Antropologia - Antropologia - Lezione 11^ Lezione 11^ Capitolo III La verità dell’Antropologia cristiana: la partecipazione degli uomini alla Predestinazione Predestinazione di Cristo
Antropologia - Lezione 11^Antropologia - Lezione 11^
Capitolo III
La verità dell’Antropologia cristiana:
la partecipazione degli uomini alla PredestinazionePredestinazione di Cristo
« C’è molta gente che non conosce il proprio cuore, il proprio essere interiore. Questa gente conduce una vita completamente esteriore: è facile vivere la vita a un livello fisico ed esteriore, e molta gente lo fa. Si
identificano con la loro forza fisica, con i loro successi, con l’aspetto fisico; altri invece si identificano di più
con il loro essere psicologico, con i pensieri e i sentimenti, le emozioni, con l’erudizione. Dobbiamo
invece scoprire il nostro essere più profondo e identificarci con quello, cioè essere uno col Signore
Gesù, essere uno col Figlio amato di Dio. È lo Spirito Santo che ci dimostra e ci manifesta quello che
abbiamo nel più profondo. Quello che abbiamo dentro è in gran parte oltre la nostra coscienza, oltre la nostra
consapevolezza. Ed è lo Spirito di Dio che ci manifesta quello che c’è nel profondo di noi, che ci fa vedere la realtà del nostro essere interiore » (A. Louf).
La teologia paolina della predestinazione predestinazione
Il Mysterion divinoIl Mysterion divino: il piano di Dio: il piano di Dio
Romani 8,28-30Romani 8,28-30:: la catena aureala catena aurea
Ef 1,3-14Ef 1,3-14:: la figliolanza adottivala figliolanza adottiva
Colossesi 1,26-28Colossesi 1,26-28:: la creazione in la creazione in CristoCristo
Il termine mistero?
Nel greco profano: mystérion ha origine nella sfera cultuale (es. i misteri eleusini di Osiride, di Mitra).
La radice my (myein: “non poter vedere”) indica la chiusura degli occhi o della bocca:
reazione ad un’esperienza che si sottrae al pensiero discorsivo; è più una iniziazione pratica che razionale al mistero
Nell’apocalittica: molteplicità di «misteri» nel senso di “cose occulte” sono il fondamento reale nascosto e ultraterreno di
tutto ciò che esiste e accade di ciò che diventerà manifesto alla fine del tempo, il
piano divino degli eventi storici futuri (la sorte finale dei peccatori e dei giusti, gli sconvolgimenti e le catastrofi che precedono e seguono il giudizio divino)
piano che viene rivelato a singoli «veggenti» in esperienze straordinarie (rapimento, sogno, visione) e che anch’essi riescono a loro volta a comunicare solo in immagini
qui il termine assume un’accezione fortemente escatologica (cf Dn 2,18.27-30; Sap 2,22; Sap 6,22).
Nei testi neotestamentari il termine mystérion si riallaccia all’ambiente
giudaico dei libri canonici ed extracanonici (es. Enoch etiopico)
mentre appare estraneo al mondo delle religioni misteriche.
Così, ad esempio, sono detti «mistero» la trasformazione degli uomini al momento della parusia di Cristo (1Cor 15,51) e la futura storia d’Israele (Rm 11,25s.)
Nei Vangeli: concentrazione sull’evento di Cristo: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio» (Mc 4,11).
Il Mysterion paolino = il piano Il Mysterion paolino = il piano divinodivino
Paolo approfondisce il disegno salvifico di Dio nelle riflessioni sul mysterion, ossia il mistero eterno mistero eterno della Sua volontàdella Sua volontà (Ef 1,9), che si è rivelato in che si è rivelato in CristoCristo.
Testi di riferimentoTesti di riferimento sul mysterionsul mysterion sono: Rom 16,25; 1Cor 2,7; Ef 1,9. 3,3; 4,9; 6,19; Col 1,26.
Qui Paolo ritrova la verità dell’uomoverità dell’uomo ed il suo legame suo legame con Cristocon Cristo.
Testi di riferimento per l’antropologia Testi di riferimento per l’antropologia paolinapaolina: Rom 8,28-30, Ef 1,9-10 (v.9); 3,3-6 (3 e 5); Col 1,26-28 che declinano progressivamente la
teologia della predestinazione per Paoloteologia della predestinazione per Paolo..
Ef 3,8 presenta il mysterionmysterion divino in questa dialettica di nascondimento-nascondimento-rivelazionerivelazione:
A me…è concesso di mettere in lucemettere in luce qual è il disegno contenuto nel mistero, mistero, nascostonascosto da secoli in Dio, creatore
dell’universo. In tal modo, per mezzo della Chiesa, è manifestata ora ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di
Dio, secondo il progetto eternoil progetto eterno che egli ha attuato in Cristoattuato in Cristo Gesù nostro Signore (3,8-
13)
il il misteromistero della della volontà divinavolontà divina (Ef 1,9) (Ef 1,9) nonnon è più qualcosa di è più qualcosa di segreto e nascostosegreto e nascosto
Il termine mistero, biblicamente inteso, nonnon equivale minimamente a qualcosa di “misterioso”, oscuro o incomprensibile“misterioso”, oscuro o incomprensibile. Non ha affatto un’accezione “intellettualistica”
indica il indica il disegno eternodisegno eterno di Dio, ormai di Dio, ormai dis-dis-velato e conosciutovelato e conosciuto: : inin Gesù Cristo. Anzi, Gesù Cristo. Anzi, pare pare identificarsiidentificarsi con Cristocon Cristo stesso - stesso - secondo l’accezione di Col. secondo l’accezione di Col. In Lui la volontàvolontà salvifica di Dio si è manifestatamanifestata, si è fatta conoscere e dunque, non è più né “oscura” né manipolabile/equivocabile. Per questo, alla luce del mysterionmysterion possiamo cogliere cogliere definitivamente chi sia l’uomodefinitivamente chi sia l’uomo..
Il contenuto del piano divino: Il contenuto del piano divino: la predestinazionela predestinazione Il contenuto di tale misteromistero – il progetto di salvezza -
è declinato da Paolo nella tesi della tesi della predestinazionepredestinazione, la quale, a sua volta si specifica nella filiazione in Cristofiliazione in Cristo.
