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¶ Vascolarizzazione e innervazione dell’esofago 9Arterie 9Vene 10Linfatici 10Nervi 10
¶ Conclusione 11
■ IntroduzioneIl nostro gruppo ha iniziato ad aggiornare l’anatomia
chirurgica [1]dell’esofago: vogliamo però subito ringraziare gliautori che in precedenza si sono dedicati all’argomento, e inparticolare il compianto Dr. D. Bastian, che aveva redatto uneccellente lavoro su questo argomento in collaborazione con ilDr. J. Moutrot.
Crediamo utile impiegare qui la nomenclatura anatomicainternazionale indispensabile alla corretta comprensione deilavori chirurgici anglosassoni. Questo articolo è arricchito dauna serie di sezioni orizzontali nelle quali vi è corrispondenzatra aspetto anatomico e immagine alla tomografia compu-terizzata.
Questo studio in sezioni seriali permette un’analisi precisa deirapporti dell’esofago e delle modalità di estensione dei tumoriesofagei.
■ Embriologia dell’esofago [2] (Fig. 1)
L’esofago deriva dall’intestino anteriore, si forma sin dal 22°/23° giorno di gestazione e si estende dal diverticolo respiratoriosino alla dilatazione fusiforme dello stomaco. La separazione tratrachea ed esofago rappresentata dal setto tracheo-esofageocompare prima della fine della quinta settimana di gestazione.Le fistole esofago-tracheali sono dovute a un’alterazione diquesta separazione.
Corto all’inizio, l’esofago si allunga rapidamente a causa dellosviluppo cefalico e cardiaco e della retroflessione della testa, perraggiungere la sua lunghezza finale alla settima settimana. Undifetto di questo allungamento comporta il rischio di atresia.
L’epitelio di origine endodermica prolifera nel corso dellasettima e dell’ottava settimana, obliterando quasi completa-
mente il lume, che ritorna pervio alla decima settimana digestazione (fenomeno di vacuolizzazione, che non avvienecorrettamente nella duplicazione esofagea).
I tessuti di sostegno, la muscolatura e la vascolarizzazionehanno origine mesodermica.
Il muscolo striato dei due terzi superiori dell’esofago derivadal mesenchima del quarto e del sesto arco branchiale caudale(innervati dal X paio di nervi cranici).
Il muscolo liscio del terzo inferiore dell’esofago si sviluppa apartire dal mesenchima splancnico circostante (innervato dalplesso nervoso viscerale splancnico, derivato dalle cresteneurali).
Le anomalie di sviluppo dell’arco aortico possono avere delleripercussioni sull’esofago, in particolare nel caso dell’arteriasucclavia destra retro-esofagea all’origine di disfagia in età adulta(disfagia lusoria).
L’esofago (dal greco “oïx, �acEim) è un condotto muscolo-membranoso elastico e contrattile destinato a veicolare glialimenti dalla faringe allo stomaco, attraversando successiva-mente la regione cervicale, mediastino posteriore e la regioneceliaca.
LimitiA livello del cranio si presenta su un piano orizzontale a
ridosso del margine inferiore della cartilagine cricoide corris-pondente, con la testa in posizione anatomica, alla sestavertebra cervicale (C6). Questo limite superiore è rappresentatoesternamente dal fascio cricoideo del muscolo costrittoreinferiore del faringe (dove si inserisce il nervo laringeoinferiore).
Il suo limite distale corrisponde al cardias, che costituisce losbocco dell’esofago nello stomaco a livello della X-XI vertebratoracica (TH10 o TH11), individuato esternamente dall’angolotra margine sinistro dell’esofago e fundus.
DirezioneIl percorso dell’esofago è mediano, lungo il rachide, di cui
segue le inflessioni sino alla IV vertebra toracica (TH4) per poidiscostarsene progressivamente.
In senso trasversale presenta tre leggere curvature. Si notaun’inflessione sulla sinistra nella porzione cervicale, un’infles-sione verso destra a livello di TH4 e una nuova inflessione sullasinistra della VII vertebra toracica (TH7).
LunghezzaLa lunghezza totale dell’esofago è di circa 25 cm, ma varia
con il sesso, l’età e l’altezza. In pratica, si impiega il repere dellemisurazioni endoscopiche: gli incisivi superiori (o arcatadentaria superiore [ADS]), situati approssimativamente 15 cm aldi sopra della giunzione faringo-esofagea (si debbono aggiungere2-3 cm se il repere è la narice). Il limite inferiore dell’esofago sisitua allora a 40 cm dall’ADS).
L’esofago cervicale misura 5-6 cm e si estende da C6 allaprima vertebra toracica (TH1). A livello della sua porzioneiniziale, le fibre del muscolo costrittore inferiore del faringe,associate a quelle del muscolo cricofaringeo, si mischiano allefibre circolari della muscolatura per costituire lo sfintereesofageo superiore.
