7/16/2019 Alquati Romano, Per Fare Conricerca http://slidepdf.com/reader/full/alquati-romano-per-fare-conricerca 1/64 RoHMlO AWuAll \\ It-R.. - : f A ~ 6 c . o N ~ \ C £ R c A · 1993, prima edizjone. No Copyright. Calusca EdizjorU. Libreria Calusca 3. Via Michele Sanrniche li n.312. 35 1 00 Padova. Radio Balck Out. Via S. Anselmo 13 , tL 0 11-650 3421. 10 1 00 Torino. Prefazione "Fer fare conricerca" e a trascrizione eli alcune lezioni tenute da Romano Alquati per il seminario "sui comunic at o ri" sv olto si quest'anno alI a Fa colta eli Scienze politiche eli Torino. Se minario a cui hanno partecipato , insi eme agli studenti del corso, anche alcuni giovani eli radio Black Out. N primavera eli quest' anno era uscito , sempre inerente al seminario , un altro breve libro : "SuI comunicare" eelito da II segnalibro . In un prossimo futuro uscira la seconda parte eli "per fare conricerca" . Diciamo subito che si tratta eli due testi non fadli . Chi Ii affronta vi trova pero non delle mere lezione acca demiche , rna Ie tracce per percorsi da compiere , soprattutto in elimensioni colletti ve, tutti altro che semplici , anzi molto pro blematici e totalmente aperti. Percorsi eli elaborazione ed approfonelimento eli un punto eli vista per guardare e stare nella realta sociale , con Ia consape v olezza che questa non e statica, rna si forma e si trasforma all' intemo eli una processualita elinarnica e elialettica destinata a non terminare mai o La realta e i processi sociali quineli sem pre possono essere trasformati , e il mutamento continuo puo essere accele rato e portato alIa rottura dalla concreti zzazi one di un agire consapevole e finalizzato: capace di ribaltarne i fini sistemici attuali. La conricerca e quineli proposta come elaborazione eli pro gettualita , formazione di capacita, radicamento e concreti zza - 1
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
L' emittente e trasversale:- al sistema dei mezzi di comu
nicazione di massa con la specificita della problematica delmodo di comunicazione , da intendersi come processo specifico: processo di produzione di informazione rna, anche dicomportamenti e di conoscenza, con Ie loro relative peculia
rita; - al sistema complessivo, in tutte Ie sue divers ita di arnbiti
e stratificazioni sociali.
Si rapporta e rnisura quindi con il modo di comunicazione e
con i l modo di produzione dominanti, rna al contempo diventare I'arnbito che costruisce 0 sperimenta la generazione di un
modo di comunicazione e un modo di produzione altemativi e
antagonisti.
Andrebbe approfondita per esempio Ia specificita oltre che la
particolare ambivalenza e potenzialiffi dell' infonnazione e
della conoscenza sia come frutto di una costnizione e produ
zione per la mercificazione che verso un'eventuale demercifi
cazione.
La conoscenza pili di qualsiasi altro prodotto si presta a in
durre processi di cooperazione, di socializzazione, di tra
sformazione. La sua caratteristica intrinseca forse pili impor
tante e sicurarnente pili potente sta nel fatto che essa si fonna
gia per essere modificata dal fruitore e per modificare a sua
volta chi ne entra in rapporto. La sua specificita non sta tanto
nella dimensione intangibilita quanto nella potenzialita
trasformativa e trasformante prodotta che la sua fruibilita atti
va. L' Ambivalenza importante sta nel quanto puo muovere e
trasformare. Pili di qualsiasi altro prodotto viene diffusa per
modificare e essere modificata, riappropriata da altri ed uti Iizzata per altro. Racchiude una moltepliciffi d' usi e genera una
molteplicita di cambiamenti come nessun altro prodotto.
La conoscenza ha una potenza trasformativa incommensu
rabilmente pili grande. Mentre in genere una nonnale merce
viene prodotta per un singolo utilizzatore 0 al limite per pochi
utilizzatori, la conoscenza e l' informazione sono apposita-
4
mente prodotte tenendo conto che saranno utilizzate senzalimiti di spazio e di tempo da una grande massa di persone.
E' corretto ipotizzare quindi che la conoscenza e oggi una
confronto e che da luogo a sintesi sempre provvisorie e da
superare.
E un processo che non puo che avere una dimensione col
lettiva di esperienza e di attivita politica agita socialmente.
n problema e si di rendersi comprensibili, rna anche di ren
dersi distinguibili. Costruire attenzione rispetto a quello che si
propone, cioe dire altro, proporre ragionamenti, punti di vista,
contenuti che aItri n on danno, percM non hanno interesse afarlo . Si tratta di creare e valorizzare la differenza. La diffe
renza, la diversita se e effettiva crea attenzione, percM diventa
stimolo e punta di riferimento.
Porsi il problema di come si puo favorire la liberazione di un
nuovo modo di pensare, di confrontarsi di viyere, rna soprat
tutto di lottare e di contrapporsi a quanto c'e.
Anche qui ritoma i l problema della soggettivita autonoma
doe come capacita di fare e stare in percorsi non subordinati a
quelli dominanti, non solo nella forma, rna innanzitutto nellasostanza, cioe della effettiva capacita di fare Ie scelte oppor
tune che creino un effettiva diversita: che sia altro aItemativa,
e poi che questa diventi riproponibile e estendibile
massificabile, come aggregazione, contrapposizione forza da
indirizzare contro questo sistema.
Conricerca nella radio quindi come in un ambito ill espe
rienza che crea soggettivita, anche collettiva, non prestabilita
ed etema, che certo muta nel tempo ed e esattamente il risul
tato del suo agire comunicativo.
Sotto un aItro aspetto, proprio percM e un laboratorio aper
to, cio che si crea 0 si concretizza in essa euna raccolta conti-
nua di elaborazioni, cronache, narrazioni, testi, punti ill vista,
giuillzi, problematiche non solo dei redattori, rna possibil
mente sempre di pili delle reaIta sociali.
6
'f
,J
I>
In una dimensione di laboratorio comunicativo e formativodiventano imponantissimi gli apporti che possono giungeredaH' estemo, sia come socializzazione di capacita, diesperienze di contributi, sia come costruzione stabile di unarete comunicativa aperta che fa circolare nei due flussi oppostiintemo/estemo, cia che in diversi ambiti viene espresso nella
forma appunto sia della diffusione che del confronto.
. I n c o ~ ~ c i o con cene premesse pill generali; nelle quali peromfilero gla qualche definizione di una cena importanza(1).
1. 1. Ricerca e Conricerca.
Propongo un metodo e un
"conricerca" e solo alIa fine
quest'ultima.
taglio di ricerca orientato alIa
parlero pill esplicitamente eli
Molto eli quello che si puo dire del ricercare scientifico e
della "scienza. o c i a I e " e "scienza dell'uomo" in generaIe, puo
val ere, tantopm se opportunamente riadattato, per la conri
~ e r c ~ . E ques.ta eun'affennazione pesante e problematica che
ImplIca gf<'SSI ed ardui discorsi che di soli to nessuno fa e sullaquale tornero subito.
Questa p r a t i ~ a n e l rnia concezione e ri-proposta ha soprat
rutt.o . due p a ~ c o l a ? t a due caratteristiche, che voglio subito
antlclpare, eVldenzlare, premettere: innanzitutto richiede la
Al solito qu esto testo e la sbobinatura di lezioni al semm an o della ."s . ' . '11 " ncerca
Ut o ~ u r u c a n h umaru ? qumdt eancora una volta la trascrizione di un parlato,e al sollto pure ptuttosto unprovvisato.
8
)
cooperazione nel ricercare di persone (militanti.. .) in posizioni differenti e dotate di conoscenze, esperienze, competenzee pure di capacita di indagare differenti, qualitativamente, edun poco di differente livello; e poi il fatto che la ricerca stessasi muovc dentro una realta, formata, strutturata, ed ancora ge
rarchica e centrica perche la rete sta nel sistema e non vice
versa, realta in movimento ed in innovazione; e che si pro
pone di influire nella trasformazione di questa dal suo interno,
da una presenza e un Iocalita peculiare a1 suo interno, secondo
certi desideri ed una certa progettualita di liberazione e cosi
sempre costitutiva, di nuovo e di eliverso , di alterita (e per la
resistenza del presente puo essere costretta all'antagonismo) .
E vedremo che questa idea di progettualita puo opporsi -rna
non sempre- sia all'idea di deriva e di mero abbandonarsi
all'evoluzione ed all'alterazione, come d'altronde a quella eli
farsi ponare passivamente da un'innovazione (che per me
nella specificita e sempre capitalistica) concepita in particolare
e correttamente come sistema eli cieli "incrementali" , ossia
aggirando Ia questione eli quel che un tempo si chiamava"salto qualitativo", e tantopill con l'idea a mio parere assai in-
gannevole e pericolosa del "nuovo" come eli qualcosa che sia
prodotto da una qualsiasi combinatoria eli momenti
dell'oelierno esistente; quand'anche in termini eli un potere co
stituente ed una costituzione cosi intesa e cosi disinnescante
non solo l'antagonismo e la ricerca di alterita rna perfino
l'ambivalenza, sulla quale io insisto. E suggerisce anche che la
tendenza vada anticipata per deviarla altrove e non solo per
precorrerla, e che per deviarla bisogna cercare contro-risorse
nell'ambivalenza del presente fincM la tendenza e ancora
apena, ovvero prima che sia conclusa; i l che e utto meno che
farsi portare dall'innovazione. Non e questa neppure la lotta
passiva; tantomeno 1a rivoluzione passiva. Ed a partire dalla
primavera del '93 1a passivita come lotta si ripropone, fra l'al
tro, non poco.. ... alIa Conricerca. La specificita in cui siamo
p r realizzare desideri ci costringe ad essere contra momenti
di un sistema e di una forma contraddittoria rna strutturata, e
cosi a ricercare Ia Iiberazione da cia che non puo essere accet
ra to, e non deve. E e quindi a negare e rifiutare continua-
mente ..... Ho I'impressione che intorno a me si vada eIabo-
rando adesso un'ideologia "iper-liberale". La rivoIuzione iper.liberaIe?
1.1.1. PRECISAZIONE AMARA.
Attaccando un mite consolidato rna ingiusto sono costretto
(per amore di verita) a far presente che non solo Panzien non
estato l'inventore della Conricerca, rna Ie e stato sempre, deci
sarnente, ostile. Ed e stato anche ostile all'inchiesta operaia,
almeno secondo certi significati di questa dizione. L'idea di
"Conricerca" e nata sociologica- mente negli Usa; ed e stata
tradottain
Italia da Pizzorno, neglianni
'50, rna gia con valenze politiche. Quest'idea e stata raccolta dalle labbra di Piz
zorno e trasformata applicandola nella pratica da Danilo
Montaldi e da me insieme cooperando, e con altri, a Cremona,
fin dal 56-57, e con cene influenze francesi; e dunque anni
prima che io (che poi vi ho fatto la "ricerca operaia" ) cono
scessi Panzieri e venissi a Torino, dove purtroppo ancora
giaccio; e non ne posso pili. Nell'ostilita a quel tempo diffusa
nel mondo socialcomunista italico, alIora piuttosto stalinista,
contro qualunque cosa ritenuta "americana" (anche contro la
stessa sociologia, quindi : contro quest'ultimo ostracismo qui sibatte pure Panzieri; rna cia e utta un'altra faccenda) la Conri
cerca stessa rimase esclusa dalle pratiche del movimento ope
raio "u.:fficiale" Italiano anche quando nella meta degli anni '60
questo comincio ad aprirsi a1Ia sociologia. E' stata quindi que
sta del conricercare una pratica che ha caratterizzato una
fronda tendenzialmente rivoluzionaria ai margini e talora
10
all'interno di quest'ultimo ed in opposizione non sempre pic
cola al medesimo; ed e cresciuta negli anni '70 (direi abbastanza per iniziativa mia, almeno indiretta) raggiungendo an
che una certa visibilita nei momenti pili alti della lotta aperta
di massa e coinvolgendo soprattutto dei militanti. E fu p r ~ t i -cata di solito senza conoscerne il nome e ricevere una codificazione vera e propria, neppure metodologica. Se non in ma
niera assai franunentaria : da parte mia e di pochi altri, soprat:
tutto dopo il '68 e fino ali uItimi anni '70. Di modo Oggl
qualche giovane che ne ha sentito dire qualcosa per VIe strane
viene a stanarmi per saperne qualcosa.
1.1.2. CONRlCERCA E LINGUAGGIO.
Qui fra l'altro si va lentarnente sviluppando ed e s p l o r ~ d oanche un "linguaggio del conricercare", e cosi p ~ e c o n ~ l d e -rando i l "linguaggio della ricerca" scientifica. Ed 1 c o n - n c ~ r -
. canti dovrebbero sforzarsi di uniformare almeno questa lin-guaggio, per comunicare almeno "metodologicamente". Ma
non bastera. Bisognera comunicare anche sul nodo-oggetto
della ricerca, e quindi uniformare un poco il linguaggio :on
cui parlame, ed inoltre illinguaggio ancora d i f f e r e n t ~ che 11 l.a
gente parla. Non confondiarno fra loro questi tre lrnguaggI:
tutti necessari al conricercare ..... .
