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Analisi Riano Nel Cuore

Jul 11, 2015

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Francesco Rosso
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ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE

ANALISI CRONOLOGICA DEGLI ATTI E DELLE RELATIVE CRITICITA PER IL SITO DISCARICA QUADRO ALTO RIANO(Rel. 2.1 del 16 novembre 2011)

Si ringraziano per la fattiva collaborazione nella stesura del presente documento e nella redazione delle perizie:Apponi Balsamo Befani Bonagura Di Ruscio Di Saverio Franchetti Guaitoli Lepore Macri Manca Mezzapesa Nardini Rizzitano Rossi Rosso Virgara Maurizio Francesco Gianni Massimo Maurizio Marianna Domenico Fabio Massimo Mario Maria Carmela Beatrice Marco Giuseppe Paola Anna Francesco Rosario Medico Geometra Geologo Matematico Prof. Ingegnere Aerospaziale Ordinario Universit La Sapienza di Roma Ingegnere Ambientale Paramedico Avvocato Penalista Geometra Avvocato UE Medico Ingegnere Funzionario TAR Avvocato Penalista Avvocato Geologo Avvocato

della

ed inoltre anche per la comunicazione, per le idee, per la produzione e concessione di documentazione:nella persona del capogruppo consiliare alla Regione Lazio: Bonelli Angelo Lista BONINO PANNELLA FEDERALISTI EUROPEI nelle persone del capogruppo consiliare alla Regione Lazio: Rossodivita Giuseppe del consigliere regionale: Berardo Rocco Radicali Italiani del segretario: Staderini Mario del membro della Giunta: Iervolino Massimiliano FLI RIANO nella persona del Presidente: Rossi Stefano Damante Salvatore Ricercatore Ambientale Di Nardo Armando Prof. Ingegnere docente facolt di ingegneria della II Universit di Napoli ed ex assessore allAmbiente ed ai Rifiuti al comune di Giuliano (NA) Damante Valentini Cittadini De Pascali Salvatore Alberto Julie Maria Pia Ricercatore Ambientale Archeologo e dirigente RAI Dipendente RAI Fisico VERDI

Indice1. Premessa 2. Breve cenno sulla gestione dei rifiuti nel Lazio 3. Piano di gestione dei rifiuto della Regione Lazio 2002 4. Le azioni della Regione Lazio 5. Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio 2010 6. Lo Stato di Emergenza 2011 ed il decreto del Commissari Delegato decreto n. 208625/2011 del 24.10.2011 Pag. 4 Pag. 6 Pag. 10 Pag. 11 Pag. 16 Pag. 35

1. PremessaRIANO NEL CUORE E UN ASSOCIAZIONE CIVICA DEL TERRITORIO DI RIANO. Lassociazione civica Riano nel Cuore, secondo quanto recita il suo statuto, si propone di favorire, promuovere e tutelare gli elementi caratterizzanti il territorio, lambiente ed il generale interesse dei cittadini e della citt di Riano. Essa fin dagli esordi ha affrontato la vicenda della progettata discarica nel comune di Riano, con adeguate conoscenze e lapporto di qualificate professionalit operanti sul territorio ed in ambito nazionale, dando vita una commissione tecnica che ha seguito lo sviluppo della situazione, approfondendo gli aspetti normativi, tecnici, amministrativi e politici che la caratterizzano. Per la normativa europea dal 16.07.2009 le discariche non a norma rappresentano un pericolo effettivo per la salute dei cittadini e per lambiente in quanto producono emissioni atmosferiche e odori sgradevoli e inquinano le acque e il suolo, contaminando le falde freatiche. Il commissario europeo allambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato che le discariche presenti sul loro territorio debbono essere conformi alla legislazione europea e che gli Stati hanno il dovere di garantire i massimi livelli di tutela dei cittadini e dellambiente. Nel caso di specie va ancora sottolineato che l'ANALISI PRELIMINARE della Regione aveva lo scopo di perimetrare aree idonee per siti di discariche per lo smaltimento di rifiuti, da mettere a dimora solo dopo trattamento, ovvero inerti, o il cui trattamento contribuisse a ridurre il pi possibile le ripercussioni sull'ambiente e sulla salute umana. La dichiarazione di emergenza dichiarata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con ordinanza del 06 settembre 2011 prot. N. 209071/2011 ha imposto l'uso di detta ANALISI PRELIMINARE per stoccare RSU, senza alcun trattamento, elevando a rango di siti idonei localit esaminate, del tutto sommariamente, per altra destinazione (Rifiuti pre-trattati). Gli studi realizzati dalla commissione tecnica dellAssociazione civica Riano nel Cuore hanno evidenziato lesistenza di criticit insuperabili che configurano gravissime violazioni della normativa europea, nazionale e regionale vigenti in materia di discarica. E ci vale specificamente, in riferimento allesistenza di vincoli, distanze dalle abitazioni, viabilit, caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sito di Quadro Alto. Queste ultime in particolare non sono state in alcun modo valutate e da sole valgono ad escludere in assoluto lidoneit del sito quale sede di discarica. A tale proposito si esamini la genericit di riferimento al solo bacino del Tevere della sopra richiamata ANALISI PRELIMINARE, laddove in essa manca del tutto, in concreto, lanalisi delle falde freatiche in loco. Sul punto sufficiente verificare quanto attestato a pag. 32, circa lindividuazione di aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi nella provincia di Roma.

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Ci tanto pi grave in quanto si consideri che buona parte della popolazione di Stazzo Quadro, adiacente al sito individuato dal Prefetto di Roma, si serve dellacqua dei pozzi locali e non dellacquedotto comunale. Le aree di intervento rientrano nel sistema ed ambito di paesaggio Naturale, in particolare nel paesaggio naturale di continuit. Ricade poi allinterno di un area a rischio paesaggistico dovuto alla presenza di cave, discariche, depositi, cio in un ambito prioritario per i progetti di conservazione, recupero, gestione e valorizzazione del paesaggio regionale. Inoltre, parte dellarea identificata come sito di Quadro Alto, tutelata in quanto fascia costiera di un corso riconosciuto come acque pubbliche. Tali vincoli sono stati riconosciuti come Fattori Escludenti per altri siti, mentre vengono artatamente ignorati nella analisi del sito Quadro Alto. Il quadro che complessivamente emerge da tutti i punti esaminati, configura gli estremi di una istruttoria del tutto inesistente e di una scelta basata sulla necessit politica di rispondere alla situazione del trattamento dei rifiuti del Lazio, da cui si evincono violazioni gravissime di norme cogenti dettate dalla disciplina comunitaria e nazionale. Risulta in ultimo paradossale, che la designazione di Riano come sede di discarica, percorre una direzione diametralmente opposta a quella tesa invece a valorizzare il complessivo contesto della Valle del Tevere, proprio in questi giorni candidata a divenire attraverso adeguata istruttoria, patrimonio dellumanit presso lUNESCO.

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2. Breve cenno sulla gestione dei rifiuti nel LazioLa gestione dei rifiuti della Regione Lazio, contrassegnata da considerevoli difficolt, che riportano in ultima istanza allinefficacia delle azioni poste in essere nellultimo decennio dalle diverse amministrazioni territorialmente competenti, nel disegnare e rendere operativo un moderno ciclo dei rifiuti, aderente ai principi ed alle cogenti norme comunitarie e nazionali. Ci che in concreto si registrato in tale arco di tempo, un costante aumento della produzione dei rifiuti a livello regionale e in particolare nella citt di Roma, a cui non corrisposta n la capacit di incrementare la quantit di raccolta di rifiuti differenziati, n quella di mettere in funzione un numero sufficiente di impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) e di termovalorizzatori, finendo cos col privilegiare lo strumento del conferimento in discarica, che nella logica di un virtuoso ciclo dei rifiuti avrebbe dovuto invece rappresentare la soluzione residuale e percentualmente meno rilevante. Gi nel 1977 la Comunit Europea, nel secondo programma d'azione, ha indicato tra gli obiettivi di un'azione ambientale preventiva, la necessit di predisporre regole per analizzare la rilevanza dell'impatto sulle risorse ambientali della realizzazione dei progetti di trasformazione del territorio. Questo impegno stato tradotto nella direttiva 85/337/CE del 27 giugno 1985 concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, poi modificata dalla direttiva 97/11/CE del 3 marzo 1997 e 35/2003 del 26/05/2003. Documento CE001 - Direttiva 85_337_CEE del 27 giugno 1985 modificata dalle direttive 97_11_CE e 2003_35_CE.pdf Documento CE002 - Direttiva 97_11_CE del 3 marzo 1997.pdf Documento CE003 - Direttiva 35_2003 del 26 maggio 2003.pdf Ulteriore evoluzione si avuta con l'adozione della direttiva 2001/42/CE del 21 luglio 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, con la quale stata introdotta la procedura di valutazione ambientale strategica, che ha come obiettivo quello "di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile". Lattualmente vigente normativa comunitaria in materia avviene con le direttive n. 1999/31/CE Direttiva discariche, n. 2006/12/CE Piani di gestione rifiuti, e, da ultimo, la n. 2008/98/CE Nuova direttiva quadro in materia di rifiuti, di recente recepita nel nostro ordinamento col d.lgs 205/2010. Documento CE004 - Direttiva 2001_42_CE del 21 luglio 2001.pdf Documento CE005 - Direttiva 1999_31_CE - Direttiva discariche.pdf Documento CE006 - Regolamento 1882 del 29 settembre 2003.pdf Documento CE007 - Regolamento 1137 del 22 ottobre 2008.pdf Documento CE012 - Il diritto ambientale nell'ordinamento europeo finale.pdf ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 6

