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36a Conferenza Nazionale Animatori Martinez: Levangelizzazione
ha bisogno di uomini nuovi, divinizzati e umanizzati dallo
Spirito
Da gioved 1 novembre a domenica 4 novembre si terr la 36a
Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo
(RnS) sul tema: La porta della fede (cf At 14,27). Spalanchiamo i
cuori a Ges Signore per annunciare il Vangelo! (cf I Cor 9,16).
Levento si svolge in contemporanea con lapertura dellAnno della
Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, allindomani della
celebrazione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. Questa
espressione coniata dal Beato Giovanni Paolo II sempre stata
baluardo della diffusione nel mondo del RnS; acquista ora un nuovo
slancio a conclusione di un Anno giubilare intensamente vissuto dal
Rinnovamento nello Spirito nel 40esimo anniversario della sua
nascita in Italia. A ritrovarsi presso il Palacongressi di Rimini
saranno circa tremilacinquecento animatori e responsabili
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con il fine di approfondire e di rivisitare la forza
testimoniale della fede carismatica, gli ambiti e le modalit del
cammino nelle sue diverse dimensioni: personale, comunitario,
ecclesiale, sociale.
Tanti gli ospiti che interverranno: il card. Ivan Dias, prefetto
emerito della Congregazione per lEvangelizzazione dei Popoli; mons.
Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini; mons. Luigi Negri, vescovo
di San Marino Montefeltro; mons. Antonio Staglian, vescovo di Noto;
il biblista don Patrizio Rota Scalabrini; don Sante Babolin,
filosofo ed esorcista; il biblista Gregorio Vivaldelli; la teologa
Ina Siviglia; lo storico Flavio Felice. Come di consueto, il
coordinatore nazionale Mario Landi terr lintroduzione al tema della
Conferenza; al direttore nazionale Marcella Reni spetteranno le
comunicazioni sulla vita del Movimento; il consigliere nazionale
spirituale don Guido Pietrogrande celebrer lEucaristia conclusiva;
il presidente nazionale Salvatore Martinez terr la relazione
conclusiva sul tema della Conferenza. Venerd 2 novembre, alle h.
21.30, previsto uno speciale incontro di Cultura della Pentecoste
sul tema: La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione del Sinodo
Primizie spirituali allindomani del Sinodo. Sar la prima rilettura
del Sinodo attraverso le suggestioni proposte da tre partecipanti:
il card. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio
Consiglio per i Testi legislativi; mons. Mathieu Madega
Lebouakehan, Vescovo di Port-Gentil; Salvatore Martinez, presidente
nazionale RnS. A moderare lincontro sar il direttore di Zenit,
Antonio Gaspari.
Il programma delle quattro giornate, scaricabile sul sito
www.rns-italia.it, prevede: momenti di preghiera comunitaria,
relazioni, simposi, condivisioni, Celebrazioni liturgiche
giornaliere, Adorazione Eucaristica Roveto Ardente che, in maniera
incessante dalle h. 23.30 alle 7.00, proseguir lungo tre notti
presso la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria (Bellaria - Rimini).
Nello specifico, nei pomeriggi del 2 e del 3 novembre sono in
programma, in concomitanza, sei simposi di approfondimento sul tema
dei carismi, del discernimento, della liberazione dal maligno, dei
mezzi e delle modalit di evangelizzazione. Esporranno anziani e
membri di Consiglio Nazionale del RnS.
La 36a Conferenza Nazionale Animatori - ha
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commentato Martinez - chiude le celebrazioni legate al 40
anniversario della nascita del Rinnovamento in Italia. Abbiamo
vissuto un anno di eventi davvero straordinario; ogni nostra attesa
di partecipazione stata superata, le grazie registrate sono state
abbondantissime. La gratitudine a Dio si fa ora voto di un impegno
comunitario ancora pi marcato a servizio della nuova
evangelizzazione. Non sar vero Anno della Fede se non riusciremo a
manifestare il dinamismo carismatico della nostra fede. La fede un
dono, ma anche lesperienza di un incontro con una Persona viva,
Ges, che cambia la vita e la riordina radicalmente. quanto accade e
di pi ancora dovr accadere nei nostri Gruppi e Comunit. Vogliamo
ribadire che la nuova evangelizzazione sar possibile nello Spirito
Santo, con la sua fantasia, con le sue soluzioni creative, con la
sua potenza. La storia ha bisogno di uomini nuovi, al contempo
divinizzati e umanizzati dallo Spirito. A Rimini, allindomani del
Sinodo, il RnS riproporr con convinzione questa grande sfida alla
Chiesa e al mondo.
(30.10.2012)
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31 ottobre 2012 La porta giusta Santa Messa per i volontari
della 36 Conferenza nazionale animatori
Un benvenuto a tutti: a chi fa servizio per la prima volta, a
chi viene qui da tanto tempo, agli affezionati a questo lavoro. Il
desiderio vivo che qualcosa della generosit di Ges entri in
ciascuno di noi e plasmi il nostro operato, affinch il volto di Ges
sia visibile attraverso il nostro servizio.
don Guido Pietrogrande a celebrare la Messa per i volontari del
servizio, che da sempre precede l'apertura dei lavori a Rimini.
Alla presenza del coordinatore nazionale Mario Landi, dei membri
di
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CNS Amabile Guzzo e Dino De Dominicis, del presidente della
Cooperativa Odos Servizi Paolo Zunino, del responsabile nazionale
del ministero del Volontariato Carlo Vaccarini e dei responsabili
di tutti gli ambiti del servizio, il Consigliere spirituale
nazionale RnS rilegge il brano del vangelo di Luca (cf 13, 22-31),
indicando la necessit di "passare per la porta stretta".
"Sforzatevi di entrare per la porta stretta": questa la risposta
che Ges d a una domanda retorica, inutile, ma che rivela la
speranza di avere una risposta secondo il pensiero di chi gliela
pone.
"Sono pochi quelli che si salvano?" chiede un uomo a Ges che
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passa: la paura che muove a fare questa domanda perch c'
sconcerto dinanzi alla buona Novella annunciata da Ges. Cosa vuole
sapere, oggi, il battezzato che si pone questo interrogativo? Il
bisogno di salvezza dell'uomo, indipendentemente dalla fede, e Ges
risponde a tutti allo stesso modo: per entrare bisogna lasciare
tutto ci che non serve per la salvezza, che pesa, che ostacola il
"passaggio".
Il diritto alla salvezza non qualcosa di acquisibile mediante
una vita "normativamente ineccepibile": C' una certa presunzione di
essere buoni - ha proseguito don Guido.
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Non lo ammettiamo apertamente, ma dentro di noi c' la
convinzione di essere salvati per il fatto di aver vissuto secondo
alcune norme. Ma religione e fede non sono la stessa cosa: la
religione fatta di norme, la fede l'incontro con Uno che salva e
che l'unica norma: il comandamento dell'Amore.
Raggiungere la salvezza un passaggio che don Guido paragona a
quello attraverso la porta del lago a Gerusalemme, un passaggio
noto per le sue dimensioni molto ridotte. Per passarvi bisognava
farsi piccoli piccoli. Il nostro passaggio per la porta stretta non
sminuire ci che si , ma una vittoria: Ges il primo a esservi
passato e ci concede la grazia di assomigliargli e fare la stessa
strada. La porta stretta di Ges si chiama incarnazione: egli
entrato nella strettezza dell'umanit, sperimentando cosa significa
essere abbandonato da tutti, essere frainteso, equivocato.
Un esempio eccellente, una cartina di tornasole che riporta
tutto nelle giuste proporzioni. Questo ridimensiona il nostro fare:
avete ricevuto lo Spirito per le opere della legge o per le opere
della fede? Mi salvo perch faccio del volontariato? L'impegno un
gesto d'amore solo dopo aver ascoltato la parola della fede, che il
Signore Ges suscita nel cuore di ciascuno per farci aprire alla
rivelazione. La fede non una nostra performance ma un dono di Dio
che attende una nostra risposta. Quando si risponde a Dio che si
rivela, in quel momento se ci abbandoniamo nelle mani del Padre
scopriamo ci che essenziale: farsi piccoli e passare per la
porta
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stretta, che la porta giusta per entrare nel regno di Dio.
Elsa De Simone
Voi siete il primo segno Il Coordinatore Mario Landi accoglie i
volontari del servizio
A conclusione della Messa del servizio, Mario Landi guida un
momento di preghiera. Nell'intimit dell'incontro con il Signore, il
Coordinatore nazionale, insieme ai volontari, ringrazia Ges che si
appena donato nell'Eucaristia ed esorta poi tutti a un servizio
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generoso in queste intense giornate che si preparano: Il Signore
ci invita a passare per la porta stretta, ma con il cuore largo,
generoso.
Come consuetudine s'invoca lo Spirito e si prega per i
responsabili dei diversi servizi e settori, e la parola del Signore
giunge puntuale e consolatoria: Tu dunque, figlio mio, attingi
sempre forza nella grazia che in Cristo Ges (2 Tm 2, 1).
Prima di lasciare spazio alla consueta benedizione di tutti i
locali della Fiera, Mario Landi porta il saluto di Salvatore
Martinez, di Marcella Reni, impossibilitati quest'anno a essere
presenti, e di tutto il Comitato nazionale di servizio: Grazie per
il vostro
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impegno - dice, poi, riferendosi al nuovo Palacongressi,
aggiunge -; quest'anno la Conferenza si svolge in questi locali
nuovi, che noi renderemo migliori con il nostro servizio,
mantenendo la pace, il sorriso, anche di fronte alle inevitabili
contrariet. Oltre tremila sono gli animatori e i responsabili
attesi per la Conferenza per tutti loro - conclude Mario Landi -
voi siete il primo segno di accoglienza, di ordine, di fermezza e
di autorevolezza.
Elena Dreoni
(01.11.2012)
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1 novembre 2012 Intervista a Salvatore Martinez su Famiglia
Cristiana
In edicola da oggi, gioved 1 novembre, il settimanale Famiglia
Cristiana contenente un'intervista del presidente nazionale
Salvatore Martinez a proposito della XIII Assemblea Ordinaria
Generale del Sinodo
dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, alla quale il
Presidente ha dato il suo contributo come Uditore.
All'interno del settimanale anche un articolo di presentazione
della Conferenza Nazionale Animatori, che si svolge al
Palacongressi di Rimini dal 1 al 4 novembre.
Con estrema gratitudine il Movimento accoglie i messaggi
augurali del card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio
Consiglio per i Laici; di mons. Rino Fisichella, presidente del
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione; di mons. Mariano Crociata, segretario generale
della Cei.
Con fede tra le braccia del Padre Sintesi del segno comunitario
e della preghiera comunitaria carismatica
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E' nel nuovo Palacongressi di Rimini che gli animatori del
Rinnovamento nello Spirito Santo, accorsi da tutte le regioni
d'Italia, si ritrovano per varcare con gioia la "porta della fede"
(cf At 14,27).
La 36 Conferenza Nazionale Animatori ha inizio con il rito
dell'intronizzazione della Parola in un devoto clima di accoglienza
del Dio che viene.
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Subito dopo un segno che introduce il tema di quest'anno. Dal
fondo della sala avanzano sette giovani donne in bianche vesti,
ognuna ha in mano una lampada accesa, a ricordare le vergini sagge
(cf Mt 25), che danzando vanno "incontro allo Sposo". Si dispongono
intorno ad una grande porta, sistemata al centro del palco e sulla
quale scritto "Porta fidei"; poi ciascuna depone la propria lampada
davanti ad essa, mentre viene letta la "preghiera per la fede"
composta da Paolo VI.
