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Presentazione di Clementina Panella P ARTE PRIMA LA SCOPERTA TRA STORIA E ARCHEOLOGIA Ignazio Tantillo, Insegne e legittimazione nell’impero romano Clementina Panella, I Segni del Potere Giacomo Pardini, Signa e Insignia nell’iconografia numismatica P ARTE SECONDA IL CONTESTO Antonio F. Ferrandes, Il contesto topografico e la stratigrafia Lucia Saguì, Elementi per la datazione del contesto Giacomo Pardini, I reperti numismatici P ARTE TERZA IL CATALOGO Antonio F. Ferrandes - Giacomo Pardini, I reperti Marco Ricci, Elementi per la ricostruzione delle insegne P ARTE QUARTA IL CONSOLIDAMENTO E IL RESTAURO Esmeralda Senatore, L’intervento conservativo (2005-2006) Cinzia Conti, La cura delle superfici, dei manufatti e del contesto Appendice. Elenco e classificazione in laboratorio, descrizione del restauro P ARTE QUINTA LE ANALISI Giacomo Pardini, Le indagini radiografiche ai raggi X Maurizio Fabretti - Giuseppe Fabretti, Indagini multispettrali di carattere non distruttivo sulle superfici con tracce di tes- suto Anna C. Felici - Gabriele Fronterotta - Mario Piacentini - Margherita Vendittelli, Analisi di fluorescenza di raggi X Alessandra Celant, Analisi paleobotaniche effettuate su macroresti vegetali Maria Rita Giuliani, Caratterizzazione dei materiali tessili mineralizzati Stella Nunziante Cesaro, Analisi spettroscopica nell’infrarosso di un campione di natura organica Lucio Calcagnile - Gianluca Quarta - Marisa D’Elia, Datazione con il radiocarbonio mediante spettrometria di massa ul- trasensibile di frammenti di legno P ARTE SESTA GALLERIA DI IMMAGINI Scettri Hastae Vessilli Massenzio Abbreviazioni bibliografiche INDICE DEL VOLUME Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b - 70127 Bari-S. Spirito tel. 0805333056-5333057 (fax) - http://www.edipuglia.it - e-mail: [email protected]
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2011 - I reperti

Jan 18, 2023

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Page 1: 2011 - I reperti

Presentazione di Clementina Panella

PARTE PRIMALA SCOPERTA TRA STORIA E ARCHEOLOGIA

Ignazio Tantillo, Insegne e legittimazione nell’impero romanoClementina Panella, I Segni del PotereGiacomo Pardini, Signa e Insignia nell’iconografia numismatica

PARTE SECONDAIL CONTESTO

Antonio F. Ferrandes, Il contesto topografico e la stratigrafiaLucia Saguì, Elementi per la datazione del contestoGiacomo Pardini, I reperti numismatici

PARTE TERZAIL CATALOGO

Antonio F. Ferrandes - Giacomo Pardini, I repertiMarco Ricci, Elementi per la ricostruzione delle insegne

PARTE QUARTAIL CONSOLIDAMENTO E IL RESTAURO

Esmeralda Senatore, L’intervento conservativo (2005-2006)Cinzia Conti, La cura delle superfici, dei manufatti e del contesto

Appendice. Elenco e classificazione in laboratorio, descrizione del restauro

PARTE QUINTALE ANALISI

Giacomo Pardini, Le indagini radiografiche ai raggi XMaurizio Fabretti - Giuseppe Fabretti, Indagini multispettrali di carattere non distruttivo sulle superfici con tracce di tes-

suto Anna C. Felici - Gabriele Fronterotta - Mario Piacentini - Margherita Vendittelli, Analisi di fluorescenza di raggi XAlessandra Celant, Analisi paleobotaniche effettuate su macroresti vegetaliMaria Rita Giuliani, Caratterizzazione dei materiali tessili mineralizzatiStella Nunziante Cesaro, Analisi spettroscopica nell’infrarosso di un campione di natura organicaLucio Calcagnile - Gianluca Quarta - Marisa D’Elia, Datazione con il radiocarbonio mediante spettrometria di massa ul-

trasensibile di frammenti di legno

PARTE SESTAGALLERIA DI IMMAGINI

ScettriHastaeVessilliMassenzio

Abbreviazioni bibliografiche

INDICE DEL VOLUME

Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b - 70127 Bari-S. Spiritotel. 0805333056-5333057 (fax) - http://www.edipuglia.it - e-mail: [email protected]

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I SEGNI DEL POTERERealtà e immaginario della sovranità

nella Roma imperiale

a cura diClementina Panella

Bari 2011

“SAPIENZA” – UNIVERSITÀ DI ROMA

E S T R A T T O

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I reperti

Gli scettri

Il corto scettro con sfera in vetro verde (Cat. nr. 1) si èconservato quasi completamente integro; degli altri dueesemplari (Cat. nrr. 2, 3-4) restano solo i coronamentiin pietra dura e in vetro.

1. Piccolo scettro con sfera in vetro verde(Inv. 520258-9)

L’esemplare è quasi completo. Si compone di una basein oricalco, di una impugnatura in ferro e legno (Inv.520258), e di un coronamento costituito da una sfera invetro verde (Inv. 520259) sostenuta da petali in ferro,per un’altezza complessiva di circa cm 24 (fig. 1). Nonè possibile stabilire se la corona costituisca la corolla diun fiore o un calice di foglie.

