arCIMBOLDO - Principato ScuolaArcimboldo. Nasce a Milano nel 1527 e comincia la sua carriera lavorando nella bottega del padre. Viene notato molto presto per la sua abilità: l’imperatore
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... i consigli degli autori
Straordinario pensare che nel lontano 1500 ci fossero de-
gli artisti che, grazie alla loro arte, percorrevano l’Europa!
È il caso di Giuseppe Arcimboldo.
Nasce a Milano nel 1527 e comincia la sua carriera lavo-
rando nella bottega del padre.
Viene notato molto presto per la sua abilità: l’imperatore Fer-
dinando I lo vuole alla corte di Vienna e lo nomina ritrattista
uffi ciale.
La sua bravura è tale che, una volta morto l’imperatore, Arcimboldo rimane al servizio
dei suoi successori e dall’Austria si trasferisce a Praga.
Il suo estro e la sua genialità (c’è chi lo considera addirittura un mago!) non si esprimono
solo nella pittura: è un grande organizzatore di feste meravigliose, scenografo e costu-
mista e consulente personale dell’imperatore nella ricerca e nell’acquisto di “tesori” per
la sua Wunderkammer (la stanza delle meraviglie).
Ritorna nella sua Milano solo a 60 anni, insignito di titolo nobiliare, per dedicarsi ai suoi
quadri. Muore nel 1593.
Delle sue opere più tradizionali pochi se ne ricor-
dano, ma tutti hanno negli occhi quei suoi ri-
tratti fatti di oggetti, fi ori, frutti e animali.
Viene notato molto presto per la sua abilità: l’imperatore Fer-
dinando I lo vuole alla corte di Vienna e lo nomina ritrattista
arCIMBOLDO La primaveraStraordinario pensare che nel lontano 1500 ci fossero degli artisti che, grazie alla loro arte, percorrevano l’Europa! è il caso di Giuseppe Arcimboldo. Nasce a Milano nel 1527 e comincia la sua carriera lavorando nella bottega del padre. Viene notato molto presto per la sua abilità: l’imperatore Ferdinando I lo vuole alla corte di Vienna e lo nomina ritrattista uffi ciale.La sua bravura è tale che, una volta morto l’imperatore, Arcimboldo rimane al servizio dei suoi successori e dall’Austria si trasferisce a Praga. Il suo estro e la sua genialità (c’è chi lo considera addirittura un mago!) non si esprimono solo nella pittura: è un grande organizzatore di feste meravigliose, scenografo e costumista e consulente personale dell’imperatore nella ricerca e nell’acquisto di “tesori” per la sua Wunderkammer (la stanza delle meraviglie). Ritorna nella sua Milano solo a 60 anni, insignito di titolo nobiliare, per dedicarsi ai suoi quadri. Muore nel 1593.Delle sue opere più tradizionali pochi se ne ricordano, ma tutti hanno negli occhi quei suoi ritratti fatti di oggetti, fi ori, frutti e animali. Arcimboldo crea uno stile del tutto nuovo: per ritrarre l’imperatore stesso o i notabili di corte o per dipingere le stagioni, l’artista unisce i vari elementi della natura oppure oggetti di uso quotidiano e crea rappresentazioni di grande impatto.
Per poter scorgere e visualizzare la fi gura rappresentata è necessario allontanarsi dalle tele: solo così i volti ci appaiono nella loro completezza e unicità.Molto amato dai suoi contemporanei, l’artista viene poi quasi dimenticato.
“La primavera” fa parte di una serie di tele che rappresentano le stagioni. L’orecchio dell’uomo è una peonia, i capelli sono hybiscus, fi ori di melograno e malvarose. Il giglio bianco è un pennacchio sul cappello. Un vero tripudio di fi ori che sbocciano in primavera e che compongono il ritratto. è un’allegoria, cioè la rappresentazione di un concetto più profondo e complesso. La primavera rappresenta la giovinezza dell’essere umano, l’estate incarna l’età matura, l’autunno il periodo in cui si diventa anziani e l’inverno la vecchiaia. è davvero unica la capacità di accostare tanti elementi diversi per dar vita ad un insieme così uniforme!
arcimboldo usa la tecnica
del “tromp l’oeil” che, tramite l’illusione
ottica, ci permette di vedere cose e persone
che in realtà non ci sono.
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arCIMBOLDO La primaveraStraordinario pensare che nel lontano 1500 ci fossero degli artisti che, grazie alla loro arte, percorrevano l’Europa! è il caso di Giuseppe Arcimboldo. Nasce a Milano nel 1527 e comincia la sua carriera lavorando nella bottega del padre. Viene notato molto presto per la sua abilità: l’imperatore Ferdinando I lo vuole alla corte di Vienna e lo nomina ritrattista uffi ciale.La sua bravura è tale che, una volta morto l’imperatore, Arcimboldo rimane al servizio dei suoi successori e dall’Austria si trasferisce a Praga. Il suo estro e la sua genialità (c’è chi lo considera addirittura un mago!) non si esprimono solo nella pittura: è un grande organizzatore di feste meravigliose, scenografo e costumista e consulente personale dell’imperatore nella ricerca e nell’acquisto di “tesori” per la sua Wunderkammer (la stanza delle meraviglie). Ritorna nella sua Milano solo a 60 anni, insignito di titolo nobiliare, per dedicarsi ai suoi quadri. Muore nel 1593.Delle sue opere più tradizionali pochi se ne ricordano, ma tutti hanno negli occhi quei suoi ritratti fatti di oggetti, fi ori, frutti e animali. Arcimboldo crea uno stile del tutto nuovo: per ritrarre l’imperatore stesso o i notabili di corte o per dipingere le stagioni, l’artista unisce i vari elementi della natura oppure oggetti di uso quotidiano e crea rappresentazioni di grande impatto.
Per poter scorgere e visualizzare la fi gura rappresentata è necessario allontanarsi dalle tele: solo così i volti ci appaiono nella loro completezza e unicità.Molto amato dai suoi contemporanei, l’artista viene poi quasi dimenticato.
“La primavera” fa parte di una serie di tele che rappresentano le stagioni. L’orecchio dell’uomo è una peonia, i capelli sono hybiscus, fi ori di melograno e malvarose. Il giglio bianco è un pennacchio sul cappello. Un vero tripudio di fi ori che sbocciano in primavera e che compongono il ritratto. è un’allegoria, cioè la rappresentazione di un concetto più profondo e complesso. La primavera rappresenta la giovinezza dell’essere umano, l’estate incarna l’età matura, l’autunno il periodo in cui si diventa anziani e l’inverno la vecchiaia. è davvero unica la capacità di accostare tanti elementi diversi per dar vita ad un insieme così uniforme!