BergamoSette - Venerdì 14 Settembre 2012 2 RUBRICHE Sempre più frequentemente si sente parlare di coppia in difficoltà, di “crisi del settimo anno”. Infatti accade solitamente dopo qualche anno di convivenza, suc- cessivamente al periodo “della luna di miele”, quando si comincia a vedere il partner in modo più realistico (pregi e difetti). Una coppia in qualsiasi momento della sua vita coniugale, può trovarsi di fronte a gravi difficoltà. Non ci si parla più o molto poco, nascono facilmente litigi che avvelenano la vita familiare e soprattutto si mette in discussione la convivenza. Quali sono gli elementi che possono uccidere la coppia? La critica continua, il disprezzo per il compagno/a, non amarlo per quello che è, per quello che ha di personale che ha attratto il partner. Amarsi non vuol dire tollerare la diversità magari con fatica, ma al contrario, rallegrarsi delle diversità, per- ché arricchiscono l'individuo. Spesso so- no tante ferite che distruggono l'intimità della coppia: frasi cattive, rancori repressi e provocazioni: pur amandosi ci si può ferire senza volerlo. Cosa fare perchè in coppia si viva bene? Si devono affrontare i conflitti utilizzando la parola e con te- nerezza, incoraggiarsi con gesti affettuo- si. Prendere con ottimismo un poco di tutto, anche le situazioni più difficili, par- lare dei propri dispiaceri e delusioni, an- *Psicologo e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale - Via Borgo Palazzo 163, Bergamo Per appuntamenti tel. 3384905220. Per domande o suggerimenti sugli argomenti da trattare scrivete a [email protected] Rubrica quindicinale LO PSICOLOGO RISPONDE Il mio matrimonio va male Ennio Salamone che provocate dal partner. Essere ot- timisti e capaci di perdonare richiede molta umiltà ma paga sempre, perché si dà all'altro la possibilità di cambiare. Anche la sessualità è un potente fat- tore di intimità se fatta con amore, piacere e gioia, senza critiche. La ses- sualità aiuta la riconciliazione e, se è vissuta pienamente, spesso sostitui- sce le parole difficili da dire, mentre rifiutarsi al coniuge può produrre di- saccordo. A volte si creano situazioni intollerabili come la violenza o l'ag- gressione fisica, che si rivelano pe- ricolose per tutta la famiglia: allora non si deve esitare a chiedere aiuto ad uno psicologo o a un consulente familiare i quali non danno consigli, ma aiutano la coppia a fare emergere il problema verbalizzandolo, e a trovare una so- luzione. Si deve evitare di chiudersi in una spirale di odio, una coppia non è fatta per autodistruggersi. Un conflitto risolto, una crisi superata, rendono la coppia più solida, più propensa a go- dere pienamente della sua felicità. Un filosofo sosteneva che “L'amore è l'u- nica forza in grado di trasformare un nemico in amico”. Molte coppie in crisi si astengono dal chiedere aiuto in caso di difficoltà con il partner, arrivando alla separazione pur amandosi, perchè non vogliono o non sono capaci di mettersi in discussione. Rubrica mensile S.O.S. RISPARMIATORE La finanza e la mente Quando si devono prendere decisioni in ambito economico è meglio essere razionali e usare la calcolatrice che agire d’istinto in base alle intuizioni personali, ma non va escluso il contributo che il cosiddetto “buon senso” può dare a tro- vare la migliore soluzione. Un esempio? Decidere di risparmiare per possibili inconvenienti e emergenze o di fare un investimento per accantonare la somma necessaria a mantenere gli studi dei figli. Così facendo si utilizza inconsciamente il meccanismo dei conti mentali, per cui la nostra mente crea dei compartimenti separati per le diverse necessità economiche (la protezione della famiglia, le spese per la casa, gli sudi dei figli, le risorse per la pensione, ecc.). Il problema nasce quando, ad esem- pio, il criterio dei conti mentali viene applicato ai singoli strumenti di un por- tafoglio di investimento costruito per il raggiungimento di un certo obiettivo ad una data stabilita. Applicare conti se- parati per ogni strumento produce un bias, noto in finanza comportamentale come “effetto inclinazione”, cioè crea del- le distorsioni che portano a scelte fi- nanziarie inefficienti. In questo caso il modo migliore di gestire l’investimento *Consulente finanziario indipendente. Per informazioni e approfondimenti tel. 335302605 - www.patrimonialista.it Le domande possono essere inviate via mail a [email protected] Michele Colosio sarebbero quello di prestare atten- zione all’intero portafoglio, conside- rando rischi e rendimenti complessivi. Aprire un conto mentale per ogni titolo posseduto spinge l’investitore a va- lutare il singolo titolo come a sé stante e a cercare di chiudere ogni conto guadagnandoci. Per evitare il dolore della perdita e il rimorso per l’errore commesso (ammesso che di errore si tratti) non si accetta di chiudere un investimento in perdita anche se u- n’analisi razionale ci porterebbe a far- lo, ma