... O Signore, fa' che la mia fede sia piena... libera...
certa... forte... gioiosa... operosa... umile... sono le sette
invocazioni di
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cui si compone la preghiera, al termine della quale altre due
giovani donne, anch'esse in veste bianca, aprono i battenti della
Porta fidei lasciando apparire l'immagine di Ges Buon Pastore.
Dopo aver proclamato il Vangelo di Giovanni: Io sono la porta:
se uno entra attraverso di me, sar salvato; entrer e uscir e trover
pascolo (Gv 10,9 ss), mentre l'assemblea, in segno di unit e
comunione si tiene per mano, il Comitato nazionale ed i
Coordinatori regionali, in rappresentanza di tutto il Rinnovamento,
attraversano la Porta della fede. Il segno comunitario termina con
la professione di fede attraverso la recita del Credo.
Guidata dal Comitato nazionale ha poi inizio un momento di
preghiera comunitaria carismatica. E' Mario Landi, coordinatore
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nazionale, a proclamare la parola del Vangelo di Luca: Beati gli
occhi che vedono ci che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e
re hanno voluto vedere ci che voi guardate, ma non lo videro, e
ascoltare ci che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono (Lc 10, 23),
ad essa l'assemblea risponde innalzando una preghiera di lode e di
ringraziamento, in particolare per quanto Dio ha fatto in questi 40
anni di storia sacra del Rinnovamento in Italia.
Guidati dolcemente dallo Spirito Santo ed esortati dalla
proclamazione del Padre nostro, la preghiera che Ges ci ha
insegnato, i presenti si abbandonano infine con fiducia nelle mani
di Dio.
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Anna Pugliese e Sandro Gallo
Accogliere la Parola per la Nuova evangelizzazione Relazione
introduttiva del Coordinatore nazionale
Una memoria grata del Quarantennale, una rilettura sapienziale
di quanto il Signore ha donato al Rinnovamento nello Spirito Santo
in questo Anno giubilare: la relazione introduttiva del
coordinatore nazionale Mario Landi ha chiamato tutti gli animatori
a una nuova responsabilit, per vivere una svolta in questo Anno
della fede.
Un grande ralenti su un lungo anno di eventi, ma anche il
richiamo al magistero della Chiesa, attraverso i messaggi dei
Pontefici che si sono succeduti in questa lunga storia di grazia
che da quarant'anni accompagna il Rinnovamento in Italia, segno
tangibile di una ecclesialit forte.
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"La porta della fede' (cf At 14, 27): si apre un anno di grazia
del Signore! Proseguiamo il giubileo del Quarantesimo anniversario
del Rinnovamento, chiamati a una nuova responsabilit" il tema
dell'intervento del Coordinatore nazionale, affrontato attraverso
cinque parole chiave: fede ed evangelizzazione, declinate nelle
dimensioni della profezia, del discernimento, della
liberazione.
Nella Lettera apostolica di Benedetto XVI in apertura dell'Anno
della fede, il Santo Padre pone l'attenzione su due aspetti:
annuncio della Parola e cuore libero di accoglierla. "La porta
della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette
l'ingresso nella sua Chiesa sempre aperta per noi - dice il
Pontefice.
possibile oltrepassare quella soglia quando la parola di Dio
viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che
trasforma". Dovremmo esultare e avvertire un senso di profonda
gioia e responsabilit per queste parole: in esse si scorge la
natura, l'identit, la missione, la profezia di tutto il
Rinnovamento, assieme
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al grande privilegio che la testimonianza e la profezia che lo
Spirito ci ha chiamato a donare alla Chiesa di questo tempo passi,
in questo momento storico, attraverso di noi.
L'Assemblea nazionale, la Verifica pastorale da essa scaturita,
la 35 Convocazione nazionale, l'Udienza speciale in Piazza San
Pietro con Benedetto XVI, la Giornata mondiale delle famiglie e il
Meeting del RnS a Milano, le Scuole estive di formazione, Dieci
Piazze per Dieci Comandamenti, il Convegno sullo Spirito Santo sono
alcuni dei "luoghi" in cui lo Spirito si fatto promessa compiuta,
incarnata, vissuta. Durante l'Assemblea il Signore ha sottolineato
come il RnS sia opera dello Spirito, un'opera da servire e non da
asservire, che precede e supera ogni nostra capacit. Siamo chiamati
a operare e agire nell'orizzonte della fede e non della razionalit,
della carnalit. Dall'Assemblea siamo passati alla verifica
pastorale a tutti i livelli, facendo memoria delle origini e della
nostra missione ecclesiale, guardando al futuro senza rimpianti
nostalgici. La Convocazione, poi, stata una straordinaria
esperienza di effusione dello Spirito Santo, registrando una
partecipazione numerica come non accadeva da un po' di anni. Il
centro dell'intero anno stato indubbiamente l'Udienza in Piazza San
Pietro con Benedetto XVI, giorno pi forte del giubilo della
comunione ecclesiale, della speranza rinnovata, della carit
operosa.
La Giornata mondiale delle famiglie e la presenza del RnS a
Milano sono stati segno di quel corpo che, a partire da Pentecoste,
sempre si genera: in questa ottica sono da leggere tutte le attivit
della Casa Famiglia di Nazareth a Loreto e la costruzione del
Centro internazionale della famiglia a Nazareth, in Terra Santa,
per servire la famiglia e sostenerla nel suo impegno sociale e
nella sua vocazione ecclesiale. Le Scuole estive di formazione sono
state il
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momento in cui abbiamo formato le coscienze alla luce delle
ragioni di Dio. La vocazione all'evangelizzazione si realizzata
attraverso il progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti, che ha
fatto da preludio all'apertura dell'Anno della fede e lo
accompagner attraverso la declinazione dei Comandamenti in altre
otto piazze d'Italia. Abbiamo portato il RnS nelle piazze, dando
voce, spazio, alla parola di Dio e a testimoni ed evangelizzatori
che hanno onorato la Parola e lo Spirito Santo. La fede o si
manifesta, si vede, interroga e cambia il cuore dell'uomo e la
convivenza civile, o non fede. La nuova evangelizzazione ha bisogno
anche di nuove modalit espressive della fede. Ultimo in ordine
temporale il Convegno sullo Spirito Santo, tenutosi lo scorso 25
ottobre all'Universit gregoriana in occasione del 25 dell'enciclica
Dominum et vivificantem, un evento da rileggere in chiave
sapienziale ben oltre l'Anno giubilare, e che colloca l'intera
storia del RnS, sin dalle sue origini, nel binomio dell'esperienza
e della formazione teologica. In questa profonda esegesi del
vissuto del RnS, il Coordinatore nazionale ha posto in evidenza
anche i punti critici del Movimento, come emersi dal discernimento
comunitario, ricordando per di mantenere alta la misura della vita
di fede per la chiamata comune all'evangelizzazione affinch,
assieme a san Paolo, tutti possano dire che annunciare il vangelo
per me non un vanto, perch una necessit che mi si impone: guai a me
se non annuncio il vangelo (1 Cor 9, 16).
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Elsa De Simone
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La felicit di essere figli Sintesi dell'omelia di mons.
Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini
un padre fedele ai suoi figli il Vescovo di Rimini, mons.
Francesco Lambiasi che, anche questanno, accoglie il popolo del
Rinnovamento e, nel giorno di Tutti i Santi, presiede la Messa in
apertura della 36 Conferenza nazionale animatori.Dalle Beatitudini
(cf Mt 5, 1-12), lo straordinario discorso di Ges dalla montagna,
il Vescovo attinge il senso pi alto: Dio ci vuole felici!.
E la parola che in italiano noi traduciamo con beati, in altre
lingue
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spesso viene tradotta proprio con il sinonimo felici. Ges vuole
la felicit di tutti, ma in modo speciale di coloro che sono provati
dalla sofferenza, che vivono nella povert e nellapparente
convinzione di non poter essere mai pi felici. Dio titolare di un
infinito capitale di felicit da condividere proprio con i pi
sfortunati.
Molti i passi della Sacra Bibbia dove Ges ci parla di questo
dono immenso e del bisogno di vedere felici i suoi figli: Vi ho
detto queste cose perch la mia gioia sia in voi e la vostra gioia
sia piena (cf Mt 11, 28; Gv 15, 11; 17, 13).Le Beatitudini continua
mons. Lambiasi, ricordando le parole di un grande esegeta del
secolo scorso, Jacques Dupont - sono prima di tutto una
proclamazione di felicit, e non soltanto una promessa di felicit.
Con le Beatitudini aggiunge il Vescovo -, Ges constata un fatto pi
che dettare un dovere o esigere uno sforzo. I poveri, gli oppressi,
gli amanti della giustizia possono gi vivere nella gioia.La felicit
di ogni uomo legata al dono ricevuto del battesimo che ha reso
tutti figli di Dio. E proprio nella filialit sta il segreto della
felicit e della santit; essa la misura pi alta della vita filiale.
Dunque, filialit e santit sono le vie che conducono alla
felicit.Come cristiani, siamo invitati a percorrere le orme di Dio
e a pronunciare, come Maria, il nostro s. Ella, per prima, mettendo
la sua vita nelle mani di Dio, ha ricevuto una felicit senza fine.
Il suo s incondizionato felicit di fede e felicit di maternit.
Nella societ occidentale - conclude il Vescovo - la fede dei
cristiani viene messa ogni giorno a dura prova. Molti filosofi del
secolo precedente e dei nostri giorni vorrebbero convincerci
dellinfelicit di essere cristiani, ma a questi attacchi infondati
possiamo
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rispondere con una prova inconfutabile: il test di unumanit
felice, nel duplice senso di umanit feconda e di umanit gioiosa.
Benedetto XVI ce lo ricorda: La gioia di credere la responsabilit
del cristiano: in questa ora della nostra storia dovremmo farla
nostra con animo nuovo (La Gioia della Fede).
Daniela di Domenico
Quando il Roveto guarisce il cuore Il Comitato nazionale di
servizio e il Consiglio nazionale aprono il tempo del Roveto
ardente
A conclusione della prima giornata di Conferenza, ha avuto
inizio il tempo prezioso del Roveto ardente, cuore e sostegno degli
appuntamenti nazionali di Rimini. Di giorno nella cappella
allestita nel Palacongressi e di notte presso la parrocchia Cuore
Immacolato di Maria, i gruppi del Rinnovamento si alterneranno
ininterrottamente in turni di adorazione davanti a Ges Eucaristia
per tutta la durata della Conferenza. Il Roveto ardente l'incontro
di due sguardi, quello di Ges e quello dell'altro. A vivere il
primo di questi incontri i membri del Comitato nazionale di
servizio e del Consiglio nazionale nella Cappella del
Palacongressi, sulla parola "Tutti insieme innalzarono la loro voce
a Dio dicendo: concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta
franchezza la tua parola" (cf At 4, 24-29).
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I presenti hanno innalzato la voce per lodare il Signore della
vita che porta tutti i popoli alla salvezza. A ciascuno stato
chiesto di annunciare la Parola con franchezza. Subito dopo un
tempo di intercessione forte affinch la Parola potesse giungere ad
ognuno, e la proclamazione che Ges l'unico Signore della vita di
tutti.
