Alla scoperta di antiche civiltà impiegando le tecniche della fisica nucleare Alessandro Re Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Fisica) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Sezione di Torino) Via Pietro Giuria 1, 10125 Torino Email: [email protected]– Telefono: 011.6707378 Scuola di fisica 2015 – Torino, 30 e 31 marzo, 1 aprile 2015 Sala dei 300, Centro incontri della Regione Piemonte
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Alla scoperta di antiche civiltà impiegando le tecniche della fisica nucleare
Alessandro Re
Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Fisica) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Sezione di Torino)
Via Pietro Giuria 1, 10125 Torino Email: [email protected] – Telefono: 011.6707378
Scuola di fisica 2015 – Torino, 30 e 31 marzo, 1 aprile 2015 Sala dei 300, Centro incontri della Regione Piemonte
Autenticazione e datazione di ceramiche e laterizi per mezzo della termoluminescenza
Esempi di autenticazione con la termoluminescenza Reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
(M.C. Guidotti), donazione degli anni sessanta
Circa 90 mg – 100 mg prelevati
Luogo di provenienza ipotizzato: Hacilar (Turchia), 5250 a.C. – 5000 a.C.
MAF94709 14 ± 2 Gy
MAF94714 13,8 ± 1,3 Gy
Dose Effettiva compatibile con quella degli oggetti provenienti direttamente dallo scavo archeologico
Dose Effettiva misurata
Reperto della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte
Circa 200 mg prelevati
Proveniente da sequestro (attribuibile a inizio V secolo a.C.)
Dose Effettiva misurata = 0,13 ± 0,06 Gy
Dose effettiva per secolo attesa:
tra 0,2 e 0,5 Gy/secolo
Dose Effettiva non compatibile con il periodo proposto
V. Barberis, F. Fantino, «Vaso in ceramica a figure rosse con scena erotica: un falso d’autore», Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Piemonte 27 (2012)
In collaborazione
con
A. Lo Giudice , F. Fantino, D. Angelici (2013), Appendice I in La collezione orientale del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Volume II Collana di Studi
Dracma di Massilia (a sinistra, IV-III secolo a.C.) e imitazioni usate dai celti e dalle popolazioni autoctone della Gallia Cisalpina (IV-I secolo a.C.)
Mentre la Dracma di
Massilia era di argento
puro, le imitazioni e i
vittoriati sono di leghe rame/argento
Questo è un problema se si vuole conoscere il reale tenore di argento
perché la maggior parte delle tecniche di analisi convenzionali (come per
esempio l’XRF) non riescono a superare lo strato di arricchimento, fornendo dati errati (maggiore concentrazione di Ag rispetto a quella reale).
Analisi di una moneta con XRF (Fluorescenza di Raggi X)
A causa di vari fenomeni chimici (involontari durante la
fabbricazione, ma anche voluti in alcuni casi), le monete
Dove si collocano le miniere antiche (VII-I millennio a.C.) di questa roccia? Sono state sfruttate miniere solo in Afghanistan (Badakhshan)? Ricostruzione di rotte commerciali in tempi antichi.
SIBERIA (LAKE BAIKAL) Vicino a Irkutsk: Slyudyanka ,
Malaya-Bystraya ?
Utilizzo documentato da scavi archeologici a partire dal VII millennio a.C.
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Più antico ritrovamento di monili in lapislazzuli (sito neolitico di Mehrgarh) [email protected] 30 Scuola di fisica Torino, 31 marzo 2015
Studio di provenienza del lapislazzuli
l giacimento di Lapislazzuli per eccellenza è quello di Sar-e-Sang, situato nell’aspra Kokcha Valley, nel remoto Distretto di Badakhshan, nel nord dell’Afghanistan. Il geografo persiano medievale Estakhri visitò le miniere afghane di Lapislazzuli nel X secolo e quando, nel XIII secolo, Marco Polo le visitò a sua volta, scrisse: “Si trovano similmente monti, nelle quali vi è la vena delle pietre, delle qual si fa l’azzurro, il migliore che si truovi nel mondo”.
