GIACOMO LEOPARDI
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GIACOMO LEOPARDI - a. scol. 20101) La famiglia e la formazione :
nobile e reazionaria, legata ai privilegi ecclesiastici dello Stato
pontificio censura. Lambiente recanatese chiuso al dialogo
culturale ed di ambiente agricolo- Studia appartato nella ricca
biblioteca paterna , guidato dal padre e da precettori privati.
Lamicizia epistolare con PIETRO GIORDANI lo porta al confronto
ideologico ed alla ribellione- al desiderio di fuga da Recanati
alladesione alle istanze ROMANTICO- RISORGIMENTALI ( scrive le ODI
CIVILI AllItalia Sopra il monumento di Dante)-
Tramite Giordani entra a far parte del GABINETTO VIESSAUX di
Firenze, ma poi si isola non condividendo n le idee religiose del
Cristianesimo da cui si distaccato, n i progetti politici (
allontanamento dai progetti politici => Leopardi quindi si
esclude dagli uomini del Risorgimento Italiano). Finisce per
isolarsi dal gruppo perch nella nuova concezione pessimistica
radicale, non vede una prospettiva politica di soluzione del
problema della infelicit delluomo.
2) Come si inserisce Leopardi nel contesto storico del suo tempo
( nellItalia Risorgimentale?)
Leopardi, giovane, abbandona le idee reazionarie del padre
Monaldo e si converte al patriottismo democratico e repubblicano,
grazie allamicizia con Pietro Giordani, intellettuale illuminista e
liberale. Scrive perci CANZONI PATRIOTTICHE 1818-1823: AllItalia-
sopra il monumento di Dante- Ad Angelo Mai (in occasione del
ritrovamento del palinsesto del De Repubblica- Somnium Scipionis di
Cicerone). In esse invita alla riscoperta della cultura nazionale,
allunit ed indipendenza politica. Poi per in seguito ai viaggi a
Firenze, Milano, Bologna, non riesce ad integrarsi nel dialogo
politico culturale del tempo e con il passaggio dal PESSIMISMO
STORICO ( delusione storica la Restaurazione) al PESSIMISMO
COSMICO, ritiene che nessuna struttura politica possa garantire la
felicit umana.
Lindagine esistenziale lo allontana perci dalla partecipazione
al dialogo storico- politico del tempo. La sua riflessione diviene
RIPIEGAMENTO SU SE STESSO E STUDIO DEI RAPPORTI UOMO- NATURA.
3) Quali i rapporti con i movimenti culturali del tempo?
( Illuminismo e Romanticismo// Classicismo e Romanticismo)
DellIlluminismo : a) non ne condivide lottimismo per il
razionalismo ed il progresso della societ; anzi il RAZIONALISMO
illuminista ha DISTRUTTO LE ILLUSIONI, svelando lARIDO VERO della
condizione esistenziale di infelicit; il razionalismo ha distrutto
le fiabe e la mitologia degli antichi che erano capaci di abbellire
il mondo naturale; il razionalismo e la visione utilitaristica
della natura ( I rivoluzione industriale) dei moderni hanno reso pi
arido il cuore umano, alimentando la conflittualit tra gli
individui e portando ( con la nascita dellindustria) a riguardare
la natura in senso utilitaristico.
b) Se lIlluminismo aveva affermato attraverso il mito della
ragione luguaglianza tra gli individui, il cosmopolitismo, la
solidariet, Leopardi non crede, alla luce del suo pessimismo
storico che tali valori siano realizzabili. Recupera il concetto di
SOLIDARIETA solo nella produzione finale ( La ginestra, in quanto
sperimenta lamicizia con Antonio Ranierie lamicizia diventa appunto
antidoto al male del vivere)
c) Fu SENSISTA ( ed in ci riprende lIlluminismo), in quanto la
sua contemplazione parte dalla natura ( il poeta imitatore della
natura) e la coglie attraverso VISTA - UDITO ( vedi la teoria
dellindefinito piacere della vista e delludito- Zibaldone di
pensieri), per poi interiorizzarli ed interpretarli in chiave
soggettiva (il poeta imitatore di se stesso ) .
Del Romanticismo : a) come genio vive la sua arte con
atteggiamento elitario ( artista genio = colto, sensibile,
interprete dei sentimenti e delle esigenze dellanimo umano) tanto
che nella realt recanatese ( contadina od ottusa e culturalmente
stagnante) non si sente compreso: da qui latteggiamento di ESILIATO
DAL MONDO, lidea che la sua poesia possa trovare consensi solo in
generazioni future e non nel suo presente. Parla perci ( in
contrasto con gli altri romantici) di DUE LETTERATURE, una per gli
intenditori ( poesia lirica) e laltra pi popolare ( romanzo o
novella).
b) E romantico anche per la libert creatrice del poeta- genio
che supera gli schemi tradizionali giungendo allo SCHEMA LIBERO sia
nella CANZONE LIBERA (che supera il modello petrarchesco) che nella
struttura dellIDILLIO ( che supera il modello virgiliano e
teocriteo) per:
a) la variet di lunghezza delle strofe
b) variet di lunghezza dei versi alternanza libera di settenari
e di endecasillabi - eliminazione della rima; a) Al posto della
rima uso delle figure retoriche del suono: assonanze/ consonanze/
allitterazioni
b) rima interna
c) musicalit del linguaggio in genere ( fonosimbolismi)
E Romantico e classico insieme nel LESSICO ( alternanza di
vocaboli dotti- arcaismi e quelli di uso quotidiano); uso classico
del costrutto sintattico alla latina ( es. verbo alla fine del
periodo), ma romantico nelluso dei VOCABOLI DELLINFINITO e
DELLINDETERMINATO
Inoltre non segue scuole accademiche ed libero nella scelta dei
contenuti.
c) Fu romantico quindi per il soggettivismo della sua poesia (
il poeta non imita la natura, ma imitatore di se stesso scrive
nello Zibaldone di Pensieri, vale a dire che non vi descrizione
oggettiva della realt, ma tutto viene filtrato attraverso lanimo
del poeta; anzi la realt recanatese addirittura filtrata dal
ricordo); lo fu anche per il rapporto vittimistico - titanico con
la natura e per lansia di infinito.
d) Nel DISCORSO DI UN ITALIANO SOPRA LA POESIA ROMANTICA
polemizza per sul fatto che i Romantici rifiutino in modo totale il
classicismo, ( non si pu pi essere come gli antichi) mentre per
Leopardi i fanciulli ed i poeti hanno la stessa spontaneit di
sentimento e viva immaginazione come gli antichi.
Dal Classicismo: fu classicista per formazione culturale :
vastissima sulla base dei classici greci e latini; fu autodidatta
in queste lingue ed anche nella lingua ebraica antica. Il suo
CLASSICISMO si nota perci: a) nella formazione culturale b) nel
linguaggio aulico, ricercato; c) nella sintassi elaborata con luso
di latinismi ed arcaismi, per la prosa e con luso della costruzione
del periodo alla latina anche negli Idilli ( verbo in fondo-
posizione di rilievo degli aggettivi che vengono anticipati
rispetto al sostantivo); d) per la nostalgia per un mondo classico
armonioso nel suo rapporto uomo- natura , in cui vivevano
dIMMAGINAZIONE ( mitologia) e di ILLUSIONI .
e) Si inserisce nella polemica classico romantica del 1816,
sposando le idee dei classicisti e dei puristi, conciliandosi solo
pi tardi e con i romantici, attraverso la soluzione delle due
letterature.
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LEOPARDI ed IL PESSIMISMO : a) pessimismo storico
b) cosmico
c) eroico
GIACOMO LEOPARDl (1798 l837)
I Canti (1818 1836), le Operette Morali (1824 1832), lo
Zibaldone (1817 1832) pubblicato postumo, i Pensieri (1833
1837)
IL PESSIMISMO DI LEOPARDI: ORIGINE e NATURA
Gli elementi che spiegano il sorgere del pessimismo in Leopardi
sono: l. 1esperienza dolorosa della vita 2. le dottrine
illuministiche 3. la lettura di opere preromantiche
Lesperienza dolorosa della vita .Per quanto concerne il primo
punto, essa giunge al suo apice nel 1819 in una lettera al Giordani
parla di un crescente travaglio fisico e spirituale, di unorrida
malinconia, della fatica dello studio, dellodio contro la famiglia
e Recanati (sentiti come ambienti soffocanti). In et pi matura
negher che questa sia stata lorigine del suo pessimismo, rimandando
ad una dimensione filosofica esistenziale.
le dottrine illuministiche Bisogna ricordare Leopardi si form
nella sua giovinezza sotto 1influenza delle dottrine
illuministiche, ma poi le sent ostili alle ansie del cuore
(sentimento). In altre parole il pessimismo non sarebbe sorto in
lui se le conclusioni dellIlluminismo non si fossero scontrate con
un animo romantico: Leopardi non si limitava a voler conoscere la
natura e a piegarla alle esigenze delluomo, ma si chiedeva i perch
e il fine delle leggi delluniverso, senza per approdare alla
visione finalistica e provvidenziale a cui era giunto Manzoni nella
fede. Una risposta soddisfacente ai perch ed al senso della vita
non poteva essere di ordine razionalistico o scientifico: senza
risposte Leopardi vive lansia continua della ricerca che tipica
delluomo moderno.
La sua era una posizione che non poteva condurre che al mistero:
1uomo non sa nulla, non pu nulla: luomo chiuso in una morsa di
limiti insuperabili. Ne consegue che la vita appare un cammino
faticoso che non ha altro scopo che quello di precipitare nel nulla
( FASE DEL PESSIMISO RADICALE). Questa legge valida per gli uomini,
per gli animali, per gli astri, per tutto luniverso. In questa fase
la NATURA MATRIGNA, materia, irrazionale, cieca ad ogni richiesta
delluomo : essa impegnata solo ad attuare il suo cieco e misterioso
ciclo del nascere, del vivere e del morire. ( => OPERETTE MORALI
ed in particolare DIALOGO DELLISLANDESE con la NATURA) Tra gli
esseri viventi poi, il pi infelice 1uomo, perch la sua infelicit
soprattutto coscienza, consapevolezza dellinfelicit stessa e non ce
illusione che riesca a far tacere questa verit.
Gli studiosi parlano di tre fasi del pessimismo leopardiano:
dapprima personale, poi storico, infine cosmico, ma in verit si
tratta di tre momenti non completamente cronologici, ma espressioni
alterne e tra loro complementari del dolore, nel senso che a volte
il Leopardi senti esclusivamente la propria tristezza personale in
mezzo ad un mondo di felicit; a volte gli parve che la tristezza
fosse di tutti gli uomini; a volte di ogni essere vivente. In
sostanza queste sono tre diverse maniere con cui reagisce
sentimentalmente, non filosoficamente alle dottrine
illuministiche.
E QUINDI MAI POSSIBILE LA FELICITA?
Per il Leopardi possibile parlare di felicit solo nei riguardi
dei fanciulli e dei giovinetti, prima che in loro insorga la
ragione; e, riguardo dei popoli, ha senso parlare di felicit per i
popoli antichi che vivevano di fantasia. Felice pu essere anche
ladulto / poeta, Leopardi/poeta , quando cio si abbandona alle sue
illusioni e mette da parte il razionalismo filosofico. Conseguenza
diretta di tali meditazioni fu la solitudine del poeta: mancando
una fede, veniva meno 1azione; perci il giovane Leopardi rimase
sempre ai margini della vita sociale, pur desiderando vivamente di
farne parte. Il motivo della sua solitudine, appare ne Il passero
solitario come incapacit di vivere con gli altri; ne La sera del d
di festa come esclusione dagli affetti; nel Canto notturno di un
pastore errante nellAsia come solitudine del pastore e dellumanit
tutta; e nellInfinito come isolamento fantasioso alla scoperta
dellinfinito dentro di s ( una sorta di estasi esistenziale in
chiave naturalistica.
