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DIREZIONE ITALIA GRAND TOUR SENZA CRISI IN QUESTO NUMERO SUL NOSTRO SITO L’OPINIONE Lo scenario macro della Federazione è in peggioramento. Il ministero dell’Economia ha ridotto sensibilmente le stime della cres- cita da qui al 2017, con il Pil atteso a un progresso di appena l’1% nel 2015. Intanto continua a preoc- cupare la dinamica inflazionistica, che colpisce il potere d’acquisto delle famiglie. Viaggio a Kaliningrad, enclave russa situata sulle rive del Baltico tra la Polonia e la Lituania. L’area dipende dall’Europa per l’importazione di prodotti agroa- limentari più di altre regioni della Federazione. Sugli scaffali dei negozi, i prodotti del Sud America e dei Balcani prendono il posto del made in Italy. Oltre 220 opere dell’artista nato a Vitebsk saranno esposte al Palazzo Reale di Milano a partire dal 17 settembre prossimo. Cultura ebraica, tradizione russa e spirito delle avanguardie. Sono queste le coordinate artistiche e culturali alla base della sua straordinaria produzione. Il progetto è quello di garantire maggiori forniture per i paesi europei, al di là delle condizioni climatiche, ancora oggi uno dei fattori che incide sul trasporto di gas. Ma le tensioni internazionali pesano e il rischio è quello di un rallentamento nella costruzione del gasdotto. E la strada del dialogo tra le parti appare come l’unica soluzione percorribile. Rallenta la crescita, sale l’inflazione Scatta l’ora del made in Serbia Chagall, 220 opere in mostra a Milano Gas, le incognite su South Stream PAGINA 4 HTTP://IT.RBTH.COM/32477 PAGINA 7 PAGINA 6 CHIARA MERICO RBTH Le tensioni internazionali penalizzano il turismo oltrefrontiera. Ma la penisola resta in cima alle preferenze, soprattutto da parte della fascia più agiata della popolazione. A mettere in guardia è stato, a inizio settembre, il primo ministro russo Dmi- tri Medvedev: i turisti della Federazio- ne hanno iniziato a viaggiare sempre meno in Europa. Un calo che il capo del governo ha stimato in «quasi il 30%», imputandolo «al deterioramen- to delle relazioni internazionali: que- sta è una cattiva notizia», ha aggiunto Medvedev, «perché sono i nostri con- cittadini a pagare il prezzo della crisi, insieme alle economie dei paesi di ac- coglienza turistica». A pesare sui viag- gi all’estero dei russi, oltre alle sanzio- ni internazionali, è anche la forte sva- lutazione subita dal rublo negli ultimi mesi, che ha reso più oneroso spostar- si dalla Russia all’Europa. Per questo diversi tour operator, specie di San Pie- troburgo, hanno dichiarato bancarot- ta tra luglio e agosto, lasciando mi- gliaia di viaggiatori in difficoltà. L’Italia sembra però fare eccezione. La penisola resta tra le mete preferite dai turisti russi, insieme ad altre de- stinazioni dell’Europa meridionale, come Spagna e Bulgaria, e dell’Asia. Rimane una tappa irrinunciabile so- prattutto per il turismo di fascia alta, quello che meno risente delle conse- guenze della crisi: è proprio grazie a questi visitatori se l’Italia è riuscita, finora, quasi a ripetere i numeri degli scorsi anni. Lo conferma Sandro Sac- coccio, direttore marketing del tour operator Gartour: «Negli ultimi venti giorni abbiamo assistito alla prima fre- nata degli arrivi russi: per Gartour i flussi del turismo leisure sono scesi del 4% in agosto. Un calo ampiamente compensato da un aumento del 18% della domanda del segmento turismo di lusso». Anche Domenico Di Salvo, direttore dell’ufficio Enit di Mosca, con- ferma che «l’andamento dei flussi di viaggiatori russi in Italia e della rela- tiva spesa continua ad avere segno po- sitivo, nonostante il generale calo dei flussi dalla Federazione russa verso le destinazioni europee». I dati sembrano trovare importanti conferme. «Secondo Bankitalia, da gen- naio a maggio il numero dei viaggia- tori russi in Italia è cresciuto del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2013 (431mila contro 420mila), e anche la loro spesa è aumentata dell’1,6%, da 504 a 512 milioni di euro», sottolinea Di Salvo. Anche Rostourism, l’Agenzia federale del turismo, nel primo seme- stre 2014 ha registrato un incremento del 2,6% dei flussi di viaggiatori verso l’Italia, ponendo il Belpaese davanti a Spagna e Grecia; inoltre, i visti turi- stici rilasciati dai consolati d’Italia a Mosca e San Pietroburgo sono aumen- tati del 16,5% nel primo semestre. I visitatori russi scelgono l’Italia an- zitutto per il suo impareggiabile pa- trimonio artistico. Tra le destinazioni più gettonate «continuano a esserci le città d’arte», conferma Saccoccio. «I tour della Penisola che offriamo sono il nostro prodotto principale. Ma al- trettanto importante è il mare, con Li- guria, Emilia Romagna, Lazio e Sar- degna ai primi posti». L’Italia, concor- da Di Salvo, «rimane la meta turistica privilegiata più amata dai viaggiatori russi che ricercano vacanze culturali: questo è il principale fattore di attra- zione del nostro Paese, e pesa per quasi il 51%», aggiunge il direttore dell’uf- ficio Enit della capitale russa. Si è poi consolidata la domanda di turismo balneare (31%), con incremen- ti verso il Sud e le Isole, favoriti anche da nuovi collegamenti aerei e dalle ini- ziative di promozione avviate da alcu- ne regioni, come la Puglia. Ma l’Italia piace anche nei mesi più freddi: «La domanda di turismo invernale è cre- sciuta del 45%, specie verso il Trenti- no e la Valle d’Aosta», sottolinea Di Salvo. «Se la maggior parte dei russi viene in Italia per ammirare i capola- vori dell’arte, negli ultimi anni è cre- sciuta la tendenza a viaggiare alla ri- cerca di svago, lontani dai centri mag- giori, con particolare attenzione per le stazioni termali, per i parchi e le riser- ve naturali». Negli ultimi venti giorni abbiamo assisti- to alla prima frenata del 2014: i flussi del ramo leisure sono scesi del 4%. Ma il calo è stato ampiamente compensato da un aumento del 18% nel segmento di lusso” SANDRO SACCOCCIO, DIRETTORE MARKETING DEL TOUR OPERATOR GARTOUR SEGUE A PAGINA 3 Notizie e approfondimenti Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014 L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de CORBIS/ALLOVERPRESS CORBIS/ALLOVERPRESS
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Apr 03, 2016

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DIREZIONE ITALIAGRAND TOUR SENZA CRISI

IN QUESTO NUMERO

SUL NOSTRO SITO

L’OPINIONE

Lo scenario macro della Federazione è in peggioramento. Il ministero dell’Economia ha ridotto sensibilmente le stime della cres-cita da qui al 2017, con il Pil atteso a un progresso di appena l’1% nel 2015. Intanto continua a preoc-cupare la dinamica inflazionistica, che colpisce il potere d’acquisto delle famiglie.

Viaggio a Kaliningrad, enclave russa situata sulle rive del Baltico tra la Polonia e la Lituania. L’area dipende dall’Europa per l’importazione di prodotti agroa-limentari più di altre regioni della Federazione. Sugli scaffali dei negozi, i prodotti del Sud America e dei Balcani prendono il posto del made in Italy.

Oltre 220 opere dell’artista nato a Vitebsk saranno esposte al Palazzo Reale di Milano a partire dal 17 settembre prossimo. Cultura ebraica, tradizione russa e spirito delle avanguardie. Sono queste le coordinate artistiche e culturali alla base della sua straordinaria produzione.

Il progetto è quello di garantire maggiori forniture per i paesi europei, al di là delle condizioni climatiche, ancora oggi uno dei fattori che incide sul trasporto di gas. Ma le tensioni internazionali pesano e il rischio è quello di un rallentamento nella costruzione del gasdotto. E la strada del dialogo tra le parti appare come l’unica soluzione percorribile.

Rallenta la crescita,sale l’inflazione

Scatta l’oradel made in Serbia

Chagall, 220 operein mostra a Milano

Gas, le incognitesu South Stream

PAGINA 4

HTTP://IT.RBTH.COM/32477

PAGINA 7

PAGINA 6

CHIARA MERICORBTH

Le tensioni internazionali penalizzano

il turismo oltrefrontiera. Ma la penisola

resta in cima alle preferenze,

soprattutto da parte della fascia più

agiata della popolazione.

A mettere in guardia è stato, a inizio settembre, il primo ministro russo Dmi-tri Medvedev: i turisti della Federazio-ne hanno iniziato a viaggiare sempre meno in Europa. Un calo che il capo del governo ha stimato in «quasi il 30%», imputandolo «al deterioramen-to delle relazioni internazionali: que-sta è una cattiva notizia», ha aggiunto Medvedev, «perché sono i nostri con-cittadini a pagare il prezzo della crisi, insieme alle economie dei paesi di ac-coglienza turistica». A pesare sui viag-gi all’estero dei russi, oltre alle sanzio-ni internazionali, è anche la forte sva-lutazione subita dal rublo negli ultimi mesi, che ha reso più oneroso spostar-si dalla Russia all’Europa. Per questo diversi tour operator, specie di San Pie-troburgo, hanno dichiarato bancarot-

ta tra luglio e agosto, lasciando mi-gliaia di viaggiatori in difficoltà.

