Comune di Salsomaggiore Terme - PIANO DI PROTEZIONE CIVILE Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 1 di 35 2. ANALISI DEI RISCHI In questo capitolo vengono analizzate le possibili fonti di pericolo presenti sul territorio comunale, ricostruite sulla base delle risultanze della ricerca storica, delle analisi territoriali degli strumenti di pianificazione di vario livello (PSC, PTCP, PAI, PGRA ecc.), del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione, del Piano Provinciale di Protezione Civile, delle informazioni acquisite dagli Enti che hanno competenze nella gestione del territorio, delle verifiche dirette di campagna. Le tipologie di rischio considerate sono: da fenomeni meteorologici avversi (vento, temperature estreme, neve) idrogeologico e idrogeologico per temporali idraulico sismico chimico, tecnologico e industriale da incendi boschivi da trasporti scomparsa persone igienico – sanitario Rischio interruzioni prolungate di energia elettrica (black out) L’analisi dei vari rischi è stata approfondita in modo differente a seconda della sever ità degli stessi, della loro prevedibilità e delle informazioni disponibili. Nel presente capitolo gli scenari associati alle criticità idraulica, idrogeologica ed idrogeologica per temporali vengono trattati insieme, dal momento che per le caratteristiche del territorio i fenomeni che provocano tali scenari sono molto simili. Qualche differenza nei tempi di formazione e propagazione a valle delle onde di piena si può rilevare per il torrente Stirone, ma anche in questo caso i tempi sono ridotti ad un paio di ore circa dal picco di precipitazione sul bacino idrografico. Oltre a ciò, si deve considerare che nessuno dei corsi d'acqua del territorio è soggetto al Servizio di piena, pertanto su tutti occorre predisporre un Presidio territoriale idrogeologico. Per i motivi di cui sopra, anche nel capitolo 4 si è optato per descrivere un unico modello di intervento che riguarda gli allagamenti connessi all’incapacità di smaltimento delle reti fognarie urbane, i fenomeni misti idrogeologici-idraulici che interessano il reticolo idrografico minore collinare-montano, gli eventi di piena dei torrenti principali. Una trattazione a parte, sia in termini di descrizione dello scenario che in termini di modello di intervento, viene effettuata per l'attivazione di eventi franosi rilevanti, che appartengono sempre alla categoria delle criticità idrogeologiche, ma che presentano caratteristiche differenti sia in termini di tempistiche di attivazione dei fenomeni che di necessità operative.
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2. ANALISI DEI RISCHI - Salsomaggiore Terme · Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 1 di 35 2. ANALISI DEI RISCHI In questo capitolo vengono analizzate le possibili fonti di pericolo
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Comune di Salsomaggiore Terme - PIANO DI PROTEZIONE CIVILE
Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 1 di 35
2. ANALISI DEI RISCHI
In questo capitolo vengono analizzate le possibili fonti di pericolo presenti sul territorio
comunale, ricostruite sulla base delle risultanze della ricerca storica, delle analisi territoriali degli
strumenti di pianificazione di vario livello (PSC, PTCP, PAI, PGRA ecc.), del Programma
Provinciale di Previsione e Prevenzione, del Piano Provinciale di Protezione Civile, delle
informazioni acquisite dagli Enti che hanno competenze nella gestione del territorio, delle
verifiche dirette di campagna.
Le tipologie di rischio considerate sono:
da fenomeni meteorologici avversi (vento, temperature estreme, neve)
idrogeologico e idrogeologico per temporali
idraulico
sismico
chimico, tecnologico e industriale
da incendi boschivi
da trasporti
scomparsa persone
igienico – sanitario
Rischio interruzioni prolungate di energia elettrica (black out)
L’analisi dei vari rischi è stata approfondita in modo differente a seconda della severità degli
stessi, della loro prevedibilità e delle informazioni disponibili.
Nel presente capitolo gli scenari associati alle criticità idraulica, idrogeologica ed
idrogeologica per temporali vengono trattati insieme, dal momento che per le caratteristiche del
territorio i fenomeni che provocano tali scenari sono molto simili. Qualche differenza nei tempi di
formazione e propagazione a valle delle onde di piena si può rilevare per il torrente Stirone, ma
anche in questo caso i tempi sono ridotti ad un paio di ore circa dal picco di precipitazione sul
bacino idrografico. Oltre a ciò, si deve considerare che nessuno dei corsi d'acqua del territorio è
soggetto al Servizio di piena, pertanto su tutti occorre predisporre un Presidio territoriale
idrogeologico.