Ma non sara solo questione di parole, bensi di significati e
di concetti, i quali tutti dovranno . s ~ ~ e t e n d ~ n z i a l ~ e ~ ~ ~ i.n nota e comune interrelazione con del correlau e m p m ~ l . Sla
metoda che nella pratica del conricercare (il quale e anche n-
c o n c e t ~ a l i z z a r e ) , che relativi al node di ricerca camP.o
scelto (in questo caso i l comunicare e soprarr.utto 1 C o m ~ -. canti) . In fonda la rice rca parte da fenomeru e da concettI,
ste tre parti in sei "momenti", di cui A=l; B= 2,.3, 4, mezzo-. C= l'altro me zzo 5 e 6. Dal momento che in questa sede ci
i ~ t e pili l'avvio della ricerca, il suo inizio come inizio di
una delle inchieste annue particolari, io approfondiro qui so
prattutto la parte A coincidente col momenta 1 0 "primo mo
mento", e solo il momento 2 0 "secondo momento" della se
conda parte B. Premetto pero che il cuore della ricerca, da ap
profondire pili avanti e nel concreto del farIa, dell'esperirla,
saranno i momenti 3 e 4 nella parte B:i l
"cuore" della conricerca.
1. 4. Disegno della conricerchina, 0 suo abbozzo
sempre provvisorio e aperto.
Detto questo, qual'e il disegno, aperto, della' ricerca che
avrei in mente, 0 almeno un abbozzo iniziale aperto e sempre
in fieri che cambi col suo eventuale sviluppo? Dicevo perscherzo che ci si deve impegnare in una conricerchina suI no
do dei "Comunicanti" che duri almeno quindici anni! Si tratta
allora di disegnare una mappa aperta e prowisoria, un model
lino prowisorio del carnmino quindicinale del conricercare su
tale node "baricentrale", che si elabori man mana che si pro
segue in avanti verso il futuro con una successione di "con
indagini". Ed e chiaro che si deve prevedere una successione
di ondate progressive del conricercare stesso e sempre pili in
profondita, qualitativamente. Cominciando a disegnare intantoIe prime due ondate/anno 0 almena la prima; e poi lasciando
sempre pili nel vago e a successive elaborazioni il ridisegno
delle ondate successive per gli anni seguenti. Potremmo infatti
stabilire in partenza un'ondata all'anno. Cominciando con una
o due inchiestine in un'esplorazione preliminare per il '93/94
partendo dall'autunno, assai formative ed autoformative (al
20
conricercare) , appunto ancora rivoHe soprattutto a ricercare
ipotesi pili fondate ed articolate e loro connessioni in ~ Modello(3) meglio fondato e meno generico ed astratto dl quellocontenuto nella mia "Lezione propedeutica" in pili puntate:modello molto sperimentale ed esemplificativo. Vedremo subi
to che dal punto di vista metodologico/tecnico il carnmino li
neare, sequenzializzato, della singola ondatalinchiesta sara
nelle sue linee fondamentali in se sempre pili 0 menD 10 stesso,
e quindi verra ripetuto (con variazioni) negli anni successivi.Comunque: la conricerchina consistera di una sequenza aperta
di inchiestine ed indaginine annuali . ....
Awertenza importantissima: non dobbiamo confondere la
mappa (0 il modeUo) del conricercare di cui qui sto abboz
zand'o il disegno, con la mappa (0 il modello) del campo reale
o del nodone della realta stessa su cui si va facendo la ricerca 0
Ie singole sub-inchieste annue. La mappa dei comunicanti nonequella del nostro conricercare: ci vogliono pero entrambe. E'
bene che fra i due modelli ci sia anche corrispondenza e per
fino corrispondenza analogica, rna sono due momenti logica
mente ed anche praticamente differenti.
1. 5. Ipotesi.
Ho gia parlato prima eli "ipotesi iniziali contrastanti", eli
partire da ipotesi prowisorie da selezionare e sempre meglio
fondare . Questo eproprio il punto da cui una ricerca puo partire. Quando si hanno ipotesi (e concetti) relative a110 stesso
fenomeno in contrasto e quante pili cosi se ne hanno tanto pili
vale la pena di fare ricerca . Soprattutto per eliminare Ie pili
3 Edita in "Sui comunicare", II segnalibro editore, Torino gennaio 1993.
cientifico si riduce di solito al rispetto di queste regolette infonda di realismo 0 di buon senso.
E' metoda di un'attivita assai complessa, fatta di molti
aspetti. Esso consiste in cia: <nel "muoverti con attenzione e
curiosita" osservando sistematicamente, otUeni i risultati
"[acendo certe previsioni a partire da una teo ria e aggiungen
dovi uHeriori approssimazioni che contengono ulteriori ipotesi
e congetture riguardo a cia che accade ad un particolare livello
concreto", e in un particolare contesto (tenendo conto dellenuove ipotesi che inserisci "nella cosiddetta derivazione dalle .
premesse. ">. Questo e per Fayerabend l'essenziale. I neoposi
tivisti la pensano diversamente: rna per noi non e granche il
caso di cercare di ritrovarci d'accordo con loro . .. .............. .
Poi c'e la versione hard pill propriamente gaIileiana Ia dove
si allestisce l'esperimento, infinite volte ripetuto dopo, in una
noia mortale; e la versione soft pill propria delle.scienze come
quelle sociali e dell'uomo che marginalizzano l'esperimento, e
osservano con tale sistematicita Ie ricorrenzedal
vivo, sempreidealizzando ed oggettivando, nella manipoIazione dell'og
getto-umano. Oggi Ie due versioni, hard e soft, starmo convergendo.
Ma noi nel conricercare pill che all'esperimento ricorriamo
all'esperienza , che e tutt'altra cosa e spesso in contrasto con
questo. E cosi per la conricerca scientifica questa fonnula
zione di Fayerabend calza abbastanza bene.
Le scoperte scientifiche sono fatte davvero secondo il meto
do scientifico idealizzato dai neopositivisti che i cosiddettiscienziati di quell a scuola dicono sia canonico obbligatorio ed
equello che legittimerebbe (rna legittimerebbe solo pero epill
una questione di legittimazione della scienza che non di po
tenza conoscitiva) la ricerca scientifica effettiva? Pare di no.
Infatti ira l'altro il sociologo della scienza Elkana (che Gu
glietti ritiene sacro e inviolabile), distingue molto opportuna-
26
mente "wl'immagine-della-scienza" in cui opera molto la re
torica-della-scienza ed afferma che la scienza usa molto la re
torica che cioe la scienza raCCOnta molte balle perche per essa
(ovve;o per i cosiddetti scienziati) e molto una que.stione
d'immagine, di a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e cioe la scienza S1 deve
vendere e si vende molto bene raccontando molte balle e leg
gende su se stessa: questo concerne l'immagine della scienza.
E questa immagine e distinta dal vero "corpo" della cono
scenza scientifica che includei l
metoda e Ie conoscenze omologate ed e un'altra questione, e un'altra faccenda. 10 ~ t e n g oche questa distinzione sia molto importante anche pOl ~ e l l amia idea di conricerca per cui questo dual1smo
"corpo"l"immagine" poi andra ripreso, insistendo anche sulle
immagini della ricerca scientifica e non solo suI corpo-deUa
scienza, in specie come metodo.
I i metoda pero in questo nostro peculiare caso, e appunto
la sua peculiarita, che si viene sbozzando, tende a proporsl
come il contenuto pill importante, almena inizialmente, della
conricerca. Infatti si trattera di sperimentare e di esploraresoprattutto una conoscenza metodologica in una particolare
maniera "scientifica" . Come ho gia detto introducendo la le
zione propedeutica al seminario, dobbiamo sviluppare soprat
tutto un meta-metodo/atteggiamento.
Ossia il metodo-atteggiamento ill partire dall'ambivalenza
per far crescere la faccia autonoma; far crescere un p ~ t o di
vista teso alla realta ed alIa realizzazione ill una propna pro
gettualita che da un 1ato da per scontata la capacita del capita
lismo (e del capitalista collettivo abbastaIlZa detentore del potere c ~ s t i t u e n t e ...........) proprio nella sua sistemicita nel pill
lungo periodo ill riassorbire la trasgressione e l ' a n t a g o n i s ~ onel suo movimento accumulativo come d'altronde certe i l l-venzioni di alterita, e cosi perC> anche gia trasfonnandosi, inbasso· ma nel breve-medio continua a rompere sempre l'equi
librio' dell'appena costituito 0 ad ampliarne cene contradill-
fa re un uso sistematico di dati ed informazioni quantitative.Qu ella quantitativa e il contrario. Sono partito (negando) da
queUa qualitativa perche la nostra conricerca, come ho gia ac
cennato, sara caratterizzata peculiarmente in questa maniera:
sara prec ipuamente qualitativa. Nondimeno precipuamenteapre fin d'ora la porta alIa possibilita che al suo intemo e sub
altemamente, strumentalmente, alcune inchiestine quantita
tive possano anche esservi via via incluse, in ciascuna ondata
annua, a cominciare quindi anche dalla prima, eventualmente(ossia gia per produrre e specificare ipotesi. ... ).
Vorrei solo farvi notare e meditare che oggi, ancora oggi,
fare la ricerca qualitativa e spesso menD facile e richiede un
poco pili di intelligenza, riflessione, qualita di capacita di ri
cerca, e quindi anche di esperienza, critica. Capacita da farsi :
ciascuno la propria; oltreche da farsi trasmettere e dare da aI-
tri. ...... E innanzitutto proprio capacita di ~ s p e r i r e (e non
tanto, 0 non solo, di sperimentare, che eun'altra cosa, ripeto).
1.6.1.3 . Mobilitazione cognitiva.
Oggi siamo in un epoca, che alcuni chiamano con sarcasmo
di mobilitazione cognitiva, in cui tutti noi siamo mobilitati e
pressati ad essere molto produttivi cognitivamente, rimuo
venda tutto iI resto. Ed infatti soprattutto la scienza
dell'uomo oggi e ridotta ad una scienza "cognitiva": contano
secondo Ie preferenze attuali solo certe funzioni del cervello,
certe componenti della mente; il resta del corpo 0 1a corporeita
umana intera contano pochissimo. Quel che non interessa que
sto nuovo cognitivismo interdisciplinare assai (non pili solopsicologico rna anche e sempre di pili sociologico, oltreche
antropologico-culturale, benche piuttosto neo-comportamenti-
5ta, accadernicamente rna anche socialmente, sistemicamente)
conta pochissimo in particolare suI mercato accademico; rnanon solo Ii .
30
AHora, dicevo, si sta sviluppando una sociologia cognitiva eun cognitivismo sociologico molto pili potente di quello psico-10gico perclu: mentre quello psicologico considera solo la
mente isolata quello sociologico studia la cooperazione tra
molte menti! Lo scambio cooperativo: microcooperativo in
nanzitutto; appunto .. . E questa eun altra cosa che interessera
molto la nostra conricerca perche essa e fatta da molte rnenti
(si spera, con eccessivo ottirnismo) ed e una cooperazione di
menti 0 non e. Eppero almena la nostra non solo di menti, rnaanche di corpi tutti interi; sottolineo: tutti interi e non scompo
sti in pezzettini, come e ormai regola generale di sopravvi
venza neo-modema . Mentre, ripeto, i l cognitivismo dal corpo
tira fuori solo la mente e la isola e mette via tutto i l resto. 10
dico invece: una conricerca di soggetti tutti interi non costretti
ad essere solo delle menti, rna capaci di essere 0 tesi ad essere
delle persone intere e dei soggetti interi (il che nel mio lin
guaggio vuol dire qualcosa di molto particolare). Vedremo.
1.6.1.4. Un prima coppia di elementi cognitivi, da discriminare: DatiJinformazioni.
Accenno ora a due coppie concettuali: in una rnetto "dati"
ed "informazioni"; nell'altra "saperi" e "conoscenze". Ripeto
anche qui delle mie ibride definizioni distintive di questi irn
portantissimi concetti, parole, entita. Vediamo adesso la
pnma.
Noi nei dintorni del ricercare sentiamo spesso padare di
produzione del dato, interpretazione del dato, produzione
dell'informazione, interpretazione dell'informazione, ecc. Maquesta per essere compreso implica che si abbia prima
un'idea menD precaria di che cosa e l dato e soprattutto di che
cosa e l'informazione. Tantopili perche noi veniamo da
un'epoca (che sta per finire) di forte mitizzazione e idealizza
zione dell'informatica e del concetto informatica di informa
zione; 1a qua1e adesso si sta trasformando in idealizzazione e
in quanto sboccano nel rinnovare il sapere/conoscenza stesso.
La conoscenza e un sapere consapevoIe, attraverso una certa
riflessione, ecc. La conoscenza-scientifica e queUa prodotta
secondo Ie regolette di metodo-scientifico appena dette; ed epili 0 meno omologata.
