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Icona“Janua Coeli
Mater Ecclesiae”
Icona scritta per mano di Nikla, iconografa
Per poter capire tutte le icone di Maria è necessario medita-re
sul mistero di Maria, sul significato teologico e spiri-tuale della
sua presenza accan-to a Gesù, non solo come madre del Salvatore, ma
anche perché donna.Nel Vangelo di Luca e Giovanni da cui emerge il
trat-teggio della sua figura, è pos-sibile distinguere il mistero
di Maria nella Pentecoste, e come prototipo della Chiesa, cioè del
Corpo Mistico del quale è l’icona.“Tutti erano assidui e concor-di
nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la madre di
Gesù e con i fratelli di lui” (Atti 1,14).
ARTE E PREGHIERA
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FONDAMENTO BIBLICO“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi...Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio
umgenito che è nel seno del Padre lo ha rivelato”. Gv 1,14-18
“Si aprì il santuario Dio nel cielo e apparve nel santuario
l’Arca dell’alleanza”. Ap 11,19
“Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di
sole”. Ap 12,1
SIGNIFICATO TEOLOGICO-SPIRITUALE
DELL’ICONA
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L’icona Janua Coeli raffigura la Vergine nell’atteggiamento
dell’ Orante con lo sguardo rivolto a ciascuno di noi per indicarci
la via da seguire per metterci alla seque-la del Cristo la cui
immagine, alla sommità dell’icona, ne diviene chiave di lettura e
suggello del messaggio teologico e liturgico.Lo sguardo
maternamente dolce della Madre sembra invitare ogni uomo che a Lei
ricorre: “ Se temi, se ti senti solo, io ti proteggerò. Ti guido
dal Figlio mio Cristo Gesù. Segui il mio esempio nella
disponibilità alla preghiera, nell’ac-cettazione della Parola di
Dio. Pregalo perché la sua volontà si compia nella tua
vita”.L’icona vuole essere la sintesi della Parola, l’annuncio dei
Profeti e l’espressione della preghiera della Chiesa del nostro
tempo.
Ai piedi della croce Maria diviene la Madre dell’umanità intera
rappre-sentata dall’apostolo Giovanni: a Lei il Cristo affida
Ciascuno di noi.Nell’icona contempliamo la Vergine Madre nel gesto
di accogliere tutti i figli di Dio sotto il suo manto.Ella ci porge
il rosario che tiene nella mano destra come preghiera medi-tativa
del cuore. E’, per noi occiden-tali, quella che corrisponde alla
“preghiera del cuore” del pellegrino russo per i cristiani
d’oriente.Questa preghiera è un mezzo per conservarci nella fede e
nella volon-tà del Padre. La Theotokos è interamente vestita di
bianco: il lungo mantello che le copre il capo scende in
sovrabbon-danza sopra i piedi, simbolo di inte-riorità e di
accoglienza (“ Maria da parte sua serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore”), simbolo di santità come dice
l’Apocalisse: “La veste di lino sono le opere giuste dei
santi”.
ARTE E PREGHIERA
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ARTE E PREGHIERA
L’icona “Janua Coeli-Mater Ecclesiae” è stata scritta per
l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “ S. Maria di Monte
Berico - Vicenza”dove attualmente è venerata dopo essere stata
benedetta nella Basilica di Monte Berico dal Vescovo Mons. Pietro
Nonisil 18 - 10 -2002.
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ARTE E PREGHIERA
Nell ’iconografia antica la Vergine è sempre e solo raffigurata
col Figlio perché la sua grandezza e la sua divinità derivano dall
’essere la Madre di Dio.Questo avviene per i tretipi iconografici
in cui abitualmente è raffigurata la Theotokos: la Tenerezza, l
’Odigitria e la Diesis.