Per i motivi di cui sopra, anche nel capitolo 4 si è optato per descrivere un unico modello di
intervento che riguarda gli allagamenti connessi all’incapacità di smaltimento delle reti fognarie
urbane, i fenomeni misti idrogeologici-idraulici che interessano il reticolo idrografico minore
collinare-montano, gli eventi di piena dei torrenti principali.
Una trattazione a parte, sia in termini di descrizione dello scenario che in termini di modello
di intervento, viene effettuata per l'attivazione di eventi franosi rilevanti, che appartengono sempre
alla categoria delle criticità idrogeologiche, ma che presentano caratteristiche differenti sia in
termini di tempistiche di attivazione dei fenomeni che di necessità operative.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 2 di 35
2.1. Fenomeni meteorologici avversi
Con questa denominazione si intendono gli eventi atmosferici in grado di arrecare gravi
danni alla collettività, in analogia a quanto previsto nel Sistema regionale di allertamento vengono
qui considerati i seguenti fenomeni: vento, temperature estreme, neve, ghiaccio e pioggia che
gela.
I temporali potrebbero rientrare in questa categoria, ma per le tipologie di criticità che
possono determinare sul territorio, e in analogia con quanto codificato nel Sistema regionale di
allertamento, verranno trattati unitamente alle criticità idrogeologiche.
2.1.1. Vento
Il Sistema regionale di allertamento prende in considerazione i fenomeni di vento che
possono determinare criticità sul territorio, nelle varie sottozone di allerta (vd. Capitolo 4.3),
distinte per fascia altimetrica. Per la definizione dei valori di soglia si fa riferimento allo schema
proposto dal CNMCA (Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica), basato
sull’intensità del vento, classificata secondo la scala Beaufort in dodici categorie descritte nella
tabella seguente.
Scala Beaufort della velocità del vento
L’allerta per vento viene emessa con intensità orarie previste superiori ai 28 nodi (Beaufort
7) per le sottozone A2, B1, B2, C2, D1, D2, E2, F, G2, H2, H1, per una durata superiore almeno
alle tre ore consecutive. Per le sottozone di crinale A1, C1, E1, G1 l’allerta viene emessa con
intensità orarie previste superiori ai 34 nodi (Beaufort 8) per una durata superiore almeno alle tre
ore consecutive. Salsomaggiore ricade in zona H1.
La valutazione della criticità in fase di previsione è articolata in quattro codici colore dal
verde al rosso, con soglie di intensità di vento crescente, cui sono stati associati gli scenari di
evento ed i possibili effetti e danni sul territorio, sintetizzati nella Tabella seguente. Poiché gli
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effetti delle raffiche e del vento dipendono strettamente dalla vulnerabilità del territorio colpito, il
codice colore esprime un impatto “standard”, relativo a condizioni medie di vulnerabilità.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 4 di 35
CRITICITA' PER VENTO: TABELLA SCENARI – EFFETTI – DANNI
CODICE COLORE
SOGLIE (Nodi – Gradi
Beaufort)
SCENARIO DI EVENTO
POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
< 28 nodi - (< B 7)
per le sottozone
G2, H2, H1
Calma di vento
– Brezza
– Vento fresco
Non si escludono eventuali danni localizzati non
prevedibili
GIA
LL
O
> 28 nodi < 34
nodi (B 7) per le
sottozone G2,
H2, H1
Vento forte
con possibili
raffiche
- Possibili localizzati danni alle strutture di
pertinenza delle abitazioni (tettoie, pergolati e
similari) ed agli impianti od alle infrastrutture di
tipo provvisorio (tensostrutture, installazioni per
iniziative commerciali, sociali, culturali, strutture di
cantiere e similari e strutture balneari in
particolare durante la stagione estiva).
- Possibili locali limitazioni della circolazione
stradale per la presenza di oggetti di varia natura
trasportati dal vento e difficoltà per particolari
categorie di veicoli quali mezzi telonati, roulotte,
autocaravan, autocarri o comunque mezzi di
maggior volume.
- Possibili isolate cadute di rami e/o alberi, pali
della segnaletica stradale e pubblicitaria.
- Possibili sospensioni dei servizi di erogazione di
fornitura elettrica e telefonica a seguito di danni
delle linee aeree.