Tre sono dunque le fasi/ o gli aspetti del pessimismo
leopardiano: I FASE del PESSIMISMO STORICO : parte dalla delusione
storica degli altri Romantici e come loro contro lottimismo
illuminista della Storia come sviluppo lineare e progressista; in
realt la storia spesso involutiva ed il presente pi negativo dei
tempi mitologici classici, in cui luomo viveva delle ILLUSIONI ed
aveva un rapporto armonioso con la natura.
Nella lettera a Pietro Giordani del 1823 aggiunge:
- luomo moderno pi egoista delluomo del passato ed il maggiore
benessere non migliora la vita, ma stimola legoismo e la volont di
possedere beni e potere ( homo homini lupus)
- luomo desidera la felicit, ma nessuna istituzione politica la
garantisce; la delusione storica rende impossibile la democrazia;
leopardi rinuncia quindi ad ogni progetto politico- storico, per
dedicarsi allanalisi della condizione esistenziale. II FASE del
PESSIMISMO COSMICO: ( abbandona le Odi civiliper gli Idilli e le
Operette morali
E il periodo in cui riflette sulla condizione esistenziale
delluomo.; si chiede : Quale posizione occupa luomo nellUniverso?
Risposta: non ha una posizione privilegiata rispetto alle altre
creature, anzi pi infelice perch si accorge dei propri limiti, pur
anelando spiritualmente allinfinito ed alleternit
E il periodo in cui si evolve anche il suo pensiero rispetto al
rapporto uomo/natura.
Se infatti nel periodo precedente, L. prlava di Natura-Madre,
ora la definisce Matrigna: Confrontiamo le due posizioni
successive:NATURA MADRE NATURA MATRIGNA
E sensibile ai bisogni spirituali delluomo, perci BELLA e
CONSOLATRICE: crea le illusioni, tra cui lillusione di felicit,
ponendo un velo pietoso sulla condizione reale dellesistenza .
Questo modo di concepire proviene a L. dai classici ( latini e
greci) e le loro mitologie: i poeti sapevano popolare la natura di
Dei- semidei ed Eroi e renderla ancora pi bella, viva ed
amabile.
In epoca moderna , la mitologia appare una bella favola e perci
superata ed improponibile.
QUANDO LEOPARDI FA IL POETA sa ancora STUPIRSI della
meravigliosa natura, perch il poeta ha in s lINNOCENZA, IL SAPERSI
MERAVIGLIARE, LA FANTASIA ed I SENTIMENTI di un FANCIULLO ( =>
tale concetto sar ripreso nella poetica del Fanciullino di Pascoli-
Decadente). Il poeta cio si abbandona allaspetto
irrazionale,irrazionale ed immaginifico e sa cogliere la bellezza e
bont della Natura, rinnovando, contro ogni ragionevolezza, le
illusioni antiche.E la concezione voluta dallepoca moderna che, con
il suo eccesso di RAZIONALISMO, PRAGMATISMO ed UTILITARISMO, ha
annullato le illusioni ( cio le favole degli antichi) , ma ora deve
fare i conti con lARIDO VERO = la verit cruda della propria
infelicit e di una Natura che solo materia .
Rientra qui in parte il concetto del SUBLIME romantico: BELLA ma
TERRIBILE; BELLA ma INGANNATRICE. Essa PURA MATERIA, in perenne
trasformazione , non si preoccupa ( e neppure si potrebbe accorgere
) della sofferenza che procura .
Sue caratteristiche:- materialit irrazionalit- insensibilit (
materia organica e inorganica); non ha nulla del Dio creatore se
non leternit ; unico scopo: la conservazione di se stessa e delle
speci LEOPARDI FA IL FILOSOFO specie nelle Operette morali; nella
natura matrigna luomo si pone :
- come VITTIMA ( biologicamente parlando luomo il pi indifeso
tra gli esseri viventi)
III FASE del PESSIMISMO EROICO ( sintesi del pessimismo storico
e cosmico)- diviene sfida tra uomo e Natura, in cui luomo destinato
a soccombereL. si trova nella fase finale della sua vita ; non ha
mutato complessivamente la sua visione negativa sulla natura umana
( fatta di egoismo e di lotte per il potere , la fama e la
ricchezza) n quella sulla natura matrigna, ma
- ora preferisce latteggiamento di TITANO piuttosto che di
vittima : => afferma che se luomo sempre indifeso di fronte alla
potente natura ( SUBLIME DINAMICO romantico) , SPIRITUALMENTE ,
luomo pi grande della Natura stessa, perch la parte spirituale che
in lui pu sfidare la natura stessa ed accettare eroicamente e con
dignit il proprio destino di morte biologica; pu superare con lo
spirito e con larte che lo immortala i limiti spazio- temporali. -
Non vuole pi nessun tipo di illusione e di consolazione :
nellultima lirica La ginestra o fiore del deserto denuncia sia
lottimismo di coloro che pensano di vivere unepoca felice e con
atteggiamento presuntuoso ( secolo sciocco e superbo pensano di
poter sfidare la Natura attraverso la scienza e la tecnica , sia
chi cerca consolazione alla propria fine pensando alla vita
ultraterrena. Dal canto suo ( Leopardi/ Titanico) accetta il suo
destino di morte con dignit ed invita gli uomini a lenire almeno i
mali che la natura ci procura ( malattie, tribolazioni, morte)
evitando di divenire nemici a noi stessi ed anzi aiutandoci e
confortandoci vicendevolmente ( AMICIZIA / SOLIDARIETA)Questa nuova
posizione sembra testimoniare una reazione attiva allaccettazione
del dolore : Leopardi giunge alla conclusione che anche se alluomo
negata la possibilit di raggiungere la felicit, questi deve
continuare a desiderarla e ad opporsi al proprio destino E cosi che
il Leopardi esprime il suo alto concetto di dignit umana, il suo
sostanziale amore per la vita, il suo eroismo morale. Certamente
laffettuosa e paziente amicizia di Antonio Ranieri che lo affianca,
lo conforta e gli sta vicino negli ultimi 7 anni della sua vita
SODALIZIO fino alla morte, hanno certamente inciso su questo
richiamo alla solidariet umana ed agli affetti come conforto al
vivere ( => gi indicati tuttavia nei Sepolcri di Foscolo =>
sol chi non lascia eredit daffetti, ha timore della morte Cfr.
anche II Dialogo di Plotino e di Porfirio ( Operette Morali ) In
questo lungo dialogo, composto nel 1827, Leopardi immagina che
Plotino (filosofo neoplatotnco del III sec. d.C.) dissuada il suo
discepolo Porfirio dal suicidarsi. Queste, schematicamente, le
motivazioni da lui addotte:
Le argomentazioni di Plotino conducono, quindi, allaffermazione
di un nuovo ideale di solidariet umana e di impegno civile che
salva Leopardi dalla disperazione del suo nichilismo cosmico e si
offre come valida alternativa alla prospettiva del suicidio.
Questo
ideale trovera piu ampio sviluppo nelle composizioni realizzate
negli ultimi anni napoletani e sara alla base della nuova poetica
leopardiana che trover il suo coronamento nella Ginestra.
[...] Credi a me, che non e (c) fastidio della vita, non
disperazione, non senso della nullit delle cose, della vanit delle
cure ( = preoccupazioni), della solitudine delluomo, non odio del
mondo e di s medesimo, che possa durare assai: bench queste
disposizioni dellanimo siano ragionevolissime, e le lor contrarie
irragionevoli. Me con tutto ci, passato un poco di tempo, mutata
leggermente la disposizione del corpo, a poco a poco, e spesse
volte in un subito( = improvvisamente), per cagioni menomissime ( =
da nulla) rifassi ( = ritorna) il gusto alla vita, nasce or questa
or quella speranza nuova, e le cose umane . e mostransi non indegne
di qualche cura.
.. Sia ragionevole Iuccidersi ( = ammettiamo pure che ); sia
contro ragione Iaccomodare Ianimo alla vita ( accettare di vivere):
certamente quello ( cio il suicidio) un atto fiero e inumano. perch
anche non vorremo noi avere alcuna considerazione degli amici; dei
congiunti di sangue; dei figliuoli, dei fratelli, dei genitori,
della moglie; delle persone familiari e domestiche, colle quali
siamo usati di vivere da gran tempo; che, morendo, bisogna lasciare
per sempre: e non sentiremo in cuor nostro dolore alcuno di questa
separazione? Non terremo conto di quello che sentiranno essi, e per
la perdita di persona cara o consueta, e per Iatrocit del caso?
[...] Ora io ti prego caramente, Porfirio mio, per la memoria
degli anni che fin qui e durata Iamicizia nostra, lascia cotesto
pensiero, non volere essere cagione di questo gran dolore agli
amici tuoi buoni che ti amano con tutta Ianima; a me che non ho
persona pi cara, n compagno pi dolce. ..Viviamo Porfiirio mio, e
confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte, che
il destino ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Si bene
attendiamo a tenerci compagnia Iun Ialtro; e andiamoci
incoraggiando e dando mano e soccorso scambievolmente, per compiere
nel miglior modo questa fatica della vita. E quando la morte verr,
allora non ci dorremmo: e anche in quellultimo tempo, gli amici e i
compagni ci conforteranno: e ci rallegrer iI pensiero che, poi che
saremo spenti, essi molte volte ci ricorderanno, e ci ameranno
ancora.
Le conclusioni raggiunte nel Dialogo di Plotino e di Plotino e
di Porfirio costituiscono la sostanza filosofica e sentimentale che
alla base della stagione dei grandi idilli: alla consapevolezza
dell arido vero, al senso della nullit delle cose e dellassurdit
del vivere, si accompagna sempre e comunque un prepotente
sentimento della vita, di reazione sentimentale alla disperazione
nichilista, un recupero del valore positivo dei sogni e delle
illusioni giovanili ( quali gli affetti e lamicizia, ed il ricordo
eterno = la corrispondenza damorosi sensi di Foscolo), riscoperti
per ricostruire un senso e un significato alla vita (inestinguibile
attaccamento alla vita).
Il TERMINE ILLUSIONE = un sogno ad occhi aperti, una
aspirazione, un desiderio che rimane spesso inappagato. Proprio per
questo ha carattere di irrazionalit e fa battere i cuori. Le
illusioni di cui parla Leopardi ( e Foscolo) non sono desideri del
tutto personali e tanto meno materiali: sono SENTIMENTI GRANDI E
FORTI, nei quali vale pena CREDERE. Possono essere in alcune
circostanze lAMORE di PATRIA- DESIDERIO DI LIBERTA, di GIUSTIZIA,
di PACE. Possono essere gli AMORI ( verso una donna- o lamicizia o
in senso pi lato la fratellanza, la solidariet). Pu essere
DESIDERIO DI IMMORTALITA si pu realizzare attraverso il ricordo
affettuoso delle persone che abbiamo amato o attraverso la memoria
storica ricordo delle nostre imprese o delle opere darte, presso le
generazioni future. Comunque sono sempre qualcosa di grandioso e
non di meschino. Esse sono la spinta ideale di cuori sensibili e
magnanimi. 3) Che cosa LIDILLIO ?
( il modello classico, ma lo rinnova con la novit di ispirazione
soggettiva)
Dal greco il termine significava PICCOLA IMMAGINE - QUADRETTO ;
era un genere di poemetto lirico che in origine era accompagnato
dal flauto, di ambientazione pastorale, ma di argomento vario:
mitologico, amoroso,letterario; tema caratteristico era OPPOSIZIONE
DELLA SEMPLICE E TRANQUILLA VITA CAMPESTRE ALLA VITA INQUIETA DI
CITTA / ARMONIA TRA UOMO E NATURA.
Fonti : dal poeta greco siracusano TEOCRITO ( III sec. d. C )
attraverso la finzione di una ARCADIA (regione della Grecia) e di
una Sicilia idealizzate come mondo innocente e sereno.