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ARTE E PREGHIERA
Il bianco splendente simboleggia la sua verginità perpetua. Ella
è la Santissima, la Piena di grazia, la Tutta pura, la
Semprevergine.La verginità spirituale, oltre che fisica di Maria è
rappresentata anche dalle tre stelle d’oro, sul capo e sulle spalle
del bianco mantello.Esse sono un antico simbolo siriaco
abitualmente usate nell’arte icono-grafica per simboleggiare la
verginità di Maria nel mistero della sua mater-nità divina, ma
anche la sua regalità.La ricchezza della veste della Janua Coeli ci
presenta la Madre come regi-na del cielo e della terra, Colei che
ha reso possibile la realizzazione delle promesse di Dio, Colei che
ha unito l’Antico Testamento al Nuovo, come spiegano le piccole
icone scritte lungo la stola della veste e sul bordo della
manica.In quest’ultime è raffigurato Isaia, il profeta messianico
che assieme agli altri profeti ha previsto e tenuta viva l’attesa
della venuta del Messia.Lungo la stola che parte dalla cintola,
dove si intravedono i simboli dei quattro evangelisti, sono
raffigurate le immagini della vita della Vergine Madre:
l’Annunciazione, la Nascita di Gesù, Maria ai piedi della Croce, La
Dormizione e la Glorificazione.“ Si aprì il santuario di Dio nel
cieloe apparve nel santuario l’Arca dell’al-leanza”. Ap 11,19Come
una porta che si spalanca nel cielo ci fa vedere qualcosa di
gran-dioso, così lei, la Madre, ci rende pos-sibile la visione.
Attraverso Lei che prega e intercede per noi, possiamo accostarci
al Figlio.
La mandorla blu che fa corona alla figura della Vergine Madre,
nel lin-guaggio iconografico, è un simbolo teofanico, cioè della
presenza divina.L’immagine della Vergine, Porta del Cielo, Madre
della Chiesa è un invito a meditare sul mistero della Sua maternità
per la cooperazione al dise-gno divino della salvezza e per la sua
continua presenza di intercessione a favore dell’umanità.L’icona “
Janua Coeli” è una preghiera di supplica alla Madre, a Lei rivolta
dalla nostra Chiesa che vive le diffi-coltà del nostro tempo
storico.La Chiesa sa che la Madre è sempre pronta ad accoglierci
sotto il suo manto splendente del biancore taborico.La luce accecò
i Discepoli durante la trasfigurazione al Tabor: la luce della
veste candida della Theotokos lava le sozzure di quel mondo su cui
poggia i piedi e su cui geme e langue il dra-gone, simbolo delle
potenze del male operanti nel mondo. La figura di Maria è
contornata da un segno scuro e da un segno d’oro. Il primo
simboleggia l’oscurità della fede che è mistero. Davanti al mistero
di Dio dobbiamo stare in adorazione silenziosa.Il filo d’oro è
simbolo della presenza di Dio che fa risplendere la regalità della
Theotokos, di Colei che è l’ “hortus inviolatus” perché tutta
consacrata a Dio.Nell’umile Vangelo scritto con i colo-ri
dell’icona, Maria diventa una pre-senza che riempie il cuore di
speran-za e ci orienta nel cammino della fede.
Nikla iconografa
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NIKLA FADELLI DE POLO
nata a Colle Umberto (Treviso), esercitò la sua professione di
insegnante fino al 1983, anno in cui fu introdotta
nell’iconografia.
Frequentò vari corsi di approfondimento delle tecniche
iconografiche e corsi teologici alle problematiche religiose e
liturgiche dell’icona. La sua formazione iconografica avvenne sotto
la guida di vari maestri, in particolare di una iconografa russa,
Suor Junia Hinz del mona-stero UspensKij, che le trasmise la
spiritualità e l a tecnica delle antiche icone russe.
Svolge la sua attività di iconografa per Chiese e Comunità
religiose attenendosi scrupolosa-mente alle antiche regole
iconografiche. Espone le sue opere solo in ambienti religiosi dove
l’icona, arte sacra-religiosa-liturgica, diventa mezzo di
preghiera.
Molte delle sue icone si trovano in diverse Chiese ed Abbazie
italiane.
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