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A cura di M. Villone, D. Gallo, A. Grandi
Niente affatto. Si vuole soltanto ristabilire una condi-zione
politica non viziata da meccanismi elettorali co-stituzionalmente
illegittimi. Si potrà allora liberamentescegliere, con una corretta
partecipazione democraticae una piena rappresentanza politica, di
quali riforme ilpaese ha bisogno, inclusa la scelta di una legge
eletto-rale conforme a Costituzione.
22È comunque eccessiva l’accusa di unaderiva autoritaria. Rimane
intatto ilsistema di checks and balances.
Ma l’effetto sinergico della riduzione del numero deisenatori e
il dominio sulla camera dei deputati assicu-rato dal premio rendono
decisiva l’influenza della mag-gioranza di governo nell’elezione in
seduta comune delCapo dello Stato e dei membri del CSM, come
anchenell’elezione da parte della Camera di membri dellaCorte
costituzionale o di autorità indipendenti.
23Sono effetti bilanciati dalrafforzamento degli istituti
didemocrazia dretta, ad esempio perl’iniziativa legislativa
popolare.
Falso. Le firme richieste per la presentazione di una pro-posta
di legge sono triplicate, da 50.000 a 150.000. Legaranzie sono
rinviate al regolamento, e la maggioranzaparlamentare rimane libera
di rigettare o modificare laproposta. In altri ordinamenti, la
proposta può andareall’approvazione per via referendaria, quanto
meno nelcaso di modifica o rigetto nell’assemblea legislativa.
24 Ma il referendum abrogativo si rafforzaper l’abbassamento del
quorum divalidità, fissato alla maggioranza deivotanti nelle ultime
elezioni per laCamera dei deputati.
Solo nel caso che sia stato richiesto con ben 800.000 fir-me,
tetto quasi impossibile da raggiungere in un tempoin cui i corpi
intermedi – partiti, sindacati – sono indebo-liti o sostanzialmente
dissolti. E non si capisce perché unreferendum debba avere un
quorum più alto se richiestoda 500.000 cittadini, e più basso se
richiesto da 800.000.
25Si prevedono i referendum propositivi e di indirizzo.È fumo
negli occhi. I referendum propositivi e di indi-rizzo sono solo
menzionati a futura memoria nella leg-ge Renzi-Boschi, che ne
rinvia la disciplina a una suc-cessiva legge costituzionale. Tutto
rimane da fare. Cosaimpediva di introdurre fin da ora una
disciplina com-piuta? Un chiaro intento di non provvedere.
26Si correggono gli errori fatti nellarevisione del titolo V
approvata nel 2001.Non si correggono gli errori vecchi facendone di
nuovi esostituendo alla frammentazione un neocentralismo
sta-talista. Ad esempio, non è accettabile che il governo
passisulla testa delle popolazioni locali nella gestione del
ter-ritorio sotto l’etichetta di opere di interesse nazionale
osimili. La vicenda trivelle deve insegnarci qualcosa.
27Si semplifica il rapporto tra Stato eRegioni, che ha dato
luogo a un enormecontenzioso davanti alla Cortecostituzionale.
Ma non mancano contraddizioni e ambiguità, che pos-sono tradursi
in nuovo contenzioso. La soppressionedella potestà concorrente in
chiave di semplificazionedel rapporto Stato-Regioni è ad esempio
pubblicità in-gannevole, perché si crea una nuova categoria di
“di-sposizioni generali e comuni” che è difficile distingueredalle
leggi cornice della attuale potestà concorrente. Ec’è anche un
richiamo a “disposizioni di principio”.
28Si rafforza lo Stato riportando ad essopotestà legislative di
crucialeimportanza.
La legge Renzi-Boschi riduce sostanzialmente lo
spaziocostituzionalmente riconosciuto alle autonomie. Alcuniprofili
potrebbero essere – se isolatamente considerati –apprezzabili. Ma
il neo-centralismo statale è negativo inun contesto di complessiva
riduzione degli spazi di par-tecipazione democratica e di
rappresentanza politica.
29La decostituzionalizzazione delleprovince è un momento
importante disemplificazione istituzionale.