AR
AN
CIO
NE
> 34 nodi < 48 nodi (B 8 – B 9) per le sottozone G2, H2, H1
Vento molto forte con associate raffiche
- Possibili danni alle coperture degli edifici abitativi
e produttivi (tegole, comignoli, antenne), alle
strutture di pertinenza delle abitazioni (tettoie,
pergolati e similari), agli immobili produttivi
(capannoni, allevamenti, complessi industriali,
centri commerciali) ed agli impianti od alle
infrastrutture di tipo provvisorio (tensostrutture,
installazioni per iniziative commerciali, sociali,
culturali, strutture di cantiere e similari e strutture
balneari in particolare durante la stagione estiva).
- Possibili limitazioni o interruzioni della
circolazione stradale per la presenza di oggetti di
varia natura trasportati dal vento e difficoltà di
circolazione per particolari categorie di veicoli
quali mezzi telonati, roulotte, autocaravan,
autocarri o comunque mezzi di maggior volume.
- Possibili cadute di rami e/o alberi, pali della
segnaletica stradale e pubblicitaria
- Probabili sospensioni dei servizi di erogazione di
fornitura elettrica e telefonica a seguito di danni
delle linee aeree.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 5 di 35
CODICE
COLORE
SOGLIE (Nodi – Gradi
Beaufort)
SCENARIO DI EVENTO
POSSIBILI EFFETTI E DANNI R
OS
SO
> 48 nodi
(B 10)
per le sottozone
G2, H2, H1
Vento molto
forte e di
tempesta con
associate
raffiche e
possibili
trombe d'aria
- Gravi danni e/o crolli delle coperture degli edifici
abitativi e produttivi (tegole, comignoli, antenne),
gravi danni alle strutture di pertinenza delle
abitazioni (tettoie, pergolati e similari), agli
immobili produttivi (capannoni, allevamenti,
complessi industriali, centri commerciali), agli
impianti od alle infrastrutture di tipo provvisorio
(tensostrutture, installazioni per iniziative
commerciali, sociali, culturali, strutture di cantiere
e similari e strutture balneari in particolare durante
la stagione estiva).
- Probabili limitazioni o interruzioni anche
prolungate della circolazione stradale per la
presenza di oggetti di varia natura trasportati dal
vento e gravi disagi alla circolazione soprattutto
per particolari categorie di veicoli quali mezzi
telonati, roulotte, autocaravan, autocarri o
comunque mezzi di maggior volume.
- Diffuse cadute di rami e/o alberi anche di alto
fusto, pali della segnaletica stradale e
pubblicitaria.
- Probabili sospensioni anche prolungate dei
servizi di erogazione di fornitura elettrica e
telefonica a seguito di danni delle linee aeree.
- Possibili limitazioni o interruzioni del
funzionamento delle infrastrutture ferroviarie.
In caso di trombe d’aria:
- Parziali o totali scoperchiamenti delle coperture
degli edifici abitativi e produttivi e interessamento
delle linee e infrastrutture elettriche e telefoniche e
sdraio e altro (tutti gli oggetti e i detriti sollevati in
aria da una tromba d’aria non solo ricadono in
verticale ma vengono trasportati anche in
orizzontale a velocità notevolissime).
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 6 di 35
Le trombe d’aria sono violenti vortici d’aria con una particolare componente ascensionale
che si originano alla base di un cumulonembo e giungono a toccare il suolo, sono spesso
associati a temporali molto violenti.
Nelle regioni settentrionali il periodo di incidenza maggiore si verifica verso la fine della
stagione estiva. Accade con una certa frequenza che le zone della pianura parmense vengano
interessate da trombe d'aria, in genere tali fenomeni non raggiungono la violenza tipica delle
regioni Americane, ma in taluni casi avvenuti in passato hanno comunque determinato ingenti
danni ed un evento ha addirittura causato delle vittime.
La pericolosità delle trombe d'aria è elevata, in quanto si tratta di fenomeni che liberano
notevole energia, in grado di danneggiare o distruggere le strutture che incontrano con grave
rischio per l’incolumità delle persone eventualmente presenti.
Trombe d'aria: principali eventi verificatisi nella pianura di Parma
Uno dei più forti tornado mai abbattutosi sul parmense si verificò il 4 luglio 1965 a
Torricella di Sissa, causò tre vittime, un’ottantina i feriti e numerosi edifici furono
semidistrutti.