Scrive Georgina Herrmann, nel 1968, a proposito di possibili giacimenti di lapislazzuli situati in Persia: «Although geologists deny its existence today, there is sufficient literary evidence to suggest that the stone was once mined there, for a number of references of the thirteenth and fourteenth centuries A.D. claim a Persian provenance. The most definite and informative of these references is that made by Hamd-Allah Mustawfi of Qazvin, the State Accountant of Sultan Abu Said (A.D. 1316-1335), who was the great-grandson of Hulagu Khan. He (Mustawfl) writes: "The best mines of this stone are in Badakhshan, but there are mines also in Mazan-deran, and others at Dizmar in Azerbaijan, and there is also one in Kerman.”
Al Biruni, nel suo trattato sulle pietre preziose che risale tra il 1020 e il 1030 d.C., scrive che il lapislazzuli arriva in Arabia da giacimenti situati in Armenia, mentre quello che arriva in Iran proviene direttamente dal Badakhshan.
Ma sono state utilizzate altre miniere?
Ahmad Ibn-Yusuf at-Tifasi (Ahmed Teifascite, 1184-1253) nella sua opera “Fior di pensieri sulle pietre preziose” cita altri luoghi da dove si estraeva il lapislazzuli: Korassan, segnatamente da un luogo detto Khotan, e da un angolo della Persia verso l’Armenia.
“Ion Beam Analysis for the provenance attribution of lapis lazuli used in glyptic art: The case of the “Collezione Medicea” A. Re, D. Angelici, A. Lo Giudice, J. Corsi, S. Allegretti, A.F. Biondi, G. Gariani, S. Calusi, N. Gelli, L. Giuntini, M. Massi, F. Taccetti, L. La Torre, V. Rigato, G. Pratesi, in press on Nuclear Instruments and Methods in Physics Research B (2015) DOI: 10.1016/j.nimb.2014.11.060
Analisi di sei reperti metallici provenienti dallo scavo di località La Biagiola (GR) condotto dal Gruppo Archeologico Torinese nel 2009 e 2010 sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Fronte Retro
Risultati delle analisi radiografiche e XRF in fase di stampa sul volume :”Il territorio di Sovana. Un decennio di ricognizioni e indagini archeologiche”, a cura di G. Barbieri
Ricostruzione tomografica (che al contrario della radiografia fornisce informazioni tridimensionali) con cui è stato possibile estrarre “virtualmente” l’oggetto dal pane di terra
Tratto da “Il Progetto neu_ART. Studi e applicazioni. Neutron and X-ray tomography and imaging for cultural heritage”, Editris, Torino (2013)
Anno 2001 istituzione della laurea in: Scienza e Tecnologia per i Beni Culturali (STBC) – presso l’ex Facoltà di SMFN – Classe L41
Per fornire una preparazione ancor più scientifica, dal 2010/2011 il corso di STBC si è fuso con il corso di Scienza dei Materiali. Il nuovo corso di laurea triennale “Scienza e Tecnologia dei Materiali” (classe L27) ha 2 indirizzi: materiali per l’industria e materiali per i beni culturali.
Presidente del corso di laurea: Prof. E. Vittone
Da quest’anno è attiva anche la laurea magistrale in Scienza dei Materiali per i Beni Culturali.
Presidente del corso di laurea: Prof. A. Borghi
Anno 2006, laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali
Ora Laurea magistrale abilitante in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.
Università di Torino Dipartimento di Fisica Dipartimento di Chimica Dipartimento di Scienze della Terra Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi
INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) Sezione di Torino Sezione di Firenze (LABEC) Laboratori Nazionali di Legnaro
Università del Piemonte Orientale Università di Firenze Università di Bologna Università di Ferrara CCR (Centro di Conservazione e Restauro) “La Venaria Reale” Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) C2RMF (Centre de recherche et de restauration des musées de France) - Parigi Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Museo di Storia Naturale di Firenze Museo Egizio di Firenze Fondazione ing. Carlo Maurilio Lerici IPSES - Milano
Ringraziamenti e collaborazioni
Grazie a tutti i tesisti che hanno lavorato con noi