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NAZARENA MAJONE
Card. Salvatore De GiorgiCard. Salvatore De Giorgi
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Figlie del Divino Zelo • Roma
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Card. Salvatore De Giorgi
NazarenaMajone
eAnnibale Di Francia
Figlie del Divino Zelo • Roma
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SERVA DI DIO
Madre Maria Nazarena Majone
Confondatrice delle Figlie del Divino Zelo
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Presentazione
L’iniziativa di pubblicare periodicamente li-bretti monografici
sulla Serva di Dio Madre Na-zarena Maria Majone è stata promossa in
occa-sione del sessantesimo anniversario della suamorte. Prende
avvio concreto nel Duemila, annodel Grande Giubileo.
Si è pensato di aprire la collana con un in-tervento di S. E. il
Card. Salvatore De Giorgi.Ciò per due motivi: a) come arcivescovo
di Palermo e Presidente
della Conferenza Episcopale Siciliana; b) come grande
conoscitore dei due Istituti fon-
dati dal Beato Annibale Maria Di Francia, leFiglie del Divino
Zelo e i Rogazionisti, aven-do iniziato il ministero episcopale
nella dioce-si di Oria, dove da Messina il fondatore tra-smigrò
dopo il terremoto del 1908.
Il Card. De Giorgi ha accettato di prepararei rapporti tra
Annibale Di Francia e NazarenaMajone, e lo ringraziamo sinceramente
per que-sto prezioso contributo.
Nella storia della Chiesa non è raro incon-trare modelli di
santità maschili e femminili chehanno condiviso in perfetto
sincronismo deter-minati impegni carismatici e apostolici. Al
ri-guardo è sufficiente riferire alcuni esempi, qualiFrancesco
d’Assisi e S. Chiara; S. Teresa d’Avi-la e S. Giovanni della Croce;
S. Francesco di Sa-les e Francesca di Chantal; S. Giovanni Bosco
ela Mazzarello.
A simili accostamenti può essere raffrontataanche la perfetta
comunione realizzatasi tra il
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Beato Annibale Maria Di Francia e la Serva diDio Nazarena
Majone. Diversi per caratteristi-che personali, per estrazione
sociale, cultura,spiritualità, l’uno e l’altra hanno potuto
concre-tizzare unitamente iniziative apostoliche e cari-tative alle
quali Dio li ha chiamati. Questa sim-biosi originale e incisiva ha
avuto esiti felici ed èresa più percepibile soprattutto nella
fondazionedella Famiglia religiosa delle Figlie del DivinoZelo. È
ciò che il presente volumetto si proponedi mettere in risalto.
Data la limitata disponibilità di spazi del li-bretto,
l’approccio storiografico all’argomentorisulterà necessariamente
schematico, ma nonapprossimativo e superficiale. A questo studio,
ilprimo della serie, ne seguiranno anche altri, conproprie
caratteristiche, ma con uno stile voluta-mente agile ed essenziale,
al fine di illustrare lafigura di una donna consacrata, la Madre
Naza-rena Majone, che si è distinta per alcune specifi-cità
all’esame della Chiesa mediante la Causa diCanonizzazione.
Nazarena Majone, originaria di Graniti(Messina), è vissuta dal
1869 al 1939. Entrata a20 anni nel nascente Istituto religioso
delle Fi-glie del Divino Zelo si è distinta per saggezza efedeltà
alla sua vocazione di persona consacra-ta. È stata tale la fiducia
e la stima del Fondato-re Annibale Maria Di Francia, da affidarle
percirca trenta anni la guida e il governo della Fa-miglia
Religiosa. Tale compiti, in stretta unionecon il Di Francia, le
hanno meritato nella tradi-zione dell’Istituto il titolo di
«Confondatrice»,come è risultato nel corso del Processo
informa-tivo svoltosi presso il Vicariato di Roma.
La fama di santità in vita, in morte e dopomorte, ha portato
all’avvio della Causa di Cano-nizzazione. Nel mese di luglio 1998 è
stata pre-
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sentata alla Congregazione delle Cause dei San-ti la Positio
super virtutibus, elaborata con me-todo storico-critico e si resta
in attesa dell’esa-me dei Consultori Teologi e de i Cardinali,
mem-bri del Dicastero competente. Annibale MariaDi Francia (Messina
1851-1926) è stato giàBeatificato dal papa Giovanni Paolo II il 7
otto-bre 1990. Non c’è dubbio, secondo l’espressionedi Madre
Cuoreina Raffa, una delle superioregenerali delle Figlie del Divino
Zelo, che «il ri-conoscimento ufficiale della santità della
nostraprima Madre conferma e avvalora la stessa san-tità del Padre,
a cui essa fu sempre e dovunquefedelissima» (Positio, Informatio
Relatoris,p.VIII).
Nella storia della Serva di Dio entrano apieno titolo anche le
due Famiglie religiose isti-tuite dal Di Francia: le Figlie del
Divino Zelo e iRogazionisti del Cuore di Gesù. A entrambi
ilFondatore ha trasmesso il carisma del «Rogate»che comprende la
preghiera per le vocazioni, ladiffusione di essa in tutto il mondo
e l’impegnocaritativo per gli orfani e i bisognosi. I due Isti-tuti
oltre in Italia ed Europa, sono operanti neglialtri Continenti,
particolarmente nei Paesi in viadi sviluppo.
P . Ciro Quaranta RCJPOSTULATORE
– 5 –
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1 Un incontro provvidenzialeEe
Siamo nell’anno 1889. Da circa un decennioAnnibale Di Francia si
è dedicato alla redenzionemateriale e spirituale di una zona
malfamata del-la sua città. Il quartiere Avignone, tale era il
nomedell’agglomerato alla periferia di Messina, puòessere
paragonato a una di quelle favelas, bruli-canti di poveri, che è
possibile vedere in numero-se grandi città, quali ad esempio quelle
osservatea Rio de Janeiro e in altre simili metropoli.
