Top Banner
GABRIELLA BOLOGNA ARTE, CRITICA, ESPOSIZIONI: FELICE CASORATI E LIONELLO FIUMI con un'appendice di lettere inedite Il soggiorno veronese di Felice Casorati, dal 1911 al 1917, si inserisce in un momento di vivace sviluppo artistico della città scaligera, in cui molti giovani talenti costruiscono e definiscono il proprio linguaggio figurativo intrecciando il loro percorso con le novità e le idee introdotte dall'artista novarese. L'indagine storico- artistica su questo fertile milieu ha ormai lunga data e, dalla celebre mostra Verona anni Venti, non passa anno in cui il rapporto tra Casorati e gli artisti veronesi non sia ricordato. Più raramente la sua presenza è stata messa in relazione a Lionello Fiumi, poeta, scrittore e critico d'arte con il quale instaura, nel secondo decennio del Novecento, un rapporto di amicizia e collaborazione di cui ancor oggi si trova testimonianza negli scritti del poeta e in alcune missive di Casorati che intrecciano, a tratti, un vero e proprio dialogo. Il corpus di dieci lettere e sette cartoline dell'artista rinvenute nel Centro Studi Internazionale Lionello Fiumi della Biblioteca Civica di Verona, 1 costituisce una preziosa testimonianza che contribuisce a definire correttamente i rapporti tra i due rivelando una grande stima reciproca e il ruolo di entrambi nella promozione degli artisti scaligeri alle esposizioni d'arte dei primi decenni del Novecento. Giunto a Verona nel 1911 al seguito della famiglia, Casorati appare affascinato e al tempo stesso disorientato dalla città scaligera. Alcune celebri lettere inviate all'amica romana Teresa Guadagnini testimoniano lo stato d'animo di un giovane ancora in cerca di saldi punti di riferimento nel contesto scaligero. “Verona è molto bella (di una bellezza fine e delicata, fatta di cose nobili e squisite preziosa insieme e semplice come una perla grigia che fulge mitemente)” afferma in una missiva del 7 aprile 1911. E continua Ho messo a posto, quasi, il mio nuovo studio che è una sala da ballo molto luminosa, abbastanza vasta, elegante e simpatica, poi che non ha nessuno dei caratteri propri agli ateliers soliti dei pittori di professione […]. Ora devo cercare i miei tipi, i miei colori, gli ambienti e le cose…soprattutto le cose… gli oggetti
21

Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

May 04, 2023

Download

Documents

Welcome message from author
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Page 1: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

GABRIELLA BOLOGNA

ARTE, CRITICA, ESPOSIZIONI:FELICE CASORATI E LIONELLO FIUMI

con un'appendice di lettere inedite

Il soggiorno veronese di Felice Casorati, dal 1911 al 1917, si inserisce in un momento di vivace sviluppo artistico della città scaligera, in cui molti giovani talenti costruiscono e definiscono il proprio linguaggio figurativo intrecciando il loro percorso con le novità e le idee introdotte dall'artista novarese. L'indagine storico-artistica su questo fertile milieu ha ormai lunga data e, dalla celebre mostra Verona anni Venti, non passa anno in cui il rapporto tra Casorati e gli artisti veronesi non sia ricordato.

Più raramente la sua presenza è stata messa in relazione a Lionello Fiumi, poeta, scrittore e critico d'arte con il quale instaura, nel secondo decennio del Novecento, un rapporto di amicizia e collaborazione di cui ancor oggi si trova testimonianza negli scritti del poeta e in alcune missive di Casorati che intrecciano, a tratti, un vero e proprio dialogo.

Il corpus di dieci lettere e sette cartoline dell'artista rinvenute nel Centro Studi Internazionale Lionello Fiumi della Biblioteca Civica di Verona,1 costituisce una preziosa testimonianza che contribuisce a definire correttamente i rapporti tra i due rivelando una grande stima reciproca e il ruolo di entrambi nella promozione degli artisti scaligeri alle esposizioni d'arte dei primi decenni del Novecento.

Giunto a Verona nel 1911 al seguito della famiglia, Casorati appare affascinato e al tempo stesso disorientato dalla città scaligera. Alcune celebri lettere inviate all'amica romana Teresa Guadagnini testimoniano lo stato d'animo di un giovane ancora in cerca di saldi punti di riferimento nel contesto scaligero. “Verona è molto bella (di una bellezza fine e delicata, fatta di cose nobili e squisite preziosa insieme e semplice come una perla grigia che fulge mitemente)” afferma in una missiva del 7 aprile 1911. E continua

Ho messo a posto, quasi, il mio nuovo studio che è una sala da ballo molto luminosa, abbastanza vasta, elegante e simpatica, poi che non ha nessuno dei caratteri propri agli ateliers soliti dei pittori di professione […]. Ora devo cercare i miei tipi, i miei colori, gli ambienti e le cose…soprattutto le cose… gli oggetti

Page 2: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

più umili che prima lasciavano indifferenti non solo il mio senso d’artista, ma pur anche il mio sguardo ora mi affascinano con un muto linguaggio, con l’espressione intensa di gioia o di dolore che da essi emana! Quanta poesia nelle cose immobili! I Futuristi, che pure sono assai meno pazzi di quanto sembri al primo pensare, proclamano la necessità di dipingere il movimento affannoso e vorticoso della vita moderna… io invece vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose mute e immobili, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi…la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno.2

A Verona Casorati si inserisce ben presto all'interno del fertile circolo di giovani artisti grazie all'amicizia con Guido Trentini, conosciuto alla Biennale di Venezia del 1910.3 È forse proprio quest’ultimo a metterlo in contatto con Fiumi, con il quale instaura una frequentazione destinata a consolidarsi negli anni successivi.

Nel 1914 il poeta compone i versi Davanti ad una composizione di Felice Casorati,4 in omaggio al giovane pittore già all’epoca protagonista indiscusso della scena artistica veronese.5 Come osserva Gian Paolo Marchi, la cultura poetica di Fiumi già in questi anni mostra un'eccezionale apertura verso le arti figurative e proprio la lirica frutto del sodalizio con l'artista ne è testimonianza.6 Sebbene il dipinto non sia stato identificato, Marchi ipotizza che i versi possano essere ispirati a una tela “di impianto e colori non lontani dalla Preghiera del 1914”,7 proposta ripresa più recentemente da Francesco Poli, che ritiene sia proprio questo il dipinto ispiratore dei versi di Fiumi.8 Sebbene tale supposizione rimanga plausibile, a ben guardare, il “rosa oleandro” ricorrente nella lirica viene associato da Fiumi alla Primavera, un'opera dipinta dal pittore novarese nel 1913.9 Al 1914 risale anche l'acquaforte Natura morta, già nella collezione di Lionello Fiumi, ma venduta dal critico tra il 1969 e il 1972.10

Qualche anno più tardi, all'interno di un articolo dedicato ad Angelo Zamboni, Fiumi definisce Casorati “il raffinatissimo che con le sue tempere ermetiche suscita ire e fanatismi in ogni mostra ove appaia, l'arditissimo che si piazzò, colla sua sala individuale nell'ultima Secessione Romana, come uno dei più significativi tra i giovani italiani anche se non giunge al dinamismo e alle linee-forza”.11 Alla mostra romana del 1913 Casorati aveva presentato Primavera, La collana verde e il grande dipinto Il sogno del melograno, eseguito probabilmente a San Floriano e fortemente marcato, così come altre opere del periodo, da un decorativismo memore dei paesaggi klimtiami.12 Questo aspetto della pittura di Casorati viene più volte criticato da Fiumi, estimatore sincero del suo lavoro ma già attento, negli anni Dieci, sia alla poesia futurista sia alla progressiva affermazione della pittura futurista, che gli appare un possibile punto di arrivo della pittura casoratiana.

Nel 1918 l’artista si trasferisce a Torino, da cui mantiene costanti contatti con Fiumi. Nelle missive di questo periodo Casorati menziona spesso i giovani pittori veronesi Zamboni, Prati e Trentini, che espongono al suo fianco alle tre mostre d'arte “Pro Assistenza Civica”, tenute nella città scaligera.13 In una cartolina del 3 aprile l’artista esprime la necessità di inserire nel catalogo della prima mostra l’anno di esecuzione dei suoi quadri e di una statuetta del 1912.14

Fiumi, promotore e sostenitore della mostra, affida alle pagine del quotidiano “L'Adige” un lungo articolo in cui esamina dettagliatamente le opere di numerosi espositori e non manca di ricordare i lavori dell’amico novarese:

Page 3: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Casorati potrà piacere o non piacere, ma è di quelli artisti che afferrano o costringono al dibattito. Il giovane e già famoso pittore, che sa sollevare, come ogni vera personalità, altrettante apologie quante ire, presenta cinque tele (oltre sette acqueforti e una scultura) che permettono di cogliere in pieno una fase evolutiva del suo spirito in perenne lodevolissima inquietudine di ricerca. La via Lattea, quantunque già distante dalla prima maniera che aveva finito col sedurre il pubblico, è qui, la tela casoratiana più antica: è quella, certo, di più facile presa: e anche noi esigenti - resi esigenti dall'ulteriore Casorati – non possiamo negare il fascino ch'emana da quell'immenso drappo nerazzurro colante di stelle. Però già Primavera e La collana verde, esposte alla Secessione di Roma, sono un passo in avanti: la prima con quell'orchestra sommersa di rosa-oleandro [...]; la seconda con quel largo accostamento di giallo di nero di verde.15

