1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI www.avvenirelavoratori.eu La più antica testata della sinistra italiana, Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44273 utenti - Zurigo, 16 aprile 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected]Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT Detto classico - «Altri faticano, altri guadagnano». – Zenobio Detto popolare - «Uno leva la lepre e un altro se la magna». – Anonimo Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà. EDITORIALE Crispi ! Su una recente comunicazione al Rottamatore da parte del Fondatore della Repubblica di Andrea Ermano Domenica scorsa Scalfari ha ‘revisionato’ l'immagine storica di un uomo politico italiano nato nel 1818 e morto nel 1901, Francesco Crispi, che il Fondatore della Repubblica associa a Bettino Craxi, a Mussolini, a Berlusconi e anche a Matteo Renzi: "Personaggi che provenivano tutti dal socialismo e che instaurarono qualche cosa che somiglia molto alla democratura". Tesi inopinata e strana. Vediamo meglio. Crispi nacque politicamente liberale, divenne poi repubblicano, non fu mai socialista e abbandonò Mazzini subito dopo l'unificazione del Regno d'Italia diventando monarchico, talché i Savoia lo nominarono due volte Capo del Governo. Nel corso del suo secondo mandato
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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI www.avvenirelavoratori.eu La più antica testata della sinistra italiana,
Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo
Direttore: Andrea Ermano
> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <
e-Settimanale - inviato oggi a 44273 utenti - Zurigo, 16 aprile 2015
Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni
IPSE DIXIT
Detto classico - «Altri faticano, altri guadagnano». – Zenobio
Detto popolare - «Uno leva la lepre e un altro se la magna». –
Anonimo
Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.
EDITORIALE
Crispi !
Su una recente comunicazione al Rottamatore
da parte del Fondatore della Repubblica
di Andrea Ermano
Domenica scorsa Scalfari ha ‘revisionato’ l'immagine storica di un
uomo politico italiano nato nel 1818 e morto nel 1901, Francesco
Crispi, che il Fondatore della Repubblica associa a Bettino Craxi, a
Mussolini, a Berlusconi e anche a Matteo Renzi: "Personaggi che
provenivano tutti dal socialismo e che instaurarono qualche cosa che
somiglia molto alla democratura".
Tesi inopinata e strana. Vediamo meglio.
Crispi nacque politicamente liberale, divenne poi repubblicano, non
fu mai socialista e abbandonò Mazzini subito dopo l'unificazione del
Regno d'Italia diventando monarchico, talché i Savoia lo nominarono
due volte Capo del Governo. Nel corso del suo secondo mandato
PALADINA. Con la candidatura da tempo annunciata di Hillary
Clinton, in casa democratica il dado è tratto. E ben difficilmente ,salvo
sorprese, non si vede chi nel suo partito possa ostacolarla nel tentativo
di diventare la prima donna, nonché la prima nonna Presidente degli
Stati Uniti. La scelta di presentarsi con questa doppia e rassicurante
identità, senza apparire la ex di nessuno, ne la first lady di cotanto
marito, ne la ex sfidante perdente di Obama alle primarie, le offre
evidenti vantaggi, ma la espone anche a qualche pericolo, non ultimo
l'illusione di avere già vinto. Per fare centro e tenere a bada i rivali
dovrà convincere gli elettori, soprattutto del ceto medio, che
nell'eventuale sfida con un terzo Bush la vera paladina degli americani,
tutti gli americani, sarà lei.
SOTTO VOCE. Non si conoscono i gusti musicali di Salvini, ma
dopo certe esternazioni è lecito supporre che non straveda per " Prendi
questa mano, Zingara" che fu il cavallo di battaglia di Iva Zanicchi,
guarda caso anche lei protagonista, come Matteo, di una tribolata
relazione politica con Berlusconi. Il quale Matteo, minacciando di
radere al suolo i campi rom, non fa mistero del destino che intendere
riservare ai nomadi. Il leader della Lega di porgere la mano nemmeno
ci pensa. Gli interessa solo fare crescere l'indice di ascolto con slogan
di facile suggestione. Nella ridda di volgarità ciò che maggiormente
inquieta e sprona a riflettere è il fatto che il linguaggio rozzo e brutale
non soltanto fa crescere gli indici, ma anche la platea di chi plaude e
assente sotto voce.
TRUCCO. Se non fosse una faccenda terribilmente e tristemente seria,
ci sarebbe da ridere di gusto nell'assistere alla "guerra dei Roses " in
salsa francese entro le mura di casa Le Pen. In verità nella sfuriata tra il
padre Jean Marie, convinto che la Shoah sia stata un dettaglio dello
storia, e la figlia Marine, che con poco successo prova a rifarsi il
trucco, non c'è nulla che ricordi le divertenti pochade ottocentesche.
Nello squallido psicodramma, le posizioni antisemite e negazioniste
formano un impasto indigesto che a dispetto di ogni tentativo
dell'ultima ora per guadagnare rispettabilità non cambia l'orizzonte
ideologico del Fronte Nazionale. Caso mai, dietro le quinte del
parricidio politico pare di assistere alla farsa crudele dell'asino che da
del cornuto al bue.
