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ALPINO 175 CROSS Cross storico Nata come moto stradale, la prima quattro tempi della Casa di Stradella viene trasformata in moto- cross, come in uso all'epoca, dal concessionario torinese Gogliardo Moretti, per il figlio Antonio testi di Gian Pio Ottone. Foto di Massimo Pandullo
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Alpino

Jul 09, 2016

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Michele Colombo

Alpino 50
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ALPINO 175 CROSSCross storico

Nata come moto stradale, la prima quattro tempi

della Casa di Stradella viene trasformata in moto-

cross, come in uso all'epoca, dal concessionario

torinese Gogliardo Moretti, per il figlio Antonio

testi di Gian Pio Ottone. Foto di Massimo Pandullo

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anni Sessanta) e di micromotori emotori ausiliari da montare sulle bici-clette. Ciò per merito della Motobiciche dal 1945 al 1962 per circa 17 an-ni produsse e commercializzò in Italiae all'estero micromotori, ciclomotorimotocarri e motoleggere prodotti in-dustrialmente nei suoi stabilimenti,con il marchio Alpino, partecipandoufficialmente o per mezzo di corridoriprivati a partire dal 1946 fino al 1957 acircuiti cittadini, gare in salita e rego-larità ottenendo sempre brillanti affer-mazioni e conquistando inoltre neglianni '52/'54/'55 re c o rds mondiali in

Italia e in Argentina. Ma a questopunto vale la pena di tracciare agrandi linee la storia della Motobici edi nominare i vari modelli prodotti conil nome Alpino dalle origini alla cessa-zione dell'attività.La Motobici S.r.l. nasce ufficialmentea Stradella (provincia di Pavia) il 24Febbraio 1945 prima ancora della fi-ne della Seconda guerra Mondiale. Ilcapitale sociale era di 60.000 lire e lasede sociale in via Nazionale 2.L'amministratore unico era Santo Ver-cesi di Stradella ed il procuratore ge-nerale era Ferruccio Riccardi, nato aMontù Beccaria (Pv). L'oggetto socia-

Oltrepo' pavese, quella va-sta zona collinosa che siestende dalla riva destra delfiume Po fino ai confini dell'E-

milia Romagna è da sempre famosaper i suoi vini pregiati, bianchi e nerioltre che per i prelibati salumi prodot-ti a Varzi.Ma nell'immediato dopoguerra la ri-dente cittadina di Stradella, posizio-na al centro delle colline dell'Oltrepòvenne alla ribalta oltre che per i suoivini D.O.C., anche per la produzionedi fisarmoniche (circa una trentina diaziende tra grandi e piccole, checessarono la loro produzione negli

L’

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ni purosangue. Rossi apporta i capita-li necessari per iniziare l'attività e saràsempre lui l'azionista di maggioranzae la mente finanziaria della ditta.L'ing. Codecà assume la responsabi-lità della gestione e della produzione.Viene assunto in qualità di tecnico eprogettista Pietro Trespidi, nato anchelui a Stradella nel 1897.Trespidi non era digiuno da esperien-ze in campo motociclistico avendoprogettato e prodotto in piccola serienel 1925 una brillante motocicletta di

Sopra, la Alpino da cro s stradisce le sue origini dimotocicletta artigianale.A p p rontata da Gogliard oM o retti, era infatti basatasu un modello stradale tra-s f o rmato nella ciclistica econ un motore potenziato.

A lato, il telaio della Alpi-no è un monotrave con ilmotore che funge da ele-mento portante, che fu ir -robustito da Moretti neipunti critici.

250 cc. a due tempi che conquistò ilcampionato italiano Gentlemen conil pilota Ignazio Peretta. Alla 250 ven-duta in versione turismo e sport seguìuna 175 anch'essa veloce e briosa.Ma l'officina Trespidi chiuse i battentinel 1930, travolta dalla crisi economi-ca e finanziaria del 1929.Durante il periodo più cruento dellaguerra, nel 1944, in un magazzino diStradella nel quale una ditta di Milanoaveva trasferito alcune macchineutensili salvate dalla distruzione delproprio stabilimento, Piero Trespidi co-struisce praticamente a mano il proto-tipo di un motore ausiliario da appli-care alla bicicletta. Si trattava di unmonocilindrico a due tempi con la-

le prevedeva la "Costruzione di moto-ri a scoppio per l'applicazione a bici-clette comuni, nonchè motori a scop-pio in genere e pompe per travasi vi-ni"; da ciò appare chiaramente lapassione per i motori senza trascurarei prodotti tipici della zona e cioè il vi-no. Ma la Motobici diventa operativasolo dal dicembre del 1945 quando lecariche sociali passano nelle mani delcav. Franco Rossi (amministratore uni-co) e dell'ing. Riccardo Codecà (pro-curatore generale) entrambi stradelli-