Si ringraziano Marco Ricci e Esmeralda Senatore per le osser-vazioni sui particolari tecnici dei diversi oggetti e Lucia Saguìper le annotazioni di dettaglio sulla tecnologia dei manufatti invetro. Le schede Cat. nrr. 3-4, 5, 7, 11, 12 sono di Antonio F. Fer-

randes; le schede Cat. nrr. 2, 6, 8, 9, 10 sono di Giacomo Pardini;la scheda del piccolo scettro con sfera verde (Cat. nr. 1) è stata re-datta da entrambi. I numeri che identificano ogni oggetto si rife-riscono all’Inventario generale della SSBAR.

I REPERTIAntonio F. Ferrandes - Giacomo Pardini

Sapienza - Università di Roma

1a-e. - Piccolo scettro con sfera in vetro verde dopo il restauro (Cat. nr. 1): a-b. foto e restituzione grafica; c. particolari dei petali in ferro;d. disco in oricalco che unisce la corolla all’impugnatura; e. base a campana, anch’essa in oricalco, scala 1:3 (Foto M. Necci; dis. M. Cante).

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La sfera (fig. 2a) è leggermente irregolare ed ha un dia-metro massimo di cm 7,6. È stata realizzata facendo ro-tolare più volte, su un piano, una massa di vetro fusaraccolta all’estremità di un’asta metallica; sulla super-ficie sono rilevabili tracce della rifinitura. Il vetro, dicolore verde smeraldo, presenta all’interno bolle piut-tosto piccole e diffuse (fig. 2b). Una porzione della su-perficie mostra un appiattimento probabilmentecorrispondente al punto di contatto con la sottostanteparte metallica. La sfera era alloggiata, come si è già detto, su una co-rona di 8 petali in ferro forgiato, la cui lunghezza origi-naria era compresa tra i cm 7 e 8 (fig. 3a-b) e unalarghezza alla base variabile tra cm 1,1 e 1,5; la lar-

ghezza massima è piuttosto costante e si attesta intornoai cm 2. I petali, che sono circondati in basso da una fa-scetta (fig. 3c) realizzata in lega ad alta percentuale dirame (vd. infra, Felici et alii, 228), dell’altezza di cm 2circa, sono saldati tra loro e fissati al di sopra di un discoin oricalco, ottenuto tramite fusione a cera persa e suc-cessiva polimentazione a freddo. La parte superiore del disco (diametro cm 8; spessorecm 1) presenta tre solchi concentrici posti verso il mar-gine esterno del disco stesso (vd. fig. 1d). Il profilo èmodanato e mostra in successione due tondini separatida una gola centrale. Anche la parte inferiore del discoè attraversata da una doppia coppia di solcature circolariconcentriche: due in posizione periferica, similmente a

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2a-b. - a. la sfera in vetro verde; b. la stessa sfera in trasparenza (Foto M. Necci).

3a-d. - Coronamento del piccolo scettro: a. alcuni dei petali in ferro distaccatisi durante lo scavo; b. macrofotografie con i resti del tes-suto che li avvolgeva; c. i petali ricollocati sul disco. Si noti la fascetta in lega di rame che li cingeva in basso; d. faccia inferiore deldisco in oricalco decorato da una doppia coppia di solcature concentriche (Foto M. Necci).

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I reperti

quella della faccia superiore, e le altre a metà del dia-metro (fig. 3d). Al centro della faccia inferiore è visi-bile l’innesto (di forma sub-quadrata, vd. fig. 1d)dell’impugnatura, il cui nucleo centrale è costituito daun perno in ferro battuto di forma troncopiramidalemolto allungata e rovesciata.

L’impugnatura vera e propria, in legno di pioppo vero-similmente tornito, che doveva collegare il disco supe-riore con la base dello scettro, era innestata intorno alperno passante ed era sagomata in forma troncoconica;nella sua parte superiore, immediatamente al di sotto deldisco, era presente una fascetta in legno di pioppo mo-danato (alta circa cm 0,6 e con uno spessore variabile trai cm 0,15 e 0,3), al di sotto della quale è stato rinvenutoun frammento di foglia d’oro (fig. 4a-d); questo ele-mento, unitamente alla presenza di due piccoli tasselliesagonali frammentari (fig. 4e: lunghezza del lato va-riabile tra i cm 0,3 e 0,35, spessore variabile tra i cm 0,2e 0,25) in legno di quercia (per il quale vd. infra, Celant,fig. 3), farebbe pensare che tarsie lignee e foglia d’orodecorassero l’impugnatura. Quest’ultima, la cui lunghezza complessiva doveva at-testarsi intorno ai cm 7,3, è inserita su un elemento acampana (altezza cm 5; diametro superiore cm 1,9; dia-metro inferiore cm 4,5) in oricalco (figg. 1e, 5a), dotatodi un foro passante che accoglie il perno in ferro e nepermette il fissaggio alla base inferiore, tramite una ron-della quadrata in bronzo (fig. 5b). L’elemento a cam-pana, anche in questo caso realizzato a cera persa, cavoe polimentato a freddo, presenta all’estremità inferioredel profilo due solcature orizzontali.Al momento del rinvenimento i singoli elementi delloscettro erano in connessione (vd. supra, Ferrandes, fig.34). Le parti in ferro si presentavano in pessimo stato diconservazione (a differenza degli elementi in oricalco), acausa delle condizioni di giacitura che hanno alterato ilmetallo. Le tracce di tessuto rilevate in diversi punti delloscettro (ancora visibili sul coronamento e sull’elemento

