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Anno 06dic. 12/Gen. 13COPIA GRATUITA
i personaggiCristina ChiabottoPeneloPe CruzChris lemmon
leventoi 110 anni della harley davidson
speciali sCuolesaPori ditalia
Matteo BranciaMoreCesaroni Per semPre
cineMa | Designeventi | FooDMotori | traDizioni
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dic. 12/Gen. 13|3
NON CI FERMIAMO MAIAbbiamo appena mandato negli archivi un anno
che non ha lasciato molto spa-zio alla fantasia di tutti quanti. Ma
per noi, che ogni mese ci danniamo lanima per riempire queste
pagine, senza che vengano mai fuori i mal di pancia, le de-lusioni
e le gioie di aver colpito nel segno, non basta neanche la crisi a
fermarci.
Sappiamo bene che il mondo tira i remi in barca e aspetta chiss
che. Ma in fondo a noi non importa, e con
lincoscienza di chi crede profondamente in quello che fa, siamo
ormai quasi
pronti a partire con altre iniziative editoriali che andranno a
rim-polpare molto presto lofferta di carta e non solo (ne parliamo
pi avanti) che parte dalla no-stra casa editrice.
Stiamo affinando le armi per dare ancora di pi, e toccare
segmenti dove finora non cera-vamo mai addentrati, perch
siamo
convinti che chi si ferma perduto. Calma, non insistete: avremo
modo pi
avanti di svelare tutto in dettaglio, per adesso accontentatevi
di scoprire la nostra testata anche
sul web. Siamo partiti da poco, molto c ancora da fare, ma
www.andcomagazine.it esiste, fra noi. Cos come Ladys, il
mensile
free press dedicato alluniverso femminile, che per adesso si
limita a tornare in pista solo in versione internet, ma siccome
nella vita non si sa mai, po-trebbe anche riapparire in forma
cartacea. Molto dipende dalla fortuna, ma molto di pi dai carpiati
delle economie mondiali su cui non abbiamo alcun modo di
intervenire.
Ma ci siamo, pi vivi che mai, e pronti a mandare in archivio un
altro anno.
EdItORIAlEdIC. 12gEN. 13
DIRETTORE RESPONSABILEGermano Longo
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dic. 12/Gen. 13|5
sommario
Anno 06Dicembre '12/gennaio '13
Mensile a diffusione gratuitaAutorizzazione Tribunale di Pavia
n. 675 del 18/03/2007
www.andcomagazine.it
unA pubblicAzioneAdverum SrlVia R. Brichetti, 4027100 PaviaTel.
(+39) 0382 309826 fax (+39) 0382 308672www.adverum.net
[email protected]
DiReTToRe ReSponSAbileGermano
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SeGReTeRiA Di ReDAzioneC. Moretti Tel. 0382
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HAnno collAboRATo A queSTo numeRoDaniela Capone, Simona
Rapparelli, Tommaso Montagna
impAGinAzione e GRAficAAdverum Srl
ADV DeSiGneRMichela Morini [email protected]
ART DiRecToRPaolo [email protected]
mARkeTinG, pubbliciT eD eVenTi SpeciAliAdverum
[email protected]
STAmpATipografica DERTHONA s.r.l. Strada Vicinale Ribrocca
6/515057 Tortona (AL)
40
24
10
6 Cover Story: Matteo Branciamore
NoN UN PaEsE PEr GioVaNi
10 Anniversari: i 110 anni Harley Davidson
BorN iN THE U.s.a.
14 Lintervista: Cristina Chiabotto
miss sEmPLiCiT
16 Speciale Scuole/1: gli Open Day
PiaCErE, soNo La TUa Prossima sCUoLa
20 Speciale Scuole/2: Lorientamento
La sTraDa GiUsTa
24 Speciale Sapori Italiani
PiCCoLo moNDo BUoNo
34 Food: il Frietmuseum
siamo FriTTi
36 Tradizioni: Patrimoni Immateriali Unesco
saLViamo iL saLVaBiLE
38 Design: Micasa Lab
PEr PiCCiNa CHE TUa sia
40 Eventi: Penelope Cruz 2013
io NoN Ho PaUra
42 Il personaggio: Chris Lemmon
TUTTo sUo PaDrE
44 Cinema: Quartet
LET DELLoro
46 Motori: I benzinai no logo
iL PiENo a mENo
48 and Co. NEWs
50 Novit in libreria
4842
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6|dic. 12/Gen. 13
COVER STORY Matteo Branciamore
NON UN PAESE PEr
giovani
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dic. 12/Gen. 13|7
Appassionano milioni di persone, che una volta alla settimana,
in orario serale, finiscono per dimenticare i problemi del
quo-tidiano per addentrarsi nei pa-sticci di altre famiglie.
Succede soprattutto per I Cesaroni, fic-
tion nata nel 2006 prendendo ispirazione dalla serie spagnola
Los Serrano, e diven-tata una delle pi seguite di tutti i tempi.
Merito della trama, semplice ma efficace, e del cast, per lo pi
composto da attori dal-la carriera ormai consolidata come Clau-dio
Amendola, Antonello Fassari, Elena Sofia Ricci e Max Tortora. Ma
anche delle nuove leve, cercate con cura dalla produ-zione per
scovare facce e temperamenti giusti. Matteo Branciamore, romano
classe 1981, ai Cesaroni deve molto: a lui toc-cato il ruolo di
Marco, figlio di Amendola nella finzione, scelto fra tanti per dare
vol-to e voce ad un ragazzo impacciato, sogna-tore e romantico. Va
da s: in breve tempo, Matteo diventa una star, con tanto di fan
club in rete e migliaia di ragazze pronte a salire sullaltare
insieme a lui. Sar anche merito del suo cognome, che in qualche
modo racchiude la parola amore.Ma per Matteo, i Cesaroni solo un
ca-pitolo nella galleria della sua rincorsa al mondo dello
spettacolo. Dopo le superiori lascia luniversit attirato da un
corso di recitazione e inizia a collezionare piccole parti in
teatro, in alcune fiction televisive e al cinema: poca cosa, ma chi
vuole en-trare in quel mondo non trova mai qual-cuno a dirti
benvenuto, aspettavamo solo te. Il ruolo di Marco gli apre anche le
porte verso un mondo che non conosceva: quello della musica. La
produzione gli offre lop-portunit di cantare quella che destinata a
diventare la sigla dei Cesaroni e inizia un altro capitolo: qattro
dei cinque album composti finora da Branciamore, tutti di-ventati
colonna sonora della fiction, ven-dono decine di migliaia di
copie.Fra una serie e laltra Matteo trova il tempo di dedicarsi al
cinema, interpretando Ma-nolo in 5, di Francesco Maria Domined.
Poi, nel 2012, torna ad interpretare Marco nella quinta serie de I
Cesaroni, voluta a furor di popolo e terminata da poco.Sul futuro
delle vicende della famiglia della Garbatella, quartiere dove Roma
rimasta dei romani, ancora nulla si sa. Ma Matteo non tipo da
restare ad aspettare: da poco
ha ultimato le riprese di Barabba, minise-rie diretta da Roger
Young dove interpreta Giuda al fianco di Billy Zane, il celebre
cat-tivo di Titanic.
Scusaci la domanda, ma le nostre lettrici non ci perdonerebbero
la dimenticanza: gira voce che nella prossima serie dei Ce-saroni
non ci sarai e in rete migliaia di fans si chiedono cosa ne sar
delle tue storie damoreNon so ancora nulla, lo giuro. Credo che
li-dea della produzione sia di andare avanti, perch abbiamo chiuso
la quinta serie con una media di 5 milioni di share a puntata e non
una cosa che oggi si possa ignorare. Ma non so se gli sceneggiatori
sono gi al lavoro e se io ci sar ancora, come daltra parte non lo
sa il resto del cast.
Ci racconti come, quando e perch sei stato scelto ne I
Cesaroni?Facevo centinaia di provini, poi mi arriva-ta notizia che
Mediaset cercava gente per una nuova fiction e mi sono presentato.
Ho superato i primi due, poi mi hanno chie-sto di preparare una
canzone, perch loro cercavano un giovane attore che sapesse anche
cantare. Ho passato le selezioni, ma la mia estate del 2005, per
preparami alle riprese, lho trascorsa a studiare canto e chitarra.
Il resto si sa: ho interpretato, ma purtroppo non scritto, o sarei
molto pi ricco, la sigla de I Cesaroni (Adesso che ci siete voi,
ndr). 5
I CesaronI, la fICtIon dove Interpreta
MarCo, glI ha dato Il suCCesso ed una
CarrIera anCora tutta da sCrIvere.
Ma non ChIedeteglI dI parlare dI MusICa,
e neMMeno dI MerItoCrazIa
di GERMANO LONGOfOTO di ALESSANdRO RABBONi
E GiANLUCA SARAGO
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8|dic. 12/Gen. 13
Nella fiction sei circondato da grandi pro-fessionisti, fra
laltro quasi tutti romani come te: coshai imparato da loro? stata
la pi grande scuola della mia vita: ogni serie richiede circa nove
mesi di ri-prese e vivi fianco a fianco per tanto tempo con persone
che hanno un grande talento. Ogni dritta, suggerimento e
indicazione per me oro, sempre.
C qualcuno con cui ti sei trovato pi in sintonia e che continui
a vedere anche lon-tano dal set?I Cesaroni si articola su tre
storie parallele, a cominciare dai grandi, diciamo cos, per
arrivare ai pi giovani, dove c il mio per-sonaggio. Con
Alessandra Mastronardi e Ludovico Fremont, quelli con cui avevo pi
scene, siamo diventati veramente amici e spesso usciamo insieme.
Anche con Amen-dola, che interpreta mio padre, ma in real-t mi
trovo benissimo con tutto il cast: un gruppo fantastico, e credo
che traspaia guardando la televisione.