Il 10 agosto 1999 un tornado interessò la zona di Samboseto di Busseto, causando
danni ad alcune aziende agricole.
L’8 luglio 2000 fu colpita la zona tra i paesi di Trecasali e Vicomero. Secondo gli esperti,
in base ai danni procurati, questo tornado può essere classificato come F2 (venti al suo
interno tra i 181 e 251 km/h) secondo la Scala Fujita*.
nel 2002 una tromba d’aria causò molti danni tra San Secondo e Sissa.
Nel 2017 una tromba d’aria ha colpito Castell'Aicardi di San Secondo causando ingenti
danni alle abitazioni civili ed aziende agricole.
Alcune delle informazioni sono tratte dal sito: Meteoparma.com
2.1.2. Temperature estreme
Il Sistema regionale di allertamento prende in considerazione le criticità connesse ai
fenomeni di temperature anomale previste, rispetto alla media regionale, in riferimento a
significative condizioni sia di freddo nei mesi invernali sia di caldo nei mesi estivi, per gli effetti
che tali condizioni possono avere sia sulle persone che sul territorio in generale.
ONDATE DI CALORE
L’indicatore per le temperature elevate è l’indice di Thom, che esprime il cosiddetto “disagio
bioclimatico” dell’organismo alle condizioni di caldo umido.
La valutazione della criticità per temperature elevate in fase di previsione è articolata in
quattro codici colore dal verde al rosso, con soglie di indici di Thom crescenti, cui sono stati
associati gli scenari di evento ed i possibili effetti e danni correlati, riassunti nella Tabella
seguente. Salsomaggiore ricade in zona H1.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 7 di 35
CRITICITA' PER TEMPERATURE ELEVATE: TABELLA SCENARI – EFFETTI – DANNI
CODICE
COLORE
SOGLIE
(Indice di Thom) SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
< 24° Assenza di fenomeni significativi prevedibili.
Non si escludono eventuali danni localizzati non prevedibili
GIA
LL
O
= 24° Temperature e umidità relativa medio-alte, con percezione di debole disagio bioclimatico.
Limitate conseguenze sulle condizioni di salute delle persone più vulnerabili.
AR
AN
CIO
NE
= 25°
o almeno 3 giorni
consecutivi
= 24°C
Temperature e umidità relativa alte prolungate su più giorni, associate alla percezione di disagio bioclimatico.
Colpi di calore e disidratazione in seguito ad elevate esposizioni al sole e/o attività fisica.
R
OS
SO
> 25°
o 3 giorni
consecutivi
= 25°C
Temperature ed umidità relative elevate e persistenti, associate alla percezione di forte disagio bioclimatico.
Gravi conseguenze sulle condizioni di salute delle persone più vulnerabili
Il Comune aggiorna annualmente il proprio Piano “Linee di intervento per mitigare
l'impatto delle ondate di calore”, nel quale sono stabiliti i protocolli e le misure per fare fronte a
questa tipologia di fenomeno.
TEMPERATURE RIGIDE
L’indicatore per le temperature rigide è la combinazione della temperatura media e della
temperatura minima giornaliera, perché entrambe risultano significative per gli effetti sia sui
singoli individui sia sulle infrastrutture e sull’ambiente.
La valutazione della criticità per temperature rigide in fase di previsione è articolata in
quattro codici colore dal verde al rosso, con soglie di temperatura decrescenti, cui sono stati
associati gli scenari di evento associati ed i possibili effetti e danni correlati, riassunti nella Tabella
seguente. Salsomaggiore ricade in zona H1.
CRITICITA' PER TEMPERATURE RIGIDE: TABELLA SCENARI – EFFETTI – DANNI
CODICE
COLORE
SOGLIE
(T med o T min) SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
T med > 0°C per le sottozone A2, B1, B2, C2, D1, D2, E2, F, G2,
H2, H1
Assenza di fenomeni significativi prevedibili.
Non si escludono eventuali danni
localizzati non prevedibili
GIA
LL
O
T min < - 8°C o T med < 0°C per le sottozone A2, B1, B2, C2, D1, D2, E2, F, G2, H2, H1
Temperature medie giornaliere o temperature minime rigide.
