malik hai " (Dio ilSovrano).Era
una sua abitudine peculiare fare riferimento a Dio come 'Il
Fachiro', equando rifiutava una richiesta, spesso diceva: "Il
Fachiro non me lo lascerfare." Oppure: "Posso fare soltanto ci che
il Fachiro mi ordina."Egli rifiut spesso di intervenire. Qualche
volta spiegava che prolungare lavita di una persona ammalata
avrebbe causato soltanto una sofferenza prolungata.A volte
prometteva una nuova nascita. In altre occasioni invece, quando
gliveniva chiesta la benedizione per la prole, diceva che nel
destino di quellapersona non c'erano figli (non che questo
ostacolasse Sai Baba, poich almeno inuna occasione egli concesse un
figlio, pur dichiarando apertamente che neldestino dell'interessato
il figlio non era affatto previsto).Qualche volta non dava alcuna
spiegazione, ma rifiutava semplicemente dicendo:"Allah Malik hai. "
Oppure: "il Fachiro non me lo permetter."B.A. Patel era un
proprietario terriero e un ufficiale governativo. Il suoanziano
padre ebbe un infarto. Egli si rec da Sai Baba a chiedergli l'udhi
perlui, ma Sai Baba disse: "Non ti dar l'udhi, Allah Malik hai.
"Tre giorni pi tardi il padre mor.Questo Patel era molto orgoglioso
della sua forza fisica. Nel 1913, quando SaiBaba era gi vecchio e
fragile, Patel gli massaggiava spesso le gambesollevandolo e
portandolo vicino al fuoco.Un giorno, poco dopo la morte di suo
padre, egli cerc di fare questo, ma fucompletamente incapace di
muoverlo. Baba lo derise e Patel ricorda:"Mi insegn due cose, a non
essere fiero della mia forza e a non angosciarmi permio padre."Sai
Baba gli disse: "Perch dovresti angosciarti? Nel giro di cinque
mesiritorner." Dopo cinque mesi a Patel nacque un figlio. Era
chiaro che questa erala rinascita di suo padre; oppure, pi
profondamente, significava che la forzavitale che aveva assunto una
forma alla quale egli era attaccato la stavaricreando, poich aveva
fallito nel distruggere l'attaccamento alle radici.Il figlio di una
giovane donna fu morso da un cobra ed ella and a piangere e
amendicare l'udhi da Sai Baba. Egli si rifiut di dargliela e il
figlio mor.H.S. Dixit, uno dei devoti pi anziani, lo implor:"Baba,
il suo pianto spezza il cuore. Per amore mio, fai tornare in vita
suofiglio."Anche qui, come nell'occasione in cui erano stati curati
gli occhi di un bambinocon della cipolla, sorprendente osservare
che non c'era il minimo dubbio cheegli potesse farlo.Sai Baba
rispose: "Non immischiarti in questo. Ci che accaduto per ilmeglio.
Egli entrato in un altro corpo in cui potr svolgere un
lavoroparticolarmente buono che non poteva fare con quello
perduto."Se lo facessi ritornare in questo corpo, allora quello
-
nuovo in cui egli gi entrato dovrebbe morire. Potrei farlo per
amor tuo, mahai considerato le conseguenze? Hai una pur vaga idea
della responsabilit cuipotresti andare incontro, e sei preparato ad
assumertela?"La morte di una forma si risolve sempre con la nascita
di un'altra forma, trannenel caso del jnani, il saggio pienamente
illuminato o realizzato, il quale passaal di l delle forme
dell'infinito Informale, di cui si parla come moksha oNirvana.S.B.
