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VI T A PI U ` VI T A PI U ` PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DEI POPOLI • ONLUS P E R U N A V I T A M I G L I O R E FONDAZIONE CANOSSIANA Chiamati a ritrovare un cuore fiducioso e provvidente Centro assistenza medico-alimentare: India Scuola Secondaria di Punta Alta, Argentina Centro Accoglienza Bakhita: El Obeid, Sudan Centro scolastico: Durazzo, Albania Formazione giovani donne: Myanmar G uardando in prospettiva aerea il nostro pianeta con la sua variegata bellezza, che ogni giorno viene trafugata, inaridita, speculata…, ascoltando l’eco ovattato dall’impotenza di milioni di voci provenienti dai cinque continenti, si sarebbe tentati di cadere nella trappola che riassumo in una breve espressione: “inazione su tutti i fronti della vita”. Come ricominciare? Come ripartire da loro, “gli ultimi”, riempiendo spazi di povertà, di indifferenza, di distanza? Come, soprattutto, evitare il contagio della rassegnazione, dicendo loro che non sono le armi, le forme di reazione violenta, la rabbia… che aiutano a vincere le battaglie per “una vita possibile”? Questi nostri “amati poveri”, che incontriamo nelle nostre comunità di Paraguay, Argentina, Brasile… Portogallo, Albania… São Tomé, Congo, Sudan… India, Indonesia, Timor Est… solo per citarne alcune della lunga lista, hanno bisogno di qualcuno che si faccia veramente carico di loro, di persone dedicate che li incoraggino e sostengano nel loro tentativo di rialzarsi, di crescere. Devono arrivare a definirsi nella loro cultura, nei loro equilibri comportamentali, devono poter realizzare le loro idee per una sana vita familiare e di gruppo. Non tradiamoli con l’elemosina, ma, seguendo il fascino della nostra spiritualità promozionale, manteniamo alta la nostra accoglienza, la qualità delle nostre scuole, dei nostri luoghi di cura e di assistenza perché continuino ad essere spazi idonei alla relazione. Facciamoli appassionare quei bimbi, quei giovani alle cose belle, sentano il gusto di sperimentare la sana e meritata conquista, senza troppe paure, confrontandosi con i problemi e le difficoltà nella giusta misura. Non si tratta di offrire loro percorsi semplificati, strade gratificanti, ma occasioni di allenamento alla vita vera. “Non vi atterrite sorelle mie, vedendo l’altezza dello scopo che vi si propone…” (Maddalena di Canossa, Pref. RD). Forse anche la nostra grande Famiglia Canossiana deve ravvivare la propria attesa, comunicando nel proprio agire la fiducia di una “speranza- salvezza” già garantita a ogni uomo e donna: è solo questione di tempi e di modi e, per noi credenti, di materia per la fiducia ce n’è in abbondanza. Sappiamo quanto Gesù Crocifisso abbia investito per entrare in dialogo con noi. “Cuori grandi, cuori grandi…” è lì che troviamo il coraggio, l’energia di non fermarci e dare la rotta giusta alle nostre azioni e attività. Non si può frenare la corrente della solidarietà che non attende ritorni; i battiti pazienti, generosi, amorevoli del cuore canossiano troveranno strade nuove perché si realizzi la parola di Gesù: “Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi” Mt 20,16. Il Vangelo è la nostra vera guida, seppur spiegando come l’aiuto sia frutto di una condivisione, di una corresponsabilità, di entrata attiva dei beneficiari. Non mancano stile e modalità per offrire il nostro apporto propositivo e positivo, la nostra Fondatrice ha segnato un trattato ben preciso e resistente a ogni forma di intemperie: lavorare da suggeritori dietro le quinte, con umiltà di parola, con genio collaborativo e soprattutto trasparenza a 360 gradi. Non dobbiamo far altro che rispondere con fiduciosa serenità all’appello della Chiesa per sentirci in famiglia e incoraggiati a rinnovare le nostre buone intenzioni, rileggerle, motivarle in situazione: “È l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli, oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra(cfr Mt 28,19). Immersi in un pluralismo crescente, l’ascolto è prezioso per cogliere la portata di una condizione di vita, come questa che ci presentano le Sorelle di El Obeid: “Accerchiati nelle loro montagne e ridotti allo stremo dai bombardamenti aerei, dalla fame e dalle malattie, chiedono più che il pane, l’educazione per la loro gioventù fuggita dalle zone montane di guerra e dispersa un po’ dappertutto, ma ora intenzionata a riprendersi”. Alle nuove povertà materiali e spirituali corrispondono nuove richieste, nuove esigenze che non possiamo disperdere in disquisizioni sottili tra il “più o il meno” povero, ma chiedono consolazione e rassicurazione per poter continuare a credere che la persona è veramente il cuore della storia. A Timor Est, negli incontri con ragazze e giovani mamme, è quasi ricorrente sentire questa sollecitazione: “Giovane donna, sii coerente con la tua volontà di voler contribuire alla sana ricostruzione politica e sociale del tuo paese. Continua a difendere, con garbo e fermezza, la dignità femminile e non permettere che sia offesa da prepotenza alcuna. Non rinunciare di essere, come già lo sei, geniale e feconda nel generare stupore per la vita”. Nessuno sopporta più oggi di veder negati i propri diritti, lacerati i propri affetti, frammentati i valori della propria cultura: si tratta semplicemente di esporci in prima linea, servi della Parola, in un servizio attivo che ritma di generosità i nostri passi. La direzione è già tracciata, l’ago della bussola segna: ovunque ci sia un “ultimo” da accompagnare. “È difficile far bene il bene!”. Ci appropriamo di questa provocazione di Giovanni Paolo II per rinsaldare la nostra sincera aspirazione di essere costruttori di umanità anche tra i fratelli e le sorelle d’Europa, superando l’eccesso di prudenza che solo gli uomini d’affari pongono, come primo requisito, quando si tratta di aiutare in perdita. Planetario è il mondo, planetario deve manifestarsi l’amore che parte da un nostro gesto, e si allarga al di là dell’orizzonte umano e va oltre... Carichiamoci di sano entusiasmo e di coraggio per illuminare di speranza le varie facce di un post- moderno che con le sue crisi ci preoccupa non poco. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” Mt 25,40. Possa quest’anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo. Non restare a guardare, puoi rischiare con noi per un futuro che restituisca, con la libertà, a ciascuno il suo posto nella propria famiglia. Grazie! Sr. Liliana Ugoletti BONIFICO IN EURO: - Banca Prossima S.p.A. IBAN IT04 U033 5901 6001 0000 0000 952 SWIFT BCITITMX - C.C. Bollettino Postale n. 62011531 - www.fondazione canossiana.org – Dona ora - 5x1000 - C.F. 08069261009 BONIFICO IN DOLLARI: Banca Popolare di Sondrio Filiale Roma Sede IBAN IT53 D056 9603 211V ARUS 0005 128 BIC/SWIFT POSOIT22
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Mar 29, 2016