L’esofago toracico si estende da TH1 a TH11 e misura 16 cm(perciò da 21 a 37 cm dall’ADS).
L’esofago diaframmatico attraversa lo iato esofageo a livello diTH10-TH11.
L’esofago addominale presenta una lunghezza, variabile aseconda degli autori, stimata in 3 cm (perciò da 37 a 40 cmdall’ADS).
La nozione di sfintere esofageo inferiore (SEI) non corris-ponde alla presenza di un anello muscolare della parete esofageama a una zona ad alta pressione messa in evidenza da esamifunzionali manometrici.
FormaQuando è vuoto, l’esofago è appiattito in senso anteroposte-
riore, particolarmente nella sua porzione superiore. Le zone direstringimento constanti sono tre.
Il restringimento cricofaringeo è il più breve e il più stretto,con un diametro di 1,4-1,6 cm per 1,5 cm di lunghezza. Ilrestringimento aortobronchiale corrisponde al punto di contattocon l’aorta e il bronco sinistro, che è sito a livello di TH4-TH5 e si estende per 4-5 cm; il suo diametro è di 1,7 cm.
A livello dell’attraversamento diaframmatico, un restringi-mento di 1-2 cm di lunghezza conferisce all’esofago un dia-metro di 1,9 cm (Fig. 3).
“ In evidenza
L’origine comune dell’esofago e della trachea spiega leanomalie embriologiche che sono all’origine dell’atresiadell’esofago e delle fistole esofago-tracheali.
Grazie a questi tre restringimenti, il condotto esofageo èsuddiviso in tre segmenti più dilatati: il segmento cricoaortico,il segmento broncodiaframmatico e il segmento sotto-diaframmatico.
L’esofago può anche essere suddiviso in diversi segmenti infunzione della regione che attraversa (cervicale, toracica,addominale) o in funzione dei suoi principali rapporti (sovraor-tico, retroaortico, ilare e terminale).
Struttura della parete esofagea (Fig. 4 e 5)
La mucosa esofagea, di colorito roseo all’endoscopia, èformata da tre strati. L’epitelio pavimentoso squamoso stratifi-cato è in continuità con il rivestimento orofaringeo e costituisceil piano più superficiale. Al di sotto dell’epitelio, la laminapropria è un piano di tessuto privo di cellule contenente unarete di vasi sanguigni e linfatici e ghiandole mucipare. Il pianopiù profondo è la muscolaris mucosae, composta da fibremuscolari lisce disposte longitudinalmente.
La mucosa esofagea è lo strato più robusto della pareteesofagea, ma si retrae quando la parete viene sezionata in toto.Deve essere riparata e deve essere interessata dalla sutura,costituendo il piano d’appoggio fondamentale per l’anastomosi.
La zona di giunzione endoscopica (linea Z) tra mucosaesofagea (rosea) e mucosa gastrica (più tendente al rosso), noncorrisponde al limite inferiore esterno dell’esofago. L’epiteliogiunzionale è un epitelio prismatico semplice senza celluleparietali.
La sottomucosa è un piano di tessuto connettivo lasso.Contiene plessi arteriosi, fibre elastiche e i corpi cellulari delplesso di Meissner, ma, soprattutto, due importanti reti: lavenosa e la linfatica.
La muscolare è rappresentata da un piano circolare interno eda un piano longitudinale esterno. Tra questi due piani sitrovano i gangli mioenterici di Auerbach che, con quelli delplesso di Meissner, coordinano i movimenti implicati nel terzotempo della deglutizione.
A livello del quarto superiore dell’esofago, i due strati sonocostituiti da fibre striate; a livello del quarto seguente ritroviamotanto fibre striate che lisce; la metà distale dell’esofago contienesolo fibre lisce.
L’esofago non è ricoperto da sierosa, ma possiede un pianoavventiziale costituito dal tessuto connettivo del mediastinoposteriore. Questo piano facilita i movimenti dell’esofagodurante la deglutizione, ma non costituisce un valido strato diappoggio per le suture chirurgiche [5].
■ Rapporti con l’esofago
Esofago cervicaleL’esofago cervicale fa seguito al faringe attraverso la giunzione
faringo-esofagea a livello della sesta vertebra cervicale e terminaallo stretto superiore del torace a livello della prima vertebratoracica.
Figura 3. Forma dell’esofago (transito baritato esofagogastrico). 1.Restringimento aortobronchiale; 2. restringimento dell’attraversamentodiaframmatico.
Figura 4. Aspetto endoscopico della mucosa esofagea.
Figura 5. Sezione istologica della rete esofagea. 1. Epitelio; 2. laminapropria; 3. muscolaris mucosae; 4. sottomucosa; 5. piano circolare internodello strato muscolare; 6. piano longitudinale esterno dello strato musco-lare.