Problemi per l’incolumità delle persone senza dimora esposte a livelli di freddo elevato
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 8 di 35
AR
AN
CIO
NE
T min < - 12°C o T med < -3°C
per le sottozone A2, B1, B2, C2, D1, D2, E2, F, G2, H2, H1
Temperature medie
giornaliere o temperature
minime molto rigide
- Rischi per la salute in caso di prolungate esposizioni all’aria aperta
- Disagi alla viabilità e alla circolazione stradale e ferroviaria
R
OS
SO
T min < -20°C o T med < - 8°C per le sottozone A2, B1, B2, C2, D1, D2, E2, F, G2, H2, H1
Persistenza di temperature medie giornaliere rigide, o temperature minime estremamente rigide.
- Rischi di congelamento per esposizioni all’aria aperta anche brevi.
- Ingenti e prolungate interruzioni del trasporto pubblico.
2.1.3. Neve
Di norma le nevicate recano con sé problematiche di carattere ordinario, tuttavia qualora il
fenomeno si manifesti con notevole intensità possono crearsi condizioni che rientrano nell’ambito
della protezione civile.
Il Sistema regionale di allertamento prende in considerazione le nevicate che possono
determinare criticità sul territorio, nelle varie sottozone di allerta (vd. Capitolo 4.3), distinte per
fascia altimetrica. L’indicatore utilizzato è l’accumulo medio di neve al suolo in cm nell’arco di 24
ore, i valori di soglia sono distinti per ogni sottozona, Salsomaggiore ricade nella zona H1.
La valutazione della criticità per neve in fase di previsione è articolata in quattro codici
colore dal verde al rosso, con soglie di accumulo di neve, cui sono stati associati gli scenari di
evento ed i possibili effetti al suolo e danni sul territorio, riassunti nella Tabella seguente.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 9 di 35
CRITICITA' PER NEVE: TABELLA SCENARI – EFFETTI – DANNI
CODICE
COLORE
SOGLIE
(cm accumulo/h24)
SCENARIO DI
EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
< 10 cm per le
sottozone G2, H1
Nevicate deboli o intermittenti. Pioggia mista a neve con accumulo poco probabile.
Non prevedibili, non si escludono locali problemi alla viabilità.
GIA
LL
O
10-30 cm per le
sottozone G2, H1
Nevicate da deboli a moderate, incluse le situazioni di forte incertezza sul profilo termico (neve bagnata in pianura).
Possibili disagi alla circolazione dei veicoli con locali rallentamenti o parziali interruzioni della viabilità e disagi nel trasporto pubblico e ferroviario. - Possibili fenomeni di rottura e caduta di rami. - Possibili locali interruzioni dell’erogazione dei servizi essenziali di rete (energia elettrica, acqua, gas, telefonia).
AR
AN
CIO
NE
30-60 cm per le
sottozone G2, H1
Nevicate di intensità moderata e/o prolungate nel tempo. Alta probabilità di profilo termico sotto zero fino in pianura.
Probabili disagi alla circolazione dei veicoli con diffusi rallentamenti o interruzioni parziali o totali della viabilità e disagi nel trasporto pubblico e ferroviario. - Probabili fenomeni di rottura e caduta di rami. - Possibili interruzioni anche prolungate dell’erogazione dei servizi essenziali di rete (energia elettrica, acqua, gas, telefonia).
R
OS
SO
> 60 cm per le
sottozone G2, H1
Nevicate molto intense, abbondanti con alta probabilità di durata prossima alle 24h. Profilo termico sensibilmente sotto lo zero.
Gravi disagi alla circolazione stradale con limitazioni o interruzioni parziali o totali della viabilità e possibile isolamento di frazioni o case sparse. - Gravi disagi al trasporto pubblico ferroviario. - Diffusi fenomeni di rottura e caduta di rami. - Possibili prolungate e/o diffuse interruzioni dell’erogazione dei servizi essenziali di rete (energia elettrica, acqua, gas, telefonia). - Possibili danni a immobili o strutture vulnerabili.
Le zone del territorio maggiormente esposte alle nevicate critiche possono variare a
seconda dell'evoluzione del fenomeno meteorologico, ma in linea di massima sono costituite dai
settori altimetricamente più elevati ed a quelli esposti a nord.
Le case sparse e le frazioni raggiungibili da una sola direttrice stradale rappresentano
invece le aree più vulnerabili.
Per quanto riguarda la gestione delle operazioni di sgombero neve ed attività connesse si fa
riferimento a quanto previsto dal Piano neve del Comune.