Don Guido Pietrogrande, Consigliere spirituale nazionale ha
invitato ciascuno dei presenti ad aprire il cuore a Dio, e a
invocare una nuova effusione dello Spirito Santo. "Vieni, Signore
Ges - questo il grido forte - vieni a trasformare i cuori, a
incoraggiarli, vieni perch
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Tu possa essere in noi. Nella parole del profeta Geremia la
conferma di questo grido del cuore. Parole che, come confermato
nella preghiera, attendono una risposta personale.
Il Roveto si concluso con una parola profetica: Io dar ai popoli
un labbro puro perch invochino tutti il nome del Signore e lo
servano tutti sotto lo stesso giogo (Sof 3, 9).
Carla Osella
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2 novembre 2012 ora che anche gli alberi camminino Preghiera
comunitaria carismatica
La preghiera comunitaria carismatica che apre la seconda
giornata della 36ma Conferenza Nazionale Animatori si apre con un
richiamo alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, celebrata
nella odierna liturgia della Chiesa. Noi abbiamo un germe di
immortalit che dice "risurrezione", afferma Don Guido Pietrogrande
dal palco riferendosi al dono dell'Eucaristia.
La preghiera continua con la proclamazione da parte dell'quipe
di animazione di una prima Parola profetica: Voi dunque partirete
con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi
eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi
batteranno le mani (Is 55,12). Si fa subito chiaro che Il Signore
chiama il suo popolo a partire per un gioioso viaggio, la stessa
Conferenza Nazionale Animatori si configura come una salita verso
il monte del Signore. Gli animatori della preghiera invitano il
popolo del Rinnovamento ad essere pronto e a prepararsi ad
affrontare
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il viaggio iniziando a lodare Dio. Lasciamo che il nostro cuore
canti e il nostro Spirito vibri, questa l'esortazione forte di don
Guido Pietrogrande. E il Signore non si fa attendere donando la
seconda Parola profetica: Pietro, apostolo di Ges Cristo, ai fedeli
dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadcia, nell'Asia e
nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante
la santificazione dello Spirito, per obbedire a Ges Cristo e per
essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo; nella sua
grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione
di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredit che
non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa conservata nei
cieli per voi (1 Pt 1,1-4).
La preghiera prosegue con l'invito a ringraziare il Signore che
addita una meta al suo popolo e apre continuamente strade nuove per
vivere la vita nello Spirito, come si afferma dal palco: Anche noi
siamo pellegrini e stranieri e la nostra patria non qui sulla terra
ma in cielo.
Segue l'invocazione allo Spirito Santo, il solo che pu dare la
forza di camminare nella storia. Noi siamo speranza viva in questo
mondo frustrato, viene ancora proclamato dall'quipe di animazione.
La preghiera di ringraziamento che segue si trasforma in preghiera
di lode per le innumerevoli vie che Dio prepara ogni giorno per i
suoi eletti. Il Signore fa nuove tutte le cose: il cuore, il
coraggio, l'evangelizzazione e la terza Parola profetica che Egli
dona ne diventa una conferma: Cammineranno i popoli alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e
guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te (Is 60,
3-4).
Anche gli animatori chiamati a Rimini si mettono in cammino
verso Gerusalemme che attende con le porte spalancate.
Francesco Storino
(02.11.2012)
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Il Rinnovamento sia fucina di testimoni Relazione di don
Patrizio Rota Scalabrini
I gruppi e le comunit del RnS come luoghi di discernimento dei
segni della presenza di Dio; luoghi in cui mirare a forgiare
testimoni che anche nei giorni bui adorino Dio in Spirito e verit e
proclamino con fede la sua signoria. Muove dal passo della Prima
lettera ai Corinzi - Prostrandosi a terra, adorano Dio e
proclamano: "Veramente Dio fra noi" (cf 14, 25) - la catechesi del
biblista, anziano del Rinnovamento, don Patrizio Rota Scalabrini.
Riconoscere i segni della presenza di Dio - spiega - non significa
concentrarsi solo sul momento cultuale, ma cogliere il suo
passaggio in tutti gli aspetti della propria vita, nell'ambito
pubblico e nell'ambito privato, in quello civile e in quello
ecclesiale, nelle dimensioni affettive e in quelle
economico-lavorative. Dio non confinabile nei limiti del rito e del
culto, anche se da questi non si pu prescindere. Il Biblista cita
il testo del Libro dei Numeri (cf 11, 25-29) in cui un giovane si
scandalizza perch due uomini stavano profetizzando non nella Tenda,
ma nell'accampamento. Mos gli rispose: "Fossero tutti profeti nel
popolo del Signore e volesse il
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Signore porre su di loro il suo Spirito!" (v. 29). Siamo
chiamati - continua don Patrizio Rota - a riconoscere la presenza
del Signore nella Tenda, ma anche fuori della Tenda, nella vita
ordinaria. Quali i segni di questa presenza? Dal frutto si
riconosce la qualit dell'albero: Quando c' amore, c' Dio; quando c'
gioia vera, c' Dio. Quando il cuore conosce quella pace che lo
custodisce anche nelle prove, c' Dio. Quando l'animo capace di
desiderare in grande, di non rinunciare a un orizzonte pi ampio del
proprio particolare, allora c' Dio!. Il Biblista accenna alla crisi
attuale, economica, ma soprattutto di valori. E invita a ricordare
la parola del profeta: "Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto
il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui" (Is 8, 17). Isaia
ci indica la disciplina della fede: saper restare in attesa, con la
fiducia certa che Dio continua ad abitare tra noi e non abbandona
il suo popolo. Noi oggi abbiamo bisogno di testimoni. la presenza
dei testimoni che segnala la presenza di Dio. Nei nostri gruppi e
nelle nostre comunit dobbiamo preoccuparci di formarci e formare a
essere testimoni. E a fondamento della testimonianza, ci sono la
prostrazione, l'adorazione e la proclamazione: Prostrarsi non
annichilirsi, ma consegnarsi, darsi totalmente a Dio. Coltivare un
senso profondo di umilt e di abbandono a Dio - aggiunge - uno dei
compiti pi importanti per i nostri gruppi di preghiera, altrimenti
ci si sentirebbe degli arrivati. Prostrazione come atteggiamento
corporeo preliminare all'adorazione, la quale non si limita al
momento rituale, ma uno sguardo di fede sulla vita: adorare
significa mettere Dio al di sopra di tutti i nostri progetti.
Infine, non c' vera fede adorante che non diventi anche fede
confessante, proclamante. Ma perch la comunicazione della fede sia
convincente, necessario un tempo di approfondimento, di
preparazione, di fortificazione della propria vita spirituale. Non
solo, necessario assumere quell'amabilit che rende facile all'altra
persona amare. Al termine, il Biblista invita a ricordare che la
fraternit lo stile pi profondo di ogni proclamazione. Se impariamo
a volerci bene come fratelli, sapranno che siamo Suoi discepoli.
Lucia Romiti (02.11.2012) RIMINI, venerd, 2 novembre 2012 - Non si
pu far dire a Dio ci vogliamo noi, come ad esempio che il periodo
buio che stiamo
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vivendo duri poco e venga subito lalba. La fede, invece, sa
rispettare il silenzio e il mistero di Dio e sa attendere. Essa
attesa della luce che solo Lui pu dare, nei modi e nei tempi che
vorr. Cos il biblista don Patrizio Rota Scalabrini intervenuto
venerd 2 novembre alla Conferenza Nazionale degli animatori del
Rinnovamento nello Spirito che si sta svolgendo al Palacongressi di
Rimini. Dio - ha spiegato il docente della Facolt Teologia di
Milano - non smette mai di affidarci segni della sua presenza,
anche quando sembrerebbe chiudersi nel silenzio, e tenere nascosto
il proprio volto. Ma quali sono allora i segni di questa presenza?
si chiesto don Rota Scalabrini - La risposta chiara: I segni pi
grandi che il Signore d alla storia sono dati dalla presenza di
testimoni. Costoro sono lattestazione visibile della fedelt di Dio.
E - ha aggiunto la nostra esperienza nel Rinnovamento, nei suoi
incontri di preghiera, di formazione, in vista proprio di un
radicamento pi saldo della nostra testimonianza di fede, di
speranza, di carit. Per rinnovare e rafforzare la fede don Rota
Scalabrini ha indicato la pratica della adorazione, la
sottomissione e il servizio ai disegni di Dio. A questo proposito
il biblista ha spiegato la prostrazione come atto di
consapevolezza, il cui significato che non ci potr essere alcun
servizio profetico autentico che prescinda da un senso profondo di
umilt e di abbandono a Dio. Coltivare un senso profondo di umilt e
di abbandono a Dio ha sottolineato il biblista - uno dei compiti pi
importanti per i nostri gruppi di preghiera, altrimenti ci si
sentirebbe degli arrivati. E proprio cos, svanirebbe ogni fecondit
dei carismi che il Signore ci ha affidato. Prostrarsi ha precisato
- non significa abbattersi, disprezzare se stessi in modo
depressivo, ma consegnarsi al Signore nella totalit delle proprie
risorse e aquesto i gruppi di preghiera devono mirare: a che i
fratelli e le sorelle diventino sempre disponibili, aperti, alla
volont di Dio e a fare gioiosamente ci che Lui dona di
-
poter fare. Parlando dei gruppi di preghiera, don Rota
Scalabrini ha invitato ad ampliare e approfondire, ladorazione
perch rappresenta latteggiamento con cui la persona chiamata a
porsi alla presenza dellEterno. Prostrarsi davanti al Signore ha
sostenuto - sottomettersi a lui sinceramente, cio chiede che sia
fatta in noi la sua volont, e non la nostra. Secondo il biblista
Ladorazione di Dio non si risolve nel puro momento cultuale, ma uno
sguardo di fede sulla vita, un decidersi secondo ci che il suo
Spirito detta al nostro cuore. Per don Rota Scalabrini confessare e
proclamare la fede in Ges oggi significa riconoscere che Dio ci si
fatto vicino e pone segni efficaci della sua presenza nella nostra
vita. Nellultima parte del suo intervento il biblista ha spiegato
che elemento qualificante della proclamazione deve essere
certamente quello della gioia, anche se unita a trepidazione, perch
il destinatario non si chiuda ad un annuncio che ha gi cambiato la
vita dellannunciatore, rendendolo pi vero, pi dignitoso, pi libero,
pi felice. Lo stile dellannuncio ha concluso don Rota Scalabrini -
deve sempre essere anche quello della fraternit e va ribadito che
la fraternit, secondo il Vangelo, missionaria. A. Gaspari Fonte:
Avvenire
-
Un incontro non convenzionale Testimonianza
Sono fermamente convinto che la preghiera comunitaria
carismatica mi abbia persuaso, e continua a dimostrare l'evidenza
del fatto, che tutto possibile a Dio e che tutto appartiene a
Lui.
Queste le parole di fede di Alessandro. Come tanti altri
ragazzi, Alessandro ha frequentato la Chiesa e ricevuto i
sacramenti della comunione e della cresima. Ma come tanti altri,
anche in lui il desiderio di accostarsi ai doni di Dio era
nascosto, sopito, non compreso appieno. L'occasione di svelarlo
arriv nel 2007, durante un seminario di vita nuova organizzato
nella sua parrocchia. Non ricordo molto di ci che ho ascoltato in
quei giorni - dice Alessandro -, ma ci che mi ha permesso di
ricominciare a vivere una vita immersa nei sacramenti stato l'aver
incontrato Cristo in un luogo non convenzionale, in un giorno non
convenzionale, e in modo non convenzionale. In effetti, Alessandro
non cap molto di ci che fu detto la prima volta che assistette a
una preghiera carismatica, ma comprese che quel posto era per lui,
che l si trovava a suo agio e che Qualcuno si aspettava che anche
lui facesse la sua parte. Da quel momento, Alessandro stato
rievangelizzato: dalle persone del suo gruppo di appartenenza, dai
pastori e gli animatori che il Signore gli ha permesso di ascoltare
nel Rinnovamento. Ha compreso che la preghiera non solo libera e
converte, ma invia anche in missione. Da essa unicamente prende il
via ogni forma di
-
diffusione del Vangelo. In lui si fatta sempre pi chiara la
chiamata all'evangelizzazione. E racconta la sua ultima esperienza
a riguardo: Credicipuretu.
