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ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA N. 1 Gennaio 2010 1,50 Supplemento al n. 1/2010 di Forma Urbis - Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20b L. 662/96 filiale di Roma - 1,50 E.S.S. EDITORIAL SERVICE SYSTEM S.r.l. CIAMPINO Cop Tascab Gennaio 2010_copertina libretto+II e III 30/12/09 10:51 Pagina I
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2010_Ciampino/Supplemento Forma Urbis

May 16, 2023

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ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICAN. 1 Gennaio 2010 € 1,50

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E.S.S.EDITORIAL

SERVICESYSTEM S.r.l.

CIAMPINO

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“Collana archeologica”

supplemento di FORMA VRBIS

I PIÙ IMPORTANTI SITI ARCHEOLOGICI DEL LAZIO

Già dal 2007, la casa editrice E.S.S. ha dato

l’avvio a un’iniziativa davvero degna di nota: la

pubblicazione di una ser ie di tascabili di

Forma Urbis su alcuni dei più importanti siti

archeologici di Roma e del Lazio.

Ogni numero, relativo a un singolo centro,

ha l’obiettivo di costituire una monografia

agile e di facile consultazione per rendere più

accessibili al pubblico le testimonianze stori-

che di un territorio il cui passato è ancora così

vivo e ricco di suggestione.

I tascabili prendono in esame quei centri in

cui spiccano i grandi santuari di epoca repub-

blicana (Palestrina, Lanuvio, Terracina, Tivoli,

Nemi, Velletri) e che offrono al lettore/visitato-

re musei e siti archeologici da visitare.

La pubblicazione di queste monografie ha,

dunque, la finalità di contribuire all’approfondi-

mento della conoscenza del patrimonio archeo-

logico laziale, valorizzandone le peculiarità nel

panorama nazionale.

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Collana archeologica

CIAMPINO

di Agnese Livia Fischetti

1Roma 2010

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DIRETTORE RESPONSABILESILVIA PASQUALI

DIREZIONE SCIENTIFICACLAUDIO MOCCHEGIANI CARPANO

COMITATO SCIENTIFICOLUCA ATTENNI, GIANFRANCO DE ROSSI, CARLO PAVIA, SIMONA SANCHIRICO

CURATORE TASCABILI LAZIOLUCA ATTENNI

COORDINAMENTO EDITORIALE E SEGRETERIA DIREDAZIONELIDIA LAMBERTUCCI, SIMONA SANCHIRICO

GRAFICA, DOCUMENTAZIONEFOTOGRAFICAA CURA DEGLI AUTORI

DISEGNIPIETRO RICCI

COMITATO SCIENTIFICO D’ONOREPAOLA DI MANZANO Soprintendenza Archeologicadi Roma;DARIO GIORGETTI Università degli Studi di Bologna;BRUNO LA CORTE GIÀ Comandante Gruppo TutelaPatrimonio Archeologia del Nucleo Polizia Tributa-ria di Roma della Guardia di Finanza;EUGENIO LA ROCCA Sapienza, Università di Roma;TEN. COL. RAFFAELE MANCINO Comandante del Repar-to Operativo del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimo-nio CulturaleFEDERICO MARAZZI Università degli Studi “Suor OrsolaBenincasa”, Napoli;PAOLO MORENO Università degli Studi di Roma III;CAP. MASSIMILIANO QUAGLIARELLA Comandante dellaSezione Archeologia del Reparto Operativo del Comandodei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale;SILVANA RIZZO Consigliere Culturale del Ministroper i Beni e le Attività Culturali;CAP. MASSIMO ROSSI Comandante della II Sezionedel Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico delNucleo Polizia Tributaria di Roma della Guardia diFinanzaPATRIZIA SERAFIN PETRILLO II Università degli Studi diRoma Tor Vergata

EDITORE E.S.S. Editorial Service SystemVia di Torre Santa Anastasia, 61 - 00134 Romae-mail: [email protected] - www.editorial.itPubblicazione registrata presso il Tribu-nale di Roma n° 548/95 del 13/11/95

AMMINISTRAZIONE E SEGRETERIAE.S.S. Editorial Service SystemVia di Torre Santa Anastasia, 61 -00134 Roma

PUBBLICITÀ E DIFFUSIONELAURA PASQUALI

ABBONAMENTIL’abbonamento partirà dal primo numeroraggiungibile eccetto diversa indicazione.