In queste tele il poeta ravvisa una pittura non ancora libera da un certo decorativismo ma già marcata da “un sigillo gentilizio”, cifra stilistica inconfondibile di un grande talento. La recensione procede poi con l'esame di Le Marionette “puro godimento di colori e di forme, scandalo del pubblico” che segna l'avvio di una pittura finalmente priva di qualsiasi incrostazione decorativa, e si conclude con l'auspicio di nuove sorprese.16

Alla seconda mostra d'arte “Pro Assistenza Civica” Casorati presenta cinque acqueforti e quattro tele,17 mentre alla terza ottiene una sala personale dove espone trentuno opere, tra cui figura il dipinto Due teste di bambine del 1913, all'epoca di proprietà di Lionello Fiumi e oggi non reperibile.18 Il soggetto è uno dei più amati dall'artista in questi anni, e viene riproposto in numerose opere che mirano, come osserva Sergio Marinelli, a una ricerca più iconologia che formale.19

Nello stesso anno i pittori veronesi Prati, Zamboni e Nardi partecipano, probabilmente grazie al tramite di Casorati, alla “Mostra delle Tre Venezie” organizzata da Vittorio Pica, Antonio Fradeletto, Antonio Fragiacomo e Romolo Bazzoni, presso la sede del Circolo degli Artisti di Torino. All'esposizione, inaugurata il 9 novembre 1918, è presente anche Casorati, che ottiene una sala personale (dove compaiono fra le altre opere Bambina e Primavera) curata da Fiumi e recensita da Franco Ciarlantini sul periodico “Energie Nuove”.20 L'evento viene menzionato da Vittorio Pica che, in una cartolina spedita al poeta il 1 novembre 1918, lo invita all'inaugurazione.21 Pochi giorni dopo è ancora Pica a ricordare i nomi di alcuni espositori alla mostra, sottolineando la necessità di diminuire i prezzi delle opere di Casorati, Zamboni e Prati e informandolo della vendita del dipinto Bambina.22

Nella primavera del 1919 l'artista piemontese espone alla mostra Cispadana di Verona e prega Fiumi di dare visibilità alle sue opere: “Ho fatto in fretta un ritratto alla Veronesi (lo avevo fatto in studio prima di partire) da esporre a Verona” scrive in una lettera del 10 maggio, “il ritratto è su di un fondo di un altro quadro che non è malvagio”.23

La mostra, aperta alla Gran Guardia dal 24 maggio al 24 giugno, viene annunciata da Fiumi alcuni giorni prima dell'inaugurazione24 e recensita su “L'Adige” e su “Pagine d'Arte”. Entrambi gli articoli testimoniano l'ammirazione e il sostegno del critico agli artisti veronesi e a Casorati: “I signori organizzatori di Milano e di Torino dovevano essere molto male informati se credevano Verona al livello artistico di una qualunque beozia provinciale”, scrive sul quotidiano scaligero, “Verona è una

Page 4: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

fucina di talenti innovatori tra i quali basterebbe citare il Prati, il Trentini, lo Zamboni e, fino a ieri, il Casorati”.25 Anche in questa occasione il giudizio sull'artista è positivo:

Casorati, piemontese di nascita, è tornato, ora, dopo i suoi anni di apostolato veronese, a Torino a scandolezzare con le sue policromie sbarazzine le retine dei suoi concittadini. Inutile star qui a ripetere la solita canzonetta: Casorati era uno che sapeva dipingere molto bene all'antica e se fa della roba spiacevole ai più è proprio perché la sente.26

Su “Pagine d'Arte” Fiumi ribadisce l'appartenenza del pittore novarese al

gruppo dei veronesi, affermando di “mettere tra i piemontesi Casorati, che idealmente starebbe coi veronesi, tanto per poter almeno di uno dei piemontesi dire bene”.27

L'articolo prosegue con l'analisi delle opere in mostra:

La Vecchietta esposta alla Gran Guardia, riconferma l'assioma, noto anche ai muri. Questa sapienza consumata di analisi che per molti sarebbe un magnifico punto di arrivo, per lui, ingegno superiore, non è che un trampolino per spiccare il salto nell'arte maudite. È, dopo tutto anche un alibi polemico, utile a chi deve difendere le manifestazioni casoratiane più avanzate. Perché I giocattoli, per esempio, non c'è imbecille che non si sia convinto di saperli fare anche lui, mentre invece l'autore – guardate strano caso! - c'è arrivato solo dopo tanta e tanta esperienza; fatta proprio con quei quadri tipo Vecchietta [...]. Criticamente I giocattoli sono ancora una di quelle per così dire nature morte artificiali di cui Casorati ci ha già dato saggio principesco in Le marionette o nelle Uova sulla tavola. Pitture non scevre del tutto da una certa indulgenza decorativa che si compiace visibilmente di sussidi prospettici; ma così ribalda di polifonie, colori puri accostati in dissonanze così armoniche, ingenuità controllate da un temperamento ultrascaltrito, che si resta stupefatti e conquistati.28

La felice formula “nature morte artificiali”, utilizzata probabilmente con il consenso del pittore, esprime la peculiarità della ricerca di Casorati, tesa alla liberazione dal naturalismo ma divergente, come osserva Sergio Marinelli, dalle astrazioni delle avanguardie contemporanee.29 Fiumi coglie acutamente gli elementi caratterizzanti Le Marionette e Uova sulla tavola, noto anche come Scherzo: uova, entrambe del 1914: l'utilizzo straniante della prospettiva associata a un calcolato equilibrio di apparente ingenuità e sapiente artificio ritmico cromatico e luminoso, qualità riconosciute anche dalla critica successiva.

Come richiesto, Fiumi menziona il ritratto di Teresa Veronesi che, insieme con il marito, era stata tra i primi estimatori e collezionisti veronesi del lavoro di Casorati. Opera di transizione realizzata prima del definitivo trasferimento a Torino, il ritratto inaugura le “grandi scacchiere monocrome” che, pur mantenendo il gioco prospettico di alcune opere precedenti, lo rielaborano alla luce di una fredda geometria, sobria anche nei colori.30

Il critico auspica poi che l'artista possa portare nuova energia al panorama artistico del capoluogo piemontese, con una punta polemica non casuale. Già da alcuni mesi le lettere di Casorati testimoniano infatti l’insofferenza per la stasi dell’ambiente torinese, dove sembra emergere soltanto lo scultore Leonardo Bistolfi. In una missiva inviata a Fiumi il 10 maggio il pittore appare profondamente scoraggiato:

Page 5: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

l’ambiente torinese è impossibile! Musi lunghi un metro, code che non finiscono mai! I pittori non parlano che dell’ultimo ritratto di Grosso in cui un mobile dorato è reso (rendere = vomitare) mirabilmente! Io sono un pazzo –Come farò a vivere e a guadagnare di che vivere non so! – L’unico che respira è Bistolfi. Qui anzi si farà sotto la sua ala un’esposizione nazionale che avrà molta importanza per la reclàme che ne faranno.31

La mostra menzionata è l’Esposizione Nazionale di Belle Arti aperta a Torino nell'autunno 1919, dove l'artista intende esporre con alcuni veneziani e veronesi come Prati, Zamboni e Trentini, come rivela il passo successivo della lettera: “sarebbe una bella battaglia contro tutto il merdaio ufficiale della pittura torinese […]. Raccomanda a Prati di mandarmi Il Noviziato e a Zamboni il suo quadretto”.32

L'inclusione di questi artisti nella mostra torinese, tuttavia, non è impresa facile. Alcuni mesi dopo Casorati torna a scrivere a Fiumi delle battaglie portate avanti in seno alla giuria per far accogliere Gino Rossi e i veronesi:

Nella giuria della prossima quadriennale sono il diavolo nell’acquasanta! Per salvare i buoni amici veronesi ho dovuto gridare pregare insultare ed imporre. Ora credo quasi tutti salvi.. Ma ho fatto il meno! Le opere mie, di Prati, di Rossi (bellissime) di Trentini e Zamboni destano lo scandalo più rumoroso in seno alla giuria!33

L'associazione tra gli artisti di Ca' Pesaro e i veronesi non è inedita: sin dall'anno precedente, osserva Licisco Magagnato, Casorati aveva costituito il trait d'union tra i due gruppi fortemente distinti nelle loro matrici espressive,34 il primo influenzato dal post-impressionismo e dai fauves, il secondo ancora in parte memore dell'esperienza secessionista. Le resistenze che la giuria manifesta nei confronti di tali pittori non sono certamente dovute a tale eterogeneità di linguaggi, ma affondano probabilmente in un tradizionalismo pavido e restio a scommettere sui giovani. Casorati, d'altra parte, non si lascia scoraggiare: il suo dialogo, spesso polemico, con la critica è costante già in questi anni, e mostra una determinazione non comune per l'affermazione di sé e degli artisti in cui crede.