L’Italia sembra però fare eccezione. La penisola resta tra le mete preferite dai turisti russi, insieme ad altre de-stinazioni dell’Europa meridionale, come Spagna e Bulgaria, e dell’Asia. Rimane una tappa irrinunciabile so-prattutto per il turismo di fascia alta, quello che meno risente delle conse-guenze della crisi: è proprio grazie a questi visitatori se l’Italia è riuscita, fi nora, quasi a ripetere i numeri degli scorsi anni. Lo conferma Sandro Sac-coccio, direttore marketing del tour operator Gartour: «Negli ultimi venti giorni abbiamo assistito alla prima fre-nata degli arrivi russi: per Gartour i fl ussi del turismo leisure sono scesi del 4% in agosto. Un calo ampiamente compensato da un aumento del 18% della domanda del segmento turismo di lusso». Anche Domenico Di Salvo, direttore dell’ufficio Enit di Mosca, con-ferma che «l’andamento dei fl ussi di viaggiatori russi in Italia e della rela-tiva spesa continua ad avere segno po-sitivo, nonostante il generale calo dei

fl ussi dalla Federazione russa verso le destinazioni europee».

I dati sembrano trovare importanti conferme. «Secondo Bankitalia, da gen-naio a maggio il numero dei viaggia-tori russi in Italia è cresciuto del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2013 (431mila contro 420mila), e anche la loro spesa è aumentata dell’1,6%, da 504 a 512 milioni di euro», sottolinea Di Salvo. Anche Rostourism, l’Agenzia federale del turismo, nel primo seme-stre 2014 ha registrato un incremento del 2,6% dei fl ussi di viaggiatori verso l’Italia, ponendo il Belpaese davanti a Spagna e Grecia; inoltre, i visti turi-stici rilasciati dai consolati d’Italia a Mosca e San Pietroburgo sono aumen-tati del 16,5% nel primo semestre.

I visitatori russi scelgono l’Italia an-zitutto per il suo impareggiabile pa-trimonio artistico. Tra le destinazioni più gettonate «continuano a esserci le città d’arte», conferma Saccoccio. «I tour della Penisola che offriamo sono il nostro prodotto principale. Ma al-trettanto importante è il mare, con Li-guria, Emilia Romagna, Lazio e Sar-

degna ai primi posti». L’Italia, concor-da Di Salvo, «rimane la meta turistica privilegiata più amata dai viaggiatori russi che ricercano vacanze culturali: questo è il principale fattore di attra-zione del nostro Paese, e pesa per quasi il 51%», aggiunge il direttore dell’uf-fi cio Enit della capitale russa.

Si è poi consolidata la domanda di turismo balneare (31%), con incremen-ti verso il Sud e le Isole, favoriti anche da nuovi collegamenti aerei e dalle ini-ziative di promozione avviate da alcu-ne regioni, come la Puglia. Ma l’Italia piace anche nei mesi più freddi: «La domanda di turismo invernale è cre-sciuta del 45%, specie verso il Trenti-no e la Valle d’Aosta», sottolinea Di Salvo. «Se la maggior parte dei russi viene in Italia per ammirare i capola-vori dell’arte, negli ultimi anni è cre-sciuta la tendenza a viaggiare alla ri-cerca di svago, lontani dai centri mag-giori, con particolare attenzione per le stazioni termali, per i parchi e le riser-ve naturali».

Negli ultimi venti giorni abbiamo assisti-to alla prima frenata del 2014: i flussi del ramo leisure sono scesi del 4%. Ma il calo è stato ampiamente compensato da un aumento del 18% nel segmento di lusso”SANDRO SACCOCCIO, DIRETTORE MARKETING DEL TOUR OPERATOR GARTOUR

SEGUE A PAGINA 3

Notizie e approfondimenti

Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014

L’ inserto è preparato e pubbl icato da Ross iyskaya Gazeta (Russ ia) e non coinvolge le strutture g iornal ist iche ed editor ia l i de

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Bilaterale

L'INTERVISTA

SERGEI RAZOV

"CONTINUIAMO A COSTRUIREIL DIALOGO"

L'anno del turismo e il regime dei visti. Le adozioni, gli accordi bilaterali e gli scenari aperti dalla questione ucraina. Abbiamo incontrato Sergei Razov, am-basciatore della Federazione russa in Italia.

Signor ambasciatore, quali sono i risultati

dell'anno del turismo italiano in Russia?

Il turismo straniero è una parte im-prescindibile dell’economia di oggi. L’efficacia del lavoro in questo campo dipende direttamente dal volume del fl usso di stranieri, che per le proprie vacanze possono scegliere tra una vasta gamma di offerte presenti nel merca-to turistico. Per tale motivo questa ini-ziativa è un evento importante per i nostri paesi, che si dimostrano leader per numero di siti culturali e patrimo-nio naturale.

Abbiamo cercato di alimentare un reciproco fl usso di arrivi, che in tempo di crisi si rivela particolarmente pre-zioso: oltre alle entrate per il budget statale, l’Anno incrociato favorisce lo sviluppo di nuovi contatti e l’aumen-to di scambi accademici, contribuen-do alla creazione di un’atmosfera di rispetto reciproco e fi ducia tra i paesi.

Questa iniziativa si rivela inoltre la logica continuazione dell’Anno incro-ciato della lingua e della cultura in Italia e in Russia, organizzato nel 2011, che è stato capace di rafforzare la co-operazione bilaterale in ambito cultu-rale e umanitario.

Il calendario è già deciso: sia in Rus-sia sia in Italia si terranno mostre, con-certi, festival e presentazioni.

Per il futuro prossimo sono stati pia-nifi cati due importanti eventi a Mila-no. Un forum turistico-culturale (che inizia domani, ndr) e una conferenza sulla reciproca attrazione degli inve-stimenti nel settore. Appuntamenti che non solo si riveleranno l’occasione per uno scambio attivo di contatti tra le strutture statali russe e italiane e tra gli operatori privati impiegati nel set-tore del turismo, ma consentiranno di valutare la situazione attuale del set-tore e il suo sviluppo futuro.

È ancora presto per parlare di risul-tati defi nitivi, visto che l’Anno del Tu-rismo non è ancora terminato. La cosa più importante è che si sia creata un’at-mosfera di collaborazione e che si per-cepisca un fortissimo interesse da parte degli italiani verso la Russia e dei no-stri connazionali verso il Bel Paese. Ab-biamo ottenuto un’ulteriore possibili-tà di far conoscere la cultura naziona-le a nuovi partner e di presentare il potenziale turistico del nostro paese. Il risultato sarà sicuramente a lungo termine.

Qual è la dinamica dei rapporti fra Rus-

sia e Italia sullo sfondo della crisi ucraina?

Nello spazio europeo, l'Italia per noi era e resterà uno dei partner chiave pri-oritari al quale siamo legati da decen-ni di cooperazione su tutti i fronti. Ap-prezziamo la posizione invariata della leadership italiana sull'importanza di conservare canali di dialogo politico con la Federazione e di sviluppare legami reciprocamente vantaggiosi. Il vostro Paese è, per rilevanza, il nostro quarto partner commerciale: il fatturato dello scorso anno ha raggiunto la cifra re-cord di 54 miliardi di dollari. E la no-stra cooperazione ha radici profonde nella sfera culturale. Nondimeno, l'at-tuale sfavorevole congiuntura politica, connessa agli avvenimenti in Ucraina si rifl ette in un modo o nell'altro anche sulla dinamica delle nostre relazioni bi-laterali. In particolare, vengono riman-dati eventi da tempo pianifi cati. L'in-troduzione da parte dell'Unione Euro-pea di sanzioni settoriali contro la Rus-sia e la nostra risposta nella forma del divieto annuale d'importazione di una serie di prodotti agroalimentari potreb-bero infl uire sul fatturato totale dell'an-no corrente. Alla fi ne del primo seme-stre, esso ha subito una lieve diminu-zione, pari al 4,2%. Ci tengo a sottoli-neare che la parte russa è certamente molto interessata al rapido superamen-to dell'infl uenza congiunturale di tutti questi fattori esterni e alla continua-zione e all'approfondimento del parte-nariato e della collaborazione russo-italiana.

zio umanitario libero. Non poco è stato fatto in termini di preparazione a que-sto obiettivo. Purtroppo, il dialogo su questi importanti punti è stato inter-rotto, non per nostra volontà. Fra gli stati dell'UE, l'Italia era uno di quel-li favorevoli alla liberalizzazione del sistema dei visti con la Russia. Tutta-via, esiste una certa posizione conso-lidata all'interno dell'Unione Euro-pea come organizzazione alla quale l'Italia è costretta ad attenersi. Con-tiamo che le trattative riguardanti que-sta tematica verranno presto o tardi rinnovate. Nel frattempo, i nostri uf-fi ci consolari nella Penisola organiz-zano la procedura di rilascio del visto nella stretta osservanza degli accordi pattuiti ad un numero non piccolo di cittadini italiani diretti nella Federa-zione per motivi di affari, per turismo o altri scopi.

Qual è l'impatto delle sanzioni sul fattura-

to reciproco, sugli investimenti, sulla col-

laborazione in materia di piccole e medie

imprese?

Noi abbiamo più volte ribadito su di-versi livelli che l'introduzione in prin-cipio di sanzioni personali ed ora anche settoriali nei confronti di Mosca è infondata e controproducente, e che si tratta di uno strumento di aperta pressione sulla Russia che potrebbe in defi nitiva rivolgersi contro gli ini-ziatori stessi. Per alcuni mesi abbiamo mantenuto una posizione massimamente sobria ed equilibrata, spiegando paziente-mente ai nostri partner che le sanzio-ni avrebbero potuto avere un effetto boomerang. Infi ne sono state adotta-te misure di risposta. Sottolineo il fatto che non si è trattato di una nostra scelta, bensì di una misura obbligata. Gli interessi di una parte di impren-ditori italiani - e sul mercato russo ne lavorano a centinaia, fra piccoli e medi imprenditori - ne risentono in modi diversi.