Noi qui parleremo soprattutto di conoscenza perche riteniamo che nella conricerca (in specie sui comunicanti . . si ri
chieda non poca consapevolezza di quel che si sa, e di come 10
si sa, e perche e con che conseguenze. E quindi anche una
certa minima meta-conoscenza.
Cosicche Ie informazioni vere (in dimensione cognitiva) ri
strutturano sempre il sapere e la conoscenza, Ii modificano: in
34
genere, ripeto, Ii accrescono e Ii fondano meglio, danno loropili potenza anche rappresentativa (oltrecM descrittiva, esplicativa, previsiva, normativa, simulativa, ecc.). Come i1 sapere,
anche la conoscenza e sempre un sistema di informazioni in
qualche modo strutturate e quindi elaborate che ora vengono
rielaborate di nuovo. Quindi ripe o anticipando, che per via di
questa indispensabile elaborazione destrutturante/ristrutturante
la quale esige intelligenza, la conoscenza rnedesima esce dal
mero campo informatica [caratterizzato -come sapete megliodi me- dal mero trattamento dell'informazione (trattare Ie in-
formazioni, vuol dire fare quelle operazioni che non la tra
sformano nel contenuto: quindi per esempio spostarla, per
esempio trasmetteria, trasmettere l'informazione, trasporla, ar
chiviarla, ecc. : questi sono t r a t t a m e n t i e in essi l'informazione
pero non cambia molto), e quindi non esigente intelligenza.
Questo e i l punto: i l mero trattamento non richiede intelli
genza; e nemmeno vera immaginazione e capac ta sirnbolica e
simbolizzante] . L'elaborazione invece interviene pure sull'in
formazione e la cambia molto di pili, cambiando soprattuttopoi il sistema integrato in cui essa sbocca; infatti -replico an
cora- e sempre orientata a cambiare quel sistema integrato di
informazioni che sono il sapere e la conoscenza. IT sapere ed i l
conoscere come attivita-in-atto, incrementano il nostro prece
dente bagaglio di sapere/conoscenza. Sapere/conoscere in atto
ed invece sapere/conoscenza come suo output: questa eun'ul
teriore distinzione ed assai importante. IT sapere/conoscere
quindi non si accontenta del trattamento rna richiede elabora
zione: per i n c r e m e n t a r e ~ e per questo, ripeto, richiede intelli
genza: l'elaborazione richiede sempre intelligenza. Mentre il
trattamento dell'informazione 'si dice che e stupido. L'elabo
razione enel co-agire il momenta che richiede ,e sviluppa ric
chezza di capacita, qui oltre all'intelligenza convergono anche
inventiva ed immaginazione ecc. ecc. E' il clou della Forma
zione e va riproposta nella Comunicazione. Ed e interesse
Come ho detto dianzi, Ia ricerca in genere si distingue in tre
[0 quattro (0 piiI)] parti, -A, B, C,- ognuna delle quali
pero puo uIteriormente distinguersi in sub-parti 0 momenti: io
qui ne distinguero analiticamente sei. Ed essi sono:
1) I'iniziale formuIazione di pre-ipotesi provvisorie (di contenuto come pure di metodo) fra loro collegate (e piiI 0 meno)
dalI'intemo di una realta in trasformazione/costituzione; 2) la
raccolta e produzione di dati ed informazioni ed il reperimento
anche di certi saperi e conoscenze gia esistenti ed un primo
.. loro trattamento (ed elaborazione); 3) I'interpretazione ed uI
teriore elaborazione dei dati e delle informazioni; 4) Ia struttu
razione di una nuova conoscenza; 5) Ia diffusione come ricon
duzione, reinserimento, della conoscenza in quella realta e
n . ~ I l a c ~ s t i t u z i o n e t r a s f o r m a z i o n e attiva di essa, e quindi in
facclamo anche un certo riscontro 0 verifica; 6) Ia valutaZlOne deIl'esperienza conricercativa fatta e la progettazione
d e I ~ a successiva inchiesta-ondata annua, imparando dagli erron.
Anche cosi formuIati da me, questi sei momenti ideali in se
quenza ideale nella pratica effettiva non solo stanno non di
rado anche in ~ r d i n e diverso da questo appena stabilito, rna
stanno ta.lora ntomano ricorsivamente, come frattali, gIi urn
d e ~ t r o gh ~ l u : secondo differenti livelli di reaIta, di rappresen
tazlOne e dI ncerca. Quest'ultimo eun aspetto assai delicatoda n ~ e r e ~ seguito: dentro 10 sviluppo pratico della r a t ica dl con-mdagme, se ci sara.
Avvertenza: non confondiamo questi sei momenti in cui
idealmente si puo sub-dividere ciascuna con-inchiestalondata
annua dalla sequenza quindicinale delle singole con-ichie-
36
ste/ondate/annue in cui elivieliamo i l quinelicennio eli conri
cerca. Ripeto che questa sub-suddivisione eli ogni singola con
inchiestina-annua in momenti eun poco standard, e sara ripe
tuta can varianti nelle altre. Anche una pre-ricerca e con-in
chiestina come questa con cui inizieremo, una sub-ricerchina
preliminare e ancora finalizzata soltanto ad estrarre Ie ipotesi,
puo distinguersi in questi "miei" sei momenti-standard.
Molte ulteriori questioni su questi sei momenti , soprattutto
nella dimensione formativa ed auto-formativa, esperitiva fral'altro e non a caso, andranno approfondite dentro la pratica,
da me e da altri assistita, se ci sara; e non qui in astratto e nel
vuoto eli esperienza conricercativa; ed allora Ie rinvio a quella.
Mentre molti di voi vorrebbero sapere tutto prima perfino nei
dettagli e sono ansiosi, e vogliono essere garantiti su tutto in
anticipo, ed in astratto, verbosamente. Tanto che non avendo
soddisfazione su questo prevedo che presto spariranno di
tomo. Cosi sono appunto oggi moitissimi giovani: questa egift
un'altra ipotesi interessante di contesto della situazione su cui
conricercare. ,
1.7.1. PRIMO MOMENTO: FORMULAZIONE DI
IPOTESI INIZIALI.
Ho gia detto cosa so no Ie ipotesi e l' importanza di avere
all'inizio una certa quantita di ipotesi in contrasto fra loro per
cM sia il caso di fare Ia rice rca e percM poi si possa farla. Hogia anticipato che la "parte A" ed il "primo-momento" della
ricerca stessa consiste nel produrre (collettivo, in comune,
attraverso un confronto collettivo) un primo insieme tenden-
nali ed artigianesche riflessioni e metodologie intellettuali eli
conoscenza e ricerca e Ie attuali tecnologie di cio, iperindu
'triali e scientifiche esse pure nel metoda organizzativo e nella
loro razionalita particolare, e cosi ricche eli mezzi e macchi
nari potenti e potenzianti.
Tomando allora a Simon, egli -replico ancora- vede la ri
cerca come prima fase-decisionale eli un processo-decisionale
effettivo e non fasullo ; di un qualsiasi processo-decisionale.
Come d'altra parte per qualsiasi processo eli soluzione eli problemi; giacche esiste anche un parallelismo importante e si
gnificativo pure fra il processo decisionale e il processo me
diante i1 quale noi risolviamo i problemi, ed almeno un certo
nostro agire non (moltissimo) ripetitivo, e pure effettivo ricer-
care: che siano veri problemi percL. ...... Dove il problem-sol-
ving e pero preceduto (ideal mente) dal "problem-setting" e
cosi dalla "strutturazione-del-problema" (e qui fra l'aItro stan
no pure formulazioni eli ipotesi). E cosi nella conricerca non
solo noi dovremo risolvere molti problemi di ricerca e non solo
la ricerca servira aUa soluzione di una grande quantita eli problemi teorici e pratici, via via che essa procedera, rna il fare ri
cerca conricercando si pone gia esso stesso come un complesso
meta-problema. ...... Inoltre la parte del co-agire umano, che
ancora non e standardizzato e proceduralizzato ed e ancora
elaborativo ed intelligente, si pone come soluzione di problemi
e processo eli vera decisione, e cosi noi nella conricerca do
vremo vederlo, a corninciare dal nostro(8).
8 Come ho gia piti volle precisato in vari miei testi, io non "denuncio" e
combarto in se questa proceduralizzazione. lnfatti ritengo che il suo crescere,
come crescita di potenza del co-agire dei singoli e soprartutto collettivo sia
positivo (noi non possiamo perdere tempo ed energia problematizzando tutto, una
certa routine ci vuole! E' positiva. Va benissirno). Io non sono luddista, rna dico
che i mezzi in quanto sono capitale-mezzi sono distorti e vedono limitate Ie loro
42
Nella processualita continua ed apena della conricerca (sia
pel continuo succedersi di inchieste pure in sequenza, sia perla compresenza continua di una gerarchia di sistemi di azioni
problematiche e eli ricercare in esse) ci sara sempre a livellidifferenti una compresenza e parziale sovrapposizione eli fasi
decisionali e momenti di ricerca, 0 almeno i l lora ritornare
cic1ico ad ondate. E bisognera saper analiticamente separare,
discriminare, distinguere e discernere. E classificare. Bene.
potenzialita. 10 voglio che pera la potenza non sia a danno della ricchezza di
capac ta-umana, come avviene ancora oggi. Quindi denuncio e combatto duealtre cose. Primo: una divisione del lavorare e deIl'agire in cui una grandissima
parte dell'iperproletariato novvero dell'umanitil (almeno) fa solo co-artivitil
proceduralizzate. Secondo: la tendenziale proceduralizzazione (anche con modelli
e grazie alia moda) di "tutto quanto" il co-agire umano. 10 "riformisticamente"
sono per 10 spostamento degJi umani ad un cospicuo (ed in specie "nuovo")
coagire, potente rna richiedente capacita ricca ed arricchente la sopravvivenza, e
dunque in quanta problematicol inventivo, elaborativo e quindi pure
intelligente, accanto a quello routinizzato da macchinizzare in un di.fferente
macchinario. E tantopill se in autonomia, rna fmanco i.n termini di sfruttamento,
ossia ancora dentro il capitalismo! Riformisticamente: in un capitalismo diverso
da questo. E perch!! sono convinto che questa ricchezza di capacita umana serva
alia rivoluzione. ossia all'lIscita dal capitalismo stesso, esigente la
demercificazione della capacita-umana medesirna, sia una risorsa ambivalente
indispensabile a cio. Chiaro? II Toyotismo ribalta davvero la direzione della
marcia capitalistica in questo senso? Su cio I'ottica lavorista confonde molto te
cose . ....
43
1.7. "SECONDO MOMENTO" MIO E Dunque: un secondo-momento della ricerca in generale e
aziende specializzate, non solo e ndustriale; rna si ritiene chesia la cosa piu industriale che ci sia(11): che sia stata indu
strializzata per prima. Ed in particolare e oltre alIa serializza
zione, alIa serialita introdotta dall'industrialismo cIassico che epropria della grande industria delle grandi scale 1a ricerca
n ~ c a industrializzata ha una serialita che e propriaed mtrinseca e che dipende dall'applicazione della statistica
dal fa tto che il cosiddetto "metodo-statistico" richiede un a l t ~nurnero di casi; quindi ha Ia dove e sperimentale e soprattutto
s ~ d o s i sulla ricorrenza idealizzata Ia produzione di quella
che 10 chiarno "scienza-galileiana" ha un 'ulteriore serializzazione, ed ulteriore banalizzazione delle procedure. La ricerca
n ~ c a hard e quanto mai serializzabile. Forse e quella
produzlOne ovvero artefattura che piu chiararnente ha mostra
to cosa significa modo-industriale. Eppure spesso i ricercatori
che -serialmente ed assai routinariamente- la fanno non ne so
no granche consapevoli. E proprio questo consente l'introdu
zione di macchinario di ricerca. Dunque: i1 primo Modo indu
striale (che e empre scientifico ed e cosi sempre anche auto
referente, e autoscientifico) organizza scientificamente proprio
se stesso: la ricerca scientifica e ndustriale e l'industria e or
g.anizzata scientificarnente: c'e cosi circolarita. Questo e un
clfcolo molto importante; ed esso pero riguarda in qualche
modo 1a conricerca se non eproprio solo artigianato puro rna
e "semi-industriale" e se anch'essa cosi tende a industriali;zare
ed a standardizzare qualcosa, delle sue parti; corne ho dettoprima. E quindi interessa in qualche modo noi.
Orbene, rna in una certa misura condividendo 1a condizionedella ricorrenza e a suo modo serializzabi1e ed industrializ-
11 C .on sottmteso I"'iper" .
64
soft; e quindi 10 eanche la ricerca scientifica nell'ambito dellascienza-sociale e scienza-dell'uomo. Quindi anche qui ci ritroviarno con metoeli organizzativi (iper) industriali E ricordoche se e vero che la ripetitivita indotta dalla serialirn rende
l'agire-ricercativo squallido, monotono, stupido e vuoto,dall'altro cio riduce enormemente i livelli di capacirn e dicompetenze richieste rendendo possibile i l ricercare iper-in
dustrializzato anche a persone poco professionalizzate nel ri
cercare scientifico e con poca 0 nulla esperienza di cio!