In occasione della mostra torinese Casorati invia a Fiumi una sintesi della propria carriera, di cui lo scrittore si servirà per pubblicare un articolo a lui dedicato. Le parole dell'artista si rivelano di estremo interesse per l'analisi critica, sincera e non priva di brillanti punte di autoironia, che l'autore fa della propria opera:

Esordio: nel 1907 a Venezia con il ritratto di mia sorella… non avevo mai studiato seriamente pittura (avevo invece studiato musica e mi stavo laureando in legge) …ero ventenne!...Dopo due anni di intenso lavoro mi ripresentai a Venezia con le famose “Vecchie” e “Le figlie dell’Attrice” la prima acquistata per la galleria naz. di Roma e la seconda per la galleria di Buenos Aires. In questo periodo dipinsi “Le comari” “Vecchietta padovana” “Ritratto della madre” “Bambine” e ecc. ecc. quasi tutti premiati acquistati ecc…= Parentesi di volgarità (nella mia vita d’arte ho avuto sempre i periodi di riposo): Le ereditiere (Venezia 1910) “La cugina (premiato all’ant. di Barcellona) “L’intrusa” ecc. In questo periodo ho avuto i maggiori successi finanziari ed onorifici!35

Page 6: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

L'associazione tra la “parentesi di volgarità” del 1909 e 1910 (un periodo in cui Casorati rivisita l'arte dei secoli precedenti),36 e i successi economici rappresenta forse una velata dichiarazione di incompetenza verso critica e pubblico ma, lungi dall'essere considerati un momento di crisi, questi anni vengono velocemente liquidati come una fase di “riposo”. Questo momento, corrispondente all'ultimo periodo napoletano dove l'artista non riesce a trovare la calma necessaria per lavorare serenamente, si conclude con la Biennale veneziana del 1910. Qui il pittore rimane colpito dalle opere di Klimt, che costituirà un nuovo punto di riferimento per la sua opera. Alla mostra Casorati espone Le ereditiere, un dipinto che secondo Giorgina Bertolino “a confronto con la straordinaria suggestione del mondo poetico di Klimt [...], doveva sembrargli una banale e superficiale composizione tradizionale”.37

Nella schematica biografia tracciata nella lettera a Fiumi il 1911, l'anno dell'arrivo a Verona, segna una svolta positiva:

= Ritorno a galla: “Persone” a Roma nel 1911 “Signorine” a Venezia nel 1912 [...] “Bambina” (galleria nazion di Bruxelles). intorno a questi quadri altri minori: “tre donne” (Ca’ Pesaro 1913) ecc. = Periodo di svolta: “Trasfigurazione (quadro immenso ed inutile) “Via Lattea” Arcobaleno (Venezia 1914) e subito dopo il mio avvicinamento a Kandisky [sic] facilmente superato = nacquero in questo periodo le numerose “Composizioni” esposte alla tanto discussa mia sala personale alla Secessione romana nel 1914 (“Incendio” “Collana verde” “Primavera” Colline ecc.)Mi rinfrancavo subito dopo e ritrovavo me stesso: “Le uova sulla tavola” “Marionette” “Giocattoli” Credo che queste nature morte (castigo allo spirito) siano proprio mie e che ritrovi in esse il germe di quanto ora produco-= Quattro anni di guerra…Ed ora lavoro intenso: primo saggio “Una donna” e poi più seriamente “Tiro a segno” “Scodelle” “Il pastore” e Case popolari. ed il mio ultimo sforzo che credo sia con parole mie espressa con grande amore.. “Signora”..38

Se anche gli anni veronesi sono caratterizzati da qualche opera non riuscita, come l'onirico e simbolista Trasfigurazione,39 e da un avvicinamento a Kandinskij, presto rinnegato,40 dopo la guerra l'artista sembra riprendere un percorso in cui crede profondamente, già avviato con Le uova sulla tavola, Marionette e Giocattoli.

Il 25 settembre 1919 un'altra lettera di Casorati si sofferma sulla presenza degli artisti scaligeri alla mostra di Torino: “la sala da noi allestita sarà interessante: quantunque gli amici veronesi (Trentini incluso che ha veramente delle belle cose) potevano dare di più. La sala non sarà veronese poiché esporrà qualche altro artista d’altra città”.41 L’artista ringrazia poi Fiumi per l’articolo che gli ha inviato e valuta attentamente alcune testate a cui spedirlo, tra cui “La Stampa”,42 Il “Popolo d'Italia” e “La Gazzetta del Popolo”. La sua battaglia in seno alla giuria d’accettazione della mostra torinese sembra aver avuto ripercussioni sulla vita artistica città, tra vivaci dibattiti, i malumori degli esclusi e la gioia degli invitati. Inoltre

vi è l’incognita dei miei quadri ancora gelosamente celati nel mio studio!.. Un articolo su di un giornale cittadino avrebbe – mi pare – tutta l’aria di un gesto reclamistico di parata veramente poco simpatico – Dunque io sarei d’avviso di attendere l’apertura dell’esposizione; quando i miei quadri saranno di dominio

Page 7: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

pubblico, il tuo articolo farà veramente del bene (se riusciamo a farlo pubblicare [...]) a me ed ai giovani.43

L'articolo compare sul mensile “L'Ascesa” di Asti con un profilo dell'artista sulla falsariga delle indicazioni inviategli da Casorati, Il percorso dell’“instancabile ricercatore di vie nuove”, si apre con le prime prove disegnative e pittoriche caratterizzate da un verismo stilizzato ma così penetrante da fruttargli grandi successi. Segue una pericolosa deviazione verso un decorativismo di ascendenza secessionista che lo trascina verso una pittura svincolata dai legami con la realtà, “paga dei suoi magnetici sviluppi cromatici”.44 Poco dopo però l'artista riprende lo studio dal vero con “rinnovato fervore e con più gioia di colore”45 realizzando vivaci nature morte con “dissonanze audacissime armonizzate da maestro”46: è la svolta post-simbolista e l’individuazione di una cifra personale che associa sapienti dissonanze cromatiche a una nuova potenza costruttiva.47

In una lettera del 21 ottobre 1919 il Casorati auspica di vedere l'amico all'inaugurazione della mostra torinese.48 L'artista non ha dimenticato il sostegno di Fiumi e, nella stessa lettera, non perde occasione per promuovere l'attività del poeta:

In questi giorni ho avuto occasione di parlar moltissimo di te e – puoi immaginarlo – lo faccio con entusiasmo veramente fraterno: molti hanno già imparato ad amare la tua fresca limpida e giovane poesia..Ma avrei bisogno di avere qualche esemplare dei tuoi libri specialmente delle tue ultime cose che io preferisco.. Puoi farmele avere?Ho letto “L’Ascesa”, anzi me l’ha portata gentilmente il giovane direttore.. Vedo che hai intrappreso [sic] con impegno degno di tutta la mia riconoscenza la campagna Casoratofila! – Purtroppo la falange dei nemici cresce sempre più! Siamo però coraggiosi - non è vero? – e sorretti da una fede invincibile..49

I rapporti tra Fiumi e l'artista rimangono costanti nell'anno successivo. Al 1920 risalgono quattro cartoline e tre lettere indirizzate al poeta che testimoniano il lavoro di Casorati e le persistenti difficoltà di inserimento nell'ambiente torinese. In una lettera del 4 maggio il pittore lamenta un grande isolamento dall’ambiente artistico pieno di pessimi lavoratori, “cattive lingue, imbottiti di boria, nutriti di invidia, montati sulla mala fede, speculanti sulla dabbenaggine ed ignoranza altrui” ma afferma di aver lavorato molto e portato a termine “le mie cose migliori che avevo destinato alla internazionale veneziana”.50

Nella stessa missiva Casorati annuncia che non parteciperà alla Biennale di Venezia, dove gli è stato proposto uno spazio estremamente ridotto. L'esposizione è definita “una meschina fiera di mediocrità” e il principale responsabile gli appare Vittorio Pica, Segretario Generale, cui viene riconosciuto il merito di aver accolto alcuni maestri dell'avanguardia francese,51 e il torto di non essersi battuto per l'inclusione di molti artisti italiani: “quando si è trattato di passare all’Italia, Pica è stato preso e soggiogato da tutti gli scrupoli piccini, dalla paura dell’uomo pacifico, dalla meschina convenienza dell’impiegato”52 aggiunge sarcastico. Casorati spiega poi i propri, vani, tentativi di convincerlo: “Quando io gli feci notare che era indispensabile invitare qualche artista e gli feci naturalmente i nomi più vivaci – il povero Pica svelò tutta la sua paura [...]. Così io decisi di non esporre…preferisco la compagnia dei pochi che non espongono alla pecorile comunanza dei

Page 8: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

troppi che espongono”.53 Contro l'esposizione veneziana, su cui già qualche mese prima aveva espresso perplessità Margherita Sarfatti,54 l'artista sottolinea la necessità di una vera e propria “campagna”:

Ho letto con piacere le poche righe sulla Biennale apparse in Poesia ed Arte! Ma non basta! Mi sembrerebbe doverosa tutta una campagna contro questo ignobile sistema vigente in tutte le grandi esposizioni… / Sapessi che gente è invitata! Proprio questa gentaglia ruba il pane agli artisti, vendendo ai gonfi pesci cani per biglietti da mille autentici tutta la loro falsa mercanzia.55