Si ispirarono ad essi anche poeti latini, tra cui spicca
VIRGILIO ( 70-19 a.C.) nelle BUCOLICHE: vi compare oltre al
paesaggio pastorale- agreste, il rimpianto della campagna natia
perduta per sempre in seguito alle guerre civili, il senso doloroso
della vita e la nostalgia per il passato; laspirazione alla pace
diviene desiderio di evasione nella natura- culto dellamicizia e
della poesia come conforto nelle sventure.
In LEOPARDI gli IDILLI di ispirazione decisamente SOGGETTIVA E
SENTIMENTALE + coniuga laspetto nostalgico e sentimentale del
rapporto uomo- natura con la MEDITAZIONE FILOSOFICA ( infelicit
delluomo moderno = pessimismo storico / / infelicit sostanziale
delluomo = pessimismo cosmico); in questo coniugare i due aspetti
filosofico e sentimentale sta la novit del poeta recanatese. Egli
li definisce = Storia della sua anima. Struttura degli idilli :
Normalmente gli idilli sono costituiti da una prima parte
DESCRITTIVA, ma il cui realismo solo apparente; non mai descrizione
puramente realistica di un luogo o di persone, ma tutto viene
FILTRATO ATTRAVERSO LA MEMORIA, attraverso il RICORDO che tutto
sfuma in modo nostalgico emotivo - sentimentale. Tutto passa
attraverso ci che quel ricordo ed immagine suscita nel poeta,
ponendo un confronto inevitabile tra pASSATO-PRESENTE. Quindi anche
le immagini che richiamano implicitamente Recanati, il paese e la
sua gente, passano attraverso GLI OCCHI, ma ANCHE IL CUORE del
poeta => da qui aggettivi e vezzeggiativi che fanno sentire come
quel natio borgo selvaggio da cui ha voluto fuggire, di fatto gli
rimasto nel cuore. Ricordiamoci che lo stesso Leopardi se in un
primo momento ha usato lespressione il poeta imitatore della
natura, poi ha subito precisato che il poeta imitatore di se stesso
e con queste due espressioni intendeva dire che il poeta parte dai
sensi ( coglie la Natura con i sensi, specie la vista e ludito), ma
poi NON FOTOGRAFA semplicemente la Natura, ma la INTERPRETA e
PROIETTA SU DI ESSA tutto se stesso: per questo egli pu superare i
limiti della natura e cogliere anche linfinito, per questo pu
permettersi di sbagliare mettendo nel fascio di fiori della
donzelletta che vien dalla campagna le rose e le viole, anche se
spuntano in stagioni diverse ( ed era un errore impossibile per lui
vissuto comunque in un paese di campagna !) Ci spiegabile anche per
il fatto che OGNI COSA, OGNI PERSONA assurge a VALORE SIMBOLICO
=> per questo ancora possibile che un quadretto idilliaco possa
di colpo perdere lILLUSIONE di FELICITA che pu averlo ispirato, per
tornare RIFLETTERE sulla condizione esistenziale delluomo e
chiedersi se la Natura sia stata madre o matrigna ( la PARTE
RIFLESSIVA costituisce sempre la II parte degli idilli, tranne che
per gli IDILLI di pi vaste dimensioni come quello del Pastore
errante dellAsia o la Ginestra o fiore del deserto in cui aspetto
descrittivo e riflessivo si alternano continuamente).4. Come
Leopardi concilia la FILOSOFIA con la POESIA?
Se in origine egli contrappone la filosofia alla poesia, perch
la filosofia e quindi la ragione ha fatto conoscere larido vero
cancellando le illusioni; viene poi a conciliarle, affermando che
ciascuna, usa propri mezzi di indagine della realt e persegue un
proprio fine.
LA FILOSOFIA usa la ragione e la riflessione: il suo un lavoro
analisi e sintesi della realt, in una ricerca incessante della
verit perch la realt sempre sfuggente. Suo scopo solo la ricerca
della VERITA RAZIONALE
LA POESIA invece completa il lavoro del filosofo: il poeta
coglie , attraverso lISPIRAZIONE le verit sublimi, il mistero che
sta dietro alla realt apparente e conoscibile con i sensi e con la
ragione ( MISTERO = le EPIFANIE di PASCOLI e dei DECADENTI in
genere)5. La letteratura serve per il progresso civile e morale
dell'umanit?
Se dal 1818-22 scrive CANZONI PATRIOTTICHE e CIVILI,
richiamandosi agli ideali nazionali di Alfieri e Foscolo,
condannando larretratezza politica, civile, culturale dellItalia
del tempo, significa che a quellepoca Leopardi giovane era convinto
della possibilit di un mutamento in positivo delle condizioni
storiche dellItalia ; poi se ne distacca affermando che la POESIA
NON HA SCOPO PRATICO (quindi n morale n politico-civile- al
contrario di Manzoni).Per quanto riguarda la sua valutazione della
STORIAa. egli vede la Storia fatta di progressi apparenti-
delusione storica e momenti involutivi; aggressivit tra gli uomini
b. afferma linutilit ( filosoficamente ragionando) di cambiare
forme e strutture politiche, perch nessuna forma politica pu
portare alla felicit. Basti confrontare con ci che afferma nella
lettera allamico Giordani del 24 luglio 1828Non mi entra nel
cervello che la sommit del sapere umano stia nel sapere la politica
e la statistica. Anzi, considerando filosoficamente linutilit quasi
perfetta degli studi fatti dallet di Solone in poi per ottenere la
perfezione degli stati civili e la felicit dei popolimi viene un
poco da ridere di questo furore di calcoli e di arzigogoli politici
e legislativi e umilmente domando se la felicit dei popoli si pu
dare senza la felicit degli individui, i quali sono condannati alla
infelicit dalla Natura a conforto di questa infelicit inevitabile
mi pare che vagliano ( abbiano valore) sopra ogni cosa gli studi
del bello, gli affetti , le immaginazioni, le illusioni.
Tuttavia analizzando le varie forme politiche succedute nel
corso dei secoli, considera la MONARCHIA COSTITUZIONALE come la
migliore e lunica possibile al momento; considera del tutto
negativa la monarchia assoluta; non esclude per il futuro la
DEMOCRAZIA che considera quella forma in cui si esplicano le virt
pubbliche e private, ma essa PRESUPPONE LUGUAGLIANZA un valore che
ritiene utopistico o difficilmente raggiungibile per la natura
egoistica delluomo.
c. Non condivide certo lidea dellantropocentrismo ( luomo non pi
posto al centro delluniverso,ma sperduto nellimmensit delluniverso,
in balia della irrazionalit della natura)6. Quale VERITA vuole
INDAGARE Leopardi per mezzo della poesia?
a) il VERO PSICOLOGICO = ANALISI DI SE STESSO delle sensazioni,
emozioni, recupero delle illusioni che diventano realt psicologica
nel momento in cui vengono vissute;
b) VERO FILOSOFICO = scopo: rivelare la verit esistenziale pur
essendo terribile ; non c alcun fine pedagogico o riformista.
7. Le tematiche8.a ) Il piacere = il piacere ingenito e
congenito con la natura umana / non risiede nei beni materiali (
es.cavallo- ricchezze), ma nel superamento dei limiti ; poich ci
non possibile nella realt esistenziale delluomo, possiamo provarlo
per un attimo con limmaginazione e con le illusioni.
Il tema del piacere o della felicit costante in Leopardi
pessimista => ( Teoria del piacere nello Zibaldone di
pensieri)Afferma nello Zibaldone di pensieri che il desiderio di
felicit ingenito e congenito nelluomo, cio dentro luomo, innato e
nascendo con esso lo accompagna per tutta la vita. Lerrore degli
uomini sta nel fatto che essi lo ricercano vanamente nelle cose che
sono materiali e finite, cio limitate nello spazio e nel tempo (
es. del cavallo e delle ricchezze, che possono essere desiderate);
labitudine o assuefazione alle cose che abbiamo tanto desiderato e
finalmente anche ottenuto, annulla di per s il piacere. Cos luomo
spinto per sua natura a cercare sempre nuove soddisfazioni, in
altre cose: lerrore sta appunto nel ricercare la felicit nelle cose
materiali, mentre la natura umana di per s potrebbe trovare il
piacere solo nelle cose spirituali, appunto nelle ILLUSIONI, cio
TENSIONI dellANIMO che vanno oltre i limiti spazio- temporali in
cui la nostra corporeit costretta. Sta qui il dramma esistenziale
proprio delluomo: il contrasto insanabile tra le esigenze della
mente e dello spirito ( aspirazione allinfinito) ed i limiti che la
natura matrigna ha posto con un corpo materiale.
Chi pu godere della felicit? In teoria nessuno, date le
premesse, ma lo si pu almeno temporalmente se si recupera lo stato
di innocenza , cio di inconsapevolezza dellARIDO VERO: ci era
possibile agli antichi; oggi possibile ai fanciulli ed ai poeti: I
primi erano davvero inconsapevoli; per luomo moderno ci sarebbe
impossibile a meno che si abbandoni all IMMAGINAZIONE recuperando
le ILLUSIONI, mettendo da parte leccessiva razionalit; ci lo fa
certamente il poeta, perch il poeta poeta e non ama vivere per i
beni materiali ed il suo poetare frutto della sua capacit creativo-
immaginifica e della sua sensibilit. La poesia non ha scopi
pratici, ma solo IL DILETTO per il poeta che inventa e per il
lettore che ricompie il percorso emotivo del poeta => IL DILETTO
dellopera darte un diletto estetico ed emotivo- contrariamente a
Manzoni lopera non ha funzione educativa e morale, o per lo meno
non lo si deve cercare apposta.Della esigenza di felicit Leopardi
ci d molti esempi: negli idilli il suo continuo cercare ed
interrogarsi su una felicit possibile senza arrendersi mai neppure
allevidenza del dolore. Certamente nel Sabato del villaggio essa
finisce per essere sempre sfuggente nel presente e viene relegata
nel passato o nel sogno di aspettative future.
Nella Quiete dopo la tempesta ridotta a pochi attimi, quando si
pu assaporare finalmente il sollievo dopo la paura; pi una felicit
negativa perch nasce dalla fine della paura o dalla pausa tra un
dolore e laltro ( SCHOPENHAUER) , ma vale pur sempre la pena di
viverla. NellInfinito nasce dall esperienza delloltre- sensibile
sia pure immaginato ( il sublime spazio- temporale e dinamico); nel
Pastore errante dellAsia sembra impossibile trovarla specie perch
la prospettiva il baratro dl nulla, ma in fondo Leopardi finisce
per ammettere che il male solo per lui, per altri potrebbe essere
diversoo potrebbe esserlo se fosse in altra condizione insomma
afferma e smentisce continuamente, quindi non si rassegna alla sua
stessa amara conclusione.Nella Ginestra, la solidariet prospettata
e laccettazione del proprio destino, la grandezza titanica ed umile
nello stesso tempo del poeta, lo portano a godere se non proprio
della felicit agognata, almeno della serenit con cui chiude la sua
vita, tra le braccia dellamico Antoni Ranieri.
Poni ora il tema della felicit allinterno del SUBLIME romantico
, che esplicita il rapporto Uomo- Natura.
La felicit nel sublime nasce nella prima fase od approccio che
luomo ha con la Natura : nella prima fase dellincontro e della
scoperta, luomo prova STUPORE per gli aspetti meravigliosi e
molteplici della Natura e la Natura viene chiamata MADRE con
funzione consolatrice . Cos provavano molto intensamente gli
antichi, i quali viveno a contato con essa e la abbellivano con
presente divine e mitologiche. Erano le FAVOLE degli ANTICHI ,
create da poeti come Omero a rendere meraviglioso ( e quindi
gioioso tale contatto). Lepoca moderna, il progresso, che tutto
razionalizza e quantifica in termini di guadagno, ha distrutto le
favole antiche, ha inteso la natura come sfruttamento ( I
rivoluzione industriale).Ci ha portato lannullamento di quella
felicit almeno illusoria,ma che era reale nel cuore degli uomini.