Il recepimento delle direttive comunitarie avvenuto con l'introduzione nella normativa nazionale del D. Lgs. 152/2006 del 3 aprile 2006 recante "Norme in materia ambientale", come modificato dal D. Lgs. 4/2008 del 16 gennaio 2008 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D. Lgs. 152/2006" e di recente col succitato d.lgs 205/2010. Documento LN001 - D.Lgs. 36 del 13 gennaio 2003.pdf Documento LN002 - D. Lgs. 152 del 3 aprile 2006.pdf Documento LN003 - parte II D. Lgs. 152_2006 agg. 2009.pdf Documento LN004 - Allegati alla Parte II D. Lgs. 152_2006 agg. 2009.pdf Documento LN005 - DGR 363 del 15 maggio 2009.pdf Documento LN006 - D. Lgs. 205_2010.pdf La Regione Lazio non ha ancora recepito con propria legge quadro la normativa nazionale (solo alcune disposizioni parziali sono contenute nella L.R. 14/2008). Ai sensi della L. R. 14 dell'11/08/2008 il provvedimento di V.I.A. fa luogo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al D. lgs. 14/02/2005 n. 59. Documento LR001 - Legge Regione Lazio 14 del 11 agosto 2008.pdf La sezione Impatto Ambientale della Regione Lazio si occupa di Valutazione di Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e dei procedimenti di V.I.A. coordinati con l'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.). Si deve a tale riguardo rimandare alla ineludibile normativa comunitaria posta in materia con le direttive n. 1999/31/CE Direttiva discariche, n. 2006/12/CE Piani di gestione rifiuti, e, da ultimo, la n. 2008/98/CE Nuova direttiva quadro in materia di rifiuti, di recente recepita nel nostro ordinamento col D.Lgs 205/2010. Lincapacit di dare effettiva attuazione ai principi ed alle norme comunitarie, pure recepite in Italia a partire dal D.lgs 13 gennaio 2003, n. 36, dal successivo D.lgs 152/2006 ed infine dalla sopra richiamato D.lgs 205/2010, con le relative norme tecniche di livello secondario, ha comportato linstaurazione nel Lazio di diffuse e frequenti forme di gestione emergenziali, spesso precedute o seguite da procedure di infrazione avviate in sede comunitaria contro il nostro Paese. E qui senzaltro utile ricordare che la Regione Lazio ha attraversato una situazione emergenziale durata pi di nove anni, instaurata col decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 febbraio 1999 e successive modifiche e integrazioni e cessata il 30 giugno del 2008. Documento DPCM001 - del 19 febbraio 1999 - Dichiarazione stato di emergenza.pdf Presupposto di tale stato di emergenza era la sussistenza, sotto il profilo ambientale e di protezione civile (di) una situazione di pericolo non fronteggiabile con i mezzi ed i poteri ordinari, che si sarebbe ancor pi acuita con la prevedibile presenza, in vista del prossimo Giubileo, solo per la citt di Roma, di circa 30 milioni di pellegrini. Il DPCM del 19 febbraio 1998 disponeva quindi, di procedere all'immediato avvio di interventi straordinari, al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente dal pericolo di danni derivanti ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 7

dal mancato smaltimento a norma di legge dell'enorme massa di rifiuti che saranno prodotti nel territorio della citt di Roma e Provincia. Le ragioni della dichiarazione dello stato di emergenza si riferivano alla circostanza che l'attuale sistema infrastrutturale delle discariche esistenti e degli impianti per la raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti presenta peculiarit tali da poter essere considerato insufficiente rispetto alla enorme quantit di rifiuti che verranno prodotti in occasione del Giubileo. La lettura dellordinanza emanata il 23 giugno 1999 dal Ministero degli Interni, in attuazione del disposto stato di emergenza, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 152 del 01/07/1999, rivela come, nel delimitare lesatto contenuto del mandato affidato al Presidente della Regione Lazio, quale Commissario Delegato per lemergenza, attribuiva allo stesso unampiezza di poteri tali che comportava di fatto la gestione dellintero sistema rifiuti della Regione Lazio. Documento OMI001 - ORDINANZA del 23 giugno 1999.pdf Carattere questo, che difetta senzaltro nello stato di emergenza poi disposto di recente dallattuale Presidenza del Consiglio con lordinanza n. 3963/2011, territorialmente riferito alla sola provincia di Roma e strettamente correlato all'imminente chiusura della discarica di Malagrotta. In questo caso, come pure si avr modo di precisare di seguito, il Commissario Delegato, nominato nella persona del Prefetto di Roma, ha un mandato assolutamente circoscritto al reperimento di uno o pi siti alternativi ed alla predisposizione di altre misure di carattere comunque limitate. A conclusione del suo mandato il Commissario Delegato individuava, con il Decreto n. 24 del 24 giugno 2008, le misure da attuare per conseguire il superamento dello stato emergenziale. Documento DCD001 - Decreto Commissario Delegato 24 del 24 giugno 2008 per attuazione piano rifiuti periodo transitorio 2008-2011 con allegato.pdf Nellallegata Analisi del periodo transitorio 2008-2011, esse venivano cos enunciate: - la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione (TMV) nel territorio del comune di Albano Laziale; - la realizzazione di quattro impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) nei siti di Bracciano, Latina, Guidonia, e Colleferro. Per quanto interessa la contestazione delloperato delle amministrazioni competenti e dellattuale Prefetto di Roma, nominato Commissario Delegato per lemergenza con lordinanza n. 3963/2011, importante evidenziare quanto prospettato sul tema discariche nella suddetta Analisi del periodo transitorio 2008-2011, a conclusione della procedura emergenziale iniziata nel 1999: In considerazione dell'attuale offerta di volumetrie, pari a circa 2.000.000 di mc (ad inizio 2008), si render necessario autorizzare ulteriori 2.800.000 mc di discarica. Tali volumetrie, anche in relazione alle istanze gi presentate dai gestori per circa 8.000.000 di mc - tutte sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale - sono ampiamente reperibili, in via prioritaria, attraverso la rimodulazione e/o l'ampliamento delle discariche gi esistenti. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 8

A regime il sistema di gestione dei rifiuti previsto dal piano, richieder, in ogni caso volumetrie di discarica per 496.000 t/a. Volumetrie necessarie per lo smaltimento dei residui provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti (circa il 26% dei rifiuti trattati). Alla luce del gravissimo discostamento prodottosi fra quanto programmato e prospettato in questo documento e quanto invece disposto dal Prefetto, dott. Pecoraro, anche opportuno un attento confronto dei dati tecnici prospettati dal medesimo nella relazione che accompagna il Decreto n. 208625/2011 del 24.10.2011, con quelli di cui alla suddetta Analisi del periodo transitorio 2008/2011. A titolo di sola informazione si invita a leggere i seguenti allegati in modo da avere chiara cosa e cosa implica una discarica. Documento AL001 - Monitoraggio delle polveri sottili.pdf Documento AL002 - Rischio occupazionale per la salute nelle discariche controllate.pdf

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3. Piano di gestione dei rifiuto della Regione Lazio 2002Nel corso dellanzidetta gestione commissariale stata adottata con deliberazione del Consiglio Regionale, la D.G.R. n. 112 del 12 luglio 2002, con cui si approvava il Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio. Documento DGR001 D.G.R. n. 112 del 12 luglio 2002 Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio.pdf Un piano, per, che le autorit europee non considerano efficace. In riferimento allo stesso, difatti, stato innescato un procedimento di infrazione comunitario, conclusosi con la sentenza del 14 giugno 2007 causa C- 82/06 emessa dalla Corte di Giustizia Europea, che ha condannato lItalia per violazione della direttiva 75/442/CEE, art. 7, n. 1, quarto trattino, come modificata dalla direttiva 91/156/CEE. Documento CE008 Sentenza 14 giugno 2007 causa C- 82 06.pdf Documento CE009 - Direttiva 75_442_CEE.pdf Documento CE010 - Direttiva 91 156 CEE.pdf In sintesi stata ritenuta fondata la censura della Commissione Europea, in merito alla mancata elaborazione del piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, essendosi ritenuto che il piano approvato non ha un grado di precisione sufficiente per assicurare la piena efficacia della direttiva 75/442 e non consente di individuare i luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda i rifiuti pericolosi. La citata Direttiva 75/442/CEE stata codificata e abrogata dalla Direttiva 06/12/CE del 5 aprile 2006 relativa ai rifiuti. Documento CE011 - Direttiva 06 12 CE.pdf Il dettato dellart. 7, n. 1, quarto trattino della direttiva 75/442/CEE, ora contenuto nellart. 7, paragrafo 1, lettera d), direttiva 2006/12/CE, il quale ribadisce che Per realizzare gli obiettivi previsti negli articoli 3, 4 e 5, la o le autorit competenti di cui all'articolo 6 devono elaborare quanto prima uno o pi piani di gestione dei rifiuti, che contemplino fra l'altro . . . i luoghi o gli impianti adatti per lo smaltimento.

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4. Le azioni della Regione LazioQuesta sentenza ha messo in moto una sequenza di atti ufficialmente finalizzati a voler risolvere i problemi sollevati. Per cui, in data 01 febbraio 2008 la Regione Lazio approvava la D.G.R. n. 47 concernente Linee Guida per ladeguamento del piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ai sensi dellart. 199 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Documento DGR009 D.G.R. n. 47 del 1 febbraio 2008 Linee Guida per ladeguamento del piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ai sensi dellart. 199 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.pdf Poi, il 20 marzo 2008, la Regione Lazio con determinazione n. A1029, indiceva la Gara per pubblico incanto per laffidamento del servizio di assistenza tecnica per ladeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti. Successivamente con lettera C(2008)1378 del 6 maggio 2008, inviata ai sensi dellart. 228 del Trattato dellUnione Europea, la Commissione Europea inviava una prima messa in mora allItalia ai fini delladempimento della sentenza predetta. In data 24 dicembre 2008, la Regione Lazio, con la determinazione n. B5039, approvava lesito della gara per lappalto del servizio di assistenza tecnica ed il relativo schema di contratto e laggiudicava allAssociazione Temporanea di Impresa (ATI) TI FORMA di Firenze. Su iniziativa della Commissione Europea, la Regione Lazio definiva un percorso di rientro dallinfrazione comunitaria attraverso il Cronoprogramma di attuazione dei lavori per la redazione del Piano Regionale di Gestione dei rifiuti del Lazio, trasmesso con nota del 24 aprile 2009, prot. n. 76760/D2/2W/00 che prevedeva la conclusione delliter di approvazione del Piano di gestione dei rifiuti entro il 31 dicembre 2009. In data 6 ottobre 2009 si concludeva la fase di consultazione per la definizione della portata e il dettaglio delle informazioni contenute nel Documento conclusivo di Scoping da includere nel Rapporto Ambientale. Il 9 ottobre 2009 (era un venerd) il CO.LA.RI. - Consorzio Laziale Rifiuti , con sede legale in Viale del Poggio Fiorito, 63 00144 Roma, Codice Fiscale 06725630583 Partita IVA 01603081009, Telefono 06/5920341, Fax 06/5916871, di seguito denominato CO.LA.RI., presenta una istanza con proprio protocollo n* 206 alla Regione Lazio, protocollata al n. 201087,per attivare la procedura integrata di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale ai sensi dellart. 1 c. 21 della L.R. 14/08, redatta in conformit dellart.23 del D. Lgs n.152/2006 e s.m.e i. e dellart.5 del D. Lgs. n. 59/2005 e s.m. e i. Documento LN012 D. Lgs. n. 59_2005.pdf Intervento riguardanta una Discarica per rifiuti urbani e assimilabili (non recuperabili e non trattabili in impianti TMB) sita nel Comune di Riano, Provincia di Roma, in localit Quadro Alto. All'interno di questo documento il legale rappresentante Avv. Manlio Cerroni dichiara che si tratta di nuova opera non ricadente in area soggetta a vincoli paesaggistici. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 11