TASCABILIITALIA: annuale 15,50 euro FORMA VRBIS+TASCABILEITALIA: annuale 50,00 euro ESTERO: annuale 80,00 euro

ARRETRATII numeri arretrati devono essere richie-sti al proprio edicolante oppure conversamento anticipato sul c.c.58526005, intestato a ESS Srl Via diTorre Santa Anastasia, 61 - 00134Roma, per un importo di 3,00 euro acopia; nella causale occorre indicare lapubblicazione e il numero/anno desi-derato. Le richieste saranno evasesino esaurimento delle copie.

STAMPA System Graphic Srl Via di Torre Santa Anastasia, 6100134 Roma - Telefono 0671056.1

DISTRIBUTORE NAZIONALEC.D.M. s.r.l. Centro Diffusione MediaVia Don Pasquino Borghi, 17200144 Roma - www.cdmitalia.it

Nessuna parte della presente pubblicazio-ne può essere riprodotta in alcun modosenza il consenso scritto dell’EditoreFinito di stamparenel mese di Gennaio 2010© Copyright E.S.S.

supplemento al n. 1/2010di FORMA VRBIS

Itinerari nascosti di Roma antica

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa PeriodicaItaliana

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La separazione di Ciampino dalla realtà amministrativadi Marino è storia recente, essendosi costituito comeComune solo dal 1974. Questo può forse spiegarecome mai un territorio così ricco di storia sia scarsa-

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CTR con in verde i confini comunali. Tavola Aglietti-Rose 2000, modificata

Storia e territorio

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mente menzionato in tal senso, nonostante la sua note-vole valenza archeologica. Situato tra il suburbio a S di Roma e le pendici nord-occidentali dei Colli Albani, la piana di Ciampino èattraversata da numerosi corsi d’acqua e da tracciatistradali antichissimi, alcuni dei quali ricalcano l’anda-mento dei crinali che si sviluppavano radialmente dal-la sommità del Vulcano Laziale. L’abbondanza di acquesorgive e dei flussi che scorrevano in fossi, ancora oggiricordati nella toponomastica locale, spiega i sistemi dicaptazione e convogliamento realizzati sin dall’etàrepubblicana e, in parte, recentemente riportati allaluce.Tra le strade di più antica frequentazione che ne attra-versano il territorio è la via Cavona, percorso di tran-sumanza che collegava l’Abruzzo interno alla costa edi cui è visibile un tratto presso via del Doganale (fotoin alto), la via Castrimeniense (foto a p. 7 e cfr. p. 34) e

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Tratto della via Cavona presso via Doganale, come visibile fino agli anni ‘90

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Tratto della via Castrimeniense, in località Marcandreola

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la via Appia. Quest’ultima ricade nel comune di Ciam-pino per circa 1 km, al miglio IX, presso via delleCapanne di Marino, dove il tracciato, fortemente lacu-noso dei basoli, si caratterizzava per la presenza disepolcri, oggi ridotti a ruderi scarsamente riconoscibi-li (foto a p. 9).Le più antiche attestazioni di frequentazione del terri-torio sono testimoniate da materiali litici risalenti alpaleolitico medio e al neolitico medio, da localizzarsipresso Valle Marciana, dove l’abbondanza di acqua neha fatto luogo ideale di insediamento anche per iperiodi successivi. Alcuni recenti rinvenimenti lungo l’asse stradale notocome via Castrimeniense aprono nuovi scenari sul-l’occupazione del territorio durante il periodo delbronzo recente e finale. In proposito, fra via RanuccioBianchi Bandinelli e via Lucrezia Romana, sono state

Tratto della via Appia, presso via Capanne di Marino

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Sepolcro a pianta circolare in laterizio, con sarcofago di pietra calcarea posto alsuo interno. Via Appia presso via Capanne di Marino

Cinerario della “Sepoltura Marcandreola”

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rinvenute consistenti tracce di sepolture e di insedia-menti ascrivibili alle fasi finali dell’età del bronzo. Inol-tre, notevole è il rinvenimento, in loc. Marcandreola, diun cinerario costituito da un’olla con elementi orna-mentali incisi avvicinabili a quelli della facies diBoschetto (cfr. p. 35). Se per l’età del ferro le attesta-zioni sono meno frequenti, questo è attribuibile, non auna mancanza di frequentazione, ma al mancato repe-rimento di dati che, spesso, arrivano inaspettati. E’,infatti, durante scavi per l’alloggio di utenze tra il fos-so dell’Acqua Mariana e via Lucrezia Romana, che èstata intercettata e scavata dalla Soprintendenza unatomba risalente al 730-720 a.C. La sepoltura consiste-va in una inumazione in fossa terragna di un individuo