P. Annibale in quel quartiere aveva avviato unorfanotrofio per
le bambine. Diversi Istituti di suo-re ai quali si era rivolto per
curare l’educazione e laformazione delle assistite, gli avevano
rispostopicche adducendo vari motivi. Decise allora di da-re inizio
a un Istituto di religiose e il 18 marzo1887 consegnò alle prime
quattro ragazze l’abitosacro con la scritta «Rogate Dominum
messis».
Date le ristrettezze e le difficoltà economichedella nuova
istituzione, il Di Francia mandava al-la questua le sue suore,
secondo gli usi del tempo.Due di loro si recarono per la raccolta
delle olivee dell’olio anche a Graniti un piccolo centro
dellaprovincia di Messina, poco più di dieci chilometrialle spalle
di Taormina verso l’interno, adagiatosu una collina dalla quale lo
sguardo spazia adoriente sul Mare Ionio, mentre ad occidente si
faimmensa la mole dell’Etna.
A Graniti le suore di Padre Annibale incon-trarono due ragazze,
Carmela D’Amore e MariaMajone, la prima di 22 anni, l’altra
ventenne. Es-se facevano parte della locale associazione
delleFiglie di Maria, fondate da don Vincenzo Cala-brò. La
formazione profondamente cristiana ave-va suscitato nel loro animo
il desiderio di consa-
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crarsi al Signore in un monastero.L’incontro con le due suore di
Padre Anniba-
le, convinse Don Calabrò e le due ragazze a re-carsi a Messina
per realizzare la loro aspirazione.Il Padre Serafino Santoro, uno
dei primi sacerdo-ti rogazionisti, che raccolse molti ricordi
degliinizi dell’Opera dalla viva voce del Fondatore,riporta la
cronaca di quel primo incontro il 14 ot-tobre 1889.
«Le giovani presentate dalle Suore furonoaccolte dal Padre, che
mostrò loro la casa. Nonerano mai uscite dal paese e conoscevano di
unmonastero solo quello che avevano udito dal lo-ro padre
spirituale. Avevano immaginato ungrande edificio, tutto corridoi e
file di camere, ecoro per l’ufficio, e grate al parlatorio. Giunte
adAvignone rimasero stordite: e dov’è il monaste-ro? Casipole,
minuscole cellette, terragne, atri dipochi metri quadrati,
chiesuola poverissima, unmezzanino ridotto a coretto, e poi
miscuglio dipoveri e povere. La maggiore, D’Amore, osser-vava e
taceva; ma la piccola no. Il Padre ricorda-va che non faceva che
ridere, ridere, ridere; l’al-tra si controllava. Però siccome vi si
respiravaun’aria incantevole di devozione accanto a quelsacerdote
meraviglioso, che s’era fatto povero emendicante, per i poveri, si
lasciarono prendereanch’esse da quell’onda mistica del fervore
dellaprima ora. E si fermarono contente. Sarebberostate proprio
esse, che avrebbero condiviso colPadre povertà, disagi, sofferenze,
difficoltà, lotteed ansie fino allo sviluppo dell’Opera! Sarebbe-ro
divenute le due elette colonne dell’istituto na-scente»1.
– 7 –
1 SANTORO S., Inizio carismatico e laborioso dell’Istitutodelle
Figlie del Divino Zelo, Trani 1974 (dattiloscritto),p. 19.
-
La storia dell’Istituto evidenzierà che laMajone, alla quale il
Padre Di Francia diede ilnome di Nazarena, e la D’Amore saranno
duevalide collaboratrici del fondatore Padre Anniba-le e due
colonne solide della sua nascente con-gregazione delle Figlie del
Divino Zelo, alla qua-le egli darà la missione di zelo per il
Rogate diGesù e di carità per le orfane e per i poveri2.
Per quanto riguarda l’amore per i poveri, unareligiosa ha
testimoniato che un giorno manife-stò alla Madre Nazarena il motivo
per cui si erafatta suora. Perché il mondo non le piaceva. LaMajone
soggiunse: «Brava, io invece ho scelto lafamiglia religiosa del
Padre Annibale, perché cisono i poveri e gli orfani. Per essi ci
tengo tantoe con tanto amore li porto nel cuore»3. Effettiva-mente
questo impegno per i poveri è stato unaspetto caratteristico di
tutta la vita imitando ilsuo Padre Spirituale, il Fondatore.
– 8 –
2 Per tutti gli altri sviluppi concernenti la formazione
ini-ziale, si veda: Positio, Biografia Documentata, pp. 178ss.
3 Positio, Summarium, p. 137.
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2 Momenti critici dell’Istituto Ee e arrivo di Melania
Calvat
Il Di Francia, come è avvenuto a tutti i fon-datori, si trovò in
situazioni critiche che coinvol-sero direttamente Sr.Majone.
Accenniamo a dueavvenimenti che esposero a rischio l’avvenirestesso
dell’Istituto.
A causa di diversi contrasti, un gruppo diquattro suore pensò di
operare una scissione eandare altrove. Venne rivolto l’invito anche
a Sr.Nazarena a lasciare il Di Francia e a unirsi a loro.La sua
risposta fu chiara e decisa: «Non sia maiche io faccia questo
tradimento»4. In questa pre-sa di posizione c’è tutta la vita della
Madre Ma-jone. L’insieme delle testimonianze al Processoinformativo
sottolineano l’assoluta fedeltà alFondatore, che caratterizzò la
sua esistenza.
Un mesetto dopo quell’esperienza traumati-ca, Padre Annibale
implorò a Dio un’anima elet-ta, da porre alla direzione della
Comunità. NellaSupplica del 22 Aprile 1897 chiede una
religiosa«santa, umile, colta, esperta, e quale più sia adat-ta per
la riparazione e formazione di questa PiaOpera». Gli occhi di lui
si posarono su MadreNazarena, che già da qualche tempo
svolgevamansioni direttive nella sezione delle orfane.Egli le
affida anche la Comunità religiosa. La sa-peva esente dalla
superbia della mente, figlia dal-lo sguardo innocente e tuttavia
dalla forte tem-pra, anche se troppo giovane5.