I testi di Ef 1,3-14 e 2,1-10, Rm 8,28-30 presentano il mistero divino come elezione in Cristo di
tutta l’umanità prima ancora della creazione del prima ancora della creazione del mondomondo, come predestinazione in Cristopredestinazione in Cristo di tutta
l’umanità ad essere figlia di Dio, come offerta offerta abbondante della grazia meritata dal sangue di Cristoabbondante della grazia meritata dal sangue di Cristo
per la nostra redenzione. Non solo in questa comunione sono vinte le dinamiche di divisionevinte le dinamiche di divisione ma, in essa, è preannunciato e anticipato il compimentocompimento della
storia umana: la riconciliazione, l’assunzione in Dioriconciliazione, l’assunzione in Dio (G. ColzaniG. Colzani)
Romani 8,28-30: la catena aureaRomani 8,28-30: la catena aurea
28 Del resto, noi sappiamo che tutto 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il Dio, che sono stati chiamati secondo il suo suo disegnodisegno [ [prothesisprothesis]. ].
29 Poiché quelli che egli da sempre ha 29 Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche conosciuto li ha anche predestinatipredestinati [[proorisenproorisen] a essere conformi ] a essere conformi all’immagine del Figlio suoall’immagine del Figlio suo, perché , perché egli sia il primogenito tra molti fratelli. egli sia il primogenito tra molti fratelli.
30 Quelli poi che ha 30 Quelli poi che ha predestinatipredestinati li ha li ha anche anche chiamatichiamati; quelli che ha ; quelli che ha chiamati li ha anche chiamati li ha anche giustificatigiustificati; ; quelli che ha giustificati li ha anche quelli che ha giustificati li ha anche glorificatiglorificati”.”.
filiazione in Cristofiliazione in Cristo
predestinazionepredestinazione
Il Mysterion = Il Mysterion =
il piano divinoil piano divino
Paolo presenta il progetto di Dio: il piano salvifico universale.
È la sintesi della storia della salvezza nelle sue tappe di sviluppo:
la predestinazione si concretizza nella chiamata all’essere e alla storia e si realizza nella giustificazione la cui meta è la glorificazione. questo è il disegno (pro-thesispro-thesis), ciò che è
“posto prima”,“posto prima”, il progetto ab aeternoprogetto ab aeterno di Dio
i versetti suddivisi così: il v. 29 dice la creazionecreazione, la chiamata all’esserechiamata all’essere, il versetto 30 e il 31 indicano la chiamata storicachiamata storica ed il cammino dell’uomocammino dell’uomo.
v 29. La chiamata all’essere, ossia la creazione
Poiché quelli che egli Poiché quelli che egli da sempreda sempre ha ha conosciuto conosciuto
li ha anche li ha anche predestinatipredestinati [ [proorisenproorisen] ]
a essere conformi a essere conformi all’immagine del all’immagine del Figlio suoFiglio suo, ,
perché egli sia il perché egli sia il primogenitoprimogenito tra tra molti fratelli. molti fratelli.
del progetto divino = si evidenzia ripetutamente l’eternità: da sempreda sempre
ma anche pre-conosciuti/pro-egno,
predestinati/ pro-orísen propro indica il “prima”, l’antecedenza
la sottolineatura dell’eternità afferma
l’unicità e, dunque, l’unità del progetto divino (non ci sono “fasi scollegate”)
esiste unun piano solo che non è mai cambiato: l’ordine cristiano
è superato il problema di due momenti all’interno della storia della salvezza: la Bibbia non si pone neppure in questa prospettiva
il fatto che sia “eterno” non intende affermare tanto che sia al di fuori del tempo e della storia
piuttosto indicare che ne è il fondamento e, coerentemente, che ne determina il senso.
Concretamente, qual è il contenuto di tale disegno?
La predestinazione: proorísenproorísen Il termine proorízo deriva da óros, che
significa “confine” il verbo orízo – e il suo rafforzativo
proorízo, dunque, “fissare, delimitare”“fissare, delimitare” e in senso traslato “decidere, stabilire”“decidere, stabilire” – significa: decidere, fissare, ordinare
il termine viene precisato nel suo contenuto cristologico: predestinazione significa per Paolo la chiamata ad essere conformi la chiamata ad essere conformi all’immagine del Figlio suo Gesù all’immagine del Figlio suo Gesù CristoCristo
L’obiettivo è assumere la “forma” (o la “forma” (o la figura)figura) di Cristo, che concretamente è quella del “figlio”.del “figlio”.
La relazione cristologica - filialerelazione cristologica - filiale è il primo versante dell’intenzione di Dio
questa originaria relazione a Cristo ne porta in sé un’altra: il Padre ci vuole figli perché egliegli [Gesù] siasia il primogenito tra molti il primogenito tra molti fratellifratelli
nella volontà originaria di Dio l’oggetto non è mai solo il singolomai solo il singolo, bensì ognuno è visto da sempre come fratello in rapporto a fratello in rapporto a CristoCristo
relazione fraternarelazione fraterna non estrinseca ed aggiuntiva all’identità dell’uomo
appartiene al progetto di Dio e alla stessa identità ontologica dell’uomo, non solo a una qualificazione morale.
Qui si fonda un’antropologia relazionale.
Contenuto predestinazione:
figli nell’Unigenito Fratelli nel Primogenito
V. Solov’ev:
Non c’è scisma nell’amore perchè l’Amore è uno solo. Quando amo il prossimo amo tutti quelli che Cristo ama e quando amo
Cristo amo Colui che tutti ama.