Vale anche per le province quanto detto per il neo-cen-tralismo
statale. Inoltre, sono un elemento marginalenell’impianto della
legge Renzi-Boschi. Una parte per-sino non necessaria, come è
provato dal fatto che la ri-forma delle province è stata già da
tempo avviata. Ilpunto dolente è il modo in cui si sta
realizzando.
30La soppressione del Consiglio Nazionaledell’Economia e del
Lavoro (CNEL) è positiva.
Vero, dal momento che il CNEL non esercita alcuna es-senziale
funzione politica o istituzionale. Ma la sop-pressione prende solo
pochi righi in una modifica dellaCostituzione per altro verso ampia
e stravolgente. Ba-stava una leggina costituzionale mirata, che non
avreb-be dato luogo a polemiche. La positività della soppres-sione
non può certo bilanciare la valutazione negativadi tutto il
resto.
30 RAGIONI PER DIRE NO
ALLE RIFORME DELLA COSTITUZIONEE LEGGE ELETTORALE ITALICUM
2008-2013 le leggi di iniziativa del governo, che assor-bono in
massima parte la produzione legislativa, sonoarrivate alla
approvazione definitiva mediamente in 116giorni. Addirittura, per
le leggi di conversione dei de-creti legge sono bastati 38 giorni,
che scendono a 26 perla conversione dei decreti collegati alla
manovra finan-ziaria. Numeri, non chiacchiere.
12 Il bicameralismo differenziatosemplifica comunque i
processidecisionali e assicura maggiore rapidità.
Solo in apparenza. Negli art. 70 e 72 vigenti il procedi-mento
legi-slativo è disciplinato con 198 parole. La leg-ge Renzi-Boschi
sostituisce i due articoli con 870 parole.Può mai essere una
semplificazione? In realtà si molti-plicano i procedimenti
legislativi diversificandoli in rap-porto all’oggetto della
legislazione. Ne vengono incer-tezze e potenziali conflitti tra le
due camere, che po-trebbero arrivare fino alla Corte
costituzionale.
13 Ma su molte materie la Camera hal’ultima parola, e questo
evita lecosiddette “navette”.
Le navette prolungate con reiterati passaggi tra le duecamere
sono in genere sintomo di difficoltà politichenella maggioranza,
che – se ci fossero – si manifestereb-bero anche con una sola
camera decidente. Mentre ilSenato comunque partecipa paritariamente
su materiedi grande rilievo, come ad esempio le riforme
costitu-zionali. Con quale legittimazione sostanziale, data lasua
composizione non elettiva?
14 La fiducia viene data dalla sola Cameradei deputati, e questo
contribuisce allastabilità.
Poco o nulla. Nell’intera storia repubblicana il diniegodella
fiducia ha fatto cadere soltanto due governi (i duegoverni Prodi).
Lo stesso governo Renzi è nato con unamanovra di palazzo volta
all’omicidio politico di Letta.Senza quella manovra, Letta potrebbe
essere ancora incarica dall’inizio della legislatura. Uno dei
governi piùlunghi in assoluto.
15 Il rapporto di fiducia verso la solaCamera dei deputati
rafforza lagovernabilità.
La governabilità dipende non dal numero delle camere,ma dalla
coesione della maggioranza che sostiene il go-verno. Una
maggioranza composita e frammentata nonpotrà mai produrre
governabilità. È decisiva una buonalegge elettorale, che componga
in modo corretto i va-lori della governabilità e della
rappresentanza.
16 Per questo l’Italicum è il giustocomplemento alla modifica
dellaCostituzione.
Niente affatto. L’Italicum riproduce i vizi del Porcellumgià
dichiarati costituzionalmente illegittimi: eccesso
didisproporzionalità tra i voti e i seggi attribuiti con il pre-mio
di maggioranza, per di più dato a un singolo partito;
lesione della libertà di voto dell’elettore per il votobloccato
sui capilista, che possono anche essere candi-dati in più
collegi.
17 Ma l’Italicum prevede una soglia al 40%,superata la quale la
lista ottiene 340deputati, e il ballottaggio a due nel casola
soglia non venga raggiunta. Con il ballottaggio ci sarà comunque un
vincitoreche supera il 50%.