Q u i n ~ l i avere, corne io propongo, un modelio semi-artigianale
e serni-industriale eli ricercare collettivo implicante compe
tenze di ricerca differenziate non solo qualitativamente, rna
anche quantitativarnente, adesso si capisce cosa vuol dire.
Soprattutto se si considera che noi dovrernrno abolire la di
stinzione sottostante e tipica del capitalismo e della sua indu
stria fra dirigenti ed esecutori, corne fra strateghi e realizzatori
quotidiani! 0 no? Quindi coi modelli bolscevichi, quelli che
imitavano Ie banche, Ie imprese bancarie .....
.. quelli dei"quadri" esecutori e trasmettitori di ordini dall'alto, come la
mettiarno? E con Ie verita-organizzative-nomadi? Bisogna al-
meno distinguere differenti livelIi-di-rea1ta . ... .
Anche il "neo-ricercatore-scalzo" ricorre in qualche modo a
delle procedure gia standardizzate 0 puo presto farlo; e se usa
il computer puo ricorrere a dei pacchetti standardizzati ; per 10
menD a un word-processing di un certo Iivello con modem che
gli consenta gia di lavorare in certe reti.
Riepilogando, aHora distinguiamo il metodo-scientifico dalmetodo-organizzativo; e quello che contenl sara appunto i lragionare sull'organizzazione della ricerca in quanto attivita
efficace ed efficiente; perche nessuno ha tempo da perdere e
perche si vogliono raggiungere degli obbiettivi . Ed assurnere
l'almeno potenziale contraddittorieta per noi fra la pOtenza di
certi modelli di organizzazione della cooperazione che e un
65
co-mezzo, ambivalente e trasformabile nell 'uso alternativo, e scarterei a priori che in un a prospettiva di conrice rca anche
un primo intreccio fra osservazione, rimemorazione e rifles
sione; estrarle da cene fonti .
Quindi quando ad esempio verranno qui i conferenzieri, che
sono fonti della ricerca: dal lora discorso, vedremo subito,
dovremo tutti quanti anche individuare Ie variabili. Se al con
ferenziere voi volete poi fare una domanda perche lui chiari
sca ulteriormente un problema voi comunque dovete aver gia
individuato il problema; e per individuare il problema, infonda dovete individuare la variabiIe co involta in quel pro
blema. Questa operazione di individuazione ed estrazione fatta
ad esempio in questa e in quelI'altra conferenza epoi la stessa
cosa che si fara sempre e quasi dovunque, quasi dappertutto,
ovvero in ogni possibile fonte significativa; estrarre dapper
rutto Ie variabili. .. Perche la ricerca richiede innanzitutto que
sta cosa qui, di saper Ieggere nelle fenomenologie di qual un
que natura e individuare Ii dentro Ie variabili. E 'noi avremo
appunto alcuni mesi di tempo per provare a fare singolarmente
e collettivamente questo interessante ed importante ed indispensabiIe giochino qua. E nel fhrIo capiremo varie altre co
se . .. .
2.1.1.3. Primo elenco delle variabili.
Man mana che ce ne viene in mente 0 ne individuamo
qualcuna, cominciamo a scriverla in un elenco. Estraendo Ie
variabili si arriva ad un primo e provvisorio "elenco delle va
riabili estratte"; ripe o ancora: anche da una rappresentazione
intema, mentaIe
, ecc. e poi da rappresentazioni altrui, ancheoggettivate, e da esperienze proprie ed altrui, e quindi da
un'osservazione sistematica e discretamente consapevole della
realtfl che ci interessa, della sua fom1a e della sua trasforrna
zione, in particolare. ecc.
collegate.
11 professore candidato-conrieereante Alquati ha gia fatto
lui un modeno esplorativo e sperimentale sulla eomunica
zione; cosi moite variabili lui Ie ha gia messe Ii dentro e basta
andarle a vedere. Pero: primo, voi non avete letto i l testo,
benehe vi sia statu distribuito e quasi tutti ve 10 siate po nato a
easa (per collezionare papiri? Infatti non evero ehe in esso si e
alzato troppo i1 tiro della qualita, 0 che e un testo troppo diffieUe . E poi sarebbe da studiare, da analizzare eritieamente e
non solo da leggere .. . Voi nella vostra sopravvivenza non
studiate mai? E se si, eosa studiate? 10 studio . .. ..). In secondo
luogo, quello di Alquati nel papiro "suI eomunicare" pero eun
discorso aneora troppo generale, eun modello troppo generale
e cOSt astratto; noi dovremmo scendere aneora di livello, scen
dere a fenomeni pili concreti -in senso volgare-, in una mag
giore immediatezza e in una localita pili deterrninata: su nodi
pili ristretti e meno astratti. Sta a voi!
Fra 1'altro, ripeto, dobbiamo ancora risolvere il problema
dei famosi nodi di inchiesta del primo anno, i quali ancora
non esistono. E quindi quando Ii avrete stabiliti ne faremo in-
sieme dei modellini. Uno 0 pili, a seconda di quali e quanti
nodi di questa ricerchina-annua faremo partire; credo nel
prossimo autunno. Perche bisognera aITivare a fare dei model-
1ini: ciascuno il suo (e non per microgruppini separati, inco
municanti e contrapposti in cui semmai parla solo il leader) e
subito confrontarli ed unirIi, fonderli mediante un lavoro col
lettivo: modellini di qualcosa di pili irnn1ediato e concreto.Per cui Ie variabili che dovremo tirare fuori non solo non sa
ranno quelle astrattissime del mio Modellone, ma neppur
queUe ancora cosi troppo astratte della mia lezione propedeu
tica sulla comunicazione; la quale epiuttosto esemplificati a
e stabilisce una specie di orizzonte del campo 0 dei campi di
indagine effettiva. Ma questa si vedra aHa lunga come.
2. 1.1.5. Procedura di estrazione. che su dei foglietti e me Ie porto a cas a, dove me Ie e1aboroper la mia ricerca personale, no? Infatti io qui estraggo rego
borarle pure? e quindi di osservare e se volete (perche e di
rnoda l'errneneutica) di interpretare il rnondo? Ripeto: la ca
pacita di vedere dentro il fluire dei processi storici, della vita
di tutto cia che fluisce immediatarnente sebbene in una gerar
chia complessa di flussi , e quindi la capacita di osservare. Im
parare facendo e osservando. Quindi facendo anche nella ri
cerca formazione.
Mai separare ricerca e forrnazione! Facendo anche nel ricer
care un'esperienza formativa; oltreche facendolo nell'espe
rienza forrnativa della vita estema. Cosi si imparera pure un
po' cosa sono queste variabili e soprattutto ad individuarle e a
tirarle fuori .
2.1.2. NOMINAZIONE E CONCETTIJALIZZAZIONE.
Ma adesso per ripartire davvero in avanti torno ancora pili
indietro. Per potere trovare qualcosa, individuare qualcosa, io
devo gia avere in testa (0 anche all'esterno ma internalizzabile
facilmente nella mia testa) una eerta idea di massima di quel
che cerco. Non devo tanto sapere i nomi delle cose, 0 comun
que dargliene uno io se non 10 so. Non solo e non tanio questo.
Ma devo avere in testa un qualche minima concetto (anche
inconsapevole, anche silente) di cia che corrisponde a que!
nome ed a quel che sto cercando e che sto cercando, 0 di cui
sto parlando (nella comunicazione), un'idea di cia. I concetti
fanno anche loro parte del linguaggio, almena come partico
Iari significati. Picasso bluffava quando diceva: "io non cerco,
io trovo!"; in realta aveva idee talora inconsapevoli, rna rnoltochiare su quello che cercava e voleva (l'eidetica . . !
Abbiarno quindi due particolari operazioni qui, entrambe
indispensabili , sebbene spesso date per scontate od implicite,
che nella conricerca devono diventare non solo esplicite e con
sapevoli, rna oggetto di particolare riflessione, anche comune:
78
teriali) ; rna prima ancora concettualizzare. Quindi poi cono
scere e stabilire insieme quali concetti corrispondono, 0 fare
mo corrispondere, a quei nomi, il che diventa esplicito nelle
lora definizioni . C'e poi un terzo momento che riguarda piu i lsenso che non i l significato-"letterale" ed e la significazione,
che per ora ometto (bencM vari esperti mi abbiano definito un
"significatore ..", come a dire un inventore di sen so; rna?) .
2.1.2.1. Dizionario.
I nomi sono allora segni molto particolari, e rimandano pure
a dei significati molto particolari che sono i loro concetti, i
concetti cui corrispondono, cui sono interrelati; concetti che
noi (ciascuno di noi) abbiarno pili 0 menD chiari in testa
(comuni 0 no, convenuti 0 no), rna che nel conricercare ovvero
nell'agire collettivo siamo tenuti ad esplicitare dandone Ie de
finizioni, ovvero dicendo cosa si intende, 0 cosa noi inten
diamo con quel dato nome. Cosi da un lato costruiamo un
linguaggio comune; e dall'altro 10 rea1izziamo apprestando an-ehe un dizionario comune. Questo e importante e va fatto;
perche finora 10 si e fatto poco, non 10 si e atto collettivamen
teoCollettivamente non si e atto quasi nulla!
10 do sempre Ie definizioni dei nomi (composti, balordi) che
uso talvolta inventandomeli. Cosi malgrado tutto se si studia
un poco il mio linguaggio e in specie il mio dizionario (sparso
nei testi), se 10 si legge con attenzione, non solo grazie a que
ste definizioni si puo capire abbastanza, rna in fondo l'ambi
guita semantica si riduce non poco; il che per certi aspetti (rnanon per altri) eun vantaggio. Pero in una conricerca la que
stione edi fare un linguaggio ed un dizionario comune; il che
richiede non solo una certa organizzazione, rna un note ole
lavoro collettivo e comune per riuscirci!
79
Adesso dieo qualeosa di un po ' pili tecnico e mi dispiaee di
essere un po' pili teenieo. Non dovete spaventarvi. Perehe su
questo ei sara abba stanza tempo.
(schede, schedine, sehedette,....), da ordinare e disporre gerarchicamente, separandole per ambiti e livelli. Ed e p o r : a n t ei l fatto che sono schede, ciaseuna relativamente compmta il l se
Ripartiamo allora dall'aver fatto un eleneo di variabili per
passare dall'eleneo allo sehedario; uno schedario razionale, ho
detto. Vediamo.
Adesso io vorrei dire qualeosa di pili di quanta non dica di
soli o sullo schedario, anche perche qui non ci riferiarno solo
all' artigianato studentesco, rna pure a qualcosa d'altro, pure ad
altri soggetti di ricerca con altre risorse.
Faccio una premessa. Lo schedario "razionale" e qui per me
innanzitutto queUo che ha una struttura sistemica stratificata
e gerarchica (corrispondente nella sua forma a · quella realta
come 10 sara poi la mappa ed il modello) ed e cosi gia un
c1assificatore, e c1assifica Ie variabili nel lora ordine gerar
chico. n che significa che da un lato esso ha gia una corri
spondenza con la realta, che nella sua sistemicita per di pili, eessa stessa pure stratificata e gerarchica e per questo; rna
dall'altro lata vuol dire che essa va corrispondendo man mana
al modello che costruira, ed esso pure in una certa corrispon
denza con la realta medesima in movimento ed aperta, almeno
sul futuro. AUora mi interessa abbastanza incominciare a dire
che la struttura (razionale appunto) della schedario gia co
mincia ad essere una rappresentazione della realta, operabile :
sulla Quale si possono fare delle modifiche di struttura, dicomposizione, e delle integrazioni, elirninazioni, ecc. ecc.
E trattasi innanzitutto di uno schedario cartaceo, in cui la
gerarchicita pua essere ottenuta da una gerarchia di cartelIe,
cartellette e cartelIine, contenenti schede. La base della sche
dario sono delle schede di differente livello gerarchico
80
I.
I,
I
stessa e che non hanno una sequenzialita, rna possono essere
distribuite e ridistribuite in rnaniere via via sempre differentinel mazzo rimescolate in maniere diverse, sempre cambiandoil criterio. PereM cio gia ci aiutera ad andare oltre illibro, 01-
tre la (mera) scrittura, caratterizzata da sequenzialita lineare.
Ed infatti si tratten} di arrivare a schedari-elettronici, nel
computer, nella rete .. : verso ipertesti, fra l'altro. ~ p e t o : i
iumi che scrivo io , a parte l'enorme ridondanza e 11 linguagglO
-appunto!- e la difficolta di lettura (non sono l.ib? ~ leggererna da studiare) io dico che non sono tanto del hbn rna delle
rnacchinette gia un poco differenti percM sono espliciti mon
taggi di schede, rimontabili differenternente, secondo d i f f ~ -renti percorsi, appunto, ecc. Ed io posso gia farlo dentro i l IIUO
computer, in successive revisioni di questi testi, per defini
zione in fieri e quindi sempre provvisori, temporanei.