L’altro avvenimento riguarda la fuga di una
– 9 –
4 Positio, Informatio Relatoris, p. XVIII.5 Ibid.
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delle bambine dall’orfanotrofio dello SpiritoSanto. Intervenne
prima la questura e poi anchela curia arcivescovile, che con un
decreto sop-presse la nascente Congregazione, mentre il Fon-datore
non si trovava a Messina. Al suo ritornotrovò Suor Majone in
lacrime a motivo dell’ac-caduto.
Il Di Francia ottenne dalla Curia di poter ri-mettere ordine
nella comunità dello Spirito San-to almeno mediante una persona
incaricata di di-rigere l’Istituto. Così invitò da Galatina
(Lecce),dove si trovava in quel periodo, Melania Calvat,la veggente
della Salette, con la quale era a con-tatto da tempo.. Questa
accettò per un anno egiunse a Messina il 14 settembre del 1897. Il
ca-rattere ruvido e austero di Melania, diede occa-sione a Sr
Majone di maturare virtù come l’u-miltà, l’obbedienza, il senso di
appartenenza.
Partita Melania Calvat il 2 ottobre 1898, suorM. Nazarena Majone
riprende l’ufficio di supe-riora della comunità dello Spirito
Santo. Dal1902 fino al 1928 è anche Superiora Generale.La Positio
nota che Madre Majone fece tesorodell’esperienza, che il governo di
Melania le ave-va procurato. Si mise al lavoro con più impegnosia
nel governo delle suore e delle probande, sianella direzione delle
piccole orfanelle. La comu-nità riprese più slancio. La Majone,
trentenne,godeva la piena fiducia delle consorelle, ma so-prattutto
del Fondatore, che nella dura prova del-l’anno precedente, quello
cioè di Melania, avevameglio sperimentato e compreso le virtù e la
fe-deltà della Madre Nazarena. Di qui la volontà diPadre Annibale
di non privarsi più di quella col-laboratrice 6.
– 10 –
6 Summarium, p. 271.
-
Trent’anni accanto al Fondatore, nel segnodella fedeltà e della
docilità. Con lei non vi sa-ranno più scissioni e, d’altra parte,
le Comunitàreligiose avranno in lei una geniale e
pazientemediatrice, esperta di ammortizzamenti e in gra-do di
assorbire i momenti più critici. Il PadreTeodoro Tusino, uno dei
massimi storici dell’O-pera, fa lode aperta alla Serva di Dio per
avermantenute fedeli al Fondatore intere generazionidi Suore; così
anche, il Padre Santoro annota l’e-roismo di Madre Nazarena negli
anni degli im-pianti, quando l’Opera gemeva sotto la
tempe-sta7.
– 11 –
7 Positio, Informatio Relatoris, p. XIX. – Cf. TUSINO
T.,Circolare, 11.10.1950.
-
3 Fedelta’ creativa e dinamica Ee al Fondatore
Il Relatore della Causa volendo definire il ti-po di fedeltà
della Majone al Di Francia adoperadue termini: «creativa e
dinamica».
Conviene anzitutto citare il testo: «È ampia-mente provato che
Madre Nazarena assorbì conintelligenza di fede e sapienza celeste
il carismadel Fondatore, che salda preghiera e apostolato,Rogate e
Carità, quali elementi di una stessarealtà. Intorno a questo nucleo
si sviluppa la per-sonalità, la spiritualità, la multiforme
irradiazio-ne delle opere, promosse dalla Serva di Dio, sot-to la
guida del Padre Annibale, ma con una par-tecipazione sua creativa e
dinamica»8.
Le testimonianze processuali ed extraproces-suali sono al
riguardo senza numero. Uno dei te-sti meglio documentati, nella sua
deposizione alProcesso, ha presentato in sintesi un insieme
dipareri riguardanti questo aspetto essenziale dellaMajone.
«La S.D. fu del Padre Di Francia la compa-gna fedelissima» (Dio
e il prossimo, n. 3, 1939),«seppe leggerne la mente e il cuore, ed
emularelo spirito di carità e di sacrificio» (Felice da Por-retta,
p. 50). Ella «seppe accettare ogni sacrifi-cio, fatica, speranza,
come docile collaboratricedel Fondatore» (E. Campanale, in
Scintilla, n.26, 1991). È vissuta accanto al Padre Di Franciae
«possiamo dire alla sua ombra; seppe riunire latenerezza di Madre
all’audacia dell’uomo di fe-de; e ne attuò con coraggio e fedeltà
gli ideali»
– 12 –
8 Positio, Informatio Relatoris, p. V.
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(R. Graziano, in Adif, n. 1, 1989) perché «ella,come diceva,
capi di trovarsi assieme ad un san-to. Essa comprese quell’uomo
nella pienezzadello spirito che possedeva, e il Padre compresela
creatura che il Signore gli mandava per aiuto esostegno nell’opera
femminile, e pensò di colti-varla spiritualmente e
intellettualmente (...) Essa,seguendo diligentemente i passi del
Fondatoreveniva da lui apprendendo). Non ci inganniamose
assicuriamo che ella seppe imitare il Padre «sicapiva da tutti in
Messina che essa era una verafiglia del Padre Di Francia (...). Con
quanta ve-nerazione ed affetto profondo ella trattasse ilFondatore,
come a Padre dell’anima sua, lo pos-sono dire i Religiosi e le
Religiose che furono te-stimoni delle cure e delle fatiche che essa
gli pro-digò negli ultimi tempi dell’infermità» (Lascintilla,
1/2/1939). «La sua parola d’ordine era:– Come vuole il Padre – e
ricordava che dopo lasua morte Monsignor Paino esclamò: - Quellaera
la vera donna forte che ci voleva accanto alPadre Fondatore «
(Testimonianze, vol. 5).