Mobile aveva una figlia col labbro leporino e la port da Sai Baba
sperandoche egli la curasse. Non appena egli arriv Sai Baba
disse:"So per che cosa sei venuto, ma sarebbe inutile. La ragazza
di natura divina ela sua vita sulla Terra sar di breve durata. Alla
prossima Nagha ShuddaChathuri ella morir. Se quel giorno andrai in
ufficio, non la rivedrai pi."E cos avvenne. Ella mor quel giorno,
mentre suo padre, che aveva ignoratol'avvertimento di Sai Baba, era
nel suo ufficio.E'registrato almeno un caso in cui Sai Baba lott
invano per salvare una vita:Ci fu un'epidemia di peste bubbonica
nel villaggio Nigoj e la moglie del Patil,il capo del villaggio,
era ammalata. Sai Baba, di passaggio, trascorreva lanotte al
chavadi, la locale locanda, con Mahalsapathy al suo seguito."Non
dormire questa notte", gli disse Sai Baba. "Rimani vigile per me
tutta lanotte, perch devo pregare Dio."Quella ruffiana (la peste)
vuole uccidere la donna, cos prego Allah."Mahalsapathy stette
sveglio tutta la notte per impedire qualunque disturbo, mapoco
prima che albeggiasse, arriv un ufficiale con molti servitori.
Feceromolto rumore e gridarono che volevano il darshan (un
incontro) con Sai Baba.Mahalsapathy cerc di tranquillizzarli dando
loro dell'udhi, ma invano.Sai Baba usc dalla stanza come una furia.
Gridando e insultando Mahalsapathy,disse: "Sei un padre di
famiglia? Non sai che cosa sta accadendo a Nigoj? Perchfai entrare
le persone in un momento come questo?" Poi improvvisamente si
calm."Cos sia. Quello che accaduto giusto."E quel mattino la moglie
del Patil mor.
Rimproveri e lezioni
A dispetto dei molti favori che concedeva, Sai Baba poteva
essere un duromaestro. C'erano pochi che sfuggivano ai suoi colpi o
ai suoi insulti. E non eranecessario che un pensiero egoista si
cristallizzasse in parola o in un'azioneperch fosse punito. Il
pensiero stesso era sufficiente.Un devoto ha raccontato di come
egli fosse seduto l quando qualcuno port comeregalo delle banane
rosa, una variet dal sapore prelibato che cresce soltanto auna
certa altitudine, in collina.Vedendo Sai Baba che le sbucciava e le
distribuiva, prov un'involontaria paurache le banane finissero
prima che venisse il suo turno. Sai Baba immediatamentene sbucci
un'altra, la diede a qualcun altro e a lui gett la
buccia,ordinandogli di mangiarla.Egli lo fece, accettandola
umilmente come punizione per la sua avidit. AlloraSai Baba fu
compiaciuto per questo, sbucci un'altra banana, e la divise
conlui.Una donna musulmana che teneva il velo sul viso, si inchin
ai piedi di Sai Babascoprendosi il volto. Un devoto seduto al suo
fianco osserv quanto fosse bellae sper che ella mostrasse
nuovamente il suo volto. Senza una parola, Sai Babasi gir e gli
diede un colpo con il suo bastone.Un lebbroso si arrampic
lentamente sugli scalini della moschea. Era sporco equasi nudo,
coperto di piaghe e puzzava di carne putrefatta. I suoi piedi
eranomartoriati dalla malattia cos gli ci volle quello che sembr un
secolo peravvicinarsi a Sai Baba e prostrarsi di fronte a
lui.Quindi si gir per andarsene e quando finalmente fu sceso dagli
scalinil'elegante direttrice tir un sospiro di sollievo. Allora Sai
Baba mand undevoto a richiamarlo. Ancora il lento arrampicarsi su
per gli scalini, ed eccoloavvicinarsi con il suo fetido
odore.Questa volta, mentre si prostrava, Sai Baba raccolse uno
sporco fagotto distoffa che egli aveva con se e lo apr.
-
"Dolci al latte! Bene!" Ne prese uno e, scrutando tra i
presenti, ne diede unoalla direttrice. Ma la sua devozione era tale
che ella lo mangi senza esitare.Una prova di fede avveniva quando
ai devoti non veniva permesso di lasciareShirdi nella data che
avevano pianificato. Era consuetudine, come con qualunquealtro
Guru, chiedere il permesso per congedarsi, ma egli non sempre
loconcedeva.Se il permesso di lavoro del devoto stava per terminare
o se aveva qualche altroaffare o appuntamento, il rifiuto poteva
creare dei problemi seri. Ma nessuno neebbe mai a soffrire. In
qualche modo le cose si sistemavano in modo tale che nonne veniva
alcun danno. Tuttavia era necessaria una grande fede per crederci
apriori.