Tale dichiarazione sar la prima di una serie di altre omissioni puntualmente riportate nei documenti della Regione Lazio presi a riferimento per la scelta dei siti. (Sono tutte casualit?????), Documento CO001 - ISTANZA COLARI DI VIA AIA RIANO 30 SETTEMBRE 2009.pdf completo dei seguenti allegati: Documento CO001 Studio di impatto Ambientale.pdf Documento CO001 Sintesi non tecnica SIA.pdf Documento CO001 - A 01 - Relazione tecnica Discarica Riano.pdf Documento CO001 - A 02 - Relazione geologica Riano.pdf Documento CO001 - A 03 - Piano di gestione operativa - Riano.pdf Documento CO001 - A 04 - Piano di gestione post-operativa Riano.pdf Documento CO001 - A 05 - Piano di sorveglianza e controllo Riano.pdf Documento CO001 - A 06 - Piano di ripristino ambientale Riano.pdf Documento CO001 - A 07 - Piano finanziario Riano.pdf Documento CO001 A 08 - Piano di Sicurezza e Coordinamento.pdf Documento CO001 - A 09 - Schede AIA + allegati.pdf Documento CO001 - A 10 - Sintesi non tecnica AIA.pdf Documento CO001 - A 11 - Sintesi Non Tecnica SIA Riano.pdf Documento CO001 - Tav. 01 Inquadramento territoriale.pdf Documento CO001 - Tav. 02 Inquadramento cartografico.pdf Documento CO001 - Tav. 03 Documentazione fotografica.pdf Documento CO001 - Tav. 04 Rilievo dello stato attuale.pdf Documento CO001 - Tav. 05 Planimetria scavo fondo vasca.pdf Documento CO001 - Tav. 06 Planimetria impermeabilizzata.pdf Documento CO001 - Tav. 07 Planimetria di copertura.pdf Documento CO001 - Tav. 08 Sezioni a vuoto.pdf Documento CO001 - Tav. 09 Sezioni a pieno.pdf Documento CO001 - Tav. 10 Planimetria regimazione acque.pdf Documento CO001 - Tav. 11 Planimetria aree emissioni stoccaggi.pdf Documento CO001 - Tav. 12 Planimetria monitoraggio ambientale.pdf ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 12

Documento CO001 -Tav. 13 Planimetria rete biogas.pdf Documento CO001 - Tav. 14 Fasi della realizzazione.pdf Documento CO001 - Tav. 15 Planimetria ripristino.pdf Documento CO001 - Tav. 16 Planimetria piazzale operativo.pdf Documento CO001 - Tav. 17 Planimetria impianto biogas e produzione di energia.pdf Documento CO001 - Tav. 18 Planimetria trasferenza.pdf Documento CO001 - Tav. 19 Particolari impermeabilizzazione vasca e capping.pdf Documento CO001 - Tav. 20 Particolari impermeabilizzazione parete verticale.pdf Documento CO001 - Tav. 21 Particolari pozzo e percolato.pdf Documento CO001 - Tav. 22 Particolari rete captazione biogas.pdf Documento CO001 - Tav. 23 Particolari piazzale di servizio.pdf Documento CO001 - Tav. 24 Particolari di ingegneria naturalistica.pdf Documento CO001 - Tav. 25 Foto inserimenti.pdf Documento CO001 - Certificato di destinazione urbanistica (Documento mancante) FRANCESCO BALSAMO da scannerizzare In data 13 ottobre 2009 (era il marted successivo) con protocollo n. 202154, la Regione Lazio, non accoglieva l'istanza in quanto contrastante con le norme di pianificazione regionale e nazionale ed in particolare: Documento LR002 Diniego AIA Regione Lazio.pdf 1. Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dellart. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137; 2. Piano territoriale paesistico regionale adottato dalla giunta regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007. Documento LN007 Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dellart. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.pdf Documento DGR002 PTPR n. 556 del 25 luglio 2007.pdf Documento DGR003 PTPR n. 1025 del 21 dicembre 2007.pdf Documento DGR010 - Piano Paesistico Lazio.pdf Tale diniego a firma del Direttore del Dipartimento Territorio Direzione Regionale Energie e Rifiuti Dott. Luca Fegatelli e del Dirigente Dott. Riccardo Ascenzo veniva trasmesso per conoscenza anche al Comune di Riano.

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Il 13 ottobre 2009 la societ CO.LA.RI presenta con proprio protocollo n* 210 una istanza al Comune di Riano, protocollata al n. 12863, in data 14 ottobre 2009, per ottenere lautorizzazione integrata ambientale (AIA). In data 20 ottobre 2009, con nota n. 209910 indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche comunitarie, Struttura di Missione, stata trasmessa copia del documento conclusivo di Scoping, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica. Il 29 ottobre 2009 con lettera protocollo n. 13496, il Comune di Riano (solo dopo aver ricevuto la comunicazione per conoscenza da parte della Regione Lazio) non accoglieva l'istanza motivandola esattamente con gli stessi argomenti della Regione Lazio Documento CRM001 Nota n. 13496 del 20 ottobre 2009.pdf (Manca la seconda pagina): FRANCESCO BALSAMO 1. Lintervento cosi localizzato ricade allinterno di unarea definita ai sensi dellart. 23 tab. B punto 4.8.2 delle norme del PTPR, paesaggio naturale di continuit ove non consentita la realizzazione di nuove discariche; 2. Il sito di discarica viene localizzato allinterno di unarea definita, sempre dal PTPR, a rischio paesaggistico per la presenza di attivit antropiche che ne hanno modificato pesantemente il paesaggio naturale e che destinato a progetti di conservazione, recupero, riqualificazione, gestione e valorizzazione del paesaggio ai sensi dellart. 143 del D.lgs. 42/2004 e s.m.i. La domanda quindi non stata accolta in quanto contrastante con le norme di pianificazione regionale e nazionale ed in particolare: 3. Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dellart. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137; 4. Piano territoriale paesistico regionale adottato dalla giunta regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007. In data 9 novembre 2009, stato espresso il parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico per lAmbiente (CTSA), Sezione Rifiuti, che, come da verbale della seduta, si pronunciato in merito alla coerenza della bozza di Piano in oggetto rispetto a quanto previsto dal contratto stipulato con lATI per laffidamento del servizio di assistenza tecnica per ladeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, rinviando lespressione del parere cos come previsto dallart. 7 comma 1 L.R. n. 27/1998 al momento delladozione del Piano da parte della Giunta Regionale. In data 26 novembre 2009, la CO.LA.RI. ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sezione 1 TER (Presutti) R.G. 9657/2009 contro la Regione Lazio per il diniego dellAIA su Quadro Alto. Documento CO003 Ricorso TAR COLARI del 26 novembre 2009.pdf Le dimissioni del Presidente della Giunta Regionale, Piero Marrazzo, nonch lavvio della campagna elettorale per lelezione dei nuovi organi di vertice politico, hanno impedito la prosecuzione delliter amministrativo. Nel mese di Marzo 2010 veniva eletto un nuovo governo regionale la cui Presidente di Giunta diventa Renata Polverini. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 14

Con nota prot. n. 139504/D3/3C/13 del 06 agosto 2010 la Regione Lazio riprendeva le azioni comunicando alla Commissione Europea ladeguato Cronoprogramma delle azioni da svolgere, che prevedeva lapprovazione del Piano di Gestione dei Rifiuti da parte del Consiglio Regionale entro il 30 aprile 2011. In data 26 agosto 2010 si costituiva la Regione Lazio contro il ricorso del CO.LA.RI. RG 9657/2009 presso il TAR del Lazio, ed a tuttora la pratica non stata trattata. Il Comune di Riano non si mai costituito presso il TAR del Lazio. Con lettera C(2010)6520 del 30 settembre 2010 contenente il secondo atto di Costituzione in mora complementare ai sensi dellart. 260, paragrafo 2, del Trattato CE, la Commissione Europea invitando la Repubblica italiana a trasmettere le osservazioni in merito alla procedura di adozione del Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, riservandosi il diritto di adire la Corte di Giustizia per la comminazione di sanzioni pecuniarie allo Stato membro. Linottemperanza a quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea, avrebbe comportato la comminazione di sanzioni pecuniarie a carico della Regione Lazio commisurate secondo quanto previsto dalla Comunicazione della Commissione Europea SEC(2005)1658. LATI Ti Forma provvedeva a predisporre e ad aggiornare lo Schema di Piano di gestione dei rifiuti a seguito di incarico conferitole con Determinazione n. B5039 del 24 dicembre 2008, anche allo scopo di adeguarlo alla Direttiva 2008/98 CE, non ancora recepita nellordinamento italiano. Le Direzioni competenti hanno posto in essere tutte le procedure amministrative prodromiche alladozione dello Schema di Piano da parte della Giunta regionale ed in particolare quelle previste dagli artt. 11 e ss. del D.lgs. n. 152/2006. Lo Schema di Piano regionale di gestione di rifiuti, comunque potr essere oggetto di revisione cos come previsto dallart. 15 comma 2 del D.lgs. n. 152/2006. A tale seconda messa in mora la nuova Giunta Regionale, guidata dalla Presidente Renata Polverini, rispondeva approvando un nuovo piano rifiuti che, a tuttoggi, non ha avuto ancora il consenso del Consiglio Regionale, ma solo laccettazione da parte dellesecutivo D.G.R. n. 523 del 19 novembre 2010. Documento DGR004 D.G.R. n. 523 del 19 novembre 2010.pdf Documento DGR005 Piano_rifiuti_Sez_speciali.pdf Documento DGR006 - Piano_rifiuti_sez_urbani.pdf Documento DGR007 - Rapporto_ambientale_di_VAS.pdf Documento DGR008 - VAS_Sintesi_non_tecnica.pdf Tale piano viene inoltrato alla V Commissione in data 20 gennaio 2011 ed ancora oggi li in discussione.

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5. Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio 2010Il Piano presentato in realt ne contiene due: - il primo tiene conto della normativa vigente in Italia (art.1108, L.296/06) quindi fissa come obiettivo al 2011 il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata; - il secondo viene definito scenario di controllo, questo nasce dallipotesi di avere negli anni una crescita inerziale sia di produzione dei rifiuti che di percentuale di raccolta differenziata. I due piani sono luno irrealizzabile, laltro non in grado di individuare i luoghi o gli impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti.

4.1 Il Piano regionale dei rifiuti nel Lazio elaborato sulla base della normativa vigente in Italia Questo Piano assume la piena realizzazione di tutte le azioni di riduzione della produzione di rifiuti (7% annuo) ed il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata entro il 2011. E importante dare le percentuali di prevenzione e di riciclo, che negli anni si cercher di raggiungere, per programmare il fabbisogno impiantistico. Tale pianificazione sar tanto pi realistica quanto minore sar il gap tra le percentuali stimate e quelle effettivamente raggiunte.

4.1.1 La riduzione La riduzione dei rifiuti prevista dal Piano riassunta in questa tabella: t/a 2011 2012 2013 2014 2015 Stima senza azioni Stima con azioni 3.439.013 3.455.869 3.473.636 3.522.796 3.572.889 2016 3.623.918 2017 3.675.893

3.439.013

3.336.278

3.228.541

3.274.232

3.320.791

3.368.220

3.416.527

Tuttavia gli ultimi dati ufficiali disponibili risalgono al Rapporto Rifiuti Ispra 2008, che indica una tendenza ben differente.