Lo stesso STUPORE degli antichi possiedono i fanciulli che si
aprono alla vita e provano MERAVIGLIA; lo stesso vale per il POETA
che recupera la meraviglia del fanciullo rivivendola in s.[****vedi
approfondimenti sul tema attraverso lanalisi delle opere]
8.b) La noia- E lopposto del piacere, un senso di fastidio che
nasce dalla consapevolezza della condizione esistenziale infelice ;
tipica delluomo; non da confondere n con il dolore ( preferibile
alla noia perch fa sentire vivi) ma neppure con lapatia , perch in
realt luomo pastore non rinuncia ad indagare e a lottare nella vita
( nel Pastore errante dellAsia dove la tematica fortemente
presente, il pastore corre, anela,cade, risorgepur sapendo che alla
fine c il baratro; continua ad interrogare la Luna, pur rendendosi
conto che non otterr risposta)*** N.B. la noia per Leopardi
CONDIZIONE ESISTENZIALE DI INADEGUATEZZA ALLA REALTA e di
INSODDISFAZIONE relativamente al GENERE UMANO che si interroga del
senso della propria vita, del nascere e del morire; la noia per
SENECA nasce da un senso di FRUSTRAZIONE PSICOLOGICA
8.c) La rimembranza o ricordo
legato alle esperienze personali e costituiscono il vissuto di
un uomo, vissuto di esperienze, incontri, emozioni, sentimenti Esse
ci fanno essere ci che siamo nel presente. Rivivere il passato
significa recuperare molta parte di noi, fermare il tempo.Anche i
ricordi dolorosi si tingono di dolce: A Silvia- Le ricordanze,
perch al di l della morte delle protagoniste femminili, richiamano
nel poeta le dolci illusioni giovanili. E li rivive
Esiste poi il ricordo storico ( lindefinito della vista = la
torre antica che stimola limmaginazione di epoche lontane)
8.d) Contrasto tra finito ed infinito
Tema fondamentale allinterno della teoria del piacere:desiderio
di un piacere infinito per durata ed estensione; lostacolo- limite-
siepe, diviene stimolo alla immaginazione: lanima perci vede ci che
i sensi non possono cogliere, anzi i sensi vengono annullati
proprio per dare spazio alla fantasia, il poeta non vede pi e non
sente pi ci che intorno)- Idillio INFINITO; negli altri idilli
compaiono i termini dellindefinito ed indeterminato nella vista e
nelludito ( es. ecco il sereno- sgombrasi l da ponente- il fiume
che appare e si snoda indeterminato nella valleLa quiete dopo la
tempesta ; nel Canto notturno del pastore vedi tutti i termini che
rilevano la vastit indeterminata del paesaggio)
Il linguaggio dellINDEFINITO / e il linguaggio del VEROPoich
solo lindefinito poetico, per esprimere questo L. nei suoi idilli
usa sostantivi ed aggettivi che indicano semanticamente
indeterminatezza e lontananza; sostantivi astratti come spazi,
silenzi, quiete, sereno oppure ombre, cielo, aria, ponente,
tramonto che indicano spazi indeterminati ed ampi orizzonti ; altri
che esprimono sentimenti in rapporto alla natura : speme, gioia,
timore, tristezza, noia; aggettivi al grado superlativo o che
contengono lidea iperbolica: sovrumani, profondissima, infinita..;
aggettivi dimostrativi che indicano la distanza spaziale e
temporale , come il quello/a; luso dei modi verbali dellinfinito e
dellindefinito: modo infinito- gerundio- talvolta il participio.Il
linguaggio del vero quello delle cose, del vicino, dello
sperimentabile e del vissuto : perci si usa il questo/ ed il mio e
tutti quei sostantivi che appunto indicano la realt recanatese (
cose, luoghi, persone ); sono le azioni della quotidianit , le
fatiche del lavoro, la ripetitivit dei gesti allinterno di un mondo
agricolo che sembra essersi fermato nel tempo. Sono cos il colle,
la siepe, la voce del vento, la donzelletta, la vecchierella, lo
zappatorela gallina, il passeroMutano i tempi verbali, posti al
modo Indicativo presente e questo perch il poeta ci vuole dare
lidea che quel mondo vivo, presente in lui, fa parte delle sue
esperienze, gli appartiene e rimane presente e vivo nel ricordo;
anche il modo ed il tempo delle sue affermazioni filosofiche: egli
infatti ci vuole dire che quella realt esistenziale che egli
descrive ,non ha tempo; s esperienza soggettiva delluomo Leopardi,
ma pure inevitabilmente esperienza profonda di ogni essere vivente,
al di l della condizione sociale e dellepoca in cui vive.
9.)****Approfondimenti sul TEMA del PIACERE ( attraverso
lanalisi delle opere)
a) Zibaldone di pensieri
b) Il sabato del villaggio
c) La quiete dopo la tempesta
d) Operette morali: Dialogo di un venditore di almanacchi e di
un passeggere
=====================================================================
TESTI ANTOLOGICI LINFINITO
Recanati 1819 -pubblicato a Milano 1825.
CARATTERISTICHE:
densit
organicit strutturale
musicalit
idillio moderno: avventura storica dellanima, linguaggio del
vago e dellindefinito.
TEMA FONDAMENTALE : ESPERIENZA DINFINITO
(ZIBALDONE: si collega con il desiderio sempre inappagato di un
piacere infinito sia per durata temporale che estensione.
Contrasto tra la realt sempre deludente e tale desiderio di
infinit.
.Linfinito si pu solo intuire con limmaginazione sollecitata a
volte proprio da un ostacolo (in questo caso la siepe).
(Vedi lo Zibaldone):lanima immagina ci che non vede,
oltre...quella siepe, quellalbero, quella torre... e si/ figura
cose che non potrebbe se la vista si stendesse da per tutto, perch
il reale escluderebbe limmaginario/ si immagina sensazioni
indefinite che si allargano oltre lo spazio, oltre il tempo, oltre
il suono. AVVENTURA STORICA DELLANIMA indicata nella
soggettivizzazione dellesperienza sempre caro, unesperienza che si
RINNOVA TALE E QUALE, RIVIVENDOLA nel RICORDO.Due impressioni
sensoriali, parallele: sensazione visiva della siepe:
(vv.1-8)(evoca un infinito spaziale
sensazione uditiva del vento: (vv.8-15)(evoca un infinito
silenzio
(entrambe portano il pensiero alle morte stagioni al tempo
storico che passa ed destinato a finire, che per quanto lung
e lontano sia il protrarsi della storia, nulla confronto
allincommensurabile eternit (infinito temporale)
Linfinito = il nulla
Il FINITO = la vita concreta, che si svolge intorno a noi, ma
che gi sempre un po morire.
ZIBALDONE: linfinito unidea, un sogno, non una realt,... quello
che non esiste, la negazione dellessere, il niente...non pu essere
se non nellimmaginazione e nella lingua
LA DOLCEZZA del naufragio nel nulla: risponde in fondo a
quellansia di infinito da cui nessuno si pu sottrarre, quanto pi si
attacca ad una vita materiale, sempre insoddisfacente.
In L. la visione pessimistica della condizione umana (pessimismo
storico) nelle riflessioni successive diviene (pessimismo cosmico -
vedi (ZIBALDONE : Tutto male
il fluire ritmico e sintattico del verso , ci permette di
comprendere il fluttuare degli stati danimo, tra piacere ed
insoddisfazione, in una situazione fluida, instabile, melanconica,
pari al ritmo costante ed alterno tra vita e morte. Nel primo verso
il ritmo scandito da parole bisillabiche: ER-MO / COL-LE / SIE-PE /
PAR-TE
Uso di enjambement che collegano aggettivo e sostantivo:
INTERMINATI / SPAZI SOVRUMANI / SILENZI QUELLO / INFINITO
SILENZIO QUESTA / IMMENSITA
Uso frequente delle congiunzioni : e...ove = per cui...
(consequenziale
Il primo e lultimo verso sono pi brevi: esprimono sentimenti
lirici, strettamente legati allesperienza personale del poeta: lo
si comprende dagli aggettivi dimostrativi ( questo...colle;
questa...siepe; questo...mare).Passaggio poi agli aggettivi
dimostrativi che indicano oggetti vicini allesperienza quotidiana
(questo/a)(ad aggettivi lontani, non sperimentabili,
(quello...silenzio; quella...parte dellorizzonte che non posso
vedere).
Sensazioni di indefinito: ermo- tanta parte- ultimo (estremo)
orizzonte- profondo- eterno Idea di immensit:
orizzonte-interminati-sovrumani-profondissime-infinito-immensit-naufragar.
uso del plurale nei sostantivi: SAPAZI / SILENZI per rendere
lidea di indeterminatezza
aggettivi di grado superlativo, spesso espressi con suffisso di
significato negativo: IN-TERMINATI / SOVR-UMANI / IN-FINITO /
IM-MENSITA
inversione dellogetto / e del soggetto: INTERMINATI SPAZI..
SILENZI...QUIETE... ( ogg.) MI FINGO ( pred. Verb.) IO ( sogg) ; IL
VENTO ( c. Ogg) ODO ( pred. verb) IO ( sogg)... per mettere in
posizione rilevante la sensazione di infinito che viene prodotta,
pi importante rispetto al pensiero, limmaginazione personale che la
produce.
Quando invece lesperienza soggettiva si ritrova in una posizione
di primo piano, subito compare il pronome di prima persone
allinizio strofa: mi fu sempre caro... io vo comparando...mi
sovvien leterno
IL SABATO DEL VILLAGGIO
tema di fondo: IL PIACERE ( possibile il piacere o felicit? Chi
pu essere felice? Quando si pu essere felici? => risposta: la
felicit illusoria e passeggera)
E UN IDILLIO ,ma contrariamente a quello di Teocrito e di
Virgilio, ( che mitizzavano e idealizzavano la campagna ), L. ce la
descrive nella sua realt contadina, pur inquadrandola in un luogo
ed in tempo indeterminato: ci permette di assolutizzarne il
significato al di l cio della sfera personale . Inoltre ricorda che
per il romantico L.lINDETERMINATO, lINDEFINITO PIU POETICO del
determinato e del finito.
LA STRUTTURA
a) parte descrittivo- narrativa ( viene presentato un paesaggio
, dei personaggi che si muovono in esso- sappiamo che il villaggio
si tratta di Recanati, ma non viene volutamente citato e tutto
sospeso in un tempo e luogo indeterminato)
b) parte riflessivo- filosofica : tutto ci che il poeta vede, o
ha visto ( e RICORDA del suo paese) viene filtrato dalla sua
SENSIBILITA soggettiva E RIFLESSIONE , TANTO CHE DIVIENE SPUNTO PER
COMPRENDERE LA CONDIZIONE ESISTENZIALEvv. 1- 37- parte descrittiva-
bozzetti di vita di un paese. Vi sono le figure tipiche , ma che
segnano le VARIE TAPPE DETA, posti uno accanto allaltro ma in modo
oppositivo : la donzelletta ( rappresenta i giovani in genere), la
vecchierella ( ovvero coloro che solo alla fine della vita) ; i
fanciulli spensierati , lo zappatore ( o colui che rappresenta let
matura fatta di lavoro e responsabilit familiari); cos anche il
fabbro o il falegname che continua a lavorare allinterno della
bottega.
Ciascuno di loro cerca di godere delle felicit della vita:
la fanciulla GODE pensando allIMMEDIATO FUTURO- IL SOGNO di un
amore che si realizzer ( o meglio potrebbe realizzarsi) il giorno
seguente, la domenica.