N. V. Sathe ha raccontato una storia che prova questo. Egli
prestava serviziocome esattore presso una Commissione Erariale
della quale abbiamo gi parlato.Egli aveva un appuntamento a Manmad
e doveva partire di l per un giro diispezione. Il giorno prima di
partire Sathe mand suo suocero da Sai Baba achiedere il permesso di
congedarsi. Ma Sai Baba rifiut.Sathe disse a suo suocero che egli
non poteva non far fronte ai suoi impegni dilavoro, altrimenti
avrebbe potuto essere licenziato. L'anziano and ancora unavolta a
chiedere il permesso e ancora Sai Baba rifiut, ordinandogli persino
dirinchiudere Sathe nella sua stanza se avesse cercato di
andarsene.Ci vollero tre giorni prima di ottenere permesso di
partire per Manmad.Arrivando l, Sathe scopr che gli altri membri
del Comitato avevano cambiato ilprogramma originale posdatando
l'incontro.Seguendo il programma originale egli aveva ordinato che
la sua tenda e il suoequipaggiamento fossero inviati a Manmad, ma
per una strana coincidenza questonon era stato fatto. "Cos,
restando a Shirdi, non avevo perso assolutamentenulla, eccetto la
mia pace di mente, e mi furono risparmiati molti
fastidiinutili."Inoltre potei trascorrere pi tempo con la mia
famiglia e con Sai Baba.Naturalmente, Sai Baba sapeva tutto questo,
ma nella mia ignoranza mi erotrovato molto a disagio nel dover
restare a Shirdi. Questi esempi rafforzano lapropria fede in Sai
Baba e la fiducia in lui."Si pu aggiungere ancora che se la sua
fede fosse stata pi forte non avrebbeperso la sua pace di mente.Era
del tutto sicuro il rimanere a Shirdi quando Sai Baba lo ordinava;
eraandandosene senza permesso che un uomorichiamava su di se i vari
problemi e il caso di Abdur Rahim Sham SuddinRangari, un devoto
Musulmano, ci illustra questo aspetto:"Nel 1913 c'era la peste a
Thana, dove vivevo, e penso che ci fosse anche aShirdi. Mia moglie
aveva sofferto per un mese di una malattia. La gola e leguance
erano gonfie e non poteva mangiare nulla. Prendeva delle medicine,
masenza trarne beneficio. Un vicino ind, R. G. Gupta, un avvocato,
mi consiglidi portarla da Sai Baba, a Shirdi, che avrebbe potuto
curarla."Quando partimmo, ella era incapace di ingoiare qualunque
cosa. Ma a Ligatputipot prendere del t e a Nasik pot mangiare
qualcosa. Questo fu un buonpresagio. Stava rapidamente
migliorando."Nell'arrivare a Shirdi andai alla moschea e mi
inchinai di fronte a Sai Baba.Egli mi chiese in hindi da dove
venivo e il perch e mi disse di portare miamoglie alla moschea."La
portai su per gli scalini ed ella si inchin di fronte a lui, il
quale lepose la mano sul capo dicendo: 'Khuda achcha karega.'(Iddio
metter tutto aposto)."Gli diedi una rupia e quattro anna senza che
mi fossero state chieste ed egliaccett la piccola somma dandomi
dell'udhi. Restai l per due ore. Il gonfioredi mia moglie stava
diminuendo rapidamente, cos partimmo subito, senza prenderecongedo
da Sai Baba."Egli mi aveva detto di restare, ma poich la guarigione
era avvenuta, pensaiche potevamo anche partire. Non mi piaceva
stare in un luogo strano pi delnecessario, specialmente con mia
moglie e il mio bambino di due anni."Il tonga (calesse) con cui
eravamo venuti era ancora nel villaggio, cosl'affittammo di nuovo e
ripartimmo per
-
Kopergaon, a circa sei miglia. Avevamo percorso met della
distanza, quandol'assale del tanga si ruppe e rimanemmo bloccati
sulla strada. Erano le dieci disera e non passava nessuno."Non
potevamo andare n avanti n indietro per una tale distanza di notte.