4a-e. - Resti della decorazione dell’impugnatura: a-d. frammentidella fascetta in legno di pioppo, modanato e decorato con fogliad’oro, posta al di sotto del disco in oricalco (Foto M. Necci); e.tassello esagonale in legno di quercia attribuibile ad un intarsio(Foto G. Pardini).

5a-c. - Particolari del terminale “a campana” dell’impugnatura: a. veduta frontale (Foto L. Mandato e G. Cargnel, negativo SSBAR nr.551165); b. particolare della faccia inferiore. Si noti la rondella quadrata in bronzo, funzionale al fissaggio del perno passante dell’im-pugnatura; c. macrofotografia dei resti di tessuto con tracce d’oro, rinvenuto sull’estremità superiore dell’elemento a campana, in cor-rispondenza dell’innesto dell’impugnatura e visibile nella fig. 5a, al centro, in alto (Foto M. Necci).

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a campana) inducono a pensare che esso fosse avvolto inmolti strati di stoffa (in alcuni punti ne sono stati contatisette, avvolti a spirale, vd. fig. 3b e infra, Giuliani, fig.15), verosimilmente riconducibile agli stendardi in cuisono stati avvolti i diversi oggetti al momento della lorodeposizione. Un lacerto di fibre presente presso l’estre-mità superiore dell’elemento a campana ha restituitotracce di foglia d’oro (fig. 5c), probabilmente da riferirealla decorazione del tessuto medesimo.

2. La sfera in calcedonio (Inv. 520257)La sfera in calcedonio (fig. 6) costituisce la sommità diuno scettro. La pietra è di colore azzurro pallido, conleggere impurità bianche, polimentata a tutto tondo daun unico blocco di minerale, con un diametro massimodi cm 8 e del peso di kg 0,72. Presenta un foro pas-sante non perfettamente cilindrico alto cm 7,5 e deldiametro di cm 0,9, ottenuto tramite una doppia per-forazione eseguita agli estremi opposti della sfera: idue segmenti che formano il canale risultano legger-mente fuori asse.

La superficie della sfera presenta, in corrispondenza deipoli di perforazione, due appiattimenti funzionali all’al-loggiamento di un elemento superiore (quasi certamenteun’aquila) e della sottostante impugnatura. Questi dueelementi dovevano essere tenuti insieme da un pernoche, attraversando il foro passante, assicurava il loro fis-saggio al globo in calcedonio, rendendo solidali questetre diverse componenti. Il fatto che il canale passantenon abbia restituito traccia di prodotti di ossidazione av-valora l’ipotesi che il perno di collegamento fosse costi-tuito da materiale organico (legno) o da un metalloincorruttibile (oro).Al momento del rinvenimento la sfera era a contatto constrati di tessuto calcarizzato (fig. 7) che rimandano allediverse stoffe in cui l’oggetto è stato avvolto prima delsuo seppellimento (vd. infra, Giuliani, figg. 18-19). Gli indizi recuperati al momento dello scavo ed i nu-merosi confronti iconografici (vd. infra, Galleria diimmagini), hanno permesso l’attribuzione di questooggetto ad uno scettro, probabilmente corto e con im-pugnatura conica (vd. infra, Ricci, fig. 3).

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6. - Terminale in calcedonio attribuito ad uno scettro ad asta conica (Cat. nr. 2), qui fotografato da entrambi i lati. Il foro passante ser-viva per il perno di collegamento tra l’impugnatura ed un coronamento quasi certamente costituito da una raffigurazione dell’aquila diGiove (Foto M. Necci).

7. - Macrofotografie della concrezione calcarea formatasi intorno alla sfera in calcedonio (Cat. nr. 2) (Foto M. Necci).

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3-4. Le due sfere in vetro dorato (Inv. 520260-1)Le due sfere di vetro di colore giallo con sfumature ten-denti al verde (fig. 8a-b), attribuite ad un terzo scettro,sono state realizzate facendo rotolare più volte su unpiano una massa di vetro fusa raccolta all’estremità diun’asta metallica. Probabilmente erano rivestite in ori-gine da una patina dorata, fortemente compromessa dalleossidazioni del materiale vitreo. Rinvenute ai margini opposti della fossa e dunque ad unadistanza di circa cm 50 l’una dall’altra, presentano di-mensioni pressoché identiche, con un diametro massimodi cm 7,5 (la prima pesa kg 0,554, mentre la seconda kg0,566), e sono entrambe caratterizzate da un appiatti-mento. Quest’ultimo è localizzato nel punto di contattocon le estremità dell’impugnatura, costituita da un’astain legno tornito, i cui residui sono stati rinvenuti all’in-terno della fossa tra i due oggetti in vetro.La conformazione delle sfere, gli indizi recuperati du-rante lo scavo ed i numerosi confronti iconografici,hanno permesso di proporre la ricostruzione di uno scet-tro alle cui estremità vanno collocati i due elementi sfe-rici rinvenuti (vd. infra, Ricci, fig. 3).