“Sepoltura Marcandreola”, incinerazione in pozzetto

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di sesso femminile, provvista di corredo, oggi conser-vato nel Museo delle Navi di Nemi, costituito da ottovasi in impasto e da una collana, di cui rimanevanosolo tre pendenti in osso. Di poco successive sono duesepolture “principesche”, rinvenute da Lanciani avigna Batocchi, in loc. Sassone, con un ricchissimocorredo che, in un caso, oltre ai beni personali deldefunto, era arricchito dalla presenza del carro da para-ta, elemento di grande prestigio.

Uno degli elementi del corredo della sepoltura di via Lucrezia Romana. DaAglietti-Rose 2000

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L’occupazione del territorio in età arcaica, se prima eratestimoniata quasi esclusivamente da sporadici rinveni-menti di frammenti ceramici, oggi può considerarsiben più consistente grazie alle recenti esplorazioni inlocalità Marcandreola, che, come vedremo, hannoriportato alla luce parte del tracciato della via Castri-meniense, delle sepolture a questa connesse, di muratu-re e di elementi cultuali, ascrivibili al periodo.Con il IV secolo assistiamo a un nuovo impulso inse-diamentale e all’inizio dello sfruttamento delle cave dipeperino (Lapis Albanus), attivo fino ad epoca moder-na, per le sue caratteristiche di facile estrazione e perl’aspetto piacevolmente vibrato dato dagli inclusi cal-carei. Gli insediamenti di questo periodo sono a carattereagricolo, con edificazione di fattorie nei luoghi mag-giormente propizi per esposizione, altura, presenza diacqua e viabilità connessa, come nei casi delle due fat-torie in località Sassone e di una a Colle Oliva, vicineai percorsi della Castrimeniense e della Cavona. Sarà apartire dal II secolo a.C. che il territorio inizierà apopolarsi di un sempre maggior numero di ville rusti-che, che vedranno nei secoli successivi sviluppare loschema della dimora di status, che coniuga la pars urba-na, ovvero il settore residenziale destinato al dominus,alla pars fructuaria, dove erano situati gli ambienti rela-tivi alla produzione e alla manodopera. Le acquisizionitecniche nel campo delle lavorazioni agricole e il mas-siccio apporto di manodopera schiavile, conseguenzadella politica romana, resero necessaria una nuova

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organizzazione della produzione e degli spazi a questadedicati. Inoltre, non più condizionate dalla necessitàdi una localizzazione in altura, grazie all’introduzionedell’opera cementizia e delle soluzioni architettonichea questa legate, la piana di Ciampino vide un fiorire diville urbano-rustiche che si affiancarono alle semplicifattorie e si specializzarono nella produzione per il

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Testa femminile in marmo della fine del II sec. d.C. proveniente da Colle Oli-va. Da Aglietti-Rose 2000

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mercato. Proprio la necessità di commercio rese parti-colarmente utile la vicinanza alle arterie stradali, giàpiù volte citate. Della maggior parte di queste ville ciresta solo la descrizione degli studiosi della CampagnaRomana e lo sporadico affiorare di murature o dimateriale archeologico di pregio, come nel caso del-l’intera area di Colle Oliva da dove provengono, tra glialtri elementi marmorei, frammenti riferibili ai nume-rosi sepolcri dislocati lungo la via Cavona. Ancora visibili sono alcuni resti in località Casabianca,in area aeroportuale, di quella che doveva essere unadimora lussuosa, dato il ritrovamento di frammentiscultorei, architettonici, stucchi, pavimenti in mosaicoe lacerti di murature. Altre, rare, testimonianze si sonopreservate perché inserite in costruzioni successive,come nel caso di rocchi di colonne in peperino inglo-bate nei contrafforti di uno degli edifici del Casale deiFrancesi, da dove provengono anche vari elementimarmorei e un cippo funebre. Ma certo la villa mag-giormente nota a Ciampino è quella detta di QuintoVoconio Pollione, in località Marcandreola, di seguitodescritta.