Erauna strada solitaria e la nostra situazione non era invidiabile,
esposti alfreddo notturno e al pericolo dei banditi che infestavano
le strade. Cos cipentimmo di non aver ascoltato le parole di Sai
Baba."In questo modo passarono due ore, poi udimmo il rumore di un
calesse che siavvicinava e una voce che chiamava: 'Dov' il tizio di
Thana?'Un tonga vennefino a noi e il nostro guidatore disse
all'uomo che gridava che io ero di Thana.Gli chiese come avesse
saputo della nostra situazione e come aveva potutoarrivare l ad
un'ora cos insolita. Ed egli rispose che lo aveva mandato
SaiBaba."Gli chiesi: 'Perch?'"Ed egli rispose: 'A
raccogliervi.'"Cos salimmo sul tonga e ritornammo a Shirdi. Quando
arrivammo erano quasi ledue del mattino. Baba ci stava aspettando
alla moschea e disse: 'Ve ne sieteandati senza permesso; questo il
motivo per cui avete avuto dei problemi.'Iolo ammisi, chiesi il suo
perdono ed egli ci fece stare vicino alla moschea peril resto della
notte; poi entr a praticare la sua solita meditazione."Al mattino
usc a mendicare e ritorn con del pane e delle verdure, di cuiprese
una parte per se, lasciandoci il resto Cos mia moglie riusc a
mangiaredel cibo solido. Poi ci diede il suo congedo... Questa fu
la mia sola visita aShirdi, ma mi diede una ferma fede in Sai
Baba."Tutti questi segni e queste meraviglie attraevano le persone,
ma i devotipermanenti cercavano il beneficiospirituale. Non era
necessario che andassero sempre a Shirdi. Sai Baba dicevaloro:"Io
non sono confinato a Shirdi o in questo corpo. Sono ovunque. Sono
con voiogniqualvolta pensate a me." Fisicamente, egli non lasci mai
Shirdi.Un devoto disse che, al tempo in cui egli doveva sposarsi,
suo padre implor SaiBaba di partecipare alla cerimonia. Egli
rispose: "Non temere; sar con te.Ovunque sarai, io sar con te, se
penserai a me." E quando venne esercitataun'ulteriore pressione,
Sai Baba disse: "Senza il permesso di Dio non posso farenulla."Il
suo vero dono era quello di accelerare il progresso spirituale. Rao
Sahib Y.J. Galwankar, che gi stato citato in precedenza, dice:
"Quando Sai Baba posela mano sopra la mia testa, questo ebbe uno
straordinario effetto su di me."Dimenticai me stesso e l'ambiente
che mi circondava ed entrai in una condizioneestatica... Dopo
questa estasi cominciai a prestare pi attenzione
all'aspettospirituale della vita. Poi nel 1932 arriv il secondo
stadio (cio quattordicianni dopo la morte di Sai Baba), quando Baba
mi apparve in sogno e mi chiesecosa volevo."Io risposi che volevo
Prema (Amore Divino) e soltanto questo. Baba mi benedissecon Prema
e scomparve. Sin da allora ho provato delle ondate di Prema
cheirrompono dentro di me quando sono in meditazione o quando sto
leggendo ofacendo qualcos'altro."Per controbilanciare l'impressione
lasciata dalle meraviglie esteriori e dallemaniere eccentriche,
lasciamo che questo capitolo termini com' cominciato,
conl'impressione di un devoto su Sai Baba. Questa volta si tratta
di Rao BahadurS.B. Dhumal, un avvocato bramino."Mi trovo in grande
difficolt quando mi viene chiesto quali siano le mieesperienze con
Sai Baba. Ci dovuto al fatto che ho l'esperienza di lui intutte le
ore del giorno e della notte. Non c' episodio della mia vita che
nonsia collegato a lui, per quanto banale esso possa
sembrare."Credo fermamente che ogni cosa nella mia vita sia guidata
da Sai Baba. Quindi,cosa si pu raccontare quale esempio della mia
esperienza con lui?"Naturalmente, il mondo esterno non sar
preparato a dar credito alle mieparole, ma ci non ha importanza per
me. In effetti, l'incredulit stessa dellagente sembra una valida
ragione per rifiutare di dischiudere le proprieesperienze. Ogni
devoto sente che le sue esperienze sono sue e che gli vengonodate
per il suo beneficio spirituale e temporale, non per sbandierarle
al grandepubblico...