Questa zona di transizione tra faringe ed esofago è marcatadall’embricarsi delle fibre muscolari striate del faringe e dellefibre muscolari lisce e sottili dell’esofago. Questa disposizionelascia delle zone di debolezza sulla faccia posteriore dellagiunzione faringo-esofagea.
Vista da dietro, questa giunzione forma una losanga tra lefibre superiori del muscolo costrittore inferiore del faringe inalto e le fibre inferiori che si inseriscono sulla faccia posterioredella cartilagine cricoide e si prolungano in basso in direzioneverticale sullo strato longitudinale superficiale dell’esofago.Questa losanga è percorsa trasversalmente dal fascio inferioredel muscolo costrittore inferiore del faringe (o muscolo cricofa-ringeo) che la suddivide in due triangoli:• un triangolo superiore, al di sopra del muscolo cricofaringeo:
è la zona di minor resistenza funzionale, attraverso la qualefuoriescono i diverticoli di Zenker. Il muscolo cricofaringeoviene considerato essere lo sfintere esofageo superioredell’esofago, ruolo che secondo alcuni giustifica la sua sezionenel corso del trattamento del diverticolo faringo-esofageo diZenker;
• un triangolo inferiore, al di sotto del muscolo cricofaringeo.La sua faccia profonda è riempita dallo strato muscolarecircolare dell’esofago: ciò spiega la scarsità di manifestazionipatologiche a carico di questa zona di minor resistenza.
Esofago cervicale (Fig. 7 e 8)
L’esofago cervicale scende profondamente nella regionecervicale e decorre a contatto del rachide nella porzionesuperiore del mediastino posteriore. I suoi rapporti sono:
• posteriormente: il rachide cervicale e i muscoli pre-vertebralidai quali è separato da un tessuto celluloadiposo che formauno spazio di clivaggio chirurgico;
• anteriormente: la trachea, alla quale è unito da tralci fibro-muscolari (muscolo tracheo-esofageo) facilmente clivabili.L’esofago si sposta leggermente sulla sinistra, spiegando losviluppo verso sinistra dei diverticoli faringo-esofagei e laconseguente via d’accesso chirurgica preferenziale sullasinistra dell’esofago cervicale;
• lateralmente: il fascio vasculonervoso del collo a livello dellaporzione inferiore della regione sternocleidomastoidea. Questirapporti laterali interessano la via d’accesso chirurgicheclassica all’esofago cervicale: la cervicotomia pre-sternocleidomastoidea sinistra.Dalla superficie in profondità si trovano:
• la cute, il tessuto cellulare sottocutaneo e le fibre striate delmuscolo platisma;
• il muscolo sternocleidomastoideo nello sdoppiamentodell’aponeurosi cervicale superficiale;
• il muscolo omoioideo, avvolto dall’aponeurosi cervicalemedia, che incrocia a sciarpa. Può essere divaricato o sezio-nato per raggiungere l’esofago;
• il fascio vasculonervoso del collo (arteria carotide comune,vena giugulare interna e nervo vago) che decorre lateralmentee un po’ in avanti all’esofago;
• il lobo laterale della tiroide che è a contatto dell’esofago.Deve essere divaricato verso l’avanti, richiedendo talvolta lalegatura e la sezione di una o più vene tiroidee medie.L’arteria tiroidea inferiore incrocia la faccia laterale dell’eso-fago e può anche essere legata e sezionata senza conseguenze;
• il nervo laringeo inferiore sinistro (nervo ricorrente sinistro)che risale nel diedro tracheo-esofageo a contatto con l’eso-fago. Deve essere dissecato con prudenza e divaricato versol’avanti nel corso della dissezione tra esofago e trachea. Ilnervo laringeo inferiore destro decorre più a distanzadell’esofago, ma non è visibile attraverso la cervicotomiasinistra. Ciò richiede una dissezione più a ridosso dell’esofagoper evitare di traumatizzarlo nel corso della liberazione delmargine destro dell’esofago.
Figura 6. Giunzione faringo-esofagea.A. Vista laterale sinistra.B. Vista posteriore. 1. Muscolo tiroideo; 2. arcata fibrosa del costrittoreinferiore; 3. muscolo cricotiroideo; 4. cartilagine cricoidea; 5. nervolaringeo inferiore di sinistra; 6. rafe inferiore; 7. muscolo costrittoreinferiore del faringe; 8. locus minoris resistentiae funzionale (diverticolo diZenker); 9. fascio cricofaringeo del muscolo costrittore inferiore del fa-ringe; 10. locus minoris resistentiae anatomico; 11. esofago; 12. arteriatiroidea inferiore; 13. paratiroide inferiore.