Se sulla rivista “Poesia ed Arte” Fiumi si era soffermato brevemente sulla Biennale,56 su “L'Adige” del 20 maggio, sollecitato dalle parole dell'amico, pubblica un lungo articolo in cui critica aspramente la mostra. L'esposizione veneziana, che avrebbe dovuto avere un'importanza straordinaria dopo sei anni di assenza a causa della guerra, lasciando largo posto “a quelle forze giovani, affermatesi con vedute nuove, che, sole, possano cooperare alla perenne continuità dell'arte”,57 ha invece fallito. La colpa attribuita a Vittorio Pica, in linea con il racconto di Casorati, è quella di non aver lasciato spazio ai giovani talenti italiani, includendo invece gli avanguardisti stranieri, scelta bollata non solo come “servilismo antipatico”, ma anche errore di tattica, perché alcuni dei giovani invitati, come Casorati, hanno sdegnato di partecipare alla mostra.58

L’attività di promozione che Fiumi mette in atto in questo periodo genera in Casorati un sentimento di gratitudine che si associa a una grande ammirazione per la sua poesia. Risalgono proprio al 1920 le parole più lusinghiere per i suoi versi, che il pittore mostra di apprezzare sinceramente e con entusiasmo in una lettera datata 9 luglio:

Ho avuto le tue Mussole che ho letto e riletto con tanto piacere. Io che ho vissuto anni ed anni nella tua Verona […], che ho goduto le piccole gioie dispensate teneramente dalle “bambinone” (le stesse che hai conosciuto tu o le sorelle o le amiche?), che ho sofferto le stesse melanconie, non posso non comprendere e non amare il tuo sincero vero canto! E ti sono grato – proprio proprio – del dono affettuoso.59

Pochi mesi dopo è Casorati a “promuovere” Mussole nell’ambiente torinese, chiedendo all’amico di mandarne una copia a Mario Sobrero, scrittore e giornalista della “Gazzetta del Popolo”, menzionando anche la possibilità di una recensione su “La Stampa”.60 Nello stesso periodo il pittore annuncia a Fiumi l'uscita di un articolo a lui dedicato da Piero Gobetti su “Poesia ed Arte”, non prima di aver lamentato l’ignoranza dell’amico sulla sua produzione più recente che definisce “la più interessante perché esclusivamente mia”.61

Sebbene i rapporti si affievoliscano negli anni successivi, quando Fiumi si trasferisce a Parigi e Casorati si afferma definitivamente nell'ambiente torinese, in una breve missiva del 10 dicembre 1925 l'artista si dichiara felice di poter aiutare l'amico.62 Alcuni anni dopo, nel 1933, lo ringrazia caldamente per la richiesta di inserire una sua illustrazione nella rivista “Dante”, nota per ospitare riproduzioni di opere grafiche di artisti vicini al critico veronese quali Mario Tozzi, Michele Cascella e altri. “Ti ringrazio per la cortese tua richiesta” scrive il pittore piemontese, “però non ho sottomano un legno od uno zinco adatto – specie per le dimensioni - alla rivista..

Page 9: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

ciò che non posso fare oggi potrò fare domani… Ti invierò quanto prima una incisione”.63

Nel 1935 Fiumi torna a menzionare l'artista in una recensione sulla mostra dei pittori italiani a Parigi: “Casorati, qui a toute une demi paroi pour exprimer une distinction vraiment supérieure, nous présente de vastes compositions bien rhytmées, baignant dans une atmosphère extatique où la couleur sait paraître abstraite”, 64 e alcuni anni dopo trae ispirazione dal disegno dell’artista La donna bigia65 per l'omonima poesia della raccolta Sul cuore, l’ombra.66

Dal canto suo Casorati non dimenticherà mai gli anni veronesi, considerati i migliori della sua giovinezza, e in una celebre conferenza del 1943 riaffiorerà ancora una volta l'affetto sincero per gli artisti scaligeri:

A Verona in fatti passai gli anni più belli della mia gioventù ... non avevo venticinque anni e fui preso nel vortice di una gaia vita che aveva per me il sapido sapore di novità. La gioviale cordialità dei giovani pittori veronesi che mi si affezionarono subito sinceramente influì con prepotenza nella mia vita d’allora, la prese come in una corrente e la trasformò…questa senza dubbio la ragione, di quel rivolo di umanità, di curiosità dispersa e veristica, che si infiltrò nella mia pittura, tacciata giustamente di frivolità.67

L'ultimo elogio di Fiumi all'artista apparirà nel 1971, in una recensione alla mostra Verona Anni Venti curata da Licisco Magagnato, con il ricordo dell'arrivo a Verona del “giovanotto elegante, antibohème, già preceduto dalla fama di quadri vivacissimi” che “nei sei anni di attivo soggiorno in faccia all'Arena, diede opere che creavano un'atmosfera nuova, mentre quelli che nascevano all'arte allora, sia pur cercando la propria personalità, guardavano a lui come ad un affascinante maestro”.68

Page 10: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

APPENDICE

LETTERE DI FELICE CASORATI A LIONELLO FIUMI 1918-1933

[cartolina]3.4.18 (timbro)Caro Lionello, mi fai un piacere? Desidererei che sul catalogo dell’esposizione nostra risultasse l’anno in cui furono fatti i miei quadri e la statuetta (1912) (cercala nelle riproduzioni)Grazie e saluti affettuosi da Felice Casorati

[cartolina]10.5. 191[8] (timbro)Mio caro,eccoti i miei ringraziamenti più rossi ed infiammati. Sei stato grande grande grande.Domani probabilmente dovrò venire costì per il mio servizio e spero di farti le mie dimostrazioni di gratitudine e di stimaCon amichevoli e cordialissimi salutituo Felice Casorati

[lettera] 27.2.19 (timbro)Caro Lionello, come stai? Io sono qui a Verona all’Ospedale militare principale e ho la solita febbriciattola seccante ma non grave né impressionante. Ho un gran frenesia di lavoro! Quando sarò libero forse mi passerà anche la frenesia! – Ti saluto cordialmente ma se potrò verrò anche a trovartiTuo Casorati

[lettera] 10.5.1919 (timbro)Caro Lionello,Eccoti i saluti di un invalido..Tra breve mi farò fare un’operazione ma poi mi metterò – se non resterò sotto i ferri – al lavoro.E tu come stai? Ti sei ristabilito?

Page 11: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Io ho qui una casa simpatica con un giardino chiuso da mura e con tre grandi alberi e se fossi sano potrei vivere tranquillamente- Ma l’ambiente torinese è impossibile! Musi lunghi un metro, code che non finiscono mai! I pittori non parlano che dell’ultimo ritratto di Grosso in cui un mobile dorato è reso (rendere = vomitare) mirabilmente! Io sono un pazzo –Come farò a vivere ed a guadagnare di che vivere non so! – L’unico che respira è Bistolfi. Qui anzi si farà sotto la sua ala un’esposizione nazionale che avrà molta importanza per la reclame che ne faranno. Io tento di ottenere una sala in cui desidererei esporre con Prati, Zamboni e Trentini sempre se l’operazione andrà bene.. Tu parlane già.. Qui si farebbe un gran chiasso e sarebbe una bella battaglia contro tutto il merdaio ufficiale della pittura torinese – Ho fatto in fretta un ritratto alla Veronesi (lo avevo fatto in studio prima di partire) da esporsi a Verona- ti prego di disporre bene il pubblico e la stampa. Il ritratto è su di un fondo di un altro mio quadro che non è malvagio..Scrivimi – non sono ancora andato da Zampieri perché non ero ancora a posto.. Andrò prestoRaccomanda a Prati di mandarmi Il Noviziato e a Zamboni il suo quadretto di [?].Addio sta bene e non dimenticare il povero Casorati

[lettera]18.9.1919 (timbro)Caro Lionello, non immagineresti la battaglia che sto combattendo! Nella giuria della prossima quadriennale sono il diavolo nell’acquasanta! Per salvare i buoni amici veronesi ho dovuto gridare pregare insultare ed imporre. Ora credo quasi tutti salvi.. Ma ho fatto il meno! Le opere mie, di Prati, di Rossi (bellissime) di Trentini e Zamboni destano lo scandalo più rumoroso in seno alla giuria! Grosso grida come un ossesso: le parole pazzia incapacità stupidaggine sono le più gentili del suo repertorio! Io però ho da parte mia la forza della verità ed il consenso di Wildt, Gaudenzi e Baroni che pur non comprendendo – credo – nulla di quanto vogliamo e cerchiamo noi, mi appoggiano per la stima che hanno per me.Vieni tu all’inaugurazione? Sarebbe un bene per la verità e la giustizia della cosa – Qui “La stampa” ha incominciato ad attaccarmi impersonalmente con vile e sciocca incompetenza. Vedi: si incomincia subito a parlare di Futurismo!Ti unisco qui i cenni di cui potrai giovarti per l’articolo, se vorrai scriverlo.Ora qui ne avrei più che mai bisogno!Però se non si riuscirà a farlo pubblicare da un quotidiano si potrà farlo apparire su “l’ascesa”.. che ne dici? Ti manderò poi con calma fotografie e frammenti critici… Ma spero vederti qui presto.Affettuosamente tuo FeliceMi spiace che Prati sia qui male rappresentato![ II foglio]Esordio: nel 1907 a Venezia con il ritratto di mia sorella… non avevo mai studiato seriamente pittura (avevo invece studiato musica e mi stavo laureando in legge) …ero ventenne!...Dopo due anni di intenso lavoro mi ripresentai a Venezia con le famose “Vecchie” e “Le figlie dell’Attrice” la prima acquistata per la galleria naz. di Roma e la seconda per la galleria Argentina di Buenos Aires. In questo periodo dipinsi “Le comari”