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Ma dopo i primi collaudi venne bat-tezzato Alpino per le sue formidabilidoti di arrampicatore.Trespidi approdò alla Motobici con ilsuo prototipo Alpino, che entrò im-mediatamente in produzione e fu ilprimo motore ausiliario ad esserecommercializzato sul mercato italia-

no del dopoguerra. Il successo com-m e rciale fu immediato ed in bre v etempo il micromotore Alpino si era dif-fuso su tutto il territorio nazionale. Persoddisfare le richieste crescenti, nel-l'autunno del 1947 venne inauguratoun nuovo e più grande stabilimento,sempre a Stradella.

Sopra, il motore dell’Alpi-no 175, datato 1955, ave-va dimensioni di alesag-gio e corsa di 64 x 54 mmper una cilindrata di 173,7c m3 con distribuzione adaste e bilancieri. Il rappor-to di compressione origi-nale (di 6,5:1) fu incre-mentato a 8,5:1.

A lato, il carburatore è unDell’Orto del diametro di 25mm che ha preso il postodell’originale da 20 mm.

vaggio a corrente trasversale e pisto-ne con deflettore, volano esterno inacciaio, accensione a magnete,cambio a due marce senza frizione,trasmissione finale a catena dotata diun robusto e originale parastrappi.L'applicazione era sul lato destro dellaruota posteriore della bicicletta, men-tre su quello sinistro era montato il ser-batoio della miscela.All'inizio questo propulsore, nato di na-scosto, non aveva né un nome né unnumero di progetto.

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Intanto il modello iniziale dell'Alpinoera stato modificato: eliminato il ma-gnete, l'accensione era diventata avolano magnetico e il modello cosid-detto laterale veniva prodotto nelleversioni a 2 o a 3 marce, sempre sen-za funzione, oppure a presa diretta.Era stata messa in commercio ancheuna ultraleggera di 55 cc. a tre velo-cità (questa volta con frizione) deno-minata Piuma con il propulsore mon-tato in posizione al centro del telaio.L'Alpino fin dal suo apparire avevamesso in luce doti di competitività edaffidabilità, e a partire dal 1946 nonv'è circuito cittadino che non lo veda

trionfare tra i ciclomotori fino a 50 cco tra le motoleggere fino a 75 cc.Hanno gareggiato (... e vinto!) in sellaagli Alpino piloti del calibro di Cava-ciuti, Perotti, Albertazzi, Mangiaro t t i ,Attolini e Comollo. Ma il pilota che haportato l'Alpino al maggior numero divittorie è stato senza dubbio PaoloP e rotti, sia con il modello Laterale(dotato di due carburatori) che con ilmodello Piuma con cilindrata inizial-mente di 55 cc maggiorata in seguitofino a 63 cc.Nuove e differenti versioni di micro-m o t o re affiancano il primo modellocosiddetto laterale, e sono per lo più

dei 48 cc posizionati al centro del te-laio, a catena o a rullo, con cambio atre velocità o in presa diretta.Al Salone di Milano del 1948 la Moto-bici presenta una inedita motolegge-ra di 98 cc monocilindrica a due tem-pi con distribuzione tradizionale, e pi-stone con deflettore, cambio in bloc-co a tre rapporti e frizione.Il telaio è elastico con forcella ante-riore a parallelogramma in tubi e mol-leggio posteriore a ruota guidata.Viene prodotta anche una versioneda 125 cc e vengono messi in com-mercio i propulsori sciolti.Il 98 cc viene adottato dalla Casa mi-

In alto, la forcella è unaMarzocchi teleidraulica.Nelle immagini risaltanochiaramente l’estesaalettatura del gruppo ter-mico e la capienza dellacoppa dell’olio.

A lato, il mitico marc h i odella Casa di Stradella, ilcui nome nacque per en-f a t i z z a re le doti di arrampi-c a t o re del primo motoreausiliario da applicare allebiciclette costruito dal pro-gettista Piero Trespidi.