E la musica, dove la mettiamo? Bella pa-rentesi oppure sotto
sotto si nasconde la voglia di inventarsi unaltra carriera?No, per
carit. Io sono un attore, ho cantato in cinque cd che sono anche
andati bene
nelle vendite, ma quello un altro mestie-re difficile. In pi,
qui non siamo in Ameri-ca: se dici che canti e reciti non riescono
a capire come inquadrarti. Ma io sono pi a mio agio sul set che in
sala dincisione, e mi rendo conto che per andare avanti con la
musica dovrei studiare ancora molto e forse non avrei la testa
giusta per vivere in tourne.
C qualche grande attore a cui ti ispiri quando reciti, e qualche
grande cantante che invece ammiri quando canti?Vivo di cinema, vedo
tanti film e tanti atto-ri straordinari, ma la recitazione per
me
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dic. 12/Gen. 13|9
un fatto istintivo, che arriva da dentro. Cos sul set finisco
sempre per fare di testa mia, senza ispirarmi a nessuno. Lo stesso
per la musica, ascolto di tutto, da Jovanotti alla classica, ma per
cantare non cerco uno stile a cui aggrapparmi, faccio da me.
E invece c qualche regista con cui ti piace-rebbe
lavorare?Perfino troppi. Da Sorrentino a Verdone, ma senza
dimenticare Tornatore, Muccino meglio che smetta, o ne nomino
troppi.
Ma pi difficile il mondo della musica o quello della
televisione?
Quello della musica lho appena sfiorato, e non abbastanza da
capirne i problemi. In televisione vedo tante cose che non vanno e
che non mi spiego: attori che continuano a fare flop e lavorano
sempre, ed altri che invece hanno successo ma non li chiama mai
nessuno. Eppure nellambiente c tanto talento, ho dei colleghi di
una bravura stra-ordinaria che non hanno mai avuto unocca-sione, ed
un peccato. Il problema il ri-cambio generazionale, che in Italia
non fun-ziona come dovrebbe: non un paese per giovani, per dirla
usando il titolo di un film.
Roma ti ha dato tutto: famiglia, lavoro, suc-cesso. Quali sono
le cose che cambieresti della tua citt?Tante cose. Roma una citt di
straordina-ria bellezza, ma chi ci vive sa che invivibi-le. Pu
capitarti di stare fermo in macchina per ore senza sapere il perch:
frequentar-la provoca stress.
A noi puoi dirlo: quanto c di simile in te ri-spetto al ruolo
che ti ha dato la notoriet?Ben poco. A parte let diversa, Marco ha
un modo di fare distante dal mio: introverso, ed io no. In effetti,
la televisione porta la gente a chiedersi se somigli al
personag-gio, e per questo mi diverto a spiazzare chi mi segue: da
poco ho interpretato un bro-ker viscido e attaccato ai soldi in una
mini-serie (The last day, ndr) e c chi rimasto sorpreso. Ma il pi
stupito in fondo sono io: faccio lattore, recito la parte che mi
dan-no che quasi corrisponde al mio carattere, ed una fortuna:
pensate quanti spietati assassini dovrebbero nascondersi fra gli
attori, altrimenti 7
AMICI E COMPAGNI In alto il cast al completo de I Cesaroni,
fiction di successo trasmessa sulle reti Mediaset. Nellaltra pagina
Branciamore (seduto, con i piedi sul tavolino) con gli altri
interpreti della miniserie The last day, in cui interpreta un
broker senza scrupoli.
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10|dic. 12/Gen. 13
anniversari 110 anni Harley Davidson
non cera molto da fare a Milwaukee, in Wisconsin, agli inizi del
Novecento. Chicago era a quasi 150 km: unimmensit, ma nulla
rispetto alla Germania, addirittura dallaltra parte del mare, dove
qualcuno aveva ap-
pena inventato una strana cosa chiamata motocicletta: due ruote
invece di quattro, un motore e nullaltro a dividerti dal
vento.William Harley e Arthur Davidson, venten-ni di Milwaukee alla
ricerca di qualcosa da fare per riempire le loro giornate, si
innamorano subito dellidea dei tedeschi. Si chiudono in garage e
ne escono solo quando hanno messo insieme il loro pri-mo modello.
Cinque anni dopo, nel 1906, da quello che ancora oggi il cuore
della-zienda, in Juneau Avenue, escono 150 esemplari, con
previsioni di aumento delle vendite straordinarie. Cos tanto da
scate-nare il mercato: da l a poco, in America si contano oltre 100
marchi motociclistici diversi, decisi a spartirsi il mercato delle
due ruote.La guerra smorza le speranze di tutti, e quando il mondo
finisce di darsele, la Har-ley Davidson entra diretta negli ideali
di chi almeno una volta nella vita ha sogna-to California. Sono gli
anni della protesta e della controtendenza, illuminati da film come
Easy Rider, che inneggia alla liber-t, ai cieli azzurri e agli
spazi infiniti del
coast to coast. Dennis Hopper e Peter Fonda, sui loro chopper
Harley Davidson Panhead, sono il giro di boa di unepoca, e la
migliore delle pubblicit per il mar-chio di Milwaukee. Bella,
rombante e co-loratissima, la Harley Davidson sostituisce nei sogni
di chiunque sia stato bambino il cavallo dei cow boy, insieme a
pochi al-tri oggetti diventa linterprete del sogno americano, della
voglia di viaggiare senza meta e senza fretta.Ma ad infastidire
questa storia si mettono di mezzo la crisi finanziaria e quella
pe-trolifera, a cui si aggiunge la concorrenza dei giapponesi,
sempre pi decisi a detta-re legge nel mondo delle moto. La Harley
Davidson inizia a perdere pezzi e le ven-dite calano
inesorabilmente, lasciando in-travedere la parola fine alla storia
dei due amici di Milwaukee. 5
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Stanno per partire le celebrazioni per un nuovo traguardo
raggiunto
dal marchio motocicliStico di milwaukee. con una curioSa
appendice in programma a roma
BOrn in THe
A SPASSO NEL MITO In apertura la super modella Marisa Miller in
una foto che rende al meglio lidea delle moto di Milwaukee. Qui a
fianco una scena di Easy Rider, film del 1969 che consacr lHarley
Davidson. Nella pagina seguente, dallalto unimmagine di Harley
Davidson & Marlboro Man, Terminator/Schwarzenegger sulla Fatboy
e un raduno di harleysti, popolo coloratissimo.
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12|dic. 12/Gen. 13
Bisogna aspettare il 1981 perch il mar-chio, passato prima sotto
il controllo del-la AMF (American Machine and Foundry), torni nelle
mani giuste: 13 imprenditori, capitanati da Willie Davidson,
discen-dente dei fondatori, rilevano lazienda ridandole fiato:
nuovo design, nuove tec-nologie, nuovi processi industriali. Tutto
racchiuso allinterno della Fatboy, cele-brata dalle sequenze di
Arnold Shwarze-negger in Terminator. Era il 1990, e la storia stava
ricominciando.Di successo in successo si arriva al 2003, quando la
Harley Davidson celebra il suo centenario, organizzando a Milwaukee
il pi grande raduno della storia.Ma il prossimo anno, tempo di un
nuo-
vo traguardo: i 110 anni dellazienda fondata dai due amici nel
piccolo gara-ge di Milwaukee. Un evento questa vol-ta globale, che
toccher in egual modo ogni continente e in Europa, avr a Roma, dal
13 al 16 giugno prossimi, uno dei momenti clou dellintera
operazione. In piazza San Pietro, 1.400 moto scelte at-traverso una
lotteria saranno benedette dal Santo Padre, che qualche mese fa ha
gi firmato due serbatoi Harley Davidson finiti al museo di
Milwaukee. Ovunque nel mondo, dalla Nuova Zelanda al Mes-sico, non
mancheranno raduni, parate, celebrazioni e concerti, con il gran
finale fissato nella citt del Wisconsin fra il 31 agosto ed il 2
settembre. 7
HarLeY DaviDsOn aL CineMaNon c mito, in America, che riesca ad
esaltarsi senza passare dalla capitale del cinema. E Harley
Davidson non ha mai faticato ad accompagnare storie e vicende,
piazzando sui propri sellini i migliori nomi fra le stelle di
Hollywood. Oltre ai due chopper di Easy Rider (1969) e la Fatboy di
Schwarzenegger in Terminator (1991), resta un culto per gli
appassionati Harley Davidson e Marlboro Man (1991), interpretato da
Mickey Rourke e Don Jonhson. Bruce Willis scappa dai suoi killer a
bordo di un chopper marchiato Harley in Pulp Fiction (1994), cos
come fa Nicolas Cage in Ghost Rider nel 2007, stesso anno in cui
John Travolta, Martin Lawrence, Tim Allen e William H. Macy guidano
quattro Harley Davidson in Svalvolati on the road (Wild Hogs). Per
finire la piccola carrellata con Fonzie, il duro di Milwaukee nel
celebre telefilm Happy Days: basta qualche episodio perch Fonzie
abbandoni la Triumph Bonneville per una Harley Davidson Ironhead.Se
invece il discorso passa alle passioni personali, non c che
limbarazzo della scelta: sono passate alla storia le gite di George
Clooney sulla sua Harley a spasso per i rami del lago di Como, o
quelle di Brad Pitt in California.
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lintervista Cristina Chiabotto
Conoscere Cristina Chiabotto come stare in riva al mare in un
giorno destate: briosa, frizzante, simpatica e caratterizzata da
una semplicit che traspare. E per una persona che fa parte del
mondo dello spettacolo non poco, so-
prattutto perch non te lo aspetti: ti spiaz-za con il tono
allegro, ti investe di vita che pulsa, veloce ma mai distante.