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VITAPIU

VITAPIU

PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DEI POPOLI • ONLUS

PER U

NA VITA MIGLIORE

FONDAZIONE CANOSSIANA

Chiamati a ritrovare un cuore fiducioso e provvidente

Centro assistenza medico-alimentare: India

Scuola Secondaria di Punta Alta,

Argentina

Centro Accoglienza Bakhita: El Obeid, Sudan

Centro scolastico: Durazzo, Albania

Formazione giovani donne: Myanmar

Guardando in prospettiva aerea il nostro pianeta con la sua variegata bellezza, che ogni giorno viene trafugata,

inaridita, speculata…, ascoltando l’eco ovattato dall’impotenza di milioni di voci provenienti dai cinque continenti, si sarebbe tentati di cadere nella trappola che riassumo in una breve espressione: “inazione su tutti i fronti della vita”. Come ricominciare? Come ripartire da loro, “gli ultimi”, riempiendo spazi di povertà, di indifferenza, di distanza? Come, soprattutto, evitare il contagio della rassegnazione, dicendo loro che non sono le armi, le forme di reazione violenta, la rabbia… che aiutano a vincere le battaglie per “una vita possibile”? Questi nostri “amati poveri”, che incontriamo nelle nostre comunità di Paraguay, Argentina, Brasile… Portogallo, Albania… São Tomé, Congo, Sudan… India, Indonesia, Timor Est… solo per citarne alcune della lunga lista, hanno bisogno di qualcuno che si faccia veramente carico di loro, di persone dedicate che li incoraggino e sostengano nel loro tentativo di rialzarsi, di crescere. Devono arrivare a definirsi nella loro cultura, nei loro equilibri comportamentali, devono poter realizzare le loro idee per una sana vita familiare e di gruppo. Non tradiamoli con l’elemosina, ma, seguendo il fascino della nostra spiritualità promozionale, manteniamo alta la nostra accoglienza, la qualità delle nostre scuole, dei nostri luoghi di cura e di assistenza perché continuino ad essere spazi idonei alla relazione. Facciamoli appassionare quei bimbi, quei giovani alle cose belle, sentano il gusto di sperimentare la sana e meritata conquista, senza troppe paure, confrontandosi con i problemi e le difficoltà nella giusta misura. Non si tratta di offrire loro percorsi semplificati, strade gratificanti, ma occasioni di allenamento alla vita vera. “Non vi atterrite sorelle mie, vedendo l’altezza dello scopo che vi si propone…” (Maddalena di Canossa, Pref. RD).Forse anche la nostra grande Famiglia Canossiana deve ravvivare la propria attesa, comunicando nel proprio agire la fiducia di una “speranza-salvezza” già garantita a ogni uomo e donna: è solo