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SCHEDA TECNICA

ALPINO 175CROSS

MOTORE: monocilindrico a 4 tempiDI S T R I B U Z I O N E: due valvole in testacomandate da aste e bilancieriCILINDRO: in ghisa e testa in lega leg-geraALESAGGIO E CORSA: 64 x 54 mmCILINDRATA: 173,7 ccRAPPORTO DI COMPRESSIONE: 8,5 : 1POTENZA: non dichiarataLU B R I F I C A Z I O N E: a carter umido conpompa ad ingranaggiACCENSIONE: a spinterogenoCARBURATORE: Dell'Orto con diametrodiffusore di 25 mmTR A S M I S S I O N E P R I M A R I A: a ingranaggielicoidaliFRIZIONE: a dischi multipli in bagnod'olioCAMBIO: in blocco a 4 rapportiTELAIO: monoculla in tubi d'acciaioSOSPENSIONI: anteriore forcella telei-draulica Marzocchi; posteriore for-cellone oscillante con ammortizza-tori idrauliciRUOTE: a raggi con cerchi d'acciaiorinforzatiPNEUMATICI: ant. 3.00x19 posteriore3,50 x 19FRENI: a tamburo, cilindrici diametro140 mm in lega leggeraPARAFANGHI: in lamiera d'acciaio

In alto, il freno posteriore,come l’anteriore ha dia-metro di 140 mm. Gli am-mortizzatori sono Ceriani.

Al centro, il curioso e lun-ghissimo trombone di sca-rico rialzato ricorda quellodelle Parilla da cross.

Sotto, decisamente rusticii comandi a pedale, tipicidi quest’epoca pionieristi-ca del motocross italiano.Si notino gli attacchi delcavalletto centrale eredi-tati dal modello stradale.

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lanese Amisa per una motoleggeraed un motofurgoncino, il 125 vienemontato da Muller ed il 48 Centraledalla Pirotta per il suo bicimotoreRondinella.A fine 1950 in Motobici lavorano ben130 dipendenti ed il fatturato superaampiamente i 3 miliardi di lire.Purtroppo, sempre nel 1950, per di-vergenze con il cav. Rossi, Pietro Tre-spidi lascia la Motobici e fonda la Si-mes, con sede e stabilimento a Stra-della in via Fossa 15 per produrre mo-tori sciolti da 49 e 75 cc, un ciclomo-tore a due marce e tre motoleggereda 75, 100 e 125 cc tutte con motorea due tempi ed in seguito anche uno

scooterino di 49 cc e una bella 175 aquattro tempi. Ardito era il marchio ditutta la produzione della Simes chepurtroppo non ebbe vita facile, nono-stante la buona qualità dei suoi pro-dotti, e dopo cinque anni di attivitàchiuse i battenti il 4 giugno 1954 conuna sentenza di fallimento.Il periodo post Trespidi segna una svol-ta decisiva in Casa Motobici. I tecnicisi buttano a capofitto nella realizza-zione di nuovi modelli in grado dic o m p e t e re con la più agguerritaconcorrenza.I propulsori restano a due tempi maviene abbandonato l'obsoleto siste-ma di lavaggio a corrente trasversale

In alto a sinistra, la sella ri-coperta di pelle scamo-sciata. Si notino i rinforzidell’attacco superioredell’ammortizzatore.

In alto a destra, sul manu-brio c’è il manettino cheaziona lo starter.

A sinistra, la ruota poste-riore ha il cerchio in ac-ciaio di diametro 19“.

A destra, la ruota anterio-re, anch’essa di 19”.

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In alto, Emilio Ostore roporta in gara l'Alpino 160a due tempi, con doppiotubo di scarico, in occa-sione della prima pro v adel Trofeo Pastore sulcampo di cross di To r i-no/Sangone il 29 settem-bre 1955.

Al centro, i due grandip rotagonisti ed avversaridel 1955. Enzo Soletti (Gi-lera 150) vincitore del Tro-feo Pastore (5 prove) eEmilio Ostore ro (Alpino160) secondo classificato.Si intravedono Moretti (Al-pino) e Bricarelli (Motobi).

In basso, Gogliardo Mo-retti tra i suoi piloti dell'Al-pino Emilio Ostorero e An-tonio Moretti (con il ca-sco) dopo l'arrivo dellaprima prova del Tro f e oPastore.