Partiamo da Miss Italia, il tuo trampolino di lancio.Era il 2004
ed ero davvero giovanissima, diciassettenne. Unesperienza che ha
cam-biato la mia vita: frequentavo il liceo del-la Comunicazione a
Torino e vivevo con semplicit e naturalezza tutto quello che
IL TITOLO LE MANCA,EPPURE AVREBBELE CARTE IN REGOLAPER
VINCERLO.A TU PER TU CONLA CELEBRE SHOWGIRLRAPITA DALLA
TELEVISIONE,MA NON DEL TUTTOdi simona rapparelli
miss
14|dic. 12/Gen. 13
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una ragazzina pu fare quotidianamen-te. Allimprovviso ho sentito
il bisogno di qualcosa di diverso: mi sono svegliata una mattina ed
ho deciso di cercare informazio-ni per iscrivermi al concorso di
Miss Italia partendo dal sito ufficiale della manifesta-zione,
praticamente per gioco, perch per andare avanti dovevo inserire dei
dati per-sonali, iscrivendomi in automatico. Mi han-no contattata
gli organizzatori, Vito Buon-fine in particolare che lagente
regionale Piemonte del concorso, chiamandomi a casa e ovviamente
sorprendendomi. Cos iniziata la mia favola, come un gioco: ho vinto
inaspettatamente e la mia vita cam-biata, appena diciottenne ho
iniziato a fare cose molto belle ed importanti, senza per perdere
il mio modo di essere.
Mi hai anticipato, alla fine ti avrei chiesto com Cristina fuori
dal mondo dello spet-tacolo... Te lo chiedo ora...Sono una persona
normale, nel senso che vivo la mia vita con spontaneit. Ci sono
riuscita nonostante a volte lambiente in cui lavoro sia patinato e
ricco di tentazioni.
preferisci considerare meno?Sono stata molto fortunata, ho
sempre avu-to a che fare con persone giuste e grandi colleghi da
cui imparare molto. Certo, poi normale: pu capitare la persona che
si conf al tuo modo di essere e instauri su-bito una grande
sintonia lavorativa, oppure ti pu accadere il contrario. Io non ho
mai vissuto particolari situazioni di tensione: solo con Luca e
Paolo (Luca Bizzarri e Pa-olo Kessisoglu, conduttori de Le Iene
fino al 2011, ndr.) ci sono state un po di pole-miche. Ma lo dico
senza entrare nel merito perch conservo di tutti un ottimo ricordo
che mi permette di mantenere gli insegna-menti che mi hanno fatto
crescere.
A proposito di maturazione e di crescita, come sei cambiata dal
2004 ad oggi?Non stato un cambiamento ma una ma-turazione. La
crescita stata personale: in otto anni ho fatto moltissimo con
ritmi frenetici, macinando tanta esperienza che mi ha permesso di
avere sempre una te-sta un po pi grande rispetto alla mia et
anagrafica.
Tra la radio e la tv, quale delle due?Oggi sono al mio secondo
anno di Radio Kiss Kiss, con la trasmissione Pronto Chi Sei? ogni
mattina dalle 7.00 alle 10.00: sono due mondi paralleli ma troppo
diversi, legati forse dalla possibilit di raggiungere tante
persone. La radio immediatezza e contatto diretto con il pubblico,
con la tv c pi filtro, copioni scritti e registrazione.
Com il tuo rapporto con il pubblico? fondamentale, ma devo fare
una precisa-zione: non mi piacciono i finti complimenti, preferisco
incontrare persone sincere che mi dimostrano affetto. 7
Devo ringraziare la ricchezza di valori del-la mia famiglia,
elementi che ho fatto miei portandoli anche nella mia nuova
vita.
Torniamo alle esperienze televisive: San-remo, Ballando con le
Stelle e Le Iene, tre trasmissioni molto diverse tra loro che ti
hanno vista ricoprire ruoli differenti...Ho curato i collegamenti
con la giuria de-moscopica nel 2005, durante il Festival di Sanremo
di quellanno. Era la mia prima esperienza e la ritengo importante
perch ho fatto parte del gruppo di lavoro di Pao-lo Bonolis, il
presentatore. Ballando con le Stelle lo vedo come il mio reale
inizio, ho vinto nel 2006 ed ho potuto finalmente mo-strare la mia
passione per il ballo, ma soprat-tutto mi sono fatta notare: il
capo-progetto de Le Iene mi aveva vista durante le pun-tate e mi ha
contattata. Le Iene ha segnato il mio debutto nella conduzione in
diretta, unesperienza strepitosa durante la quale ho potuto vivere
la televisione in pieno.
Hai lavorato con molti personaggi dello spettacolo: chi ti ha
dato molto e chi invece
Torinese di Moncalieri, classe 1986, trionfa nelledizione 2004
di Miss Ita-lia, dove arrivata con la fascia di Miss Piemonte. La
reazione immediata: pubblicit, per cominciare, fra cui quella di
unacqua, che le dar il sopran-nome di ragazza plin plin. La
televisione la tappa successiva: Cristina passa dallo Zecchino dOro
al Festival di San Remo, a Ballando con le stelle, che vince in
coppia con Raimondo Todaro e le d modo di conoscere Fabio Fulco,
lattore con cui legata sentimentalmente. Le Iene aprono una
stagione da protagonista, seguita da Scherzi a parte, i Wind Music
Award e Look of the year. Nuova esperienza da questanno, in cui
Cristina calca le scene teatrali con Ti ricordi il variet, al
fianco di Vittorio Gucci.
la raGaZZa Plin Plin
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16|dic. 12/Gen. 13
SPECIALE SCUOLE/1 Gli Open Day
ENTRARE, GUARDARE, CAPIRE,VALUTARE: NON ESISTEISTITUTO CHE
RESISTA ALLATENTAZIONE DI MOSTRAREDI COSA CAPACE.PER TROVARE NUOVI
ALUNNI,MA SOPRATTUTTO PERCHSI TRATTA DI SCELTEIMPORTANTI, CHE
AFFONDANOLE RADICI DIRETTAMENTENEL FUTURO DI OGNI GIOVANE
di Daniela Capone
PIACERE, SONO LA TUA PROSSIMA
SCUOLA
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Il senso delloperazione racchiuso in due semplici parole: Open
Day. Un po poche, soprattutto perch devono ba-stare per illustrare
e comunicare una mole notevole di informazioni a tut-ti, anche a
chi con linglese non ci va daccordo. Organizzati ormai a
macchia
dolio in qualsiasi istituto della penisola, gli open day
rappresentano le giornate in cui le scuole si presentano, aprono le
pro-prie porte al mondo esterno per mostrarsi. Un passo reso
necessario dalla necessit di conquistare nuovi alunni e fidelizzare
chi invece gi le frequenta. Ma per tutti, indistintamente, lopen
day equivale ad un giorno di festa della (e non dalla) scuola, che
offre la possibilit anche agli esterni di partecipare a varie
iniziative, comprese microlezioni, e soprattutto mette in mostra
aule, laboratori, attrezzature e palestre, ma anche chi della
scuola tira le fila: dirigenti, insegnanti e studenti. 5
-
Giornate orientative quindi, che aiuta-no i ragazzi a prendere
una decisione riguardo al loro futuro scolastico. S, perch
orientare in questo caso si-gnifica dirigere, mostrare a chi le sta
cercando le varie direzioni possibili, lasciando ad ognuno la
possibilit di decidere quale sar il primo matton-cino su cui
costruire il proprio futuro. Magari, perch no, lasciandosi
conqui-stare dallaria seria a simpatica di una scuola che vista da
fuori sembrava triste e invece dentro racchiude un percorso
scolastico interessante. Tutto questo il condimento di giorna-te
piene di colloqui, incontri, confronti
e valutazioni. Poich saper scegliere la direzione da seguire
molto impor-tante, in fondo a qualsiasi et. E ancor di pi quando si
giovani e la scelta della scuola spesso diventa una deci-sione di
importanza fondamentale che pu portare in dote anche un po
sof-ferenza, poich capita che per seguire le proprie ambizioni sia
necessario se-pararsi da amici e compagni. Ma un passo cos
importante da non potersi permettere sentimentalismi: ne va di
mezzo la vita intera. Per, siccome a tutto c rimedio, se allinterno
del nuo-vo ambiente si respira unaria amica, il passo diventer pi
facile.Durante gli open day sono molte le informazioni che genitori
e studen-ti acquisiscono, grazie alle quali ci si pu rendere meglio
conto di qua-le indirizzo seguire, capire i possibili
sbocchi lavorativi, cogliere i piani di studio e visualizzare
anche le difficolt. Ma soprattutto valuta-re e toccare con mano la
scuola e tutti quegli spazi che messi
insieme serviranno a creare la preparazione, detta-
glio indicativo anche per i genitori che vi-vranno in prima
per-sona leducazione scolastica. Un ul-timo pensiero per i docenti,
le vere anime degli open day, la risposta a qualsiasi richiesta, i
ciceroni attra-verso cui capire i
meccanismi di ogni scuola. 7
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20|dic. 12/Gen. 13
Era la famiglia, un tempo, il fulcro di ogni scelta e decisione:
dal pro-prio nucleo di origine i giovani capivano la loro strada,
che spes-so ricalcava quella dei genitori, lasciando poco spazio
alla fan-tasia. Qualcosa inizia a cambiare
con la rivoluzione industriale, che porta mutazioni a livello
sociale e delinea nuove professioni, ridimensionando anche il ruolo
della famiglia, per trasformare lorientamento da fatto privato ad
una questione sempre pi collettiva. Partono le teorie e gli studi,
spuntano i primi percorsi e si fa strada lidea che ogni individuo,
al di l del proprio contesto di origi-ne, pu avere talenti,
aspirazioni, attitudini e interessi diversi da quelli di pap e
mamma. la scuola, di comune accordo con il mon-do del lavoro, uno
dei settori dove lorien-tamento ha richiesto pi sforzi e pi
atten-zioni. Perch tutto parte da l, e alla base non c solo e
semplicemente la necessit
sancita dalla legge di iscriversi ad una scuola, frequentare e
ar-
rivare in qualche modo alla fine del percorso, ma qual-cosa di
pi profondo, che
SCEGLIERE PER COSTRUIREIL FUTURO: QUESTO LIMPERATIVO
A CUI OGGI SI ATTIENE LA SCUOLA.COME CAMBIANO I CRITERI, I
DOCENTI
E LE ESIGENZE DEI GIOVANI
SPECIALE SCUOLA/2 Lorientamento
LA STRADA
giusta
-
realmente avr ripercussioni sul futuro di ogni ragazzo. Di mezzo
c let evolutiva, per molti versi dominata dallincertezza, che
spesso non permette ancora la ma-
turit di saper guardare oltre, di spin-gere lo sguardo pi in l
del proprio presente e immaginare il domani. Per
questo, lorientamento scolastico si propone da un lato la
crescita e la
maturazione dellindividuo, ma dallaltro la necessit
di attrezzare ogni ra-gazzo per affrontare i
primi bivi a cui la vita obbliga chiunque stia al mondo.