VIGNETTE. Chi si scandalizza per il linguaggio spregiudicato dei
fumetti moderni, probabilmente quando era ragazzo non ha mai letto
un albo del vecchio e caro Topolino. Lo facesse ora, sarebbe difficile
non rimanere sorpresi da certe espressioni colorite, per non dire
apertamente sessiste e razziste, che anni fa accompagnavano le
avventure del famoso eroe senza macchia e senza paura. Su Facebook,
grazie all'intraprendenza di ricercatori e utenti, si possono trovare frasi
e battute che non lasciano dubbi sul carattere di talune vignette, molto
esplicite nei contenuti. Rivista oggi, questa galleria di "facezie" è un
viaggio istruttivo alla scoperta di un modo di esprimersi che riflette il
clima di un'epoca neppure tanto lontana e forse mai del tutto
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tramontata.
VERGOGNA. Fare di ogni erba un fascio, mescolando i problemi del
Paese con un gesto dettato dalla pazzia, è il modo più spregevole di
argomentare sul dramma che è stato all'origine della strage nel Palazzo
di Giustizia di Milano. Nella capitale lombarda si sperava non
accadesse, e invece il coro orchestrato dalla destra di stampo populista,
la destra che usa gli insulti al posto delle idee, non ha potuto evitare, di
fronte a questa tragedia, di buttare la croce addosso al governo e le
istituzioni. Ma poiché ancora non bastava, nel tritacarne della
demagogia è finita anche la solita, stucchevole campagna contro il
buonismo, gli immigrati, i centri sociali e tutto quanto serve per
raccattare miseri consensi a buon mercato. La reazione è stata di
sconcerto per l'ennesima, vergognosa deriva.
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
Ttip, cresce il fronte del no
Sabato 18 aprile la Giornata mondiale contro i trattati di “libero”
scambio. Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa Cgil:
"L'opinione pubblica non sa nulla dei negoziati, ma grazie alla
nostra mobilitazione sta aumentando la consapevolezza"
Chiedete in giro cos'è il Ttip, in pochi vi risponderanno. Eppure dietro
a questo strano nome si celano decisioni che riguardano tutti, c'è la
salute alimentare, l'idea di una economia assoggettata alle
multinazionali. “Per questo siamo nel pieno della campagna nazionale
ed europea contro il Ttip”, spiega a rassegna.it Fausto Durante,
responsabile del Segretariato Europa Cgil: “L'opinione pubblica non sa
nulla dei negoziati svolti in segretezza, né conosce gli argomenti sul
tavolo. Con la nostra mobilitazione, giorno dopo giorno aumentano
attenzione e consapevolezza”.
Il riferimento è a sabato 18 aprile, Giornata mondiale contro i trattati
di libero scambio (qui tutti gli appuntamenti in Italia). L'appello così
recita: “Fermare le trattative sulla liberalizzazione degli scambi
commerciali e degli investimenti e promuovere un'economia che serva
allo sviluppo dei popoli e del pianeta”.
Per la Cgil l'impegno su questo fronte è massimo. “Siamo dentro a
questa campagna e ci batteremo sino alla fine per ottenere risultati”,
verranno ricordati sul sito della Fondazione Nenni e sui nostri social
network.
Scegli se adottare il primo scritto di Nenni del 1913 (introvabile),
oppure un volume di Matteotti.
Segui le istruzioni del link: http://fondazionenenni.it/progetti/adotta-libro
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LETTERA
Ricordo perfettamente
Una testimonianza sui fatti del G8 di Genova
di Gaetano Colantuono Docente di lettere e storico delle religioni
Nel luglio del 2001 avevo 24 anni e avevo appena iniziato la mia tesi
di laurea in storia del cristianesimo: passavo le giornate leggendo
decine e decine di lettere in latino tardo.
La decisione di raggiungere Genova e partecipare alle
manifestazione contro il G8 veniva dalla progressiva presa di
coscienza che occorreva contestare i principali fautori del malgoverno
neoliberista sul mondo. Avevo sicuramente letto del crescendo di
tensioni e minacce che riguardava soprattutto noi manifestanti, c’era
stato pure da poco il precedente inquietante dei fatti di Napoli, su cui
noto che è caduto l’oblio. Basta, bisognava andarci anche perché sui
pochi media indipendenti avevo letto delle pubbliche lezioni che si
tenevano nelle piazze tematiche attorno alla “zona rossa” ed è difficile
esprimere quanto bisogno di formazione critica, quasi del tutto assente
nella facoltà che frequentavo, avvertivo in quel periodo.
Sono tornato profondamente segnato dai tre giorni genovesi (19-21
luglio): per me, come per molti altri, si è trattata di una cesura
esistenziale. Il potere che disvela il suo volto, l’inconsistenza delle
garanzie democratiche, la solitudine di chi è colpito da ingiustizia.