Produzione rifiuti solidi urbani nel Lazio (in tonnellate/anno) Regione/anno 2003 2004 2005 Lazio Italia 2.929.093 30.033.721 3.147.348 31.149.584 3.274.984 31.663.548

2006 3.355.897 32.508.400

2007 3.359.544 32.574.543

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Produzione pro-capite RSU nel Lazio (in Kg/abitante/anno) Regione/anno 2003 2004 2005 Lazio Italia 569 524 597 533 617 539

2006 611 550

2007 604* 546

* il numerosi riduce perch viene presa in considerazione la popolazione aggiornata al 2007. Queste ultime due tabelle dimostrano come la produzione annua di rifiuti nel Lazio sia in costante aumento. Per invertire tale tendenza, i provvedimenti previsti dal Piano in questione sono per titoli i seguenti:

-

acquisti verdi, riduzione dei materiali cartacei, compostaggio domestico, lapplicazione della tariffa, diminuzione dellusa e getta, recupero dei beni durevoli, buon samaritano.

Queste sono alcune azioni contenute nel D.lgs 3 aprile 2006, n.152 norme in materia ambientale introdotte da qualche anno come nuova disciplina nazionale. Va tuttavia segnalato che questa normativa non stata ancora recepita dalla Regione Lazio. Tali provvedimenti annunciati dalla Giunta Polverini sono inadeguati rispetto allobiettivo prefissato, giacch ad oggi non esiste un piano regionale organico per la riduzione dei rifiuti e nessuna modifica stata apportata alla legge regionale vigente (27 luglio 1998). La precisione richiamata ed auspicata pi volte dalla Corte di Giustizia e dalla Commissione Ue richiederebbe, anche su questo punto, lassolvimento di tuttaltro onere di specificazione delle misure da adottare e di valutazione del loro impatto. Al contrario la Giunta Polverini si limitata ad elencare una lista di interventi il cui oggetto ed il cui effettivo impatto non sono in alcun modo specificati.

4.1.2 La Raccolta differenziata Il Piano fissa al 60% lobiettivo di raccolta differenziata da raggiungere per il 2011, il testo della Giunta riporta le percentuali di riciclo del 2007 e del 2008: Provincia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Regione Lazio % RD 2007 4 12 5 13 9 12 % RD 2008 6 17 6 16 14 15 17

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E gli obiettivi a normativa vigente (art.1108, L. 296/06): SubAto 2011 2012 2013 2014 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo 60 % 60 60 60 60 % % % % 60 % 60 60 60 60 % % % % 60 % 60 60 60 60 % % % % 60 % 60 60 60 60 % % % %

2015 60 % 60 60 60 60 % % % %

2016 60 % 60 60 60 60 % % % %

2017 60 % 60 60 60 60 % % % %

Rispetto a questa ultima tabella interessante proporre, prendendo gli ultimi dati ufficiali, il confronto tra il Lazio e altre due regioni. Dati rapporto rifiuti ISPRA 2008, percentuale raccolta differenziata RSU Regione/anno 2003 2004 2005 2006 2007 Variaz. % 2001/2007 Lazio Lombardia Veneto Italia 8.1 39.9 42.1 21.1 8.6 40.9 43.9 22.7 10.4 42.5 47.7 24.2 11.1 43.6 48.7 25.8 12.1 44.5 51.4 27.5 +7.9 +8.4 +16.9 +10.1

Dallanalisi comparativa delle tabelle riportate si possono condurre interessanti osservazioni: Anche nelle regioni pi virtuose la crescita della RD ha una dinamica molto pi lenta e progressiva nel tempo. Tale crescita legata alladozione di misure specifiche e di campagne di sensibilizzazione presso il pubblico che, per loro natura, richiedono unattenta programmazione e un intervallo di tempo non trascurabile per entrare a regime e produrre gli effetti programmati. Il livello di RD , a parit di misure adottate, strettamente connesso al livello di raccolta differenziata di partenza; cosicch regioni a pi basso tasso di RD sono chiamate ad uno sforzo maggiore per perseguire analoghi livelli di differenziata. Alla luce di queste, peraltro elementari, considerazioni, appare con tutta evidenza che la previsione del Piano di raggiungere il 60% di RD entro questanno (2011) sia del tutto velleitaria se non utopistica, infatti: Lobiettivo di incrementare la RD dal 20% (secondo le stime pi ottimistiche) al 60% in un solo anno appare assolutamente eccezionale e senza riscontri in nessuna seria programmazione dello smaltimento dei rifiuti. Questo risultato appare ancora pi incredibile se si considera che ad oggi le diverse provincie della Regione Lazio presentano tassi molto disomogenei di RD e in alcuni casi addirittura inferiori al 10% (Frosinone, Rieti).

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Di conseguenza, lobiettivo complessivo che si propone il piano potrebbe essere raggiunto soltanto attraverso una crescita della RD ben oltre il 60% in alcune provincie ovvero incrementando in modo differenziale (ossia adottando misure differenziate di attuazione) la raccolta tra le varie provincie. A fronte di questi ambiziosi, se non irrealistici obiettivi, graverebbe quantomeno alla Regione dimostrare che gli strumenti e le misure che intende adottare sono idonee e proporzionate a pervenire al risultato previsto. Ebbene, non solo il Piano manca di una simile valutazione di fattibilit, non solo si fa cenno a come graduare gli interventi a seconda del livello di RD raggiunto nelle varie provincie, ma neppure esso indica in modo generale quali sono le misure che la Regione porr in essere. Il Piano non prevede neppure lo stanziamento di straordinarie risorse economiche che sarebbero necessarie per finanziare un obiettivo cos ambizioso. Al proposito, va ricordato che nel 2003 furono stanziati 64 milioni di euro per perseguire un livello di RD pari al 35% e che tale investimento consent per solo di raggiungere la soglia del 20%. Infine va segnalato che ad oggi, nessun tipo di iniziativa stata adottata o in procinto di essere lanciata per aumentare in modo tanto drastico il livello di RD e ci, inevitabilmente, rende ancora meno realistico il raggiungimento dellobiettivo programmato. Allo stato, si pu pertanto concludere che il livello di RD auspicato dal Piano per il 2011, ossia il 60% della raccolta, non sia fondato su nessun tipo di seria programmazione e valutazione delle misure che si intendono adottare e pertanto sia meramente velleitario. Questa sopravvalutazione del livello di RD ha un effetto decisivo sulla credibilit del Piano regionale nel suo complesso.

Raccolta rifiuti urbani per Provincia nel Lazio, anno 2007 (in tonnellate). Rapporto rifiuti ISPRA 2008 Provincia Abitanti Raccolta Rifiuti Ingombranti Produzione Percentuale 2007 differenziata indifferenziati smaltimento totale RD Viterbo 310.650 14.957 133.710 11.409 160.077 9.3 Rieti 156.796 3.651 74.685 2.895 81.204 4.5 Roma 4.061.543 339.446 2.199.673 36.210 2.575.320 13.2 Latina Frosinone Lazio Percentuali Lazio Italia 537.213 494.815 5.561.017 59.619.290 38.627 8.862 405.543 12.1% 8.958.206 287.615 203.933 2.899.650 86.3% 22.980.013 2.874 974 54.362 1.6% 609.324 329.115 213.829 3.359.545 100% 32.547.543 11.7 4.1 12.1 27.5

4.1.3 Trattamento meccanico biologico Partendo dall utopistica quota del 60% di RD, il Piano riporta il sistema dei flussi per gli anni 2011-2014-2017. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 19

Queste tabelle quantitative sono utili, a RD fissata, per capire quale impiantistica - per un trattamento dei rifiuti consono alle direttive europee - necessaria per il Lazio. Flussi anno 2011 Sub Ato Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale ATO Flussi anno 2014 Sub Ato Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale ATO Flussi anno 2017 Sub Ato Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale ATO RU (t) 238.406 363.445 80.249 2.590.982 165.932 3.439.013 Rind (t) 97.124 147.957 32.748 1.047.332 67.589 1.392.750 RD (t) 141.282 215.488 47.501 1.543.649 98.343 2.046.263 RD (%) 60% 60% 60% 60% 60% 60%

RU (t) 223.121 345.772 73.981 2.475.476 155.882 3.274.232

Rind (t) 90.890 140.759 30.185 1.000.596 63.491 1.325.922

RD (t) 132.231 205.013 43.796 1.474.880 92.391 1.948.311

RD (%) 60% 60% 60% 60% 60% 60%

RU (t) 232.818 360.798 77.196 2.583.058 162.657 3.416.527

Rind (t) 94.840 146.876 31.497 1.044.081 66.251 1.383.545

RD (t) 137.977 213.922 45.699 1.538.977 96.406 2.032.982

RD (%) 60% 60% 60% 60% 60% 60%

Il Piano informa sulla situazione attuale degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb): Provincia Localit Comune Sub Ato Capacit (t/a) Frosinone Latina Roma Roma Roma Roma Roma Viterbo S.P.Ortella Sacida Rocca Cencia Malagrotta 1 Malagrotta 2 Cecchina Salaria Casale Bussi Colfelice Aprilia Roma Roma Roma Albano laziale Roma Viterbo Frosinone Latina Roma Roma Roma Roma Roma Viterbo 327.000 116.000 234.000 187.000 280.000 183.000 234.000 215.000

Totale 1.776.000 t/a ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 20

Gli impianti gi programmati (ante Piano) Provincia Localizzazione Comune

Sub Ato

Latina Rieti Roma Roma Roma

Borgo Montello Casale Penta Colle Fagiolara Cupinoro Inviolata

Latina Rieti Colleferro Bracciano Guidonia Montecelio

Latina Rieti Roma Roma Roma

Anno di entrata in esercizio 2014 2015 2015 2014 2014

Capacit prevista (t/a) 180.000 50.000 125.000 135.000 190.000

Quindi il Piano mette in correlazione i rifiuti indifferenziati previsti per il 2011, 2014 e 2017, con la capacit presente o autorizzata degli impianti TMB (t/a) Rifiuti indifferenziati (t/a) Sub Ato 2011 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale 97.124 147.957 32.748 1.047.332 67.589 1.392.750 Capacit presente o autorizzata (t/a) 2014 2017 2011 90.890 140.759 30.185 1.000.596 63.491 1.325.922 94.840 146.876 31.497 1.044.081 66.251 1.383.545 327.000 116.000 1.118.000 215.000 1.776.000 2014 327.000 296.000 1.443.000 215.000 2.281.000 2017 327.000 296.000 50.000 1.568.000 215.000 2.456.000

I flussi di indifferenziata vengono calcolati partendo dal 60% di riciclo . Ammettiamo per un attimo che questa percentuale venga raggiunta e che lindifferenziato nel 2011 si attesti intorno a 1.392.750 t. Dalla tabella leggiamo che la capacit presente o autorizzata di TMB pari a 1.776.000 t., quindi tutti i rifiuti verrebbero pre-trattati. Purtroppo anche questa previsione non veritiera, infatti degli otto impianti di trattamento meccanico biologico presenti nel territorio del Lazio nessuno lavora a pieno regime. Per esempio si attribuiscono due impianti di trattamento a Malagrotta, ma risaputo che solo limpianto con capacit annua di 187.000 t. funzionante, mentre laltro completamente fermo. Al 17 gennaio 2011 alla discarica di Malagrotta, una linea di trattamento meccanico biologico (TMB) era ferma. Questo stato di cose risulta con chiarezza dalla seguente tabella estratta dallultimo rapporto ufficiale rifiuti ISPRA 2008:

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Regione

Numero impianti 10 133

Potenziale autorizzata (t/a) 1.883.580 14.081.963

Totale input impianto (t/a) 853.091 9.572.120

RU indifferenziati 692.591 8.757.152

Altri rifiuti

Lazio Totale Italia

142.501 814.968

Nonostante in questa tabella siano inclusi anche alcuni degli impianti non operativi, da notare come rispetto al potenziale autorizzato per il Lazio il totale di rifiuti effettivamente trattati sia molto minore. Gli impianti di trattamento non vengono utilizzati pienamente per due ordini di problemi tra di loro collegati: 1) Il vero problema che sta vivendo il sistema Lazio di tipo economico. Per molto tempo, al fine di contenere le spese comunali, la Regione ha determinato tariffe di accesso agli impianti molto contenute. Attualmente le necessit normative e gli obblighi di tutela dellambiente richiederebbero un incremento delle stesse di circa il 20%. Tale incremento sarebbe, tra laltro, giustificato dalla necessit di far crescere la raccolta differenziata (non si deve dimenticare che per tre anni i costi sono coperti dal bilancio regionale). Tale aspetto ha portato le aziende del settore a limare notevolmente gli utili precedentemente programmati se non ad avere bilanci in passivo. Su detto aspetto incide anche lenorme ritardo dei pagamenti da parte dei Comuni (in alcuni casi si superano i 12 mesi). Attualmente lesposizione del sistema, sia di aziende pubbliche che private, nei confronti dei comuni supera i 200 milioni di euro. Il sistema bancario evidenzia criticit in fase di sconto fatture avendo i gestori raggiunto i limiti di esposizione bancaria. 2) Per quanto riguarda i costi di smaltimento: - avviare il tal quale in discarica ha un costo pari a circa 50-55 euro/tonnellata. A questa somma va aggiunta la quota per la post gestione trentennale (pari a 13,925 euro/ton), lecotassa (15 euro/ton circa) e lIVA di legge (10%). Per i comuni che non ospitano la discarica previsto un benefit ambientale da riconoscere al comune ospite, pari a circa il 10% della tariffa (inclusa la post gestione). Complessivamente circa 95-100 euro tonnellata. Fa eccezione Malagrotta, allo stato il prezzo di riferimento pari a 30 euro/ton pi i valori fissi su richiamati.

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- avviare i rifiuti al Trattamento meccanico biologico (include i costi di smaltimento e di valorizzazione del combustibile da rifiuti nonch lecotassa) ha un costo pari a circa 82 89 euro tonnellata. A questo valore deve essere aggiunta lIVA di legge ed il benefit ambientale e lecotassa. Complessivamente circa 101109 euro tonnellata. Fa eccezione Malagrotta dove il costo di riferimento fissato in 77 euro/tonnellata pi iva, benefit ambientale ed ecotassa. - avviare a combustione il CDR (di solito il costo incluso in quello del TMB) costa, nella regione Lazio circa 78 euro/ton a Colleferro e 56 euro/ton a San Vittore. Non abbiamo ancora il valore di Malagrotta. La differenza tra Colleferro e San Vittore riconducibile a due diversi sistemi di abbattimento fumi (San Vittore in fase di adeguamento). - la differenziata ha un costo annuo quantificabile pari a 3070 euro abitante (a seconda delle aree e della tipologia di raccolta). La tariffazione sopra riportata - insieme alle grosse difficolt economiche dei comuni e delle aziende di trattamento - spiega il perch i comuni preferiscano conferire, in palese contrasto con la normativa europea, il tal quale in discarica. Questo comportamento non solo limita di molto la raccolta differenziata ma abbassa la quantit di rifiuto indifferenziato trattato. Nel piano non solo non si fa nessun riferimento a questa problematica ma non c nessun provvedimento atto a mettere a regime lintero parco impianti di trattamento meccanico biologico.

4.1.4 Scenario compostaggio Secondo il piano dei rifiuti del Lazio la situazione del compostaggio la seguente: (ricordiamo che a frazione di umido - rispetto alla raccolta differenziata totale - di circa il 40%.) Rifiuti Raccolti (t/a) Capacit impiantistica (t/a) C. necessaria aggiuntiva SubAto Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale 2011 2014 2017 2011 2014 2017 2011 2014 2017 56.992 53.363 55.682 24.000 24.000 24.000 32.992 29.363 31.682 87.280 83.047 86.656 176.000 206.000 206.000 18.978 17.514 18.275 20.000 20.000 18.978 622.741 595.015 620.874 138.180 345.180 401.430 484.561 249.835 219.444 39.703 37.314 38.836 74.500 74.500 74.500 825.695 786.254 820.424 412.680 669.680 725.930

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Prendendo per buona la quota del 60% di raccolta differenziata entro il 2011 e attenendoci alle capacit impiantistiche sopra riportate, si avrebbe comunque una notevole differenza tra le tonnellate di umido raccolte e quelle realmente trattabili. Sugli impianti di compostaggio c molta incertezza quantitativa e qualitativa, questa dovuta a: - una discordante mappatura di questi tipi di impianti; - ad una capacit impiantistica calcolata tenendo conto sia di quella realmente operativa che di quella solamente autorizzata; - ad un limitato numero di impianti che, rispetto al totale, viene utilizzato per la frazione organica proveniente dai rifiuti urbani. Anche su questo gli ultimi dati ufficiali estratti dal rapporto sui rifiuti ISPRA 2008 sono chiari: Tipologia rifiuto trattato Regione/anno Numero Potenzialit impianti autorizzata Lazio Italia 17 276 334.325 6.356.570 Fraz. Verde Organica selezionata 126.182 24.889 51.643 3.180.703 1.271.310 1.096.889 Rifiuto trattato fanghi 45.166 498.429 Altro 4.523 314.075

Da questa tabella si nota la differenza che c tra potenzialit autorizzata e il rifiuto realmente trattato, a questo bisogna aggiungere che gli impianti utilizzati per la frazione organica proveniente dai rifiuti urbani sono solo: - Kiklos (Aprilia) - SEP (Pontinia) 60.000 t/a 45.000 t/a

- AMA Maccarese 30.000 t/a - SAF Roccasecca 15.000 t/a Allo stato sono in corso iniziative in grado di compensare almeno in parte il Gap esistente: ampliamento della Kiklos di Aprilia da 60.000 a 120.000 t/a - completamento dellimpianto AMA di Maccarese : da 30.000 a 120.000 t/a - realizzazione, accanto allimpianto di TMB autorizzato, di una linea di compost di qualit presso limpianto di Bracciano (30.000 t/a); - realizzazione, accanto allimpianto di TMB autorizzato, di una linea di compost di qualit presso limpianto di Latina Borgo Montello (30.000 t/a); - realizzazione, accanto allimpianto di TMB in autorizzazione, di una linea di compost di qualit presso limpianto di Guidonia (30.000 t/a); Sono in corso, inoltre, iniziative provinciali (Roma e Viterbo) per ulteriori 50.000 t/a. Lincremento previsto se anche ci fosse- non consentirebbe di soddisfare la capacit necessaria aggiuntiva e che, daltro canto, irrealistico pensare che tale capacit sia disponibile gi dal 2011. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 24

4.1.5 Gli ambiti territoriali ottimali Dal Piano si legge: - Il comma 3, lettera a) della Legge 152/06 prevede che il Piano Regionale delimiti ogni singolo ambito territoriale ottimale sul territorio regionale; - Il comma 3, lettera a) dellart. 7 della L.R. 27/98 prevede che il Piano Regionale disciplini: lindividuazione di eventuali ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi in deroga allambito provinciale definito dallarticolo 23 del D.Lgs. 22/1997 - Ai sensi dellart. 199 comma 3, lettera c) della L 152/06, il presente Piano individua un solo Ambito territoriale ottimale per la gestione dei rifiuti urbani, coincidente con lintero territorio regionale I Sub Ambiti territoriali ottimali - Ai sensi dellart. 200 comma 7 del D.Lgs 152/06, il presente Piano inoltre individua 5 Sub-Ato entro i quali: organizzare i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati; garantire lautosufficienza degli impianti di selezione dei rifiuti indifferenziati (c.d. impianti di trattamento meccanico biologico) La delimitazione dei SubAto SubAto Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Area di Provincia di Viterbo Provincia di Rieti Provincia di Roma (senza i comuni di Anzio e Nettuno) (con i comuni di Paliano e Anagni) Provincia di Latina ( con i comuni di Anzio e Nettuno) Provincia di Frosinone (senza i comuni di Paliano e Anagni)

Obiettivi specifici: - Autosufficienza di subAto per i TMB - Autosufficienza regionale per il trattamento termico (e prossimit) - Autosufficienza regionali per i rifiuti prodotti dal trattamento/recupero avviati allo smaltimento in discarica (e prossimit) - Lavvio al recupero (mercato) - Gli incentivi regionali per FOS e scorie Il Piano ridisegna gli Ambiti territoriali ottimali. Per lautosufficienza termica e per lo smaltimento in discarica si prevede un Ato unico regionale. Questa decisione comporter un aumento sostanziale dello spostamento dei rifiuti, vanificando il principio di prossimit.

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4.2 Piano regionale dei rifiuti, scenario di controllo In questo paragrafo si esamina lo scenario di controllo che altro non che un vero e proprio Piano dei rifiuti autonomo. Come si dimostrer anche questo Piano manca di un grado di precisione sufficiente per assicurare la piena efficacia della Dir. 75/442/CEE , cos come la Corte di Giustizia aveva gi motivato la precedente condanna dellItalia. Le ipotesi su cui elaborato lo scenario di controllo sono i seguenti: - Nessuna azione di riduzione della produzione rifiuti, ma crescita inerziale - Crescita della percentuale di RD inerziale (circa 1.3% anno) - Capacit operativa degli impianti di termovalorizzazione pari a quella effettivamente funzionante e dedicabile al trattamento termico del CDR da rifiuti urbani, e a quella ulteriormente autorizzata Questo scenario di controllo che da quello che si evince dalle dichiarazioni della Presidente Polverini e dallAssessore Di Paolo - quello che pi si avvicina al reale Piano dei rifiuti della Regione Lazio, ha notevoli criticit e viola in pi parti le direttive europee in materia di rifiuti e di discariche. Dallo scenario di controllo: R. Ind. Raccolto (t/a) Sub Ato 2011 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale206.946 263.358 74.393 2.182.846 140.646 2.868.190

Capacit TMB (t/a) Deficit (t/a) 2014 2017 2011 2014205.081 259.839 73.739 2.154.749 138.973 2.832.382 206.786 260.765 74.371 2.163.584 139.692 2.845.198 327.000 116.000 1.118.000 215.000 1.776.000 327.000 296.000 1.443.000 215.000 2.281.000

2017327.000 296.000 50.000

2011120.054 -147.358 -74.393

2014121.919 36.161 -73.739

2017120.214 35.325 -24.371 -595.584 75.308 -389.198

1.568.000 -1.064.846 -711.749 215.000 74.354 76.027

2.456.000 -1.092.190 -551.382

4.2.1 Trattamento meccanico biologico Nellanalisi precedente de Il Piano regionale dei rifiuti nel Lazio si parlato ampiamente degli impianti di trattamento meccanico biologico (paragrafo 4.1.3) e dei relativi problemi connessi, anche se prendessimo per buona la quota di 1.776.000 t per lanno 2011, ci troveremmo comunque di fronte ad un quantitativo superiore a 1.000.000 di tonnellate di rifiuti non trattati che andrebbero a finire in discarica. Come noto questo tipo di conferimento va contro la direttiva 75/442/CEE, art. 4 e la direttiva sulle discariche 1999/31/CE.