La vecchierella GODE NEL RICORDO, ma questa una
felicit-NOSTALGICA e quindi pi smorzata e resa melanconica dal
fatto che ORA lei non pi sana n bella e probabilmente molti dei
suoi compagni di giovent sono morti
I fanciulli : sono quelli che realmente GODONO DELLATTIMO
PRESENTE del loro GIOCO, perch sono ancora INCONSAPEVOLI di ci che
riserver loro la vita ( N. B. _ ricorda che per Leopardi romantico
solo i fanciulli- i poeti- come gli antichi, possono essere felici
perch non hanno ancora la ragione, ma vivono nel gioco della
immaginazione)
Il contadino e gli artigiani: sanno ormai com la vita, fatta di
fatica e responsabilit; essi possono GODERE solo DEL MERITATO
RIPOSO, cio come SOSPENSIONE DI FATICA O DI DOLORE.
vv. 38 alla fine, nella parte riflessiva , Leopardi procede
gradualmente: prima sembra asserire che il sabato senzaltro il
giorno pi felice, perch giorno dellattesa della festa; una
illusione, perch la domenica si penser gi al successivo giorno
lavorativo e forse quello che si sognato non si realizzer.
Il sabato perci rappresenta lILLUSIONE DI FELICITA: per gli
adulti la felicit sempre o RIMANDATA AL FUTURO o RECUPERATA DAL
PASSATO , ma NON ESISTE NEL PRESENTE.
Possono godere di felicit solo i fanciulli, ma la loro et come
del resto la giovinezza fugge velocemente: per questo il poeta
nella parte finale si rivolge ipoteticamente ad un giovanetto (
garzoncello) e lo invita a non voler bruciare le tappe della vita:
lo invita cio a godere delle gioie che la vita offre di volta in
volta, senza rincorrere gioie future ( forse come ha fatto lui)
perch comunque la vita passa veloce.
CARATTERISTICHE STILISTICHE:
donzelletta- vecchierella- garzoncello: VEZZEGGIATIVI- indicano
laffettuosit del poeta nei confronti delle figure del suo paese che
in fondo ama e che vengono addolcite nel RICORDO.
Martel picchiare- squilla---- sono vocaboli che vogliono
riprodurre i suoni- ASSONANZE e ALLITTERAZIONI ; in particolare il
suono allegro e argentino della piccola campana di paese crea un
FONOSIMBOLISMO, cio un vocabolo che proprio ci richiama il suono
squillante della allegra campanella che segna la festa.
Paesaggio: le figure umane si stagliano su un paesaggio che
sfuma: ci possiamo immaginare un tramonto che prepara piano piano
alla notte; sereno/ ombre indicano un cielo ed un colore indefinito
+ dove si perde il giorno =una indeterminata linea dellorizzonte
dove cielo e terra si confondono.
Due sono le parti che compongono il paesaggio: la campagna
aperta da cui provengono la donzelletta e lo zappatore; il chiuso
del villaggio e la piazza del paese dove giocano i bambini; poi il
chiuso delle botteghe.
Tempo: indeterminato ; fa pensare a diverse ore fino a notte
fonda e allalba successiva. Il suono della campana indicava le
varie ore della giornata; il tempo della campagna CICLICO, perch
non solo a Recanati, ma nella campagna in genere la vita si svolge
sempre uguale, in modo ritmico.
Alternanza di endecasillabi e settenari non rimati; uso
insistito della punteggiatura che rompe anche il verso; ci permette
di scandire le scene e serve per far riflettere il lettore con il
procedere lento della poesia. Il lettore viene coinvolto
emotivamente, chiamATO IN CAUSA DAL DIRESTI V. 22.
TEMPI VERBALI: PRESENTE ( quando descrive la scena, come se i
personaggi si muovessero davanti ai suoi e nostri occhi); PASSATO (
per indicare il tempo trascorso); CONDIZIONALE ( per instillare il
dubbio nel lettore) IMPERATIVO ESORTATIVO per spingere il
giovinetto a godere del suo presente = godiLA QUIETE DOPO LA
TEMPESTA
( tematica: IL PIACERE NEGATIVO perch FIGLIO DAFFANNO)
Questo canto, scritto a Recanati nel settembre 1829, presenta
molte affinit strutturali e tematiche con II sabato del villaggio,
composto subito dopo. Entrambi si aprono con scene di vita paesana
e si concludono con riflessioni a esse ispirate.
Ed entrambi affrontano il tema del piacere e del suo fondamento
negativa. Il piacere, per Leopardi, infatti o cessazione del dolore
o attesa di un bene illusorio. Ne La quiete dopo la tempesta il
poeta affronta il primo aspetto della questione: un ternporale
appena cessato e, mentre il sole si fa strada fra le nubi e torna
il sereno, gli animali, gli uomini e tutta la natura sembrano
animati da unenergia nuova e festante che non ha altra motivazione
se non, appunto, la cessazione del male e del dolore. In questo
caso il piacere dunque figlio daffanno. privo di una sua natura
autonoma e positiva; momentanea scomparsa o diminuzione delle
nostre pene (e dunque appartiene alla dimensione del non-essere,
dellillusione).
La poesia nettamente divisa in due parti: la prima descrittiva
(strofa 1), la seconda riflessiva (strofe 2 e 3). Le descrizione
iniziale offre una serie di aspetti del piccolo mondo borghigiano
recanatese, ma non vi affatto un gusto bozzettistico e realistico:
il paesaggio tutto costruito sulla suggestione dei suoni che
giungono da lontano e della vastit spaziale indeterminata (il
sereno che rompe la da ponente alla montagna, il fiume che appare
chiaro nella valle, il sole che sorride per li poggi e le ville).
Come sempre il paesaggio reso con unestrema essenzialit e sobriet,
pi suggestiva e poetica della descrizione minuziosa e concreta. La
descrizione, insomma, tutta ispirata alla poetica del vago e
indefinito; il che significa che non una scena oggettiva, ma tutta
interiorizzata, filtrata e trasfigurata dallimmaginazione
soggettiva, dalla doppia vista come la definisce il poeta, quella
reale della vista e quella poetica della immaginazione che si
sommano e si sovrappongono.
La seconda parte filosofica: il concetto centrale e che il
piacere figlio daffanno, nasce dalla cessazione di un dolore o di
un timore. II tema del rapporto fra piacere e dolore (tema assai
dibattuto nellarnbito della dottrina sensista) era gi stato
affrontato da Leopardi in molti passi dello Zibaldone (cosi
scriveva in una pagina del 7 agosto 1822:
perchessi mali danno risalto ai beni, e perch pi si gusta la
sanit dopo la malattia, e la calma dopo la tempesta: [...] perch
senza essi mali, i beni non sarebbero neppur beni venendo a noia, e
non essendo gustati, n sentiti come beni e piaceri
ALLOCUZIONE o APOSTROFE ALLA NATURA MATRIGNA
Tutta colpa della Natura che gli appare nemica, dispensatrice
crudele di affanni; e anche il piacere ormai considerato vano,
illusorio, inesistente. Nei confronti di questa natura ostile
Leopardi polemico: non nelle forme delle protesta appassionata,
come in A Silia, ma del sarcasmo amaro e disincantato (0 natura
cortese, / son questi i doni tuoi; Umana / prole cara agli
eterni!).
struttura formale della poesia. La prima parte presenta un
periodare scorrevole , fatti di frasi brevi e piane. La seconda
parte e invece pi tesa e drammatica: sono presenti frasi
brevissime, secche, epigrafiche, lapidarie; interrogazioni ed
esclamazioni, apostrofi sarcastiche ( quel linguaggio del vero che
si e sottolineato a proposito di A Silvia).
Cosi avviene sul piano metrico: la prima parte pi musicale
carica di assonanze, accentuato dal ricorrere della rima di
mezzo.
Le rime sono invece meno frequenti nella seconda parte; anzi, i
versi pi amari e desolati, quelli che elencano i mali delluomo (vv.
31-36, 43-49) ne sono del tutto privi. Riscontri analoghi si
possono fare sul piano fonico: nella seconda parte dominano infatti
suoni aspri, dati da scontri di consonanti: scosse, morte,
ebborria, tormento, fredde, smorte, nembi, vento.
Tono sapienziale e categorico nella frase : Uscir di pena
dilettto tra noi che non lascia spazio a vane illusioni. ( contro
le vane illusioni cfr. anche La ginestra o fiore del deserto)CANTO
NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELLASIA
Anno composizione 1829-1830
Temi
( pessimismo cosmico-( sentimento di piet per luomo
( tema della memoria = non pi recupero di illusioni, ma solo
recupero delle esperienze passate negative( abbandono della materia
autobiografica
genere: canzone* libera in endecasillabi e settenari ( *canzone:
componimento lirico ampio, composto da strofe dette stanze- compare
allorigine della poesia lirica italiana - diviene la forma tipica
della lirica, insieme al sonetto = pi breve alla fine del 1800).
Nella canzone libera adottata dal L. sono variabili la lunghezza
delle stanze, e variabile anche lalternanza di endecasillabi e
settenari / e la disposizione delle rime)
ANLISI DEL TESTO
( v. 4) Posi = riposi : il tramontare della luna simile al
riposo delluomo; anche qui luomo non ha una posizione diversa da
quella delle altre creature ; lo stesso concetto lo si ritrova
nella prima asserzione v. 9-10 somiglia alla tua vita/la vita del
pastore ed ancora: v. 16-18: Dimmi, o luna: a che vale / al pastor
la sua vita/ o la vostra vita a voi?
(v. 19-20) vagar / corso : contrapposizione fra il vagare senza
meta e senza scopo delluomo, che cerca una ragione al suo esistere,
turbato dallassenza di punti di riferimento / e il corso della
luna, su un percorso pre-definito allinterno delle leggi
cosmiche.
Tuttavia sia il vagare che il corso vanno verso una fine di cui
sfugge il significato ; la diversit sostanziale perci nel fatto che
la luna ( e gli altri esseri naturali) seguono le leggi naturali
per istinto, mentre luomo vuole capirne il motivo ( ed qui i suo
tormento).
Altra differenza:la vita delluomo ha un limite temporale e
spaziale ; la luna invece immortale ed il suo sguardo pu spaziare
allinfinito.
( 21-36) vita delluomo = immagini, metafore della vita infelice
e tormentata:
-la vita del pastore-uomo costellata di pericoli ed insidie : v.
25 per sassi acuti, alta rena, fratte
-di pesi enormi da sopportare : un gravissimo fascio sulle
spalle v. 23
- una vita stravolta da venti e tempeste : v 26 al vento, alla
tempesta e non ha mai posa , in nessuna stagione :
v. 26-27 quando avvampa lora e quando poi gela
-una vita che una corsa affannosa: v. 28-31 corre via, corre,
anela,varca, risorge, saffretta insegue una meta, ma quale? Il suo
correre inutile e si conclude in un abisso orrido, immenso: MORTE =
NULLA ETERNO, dove esiste solo lOBLIO = LANNULLAMENTO TOTALE DELLA
VITA, DEL PASSATO, DELLA MEMORIA = ((vedi FOSCOLO)
( ( richiama lo stesso affanno di Napoleone nel cinque maggio,
ma in un altro sensoquale?)
(v. 39-40) Non solo la morte tremenda, ma anche la nascita: il
parto dolore ed pericoloso: il bambino neonato non ride, non piange
e tutta la fatica dei genitori sta nel consolare il figlio per la
sua nascita ( v. 43-44- la madre e il genitore li prende a consolar
desser nato)
( v. 53-54) perch reggere (mantenere)in vita , chi poi di quella
consolar convenga? Se la vita sventura perch da noi si dura (= si
sopporta) ? ( ( la stessa domanda dellIslandese alla Natura)
La stessa concezione si ha nello ZIBALDONE: .. e in verit
conviene che il buon padre e la buona madre studiandosi di
racconsolare i loro figlioli, emendino alla meglio ed
alleggeriscono il danno che loro hanno fatto con il procrearli.