Page 12: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

“Vecchietta padovana” “Ritratto della madre” “Bambina” ecc. ecc. quasi tutti premiati acquistati ecc…= Parentesi di volgarità (nella mia vita d’arte ho avuto sempre i periodi di riposo): Le ereditiere (Venezia 1910) “La cugina” (premiato all’ant. di Barcellona) “L’intrusa” ecc. In questo periodo ho avuto i maggiori successi finanziari ed onorifici!= Ritorno a galla: “Persone” a Roma nel 1911 “Signorine” a Venezia nel 1912 acquistato per quella galleria intern.) “Bambine” (galleria nazion di Bruxelles). intorno a questi quadri altri minori: “Tre donne” (Ca’ Pesaro 1913) ecc. = Periodo di sosta: “Trasfigurazione (quadro immenso ed inutile) “Via Lattea” Arcobaleno (Venezia 1914) e subito dopo il mio avvicinamento a Kandisky [sic] facilmente superato = nacquero in questo periodo le numerose “Composizioni” esposte alla tanto discussa mia sala personale alla Secessione romana nel 1914 (“Incendio” “Collana verde” “Primavera” Colline ecc.)Mi rinfrancavo subito dopo e ritrovavo me stesso: “Le uova sulla tavola” “Marionette” “Giocattoli”. Credo che queste nature morte (castigo allo spirito) siano proprio mie e che ritrovi in esse il germe di quanto ora produco-= Quattro anni di guerra…Ed ora lavoro intenso: primo saggio “Una donna” e poi più seriamente “Tiro a segno” “Scodelle” Il pastore” Case popolari. ed il mio ultimo sforzo che credo sia con parole mie espresso con grande amore.. “Signora”..Ti basta?F

[lettera]25.09.1919 (timbro)Caro Lionello, non so come e quanto ringraziarti per il bellissimo articolone, così completo esauriente affettuosamente ottimistico! – C’è però un grande madornale ma.. Dove farlo pubblicare? Speravo, anzi credevo di poter disporre del Paese, ma questo giornale è stato da pochi giorni ceduto dai vecchi proprietari – che erano miei amici – ad altri che non conosco affatto: il giornale è poi in fin di vita e verrà sostituito da un altro con titolo veste e intendimenti diversi. Potrei tentare di far accogliere l’articolo dalla Gazzetta del popolo o dalla Stampa, ma credo che oggi sia un momento poco adatto per ciò. Infatti la mia lotta audacissima in seno alla giuria d’accettazione per la prossimissima esposizione ha portato ripercussioni nella vita artistica della città: a parte il vivace dibattito di discussioni, il malumore dei molti sacrificati, la gioia chiassosa dei giovani accettati, vi sono dimissioni di pezzi grossi dal consiglio direttivo della Promotrice e sopra tutto vi è l’attesa ansiosa dell’esposizione..Vi è l’incognita dei miei quadri ancora gelosamente celati nel mio studio!.. Un articolo su di un giornale cittadino avrebbe – mi pare – tutta l’aria di un gesto reclamistico di parata veramente poco simpatico. Dunque io sarei d’avviso di attendere l’apertura dell’esposizione; quando i miei quadri saranno di dominio pubblico, il tuo articolo farà veramente del bene (se riusciremo a farlo pubblicare.. e non bisogna dimenticare che le inimicizie che mi sono create sono numerose ed implacabili) a me ed ai giovani. Oppure un’altra via: non sarebbe il caso di far apparire l’articolo sul Popolo d’Italia, servendoci dell’opera del nostro buon amico Ciarlantini?.. Il Popolo è letto moltissimo qui a Torino e noi sortiremo egualmente l’effetto voluto saltando a piè pari tutti gli

Page 13: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

ostacoli. Sarebbe necessario allora cambiar qualche punto, ma per te, maestro espertissimo della frase, sarà affare di un momento..Cerca di venire a Torino per l’inaugurazione dell’esposizione, che sarà verso il 5 ottobre e non prima. La sala da noi allestita sarà interessante: quantunque gli amici veronesi (Trentini incluso che ha veramente delle belle cose) potevano dare di più. La sala non sarà veronese poiché esporrà qualche altro artista d’altra città.Scrivimi riguardo all’idea da me espressa – se ti va – scriveremo io oppure tu a Ciarlantini. Di nuovo, dunque, i miei ringraziamenti per il tuo felice inizio della campagna Casoratofila!.. – Sono stato da Thovez, ma non l’ho trovato essendo egli ora in campagna – ho lasciato a casa sua il tuo libro con tre righe mie. Quando vieni te lo presenterò… andremo a trovarlo in campagna. È l’unico uomo qui a Torino che valga davvero qualche cosa! Addio a rivederciAffettuosamente Felice

[lettera] 21.10.19 (timbro)Carissimo Lionello, mi scrive Ciarlantini che il tuo articolo, corredato da varie fotografie, sarà pubblicato su “Ardita” nel mese di Dicembre – Che ti pare? Ardita è molto letta e fra le riviste popolari è forse la meno frivola. Ti ho mandato qualche giornale con articoli sull’Esposizione di Torino. Leggi quello di Alessandro Stella – l’unico uomo intelligente che abbia la stampa torinese – sul Paese; mi sembra meno superficiale dei soliti fervorini sui notiziari... Se ti riesce fallo pubblicare su L’Adige o sull’Arena – saltando la parte che parla di Ojetti –Spero proprio vederti qui all’inaugurazione della grande esposizione…Mi dispiace che tu non sia venuto e mi dispiace che tu non abbia veduto il mio ritratto che mi sembra la mia cosa migliore – Questa pittura si è fatta veramente amare da molti giovani – anche piemontesi – ho avuto prove di inattesa simpatia e davvero commuoventi – Il pubblico invece e ancor più gli artistoni arrivati odiano me e la mia pittura! Figurati: circola e si sta coprendo di firme illustri e proletarie - una protesta in piena regola contro l’arte nuova che corrompe la gioventù e mina la gloriosa e secolare tradizione della pittura piemontese! Anche i nostri amici veronesi con Rossi sono molto discussi e suscitano ammirazione e scandalo insieme! Peccato non vi sia qualche scultura di Prati – In questi giorni ho avuto occasione di parlar moltissimo di te e – puoi immaginarlo – lo faccio con entusiasmo veramente fraterno: molti hanno già imparato ad amare la tua fresca limpida e giovane poesia..Ma avrei bisogno di avere qualche esemplare dei tuoi libri specialmente delle tue ultime cose che io preferisco.. Puoi farmele avere?Ho letto “L’Ascesa”, anzi me l’ha portata gentilmente il giovane direttore.. Vedo che hai intrappreso [sic] con impegno degno di tutta la mia riconoscenza la campagna Casoratofila! – Purtroppo la falange dei nemici cresce sempre più! Siamo però coraggiosi - non è vero? – e sorretti da una fede invincibile.. AffettuosamenteTuo Felice

[cartolina]27.12.1919 [timbro]Caro Nello, grazie per la tua cartolina.

Page 14: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Ti spedisco le fotografie dei quadri che mi chiedi. Che cosa vuoi fare?Ti ringrazio per l’interesse che prendi ai miei lavori.Ho finito un quadro “Interno” che credo discretamente interessante. Quando potrò (qui a Torino c’è un solo fotografo che si fa pagare in modo favoloso e fa attendere secoli e secoli) te ne invierò la fotografia.Io lavoro molto poi che è l’unica cosa che posso fare qui a Torino. E tu? Come stai? Scrivimi a lungo e non dimenticarmi.Saluta gli amici Veronesi e raccomanda a Prati di mandarmi il Noviziato che attendo da tanto tempo!Auguri e saluti affettuosiFelice

[cartolina]13.2.1920 [timbro]Carissimo LionelloHo ricevuto la bellissima rivista. Te ne ringrazio infinitamente. Sarò ben contento se il mio quadro figuri fra gli infuocati lavori che tu con la tua chiaroveggenza avrai scelto. Ti scriverò prestissimo ed a lungo. Intanto ti ringrazio e ti saluto con molto affetto. Tuo Casorati