Si noti che nel v.v. 2929 il termine “immagine”“immagine” è riferito direttamente a GesùGesù CristoCristo.
l’uomo è immagine di Diol’uomo è immagine di Dio secondo Genesi 1-2Genesi 1-2
ma la rivelazione cristiana dà compimento alla figurafigura dell’AT, mostrando nel NT che la
veravera imago Dei è Gesù Cristo e solo in maniera derivata l’uomo.
v 30. La chiamata storica
Quelli poi che ha Quelli poi che ha predestinatipredestinati
li ha anche li ha anche chiamatichiamati; ;
quelli che ha chiamati quelli che ha chiamati
li ha anche li ha anche giustificatigiustificati; ;
quelli che ha giustificati quelli che ha giustificati
li ha anche li ha anche glorificatiglorificati”.”.
filiazione in Cristofiliazione in Cristo
predestinazionepredestinazione
Il Mysterion = Il Mysterion =
il piano divinoil piano divino
Chiamati
Giustificati
Glorificati
Il secondo momento indica invece la dinamica storica dell’attuazionedinamica storica dell’attuazione di questa volontà di Dio:
- l’elezione, chiamati / ekalesenekalesen- quindi, giustificati / edikaiosenedikaiosen - e glorificati / edocsasenedocsasen. Si descrive, così, il cammino storico di
realiz-zazione del progetto di salvezza di cui prota-gonista è lo Spirito di CristoSpirito di Cristo in sinergia con l’uomo.
Paolo sintetizza efficacemente il dinamismo della grazia nell’uomo, sino al suo compimento escatologico.
Questo è il piano di Dio, il mistero della sua volontà: nel suo fondamento eterno e nella sua attuazione storica.
OsservazioneOsservazione:Quanto è astratta l’idea di una è astratta l’idea di una natura natura
purapura, poiché l’uomol’uomo appare da sempreda sempre voluto nel rapporto con Dio in Cristonel rapporto con Dio in Cristo
Il cristocentrismo è decisamente affermato da Paolo e dà unità coerente al progetto di Dio, al punto tale che lo stesso peccato peccato non costi-tuisce un ostacolo, non costi-tuisce un ostacolo, un’interruzioneun’interruzione, ma sem-plicemente implica quel passaggiopassaggio in piùin più che è la liberazioneliberazione dal peccato (giustificazione)
Ef 1,3-14Ef 1,3-14: :
La figliolanza La figliolanza
adottivaadottiva
Il testo è un inno liturgico il cui contenuto è il mistero di Dio = il piano salvifico
ritornello = categorie sovrapposte di:
volontà di Dio
e di predestinazione:
è il contenuto della volontà di Dio
Il nucleo centrale (v. 9) = “ ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà”
in Cristo abbiamo il disvelamento del mistero di Dio: egli è il rivelatore del Padre, è l’«esegesi» del Padre (Gv 1,18)
tou patros ekeinos exêgêsato
in Lui si ri-vela finalmente il piano divino: un progetto, “prestabilito” dall’eternità, che viene qualificato da Paolo come benevolenza, benedizione, beneplacito della sua volontà
del Mysterion si insiste sull’aspetto buono, benevolo, “grazioso” del suo contenuto.
Il tema viene svolto nell’inno in tre tappe:
1) nel suo piano eterno (3-6)
2) nella sua attuazione storica (7-9)
3) e nel suo compimento escatologico (10).
Il progetto divino è presentato lungo tuttotutto il suosuo itinerarioitinerario, nella sua dinamica che avvolge l’intera storial’intera storia.
piano eternopiano eterno
3 Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
4 In lui ci ha scelti prima della creazione scelti prima della creazione del mondodel mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
5 predestinandocipredestinandoci a essere suoi figli figli adottiviadottivi per opera di Gesù Cristo,
6 secondo il beneplacito della sua secondo il beneplacito della sua volontàvolontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
v. 4: il disegno eterno il disegno eterno (il beneplacito (il beneplacito sua volontà)sua volontà)
«in Cristo il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo»
il progetto è eterno: sta primaprima della storia; dunque, la fonda e le dà senso
per l’ebreol’ebreo l’eternità è un concetto astratto: per questo viene espressa con l’idea del «prima»
non significa “al di fuori” della storia: al con-trario, è il modo per dire che la fonda
non si lascia condizionare, ma all’opposto sta all’origine e da vita alla storia, all’uomo.
In Cristo abbiamo conosciuto la volontà la volontà eter-naeter-na di Dio, ciò che ha dato origineha dato origine alla creazio-ne dell’uomo e del mondo e che non è mai cambiatamai cambiata.
v. 5: «predestinandoci ad essere suoi figli adottivi»
La predestinazione ha per contenuto la figliolanza divina, la figliolanza adottivaadottiva
qui la differenza e la dipendenza rispetto a Gesù Cristo
attuazione storicaattuazione storica
7 nel quale abbiamo la redenzionela redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei la remissione dei peccatipeccati secondo la ricchezza della sua grazia.
8 Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza,
9 poiché egli ci ha fatto conoscere il 9 poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontàmistero della sua volontà, secondo , secondo quanto nella sua quanto nella sua benevolenzabenevolenza aveva in lui aveva in lui prestabilitoprestabilito
v. 7: il piano di Dio, storicamente si è realizzato nella forma della redenzione:
““nel Figlio …la redenzione nel Figlio …la redenzione mediante il suo sangue, la mediante il suo sangue, la remissione dei peccati”remissione dei peccati”
Gesù Cristo: «rivela» tale progetto: è colui che lo ha fatto
conoscere ma il suo ruolosuo ruolo è soprattutto quello di
attuarlo
poiché l’uomo, anziché conformarsi al piano, si è distanziato con il peccato (a-loghikosa-loghikos)
il piano salvifico si attua nella forma della redenzione cruenta attraverso il sangue
anche di fronte al peccato il progetto di Dio non si è fermato, né è mutato
semplicemente ha trovato una nuova modalità di attuazione: quella redentiva.
compimento escatologicocompimento escatologico
10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: 10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il il disegno cioè di ricapitolaredisegno cioè di ricapitolare in Cristo in Cristo tutte le cosetutte le cose, quelle del , quelle del cielocielo come come quelle della quelle della terraterra. .
11 In lui siamo stati fatti anche 11 In lui siamo stati fatti anche eredieredi, , essendo essendo stati predestinati secondo il stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua efficacemente conforme alla sua volontàvolontà,,
1212perché noi fossimo a lode della sua gloria, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. Cristo.