Saper scegliere in modo consapevole limperativo,
ma per arrivarci serve un percorso disseminato di concetti
culturali
e metodologici creato dagli insegnanti che superi lidea un po
restrittiva di insegnamento per approdare ad un pi rassicurante
idea di collaborazione. E la famiglia, totalmente tagliata fuori?
Per nulla. Non esiste percorso scolastico che non richieda
lappoggio dei genitori, lincoraggiamento e lo scambio continuo di
informazioni e suggerimenti fra casa e scuola, e viceversa. Ma
ovvio che buona parte dellorientamento futuro di ogni giovane,
secondo le teorie pi recenti, avvenga fra le mura scolastiche. I
docenti del nuovo millennio sono ormai distanti anni luce dalla
figura della tenera maestrina dalla penna rossa pennellata da De
Amicis in Cuore: oggi vantano preparazioni che devono includere
anche una buona dose di psicologia ed essere pronti a diventare di
volta in volta sperimentatori, tutor e mentori
di ogni alunno. Non pi semplici addetti alla cultura, che danno
voti e interrogano, ma mediatori fra il mondo esterno e le energie
dei pi giovani, da guidare fra i paletti e i trabocchetti della
crescita.Da un lato il sapere, quindi, la co-noscenza, lo studio e
la cultura,
fra le poche cose concesse dalla vita a rendere liberi, ma
dallaltro
occasioni come stage, progetti, labo-ratori e opportunit: tutto
serve per far scattare la molla allinterno di un giovane in cerca
della propria strada, e costruire gli italiani di domani. 7
GLI ITALIANI DI DOMANI
Nellet pi critica e delicata, i giovani si trovano a dover
fare
scelte importantissime e fondamentali.
Individuare la scuola esatta un imperativo da cui spesso
dipende
buona parte del futuro.
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24|dic. 12/Gen. 13
EbbEnE s, cElEbriamo quEllo chE il mondo
ci invidia: il cibo, visto in ogni sua forma,
colorE, dEclinazionE, saporE Ed EsposizionE.
pErch solo noi sappiamo mangiarE,
ma anchE mostrarE, incuriosirE E farci
invidiarE ci chE finiscE sullE nostrE tavolE.
SPECIALE SAPORI ITALIANI
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piccolo mondobuono
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C un gusto sottile, a sentir-si italiani quando si allestero.
Perfino maggiore di quel senso di appartenenza che ogni italiano
conserva nellanimo, quando invece si aggira per
le strade del nostro paese. Perch dove arrivano gli italiani,
per gli altri inizia la festa: significa cibo buono, moda, stile,
fantasia, arte. In fondo, i nostri vicini eu-ropei lo sanno, gli
italiani li riconosci da lontano: sono quelli che un tempo
sbar-cavano con le valigie di cartone e dentro il pecorino, ma con
il tempo si sono raffi-nati: gesticolano pi degli altri, parlano a
voce alta, ma non sbagliano un accosta-mento di colore nemmeno se
li ammazzi, ed il pecorino, alla fine, ce lo invidiano. Dettagli di
vita di cui siamo maestri fin dalla notte dei tempi, artefici di
una sa-pienza che si perpetua da secoli, fino a eleggere il nostro
stivale come la patria assoluta del buon vivere.Ovunque nel mondo,
i ristoranti italiani sono i pi affollati, e quando qualcuno decide
di trattarsi bene, di abbandonarsi ai piacersi della gola, non c
altra scelta che prenotare in un ristorante italiano, lasciandosi
trastullare fra specialit irri-petibili, specie per chi solitamente
man-gia in modo triste, mentre per noi con le uniche eccezioni
imposte dalle diete sono pura normalit. Certo, qui il discor-so
potrebbe prendere strade diverse, nel senso che spesso pi di quanto
si creda nei ristoranti italiani allestero di italia-no c ben poco,
le ricette sono quelle dei trisnonni che da noi non mangia pi
nes-suno, che gli accostamenti sono sovente pennellati sui gusti
(per noi pi barbari), di chi convinto di mangiare italiano, ma da
queste parti non ci mai stato, oppure si alzerebbe inorridito.
Capita. In un mon-do che clona e copia di tutto, anche la cucina
del Bel Paese scimmiottata alla
meno peggio, con risultati spesso orripilanti. E in fondo, poco
ci importa
anche della diatriba con i cinesi, convinti di aver inventato
loro la pasta: si acco-modino, tanto noi la facciamo meglio.E in
pi, proprio la pasta rappresenta uno dei biglietti da visita pi
riusciti del no-stro paese: ogni anno, fra lunga, corta e ripiena
ne produciamo quasi tre milioni di tonnellate, ne consumiamo un
milione e mezzo - sempre di tonnellate - ovvero 28 kg a testa, e ne
esportiamo un milione e trecento mila.Altri discorsi, che abbiamo
scelto di sfio-rare appena, preferendo dedicare queste pagine ad
una sorta di celebrazione del gusto italiano, delle eccellenze che
ren-dono lo stivale marchiato con il Tricolore lepicentro di ogni
tendenza gastrono-mica mondiale. Un doveroso omaggio, infarcito di
curiosit spesso sconosciute anche a chi da queste parti ci abita,
com-presa una piccola selezione dei pi signi-ficativi musei
dedicati a qualche italico prodotto alimentare.Un omaggio,
dicevamo, perch se con-tinuiamo a sentirci orgogliosi di essere
italiani, molto lo si deve proprio a chi, nel chiuso di una cantina
o nel freddo pun-gente di una cascina, continua imperter-rito a
portare avanti il lavoro dei padri, passato ai figli come
probabilmente lo sar ai nipoti, fino a trasformarlo in qual-cosa
che tutti ci invidiano: il sapore vero dellItalia. 7
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28|dic. 12/Gen. 1328|dic. 12/Gen. 13
pEr gli altri sono sEmplicEmEntE roba da mangiarE, pEr noi
patrimonio, passato, cultura. una piccola sElEzionE fra alcuni dEi
pi curiosi musEi dEdicati a ingrEdiEnti fondamEntali dElla nostra
tradizionE gastronomica: pEr organizzarE una visita, E pErch no, un
assaggio.
I MUSEI DEL CIBO
MUSEO DEL PROSCIUTTO DI PARMAOtto sezioni, per un ideale
percorso che parte dal maiale e arriva alla salumeria, passando
attraverso le antiche norcerie per approdare alle pi moderne
tecniche di lavorazione del prosciutto crudo, ma an-che uno
spaccato nellevoluzione delle razze suine e sulluso del sale. Il
museo, ospitato nellex Foro Boario di Langhirano, cittadina
considerata la porta din-gresso della vallata, raccoglie documenti,
materiali, foto e video, e organizza laboratori. Per fortuna non
manca, alla fine del percorso, larea assaggi.
c/o ex Foro Boario - Via Bocchialini, 7Langhirano (Parma) - Tel.
0521/864324
e-mail: [email protected]
MUSEO DELLA FRUTTATutto nasce da una collezione che risale
allOttocento, messa insieme da Francesco Garnier Valletti, artista
e scienziato di grande cultura, che cominci a racco-gliere,
catalogare e riprodurre in forma plastica oltre un migliaio di
mele, pere, susine, uva, albicocche, fichi, pesche e quantaltro
appartenga alluniverso colorato e saporito della frutta. Il museo
completato dalla fe-dele ricostruzione di laboratori danalisi
ottocenteschi e di una stazione di chimica agraria. Con il tempo, e
le nuove prospettive dellalimentazione, lesposizione si trasformata
in uno spaccato attualissimo sulla biodiversit.
Via Pietro Giuria, 15Torinowww.museodellafrutta.it
SPECIALE SAPORI ITALIANI
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30|dic. 12/Gen. 1330|dic. 12/Gen. 13
MUSEO DEL POMODOROPare sia arrivato in Italia intorno al XVIII
secolo, tra-sportato dagli spagnoli che a loro volta lavevano
trovato in Messico, restando folgoranti di fronte tanta polpa
colorata e gustosa. Ma proprio qui, in Italia, che il pomodoro ha
trovato il destino che meritava, trasformandosi nel monarca
assoluto della nostra cu-cina. Il museo che lo celebra, ospitato
dalla Corte di Giarola, tra i comuni di Collecchio e Ozzano Taro,
in provincia di Parma, ha solo due anni di vita, ma non per questo
tralascia qualcosa: storia, sviluppo, botani-ca, industria,
tecniche di conservazione e imballaggio, ricette e cultura, intesa
come pubblicit, citazioni, foto e dipinti dedicati al pomodoro.
Strada Giarola, 11 - Collecchio (Parma)Tel. 333/2362839
www.museidelcibo.it
MUSEO DEL MAIALEOltre 1000 mq di esposizione, divisi su 6 aree e
3 li-velli, per raccontare e rendere omaggio ad uno dei
protagonisti della storia gastronomica italiana. Aperto nel 2009
per volont del piccolo comune di Carpine-to Sinello, 800 anime in
provincia di Chieti, il museo racconta lantica cultura contadina e
la lavorazione dellunico animale di cui, secondo una leggenda
po-polare verissima, non si butta via niente. Lesposizione racconta
il maiale in tutti i suoi aspetti, dalla storia in epoca romana ai
giorni nostri, dallallevamento al commercio, dallarte salumiera ad
unarea didattica, per far apprezzare la simpatica figura del maiale
ai pi piccoli. Irresistibile langolo finale dedicato alle
degustazioni.