Perch dunque nasce luomo e perch genera?
v. 87-89: Le parole dellindefinito e dellinfinito:** aria
infinita- profondo infinito- solitudine immensa ma anche: sul
deserto piano (v. 80) giro lontano ( v. 81) tante favelle = luci
delle stelle ( v. 86)
v. 95-96 = indica il moto circolare delluniverso che ,
contrariamente allidea di movimento verso la perfezione, di dante,
qui d il senso di un vuoto, insensato, vorticoso andare
v. 99 = luna = giovinetta immortal = la luna appare sempre
identica nel suo eterno peregrinare; non mostra, come luomo i segni
della decadenza
v. 105-106 : O greggia miadi te beata / che la miseria tua ,
credo non sai! Meglio, rispetto alluomo, gli altri esseri della
natura che non sanno quale sia il loro destino n si pongono
problemi esistenziali; per la greggia gli affanni ed i dolori sono
solo impressioni sensoriali momentanee, che subito sono scordate al
ripristino dello stato di salute fisiche: non esistono cio affanni
morali
N.B. IL FILOSOFO-PASTORE-UOMO: mentre nelle altre opere, il L.
relegava la infelicit al filosofo, ora invece la
estende a tutti gli uomini, perch tutti, prima o poi, in maniera
semplice o in modo complesso, si pongono la domanda del perch
esisto? ( ne consegue un atteggiamento di piet del poeta per tutto
il genere umano; altro tema importante quello della memoria,
considerata negli altri scritti come recupero positivo delle
illusioni, mentre qui diviene semplicemente recupero delle
esperienze passate della vita e poich la vita tutto dolore ( dalla
nascita, compresa linfanzia, ladolescenza, la giovinezza,fino alla
vecchiaia) il RICORDO DIVENTA UN INCUBO DI DOLORI.
Del tutto eliminate sono in questa visione cosmica dolorosa, le
illusioni. Il gregge, (cio il resto delluniverso ) non prova
neppure noia (male ancora peggiore del dolore)v. 120- si che,
sedendo ( nel mio non agire)/ pi che mai son lunge da trovar pace o
locov.134-143 forse se potessi tornare a sognare savess io lale /
da volar su le nubi / e noverar le stelle ad una ad una..
Forse se potessi essere altro da quel che sono forse potrei
essere pi felice Il sogno possibile solo al fanciullo ed al poeta (
nello ZIBALDONE), ma in questa lirica il sogno rimane insperata
illusione. o probabilmente no, perch sia che viva uno stato
naturale o un altro, luomo comunque destinato a soffrire.
Questo canto il pi vicino al dialogo della Natura e lIslandese
in quanto le domande rimangono questioni insolute.Il canto del
pastore = concezione lirica leopardiana; esistono infatti tre
generi di poesie: lepico, il drammatico, il lirico. Essendo venuti
meno i primi due , con la fine del mondo antico, rimane solo il
lirico , adatto alluomo moderno
.(v. 59-60) ma tu mortal non sei/e forse del mio dir poco ti
cale( oLuna) Eunapostrofe alla luna indifferente simile al
comportamento della Natura nel Dialogo con lIslandese, che non
cosciente di ci che avviene attorno a lei. Il volto della luna
sempre identicamente sorridente, e come volto sfingetico ed
enigmatico della natura.
SEQUENZE: 1) il pastore osserva la luna nel cielo e con lei
cerca di instaurare un dialogo, ma non risponde: lambiente immenso,
la profondit della notte, la lontana luce bianca. Lei silenziosa
(v. 2)
2)il pastore allora riflette su se stesso: analizza la sua vita;
il racconto drammatico dovrebbe impietosire la luna (v.21-58), ma
forse a lei non interessa la sua vita mortale
3)cerca di coinvolgerla di nuovo rivolgendosi direttamente ed
insistentemente a lei cercando un dialogo intimo (usa il pronome
tu): v. 61 pur tu solinga, eterna peregrina v. 69 tu certo
comprendi il perch delle cose v. 73 tu sai, tu certo v.77 mille
cose sai tuche son celate al semplice pastore v. 98 ma tu per
certo/ giovinetta immortaleIl dialogo rimane un soliloquio
.4) v. 105-132- Il pastore si rivolge allora alla sua greggia,
che pi vicina a lui ed costretta insieme a lui a peregrinare; forse
pu capirlo il pastore uomo cerca dunque negli altri esseri animati
che popolano la terra, un po di solidariet. Ma anche in loro c solo
indifferenza, non per malvagit o colpa, ma perch essi sono per
natura diversi da lui; luomo lunico che abbia la ragione , non pi
intesa illuministicamente come fonte di orgoglio e di progresso, ma
come motivo di tormento esistenziale. (v.133-alla fine)
Forse la felicit sarebbe possibile se si potesse tornare a
sognare ( ma non si pu) = v. 133-136 ;o se si potesse essere sotto
altra condizione o specie (v. 140). ( la stessa questione o ipotesi
che viene posta nel dialogo di un venditore di almanacchi e di un
passeggerev. 28 O che altra vita vorreste rifare? quindi una lirica
il cui contenuto pi avvicinabile alle OPERETTE MORALI che agli
altri idilli.
( Vedi anche nello ZIBALDONE : non gli esseri umani solamente.
Ma tutti gli animali ma tutti gli altri esseri al loro modoma le
speci,i generi,i regni,i globi,i sistemi, i mondi, furono/ e
saranno sempre infelici per necessit .
IL PAESAGGIO : non pi quello familiare di Recanati m un
paesaggio lontano, arido, stepposo, VUOTO di altre presenze, come
VANO il ricercare risposte del pastore. Nulla gli di conforto e di
aiuto.n la luna cos lontana ed irraggiungibile, cos diversa dalle
altre creature, n il gregge apparentemente suo ma con cui non pu
istaurare un dialogo; tra loro non vi altro che un rapporto di
sudditanza con il solo fine la pura e semplice sopravvivenza. IL
LINGUAGGIO semplice e spoglio, come si addice al semplice pastore,
ma mantiene lalto contenuto e del rigore filosofico dello ZIBALDONE
E DELLE OPERETTE MORALI.
LINGUAGGIO dellindefinito del finito**.
v. 61: solinga/ eterna /peregrina
v.72: tacito/infinito andar del tempo
v.80: cos muta sul deserto piano
v.81: in suo giro lontano
v. 86: tante ( innumerevoli) facelle = luci celesti
v. 87-88: aria infinita e quel profondo infinito seren = che non
significa che d serenitma un colore uniforme che accresce
lincommensurabilit dello spazio
v.90-91:solitudine immensa
v.92: innumerabile famiglia ( = le numerose speci ( FOSCOLO nei
Sepolcri: innumerevole famiglia di alberi e danimali)
v.93: di tanti moti
v.99: giovinetta immortal
USO DI ENJAMBEMENT , FRA AGGETTIVO E SOSTANTIVO
FITTA TRAMA DI RIPETIZIONI
v.1 : che faiche failunaluna
v.18:dimmidimmi alla tua vita.alla tua vita.al pastor la sua
vita la vostra vita a voi
ASSONANZEv.11 :Sorgiposi
v. 12-13:Sorgealbore
v.18-19 :Vedeerbe
ALLITTERAZIONI
v.16-19: valevita; vostra vita a voiove vagar mio breve
RIMA COSTANTE in ale che conclude in tutte le strofe
lallocuzione (= discorso solenne) alla luna/ e al gregge:
sottolineano infatti affermazioni categoriche di tipo sapienziale
antico =
v.37-38 tale la vita immortale
v.57-58: tale lo stato mortale
v. 104: la vita male
v. 143: funesto a chi nasce il d natale
Lultimo Leopardi: LA GINESTRA O FIORE DEL DESERTO canzone libera
scritta a Napoli nel 1836.
VERSI ANALIZZATI: 1-58/ 111-125 /
E considerato il testamento morale e poetico dello scrittore; la
lirica pi ampia di tutte; in essa c il vigore del pensiero
filosofico e la potenza della espressione e delle immagini.
a. 1) LA CITAZIONE INIZIALE dal Vangelo di S: GIOVANNI: E gli
uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce: la scelta assume
qui una veste ironica, per esprimere la sua opposizione 1) ai lumi(
= luce) della ragione affermati dagli Illuministi che ebbero la
pretesa di sconfiggere le tenebre della superstizione e
delloscurantismo; 2)al pensiero cristiano che vuole essere luce di
speranza2 per luomo
b. 2) La lirica muove dalla osservazione del desolato paesaggio
vesuviano che testimonia la potenza distruttiva della Natura : v.
1-6 : arida schiena = fianchi inariditi del Vesuvio/ formidabil
monte = termine dellindefinito; non serve per indicare non tanto
una montagna imponente ed elevata, quanto la sua potenza
distruttiva e si collega infatti con laltro aggettivo sterminator.
In contrasto con la terribile realt presente il richiamo allantico
splendore di Roma che dominava ( la qual fu donna = termine dotto-
medioevale con il significato di domina = padrona; uso del passato
remoto per indicare una realt completamente finita; donna de
mortali= coloro che sono destinati a morire un tempo, e del perduto
impero: sono tutte espressioni che proiettano in un passato lontano
e non rivivibile lo splendore di Roma e con lei la fine di epoche
gloriose) su quelle splendide contrade: l i nobili romani avevano
le loro splendide ville a POMPEI, ERCOLANO, STABIA, distrutte dalla
lava nel 70 d.C.c. Odorata ginestra ( vocativo v. 6).or ti riveggo
in questo suol .di tristi lochi ( latinismo) e dal mondo
abbandonati amante (costruisci: ginestra, amante di tristi lochi
abbandonati dal mondo): il costrutto alla latina; il tema della
desolazione si ritrova in altre espressioni: questi campi (una
volta erano campi arati, ora..)cosparsi di ceneri infeconde, e
ricoperti di impietrata lava ( lava che ha trasformato in pietra).
La ginestra dunque lunica presenza consoltrice in questo luogo
desolato:essa sparge i suoi cespi solitari compagna di afflitte
fortune(v. 16)fior gentile..commiserando le sfortune altrui (v.
34-35)dolcissimo odor mandi un profumo ( ricorda il
Foscolo-Sepolcri v. 172:mille di fiori al ciel mandano incensi)d.
3) Denuncia lottimismo degli ideologi del progresso ( Illuministi)
ma anche le concezioni spiritualistiche e religiose che collocano
luomo al centro delluniverso e proiettano la felicit in una vita
ultraterrena. Con tono sarcastico riprende: a queste piagge =
pianura- venga colui che d esaltar con lode il nostro stato ha in
uso= abituato a
e. 4) La Natura viene definita al v. 44 dura = crudele,
insensibile- nutriceche in un momento annullae pu con moti ..ancor
subitamente annichilare in tuttosempre in senso altamente
sarcastico le magnifiche sorti e progressive.
f. V. 52-53/ 56-57-58 Qui t imira e qui ti specchia, secol
superbo e scioccoe volti addietro i passi, del ritornar ti vanti e
procedere il chiami. L. rivolge una sprezzante apostrofe al suo
secolo che nel guardare indietro si sente superbo e definisce
progresso ci che invece e regresso.
g. 5) Cos egli rivendica il proprio coraggio di rifiutare
conforto illusorio da quelle concezioni o dottrine, asserendo la
propria dignitosa accettazione del VERO : dobbiamo avere il
coraggio di riconoscere la nostra fragilit, la piccolezza e quasi
la nullit del nostro mondo a confronto con limmensit
delluniverso
h. v. 111-e v. 114-125 : Nobil Natura =INDOLEcon franca lingua
nulla al ver detraendo, confessa il mal che ci fu dato in sorte, ed
il basso stato e il frale = fragile; quella che grande e forte
mostra s nl soffrir, n gli odii e lire fraterneluomo incolpando del
suo dolor,ma d la colpa a QUELLA CHE VERAMENTE REA, che de mortali
MADRE DI PARTO E DI VOLER MATRIGNA = veramente nobile lindole di
colui che ardisce sollevare gli occhi mortali al comune destino e
che con parlare sincero , senza nulla togliere al vero, riconosce
il male che ci fu dato in sorte e la nostra misera e fragile
condizione. Egli si mostra grande e forte nel soffrire e non
aggiunge alle miserie dettate dalla Natura, gli odi e le ire tra
fratelli, incolpando luomo del proprio dolore, ma d la colpa a chi
veramente colpevole, cio alla NATURA stessa, perch li genera come
una madre, ma poi si comporta come una matrigna.