Avrei potuto anch’io ritrovarmi a dormire al complesso della scuola
Diaz-Pertini: non avevo alcuna affiliazione politica né una precisa
collocazione. Fu Giuseppe, un mio amico di studi che poi ho perso per
strada, a condurmi allo stadio Carlini, dove si erano sistemati i Giovani
Comunisti (il movimento giovanile di Rifondazione) e i Disobbedienti
(sui quali allora pendevano le accuse delle peggiori intenzioni): la vita
si svolgeva tesa per il continuo passaggio di elicotteri a bassa quota ma
priva di particolari problemi, mentre si sistemavano le protezioni di
gomma con cui il corteo credeva di potersi avvicinare alla famigerata
“zona rossa”.
Seguii il corteo fino all’imbocco di via Tolemaide, dove con alcuni
pugliesi ci fermammo mentre a poche decine di metri infuriava una
battaglia che avrebbe condotto all’assassinio di Carlo Giuliani, un mio
coetaneo. Poco dopo fummo costretti a indietreggiare con una certa
rapidità: scoprimmo che le cosiddette forze dell’ordine ci stavano
inseguendo: non di una carica di alleggerimento ma di annientamento
si trattava, un atto bellico stavolta vero, non con gommapiuma e
striscioni ma con camionette, gas e manganelli.
Giunsero ad assediare lo stadio per tutta la serata: attendevamo
l’assalto finale con rabbia e timore. Penso che in quel caso non avrei
assistito pacificamente ma avrei utilizzato ogni strumento per difendere
me e il resto dei manifestanti. Ricordo ancora come un inviato di un
quotidiano meridionale venne da noi implorando che qualcuno
chiamasse Bertinotti affinché facesse da intermediario col presidente
della Repubblica, perché, altrimenti, saremmo finiti tutti male (lui
compreso) e lo diceva con le lacrime agli occhi. Scoprii giorni dopo
che di queste vicende sul proprio quotidiano aveva dato una versione
edulcorata. Il tutto mentre si teneva un’infuocata assemblea su come
comportarci per l’indomani, quando era previsto il corteo finale:
piangevamo un nostro coetaneo, tanti arresti e infiniti pestaggi.
Non so dove trovammo la maturità per non cadere in un’ulteriore
trappola, la spirale “violenza chiama violenza”, ma avvenne che quasi
tutti noi, migliaia di giovani che avevano subìto la privazione di molti
diritti, fra cui quello a svolgere una manifestazione autorizzata, e che
vivevano ore di angoscia (ci assaltano o no?), scelsero di reagire
politicamente: scendere nuovamente in piazza senza oggetti
contundenti e “armi improprie”.
Eravamo stati intrappolati ma rifiutavamo di essere stritolati.
Appena tornato a casa e riavutomi dallo choc (aggravato dai fatti della
Diaz) ho tenuto fede agli impegni che presi allora, al Carlini nel
momento dell’angoscia (ciò che non mi uccide mi fortifica): impegno
politico sul territorio, coerenza con le idealità del movimento di
Genova, verità e giustizia. La repressione non aveva vinto del tutto.
Eppure nei primi giorni si era diffusa la voce di un imminente arresto
di massa per noi tutti: i peggiori incubi di antifascista si stavano
avverando.
Non dimentico, dopo aver pubblicato alcuni articoli sulla “Gazzetta”
sul Forum sociale di Atene (2006), che un solerte carabiniere mi
avvicinò per chiedermi di diventare suo “confidente” (sic!) per non
specificate informazioni che evidentemente non possedevo né mai gli
avrei fornito.
Il fatto che dopo ben 14 anni, una vita!, e da parte di un’istituzione
esterna, la Corte di Giustizia europea, si sia accertato che alla Diaz vi
sia stata tortura e che i responsabili, almeno quelli di polizia, siano di
fatto impuniti (ulteriore scherno alle vittime) è eloquente: carattere
sincopato delle istituzioni democratiche in Italia, difficile accesso alla
giustizia e sostanziale impunità fra i colpevoli, fra cui ricordo anche un
ex questore di Bari. Ne deriva una diffusa sfiducia verso le istituzioni,
il vero spread fra la nostra nazione e altri stati europei, dove il rapporto
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fra cittadini e istituzioni è basato sulla fiducia.
Un’immagine dal film “Diaz” di Daniele Vicari
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Genova. Il libro bianco, a cura del GSF e del Servizio comunicazione del
Milano social forum (2002)
Carlo Gubitosa, Genova nome per nome, 2003
Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci, L’eclisse della democrazia. Le
verità nascoste sul G8 2001 a Genova, 2011
Alessandro Mantovani, Diaz, processo alla polizia, Fandangolibri, 2011
Marco Imarisio, La ferita. Il sogno infranto dei no global italiani, 2011.
Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto, Cittadinanza ferita e trauma
psicopolitico, 2011
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.