«Fu vera copia del padre Fondatore e forte,piena di santo
entusiasmo, di energia magnanimacompagna fedele, integerrima in
tutto fino all’o-locausto» (Lembo Giuseppina, Testimonianza,vol. 2,
p. 7). «Fu fedele interprete della volontàdel nostro Padre
Fondatore» (Suor Marina Sal-via, Testimonianze, vol. 3, p. 42)
perché essa ve-deva in lui un santo «e perciò ne venerava tutte
ledisposizioni, e i semplici desideri di lui erano perlei leggi
inderogabili» (T. Tusino, Circolare,11/10/1950) infatti Suor
Corradina Morana ri-corda le sue parole: «Al Padre bisogna
sempreobbedire; io non posso cambiare le sue disposi-zioni
(Testimonianze, vol. 1b, p. 240). «Il Padrepuò fare ciò che vuole
ma io quello che vuole ilPadre» (Suor Beatrice Spalletta,
Testimonianze,
– 13 –
-
vol. 1b, p. 358).«Era obbedientissima al Padre e non lo
face-
va per amicizia umana, ma per deferenza alla suaautorità di
Fondatore e di Sacerdote» (MadreFrancesca Anzollitto,
Testimonianze, vol. 1a, p.9). «La nostra Madre Generale disponeva
sem-pre di accordo con lui» (Suor Rosalia Caltagiro-ne, Positio,
vol. II, p. 171).
«Suor Nazarena fu il braccio destro; questaa sua volta
illuminata e indirizzata saggiamenteda Suor Anna Maria Gonzaga,
superiora delleFiglie di S. Anna in Messina» (Pasqua Tomma-so,
Positio, vol. II, p. 394). Il Padre Di Francia ela S.D. «sono due
figure che si stagliano all’o-rizzonte dell’istituzione, chiamate
da Dio a rea-lizzare un progetto che, accolto dalla Chiesa, hadato
inizio all’Opera...» (C. Raffa, Circolare, n.39, 2/10/1988).
«Suor Nazarena, data da Dio al Padre, comeaiuto e cooperatrice
nella fondazione delle OpereAntoniane, ebbe la stessa tempra, lo
stesso corag-gio, la stessa potenza di amore che si ammirarononel
Padre. Al pari di lui incrollabile nella fiducia inDio, umile e
mite come lui, piena d’affetto per lebambine e per le Suore, pronta
ognora ai sacrificipiù duri, né più né meno di quello che era il
Padre;pareva modellata su di lui; tanto perfettamente neaveva
saputo ricopiare con gli ideali, lo spirito e ilcuore. Umiltà e
mitezza, pazienza, congiunte aduna carità senza limiti: ecco le
caratteristiche chefacevano di Suor Nazarena una figura magnificadi
donna, che sapeva, con forza davvero superiore,sopportare ogni
sacrificio, e non si arrestava da-vanti a qualsiasi difficoltà.
Nessuna meraviglia,che il Padre l’avesse voluta Superiora
Generaledella Congregazione e le Suore l’amassero come
– 14 –
9 Positio, Summarium, pp. 171-173.
-
una mamma» (F. Porretta, p. 112)9.Ci siamo dilungati nel
presentare questo co-
ro di testimonianze, perché ci sembra il modo piùefficace per
far comprendere il tipo di fedeltà alFondatore, che dopo il
Concilio è diventato il leitmotif del magistero pontificio. Basti
ricordarequalche intervento di Paolo VI10 e di GiovanniPaolo II.
Questi parla esplicitamente di fedeltàcreativa e dinamica e afferma
che «proprio in ta-le fedeltà all’ispirazione dei fondatori e
dellefondatrici, dono dello Spirito Santo, si riscopro-no più
Facilmente e si rivivono più fervidamentegli elementi essenziali
della vita consacrata»11.
Affermando in Madre Nazarena un fedeltàdinamica e creativa al
Fondatore, si vuole evita-re di intendere tale atteggiamento in
senso erro-neo e pappagallesco, come se fosse un
pedestre«mimetismo», senza una propria personalità.
Asserire che la Madre Majone è stata l’om-bra del Di Francia,
come risulta da testimonianzeal Processo svolto presso il Vicariato
di Roma12,può trarre in inganno. «La definizione è
perfetta,tuttavia si è prestata anche come etichetta talvol-ta di
comodo, che ha finito per nuocere alla realestatura della Serva di
Dio, o meglio, al riconosci-mento integrale della sua
figura»13.
Può essere interpretata in senso giusto quan-do si applica
all’umiltà e all’obbedienza, come faun testimone: «Era l’ombra del
Fondatore pro-prio per la sua obbedienza fedele e cieca»14.
A scanso di equivoci, il Relatore della Causa
– 15 –
10 Evangelica testificatio, 1971, n. 11.11 Vita consecrata, nn.
36-37.12 Positio, Summarium, p. 103, p. 171. Biografia Docume-
nata, p. 351.13 Ibid. Biografia Documentata, p. 351.14 Ibid.
Summarium, p.103.
-
sente il bisogno di precisare meglio: «Ho rileva-to abbastanza,
ad apertura di questa Relazione,che la santità della Serva di Dio è
una meravi-gliosa traduzione della spiritualità del Rogate
alfemminile. Tale articolazione non è una sempli-ce sfumatura, ma
una nota peculiare, che non sipuò evidentemente ritrovare allo
stesso modo nelFondatore. Quando si afferma, dunque, che Ma-dre
Nazarena fu l’ombra del Padre Annibale, nonsi intende minimamente
inferire una diminutio acarico di lei, ma rilevare soltanto un
aspetto del-la sua virtù eroica, quella che la pone dietro le or-me
d’un santo per raggiungere ella stessa la san-tità. Per il resto,
attesa l’interpretazione creativaal femminile, che ella fa del
carisma rogazionistae del progetto del Fondatore, Madre Nazarena
sipone come un segno specifico e singolare dellatenerezza di Dio in
mezzo ai poveri e alle creatu-re sulle quali esercitò la sua azione
pastorale»15.
– 16 –
15 Ibid., Informatio Relatoris, p. LXXXIII.
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4 Un voto singolareEe
Prova tangibile della fedeltà al Fondatore, èun avvenimento che
ha suscitato la grande am-mirazione dei Teologi Censori degli
scritti dellaMadre Nazarena. Intendiamo riferirci al voto
diperfetta obbedienza al Fondatore da lei sotto-scritto il 1°
luglio 1904, praticamente agli inizidel suo compito di Superiora
Generale. Vale lapena richiamare il testo del voto.