Via Castello - Carpineto Sinello (Chieti)Tel. 0872/869135
MUSEO DELLA PASTAUndici sale per otto secoli di storia,
sufficienti a rac-contare uno dei massimi orgogli italiani: la
pasta. E per di pi, quasi a sottolinearne limportanza, ospita-to
allinterno di un palazzo depoca a pochi passi dal Quirinale e ad
una manciata di metri da un altro patri-monio di Roma come la
Fontana di Trevi. La carrellata museale attraversa tecniche e
materiali, ma anche informazioni nutrizionali e una sorta di
galleria darte dove la pasta celebrata in dipinti, fotografie e
film. Uno per tutti? Linsuperato Alberto Sordi, alias Nando
Meliconi di Un americano a Roma, nella famosa sce-na in cui sfida
un piatto di maccaroni.
Piazza Scanderebech, 117 - RomaTel.
06/6991109www.museodellapasta.it
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MUSEO DEL PANEImmancabile sulle tavole italiane, disposto a
cambiare forma e nome addirittura fra citt vicine, il pane
celebrato in unesposizione nata nel 1983 per volont della
Fonda-zione Morando Bolognini. Cinque le sale: la prima dedicata ai
cere-ali, la seconda, pi didattica, mostra attrezzi di varie epoche
e illustra il percorso che compie il cereale per trasformarsi in
alimento (grano, fa-rina, pane), la terza raccoglie oltre
500 forme diverse di pane, italiane e straniere, per finire con
lo spazio che ospita impastatrici, attrezzi dei fornai, banchi da
lavoro e la rico-struzione di un antico forno di pa-ese. Curiosa
anche la sezione dedi-cata alle tasse che nei secoli hanno gravato
sul pane, spesso scatenan-do le sommosse popolari. Perch sul pane
non si scherza.
Piazza Bolognini, 2SantAngelo Lodigiano
(Lodi)www.castellobolognini.it/pane
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NIGELLA LOVES ITALY considerata la foodwriter pi sexy del
pianeta, ed ogni suo libro (finora ne ha scritti 10, condu-cendo 14
diversi programmi televisivi), diventa immediatamente un successo.
Londinese, classe 1960, nella sua ultima fatica libraria Nigella
Lawson ha scelto proprio lItalia, ammettendo essere stata sedotta
(ma non abbandonata) dai gusti made in Ital. Il libro,
Nigellissima, racco-glie oltre 100 ricette prelevate dalle
tradizioni gastronomiche italiane, da nord a sud, toccando tutto:
primi, secondi e dolci.
GHIOTTECURIOSIT
PIZZA MANIALa passione per la pizza non conosce confini e in
fondo dimensioni. Fra le stranezze da Guinness dei Primati spicca
lappetitosa pizza pi grande del mondo, realizzata nel 1990 a
Johannesburg, in Sudafrica, usando 500 kg di farina, 800 di
formaggio e 900 di pomodoro, per creare una margheritona da 37
metri di diametro. Per tacere sulla pizza Royale 007, creata a New
York e in vendita a 3 mila dollari, o la Louis XIII di Parigi, in
vendita a 8.300 euro e sufficiente per due persone. Un bel
risparmio.
FUOCO IN BOTTIGLIA roba da intenditori, tanto vero che vanta
addirittura un club di irriducibili appassionati. Miracoli del
Buttafuoco, vino DOC dellOltrepo Pavese dal carattere imperioso che
si ottiene da vitigni Bonarda e Bar-bera e si attiene a protocollo
rigidis-simi: ogni bottiglia si pu stappare solo dopo lotto
novembre del terzo anno successivo alla vendemmia.
SAN FORMAGGIOAnche i formaggiai hanno un santo a cui votarsi. Si
tratta di San Lucio martire, al secolo Lucio di Cavargna, pastore
vissuto di cui non esistono date certe riguardo a nascita e morte.
La sua abitudine a regalare ai poveri il formaggio che il padrone
gli regalava, gli fece guadagnare il titolo di protettore di
casari, pastori e poveri in genere. Si festeggia il 12 luglio.
GRANA PADANO DAUTORESono 28, i grandi chef chiamati ad
inter-
pretare il Grana Padano per Taglio Sarto-riale, inedito
ricettario dedicato alluso in cucina del formaggio Dop pi
consumato
nel mondo, prodotto ogni anno in 5 milio-ni di forme. Voluto dal
Consorzio del Gra-
na Padano, Taglio Sartoriale ha richiamato 28 nomi eccellenti,
fra cui Davide Oldani, Carlo Cracco e Andrea Provenzani intorno
alle varie stagionature del Grana Padano,
lasciandoli liberi di creare intorno al re dei formaggi
italiani. Il risultato? Tortelli di cipolla e infuso di Grana
Padano con
carpaccio di seppia, Biscotto di Grana Pa-dano con sfoglia duovo
al nero di seppia,
Passatelli di Grana Padano con orata e canoce alle clementine e
asparagi.
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OLIO DA PODIOSecondo il parere della Guida Flos Olei, giunta
alla quarta edizione e redatta da Marco Oreggia e Laura Marinelli,
il miglior olio extravergine dellanno quello prodotto in Puglia
dallazienda agricola De Carlo, anche se allinterno della guida (che
racchiude 488 aziende e 700 etichet-te provenienti da 45 paesi) non
mancano riconoscimenti agli oli pi celebrati di regioni come
Toscana, Lazio, Umbria e Campania. Nota a margine il plauso allolio
prodotto dallazienda Rangihoua Estate di Auckland, in Nuova
Zelanda.
LA QUOTA ROSA DEL ROSSOIl suo nome quasi un gioco di parola:
Gaia Gaja, ma sul vino non scherza per niente. Anzi, secondo
lautorevole rivista
inglese The Drinks Business proprio lei, al 18 posto della
classifica assoluta, la donna pi influente dellambiente vinicolo
italiano. Figlia darte, Gaia ha 33 anni, e dopo gli studi in
California oggi dirige un impero che vale 350 mila bot-tiglie
allanno. Dietro di lei unaltra rampolla di una grande dinastia:
Albiera Antinori, mentre il primo posto
occupato da Gina Gallo, erede dellomonima famiglia di
pro-duttori americani che ogni anno produce 75 milioni di
casse.
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34|dic. 12/Gen. 13
food Il frietmuseum
La disputa sulla paternit della pa-tatina fritta in corso da
secoli: da una parte i belgi, che si pro-clamano inventori unici
seguendo un manoscritto del 1781 in cui si raccontano le abitudini
alimentari dei Valloni, che destate frigge-
vano i piccoli pesci pescati nella Mosa e dinverno, quando
questi scarseggiavano, mettavno in padella le patate. Dallaltra i
francesi, che replicano sfoderando un do-cumento risalente al 1789,
quando lagro-
siamo
frittiINCLUSA NELLA
LISTA DEI MUSEI PISTRANI DEL MONDO,
UNA COLLEZIONEUNICA OSPITATA
IN BELGIO, RACCONTALEPOPEA DEL TUBERO
PI DIFFUSO DEL PIANETA
nomo Antoine Parmentier individua nella patata il vegetale che
meglio si prestava a nutrire la popolazione in caso di
carestia.Certo, con tutti i problemi irrisolti che ab-biamo in
Europa, quello del tubero passa un po in secondo piano, soprattutto
per-ch la patatina fritta nel frattempo di-ventata un patrimonio
dellumanit, diffu-sa ovunque anche se con piccole varianti riguardo
a misura e taglio.Ma i belgi insistono, e pur di difendere il loro
piatto nazionale non mollano: nel 2008, a Bruges, deliziosa
cittadina medie-vale, la famiglia Van Belle crea il Frietmu-seum,
il museo della patatina fritta, ospitato nella Saaihalle, uno degli
edifici pi antichi della citt. Una collezione, di recente inclusa
nellelenco dei musei pi bizzarri del mondo, in cui in poche stanze
si scorre la storia della patata, compresa una disquisizione
scientifica sulle proprie-t organolettiche di questo tubero umile,
poco fotogenico e povero, e di tutti i pas-saggi che nei secoli
hanno creato il mito: dalle tecniche di coltivazione a oltre
400
macchinari, inframezzati da foto e opere darte. Lo scorso anno,
il Frietmu-
seum ha fatto registrare 70 mila visitatori: la patata
tira sempre, non c niente da fare. 7
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36|dic. 12/Gen. 13
Tradizioni i Patrimoni immateriali dellUnesco
STRANEZZE E CURIOSITDA UN SERISSIMO ELENCODI TRADIZIONI
MONDIALI:
DAI PUB ALLE TORRI UMANE
SaLViaMo iL SaLVa BiLE
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dic. 12/Gen. 13|37
proprio lItalia, con 47 siti, a gui-dare lelenco dei Patrimoni
dellU-manit dellUnesco, convenzione che dal 1972 si occupa di
preser-vare, salvare e tramandare i pi straordinari reperti
archeologici e luoghi naturali del mondo. Un
po meno conosciuto, ma ugualmente im-portante, invece un altro
elenco, curato sempre dallUnesco, che questa volta ha scelto di
concentrarsi sui patrimoni cultu-rali e immateriali dellumanit.
Ovvero, per essere chiari, tradizioni, usanze, costumi e dialetti,
tramandati attraverso i millenni e per questo privi di
documentazioni scritte, o tangibili, appunto.Il primo elenco, che
includeva appena 19 voci, risale al 2001, ma gi due anni dopo
diventano 28 ed oggi la lista continua a crescere, in modo
incessante, sfiorando
le 300 presenze. Secondo il regolamento, la tradizione da
preservare indicata dal paese, che ne fa formale richiesta, e dopo
unattenta analisi un comitato scientifico decide per laffiliazione
o meno.Allinterno dellelenco si trova davvero un po di tutto, dagli
ideogrammi cinesi alle danze tribali di popolazioni che ancora
oggi
preferiscono le foreste alla civilizzazione, ma anche qualche
buffa curiosit, che sem-bra essere inclusa per sottolineare ancora
una volta che il mondo continua ad essere bello, ma anche piuttosto
strano.