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4.2.2 Le discariche Il Lazio ha smaltito, e continua a smaltire, la stragrande maggioranza dei suoi rifiuti in discarica, con laggravante che la maggior parte di questi non vengono trattati. Dal rapporto rifiuti ISPRA 2008: 2005 2006 2007 Regione Produzione Smaltiti % Produzione Smaltiti % Produzione Smaltiti % discarica discarica discarica Lazio 3.275.000 2.694.000 82 3.356.000 2.855.000 85 3.360.000 2.790.000 83 Italia 31.664.000 17.226.000 54 32.508.000 17.526.000 54 32.575.000 16.912.000 52

Ogni anno oltre 2.500.000 di tonnellate di rifiuti, intorno all80% del totale prodotte, finiscono nelle enormi buche scavate nella nostra Regione. Di deroga in deroga, di proroga in proroga, nel Lazio sono dieci gli invasi autorizzati a ricevere rifiuti (il pi delle volte non trattati), con decine di ampliamenti realizzati dai diversi Commissari che, nellarco di quasi dieci anni, si sono succeduti. Discariche per rifiuti urbani nel Lazio, rapporto ISPRA 2008 Provincia Numero impianti Viterbo 1 Roma 6 Latina 2 Frosinone 1 Totale 10 Quantit RU smaltiti (t/a) 197.325 2.125.141 334.693 133.198 2.790.358

Lo scenario di controllo prevede che, entro il 2014, dovranno essere costruiti nuovi impianti di termovalorizzazione (senza dire dove) e nuovi impianti di trattamento meccanico biologico, senza tuttavia fare assolutamente cenno a dove andranno a finire i rifiuti nellattesa che questa capacit diventi disponibile. Pertanto lo scenario di controllo da definirsi lacunoso, o meglio appositamente lacunoso, visto che lunica soluzione allo stato praticabile appare quella di conferire i rifiuti in eccesso a Malagrotta ma tale sito non stato inserito nel piano dei rifiuti in considerazione del fatto che la discarica pi grande dEuropa viola la direttiva 75/442/CEE, art. 4 e la direttiva 1999/31 /CE.

4.2.2.1 I Numeri e lillegalit di Malagrotta La discarica di Malagrotta la pi grande dEuropa, le tonnellate di rifiuti scaricati ogni giorno oscillano tra le 4.500 e le 5.000. Il COLARI (consorzio laziale rifiuti) di Manlio Cerroni gestisce questo enorme terreno da pi di 20 anni e vi arrivano rifiuti da Roma, Ciampino, Fiumicino e dalla Citt del Vaticano.

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Nella discarica sono presenti due linee di gassificazione la cui costruzione stata decisa dalle ordinanze n 14 e 16 del 2005 firmate dall'allora Commissario Straordinario per l'Emergenza Rifiuti del Lazio Verzaschi. Il 24 giugno 2008 finiva il commissariamento della Regione Lazio sui rifiuti. Continuava dal 1999, doveva durare un solo anno ed in questi dodici mesi si doveva stilare un piano. Invece ce ne sono voluti nove. Per legge entro il 2003 la raccolta differenziata doveva raggiungere il 35% e per centrare questo obiettivo furono stanziati 64 milioni di euro. Gli ultimi dati ufficiali, che risalgono al 2008, dicono che non si supera il 20%. Nella nostra regione la produzione di rifiuti solidi urbani (dati rapporto rifiuti Ispra 2008) stata nel 2007 di 3.359.554 tonnellate, con una produzione pro-capite di 604 kg/abitante/anno, con un aumento di circa il 14% rispetto al 2003. Di questa quantit enorme di rifiuti, circa l83% viene smaltito in una delle dieci discariche del Lazio, negli ultimi dieci anni questa percentuale rimasta abbastanza costante senza subire notevoli variazioni, a dimostrazione che la cultura della discarica stata predominante per lo smaltimento dellRSU (rifiuti solidi urbani). Dai dati sopra riportati si evince che la stragrande maggioranza dei rifiuti solidi urbani viene conferita in discarica. E bene ricordare che la direttiva 31/1999 dellUnione Europea stabilisce: in discarica possono entrare solo rifiuti pretrattati cio quelli depurati dalla raccolta differenziata. In Italia la direttiva comunitaria viene recepita solo con il decreto 13 gennaio 2003 numero 26 ed applicato con un decreto del 3 agosto 2005. Mentre dal 2005 a tuttoggi le discariche hanno comunque potuto ricevere rifiuti indifferenziati non pretrattati per via di proroghe annuali generalmente contenute nelle leggi finanziarie. Oggi il sistema deve tener conto del piano di riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica. A Malagrotta si conferisce circa lottanta per cento dei rifiuti prodotti a Roma che, per la stragrande maggioranza, sono non trattati. Questo va contro le direttive europee e contro la legislazione nazionale, proprio per questo motivo pi volte viene denunciata lillegalit del sito.

4.2.2.2 Le omissioni del Comune di Roma e della Regione Lazio su Malagrotta La Regione Lazio deve avviare urgentemente lo 'studio di sicurezza dell'area vasta che il Comune di Roma aveva richiesto alla Regione nel 2003 - e poi di nuovo nel 2004 - per poter arrivare ad una valutazione complessiva dei diversi impatti ambientali che si concentrano nell' area del quadrante ovest sulla quale grava, come ormai arcinoto, una molteplicit caotica di impianti.

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Questo studio, mai fatto, fondamentale per una zona classificata a rischio di incidente rilevante e quindi sottoposta a precisi vincoli di legge (Decreto Legislativo 334/99 Seveso II). Il Comune di Roma dovrebbe da parte sua attuare immediatamente l'Ordinanza: Discarica di Malagrotta: adozione di misure urgenti a tutela dell'incolumit pubblica sottoscritta il 12 novembre 2010. Tale atto stato firmato dal Sindaco per avviare entro un mese i controlli in quell'area, quindi il termine ultimativo per l' inizio dei lavori di contenimento dell'inquinamento scaduto. Da notare in particolare che alla fine di tale Ordinanza si legge: In caso di inottemperanza all'avvio dei lavori entro e non oltre 30 giorni, si provveder d'ufficio e in danno con recupero delle spese a carico della societ destinataria del presente provvedimento, nonch alla denuncia all'Autorit Giudiziaria ai sensi dell'art 650 del Codice Penale. Ma fino ad oggi non successo nulla. Niente lavori e nessuna denuncia all'Autorit Giudiziaria. successo invece che la societ proprietaria ha presentato tre ricorsi, pi un quarto contro l'istituzione dell'Osservatorio ambientale partecipato del XVI Municipio. Infine, nessun ruolo viene riconosciuto alla partecipazione del pubblico, cos come previsto dal Decreto Legislativo 334/99 (sulla base della Direttiva europea 96/82/CE) (l'articolo 23 estremamente esplicito in proposito.)

4.2.2.3 Lindagine della Commissione UE su Malagrotta Quella per Malagrotta diventata per poco tempo procedura d infrazione (con i tre stadi di messa in mora, parere motivato, deferimento alla Corte di Giustizia del Lussemburgo). Nel 2005, quando il dossier era gi stato trasmesso dalla Commissione alla Corte di Giustizia, appunto, arrivato da Roma il piano di adeguamento della discarica e tutto si bloccato. La procedura d infrazione stata prima sospesa, poi archiviata. Si sapeva benissimo - e tutti lo hanno sempre saputo - che si trattava di un piano di riassetto della discarica di Malagrotta puramente sulla carta, e che non sarebbe cambiato nulla. I comitati si sono allora rivolti allautorit di garanzia, lOmbudsman o Mediatore Europeo, e hanno fatto ricorso. La decisione dellOmbudsman gli ha dato torto nel non riconoscere una mala gestione da parte della Commissione, ma gli ha dato ragione nel chiedere durgenza unindagine approfondita sul piano di adeguamento. Ecco il passaggio essenziale del comunicato: Tuttavia, in considerazione delle informazioni significative fornite dal denunciante in relazione all asserita perdurante non conformit della discarica di Malagrotta in rapporto al piano di adeguamento, il Mediatore Europeo sollecita urgentemente la Commissione a verificare - dopo il 16 luglio 2009 - se la discarica ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 29

di Malagrotta sia stata messa a norma o meno, in applicazione della Direttiva sulle Discariche." Da allora, quindi, partita lindagine della Commissione, indagine denominata EU Pilot n. 629/09/ENVI. La ricopertura dei rifiuti tal-quali, o non effettuata per niente, o effettuata talmente male che i gabbiani, indicatori infallibili del rifiuto organico fresco, continuano a ricoprire la discarica a migliaia. Fotografie dallelicottero:

E importante considerare anche linquinamento della zona.

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4.2.3 I termovalorizzatori Dal Piano, impianti di termovalorizzazione: situazione attuale. Provincia Localizzazione Comune Sub Ato Frosinone Roma Roma Valle Porchio Colle Sughero Malagrotta Totale San Vittore del Lazio Colleferro Roma Frosinone Roma Roma Capacit autorizzata (t/a) 304.150 220.000 182.500 706.650

Impianti gi programmati ante Piano Provincia Localizzazione Comune

Sub Ato

Roma

Cecchina

Albano Laziale

Roma

Tempi di entrata in esercizio 2014

Capacit prevista 160.000

Scenario di controllo Input CDR (t/a) 2011 Totale Capacit autorizzata termo (t/a) Deficit termovalorizzazione (t/a) 2014 2017 2011 2014 2017 2011 2014 2017

631.750 967.500 1.028.867 370.817 707.900 707.900 -260.933 -286.600 -320.967

Le due tabelle qui riportate segnalano due diverse capacit autorizzate per il 2011, la prima 706.650 t/a, la seconda 370.817 t/a. Questa discordanza , molto probabilmente, dovuta a vari fattori: - le ulteriori due linee di Malagrotta autorizzate ma non costruite; - le linee di Colleferro ancora non a regime per colpa del non completo funzionamento dei TMB di Rocca Cencia e Salaria, inoltre questo impianto di combustione stato per molto tempo posto sotto sequestro da parte della Magistratura; - la discrepanza tra Cdr trattabile e quello realmente trattato imputabile ai problemi degli impianti di trattamento biologico che, per i motivi ampliamente riportati in questo rapporto, non funzionano alle massime potenzialit. Dalla tabella si nota che, per gli anni 2011, 2014, 2017, ci sar comunque un deficit di termovalorizzazione consistente. La capacit di termovalorizzazione per gli anni 2014 e 2017 aumenta perch la Giunta d per sicura la costruzione di due nuove linee a Malagrotta e la messa a regime dellimpianto di Colleferro. Nel Piano c anche la costruzione dellimpianto di Albano la quale stata bocciata dal Tribunale Amministrativo Regionale, ora si attende la sentenza del Consiglio di Stato. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 31

Lo scenario di controllo, in sostanza, prevede che a partire dal 2014 ci sia la sostituzione della discarica di Malagrotta con nuovi impianti di termovalorizzazione, purtroppo quelli riportati in questo Piano o non sono ancora stati costruiti o risentono di procedimenti civili e penali in corso. Un Piano regionale dei rifiuti degno di questo nome dovrebbe, come minimo, indicare come colmare il deficit di combustione che pure dichiarato e in particolare definire lubicazione del sito o dei siti dove costruire i termovalorizzatori.

