Percorsi Comunicanti Paolo Scirpa Antica Stazione di Posta, Porta Santa Croce, Vicenza In questa installazione Scirpa ci fa entrare in uno spazio tridimensionale. I tre Ludoscopi a pozzo si presentano come ritaglio architettonico inserito nel- la dimensione reale dell’ambiente cui viene sottratta una porzione per lasciare spazio alla presenza in- tegrata di una prospettiva diversa. La linearità della struttura luminosa crea squisiti artifici spaziali in un rapporto attivo, fantasioso e ludico con il fruitore. I tubi fluorescenti non sono più verticali, non affonda- no a precipizio verso il centro della terra, ma sono curvi, tendono a convergere suggerendo la possibi- lità di una comunicazione. Il rigore geometrico del linguaggio è proiettato sulla luce del neon che con il suo disegno irradia e dilata lo spazio circostante mentre lo specchio crea una prospettiva senza fine e un’illusione ottica, matrice di tutti i nostri sogni. Il senso di gioia di queste realizzazioni cui volentieri ci si accosta è dato dal piacere dell’artista di cre- are, di costruire e dalla sua visione esistenziale. In this installation Scirpa let us enter into a three-di- mensional space. The three Ludoscopi, are presented as an architectural trim, placed in the real dimension of the environment, in which a portion is subtracted, to leave a room to the presence of an integrated per- spective. The linearity of the luminos structure crea- tes exquisite space artifices in an active, imaginative and playful relationship, with the viewer. The fluore- scent tubes are no longer vertical, they do not preci- pitously plunge toward the center of the ground, but are curved, tend to converge, suggesting the possi- bility of a statement. The geometric precision of the language is projected on the neon light that radiates with its shape and expands the space around it, whi- le the mirror creates an endless perspective, and an optical illusion, matrix of all of our dreams. The sense of joy of these realizations, which welcomes a faithful approach, is given to us by the pleasure of the ar- tist to create and to build, from his existential vision. 202