«Io qui sottoscritta, volendo intieramentemorire a me stessa,
per darmi tutta a Gesù Som-mo Bene, rinunzio alla mia volontà nelle
manidella S. Ubbidienza, e quindi faccio voto di per-fetta
Obbedienza al mio Padre e Direttore Spiri-tuale Can. A. Maria Di
Francia, sottomettendo alsuo giudizio e alla sua volontà ogni mia
azione,per sempre allo Sposo divino al quale mi sonotutta
consacrata»16.
Questo scritto – osserva Don Luigi Boglio-lo – rispecchia bene
l’atteggiamento di totaleobbedienza al Padre Di Francia, Fondatore.
Intutte le circolari della S.d.D. si sente la presen-za di colui
che aveva dato inizio a tutta l’operarogazionista: il ramo maschile
e quello femmi-nile. È certamente stata la piena fedeltà alle
di-rettive spirituali e di azione apostolica che le haprocurato
l’onore di confondatrice.
Non poche lettere sono di ordinaria ammi-nistrazione e sembrano
dettate dallo stesso Fon-datore o comunque ne trasmettono, con
senso di
– 17 –
16 Scritti, p. 192.
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viva venerazione, il pensiero17.Da questa prima parte si può
arguire la nota
fondamentale della sua spiritualità: l’abbandonoincondizionato
alla volontà di Dio ch’essa vede-va nelle direttive del Venerabile
Fondatore, ver-so il quale professa una grande venerazione, alui
rifacendosi in tutte le disposizioni, pronta adare notizie sulla
sua salute, invitando le Suore apregare per il ristabilimento nella
salute. È evi-dente che lo considerava un santo se, nelle lette-re
scritte dopo la sua morte, ha fiducia nella suaintercessione presso
Dio (Cfr. pp. 131, 138,ecc.).
Il voto di perfetta obbedienza al Fondatore aqualcuno potrà
sembrare eccessivo ed esagera-to.I due Censori degli scritti danno
una interpre-tazione appropriata, quando affermano che perla Madre
Majone il voto è stato un modo con-creto di fare la volontà di Dio,
punto qualifican-te della sua spiritualità.
La Serva di Dio – rileva Mons.SalvatoreGarofalo egli pure
incaricato di esaminare i testidella Madre – ci appare negli
Scritti una religio-sa di virtù non comuni, che possono ben
dirsieroiche. All’origine e alla base di questo eroi-smo è la seria
e concreta volontà di santificarsi,espressa da impegni solenni come
i voti di fedee di speranza in Dio e di perfetta obbedienza
alFondatore della sua Congregazione, che la chie-sa ha proclamato
«Beato».
M. Nazarena è un’anima semplice, ma conprofonde vibrazioni
spirituali e dotata di unafortezza cristiana a tutta prova.
Ritengo che il totale e costante abbandonoalla volontà di Dio,
presentissimo in vari modi e
– 18 –
17 Positio super scriptis, p. 241.
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in varie forme negli Scritti, sia la caratteristicanon solo
dominante, ma totalizzante della vitavirtuosa della Serva di
Dio18.
Gli Scritti di Madre Nazarena – annota ilRelatore della Causa –
sono un costante richia-mo alla docilità verso il Padre, ed è
significativoche con lei al governo, che fu trentennale, non
siebbero mai più a verificare incidenti di percorsodell’Opera, come
negli inizi.
Ha pertanto uno specifico risalto il giudiziodi Padre Tusino:
«Ci piace rendere omaggio allavirtù della Madre Nazarena, che fu
figlia fede-lissima del Fondatore. Ci consta che i malintesifra un
Fondatore e la Superiora Generale, hannoprovocato in un Istituto
l’intervento dell’Auto-rità Ecclesiastica, col risultato che il
Fondatorefu per sempre allontanato dalla sua Opera. Se alPadre fu
risparmiata questa prova, lo si deveprincipalmente all’opera della
Madre Nazare-na»19.
L’abbandono alla volontà di Dio spiega lasua serenità nel non
vedersi più rieletta qualeSuperiora Generale. Si affretta a
scrivere alleSuore: «Ancora vi prego una volta, ciò che face-vate
con me fatelo con codesta Madre Generale,acciò non possiate perdere
il merito di tanti an-ni»20 (155). Scrivendo alla nuova Madre
Gene-rale, così si esprime: «Rev.da M. mi protesto cheio non sono
affatto intenzionata di fare il miovolere rimettendomi sempre anche
se potessi in-tuire la sua volontà lo farò. Tanto perché V.M.possa
sapere le mie disposizioni»21.
– 19 –
18 Ibid., p. 253.19 TUSINO T., I Rogazionisti e le Figlie del
Divino Zelo,
Circolare, Roma 1950, p. 23.20 Scritti, p. 155.21 Ibid., p.
158.
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– 20 –
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5 Elogi e apprezzamenti Ee del Fondatore
Finora abbiamo dato spazio più alle testimo-nianze di altri, ora
possiamo chiederci cosa nepensasse espressamente il Fondatore. Non
c’èdubbio che il fatto di avere tenuto la Madre Na-zarena come
diretta collaboratrice e SuperioraGenerale dell’Istituto per circa
tre decenni, è unchiaro segno della fiducia che egli ha avuto per
laMadre. Tuttavia il Di Francia ha manifestato piùvolte per
iscritto e oralmente la profonda convin-zione circa la fedeltà
della Madre Majone. Nelle405 lettere del Fondatore alla Madre
Majone, tra-spare con chiarezza l’attestato circa la stima ver-so
di lei. Nessuno, più del Fondatore, che era adun tempo suo Padre
Spirituale, gode di maggioreconoscenza della SD e può emettere
giudizi al-trettanto veritieri su di lei. Li troviamo
espressidirecte ed oblique, cioè quando egli parla o scri-ve a lei
in prima persona, oppure quando di lei faparola con altri.
Qui è sufficiente accennare come esempio aqualche testo
significativo.