[lettera] 4.05.1920 (timbro)Carissimo Lionello, quanto tempo senza tue notizie! Che hai fatto di bello? Che fai? Hai dimenticato gli amici lontani? Qui io vivo molto lontano dall’ambiente degli artisti (sono ben pochi coloro che meritano questo nome!) i quali oltre che pessimi lavoratori sono cattive lingue, imbottiti di boria, nutriti di invidia, montati nella mala fede, speculanti sulla dabbenaggine ed ignoranza altrui… Credi – le eccezioni sono proprio poche… I miei amici sono invece alcuni giovani molto studiosi - anche troppo seri, ma infiammati d’entusiasmo e di fede e che promettono di diventare uomini non inutili - Questi miei amici sono anche tuoi amici perché per mio mezzo ti conoscono intimamente…Ho lavorato molto molto in questo tempo e lavorerei anche ora se da più di un mese non fossi costretto alla assoluta immobilità per un’infezione prodotta da una leggera ferita alla mano sinistra…figurati ho dovuto sottostare ad una non indifferente operazione e sono tuttora in cura sebbene quasi guarito. Come ti dicevo ho molto lavorato e –credo- concluso le mie cose migliori che avevo destinato alla internazionale veneziana…Poi le vicende che sto per raccontarti mi hanno fatto desistere dal partecipare a questa mostra che pare debba essere solo una meschina fiera di mediocrità e di nullità! Pica ha fatto è vero l’atto eroico (è quindici anni che tutti vociano!) di far apparire finalmente a Venezia alcuni pezzi dei grandi maestri francesi d’avanguardia… Avanguardia per modo di dire, ma manifestazione tuttora viva e battaglieraMa quando si è trattato di passare all’Italia, Pica è stato preso e soggiogato da tutti gli scrupoli piccini, dalla paura dell’uomo pacifico, dalla meschina convenienza dell’impiegato...

Page 15: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Io gli avevo proposto di raccogliere in due sale (visto che in un padiglione intero non mi era assolutamente concesso) alcuni esempi significativi della pittura d’avanguardia (mi dispiace adoperare sempre questa parola usata oggi in modo così equivoco) Italiana..Pica mi concedeva sì le due sale, ma pretendeva che la mia opera si limitasse a scegliere fra le tele accettate dalla giuria o invitate - quelle di intendimenti più moderni!Quando io gli feci notare che era indispensabile invitare qualche artista e gli feci naturalmente i nomi più vivaci – il povero Pica svelò tutta la sua paura… figurati che per dimostrarmi il suo interessamento per l’arte d’avanguardia Pica mi proclamò di avere perfino invitato – lui per la prima volta – il pittore Bosia!Così io decisi di non esporre… preferisco la compagnia dei pochi che non espongono alla pecorile comunanza dei troppi che espongono.. Ho fatto male?Ho letto con piacere le poche righe su la Biennale apparse in Poesia ed Arte! Ma non basta! Mi sembrerebbe doverosa tutta una campagna contro questo ignobile sistema vigente in tutte le grandi esposizioni…Sapessi che gente è invitata! Proprio questa gentaglia ruba il pane agli artisti, vendendo ai gonfi pesci cani per biglietti da mille autentici tutta la loro falsa mercanzia-Verrò fra qualche giorno a Verona.. Ci vediamo a Venezia all’apertura della fiera? Ti parlerò allora più a lungo –Ricordami e scrivi e prenditi i miei affettuosi salutiTuo FeliceSalut [sic] tutti gli amici veronesi –E “noviziato” di Prati?

[Cartolina, sul recto fotografia b/n con titolo: Rubiana- Borgata Barello]16.06.20 (timbro)Caro Nello,sono in campagna.Lavoro e vivo solo solo - così bene che mai-Tu? – Scrivimi – quando vai al Lido - Spero andarci io pure...Affettuosamente tuoFeliceRubiana. Villa Quarena (Torino)

[lettera] 9.7.1920 (timbro)Caro Lionello,ho avuto le tue “Mussole” che ho letto e riletto con tanto tanto piacere! Io che ho vissuto anni ed anni nella tua Verona, che conosco in ogni particolare il suo paesaggio, che ho goduto le piccole gioie dispensate serenamente dalle “bambinone” (le stesse che hai conosciuto tu, o le sorelle o le amiche?), che ho sofferto le stesse melanconie, non posso non comprendere e non amare il tuo sincero vero canto! E ti sono grato – proprio proprio- del dono affettuoso…Spero rivederti presto nel prossimo viaggio nel Veneto...

Page 16: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Con tutta amicizia tuo Felice

[Cartolina, sul recto fotografia b/n con titolo: Avigliana- Santuario dei Laghi]26.09.20 (timbro)Affettuosi salutiF. Casorati

[lettera] 5.11.1920 (timbro)Caro Lionello,Il pittore De Paoli Bellusi da Ferrara mi giura che tu hai cortesemente accettato di firmare su l’opera mia per un prossimo volume della casa Taddei – A mia volta ti ringrazio per questo nuovo fiore di amicizia affettuosa che mi dai..Mi spiace che tu non conosca la mia ultima produzione che – a mio avviso – è la più interessante perché esclusivamente mia… ti manderei delle fotografie ma ne ho delle bruttissime.So che Gobetti che ha studiato i miei ultimi (non gli ultimissimi) lavori molto attentamente ha scritto un articolo per Poesia ed Arte –L’hai letto? Credo che in questo articolo siano esaminati e descritti i miei quadri ultimi “Un uomo” “Interno” “mattino” ecc…Se puoi leggerlo te ne farai tu pure un’idea-Scrivimi e non dimenticarmi. Io sono stato ammalato assai in questi ultimi tempi e ho potuto lavorare pochissimo-.Ti abbraccio affettuosamente pregandoti di salutare tutti i buoni amici veronesiTuo Felice

[Cartolina]12.11 192[0] (timbro)Caro Lionello,mi sono subito adoperato per “Mussole”.. Perciò manda un esemplare del tuo libro a Mario Sobrero alla “Gazzetta del Popolo”. Spero che se ne occuperà in modo soddisfacente. Per la Stampa ho più buone speranze..Io sto meglio, ma son pieno di forti dolori al petto ed alla schiena che mi impediscono di lavorareAffettuosi saluti da CasoratiTi dico di mandare il libro tu a Sobrero perché egli stesso ne ha manifestato il desiderio…

[lettera]10.12.1925 [timbro]Caro Lionello, ho ricevuto la tua lettera assai in ritardo… ed in ritardo rispondo. Ritornerò a Torino fra giorni e cercherò di parlare del caso tuo… ben contento di poter essere utile ad un caro e vecchio (!) amico.

Page 17: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Sono nella tua ripudiata Venezia a lavorare come un cane alla catena… e che catena pesante.Ti abbraccio tuoCasoratiVia Mazzini, 52 Torino

[lettera] 28.1.33 (timbro)Carissimo Fiumi,perdona il ritardo…ma io devo incominciare purtroppo tutte le lettere così..Ti ringrazio per la cortese tua richiesta – però non ho sottomano un legno od uno zinco adatto – specie per le dimensioni – alla rivista.. ciò che non posso fare oggi potrò fare domani… Ti invierò quanto prima una incisione.intanto sono assai lieto di avere l’occasione di mandarti molti memori e cordiali salutiTuo F Casorati