-
"Il modo migliore per comprendere Baba e sperimentarlo da se
stessi. Dov'andato Baba? E'ancora vivo e attivo, pi attivo, se
possibile, di quanto lofosse prima del suo Mahasamadhi."Chiunque
abbia un'aspirazione sincera pu arrivare in contatto con lui
oggistesso, immediatamente. Colui che invece di cercare un contatto
in primapersona, si accontenta di esperienze di seconda e terza
mano, raccontate e nonvissute, ricever un'immagine sfocata, misera
ed inutile."
3. Induismo ed IslamSai Baba a volte parlava di se stesso come
di una reincarnazione di Kabir, ilpoeta santo della fine del XV
secolo, che ebbe discepoli sia ind che musulmanie che insegn a
ciascuno secondo la sua religione. Questo quello che feceanche Sai
Baba.Nel suo comportamento non si uniform mai pienamente a nessuna
delle duereligioni. Prese dimora nella moschea di Shirdi, si
riferiva a Dio con il nomeislamico e se veniva udito ripetere dei
mantra o delle frasi sacre, erano sempreislamiche, non
ind.Raramente pronunciava le quotidiane preghiere Islamiche(namaz).
Alcuni devotinon lo videro mai impegnato in queste ripetizioni;
mentre altri riferirono cheoccasionalmente lo faceva di sabato o in
particolari occasioni.Perch lo facesse di sabato, comunque, rimane
uno degli enigmi su Sai Baba,poich il giorno stabilito per la
preghiera di gruppo per i musulmani ilvenerd.Era vegetariano, come
i suoi seguaci ind, che lo adoravano alla maniera degliind. Sai
Baba faceva anche frequenti riferimenti al suo Guru ind, oltre
chealle scritture e alle divinit dell'induismo.Tuttavia, egli non
incoraggiava una fusione dei due sentieri tra i suoi
seguaci.Piuttosto, si aspettava da essi buona volont e tolleranza;
e questo era tutto.Sebbene egli non ripetesse il namaz (preghiere
giornaliere), si aspettava che idevoti musulmani lo facessero.
Inoltre, essendo valide entrambe le religioni,egli non approvava la
conversione da una all'altra, ma si aspettava che ognipersona si
cimentasse in quella in seno alla quale era cresciuta.Una volta, un
ind che si era convertito all'Islam, arriv alla moschea. SaiBaba lo
schiaffeggi esclamando: "E cos ti sei preso un nuovo Padre!"Come
segno di buona volont, egli apprezzava che i suoi devoti ind e
musulmanisi rallegrassero nelle festivit degli altri culti (com' da
tempo in uso inIndia), anche se, naturalmente, non partecipavano
effettivamente all'adorazionerituale dell'altra religione.A questo
proposito, un devoto racconta che, dopo la processione
perl'anniversario della nascita di Sri Rama, gli ind cantavano dei
canti sacriintervallati dalla lettura del Corano da parte dei
musulmani.Qualche volta anche i musulmani portavano in processione
davanti a loro isandali di Sai Baba su un cuscino (in modo da
evitare antropomorfismo oadorazione rappresentativa) e gli ind li
accompagnavano.A parte ogni specifico insegnamento, il semplice
influsso della presenza di SaiBaba, conduceva alla buona volont e
alla tolleranza. La seguente storia di unmusulmano chiamato
Abdullah illustra questo aspetto."Lasciai la mia citt natale di
Tarbella, quando eroancora un ragazzo. Non avevo nessuno che si
occupasse di me. Volevo andareall'estero a vedere la Mecca ed altri
luoghi sacri, cos viaggiai verso sud finoa Man Mad. L qualcuno si
interess a me e mi disse che avrei potuto facilmentearrivare a
Bombay, dove era possibile trovare un passaggio verso la
Mecca."Qualcun altro, comunque, mi disse che a Shirdi c'era un
grande uomo chiamatoSai Baba che elargiva denaro ai fachiri e che
se avessi voluto, mi avrebbe fattoarrivare alla Mecca. Cos andai a
Shirdi."Come entrai nel cancello della moschea, trovai Sai Baba in
piedi davanti a me.I nostri occhi si incontrarono e sentii
immediatamente che egli era il mio Guru.