Il Geled, ad esempio, la pi nota festivit del popolo Yoruba, che
abita alcune zone di Benin, Nigeria e Togo. La festa celebra
limportanza della donna, la saggezza femminile delle anziane e
delle madri, e cosa c di meglio devessersi chiesto qualcuno qualche
migliaio di anni fa che ve-stirsi proprio da donna? Cos, il giorno
del Geled, tutti gli uomini indossano abiti, copricapi e gioielli
femminili, e da l in poi danzano e cantano per un giorno intero. Pi
maschia lusanza
turca del Kirkpinar, una lotta in cui i par-tecipanti, prima di
iniziare a menarsi, si cospargono di olio doliva.Non sono da meno
le torri di Castells, in Catalogna: levento, in scena ogni due
anni
a Tarragona, raduna da tutta la zona torri di altezza variabile
(possono arrivare a 9 piani) composte esclusivamente da mate-riale
umano: vince chi arriva pi in alto, possibilmente senza
sfracellarsi al suolo. Da citare anche il Silbo Gomero, curioso
linguaggio composto da fischi e suoni in uso nelle isole Canarie:
lusanza, oggi studiata nelle scuole, si sviluppata per vincere gole
e vallate, quando ancora non cerano cabine e cellulari.Fra le
ultime richieste pervenute allUne-sco quella della Kingston
University, che ha chiesto di includere nellelenco i pub ingle-si.
A causa della crisi, che anche da quelle parti picchia forte, pare
che ne chiudano una media di 50 ogni settimana: di questo passo sar
pi facile incrociare per strada una foca monaca che un pub aperto.
7
C ANCHE LA PASTA In apertura una delle impressionanti torri
umane di Tarragona e qui a fianco un pastore delle Canarie
impegnato nel Silbo Gomero. Nelle altre foto un piatto di pasta, in
rappresentanza della dieta mediterranea
ed un gruppo di cantori sardi: due delle tradizioni che ci
riguardano salvaguardate
dallelenco dellUnesco.
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PER PICCINA
CHE TU
SIA38|dic. 12/Gen. 13
dESIgN Micasa Lab
QUANDO LA TECNOLOGIASI UNISCE ALLA FANTASIA
PI SEMPLICE SUPERAREI CONFINI DELLA QUOTIDIANIT:
DA UNAZIENDA SVIZZERA,TRE PROPOSTE FUTURIBILI
-
Dotata di wi-fi e di un alimentatore elet-trico che assicura 40
ore di luce (in optio-nal c anche un angolino cottura), allin-
terno di Cocoon 1 si pu leggere, dormire, pensare, riposarsi o
semplicemente guar-dare lo scorrere incessante del mondo dal
proprio bozzolo personale.iRock invece il nome della prima sedia a
dondolo del nuovo millennio. Il design della sedia, in legno
svedese laccato bian-co, volutamente retr, ma nasconde una
tecnologia sorprendente: sufficiente dondolarsi per ricaricare il
proprio iPhone o iPad, da appoggiare sullapposito brac-cio
ergonomico, magari ascoltando della musica attraverso le due casse
integrate nella zona del poggiatesta. Unora di don-
dolamento pare assicuri fino al 35% di ricarica.Per finire in
bellezza con Te-
teatete, tavolo multifunzionale in plastica con cui, in un
futuro
prossimo, i nipoti dei nostri nipoti organizzeranno i loro
pic-nic, sempre
che per allora sia rimasto qualche prato disponibile. In blocco
unico, al peso di 35 kg complessivi, Teteatete racchiude due sedie
e tavolo con piatti, bicchieri e can-delabro estraibili. 7
Ci voleva il pragmatismo degli svizzeri, per aprire nuovi
confini al concetto di arredamento. A Zurigo, fra i cervelli del
brand Micasa, da qualche anno ha preso il via il Lab, vero
dipartimento e fucina di
idee nato per sperimentare e accoppiare materiali, design e
funzionalit, tre tasselli fondamentali quando lintenzione quella di
scrivere nuovi capitoli nella storia dellinterior design.Di
recente, dal laboratorio delle idee sviz-zero uscito il primo
ventaglio di propo-ste: qualche pezzo appena, che per rac-chiude
una profonda ricerca ed un gusto davvero personale nella scelta di
tinte e forme inusuali.Ha un sapore futurista, da colonia
spazia-le, la bolla da relax ribattezzata Cocoon 1. Lidea portante
il bisogno, sempre pi sentito, di appartarsi dalla confusione
quotidiana, ma anche lancestrale ricordo piacevole del grembo
materno, protettivo e caldo, che chiunque sia al mondo conserva
nellanima, forse senza saperlo. Cocoon 1 una bolla trasparente con
1,80 metri di dia-metro dotata di cuscini coloratissimi che si pu
siste-mare appesa al soffitto, in casa o fuori, in giardino.
UNA CASA PER AMICA In apertura Cocoon 1, la sfera della
tranquillit che pu essere sistemata ovunque. In questa pagina la
sedia a
dondolo iRock, con tecnologie sofisticate, ed il tavolo da pic
nic Teteatete.
-
40|dic. 12/Gen. 13
eventi Penelope Cruz 2013
La beLLa attrice spagnoLa
ironizza suLLe credenze popoLari
pi diffuse, dimostrando che
La vita va presa con Leggerezza
e ironia
paura
-
non ho
Lo scorso anno a tenere banco erano state le profezie nefaste
dei Maya, che gi solo per il fatto di essere qui a parlarne,
significa che erano quantomeno inesatte. Cos, per lanno nuovo,
quelli della Campa-ri ci hanno preso gusto, pensando
per i prossimi 12 mesi di sfatare una volta per tutte il numero
13, altro mito che se-condo quanto si crede in buona parte del
mondo, porta in dote sventure assortite solo a pronunciarlo.
Eppure, guardando i 12 scatti che compongono il calendario, davvero
difficile pensare male, esatta-mente come un anno fa lo era stato
am-mirando la modella/attrice Milla Jovovich alle prese con maree,
vulcani e glaciazioni
che per fortuna di tutti non ci sono state. Il merito di
rinnovare la speranza allu-manit questa volta toccato a Penelo-pe
Cruz, attrice spagnola celebrata da un Oscar nel 2009 per
linterpretazione in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen.
Versatile, eclettica e per nulla intimorita dai ruoli difficili, la
Cruz tornata di re-cente nelle sale con Venuto al mondo di Sergio
Castellitto - ha dato vita, davanti allobiettivo di Kristian
Schuller, noto fo-tografo di moda, ad un ampio catalogo di
superstizioni: dai gatti neri agli specchi in frantumi, dal
camminare sotto le scale allaprire gli ombrelli al chiuso. Un modo,
secondo quanto dichiarato dai vertici del-la Campari,
multinazionale del settore be-verage con rapporti commerciali in
quasi duecento paesi del mondo, per esorcizzare le paure e mostrare
come qualsiasi diffi-colt possa essere superata, mandando in
soffitta le facili credenze che abbinano a semplici azioni
quotidiane il potere inesi-stente di generare sfortune.A muovere le
forme sinuose di Penelope una collezione di abiti rigorosamente di
colore rosso, firmati da case di moda come Monique Lhuillier, Zac
Posen, Vivienne We-stwood ed Emilio Pucci, impreziositi dai
gioielli Chopard e le scarpe di Ferragamo. Giunto alla
quattordicesima edizione, il calendario Campari stato interpretato,
gli anni scorsi, da stelle assolute della cinematografia mondiale
come Salma Hayek, Eva Mendes, Jessica Alba e la gi citata Milla
Jovovich. Stampato come di consuetudine in sole 9.999 copie, il
ca-lendario un oggetto da collezione non in vendita, distribuito
cos si legge nelle note ufficiali a pochi fortunati fan del marchio
Campari in tutto il mondo. 7paura
-
42|dic. 12/Gen. 13
il personaggio Chris lemmon
LA STORIA DEL FIGLIODI UNO DEI PI GRANDIATTORI DI HOLLYWOOD,
CHE HA DA POCO MESSOIN SCENA I SUOI RICORDI.
PER VINCERE IL DOLOREE CREARE UNALTRA
STRANA COPPIA
di Tommaso Montagna
alcuni anni dopo la morte di suo padre Jack, lattore e autore
Chris Lemmon (sua madre era Cynthia Stone, attrice della TV) ha
deci-so di raccogliere in un volume le memorie di una vita passata
al fianco di unicona del grande
schermo: un celebre genitore con il quale ha voluto e saputo
confrontarsi. Il libro, inti-tolato Twist of Lemmon, pubblicato con
la prefazione di Kevin Spacey, diventato ora uno spettacolo
teatrale scritto dallo stesso Chris, che sta girando vari
palcoscenici, per raccontare e raccontarsi in una girandola di
ricordi, note (da lui stesso suonate al piano-forte) risate ed
emozioni.Entrambi i tuoi genitori erano attori. Tu hai cominciato
come pianista classico, poiPer la maggior parte della mia vita ho
provato a diventare tutto fuorch un attore, spaventato comero di
seguire le orme di mio padre. E comunque ero ben lontano anche
dallessere un pianista. Ma alla fine, recitare fu inevitabile.
Cominciai
IN VIAGGIO CON PAP Chris con suo padre Jack al pianoforte: un
momento di intimit fra la stella del cinema ed il suo bimbo.