Negli ultimi anni il controllo archeologico che siaccompagna alle nuove edificazioni private e l’assisten-za durante la realizzazione della strada di raccordo travia dei Laghi e via dell’Acqua Acetosa hanno permes-so la messa in luce di un consistente numero di strut-

Località Marcandreola

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Pianta dell’area con disegno di Rodolfo Lanciani. Da Aglietti-Rose 2000

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ture ed evidenze tali da rendere possibile una nuovainterpretazione dell’antica topografia di Ciampino,nota solo in parte.In particolare la zona indicata come località Marcan-dreola ha restituito parte delle vestigia della prestigiosavilla di Quinto Voconio Pollione e un complesso

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Pianta della villa di Quinto Voconio Pollione redatta da R. Lanciani. Da Aglietti-Rose 2000

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Apollo Pizio, statua rinvenuta nella villa di Voconio Pollione. Da G. Ghini,in Aglietti-Rose 2008

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archeologico preesistente e successivo ad essa che, gra-zie all’impegno del Comune di Ciampino, sarà fruibi-le alla popolazione al termine degli scavi.I primi rinvenimenti nell’allora proprietà Colonna, inContrada Muro dei Francesi in Marino, risalgono aiprimi anni del 1880 e vennero documentati da Giu-

Statua di satiro, rinvenuta nella villa oggi esposta nel Badischen Landesmu-seums di Karlsruhe

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Murature della villa di Voconio Pollione. Panoramica da SO

Pianta delle strutture rinvenute nel 2006. Rilievo D. Rose

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Murature della villa appartenenti a differenti fasi edilizie

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seppe Fiorelli e Rodolfo Lanciani, allora Capo dell’Uf-ficio Tecnico degli Scavi di Antichità di Roma. Graziealle descrizioni presenti nel ricco carteggio con ilMinistero e ai disegni di Lanciani, sappiamo delledistruzioni avvenute sia per la realizzazione della ferro-via Roma-Albano, sia per ricavare materiale da costru-zione per macere. In particolare Lanciani descrive eposiziona tre piccoli edifici, tra cui una struttura ret-tangolare da lui interpretata come un tempietto tetra-stilo. Assai consistenti furono le indagini avviate daBoccanera a “Quarto della Mola nel puntone detto diMarcandreola”, al solo fine di reperire oggetti d’arte dadestinare alla vendita, che vennero a interessare il cuo-

Una delle sepolture della necropoli romana in loc. Marcandreola. E’ un caso dideposizione prona, modalità rara, generalmente destinata a individui di sessofemminile

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Acquedotto ipogeo rinvenuto all’esterno dei muri periferici della villa

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re della villa detta di Quinto Voconio Pollione, dalnome del personaggio citato in un’iscrizione e su diuna tubazione per l’acqua rinvenute nei pressi (cfr. p.36). Purtroppo gran parte delle strutture messe in lucenell’ottocento le conosciamo solo grazie ai disegni diLanciani, in molti casi unica testimonianza rimastaci,

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Impianto produttivo, realizzato cambiando destinazione d’uso a precedentimurature

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poiché andarono distrutte dalla famiglia Capri, suben-trata ai Colonna nella proprietà. Tra i pochi ruderisuperstiti è parte di un abside, cui si appoggia la casacolonica.Le nuove indagini archeologiche effettuate dallaSoprintendenza ribadiscono l’importanza della villa,grazie al rinvenimento del settore di congiunzione trala parte urbano-residenziale e la parte relativa alla pro-duzione, dato sinora solo ipotizzato. Una campagna discavo nel 2006 portò al rinvenimento di un sistema dimurature da connettersi con il lato meridionale delcomplesso disegnato da Lanciani, dove localizza lapalestra, le terme e gli ambienti sotterranei. Varie sonole fasi edilizie, diffusamente riscontrate da tamponatu-re, murature poste a differenti quote e con diversiorientamenti, ambienti con cambiamento di destina-zione d’uso (foto a p. 23).In una fase intermedia delle varie ristrutturazioni

Fotografia aerea zenitale dell’area di scavo. G. Luglio

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riscontrate nella villa, si pone una piccola necropoliche, oltre alla “sepoltura Marcandreola” e a tracce disepolture completamente sconvolte genericamenteriferibili all’età del ferro, ha restituito otto tombe di etàromana, databili tra la fine del I e la metà del II secolod.C. La necropoli si colloca nell’uso di seppellire neipressi della via Castrimeniense, attivo dall’età protosto-rica al Tardo Antico. Nello stesso settore è presente unacquedotto ipogeo che corre in direzione della cister-na trapezoidale, rinvenuta a NO e che verrà descritta.