BIOGRAFIA

L'Ambasciatore Straordinario e Plenipo-tenziario della Federazione Russanella Repubblica Italiana è nato il 28 gennaio 1953. Nel 1975 si è laureato all'I-stituto statale di Mosca per le relazioni internazionali del ministero degli Affa-ri Esteri dell'Urss. È dottore in Economia e autore di vari lavori scientifici. Ha la-vorato in Mongolia, Polonia e Cina. Par-la cinese, inglese e polacco. Ha iniziato la carriera diplomatica nel 1990. Ha una grande esperienza di lavoro nel ministero e nelle sedi estere. Ha iniziato a svolge-re l'attuale ruolo in seguito ai decreti di Vladimir Putin, firmati il 6 maggio 2013. Sposato, ha due figli.

NAZIONALITÀ: RUSSA

ETÀ: 61

PROFESSIONE: DIPLOMATICO

Quali sono le prospettive della presiden-

za italiana del Consiglio dell'UE?

Noi siamo per la conservazione dei ca-nali del dialogo paritario e la crescita di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con l'Unione Europea. Confi diamo che l'Italia, in questo suo semestre di presidenza, possa dare il suo contributo costruttivo alla ricerca di soluzioni di compromesso indispen-sabili per la normalizzazione e il pro-gresso di tali rapporti.

Quali sono le probabilità di un allegge-

rimento o di un inasprimento del regi-

me dei visti?

Come lei sa, la Russia, nel corso degli ultimi anni, si è invariabilmente e co-stantemente espressa in favore di una liberalizzazione delle modalità di spo-stamento dei cittadini russi ed euro-pei, fi no alla completa abolizione dei visti. E ciò a partire dalla comune mis-sione della Federazione e del Vecchio Continente di costruire un unico spa-

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Bilaterale

L'Expo e i tesori nascostitraino per il nuovo turismoSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

A dare un forte incentivo agli arrivi è anche l’Anno del Turismo incrociato italo-russo (che si concluderà alla fi ne del 2014), con un calendario fi tto di convegni e occasioni di confronto, oltre che una vetrina per mettere in mostra il meglio dell'offerta turistica dei due paesi. Il progetto è composto da un ricco programma di iniziative «coor-dinato dalla task force dell’Ambascia-ta italiana a Mosca, che ha “portato l’Italia in Russia” tra festival, mostre, presentazioni, promuovendo innanzi-tutto il patrimonio storico e artistico di quella parte d'Italia ancora scono-sciuta per i cittadini della Federazio-ne», spiega Di Salvo.

Inoltre, è stata data una notevole im-portanza ai nuovi mezzi di comunica-zione, che consentono di abbattere le tradizionali frontiere creando nuove op-portunità per il turismo nelle due di-rezioni. «Per la prima volta è stato re-alizzato un sito web di promozione tu-ristica istituzionale del nostro Paese in lingua russa (www.italiagodturisma.com, ndr), anch’esso gestito dalla rap-presentanza diplomatica italiana a Mosca, che presenta l’ampia offerta delle regioni italiane e le opportunità di tu-rismo nel Belpaese». Il ruolo dell’Enit, sottolinea il direttore dell’agenzia mo-scovita, «si è concentrato sulla promo-zione dell’offerta italiana nei circuiti dell’industria del turismo della Fede-razione, con una particolare attenzione all’Italia cosiddetta “minore" e a tutte le iniziative legate a Expo 2015».

Il progetto South Stream rischia di esse-

re bloccato?

La realizzazione di questo grande pro-getto transfrontaliero non dipende solo dalla Russia. La nostra posizione è chiara. Partiamo dall'assunto che il percorso alternativo per il trasporto del gas in Europa venga costruito (come i gasdotti sottomarini sui fondali del Mar Nero e del Mar Baltico diretti in Turchia e in Germania) nei termini sta-biliti, e che diventi così ulteriore ga-ranzia della sicurezza energetica in Eu-ropa, della sua parte meridionale, in questo caso. Vediamo in questo la pa-lese vittoria tanto dei produttori, quan-to dei consumatori che possono con-tare sull'affidabilità dei rifornimenti a lungo termine e sulla loro indipen-denza dalla congiuntura politica. Pur-troppo ci sono tentativi di bloccare la costruzione del gasdotto nonostante il danno evidente per i paesi partecipan-ti ai lavori. Contiamo che l'Italia, che ha più volte confermato il suo interes-

se nel progetto, unita alle compagnie dirette protagoniste della costruzione, sostenga e sosterrà nel futuro la sua realizzazione.

Quali sono le ultime tendenze dell'inve-

stimento associato?

L'investimento associato è indubbiamen-

te una componente importante della no-

stra interazione economica e le possibi-

lità in questo campo non scarseggiano.

Come esempio recente potrei riporta-

re l'acquisto da parte di Rosneft del 50%

della quota della holding Konfin, proprie-

taria del 26,19% delle azioni della compa-

gnia Pirelli. Ci sono in programma a breve

tempo incontri ad alto livello sull'esempio

delle consultazioni intergovernative svol-

tesi a Trieste nel 2013?

Le consultazioni intergovernative del vertice dello scorso novembre sono state assolutamente produttive e hanno for-nito orientamenti promettenti alla co-operazione nei settori chiave. Allora

era stata raggiunta la piena compren-sione da parte di tutti i partecipanti dell'importanza del prosieguo dei la-vori in simile formato. Oltre a ciò, è comprensibile del resto che per gli in-contri ad alto livello servono le condi-zioni necessarie e la preparazione di tutte le parti nella cornice dei mecca-nismi della cooperazione bilaterale.

Quali sono le prossime attività culturali

previste in Italia?

Da domani a Milano si terrà il forum italo-russo della cultura e del turismo e la conferenza sui reciproci investi-menti nella sfera turistica. Alla fi ne dell'anno è in programma l'inaugura-zione di una delle mostre più grandi degli ultimi anni, "I tesori della casa dei Romanov dalla collezione di Pe-terhof". A settembre a Montecatini Terme si è svolto un festival lirico al quale hanno preso parte gli artisti del teatro dell'Hermitage di San Pietro-burgo. Contemporaneamente a Mila-

Proprio l’Esposizione universale di Mi-lano (che durerà sei mesi, a partire dal 1° maggio prossimo) rappresenterà un’ulteriore, grande opportunità per incrementare gli arrivi in Italia. «Allo stato attuale», spiega Di Salvo, «non è semplice fare previsioni sui fl ussi. Ma vale ricordare il consolidato trend po-sitivo cui abbiamo assistito negli ulti-mi anni: i turisti russi che visitano l’I-talia sono passati da 461mila nel 2009 a 1,88 milioni nel 2013». Inoltre, «il mercato turistico russo è ancora in evo-luzione e possiede risorse per un’ulte-riore crescita: il 15% della popolazio-ne, pari a 21 milioni di persone, è ti-tolare del passaporto valido per l’e-spatrio».

E gli italiani? Nonostante le tensio-ni internazionali, continuano a recar-si in Russia, soprattutto per motivi di lavoro, mentre c’è stata una leggera fl essione dei viaggi turistici. Secondo i dati pubblicati dall'Agenzia Fede-rale per il Turismo della Federazione Russa, nel primo semestre del 2014 ben 39.072 italiani hanno visitato la Federazione: una cifra superiore del 9% rispetto ai 35.903 dei primi sei mesi del 2013. A crescere è stato in particolare il numero di italiani che sono andati in Russia per affari: 19.252, l’8% in più rispetto ai 17.801 del primo semestre 2013. Cala invece la quota dei nostri connazionali che hanno scelto la Federazione per le loro vacanze: da gennaio a giugno 2014 sono stati 11.816, il 5% in meno ri-spetto al primo semestre dell’anno scorso.

Nello spazio europeo, l'Italia era e resterà per noi uno dei partner chiave, al quale siamo legati da de-cenni di cooperazione. Apprezziamo la posizione della leadership italiana sull'importanza di conserva-re canali di confronto politico con la Russia"

SUL NOSTRO SITO

Il settore turistico di massa è vittima di una crisi improvvisa. Nell’arco di tre set-timane, infatti, otto tour-operator so-no falliti. E ciò ha avuto ripercussioni su quasi centomila viaggiatori. Una parte di questi ultimi, infatti, ha avuto notevoli difficoltà nel rientro a casa. Esperti e analisti indicano, tra le cause principali di questa crisi del comparto, la situazione economica e politica e l’im-patto delle sanzioni americane e dell’U-nione Europeawww.it.rbth.com/32429

Sinferopoli è la più grande città, non-ché la capitale, della Crimea. Da quando la penisola, alcuni mesi fa, è diventata russa, la vita dei cittadini ha subito mol-ti cambiamenti. Solo una cosa è rimasta invariata: sul loro territorio regna la pace.Intanto, a dieci chilometri dalla città, nel villaggio di Mazanka, vivono coloro a cui è toccato conoscere cos’è la guerra. Qui si estende una tendopoli che ospita tem-poraneamente gli abitanti delle regioni ucraine di Donetsk e Luganskwww.it.rbth.com/32323

no e a Torino avrà luogo il festival dei musicisti russi con la partecipazione di illustri protagonisti della musica quali Yuri Temirkanov. In occasione del centenario della residenza ufficia-le dell'ambasciatore russo a Roma, villa Abamelek, la nostra ambasciata orga-nizzerà una serie di eventi. A breve è prevista in particolare una serata let-teraria e musicale dedicata al novan-tesimo anniversario dell'edizione del libro di Pavel Muratov "Immagini d'I-talia". Tutto questo non è che una parte del ricco programma di appuntamen-ti culturali organizzati dal nostro paese e dall'Italia.