i. 6) Da questa premessa scaturisce un appello alla SOLIDARIETA
fra gli uomini contro la NATURA MATRIGNA per gettare le basi per
una convivenza pi giusta e dignitosa
j. 7) Propone alla fine lODORATA GINESTRA come simbolo
dellEROICA TENACIA NEL DESERTO DELLESISTENZA ; essa esprime
latteggiamento dignitoso del poeta di fronte alla morte. v.297-317
: tornano nella parte finale i significati simbolici che il fiore
assumeva inizialmente. La ginestra appare pi saggia delluomo per il
suo atteggiamento di fronte alla Natura; essa accetta con dignit il
proprio fragile destino, senza avere piegato il capo prima del
tempo davanti al suo futuro oppressore, ma anche senza essersi
sollevata orgogliosamente verso il cielo , chiamandosi figlia
prediletta, o atteggiandosi superiore alle altre creature del
deserto .k. stile: argomentazione polemica + afflato poetico
*lucidit di pensiero;la sintassi molto complessa in rispondenza
della complessit del pensiero; allitterazioni presenti nella
ripetizioni delle consonanti r ed s, specie nella descrizione arida
del deserto e della ginestra, suo fiore. Linguaggio dellindefinito:
nella contemplazione del la vastit del mare o della profondit del
cielo stellato, in contrapposizione con il limite e la nullit della
terra. Manca del tutto la sensazione che compariva nellidillio l
INFINITO, cio labbandono poetico del naufragar mi dolce.l. N.B. in
questa canzone viene del tutto cancellato il tema delle dolci
illusioni che confortano o che sono contrapposte allARIDO VERO ;
esaurito anche il tema della rimembranza
============================================================
LE OPERETTE MORALI
Composte tra il 1823-1828 si possono definire SAGGI FILOSOFICI
DI PROSA POETICA:
Composte per lo pi a Recanati, furono pubblicate dalleditore
STELLA di Milano; una seconda edizione PIATTI a Firenze nel 1834,
fu ampliata; le ultime tre furono pubblicate postume
Lopera era stata progettata anni prima e L. ne aveva parlato
nella lettera allamico PIETRO GIORDANI :
FORMA: dialoghi satirici alla maniera di LUCIANO - retore e
filosofo greco del II sec. d.C.)
ARGOMENTO :...che trattino dei personaggi ed il ridicolo dei
costumi presenti o moderni....
e nello ZIBALDONE scrive di avere intenzione di trasportare
nella commedia ( intesa come commedia umana alla maniera dantesca,
quegli argomenti che erano propri della tragedia, cio: i vizi dei
grandi, i principi fondamentali delle calamit e della miseria
umana...della civilt presente...i vizi e le infamie non degli
uomini, ma dellUOMO...lo stato( la situazione) delle nazioni...
Conferma la scelta dellironia come forma pi adatta al tema ed al
fine :
FINE: scuotere la mia povera patria ed il secolo (i
contemporanei)...
Afferma di avere affidato alla LIRICA ( in quanto pi adatti al
tema = contenuto ed al fine = scopo) le armi dellaffetto e
dellentusiasmo e delleloquenza e dellimmaginazione,...mentre le
armi della ragione, della logica, della filosofia, ai DIALOGHI
LUCIANEI ( scritti alla maniera di Luciano) che io vo preparando =
che sto preparando: laffermazione risale al luglio 1827.
Lopera esprime in sintesi PESSIMISMO COSMICO
1) la crisi del poeta circa la benignit e provvidenzialit della
Natura nei confronti delluomo a cui avrebbe dato le illusioni -
come invece aveva affermato nello ZIBALDONE-
2)Laffermazione categorica che tutto male nella Natura
3) laffermazione della infelicit costituzionale dellessere in
antitesi con linsopprimibile desiderio di felicit
4) La Natura diviene IMPERSONALE, non ha come scopo n la felicit
n la conservazione dei viventi : solo CIRCUITO PERPETUO DI
PRODUZIONE , DISTRUZIONE , RICICLAGGIO DI MATERIA > scopo ultimo
la CONSERVAZIONE DELLA MATERIA stessa
5) Tuttavia lordine costituito nel mondo non eterno: esso anzi
destinato, cos com, a perire ( la concezione di un ordine mutevole
e quindi imperfetto, gli giungono dalle nuove teorie filosofiche,
anche quelle evoluzionistiche;
6) DAL PESSIMISMO COSMICO AL PESSIMISMO STORICO ...E poich
lordine storico specchio dellordine naturale che non si conserva,
dimostrabile anche attraverso i fatti storici stessi, ne consegue
che anche lordine stabilito dalluomo, muta continuamente)
6) la terra ed i suoi abitanti, costituiscono uno dei tanti
mondi, non occupa cio una posizione speciale ( VOLTAIRE
7) CONFRONTO TRA ANTICHI E MODERNI :: ben pi infelice la
condizione dei contemporanei rispetto agli antichi
a)per la ristrettezza della civilt cittadina ( rispetto al
contatto con la natura) , che genera conflittualit ed inaridisce (
concezione della conflittualit cittadina simile in Manzoni nei Pr.
Sp.)
b) per leducazione repressiva e falsa del suo tempo, che
trascura il corpo a favore dello spirito ( vengono meno i principi
classici della mens sana in corpore sano )
c) per lesasperato razionalismo che ha cancellato lIMMAGINAZIONE
e le ILLUSIONI ( = inganni benefici)
Tali concetti portano allaffermazione che linfelicit dei viventi
data dalla Natura ed comune a tutti gli uomini e a tutte le epoche:
NICHILISMO ASSIOLOGICO
Afferma comunque, nelle ultime operette, la necessit DI
ATTENUARE IL SENSO DI INFELICIT E DI NOIA, facendo RIVIVERE LE
ILLUSIONI, cio quelle opinioni che, bench false, generano atti e
pensieri nobili, forti, magnanimi e virtuosi, utili al bene comune
e privato
Occorre affrontare con DIGNIT e attraverso la SOLIDARIET fra gli
uomini il male del vivere: questo un atteggiamento EROICO ( gi
preromantico/ e romantico) che viene ribadito nella canzone ALLA
GINESTRA.
Anche di fronte alla tentazione di porre fine alla propria
esistenza destinata al dolore = suicidio, L. Afferma che ad
impedire il gesto estremo non tanto il valore dellesistenza a cui
non crede, ma i VINCOLI DI AFFETTO E DI FRATERNIT che ci legano
agli altri.
( gi nello ZIBALDONE alle accuse di misantropia che gli erano
state rivolte, egli aveva risposto: la mia filosofia non conduce
alla misantropia, come pu parere a chi la guarda
superficialmente... anzi la esclude... perch fa rea = colpevole la
NATURA e discolpando gli uomini totalmente ,rivolge lodio o se non
altro il lamento, ...allorigine vera dei mali de viventi)..Conclude
dicendo che luomo prendendo coscienza dei mali che gli infligge la
natura, deve, attraverso la solidariet, evitare di aggiungerne
altri, quelli che scambievolmente si procura con i suoi
simili.STILE E LESSICO
Nelle operette adotta forme letterarie tradizionali = usate cio
dai filosofi latini e greci , fino agli Illuministi, fra cui
lAPOLOGO mitologico e filosofico -
DIALOGO
la FINZIONE DEL MANOSCRITTO ANONIMO ( dialogo del Gallo
silvestre)
il FRAMMENTO APOCRIFO ( non autentico)
usa una PROSA ILLUSTRE che va dai trecentisti ai cinquecentisti
( Bembo -Trissino) e poi dallArcadia ai neoclassici : egli ritiene
la prosa allo stesso livello della poesia ed afferma che deve
distinguersi dal parlato e mirare allindefinito : PROSA POETICA
La letterariet dellopera comincia dal TITOLO che richiama gli
scritti di PLUTARCO ed i DIALOGHI di PLATONE, CICERONE, LUCIANO
seguendo anche i procedimenti usati dai moralisti del 1500, fino
agli illuministi
La CONVERSAZIONE risulta IMPERSONALE , perch ha il compito di
inquadrare in una cornice filosofica e quindi universale, temi che
altrimenti sarebbero rimasti nellambito della riflessione e della
esperienza personale leopardiana
Utilizza quindi con frequenza costrutti sintattici modellati
sulla prosa dei classici latini o sul classicismo del 1300-1500:
participi assoluti- oggettive allinfinito- senza luso del che
congiunzione + indicativo e congiuntivo; discorsi indiretti- verbi
costruiti alla latina : es. persuadere-invidiare + il dativo del
complemento di termine simmetria di vocaboli e di frasi - utilizzo
di ARCAISMI ( es. abiti = abitudini; stanza = dimora; alberghi =
abitazioni..) uso frequente di connettivi avversativi, consecutivi,
comparativi, per annodare i periodi
uso di locuzioni indefinite ( aggettivi ed avverbi che indicano
lindefinito) :
infinito-incomprensibile-lontano-immenso-ignoto-innumerabile-vasto-
incomparabilmente -indicibilmente... >> confrontare il
linguaggio nellINFINITO
LA FORTUNA DELLOPERA VA DISTINTO IL GIUDIZIO SUI CONTENUTI E
SULLO STILE. Fu giudicata in modo vario ed alterno dalla critica:
non fu molto apprezzata per i contenuti ( es. BENEDETTO CROCE =
neoidealista); fu invece apprezzata dai filosofi come SCHOPENHAUER
E NIETZSCHE che intesero la profonda unit di pensiero che lega le
Operette morali alle liriche leopardiane. Per lo stile fu ammirato
dai classicisti ( come PIETRO GIORDANI) ma anche da romantici (come
MANZONI E TOMMASEO). NEL 1900 furono apprezzate dal poeta VINCENZO
CARDARELLI e dagli scrittori della RONDA.
********************************************************************************OPERETTE
MORALI: Dialogo della Natura e di un islandese pag. 1259-1265
-ambientazione vaga- paesaggi esotici- descrizione sommaria
dellambiente, quel tanto per sottolineare la negativit e la
violenza della natura ( in questo appare pi preromantico che
romantico).
-L islandese incontra inaspettatamente la NATURA -PERSONIFICATA
in un punto imprecisato dellAfrica centrale; si trova faccia a
faccia con il suo nemico di sempre, da cui ha cercato di fuggire
per tutta la vita, ma che ora non pu pi evitare. A lei pone le
angoscianti domande esistenziali dopo averle raccontato tutti i
vani sforzi per cercare di vincere il suo stesso stato di naturale
infelicit e dolore: 1) la fuga dal contesto sociale, dove gli
uomini accrescono scioccamente il loro naturale stato di dolore,
con le incomprensioni quotidiane e con i conflitti 2) la vita in
totale solitudine ( qui non appare pi neppure la consolazione di
idealizzare il mondo umano che stato abbandonato-come nel dialogo
precedente ) che gli hanno accentuato noia, paura, angoscia; 3)
ricerca vana del luogo ideale, dove non vi siano pericoli di alcun
genere ( dovunque infatti ha trovato una natura violenta per le
intemperie, i rigori del freddo, lincomodo dei cocenti raggi
solari, animali pronti a procurargli malattie, ferite, morte, per
non parlare delle grandi catastrofi naturali come terremoti,
fenomeni vulcanici, straripamenti di corsi dacqua ecc.)
4) per evitare le malattie ha condotto una vita moderata, aliena
da ogni vizio, soffocando i desideri, fonti di piacere; risultato :
non ha goduto di nulla. E per non bastare si avvicina il tempo
lugubre ed amaro della vecchiezza...con un tristissimo declinare e
perdere senza colpa....