4.2.3.1 Termovalorizzatore di Colleferro A marzo 2009 la procura di Velletri fa arrestare 13 persone e indagare 25 tutti esponenti del consorzio GAIA che gestisce il termovalorizzatore di Colleferro, nellimpianto doveva essere bruciato CDR invece venivano carbonizzati rifiuti pericolosi. Tra i reati contestati vi sono presunte manomissioni al sistema informatico (emissioni pi elevate rispetto a quelle che apparivano) falsificazione delle analisi cha avrebbero attribuito codici di qualificazione del rifiuto (CER) diversi rispetto a quello che avrebbero dovuto indicare.

4.2.3.2 Termovalorizzatore di Albano La costruzione del termovalorizzatore di Albano stato bocciato dal TAR (tribunale amministrativo regionale), la Giunta Polverini ha fatto ricorso al Consiglio di Stato.

ConclusioniIl nuovo piano approvato dalla Giunta Regionale non ha un grado di precisione sufficiente per assicurare la piena efficacia della direttiva 75/442 ( stata codificata e abrogata dalla Dir. 06/12/CE del 5 aprile 2006 relativa ai rifiuti) e non consente di individuare i luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda i rifiuti pericolosi. Il Piano presentato in realt ne contiene due:

-

il primo tiene conto della normativa vigente in Italia (art. 1108, L.296/06) quindi fissa come obiettivo al 2011 il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata; il secondo viene definito scenario di controllo, questo nasce dallipotesi di avere negli anni una crescita inerziale sia di produzione dei rifiuti che di percentuale di raccolta differenziata.

I due piani sono luno irrealizzabile, laltro non in grado di individuare i luoghi o gli impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti. Il Piano regionale dei rifiuti del Lazio - che tiene conto della normativa vigente in Italia - ha i seguenti problemi: Sulla riduzione dei rifiuti. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 32

I provvedimenti annunciati dalla Giunta Polverini siano inadeguati rispetto allobiettivo prefissato, giacch ad oggi non esiste un piano regionale organico per la riduzione dei rifiuti e nessuna modifica stata apportata alla legge regionale vigente (27 luglio 1998). La precisione richiamata ed auspicata pi volte dalla Corte di Giustizia e dalla Commissione Ue richiederebbe, anche su questo punto, lassolvimento di tuttaltro onere di specificazione delle misure da adottare e di valutazione del loro impatto. Al contrario la Giunta Polverini si limitata ad elencare una lista di interventi il cui oggetto ed il cui effettivo impatto non sono in un modo specificati. Sulla raccolta differenziata. Il livello di RD auspicato dal Piano per il 2011, ossia il 60% della raccolta, non sia fondato su nessun tipo di seria programmazione e valutazione delle misure che si intendono adottare e pertanto sia meramente velleitario. Questa sopravvalutazione del livello di RD ha un effetto decisivo sulla credibilit del Piano regionale nel suo complesso. Sul trattamento meccanico biologico. La tariffazione del trattamento stesso - insieme alle grosse difficolt economiche dei comuni e delle aziende di trattamento- spiega il perch i comuni preferiscano conferire, in palese contrasto con la normativa europea, il tal quale in discarica. Questo comportamento non solo limita di molto la raccolta differenziata ma abbassa la quantit di rifiuto indifferenziato trattato. Nel piano non solo non si fa nessun riferimento a questa problematica ma non c nessun provvedimento atto a mettere a regime lintero parco impianti di trattamento meccanico biologico. Sul compostaggio, lincremento di capacit previsto se anche ci fosse- non consentirebbe di soddisfare la capacit necessaria aggiuntiva e, daltro canto, irrealistico pensare che tale capacit sia disponibile gi dal 2011. Il Piano regionale dei rifiuti del Lazio, scenario di controllo. Anche questo piano manca di un grado di precisione sufficiente per assicurare la piena efficacia della Dir. 75/442/CEE, cos come la Corte di Giustizia aveva gi motivato la precedente condanna dellItalia. Questo scenario di controllo che da quello che si evince dalle dichiarazioni della Presidente Polverini e dallAssessore Di Paolo - quello che pi si avvicina al reale Piano dei rifiuti della Regione Lazio, ha notevoli criticit e viola in pi parti le direttive europee in materia di rifiuti e di discariche. In particolare i problemi sono i seguenti: Trattamento meccanico biologico. Anche se prendessimo per buona la quota di 1.776.000 t per lanno 2011, ci troveremmo comunque di fronte ad un quantitativo superiore a 1.000.000 di tonnellate di rifiuti non trattati che andrebbero a finire in discarica. Come noto questo tipo di conferimento va contro la direttiva 75/442/CEE, art. 4 e la direttiva sulle discariche 1999/31/CE. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 33

Le discariche. In attesa della costruzione di nuovi termovalorizzatori e di impianti di trattamento meccanico biologico, sembra che lunica soluzione allo stato praticabile sia quella di conferire i rifiuti in eccesso a Malagrotta ma tale sito non stato inserito nel piano dei rifiuti in considerazione del fatto che la discarica pi grande dEuropa viola la direttiva 75/442/CEE, art. 4 e la direttiva 1999/31 /CE. I termovalorizzatori. Un Piano regionale dei rifiuti degno di questo nome dovrebbe, come minimo, indicare come colmare il deficit di combustione che pure dichiarato e in particolare definire lubicazione del sito o dei siti dove costruire i termovalorizzatori.

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6. Lo Stato di Emergenza 2011 ed il decreto del Commissari Delegato decreto n. 208625/2011 del 24.10.2011Il Presidente della Regione Lazio con le ordinanze n. Z0012 del 31 dicembre 2010, n. Z0002 del 30 giugno 2011, e n. Z0003 del 7 luglio 2011, prescrive la piena operativit degli impianti di preselezione e riduzione volumetrica dei rifiuti solidi urbani denominati Malagrotta 1 e Malagrotta 2, nonch la pronta installazione di unit di tritovagliatura e quella degli impianti di trattamento meccanico biologico di via Salaria 981 e di via Rocca Cencia 301. Documento LR003 - Z0012 del 31 dicembre 2010.pdf Documento LR004 - Z0002 del 30 giugno 2011.pdf Documento LR005 - Z0003 del 7 luglio 2011.pdf Con lettera C(2011)4070 del 16 giugno 2011 contenente il terzo atto di Costituzione in mora 4113 complementare ai sensi dellart. 258, del Trattato CE, la Commissione Europea invitando la Repubblica italiana a trasmettere le osservazioni in merito alla procedura di adozione del Piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, riservandosi il diritto di adire la Corte di Giustizia per la comminazione di sanzioni pecuniarie allo Stato membro. Documento CE013 - Comunicazione PROCEDURA INFRAZIONE 20-2011 4021.pdf Documento CE014 - Procedura infrazione 4021 Atto costituzione in mora 4113.pdf Nei sopra citati documenti la Commissione Europea contesta alle Autorit Italiane linterpretazione dellarticolo 2, lettera h), della direttiva discariche. A tal riguardo la Commissione contesta di aver violato:

-

larticolo 1 , paragrafo 1 della Direttiva discariche; larticolo 4 , della Direttiva quadro sui rifiuti; larticolo 13 , della Direttiva quadro sui rifiuti.

Il 22 giugno 2011, con nota registrata al prot. n. 8905, la societ Quadro Alto S.r.l., con sede legale in Roma, via Cassia n. 987, ha presentato al Comune di Riano un progetto per il recupero di una cava in esaurimento tramite discarica per rifiuti inerti in localit Quadro Alto nel Comune di Riano a norma dell'articolo 4 del D. Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003 esattamente nello stesso sito preso in considerazione dalla regione per la discarica di rifiuti. Documento CRM002 - quadro alto 1 parte.pdf Documento CRM003 - quadro alto 2 parte.pdf Documento CRM004 - sezioni geologiche-ante operam.pdf Documento CRM005 - sezioni geologiche-post operam.pdf

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La Direzione regionale attivit produttive e rifiuti della regione Lazio in data 24 giugno 2011 ha trasmesso la nota prot. n. 120859 con la quale ha inviato il documento recante Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi. Documento LR010 - Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi Parte 1.pdf Documento LR014 - Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi Parte 2.pdf Documento LR015 - Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi Parte 3.pdf Documento LR016 - Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi Parte 4.pdf Questo documento stato redatto, come dichiarato nellaudizione del 27 ottobre 2011 presso la V Commissione dal Dottor Mario Marotta, Direttore del Dipartimento delle Attivit Produttive e dei Rifiuti della Regione Lazio, da lui assieme al Dottor Demetrio Carini Direttore del Dipartimento Urbanistica della Regione Lazio ed al Dottor Raniero Vincenzo De Filippis o Dottor Luca Fegatelli (firmatario del diniego AIA al CO.LA.RI.) Direttore del Dipartimento Ambiente della Regione Lazio, consultando le carte della Regione. E' da ricordare che 9 nomine di dirigenti, tra cui quella del dottor Mario Marotta, sono state inpugnate presso il Tribunale Amministrativo del Lazio, dai sindacati DIDER Lazio e CIDA con ricorso R.G. 8732/2010. A seguito di quel ricorso il Tribunale Amministrativo del Lazio sezione prima ter, con sentenza 7481 del 21 settembre 2011, accoglieva il ricorso dei sindacati DIDER Lazio e CIDA annullando i provvedimenti di nomina dei dirigenti tra cui quello riguardante il dottor Mario Marotta. Documento LR006 TAR sentenza 8732 del 21 settembre 2011.pdf In data 22 settembre 2011 la Giunta Municipale del Comune Riano, nelle persone di Ricceri Marinella (Sindaco), Arcuri Italo (Vice Sindaco), Abruzzetti Luca G. A. (Assessore), Tatulli Nicola (Assessore) e Spanu Giuseppe (Assessore), deliberava il recupero ambientale della cava di tufo Quadro Alto mediante una discarica di rifiuti inerti ai sensi dellart. 4 del D. Lgs. 36/2003. Documento CRM006 Delibera comunale 142 del 22 settembre 2011.pdf In data 24 settembre 2011 la Giunta regionale guidata dalla Polverini, presentava ricorso con richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato e nel frattempo confermava e prorogava la nomina dei dirigenti fino alla emissione della sentenza del Consiglio di Stato fino al tempo massimo di 90 giorni. Documento LR007 Ricorso al Consiglio di Stato del 7 luglio 2011.pdf In data 30 giugno 2011 con prot. n. 14585 veniva richiesta una convocazione di un Consiglio regionale straordinario con allordine del giorno il tema dei rifiuti. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 36