Le lance da parata

Delle lance restano solo le parti metalliche. L’identifi-cazione con oggetti cerimoniali piuttosto che con armivere e proprie, dipende dalla loro forma, dal tipo di fini-tura, dalla mancanza dei fori per l’aggancio delle aste inlegno e dalla mediocre qualità del ferro.

5. Punta di lancia a sei lame in ferro e cannula in ferroed oricalco (Inv. 520262)L’esemplare è costituito da una cannula in ferro ed ori-calco, la cui parte sommitale è caratterizzata da una cu-spide a sei lame interamente in ferro sostenuta da unacorona di petali (fig. 9a-c). Anche in questo caso non sap-

piamo se si tratti di foglie stilizzate o della corolla di unfiore. La lunghezza complessiva della punta è di cm 46,8.La parte inferiore della cannula, della lunghezza di cm17,3, è conformata esternamente come un tronco di pira-mide a base esagonale (fig. 9d). Essa è costituita da seisegmenti, alternativamente in ferro (ottenuti tramite bat-titura e forgiatura da massello) ed oricalco (fusione a cerapersa e successiva polimentazione a freddo), assemblatitramite battitura. I segmenti sono inoltre tenuti insiemeinferiormente da una fascetta liscia in ferro dello spessoredi cm 1,4, mentre alla base della corona di petali sono de-corati da una fascetta, leggermente più stretta (cm 1) e ri-partita orizzontalmente da una serie di cinque scanalature(fig. 10); oltre questa fascia i segmenti in ferro e oricalcorisultano ripiegati all’esterno a formare i sei petali (la lun-ghezza complessiva della cannula e del coronamento è dicirca cm 24). Il cavo interno della cannula, che dovevaaccogliere l’asta in legno, è troncoconico. Non sono pre-senti fori per il fissaggio della lancia alla relativa asta, cir-costanza che supporta, insieme alla forma dell’oggetto,l’ipotesi di un uso cerimoniale e non offensivo.Sui petali in oricalco sono visibili una serie di solcaturedisposte longitudinalmente che suggeriscono le nerva-ture del fiore (fig. 11): una sulla faccia inferiore, tre suquella superiore. È verosimile che anche i segmenti inferro recassero la medesima decorazione, benché lo statodi conservazione e la forte ossidazione ne impediscanouna lettura di dettaglio. All’interno della corona è inserita – tramite connessionea caldo – una punta interamente in ferro (vd. fig. 9c), co-stituita da sei lame saldate, ottenute tramite battitura eforgiatura da massello. Il profilo di ciascuna lama è trian-golare, con il vertice esterno stondato. La lunghezzacomplessiva dal punto di innesto nella cannula alla som-mità della cuspide è di cm 23,3 circa. Il diametro mas-simo, misurato a cm 19 dalla sommità, è di cm 7,9.Gli elementi in oricalco, al di là di una leggera ossida-zione che ha conferito una patina di colore verde alle su-perfici, sono in ottimo stato di conservazione. Le restanti

8a-b. - Terminali in vetro dorato dello scettro a due sfere (Cat. nrr. 3-4) (Foto M. Necci).

a ba b

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parti in ferro, invece, presentano uno stato di alterazionedel metallo che, pur conservando nelle linee generali ilprofilo originario dei singoli elementi, non ne consenteuna lettura delle rifiniture. Le lame in ferro erano ricoperte da legno di pioppo, lecui tracce si arrestano all’altezza della corona di petali. Illegno, ben visibile al momento dello scavo e quasi com-pletamente rimosso durante l’intervento conservativo (al-cuni frammenti sono ancora visibili), è stato attribuito adun astuccio che doveva originariamente proteggerle daldeterioramento. Dal momento che le tracce di legno siarrestano all’altezza della corona è possibile che questoelemento coprisse solo le lame. Alcuni piccoli frammentidi pelle (cuoio? vd. supra, Panella, fig. 8), caratterizzatida fori allineati (punti di cucitura) e da minute tracce dilegno su quella che appare come una superficie interna,farebbero pensare che gli astucci fossero rivestiti da que-sto materiale (vd. infra, Celant, fig. 2).

L’esemplare era in origine avvolto in più strati di tes-suto, la cui conservazione è stata resa possibile dal-l’azione ossidante dei metalli e dalla successivamineralizzazione, rinvenuti in corrispondenza delle can-nula e tuttora in parte conservati e visibili (vd. infra, Giu-liani, figg. 20-21).