Anzitutto la lettera scritta dal Fondatore il 17Agosto 1902 in
occasione dell’onomastico dellaMadre Majone. Il testo viene
pubblicato integral-mente al termine di questo saggio, perché il
let-tore possa farsene un’idea personale al di là deicommenti
riferiti. Ci limitiamo perciò a qualchesottolineatura.
Il Fondatore si associa ai festeggiamenti chele Figlie del
Divino Zelo e le Orfanelle fanno per
– 21 –
22 Informatio Relatoris p. XXIX.
-
l’onomastico di Madre Nazarena. Le ricorda ilgran dono della
vocazione, di essere stata sceltadalla divina Bontà ad essere Sposa
di Gesù Cri-sto mediante la consacrazione religiosa e di esse-re
stata posta alla guida dell’Istituto come Supe-riora Generale. Le
augura di progredire in tutte levirtù.
Questa lettera è di grande importanza e vamolto al di là degli
auguri occasionali per la cir-costanza. Il Fondatore impegna la sua
parola au-torevole per delineare una breve storia d’anima,la
vicenda spirituale e umana di una ragazza dipaese, eletta dal
Signore a diventare «come unadelle pietre fondamentali della
mistica fabbrica esollevata alla direzione di una comunità
religiosadi Suore».
Viene richiamata la missione alla quale è de-dicata con la sua
consacrazione: il Rogate e la ca-rità.
È fondamentale la lode che il Di Francia facirca la
collaborazione, «come figlia docile e ob-bediente, quasi compagna
fedele nelle vicissitu-dini tristi e liete dell’Istituto, nei tanti
sacrificiper quel santo ideale che ci predomina».
Egli si firma con la qualifica di suo «PadreSpirituale», a
meglio suggellare l’importanza deicontenuti espressi nel saluto
augurale.
L’altro esempio che ci sembra opportuno ri-portare è una pagina
di un testimone oculare. Sitratta del P. Carmelo Drago e si
riferisce al giu-dizio del Fondatore sul letto di morte e che il
Re-latore della Causa definisce come «l’ultimo sigil-lo del Maestro
al profilo spirituale della Discepo-la»22.
«Durante le settimane che assistetti il Padrenell’ultima
malattia, a Messina, – scrive il P.Dra-go – fui testimone diretto
di tante scene commo-venti, mai più dimenticate. La salute del
Padre
– 22 –
-
era una preoccupazione per tutti, ma diventavadolore lacerante
addirittura per la Madre Genera-le delle Figlie del Divino Zelo, M.
M. NazarenaMajone, discepola generosa del Fondatore ederoina
autentica di carità fin dai tempi del Quar-tiere Avignone.
Spesso si asciugava le lacrime e non potevavenire nella stanza
dell’ammalato, perché scop-piava in pianto dirotto, e il Padre si
dispiaceva.
Si prodigava quanto più poteva, per provve-dere a quello che
occorreva. Spesso mi doman-dava, con vero interesse, come aveva
passata lanottata, se aveva preso qualche cosa da mangiaree da
bere, se aveva espresso qualche desiderio.
Un giorno essa mi domandò quanti eravamoquelli di Oria già in
teologia, e quanti altri reli-giosi e aspiranti vi erano avviati
allo studio persacerdoti. Appena senti il numero, esultò di gioiae
disse: «Ora sì che muoio contenta, dopo avervisto che, grazie a
Dio, la Congregazione comin-cia ad avere i suoi sacerdoti ed ha per
il futuro ot-time speranze. Questo è stato sempre l’oggettodelle
mie preoccupazioni, delle mie preghiere edei miei sacrifici. lo ho
una stima per la Congre-gazione maschile non minore di quella
femmini-le. Temo che il Padre non vedrà in terra i fruttidelle sue
ferventi preghiere e dei suoi eroici sa-crifici».
lo le risposi: «Il Padre, l’ultima volta chestette in Oria, mi
domandò che classe stavamofrequentando noi della teologia».
Avuta la risposta, disse: «Siano infinitamen-te benedetti i
divini Superiori. Certamente io non
– 23 –
23 DRAGO C., Il Padre, frammenti di vita quotidiana, Ed.Rogate,
Roma 1995, n. 211. La sottolineatura finale deltesto è nostra.
24 Informatio super virtutibus, p. 6.
-
avrò la grazia di vedervi sacerdoti; ma non im-porta, vi vedrò
dal Cielo. L’interessante è che va-da avanti la Congregazione. Vi
raccomando di ri-cordarvi di me nella S. Messa e di
suffragarminelle vostre preghiere».
A questo punto, Madre Nazarena scoppiò apiangere e si allontanò.
Accennai al Padre la con-tentezza della M. Majone alle buone
notizie delprogresso delle vocazioni e degli studi di quellidella
Casa di Oria. E il Padre mi disse:
«M. Nazarena è veramente un’anima bella.Semplice come una
colomba. Non conosce checosa sia finzione, doppiezza, politica. Il
suo par-lare è evangelico: “Sì, sì; no, no. È fedelissima,attaccata
al cento per cento alla Congregazione,osservante e formata secondo
lo spirito dell’Isti-tuto maschile come di quello
femminile”»23.
P. Vincenzo Caudo, un altro teste oculare,afferma: «Il Can. Di
Francia, col quale io avevocontinuo contatto mi disse un giorno: la
vostrapaesana Suor Nazzarena (sic) Majone è stata peri] mio
Istituto una vera provvidenza. E ne avevatanto buon concetto che
mise nelle mani di Leil’amministrazione di tutto l’Istituto.
Ricordo cheil Can. Di Francia tenne un’accademia in onoredi lei, in
occasione del suo onomastico. L’acca-demia si chiuse con un
discorso del Can. DiFrancia in cui egli fece i più alti elogi della
fe-steggiata»24.