Ambienti produttivi:Alle varie fasi di riuso appartiene un ambiente trasfor-mato in vasca destinata alla lavorazione di olio o divino, come si deduce dalla presenza di un rudere dipilastro funzionale al sostegno del torchio. La pavi-mentazione si caratterizza per tracce circolari di diver-se dimensioni, evidentemente utilizzate per l’alloggiodi anfore.A SE di questo è stato indagato un magazzino, le cuimurature vennero rasate in antico fino al livello di fon-dazione. L’ambiente rettangolare aveva quattro pilastrilungo la spina centrale, funzionali al sostegno dellacopertura, e conteneva almeno otto dolia (contenitoriin terracotta di forma globulare, utilizzati per conser-vare vino, olio o cereali). Che si tratti di parte di unimpianto produttivo è deducibile dalla presenza di unsistema di vasche poste a quote differenti e comuni-canti tra loro per mezzo di tubazioni in piombo e interracotta. Dai materiali rinvenuti si può affermare chel’impianto era sicuramente attivo nel II secolo d.C.

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Cisterna trapezoidale

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Condotta scalpellata nel peperino

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Sottopasso dell’acqua acetosa

Di estremo interesse è il complesso archeologico chesta emergendo dalle opere di realizzazione della stradache collegherà via dei Laghi a via dell’Acqua Acetosa,passando al di sotto dell’attuale ferrovia. Le struttureappartengono a un orizzonte cronologico moltoampio, individuabile dal V secolo a.C. alla piena etàimperiale, con manufatti che arrivano alle soglie delTardo Antico.Il settore NE dell’area è attraversato da una strada rea-lizzata nel suolo in peperino con andamento NO-SE,pertinente al tracciato della via Castrimeniense. Variesono le murature che si sono sovrapposte a questa;nonostante ciò, è ancora oggi visibile la sede carrabile(larga 3,50 m) e le tracce delle ruote dei carri che, evi-dentemente, la percorrevano in un solo senso di mar-cia. A questa fase di percorrenza appartengono alcunesepolture individuate sul lato SO della strada. Unaprima analisi dei frammenti ceramici fa risalire l’ab-bandono di questa parte del tracciato all’inizio del IIIsecolo a.C. La strada venne arginata da due muri inopera quadrata, paralleli tra loro, che dovevano avereuna notevole estensione, essendo stati individuati inoccasione di altre indagini archeologiche a NO delsito, per una lunghezza di almeno 150 m. Tutti e duegli allineamenti sono stati usati come supporto amurature successive.Quello di NE è stato usato come fondazione del ter-razzamento, su questo versante, di uno dei giardini del-

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la villa di Voconio Pollione. L’allineamento SO, invece,venne coperto dai contrafforti di una monumentalecisterna, dall’insolita forma trapezoidale (foto a p. 26).

Cisterna trapezoidaleL’abbondanza di acque che da sempre caratterizza lapiana di Ciampino rese necessaria una irreggimenta-zione dei flussi che in parte è stata intercettata e chemostra diverse fasi costruttive.La monumentale cisterna di forma trapezoidale vennerealizzata scavando il suolo in peperino, per circa 80cm, mentre l’elevato è in opus signinum, tipo di mura-

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Frammenti di sarcofagi rinvenuti all’interno della cisterna

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Bronzetto rappresentante Ercole armato