L’attuazione del piano di L’attuazione del piano di DioDio
= attraverso la storia verso la realizzazione nella pienezza dei tempi: l’escatologia.
compimento futuro è la ricapitolazione in Cristo di tutte le cose (cielo – terra), ricreando l’unione/comunione attorno a Gesù Cristo
anakefalaiôsasthai ta panta en tôi Christôi
il termine stesso ricapitolazionericapitolazione ha doppio valoredoppio valore:
a)a) restaurare restaurare cioè quello di riportare riportare all’ordine originarioall’ordine originario
b)b) è molto più forte ed è preminente = portare portare all’unione attorno a quel caputall’unione attorno a quel caput che è Gesù Cristo (l’immagine di avvolgere attorno all’asta il rotolo)
I due significati non si escludono, ma si integrano.
v. 13-14: avete ricevuto il v. 13-14: avete ricevuto il suggellosuggello dello dello
Spirito SantoSpirito Santo che era stato promesso,il che era stato promesso,il quale è quale è caparracaparra della nostra eredità,in della nostra eredità,in attesa della completa redenzione attesa della completa redenzione
Il dono dello Spirito Santo appare quale anticipo e caparra di tale meta (o eredità)
è anticipo del compimento futuro e germe che già ora ne permette la realizzazione, quel “già e non ancora” che caratterizza l’oggi della salvezza.
Questa è l’esperienza storica della grazia.
filiazione adottivafiliazione adottiva
predestinazionepredestinazione
Il Mysterion = Il Mysterion =
il beneplacitoil beneplacito
redenzione
remissione dei peccati
ricapitolazione
Caparra dello Spirito
Colossesi 1,26-Colossesi 1,26-2828::
La creazione in CristoLa creazione in Cristo
Non ricorre in Colossesi il termine predestinazione
ma con chiarezza si espone il medesimo progetto divino.
Anzi, al termine del cap. 1 per due volte si esplicita il riferimento al mysterion (Col 1,25-28).
Il contenuto del mysterion è Cristo stesso.
è un inno della comunità cristiana paolina contrasta la prospettiva gnosticaprospettiva gnostica =
controcontro la materiala materia e centrata sul culto centrata sul culto degli angelidegli angeli, quali mediatori tra Dio e gli uomini
oltre a svalutare il corpo e la svalutare il corpo e la materiamateria (digiuni, astinenze) porta all’evanescenzaall’evanescenza del ruolo centrale di Cristo, a favore degli angeli.
Paolo porta decisamente l’accento sul ruolo di Cristo: Cristo è il è il coordinatorecoordinatore di tutto l’esseredi tutto l’essere, sia di quello creato visibilecreato visibile che degli angeliangeli.
Il tema di fondo è il carattere carattere universale, universale, cosmicocosmico della salvezza di Cristo della salvezza di Cristo = è l’unità in Cristo già di Rom 8 e di Ef 1.
Anche qui si può distinguere un primo momento dedicato all’ordine della creazionecreazione e un secondo allo sviluppo storico della redenzioneredenzione.
12 Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
13 E` lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
14 per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
15 Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura;
16 poiché per mezzoper mezzo didi lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo diper mezzo di lui e in vista in vista didi lui.
vv 15-16: tutto è stato tutto è stato creato nel creato nel CristoCristo
15: imago/eikon = Cristo è l’immagine (visibilità) di Dio
Nella teologia paolina, il termine, in relazione a Cristo, ha un triplice significato:
a) una reale partecipazione a Dio: indica più identità che differenzapiù identità che differenza
b) una diversificazione: insinua qualcosa della distanza/relazionedistanza/relazione Padre/Figlio
c) insieme, dimostra la manifestazione: Cristo fa vederefa vedere il volto del Dio invisibile.
In altri termini, eikon vuol dire prima di tutto identità, non differenza.
OsservazioniOsservazioni:a) nella nostra accezione comune, l’immagine l’immagine
non indica mai l’“originale”non indica mai l’“originale” in Paolo, all’opposto, in primo luogoin primo luogo sotto-
linea un’identitàun’identità tra l’immagine e colui che è significato da essa (nella visione antica l’im-magine derivata partecipa del prototipo)
gli studi di M. Eliade: se un essere non partecipa a un Essere superiore “non è”
b) una distanza rimaneuna distanza rimane: non si dà esattamente una sovrapposizione tra i due (immagine/realtà)
c) il terzo significato afferma la visibilitàvisibilità: l’immagine è ciò che mostra, che rende visibile il Dio invisibile.
valore della stratificazione di significati = per Paolo, l’eikonl’eikon di Dio, l’immagine vera può essere solo Gesù Cristosolo Gesù Cristo
possiamo attribuire agli agli uominiuomini il senso il senso della distanzadella distanza, la differenzadifferenza tra noi e Cristo: nonnon certamente l’identità e l’identità e l’appartenenzal’appartenenza
solo Gesù Cristosolo Gesù Cristo, dunque, è è pienamente l’imago Deipienamente l’imago Dei, l’icona del Padre!
In questo modo, l’immagine èl’immagine è inequivocabilmente definitadefinita nel suo contenuto cristologicocontenuto cristologico.
Il punto di partenza della creazione punto di partenza della creazione è Cristoè Cristo
Di Cristo si precisa l’antecedenzal’antecedenza rispetto ad ogni creatura: l’avverbio primaprima
i verbi dicono la singolarità di Cristo rispetto alle creature: lui è generatogenerato, le creature sono createcreate
Paolo fornisce gli elementi essenzialielementi essenziali per chiarire la natura di Cristo nel suo natura di Cristo nel suo rapportorapporto di comunione/differenza rispetto all’uomo.