“ In evidenza
A causa della sua struttura, la tolleranza dell’esofago adallungamento e distensione è piuttosto scarsa. Ciòcostituisce un ostacolo alla resezione parziale dell’esofagocon ripristino della continuità mediante sutura diretta erichiede quindi la confezione di plastiche gastriche ocoliche.
La transizione cervicotoracica si situa a livello dell’orifiziodello stretto toracico superiore, che è delimitato posteriormentedalla prima vertebra toracica, anteriormente dal manubriosternale e lateralmente dalla prima costa. L’esofago, elementopiù posteriore e leggermente deviato verso sinistra, è in rapportoanteriormente con la trachea e con gli assi vascolari. Il rapportospecifico in questa regione di passaggio è quello con l’arco deldotto toracico a sinistra, che si dirige verso il confluentegiugulo-succlavio. Il dotto toracico incrocia il margine sinistrodell’esofago in modo più o meno ravvicinato e può quindiessere a rischio nelle dissezioni per via cervicale o mediastinica.
Esofago toracico [6]
Lo studio dei rapporti anatomici dell’esofago toracico èfondamentale per la comprensione delle sezioni all’imaging eper l’accesso chirurgico all’esofago toracico per via toracicadestra o sinistra.
Descriveremo questi rapporti suddividendo l’esofago in treparti, seguendo la suddivisione chirurgica dell’esofago adottatain chirurgia per l’indicazione della sede dei tumori.
Si distingueranno quindi:• il terzo superiore, o esofago sovra-azygosaortico, a monte
degli archi dell’azygos e dell’aorta;• il terzo medio, o esofago interazygosaortico, tra i due archi in
alto e comprendente la biforcazione tracheale;
• il terzo inferiore, o esofago infra-azygosaortico, al di sottodegli archi.
Esofago sovra-azygosaortico (Fig. 10)
Corrisponde al terzo superiore dell’esofago toracico. Più estesoa destra che a sinistra a causa delle dimensioni dell’arco aortico,corrisponde:• posteriormente alla faccia anteriore del rachide toracico, dal
quale è separato da un tessuto cellulare lasso. Il dotto siallontana dalla faccia posteriore dell’esofago per raggiungerel’arteria succlavia sinistra e accompagnarla alla sua emergenzadallo stretto toracico superiore;
• anteriormente alla faccia posteriore della trachea, alla quale èunito dal muscolo tracheo-esofageo. Questo è un rapportointimo, che spiego l’invasione precoce della trachea da partedei tumori maligni del terzo superiore dell’esofago toracico;
• a destra, alla pleura mediastinica destra. Inferiormente,l’esofago è raggiunto dal nervo vago destro dopo averincrociato la faccia laterale destra della trachea. Questaregione laterotracheale destra, al di sopra dell’arco della venagrande azygos e posteriormente della vena cava superiore, èsede dei linfonodi della cosiddetta loggia di Barety;
• a sinistra, alla pleura mediastinica sinistra. Questo segmentoesofageo più breve è iscritto in un triangolo (triangolo diPoirier) delimitato dall’arteria succlavia sinistra, dalla facciaanteriore del rachide e dall’arco dell’aorta. Questo triangolod’accesso chirurgico all’esofago toracico sovraortico è attra-versato dalla vena intercostale superiore sinistra. Raggiun-gendo il margine sinistro dell’esofago, il nervo laringeoinferiore sinistro risale accompagnato dai linfonodi chiamatianche «catena linfonodale ricorrenziale sinistra».
Esofago interazygosaortico (Fig. 11 e 12)
Corrisponde al terzo medio dell’esofago toracico ed entra inrapporto stretto sia con le vie aeree a livello dell’asse tracheo-bronchiale, sia del sistema arterioso a livello dell’arco aortico,sia dell’inizio dell’aorta discendente. È il tratto di esofago più
pericoloso all’accesso chirurgico e per l’estensione dei tumoridel terzo medio dell’esofago toracico.
Posteriormente, l’esofago corrisponde al piano vertebrale, mapoi se ne distacca progressivamente a causa del decorso verso ilbasso dell’aorta toracica discendente. Quest’ultima si dispone sulsuo margine sinistro e si proietta in avanti. Il dotto toracico,applicato sulla colonna toracica, si avvicina all’esofago nellaporzione superiore del mediastino medio, decorrendo
nell’angolo diedro formato dalla porzione posteriore dell’arcoaortico e della vena emiazygos accessoria.
Anteriormente, l’esofago è in rapporto con la faccia posterioredella trachea, poi con la biforcazione tracheobronchiale e infinecon il bronco principale di sinistra. È unito alle vie aeree da untessuto cellulare denso (muscolotracheo-esofageo) ispessito alivello del p lesso nervoso polmonare, del nervo vago sinistro,delle vie linfatiche e dalle arterie esofagee fuoriuscite dallearterie bronchiali. Al di sotto della biforcazione bronchiale,l’esofago è a contatto in avanti con i linfonodi intertracheo-bronchiali, che sono essi stessi attraversati dalle arteriebronchiali.