-
"Mi fermai a Shirdi. Egli nutr me e altri fachiri
abbondantemente. E io decisidi fermarmi l, a vivere una vita
facile. Questo avveniva nel 1913; ero moltogiovane e non avevo
ancora cominciato a prendere la vita seriamente."Tuttavia, il mio
soggiorno con Sai Baba provoc un profondo cambiamento nellamia
attitudine mentale. Inizialmente, appena arrivato a Shirdi,
consideravo gliind come miei nemici, ma dopo essere stato con Sai
Baba per tre anni, questaanimosit scomparve e cominciai a
considerarli come fratelli."Naturalmente, non sempre c'erano buona
volont e comprensione. L'adorazione diSai Baba da parte degli ind,
era l'ostacolo pi grosso per i musulmani.L'esecuzione di questa
adorazione in una moschea suonava come aggiungerel'insulto ad
un'offesa.L'Islam professa che soltanto Dio deve essere adorato e
che l'intero universo fumanifestato da Lui dal nulla e che tutti
gli uomini non sono nulla di fronte aLui.L'Induismo afferma che
l'universo, con tutti i suoiesseri, una forma assunta da Lui, una
Sua manifestazione, senza comunquecambiare o sottrarre nulla dalla
Sua realt immanifesta. Dire che Dio crel'universo dal nulla, o che
l'universo non altro che un'illusione che vela laRealt di Dio, in
pratica la stessa cosa. Questi due punti di vista, perci,sono due
aspetti della stessa verit, due modi per esprimere lo stesso
concetto.Poich un uomo non ha altra realt al di fuori di quella
datagli da Dio,l'essenza del suo essere, la sua realt, deve essere
quella realt al di fuoridella quale non c' nulla, cio deve essere
Dio.Realizzando la nullit della sua individualit, ci che nella
Cristianitmedievale era chiamato l'annullarsi, un uomo realizza
l'universalit della suaEssenza Divina. Perci un uomo che ha
realizzato il suo vero Se (cosa che non hanulla a che fare con la
psicologia, ma va al di l della mente, va all'essenzastessa
dell'Essere ed senza dubbio il vero significato del "conosci
testesso"), ha realizzato la sua essenziale Unit con Dio ("Io e il
Padre miosiamo Uno"), oltre l'incidente della forma.
Intolleranza
Apprezzando questo, gli ind adorano l'Essere come Dio. Mentre,
aderendoletteralmente alla legge, la maggior parte dei musulmani
condanna questaadorazione come idolatria. E in effetti non lo ; non
si tratta di adorarequalcos'altro al di fuori di Dio, ma, al
contrario, un riconoscere chel'adorato ha distrutto l'illusione
della separazione da Dioche ancora vela l'adoratore.Tutto questo
viene compreso dai Sufi, che sono gli eletti spirituali dell'Islame
tra i quali si annoverano i grandi santi islamici. Essi insegnano
in segretoci che gli ind insegnano apertamente.Ma i musulmani
essoterici non comprendono. Per essi c' un insormontabilebaratro
tra i due punti di vista e ritengono gli ind panteisti o
idolatri.Un poeta Sufi, Al Hallaj, era solito proclamare, in
estasi: "An al haq ", "Iosono la verit". "La Verit" un Nome Divino
ed egli fu giustiziato comeblasfemo, secondo la legge islamica,
sebbene i Sufi l'abbiano compreso e abbianocontinuato a riverirlo.