Il v. 15 esprime, dunque, chichi è Cristo: immagine del Dio invisibile, generato prima delle creature
Al v. 16: l’uso della preposizioni = eis, eis, en, diàen, dià - permette di ricostruire la prospettiva teologica di Paolo sul ruolo di Cristo (simile a quello della Sapienza in AT):
poiché per mezzo di lui [en auto] sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui [dià autou] e in vista di lui [eis auton].
a) en: creato creato inin Cristo Cristo + tempo aoristo (ektìsthe) indica l’attol’atto della creazione della creazione (l’aoristo, infatti, indica un’azione un’azione puntualepuntuale, un avvenimento storico del avvenimento storico del passatopassato, che non c’è più, poiché la creazione è stata attuatacreazione è stata attuata)
interpretare questo versetto con la formula di Giovanni in Lui era la vitain Lui era la vita (Gv 1,4), nel senso che tutte le cose trovano in Cristo la loro origine
i due polarismidue polarismi indicano la totalità delle cose (cielo-terra cielo-terra è di origine biblica; visi-visi-bili-invisibilibili-invisibili è di origine platonica). Si chiamano “merismo”.
b) dià: tutto è stato creatocreato dada CristoCristo
(+ tempo perfetto: ektistai) la funzione di creare viene applicata a applicata a
CristoCristo stesso conferma che a Cristo vengono ormai applicate
le qualità della Sapienzale qualità della Sapienza e si avvicina a Gv 1,3: tutto è stato fatto tutto è stato fatto
per mezzo di Luiper mezzo di Lui il tempo del verbo (perfetto) indica che la
mediazione di Cristo non viene menomediazione di Cristo non viene meno, ma accompagna costantemente la accompagna costantemente la storia del creatostoria del creato.
c) eis: e in vistain vista di Lui
indica il fine, la metail fine, la meta le due preposizioni eis – dià + il tempo per-
fetto indicano l’azione permanentel’azione permanente del Cristo:
ossia da un lato la sua mediazione mediazione
cosmicacosmica: attraverso di lui (diàdià) dall’altro la sua causalità finalecausalità finale: in vista di
lui (eiseis).
Cristo e la sapienza creatrice
Proverbi 8,22 Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora.
23 Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. 24 Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. 27 quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso; 30 allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo.
17 Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
18 Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose.
19 Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza
20 e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.
v. 17: «Egli è prima di tutte le cose e tutte tutte sussistono in Luisussistono in Lui».
Sussistere? greco: sun-estekensun-esteken = tener insieme.
Cristo fa da principio di coesioneprincipio di coesione
e di ordine dell’universoe di ordine dell’universo pur rimanendo totalmente trascendente
(rispetto alla visione stoicavisione stoica, in cui il divino diveniva una particella dello spirito divino).
v 18: Cristo primogenitoprimogenito prôtotokos ek tôn nekrôn L’affermazione “il progenitore” in questo caso
sottolinea Cristo come principio della creazione.
Non è il primo della lista – il capofila ma il capostipite cioè l’unità interna di l’unità interna di
tuttitutti il primogenito porta in sé tutti gli porta in sé tutti gli
uomini diventando quindi una uomini diventando quindi una realtà collettivarealtà collettiva.
Adamo è progenitore poiché tutti gli uomini sono “in” Adamo
Cristo ora sostituisce Adamo.
Il progenitoreprogenitore (anche Rom 5, 1Cor 15 e Gal 3). Occorre mantenere tutta la pregnanza di questo
termine per capirne l’uso che ne fa Paolo. Infatti il progenitore per l’AT non era solo il capostipite di una sequenza generativa quasi fosse un uomo che facesse parte di una lista di nomi che si susseguono. Il progenitore rappresenta soprattutto l’unità interna di tutti, in sé li porta l’unità interna di tutti, in sé li porta tutti diventando quindi una realtà tutti diventando quindi una realtà collettivacollettiva. Adamo è progenitore poiché tutti gli
uomini sono “in” Adamo. Il progenitore quindi rappresenta la radice entro cui tutti sono
innestati e traggono linfa. Ora Cristo sostituisce Adamo: è Lui il nostro progenitore inin Lui
noi siamo uomini nuovi (J. RatzingerJ. Ratzinger).
vv. 18-20: Cristo principio della storia e, dunque, della redenzione.
Abbiamo ancora la trilogia delle preposizioni:
• v 19: far abitare (enen) in Lui ogni pienezza (pleroma)
• v 20: e (eiseis) per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose...
• cioè (diàdià) per mezzo di Lui...
Termine chiave di Paolo: pleromapleroma che è la persona di Cristo stesso:
• Col 1,19: Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezzapienezza
• Col 2,9 perché in lui abita corporalmente tutta la pienezzapienezza della divinità.
Ef 1,22-23Tutto egli (il Padre) ha messo sotto i suoi piedi e
lo ha dato (Cristo) alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di Colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.
è il capo del corpoè il capo del corpo
predestinazionepredestinazione
Il Mysterion = Il Mysterion =
il pleromail pleroma
creare
riconciliare
rappacificare
compiere in lui
Conclusioni su Col 1
a) il ruolo cosmologico di Cristo: Cristo ha una funzione specifica e propria in riferimento alla creazione
b) inserita all’interno e nella prospettiva della sua missione salvifica che
implica la redenzione come pre-condizione del compimento in Cristo di tutte le cose
i due misteri (attività cosmologicacosmologica e attività redentriceredentrice) sono per Paolo in continuità in continuità = in Cristo è data ogni pienezza sia nella creazionecreazione, sia nella redenzioneredenzione
l’unitàl’unità del piano salvifico di Cristo: la redenzione non è una seconda tappa (imprevista) nel piano di Dio, bensì una modalità diversa della sua attuazione, in seguito al peccato
insieme, il cristocentrismo di tale progetto, che trova in Lui il punto di partenza ed il suo compimento.
Conclusioni Conclusioni
biblichebibliche
La teologia della predestinazione coincide con il mysterion = essa è il contenuto del progetto salvifico di Dio
• è il cuore della storia della salvezza e dell’intenzione originaria di Dio:
«Questo mistero consiste essenzialmente nel piano di Dio di unificare tutti gli uomini in
Cristo, riproducendo in essi l’immagine del Figlio suo (Rom 8,28-30)» (BrambillaBrambilla)
Questa intenzione di Dio determina la creazione e la storia: per questo rivela anche la verità ed il senso dell’uomo.