Il 14 settembre scorso - testimonia ancora - ha realizzato,
nell'ambito del RnS, un Flash mob in tre luoghi della movida
romana, tre piazze frequentatissime dai giovani, improvvisando dei
concerti-lampo, grazie a un open-bus adattato per l'occasione a
palco viaggiante, sul quale si esibita la band musicale 70V7.
Attraverso questi brevi concerti e il social network facebook,
Credicipuretu ha offerto un "flash di luce positiva" per proporre
un modo sano, positivo, di vivere la notte e soprattutto per aprire
una porta di dialogo con i giovani, sfruttando i mezzi a loro pi
vicini e comuni.
Damiano Mattana Da rifiutati a fratelli Testimonianza
Un cambiamento profondo, radicale e non cercato ha segnato la
vita di Paola, che oggi ha 58 anni, viene da Sassari, sposata ed ha
due figli. Cresciuta in una famiglia di sani principi, ma anche un
po' oppressiva, racconta: Cercavo la mia libert a tutti i costi,
costruivo la mia vita cercando a muso duro di ottenere tutto ci
che
-
volevo. Inoltre, essendo cresciuta in un ambiente molto
borghese, sentiva una certa repulsione per coloro che vivevano ai
margini della societ.
Nel 1997 inizi a frequentare un gruppo del Rinnovamento, cedendo
all'insistenza di alcuni amici, e l - continua - piansi per due
anni; incontrai Colui che mi disse "coraggio donna" e mi insegn ad
ascoltare la sua voce e a obbedirgli.
In quello stesso periodo era stata assegnata per lavoro al
reparto "malattie infettive" dell'ospedale di Sassari, proprio
vicino a quegli uomini e quelle donne che prima non avrebbe mai
avvicinato. Ora iniziava a considerarli fratelli e nelle pause del
suo lavoro si intratteneva in conversazioni con loro, disponibile
ad aiutarli anche nelle loro necessit materiali. Era un'esigenza
che le nasceva dentro.
Racconta in particolare del "terrore" di uno di essi, il quale
sentiva la vita che lo stava abbandonando. Paola inizi a parlargli
di Ges testimoniandogli la sua misericordia e lui, inizialmente
molto diffidente, accett di pregare con lei. Il terrore spar dai
suoi occhi. Per la prima volta cap che avrebbe potuto ricevere in
cielo quella accoglienza che non aveva mai sperimentato sulla
terra.
Ricevette il battesimo, al quale lei fece da madrina, e poi la
comunione. Poco dopo mor, portando al collo il crocifisso che lei
gli aveva regalato.
Sandro Gallo e Anna Pugliese
(02.11.2012)
-
Tutto avviene nello Spirito Omelia di mons. Luigi Negri, vescovo
di San Marino-Montefeltro
Un rendimento di grazie per l'opera del Rinnovamento, per la sua
presenza viva e fedele all'interno della Chiesa. Un rendimento di
grazie reso con profonda sincerit, tanta umilt e gratitudine verso
ciascuno di voi, i vostri responsabili, perch le cose grandi di Dio
sono le cose dello Spirito: con queste parole vibranti,
sinceramente partecipi, il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons.
Luigi Negri, ha esordito nella sua omelia durante la Celebrazione
della commemorazione dei defunti. Rivolgendosi agli animatori, il
Vescovo ha sottolineato l'importanza dell'evento di salvezza del
cristianesimo, dinanzi al quale il Rinnovamento si pone con una
presenza numerosa, attenta, che sfida positiva per la Chiesa. Voi
avete testimoniato e testimoniate davanti alla Chiesa e al mondo
che l'evento del cristianesimo non a disposizione dell'uomo, della
sua intelligenza, della sua volont, di capacit tecnologiche o
scientifiche, e neanche della sua capacit spirituale - ha
evidenziato mons. Negri. Dentro una cristianit che rischiava di
accettare una tremenda riduzione dell'avvenimento cristiano a
spiritualit individuale, silenziosamente vissuto fuori dal contesto
della vita
-
sociale... voi testimoniate che l'evento cristiano opera dello
Spirito Santo di Dio, che ha operato l'incarnazione del Verbo in
Ges ed intervenuto, attraverso la Pentecoste, alla creazione di
quella Chiesa in cui Cristo crocifisso e risorto presente come
guida unica, fino alla consumazione dei secoli.
La quotidianit della vita pone continue sfide sulle modalit di
appartenenza a Cristo: la presenza e la testimonianza nelle comunit
parrocchiali, lavorative, abitative, nella socialit intesa ad ampio
raggio, a parlare di una cristianit che non frutto di pura
razionalit ma di una libera scelta. Il cristianesimo un evento di
grazia nello Spirito Santo di Dio e investe l'uomo, che si trova di
fronte all'unica grande responsabilit della vita: accogliere di
consegnarsi allo Spirito oppure rifiutarlo. Voi ci testimoniate che
quello che viviamo non ha come protagonista noi stessi ma lo
Spirito, e dobbiamo immedesimarci in questa presenza, consegnarci a
essa con la totalit della nostra intelligenza e del nostro cuore
per diventare corresponsabili con lui, per lui, della grande
missione della Chiesa. Nella sintesi e nella coniugazione dello
Spirito Santo e della libert dell'uomo, nasce un'identit nuova,
definita nello Spirito e chiamata non a una condizione di fideismo
e di inerzia ma a una mobilit che missionariet - attraverso l'opera
personale e unica di ciascuno -, alla corresponsabilit, al
permanente e quotidiano cambiamento della vita e della storia.
Dinanzi alla fame di giustizia, di Parola, di un senso definitivo
della vita, siamo chiamati a rendere testimonianza alla Verit
attraverso la carit, unico strumento in grado di incontrare il
cuore degli uomini e di rivelargli Dio. Solo in questo modo,
sull'esempio di Giovanni Paolo II, che ha salutato il sommovimento
spirituale della Chiesa, ovvero i movimenti e le nuove comunit, e
di Benedetto XVI, possiamo essere testimoni forti, limpidi, sicuri,
di fronte al mondo.
Ringraziando mons. Negri a nome dell'assemblea e del
Rinnovamento tutto, Salvatore Martinez ha posto l'attenzione sul
ruolo che i Movimenti sono chiamati ad avere all'interno della
Chiesa, nel profondo quotidiano cambiamento nel cammino della
storia, attraverso una corresponsabilit ecclesiale che, come diceva
Giovanni Paolo II, parte esperimentabile e visibile della
costituzione dogmatica della Chiesa.
Elsa De Simone
-
Un anno di grazia del Signore Raccontiamo il Quarantesimo
anniversario del Rinnovamento
Un momento di festa, di gioia particolare per ripercorrere
insieme gli eventi importanti che hanno segnato la prima met di
questo anno giubilare nel 40 Anniversario del Rinnovamento in
Italia. Cos Marcella Reni, direttore del RnS ha introdotto questo
escursus di grazie e benedizioni, a iniziare dagli incontri di
Fraternit dei Comitati regionali di servizio che si sono tenuti tra
febbraio e marzo, a Roma presso la Sede nazionale del Movimento. A
darne testimonianza Luigi Leoni, coordinatore regionale RnS
Lombardia, il quale ha voluto sottolineare come quest'anno gli
incontri si siano aperti con un solenne momento spirituale: la
visita alla tomba di S. Pietro, nella Necropoli vaticana
sottostante la Basilica rinascimentale. Quale luogo pi solenne di
questo per fondare la nostra testimonianza e il nostro servizio
pastorale, ha affermato prima di lasciare la parola alla
testimonianza che Silvia Storgato, coordinatrice diocesana RnS per
la diocesi Sabina-Poggio Mirteto, ha letto prestando la voce a
Stefania Magini, membro del Comitato regionale RnS Lazio, che non
ha potuto essere presente. Con questi incontri di fraternit si
aperto un tempo di lavoro, di verifica pastorale annuale, scandita
dall'accoglienza fraterna, dal dialogo,
-
dalla condivisione e dall'ascolto, ha testimoniato la Magini. Ma
soprattutto stato un tempo di grazia - ha continuato Giuliana
Sessa, membro del Comitato regionale RnS Calabria - di ispirazione
e di incoraggiamento a proseguire nell'opera che lo Spirito Santo
continua a realizzare da oltre 40 anni attraverso il Rinnovamento
nello Spirito... per sottolineare con forza la nostra identit
carismatica, la nostra vocazione ecclesiale e la nostra missione
nella storia.
Ad Aprile - ha detto Marcella Reni riprendendo il filo degli
eventi - abbiamo celebrato la 35 Convocazione nazionale sul tema
"Ges il Signore", un evento giubilare tra memoria e profezia. Il
ricordo di quelle giornate benedette stato affidato in questo caso
a un video che ne ha reso pi vivi che mai i momenti forti. I volti
che ci hanno accompagnato nella storia sacra di questi 40 anno,
volti di padri e di amici del Rinnovamento. Il saluto dei Pastori
che ci guidano. I momenti di festa per il Quarantennale, ma anche
di profezia, come lo sono state le parole forti, illuminate dallo
Spirito del Presidente Salvatore Martinez: Ci candidiamo, umilmente
e con profonda convinzione, a rifare il tessuto cristiano delle
nostre comunit locali, provando a superare la frattura esistente
tra "Vangelo e vita", certi che non esiste "riserva d'umanit" pi
alta e incisiva della spiritualit cristiana.
A conclusione di questa prima parte del racconto del
Quarantesimo, Marcella Reni, ha richiamato il ricordo ancora vivo
dell'Udienza speciale concessa al popolo del Rinnovamento, alla
Vigilia di Pentecoste, dal Papa Benedetto XVI proprio in occasione
del Quarantennale del Rinnovamento. Ancora una volta le immagini di
un video hanno reso presenti quei momenti. Nel volto e nelle parole
del Presidente Martinez: giorno di giubilo. Giubilo di fede
rinnovata dal dono della comunione ecclesiale che migliaia di
fratelli e di sorelle qui presenti sottolineano con questa
peregrinatio ad sedem Petri. Nelle parole del card. Angelo
Bagnasco, presidente della CEI che ha presieduto la Celebrazione
eucaristica: Diffondete la cultura della Pentecoste, che cultura di
unit e comunione. Essa non frutto della presunzione umana - come
nel caso della torre di Babele - ma dono dello Spirito che scende
dall'Alto.. Ma soprattutto nel messaggio del Santo Padre, nelle sue
parole attese per essere custodite e meditate: Cari amici,
continuate a testimoniare la gioia della fede in Cristo, la
bellezza di essere
-
discepoli di Cristo, la potenza d'amore che il suo Vangelo
sprigiona nella storia, come pure l'incomparabile grazia che ogni
credente pu sperimentare nella Chiesa con la pratica santificante
dei Sacramenti e l'esercizio umile e disinteressato dei carismi,
che, come dice san Paolo, vanno sempre utilizzati per il bene
comune. Non cedete alla tentazione della mediocrit e
dell'abitudine! Coltivate nell'animo desideri alti e generosi! Fate
vostri i pensieri, i sentimenti, le azioni di Ges! S, il Signore
chiama ciascuno di voi ad essere collaboratore infaticabile del suo
disegno di salvezza, che cambia i cuori; ha bisogno anche di voi
per fare delle vostre famiglie, delle vostre comunit e delle vostre
citt, luoghi di amore e di speranza.