Si dice, giustamente, che oggi senza saper rappresentare e
senza saper leggere e capire orizzontalmente cornplessita sisterniche e soprattutto verticalmente gerarchie cornplesse per
strati e livelli, non si capisce e non si fa grancM. 10 sono da
un lato esterrefatto e dall'altro demoralizzato e male impres
sionato dal fatto che i rniei lettori di rnolto si accorgono e ma
gari perfino mi parlano, rna ignorano il fatto macroscopico e
centrale che io procedo secondo livelli gerarchici di realta, e
dico che non cte sisternaticita in senso stretto senza la conside
razione dei livelli gerarchici di reaIta e la lora distinzione: nel
sistema capitalistico rna anche nella societain
senso generico!Ma loro no. Fanno corne gli struzzi! Non Ii norninano nean
che. Sono rnasochisti . Peggio per loro!
Orbene, ci sono in giro oggi e ci vengono proposte tutta una
serie di altre rappresentazioni gerarchiche, e di tanti tipi· e an-
81
che rappresentazioni gia operative di tipo diverso. Sono fattecosi Ie reti, gli oreliti delle tessiture. Ma ecosi anche la realta.
Una prima considerazione allora eche questa rappresentazio_
Ie dell'operare scientifico: e ad esempio Foucault( 12) ci mostra
fra l'altro gli enormi problemi che la comprensione del suo si
fatte Ie cose), se voglio chiedermi anche per Quale "causa" Ie
c o ~ e s o ~ o fatte cosi: perche?, devo fare du e passi in pill : uno, i1pnmo, e ancora pmttosto descrittivo, e pur essendo in se descrittivo ecomunque un passo verso Ia causalita: e l passo dicercare Ie correlazioni fra Ie variabil i.
?arola "correlazione" e una paroIa chiave della ricercasClentifica. E' una parola che suggerisce intanto l'idea che si
debba cercare una relazione tra Ie variabili. Co-relazione ossia
" r e I ~ z ~ o . n e - i n s i e m e " . Bisogna prima individuare Ie r e l ~ z i o n iP ? S S ~ b l h .fra variabili (relazioni-unidirezionali e invece reIa
zlOru-rec.lproche) e cominciare a riflettere ed interrogarsi sulla
narura di queste relazioni . Nelle quali entrando Ie variabiIi
stesse c ~ m b i ~ o gia un poco, pill 0 meno (come 1; persone che
nelle ~ n t e r r e l a z i o n i e relazioni con persone diverse.
partner d i v ~ r s I .non sono mai proprio Ie stesse). Provare a
m e t t ~ r e Ie n s p e t t i variazioni, ovvero i rispettivi variare, in
l a z l O n e (tendenzlalmente reciproca) tra 10ro. Allora comin
Clare ve?endo dallo schedario quali di esse sono strettarnente e
taIora Vlst?Sameme gia in relazione COIl altre: nel senso che
q u ~ s t e ~ a n o con una certa forza (che posso distinguere) al
vanare di quelle altre. Infatti il nome pili giusto di correlazio
ne dovrebbe e s s e ~ e " ~ o - v a r i a z i o n e " Naturalmeme bisogna
avere una certa attitudine a stabilire e distinguere Ie relazioni.E come vanno Ie cose dentro Ie relazioni.
A questo p . ~ n t o Ie. variabili so no giit gerarchizzate (perche
stanno ora gIa classificate dentro 10 schedario, no?), quindi
s t a ~ dentro una. g e : ~ r c h i a . Tuttavia adesso io prima provo a
relazlOnare Ie vanabIll quasi ignorando Ia gerarchia e daI t I 11 . , un
0 e 0 ~ e r a r c h i z z a t e , e da quest'altro lato Ie metto in rela-
ZlOne tra di .lor? ragionero subito anche suI fatto che si
hanno covanazlOru verticali, diagonali, ossia fra variabili a
86
Suggerisco di cominciare a indicare Ie relazioni con deigrafici. I grafici so no molto utili (rna i grafici non sono igrafi . .. . Possono essere alberi, grafi, diagrammi, ecc. Co
munque noi cominciamo pure con dei semplici grafici. In cui
Ie relazioni unidirezionali so no indicate da frecce: ------->. E
queUe reciproche da una doppia freccia coi versi contrari, in
versi: ------> e <----- (disegnata anche cosi: <----»Riepilogando, aHora ci sono Ie variabili, queUe cose suscet
tibili di assumere pill statioMa adesso prendo queste cose inquanta relazionate con iorza con altre nelloro movimento. Nel
senso .che mentre questa cosa assume pill stati, assume pili
stati al contempo anche un'altra cosa (materiale e no). Questa
varia al variare dell'altra . Messa in relazione una cosa che va
ria cosi, ossia una variabile, con delle altre variabili, si vede 0
si scopre con cene procedure 0 si verifica che queste cose
variabili (molte volte) hanno fra loro una correlazione di una
. cena forza; 0 magari non ce l'hanno. E se ce l'hanno, subito la
si segna nel grafico con una freccia. La freccia puo essere
unidirezionale 0 reciproca a seconda se la relazione va solo
dall'una all'altra, oppure va anche viceversa. E questo modo di
rappresentazione grafica e di una comodita e di una potenza
notevole.
II concetto di correlazione e statistico; rna a noi non
interessa la correlazione nel senso statistico rigoroso, rna ci
interessa solo nei tennini molto generici in quanto covariazio
ne. Notiamo bene il fatto che incontrare due cose che variano
magari analogamente, cioe alIa stessa maniera, e gia una cosa
di discreto interesse per chi analizza certi fenomeni. Pero e di
per se una faccenda soltanto descrittiva : ossia la correlazione
anche forte non ci dice che se una cosa varia quasi alIa stessa
maniera dell' altra io sono autorizzato a concludere che questa
87
e1a causa della variazione dell'altra ; e nemmeno i l vicevers I
Qu esto e ondamentale, e non bisogna scordarlo 0 s o t t o v a l u t a ~ ~10.
di arrivare a questo massimo c'e uno stadio intennedio di relazionalita che eproprio 1a funzione.
2. 1.4.3. C1assificazione ed indagine esplicativa.
" P e r ~ ~ u e s t o ci. ~ e t t e molto sulla strada del trovare lacausa dl una VaI:8ZIone. Infatti molte volte la causa e ivela
ta da una GOrre1azlOne . Ossia c'e probabilita (rna ness una sicu
~ z z a , n e ~ s u n a garanzia) che se una cosa varia alla stessa ma
mera.?eII~ t r a
0 una e causa della variazione (del passaggiofra pm s.[atl.) deII'altra; 0 , cos a molto pill probabile, c'e una
vanabIle (Pill 0 meno nascosta) che e causa del variare
il l .e due queste, ed allora bisogna individuarla e scoprir1a'e il l soItto alIora non enemmeno tanto diffic 'l E '". I e. comunque~ n m a Sl p o n ~ 1a re1azlOne causale individuata 0 scoperta come
Ipotesl: e pOl si .verifica.... E questa e in SOS[anza la base
della ncerca (sclentifica) esplicativa: scoprire Ie variabili piut
t o s ~ o n a s ~ o s [ e 0 evidenziare quelle palesi che s o ~ o causa del
vanare altre che ci interessano, e cosi sono leve di movi
memo,<Ii
mutamemo,di
cambiamento: di trasformazione.2.1.4.4. Funzione.
U ~ .concetto m a t e m ~ t i c o / s t a t i s t i c o fondamemale (anche int e ~ solamente ~ ~ a h t a t i v i cioe senza misurare nulla senza
q u a n t i f i c ~ e nulla) e II concetto di funzione. Sapete voi cosa euna funzlOne? La funz ' , . . .
. . ' . . lOne e un tIpo dl relazlOne particolar-m e n ~ e Slgnificatlva. Infatti eun relazione pill forte (in un certo
relatI;.o s e ~ s ? ) della c.orre1azione, ed eprima deIl'uguaglianzae d ~ l l l d e n t I t a la relazlOne pill significativa che ci sia E 1
lazlOne che meglio esprime 1a "causalitil" (. t . . a red t ' " II I esa II I senso non.e r r r u m s t l ~ o c ~ ~ e "influenza" su un evento 0 su una va-
nazlOne). IdentIta e a sua volta un tipo di relazione ed e~ ~ s s ~ m a quando due cose sono in relazione tra <Ii lora
m terrrum di .d ti ', . 1 ta , ne1 senso che sono una identica al1'altra
questo e II maSSlmo di relazionalita che ci sia fra loro p ' '. nma
88
Secondo la teoria degli insiemi (che e una teoria matemati
ca fino ad un certo punto molto semplificatrice) <quando ad
un solo elemento di un insieme 0 di una classe, corrispondono
pili elementi, 0 stati di un altra classe, abbiamo una funzio
ne>. La funzione pone Ie due variabili in relazione in termini
di dipendenza, ossia di causalita, Ie distingue secondo la di
pendenza 0 la causalita e ci indica anche la direzione della dipendenzalcausalita . La funzione si scrive matematicamente
y=f(X). Cosi si dice che Y varia "in funzione" dei differenti
stati che puo assumere X, ossia del variare di X. Cosi Ie due
variabili non sono simmetriche: una, la Y, gia un poco la co
nosciaino attraverso la ricerca descrittiva; Ia X invece puo an
che essere un'incognita (e per questa io la chiamo X) ed e pro
prio queUa che cambiando state fa cambiare anche la X (che
senno probabilmente se ne starebbe inerte ed abulica). Ossia il
caso pili comune e queUo in cui noi non sappiamo cosa fa va
riare un'altra cosa; ovvero, diciamo, ignoriamo qual'e la causadella sua variazione. E ci domandiarno allora qual'e la causa
della stato che questa cosa qui assume 0 puo assumere? Una
quindi subisce Ia variazione dell'altra: la Y subisce la varia
zione dalla X. La Y e qui una variabile causalrnente dipen
dente; e la X e la variabile nella relazione fra Ie due causal
mente attiva ed indipendente. 10 ho in genere delle Y di cui
vogIio trovare Ie X: ovvero, ho delle variabili dipendenti (parto
da delle variabili che variando 10 faranno per una qualche ca
gione) di cui voglio trovare Ie cause del loro variare, Ie ca
gioni, ossia Ie X.
.tUlora il punto e quello di classificare queste variabili in
questi termini : "variabili dipendenti" che sono variabili che
ricevono la causalita, la subiscono; e invece "variabili indi
pendenti" 0 "cause" che "influenzano" 0 attivano la causalitil,
l'influenza... E' un passo che si fa molto meglio dopa aver
89
trovato Ie correlazioni. Dopo aver trovato Ie correIazioni ci si
chiede quali sono i rapporti causali e alIora si cerca di distin
guere Ie variabili tra dipendenti ed indipendenti. Le frecce
pure man mana che il riscontro si approfondisce ed aumenta la
sua relativa corrispondenza aI movimemo delia realm in tra
sformazione oggetto di ricerca: modeno processivo, aperto. Un
adesso sono davvero delle freece che indicano il verso della
causalita : Ie frecce vanno dalle X aile Y. Ovviamente ci puo
essere anche causal ta reciproca. A questa pun o Ia rappresen
tazione innanzitutto ci rappresenta Ie correlazione e poi ci
rappresenta pure i rapporti funzionalifcausali e quindi i rap
porti di dipendenza. E questa rappresemazione qui euna cosa
molto importante e general mente si chiama "modello".
2.1.5. MODELLO.
Ho gia anticipato pili sopra che interconnettendo Ie variabili
secondo Ie loro relazioni ipotetiche pili probabili GOstrWsco un
Modello ipotetico. Ordunque, COS'e un Modello? <II Modello e
una rappresentazione semplificata e sintetica (Pili 0 meno)
della realta che ne mette in evidenza Ie relazioni Iogiche fondamentali> (fra Ie variabiIi, ovviamente). E queste sono ap
punto Ie relazioni-descrittive, Ie correlazioni, Ie funzioni, Ie
uguaglianze, ecc. E fin che mi limite aile prime due avro un
modello descrittivo; se invece vi inscrivo anche Ie funzioni
avro un modello esplicativo/causale. II nostro, come ho gia
detto e ripetuto, vuole andare anche un pochino oltre e fun-
zionare un poco come "modello simulativo", e consentire un
minimo di simulazione dei possibili e prevedibili movimenti
del reale e sue trasformazioni .
Ho detto pili sopra che il nostro modello (0 piuttosto i due
modellini da cui partiremo con il paio di casi della prima con
inchiesta) sara processivo, cosi sara non solo Ia rappresenta
zione dinamica di un processo che si sviluppa nel tempo, rna
esso stesso sara flessibile ed aperto a continue modifiche e
90
modello in fieri . Un modelIo ovviamente selettivo che sele
ziona cio che a priori ed ipoteticamente si ritiene essenziale;
rna anche questo andra poi verificato e corretto. Un modello
per quanto dettagliato non corrispondera mai interamente al
reale: il nostro sara abbastanza astratto e sintetico.
Inoltre sara un modelio di un sistema e quindi strutturato
verticalmente per livelli di rappresentazione ed orizzontaImen
te per ambiti, come ho gia sottolineato.