Documento LR008 - convocazione di un Consiglio regionale straordinario prot. n. 14585 del 30 giugno 2011.pdf In data 22 luglio 2011 il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi con un Decreto dichiara lo stato di emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma in relazione all'imminente chiusura della discarica di Malagrotta ed alla conseguente necessit di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti. Tale stato di emergenza ai sensi e per gli effetti dellarticolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, durer fino al 31 dicembre 2012. Documento DPCM004 - Stato di emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma del 22 luglio 2011.pdf In data 6 settembre 2011 il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi con lordinanza n. 3963 dispone che: Documento DPCM005 - ordinanza n. 3963 del 6 settembre 2011.pdf ARTICOLO 1 1. Il Prefetto di Roma nominato Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza ambientale di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2011 citato in premessa. 2. Il Commissario delegato si avvale, in qualit di Soggetto attuatore, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, della Direzione attivit produttive e rifiuti della regione Lazio per lo svolgimento della funzione di stazione appaltante per la realizzazione di una o pi discariche e/o per l'ampliamento di discariche esistenti indicate dalla medesima Regione, nonch di un impianto di trattamento meccanico - biologico dei rifiuti urbani necessarie a garantire la piena copertura del fabbisogno dell'area interessata dallo stato di emergenza di cui alla presente ordinanza. 3. Il Commissario delegato, entro 45 giorni dalla pubblicazione della presente ordinanza provvede alla trasmissione al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri di un Piano degli interventi con relativo quadro economico-finanziario. Tali interventi non devono comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Tale documento non si trova in alcun modo ed il tempo di trasmissione scadeva il 21/10/2011. 4. Il Commissario delegato, per l'espletamento delle iniziative di cui alla presente ordinanza, si avvale altres di due consulenti esperti nelle materie di interesse della presente ordinanza, nominati d'intesa con il capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cui affidare specifici settori di intervento, sulla base di apposite direttive. 5. Ai consulenti di cui al comma 4 viene riconosciuto un compenso da determinarsi con apposito provvedimento del Commissario delegato, d'intesa con il capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri. ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 37

6. Il Commissario delegato, per le iniziative di cui alla presente ordinanza, si avvale di una struttura composta da personale della pubblica amministrazione, anche in posizione di comando o distacco, da reperire in deroga alle procedure previste dalla normativa vigente in materia, nel limite massimo di cinque unit. Il predetto personale e' autorizzato ad effettuare fino a trenta ore mensili di lavoro straordinario oltre i limiti previsti dai rispettivi ordinamenti. 7. Il Commissario delegato, per il necessario supporto nelle attivit correlate al superamento della situazione di emergenza di cui alla presente ordinanza, previa stipula di specifici accordi con le rispettive amministrazioni, si avvale del Comando Carabinieri tutela dell'ambiente e del Corpo forestale dello Stato, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 8. Il Commissario delegato, per gli adempimenti di propria competenza, si avvale della collaborazione degli Uffici tecnici della regione Lazio, degli Enti territoriali interessati e non territoriali, nonch delle altre Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 9. Al Commissario delegato, in relazione ai compiti conferiti, e' riconosciuto un compenso mensile pari al 30 per cento della retribuzione mensile in godimento, oltre l'eventuale trattamento di missione, nei limiti previsti per i dirigenti generali dello Stato ed in deroga alla legge 18 dicembre 1973, n. 836. ARTICOLO 2 1. Ai fini del superamento dell'emergenza, e nelle more della messa in esercizio, da parte dei Soggetti competenti, del sistema impiantistico previsto dal Piano regionale di smaltimento dei rifiuti, il Commissario delegato provvede all'individuazione, in via prioritaria nell'ambito dei siti indicati nel documento Analisi preliminare di individuazione di Aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi citato in premessa, alla progettazione ed alla successiva realizzazione di uno o pi' siti di discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della citt del Vaticano, e trattati anche nel rispetto delle ordinanze del Presidente della regione Lazio citate in premessa. 2. Per le finalit di cui alla presente ordinanza, il Commissario delegato, anche in deroga alle disposizioni indicate all'articolo 4, e fatto salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente previste dal diritto comunitario, provvede, mediante procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza o con la specificit delle prestazioni occorrenti.

3. Nelle more del completamento del sistema impiantistico regionale, il Commissario delegato pu adottare i provvedimenti necessari per assicurare la prosecuzione, senza soluzione di continuit, dello smaltimento dei rifiuti nell'area interessata dallo stato di emergenza di cui alla presente ordinanza. 4. Il Commissario delegato, a fronte dell'accertata inerzia dei Soggetti preposti alla gestione, manutenzione, od implementazione degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti nell'area interessata dallo stato di emergenza di ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 38

cui alla presente ordinanza, previa diffida ad adempiere entro termini perentori non inferiori a giorni trenta, adotta i necessari provvedimenti di natura sostitutiva in danno dei Soggetti inadempienti. 5. Il Commissario delegato, a conclusione delle attivit di cui ai commi 1, 2, 3 e 4, autorizza la messa in esercizio degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti e provvede al loro immediato trasferimento al comune di Roma. ARTICOLO 3 1. Per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente ordinanza, che sono dichiarati indifferibili, urgenti, di pubblica utilit e costituiscono variante ai piani urbanistici, il Commissario delegato, ove non sia possibile l'utilizzazione delle strutture pubbliche, pu affidare la progettazione anche a liberi professionisti, utilizzando, ove necessario, le deroghe di cui all'articolo 4. 2. Il Commissario delegato, per gli interventi di competenza, provvede all'approvazione dei progetti ricorrendo, ove necessario, alla conferenza di servizi da indire entro sette giorni dalla disponibilit dei progetti. Qualora il rappresentante di un'amministrazione o soggetto invitato sia risultato assente, o, comunque, non dotato di adeguato potere di rappresentanza, la conferenza di servizi delibera prescindendo dalla sua presenza e dalla adeguatezza dei poteri di rappresentanza dei soggetti intervenuti. Il dissenso manifestato in sede di conferenza di servizi deve essere motivato e recare, a pena di inammissibilit, le specifiche indicazioni progettuali necessarie al fine dell'assenso. 3. Fermo restando quanto stabilito al comma 4, i pareri, i visti e i nulla-osta relativi agli interventi, che si dovessero rendere necessari, anche successivamente alla conferenza di servizi di cui al comma precedente, in deroga all'articolo 17, comma 24, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, devono essere resi dalle Amministrazioni entro sette giorni dalla richiesta e, qualora entro tale termine non siano resi, si intendono acquisiti con esito positivo. 4. Per i progetti di interventi e di opere per cui e' prevista dalla normativa vigente la procedura di valutazione di incidenza o di impatto ambientale statale o regionale, ovvero per progetti relativi ad opere incidenti su beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, la procedura medesima deve essere conclusa entro il termine massimo di 30 giorni dalla attivazione. In caso di mancata espressione del parere o di motivato dissenso espresso, alla valutazione stessa si procede in un'apposita conferenza di servizi, da concludersi entro 15 giorni dalla convocazione. Nei casi di mancata espressione del parere o di motivato dissenso espresso, in ordine a progetti di interventi ed opere di competenza statale in sede di conferenza di servizi dalle Amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico territoriale o del patrimonio storico-artistico, la decisione e' rimessa al Presidente del Consiglio dei ministri in deroga alla procedura prevista dall'articolo. 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni e integrazioni, i cui termini sono ridotti della met; quando la mancata espressione del parere, ovvero il dissenso, ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 39

siano riferiti a progetti, interventi od opere di competenza regionale, la decisione e' rimessa al Presidente della regione Lazio, che si esprime inderogabilmente entro trenta giorni dalla richiesta. 5. Il Commissario delegato provvede per le occupazioni d'urgenza e per le eventuali espropriazioni delle aree occorrenti per l'esecuzione delle opere e degli interventi di cui alla presente ordinanza, una volta emesso il decreto di occupazione d'urgenza, prescindendo da ogni altro adempimento, alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso dei suoli anche con la sola presenza di due testimoni. ARTICOLO 4 1. Per l'attuazione della presente ordinanza, il Commissario delegato e' autorizzato, ove ritenuto indispensabile e sulla base di specifica motivazione, a derogare, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004 e dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario, alle sotto elencate disposizioni: Documento DPCM006 - del 22 ottobre 2004.pdf

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decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., artt. 11, 12, 13, 14, 15, 16, 20, 23, 24, 25 e 26, 29-quater, 29-sexies, 29-octies, 29-nonies, 191, 199, 208, 241, 242, 243, 244, 247, 248, 249, 250, 251 e 253; decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 artt. 5, 6 comma 1, lett. p), 7, 8, 9 e 10 e 14;

Documento LN002 - D. Lgs. 152 del 3 aprile 2006.pdf Documento LN003 - parte II D. Lgs. 152_2006 agg. 2009.pdf Documento LN004 - Allegati alla Parte II D. Lgs. 152_2006 agg. 2009.pdf

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legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modifiche e integrazioni, articoli 2-bis, 7, 8, 9, 10, 10-bis, 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater, 14-quinquies, 16, 17 e 20;

Documento LN008 Legge 241 del 7 agosto 1990.pdf

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decreto ministeriale 27 settembre 2010, artt. 1, 3, 4 commi 1 e 3, 6, 7, 8 e 10 comma 3;

Documento DM001 - del 27 settembre 2010.pdf

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decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, artt. 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 22-bis;

Documento DPR001 327 del 8 giugno 2001.pdf

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decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, artt. 3, 6, 7, 29, 34, 37, 40, 48, 53, 55, 56, 57, 67, 72, 75, 80, 81, 82, 83, 84, 88, 90, 91, 92, 93, 95, 96, 97, 98, 111, 112, 118, 122, 123, 125, 126, 127, 128, 129, 132, 133, 141, 144 titolo III, ASSOCIAZIONE CIVICA RIANO NEL CUORE 40

capo IV - Sezioni I, II e III, 241 e 243; Documento LN009 D. Lgs. 163 del 12 aprile 2006.pdf

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decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i, artt. 21, 22, 24, 25, 26, 142, 146, 147, 148, 152 e 159;

Documento LN007 Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dellart. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.pdf

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decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117 art. 10, comma 3;

Documento LN010 D. Lgs. 117 del 30 maggio 2008.pdf

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decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articoli 35 e 36;

Documento LN011 D. Lgs. 165 del 30 marzo 2001.pdf

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legge Regione Lazio 30 luglio 1998, n. 27 e s.m.i., artt. 4, 5, 6, 7, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 34, 35, 36 e 37;

Documento LR010 Legge regionale 27 del 30 luglio 1998.pdf

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legge regione Lazio 3 gennaio 1986, n. 1 e s.m.i;

Documento LR011 Legge regionale 1 del 3 gennaio 1986.pdf

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