Un altro, Sufi Abu Said, infranse la legge
dichiarandonegativamente: "Non c' nulla sotto a questa veste al di
fuori di Allah." Unafrase Sufi usata comunemente ancora oggi dice:
"Cerco il perdono di Dio pertutto ci che (in me) non
Dio."L'adorazione ind di Sai Baba inizi molto semplicemente nel
1908 con l'omaggioche gli fece un bambino. Una signora ind racconta
la storia:"Mio fratello Babu Rao, che allora aveva quattro anni,
soleva mettere un fioresulla testa di Sai Baba ogni mattino, in
segno di adorazione. Questo fu l'iniziodella regolare adorazione di
Baba, dato che, fimo a quel momento, egli non avevamai permesso ad
altri di farlo."Il bambino semplicemente adorava Sai Baba come
vedeva onorare gli idoli nelcorso dell'adorazione nel tempio e da
quel momento la pratica si svilupp in unacompleta adorazione
ritualistica come per un idolo.
-
Un ind intelligente non crede che un idolo sia Dio, non pi di
quanto uncattolico intelligente creda che un'immagine sacra o la
statua di un santo siaDio.
Poche persone sono capaci di concepire l'Assoluto Informale e
l'ind ordinariorende l'adorazione pi facile concentrandosi sulla
manifestazione di Dio in unacerta forma od aspetto, caratterizzata
da un'immagine o da una statua. A tempodebito, questo pu condurre
alla realizzazione del Senza Forma, in questa vita opi
avanti.E'detto nella Bhagavad Gita: "Qualunque forma un uomo adori,
egli in realtadora Me."Poich l'adorazione ritualistica per un idolo
viene fatta con fiori e pasta disandalo, cos viene fatta anche per
chi considerato pi di un santo, uno cheha realizzato la sua identit
con l'Essere Supremo ed perci unamanifestazione conscia di Dio. Ma
non tutti i musulmani a Shirdi potevanoapprezzarlo, soprattutto
considerando il fatto che l'adorazione veniva praticatain una
moschea.Il risultato fu che i seguaci musulmani vennero ad essere
soverchiati dal numerodi quelli ind e occasionalmente ci furono
anche delle proteste.Un musulmano rohilla che stava sempre con Sai
Baba e che leggeva il Corano aisuoi piedi di notte, protest contro
l'adorazione di mezzogiorno degli ind,accompagnata da musica, che
avveniva nella moschea.Baba sorrise soltanto e disse: "Tutto questo
Allah." Turbato com'era, alpover'uomo sembr che Sai Baba stesse
tradendo l'Islam e decise che avrebbedovuto pagare per questo e un
giorno, mentre Sai Baba era fuori a passeggiare,gli si avvicin alle
spalle con una mazza, con l'intenzione di ucciderlo.Sai Baba si gir
proprio in quel momento, gli tocc il polso sinistro e loguard.
Sotto la forza di quello sguardo egli cadde a terra senza
nemmenol'energia necessaria per sollevare la mazza o per
rialzarsi.
Poi qualcuno arriv ad aiutarlo e alcuni giorni dopo and a
prendere congedo daSai Baba; con la sua benedizione, lasci Shirdi
per sempre.In un'altra occasione un devoto musulmano, Mir Jaman,
arriv di notteall'improvviso e, sfoderando la sua spada, dichiar
che gli ind stavanocorrompendo Sai Baba con la loro adorazione
rituale e chiese il permesso ditagliare loro la gola. Sai Baba lo
calm dicendo: "Sono io il pazzo responsabiledella loro adorazione,
cos, se vuoi tagliare qualche gola, devi cominciare conla mia."Gli
ind sono molto pi inclini alla tolleranza. La loro religione
stessariconosce molte dottrine e diversi modi per avvicinarsi a
Dio, non in conflittotra loro, come accade nel caso delle sette
musulmane e cristiane, ma ognunadisposta a riconoscere le altre
come legittime e idonee, secondo i varitemperamenti e i vari
livelli di comprensione.Per loro quindi pi facile riconoscere i
sentieri di altre religioni. I devotiind adoravano l'Uomo Divino in
Sai Baba, e se i musulmani non si uniformavano aquesto, non se ne
preoccupavanoNaturalmente, c'erano i bigotti anche tra gli ind, ma
il loro bigottismoassumeva una forma pi leggera; danneggiava solo
loro stessi, in quanto siesprimeva come un rifiuto di adorare un
Guru musulmano.Alcuni casi di pregiudizio sono gi stati esposti e
anche il modo in cui vennerosuperati. La seguente storia, come
que