si tende semmai a vendere i titoli in guadagno per provare la sod- disfazione di aver fatto una buona scelta. Così facendo ci si ritrova, sen- za esserne consapevolmente inten- zionati, a fare il “cassettista” con le azioni perdenti e a liberarsi troppo in fretta delle aziende sane e profittevoli. In questi casi ragionare per conti men- tali è dannoso, meglio agire razio- nalmente valutando le prospettive fu- ture delle aziende possedute, senza considerare se ci stanno procurando un guadagno o una perdita. Se si tiene alla propria ricchezza complessiva bisognerebbe dimenti- carsi del prezzo di acquisto, perché farsi guidare nelle scelte dal piacere di chiudere un conto mentale incassan- do un utile è molto costoso in termini di rendimento totale dell’investimento. L’INTERVENTO Olivati (Fiaip Bergamo): liberalizzazione dell’affitto per far ripartite l’immobiliare Una volta tanto prendiamo e- sempio dalla Spagna. La libe- ralizzazione degli affitti può por- tare solo benefici al comparto immobiliare, aiutandolo a ripar- tire e salvare l'economia italiana della quale il real estate rap- presenta il 20%. Che cosa è successo nel Pae- se della paella? Gli affitti sono stati liberalizzati: durata mas- sima 3 anni, sfratto all'inquilino moroso dopo 10 giorni di ritardo, possibilità per l'inquilino di re- cedere dal contratto con soli 30 giorni di preavviso. Perché queste misure, all'ap- parenza draconiane, sono buo- ne e giuste per il mercato im- mobiliare? Semplice: l'affitto è un matrimonio a tempo tra pro- prietario e inquilino, più lungo è il periodo minimo di legge, più dif- ficile per il proprietario impe- gnarsi. La durata massima di 3 anni (contro la durata minima di anni 4+4 del contratto residen- ziale a canone libero in Italia) soddisfa l'istanza del proprie- tario di rimanere "padrone" del suo bene immobile, senza le- garsi in vincoli troppo lunghi. Si dà così al locatore/padrone di casa la certezza sui tempi di rilascio dell'immobile. incenti- vando la proprietà a dare in af- fitto quegli alloggi oggi spesso tenuti a disposizione per un figlio che sta crescendo o per esi- genze futuribili, nel timore che affittandoli se ne venga in qual- che modo spossessati a favore dell'inquilino "impossibile da mandar via". Analogamente, mettendoci nei panni dell'inqui- lino, la possibilità di recedere con un mese di preavviso (con- tro i sei mesi in Italia) rende snello e fluido il rapporto con- trattuale, agevolando quella flessibilità occupazionale oggi ri- chiesta dal mercato del lavoro, che spinge a cambiare città e regione per non perdere occa- sioni professionali. Lo sfratto-express che il giu- dice spagnolo può decretare do- po solo 10 giorni di morosità, infine, garantisce la certezza dei tempi di rilascio dell'immobile in una situazione critica, consen- tendo al proprietario di rimettere subito l'appartamento sul mer- cato locativo, per minimizzare il mancato guadagno dello sfitto. L'Italia deve rivedere la sua filosofia di fondo, tesa a sca- ricare il problema abitativo sui proprietari, prima con l'equo ca- none, poi coi patti in deroga e infine con i contratti a canone concordato (non a caso meno gettonati del canone libero, an- che perché resi fiscalmente me- no competitivi dall'introduzione della cedolare secca), e adot- tare finalmente un'ottica liberi- stica di autoregolamentazione del mercato. Aumentare la fles- sibilità della locazione sia per il proprietario che per l'inquilino porterebbe all'aumento dei con- tratti d'affitto con conseguente diminuzione dei canoni di lo- cazione, quindi a tutto vantaggio dell'inquilinato. L'aumento del- l'offerta locativa consentirebbe inoltre agli inquilini di trovare con facilità un'alternativa abitativa, terminato il contratto di affitto, rendendo più agevole la "relo- cation". La locazione sarà il jolly del mercato immobiliare del fu- turo, dato che molte famiglie non saranno in grado di acquistare a causa del credit crunch e della precarietà economica e occu- pazionale che sta prendendo piede: questo è il momento di rendere questo potente stru- mento più fluido e accessibile. In questo modo si salvaguar- derebbe sia il diritto costituzio- nale all'abitazione, sia l'esigen- za della proprietà di mettere a reddito gli immobili sfitti e im- produttivi, generando anche un indotto di manutenzioni, messe a norma e riqualificazioni ener- getiche del patrimonio immobi- liare obsoleto, e riaprendo il mercato della compravendita del residenziale da reddito. Lanciamo quindi un provoca- zione finale: l'Italia sia in grado di raccogliere la sfida spagnola an- dando oltre e facendo una li- beralizzazione totale degli affitti, estesa alla durata contrattuale da stabilire esclusivamente tra le parti, a canone liberamente concordato. Dalla libertà, ne sia- mo certi, nasce l'opportunità, che si concretizzerà a reciproco vantaggio di proprietari e inqui- lini. Giuliano Olivati, presidente Fiaip Bergamo