Page 18: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

1 Ringrazio il dott. Agostino Contò per avermi segnalato la presenza delle lettere di Casorati nel Centro Studi Fiumi.2 Lettera di F. Casorati a T. Guadagnini, 7 aprile 1911, in Felice Casorati a Verona, catalogo della mostra a cura di S. Marinelli, Milano 1986, pp. 145-146. Per il carteggio tra Casorati e Guadagnini rimando a M. Mimita Lamberti, Felice Casorati dal 1907 al 1916: l'apprendistato attraverso un carteggio, in Felice Casorati a Verona, cit., pp. 133-164. In un'altra lettera all'amica, Casorati esprime la sua ammirazione per le architetture cittadine: “Cammino molto per la città…fermandomi spesso estatico dinanzi ad una grande porta antica sapientemente ricamata nel legno ed incorniciata di marmo (quanti palazzi belli in Verona!), dinnanzi ad un cortile deserto cinto da mura merlate all’esterno e dentro da gotici porticati con colonne di marmo rosso; dinnanzi ad uno stinto e scialbo affresco sfuggito alla barbara sacrilega mano dei restauratori… Entro in qualche chiesa (le chiese in Verona sono tutte bellissime… e Lei vedrà San Zeno – uno dei più gloriosi e puri monumenti del Trecento, che si erge, vigilato da un campanile superbo e da un forte torrione, nel fondo di una grande piazza arborata circondata da casucce scure piccole piccole di un sol piano eppur bellissime…) e il freddo dei marmi profusi ovunque ed il luccichio quieto dell’oro antico e soprattutto le gravi figure che guardano fissamente dalle pareti con occhi grandi profondi estatici, che gestiscono ampiamente e dignitosamente, le grandi figure che vivono al calor sacro dei ceri ardenti, come i cadaveri o gli spettri, mi mettono un brivido nel corpo e nell’anima”. Lettera di F. Casorati a T. Guadagnini, 23 aprile 1911, in Felice Casorati a Verona , cit., p. 146-147.3 Sarà proprio Trentini a introdurre Casorati presso i coniugi Veronesi, che diverranno ben presto suoi estimatori e collezionisti delle sue opere.4 Rimasta inedita fino al 1986, la poesia è stata pubblicata per la prima volta da Giampaolo Marchi in Felice Casorati a Verona, cit., p. 127.5 Nel 1914 Casorati è nel comitato redazione della rivista “La Via Lattea” con Pino Tedeschi, Umberto Zerbinati, e Augusto Calabi. Sulla rivista l'artista piemontese pubblica incisioni indipendenti dai testi realizzate tra il 1913 e il 1914: Donna tra i fiori, Purezza, Eva che si specchia nel laghetto, Salomè e Illustrazione: la città o Visione, xilografia pubblicata anche su “L’Eroica”. L'anno dopo è la volta di “Can della Scala”, rivista satirica veronese redatta dall’Accademia Montebaldina, per cui Casorati disegna la testata, e della rivista teatrale “San Zen che ride…”, promossa dai direttori dell’Accademia, Perbellini e Zenari, per la quale realizza l’omonima incisione.6 G. P. Marchi, Verona 1914: ut pictura poesis, in Felice Casorati a Verona, cit., p. 127.7 Ibidem.8 Il dipinto viene definito da Poli “un esempio abbastanza superficiale di adesione al simbolismo letterario allora più in voga (è questo tipo di quadri che Casorati rinnegherà con maggior forza)”. F. Poli, Felice Casorati. Vita e opere (1883-1963), in Catalogo generale delle opere di Felice Casorati. Volume primo: i dipinti (1904-1963), a cura di G. Bertolino, F. Poli, Torino 1995, p. 34. Lo studioso stabilisce un ulteriore parallelo con Fiumi, anche lui incline a rinnegare la propria lirica “non stupisce che questa lirica, datata 1914, si trovi in un quaderno bollato dal poeta con la scritta “Ciarpame”. Ivi, p. 107.9 “Già Primavera e La collana verde, esposte alla Secessione di Roma, sono un passo in avanti: la prima con quell'orchestra sommessa di rosa-oleandro [...]; la seconda con quel largo accostamento di giallo di nero e di verde” scrive Fiumi nell'articolo L'Esposizione d'Arte “pro Assistenza Civica”, in “L'Adige” 9 aprile 1918. 10 Si vedano gli elenchi manoscritti delle opere vendute da Fiumi nel CSF.11 L. Fiumi, Un vivaio pittorico – Primavere d'arte: Angelo Zamboni, in “Humanitas”, 3 settembre 1916.12 Casorati era stato fortemente influenzato dalla presenza di Klimt alla Biennale veneziana del 1910 e i suoi interessi per la cultura figurativa mitteleuropea si erano poi sviluppati proprio in ambito veronese, grazie agli incoraggiamenti di Attilio Trentini, che aveva studiato decorazione a Monaco. Cfr. M. Brognara Salazzari, Casorati e gli artisti veronesi, in Felice Casorati a Verona, cit., p. 105.13 Si vedano Esposizioni d'arte nel Museo Civico di Verona "Pro assistenza civica" durante l'anno di guerra 1918 , in “Madonna Verona”, a. XII, n. 3-4, fasc.47-48 (1918), pp. 76-115, e E. Casotto, Felice Casorati alla mostra Pro Assistenza Civica del 1918 e il ritrovamento di tre bozzetti, in “Verona Illustrata”, 19, 2006, pp.131-137. 14 Cartolina di F. Casorati a L. Fiumi, 3 aprile 1918, CSF. Alla prima esposizione (7 aprile - 15 maggio) Casorati espone Primavera (1913), La via Lattea (1914), Le marionette (1914), Scherzo: uova (1914), varie acqueforti e la scultura Studio di testa, in terracotta verniciata. Si veda Catalogo della prima esposizione d'arte, 7 aprile – 10 maggio, in “Madonna Verona”, a. XII, n. 3-4, fasc. 47-48 (1918), pp. 81, 83, 91.15 L. Fiumi, L'Esposizione d'Arte “pro Assistenza Civica”, in “L'Adige”, 9 aprile 1918. 16 Ibidem.17 Si tratta di Primavera (1913), La collana verde (1914), Le marionette (1914) e Scherzo: uova (1914). Cfr. Catalogo della seconda esposizione d'arte, giugno-agosto, in “Madonna Verona”, a. XII, n.3-4, fasc.47-48 (1918), pp. 96, 103.18 L'opera è probabilmente identificabile con il dipinto venduto per 1.800.000 lire a “Renato” citato in un elenco manoscritto del 16 marzo 1969, CSF. Per il dipinto si veda anche Catalogo generale delle opere di Felice Casorati. Volume primo: i dipinti (1904-1963), a cura di G. Bertolino, F. Poli, Torino 1995, p. 481, e Catalogo della terza esposizione d'arte, ottobre-dicembre, in “Madonna Verona”, a. XII, n. 3-4, fasc. 47-48 (1918) p. 108. Il catalogo delle opere di Casorati include un dipinto a tempera su cartone, datato 1912 e oggi custodito presso il Museo d'Arte

Page 19: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

Medievale e Moderna di Padova, intitolato Le due bambine o Le due sorelle. Esso tuttavia è difficilmente identificabile con l'opera già posseduta da Fiumi sia perché realizzato un anno prima dell'opera menzionata nel catalogo del 1918, sia perché proveniente dalla collezione Vescovin di Padova, dove si trovava fino agli anni sessanta. Cfr. Catalogo generale, a cura di G. Bertolino, F. Poli, cit., p. 191.19 S. Marinelli, Il paradiso perduto, in Felice Casorati a Verona, cit., p. 20.20 L'articolo dedicato all'artista fa riferimento a un pubblico scandalizzato per i quadri di Casorati, Prati e Zamboni: “so che quella sala venne battezzata senz’altro futurista e che i più profondi sospiri vennero emessi davanti ai quadri di Felice Casorati”. F. Ciarlantini, Felice Casorati, in “Energie nuove”, 15-31 marzo 1919. 21 Cartolina di V. Pica a L. Fiumi, 1 novembre 1918, CSF. Le missive inviate da Vittorio Pica a Lionello Fiumi, custodite presso la Biblioteca Civica di Verona, sono state inserite nell'archivio virtuale di Vittorio Pica all'interno del database online CAPTI. I documenti sono consultabili al link: http://www.capti.it/search.php?s=lionello+fiumi&kindofasearch=1&lang=IT22 Cartolina di V. Pica a L. Fiumi, 26 novembre 1918, CSF. Si veda anche G. Bologna, Vittorio Pica e Lionello Fiumi. La promozione dei giovani artisti 1917-1919, in La cultura visiva contemporanea: arte e letteratura fra archivi e riviste, “Quaderni della Riviera Ligure”, n. 75, 2015, in corso di stampa.23 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 10 maggio 1919, CSF. 24 L. Fiumi, L’esposizione d’arte alla Gran Guardia. Mentre picchia il martello, in “L’Adige”, 21 maggio 1919.25 L. Fiumi, All’esposizione Cispadana . I Lombardi e i piemontesi, in “L’Adige”, 28 giugno 1919. 26 Ibidem.27 L. Fiumi, La Cispadana di Verona, in “Pagine d’arte”, VII, 9 - 15 settembre 1919, p. 81.28 Ibidem.29 S. Marinelli, Il Paradiso perduto, cit., p. 25.30 “Il Ritratto della signora Teresina Veronesi abdica a ogni scarnevalata cromatica, si raccoglie in pochi toni austeri ed essenziali di grigio e nero ma oltremodo melodiosi di passaggi. Se la figura appare un po' piatta, non eccessivamente costruita, essa si giustifica per una stilizzazione aristocratica che si estende allo sfondo, interessantissimo gioco di astuzie prospettiche, trattate da mano maestra.” L. Fiumi, La Cispadana di Verona, in “Pagine d’arte”, VII, 9 - 15 settembre 1919, p. 81.