Ho gia anticipato che non dobbiamo confondere neppure il
modello (piuttosto metodologico) del conricereare e delle sin
gole inchieste-annue in quanta "disegno" della conricerca e
"disegno" delle singole con-inchieste, con la rappresemazione
sostantiva, contenutista, del campo, ossia col modello del
nodone di ricerca.
Secondo me per potere in qualche modo ope rare, rendereoperativo uno schedario e quindi una banca dati una rete, tutte
queste cose eomplesse e gerarchiche bisogna appunto riuscire
a fare un modello corrispondente 0 realistico, e quindi a tro
yare una corrispondenza reciproca tra Ia rispettiva forma ge
rarchica che e di tutte queste cose appunto "isomorfe" ed epure quella di un modello corrispondente alIa realta che rap
presenta (ed alIa quale diventa molto pili dettagliatamente
isomorfo) .
91
2.2. Approfondimento del secondo momento: la
"raccolta" .. ...
conricerca sara utile, rna ovvio, indispensabile ed opportuno,ricorrere assai a fonti non convenzionali. Per quanto questadistinzione valga davvero . ... .
h ~ o a f a r ~ con.la radio, che so no demro questa radio. E di fontI Vlcenda della radio stessa. In qualchemodo In questa conncerca sui comunicanti la vostra "radio
black-out" dovni entrare. Anche percM nella ricerca della
radio in qualche modo si deve parlare. Ed in moHe maniere
p r o ~ a b i l m e m e . E questo non solo per l'inchiesta e s p l a t i v ~p r e l l I r u ~ a r e s u I ~ a radio. Altrettanto eventualmente per il nuovocorso di Iaurea In comunicazione.
2.2.1.3. Lezioni e conferenze.
. Un'altra fonte ancora sono Ie conferenzedi quei signori che
Cl v ~ n g parI are anche (io spero) della comunicazione in
cern contestI. L'ho appena detto. Non deve trattarsi solo di
o ~ s ~ o 0 meno collettivo (voi siete ben poco collettiviz
zan, ~ ve?ta, e poco propensi a socializzare, poco disponibili
?d a ~ l t u a t i a comunicare orizzontalmente fra voi, frantumati
In r r u c o g r u p ~ i n i abbastanza chiusi, a confromarvi produtti
vamente ..) di spettacoIi. Bisogneni subito estrame anche in
forrnazioni ~ o n o s c e n z e (oltre alle variabiIi, e certe ipotesi,
ecc.) . E S O C l a l l ~ z a r l e cumularle in un confronto coUettivo di
s e ~ e z l O n e .un p.o organizzato. Che finora spontaneamente propno non SI aVVla .... .
Ma useremo anche altre fonti , di aItra natura. Vedremo.
Questi sono gia tre punti disponibili e ormai a tiro concreti
~ o v e raccogliere Ie informazioni. E poi ce ne v o r r ~ o altri11 troveremo, se ci sara davvero disponibilita a conricercare.
94
,-, '
Ci sono ovviamente delle tecniche particolari per ciascun
momento e sub-momento della ricerca. Nel secondo momentoabbiamo a che fare con la raccolta dei dati, informazioni, sa
peri e conoscenze, in questa particolare modal ita (soprattutto)
qualitativa. Adesso dunque diciamo qualcosa su alcune tecni
che di raccolta proprie dell'indagine qualitativa e pili esattamente: osservazione partecipante, diario e memoriale, intervi
sta in profondita e colloquio guidato e focalizzato, autobio
grafie 0 storie di vita
Si trat ta perfino in questi casi, or pili or meno, di tee niche
tecnoIogiche, ossia sviluppate in base a scienza applicata e
razionalita scientifica. Ed allora gia abba stanza, e tantopili in
tendenza, di tecniche iperindustriali di raccolta di informa
zioni; or pili or meno, ripeto: magari talora artigianalita sup
portata da mezzi tecnici potenti, proprio come dicevo prima.2.2.2.1. Osservazione partecipante.
Vediamo per prima l'osservazione-partecipante. Come 10 di
ce gia la parola l'osservazione-partecipante pone due que
stioni: che sia un'osservazione, e poi che sia partecipante. nche richiede che si sappia osservare e poi che si sappia parte
cipare. Oggi queste non sono certo due cose facili.
2.2. 1.La . Osservazione.
Ho gia parlato molto anche prima dell"'osservazione",dell'importanza di sapere osservare per potere estrarre Ie va
riabili. Che si osservi, che si sappia osservare: questo (che e
anche una delle due vie dell'apprendimento) non e poi cosi
facile. Ma noi siamo qui anche per formarci, quindi impare
remo un poco anche ad osservare. L'osservazione partecipante
secondo me euna fonte gia al confine perche estata elaborata
95
da dotti e notevoli scienziati sociali; soprattutto dagli antropologi piu che dai sociologi: malgrado sia in apparenza moltos mpIice: c'e tutta una letteratura su di essa che a1cuni di voiconoscono (perlino) meglio di me .
terrelazione con Ie mie ipotesi di declino d e l l e s p e r i e n z a Q
almeno della poca consapevolezza di fame, di s ~ e r i r e c'ein giro. E 5i vede gia che in fonda 1'0sservazlOne n ~ h i e d
1 on stara qui ad approfondire i l discorso su cos'el'osservare in genere. Mi bastera dire per ora che significa
gu ardare con molta attenzione, con cura, con una certa sistematicita anche (qui soprattuno questo). 10 penso che l'attuale
precarieta deU'osservare dal vivo dipenda da un'erosione del
guardare nel vivo, il viveme . .. .... . e di discemere qui dentro.Sulle irnrnagini ed in specie su queUe in movimemo "fisico"
invece 1a capacita di guardare e decodificare e cresciuta. Ma
1a realta non si esaurisce nelle sue irnrnagini; tutt'altro. E' eli
moda un superficismo impoverente! Una cos;a e valorizzare
anche la superficie, un'altra e sostiturla al resto appiattendovi
tutto sopra, buttando via il resto: tenere la buccia e buttare via1a mela.
E allora si richiede 1a disponibilita, una certa apertura aglialtri: l'interesse, almeno la curiosita verso gli altri ed anche
l'aItro, euna importante condizione per poter osservare; per
che se non si edisponibili a vedere non si osserva, giacche,
ripeto, osservare il fIuire del viveme edivemato difficile. Inparticolare edifficile per i giovani .
I giovani (forse) non so no pill formati a guardare, soprattuno
a guardare cia che e mmediatamente vivo. I giovani guardano
molto attraverso l'immagine e guardano molto l'immagine,
nell'immagine e su questo hanno una cultura dell'immagine
enorme. Pera la gente viva non e olo la sua irnrnagine, rna eanche quella persona e quel dato insieme di persone, che vive
secondo sue modalita, comportamenti, significati, valori,
scopi, senso, ecc.; probabilmente differenti dai nostri. Se tuno
questo non ci interessa e non ci coinvolge non facciamo la
fa tica di osservare. Specie se ci manca ii tempo. E cia e in in-
96
l7
" ,
I
sempre di essere un pochino partecipante. P e r t a n ~ o , se pensate bene, questo e essere gia dentro il tema dl una n c e r ~sulla comunicazione, perche se c'e questa problema la dif-
ficolta di guardare le cose questo problema ci porta gta dentro
i temi del comunicare.
2.2.1.1.b. Partecipante. .. .
Se in generale l'osservazione richiede sempre un ~ r u m o ~partecipazione quella "partecipante" per antono.masla n chiede parecchia, e sistematica. Non basta stare In una s l ~ azione sito fome e oggeno di i n c h i e s t a ci vuole a n c ~ e i l l-serimemo: pure soggettivo; un minimo di i r n r n e d e ~ l m a z l O ~neUe maniere di vita degli agenti-umani, ora quall comuru
canti che stamlO e sopravvivono Ii imerrelati fra lora e col
lora ~ o m e 5 t o , e dotati e combinati coi mezzi; e ci interessano.
E cia va fano in comemporaneita e compatibilita con un certo
mai estinto distacco: in un dentro e fuori. In cui pera g i o ~ a la
sua parte centrale ruso della memoria, a caIdo. E' un sltuazione un poco schizofrenica, che solo accresce q u e l ~ a , ch :
dovrebbe (rna non e) una normale situazione ~ a p a c ~ t ? ) dlvita. Si richiede capacita, esperienza e pure professlOnalita pa
rticolare, non facilis5ima e rapidissima da apprendere, e sen
sibilita, ecc.
Ci vuole anche disponibilita a partecipare: la mancanza di
questa disponibilita e gia un ostacolo soggettivo, anche se eparadossale, in chi vuoie fare conricerca. Talora la testa vqole
cose che il resto del corpo non \tllole aItrenanto 0 non sa fare.Poi c'e la poca disponibilita degli altri a farsi o s s e r v ~ e ) spesso.
Ad accettare addirittura un rapporto a q u e ~ t o f i ~ e . uncointeressamemo, un coinvolgimemo che msensca m un mter
re1azione pure i lora tini. E questo nella conricerca eperlap
punto basilare.
97
Ostacolo ulteriore alIa partecipazione. 2.2.1.1.c .Tecnica usata dagli antropologi.
L'osservazione-partecipante anche propria pure queUe
particolare o ~ t a c o ~ o partecipazione sono oggi Iechiusure, Ie b ~ e n z z ~ nei microgruppi (tutti uguali in
f ? ~ d O tutti c o n V I n ~ di .avere una propria enorme diver
~ l t a ) .. E s ~ d d ~ ~ a ldentificazione oppositiva. Differenze~ ~ n ~ c a t J . v e di stIll di vita, del modo di essere di questi aItri,gIa se , ? v e ~ t J . come molto altri perche hanno un anno pili 0 di
~ e ~ o di nOI, o n ~ e Ievano alte barriere, steccati: mancanzadi Interesse a pnon 0 per chi e fuori Q t ' 1
. '. " . . ues 0 e 1 punto: ap:zon. non c e Interesse alI'interesse. Come non di rado _Vlene nel mo d ' '1 ave . n 0 gIovarn e (dove pera ci sono pure interessantin c c ~ e : rotture di questa norma. Preziosa e a vispaCUflOSIta degII anziani) Se ' . d .. . . parazlOlll e opposizioni genera-
zlOnall. Uno ha un anno di ., di r ' .arlan . , " " pm quel I II e questJ. qua non gli
p I 0 gIa I n S l e m ~ perche dicono questo qua e gia tutta
Ull.alt:a
cosa. Sl ~ e m e dire <10 ho diciassette anni lui ne ha 19,
qumdi non abblamo granche da scambiarci> 0 '1mondo gio '1 . vvero, 1
d . . .varn e, soprattutto, e un mondo spavemosamentea z : m ~ l O s a m e n t e , attraverso l'imitazione nell'identifica
ZlOne l i ~ t a t ~ ad a:cune .caratteristiche che agli esterni sem
b r a n ~ a r . ~ l t r a n e ed InCOnslstenti; rna chi vive cia 10 trova natu
rale, ClO che e naturale) frantumato e rinchiuso in comparti
~ e n t I stagni. Ma questo non avviene per caso' c'e una politica
~ e t r o che. e ~ a r ~ che chiude, che bunkerizza 'nelle subculturedi professlOill, di gruppi e microgruppi di eta di .e . . . . ,. ' , generazlOne
.VIa, oppure temtonalI (Ildentificaz ione territoriaIe 1 aI'-stica se ., al ' OC 1
. . ' mpre pm . , P?sto di quella di classe) . QueUe territo-nall sono a n ~ o r a pm vIstose oggi (Ia Bosnia vi da un esempio
abbastanza mteressante di chiusure territon'alI' . h'bT . reclproc e
POSSI 1 s s l m ~ a n c ~ e ed embrionaImeme gia presenti n e l l ~n ~ s t r e recent! neo-ldentificazioni territoriali, oppositive) Cia egIa nel node del comunicare..... .. .
e di
persone e attori (spesso malgrado Ie buone intenzioni) piuttosto distruttivi di culture e di capacita umane che sana appunto
gli amropologi. Come si vede in tanti documentari, anche in
moltissimi film, un bel giorno (soprattutto a partire dalla se
conda meta dell'ottocento) essi partivano di casa in viaggi an
che molto ardui e andavano presso una tribli magari di Papua
della Nuova Guinea, stavano la magari 25 anni, imparavano la
lingua, imparavano tutto e partecipavano alia vita di quei vil
laggi; e stando la osservavano sistematicamente, partecipando.
Quindi euna tecnica pili propriamente antropologica.
Ed 'inoltre un risultato, per quanto strurnentale all'indagine,
non era solo che gli antropologi imparavano a vivere, a essere
a sentirsi come dei Papua; rna che a 10ro volta i Papua finivano
con l'essere meno Papua di prima perche diventavano sempre
di pili sirnili all'antropologo. E questa (Pili 0 meno volontario)
e il lato distruttivo: perche l'acquisizione del nuovo (ossia dielementi della nostra cultura borghese) e avvenuta ed avviene
sostituendola a quella aborigena. Per esempio si vede in molti
documentari che quegli indigeni (che ovviamente io chiamo
Papua, rna tanto per dire un nome) quando so no arrivati gli
antropologi erano tutti nudi, dopo quattro anni di presenza
degli antropologi avevano tutti su Ie braghette, e via e via.