6. Punta di lancia a sei lame in ferro ed oricalco e can-nula in oricalco (Inv. 520263)Della lancia si conserva la cannula in oricalco, la cuiparte sommitale è caratterizzata da un corona di petali,e la cuspide che, a differenza dell’esemplare precedente(Cat. nr. 5), ha lame alternate in ferro e oricalco (fig. 12).La lunghezza complessiva è di cm 44,2. La parte inferiore della cannula, della lunghezza di cm16, è stata realizzata con la tecnica della cera persa cavae successiva polimentazione a freddo, ed è conformataesternamente come un tronco di piramide a base esago-nale (fig. 12e). Il suo accettacolo inferiore, che dovevaaccogliere l’asta in legno, presenta una sezione tronco-conica, con un diametro interno di cm 3,6. Non sono pre-senti fori per il fissaggio della lancia alla relativa asta,circostanza che supporta l’ipotesi di un uso cerimonialee non offensivo. Alla base è presente una fascetta dotatadi due scanalature, dell’altezza di cm 0,65 circa, mentresubito al di sotto della corona di petali si trova una fa-scetta liscia e leggermente più larga (cm 0,75 circa), chedelimita la cannula nella sua parte superiore (fig. 13e). Aldi sopra di questa fascetta sono inoltre assemblati acaldo, con l’ausilio di piccoli perni nella medesima lega,i sei petali in oricalco che formano la corona (fig. 13c-d).

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9a-d. - Punta di lancia a sei lame in ferro e cannula a base esagonalecostituita da sei segmenti alternativamente in ferro e oricalco (Cat.nr. 5), scala 1:5 (Foto M. Necci; dis. M. Cante).

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I reperti

Questo particolare tecnico, osservato al momento del-l’intervento conservativo, è stato confermato dalla fluo-rescenza ai raggi X in dispersione di energia (EDXRF -per queste analisi vd. infra, Felici et alii, 228): a diffe-renza della precedente punta, la lega rilevata sui seg-menti che formano la cannula presenta leggeredifferenze rispetto a quella con cui sono stati realizzati ipetali. Su questi ultimi sono visibili una serie di solcature(fig. 13a-b): sulla faccia inferiore ne è visibile una di-sposta longitudinalmente, mentre su quella superiore nesono visibili tre, a ricordare le nervature di un petalo. La parte superiore della lancia è costituita da una puntacentrale in oricalco a tre lame (vd. fig. 12c), tra le qualisono innestate tre ulteriori lame in ferro, realizzate tra-mite battitura e forgiatura da massello, di dimensionileggermente maggiori (circa cm 0,5). Il profilo dellelame è ancora una volta triangolare. La sommità dellapunta presenta un appiattimento verosimilmente nonoriginario, forse da mettere in relazione ad un termi-nale superiore perduto. La lunghezza complessiva dal

punto di innesto nella cannula alla sommità conservatadelle lame è di cm 21 circa. Il diametro massimo, mi-surato sulle lame in oricalco a cm 15,6 dalla sommità,è di cm 5,5.La cannula in oricalco è stata rinvenuta in ottimo statodi conservazione. Delle lame, invece – leggermenteespulse dalla loro sede originaria a causa della dilata-zione provocata dai prodotti di corrosione – sono moltoben conservate quelle in oricalco, mentre rimane benpoco di quelle in ferro (solo una è conservata per circa2/3). Su tutte erano visibili, al momento del ritrova-mento, consistenti tracce di legno di pioppo quasi com-pletamente rimosso durante l’intervento conservativo;i residui di legno si arrestavano, come per la precedentelancia, all’altezza della corona di petali e sono stati in-terpretati come pertinenti ad una custodia anch’essaprobabilmente rifinita in cuoio. Sulla cannula sono vi-sibili consistenti tracce di tessuto, avvolto a spirale edin più strati, attribuiti ancora una volta alle stoffe deglistendardi.

10. - I particolari della fascetta che recinge la corolla decorata concinque scanalature (Foto M. Necci).

11. - Le solcature sui petali del terminale della cannula (Foto M.Necci).

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Antonio F. Ferrandes - Giacomo Pardini

7. Frammento di punta di lancia a sei lame in ferro(Inv. 528550)Parte superiore di una punta in ferro (fig. 14), riferibilead una lancia con terminale a sei lame, riconducibile altipo cui pertengono i due precedenti esemplari e più pre-cisamente a quello con tutte e sei le lame in ferro (Cat.nr. 5). È possibile che entrambi i pezzi facessero parte diun’unica lancia a doppia punta.

Le sei lame (fig. 14c) sono connessetramite saldatura, ottenute per batti-tura, forgiatura da massello e succes-siva polimentazione a freddo. Ilterminale, conservato per una lun-ghezza massima di cm 15,3, è mutilonella parte inferiore e presenta unafrattura irregolare che incide obliqua-mente l’oggetto a partire da circa cm10,3 dalla sommità. Il diametro mas-simo ricostruibile all’altezza delpunto di rottura è di cm 4,3 circa.La superficie della punta è coperta dai

tipici prodotti di alterazione del ferro, che non permet-tono di analizzare nel dettaglio le rifiniture dell’oggetto.Negli spazi compresi tra le lame sono presenti tracce dilegno di pioppo, da riferire all’astuccio che doveva pro-teggere la punta. A differenza degli altri oggetti appartenenti al corredoimperiale, questo frammento di lancia non provienedalla fossa tardoantica scavata in uno degli ambienti vol-

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12a-e. - Punta di lancia a sei lame alternatein ferro ed oricalco e cannula a base esago-nale in oricalco (Cat. nr. 6), scala 1:5 (FotoM. Necci; dis. M. Cante).

