Editoriale Le Regioni italiane e la cooperazione internazionale: il caso del Friuli Venezia Giulia A partire dalla seconda metà degli anni ’80, le Regioni hanno acquisito un ruolo sempre più importante nella cooperazione internazionale. Nel 1985, per la prima volta, il Consiglio d’Europa stabilì il diritto delle comunità locali di un paese a cooperare tra loro e con collettività omologhe di altri paesi, in un documento chiamato Carta Europea delle Autonomie Locali. Nel 1998, il Consiglio dell’Unione Europea ha stabilito che gli enti locali rientrano tra i partner che possono ottenere un sostegno finanziario dall'Unione per le attività di cooperazione internazionale. Dal 1987 ad oggi, anche il legislatore italiano è intervenuto diverse volte per regolare il ruolo internazionale delle Regioni, in particolare nel 2001 con la riforma del “Titolo V” della Costituzione e la legge sulla partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Balcani. (cont a pag.2) Forum sulle Politiche Internazionali – Gorizia, 21 marzo 2011 Relazioni Internazionali Regione FVG: collaborazioni, stati confusionali, campanili e sistemi. Anche noi di ACCOA abbiamo partecipato lunedì 21 marzo u.s. al “Forum sulle Politiche Internazionali” organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia presso l’Auditorium di via Roma a Gorizia. Tanti gli argomenti in programma: dalle politiche comunitarie alla cooperazione internazionale, dalle realtà sempre vive dei corregionali all’estero e delle minoranze, alla cooperazione allo sviluppo. La mattinata si apre con i saluti da parte delle autorità: sindaco e presidente della provincia, e a seguire l’assessore alla cultura, sport e relazioni internazionali e comunitarie della Regione FVG, ed infine un saluto da parte del Consiglio Regionale. Seguono a ruota altri undici interventi preordinati più circa altrettanti liberi. Una giornata davvero intensa, ma soprattutto ricca di spunti di riflessione. Considerando che chi ben comincia è a metà dell’opera, partiamo dal primo intervento: quello del Sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. Subito la prima doccia fredda: per sua stessa ammissione il famoso “International Desk” che tanto aveva fatto clamore nel marzo dello scorso anno e che aveva chiamato a raccolta nel capoluogo isontino ambasciatori, ministri e rappresentanti istituzionali da tutta l’Europa Centro-Orientale è stato un semi buco nell’acqua: ... (cont. a pag.3) Osservatorio Notizie e aggiornamenti dal mondo economico e finanziario dell’Europa Centro-Orientale In Viaggio con ACCOA Questo mese ACCOA Vi porta in Romania, nel cuore della Transilvania. Le compagnie informano Aggiornamenti e novità sui collegamenti fra Italia ed Europa Centrale Borsino Aumenta il Tuo business con gli annunci economici pubblicati da ACCOA In più in questo numero... NEWS Organo di informazione mensile a cura di ACCOA, Associazione Camere di Commercio per l’Europa Centrale. marzo 2011 - n.71 Social Network Vi ricordiamo che potete seguire le attività di ACCOA anche sulla pagina ufficiale di Facebook.