Elena Dreoni
(02.11.2012) Simposi di approfondimento 1) Carismi profetici in
unassemblea riunita in preghiera Luciana Leone, direttore
editoriale delle edizioni RnS, in sostituzione di Sebastiano
Fascetta, gi Coordinatore regionale della Sicilia Sottoponiamoci
all'azione dello Spirito
Parlare in lingue; interpretazione; insegnamento; conoscenza e
guarigione; profezia vocale, numerica e visiva. Molti sono i
carismi
-
profetici elargiti dallo Spirito Santo a coloro che hanno
ricevuto il battesimo, ma ancora di pi sono i dubbi e l'inadeguata
conoscenza dell'argomento che ne determinano, a volte, un utilizzo
sbagliato nel proprio gruppo di preghiera.
A guidare il Simposio il direttore editoriale delle Edizioni RnS
Luciana Leone. E affronta il delicato argomento ricordando le
parole di san Paolo: A ciascuno data una manifestazione particolare
dello Spirito per l'utilit comune: a uno viene concesso il
linguaggio della sapienza; a un altro il linguaggio di scienza...;
a un altro il dono di fare guarigioni; a uno il potere dei
miracoli...; a un altro le variet delle lingue; a un altro infine
l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose l'unico e il
medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole
(cf 1 Cor 12, 7-11).
I carismi sono elargiti per l'edificazione della Chiesa;
destinati ai credenti; dati in alcuni casi in maniera permanente e,
in altri, solo temporaneamente; sono una risposta alle necessit
della Chiesa. Le parole di Luciana Leone riprendono quelle di molti
Padri della Chiesa e della Costituzione dogmatica Lumen gentium che
afferma: Lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare
il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri... ma
"distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui" (cf 1 Cor
12, 11) (n. 12).
Il modo in cui lo Spirito elargisce i suoi carismi
imperscrutabile ma chiaro il fine. Essi hanno la funzione di
edificare, esortare, consolare, convincere, giudicare (nel senso di
distinguere il bene dal male). I carismi aiutano quindi a
realizzare l'opera di santificazione personale; a metterci a
disposizione della comunit; a renderci adatti a compiere opere e
ministeri dentro la Chiesa nel mondo.
I carismi non sono statici ma dinamici perch generano azioni;
non sono residenziali; non sono gli stessi in tutte le epoche; sono
sempre in potenza ma non sempre sono in atto: Lo Spirito Santo -
cio - sempre presente in coloro che ne sono degni, ma non agisce se
non secondo il bisogno (san Basilio di Cesarea). Attraverso la
realt dei carismi siamo completamente inseriti nel magistero della
Chiesa. Essi sono inoltre "missionari", dati per
l'evangelizzazione.
Da una riflessione sui carismi, Luciana Leone passa poi a
-
riassumere, sotto tre aspetti, il concetto di profezia: essa pu
essere considerata come la partecipazione all'ufficio profetico di
Cristo; come vocazione profetica; come carisma esercitato nei
gruppi. La profezia come lo scioglimento di un velo su una realt
che fino a quel momento era nascosta ai nostri occhi; per questo,
dobbiamo stare attenti a come la utilizziamo nei gruppi. Troppe
profezie, errate interpretazioni, finiscono solo per confondere e
allontanarci dalla reale volont di Dio.
necessario saper fare un discernimento e saper valutare la
"genuinit" dei carismi, sottoponendoli al giudizio dei pastori.
Tutto si faccia per l'edificazione, questo un criterio fondamentale
di valutazione.
Oltre i carismi "tecnicamente" profetici di cui parla san Paolo,
anche l'intero incontro di preghiera profetico, il disvelamento di
una verit: dall'accoglienza, all'invocazione dello Spirito Santo,
dalla preghiera di lode al canto.
Viviamo un tempo difficile, a tratti spaventoso - conclude la
Leone. Ma necessario che i nostri gruppi liberino Cristo nel mondo
affinch ogni timore e ogni paura vengano cacciati.
Daniela Di Domenico
-
2) Carismi di annuncio nella storia Ina Siviglia, Teologa Lo
Spirito Santo nella storia
Un'assemblea numerosa ha partecipato al Simposio tenuto dalla
teologa Ina Siviglia, docente in Antropologia Teologica presso la
LUMSA, che ha aperto la sua relazione testimoniando con gratitudine
la ricchezza ricevuta in questi due primi giorni di Conferenza.
Ina Siviglia ha subito sollecitato l'assemblea a credere che lo
Spirito Santo opera nella storia e provvede alle necessit degli
uomini di buona volont in ogni tempo: Come credenti non possiamo
non leggere la storia come una storia di salvezza, come il luogo
teologico dove Dio ci d l'appuntamento perch noi viviamo con fede,
speranza e carit.
Ina Siviglia presenta quindi gli strumenti che abbiamo per agire
nella storia: innanzi tutto la familiarit con la Parola di Dio, che
opera la conversione nostra, della nostra comunit e della Chiesa.
La Parola di Dio ci conferma che Dio regge i cardini del mondo e ci
dona occhi di fede che bucano la realt, per vedere in Ges il
Signore, Capo della storia, in cui tutto si ricapitola. Nel viaggio
della fede dobbiamo camminare in carovana, insieme a tutta
-
l'esperienza della Chiesa, verso la novit di Dio che ci chiede
di lasciare la nostra terra. Per operare in consonanza con lo
Spirito Santo necessario anche avere uno spirito di discernimento e
la capacit di chiedersi tra le pieghe della storia cosa Dio vuole
da noi. Dobbiamo fare appello al "sensus fidei", di cui parla il
Concilio Vaticano II, che come una bussola tra le mani.
Ina Siviglia ricorda con forza il ruolo del laico, che chiamato
a una fede pensata, studiata, amata, testimoniata e annunziata. In
questo senso raccomanda a tutti di aiutare i contemporanei a farsi
domande di senso. Lei stessa pone domande: Perch molti giovani
vivono come se Dio non esistesse? Forse ai nostri figli abbiamo
dato tutto ma non l'unica cosa che serve: aprirli al dinamismo
della fede indirizzandoli verso i sentieri del Signore. Chi sono
gli evangelizzatori nella storia? Ina Siviglia nomina la profezia
quotidiana di genitori, educatori, catechisti, docenti di religione
e di teologia, ma anche di operatori di mass media, operatori di
giustizia, testimoni di carit e politici che lavorano con onest e
competenza. Tutti dobbiamo lasciarci muovere dal vero protagonista
della nuova evangelizzazione: lo Spirito Santo, che illumina chi
annunzia, corrobora chi ascolta e manda fino ai confini della
terra. A noi spetta di testimoniare "ci che noi abbiamo udito, ci
che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ci che noi abbiamo
contemplato e ci che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo
della vita" (1Gv 1, 1).
Un ricco tempo di domande, coordinato da Carla Osella, ha
testimoniato l'efficacia della relazione di Ina Siviglia, che fino
all'ultimo ha esortato l'assemblea a fondare l'annuncio sulla
Parola di Dio e ha incoraggiato tutti a cogliere l'opportunit di
evangelizzazione di questi tempi di crisi, che si possono
trasformare in un'occasione favorevole perch lo Spirito Santo di
Dio trovi spazio di accoglienza nell'umanit sofferente.
Donatella Magri
-
3) Il discernimento applicato alla vita comunitaria Dino De
Dominicis, membro di CNS Una bussola per il cammino
Il simposio dedicato al discernimento nella vita comunitaria
tenuto da Dino De Dominicis, membro di CNS. Si tratta della capacit
di distinguere ci che buono da ci che non lo , quello che vero da
quello che falso, per fare una scelta e prendere la decisione pi
giusta - ha iniziato il Relatore. Scegliere senza un discernimento
come navigare senza una bussola.
I due verbi che nell'Antico e nel Nuovo Testamento indicano il
discernimento si traducono in "soppesare, valutare" e "distinguere
per chiarire". Discernere necessario per riconoscere la zizzania
mischiata al buon grano, per conoscere la volont di Dio quando
questa non cos evidente.
necessario formarsi sul discernimento e non solo in vista di una
scelta da fare. Ritengo indispensabile - sottolinea De Dominicis -
che nei gruppi si trovi sempre uno spazio adeguato per fare
formazione su questo carisma, perch la capacit di discernimento
misura di maturit. La riflessione continua richiamando alcuni degli
ambiti in cui si applica il discernimento. Il primo riguarda la
-
sfera personale in cui l'uomo s'interroga per conoscere la
volont di Dio, per comprendere qual il suo disegno e poter agire di
conseguenza. Ci sono poi altri ambiti: quello spirituale, quello
apostolico e quello comunitario. Quest'ultimo riguarda il disegno
di Dio sulla comunit, che deve saper leggere il proprio cammino per
meglio orientarsi, in un clima di dialogo e di ascolto che
coinvolga tutti i membri e non solo gli anziani.
Gli strumenti del discernimento sono: l'intelletto, i carismi e
la fede; questa che ci permette di guardare oltre, con la certezza
che Dio parler. Il discernimento tuttavia presenta anche molti
rischi, alcuni di quelli citati dal relatore riguardano:
l'applicazione troppo rigida dei criteri, l'ambizione personale di
chi discerne, le false profezie, l'immaturit.
da Dio che proviene il discernimento come carisma, pertanto per
esercitarlo necessario un clima di preghiera che permetta di
entrare in comunione profonda con lui: Quando la nube s'innalzava e
lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non
si innalzava, essi non partivano (Es 40,36-37).
De Dominicis si sofferma poi sulla preghiera comunitaria
carismatica, evento straordinario nella ordinariet, e sul
discernimento da applicare ai carismi di animazione.
Il discernimento pastorale, infine, richiede sottomissione
reciproca. E il relatore conclude con una considerazione: A volte
un bagno di umilt ci aiuterebbe a vedere ci non vediamo, a prestare
pi attenzione al fratello. in questo modo che le nostre comunit
potranno diventare luoghi di esperienza dell'amore e della
grazia.
Anna Pugliese e Sandro Gallo
(03.11.2012)
-
4) Il discernimento applicato alla storia, lettura dei segni dei
tempi Flavio Felice, Storico Una sfida per la storia
tempo di non rimanere nella tenda, ma di andare al centro del
villaggio: con una citazione di don Patrizio Rota Scalabrini tratta
dal Libro dei Numeri (cf 11, 25-29), il direttore Marcella Reni ha
introdotto il simposio sul discernimento applicato alla storia
quale lettura del segno dei tempi. Relatore Flavio Felice, storico,
professore ordinario di Dottrine economiche e politiche alla
Pontificia universit lateranense, che si inserito nel pomeriggio
simposiale come "uomo spirituale" impegnato a leggere i segni dei
tempi. Nella prospettiva dell'Anno della fede e della Nuova
evangelizzazione, l'intervento di Felice si pone quale interessante
momento di discussione e confronto per quanti, tra gli animatori,
si proiettano nella responsabilit: formare attraverso il
discernimento, la profezia, la liberazione fondamentale per una
evangelizzazione che sia nella Chiesa per andare nel mondo, ha
concluso il Direttore RnS presentando il simposio. Questo tema una
sfida - l'esordio del Relatore - ed una sfida che ci
interpella.