(e pistoni con deflettore) sostituito conil più moderno e redditizio sistema conlavaggio a correnti tangenziali e pi-stone a testa piatta (sistema Schnur-le). Al Salone di Milano nel novembredel 1950 viene presentato il ciclomo-tore F 48 con telaio tubolare elastico eforcella telescopica e con avviamen-to da fermo a pedali come sulla con-corrente Motom.Nella stessa occasione viene presen-tata una motoleggera con motore adue tempi di 75 cc (45 x 46 mm) e po-tenza di 4,5 CV a 5400 giri al minuto.p roprio con questa motoleggera laMotobici partecipa alla ISDT (Sei Gior-ni Internazionale di Regolarità) chenel 1951 si corse in Italia, nella provin-cia di Varese.Le tre Alpino 75 pilotate da Luigi Al-bertazzi, Guido Borri e Sante Campo-rese terminano la gara trionfando nel-la classe 75. E anche l'anno seguentenella ISDT del 1952 disputata in Austriae considerata la più dura del dopo-guerra, ancora tre Alpino 75 con glistessi tre piloti risultano vittoriose nellaloro categoria su un percorso reso dif-ficoltoso da neve, pioggia e fango.Entusiasmata da questi successi, laMotobici continua a battere la stradadelle motoleggere.Entra in produzione una nuova 125 cc(53 x 55,5 mm) praticamente una 75

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maggiorata, con forcella anteriore inlamiera stampata.La versione Sport di Questa 125 (contesta fissata a mezzo di sei prigionieriinvece dei quattro della turismo) vie-ne impiegata nei circuiti cittadini enelle gare di gran fondo quali la miti-ca Milano/Taranto e dimostra di reg-gere bene il confronto con avversarieben più titolate, quali MV Agusta, Ru-mi e Benelli, considerate imbattibilidue tempi.Nel 1951 vede la luce in Casa Moto-bici anche uno scooter motorizzatocon i soliti propulsori di 75 e 125 cccon cambio a tre velocità e poco do-po viene messa in produzione unanuova motoleggera, la 125/14 dotatadi una ciclistica completamente rin-novata e di un nuovo propulsore adue tempi con cambio a quattro rap-porti. Seguirà il modello 125/19 consospensioni idrauliche e numero s emodifiche nella ciclistica e nel propul-sore.Di questa serie la 125 Sport, prodottadal 1955 è considerata la più bellasportiva uscita dagli stabilimenti di viaNazionale.Il telaio è stato completamente ridise-gnato, le sospensioni sono teleidrauli-che, i freni hanno tamburi di diametromaggiorato e l'assetto di guida è cor-saiolo. Il propulsore dotato di doppioscarico e di carburatore Dell'Ortomontato orizzontalmente dispone di7,5 CV a 6000 giri con un rapporto dicompressione di 8 : 1 e velocità di ol-tre 110 km/h. Inutile dire che questa

In alto, Antonio Moretti suAlpino 160 Bitubo in ungran salto sul campo diTorino/Sangone.

Al centro, Antonio Moretti(29) sulla linea di partenzain sella all'Alpino 160. No-tare le bandiere con i no-mi delle Case (o megliodei concessionari) parte-cipanti.

In basso, Cesare Bricarelli(Alpino 160) pilota dellascuderia Moretti nel 1956p recede Giovanni Gay(Beta 175). Come si puòv e d e re Gay indossa lacasacca a quadri di ca-poclassifica del Trofeo Pri-mavera.

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motoleggera con un motore cosìperformante, debitamente prepara-ta, parteciperà con successo alle ga-re di gran fondo e ai circuiti cittadiniriportando numerosi successi.Il propulsore è così robusto che si pre-sta ad un incremento di cilindrata fi-no a 160 cc circa con notevole au-mento di potenza.E alcune motoleggere motorizzatecon questi propulsori maggiorati par-tecipano con successo a competizio-ni per moto fino a 175 cc. A questopunto va evidenziato che la Motobi-ci, fatta eccezione per la partecipa-zione alla Sei Giorni del 1951 e 1952,non si è mai interessata di fuoristrada,dedicando invece interamente i suoi

sforzi alla velocità su strada (sia circui-to che fondo) e ai records di velocità.E tanto meno si era cimentata nelmotocross.Fortunatamente ci ha pensato il tori-nese Gogliardo Moretti concessiona-rio per il Piemonte della Casa di Stra-della fin dal 1946.Siamo nel 1955. Il motocross agonisti-co in Italia è ancora a livello pionieri-stico. Dal 1950 si disputa il campiona-to italiano ma solo per la classe 500.Si è iniziato a correre con motociclet-te stradali, residuati bellici di prove-nienza britannica o nazionale, rab-berciate alla meno peggio, rigide po-steriormente, pesantissime, poco ma-neggevoli e dotate di potenza moltolimitata. Poi nel '51 erano apparse laprima Matchless G80 di Milani, la BSA