31 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 10 maggio 1919, CSF.32 Ibidem. Noviziato di Prati non sarà esposto alla mostra torinese, dove comparirà solo il disegno I terrorizzati. Si veda Catalogo Esposizione Nazionale di Belle Arti, Torino 1919, pp. 43-44. Non a caso, in una lettera del 18 settembre 1919 a Fiumi, Casorati si rammaricherà che alla mostra Prati sia “male rappresentato”.33 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 18 settembre 1919, CSF. La presenza dei veronesi alla mostra è annunciata anche in una lettera inviata da Casorati a Nino Barbantini: “già da tempo d’accordo con Leonardo Bistolfi per una esposizione di quadri miei e dei miei amici veronesi nella prossima Promotrice qui di Torino. Ho chiesto ed ottenuto una delle sale speciali. Dopo il successo di Ca’ Pesaro mi è nato il desiderio che nella stessa sala figurassero Rossi, Martini e qualche altro l’arte in quanto non fosse esibizione inutile di abilità o decorazione o – peggio ancora- commercio […] Io esporrò cinque lavori – Da Verona spero Prati? Zamboni e Trentini”. Felice Casorati. Scritti interviste lettere, a cura di E. Pontiggia, Milano 2004, p. 167. Gino Rossi è un artista particolarmente apprezzato da Casorati: nel catalogo della terza mostra d'arte “Pro Assistenza Civica” tenuta a Verona nel 1918 la sua Testa di vecchio è menzionata come proprietà di Felice Casorati. Cfr. Catalogo della terza esposizione d'arte, ottobre - dicembre. Esposizioni d'arte nel Museo Civico di Verona "Pro assistenza civica" durante l'anno di guerra 1918, in “Madonna Verona”, a. XII, nn.3-4, fasc.47-48 (1918), p. 106.34 Si veda Licisco Magagnato, Casorati, dieci anni a Verona, in Felice Casorati a Verona, cit., p. 11. 35 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 18 settembre 1919, CSF.36 Si pensi al dipinto La cugina (1909), in cui la posa del bambino biondo è ispirata, per ammissione dello stesso Casorati, a una figura del Concerto di Tiziano (Firenze, Palazzo Pitti). Cfr. S. Marinelli, Il paradiso perduto, cit., p.18.37 Catalogo generale, a cura di G. Bertolino, F. Poli, cit., p. 28.38 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 18 settembre 1919, CSF.39 Il trittico ha una triste sorte: dopo averlo esposto alla Biennale del 1914 Casorati si rifiuta di ritirarlo e l'opera viene divisa tra Barbantini, Soppelsa e Damerini. Oggi è noto soltanto da una fotografia e da un frammento custodito in collezione privata.40 In una conferenza tenuta all'Università di Pisa nel 1943, Casorati definirà alcune esperienze veronesi “ozioso vagabondaggio in cerca di un estetismo senza consistenza”. Tra esse figura anche l'avvicinamento a Kandinskij: “Mi diedi allora alle più strane ricerche ... Chi ricorda i miei quadri di quell'anno [1913], e spero non siano molti a ricordare, può parlare di uno stanco romanticismo fatto di capricci e di raccapricci... di pittura musicale (quante volte ho sentito fare il nome di Kandinsky), di arabeschi sensori, di paesaggi magnetici e che so io...Risalì a galla la passione per la musica e credetti possibile interpolare l'ideale musicale con quello pittorico...Il desiderio di far scomparire dalla mia pittura anche un residuo di ottica accademica, di naturismo, sfociò in una specie di linearismo, che allora avrei chiamato volentieri lirico, ma che era così estraneo alla mia natura”. Il passo è citato in Catalogo

Page 20: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

generale, a cura di G. Bertolino, F. Poli, cit., pp. 30-31.41 I veronesi presenti sono Guido Trentini, Angelo Zamboni, Ettore Beraldini, Antonio Nardi, Baldassarre Longoni, Eugenio Prati, Aldo Franzoni e Giuseppe Zancolli. Cfr. Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 25 settembre 1919, CSF.42 Solo pochi giorni prima il quotidiano torinese non aveva lesinato, proprio in occasione del dibattito sugli artisti da inserire in mostra, critiche a Casorati, puntualmente riportate in una lettera a Fiumi: “Qui ‘La stampa’ ha incominciato ad attaccarmi personalmente con vile […] incompetenza. Vedi: si incomincia subito a parlare di Futurismo!”. Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 18 settembre 1919, CSF.43 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 25 settembre 1919, CSF.44 L. Fiumi, Note D’arte. Un piemontese: Casorati , in “L’Ascesa”, settembre 1919, p. 70. 45 Ibidem.46 Ibidem.47 Ibidem, p. 71. Nell’articolo Fiumi rileva le influenze di Klimt e Kandinskij che nella metà degli anni dieci deviano il cammino dell’artista verso una pittura pericolosamente “musicale, astratta, svincolata dai legami con la realtà, paga dei suoi magnetici sviluppi cromatici”. Lo stesso articolo appare con il titolo Un artista piemontese. Felice Casorati, in “L'Ardita”, I, 10, 15 dicembre 1919. 48 “Mi dispiace che tu non sia venuto e mi dispiace che tu non abbia veduto il mio ritratto che mi sembra la mia cosa migliore – Questa pittura si è fatta veramente amare da molti giovani – anche piemontesi – ho avuto prove di inattesa simpatia e davvero commuoventi – Il pubblico invece e ancor più gli artistoni arrivati odiano e maledicono me e la mia pittura! Figurati: circola e si sta coprendo di firme illustri e proletarie - una protesta in piena regola contro l’arte nuova che corrompe la gioventù e mina la gloriosa e secolare tradizione della pittura piemontese! Anche i nostri amici veronesi con Rossi sono molto discussi e suscitano ammirazione e scandalo insieme! Peccato non vi sia qualche scultura di Prati”. Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 21 ottobre 1919, CSF.49 Ibidem.50 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 4 maggio 1920, CSF.51 Le parole dell'artista sono eloquenti: “le vicende che sto per raccontarti mi hanno fatto desistere dal partecipare a questa mostra che pare debba essere solo una meschina fiera di mediocrità! Pica ha fatto è vero l’atto eroico (è quindici anni che tutti vociano!) di far apparire finalmente a Venezia alcuni dei grandi maestri francesi d’avanguardia… Avanguardia per modo di dire, ma manifestazioni tuttora vive”. Ibidem. Sull'argomento si veda anche G. Bologna, Vittorio Pica e Lionello Fiumi, cit.52Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 4 maggio 1920, CSF. L'ostilità di Casorati nei confronti di Vittorio Pica è stata condivisa non solo da alcuni suoi contemporanei, come Ardengo Soffici, ma anche da una storiografia artistica che lo ha a lungo ignorato o ricordato esclusivamente per la promozione degli artisti stranieri in Italia. Solo recentemente si è registrata una parziale rivalutazione nei confronti della sua attività. Cfr. D. Lacagnina, «Votre oeuvre si originale et si puissante...». Vittorio Pica scrive a Joaquìn Sorolla, in “Materia”, a. 2005, n. 5 e, dello stesso autore, Vittorio Pica, Art Critic and Amateur d'Estampes, in The Symbolist Movement, Its Origins and Its Consequences, a cura di R. Neginsky, atti del convegno (Monticello, IL, Allerton Park, 22-25 Aprile 2009), Cambridge 2010, pp. 455-480.53 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 4 maggio 1920, CSF.54 La selezione degli artisti alla Biennale di Venezia era stata oggetto di attenzione da parte della Sarfatti in un articolo apparso su “Il Popolo d'Italia” e riproposto da Fiumi sulle pagine de “L'Adige”: M. Sarfatti, L'avanguardia artistica italiana e gli inviti alla Biennale di Venezia, in «Il Popolo d'Italia», 29 febbraio 1920; L. Fiumi, L’avanguardia artistica italiana e gli inviti alla Biennale di Venezia, in “L'Adige”, 2 marzo 1920.55 La lettera si conclude con l'annuncio del suo imminente arrivo a Verona e il ricordo degli amici veronesi: “Ci vediamo all’apertura della fiera? / ti parlerò allora più a lungo – [...] Salut [sic] tutti gli amici veronesi – E “noviziato” di Prati?”. Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 4 maggio 1920, CSF.56 L. Fiumi, Arte e musica, in “Poesia ed Arte”, II, 3, marzo 1920. Negli anni 1919-1920 la rivista è diretta da Antonio Scolari, con la partecipazione attiva di Fiumi e la collaborazione di numerosi intellettuali e artisti tra cui Casorati, che nel febbraio 1922 pubblicherà l'illustrazione La colazione del mattino. 57 L. Fiumi, La XII Esposizione di Venezia. I veronesi, in “L'Adige”, 20 maggio 1920. 58 Ibidem.59 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 9 luglio 1920, CSF.60 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 12 novembre 1920, CSF.61 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 5 novembre 1920, CSF. L'articolo menzionato è Piero Gobetti, Felice Casorati, in “Poesia ed Arte”, a. II, n. 10-11, ottobre-novembre 1920, pp. 228-237. Nel 1923 Gobetti pubblicherà a Torino la monografia Felice Casorati pittore. Per i rapporti tra i due rimando a Piero Gobetti e Felice Casorati 1918-1926, catalogo della mostra a cura di Maria Mimita Lamberti (Torino, Archivio di Stato 30 ottobre – 2 dicembre 2001), Milano 2001.62 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 10 dicembre 1925, CSF.63 Lettera di F. Casorati a L. Fiumi, 28 gennaio 1933, CSF. L'illustrazione comparirà sulla rivista “Dante” nel marzo 1933.

Page 21: Arte, critica, esposizioni: Felice Casorati e Lionello Fiumi

64 L. Fiumi, L'art italien du XIX et du XX siècles au Jeu de Paume, in “Dante”, a. 4, n. 6, giugno 1935, p. 261.65 Già di proprietà di Fiumi il disegno fu venduto al collezionista Zaffagni probabilmente nel 1972. L'opera è citata accanto alla data 2/3/1972 in due elenchi di opere vendute, CSF.66 Cfr. L. Fiumi, Liriche scelte, Verona 1971, p. 78.67 Il brano è riportato in Felice Casorati. La naturalezza cosciente ( 1883-1963), catalogo della mostra, Bologna 1986, p. 24 e in Felice Casorati 1883-1963, catalogo della mostra a cura di M. M. Lamberti, Torino 1985, pp.17-19.68 L. Fiumi, Verona Anni Venti, in “La Nuova Sardegna”, 5 novembre 1971.