A destra, l’esofago viene incrociato trasversalmente dall’arcodella vena grande azygos che confluisce in cava superiore. Ilnervo vago destro si avvicina al margine destro dell’esofago. Aquesto livello è presente un linfonodo costante nell’arco dellavena grande azygos (Bartels). Questo arco può essere legato esezionato senza conseguenze, facendo della via toracica destra lavia privilegiata all’accesso della totalità dell’esofago toracico.
A sinistra, l’arco dell’aorta rappresenta un ostacolo allaliberazione del terzo medio dell’esofago. A questo livellol’esofago riceve le arterie provenienti delle arterie bronchiali espesso un’arteria a origine direttamente dall’aorta (arteriadell’incrocio). Alla faccia superiore del bronco sinistro, il nervolaringeo inferiore sinistro (nervo ricorrente sinistro) passa sottol’arco dell’aorta, e più precisamente circonda il legamentoarterioso. Il nervo laringeo inferiore sinistro raggiunge alloral’angolo tracheo-esofageo accompagnato dalla sua catenalinfatica.
Esofago infra-azygosaortico (Fig. 13)
Il mediastino inferiore, più ampio, lascia il terzo inferioredell’esofago toracico più libero rispetto al terzo superiore e almedio (che hanno rapporti vascolari e tracheobronchialiintimi).
Posteriormente, l’esofago viene progressivamente distaccatodall’aorta discendente, allontanandolo dal dotto toracico e dallevene azygos. Si dispone sulla faccia anteriore dell’aorta, con laquale mantiene un rapporto privilegiato e alla quale è fissato daun tessuto celluloadiposo e linfatico in cui decorrono le arterieesofagee e al quale alcuni autori danno il nome di«meso-esofago».
Figura 10. Vista laterale destra del mediastino. 1. Esofago; 2. trachea; 3.nervo frenico destro; 4. arco della vena grande azygos; 5. vena intercos-tale; 6. arteria intercostale; 7. arteria polmonare destra biforcata; 8. catenaortosimpatica toracica; 9. vena polmonare superiore destra biforcata; 10.vena polmonare inferiore destra; 11. nervo vago destro (X) e plessoperi-esofageo; 12. dotto toracico; 13. nervo grande splancnico; 14.legamento polmonare destro.
Anteriormente, l’esofago prende contatto con il pericardioattraverso il seno obliquo. È in rapporto diretto con l’atriosinistro (ciò spiega la disfagia nell’insufficienza cardiaca sinistracon dilatazione atriale sinistra). Più in basso, l’esofago perde ilcontatto con il pericardio per contrarre rapporti con la facciaposteriore del diaframma.
A destra, l’esofago ricoperto dalla pleura mediastinica scendenel mediastino inferiore tra la grande vena azygos, posterior-mente alla «racchetta» polmonare prolungata dal legamentopolmonare in avanti. Il nervo vago destro raggiunge il marginedestro e poi la faccia posteriore dell’esofago. Il dotto toracicopuò essere esposto durante la dissezione per via destra.
A sinistra, l’esofago, nascosto parzialmente in alto dall’aortadiscendente, diviene più superficiale e scende posteriormente al
peduncolo polmonare e poi al legamento polmonare. Decorreinferiormente in un triangolo (triangolo di Truesdale) delimitatodal pericardio in avanti, l’aorta discendente posteriormente e ildiaframma in basso. Questo triangolo espone la faccia lateralesinistra dell’esofago ed è la sede delle perforazioni spontaneedell’esofago (sindrome di Boerhaave). Il nervo vago sinistroraggiunge la faccia anteriore dell’esofago al di sotto dell’arcodell’aorta.
Si possono considerare in altro modo i rapporti dell’esofagotoracico studiandoli in posizione di toracotomia destra osinistra.
Per via toracotomica destra (Fig. 14), i rapporti dell’esofagotoracico sono i seguenti:
• al di sopra dell’arco della vena grande azygos, l’esofago èdirettamente accessibile in una fossetta pleurica tra trachea inavanti, colonna vertebrale indietro e l’arco della vena grandeazygos in basso. Questa fossetta è attraversata dal nervo vagodestro. A questo livello l’esofago è in rapporto con il linfo-nodo della loggia di Barety;
• a livello dell’arco della vena grande azygos, l’esofago è inrapporto anteriormente con il bronco destro e la biforcazionetracheale. La sezione e la legatura della vena grande azygospermettono l’accesso al terzo medio toracico dell’esofago;
• al di sotto dell’angolo della vena grande azygos, l’esofago èseparato dalla cavità pleurica dalla pleura mediastinica, da cuisi allontana tra pericardio in avanti e vena grande azygosindietro. Il dotto toracico può essere dissecato a questolivello.Per via toracotomica sinistra (Fig. 15A e B), l’esofago toracico
viene attraversato trasversalmente dal assaggio dell’arcodell’aorta.