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tati di età neroniana, ma è stata rinvenuta, in terza giaci-tura, nel riempimento di un cunicolo di età moderna (perla stratigrafia supra, Ferrandes, 156-157).

8. Punta di lancia a lama semplice e base sagomata inferro (Inv. 520264)Questo esemplare, realizzato interamente in ferro (fig.15a), si è conservato per una lunghezza di cm 33,2 (essoinfatti risulta in parte scheggiato dal taglio che reseca sullato orientale la fossa che lo conteneva, mentre quellaoriginaria – ricostruita – doveva essere prossima ai cm40 (fig. 15b). Risulta realizzato in un unico pezzo, con latecnica della battitura e forgiatura da massello e dellasuccessiva polimentazione a freddo. La lama è di forma

romboidale (lunghezza massima conservata cm 18,2); lasezione trasversale è di forma lenticolare con uno spes-sore massimo di cm 1,5. La base della lama, leggermentearcuata e larga cm 8, è sagomata a forma di “pelta”, pre-senta cioè due incavi semicircolari, disposti in corri-spondenza dell’innesto della cannula. Quest’ultima è di sezione circolare e della lunghezzadi cm 13; la sua cavità è profonda cm 11,6 ed ha un

13a-d. - Particolari della stessa lancia: a-b. decorazione dei petali della corolla su cui si innesta la cuspide multilama in ferro e oricalco(a. Foto L. Mandato e G. Cargnel, negativo SSBAR nr. 551177; b. Foto M. Necci;); c-d. perni di fissaggio dei petali e resti di tessuto(Foto M. Necci); e. parte superiore della cannula a forma di fiore con cospicui resti di tessuto avvolto a spirale (Foto L. Mandato e G.Cargnel, negativo SSBAR nr. 551180).

14a-c. - Punta di lancia a sei lame in ferro (Cat. nr. 7). Si notino iresti di legno dell’astuccio in cui era conservata, scala 1:3 (FotoM. Necci; dis. M. Cante).

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15a-b. - Punta di lancia semplice in ferro, con base sagomata “apelta” (Cat. nr. 8), scala 1:4 (Foto M. Necci; dis. M. Cante).

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Antonio F. Ferrandes - Giacomo Pardini

diametro interno di cm 2 e uno spessore delle pareti dicm 0,5. Non presenta alcuna traccia dei fori per il fis-saggio della punta alla relativa asta in legno. La superficie della lama conserva consistenti tracce dilegno di pioppo che terminano in corrispondenza dellaparte alta della cannula e che sono state ricondotte adun astuccio. I campioni di legno utilizzati per le ana-lisi al 14C (per le quali vd. infra, Calcagnile et alii,245-247) sono stati prelevati da questo oggetto. Tracceminime di tessuto – ancora una volta conservatosi gra-zie ai prodotti di corrosione del ferro – sono state rin-venute e sono ancora presenti nella parte inferioredella cannula. La leggibilità dell’esemplare è fortemente compromessadai prodotti di corrosione del ferro. Tuttavia le indaginiradiografiche hanno consentito una precisa ricostru-zione, dimostrando altresì che sulle superfici della lamanon esisteva alcun tipo di decorazione ad intarsio (infra,Pardini, 217-218, fig. 1).

Le lance portastendardo

Si tratta di due coppie di lance, di cui si sono conservatesolo le parti metalliche. L’ipotesi che esse siano i sup-porti di stendardi piuttosto che lance da cerimonia, è sug-gerita dalla presenza di alette sulle cannule, dal tessutorinvenuto in grande quantità nella fossa e, per le punte inferro (Cat. nrr. 8-9), dai confronti iconografici (vd. infra,Ricci, 197-198).

9. Punta di lancia a lama romboidale ed alette lateraliin ferro (Inv. 520267)Questa punta di lancia in ferro (fig. 16) è conservata perun’altezza complessiva di cm 36,5 e risulta costituita dauna lama e da una cannula ottenute tramite battitura eforgiatura da massello. La lama ha un profilo a losangaed una lunghezza di cm 17,6; la sezione trasversale dellasua parte superiore presenta anch’essa forma romboidaleschiacciata, con uno spessore massimo di cm 1,5. Lacannula sottostante presenta una sezione quadrangolarenella parte superiore e circolare in quella inferiore, conun diametro esterno di cm 3 circa; la cavità interna de-stinata ad accogliere l’asta lignea ha un diametro di cm2,8 ed una profondità di cm 11. Alla base della cannulasono saldate due barrette leggermente ricurve a sezionequadrangolare, dello spessore massimo di cm 1,5: unasi conserva per una lunghezza di circa cm 10,5, spor-gendo inferiormente dalla cannula di circa cm 4; l’altra

è lunga cm 9, e sporge dalla cannula per cm 2. Si puòsupporre che ad esse si annodassero i lacci degli sten-dardi, mentre le sporgenze inferiori (staffe) servivanoper bloccare l’asta in legno al terminale in ferro. La lama ha restituito consistenti tracce di legno dipioppo (fig. 17), in buona parte conservato al momento

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16a-b. - Punta di lancia a lama romboidale ed alette laterali inferro (Cat. nr. 9), scala 1:4 (Foto M. Necci; dis. M. Cante).