Mi piace concludere queste note con unaprecisazione del Relatore
della Causa. Egli scri-ve: «Spesso ricorre, nei documenti da me
esami-nati, il rapporto tra questa degna figlia e il suoPadre, il
Fondatore. Bisogna andar cauti siaquando si vuole assimilare troppo
la Serva di Dio
– 24 –
25 Informatio Relatoris, pp. XLII-XLIII.
-
al Padre Annibale sia quando si cerca di coglierelo specifico
delle virtù e del corredo spirituale dilei.
Nella direzione assimilativa sono coloro cheparlano di «figlia
fedelissima del Fondatore, direligiosa formata interamente allo
spirito del Pa-dre», di «impareggiabile esecutrice della volontàe
dei desideri del padre Fondatore», sicché, perconcludere, «quel che
si dice del Padre lo si puòdire di lei» essendo di lui la copia
perfetta.
Queste virtù sono tutte da accreditare allaServa di Dio, e
ridonano a suo merito, tuttaviaoccorre bilanciarle con un altro
corredo di qua-lità espresse da lei. La grazia l’ha plasmata comeun
originale, il suo calco spirituale non si calaperfettamente in
quello del Fondatore, stante lapropria inconfondibile personalità e
femminilità.Lo si nota, tra l’altro, nella sua maternità oblati-va,
per la quale si pone dall’inizio alla fine dellavita vittima
offerta in olocausto.
E appunto da questa armonia, tra una MadreNazarena ombra d’un
gran santo e però segnatadal tocco originale dello Spirito, che
resto sor-preso, avvisando nella personalità di lei una«inaspettata
manifestazione delle operazioni del-la Grazia di Dio»25.
– 25 –
26 TUSINO T., Lettere del Padre, I, pp. 236-238.
-
Documento
Lettera autografa del beato Annibale Maria Di Francia alla Serva
di Dio Nazarena Majone(Messina, 17 agosto 1902)26
Figliuola in G. C. benedetta,Immezzo (sic) alle fatiche e alle
afflizioni e
sacrifici della vita, che si soffrono per amor diDio, il Signore
misericordioso dispone qualchegiorno di santa letizia per conforto
della debolenatura.
Tale è per voi questo giorno in cui le Figliedel Divino Zelo, e
le orfanelle festeggiano il vo-stro onomastico.
Ed affinché la vostra gioia abbia accresci-mento, vi faccio
anch’io le mie felicitazioni edauguri.
Mi felicito con voi, perché tolta dalla DivinaBontà di mezzo al
secolo, siete stata eletta ad es-sere Sposa del Dio Eterno e
immortale, del Di-letto dei cuori Gesù Signor Nostro.
Mi congratulo con Voi, perché sollevata dal-la onnipotente mano
di Dio al di sopra della vo-stra umile condizione, siete stata
posta ad esserecome una delle pietre fondamentali della
misticafabbrica, e sollevata alla direzione di una Comu-nità
Religiosa di Suore, che sono come generatedal (sic) Zelo
ardentissimo del Divino Cuore diGesù: destinate a cooperare insieme
al Ministrodi Dio per una Istituzione che, ancora bambina,raccoglie
su di sé le benedizioni dei più eccelsiRappresentanti di Dio sulla
Terra, per la santis-sima missione alla quale si è dedicata: la
Pre-
– 26 –
-
ghiera quotidiana per ottenere i buoni evangeli-ci Operai alla
S. Chiesa, e la salvezza delle orfa-nelle abbandonate.
E della vostra cooperazione io mi lodo nelSignore, essendo Voi
stata figlia docile ed ubbi-diente, e direi quasi compagna fedele
nelle vicis-situdini or tristi or liete, dì questo Istituto, e
neitanti sacrifici a cui andiamo incontro, per quelsanto ideale che
ci predomina, confortati dallagrande Speranza dell’adempimento dei
buonidesiderii (sic).
Ciò posto vi auguro in primo luogo l’aumen-to nel Divino Amore e
nella santa umiltà, corag-gio, costanza, fortezza e fiducia, lumi,
pazienza esapienza nell’ardua impresa di condurre la Na-vicella tra
i marosi e le tempeste: ma levate sem-pre gli sguardi e invocate la
Stella dei mari.
Vi auguro un’altra cosa che vi tornerà assaigradita: cioè che,
finché il Signore vi vuole aquesto posto, tutte le vostre
dipendenti vi conso-lino con la prontezza nell’ubbidire, con la
doci-lità in lasciarsi correggere, con l’esattezza nelladisciplina
e negli ufficii (sic), e molto più conl’avanzamento in ogni virtù;
e vi auguro chepossiate vedere accrescersi il numero delle
vo-cazioni di anime umili e sante.
Termino con implorarvi dal Cuore di Gesù edi Maria le più elette
benedizioni, mentre da par-te mia non cessando di benedirvi, mi
dico in Ge-sù Sommo Bene.Messina, li 17 Agosto 1902
Vostro Padre SpiritualeCan. ANNIBALE M. di (sic) FRANCIA
– 27 –
-
Note biografiche della Madre Nazarena Majone
21 giugno 1869 • Nasce a Graniti (ME) Maria Ma-jone, ultima di
sei figli, da Bruno eda Marta Falcone.
22 giugno 1869 • Riceve il Battesimo nella Chiesaparrocchiale di
Graniti.
21 marzo 1880 • A 73 anni muore Bruno Majone.1880 • Entra a far
parte dell’Associazio-
ne Parrocchiale «Figlie di Maria».Ottobre 1889 • Suor Rosalia
Arezzo e Suor Maria
Giuffrida dell’Istituto del Can. An-nibale M. Di Francia
giungono aGraniti per la questua. Provviden-ziale incontro con
Maria Majone
14 ottobre 1889 • Entra come aspirante nell’Istitutodel Di
Francia nel quartiere Aví-gnone di Messina.
18 marzo 1890 • Veste l’abito delle «Poverelle delCuore di
Gesù», le future Figlie delDivino Zelo. Presiede il rito P.
An-nibale M. Di Francia
18 marzo 1891 • Le novizie del «Piccolo Ritiro di S.Giuseppe»
fanno la rinnovazioneannuale delle promesse di castità,povertà,
obbedienza e di zelare lapreghiera per le vocazioni. Tra le
fir-matarie della formula, Maria Majo-ne.