Al di sopra dell’arco dell’aorta, all’esofago si può accederechirurgicamente nel triangolo di Poirier attraversato dalla vena
intercostale sinistra. A questo livello, il dotto toracico lascia lafascia posteriore dell’esofago per flettere a sinistra e raggiungereil confluente venoso succlaviogiugulare di Pirogoff.
A livello dell’arco dell’aorta, l’esofago passa in uno strettopassaggio tra la biforcazione bronchiale in avanti, il rachideindietro e lateralmente l’arco della vena grande azygos a destrae l’arco aortico a sinistra. Questa regione è marcata dallapresenza del nervo laringeo inferiore di sinistra, che ricorre sullafaccia inferiore dell’arco aortico circondando il legamentoarterioso. La faccia inferiore dell’arco aortico e i primi centimetridell’aorta discendente danno origine ad arterie a destinazionebronchiale ed esofagea.
Al di sotto dell’arco aortico, l’esofago viene progressivamenterespinto in avanti dall’aorta toracica discendente: risulterà allorasituato profondamente in un triangolo con base sul diaframmatra pericardio in avanti e aorta toracica indietro (triangolo diTruesdale), sede di elezione delle perforazioni spontaneedell’esofago. Il nervo vago di sinistra raggiunge la facciaanteriore dell’esofago a questo livello.
Esofago terminaleÈ considerato come l’insieme dell’esofago toracico inferiore,
dell’esofago diaframmatico e dell’esofago addominale.L’esofago toracico, o esofago infra-azygosaortico, è stato già
studiato. Considereremo quindi ora solo i rapporti dell’esofagodiaframmatico e addominale.
Esofago diaframmatico (Fig. 6)
L’attraversamento del diaframma (Fig. 16) avviene all’altezzadello iato esofageo a livello di TH10.
Questo orifizio puramente muscolare di 2,5 cm di lunghezzae di forma ovoidale è costituito da fibre provenienti dal pilastrodestro e divise in due fasci: uno anteriore destro e l’altroposteriore sinistro. Questi fasci circondano l’esofago formandoin tal modo un sistema sfinteriale esterno che può scivolareattorno all’esofago, in particolare durante la respirazione e ladeglutizione.
Questo sistema muscolare scambia qualche fibra con lamuscolatura esofagea e partecipa alla continenza cardiale perevitare il reflusso gastroesofageo. Questa zona costituisce unazona di transizione tra il torace (a pressione negativa) el’addome (a pressione positiva).
Nel corso dell’attraversamento del diaframma l’esofago vieneaccompagnato dai tronchi vagali anteriore e posteriore.
Esofago addominaleSi estende dallo iato esofageo sino allo stomaco a livello del
cardias. La giunzione esofagea ha sede sul fianco sinistro diTH1 e in un piano orizzontale all’altezza dell’estremità inferioredell’apofisi xifoidea. Nella sua porzione inferiore l’esofago èunito ai margini dello iato esofageo dal legamento freno-esofageo (membrana di Laimer), estensione della fascia diafram-matica inferiore. Questo legamento viene poi ricoperto dalperitoneo e dal piccolo omento (linea di riflessione del perito-neo viscerale gastrico e del peritoneo parietale che copre lafaccia inferiore del diaframma). Esiste quindi attorno allaporzione distale dell’esofago una guaina a forma di due coniuniti per la base (membrana di Leimer-Bertelli) che corrispondeallo slaminamento del tessuto connettivo periesofageo daimovimenti del diaframma.
Sull’avanti l’esofago addominale viene accompagnato dalplesso vagale anteriore che tende a dissociarsi. È in rapporto,attraverso il legamento freno-esofageo e il foglietto peritonealepre-esofageo, con la faccia posteriore del lobo sinistro del fegato.
Posteriormente, plesso vagale posteriore, pilastro destro deldiaframma, tessuto cellulare retroperitoneale e aorta sono irapporti dell’esofago addominale
A sinistra, l’esofago è in rapporto con la base del legamentotriangolare sinistro del fegato e il suo margine sinistro è
separato dal fondo gastrico dall’incisura cardiale (angolo di His).Il margine destro esofageo è a contatto diretto con stomaco
e lobo caudato del fegato.
■ Vascolarizzazione e innervazionedell’esofago
Arterie (Fig. 17)
L’embriologia spiega la vascolarizzazione arteriosa stadiatadell’esofago che resta molto variabile nella sua distribuzione. Lediverse arterie, di calibro ridotto, penetrano nella pareteesofagea formando delle reti nei diversi strati.