I caratteri fondamentali della predestina-zione in senso biblico:
1) La qualità cristologica2) Il contenuto: la filiazione3) La struttura protologica della
predestinazione: dall’eternità
4) Il carattere libero e gratuito5) L’infallibilità del progetto, nonostante
le tormentate vicende storiche
6) Il contenuto grazioso, benevolo del disegno di predestinazione
7) La destinazione universale
caratteristica fondamentale è
la qualità cristologica: la volontà di Dio riguarda anzitutto Cristo
non solo si rivela in Lui ma si rivela centrata su di Lui. «L’elezione della grazia di Dio ha come primo
ed ultimo scopo Gesù di Nazareth, che viene reso il Kyrios ed il primogenito di molti fratelli»
(M. LohrerM. Lohrer)
Per Paolo la predestinazione coincide con il mi-stero di Cristo: «la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi» (Col 1,26-28).
Allora tutte le caratteristiche della predestina-zione vanno pensate in riferimento a Cristo:
il misteroil mistero = consiste essenzialmente nella unificazione di tutti gli uomini in Cristo, riproducendo in essi l’immagine del Figlio suo (Rm 8,28-30), ossia nel senso della parteci-pazione di tutti gli uomini alla filiazione di Dio propria di Gesù Cristo: vedi la lettera ai Colossesi (1,15s) e soprattutto quella agli Efesini (1,3s).
Categorie di: ricapitolazione – pleroma - ricapitolazione – pleroma - progenitoreprogenitore
Alla luce di Cristo il contenuto della predestinazione/piano divino: la filiazione
nonnon esiste nessun decreto di una doppia doppia prede-stinazioneprede-stinazione in quest’unica scelta concreta di Dio in Gesù Cristo
«Dio vuole degli uomini come conformi al Figlio suo», figli nel Figlio, così che Lui - che è l’Unigenito - divenga il Primogenito di una moltitudine di fratelli
«scopo della divina predeterminazione ed elezione in Gesù Cristo è “riprodurre l’immagine del Figlio suo onde egli sia il primogenito tra un gran numero di fratelli” (Rom 8,29), oppure “l’essere figli adottivi per Gesù Cristo” (Ef 1,5)» (M.M. LohrerLohrer)
L. LadariaL. Ladaria studia il tema della filiazione adottivaadottiva con la categoria di uiothesiauiothesia = nei passi paolini di Gal 4,4-7; Rm 8,14-17; Ef 1,5. La differenza tra la filiazione di Gesù e la nostra è sottolineata da questa categoria sconosciuta dalla LXXsconosciuta dalla LXX, ma documentata dal greco profanogreco profano, per indicare esattamente l’adozione di un figlio.
Anche il Vangelo di Giovanni mantiene tale distinzionedistinzione tra noi e Gesù, con la differen-differen-ziazione dei terminiziazione dei termini:
solo Gesù Cristo è l’uios uios (figlio in senso forte) mentre gli uomini sono indicati come teknatekna di
Dio (figlio in senso debole)
La conclusione = l’adozione non è una immagine metaforica (“un po’ come…”), ma rivela le profondità della relazione dell’uomo con Dio:
«la metafora dell’adozione non tende a indebolire la nostra condizione filiale, ma a sottolineare l’amore di
Dio che ce la concede, volendo unirci a suo Figlio. La La vita dei figli di Dio consiste nel vita dei figli di Dio consiste nel
partecipare alla relazione che Gesù ha con partecipare alla relazione che Gesù ha con il Padre. il Padre. Espressione di questa relazione è la nostra invocazione “Abbà”, la stessa con la quale Gesù si è
rivolto al Padre»
Il coinvolgimento nella preghiera di Gesù al Padre/ Abbà, è un esempio efficace per dimostrare fino a che punto l’uomo è realmente e sin d’ora chiamato ad osare di fronte a Dio.
In luce due elementi: a) la possibilità di tale relazione filiale non è
propria dell’uomo, ma è data dallo Spirito Santo che la rende possibile (Rom 8,1; Ef 1,13)
si esplicita, così, la pienezza della dimensione dimensione trinitariatrinitaria del rapporto: nello Spirito (non a caso spesso definito lo Spirito del Figlio: Gal 4,6; Rom 8, 14 esplicita la ragione della filiazione esattamente nell’essere guidati dallo Spirito), ad immagine del Figlio nei confronti del Padre
il vincolovincolo che unisce gli uomini con Cristo e tra di loro è lo SpiritoSpirito Santo, che ci viene dato come Spirito di Cristodi Cristo o del Figliodel Figlio. Così si esplicita la relazione tra filiazione di Gesù e quella degli uomini
b) la relazione filiale (uomo e Dio in Cristo), fonda immediatamente la relazione fraterna con gli altri uomini:
condannando ogni “discriminazione - divisione”, essa fonda in Cristo la solidarietà umana
Ef 2,14: Cristo, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbat-tuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo di carne la causa dell’inimicizia
Gal 3,28: Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.
L’eternità del piano divino: sta prima di tut-to, antecede la creazione («fin dall’origine»: 2 Tes 2,13; «prima della fondazione del mondo»: Ef 1,4; «prima di tutti i secoli»: 2 Tim 1,9; 2 Cor 2,7)
la rivelazione non sottolinea tanto la priorità cronologica, quanto la priorità logica rispetto al comportamento umano/storico
È la “struttura protologica” della predestina-zione (LohrerLohrer) = indica la semplice anteriorità e premura della volontà di grazia di Dio e non permette di fondare questo evento sul caso e sulla volontà dell’uomo.
«L’elezione è ciò che precede fin dall’eternità la chiamata storica» (MoltmannMoltmann)
eternità = non un’astratta assenza di tempo, neppure la semplice pre-temporalità di una decisione divina
ma = Dio è Signore del tempo, la sua eternità qualifica il tempo: l’ultima tappa decide delle precedenti
l’elezione e la chiamata di Dio, che avven-gono nella storia, hanno la loro validità perché in esse si manifesta una divina volontà eterna di grazia in vista di Gesù Cristo
non è solo una questione temporale: la predestinazione non solo sta “prima” del
tempo e della storia, ma più radicalmente la “fonda” non al di fuori della storia, ma nemmeno condi-condi-
zionatazionata dalla storia. un progetto eterno nonnon presuppone
l’esistenza degli uominiuomini; al contrario è ad essa antecedente
è la predestinazione a “determinare” la storia ed il suo senso, poiché ne è il fondamentofondamento: è su di esso, in riferimento a questo che avviene la creazione
non significa che la pre-determina, bensì che ne dice il senso autentico, ne disvela la direzione.