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tura impermeabile grazie alla mescola di sabbia, calce epietrame che, dopo la gettata, veniva sottoposta allacaratteristica battitura per aumentarne solidità e resi-stenza all’acqua. I pilastri, realizzati con la stessa tecni-ca, erano di supporto alla copertura, presumibilmentecostituita da volte a crociera.Sulla pavimentazione è presente una depressione cir-colare funzionale alla decantazione delle acque in usci-ta attraverso due tubazioni in piombo che collegano lacisterna a una condotta idrica scavata nel banco geolo-gico e foderata con paramenti in opera reticolata.Legata al sistema di distribuzione delle acque è unamaglia di condotte ipogee individuate in superficie da seipozzi di ispezione, scalpellati nel peperino. Sulle paretidei pozzi sono ben visibili le “pedarole”, incavi ricavatisu di un asse verticale a circa 40 cm di distanza l’uno dal-l’altro, per permettere la discesa sotterranea senza l’ausi-lio di scale. Alla base corrono i cunicoli, sempre scalpel-lati nel suolo in peperino, collegati tra loro (foto a p. 28).L’apparato descritto, collegato ad altre strutture idricherinvenute nei dintorni, è parte di un complesso sistemadi distribuzione delle acque che, dalle pendici dei Col-li Albani, attraversa in senso NO/SE la piana di Ciam-pino in direzione di Roma.La forma della cisterna è spiegabile con la preesistenzasul terreno di altre strutture, quali le murature descrit-te, e la necessità di intercettare la condotta idrica conandamento NO/SE che, dai margini della villa diVoconio Pollione, abbiamo visto proseguire in direzio-ne della conserva d’acqua.

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Tra i materiali depositati all’interno della vasca, unavolta entrata in disuso, sono decine di elementi di tra-beazione in peperino e frammenti marmorei lavorati,nella maggioranza relativi ai sarcofagi dislocati lungo iltracciato.Interessanti sono le tracce di un culto che, oltre adessere attestato in bibliografia, è stato riscontrato inalcuni dei manufatti ceramici e in due bronzetti rap-presentanti Ercole, rinvenuti in una fossa deposiziona-le. Le ceramiche votive, spesso miniaturistiche, risalgo-no cronologicamente alla media età repubblicana,mentre alcuni rari frammenti sono ascrivibili a unperiodo precedente, così come uno dei bronzetti che,pur riconoscibile nella sua iconografia, al momentonon trova puntuali confronti (foto a p. 31). Le indagini archeologiche che interessano tutto il ter-ritorio di Ciampino stanno restituendo la trama di unterritorio da sempre considerato dall’uomo luogoideale non solo di passaggio, ma anche di insediamen-to. Il panorama, punteggiato dalle colline dei ColliAlbani, dalla maestosità del Monte Cavo e dalla voca-zione agricola delle sue campagne, insieme al climamite e alla vicinanza con Roma attraverso fondamen-tali arterie di comunicazione, lo rendeva uno dei luo-ghi più ameni della Campagna Romana, com’è anco-ra intuibile nei tratti meno edificati.

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via CastrimenienseTra i crinali che si dipartono a raggiera dai Col-li Albani, pertinente a quello che diventerà ilpercorso conosciuto come via Castrimeniense, èil cosiddetto “crinale di Roma”.Il nodo di partenza si localizza a Monte Cre-scenzio (sommità presso Marino) e raggiunge latestata terminale a Forte Antenne, attraversandoin senso SE-NO il territorio. Quest’asse è statoscelto come percorso preferenziale grazie allesue caratteristiche di ampiezza, comoda percor-ribilità priva di asperità, ovvero senza dossi o sel-le rilevanti, e una dolce pendenza fino alla testa-ta terminale, dove confluiscono i bacini delTevere e dell’Aniene.In epoca storica la via connetteva Roma aCastromoenium, identificata con l’odierna Mari-no, attraversando il territorio a S, fino a raggiun-gere il lato nord-occidentale del cratere Albano.L’utilizzo dello stesso percorso sino ad età roma-na, sia pure con oscillazioni di tracciato, è testi-moniato dai rinvenimenti di tratti basolatidescritti da Asbhy e da altri studiosi della Cam-pagna Romana e dalle recenti scoperte in loca-lità Marcandreola, confermando la continuità difrequentazione dell’asse che, concordando conAsbhy, si può definire uno dei collegamenti piùantichi tra l’area romana e i Colli Albani.

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Sepoltura Marcandreolaincinerazione in pozzetto

Lungo l’asse della via Castrimeniense, in loca-lità Marcandreola, subito all’esterno dei murilimitanei la Villa di Voconio Pollione, è statarinvenuta una sepoltura ad incinerazione inpozzetto. Il pozzetto era rivestito da una doppiafila di lastrine di tufo, disposte di taglio, a for-mare una struttura a cista e conteneva al suointerno un’olla d’impasto, in posizione inclina-ta. Gli elementi decorativi dell’olla ne permet-tono una datazione al bronzo finale (fase nonavanzata: XI-inizi X sec. a.C.). Pur trattandosidi uno scavo di emergenza, data l’importanzadel rinvenimento, si è proceduto al restauro delvaso, in seguito al quale si è potuta verificare lapresenza di alcuni frammenti relativi al coper-chio, caduti al suo interno. Le tracce di uso sul-la parte inferiore dell’olla testimoniano la suafunzione domestica prima di diventare conte-nitore delle ceneri del defunto. La mancanzadell’ansa, fratturata volontariamente, indica ilrituale passaggio da oggetto di uso quotidiano aoggetto destinato alla sfera del sacro. L’olla èattualmente esposta al Museo delle Navi diNemi.