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Editoriale
Le Regioni italiane e la cooperazione internazionale: il caso del Friuli Venezia Giulia A partire dalla seconda metà degli anni ’80, le Regioni hanno acquisito un ruolo sempre più importante nella cooperazione internazionale. Nel 1985, per la prima volta, il Consiglio d’Europa stabilì il diritto delle comunità locali di un paese a cooperare tra loro e con collettività omologhe di altri paesi, in un documento chiamato Carta Europea delle Autonomie Locali. Nel 1998, il Consiglio dell’Unione Europea ha stabilito che gli enti locali rientrano tra i partner che possono ottenere un sostegno finanziario dall'Unione per le attività di cooperazione internazionale. Dal 1987 ad oggi, anche il legislatore italiano è intervenuto diverse volte per regolare il ruolo internazionale delle Regioni, in particolare nel 2001 con la riforma del “Titolo V” della Costituzione e la legge sulla par tec ipaz ione i ta l iana a l la stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Balcani. (cont a pag.2)
Forum sulle Politiche Internazionali – Gorizia, 21 marzo 2011
Relazioni Internazionali Regione FVG: collaborazioni, stati confusionali, campanili e sistemi.Anche noi di ACCOA abbiamo partecipato lunedì 21 marzo u.s. al “Forum sulle Politiche Internazionali” organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia presso l’Auditorium di via Roma a Gorizia.Tanti gli argomenti in programma: dalle politiche comunitarie alla cooperazione internazionale, dalle realtà sempre vive dei corregionali all’estero e delle minoranze, alla cooperazione allo sviluppo.La mattinata si apre con i saluti da parte delle autorità: sindaco e presidente della provincia, e a seguire l’assessore alla cultura, sport e relazioni internazionali e comunitarie della Regione FVG, ed infine un saluto da parte del Consiglio Regionale.Seguono a ruota altri undici interventi preordinati più circa altrettanti liberi. Una giornata davvero intensa, ma soprattutto ricca di spunti di riflessione.Considerando che chi ben comincia è a metà dell’opera, partiamo dal primo intervento: quello del Sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. Subito la prima doccia fredda: per sua stessa ammissione il famoso “International Desk” che tanto aveva fatto clamore nel marzo dello scorso anno e che aveva chiamato a raccolta nel capoluogo isontino ambasciatori, ministri e rappresentanti istituzionali da tutta l’Europa Centro-Orientale è stato un semi buco nell’acqua: ... (cont. a pag.3)
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(editoriale, cont. dalla copertina)
La Regione Friuli Venezia Giulia, per motivi storico-geografici, ha da sempre una vocazione
internazionale molto forte, in particolare in relazione ai territori dell’Alpe Adria e dell’Europa
sudorientale. Dal 2006, il Friuli Venezia Giulia fa parte dell’Euroregione Adriatica, insieme ad altre sei
regioni italiane, tre comuni sloveni, sette regioni croate, un cantone bosniaco, la Repubblica di
Montenegro e la Repubblica d’Albania. Gli obiettivi di questa realtà sono molti e molto ambiziosi, e
vanno dalla promozione di scambi culturali alla realizzazione delle condizioni per uno sviluppo
economico sostenibile. Nonostante ciò, l’Euroregione Adriatica, dopo l’entusiasmo iniziale, è caduta
pressoché nel dimenticatoio, come dimostra il fatto che la chiusura dell’ultimo progetto promosso da
quest’ente risale a settembre del 2008.
Verrebbe da domandarsi allora come sono sfruttate le immense potenzialità che il quadro
normativo, italiano ed europeo, mette a disposizioni delle Regioni. Per quanto riguarda il Friuli Venezia
Giulia, il 2010 sembra essere stato un anno ricco di progetti di cooperazione allo sviluppo, testimoniato
dalla pubblicazione stampata a febbraio 2011 e distribuita durante il recente “Forum sulle politiche
internazionali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia”. In questo ambito, la Regione ha finanziato
quattro progetti, per quanto riguarda l’area dell’Europa centrorientale, per un totale di 213.500!. Dal
punto di vista della cooperazione internazionale lato sensu, il Friuli Venezia Giulia non ha progetti attivi
nell’ambito del “Central Europe Programme” e, nel quadro del programma di cooperazione
transnazionale “South East Europe” è stato capofila del programma “F.A.T.E. – From Army To
Enterpreneurship”, iniziato nell’aprile del 2009 e concluso il 9 gennaio u.s., partecipando, nello stesso
periodo, al progetto “A.D.C. – Adriatic Danubian Clustering” promosso dalla Regione Veneto. Infine, la
Regione fa parte della rete locale per la cooperazione transnazionale SEENET, per la quale si occupa
della valorizzazione del turismo ambientale e dei beni culturali, nonché del programma di animazione
imprenditoriale per la crescita transnazionale di sistemi produttivi locali integrati (Transgrowth).