Gold Star 2B di Galbiati e, a partiredal 1953, le Gilera Saturno, le unichemoto nazionali preparate per il cross.Ma non esistevano moto fino a 250 enemmeno giovani piloti.Così per merito di alcuni appassionatidi fuoristrada quali Ernesto Merlo, Ca-rosi, Tebaldini, Di Sambuy e dei più im-portanti concessionari piemontesi diCase motociclistiche, nacque l'ideadi costruire a Torino sulla sponda delfiume Sangone un campo di moto-cross sperimentale, sul quale disputa-re gare regionali o nazionali riservatea giovani piloti in sella a motocicli da125 fino a 250 cc.Il campo di cross del Sangone, dedi-cato a Biagio Nazaro, fu pronto nel-l'autunno del 1955 e vi furono organiz-zate cinque gare nazionali valide per

Sopra a sinistra, Gogliar-do Moretti abbraccia isuoi due figli Antonio (conil casco) e Giuseppe (an-che lui pilota crossista de-gli anni Sessanta in sellaalla Guzzi Lodola) nei boxdi Torino/Sangone il 13maggio 1956.

Sopra a destra, AntonioMoretti (prematuramentescomparso nel 1998); do-po l’arrivo riceve i compli-menti e un mazzo di fiorida Sergio Gaido (cecca-to 175).

A lato, Antonio More t t iporta in gara la nuova Al-pino 175 quattro tempi suldifficile terreno del cam-po Biagio Nazari.

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la disputa del trofeo Mario Pastore eriservate a moto fino a 250 cc.Ovviamente i concessionari torinesi edella provincia accettarono con en-tusiasmo questa sfida e si misero atrasformare e preparare moto strada-li, rinforzando telai e sospensioni,montando pneumatici artigliati, po-tenziando motori ed escogitando tut-te le modifiche per essere competiti-vi. Così in men che non si dica furonoapprontate le Gilera 150, le MV Agu-sta 175, le Beta 160, le Mival, le Guaz-zoni, le Fuchs e tutto quanto era di-sponibile sul mercato, comprese leAlpino 125 due tempi con doppioscarico.Il nostro Gogliardo Moretti pre p a r òdue esemplari, trasformando la cicli-stica all'uopo e potenziando il motoremaggiorandolo fino a circa 160 cc.Una Alpino 160 fu affidata al grandeEmilio Ostorero, che cominciò a cor-rere proprio con la Alpino/Moretti e laseconda fu portata in gara dal primodei figli di Gogliardo, Antonio Moretti.Le due Alpino si comportarono benenell'arco delle cinque gare valide perla disputa da trofeo Mario Pastore.Ostorero vinse la seconda prova (9o t t o b re '55) e la quarta (4/11) e siclassificò quarto nell'ultima pro v a

(18/12) e ottavo nella prima (25/09).M o retti fu quarto nella terza pro v a(23/10) e sesto nella quarta (4/11).Nella classifica finale del Trofeo Pasto-re, vinto da Soletti su Gilera 150 Osto-rero è secondo e Moretti quarto. Lasquadra Alpino/Moretti occupa il se-condo posto dietro alla squadra Gile-r a / Tebaldini (composta da Soletti eProglio) precedendo le squadre dellaMival, Ceccato, MV, Beta, Leprotto.Anche l'anno successivo venne orga-nizzato sul campo Biagio Nazzaro diTorino il trofeo Primavera 1956 in cin-que prove nazionali riservate comel'anno precedente a giovani piloti insella a moto fino a 250 cc.C'erano alcune novità sia tra i pilotiche tra le due ruote. La Mondial scen-deva in campo in forma semiufficialecon le Mondial/Carrù, motociclettecon telaio opera del tecnico torineseGiuseppe Carrù e motore di 200 ccad aste e bilancieri. La squadra eraformata da Ostorero (portato via al-l'Alpino/Moretti) e Giorgio Castelletta.G o g l i a rdo Moretti ingaggiò CesareBricarelli (al posto di Ostorero) per af-fiancare il figlio Antonio.La Motobici al Salone del Ciclo e Mo-tociclo di Milano (novembre 1955)aveva presentato una motocicletta