-
Per questo importante che la questione del discernimento sia
posta sotto quattro profili: teologico, sociologico, antropologico,
storico-politico.
Pu l'uomo spirituale leggere i segni dei tempi? E pu il
discernimento essere una guida per comprendere a fondo e dal di
dentro temi profondi di carattere non prettamente religioso e
coniugarli in nome del cristianesimo? Cos' in effetti il
discernimento? Null'altro che rendersi sensibili all'azione dello
Spirito nella comunit di oggi ed essere consapevoli della capacit
di "comprendere agendo e agire comprendendo". In che modo l'uomo
arriva a concepire il discernimento attraverso la lunga storia
della civilt?
Il discernimento come azione teologale non esercizio della mera
arte del "buon consiglio": un atto teologale a tutti gli effetti,
che investe la nostra conoscenza di Dio Padre, nonch la capacit di
rendere ragione della nostra fede. La capacit di discernimento
implica il saper leggere il segno per eccellenza dei cristiani:
riconoscere nel simbolo della Croce la figura del Figlio di Dio e
asserire in questo modo a una dovuta preparazione nella Sapienza
della Croce, senza la quale ogni speranza di discernimento vana. E
assumerla a fondo non significa altro che condividerla: accedere
alla Sapienza della Croce compito di ogni individuo di una comunit
e, dovere ancora pi importante nella vita cristiana, il saper
accettare la condivisione della Sapienza per il bene comune. Amarci
come Dio ci ha amato significa arrivare a un annullamento di s,
essere pronti a morire per il fratello e a salire con lui sulla
croce.
In secondo luogo, Flavio Felice parla del discernimento come
assunzione di responsabilit: un atto teologale compiuto da un
soggetto creato a immagine e somiglianza di Dio, dunque per
vocazione chiamato a partecipare all'opera creatrice del Padre e a
rispondere di tale mandato al Padre e al prossimo. Questo significa
essere responsabili: saper dare una risposta a questo alto
mandato.
Terzo aspetto il discernimento come massima espressione della
libert di coscienza. Si tratta di una questione molto delicata: la
coscienza educata e orientata dalla fede risponde alla chiamata del
Padre con un'"eccomi" che non ammette intromissioni da parte di
-
nessuno che non sia in sintonia con il Padre, ossia che non sia
disposto a salire sulla croce insieme al prossimo. La persona
educata alla fede esprime il suo fiat anche se imprigionata: in tal
senso, non esiste una comunit e un'autorit all'interno della
comunit che possa intorbidire la cristallina freschezza di un s
pronunciato da chi esprime l'immagine e la somiglianza del Padre
Celeste. Le radici, i fondamenti del cammino cristiano, pure se
calpestati e danneggiati nel corso della storia, non hanno mai
ceduto: ragione critica, pluralismo, tolleranza, presa di coscienza
e altruismo sociale, costituiscono la base della comunit. In quanto
composta da individui pensanti e agenti, Dio ci invita ad amare il
prossimo singolarmente preso, non la comunit.
Quarto aspetto il discernimento come fondamento dell'azione
politica dei cristiani. In un momento di cos grave crisi
spirituale, i cristiani sono chiamati a esprimere con la propria
vita e le proprie scelte la rilevanza della loro presenza nei
particolari mondi vitali. Le considerazioni sul discernimento come
atto teologale approdano sulle sponde della riflessione, della
rilevanza politica e sociale del vivere cristiano, della sua
capacit di essere sorgente di istituzioni politiche, economiche,
sociali, ecclesiali, nelle quali il cristiano possa praticare la
virt delle virt, la caritas, che il nome pi intimo di Dio Padre:
con esso si manifesta la verit sull'uomo in quanto creato a
somiglianza e immagine di Dio Amore.
Nel dibattito scaturito dal simposio, spazio a una interessante
discussione su questioni pratiche e di vita quotidiana inerenti
bene comune, impegno politico, crisi economica, reciprocit e libert
di culto.
Damiano Mattana Elsa De Simone
-
5) La liberazione dal male nellesperienza di vita comunitaria
S.E.R. card. Ivan Diaz, Prefetto emerito della Congregazione per
lEvangelizzazione dei Popoli Siate sobri, vegliate
Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone
ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli, saldi
nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai
vostri fratelli sparsi per il mondo (1 Pt 5, 8-9). Questo il "filo
conduttore" del simposio tenuto dal card. Ivan Dias, prefetto
emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. La
prima esortazione del card. Dias, stata quella di prendere esempio
dalle prime comunit cristiane, sorte subito dopo la risurrezione di
Ges, ricordando san Luca: Vivevano con un cuor solo e un'anima sola
(At 4, 32). Mettere, dunque, in pratica il comandamento di Ges,
tanto importante per i cristiani, quello dell'Amore. Se oggi non
viviamo questo nuovo comandamento, siamo soltanto pagani verniciati
di cristianesimo, perch il nuovo comandamento che ci distingue come
cristiani, producendo abbondantemente i frutti dello Spirito.
Queste prime comunit vivevano nel contesto del combattimento
spirituale tra le forze del bene e del male. Anche se facciamo
fatica a vivere la nostra vita da veri cristiani, dobbiamo
prenderle come modello per i nostri gruppi del Rinnovamento
nello
-
Spirito. Chiarissima e interessante, poi, la descrizione
dell'opera di lucifero e soprattutto i "consigli" di crescita
rivolti agli animatori dei gruppi. Il diavolo ha quattro modi di
operare: possessione, ossessione, vessazione, tentazione - ha
relazionato il Cardinale -; quest'ultima, la pi comune, egli la
utilizza per attirare gli uomini nella sua rete usando delle
strategie, tre ami. Le tre "P": prosperit, popolarit e potere, come
le tre tentazioni vissute da Ges nel deserto. Anche nel
Rinnovamento questo avviene, per bloccare i progressi spirituali,
per far "scemare" anzich crescere nello Spirito. Applicando al
Rinnovamento il nostro discorso - ha continuato - potremmo
affermare che anch'esso non sia esente dall'influsso del maligno.
Come possibile, dunque, ostacolare e combattere la sua opera a
partire dagli incontri di preghiera? Primo: ricordare che Dio ci ha
mandato a proclamare che "Ges il Signore" e a gridare "Abb Padre".
Quel che spesso accade all'interno della preghiera comunitaria, s
il primo aspetto: proclamare "Ges il Signore", ma di rado o a
stento si giunge al passo successivo. Anche Ges ha passato le
ultime ore della sua vita pregando il Padre. Sia lui che lo Spirito
ci rimandano al Padre, la nostra meta finale. Se non arriviamo ad
adorare il Padre, il diavolo ha compiuto la sua opera. Secondo:
bisogna dare la doverosa importanza alla Madonna. Non possiamo
ignorare Maria quale madre di Ges e sposa dello Spirito. Sin
dall'inizio della preghiera dobbiamo chiedere a Maria che ci
indichi il suo Figlio e il suo Sposo. Terzo: C' uno "scemare" dei
carismi. Bisogna, dunque, chiedere allo Spirito, di suscitare
sempre nuovi carismi e non limitarsi, per esempio, alla sola
profezia biblica. Infine, molto spesso la preghiera ricca di lodi e
canti. Non lasciamo quasi mai posto al silenzio. Il silenzio il
luogo in cui il Signore parla, la forma pi alta di preghiera. Sono
tre le forme di preghiera: vocale, mentale, contemplativa. Non
limitiamoci alla prima, ma arriviamo a interiorizzarla, al dialogo
diretto con Dio.
Antonella Di Coste
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6) La liberazione dal maligno nella vita del mondo contemporaneo
Don Sante Babolin, Filosofo ed Esorcista L'uomo sacerdote per
natura
Filosofo ed esorcista della diocesi di Padova, antesignano
dell'esperienza del Rinnovamento in Italia, don Sante Babolin
sviluppa il simposio di cui relatore argomentando alcune
affermazioni fondamentali. Esordisce citando una traduzione
francese del Salmo 8: "Che cosa mai l'uomo perch te ne curi?
Davvero l'hai fatto poco meno di un Dio". All'uomo - spiega - manca
poco per essere Dio. Egli la sintesi delle creature spirituali e di
quelle corporee. Perci l'unica creatura che ha titolo per lodare
Dio a motivo di ogni altra creatura. L'uomo - continua ricordando
una splendida espressione del filosofo Blondel - sacerdote per
natura. Ma tanto grande quanto fragile; a causa del peccato
originale egli ha una natura ferita, incline al male, che -
continua richiamando il Catechismo della Chiesa cattolica - non pu
essere ignorata. Il nuovo Adamo, Cristo, con il suo sangue ha
pagato il prezzo per la nostra liberazione. Chi aderisce a lui
contribuisce a ricostruire un'umanit nuova, redenta. La venuta di
Cristo segna la sconfitta del regno di satana. La vittoria di
Cristo totale e definitiva, e deve divenire anche la nostra
vittoria. A noi spetta la scelta di campo della fede, che a volte,
come recita la Gaudium et
-
Spes, esige una lotta drammatica. Don Sante Babolin parla del
malessere come del male oggi pi frequente; malessere che disagio
profondo, il non sentirsi bene nella propria pelle. Di esso
l'Esorcista elenca alcune cause: l'instabilit crescente delle
unioni coniugali, che ha una ricaduta sui figli; l'incertezza sul
futuro, soprattutto da parte dei giovani; la velocit con cui le
tecniche dei mezzi di comunicazione si rinnova, rischiando di
gettare in particolare gli adolescenti in uno stato di frustrazione
permanente perch l'evoluzione dei tempi biologici sar sempre in
ritardo su quella dei tempi tecnologici.
Proseguendo nelle sue affermazioni fondamentali, don Sante
Babolin sottolinea l'insidia della secolarizzazione nella vita dei
cristiani. A me pare - aggiunge - che il Rinnovamento sia una forte
reazione all'autosecolarizzazione del mondo cristiano. Infine, si
sofferma brevemente sulla filosofia New age, definendola
sottilissima insidia, e mettendo fortemente in guardia dai rischi
che si corrono aderendo a pratiche orientali. Perch - si chiede
citando gli esempi di san Bernardo e sant'Ignazio di Loyola -
ricorrere a meditazioni orientali, quando abbiamo una ricchezza
enorme di metodi di meditazione cristiana? Stiamo attenti alla
mentalit pagana che ci allontana lentamente da Cristo! Nel mio
ministero tocco con mano la potenza della Croce: Ges risorto,
vivo!. Al termine del simposio, che ha suscitato molte domande, don
Guido Pietrogrande ricorda che i membri del Rinnovamento sono umili
lottatori, e invita a leggere sul tema del maligno il Catechismo
della Chiesa cattolica.
Lucia Romiti
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Il canto dei salvati Preghiera in sessione plenaria a
conclusione dei simposi
il Presidente Salvatore Martinez a guidare la preghiera in
sessione plenaria a conclusione dei simposi. I Coordinatori
regionali, i membri del Comitato Nazionale di Servizio, del
Consiglio Nazionale e i relatori dei simposi vengono chiamati sul
palco. Insieme all'assemblea, come un'unica famiglia ci si rivolge
al Padre e si chiede prima di ogni cosa che rivolga il suo sguardo
sui desideri di bene di tutta la famiglia del Rinnovamento nello
Spirito Santo e sui bisogni della Chiesa intera. S'invoca lo
Spirito Santo. Chiedi la preghiera di Ges, chiedi di ricevere il
potere dato ai figli, chiedi di essere innestato nella vita divina.