Da quanto fin qui detto, la Regione sembrerebbe avere un ruolo di prim’ordine nei progetti a
carattere internazionale. Tuttavia di questi progetti si sa ben poco, anche perché l’ente regionale non si
preoccupa granché di rendere di dominio pubblico i risultati ottenuti, né tantomeno il modo in cui gli
stessi sono gestiti, limitandosi a rivendicare ad ogni occasione possibile l’importanza del Friuli Venezia
Giulia nel panorama internazionale. Questa tendenza alla non pubblicizzazione delle attività
internazionali può essere vista come sintomo di uno scarso interesse reale da parte della Regione, nei
confronti delle stesse. Sia ben chiaro che il problema non riguarda solo il Friuli Venezia Giulia, ma è
diffuso un po’ in tutte le realtà regionali, a dimostrazione che la spinta internazionale in Italia è ormai
morente, se non del tutto morta. Quello che veramente colpisce, in particolare in questa regione dal
carattere fortemente transfrontaliero e multiculturale, è l’incapacità di passare dai proclami (come quelli
sull’Euroregione, così ampiamente pubblicizzata negli anni scorsi) ad azioni concrete, visibili a tutti.
Forse la colpa di questo atteggiamento da parte delle Regioni rispecchia il basso interesse della
popolazione nei confronti delle tematiche internazionali. Ma per favorire nei cittadini un’apertura al
contatto con l’esterno, chi gestisce il potere dovrebbe dare il buon esempio. Invece si rimane nel
proprio ambito ristretto, nascondendo (quasi con vergogna) progetti molto interessanti. Il Friuli Venezia
Giulia, in particolare, avrebbe le potenzialità per diventare un faro della cooperazione internazionale e
della promozione dell’integrazione europea, ma prima dovrebbe ritrovare la sua luce e smettere di
brancolare nel buio.
Relazioni Internazionali Regione FVG: collaborazioni, stati confusionali, campanili e sistemi.
(cont. dalla copertina)...! senza un segretariato permanente infatti si è trattata di una manifestazione spot senza alcun seguito. Segue il Presidente della provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, il quale senza tanti giri di parole afferma che ormai la società civile è molto più dinamica delle istituzioni e che quindi bisogna dimostrare alla gente che davvero la cooperazione internazionale e le politiche di internazionalizzazione arrivano a risultati concreti (collaborazione transfrontaliera nella gestione di acqua, rifiuti etc..). Lʼassessore De Anna ha poi parlato di Macroregione Adriatico-Ionica, del sostegno delle minoranze alla progettualità Interreg, dei Friulani e Giuliani allʼestero e della razionalizzazione degli aiuti per la cooperazione allo sviluppo.! Prendono poi la parola Paolo Quercia, Portavoce del Sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica; Antonio Castellacci della DG della politica regionale della Commissione Europea; Damien Perissé, della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime dʼEuropa; Giorgio Rosso Cicogna, vice Segretario Generale dellʼInCE, Giovanni da Pozzo, in rappresentanza di Unioncamere FVG, Giorgio Perini, dellʼufficio di collegamento a Bruxelles della Regione FVG; Renato Pujatti, Presidente di Finest; Silvia Acerbi, Vice Presidente di Informest; Sergio Paoletti, Pro-Rettore Vicario UNITS, Manuela Croatto, Capo Dipartimento Servizi di Ricerca UNID; Gianni Dal Maso, Vice Direttore SISSA.! Di tutti gli interventi vorremmo soffermarci su alcuni di essi e che più ci riguardano da vicino e che hanno avuto come argomento le politiche di internazionalizzazione. A partire dallʼintervento di Giovanni Da Pozzo, rappresentante del sistema Unioncamere FVG e Presidente della CCIAA di Udine. Egli si è soffermato sulla necessità di accrescere la competitività del sistema produttivo considerando che la crescita industriale della Regione FVG è data sostanzialmente dallʼexport. Egli sostiene, inoltre, che la non