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Appunti lezione 1° anno Med 48 Educatori Professionale docente Cleta Sacchetti 1
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Appunti lezione 1° anno Med 48 Educatori Professionale ...corsi.unibo.it/educazioneprofessionale/Documents/slide sacchetti.pdf · successivi alla seconda guerra mondiale •Risponde

Feb 14, 2019

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nguyendieu
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Appunti lezione

1° anno

Med 48

Educatori Professionale

docente

Cleta Sacchetti

1

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• L’educatore professionale nasce negli anni

successivi alla seconda guerra mondiale

• Risponde alle esigenze concrete lasciate dal

dopo guerra:

• Famiglie sfasciate molti ragazzi orfani

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EDUCATORE PROFESSIONALE

• Programma gestisce e verifica interventi

educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle

potenzialità dei soggetti in difficoltà e per il

raggiungimento delle loro autonomie

• Inoltre collabora nella creazione e

organizzazione di strutture sociali e sanitarie per

la realizzazione di progetti educativi integrati

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Molteplicità Mansionistica

Compito generale

Individuare Promuovere Sviluppare

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Molteplicità Mansionistica

Le Potenzialità

Cognitive Affettive Relazionali

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Molteplicità Mansionistica

Individuare

Promuovere

Sviluppare

Cognitive

Affettive

Relazionali

Paziente

Compito

generale

le

potenzi

alitàRelazione

educativa

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La relazione d’aiuto

Rogers nel 1951 ha definito la relazione d'aiuto come"una relazione in cui almeno uno dei due protagonistiha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, losviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo diagire più adeguato e integrato

La specificità che la distingue dalle altre relazioniumane è l'aspetto metacognitivo: per competenzad'aiuto si intende infatti la capacità di dare vita ad unarelazione umana in modo consapevole, controllato edintenzionale, padroneggiando razionalmente abilità"che sono un tutt'uno con ciò che si è".

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Che cos’è una relazione

d’aiuto?

Si ha relazione d’aiuto quando vi e’ un “incontro”

tra due persone, di cui una si trova in

condizioni di sofferenza, confusione, conflitto

e/o disabilita’ dinanzi ad un problema che deve

gestire, l’altra e’ dotata di un grado

“superiore” di adattamento, competenza e

abilita’ rispetto lo stesso problema.

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I REQUISITI PER LA

RELAZIONE D’ AIUTO:

• Una minima volontà da parte di due

persone di relazionarsi

• Una capacità e una minima volontà di entrambi di

ricevere informazioni dall’altro

• Un rapporto che esiste da un certo periodo di

tempo

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Clima per una relazione d’aiuto

• Sospensione del giudizio

• Rispetto

• Non eccesso di manipolazione

• Valore alla unicità e alle potenzialità personali

• Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi

• Reciprocità

• Curiosità dell’operatore

• Autenticità dell’operatore

• Centralità della relazione

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Le capacità relazionali

Le capacità di gestire l’incontro con l’altro in tutto il suo

divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva

che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle

capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di

saper entrare in contatto con l’utente, comprenderne le

richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di

capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso

dell’espressione “essere in contatto”: con l’interlocutore e

con se stessi.

• Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la

complessità interpersonale.

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I COMPORTAMENTI DI CHI NON

ASCOLTA• non guarda mai negli occhi di chi parla

• non mostra interesse

• non può star fermo per più di cinque minuti

• ha sempre troppo da fare

• viene costantemente interrotto (visite, telefonate... anche se

questo, nei Servizi, può avvenire non per volere dell’Operatore)

• fa troppe domande interrompendo chi parla

• non smette mai di parlare

• è troppo aggressivo

• non è obiettivo

• fraintende

• intende ciò che gli conviene

• non è abbastanza umile (pregiudizio)

• sta troppo sulle difensive

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LE BARRIERE ALLA

COMUNICAZIONE

• Non saper ascoltare;

• Formulare giudizi, dare direttive, fornire

soluzioni;

• Biasimare, criticare, svalutare;

• Cambiare argomento;

• Banalizzare, dare risposte stereotipate;

• Atteggiamento investigativo.

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BISOGNI

• Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Ma slowconcepì il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954.

• Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La piramide di Maslow". I livelli di bisogno concepiti sono:

• Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)

• Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione

• Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)

• Bisogni di stima, di prestigio, di successo

• Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).

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RELAZIONE EDUCATIVA

Relazione di aiuto

Relazione di sostegno

La relazione educativa è un atto programmato che

annuncia la sua intenzione verso l’obbiettivo

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FINALITA’

• Riabilitare attraverso il cambiamento

• Cambiamento della visione di se stessi,

• Percezione di se stessi,

• Condizioni di vita

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CAMBIAMENTO

Il cambiamento è fonte di regressione

ansia

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Bisogna lasciare spazio all’errore perché

è l’errore che differenzia i percorsi ed è

proprio la paura di sbagliare nel

cambiare che contribuisce all’insorgere

dell’ansia

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MODALITA’ OPERATIVE

• Lo stare con

• Il fare con

• La quotidianità

usati in maniera consapevole e

programmata

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COINVOLGIMENTO

• Nella relazione vi è coinvolgimento

emotivo quindi serve:

• Cautela

• Giusta distanza

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Nella relazione educativa la figura

dell’educatore può essere sia:

• Contenitore del disagio

• Lente

• Facilitatore della comunicazione

• Ponte

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La modalità di relazione risente

del contesto; strada, comunità,

età dell’utenza, tu-lei, e dalla

presenza di più operatori,

E dai differenti stati

psicopatologici e/o disagi

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SETTING EDUCATIVO

• Situazione in cui si esercita l’azione:

quindi

l’insieme di: ambiente fisico, risorse,

modalità, organizzazione.

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• La consapevolezza dell’educatore deve

essere continua, l’attenzione costante, pur

mantenendo leggerezza ed elasticità

indispensabili in qualsiasi relazione

umana.

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AMBIENTE EDUCATIVO

La regola e la continuità

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REGOLA

• Regolazione

• Regolarità

• Norma funzionale,sociale

• Regola morale

• Limite

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• La stabilità dell’ambiente è frutto della

regolarità

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REGOLARITA’

• Scansione del tempo

• Ciclicità degli eventi

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REGOLARITA’

• Si esplica su tre piani:

• Fisico

• Cognitivo

• Relazionale

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L’intervento regolato

è

l’intervento che tiene

conto dei limiti dell’altro

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