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17. - Particolare della stessa lancia: sulla lama sono visibili letracce di legno pertinenti all’astuccio che la custodiva (Foto M.Necci).

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del restauro ed ancora visibile; va attribuito, come neicasi già descritti, ad un astuccio. Al momento delloscavo, sul lato posto a diretto contatto col fondo dellafossa erano visibili ampie chiazze di sostanza organica,forse interpretabile come residui di cuoio decomposto. Lo stato di conservazione del ferro, fortemente compro-messo dall’ossidazione subita dal metallo durante la suagiacitura nella fossa, è tale da permettere una letturacomplessiva del profilo del manufatto, ma non consenteun’analisi puntuale delle sue rifiniture originarie. Tutta-via le indagini radiografiche non hanno riscontrato sullalama tracce di intarsi (vd. infra, Pardini, 219, fig. 3a).

10. Punta di lancia a lama romboidale ed alette late-rali in ferro (Inv. 520268)Del tutto simile all’esemplare precedente (Cat. nr. 9),questa punta di lancia (fig. 18) è conservata per un’al-tezza complessiva di cm 35,5 e risulta costituita da unalama e da una cannula ottenute tramite battitura e for-giatura da massello. La lama ha un profilo a losanga ed una lunghezza di cm17,6; la sezione trasversale della sua parte superiore pre-senta anch’essa forma romboidale schiacciata, con unospessore massimo di cm 1,5. La cannula sottostante ha unasezione quadrangolare nella parte superiore e circolare inquella inferiore, con un diametro esterno di cm 3,4 circa;la cavità interna, destinata ad accogliere l’asta lignea, haun diametro di cm 3 ed una profondità di cm 11,5. Allabase della cannula compaiono due barrette ricurve a se-zione quadrangolare, dello spessore massimo di cm 1,5:una si conserva per una lunghezza di circa cm 11 e sporgedalla cannula inferiormente per circa cm 4; l’altra è lungacm 9,8 e sporge inferiormente dalla cannula per cm 5.Come nell’esemplare precedente esse costituiscono lestaffe per bloccare l’asta in legno, mentre la parte ricurvaserviva probabilmente per annodare i lacci del drappo.Sulla lama vi sono consistenti tracce di legno di pioppo,preservato al momento del restauro ed ancora visibile;attribuibile, come nei casi già descritti, ad un astuccio.Sulla cannula sono rilevabili minime tracce di tessuto,fortemente mineralizzato e conservato soprattutto nellazona compresa tra le due alette. Anche in questo caso lastoffa è probabilmente riconducibile agli stendardi usatiper avvolgere e proteggere gli oggetti. Al momento delloscavo, sul lato posto a diretto contatto col fondo dellafossa erano visibili ampie chiazze di sostanza organica,forse interpretabili come residui di cuoio decomposto. Come per l’esemplare precedente, lo stato di conserva-zione del ferro risulta compromesso dall’ossidazione su-

bita dal metallo durante la sua giacitura nella fossa, ed ètale da permettere una lettura complessiva del profilo delmanufatto, ma non consente un’analisi puntuale dellesue rifiniture originarie. Anche in questo caso l’indagineradiografica non ha rilevato la presenza di decorazioniad intarsio (vd. infra, Pardini, 219, fig. 3b).

11. Punta di lancia con lama a foglia di salice in ferroe cannula con alette laterali in oricalco (Inv. 520265)La punta di questa lancia è costituita da una lama in ferroinserita all’interno di una cannula in oricalco, per unalunghezza originaria di cm 50,2 circa (fig. 19). La lama,lunga cm 28 circa, realizzata tramite battitura, forgiaturada massello e successiva polimentazione a freddo, pre-senta una forma a foglia di salice, con sezione trasversalequadrangolare; è piuttosto lacunosa nel punto di innestonella sottostante cannula, rispetto alla quale appare leg-germente ruotata ed espulsa a causa della corrosione edilatazione subita dal ferro durante la giacitura all’in-terno della fossa. La cannula è in oricalco (lunghezza cm 17,3), ottenutatramite fusione a cera persa cava e successiva poli-

18a-b. - Punta di lancia a lama romboidale ed alette laterali inferro (Cat. nr. 10), scala 1:4 (Foto M. Necci; dis. M. Cante).

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mentazione a freddo. Presenta sezione ottagonaleschiacciata ed è rastremata verso l’alto (la larghezza ècompresa tra i cm 3,5 della base ed i cm 3 della som-mità), dove mostra una leggera svasatura e diventa asezione quadrata, per connettersi direttamente allalama. È dotata, nella sezione inferiore, di una cavità in-terna di forma ellittica il cui asse maggiore è largo cm2,8 e la cui profondità complessiva è di cm 11,1. Leanalisi radiografiche hanno rivelato l’esistenza, nellaparte centrale del fusto, di due piccoli fori a sezionequadrata, spettanti alla fase di fusione, riempiti durantela rifinitura dell’oggetto (rattoppi di lacune di getto:infra, Ricci, 198; Pardini, 218-219, fig. 2a).Alla base della cannula compaiono due barrette a se-