L’esofago cervicale è vascolarizzato dalle due arterie tiroideeinferiori; la destra si sviluppa più spesso sulla parete posteriore,la sinistra sull’anteriore.
Un ramo discendete dell’arteria succlavia sinistra (arteria diLuschka) partecipa alla vascolarizzazione di questa porzione.
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Figura 16. Attraversamento diaframmatico dell’esofago. 1. Pleura me-diastinica; 2. avventizia; 3. muscolare; 4. pleura viscerale; 5. fascia endo-toracica; 6. diaframma; 7. fascia diaframmatica inferiore; 8. peritoneoparietale diaframmatico; 9. peritoneo viscerale gastrico; 10. legamentofreno-esofageo; 11. valvola mucosa di Gubarow; 12. linea Z: giunzionemucosa esofagogastrica; 13. zona di scivolamento.
“ In evidenza
La conoscenza dei rapporti anatomici dell’esofago susezioni orizzontali è indispensabile per l’interpretazionedelle sezioni assiali della TC che fanno parte dello studiosistematico dei cancri dell’esofago.
I rami arteriosi seguono un percorso discendente costituendo unplesso superiore che si estende sino alla biforcazione trachealee che si anastomizza col sistema sottostante.
La porzione sovra-azygosaortica dell’esofago toracico èvascolarizzata dal plesso discendente originato dalle arterietiroidee inferiori [3].
La porzione interazygosaortica è vascolarizzata da:• rami delle arterie bronchiali;• arteria esofagotracheale anteriore (di Demel), collaterale
diretta dell’arco aortico o dell’arteria bronchiale sinistra;• arteria esofagotracheale posteriore, che origina dalla faccia
destra dell’aorta discendente; raggiunge l’esofago sul suomargine sinistro ed è chiamata «arteria dell’incrocio».La porzione infra-azygosaortica è vascolarizzata dai ramidirettamente originati dall’aorta discendente. Si possonoritrovare al massimo quattro rami che arrivano all’esofago sulsuo margine sinistro. Due rami sono costanti:
• l’arteria esofagea piccola, a livello T6-T7, che è piuttostobreve;
• l’arteria esofagea grande, a livello T7-T8: ha un percorso piùlungo e può partecipare alla vascolarizzazione del legamentopolmonare e del pericardio.Nella parte terminale dell’esofago toracico la pleura medias-
tinica destra e sinistra, tesa dalla faccia anteriore dell’aorta allafaccia posteriore dell’esofago, costituisce un vero e proprio«meso-esofago».
L’apporto ematico dell’esofago sembra povero. Due segmenti,una sottocarenario e l’altro immediatamente sovra-diaframmatico, sono stati descritti come zone a rischio sulpiano vascolare, specialmente per la confezione delleanastomosi.
La ricchezza delle anastomosi arteriose intraparietali, aprescindere da tutto, permette la scarsa attività metabolica e laconfezione di anastomosi chirurgiche a condizione che venganofatte su un esofago non sottoposto a tensione e non liberato dalsuo «meso».
VeneNascendo da un ricco plesso venoso a larghe maglie longitu-
dinali nella sottomucosa e in continuità con un plesso musco-lare periesofageo, le vene hanno uno disposizione moltovariabile. Il drenaggio venoso dei due terzi superiori dell’esofagoavviene nel sistema cavale superiore con l’interposizione dellevene tiroidee inferiori e nel sistema azygos per mezzo delle venebronchiali, pericardiche e freniche superiori. Il drenaggio venosodei due terzi inferiori dell’esofago avviene nel sistema portaleattraverso essenzialmente la vena gastrica sinistra. Non esistelimite franco tra queste zone e si formano numerose anastomositra i due sistemi a livello intraparietale costituendo delleanastomosi portocavali fisiologiche.
Le vene della sottomucosa sono più superficiali a livellodell’esofago distale, dove si sviluppano le varici esofagee in casodi ipertensione portale.
LinfaticiI linfatici dell’esofago formano dei plessi a carico di tutti i
piani parietali (mucosa, sottomucosa, muscolare).I tronchi collettori prendono origine dal piano sottomucoso
e drenano nei linfonodi più vicini.Questi linfonodi para-aortici sono distribuiti lungo l’esofago;
alcune stazioni sono state nominate in funzione dei rapporticon gli organi adiacenti. Formano il primo livello linfonodale.
Sono denominati dall’alto in basso: linfonodi giugulariinterni, paratracheali, iliari tracheobronchiali, sotto-carenari,para-aortici, paracardiali, gastrici di sinistra.
Il senso del drenaggio linfatico resta però imprevedibile,potendo prendere una direzione ascendente o discendente apartire dalla rete sottomucosa.
Si può, comunque, considerare che il drenaggio avverrà inmodo preferenziale verso l’alto per i due terzi superiori dell’eso-fago e verso il basso per il terzo inferiore.