È la chiave interpretativa dell’umano.
Collegato a questa dimensione extra temporale, è il carattere libero e gratuitolibero e gratuito di tale progetto divino:
Dio non è condizionato da nulla
«è ciò che Dio vuole»
è questa - e non altra - la volontà di Dio («decreto della sua volontà» in Ef 1,11; «suo proposito»: próthesis in Ef 1,11).
Già nell’AT, l’alleanza = iniziativa unilaterale di Dio (è quindi gratuita).
Nel NT l’alleanza è in connessione con la morte-risurrezionemorte-risurrezione di Cristo
dipendente esclusivamente dalla sua libera volontà (Gv 10,17s), che riflette fedelmente la volontà del Padre (Mt 26,36-43)
questa volontà del Padre è assolutamente libera (Rom 9,14ss; Ef 3,9)
è una volontà che antecede e previene qualsiasi considerazione dei comportamenti altrui (Ef 1,9s).
La gratuità del piano divino e della giustificazione è il tema della lettera ai Rom e di quella ai Gal, è presente anche in tutte le altre lettere (2 Cor 4,1; Ef 2,4; 1 Tim 1,13; 3,5).
la predestinazione è incondizionataè incondizionata = si attua nonostante tutte le vicende storiche: è quindi anche infallibile
L’infallibile efficacia dell’Alleanza risulta dalla formula dell’Alleanza stessa = Alleanza nel nel sangue di Cristo versato per i molti, sangue di Cristo versato per i molti, in remissione dei peccatiin remissione dei peccati
Lettera agli Ebrei = infallibile perché in Cristo è ormai attuata.
Il contenuto grazioso, benevolo di questo disegno.
La predestinazione ha un contenuto «buono». E’ una volontà di amore.
Il termine «preconoscere» nel suo impiego semitico esprime già una preferenza amorosa (cfr 1 Cor 8,3; Gal 4,9).
«mettendo al centro Cristoal centro Cristo, la predestinazione appare nel modo più assoluto predestinazionepredestinazione alla graziaalla grazia» (ColzaniColzani).
Il contenuto, dunque, è la grazia: «Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una
vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata solo ora con l’apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù» (2Tim1,10-11).
La predestinazione ha come destinatari tutti gli uomini: dunque, è universale. Forse, il passo più nitido in questa affermazione rimane quello della lettera a Timoteo, in cui Paolo dichiara la volontà salvifica universale di Dio
“Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tim 4).
contro al senso comune che intende i «predestinati»«predestinati» come un «ristretto gruppo «ristretto gruppo di eletti»,di eletti», di presceltiprescelti o privilegiatiprivilegiati. Dunque, l’universalità è caratteristica della nuova Alleanza, cioè dell’ Alleanza come originariamente è stata concepita da Dio.
Momento storicoMomento storico
in ordine all’idea diin ordine all’idea di predestinazionepredestinazione
Premessa: i disagi moderni circa il termine predestinazionepredestinazione
Nell’uso linguistico comune è categoria pregiudicata. Evoca:
un senso di determinismo, l’idea di pre-determinazione, di una volontà che ci precede, inappellabile ed ineluttabile e che destina, nel senso forte che determina, l’esistenza storica
l’idea di un destino cieco, un fato che ha prefissato deterministicamente la vita
• L’idea di una discriminazione: alcuni vengono prescelti per la salvezzasalvezza mentre altrialtri lo sono per la dannazione
• Una simile tesi ripugna con la coscienza della inalienabile libertà umana. Anzi, sia il volto di Diovolto di Dio che dell’uomouomo risultano distorti in una simile visione
La sensibilità moderna eredita il problema di una annosa controversia storicaannosa controversia storica sull’interpretazione del senso cristiano della predestinazione:
il dibattito ha il suo inizio con Agostino
un’ulteriore tappa fondamentale nel medio evo, nella celebre controversia «de auxiliis»
È una faccenda occidentale-latina…
la patristica greca non conosce il problema teologico della predestinazione in senso agostiniano, ricalca il pensiero biblico/paolino
1.La dottrina agostiniana della Predestinazione: genesi ed esito
• due elementi caratteristici:
1) la convinzione che la predestinazione si riferisca solamentesolamente ad alcunialcuni soggetti ad esclusione di tutti gli altri
2) il carattere infallibileinfallibile di questa elezione, nel senso che nulla, neppure la libertà personale degli eletti, può renderla inefficace.
Agostino fonda la sua convinzione a partire dall’esegesi di Paolo (quale Paolo ?!)
Il punto di partenzapunto di partenza:
parte dalla condizione dell’uomo conseguente al
peccato: ««massa perditionismassa perditionis»»
la predestinazione consiste precisamente
nell’atto divinonell’atto divino di liberare liberare alcunialcuni degli uomini dada questa massamassa dannata
qui il contenutocontenuto dell’atto predeterminante
di Dio
predestinazionepredestinazione universalitàuniversalità
1Tm 2,4-111Tm 2,4-11
Dio vuole che Dio vuole che tuttitutti gli uomini siano salvi gli uomini siano salvi
S. PaoloS. Paolo
predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati
massa damnata:massa damnata:
tutti hanno peccatotutti hanno peccato
S. AgostinoS. Agostino
Due qualità fondamentaliqualità fondamentali della predestinazione:
un unico movente: la pura misericordiapura misericordia di Dio ad esclusione di qualsiasi ad esclusione di qualsiasi
previsioneprevisione di eventuali di eventuali meritimeriti = la predestinazione è assolutamente gratuita
nulla può opporsi all’attuarsi dell’atto liberatore di Dio: ciò che Egli vuole, ciò che Egli vuole, inevitabilmente accadeinevitabilmente accade. Per questo la predestinazione è infallibilmente efficace
sono le due proprietà della P. per Agostino: antecedente (o gratuita) e infallibile.
predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati massa damnata:massa damnata:
tutti hanno peccatotutti hanno peccato gratuità: non per i meriti
Peccato Originale infallibile: efficace anche
contro la volontà umana
S. AgostinoS. Agostino
Due proprietà intrinseche alla Predestinazione:
Ma non la universalità: è una determinazione concreta e posteriore della Predestinazione: ci sono dei dannati!
il «perché?»il «perché?»Questo piano di Dio che libera alcuni dalla
«massa dannationis» ha una sua logicalogicamette in evidenza:
da un lato la GiustiziaGiustizia di Dio che punisce il peccatore (lasciandolo nelle conseguenze del suo peccato)
e dall’altro la sua Misericordia gratuitaMisericordia gratuita (perché, nonostante il peccato, alcuni sono infallibilmente e gratuitamente salvati).