Quali sono le tendenze in materia di ado-

zione di bambini russi?

Secondo i nostri dati, dai cittadini ita-liani sono stati adottati in tutto 9.200 piccoli provenienti dalla Russia (circa 500 bambini all'anno). Esiste un ac-cordo del 2009 che regola le domande di organizzazione del conteggio dei

bambini adottati, di informazione sui genitori adottivi da parte delle agen-zie accreditate russe e altro. In totale, questa cooperazione con il vostro paese ha più di vent'anni di storia. Noi siamo riconoscenti alle famiglie italiane che educano i bambini russi rimasti senza le cure dei genitori. Allo stesso tempo, il tragico caso della morte del piccolo bambino russo di cinque anni ha fatto seriamente rifl ettere sulla necessità di perfezionare i meccanismi di adozio-ne. Si tratta innanzitutto del rafforza-mento dei controlli delle decisioni dei tribunali italiani riguardo l'adeguatez-za delle coppie all'adozione, e anche un controllo del lavoro dei servizi so-ciali che verifi cano le condizioni delle famiglie adottive. Al momento si sta lavorando su queste domande, la riso-luzione delle quali sarà tema princi-pale delle prossime consultazioni con-solari a Mosca.

Nina Borisova

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Economia

Vladimir

MauESPERTO

Secondo le stime, nel primo semestre il Pil russo dovreb-be aver fatto segnare una crescita di poco superiore allo zero. Alcuni economisti interpretano questo dato come una conseguenza della crisi ucraina, anche se

non è esattamente così.Le sanzioni reciproche sono sempre state una cosa estremamen-te sgradevole e la loro adozione non porterà a nulla di buono. Ma in realtà il mondo sta attraversando una crisi sistemica globale paragonabile a quelle degli anni ’30 e ’70. Si tratta di una situa-zione molto complessa che potrebbe aggravare il quadro econo-mico tanto in Russia, quanto in Europa. Ad ogni modo, va sotto-lineato che le rappresaglie non sono la causa principale dei pro-blemi economici russi e neppure di quelli europei: le difficoltà sono sorte decisamente prima. Lo scenario macro europeo negli ultimi anni è stato caratterizza-to da una crescita bassa o nulla; a sua volta, quello della Russia si è mantenuto in bilico, sul limite della recessione. Questa è anche la situazione attuale della Federazione, per una serie di ragioni: innanzitutto pesa la congiuntura nei principali partner commer-ciali, Europa in testa. In secondo luogo, l’inibizione degli investi-menti da parte di grosse compagnie (quelle statali in particolare), che hanno concluso nel 2012-2013 il loro giro di investimenti (la preparazione alle Olimpiadi di Sochi, per esempio) e non ne hanno avviato uno nuovo. In terzo luogo, va sottolineato che già verso il 2008 si era esaurita la riserva del fondo di ricostruzione: nel 2009, per via della crisi, si è verificato un crollo netto dell’econo-mia, al quale ha fatto seguito un recupero che ha permesso di mantenere ritmi di crescita moderata. Ma la causa principale del rallentamento consiste nel fatto che il modello stesso alla base della crescita negli anni duemila, calco-lato su una costante espansione della domanda, si è rotto. Ciò è avvenuto tanto in forza di circostanze esterne, perché avevano cessato di crescere i prezzi del petrolio, quanto per cause interne: alcuni analisti hanno definito questo fenomeno “trappola del red-dito medio”. La Russia si è trasformata in un paese con un alto costo del lavoro e un livello del Pil pro-capite al livello delle realtà sviluppate, ma senza crescere nelle classifiche per capacità attrat-tiva del business (come dimostra il rating Doing Business). Per recuperare appeal sul fronte degli investitori occorre un contesto con regole del gioco stabili e prevedibili, con crediti accessibili (cosa che richiede bassa inflazione), tasse sostenibili e stimoli per lo sviluppo della produzione. Realizzare un percorso di crescita non è semplice, del resto. Una spinta importante potrebbe arrivare dalla liberalizzazione dell'e-conomia, secondo una strada già seguita con successo dalla Cina. Occorre poi affrontare i nodi strutturali, a cominciare dalla neces-sità di modernizzazione dello stato sociale: in particolare l’educa-zione, la sanità, il sistema pensionistico, che in Russia - come in molti paesi sviluppati - sono venuti a formarsi in epoca industria-le e rispondono in tutto e per tutto alle esigenze di quel periodo. Ora la situazione è radicalmente diversa: seguire i percorsi tradi-zionali di studio non è più sufficiente per raggiungere, e poi man-tenere, posizioni importanti nel mercato del lavoro. Occorre l'ap-prendimento continuo, distribuito su vari ambiti di approfondi-mento. Le persone vanno dal medico non solo per necessità, ma anche per profilassi, cosa che fa crescere il carico sul sistema sa-nitario.Tutte questioni che impongono nuove sfide alla Federazione. Senza dimenticare l'importanza di mantenere il più rilevante risultato raggiunto negli ultimi 10-15 anni, vale a dire la stabilità macroeco-nomica. Un requisito fondamentale che è facile da perdere, ma non altrettanto da costruire.

L'autore è rettore dell’Accademia russa di economia nazionale e pubblica amministarione (RANEPA)

IL COMMENTO

Gli ostacoli da superareper rilanciare lo sviluppoUn pit-stop per la crescitaUn pit-stop per la crescita

Previsioni Nel prossimo triennio, i prezzi del petrolio dovrebbero subire una diminuzione

ALEKSEI LOSSAN RBTH

Il ministero dello Sviluppo Economico

ha abbassato le stime per gli anni

2015-2017. In calo l'estrazione degli

idrocarburi. E l'incertezza è dovuta

anche alla situazione internazionale.

Mosca, lo scenario macro è in peggio-ramento. Il ministero dell'Economia ha ridotto sensibilmente le stime da qui al 2017. Il prossimo anno il Pil do-vrebbe crescere dell'1%, anziché del 2% come era stato precedentemente pianifi cato, mentre l'infl azione è atte-sa al 6,5%, invece del 5,5%. In aggiun-ta, gli analisti del ministero prevedo-no riduzioni nell'export di petrolio e gas. Se nel 2013 le forniture verso l'e-stero hanno fruttato circa 250 miliar-di di euro, e nel 2014 circa 242, il pros-simo anno dovrebbero scendere a quota 225 miliardi. Al ministero ritengono che il prezzo del petrolio raggiungerà i 90-95 dollari al barile, e che su que-sto indicatore si stabilizzerà.

L'oro nero potrebbe scendere ancora«La situazione di per sé è difficile da raffigurare», dice il partner dirigente di Akg “Finekspertisa”, Agvan Mika-eljan. Inoltre, a suo avviso, la stima è stata fatta sulla base del legame di forte dipendenza dell'economia dagli idro-carburi, e in esso si suppone che nel tempo breve non vi sia alcun cambia-mento nella sua struttura. «Se conti-nuerà a essere così, il livello di pessi-mismo è più che giustifi cato», sostiene l'esperto. In particolare, fa notare Mi-kaeljan, gli autori della previsione par-

tono dal presupposto che non vi sarà alcuna crescita concreta delle entrate. Per quanto concerne alcuni parametri chiave, alcuni esperti sono ancora più conservatori. «Per esempio ritengono che il prezzo del petrolio Brent possa scendere ai livelli di quattro anni fa, intorno agli 80-90 dollari al barile», ritiene Dmitri Badenkov.

L'incognita dei tassi UsaSecondo l'analista del fondo d'investi-mento “Finam”, Anton Soroko, queste stime del ministero non sorprendono. Del resto, l'abbassamento di qualche dollaro dei prezzi del petrolio non deve portare ad alcun serio cambiamento nel budget, che viene calcolato per i prossimi anni «sulla base di valutazio-ni abbastanza conservatrive. Così, in questo contesto, non sarebbe necessa-rio rivederne i coefficienti di bilancio», dice l'esperto. «Non posso essere d'ac-cordo con il previsto crollo del fattu-rato al dettaglio, per via del calo delle importazioni», commenta Mikaeljan. «Ritengo che sarà possibile individua-re dei sostituti, e in ogni caso l'even-tuale caduta assumerà dimensioni ri-dotte».

Nondimeno, come sottolinea il capo del dipartimento analisi Ik Rus-Invest, Dmitri Bedenkov, al momento è diffi-cile fare previsioni a lungo termine sulla dinamica dei fattori economici chiave, per diversi motivi. «Il sistema di riserva federale degli Stati Uniti (Frs, ndr) è dubbioso in merito all'ini-zio di un inasprimento della politica monetaria», evidenzia l'esperto. Secon-do le sue parole, la crescita dei tassi negli Usa porterà inevitabilmente

all'indebolimento dei prezzi sul mer-cato delle merci, fattore importante della crescita economica in Russia.