Cioe una distruzione come dire della genuinita di questo og
getto di consumo, molto spettacolare, che e la vita dei prirni
tivi; per cui adesso fra l'altro anche chi Ii vuol guardare non se
Ii trova pili belli e genuini come se Ii trovava una volta perche
se Ii trova con Ie braghette, che hanno il tegame fatto indu
strialmente, i piattini di plastica, ecc. ecc.; anche nei punti pill
remoti della Nuova Guinea (che pare siano proprio ai confini
del mondo) .
99
P ro questo schema e poi stato esteso in altre direzioni, non010 e non necessariamente di popoli primitivi. E quindi non
implica l'idea di diverso, di un alterita: vado la dove sono
prirnitivi, dove sono diversi e devo diventare come loro per
prototipo della raccolta dell' informazione che si p o t r ~ b , : > e fareprivilegiato (almeno in partenza) rispetto a qualSIaSl altra
tecnica. In fondo si basa suI tenere un diario, e gia i l tenere un
diario scrivere rnernoriali rientra fra Ie tecniche qualitative
potere comunicare con loro, carpire Ie informazioni e cono
scenze, ecc., Ie immagini, anche solo verbali.. . Si fa osserva
zione panecipante anche dove la presunzione del primitivo,
del diverso, non c'e tanto; come a Torino, da noi. Per uno che
va a fare l'osservazione partecipante tra noi, non c'e neanche il
bisogno di partire.
Siamo gia qui; per cos a dobbiamo alIora imparare a fare al
tro? Eppure anche qui ci sono i Papua, e gli alieni: una molti
tudine. Magari sono alieni tutti gli altri. E ta10ra noi a noi
stessi. E al10ra bisogna andare Ii dagii altri. E dunque bisogna
imparare i linguaggi, ecc . I Iinguaggi, appunto, per comuni
care e capire la loro comunicazione .. Pero assai come aper
tura, come disponibilita nei confronti dei linguaggi altrui,
degli stili, ecc. . Infatti si pone il problema arduo e complesso
di come nella conricerca conoscere queUo che c'e negli altri,
ed assai di conoscere e comprendere la soggettivita dei comunicanti; rna al contempo anche trasformando e formando, ed
innanzitutto proprio Ia soggettivita, ed in particolare attraverso
la trasformazione del contesto!
2.2.1.1.d . Di nuovo esperienza.
Tuttavia io ho detto e ripeto che l'osservazione partecipante
cosi intesa, incominciando a sgrossarla cosi, puo essere inter
relata assai con l'esperienza. E ripe o che a mio parere ed e
nella mia ipotesi, di conricerca, oggi l'esperire e la capacita di
esperire sono entrarnbi in crisi, in riduzione, ind e c l i n ~ .
Ecco,la conricerca non solo usa, rna prornuove esperienza; e dell'al
tro.
2.2.1 .1.e. Annotare sisternaticamente.
Pill avanti, mana mana che si va avanti, si sara in grado di
capire qualcosa di pill tutti insierne. Ma questa egia per me il
100
che ci possono interessare, in specie se 10 si fa con unasistematicita. Questa diventa il punto pili scabroso : la slste
maticita. Come? Ma, ad esempio col riferimento ad un model-
10, appropriato un poco criticamente.
Se si emilitanti e comunicatori-militanti si e gia l i, antago
nisticamente, e magari in luoghi particolarmente significatividella comunicazione, come appunto spesso gia avviene pei
neo-militanti: aHora si tratta solo di osservare sistematicamen
te annotando I i e discutendo e confrontando con gli altri, si
s t ~ m a t i c a m e n t e ; e da soli e con lora svolgere (tutte) Ie opera
zioni (ed i compiti e Ie funzioni) di cui qui da tempo sto par
lando. Non e nient'altro che uno sviluppo sistematico di queUo
che e l diario, eun diario fatto con una particolare sistemicita,
pero intanto vediamo un a l ~ r a t e c n i ~ a e t e c ~ o l o g i a ~ s ~ o ~ b i l e.di tipo qualitativo equell a mtanto di stare 11 e fare 11 diano. ndiario e uno strurnento importantissimo di conricerca; cosil'osservazione-partecipante diventa una via molto importante.
Come insegna la M.T. Torti, l'osservazione partecipante
(come altre tecniche di raccolta) richiedono di disporre suI po
sto, nel sito, di "mediatori" fra noi e quegli altri. Nel nostro
caso pero mediatori sono di solito dei militanti di quel sito. Ma
in maniera relativa e particolare in quanto essi devono essere
parte costitutiva del "gruppo" articolato che fa c o ~ c e r ~ a e
rientrano nel novero e nella qualita di quelli che 10 chiamo
"ricercatori scalzi" . La conricerca in fondo riguarda precipuarnente i militanti. I quali non sono solo t e s t i ~ o n i p ~ v i ~legiati che inoltre si danno da fare a costrllire a nm canali dl
comunicazione!
101
L'osservazione-partecipante e un osservare; pero osservare
vuol dire saper tirar fuori Ie variabili, saperle classificare, sa
per metterie in relazione correlativa e in relazione causale, 0
Ie ipotesi, 0 Ie informazioni e conoscenze; pero a partire da un
aver gia fatto un certo lavoro singolare e collettivo prima diandare Ii. E se si erano gia fatte in passato esperienze sponta-nee di situazioni di quel genere ecc. tanto meglio: pure adesso
esse arricchiscono questa osservazione partecipante e poi 1a
osservazione sistematica, di un qualche movimento reale, della
rea1 ta nella Quale realta si e collocati e si sta dentro e si sta Iicollocati sforzandoci magari per un po di starci (0 di mostrare
di starci) aHa stessa stregua fra l'altro -pill 0 meno- di tutti
quegli altri agenti che in quella reaHa stanno agendo. Questo e
il me odo primario, la via regia delliantropologia. Ma tutto
questa con ed in un diario .. ..
2.2.1.1.f Esempio.
Mi viene chiesto di fare un esempio. Questa tensione ad
esempi astratti prima di corninciare praticamente rni sembra
sintomo di una strana ansieta. Quando corninceremo 10 ve
dremo. A me sembra la cosa pill facile e normale del mondo.
Sarebbe stato pill facile esemplificare avendo gia parlato
dell'intervista; quindi leggete il prossimo punto, che eproprio
l'intervista, poi tomate qui. E' agevole intendere che
l'intervista segue uno schema anche se l'ordine non deve essere necessariamente queUo prestabilito e che l'ordine spontaneo
degli argomenti nel parlato, nel colloquio, la successione, che
Ii capita e gia interessante. Che l'intervista deve essere
completa il pill possibile percM c'e una certa quanti til di ar
gomenti, e che semmai ne possiamo aggiungere altri non pre
visti se ci sembrano pertinenti con quell'argomento (quel par
ticolare tipo od aspetto della comunicazione). Ecc. Dunque, c'e
un certo schema, che noi emeglio che non teniamo in mana
su un foglio, rna imparianlo a memoria. Bene. Anche l'osser
vazione partecipante non euna qualsiasi esperienza vissuta: la
si fa per raccogliere informazioni e conoscenze. Quindi si va Iicon una cena mappa iniziale provvisoria e prestabilita in testa,
e con uno schema in testa, 0 perfino scritto sulla carta ed in
tasca 0 in mano. Non si va Ii a mani nude e soprattutto a testa
vuota! E ci si attiene alIo schema. II che vuol dire che si deve
1O?
sua registrazione. Lo schema e tratto da una mappa e suggeri-
sce un ordine: non tanto di osservazione di argomenti, rna al
meno 0 piuttosto di registrazione delle nostre osservazioni, e
considerazioni sull'osservato e sull'osservazione. La Quale osservazionelregistrazione deve essere anche completa. Ed inol-
[Ie estesa con l'inserimento nostro di aspetti e terni ed argo
menti che non avevamo previsto, rna che invece stando Ii"nella situazione" concreta e partecipando dal vivo ci sembra-
no imponanti. E cosi sia l'osservazione che poi la .registra
zione nel diario delle memorie e considerazioni non SI fa a ca
saccio secondo Ie variabili; giacche gli argomenti presta
biliti ~ o n t e n g o n o e si srrutturano su1le maggiori e principali
variabili della mappaimodello e quindi di quel
campo/sito/situazione; e secondo l'ordine, la successione pre
stabilite. E quindi se "nella situazione" abbiamo i n ~ I : r . e "tirat?
fuori" noi di nostra iniziativa delle "nuove" variablli lffipreVlste (che proporremo a1 collettivo di conricerca alIa p r o s s i m ~riunione comune), dovremo anche e studiarci al momenta ~registrarie nel diario, come inserirle n e ~ a ~ e l a ~ v a m e n t ~ rru-
gliore successione (e annotare con quall cnten 10 facclamo,
ecc.). Quando si e nella situazione si possono. prendere anche
appunti, ecc. rna la registrazione vera e p r o ~ n a , 1a.quale deve
essere riportata al collettivo conricercante, e m e g ~ l O farla ( ~poco) successivamente. Si fara qualche prova pnma,
tuazioni fasu1le .. . E questa registrazione e sempre una sIlltesl,
in cui noi interpretiamo e ci assumiamo la responsabilita el'iniziativa di saper cogliere gli aspetti pill significativi .e im
portanti, su queUe variabili e secondo esse, per la conncerca
collettiva e da questo punto di vista; e non da q u e ~ l o delle
manie e dei capricci personali del singolo c o n n c e r c a t ore/osservatore partecipante. Ed e ovvio che non tutto sara
[Otale abbandono: tanto megIio . . Pero sarebbe anche bene chequalcosa di questa esperienza dopo fosse comunque in qualche
acconcia maniera riponata alIa elaborazione del collettivo; e
passasse pure attraverso qualche forma di registrazione. Chia
un bacino-segno e luogo e mezzo di segni, e , u ~ bacino-simulacro? un bacino-simbolo? .. Come e perche e mosso q u e s t ~bacino, per comunicare cosa? e come ?e ?erche e q u a n ~ oecc. E come questo movimento del bacmo mteressa la r a d i ~
ro? E cosi l'osservatore festaiolo tira fuori Ie variabili
"comunicative" ed in specie sui comunicanti in quella festa
della radio, in cui enua in varie maniere la radio, ecc. Secondo
10 schema e Ia mappa che gia Ie contiene ed in ordine. Arric
chisce quel che sa e si sa nel collettivo. Aggiunge informa
zioni e conoscenze suIle variabili gia mappate e magari ne
uova di nuove. Ecc. Ad un ceno momento gli viene in mente 0
sbircia i1 foglietto che ha in Tasca e mette a fuoco -ad esem
pio- "linguaggio": una grande variabile di questa conricerca
che e problematico osservare direttameme, e di cui si stava
dimenticando. Allora per un poco si concentra nell'osserva
zione di quel che e visibile 0 percepibile del linguaggio. Gia,
nella comunicazione c'e i1 linguaggio, il linguaggio e incluso
nella comunicazione (0 viceversa?). Ma ci sono inolte comuni
cazioni l i in circolazione, in atto: quindi molti linguaggi.
Troppi linguaggi? n punto e che c'e nella schema, nellamappa, sempre troppa roba, e bisogna selezionare nel vivo
della situazione. Allora sono in atto, in movimento Ii intorno,
molti sistemi di segni interconnessi, ed anche qualche sim
bolo .... c'e del senso .. ecc. I segni sono inclusi nellinguaggio
(0 viceversa?). Ad esempio: Marley fa ancora ballare, muove
ancora i corpi. Induce ancora la gente (anche pili 0 meno
inibita) a vivere ed a mostrare il proprio corpo in movimento,
e il movimento del proprio corpo. Perfino, come dice Mas
simo, ad abbandonarsi al proprio narcisismo .. Ed i corpi sono
mossi (Piu 0 meno consapevolmente) in un movimento anchecomunicativo, che ha moHe dimensioni al contempo. Molte.
Ballano muovendo il corpo, in particolare il bacino. II corpo e
una variabile. II corpo-dei-segni ed il corpo-segno una partico
lare modalita di questa variabile, che ha a che fare con la co
municazione.... II bacino euna parte del corpo ed a sua volta
106
Ha a che fare con una radio? Ecc. Si s c a r t ~ r a n n o l ~ , c o s e pm
scontate e risapute e si concenuera l'attenzlOne suo nelmovimento comunicativo del bacino gli appare ~ m s l g ~ c a -tivo ed interessante dal punto di vista della c o ~ c e r c a co-municanti, in un sitolradio...... E quindi ~ a g a n c e r c h e ~ a di ,la-
sciar perdere cene particolarita di un smgolo e commce.ra a
. " . ." corfare attenzione con cio che gli pare magan t l P I C ~ . ' 0 n -rente. Ecco un problema ed una grande c o n t r a d ~ z l O n e d ~ l l ascienza sociale galileiana che si presenta nel movlmento di un
bacino, ossia di un cuIo. Bene. Non basta questo come.
pio? Questo vale piu 0 meno COS1 per mtte Ie altre tecmche di
raccolta.