messa a rete dei sistemi locali di sostegno alle imprese fa risultare questi ultimi inutili, ma soprattutto che ci si sofferma sempre e solo sulla “messa a sistema” di tali realtà e purtroppo sempre molto poco sulle imprese.! Spesso si ha infatti lʼimpressione che le diverse istituzioni territoriali lavorino più per “riorganizzarsi”, per “riequilibrarsi” perdendo di vista il fatto che si deve lavorare PER le imprese e CON le imprese.! Altri due interessanti interventi arrivano da Renato Pujatti di Finest e Silvia Acerbi di Informest, entrambe dʼaccordo sul fatto che strumenti nati ormai venti anni orsono debbano essere rivisti e ripensati. La Vice Presidente di Informest dichiara che tutti gli strumenti presenti sul territorio per sostenere lʼinternazionalizzazione debbano essere messi a sistema per una miglior resa dei servizi
erogati e che la Regione FVG debba indicare chiaramente quale strada debba essere intrapresa. Dello stesso parere Pujatti, Presidente di Finest: «Che la Regione ci dia un indirizzo chiaro sul cosa fare». Se qualcuno non seguisse la politica regionale potrebbe pensare che in effetti le istituzioni pubbliche locali stiano ripensando al loro ruolo e stiano trasformandosi per restare al passo coi tempi. Peccato che ormai siano anni che se ne parla e siano anni che il “fare sistema”, e la “sinergia fra pubblico e privato” in realtà sia solo utopia. ! Anche gli interventi delle università di Udine, Trieste e della SISSA sono unanimi nellʼaffermare che le tre realtà collaborano con corsi comuni, dottorati comuni, progetti comuni etc., però comunque ognuno ha voluto intervenire per conto proprio. Se questa collaborazione, se questo legame fosse davvero così ben avviato e rodato, non sarebbe bastato un semplice breve intervento invece che tre distinti dove ognuno ha ribadito sì questa cooperazione, ma ponendo lʼaccento sui propri numeri, le proprie attività e le proprie eccellenze?! Di tutto questo ne scrivemmo già nel luglio dello scorso anno in un editoriale di “ACCOA News” che suscitò diversi commenti e passati ormai altri otto mesi si riparla sempre delle medesime questioni. ! La sensazione che abbiamo raccolto interloquendo con diverse realtà istituzionali italiane, e non, presenti sul territorio della Regione FVG è che in realtà non esista un disegno ben preciso per quanto riguarda le politiche internazionali e il forum di Gorizia ne è la riprova: organizzare un forum per raccogliere impressioni e pareri è molto lodevole se organizzato per fare il punto della situazione durante un cammino, ma dagli interventi si capisce che sia tutto un “work in progress” costruito sul giorno dopo giorno, ma senza un copione stabilito.! Quello che ci si augura è che le cose davvero, a partire dal Forum di Gorizia, stiano cambiando in meglio e che la Regione torni ad avere quel ruolo di attore protagonista sulla scena internazionale dellʼEuropa Centrale che le spetta di diritto per la sua posizione strategicamente favorevole.
Osservatorio
Bulgaria: nuova nomina per il presidente della locale Confindustria
Pietro Luigi Ghia è stato nominato nuovo Presidente di Confindustria Bulgaria a seguito delle
dimissioni di Massimo Bartocci. Ghia, già presidente fra il 2005 e il 2006, è stato anche Console
onorario italiano a Plovdiv e antenna ACCOA per diverso tempo. A lui i nostri migliori auguri di buon
lavoro.
Albania: La siccità minaccia il settore delle erbe
La grave siccità che sta subendo l’Albania rischia di compromettere la produzione di piante
medicinali e aromatiche del paese. Il settore delle erbe rappresenta uno dei settori produttivi più
importanti dell’agricoltura albanese, nonché una delle maggiori fonti di esportazione. Il commercio delle
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Finito di impaginare il 30 marzo 2011
Responsabile della pubblicazione: dott. Valerio G. Fratelli