VI T A PI U ` VI T A PI U ` PI P PI U U U I I U C i eravamo lasciati lo scorso dicembre (VitaPiù n. 4/2011) con il racconto della prima parte dell’entusiasmante esperienza del progetto “Urban African Tribes”, un gemellaggio tra il Centro Formazione Professionale “Madre Agata Carelli” di Lomè (Togo), il Centromoda Canossa e gli “Artigianelli” di Trento (Italia). In questi mesi docenti e studenti hanno continuato a lavorare a distanza e a prepararsi all’attesissimo re-incontro in terra africana che si è svolto dal 23 marzo al 03 aprile e che ha visto la partecipazione di 20 studentesse e studenti italiani dai 15 ai 17 anni, 6 insegnanti e due operatori della Fondazione Canossiana. Quelle che seguono sono le “cartoline” di questa esperienza di formazione e vita. Cartolina da Lomè Ospitati presso il Centro di spiritualità “Leone XIII” di Agoènyivè (Lomè), la folta delegazione italiana e il gruppo di studentesse togolesi ospitate a Trento nel novembre 2011 hanno ripreso e ulteriormente sviluppato le attività didattiche programmate. Il tutto si è svolto dal lunedì 26 a venerdì 30 marzo nel vicino Centro di Formazione Professionale “Madre Agata Carelli” e in concomitanza con la Settimana Culturale dedicata alla reciproca conoscenza delle diverse etnie del Togo, dei loro usi e costumi. Le attività realizzate sono state molteplici e articolate, si sono alternati laboratori di fabbricazione Batik, Urban African Tribes della settimana? Le tensioni e le fatiche accumulate sono svanite tra i sorrisi e gli applausi del pubblico. Gli abbracci e le foto di gruppo nel backstage hanno suggellato la conclusione delle attività formative. I brevi video dell’esperienza sono disponibili sul sito della Fondazione Canossiana. Nei momenti liberi e nei fine settimana, abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i dintorni di Agoènyivè, la zona dove si trova la scuola, e i mercati di Lomè. Qui ci siamo immersi tra la gente, nei luoghi in cui vivono e lavorano, e abbiamo sperimentato il quotidiano vivere della popolazione con i suoi odori e profumi, colori e il grigiore della polvere, sorrisi e sguardi curiosi. La partecipazione alle Messe domenicali nelle parrocchie della zona ci ha dato la possibilità di “respirare e ammirare” una fede entusiasta, che sembrava stridere in questo contesto di vita così difficile. Anche questo è Lomè, anche questo è Togo. Cartolina dal Benin Sabato 31 marzo, assieme ad altri 160 studenti togolesi siamo andati a visitare la città di Ouidah nel Benin. Per 300 anni, da questa località sono partiti tutti gli schiavi diretti nelle Americhe. Dalla Place Chacha, luogo dove si tenevano le aste degli schiavi, parte un percorso di 4 km. (la Route des Esclaves) che termina sulla spiaggia dove uomini, donne e bambini venivano stipati come animali sulle navi che li avrebbero portati verso una vita di sofferenze indicibili. Su questa spiaggia creazione e realizzazione di magliette e borse, momenti di condivisione e confronto. Parallelamente si è svolto un breve corso di formazione a favore degli insegnati togolesi preparato e guidato dallo staff insegnati del Centromoda Canossa. Un crescendo di emozioni, colori e profumi ha pervaso la scuola il venerdì 27 aprile, giornata che concludeva la Settimana culturale e dedicata alle manifestazioni tradizionali. Studenti e insegnati delle varie etnie si sono esibiti in canti e balli con i costumi tradizionali, racconti e preparazione e distribuzione di piatti tipici. Quale migliore occasione per i partecipanti al progetto Urban African Tribes di presentare la collezione di magliette e borse create nel corso oggi sorge un memoriale dal nome eloquente: “la porta del non ritorno”. Lungo il percorso abbiamo visitato il luogo dove gli schiavi venivano marchiati, per poi passare accanto al monumento che ricorda l’Albero dell’Oblio attorno al quale venivano fatti compiere sette giri per fare dimenticare loro la terra dalla quale stavano partendo. Lo percorriamo oggi come uomini e donne liberi, nel silenzioso ricordo di un’infamia che ancora oggi non può dirsi del tutto scomparsa. La spiaggia di Ouidah è oggi, per fortuna, anche un luogo di gioia e spensieratezza. Sotto le palme ci siamo disposti per uno stupendo picnic scambiandoci panini e condividendo alcuni piatti tipici preparati dai ragazzi e ragazze togolesi per poi lasciarci trascinare in balli e canti. Il richiamo delle onde che si infrangevano FONDAZIONE CANOSSIANA FONDAZIONE CANOSSIANA Cartoline dal Togo. Porte aperte sul futuro. I due gruppi di studenti. Picnic sulla spiaggia a Ouidah. Benin: il monumento “la porta del non ritorno”. Lo striscione di benvenuto.