18 marzo 1892 • Professione religiosa: riceve il no-me di
«Nazarena». Padre Annibalecomincia a dare il nome di religionealle
sue suore.
7 giugno 1895 • Si stabilisce con 12 orfanelle nel-l’ex
monastero dello Spirito Santo(attuale Casa Madre delle Figlie
del
– 28 –
-
Divino Zelo).5 agosto 1896 • Viene eletta Direttrice
dell’Orfa-
notrofio.14 settembre 1897 • Va a Reggio Calabria con M.
Car-
mela D’Amore per prelevare Mela-nia Calvat, la veggente di La
Salet-te, che assume la direzione dell’I-stituto.
2 ottobre 1898 • Melania Calvat lascia l’Istituto.La Madre
Nazarena rimane comeSuperiora e lo farà ininterrottamen-te fino al
18 marzo 1928.
14 settembre 1901 • L’Arcivescovo di Messina, Mons.Letterio
D’Arrigo, approvai nomidefinitivi delle due Congregazionireligiose:
le Figlie del Divino Zelodel Cuore di Gesù e i Rogazionistidel
Cuore di Gesù.
12 gennaio 1902 • Apre la prima casa filiale: Taor-mina.
13 dicembre 1905 • Va ad Altamura per parteciparealle
celebrazioni per l’anniversariodella morte di Melania Calvat.
19 marzo 1907 • Professione Perpetua di MadreNazarena.
28 dicembre 1908 • Il terremoto di Messina miete 13vittime tra
le Figlie del Divino Ze-lo.
29 Gennaio 1909 • Partono le orfane e gli orfani perle
Puglie.
23 marzo 1909 • Viene ricevuta in udienza privatada Pio X
insieme al Fondatore, a P. Palma e a Madre D’Amore.
4 aprile 1909 • La comunità delle Suore e le Or-fane si
trasferiscono dall’OspedaleMartino di Oria al Monastero
S.Benedetto.
10 febbraio 1917 • Circolare del P. Fondatore per lenozze
d’Argento di M. Nazarena eM. D’Amore.
19 marzo 1917 • 25° di Professione Religiosa di
– 29 –
-
Madre Nazarena.1921 • Apre la residenza estiva di Fiuma-
ra Guardia.25 febbraio 1921 • Invia una circolare alle
comunità
delle FDZ e le esorta a pregare perla guarigione del Padre
Fondatore.
4 maggio 1921 • Con P. Annibale e due Sacerdotiviene ricevuta in
udienza dal PapaBenedetto XV.
6 settembre 1924 • Congresso Eucaristico di Paler-mo. Vi
partecipano il Padre Fonda-tore e la Madre Nazarena.
12 novembre 1924 • Fondazione della casa di Roma. Èpresente
Madre Nazarena, partitada Messina il 24-10-1924.
6 agosto 1926 • Approvazione delle Costituzionida parte di Mons.
Paino, dietro nul-la osta di Roma e in seguito alla vi-sita di
Mons. Parrillo.
9 maggio 1927 • La Madre va con il Padre Fonda-tore alla Guardia
perché la salutecagionevole del P. Annibale richie-de cambiamento
d’aria.
1° giugno 1927 • Muore P. Annibale. M. Nazarenasente moltissimo
il vuoto di questadipartita.
6 marzo 1928 • Informa con lettera che il Capito-lo Generale è
stato fissato per il18-19 marzo 1928.
18 marzo 1928 • Celebrazione del Capitolo Gene-rale. Viene
eletta Superiora Gene-rale Madre Cristina Figura. MadreNazarena non
riceve nessun incari-co e viene trasferita a Taormina co-me
Superiora. Vi si reca il 24 mar-zo 1928.
21 marzo 1928 • M. Nazarena torna a Messina overimarrà fino
all’8 aprile.
11 aprile 1928 • Scrive alle Suore della comunitàdi Messina,
spronandole ad averspirito di fede nella nuova Madre
– 30 –
-
Generale.28 aprile 1928 • M. Cristina in una circolare tiene
l’elogio di M. Nazarena, «nostraprima Madre e
Confondatrice».
7 ottobre 1932 • Nel nuovo Consiglio M. Nazarenaviene nominata
«Vicaria Generale»e Superiora della Casa di Messina.
24 gennaio 1934 • Parte per Roma definitivamente.13 giugno 1934
• Posa della prima pietra per la
Nuova Chiesa e Orfanotrofio. Èpresente Mons. Pasetto.
14 maggio 1938 • Inaugurazione della Chiesa e del-la Casa
Generalizia.
25 gennaio 1939 • Muore M. Nazarena dopo 4 mesidi atroci
sofferenze.
8 gennaio 1992 • Inizio del Processo di Canonizza-zione della M.
Nazarena.
4 maggio 1992 • Le spoglie mortali di M. Nazare-na lasciano la
cappella delle FDZ alVerano.
11 maggio 1992 • Traslazione delle sacre spoglie daRoma a
Messina, ove vengono tu-mulate nella Chiesa S. Maria delloSpirito
Santo.
2 giugno 1993 • Si chiude il Processo informativopresso il
Vicariato di Roma.
1° ottobre 1998 • Viene consegnata alla Congrega-zione delle
Cause dei Santi la Posi-tio super virtutibus.
– 31 –
-
INDICE
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . 3
1. Un incontro provvidenziale . . . . . . . . . . . . . 6
2. Momenti critici dell’Istituto e arrivo di Melania Calvat . .
. . . . . . . . . . . . 9
3. Fedeltà creativa e dinamica al Fondatore . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . 12
4. Un voto singolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
17
5. Elogi e apprezzamenti del Fondatore . . . . . . 20
Documento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. 25
Note biografiche della Madre Nazarena Majone . . . . . . . . . .
. . . 27
-
NAZARENA MAJONE
Responsabile: Sr. Rosa GrazianoRedazione e Direzione
Amministrativa: Postulazione M. Nazarena MajoneCirconvallazione
Appia, 146 - 00179 Roma - Tel.06.78.04.642Stampa: Litografia Cristo
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