Questa l'esortazione del Presidente Martinez che continua invitando
i cuori a non avere timore di aprirsi al Signore e a chiedere al
Padre una nuova misura di amore da donare a lui e ai fratelli. Lo
Spirito Santo inonda i cuori dei presenti e dall'assemblea si alza
un lungo e gioioso canto in lingue. Questi gemiti chiedono
discernimento, chiedono liberazione, chiedono profezia. Lascia che
sia lo Spirito a pregare, continua Martinez, sollecitando ciascuno
a chiedere nella preghiera: voglio essere profeta per il mio Dio, e
a profetizzare sulle ossa aride delle comunit, del matrimonio,
della Chiesa, su ogni spirito di morte e di disperazione. Viene
proclamata una parola profetica: Una voce dice: "Grida", e io
rispondo: "Che cosa dovr gridare? (Is 40, 6). Il Signore presente
in mezzo al suo popolo orante. Ecco che Dio
-
viene con carismi di annuncio, di rivelazione, di discernimento.
Ecco che Dio viene con potenza - continua Salvatore Martinez -
questo il canto dei salvati, dei liberati. Prorompi in canti di
gioia Gerusalemme. Ed esorta l'assemblea a continuare a cantare e
gioire in modo nuovo, come comunit nuove, con ministeri nuovi.
Ancora una parola viene proclamata: Egli, nelle generazioni
passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non
ha cessato di dar prova di s beneficando, concedendovi dal cielo
piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo
di letizia i vostri cuori. mons. Mathieu Madega Lebouakehan,
vescovo di Port-Gentil, a chiedere ora per tutti al Signore il bene
della sapienza e del discernimento, il suo amore in abbondanza,
occhi, orecchi e parole nuove che possano annunciare la buona
Novella in tutto il mondo. Dopo l'invocazione del Sangue di Cristo
e dello Spirito di Dio, mons. Madega chiede all'assemblea di
pregare con le stesse parole di Ges recitando la preghiera del
Padre nostro. La preghiera si conclude con la benedizione finale da
parte del Vescovo. Francesco Storino
-
Le Primizie spirituali all'indomani del Sinodo La serata di
Cultura di Pentecoste sul tema "La nuova evangelizzazione per la
trasmissione della fede cristiana"
All'indomani della chiusura del Sinodo sulla Nuova
Evangelizzazione, la ormai consueta serata dedicata alla Cultura di
Pentecoste stata un'occasione importante per ascoltare dalla viva
voce di alcuni protagonisti le impressioni e il significato di
questo Sinodo, da molti definito storico nella Chiesa, e che segner
una tappa significativa per un rinnovamento, parola usata
moltissime volte durante i lavori. Il card. Francesco
Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi
legislativi ha illustrato la struttura del Sinodo: 262 Vescovi
provenienti da tutto il mondo per esaminare insieme una questione e
dare consigli al Papa, che peraltro stato molto presente durante le
sessioni. Oltre ai Vescovi, anche 49 uditori che hanno preso la
parola e quarantacinque esperti.
Il Vescovo del Gabon, Mathieu Madega Lebouakehan, che pur
essendo giovane ha partecipato ad altri Sinodi, ha messo in rilievo
la giovane et di molti Vescovi sinodali che hanno portato il loro
contributo di idee sulla Nuova Evangelizzazione, e ha richiamato
l'importanza delle questioni economiche nella vita delle persone,
che hanno bisogno di pane, sia materiale che spirituale.
-
Salvatore Martinez, presidente del RnS e per la prima volta
uditore al Sinodo, ha sottolineato il richiamo allo Spirito Santo,
che il vero protagonista della Nuova Evangelizzazione. Ha ricordato
l'intervento del Santo Padre, che ha ringraziato gli uditori, per
la maggior parte responsabili di Movimenti e Comunit, del loro
apporto al Sinodo, frutto della esperienza sul campo.
Come laici ci siamo sentiti accolti, ha ribadito Salvatore e ha
messo in luce come dal Sinodo siano venute due indicazioni per un
impegno di evangelizzazione: nelle parrocchie e nelle famiglie.
La serata, coordinata da Antonio Gaspari, direttore di Zenit, si
conclusa con un momento di preghiera dedicato a Maria, Stella della
nuova evangelizzazione.
Donato Sciannameo
Un Sinodo che far storia
Alla Conferenza Nazionale del Rinnovamento dello Spirito un
primo bilancio sul Sinodo per la Nuova Evangelizzazione
di Antonio Padovano
RIMINI - Un Sinodo che far storia, con una nuova generazione di
Vescovi e con gli auspici di una evangelizzazione come una Nuova
Pentecoste.
Queste le considerazioni sollevate nel corso della tavola
rotonda che si svolta il due novembre al Palacongressi di Rimini,
nellambito della Conferenza Nazionale degli Animatori del
Rinnovamento dello Spirito (RnS).
Moderato da Antonio Gaspari, coordinatore editoriale di ZENIT,
alla tavola rotonda sono intervenuti il cardinale Francesco
Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i testi
legislativi, monsignor Mathieu Madera Lebouakehan, Vescovo di
Port-Gentil (Gabon) e Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del
Rinnovamento nello Spirito.
Quello che si appena concluso il dodicesimo Sinodo che seguo, -
ha esordito Gaspari - e devo dire dal mio umile punto di vista
di
-
osservatore esterno che stato il migliore, il pi entusiasmante,
il pi innovativo, quello che pi ha dato il segno del rinnovamento
della Chiesa.
Il Cardinale Coccopalmerio ha raccontato dei suoi interventi al
Sinodo, in articolare quello dedicato alla evangelizzazione del
Diritto.
Prendendo spunto dallintervento al Bundestag del pontefice
Benedetto XVI, il Presidente del Pontificio Consiglio ha rilevato
che la situazione del concetto di diritto drammatica.
Il diritto che viene esplicato nelle leggi ha spiegato -
qualcosa che attiene alla persona umana e la persona umana ha dei
beni fondamentali che il legislatore deve conoscere e rispettare
per cui le leggi devono essere in sintonia con i beni della persona
umana.
Se il legislatore non riconosce questi beni della persona e
nelle sue leggi fa quello che vuole stravolge lordine delle cose,
ha precisato il porporato.
Per questo motivo ha affermato il cardinale - uno degli ambiti
che deve essere evangelizzato, proprio quello del diritto, perch la
persona umana con i suoi beni fondamentali deve essere conosciuta,
rispettata e promossa e il legislatore deve adeguarsi alla
realt.
Il cardinale Coccopalmerio ha anche ribadito linvito alle altre
confessioni cristiane per una azione comune nella Nuova
Evangelizzazione.
Monsignor Mathieu Madera Lebouakehan ha precisato che la
conversione e la Nuova Evangelizzazione non solo un questione per
lEuropa e per i Paesi di vecchia evangelizzazione, ma anche per
lAfrica e i paesi di prima evangelizzazione.
A proposito della crisi economica, il Vescovo di Port-Gentil ha
sostenuto che per la Chiesa un kairos della nuova
evangelizzazione.
A questo proposito ha proposto una struttura che ha chiamato
tenda economia o finanza basata su esperienze ecclesiali: il
monachesimo, le comunit religiose, le prelature, i movimenti
-
ecclesiali, i Focolarini con leconomia di comunione, Les Plerins
de Saint Michel e lIstituto Louis Even con il Credito Sociale, per
un sistema finanziario immune di debiti al servizio delluomo.
Questa Struttura ispirata dallo Spirito Santo ha concluso -
aiuter la Chiesa e tutta quanta lumanit ed ha aggiunto il passo
della Bibbia Non darmi n povert n ricchezza, ma fammi avere il mio
pezzo di pane, perch, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica:
Chi il Signore?, oppure, ridotto allindigenza, non rubi e abusi del
nome del mio Dio.
Salvatore Martinez ha ricordato i tanti interventi al Sinodo in
merito allimportanza del laicato, dei carismi, delle nuove
comunit.
Si affermato ed anche nel messaggio finale la dimensione
spirituale, cio sottoporre la Nuova Evangelizzazione al primato
dello Spirito Santo.
Si avvertita una grande apertura a questi temi, - ha detto
Martinez- mi sembrava che questo Sinodo segnasse linizio del nuovo
millennio
Secondo il Presidente del RnS questo Sinodo ci introduce
realmente e pienamente nelle attese del nuovo millennio, non
dimentichiamo che siamo la prima generazione del primo secolo del
terzo millennio e solo tre generazioni nella storia hanno avuto
questo privilegio,
Questo Sinodo mi ha dato la percezione che davvero la chiesa sta
entrando entrava nel Novo Millennio Ineunte ha concluso Martinez,
rilevando che lespressione Rinnovamento stata una delle pi usate in
assoluto dallAssemblea.
Pubblicato su Zenit domenica, 4 novembre 2012 (ZENIT.org).
-
3 novembre 2012 Il Rinnovamento che cambia i cuori
Si arriva a Rimini per tante strade. Spesso uninquietudine o
uninsoddisfazione che spinge a mettersi in viaggio. sempre un
cercare qualcosa, dopo aver girato a vuoto. Quando dal palco
chiedono: Quanti di voi sono qui per la prima volta?, si alzano
tante mani. Sono persone che un amico o un parente ha portato con
s, e ora qui, alla prima fermata del loro viaggio in Rinnovamento
nello Spirito Santo. Forse non tutti proseguiranno, perch ci dir
qualcuno il cammino della fede, il viaggio verso il Signore,
impegnativo. Una fatica che concede poche soste. Altri, e sono i pi
in questa assemblea, si sono messi in viaggio tanti anni fa e
Rinnovamento entrato nella loro vita. Va precisato e lo fa Emma
Agrelli: Non sono entrata io nel movimento. successo il contrario.
Adesso nonna, ma era ragazzina quando ader a Rinnovamento con
Antonio che sarebbe diventato suo marito. Antonio non c pi. La fede
comune li aiut nellattimo in cui Antonio si affid al Signore. Emma,
nel cuore, rimasta come il giorno che inizi il viaggio: Il
movimento dice continua a essere unoccasione di risveglio
nellinteriorit. Sorprende che anche i giovani, pi portati a
scegliere la cosa pi semplice, lesteriorit, siano qui perch delusi
di una fede domenicale. Maria Chiara Pasqualone e Isabel
-
Alvarez, entrambe diciottenni, frequentano la stessa scuola a
Tagliacozzo. La loro inquietudine, che quella degli adolescenti,
lha colta la loro professoressa di religione. E sono qui,
accogliendo il suo invito. Sarebbe stato un bellissimo ponte questo
di Ognissanti: la discoteca, una gita di certo non a Rimini... dice
una delle due Ma abbiamo voluto fare testimonianza qui, perch
abbiamo sentito pi forte il desiderio di assecondare una fede. E
laltra: Mi professavo atea. Adesso ho capito che chi non crede non
sa nemmeno in cosa sperare. Il movimento lo scopro giorno dopo
giorno. Un punto fisso in cui sperare me lo ha gi dato: incontrare
il Signore. I giovani alla Conferenza nazionale degli animatori di
Rinnovamento nello Spirito Santo sono tanti. Molti vengono da una
fede insoddisfacente, per quanto praticata. A Padova Giuseppe
Capuzzo, 28 anni, cura un vivaio. Fu un cliente a parlargli di
Rinnovamento facendo cadere un seme nella sua terra: Vivevo dice la
fede soltanto la domenica, adesso la vivo sette giorni su sette.