completamente nuova, la 175/4T, laprima Alpino con motore a quattrotempi (64 x 54 mm = 173,7 cc) distri-buzione ad aste e bilancieri e poten-za di 8,5 CV a 6.000 giri con rapportodi compressione 6,5 : 1 e cambio a 4velocità. Sulla carta era un ottimomezzo con un propulsore robusto epotente. Gogliardo Moretti si affrettòa trasformare questa 175/4T da stra-dale adattandola all'uso motocrossi-stico. Rinforzò il telaio in tutti i suoi pun-ti più deboli, irrobustì le sospensioni al-lungandone anche la corsa, montòpneumatici artigliati e... della motoanteriore di maggior diametro e ap-portò altre modifiche e alleggerimen-ti che ritenne opportuno.Il propulsore fu potenziato mediantel'incremento del rapporto di compres-sione fino a 8,5 : 1, i condotti furono al-largati e lucidati e fu montato un car-buratore con diametro da 25 al postodell'originale Dell'Orto MB 20 B. Lanuova Alpino/Moretti a 4 tempi sem-brava molto potente e performantee fu affidata a Antonio Moretti, men-tre Bricarelli disponeva della 160 duetempi dell'anno precedente.Ma i risultati non furono all'altezza del-le aspettative e non si ripeterono leottime performances del Trofeo Pa-s t o re. Vuoi perché mancava dallasquadra un campione del calibro diEmilio Ostorero, vuoi perché la con-correnza era più agguerrita e compe-titiva, oppure perché le due Alpino,sia la nuova quattro tempi che la col-laudata due tempi erano rimaste unpo' indietro rispetto alle potenti Mon-dial/Carrù, alle Ceccato monoalberoe alle Gilera 175.I migliori piazzamenti furono il sestoposto di Bricarelli e l'ottavo di Morettinella prima prova (1 aprile), il settimodi Moretti e il decimo di Bricarelli nellaquarta prova (13/05) e il sesto di Mo-retti e quinto di Bricarelli nella quintaprova (27/05).In classifica finale Moretti occupa ilquinto posto e Bricarelli il settimo, manelle posizioni di alta classifica ci sonoal primo posto Gaido su Ceccato, alsecondo Gay su Beta, al terzo Bon-giovanni su Guazzoni.Nelle altre gare del 1956 i piloti dell'Al-

La smorfia di fatica evi-denzia la durezza del per-corso. Moretti tiene le ditasulla leva della frizione peraumentare la ripresa.

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pino hanno ottenuto i seguenti risulta-ti: Prima prova Campionato Italiano250 - Olginate (20/05) - sesto MorettiTerza prova Campionato Italiano 250Collegno (TO) quinto BricarelliCross Nazionale di Chieri (TO) - quintoMoretti sesto BricarelliQuarta prova Campionato Italiano250 - Lombardore (TO) - settimo Mo-rettiTrofeo Michele Pesce - Torino - terzoMorettiQuinta prova Campionato Italiano250 - Torino - quinto Moretti Classifica finale Campionato italiano250 (1956) - sesto Moretti quattordice-simo Bricarelli.Come si può notare dall'elenco dellegare disputate e dei risultati ottenutidai due piloti dell'Alpino nel 1956 laFMI ha indetto per la prima volta ilCampionato Italiano di motocro s sdella classe 250 cc che è stato vintoda Ostorero su Mondial 200 seguitoda Castelletta (Mondial 200), Giovan-ni Gay (MV 175) e Piero Coscia (MV175).La moto di questo servizio ci è statagentilmente messa a disposizione dalsuo proprietario Guido Borghin diDueville (VI) collezionista di moto dacross e regolarità.E' stata ritrovata recentemente daCorrado Cossettini di Udine che haeseguito il restauro conservativo. Sulparafango posteriore è applicatauna decalcomania dell'epoca, par-zialmente deteriorata sulla quale è il-leggibile il nome dell'officina mecca-nica o del concessionario, ma si leg-ge chiaramente Nichelino, paese or-mai inglobato dalla grande To r i n o ,dove si trovava negli anni '55 e '56 ilcampo di motocross del Sangone. m

A destra, Moretti su Alpi-no a quattro tempi in unagara del Trofeo Primave-ra. Si osservi il folto pubbli-co assiepato sul percorso.

Al centro, su un mare difango la vita si fa più duraper Moretti a la sua Alpino175.

In basso, brutto tempo,pioggia, fango impegna-tivo per Moretti e la suaAlpino. Ma, nonostantetutto, quanto pubblicoentusiasta!