Ridurre il peso delle commodity«L'equilibrio delle forze e degli umori può cambiare. Per questo sarebbe suf-fi ciente la volontà politica delle parti che infl uiscono sull'evolversi della si-tuazione», dice l'analista capo di Ufs Ic, Aleksei Kozlov. Secondo la sua opi-nione, la misura base che permette-rebbe di sfuggire all'infl uenza negati-va della crisi mondiale dell'economia sulla Russia «è l'abbassamento della dipendenza della Federazione dalle materie prime. Per raggiungerere que-sto obiettivo è indispensabile costrui-re un'economia bilanciata e autosuf-fi ciente». Tuttavia, come osserva Be-denkov, il principale fattore destabi-lizzante dell'economia è la situazione in Ucraina. «Non è facile parlare delle prospettive di inasprimento delle san-zioni reciproche fra la Russia e i paesi dell'Occidente, come pure del livello delle loro relazioni». Anche se, sotto-linea il presidente del Centro per le comunicazioni strategiche Dmitri Abzalov, difficilmente il peggioramen-to della situazione economica porterà a dimissioni nel governo. «Le decisio-ni riguardanti i quadri in Russia ven-gono prese tradizionalmente verso la fi ne dell'anno e dubito che fi no ad al-lora qualcuno del governo, primo mi-nistro compreso, possa dare le dimis-sioni». Secondo l'esperto, comunque è più probabile che qualche cambiamen-to si verifi chi alla vigilia delle elezioni parlamentari, che si svolgeranno nel corso del 2016.

La crescita atte-sa del Pil russo nel 2015. Le stime precedenti si atte-stavano sul +2%

Il tasso di infla-zione atteso per il prossimo anno. Un dato superiore al 5,5% stimato in precedenza

dollari al barile è il prezzo che do-vrebbe raggiun-gere il greggio nel 2015

1%

6,5%

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I NUMERI

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TTERSTO

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EDIA

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Economia

L'INTERVISTA

LORENZO BAZZANA

Gli effetti dell'embargo sul made in Italydell'alimentare

L’embargo russo sui generi alimentari occidentali ha colpito anche alcuni pro-dotti italiani. Degli effetti a breve e medio termine di queste controsanzio-ni abbiamo parlato con il responsabi-le economico della Coldiretti, Lorenzo Bazzana. Secondo il quale, considera-to che nel 2013 abbiamo esportato in Russia merci agricole e alimentari per circa 706 milioni di euro, le perdite po-trebbero aggirarsi sui 200 milioni.

In particolare, secondo le stime ela-borate dalla stessa Coldiretti, dopo la proclamazione dell’embargo parziale dei prodotti, a rischio si trovano le for-niture di carne e prosciutto di Parma e San Daniele e i formaggi Grana Pa-

dano e Parmigiano Reggiano. Ma le perdite più consistenti si registrano nel settore ortofrutticolo. Non solo: le ten-sioni delle ultime settimane rischiano di assestare un colpo al processo di cre-scita nell'interscambio commerciale che durava da anni, e che aveva con-sentito a molte aziende italiane di tro-vare nella Federazione una valida al-ternativa alla debolezza della congiun-tura nel mercato interno.

In Spagna, in alcune zone dell’Ara-gona risultano esserci circa 60mila ton-nellate di messe e frutti non raccolti. Sulla scia di questa situazione, i prezzi sono calati del 40% netto. «Purtroppo situazioni simili si sono verifi cate anche

da noi», sottolinea Bazzana.La

differenza è che in Italia è rimasta coinvolta in m a g g i o r parte la g r a n d e quantità dei

frutti già rac-colti e pronti

ad oltrepassare il confine con la

Russia. «Questa è stata la sorte soprattutto di pere e

pesche, rimaste non consegnate. Al mo-mento, stiamo calcolando le conseguen-ze dirette, non si possono però ignora-re quelle indirette che potrebbero por-tare nel breve periodo a un calo dei prezzi sulla categoria di questi prodot-ti. Tuttavia, non è neppure da esclude-re, a onor del vero, che la situazione possa migliorare», aggiunge.

Come hanno reagito alla notizia dell’in-

troduzione dell’embargo i produttori

In quali paesi esporterà ora le merci ch’e-

ran destinate alla Russia?

Al momento non vorrei fare previsio-ni. Per me è chiarissima una cosa, che quei paesi che assicureranno i prodot-ti alla Russia saranno costretti a limi-tare le loro forniture negli altri paesi. In relazione a questo, è necessario fare un’analisi approfondita per capire quali canali e possibilità potrebbero aprirsi in questo senso per l’Italia.

Faccio notare però, che il tempo strin-ge, perché si tratta di merce deperibi-le che non può essere conservata a lungo. In ogni caso, vogliamo fortemen-te riprendere l’esportazione dei nostri prodotti verso Mosca.

Durante un'intervista, Luigi Scordama-

glia, amministratore delegato di Inalca

(gruppo Cremonini, leader italiano nella

produzione e distribuzione di carni bovi-

ne) e vicepresidente di Federalimentare

ha definito le sanzioni europee “maso-

chismo economico”, sottolineando che

la situazione fungerà da forte stimolo per

lo sviluppo dello stesso settore agricolo

e dell’industria alimentare. Lei è d’accor-

do con queste conclusioni?

Per me è chiaro che, dopo la decisione sull'embargo, la Russia cercherà di agire su due fronti, interno ed esterno. Da una parte punterà a trovare forni-tori alternativi per quei generi alimen-tari che rischiano di sparire dal suo mercato.

Dall'altra, incentiverà la crescita del proprio comparto agroalimenta-re, incoraggiandone l'autosufficienza tramite maggiori investimenti nel set-tore.

A suo modo di vedere c’è una via d’usci-

ta da questa crisi? Può l’Italia, in qualità

di paese che presiede ora al Consiglio eu-

ropeo, contribuire alla sua risoluzione?

Essendo io un tecnico, non sono pron-

to per dare consigli ai politici. Indub-biamente ci troviamo sulla via estre-mamente scivolosa che potrebbe con-durre persino alla guerra, cosa cui non voglio neppure pensare. Penso che in questo momento bisogna ricercare il dialogo fra tutti i paesi coinvolti. Per riuscire a ottenere un risultato è ne-cessario buon senso e desiderio reci-proco di trovare una soluzione.

IL RESPONSABILE ECONOMICO DI COLDIRETTI

"PERSI GLI INVESTIMENTI IN PUBBLICITÀ"

La Russia da una parte cercherà fornitori alternativi, dall'altra punterà alla crescita del proprio comparto alimentare, incentivandone l'auto-sufficienza"

Niva Mirakyan

IL COMMENTO

E i prodotti della Federazione rimpiazzano i beni importati

L’Europa e gli Usa hanno imposto sanzioni con-tro le banche e altre grandi società della Fede-razione. E il ministero dell'Economia russo ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil per

il 2015 dal 2% all'1%. Per quest'anno, invece, la previ-sione resta invariata al +0,5%. Mentre l’inflazione po-trebbe salire dell’1%, anche come effetto delle recipro-che sanzioni. Questi dati sono stati resi noti il 26 agosto da Oleg Zasov, responsabile delle previsioni macroeconomiche del ministero dello Sviluppo eco-nomico di Mosca. Ma le misure per colpire la Russia funzionano? Sì e no perché indeboliscono anche gli stessi promotori. Ab-biamo chiesto ai maggiori gruppi italiani di credito, che operano anche in Russia, come vanno le cose lì. Federico Ghizzoni, ceo di UniCredit, alla presentazio-ne dei risultati del primo semestre il 5 agosto scorso, ha detto che «la Russia è un paese importante per noi e, per definizione, strategico. Sta andando molto bene:

la crescita dei ricavi su base trimestrale è buona, quasi il 20% in più nel secondo trimestre e anche la profit-tabilità è in decisa salita. La banca russa è inoltre con-tributrice netta di liquidità al gruppo», Quindi ha ag-giunto che «la situazione nel paese va monitorata at-tentamente e non la sottovalutiamo, in quanto le san-zioni possono avere un impatto sul Pil e sui nostri ricavi nel tempo, ma non è una situazione che ritenia-mo abbia un rischio sistemico per il gruppo». Nel frattempo, però, qualche cliente della banca la-menta notevoli rallentamenti nei pagamenti, «una si-tuazione tollerabile dal momento che le sanzioni sono appena state promosse», ma non sono certo soppor-tabili a lungo. Il discorso vale anche per Banca Intesa, che è un gioiello del gruppo Intesa Sanpaolo, pur va-lendo solo lo 0,6% dei proventi operativi complessivi. Quello che pesa di più per l’Italia è però l’embargo agroalimentare. Non si possono più esportare in Rus-sia frutta e verdura, ma anche latticini, inclusi mozza-rella, grana e parmigiano. Per fortuna sono stati rispar-miati vini, spumanti, grappe (che detengono la fetta maggiore nelle esportazioni italiane nella Federazio-ne) e olio d’oliva. Ma è comunque una tragedia per i

piccoli agricoltori, che vendevano la loro frutta in Rus-sia. È molto difficile trovare un altro destinatario, so-prattutto in tempi brevi, quando si tratta di prodotti freschi. Tanti container della Penisola, carichi di pesche, sono stati fermati alla frontiera. Avrebbero potuto fi-nire sugli scaffali dei negozi italiani a prezzi scontati, ma in realtà marciavano verso le discariche, sia in Ita-lia che negli altri paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca.Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia, lo scorso anno, ha raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro. Adesso questo mercato florido, ma conquistato con grande fatica, rischia di andare perduto, con ricadute negative per centinaia di milio-ni di euro. Perché, appena avuta notizia dell’embargo, altri stati come la Turchia o gli stati del Csi hanno detto che esporteranno volentieri i propri prodotti verso la Federazione.Anche gli stessi russi hanno reagito bene all’embargo: gli agricoltori sperano che adesso la loro produzione fi-nisca senza problemi nei negozi. Milkom, compagnia di Izhevsk da 10 tonnellate di mozzarella al mese, ha detto di essere pronta a quintuplicare la produzione. Dal 1°

ottobre Mosca imporrà poi uno stop all’export di cuoio e di pelli semi-conciate. «Non si tratta di sanzioni, solo che ne abbiamo bisogno noi», dicono in Russia, «ma questo colpirà anche l’Italia, uno dei principali importa-tori di pelle semilavorata russa». Si vocifera inoltre, che si possano ristringere le importazioni di auto di lusso (pensiamo a Ferrari, Lamborghini e altri), e la lista po-trebbe allungarsi ulteriormente in futuro.Uno dei settori più colpiti dal raffreddamento dei rap-porti Russia-Occidente è stato il turismo. Soprattutto quello della "classe media". Quest’anno il flusso verso la Penisola si è ridotto del 15-20%. Danno notevole, visto che il turista russo è notoriamente tra i più ge-nerosi del mondo e lascia quasi 200 euro al giorno nelle casse italiane.Insomma, le sanzioni colpiscono duramente l’econo-mia. Un cancro. Ma resta da capire se alla fine risulte-rà benigno o maligno. Il mercato europeo è saturo, e perdere l’enorme baci-no di consumo russo potrebbe essere un errore da pagare a caro prezzo.