Giusto e misericordiosoGiusto e misericordioso: sono le due qualità divine per Agostino (?!)
La conseguenzaLa conseguenzaSe Dio è giusto/misericordioso ne consegue che
non potrebbe volere la salvezza di tutti, perché allora (dato il rapporto tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo) di fatto tutti si salverebbero
in questo caso avremmo un piano divino che non mette in luce una delle proprietà essenziali di Dio, cioè la giustizia
di qui la necessità che non tutti siano predestinati
questi sono solo un numero «chiuso e scarso» (perché tanto più raro è il dono, tanto più raro è il dono, tanto più riluce la sua gratuitàtanto più riluce la sua gratuità).
• il il problemaproblema: :
perché questiquesti determinati e non altrie non altri, entrano a costituire il numero degli eletti?
qual è la ragionequal è la ragione per cui Dio opera questa discriminazionediscriminazione?
I principi agostiniani non offrono alcun elemento per la risposta.
Interpretazione del Interpretazione del pensiero pensiero
di Agostinodi AgostinoProblema = nel punto di partenza posto a
fondamento, che pregiudica negativamente l’intero ragionamento:
A. fonda la gratuità della salvezza non non sulla rivelazione biblicasulla rivelazione biblica della
volontà salvifica universale, mama sulla condizione di universale peccato in cui l’uomo si trova, per cui esso, pur non meritando nulla, viene salvato.
predestinazionepredestinazione universalitàuniversalità
1Tm 2,4-111Tm 2,4-11
Dio vuole che Dio vuole che tuttitutti gli uomini siano salvi gli uomini siano salvi
S. PaoloS. Paolo
predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati massa damnata:massa damnata:tutti hanno peccatotutti hanno peccato
Peccato Originale non dal disegno eterno (= intenzione originaria:ma a partire dalla storia: a partire da
Cristo)condizione di peccato
S. AgostinoS. Agostino
Inversione- deformazione rispetto alla Bibbia:
Rifiuta la dottrina biblica dell’univer-salità della salvezza:
cfr. il suo commento a 1Tim 2,4-11 («Deus vult omnes homines salvos fieri»)
dove dice che tutte le esegesi sono possibili, purché non in contrasto con la dottrina della predestinazione come da lui intesa.
Alla dottrina biblica della graziaAlla dottrina biblica della grazia, Agostino sostituisce come fondamento della antropologia soprannaturale la la dottrina biblica del peccato dottrina biblica del peccato originaleoriginale.
Sceglie un punto di partenza storico: l’attuale condizione storica dell’umanità che, in seguito al P.O., risulta universalmente segnata dal peccato se non viene ri-generata nel battesimo.
Poiché, però, l’attuale ordine storico è segnato dal peccato, non può essere assunto come criterio per cogliere la verità dell’uomo e del piano di Dio.
Infatti la rivelazione biblica rivelazione biblica propone un diverso punto di partenzapunto di partenza: il piano eterno (= questo permette di comprendere la verità dell’uomo nell’originaria intentio Deiintentio Dei).
• a partire da tale condizione di peccatoda tale condizione di peccato Agostino ricava il senso della predestinazione
• però, smarrisce l’essenziale smarrisce l’essenziale riferimento a Cristoriferimento a Cristo.
• La Scrittura, all’opposto, ribadisce che essa si può definire solo a partire da Cristo, definire solo a partire da Cristo, non dall’uomonon dall’uomo.
andrà superata l’esegesi agostinianasuperata l’esegesi agostiniana, in quanto la prospettiva individuale che assume e la prospettiva dell’infallibile efficacia lo portano a “deformare” la teologia paolina:
Paolo non afferma l’esistenza di una categoria particolare di eletti, scelti ad esclusione degli altri
non afferma l’esistenza di una grazia invincibile ed assolutamente efficace per costoro
i predestinati sono tutti coloro che hanno ricevuto il Vangelo (1Ts 5,9; Ef 1,3-12; Tim1,9; Rom 8) senza per altro che egli intenda limitare la predestinazione ai soli cristiani
non dice che arriveranno infallibilmente alla salvezza; al contrario, considera la possibilità della loro defezione (2Tim 8,10).
Esito degli interventi magisteriali
Il Magistero non ha presentato la predesti-nazione come oggetto dell’insegnamento esplicito e solenne
e non ha fatto propria la dottrina agosti-niana della predestinazione.
Significativa è la posizione dell’Indiculus de Gratia, che si rifiuta di seguire Agostinorifiuta di seguire Agostino nei problemi della predestinazione (DS 249).
Il Magistero, invece, è sempre intervenuto contro ogni restrizione della estensione universale della volontà salvifica di Dio e dell’azione redentrice di Gesù Cristo.
In particolare:
1) la condanna della proposizione quinta di Giansenio, da cui si ricava che è eretico affermare che Cristo sia morto solo per i predestinati (in senso agostiniano) (DS 2005-2006)
2) la condanna dell’errore giansenista che Gesù Cristo è morto solo per i fedeli, non quindi per tutti gli uomini, per cui i non fedeli sarebbero esclusi dall’azione di Gesù Cristo (DS 2304-2305);
3) la presa di posizione contro Quesnel, con cui si afferma l’esistenza di grazie anche fuori della Chiesa e antecedenti alla fede (DS 2426.2429)
4) la costituzione Lumen Gentium (capitolo II).
• Conclusione delle prese di posizione del magistero:
la tesi della volontà salvifica universale è «de fide ex ordinario ecclesiae Magisterio»
ad essa corrisponde la tesi della predestinazione, nel senso precisato