Insomma, la pianta cresciuta. Poco pi grande Andrews Edward. Viene
dal Ghana e vive da sette anni in Italia. Il lavoro di muratore
saltuario. Tocca fare ogni giorno i salti mortali: Rinnovamento
spiega mi serve a cambiare il mio piccolo mondo, che non giusto,
come non giusto il mondo. La fede mi d la forza di resistere. In
fondo, alla fine degli sforzi, mi aiuta a vedere un futuro. Questo
il suo primo incontro a Rimini. Tanti, invece, sono veterani. Viene
qui almeno da venti anni Cinzia Torre, sposata, due figli adottivi.
Anche il marito fa parte del movimento: un viaggio iniziato insieme
tanto tempo fa. Cosa li spinse a fare il biglietto? Probabilmente
dice il punto di partenza fu una insoddisfazione che tipica a una
certa et. Il perch, poi, uno non se lo chiede pi. Qui ho trovato
una casa, sono stata riconosciuta come persona. Ho scoperto cos che
questa la mia vocazione e, dunque, la mia vita. In questa casa,
illuminata da questa fede, anche la preghiera diversa. La preghiera
condivisione prima con Dio e poi con i fratelli. La rivelazione che
tutti cercano e lei lha avuta estremamente intima e segreta.
Pubblica soltanto la gioia per averla vissuta. La rivelazione dice
Cinzia Torre capire che Ges una persona che ci ama, che vivo nella
Chiesa. Ges che si rivela nel proprio cuore: come dice Dario
Sacchini, medico di Roma, impegnato nellIstituto di Bioetica del
Gemelli. Ges spiega per me era solo unidea culturale. Oggi la
ragione della mia vita. amore.
-
Lho conosciuto da ragazzo quando non sapevo ancora quale sarebbe
stata la mia vita. Credere non facile. Richiede fatica, perch
sempre un combattimento. ogni giorno una scelta. Ed questa scelta
dice il medico Sacchini che fa la differenza, in ogni ora nel
quotidiano. G. Ruggiero Fonte: Avvenire 03 novembre 2012 Tu sei il
nostro Dio e noi siamo il tuo popolo Preghiera comunitaria
carismatica
Questa mattina vogliamo pregare da figli e non pi da schiavi.
Questa l'esortazione iniziale dell'quipe di animazione della
preghiera comunitaria carismatica che d il via alla terza giornata
di Conferenza. L'assemblea si prepara subito ad accogliere il
Signore come Re della gloria. Gli animatori aprono le porte delle
loro vite per far entrare il Santo glorioso ripetendo a gran voce:
Sono qui per te, Signore, tu sei il mio Dio. Il Signore dona al suo
popolo una prima parola profetica: Deponi, o Gerusalemme, la veste
del lutto e dell'afflizione,rivstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia
di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno, perch Dio
mostrer il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo ( Ba 5,
1-3). E' tempo di
-
indossare la veste candida di Ges, di "indossare" Ges stesso.
Con una seconda Parola profetica il Signore sollecita i presenti a
entrare nel suo regno, nel luogo della gioia piena: Il regno dei
cieli simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e
lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi
averi e compra quel campo (Mt 13, 44). S'invoca lo Spirito Santo, a
lui si spalancano le porte del cuore, di ogni cuore: Chi si sente
oppresso dica: vieni! Chi si sente angosciato dica: vieni! Chi si
sente non libero dica: vieni! si sollecita dal palco. A questo
punto viene proclamata una terza Parola che invita a ridestarsi, a
svegliarsi e a gioire per la presenza operante di Ges: Irrobustite
le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli
smarriti di cuore:Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio,giunge
la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. Allora si
apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei
sordi. Allora lo zoppo salter come un cervo, grider di gioia la
lingua del muto, perch scaturiranno acque nel deserto, scorreranno
torrenti nella steppa (Is 35, 3-6). La preghiera si fa ora
adorazione silenziosa, Dio entrato nella sua dimora. Ancora una
Parola viene proclamata dal palco: In quel tempo chiameranno
Gerusalemme trono del Signore; tutti i popoli vi si raduneranno nel
nome del Signore e non seguiranno pi la caparbiet del loro cuore
malvagio. In quei giorni la casa di Giuda andr verso la casa di
Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione
settentrionale nel paese che io avevo dato in eredit ai loro padri
(Ge 3, 17-18). Il trono di Dio in mezzo al suo popolo e gli
animatori si rallegrano per le opere che Ges compie e compir nelle
loro vite e un'ultima, corale e appassionata acclamazione chiude la
preghiera: Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo.
Francesco Storino
(03.11.2012)
-
Non il "mio", ma il "nostro" Vangelo! Sintesi dell'intervento di
Gregorio Vivaldelli
Il Vangelo cibo per lottatori, cibo per chi ha scelto ogni
giorno di lottare con l'uomo vecchio per conformarsi completamente
a Ges di Nazaret. Esordisce cos Gregorio Vivaldelli nella sua
esegesi del passo paolino tratto dalla Prima lettera ai
Tessalonicesi: "Il nostro Vangelo... si diffuso con la potenza
dello Spirito e con profonda convinzione" (1, 5a). "Abbiate gli
stessi sentimenti che furono di Cristo Ges" (cf Rm 15, 5), esorta
l'Apostolo. Il Vangelo ci che evangelizza lo stile di vita del
cristiano, un'educazione a guardarci con gli occhi di Ges. Nella
predicazione, continua il Biblista, Paolo invita a porsi la domanda
di sempre, la stessa che il Maestro rivolge ai suoi discepoli: "Ma
voi chi dite che io sia?" (cf Mt 16, 15): la domanda eterna, che
deve attraversare la vita di ogni discepolo, in ogni tempo. Se
infatti non entriamo in una relazione viva, trasformante con
Cristo, se Egli non ci penetra l'esistenza, se non cambia la nostra
mente, rischiamo di vedere in lui quello che vede la maggioranza
delle persone: solo un grande personaggio del passato. Per questo
il Maestro chiede con forza: "Ma voi... voi che vivete con me, voi
che avete fatto esperienza di me... voi, chi dite che io sia?". In
quel "voi" c', insieme a quella personale, tutta la relazione
comunitaria con Ges: all'interno di una comunit credente che si
conosce a pieno il suo mistero. Quando parliamo del Vangelo,
parliamo di un Dio che si fatto uomo, di un Ges
-
che ha fatto l'esperienza del dolore, della morte e della
risurrezione. La sua incarnazione penetra tutta la nostra
esistenza; se Cristo risorto, anche questo tempo redento e va letto
con le lenti del Vangelo, non certo con quelle sfuocate che
vogliono proporci i Media.
Gregorio Vivaldelli, ricostruendo con grande efficacia la figura
dell'Apostolo delle genti, spiega come Paolo voglia anche mettere
in guardia dal rischio di accettare Cristo e non la Sposa per cui
Egli morto. Mentre ci che raggiunge i secoli quel Vangelo che la
Sposa di Cristo ci ha trasmesso: non il "mio" Vangelo, ma il
"nostro" Vangelo. Un Vangelo da vivere in concreta comunione con il
Santo Padre e con i vescovi. Non esitiamo dunque - esorta - ad
approfondire la Tradizione viva della Chiesa: pi noi saremo in
comunione con la Chiesa, pi la nostra testimonianza diventer la
testimonianza dell'amore trinitario.
Vivaldelli si sofferma poi sulla seconda parte del versetto
della Lettera ai Tessalonicesi che d il tema alla sua relazione:
"...si diffuso con la potenza dello Spirito". Per l'Antico
Testamento - spiega - la potenza un attributo talmente vicino a Dio
che in molti casi sostituisce il nome di Dio. Quando dunque Paolo
parla di potenza, vuole evocare la presenza stessa di Dio, la cui
potenza consiste nella sua capacit ineguagliabile di perdonare: Dio
si manifesta con potenza quando trasmettiamo la sua misericordia
incontenibile. L'Apostolo riconosce inoltre come lo Spirito Santo
sia quella forza che ti impedisce di non parlare di Dio, che ti
spinge continuamente a darti agli altri, a rinnovarti. il fuoco
ardente che continua ad agire sotto la cenere delle nostre
difficolt. Concludendo, il Biblista ricorda solo due degli
atteggiamenti che devono caratterizzare lo stile del cristiano, dai
quali si comprende che non siamo noi ad agire, ma lo Spirito che
agisce in noi: Gareggiate nello stimarvi a vicenda... Rallegratevi
con quelli che sono nella gioia! (Rm 10b.15a).
Lucia Romiti
(03.11.2012)
-
Incendiati d'amore Sintesi dell'omelia di S.E.R. mons. Antonio
Staglian, vescovo di Noto
Non stato possibile distogliere, neanche un attimo, n gli
orecchi n il cuore dall'omelia dettata da mons. Antonio Staglian.
Che esperienza gioiosa venire a sapere che Dio "cos", amore
dall'eterno. E non solo ci d il comandamento "assoluto" dell'amore
(Ama il prossimo tuo come te stesso, Mt 19, 19b), ma entra nella
nostra vita per permetterci di obbedire al suo comandamento come
lui stesso vuole. Il nostro corpo allora, se disposto ad
accoglierlo, diviene tempio di Dio e la realt viene "filtrata" con
gli occhi della fede. Questi stessi occhi della fede - dice il
Vescovo -, trasformano questo Dio come in uno specchio in cui alla
fine io posso vedere la verit di me, la verit di me in te, Dio. E
quando Dio viene ad abitare dentro di noi, ognuno diventa immenso,
ricco, in bellezza, creativit, immaginazione, perch nella sua vita
si riflette l'immagine stessa di Dio.
Da questa scoperta straordinaria pu nascere un'evangelizzazione
nuova, un'evangelizzazione che va gridata, cantata perch ognuno
diviene capace di opere pi grandi, pi immense di quelle di cui si
ritiene capace. Dio amore e il suo amore vive dentro di noi.
Come
-
scrive san Paolo: non sono pi io che vivo ma Dio che vive in me
(cf Gal 2, 20).
E questo amore traboccante, infinito, deve essere gridato al
mondo intero. La crisi del cattolicesimo oggi - ha sottolineato il
Vescovo - non deriva dal fatto che le chiese sono vuote, ma dal
fatto che non si vedono pi cattolici per le strade. Nessuno grida
pi che Dio, con la potenza del suo amore, perdona i nostri peccati
e cambia il cuore e la vita. Come cristiani, Ges pretende da noi di
essere continua epifania di una figliolanza di Dio. Non basta
proclamarci cristiani se non accettiamo di realizzare pienamente il
progetto che Dio ha disegnato per ognuno di noi.
Ges ha portato un fuoco d'amore nel mondo ma in questi tempi,
che sembrano ostacolare in tutti i modi la fede cristiana, non
assistiamo a "incendi d'amore", non vediamo fedeli infervorati che
infiammano la vita del mondo. C' un Vangelo che dalla Palestina,
per migliaia di anni, ha attraversato le strade del mondo. E oggi,
pi che mai, necessario che questo Vangelo torni ad essere
annunciato.
Allora, mons. Staglian esorta tutti a una preghiera autentica,
capace di elevarci a Dio e dal cuore di Dio, che nostro Padre,
mostrarci l'enorme sofferenza del mondo. E se per un attimo
pensassimo di non poter far