zione quadrangolare, dello spessore di cm 1 circa, fusee ribattute, le cui sommità leggermente incurvate sono ri-volte verso l’esterno (fig. 21). Una delle alette si con-serva per una lunghezza di circa cm 8,5, sporge dallacannula lateralmente per cm 2,8 ed inferiormente per cm3,7 circa; l’altra è lunga cm 6,1, sporge dalla cannula la-teralmente per cm 2,8 ed è conservata inferiormente,dove risulta spezzata, per una lunghezza di circa cm 1,3.Esse da una parte costituiscono le staffe che assicuranola stabilità della punta in metallo sull’asta di legno, dal-l’altra potrebbero funzionare da gancio dei lacci di unostendardo. Ricordano nel complesso una foglia stilizzata.Nonostante la composizione delle leghe utilizzate per lacannula e le alette mostri leggere differenze (infra, Felici

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21. - Particolare delle alette laterali al-l’estremità della cannula (Foto M. Necci).

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20. - Macrofotografia del tessuto conserva-tosi sulla cannula (Foto M. Necci).

19a-b. - Punta di lancia con lama a foglia disalice in ferro e cannula in oricalco conalette laterali (Cat. nr. 11), scala 1:4 (FotoM. Necci; dis. M. Cante).

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et alii, 227-228), l’esame autoptico e le radiografie nonhanno rivelato tracce di saldatura tra questi elementi: lapresenza infine di una bolla di fusione (vedi infra, Pardini218, fig. 2a) supporta l’ipotesi che il processo di lavora-zione sia stato unitario. Si registrano tracce di legno di pioppo in corrispondenzadella lama, ed in minima parte sulla cannula, a partire dacm 16 circa dalla base. Su quest’ultima si osservano in-vece consistenti tracce di tessuto (fig. 20). Anche in que-sto caso il legno rinvenuto sembra riferibile ad unastuccio di protezione della lama, mentre il tessuto è statoricondotto alla stoffa degli stendardi in cui sono stati av-volti gli oggetti al momento della deposizione, forseanche con l’intento di proteggerli (per il legno vd. infra,Celant, 231-232; per il tessuto, Giuliani, 235-244).

12. Punta di lancia con lama a foglia di salice e can-nula con alette laterali in oricalco (Inv. 520266)

Del tutto simile all’esemplare precedente (Cat. nr. 11),questo pezzo, la cui lunghezza originaria è di cm 53 circa(fig. 22), ha una lama in ferro (lunghezza conservata cm31), realizzata tramite battitura e forgiatura da massello,a forma di foglia di salice con sezione trasversale qua-drangolare i cui lati misurano cm 3. La lama è fortementecompromessa dai prodotti di ossidazione del metallo epiuttosto lacunosa nel punto di innesto nella sottostantecannula, rispetto alla quale appare espulsa a causa delladilatazione subita dal ferro durante la giacitura. La cannula è in oricalco (lunghezza cm 17), ottenuta tra-mite fusione a cera persa. Presenta sezione ottagonaleschiacciata ed è leggermente rastremata verso l’alto (la

22a-b. - Punta di lancia con lama a foglia disalice in ferro e cannula in oricalco con alettelaterali (Cat. nr. 12), scala 1:4 (Foto M. Necci;dis. M. Cante).

a b

23. - Particolare dell’estremità della cannula.Ben visibili i resti di tessuto (Foto M. Necci).

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larghezza è compresa tra i cm 3,4 della base ed i cm 3della sommità). La sua parte sommitale ha una leggerasvasatura, caratterizzata su ogni lato da una terminazionea punta, a formare una sorta di calice di foglie. Presentainoltre, nella sezione inferiore, una cavità interna di formasub-circolare il cui diametro è di cm 2,5 e la cui profon-dità complessiva è di cm 11. Le radiografie hanno rivelatol’esistenza, anche su questo esemplare, di due piccoli foria sezione quadrata localizzati nella parte centrale delfusto, da interpretarsi come elementi funzionali alla fasedi fusione e riempiti, durante la rifinitura dell’oggetto,con la stessa lega di cui è composto il resto della can-nula (vd. infra, Ricci, 198; Pardini, 218-219, fig. 2b).Alla base compaiono due barrette a sezione quadrango-lare, spesse cm 0,3-0,5, fuse e ribattute, le cui sommità

sono rivolte verso l’esterno. Anche in questo caso esserisultano fuse insieme alla cannula. Una delle alette siconserva per una lunghezza di circa cm 9,5, sporge dallacannula lateralmente per cm 2,4 ed inferiormente per cm3,8 circa; l’altra, leggermente ripiegata verso l’alto, èlunga cm 10,5, sporge dalla cannula lateralmente di cm2,2 ed inferiormente di circa cm 4,2. Fungono da staffedell’asta in legno e forse da gancio per i lacci di unostendardo. La punta ha restituito consistenti tracce di legno dipioppo (attribuite ad un astuccio), in parte conservateal momento del restauro ed ancora visibili. Sulla can-nula si conservano, invece, tracce di tessuto, riferite an-cora una volta alla stoffa in cui erano stati avvolti glioggetti (fig. 23).

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