L'autore è economista, direttore di Partner N1

Evgeny

UtkinANALISTA

NOTIZIEIN BREVE

Per il tessile made in Italy è un'op-portunità da non perdere. Secondo stime recenti, il mercato russo dell'ab-bigliamento per bambini è destinato a crescere al ritmo del 5-10% all'an-no, con valori più elevati per il seg-mento da 0 a 3 anni.

Si tratta per lo più di un mercato di importazione, tanto è che l'80% degli acquisti riguarda prodotti pro-venienti da oltrefrontiera. In termini quantitativi, a fare la voce grossa sono soprattutto i produttori asiatici, che giocano la carta del prezzo per sba-ragliare la concorrenza. La manifat-tura italiana può tuttavia giocare le sue carte nel segmento più elevato del mercato, quello più attento alla qualità del prodotto, alle fi niture e al design.

Abbigliamento baby

in forte crescita

I rapporti tra le aziende russe in cerca di fi nanziamenti e l'Occidente hanno cominciato a raffreddarsi ben prima che scoppiassero le tensioni in Ucrai-na. Secondo uno studio realizzato dalla Banca centrale russa, il saldo del debito estero (vale a dire la dif-ferenza tra i fondi attratti e quelli estinti da parte di società russe, esclu-dendo banche e popolazione) otte-nuto dalle aziende della Federazione negli Stati Uniti si è fermato a 44 milioni di dollari nel primo trimestre di quest'anno, contro i 139 milioni registrati nello stesso periodo del 2013. Un trend che, seppur in misu-ra minore, ha interessato anche i rap-porti con l'Europa.Lo sguardo delle imprese russe ades-so è volto soprattutto verso la Cina, dalla quale nel primo trimestre hanno ottenuto 13,6 miliardi di dollari con-tro i 32 milioni registrati nello stes-so periodo dello scorso anno. A ri-chiedere i maggiori prestiti nel mer-cato del Dragone sono stati Rosneft e Gazprom.

Il mercato del debito

lascia l'Occidente

e punta alla Cina

La mozarella italiana è uno dei prodotti per cui sono scattatte le controsanzioni

italiani, molti dei quali da tempo conso-

lidato ormai commerciano con successo

con la Russia?

La loro reazione è stata decisamente negativa. Avevano infatti speso per la promozione e la pubblicità delle com-pagnie in Russia non pochi soldi e c’è il rischio che tutti questi investimenti non vengano mai più recuperati.

Converrete anche voi che sarà difficile poi

per l’Italia riconquistare il mercato russo.

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Opinioni

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SOUTH STREAM, LE INCOGNITEDA AFFRONTARE

Aleksandr

KurdinESPERTO

Aleksandr

BelyaevANALISTA

In questi giorni è difficile sopravva-lutare l'attualità di South Stream. La situazione geopolitica attuale, infatti, fa lievitare il valore di un

nuovo percorso per il trasporto del gas dalla Russia verso l'Europa.

L'obiettivo principale del progetto è di garantire la sicurezza delle forni-ture lungo questo percorso. Il sistema di gasdotti deve essere strutturato in modo tale da permettere, in caso di necessità, la sostituzione di qualsiasi parte del tracciato. Attualmente le esportazioni annuali di Gazprom dalla Russia verso l'Europa dipendono dalle condizioni climatiche e dalla congiun-tura del mercato europeo. Secondo una stima approssimativa, per trasportare il gas nel Vecchio Continente attual-mente sono necessarie condutture della portata di 130 - 140 miliardi di metri cubi all'anno, senza contare le forni-ture di gas alla Finlandia, alle repub-bliche baltiche e alla Turchia, servite da apposite reti. A oggi, il gas arriva in Europa in parte per mezzo del Nord Stream, in parte attraverso la Bielo-russia e in parte attraverso l'Ucraina. La portata di Nord Stream è di 55 mi-liardi di metri cubi di gas all'anno in condizioni di massimo carico; il siste-ma di gasdotti bielorusso può assicu-rare il transito di circa 35 - 40 miliar-

Eredi di una storia da far impal-lidire. Discendenti di divinità della musica, da Chaikovskij a Stravinskj. E dopo l'esilio degli

anni'90, pronti a ritornare nella loro terra. Anche grazie alla diffusione di internet. E all’emergere di un ceto so-ciale che fa della creatività la propria fonte di reddito. Sono questi i due pri-cipali fattori che stanno contribuendo a riportare nella Federazione i miglio-ri talenti musicali russi talenti e a for-mare un pubblico in grado di apprez-zarli. E qui si tratta di sfatare tre luoghi co-muni: in Russia nessuno è interessato alla musica contemporanea di quali-tà; qualsiasi russo dotato di talento per le sette note farebbe bene ad emigra-re a meno di non voler fi nire a suona-re nei ristoranti; i compositori russi

di di metri cubi, e quello ucraino di 140 - 150 miliardi.

La realizzazione di South Stream consentirà di fare a meno dei percor-si attualmente esistenti, e soprattutto del gasdotto ucraino. Ciò non vuol dire che Gazprom rinuncerà automatica-mente a far transitare il proprio gas attraverso l'Ucraina, ma la dipenden-za dalle azioni del governo locale si ridurrà drasticamente.

Nel corso di quest'anno nei paesi eu-ropei è stata sollevata più volte la que-stione dei rischi collegati a una possi-bile interruzione del transito del gas attraverso l'Ucraina. Il South Stream può risolvere la questione nel giro di un paio d'anni; pertanto il progetto presenta dei vantaggi per i consuma-tori europei, anche se dal punto di vista economico le sue caratteristiche pos-sono far sorgere seri interrogativi. In particolare, è difficile immaginare che la sua entrata in funzione possa com-portare un aumento delle forniture di gas dalla Russia: la portata della nuova rete dovrebbe essere di 63 miliardi di metri cubi all'anno, ma un simile in-cremento della domanda di gas russo nel breve termine appare poco proba-bile.

La realizzazione di questo progetto è venuta a coincidere con un periodo di transizione per il mercato europeo, circostanza che ha inserito il South Stream in un contesto confl ittuale e ne ha rafforzato la connotazione politica.

L'iniziativa è fi nita in un doppio vor-tice di problemi. Da un lato, negli ul-timi anni è stata sollevata più volte la questione della sua compatibilità con il Terzo pacchetto energetico, vale a dire con le norme europee che vietano a una stessa compagnia di occuparsi

sia dell'estrazione, che della distribu-zione del gas.

All'interno di questo quadro norma-tivo la Commissione Ue non può im-pedire alle compagnie russe e bulgare di posare le tubature per onorare gli accordi internazionali già stipulati. Essa potrebbe però vietare le fornitu-re di gas attraverso questi gasdotti. In sostanza, i governi dei paesi europei che partecipano al progetto possono scegliere se proseguire i lavori nono-stante tutto, suscitando così lo sdegno della Commissione Europea, oppure interrompere i lavori e attendere. Il go-verno bulgaro ha optato per la secon-da possibilità. Lo ha fatto con non poco

L'autore è giornalista e critico musi-cale

L'autore è direttore del Dipartimento di ricerche strategiche sull'energia del Centro di analisi presso il governo

L'obiettivo principale del progetto è garantire le forniture di gas all'Europa, ma pesano le tensioni internazionali

Fin quando i nuovi compositori esploreranno il proprio tempo con i suoni, il futuro della musica russa è più che assicurato

LA FINE DELL'ESILIO PER LA MUSICA D'AVANGUARDIApiù seri possono sopravvivere soltanto in Germania.

Falso. Perchè la Russia sta gradual-mente sviluppando "gusto" e "doman-da". Basta pensare ai compositori russi che si stanno affermando in Occiden-te. Tra gli altri: Sergei Nevsky, Boris Filanovsky e Dmitri Kourliandski, membri di un ensemble dal nome me-raviglioso: Resistenza strutturale. Poco più che quarantenni, tutti e tre hanno studiato, vissuto e lavorato in Occi-dente.

Sergey Nevsky, classe 1971, il più talentuoso. Autore di brani estrema-mente originali, che creano “disagio” nel pubblico e sono diabolicamente complicati per gli esecutori. Le sue opere per fl auto o clarinetto si avvici-nano al free jazz, ma richiedono una particolare maestria. Nevsky è un per-sonaggio carismatico, e scrive musica anche per il teatro e il cinema.