Al ballottaggio e al premio si accede senza alcuna soglia.Se nel
ballottaggio a due un partito prendesse due voti, el’altro uno, il
primo avrebbe comunque 340 seggi. Comecon il Porcellum, è possibile
che un singolo partito conpochi consensi reali nel paese abbia in
parlamento unamaggioranza blindata di 340 seggi, mentre tutti gli
altrisoggetti politici, che pure assommano nel totale
maggioriconsensi, si dividono i seggi rimanenti. Con la
conseguen-za che il voto dato alla lista vincente pesa sull’esito
elet-torale fino a quattro volte il voto dato alle altre liste.
Ungrave elemento di diseguaglianza tra gli elettori.
18 Un premio di maggioranza non è di persé incostituzionale.Ma è
incostituzionale quello dell’Italicum. Già la sogliaal 40%
configura un premio di maggioranza enorme,con 340 deputati
garantiti. Per di più, essendo sempre340 i seggi assegnati alla
lista vincente, il premio saràmaggiore per chi ha il 40% dei voti,
minore per chi ha il41%, e così via. Meno voti si prendono, più
seggi ag-giuntivi si ottengono con il premio. Un elemento di
ma-nifesta irrazionalità.
19 Ma l’Italicum garantisce che si sappiachi vince la sera del
giorno in cui si vota.Un elemento di certezza.
Che nessun sistema elettorale potrà sempre e comun-que
assicurare. E in ogni caso la governabilità non si as-sicura dando
un potere blindato con artifici aritmeticia chi ha una minoranza –
anche ristretta – di consensireali nel paese. Sarà pur sempre un
governo al quale laparte prevalente del corpo elettorale ha negato
adesio-ne e so-stegno.
20Non è corretto censurare l’Italicum conl’argomento che apre la
via all’uomosolo al comando.
Invece sì. L’Italicum prevede, come già il Porcellum, lafigura
del “capo” del partito. Il voto bloccato sui capili-sta e le
candidature plurime per gli stessi capilista con-sentono al leader
del partito di controllare in ampia mi-sura la scelta dei
parlamentari da eleggere, per la mag-gioranza blindata dal premio.
La concentrazione delpotere sul leader è indiscutibile.
21Ma chi firma per il referendumabrogativo sull’Italicum vuole
tornareal proporzionale puro di lista e preferenza, con tutti i
connessi rischi di ingovernabilità?
1 Perché raccogliere le firme, se ilreferendum è stato già
chiesto daiparlamentari?
Non si può lasciare al Palazzo la scelta se votare su unavasta
modifica della Costituzione, facendone un plebi-scito Renzi
sì-Renzi no. La richiesta dei cittadini correg-ge la torsione
plebiscitaria, inaccettabile perché impe-disce la discussione di
merito su una modifica pessimae stravolgente, che va respinta a
prescindere dalla sortedel governo.
2Ma anche Renzi ha avviato la raccolta delle firme dei
cittadini.Lo ha fatto non per amore di democrazia, ma solo per-ché
i sondaggi hanno dimostrato che la via del plebisci-to personale
era per lui pericolosa. È anche un tentativodi scippare la bandiera
della raccolta firme ai sostenitoridel no. Tutto deve essere nel
nome del governo.
3 Finalmente si riesce dove tutti avevano fallito.È decisivo il
come. Un parlamento illegittimo per l’inco-stituzionalità della
legge elettorale, e una maggioranzaraccogliticcia e occasionale,
col sostegno decisivo deivoltagabbana, stravolgono la Costituzione
nata dalla Re-sistenza. L’irrisione e gli insulti rivolti agli
avversari voglio-no nascondere l’incapacità di rispondere alle
critiche.
4 La legge Renzi-Boschi riduce i costi dellapolitica,
cancellando le indennità per isenatori non elettivi.