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2.1.3. Ghiaccio e pioggia che gela
Il Sistema regionale di allertamento prende in considerazione le criticità connesse ai fenomeni
di gelate e pioggia che gela al suolo, che possono determinare criticità nelle varie sottozone di
allerta, distinte per fascia altimetrica. Salsomaggiore ricade in zona H1.
Le due tipologie di fenomeno, caratterizzate da scenari di evento differenti, generano effetti
e danni correlati in parte simili. Tipicamente il ghiaccio si forma in condizioni di cielo sereno con
temperature inferiori a 0°C in presenza di neve al suolo; la pioggia che gela invece è prodotta da
gocce di pioggia che diventano sopraffuse mentre attraversano uno spesso strato d’aria molto
fredda (alcuni gradi sotto 0°C) vicina al suolo. In questo caso le gocce d’acqua congelano appena
impattano un oggetto, ad es. gli alberi, i cavi dell’elettricità, le ali degli aerei sulle piste, e infine
per ultimo il suolo. Il ghiaccio e la pioggia che gela si distinguono per la possibilità o meno di
mettere in campo azioni preventive: nel caso di ghiaccio sono possibili degli interventi per
prevenirne la formazione al suolo (es. spargimento di sale sulle strade), mentre, ad oggi, non si è
in grado di intervenire in modo attivo su una superficie stradale colpita da pioggia che gela.
La valutazione della criticità per ghiaccio o pioggia che gela in fase di previsione è articolata
in codici colore dal verde al rosso. Lo scenario di ghiaccio al suolo genera sempre criticità gialla
per la circolazione stradale, mentre la pioggia che gela è un fenomeno dagli effetti più gravosi e
non contrastabili, classificabile come criticità arancione o elevata rossa a seconda dell’estensione
e della durata prevista. Gli scenari di evento associati a ciascun codice colore, ed i possibili effetti
al suolo e danni correlati, sono riassunti nella Tabella seguente.
CRITICITA' PER GHIACCIO o PIOGGIA CHE GELA: TABELLA SCENARI–EFFETTI–DANNI
CODICE COLORE
SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
Assenza di fenomeni significativi prevedibili.
Non prevedibili, non si escludono eventuali problemi alla viabilità
GIA
LL
O
Estesa formazione di ghiaccio o possibili episodi di pioggia che gela
Possibili disagi alla circolazione dei veicoli con locali rallentamenti o interruzioni parziali della viabilità.
AR
AN
CIO
NE
Elevata probabilità di pioggia che gela
- Gravi disagi alla circolazione stradale, anche ciclo-pedonale, con possibili rallentamenti o interruzioni parziali della viabilità. - Possibili disagi nel trasporto pubblico e ferroviario. - Possibili cadute di rami spezzati con conseguente interruzione parziale o totale della sede stradale. - Possibili interruzioni dell’erogazione di servizi essenziali causate da danni alle reti aeree.
R
OS
SO
Pioggia che gela diffusa e persistente (> 10 mm)
- Gravi e/o prolungati problemi alla circolazione stradale, con prolungate condizioni di pericolo negli spostamenti. - Disagi nel trasporto pubblico e ferroviario con ritardi o sospensioni anche prolungate dei servizi. - Probabili cadute di rami spezzati con conseguente interruzione parziale o totale della sede stradale. - Gravi e/o prolungati problemi nell’erogazione di servizi essenziali causati da danni diffusi alle reti aeree.
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2.2. Rischio idrogeologico per temporali, idrogeologico ed idraulico
Nel presente capitolo vengono definiti gli scenari di evento relativamente alle criticità
idrogeologiche, idrogeologiche per temporali ed idrauliche.
Per le informazioni descrittive relativamente ai corsi d'acqua principali si rimanda al capitolo
1.5.
Vengono inoltre riportati i punti che evidenziano particolari criticità, soggetti a monitoraggio
a cura dell'UTC e dell'Organizzazione di volontariato di protezione civile Prociv Arci Favalesi.
2.2.1. Rischio idrogeologico per temporali ed idrogeologico (rete idrografica
minore).
CRITICITÀ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI
I temporali sono violenti fenomeni atmosferici con intense precipitazioni frequentemente
sotto forma di rovescio, accompagnate spesso da fulmini e vento. Spesso il fenomeno si verifica
in condizioni di marcata instabilità atmosferica.