Con l’esofago cervicale che drena nei linfonodi trachealisuperiori e giugulari interni, esisterebbe una continuità sotto-mucosa dei linfatici di questa porzione con i linfatici delfaringe.
L’esofago toracico drenerebbe nei linfonodi mediastiniciposteriori, intercostali e diaframmatici. La porzione inferioredell’esofago drena nei linfonodi della regione pericardica eceliaca.
Non vi sarebbe continuità dei linfatici sotto-mucosi a livellodella giunzione esofagogastrica.
Il drenaggio finale dell’esofago avviene sia attraverso l’inter-posizione delle stazioni linfonodali di primo livello, sia in mododiretto nel dotto toracico che risale dalla cisterna chili, postageneralmente a livello della vertebre lombari L1 o L2. Ha quindiun percorso ascendente nel mediastino, incrocia da destra asinistra la faccia posteriore dell’esofago tra T6 e T7 e risale sinoa C7, dove raggiunge la faccia posteriore del confluente giugulo-succlavio sinistro.
Nervi (Fig. 18)
Innervazione intrinseca
La parete esofagea contiene due tipi di plessi nervosi:• il plesso di Meissner, sottomucoso, a funzione essenzialmente
sensoriale;• il plesso di Auerbach, tra muscolare longitudinale e circolare,
Questi plessi formano delle reti di cellule gangliari multipolariche ricevono assoni provenienti dai nervi vaghi. Le fibrepostgangliari di questi plessi innervano le cellule muscolari liscee controllano la peristalsi della porzione distale dell’esofago.
L’assenza di questi plessi mioenterici nell’esofago distalecostituisce la lesione causale dell’acalasia.
Innervazione estrinseca
Ha tre componenti: centrale, (orto)simpatica e parasimpatica.
Innervazione centrale
Controlla la muscolatura striata dell’esofago a partire dalcentro bulbare della deglutizione. I neuroni fuoriusciti dalnucleo faringeo seguono le fibre del nervo vago (X) e sidistribuiscono alle fibre striate dell’esofago (cervicale e toracicosuperiore) con l’interposizione dei nervi laringei.
Innervazione parasimpatica
Proviene dai due nervi vaghi che si dissociano in plessovagale peri-esofageo a livello del terzo medio toracico e poi siricostituiscono in un tronco vagale anteriore e uno posteriore.Questi due tronchi seguono l’esofago toracico nel suo percorsoinferiore e attraversano il diaframma con lui.
Innervazione simpatica
I nervi a origine simpatica sono in rapporto con il centroprimario midollare disposto tra T2 e T7 e fanno relais nei ganglisimpatici (cervicale superiore, toracico e celiaco).
■ ConclusioneUna conoscenza precisa dell’anatomia dell’esofago [7, 8] è
indispensabile ai chirurghi esofagei per comprendere:• la sua struttura e i problemi di sutura;• i suoi rapporti con gli organi circostanti e in particolare
nell’analisi delle sezioni tomodensitometriche e nelle precau-zioni da assumere nella sua dissezione.
■ Riferimenti bibliografici[1] Maillet. Anatomie chirurgicale de l’œsophage. Nouveau traité de tech-
nique chirurgicale. Tome X. Paris: Masson; 1975.[2] Larsen WJ. Embryologie humaine. Bruxelles: De Boeck Université;
1996. p. 205-34.[3] Caix M, Descottes B, Rousseau D, Grousseaud D. La vascularisation
artérielle de l’œsophage thoracique moyen et inférieur. Anat Clin 1981;3:95-106.
[5] Nemours-Auguste S, Barag N. Œsophage, déglutition. Anatomie, phy-siologie, radiologie clinique. Paris: Expansion Scientifique Française:1979. p. 161-252.
[6] Francke JP. Le médiastin. In: Chevrel JP, editor. L’œsophage thoraci-que. Anatomie clinique. Paris: Springer-Verlag; 1994. p. 241-7.
[7] Skandalakis JE, Ellis H. Embryologic and anatomic basis of esophagealsurgery. Surg Clin North Am 2000;80:85-155.
[8] Testut L. Traité d’anatomie humaine. Tome IV. Paris: Doin; 1901.p. 153-86.
S. Durand-Fontanier.Service de chirurgie viscérale et transplantations (Pr B. Descottes), CHU Dupuytren, 2 avenue Martin-Luther-King, 87032 Limoges cedex, France.
D. Valleix ([email protected]).Laboratoire d’anatomie, Faculté de Médecine, 2 rue du Docteur-Marcland, 87025 Limoges cedex, France.
Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Durand-Fontanier S., Valleix D. Anatomia chirurgica dell’esofago. EMC (Elsevier Masson SAS,Paris), Tecniche Chirurgiche - Addominale, 40-170, 2007.