>>> e cos concludo che tu (= NATURA) sei nemica
scoperta degli uomini...tutto stato destinato da te per legge a
tutti i generi dei viventi
NATURA: Immaginavi forse che il mondo fosse fatto a causa
vostra?ISLANDESE : perch vivere dunque, se questo il nostro
destino, visto che luomo non ha scelto di venire al mondo? so bene
che non hai fatto il mondo al servigio degli uomini: piuttosto
crederei che lavessi fatto ed ordinato espressamente per
tormentarli. Ora domando: tho forse pregato di pormi in questo
universo? O mi sono intromesso violentemente e contro tua
voglia?... La Natura spiegher la sua funzione di conservatrice
della materia e del suo andare ciclicamenteULTIMO QUESITO:.. .Dimmi
quello che nessun filosofo mi sa dire: a chi piace / o a chi giova
cotesta vita infelicissima delluniverso? Anche questo quesito
rimarr senza risposta e si riproporr in molte altre opere
leopardiane.
il dialogo si conclude con la morte drammatica dellislandese -
fama che sia stato sbranato da due leoni magrissimi, che in tal
modo hanno possibilit di vivere qualche giorno di pi; // ci sono
alcuni che narrano che un vento fortissimo ed improvviso abbia
sepolto luomo sotto una montagna di sabbia e ne sia rimasto come un
monumento funebre :tempo dopo il suo corpo mummificato fu poi
ritrovato e portato in un museo di non so quale citt europea.
Non esiste quindi un finale certo, ma quella che certa senzaltro
la fine dellislandese: egli rappresenta lUOMO, che come gli altri
esseri della natura destinato a finire...non il pi privilegiato tra
gli esseri, anzi forse il pi indifeso di tutti: sembra che L.
Voglia applicare una specie di selezione naturale in cui gli chi
avr la meglio sar il MONDO MINERALE = la SABBIA =LA MATERIA
PURA.... da essa potrebbero scaturire nuovi esseri, magari nuovi
uomini - non importa se simili o no alluomo del passato.
COSI FORSE E SEMPRE SUCCESSO FIN DALLE EPOCHE PASSATE, in una
continua palingenesi ( rinascita dopo la distruzione ( come
dicevano gli stoici)...
E quei viaggiatori che recuperano lIslandese mummificato chi
sono?
L. Forse in tono ironico vuole indicare luomo moderno, che tutto
vuole scoprire, analizzare... conoscere il vero.
Alla fine per la sua ricerca si risolver in un accumulo di
cadaveri da esporre in un museo.
Come viene presentata la NATURA?Una forma smisurata di donna ,
seduta in terra, con il busto diritto, appoggiato il dosso = la
schiena ed il gomito a una montagna...di volto tra bello e
terribile : enormit della Natura: laggettivo smisurato da un senso
di infinito e di enormemente potente di fronte alla fragilit
delluomo; seduta a terra, il busto diritto = a toccare cielo e
terra, immobilit, freddezza statuaria; concezione pre-romantica e
romantico- nordica: la Natura SUBLIME proprio nel presentarsi nel
duplice aspetto che STUPISCE luomo; l potremmo paragonare alla
SFINGE, apparentemente attraente nel bel volto di donna, ma leonina
nel corpo; la potremmo paragonare alle SIRENE che stupivano i
marinai, ma erano pesci che uccidevano... La MITOLOGIA propone al
L. Dei modelli.
I luoghi esotici , i paesaggi lontani e fuori dallECUMENE della
terra,luoghi cio disabitati, impervi, tremendi per gli opposti
climi, in cui si provano i rigori pi intensi e i caldi pi torridi,
completano perfettamente il quadro ambientale e preparano
psicologicamente al dramma finale: sono paesaggi TIPICAMENTE
PRE-ROMANTICI.
Dalle OPERETTE MORALI: Dialogo di un venditore di almanacchi e
di un passeggere
Scarica da internet il testo
E un dialogo breve, ma stringente nelle argomentazioni; un
susseguirsi di interrogativi da parte del passeggere ( un signore-
filosofo- lo stesso Leopardi) e le risposte brevi di un umile
venditore di calendari.
La vicenda senzaltro ambientata in una notte di S. Silvestro (
cos almeno si intuisce dal tema), ma come sempre non ci sono
indicazioni precise spazio- temporali: infatti siamo nellambito
della prosa filosofica e quindi tutto si svolge fuori dal tempo e
della situazione particolare: si riflette sulla condizione
esistenziale delluomo, di ogni uomo. La conclusione infatti ci fa
capire che nessun uomo ( ricco o potente che sia ) pu essere
felice, a meno che eviti di pensare al significato del suo
esistere.Lumile uomo che si accontenta della propria vita, ha
ancora la capacit di SPERARE
( PROIETTARE CIOE LA FELICITA IN UN FUTURO = LANNO NUOVO, CHE
GLI PORTERA FORTUNA.) Il filosofo non pu sperare nella fortuna che
qualcosa di magico, irrazionale, non controllabile dalla sua
volont.
Alla fine per il poeta- filosofo Leopardi, quasi con atto di
piet, non vuole disilludere il buon uomo ed anzi compra il
calendario pi bello e pi costoso , lasciandolo con le sue illusioni
di felicit futura ( esattamente come aveva fatto con il garzoncello
del sabato del villaggio al quale aveva augurato una giovinezza pi
lunga possibile nella illusione.)PASSEGGERE = LEOPARDI STESSO, IL
LEOPARDI FILOSOFO che ha scoperto la verit sulla vita attraverso il
suo razionalismo ( illuminista), ma poi dentro di s riconosce che
forse sarebbe stato meglio vivere con le illusioni ed alla fine non
se la sente di insistere: una specie DI PIETA VERSO lUOMO CHE
SOFFRE, lo fa sentire SOLIDALE CON LUI, nel tentativo di salvare le
illusioni. ( compera cos il calendario pi bello)Lo ZIBALDONE DI
PENSIERI
pu essere letto: strutturalmente vale a dire in funzione delle
altre opere
o seguendo lo svolgersi per singoli temi
il linguaggio immediato ed asciutto, ma non freddo n arido.
OPERE1818-1823 LE CANZONI.
Hanno valore politico o civile e sviluppano i seguenti temi
:
b) Pessimismo storico esaltazione delle antiche et, delle loro
illusioni e del positivo rapporto con la natura. Condanna della
decadenza italiana. Impoeticit del mondo modernob) VITA CIVILE E
POESIE DOCCASIONE
ALLA PRIMAVERA- INNO AI PATRIARCHI - AD ANGELO MAI - A UN
VINCITORE DI PALLONE
NELLE NOZZE DELLA SORELLA PAOLINA
NellULTIMO CANTO DI SAFFO intuizione della negativit della
Natura, non pi vista come madre
PRIMI IDILLI
LINFINITO -LA SERA DEL d DI FESTA -ALLA LUNA
Partono dalla stessa visione ma realizzano la poetica
dellindefinito , delle rimembranze, del sentimento.Trova spazio
lIMMAGINAZIONE che va oltre il vero
GRANDI IDILLI.
Temi la nostalgia per le illusioni perdute: A SILVIA-LE
RICORDANZE
Tema della rimembranza ( sogni ed illusioni lontane, della
adolescenza ) collegate con le figure
femminili diSilvia e Nerina.
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA- IL SABATO DEL
VILLAGGIOraffigurazione della semplice e serena vita paesana che
contrastano con la conclusione negativa che il piacere figlia
daffanno e che vive solo nellattesa.
PASTORE ERRANTE DELLASIA :le grandi domande esistenziali senza
risposta e la denuncia inesorabile che la vita male.
CICLO DI ASPASIAcanti ispirati dallardente passione per Fanny
Targioni Tozzetti conclusi con lamara delusione e la rinuncia a
rinnovare gli inganni delle illusioni.
LA GINESTRALa pi ampia e complessa lirica leopardiana, che
riassume in modo potente tutti i temi della sua poesia:
c) la potenza distruttiva della natura
d) la piccolezza e fragilit delluomo di fronte alluniverso.
e) lingannevole progresso e la falsit dellantropocentrismo sia
laico che religioso.
f) propone in modo chiaro gli uomini, affinch eliminino tra loro
le conflittualit e nella coscienza del loro destino si sostengano a
vicenda contro la Natura matrigna.
g) LE FONTI - LE SCELTE METRICHE IL LESSICO -
Le fonti a cui si ispira sono:
h) i classici latini e greci: OOMERO-VIRGILIO-ORAZIO
i) I classici del 1300: DANTE, ma soprattutto il TETRARCA (per
il suo continuo rapportare uomo-Natura- e per laspetto lirico della
sua poesia)
j) i classici del 1500 : in particolare TASSO pi vicino alla
sensibilit romantica
k) alcuni ILLUMINISTI( ROUSSEAU )e i PRE-ROMATICI:
-YONG-GOETHE
scelte metriche :
CANZONE LIBERA LEOPARDIANA - supera tuttavia gli schemi e le
forme rigide della "canzone del Petrarca" :si notano infatti
asimmetrie fra la lunghezza del metro e la lunghezza del periodo
sintattico: a volte coincidono , a volte si spezzano
a. strofe di varia misura;
b. alternanza di ENDECASILLABI e SETTENARI,ma senza rispettare
schemi fissi
c. eliminazione della rima
IDILLIO a schema libero caratteristiche:
d. parallelismi (fig.ret. che consiste nell'accostare due frasi
che ripetono la stessa struttura sintattica, con effetto "ritmico".
spesso combinato con l'sntitesi o il chiasmo.
e. rime interne
f. assonanze ( assai frequente nella poesia , affine alla
"rima"e si pu parlare di OMOFONIA= medesimi suoni di vocali, ma non
di consonanti ( es. era /pareva)g. consonanze: affine alla
assonanza ed alla rima = medesimi suoni consonantici(es.
"della,alla,valle")
h. allitterazioni : ripetizioni di sillabe o suoni
uguali,all'inizio di parole vicinei. musicalit del linguaggio
(FUNZIONE FONOSIMBOLICA)
lessico:
j. vocaboli del quotidiano,del parlato
k. vocaboli arcaici o arcaismi
l. latinismi
m. uso del plurale al posto del singolare (sovrumani
spazi-sovrumani silenzi)per rendere il vago, lindeterminato,
linfinito
n. vocaboli dellINFINITO/ FINITO dellINDETERMINATO/ DETERMINATO-
del VICINO/ LONTANO contrapposti
o. costruzione della frase alla latinap. alternanza di aggettivi
o pronomi dimostrativi :questo per richiamare la "concretezza"
quello, per richiamare la "lontananza indefinita"q. ANTIFRASI:
contrasto vita / morte; giovinezza /vecchiaia;finito/ infinito/
presente/passator. I TEMPI VERBALI :
uso intenzionale dei tempi verbali, non solo come semplice
rapporto del prima e del dopo, ma con significato simbolico:
INDICATIVO PRESENTE= tempo della realt= sia le azioni concrete che
si svolgono sotto gli occhi del poeta, nelle parti descrittive
delle liriche; sia per indicare la realta del cuore del poeta: le
sue delusioni,la sua sconsolata certezza del dolore del vivere; sia
la realt filosofica che egli esprime nella parte riflessiva delle
liriche, che assumono cos valore di sentenza.INDICATIVO PASSATO
REMOTO = per indicare una esperienza bella e totalmente passata,
che pu essere rivissuta solo attraverso il ricordo: A Silvia- La
ginestra.
INDICATICO IMPERFETTO = per esprimere azioni iterative (
ripetute ed abituali) nel passato: rimembranza nel passato.
MODO IMPERATIVO: godi, fanciullo ( usato raramente)-spesso in
tono ironico-sarcastico, per coinvolgere direttamente il
lettore
MODO GERUNDIO SEMPLICE per proposizioni temporali coordinate
alla reggente => " mentre" (es. sedendo e mirando
:INFINITO-sedendo (il pastore) giacendo (le pecore) PASTORE ERRANTE
DELLASIA
struttura sintattica del periodo
Negli idilli maggiore per luso di costruzione PARATATTICA:
proposizioni principali e/o coordinate ( per congiunzione
coordinativa) o per asindeto ( con la virgola, senza
congiunzione)
metrica
IDILLIO: ha la struttura metrica della "canzone libera" ma pi
breve: 2-3