Durante questi eventi, i problemi maggiori derivano dall’incapacità di smaltimento delle
acque meteoriche da parte della rete scolante, talvolta impedita dalla presenza di ostacoli
(attraversamenti tombinati ecc.) che possono ridurre la sezione di deflusso. Talora anche le
fognature manifestano limiti nel dimensionamento, spesso aggravato dall’intasamento delle
bocchette di scolo o dall’ostruzione dei collettori sotterranei ad opera di detriti, frammenti vegetali
e rifiuti trascinati dalle acque all’interno delle tubazioni.
I temporali assumono rilievo a causa dell’esposizione al rischio di danneggiamento per i
beni, le merci (magazzini, negozi, laboratori) e gli impianti tecnologici, che spesso vengono
collocati nei seminterrati dei fabbricati.
La pericolosità per le persone è rappresentata dalla rapidità di formazione e deflusso delle
piene dei corsi d’acqua minori, dall’allagamento di tratti di viabilità con possibile sviluppo di
incidenti stradali e dalla caduta al suolo di fulmini.
I fenomeni temporaleschi sono classificati in base all’intensità in:
Temporale forte e persistente: > 30 mm/h o 70 mm/3h, durata superiore all’ora.
Gli scenari di evento generati dai temporali sono assimilati agli scenari di criticità
idrogeologica descritti di seguito (fenomeni franosi superficiali, flash flood, allagamenti localizzati)
ma caratterizzati da: elevata incertezza previsionale, maggiore intensità puntuale e rapidità di
evoluzione dei fenomeni. In conseguenza di temporali forti si possono verificare ulteriori effetti e
danni connessi a possibili fulminazioni, grandinate, forti raffiche di vento.
La valutazione della criticità idrogeologica per temporali in fase di previsione è articolata in
tre codici colore verde, giallo e arancione. Non è previsto un codice rosso per i temporali,
perché in tal caso i fenomeni sono associati a condizioni meteo perturbate intense e diffuse che
già caratterizzano lo scenario di criticità idrogeologica con codice colore rosso, avente i medesimi
effetti e danni previsti.
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 12 di 35
In fase di evento non è possibile effettuare un monitoraggio degli effetti al suolo per la
criticità idrogeologica per temporali sia per la rapidità che caratterizza la formazione e
l’evoluzione degli effetti prodotti da questa tipologia di fenomeni.
Il Sistema regionale di allertamento prevede un sistema di notifiche via sms ed e-mail
del superamento di soglie di pioggia di 30mm/h e 70mm/3h, ai Comuni, agli enti e alle strutture
operative territorialmente interessate, al fine di dare notizia di un temporale forte e persistente in
atto (vd. Anche capitolo 4.3).
CRITICITA’ IDROGEOLOGICA
Come già scritto all'inizio del capitolo, i fenomeni franosi rilevanti per dimensioni e
profondità vengono trattati a parte, al capitolo 2.2.3., dal momento che presentano caratteristiche
differenti sia in termini di tempistiche di attivazione che di necessità operative.
TIPOLOGIE DI CRITICITA':
allagamenti connessi all’incapacità di smaltimento delle reti fognarie urbane;
fenomeni franosi superficiali: frane di crollo, colate di fango e detrito, scorrimenti di terra e
roccia, frane complesse e ruscellamenti superficiali;
fenomeni misti idrogeologici-idraulici che interessano il reticolo idrografico minore
collinare-montano: rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici (flash flood) nei corsi d’acqua a
regime torrentizio con tempi di corrivazione brevi, scorrimenti superficiali delle acque,
sovralluvionamenti, erosioni spondali;
La criticità idrogeologica colpisce il territorio attraverso lo sviluppo e l’evoluzione dei
fenomeni sopra elencati, che hanno per loro natura carattere localizzato. L’attivazione di
fenomeni franosi sui singoli versanti non è attualmente prevedibile (in termini di momento
dell’innesco, di velocità ed estensione della superficie interessata) se non in casi rarissimi, né è
presente una rete di monitoraggio strumentale che consenta di prevedere l’evoluzione dei
fenomeni.
