(8 m) che contengono un parallelepi- pedo di 18 m di larghezza per 33 m di lunghezza. Le pareti, prive di qualsiasi tipo d’ornamento e apertura (tranne un’austera porta dipinta di bianco), se- gnano un limite netto tra il mondo esterno e la vita immaginaria che si svolge dentro l’abitazione. Ma, una volta attraversata la semplice soglia d’ingresso, l’immagine della cella chiusa, percepita dal di fuori, svanisce come d’incanto per trasformarsi in un ambiente pieno di ar- monia, in cui luci e ombre, spazi aperti e chiusi si alternano intorno al “cuore se- greto” della casa: il locale del soggiorno situato nell’epicentro della composi- zione geometrica. Come in un hortus conclusus, il percorso immaginato attra- versa tre fasce trasversali (nord-sud), di cui solo quella centrale (18x9 m) è co- perta. Dopo aver oltrepassato un patio con 4 alberi d’arancio, il tragitto con- duce nella grande sala posta al centro (9x9 m, altezza 8 m) delimitata da due ampie pareti di cristallo, interrotte sol- tanto dai leggeri telai delle porte di ve- tro; alla fine, si arriva ad un altro cortile con 4 alberi e una piscina stretta. Due zone intermedie,coperte da porches (por- tici privi di pilastri) profondi 3 m, fanno da filtro alla fascia mediana dell’abita- zione e proteggono dalla forte luce e dal caldo del sole. Invece, seguendo le ripar- tizioni longitudinali ovest-est,l’edificio è contraddistinto da due pareti interne, lunghe 23 m e alte 3 m, che lo attraver- sano sino al cortile finale. Esse delimi- tano la base del patio d’entrata a soli 9 m, sorreggono strutturalmente la fascia centrale coperta e nascondono, dietro di loro, una “striscia” formata da camere da letto e servizi che, come un’intercape- dine, favorisce un migliore microclima interno. I materiali costruttivi utilizzati sono i mattoni e il calcestruzzo, mentre le finiture sono in pietra e intonaco.Casa Guerrero è un’opera estremamente ro- mantica e razionale in cui il progettista ha cercato di armonizzare al massimo gli elementi naturali per esaltare la loro straordinaria bellezza all’interno di un ambiente artificiale costruito dall’uomo.¶ Casa Guerrero si trova completamente immersa nel paesaggio mediterraneo della provincia di Cadice, nel sudovest della Spagna.Il territorio circostante,che presenta caratteristiche comuni a molte aree di sviluppo urbanistico disomoge- neo, è formato da ampie distese di campi lavorati, o lasciati naturalmente incolti, e grandi spazi verdi alternati a zone di scarsa densità edilizia e a villaggi turi- stici racchiusi dentro i loro recinti. A completare le caratteristiche di medi- terraneità, contribuisce notevolmente il clima andaluso e la prossimità dell’acqua, anche se il mare più vicino è l’Oceano Atlantico e non il “nostro” Mar Medit- teraneo. In questo tipo di scenario, in- sieme ricco e meraviglioso, ma, a volte, anche banale e commerciale, si eleva contro il cielo una costruzione bianca di linee semplici e precise, quasi completa- mente chiusa. La villa, contigua al bo- schetto del Pinar de San José, è situata a poche centinaia di metri da un’altra opera progettata dallo stesso autore nel 1992, e ormai passata alla storia dell’ar- chitettura (Casa Gaspar), con cui ha in comune la stessa impostazione tipolo- gica e la relazione introspettiva con l’am- biente limitrofo. L’architetto Alberto Campo Baeza,anche se anagraficamente nato a Valladolid, si considera uomo del sud del Paese, e in questa occasione pro- fessionale non esita a farlo rilevare. Con il rigore e la poesia che caratterizzano la sua etica progettuale, opera un esplicito richiamo alla tipologia consolidata della “domus” romana.Un volume puro,inte- gralmente intonacato di bianco, sorge nel paesaggio, delimitato dalle alte mura 12 CIL 133 Igor Maglica alberto campo baeza Casa Guerrero a Vejer de la Frontera, Cádiz, Spagna Progetti FOTOGRAFIE Roland Halbe Schizzo di studio. Nella pagina a fianco: vista dell’entrata alla villa.