Il risparmio è di spiccioli. La gran parte dei costi vienenon
dalle indennità, ma dalla gestione degli immobili,dai servizi, dal
personale. Mentre anche il senatore nonelettivo ha un costo per la
trasferta e la permanenza aRoma, nonché per l’esercizio delle
funzioni (segreteria,assistente parlamentare ecc.). Risparmi con
certezzamaggiori si avrebbero – anche mantenendo il
carattereelettivo – riducendo la Camera a 400 deputati, e il
Se-nato a 200. Avremmo in totale 600 parlamentari, invecedei 730
che la legge Renzi-Boschi ci consegna.
5 I senatori eletti dai consigli regionali nelproprio ambito,
insieme a un sindaco perogni regione, rappresentano le istituzioni
diautonomia. È la Camera delle Regioni, da tempo richiesta.
Falso. Un consigliere regionale è espressione di un ter-ritorio
limitato e infraregionale, cui rimane legato perla sua carriera
politica. Lo stesso vale per il sindaco-se-natore. Avendo pochi
senatori, ogni regione sarà rap-presentata a macchia di leopardo.
Pochi territori avran-no voce nel Senato, e tutti gli altri non
l’avranno. È la ca-mera dei localismi, non delle regioni.
6 Sarebbe stato meglio con l’elezione diretta?Certo, perché i
senatori eletti avrebbero dato rappre-sentanza a tutto il
territorio regionale e a tutti i comuniin esso compresi. Una vera
Camera delle regioni richie-
de l’elezione diretta, mentre l’elezione di secondo gra-do apre
la via ai localismi e agli egoismi territoriali.
7 Il riconoscimento del seggio senatorialepuò essere la via per
creare un circuito dieccellenza nel ceto politico regionale
elocale.
È vero piuttosto, al contrario, che si rischia un abbassa-mento
della qualità nei massimi livelli di rappresentan-za nazionale.
Basta considerare le cronache di stampae giudiziarie. Soprattutto
perché ai consiglieri-senatorie ai sindaci-senatori si riconoscono
le prerogative deiparlamentari quanto ad arresti, perquisizioni,
intercet-tazioni. Un’inchiesta penale a loro carico può
diventaremolto difficile, o di fatto impossibile.
8Ma le prerogative non riguardano lefunzioni di consigliere
regionale o disindaco, che rimangono senza
coperturacostituzionale.
E come si possono distinguere? Se il sindaco-senatore oil
consigliere-senatore usa il proprio telefono nell’eser-cizio delle
funzioni connesse alla carica locale diventaper questo
intercettabile? E se tiene riunioni nella suasegreteria di
senatore? Le attività di indagine verrebberoscoraggiate, o quanto
meno gravemente impedite.
9 In ogni caso, l’elezione diretta dei senatoriè stata
sostanzialmente recuperatanell’ultima stesura, per le pressioni
dellaminoranza PD.
Falso. Rimane scritto che i senatori sono eletti dai con-sigli
regionali tra i propri componenti. È stato solo ag-giunto il
principio che debba essere assicurata la con-formità agli indirizzi
espressi dagli elettori nel voto peril consiglio. Ma è tecnicamente
impossibile. A dieci re-gioni e province (Valle D’Aosta, Bolzano,
Trento, FriuliVenezia Giulia, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo,
Mo-lise, Basilicata) spettano due seggi, e a due
(Calabria,Sardegna) ne spettano tre. Uno dei seggi è riservato aun
sindaco. Come si può rispettare la volontà degli elet-tori quando
il consiglio elegge un solo consigliere-se-natore, o due?
10 Il principio della conformità al voleredegli elettori è
comunque stabilito.Ma cosa la “conformità” significhi, come possa
realizzar-si, e cosa accadrebbe nel caso non si realizzasse
rimanedel tutto oscuro. In ogni caso si rinvia a una
successivalegge, che – vista l’impossibilità di risolvere il
problema –potrebbe anche non venire mai. Una norma
transitoriarimette pienamente la scelta ai consigli regionali.
11 Ma il Senato non elettivo era necessarioper superare infine
il bicameralismoparitario, fonte di continui e gravi ritardi.
Falso. Si poteva giungere a un identico
bicameralismodifferenzia-to lasciando la natura elettiva del
Senato. Inogni caso, le statistiche parlamentari – disponibili
onli-ne sul sito del Senato – ci dicono che nella legislatura
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