-
a lavorare a 21 anni per pagarmi le bollette e continuai.Cosa ti
ha spinto a scrivere il libro?Twist of Lemmon stata una esperienza
catartica dopo la perdita di mio padre. Jack non fu solo un
genitore, ma anche il mio migliore amico. La sua scomparsa fu
deva-stante. Trovai rincuorante mettere nero su bianco i nostri
ricordi e solo dopo decisi di pubblicarli, perch sentivo di avere
una storia abbastanza valida da raccontare e, cosa pi importante,
un tributo ad un uomo straordinario.Nel tuo show si ritrovano le
atmosfere degli anni 60. Quanto sono importanti i ricordi nella tua
vita?Ottima domanda. I ricordi sono il motivo per cui ho cominciato
a scrivere Twist of Lemmon, sono doni che riceviamo duran-te la
vita. In parte gli anni 60 fanno da sfondo al mio libro, dove si
tocca il tema della perdita dellinnocenza, anche col-legata alla
realt in cui viviamo. Una se-zione dello show dedicata agli anni
60, decennio particolare, piazzato tra gli inno-centi 50 e i
tumultuosi 70. A proposito di ricordi, da piccolo hai sicu-ramente
seguito tuo padre sul setGli facevo sempre visite a sorpresa e nel
mio libro ho ricordato le pi divertenti. La mia preferita quella
sul set de La Gran-de corsa (1965, ndr.). Blake Edwards, il
re-gista, aveva dato a tutti gli attori dei golf
cart, addobbati in modo che assomiglias-sero alle macchine che
usavano nel film ed ogni giorno a pranzo li guidavano per tornare
al bar, gareggiando, tagliandosi la strada e facendo evoluzioni,
proprio come succedeva nella pellicola. Che ricordiCosa ha
significato per te recitare al fianco di tuo padre?Mio padre ed io
ci somigliavamo molto e ci muovevamo pi o meno allo stesso modo,
quindi era chiaro fossimo imparentati. Dal momento che non si pu
essere sempre padre e figlio sulla scena, lavorammo in-sieme una
volta soltanto. Era una comme-dia famigliare, scritta e diretta da
Blake Edwards (Cos la vita, 1986, ndr.).Esperienze che ti hanno
portato a fondare, nel 1993, una casa di produzione attraver-so la
quale puoi lavorare accanto a Char-lie Matthau, il figlio dellaltra
met della strana coppia. La vostra ultima fatica Pubblicity Stunt
che vede Gene Hackman tra i protagonistiHo creato la Stone Manor
Productions insieme a mia moglie e sono fiero della qualit che
abbiamo raggiunto, anche se guardiamo sempre al futuro. Mio padre
una volta mi disse Se riesci ad arrivare al cuore anche solo di una
persona, vorr dire che hai fatto bene il tuo lavoro. Ora questo il
mio credo e faccio del mio me-glio ogni giorno per mantenere fede.
Per quanto riguarda Charlie, sono emozionato
di lavorare con lui. Pubblicity stunt una pellicola scritta da
me: un omaggio alle commedie del passato e ai grandi attori che
ancora sono con noi.Un ricordo incancellabile di tuo padreNon posso
dimenticare il torneo di Golf a Pebble Beach. Per 35 anni mio padre
ha partecipato con un solo scopo: passare il taglio, ovvero
lesclusione dei peggiori in classifica. Non gli importava vincere.
Ci ha provato per 35 anni e non mai riuscito, ma non smise mai di
tentare. Era un genti-luomo generoso, che affrontava la vita con
umilt e dignit vere. Era semplicemente Jack Lemmon. 7
-
44|dic. 12/Gen. 13
CINEMA Quartet
Per una volta bisogna iniziare dal regista, un signore di Los
Angeles con 75 anni suonati sui documenti, 47 film allattivo e ben
tre statuette dellOscar sul caminetto. Eppure, anche rias-sunta in
poche parole, alla car-
riera di Dustin Hoffman mancava proprio la regia, uno scoglio
contro cui prima o poi chi recita finisce per cascarci. Hoffman,
per passare la barricata sceglie di ispirar-si al pluripremiato
documentario Il bacio di Tosca, realizzato nel 1986 da Daniel
Schmid e ambientato in una casa di ripo-so per musicisti di Milano.
Ma Hoffman vuole qualcosa di pi e sposta la scena nella campagna
inglese, immaginando la Beecham House, una villa depoca un tempo
utilizzata per celebrare matrimoni
diventata pensione per cantanti depoca in pensione, che dividono
il tempo fra ricordi,
pettegolezzi e dispetti da divi. Non la so-lita malinconica
storia di vecchietti arzilli o poco meno, e nemmeno una boccata di
giovent improvvisa alla Cocoon, quan-to piuttosto una pellicola per
molti versi divertente, spensierata, vitale, ottimistica e arguta
che getta uno sguardo insolito sulla terza et.Il risultato una
regia attenta, frutto del lungo girovagare nella recitazione di
Du-stin Hoffman, che ha carpito da ogni re-gista segreti e metodi
fino a trovare uno stile proprio, da mostrare nel suo debutto alla
regia. Nel cast alcune vere vecchie stelle del cinema, guidate da
unimpareg-giabile Maggie Smith nel ruolo di prota-gonista. Accanto
a lei Tom Courtenay, Billy Connolly e Pauline Collins, mentre per
gli altri ospiti della casa di riposo, Hoffman ha voluto veri
artisti in pensione. 7
let dellORODISPETTI E RIVALIT, PER QUATTRO EX CANTANTI
CHE METTONO IN SCENA UNOPERA PER
SALVARE LA LORO CASA DI RIPOSO. LESORDIO
ALLA REGIA DI DUSTIN HOFFMAN UN INNO
ALLA TERZA ET
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lA tRAMAGli ospiti della Beecham House sono in fibrilla-zione:
sta per arrivare una stella di prima grandezza della lirica. Fra
litigi, pettegolezzi e amori, Reginald Paget (Tom Courtenay),
Wilfred Bond (Billy Connolly) e Cecily Robson (Pauline Collins)
restano di sasso quando scoprono che si tratta di Jean Morton
(Mag-gie Smith), cantate dal carattere impossibile con cui anni
prima formavano un quartetto. Ma i quattro non avranno il tempo di
ripren-dere le ostilit, perch la Beecham House in crisi finanziaria
e minaccia la chiusura. Non resta che unire le forze e tornare
sulle scene per raccogliere fondi e salvare il loro piccolo
paradiso immerso nel verde.
lA sChEdA dEl fIlMRegia: Dustin Hoffman - Soggetto e
sceneggiatura: Ronald Harwood - Prodotto da: Finola Dwyer, Stewart
Mackinnon - Produttori esecutivi: Christoph Daniel, Marc
Schmidheiny, Dario Suter - Direttore della fotografia: John de
Borman - Montaggio: Barney Pilling - Scenografie: Andrew McAlpine -
Produzione: BBC Films, Finola Dwyer Productions, Headline Pictures
- Distribuzione in Italia: Bim Film - Uscita nelle sale: 24 gennaio
2013.
Dustin Hoffman non cera, ma Quartet ha rappresentato il film di
apertura della 30esima edizione del Torino Film Festival, rassegna
ormai giunta alla sua piena maturit. Diretta da Gian-ni Amelio, la
kermesse torinese ha aumentato le presenze di pubblico del 16% con
76mila in-gressi a riempire costantemente le 11 sale del festival.
Miglior film della 30esima edizione Shell, road movie
dellinglese
Scott Graham, ex-aequeo per il premio speciale della giuria,
an-dato a Mario Balsamo (Noi non siamo come James Bond) e Tim
Sutton (Pavillon).
Il CAstTom Courtenay Reginald PagetBilly Connolly Wilfred
BondPauline Collins CissyMaggie Smith Pauline CollinsMichael Gambon
Cedric Livingstone
dEBUttO tORINEsE
-
motori i benzinai no logo
un fenomeno in grande sviluppo, segno dei tempi e della
disperata ricerca al risparmio che attanaglia chiunque per scelta o
necessi-t possiede unauto che di tanto in tanto ha bisogno di
benzina o gasolio per funzionare. Inutile
soffermarsi sul mercato del petrolio, che adegua al volo i
prezzi alla pompa quan-do sale il costo al barile, ma per contro
mette grande lentezza nellabbassarli. Meglio spostare lattenzione
sui distribu-tori no logo, o le pompe bianche, come sono
comunemente chiamate. Il concetto, gi in voga allestero da diversi
anni, sta assumendo contorni interessanti anche da noi, malgrado le
perplessit e qualche sospetto, messo in giro ad arte sperando
NELLITALIA DOVETUTTO CRESCEMA NULLA CALAMAI, IL FENOMENODELLE
POMPE BIANCHEE LUNICO CHE CERCADI COMBATTERE IL CAROCARBURANTE. MA
FRAVERIT E LEGGENDE,LESPANSIONE SEMBRAINARRESTABILE
il pieno a
me no
46|dic. 12/Gen. 13
BENZINA CON IL CUORE In apertura linsegna di un benzinaio no
logo americano, con
tanto di cuore e scritta Loves. Il fenomeno arrivato di recente
anche in Italia, spinto dai grandi circuiti degli ipermercati.