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Villa di Quinto Voconio Pollione: gli scavi Boccanera

Alterne sono le vicende della messa in luce diquesta imponente villa, articolata su quattroterrazze degradanti. Le prime campagne di sca-vo nella proprietà Colonna vennero intrapresea partire dal 1884 da Luigi Boccanera che, inpochi mesi, ne individuò parte del settore abi-tativo, i giardini perimetrali e un complesso ter-male. Il settore abitativo era scandito da variambienti, quali il vestibolo di accesso all’atriocolonnato, dove una tripla apertura immettevaal tablino, al triclinio e al peristilio. A delimita-zione di questi era il giardino settentrionale,porticato su tre lati e caratterizzato dalla pre-senza di un elegante ambiente absidato. Unvano metteva in comunicazione questo settorecon le terme e con la palestra. Le terme eranoservite da un ipocausto (sistema di riscalda-mento ad aria calda), che si estendeva sotto lesale, tutte absidate e con pareti concamerate.L’esigenza di approvvigionamento idrico eraassicurata da un acquedotto, proveniente dalocalità Sassone. Essendo tutti ambienti relativialla parte residenziale, erano riccamente ornatida mosaici, stucchi, pareti decorate e, ovvia-mente, statue, tra cui il mirabile Apollo Pizio.Molte delle statue, in seguito ad autorizzazione

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ministeriale fortemente richiesta dalla CasaColonna, vennero vendute e sono andate adarricchire le collezioni museali estere. Molti,purtroppo, i reperti andati perduti e solo unaparte è oggi conservata al Museo NazionaleRomano.La villa ebbe più fasi costruttive, testimoniandouna continuità di vita dal I secolo a.C. al IVd.C., quando inizia l’abbandono degli ambien-ti perimetrali, le cui murature vengono destina-te a ospitare delle sepolture.

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Bibliografia Essenziale

S. Aglietti - D. Rose (a cura di), Guida al patrimonioarcheologico di Ciampino, 2000, Marino (Rm)

S. Aglietti - D. Rose, La villa di Quinto Voconio Pollione:le vicende ottocentesche, in Aglietti-Rose (a cura di), TraAlba Longa e Roma, 2008, Ciampino (Rm), pp. 79-108

C. Breuer, Antike Skulpturen, Bestandskatalog des Badi-schen Landesmuseums, Karlsruhe 2001

G. Ghini, Evidenze archeologiche nel territorio di Ciampi-no, in Aglietti-Rose (a cura di), Tra Alba Longa e Roma,2008, Ciampino (Rm), pp.67-78

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M. Angle - A.L. Fischetti, Sepulcra Antiquissima nellazona di Marcandreola (Ciampino), in G. Ghini (a cura di)Lazio e Sabina (Atti del V incontro di Studi, Roma 3-5 dicembre 2007), 2009, Roma, pp. 221-232

M. Angle - P. Cerino - A.L. Fischetti, Nuovi rinvenimen-ti dalle “Terre di Marino”. Sepolture ed aree funerarie delBronzo Finale, in N. Negroni Batacchio (a cura di), Prei-storia e Protostoria in Etruria (Atti del IX Incontro di Stu-di, Valentano-Pitigliano 12-14 settembre 2008) c.d.s.

A. Betori - A.L. Fischetti, Testimonianze di un culto lungola via Castrimoeniense negli scavi in località Marcandreola aCiampino, in Ostraka, “Sacra Nominis Latini” I Santuaridel Lazio dalle origini alla fine dell’età repubblicana,(Atti del Convegno, Roma 19-21 febbraio 2009), c.d.s.

A. Betori - A.L. Fischetti, Rinvenimenti archeologici in loc.Marcandreola a Ciampino, in G. Ghini, Lazio e Sabina,(Atti del VI incontro di Studi, Roma 4-6 marzo 2009)c.d.s.

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