questione di tempi e di modi e, per noi credenti, di materia per la fiducia ce n’è in abbondanza. Sappiamo quanto Gesù Crocifisso abbia investito per entrare in dialogo con noi. “Cuori grandi, cuori grandi…” è lì che troviamo il coraggio, l’energia di non fermarci e dare la rotta giusta alle nostre azioni e attività. Non si può frenare la corrente della solidarietà che non attende ritorni; i battiti pazienti, generosi, amorevoli del cuore canossiano troveranno strade nuove perché si realizzi la parola di Gesù: “Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi” Mt 20,16. Il Vangelo è la nostra vera guida, seppur spiegando come l’aiuto sia frutto di una condivisione, di una corresponsabilità, di entrata attiva dei beneficiari. Non mancano stile e modalità per offrire il nostro apporto propositivo e positivo, la nostra Fondatrice ha segnato un trattato ben preciso e resistente a ogni forma di intemperie: lavorare da suggeritori dietro le quinte, con umiltà di parola, con genio collaborativo e soprattutto trasparenza a 360 gradi. Non dobbiamo far altro che rispondere con fiduciosa serenità all’appello della Chiesa per sentirci in famiglia e incoraggiati a rinnovare le nostre buone intenzioni, rileggerle, motivarle in situazione: “È l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli, oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra” (cfr Mt 28,19).

Immersi in un pluralismo crescente, l’ascolto è prezioso per cogliere la portata di una condizione di vita, come questa che ci presentano le Sorelle di El Obeid: “Accerchiati nelle loro montagne e ridotti allo stremo dai bombardamenti aerei, dalla fame e dalle malattie, chiedono più che il pane, l’educazione per la loro gioventù fuggita dalle zone montane di guerra e dispersa un po’ dappertutto, ma ora intenzionata a riprendersi”. Alle nuove povertà materiali e spirituali corrispondono nuove richieste, nuove esigenze che non possiamo disperdere in disquisizioni sottili tra il “più o il meno” povero, ma chiedono consolazione e rassicurazione per poter continuare a credere che la persona è veramente il cuore della storia. A Timor Est, negli incontri con ragazze e giovani mamme, è quasi ricorrente sentire questa sollecitazione: “Giovane donna, sii coerente con la tua volontà di voler contribuire alla sana ricostruzione politica e sociale del tuo paese. Continua a difendere, con garbo e fermezza, la dignità femminile e non permettere che sia offesa da prepotenza alcuna. Non rinunciare di essere, come già lo sei, geniale e feconda nel generare stupore per la vita”. Nessuno sopporta più oggi di veder negati i propri diritti, lacerati i propri affetti, frammentati i valori della propria cultura: si tratta semplicemente di esporci in prima linea, servi della Parola, in un servizio attivo che ritma di generosità

i nostri passi. La direzione è già tracciata, l’ago della bussola segna: ovunque ci sia un “ultimo” da accompagnare.“È difficile far bene il bene!”. Ci appropriamo di questa provocazione di Giovanni Paolo II per rinsaldare la nostra sincera aspirazione di essere costruttori di umanità anche tra i fratelli e le sorelle d’Europa, superando l’eccesso di prudenza che solo gli uomini d’affari pongono, come primo requisito, quando si tratta di aiutare in perdita.Planetario è il mondo, planetario deve manifestarsi l’amore che parte da un nostro gesto, e si allarga al di là dell’orizzonte umano e va oltre...

Carichiamoci di sano entusiasmo e di coraggio per illuminare di speranza le varie facce di un post-moderno che con le sue crisi ci preoccupa non poco.“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” Mt 25,40. Possa quest’anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo.Non restare a guardare, puoi rischiare con noi per un futuro che restituisca, con la libertà, a ciascuno il suo posto nella propria famiglia. Grazie! Sr. Liliana Ugoletti

BONIFICO IN EURO:- Banca Prossima S.p.A. IBAN IT04 U033 5901 6001 0000 0000 952 SWIFT BCITITMX- C.C. Bollettino Postale n. 62011531- www.fondazione canossiana.org – Dona ora - 5x1000 - C.F. 08069261009

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