-
di bloccarne lo sviluppo, su cui sta inda-gando anche
lAntitrust. Ad esempio, una leggenda popolare che vuole il
carburan-te delle pompe bian-che meno raffinato e quindi pi nocivo
per salute e motori rispet-to a quello venduto nei distributori
delle grandi compagnie petrolifere. Nulla di pi sbagliato: il
carburante lo stesso, viene acquistato negli stessi depositi dopo
essere stato lavorato nelle medesime raffinerie. La differenza la
sa fa soltanto la possibilit concessa dalla legge ai distributori
indipendenti di acquistare i carburanti nel libero mercato,
riuscendo a strappare un prezzo migliore rispetto agli impianti
legati ad un marchio, che come tale sono legati alle condizioni
non trattabili imposte dalla compagnia pe-trolifera. In
aggiunta, per formare il prezzo finale scontato, si accoda la
mancanza di
personale (quasi sempre si tratta di stazioni auto-matizzate) e
la gestione spesso familiare o in qualche caso comunale, che
produce unequazio-ne molto in voga in que-sto periodo: chiedere un
po di meno, ma a tanti.Ad alzare il velo sul fe-
nomeno, gi qualche anno fa, stata la grande distribuzione,
ovvero le catene di ipermercati che, seguendo esempi e suc-cessi
rilevati in altri paesi, si messa in testa di scalfire legemonia
dei soliti noti creando stazioni di servizio in cui il carbu-rante
venduto alla clientela con decise percentuali di sconto, che in
alcuni casi aumenta addirittura con le raccolte punti e le
promozioni.In linea di massima, per tutti, si parla di sconti che
variano fra i 6 e i 10 centesimi al litro, nemmeno poco se
moltiplicati per un pieno, e soprattutto se rapportati ad un anno
intero di uso costante dellautomobi-le. Ed ecco anche spiegato il
moltiplicarsi di benzinai no logo, che a met dicembre ha toccato
quota 2.564. Certamente poca cosa, se confrontata ai circa 25 mila
im-pianti di distribuzione presenti sul territo-rio italiano, ma
comunque sufficienti per dare una speranza concreta agli
automo-bilisti.Come fare per scoprire il distributore pi vicino a
casa? Oltre a siti specializza-ti nellaggiornare di continuo la
mappa nazionale, ormai esistono anche App da consultare sullo
smartphone: basta un click per risparmiare. Spargete la voce. 7
il pieno a
me no
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Vista sul MondoI sofisticati sistemi di bordo della sonda NOAA
(National Oceanic and Atmospheric Administyration) hanno permesso
alla Nasa, lente spaziale americano, di diffondere alcune
straordinarie immagini notturne del pianeta Terra. Lanciata un anno
fa, la sonda ha impiegato 312 orbite prima di riuscire ad ottenere
immagini cos nitide: nella foto, lo sconfinato territorio degli
Stati Uniti ripresi durante una notte dello scorso mese di
aprile.L, IN MEZZO
AL MARNei cantieri di Saint Nazaire, a Nizza, sta nascendo la
Preziosa, destinata a diventare lammiraglia della flotta MSC
Crociere, e in attesa del varo, si diffondono le prime curiosit. Ad
esempio linstallazione di Vertigo, lo scivolo acquatico a corpo
libero pi esteso mai apparso su una nave da crociera. Lungo 120
metri, lo scivolo far parte di un grande aqua park a disposizione
degli ospiti.
INQUISITI IN SALDONon manca una sottile vena polemica, nella
curiosa offerta pubbli-cata di recente sulle pagine italiane di
eBay. In vendita sembrano esserci prima e seconda repubblica, vista
linfilata di 50 parlamen-tari inquisiti e ancora in carica,
diventati ritratti elegantemente in-corniciati. Completano lofferta
6 ritratti di alcuni recenti Ministri della Cultura, accusati di
aver degradato e umiliato il patrimonio culturale italiana. Lidea
della Art of Corruption del Museo CAM (Casoria Contemporary Art
Museum), esposizione darte moderna e laboratorio nato nel 2005 a
Casoria, in provincia di Napoli.
48|dic. 12/Gen. 13
New
s
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New
s BARBIE AL SANGUELa febbre da Twilight, la saga vampi-resca
creata da Stephenie Meyer e di-
ventata film, ha colpito anche Bar-bie, la pi celebre delle
bambole.
da poco disponibile sul sito www.barbiecollector.com una
collezione destinata a diventare culto tanto per gli appassionati
della vicenda damore fra lumana Bella ed il vampiro Edward, quanto
per i collezionisti di me-morabilia cinematografici,
composta da una galleria dei principali personaggi di
Twilight, ovviamente riadat-tati allo stile della celebre
bambola Mattel.
SUONALA ANCORA, SAM una delle pi celebri scene del cinema,
quella in cui Rick Blaine (Humphery Bogart), chiede al pianista Sam
(Dooley Wilson) di suonare ancora As time goes bye. Il film
Casablanca, premio Oscar nel 1944, interpretato da Bogey e Ingrid
Bergman e per celebrarne i 40 anni dalluscita, il pianoforte
verticale del film stato venduto allasta nelle sale di Sotheby, a
New York, per 600 mila dollari. Il compratore rimasto anonimo,
mentre lex proprietario, un collezionista giapponese, non ha
nascosto la delusione: pensava di venderlo a un milione di
dollari.
In barba al maialeIl regalo pi gettonato dellanno in America?
Una schiuma da barba alla pancetta. Creata dalla J&D and Foods,
andata letteralmente a ruba, tanto da costringere lazienda a
razionalizzare le forniture. Il motivo di tanto successo pare sia
da attribuire alla particolare morbidezza con cui lascia la pelle
dopo la rasatura.
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50|dic. 12/Gen. 13
in collaborazione con la Feltrinelli Librerie
Via XX Settembre 21 - 27100 Pavia Tel. +39 0382 333154Fax +39
0382 [email protected]
Confiteor. La storia mai raCContata. massimo muCChetti Cesare
Geronzi. feLtrineLLi editore
La storia economica e finanziaria del nostro Paese ricostruita
da uno dei protagonisti assoluti degli ultimi decenni. I retroscena
mai raccontati dei grandi affari italiani. La storia segreta dei
rapporti tra Fininvest e le banche negli anni di ferro 1993-1996. I
veri autori del salvataggio della Fiat e la scalata ostile alla
Montedison. Il regolamento dei conti nella Mediobanca dopo la morte
di Enrico Cuccia. Lalleanza e poi la rottura con il suo delfino,
Vincenzo Maranghi. La scalata (resistibile) di Ricucci al Corriere
della Sera e i contrasti sulla nomina dei direttori del
quotidiano di via Solferino. LOpa del secolo su Telecom Italia e
quelle mancate su Banca di Roma e Comit. Il caso Tronchetti. Ma
anche il rapporto tra il Banco di Roma e lIstituto per le Opere di
Religione. Lamicizia con Antonio Fazio e la divaricazione del 2005
sui fronti dellAntoveneta e di Bnl. Gli alterni rapporti con Mario
Draghi, direttore del Tesoro e Governatore. Le relazioni speciali
con Massimo DAlema e Silvio Berlusconi: i s e i no. Gli incontri
con Andreotti. Il tramonto del rapporto con Gianni Letta. I
processi Cirio e Parmalat. Lascesa alla presidenza di Mediobanca e
di Generali e, infine, la sorprendente caduta. Passato remoto,
passato prossimo, presente e uno sguardo sul futuro. Decenni di
storia italiana nel dialogo senza rete tra Cesare Geronzi, uno dei
pi influenti banchieri italiani degli ultimi ventanni, e Massimo
Mucchetti, firma di punta del Corriere della Sera. E la prima volta
che un banchiere del Belpaese accetta di ricostruire le sue scelte
lungo un ampio confronto che non teme il contraddittorio. Geronzi
non un economista o uno studioso. La stampa britannica lha definito
un power broker. Lui, che si sente fino in fondo banchiere, dice:
Sono stato abituato, fin da quando reggevo lufficio cambi della
Banca dItalia alle dirette dipendenze di Guido Carli, ad assumermi
la responsabilit di decisioni importanti.
iL peso. Liz moore. neri pozza editoreArthur Opp un ex
insegnante obeso. Pesa pi di 220 chili, ha cinquantotto anni e da
pi di dieci vive recluso in un fatiscente appartamento di Brooklyn.
Ordina su internet tutto quello di cui ha bisogno. Il suo unico
contatto con il mondo rappresentato dalla corrispondenza con una
sua ex studentessa, Charlene, una donna fragile e sola che ha un
figlio, Kel. Questultimo ha diciassette anni ed una promessa del
baseball collegiale. Arthur e Kel, due esistenze diametralmente
opposte, si incontrano e si scoprono vicini accomunati dal medesimo
amore per Charlene.
fitte nebbie. La prima indaGine di sambuCo & deLLoro. friLLi
editore
Agenzia Investigativa Sambuco e DellOro, con sede a Pavia, in
Borgo Ticino. In un appartamento, dalla cui finestra si pu vedere
il fiume, svolgono la loro attivit i nostri due detectives. Gigi
Sambuco, il capo, un uomo tranquillo, riflessivo, che guarda alla
vita e alle inchieste in modo disincantato, anche a causa del
dolore profondo che cela nel cuore: la morte del figlio ancora
bambino. Selmo DellOro, il socio, viene dalla strada. Si vede e si
sente. un ex teppista, con una morale discutibile, nessun senso di
responsabilit e una passione ossessiva per le donne.
In questa loro prima avventura, ambientata agli albori di
Tangentopoli, li troviamo alle prese con un tipo molto eccentrico,
un vecchio compagno di classe di Sambuco, che chiede laiuto del
detective per scoprire larcano che si cela dietro la morte violenta
della sua compagna...
La musiCa tutto. danieL barenboim. feLtrineLLi editore
Daniel Barenboim torna a riflettere sulla musica. Sulla musica
che si fa, che si legge, sulla musica che si interpreta, sulla
musica che si ascolta. Sulla musica che interconnette, che stringe
relazioni e le riempie di senso. Fondamentalmente Barenboim ha a
cuore una visione in cui, nella musica, etica ed estetica
dialoghino continuamente e a livelli diversi. Se lessenza della
musica il contrappunto (il continuo dialogo di un tema con il suo
opposto) ecco che lidea di un tutto non scomponibile nei suoi
elementi
domina lopera e il lavoro del grande maestro. Eseguire bene un
pezzo implica una scelta, di per s una sequenza di scelte. Non
diverso - dice Barenboim - da ci che deve fare un politico. La
scelta giusta. E il giusto qui produce bellezza. Ma produce
bellezza se si impone quel formidabile equilibrio che da una parte
guarda alla partitura e allautore, dallaltra al nesso profondo fra
gli esecutori, e dallaltra ancora al pubblico, ai luoghi
dellascolto, a chi governa le sale, a chi governa tout court. Dice
Barenboim: Capire la musica in termini filosofici non meno
essenziale della comprensione filosofica dellumana natura. Capire
la musica significa anche porre le condizioni perch essa diventi
familiare, e trovi uno spazio non effimero nelle scuole. Il tutto
comincia anche dallampiezza di un progetto educativo.
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