In una delle sue interviste, Nevsky ha spiegato con queste parole il cam-

biamento del clima musicale: «Negli anni Novanta c’è stata una rottura per-ché sia i maestri dell’avanguardia, come Edison Denisov, Alfred Shnitke e Sofi a Gubaidulina, che i loro studenti la-sciarono il paese. Nei primi anni del nuovo millennio, il loro ritorno a casa e la diffusione di internet hanno se-gnato una vera e propria rinascita della vita musicale in Russia. Da allora, un’intera generazione di appassionati di musica è emersa dal nulla. È stato l’incontro tra un pubblico che aveva bisogno di ascoltare musica contem-poranea e una generazione di musici-sti desiderosi di suonarla».

«I compositori non se ne vanno più, anzi: stanno tornando», conferma Eka-terina Biryukova, una critica musica-le i cui interessi professionali si con-centrano sulla musica accademica del XX secolo, dal minimalismo in poi. Vale riportare una sua analisi della scena musicale russa. «Credo che la fuga verso l’estero sia ormai un fenomeno del pas-

sato. Da tempo i musicisti hanno smes-so di sentire l’esigenza di emigrare. Il tuo lavoro è lì dove trovi qualcuno che ti paga, e la tua casa è dove poggi le valige e dove i tuoi fi gli vanno a scuo-la. Naturalmente in Occidente i com-mittenti sono più numerosi, perché la società occidentale è più abituata alla

positori: «Ho chiesto al mio amico, il compositore Aleksandr Chaikovsky (che dirige il dipartimento di compo-sizione del Conservatorio di Mosca) di organizzare un concorso di nuovi brani, tanto per vedere cosa fanno e cosa re-spirano i giovani compositori. Dopo tutto, sono sempre più avanti dei mu-sicisti, perché l’interprete di un brano è, nel migliore dei casi, un co-autore del compositore, una sorta di parassi-ta. Mentre un compositore crea qual-cosa dal nulla. Abbiamo scelto nove opere, e il brano vincente verrà inter-pretato da me nella sala principale del Conservatorio di Mosca. Ciò darà un forte impulso alla loro carriera».

Cura della tradizione e voglia di esplorare in musica il proprio tempo. Due dinamiche orami stabili che con-sentono di pensare in modo più che positivo al futuro della musica russa.

nuova musica. Anche da noi però ogni festival propone delle prime interna-zionali».

Per soddisfare il suo personale in-teresse verso questo nuovo genere, il maestro Yuri Bashmet ha persino dato vita a un concorso per giovani com-

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clamore, minacciando di rivolgersi agli organi giudiziari.

Un secondo livello di contrapposi-zione, quello più attuale, è legato al confl itto ucraino. Benché vi sia un'e-vidente spinta verso la diversifi cazio-ne delle forniture di gas, la prospetti-va di un accordo tra i partner europei e russi risulta complicata dall'escala-tion di tensione tra le parti. Ma gli in-teressi di tutte le parti coinvolte sug-geriscono di tornare a percorrere la strada del dialogo.

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Arte

Nell'anima errante di Marc ChagallMostra Oltre 220 opere del pittore nato a Vitebsk sono esposte, dal oggi, al Palazzo Reale di Milano

VLADIMIR ZAVIALOV RBTH

Un viaggio completo nella lunga

produzione del maestro, che ha

saputo rappresentare in maniera

sublime la complessità e la profondità

dello spirito russo.

Quella modernità assoluta, sospesa tra poesia e favola. Tra un passato da comprendere e rielaborare all’infi ni-to e l’ambizione smodata a costruire un futuro “magico” capace di incana-lare il presente in una continua e av-venturosa ricerca di senso. Ricerca pit-torica, colorata, spiazzante. Surreale e allo stesso tempo radicata nel suolo della tradizione. Una ricerca che Marc Chagall compiva sempre a partire dalla sua terra: da quella Russia del primo Novecento che più che essere luogo geografi co e storico, era luogo dello spirito. Luogo di contraddizio-ni, allo stesso tempo denso ed evane-scente. Quasi un secolo d’arte, rias-sunto nella biografi a di uno dei gran-di maestri dell’arte del ‘900.

Un tragitto esistenziale e artistico, un labirinto di colori e forme, che ap-pare in tutta la sua avvolgente bel-lezza nella mostra dedicata al pitto-re, inaugurata oggi al Palazzo Reale di Milano. Oltre 220 opere – in espo-sizione fi no al 1° febbraio 2015 - per quella che è di sicuro la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall. Il catalogo è impres-sionante: dipinti che arrivano da col-lezioni private – e che a volte sono del tutto inediti per il grande pubblico – trovano il loro posto di fi anco ai gran-di capolavori che riempiono i libri di storia dell’arte. Da "Le Petit Salon", il suo primo quadro, che Chagall re-alizza durante una visita a San Pie-troburgo, fino ai “monumenti” che hanno contraddistinto il suo lavoro nella seconda metà del secolo scorso.

Cultura ebraica, tradizione russa, lo spirito delle avanguardie. Sono que-ste, a voler semplifi care, le coordina-te artistiche e culturali attraverso cui si muove l’intera opera del pittore russo. Un mago della sintesi, un genio che affida ai colori e alle fi gure il com-pito di chiarifi care il proprio mondo. Basta andare con la memoria, per esempio, a quella Introduzione al Te-atro Ebraico, 1920, in cui Chagall mette in scena quello che a prima vista appare come un impossibile connu-bio: le scomposizioni che arrivano dal cubismo e i temi della propria storia personale. Tutto elaborato su commis-sione: era il 20 novembre del 1920 e Chagall inizia, su invito del critico Abram Efros, le decorazioni al Teatro ebraico statale Kamerny in via Tchernychevskij a Mosca.

La mostra al Palazzo Reale di Mi-lano segue la vita del pittore in modo cronologico. Dalle opere realizzate in Russia prima del 1910 fi no ai lavori del primo periodo parigino, quella fase di “eroici furori” interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondia-le. Un periodo di studio in cui Cha-gall può confrontare il suo lavoro con quelli di Henri Laurens, Amedeo Mo-digliani, Chaim Soutine. Un periodo in cui Chagall mette a fuoco la pro-pria poetica: la forza della creatività e della poesia, l’arte utilizzata per ri-baltare, trasfi gurandolo, ogni luogo comune, ogni momento “normale” della vita quotidiana. Come non ri-cordare l’Omaggio ad Apollinaire: uomo e donna fusi in un unico corpo, il cuore trafi tto e la mela della ten-tazione. La pittura che diventa la cro-naca più affidabile delle trasforma-zioni dello spirito europeo.

Poi il ritorno in Russia, la fase ri-voluzionaria della sua pittura. E l’ar-te sempre vissuta come una dimen-sione comunitaria. È il 1915 e Cha-gall espone al Salon artistico di Mosca. Sono i giorni del confronto con Blok,

L'INTERVISTA CLAUDIA ZEVI

"Le radici da riscoprirecuore della sua opera"Nella più grande retrospettiva italia-na mai dedicata a Marc Chagall, al-lestita a Milano a Palazzo Reale, il pittore russo è ritratto nella sua fe-deltà alla cultura d’origine, felicemen-te preservata nelle tempeste di una vita segnata dalla storia e dagli esili. È l’ideatrice e curatrice della mostra, Claudia Zevi, a porre l’accento sulle radici russe dell’artista, costitutive della sua originale modernità.

Come nasce l'idea di una grande mostra

su Chagall?

Volevamo spiegare come Chagall, ar-tista dallo stile e dalla poetica rico-noscibilissimi, che ha sempre goduto di grande successo, possieda una stra-ordinaria attualità, dovuta proprio alla capacità di partire dalla tradi-zione russa delle favole e dei lubki, (stampe popolari, ndr), unirla alla cul-tura ebraica di famiglia e confron-tarla successivamente con la prospet-tiva occidentale. Il suo è un ideale esempio di contaminazione, in cui la specifi cità della propria tradizione si sviluppa e si arricchisce nel confron-to con altre culture.

Qual è, all’interno della mostra, lo spa-

zio dedicato agli anni russi del pittore?

Ci sono sei sale che indagano la for-mazione di Chagall, dagli esordi nella

nativa Vitebsk (oggi in Bielo-russia, allora parte dell’Impero Russo, ndr), che torna come villaggio sullo sfondo di molte opere, anche della maturità. Degli anni russi sono inoltre i ritratti dei familiari e di Bella, l’amatissima moglie, conosciuta nel paese natale, protagonista anche della serie degli innamorati. Il periodo di studio a San Pietroburgo è documen-tato per esempio dal prezioso qua-dretto "Le Petit salon", con il quale Chagall si presentò al maestro Lev Bakst, che lo ammonì sull'importan-za di controllare i colori. Della permanenza a Mosca sono in-vece in mostra i disegni per i perso-naggi, le scenografi e e i costumi del Teatro ebraico, riprodotto in dimen-sioni reali grazie a fotografi e dell’e-poca.

Com’è invece esplicitata in mostra la

svolta dell’esilio a Parigi, nel 1923, dopo

l’emarginazione seguita all’adesione en-

tusiastica alla rivoluzione?

Il tema, quanto mai d’attualità, è cen-trale nella concezione della mostra; Chagall ne patì ben tre: a Parigi ap-punto, in America per le persecuzio-ni naziste e di nuovo in Francia. Le vicissitudini del viaggio che lo portò a lasciare la Russia ormai sovietica sono raccontate nei dettagli in un suo

scritto inedito, sco-perto di recente: è pubblicato nel cata-logo della mostra e vi

invito a leggerlo. Alla base delle motivazioni

della fuga ci fu lo scontro con gli esponenti dell’avan-

guardia russa, votati all’astrattismo quanto Chagall credeva nel fi gurati-vismo.

Anche in esilio i temi russi restano vivi?