2.2.2.2. Altre due tecniche qualitative: intervista in pro
fondita e colloquio.
Altre due tecniche qualitative molto ~ i ~ c a t i ; . e son? l ' ~ -tervista soprattutto quell'intervista che SI c h i ~ a 1 mtefVlsta .ill
profondita ed il colloquio guidato. In profondita. non o l 1 ¥ eche si va nel profondo della persona in senso pSlcanalluco( ),
rna semplicemente che si va a fonda parlare con ~ u a l c ~ ?di una situazione, piuttosto sua. E 10 SI fa p.ure f u o c ~infatti si puo chiamare anche, pili 0 meno, "mtefVlsta focaliz-
13 Nel profondo singolare non e proprio detto poi che ci troviamo
. I'ta ecc ed in termini di monadi individuali. Giil in Freud la sessuahtasessua I , . .
segno edanche metafora di socialitil., di tensione agli altn, dl
stessa come .relazione con gli altri. S i a ~ o animali sociali. Come suggeriva C a l ~ O , n 1
profondo c'e il branco ....., c'e illegame con gli altri: l'opposto del monadico!
107
zata" : ossia fatta per argomenti prestabiliti da noi e per noi cheintervistiamo (senza che necessariamente ne si informato odedotto l'intervistato 0 i l comunicante con cui conversiamo) e
chiari nella testa dell'intervistatore, i l quale lascia fluire fin
cammino (comune? da rendere tale?) di liberazione, rna anchedi antagonismo, data la forma del sistema capitalistico, pili 0
meno accettato. Questo "accettato" mi ricorda la poesia di
Eluard che nel'64 (altri tempi) Tronti aveva pubblicato suI no
percorre la sua ricerca fino in fondo, attraversando tutti i sei
momenti. Oppure invece Ie consideriamo come una fonte, uno
strumento di una raccolta di informazioni e conoscenze, ecc.,
che noi elaboriamo insieme a queUe provenienti dalle altre, ad
altre, e quindi poi utilizziamo noi per una nostra relazione 0
discorso? In tal caso po i dobbiamo appunto passare anche per
gli altri quattro momenti idealmente successivi della con-in
chiesta. E ci sono compromessi, come i l pubblicarle con un
commento all'inizio 0 dopo, in fondo; oppure allegarle al no
stro discorso, ecc. Dipende.
2.2.2.5. 1Vforale.
Queste sono secondo me Ie tecniche qualitative P ~ l l ricche e
pill interessanti. E ripeto di nuovo che esse non sono in con
traddizione con Ie tecniche quantitative che io non escIudo.
Dico che il centro del metodo eun'utilizzazione peculiare di"tecniche-tecnologiche" qualitative, perche ormai anche queste
tecniche stanno diventando gradual mente tecnologie sistemi
che. E Ie pill potenti ed anche ricche sono secondo me queste;
pur nel loro artigianismo evidente (0 grazie a questo?). Poi
puo darsi che ce ne siano altre.
Ci sono anche altre tecniche pill sofisticate, che abbiamo
gia utilizzato in altre conricerche degli anni '70, e che even
tualmente vedremo in seguito. Mi pare che siano tutte combi
nabili fra loro. E che tutte pill 0 meno implichino l'essere presenti nella realta in movimento e di essere magari gia anche
agenti di quel movimento, anche agenti di quella trasforma
zione. E questa euna delle due caratteristiche della conricerca
che vale la pena di evidenziare. Ripeto sottolineando, la conri
cerca non esolo i l mettere insieme delle persone con delle ca-
..
"scientificamente" su di essa; quindi mettere insieme h v e l l ~diversi di capacita. Non e solo questo, rna e anche i l n e t t e r ~insieme dentro un tipo di ricerca che agisce dentro una realmin movimento, che agisce lei stessa e che conosce anche con
troUando sistematicamente Ie conseguenze della sua trasforrnazione del suo trasformare sistematico, consapevole e con
trollato. E con un progetto ed un atteggiamento "politico":
innanzitutto nel senso che si rifa a una politicita intrinseca
delle situazioni in cui si muove, e poi nel senso della politica,
ossia che Ie riconduce anche nell'ambito politico-istituzionale
e nella lotta che c'e Ii .... .
3. ALTRO.
Per ora mi sono limitato ad approfondire un poco i primi
due rnomenti del processo di ricerca. Gli aItri quattro I i ri
prenderemo quando la ricerca sara giunta nei loro d i p r e s s ~ .Ripeto pero che questi discorsi astratti e ~ ~ a d e ~ f a r ~ c o ~ -cerca "praticamente" ed in comune, e qumdi f u o r ~ dall s p ~ ~ rla sono sol tanto un primo riferimento metodologIco perche II
ve;o approfondimento e dibattito su questo metodo, e conri
cerca della stesso metodo, si fara nella pratica del conricercare
in atto, a partire daIla pratica della prima c o n i n c h i e ~ a - a n nQueste mie indicazioni sono adesso dunque soltanto Ipotesl di
metodo!
Vediamo rapidissimarnente di riprendere qualcosina d ' a I ~ Oche sembra di meritare subito altre due parole, senza un ordine
preciso.
"
3. I . I giovani e Ia conricerca: certe ipotesi.
giovani accettino spesso la proposta del sistema del capitalismo neo-moderno (tanto apprezzata dal neo-ceto-medio) discomporsi in pezzettini, sisteInicamente funzionali, e di ottimizzare per queste loro parti separate illoro stato, perfonnati
I?oresi: i giovani non sono granche innovativi. Cercano di
so11to ~ ~ p p r o p r i a r ~ i di eredita garantire, in cene prospettivem a g ~ di trasgresslOne e rivolta, spesso solo apparenti. Cos i
fanno In vero spesso anche moIti aItri che (in apparenza almeno) sono trasgressivi e ribelli.
A I ~ a ipotesi, ess i di solito stanno abbastanza su due
e s t r e ~ : 0 II ~ o n f 0 : r r u s m o ( s ~ e s s o travestito) 0 l'impegno vo~ n r ~ o nel rifofmlsmo SPICClOlo, oggi in specie difensivo. E'
~ c I l ~ a c c ~ ~ n o una lunga prospettiva di impegno senza
e V I ? ~ n ~ n s ~ 1 t a ~ ~ e d i a t i pratici . D'altronde quello che perlopm 11 motiva e il bISOgnO di appanenenza, 10 stare nel giro e
nelle relazioni in cui si identificano. Per grande bisogno di ap
partenere .ad un mondo "loro" quindi di essere identici in una
q ~ a l c h e differenza, di essere riconosciuti, ecc. Ed allora vanno
dietro ad altri di loro, dietro ad un leader spessissimo.
~ n : a i p ~ t e ~ i spesso cercano sicurezza in identita forti, e
t r a ? i Z l ~ n ~ I , In fondo. conricerca e problematica. E' pillfacile. nCldare n e l l ~ conncerca vecchi militanti: una parte di
q u e ~ t i q u ~ l l a (a IlllO parere e gusto) migliore, e disposta a
~ ~ n r ~ e nnascere, sempre conricercando. I giovani in genere
I P O t i ~ z a , ~ o n o p o ~ o propensi al ricercare, come singoli,~ d.l fuon del I l l l c r ~ g r u p p o di identificazione e del gruppo~ r i f e n ~ e n t ? ve II trascini. 10, come si sa, ipotizzo che
a disaglO COl problemi aperti e vogliano proprio uscire di.(e d a l l ' ~ g o s ed ~ s i e t a . che cio puo comportare, in spe
In tempI e depnmenti per la cosiddetta "lotta di das-
se ) da q u e s ~ ~ r o b l e m i e dai problemi, cercando certe sicu
rezze anche di n volta. La conricerca allora in vero non sem
bra fatta proprio pei giovani. D'altronde ipotizzo anche che i
Il6
vamente; per fortuna contraddicendosi e riuscendoci taloraassai poco. Questo eun problema. Ci sono ipotesi che si fanno
pensandole come ipotesi nulle, per la lora smentita, 0 desiderandola. .... Pero una metaipotesi rispetto a queste eche adesso
venga alIa ribalta una nuova generazione molto differente
dalla precedente: pure proprio in questi atteggiamenti ipotetici.
Tuttavia alcuni giovani della conricerca se ne interessano,
ad un ceno punto di un loro camrnino. Cercando anche i l dia
logo 'con un diverso da lora, un vecchio, come me.
3.1.1. SOGGETIIVITA.
Ho toccato anche qui la questione di un interesse a cono
scere meglio aspetti e dimensioni soggettive dell'iperproleta
riato, singolari e collettive. Di questa parlo nella proposta di
conricerca pubblicata in "Sul comunicare" . Ed anche in inter
relazione con questo equindi gia nota 0 dovrebbe esserlo che a
me comunque anche in questo nodo interessa poi la questione
della Formazione. Bene. Si trattera di approfondire presto un
poco un'ulteriore curvatura anche del metodo della conricerca
intenzionato a conoscere meglio e provocare e muovere e con
tro-formare anche la soggettivita iperproletaria e dei neo-militanti ed anche collettiva. Pero ho sempre precisato: la sogget
tivita nel suo contesto, e trasformazione della soggettivim assai
anche mediante la trasformazione del suo contesto. E questo
dovrebbe impedirci di cadere in certi soggettivisrni neoroman-
117
ti i ( pili 0 meno spiritualisti), anche nella successiva correzion del metodo.
3. 1.2. PERIODIZZAZIONE.
diretta al riguardo del gruppo aperto dei conricercanti e nelsuo scambio coi militanti deve riguardare innanzitutto la sua
direzione strategica; poi di volta in volta l'esecuzione del piano
di ricerca si affida a momenti organizzati temporanei e ad
Ho acceIUlato , a proposito delle autobiografie ad esempio, al
fatto che talora nella conricerca conta anche 1a memoria i l,confronto nel tempo con situazioni precedenti pure essendo
interessati noi pill alIa prospettiva del presente/futuro. AlIorapotraIUlo presto porsi prob1emi di periodizzazione, di scan
sioni temporali, nell'arco del processo storico di quel che ci
imeressa; a partire appumo dal preseme/futuro. Ed allora ri
cordo sotto1ineando che la periodizzazione varia a seconda
delle variabili rispetto alle quali si scandisce il processo. D'al
tronde nella mia rnodellizzazione pubblicata io gia propongo
Ie fasi interne alIa civilta ed epoca capitalistiche, e periodi
dentro Ie fasi : ossia propongo un mia periodizzazione.
4. DECISION!
DEMOCRATICHE?COLLETTIVE:
Abbiamo gia incontrato il problema della non facile coesi
stenza di una direzione collettiva e non delegata del cammino
della ricerca, e soprattutto per quel che riguarda Ie ipotesi di
merito, con non solo delle capacita orizzontalmente diversesullo stesso piano; rna all'inizio almeno coesistenti e p u r ~combinate con livelli di capacita professionale, e di capacita
rnirate "quantitativarnente" differenti, riguardo in particolare
alle coninchieste aunue ed a singole indagini che di volta in
volta si decidera di fare. Aggiungo solo che una dernocrazia-
118
hoc, specializzati funzionalmente, e aHora l i la professionalitil
eun vincolo che (almeno all'inizio) , conta funzionalmente, rna
non si deve trasformare in potere di decisione oltre certi limiti.
Ricordo fra l'altro che i1 modello organizzativo sara artigia
nesco rna favorevole all'uso critico di mezzi iperindustriali po
tenti. Cia comportera allora oltre all'inventiva permanente edesperienziale anche momenti di ripetitivita, monotonia e ma
gari noia: costi da pagare per l'uso di tecniche-tecnologiche.
Eppera si trattera sempre di sperimentare un uso critico ed al
ternativo di questi mezzi potenti e potenzianti; il che dovrebbe
richiedere rna anche dare pure ricchezza-di-capacitil e ridurre
e/o circoscrivere la monotonia.
L'esperienza della ricerca politicamente orientata mostra che
il metoda spesso rivela assai la linea, soprattutto la dove essa
.concerne anche la questione dell'organizzazione "politica" . nmodello organizzativo realizza una linea politica implicita. E
questa ha anche per noi un significato non piccolo.
Non si propone la conricerca come un emozionante luogo di
piacere superficiale. Essa euna strada con momenti di fatica e
magari anche di noia per chi ritiene di percorrerla perche
considera invivibile questo mondo e vuole quindi trasformarlo
nella direzione di suoi desideri non soddisfacibili in esso
(questo e l grande punto della motivazione dei conricercanti).
E per questo sara anche disponibile a pagare dei costi. Se sista gia bene nel capitalismo e si gode gia abba stanza di esso
ed in esso lui, la conricerca non interessa.
11
5. CONRICERCA E FORMAZIONE, DINUOVO.
umana: e quest'ultima euna via calda. Invece l'apprendimentoda mezzi, che e 'altra via, euna via fredda; che sviluppa un a
nostra combinazione coi mezzi, e sviluppando!potenziando la
nostra capacita: mezzi quali prontuari e manuali e software
didattico (pure multimediale) sostitutivo od informatizzativo