Assolutamente sì. Anzi, negli anni'40 a New York, provato dalla morte della moglie, Chagall ritrovò la sua creati-vità proprio lavorando ai bozzetti dell’opera "Aleko" di Rakhmaninov e del balletto "L’Uccello di fuoco" di Stravinskij, presenti in mostra. Di sog-getto russo esponiamo anche le inci-sioni originali dell’autobiografi a "Ma vie" con scene di vita rurale e le sce-nografi e per il teatro di Gogol, con cui l'artista condivideva l’attenzione per le persone comuni.

Neppure il legame con il mondo sovie-

tico si spezzò?

Non del tutto: Chagall tornò più volte in Unione Sovietica, accolto con gran-di onori; in un’occasione fi rmò i suoi bozzetti del Teatro ebraico per la Gal-leria Tretjakov di Mosca. Rimase sempre, insomma, un ebreo russo impregnato della cultura d’o-rigine, linea di sviluppo di tutta la sua arte.

Valentina Bonelli

Esenin, Majakovskij. L’ebreo in rosso, L’ebreo in preghiera, Gli amanti in rosa, Lo Specchio. E poi l’impegno civile e politico per il nuovo Stato so-vietico: come nel 1918, quando il pit-tore coordina i festeggiamenti e le ma-nifestazioni artistiche collegate al primo anniversario della Rivolu-zione.

Poi di nuovo via, nel 1921, questa volta per sempre. L’esilio a Parigi, l’Europa che viene a poco a poco co-perta dalle ombre del nazismo e del fascismo. Chagall, origini ebree, deve fuggire. A Marsiglia, in Spagna, in Portogallo. Poi il viaggio in America, ultima spiaggia per sfuggire alle per-secuzioni. E nel 1944 il ritorno in Fran-cia, a guerra quasi fi nita e alle prese con l’insanabile dolore per la perdita di Bella Rosenfeld, nè più nè meno che l’amore della vita, la musa, l’amica con cui condividere ogni mo-mento.

E dalla fi ne della guerra, fi no alla sua morte, quasi centenario nel 1985, Chagall lavora sulle proprie origini ebraiche. Visita Israele nel 1957 e tre anni dopo “dona” alla Sinagoga dell’o-spedale Hadassah Ein Karen una ve-trata che rischierà di essere distrutta durante la Guerra dei Sei Giorni. Poi, nel 1966, progetta un affresco per il nuovo parlamento israeliano.

Ma la ricerca delle radici si compie durante i suoi ritorni in Russia. Viene accolto come un padre della Patria, ma rifi uta più volte di ritornare a Vi-tebsk, la sua città natale. Come a sot-tolineare che l’unica geografi a possi-bile è quella dello spirito, quella di una coscienza sempre alle prese solo ed esclusivamente con il gesto pitto-rico come unico modo per aderire alla storia.

Da sinistra a destra: La mucca con l’ombrello, 1946. Il trionfo della musica – Maquette per il murale al Metropolitan Opera

di New York, 1966. Resurrezione in riva al fiume, 1947

Alcuni dei quadri esposti al Palazzo Reale di Milano.

Sopra: "Nudo sopra Vitebsk", 1933. A destra: una foto dell'artista

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Tempo libero

INTERVISTA SILVANO SPADA

Arte e cultura, strade maestreper il futuroÈ passato da poco mezzogiorno quan-do Silvano Spada, direttore artistico del Todi Festival, ci accoglie nella penom-bra del soppalco che sovrasta l’ufficio della rassegna teatrale che ogni estate, da circa 30 anni, si svolge nell’omoni-mo borgo medioevale in provincia di Perugia. Quest’anno con un focus sulla Russia coronato dal patrocinio, tra gli altri, del ministero della Cultura russa e dell’Ambasciata della Federazione. Ca-micia a righe, sigarette e accendino sem-pre vicino, dopo una calorosa stretta di mano, il patron della kermesse ci rice-ve nel suo quartier generale.

Il sodalizio tra Italia e Russia al Todi Fe-

stival coincide con un momento deli-

cato delle relazioni internazionali. In

questo contesto quale ruolo assolvono

l’arte e l’interscambio culturale?

Quando lo scorso anno ho deciso di dedicare il festival alla Russia era un momento diverso rispetto a quanto av-venuto successivamente, tant’è che non poche persone, anche chi era interes-sato alla realizzazione del progetto, mi suggerivano di soprassedere.

Ho detto di no perché volevo parla-re della Federazione e del popolo che amo e gli aspetti politici erano secon-dari.

Il rapporto tra cultura e potere è trasversa-

le a numerosi eventi: dal romanzo di Vladi-

mir Sorokin, “La giornata di un Opricnik”,

in cui l’autore immagina la Russia del 2027

come una monarchia restaurata e repres-

siva, alle mostre sulla propaganda sovie-

tica o l’avanguardia di Majakovskij. Quale

ricerca emerge da parte degli artisti e in-

tellettuali in questi contributi?

Il concetto di base è la libertà, ognu-no è libero di esprimersi e l’arte e la cultura dovrebbero esserne il primo segno, anche perchè sono convinto che le diversità di opinioni siano una ric-chezza e con questo non intendo solo quelle contrapposte. Per esempio Tol-stoj fu all’avanguardia nell’immagina-re una scuola diversa poichè inventò, a partire dalla scuola nella sua tenuta Jasnaja Poljana un tipo di lezione adat-ta sia ai fi gli dei contadini che a quel-li degli zar.

Quanto è attuale oggi in Italia la lezione

di Tolstoj?

Nel principio è sempre validissima ma nella pratica ci sono oggettive difficol-tà poichè un tipo di rigore, o meglio... di metodo, è sempre necessario.

L’altra opera teatrale dedicata alla Russia

è “Quando l’amore è Cechov” tratta da

“L’Orso, scherzo in un atto” di Anton Ce-

chov, una rilettura della vicenda della ve-

dova insidiata i cui temi si discostano dal

teatro sociale di Tolstoj.

Cechov con quest’opera continua la sua ricerca delle parti più intime dell’animo umano, prova ad esplora-re le insoddisfazioni interiori che tutti, chi più chi meno, abbiamo.

Come s’inquadra, all’interno delle inizia-

tive dedicate alla Russia, il dibattito sulla

Sinistra italiana con politici come Fausto

Bertinotti e Gennaro Migliore?

La storia politica della Russia è così importante da essere ancora presen-te nel dibattito attuale. Ci è sembra-to interessante far parlare chi in Ita-lia ha avuto come riferimento i suoi uomini e le sue idee come appunto Bertinotti, che ne ha memoria stori-ca, e Migliore, proveniente da un per-

corso analogo, ma appartenente a una generazione successiva e con un fu-turo ancora da scrivere.

Quel che resta della sinistra italiana con-

tinua dunque la ricerca della propria

identità al cospetto dell’eredità del co-

munismo russo. Quale sarà invece la fi-

nestra sul mondo per l’edizione 2015 del

Todi Festival?

Credo ce ne saranno due e che la cu-riosità si sposterà verso la Cina, il Bra-sile o l’India.

Insomma, una scelta diversa ma, a quanto pare, geopoliticamente coeren-te con quella di quest’anno.

Silvano Spada, direttore artistico del

Todi Festival con focus sulla Russia

Rosa Lella

T RAV E L 2 MO S COW. COM

CITY SIGHTSEEING MOSCAQuando scende la sera il traffi co si dilegua e i pullman a due piani del tour “Mosca non dorme mai” riescono a circolare più agevolmente lungo le strade cittadine. I pullman partono tutti i giorni dalla Piazza Rossa tra le sette e mezza e le dieci di sera. L’escursione di un’ora consente di ammirare le principali attrazioni del centro storico. Un biglietto per adulti costa ventitré dollari, dura 24 ore e permette di scendere e salire a qualsiasi fermata lungo il percorso. www.city-sightseeing.com/ www.city-sightseeing.com

VISIT RUSSIALa compagnia di viaggi Visit Russia propone giri notturni della capitale a bordo di un’auto o di un furgoncino con autista privato. Le visite hanno una durata di tre ore e costano 84 dollari (poco più di 60 euro). Oltre ai monumenti più famosi della città sarà infatti possibile ammirare il distretto commerciale di Moscow City, visitare la stazione della metropolitana di Vorobyovy Gory e vedere la sede principale dell’Università statale. Qui è possibile godere di una veduta indimenticabile della città. www.visitrussia.com/

MOSGUIDESI tour notturni della capitale organizzati da Mosguides propongono diversi itinerari e una varietà di orari. La durata del tour viene determinata dagli stessi partecipanti e le guide sono pronte a prenotare in anticipo un tavolo in un particolare ristorante o un locale della città. I tour possono essere percorsi a piedi, in auto o in barca. Prezzi ed orari sono disponibili su richiesta. www.en.mosguides.ru/moscow/night/

TOURS BY LOCALSL’uffi cio moscovita di Tours by locals off re diversi percorsi notturni della capitale, pensati per gruppi (per otto persone il costo può raggiungere i 180 euro) o per singoli individui. La durata media è di tre ore, ma il percorso dipende dai desideri dei partecipanti. Ogni guida di Tours by locals è in grado di proporre itinerari specifi ci in base alle esigenze dei clienti. www.toursbylocals.com/night-moscow

CITY DISCOVERYPer i viaggiatori più avventurosi e gli amanti delle leggende urbane, City discovery propone un tour notturno che percorre a piedi i tunnel segreti della Metro-2, passando dalla prigione del Kgb. I partecipanti saliranno anche a bordo di un tram notturno, vedranno il chilometro zero e visiteranno Khitrovka, che nei primi anni del ventesimo secolo era il centro della criminalità moscovita. I biglietti per gli adulti costano 25 euro. www.city-discovery.com/moscow DOPO IL TRAMONTO LA

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