Analogamente sui corsi d’acqua che sottendono piccoli bacini collinari e montani, a regime
prevalentemente torrentizio, non è possibile, allo stato attuale, prevedere con sufficiente
precisione né i fenomeni meteorologici, né l’innesco e l’evoluzione dei rapidi innalzamenti dei
livelli idrometrici. In fase di previsione la valutazione della criticità idrogeologica è articolata in
quattro codici colore dal verde al rosso. Il codice colore verde indica assenza di fenomeni
significativi prevedibili ed è utilizzato quando non sono previste piogge o, se previste, si ritiene
che non possano innescare frane, né innalzamenti di livelli idrometrici sui corsi d’acqua minori. I
codici giallo, arancione e rosso indicano rispettivamente fenomeni di natura idrogeologica
localizzati, diffusi ed estesi, caratteristiche che in linea generale possono considerarsi
proporzionali alla numerosità e alla pericolosità dei movimenti di versante, dei flash flood, degli
allagamenti e dei fenomeni erosivi di natura torrentizia.
Gli scenari di evento ed i possibili effetti e danni correlati per ciascun codice colore alla
criticità idrogeologica, sono riassunti nella Tabella illustrata nella pagina seguente, insieme alla
criticità idrogeologica per temporali che nel caso di criticità gialla o arancione presenta gli stessi
scenari di evento sul territorio, caratterizzati da maggiore intensità puntuale e rapidità di
evoluzione, oltre che da effetti e danni aggiuntivi connessi a possibili fulminazioni, grandinate,
forti raffiche di vento.
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CRITICITA' IDROGEOLOGICA E CRITICITA’ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI: TABELLA SCENARI – EFFETTI – DANNI
* Lo scenario con codice colore ROSSO è previsto per la sola CRITICITÀ IDROGEOLOGICA
CODICE
COLORE SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
VE
RD
E
Assenza di fenomeni significativi prevedibili, anche se non è possibile escludere a livello locale: - in caso di rovesci e temporali: fulminazioni localizzate, grandinate e isolate raffiche di vento, allagamenti localizzati dovuti a difficoltà dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche e piccoli smottamenti; - nei giorni successivi a eventi meteo già terminati: rare frane (scivolamenti o locali cadute massi)
Non prevedibili, non si escludono eventuali danni puntuali.
GIA
LL
O
Possono verificarsi fenomeni localizzati di: - erosione, frane e colate rapide di detriti o di fango in bacini di dimensioni limitate; - caduta massi e scivolamenti di roccia e detrito - smottamenti su pareti di controripa stradale e cedimenti su sottoscarpa stradali; - ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto di materiale; - innalzamento dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua minori e nei canali di bonifica, con inondazioni delle aree limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombature, restringimenti, occlusioni luci dei ponti, etc); - scorrimento superficiale delle acque nelle strade e possibili fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane con tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane in particolare di quelle depresse. Nel caso di fusione della neve, anche in assenza di precipitazioni, si possono verificare occasionali fenomeni franosi anche rapidi legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della saturazione dei suoli. Nel caso di temporali forti lo scenario è caratterizzato da elevata incertezza previsionale ed i fenomeni sopra descritti sono caratterizzati da una maggiore intensità puntuale e rapidità di evoluzione. Si possono verificare ulteriori effetti dovuti a possibili fulminazioni, grandinate, forti raffiche di vento.
Occasionale pericolo per la sicurezza delle persone, possibile perdita di vite umane per cause incidentali. - Localizzati allagamenti di locali interrati e di quelli posti al piano terreno lungo vie potenzialmente interessate da deflussi idrici. - Danni localizzati a infrastrutture, edifici e attività agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali interessati da frane, colate rapide, scorrimento superficiale delle acque. - Temporanee interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in prossimità di impluvi, canali, zone depresse (sottopassi, avvallamenti stradali) e a valle di porzioni di versante interessate da fenomeni franosi. Ulteriori effetti in caso di fenomeni temporaleschi - Danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di materiali a causa di forti raffiche di vento. - Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi (telefonia, elettricità). - Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate. - Innesco di incendi, lesioni da fulminazione
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CODICE
COLORE SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI
AR
AN
CIO
NE
Si possono verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante, localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente critici: - frane di scivolamento in roccia e detrito, colate rapide di detriti o di fango, frane complesse; - smottamenti su pareti di controripa stradale e cedimenti su sottoscarpa stradali; - significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di materiale, possibili voragini per fenomeni di erosione; - innalzamento dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua minori con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombature, restringimenti, occlusioni delle luci dei ponti, etc.); - scorrimento superficiale delle acque nelle strade e fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane con tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane; - caduta massi in più punti del territorio. Nel caso di temporali forti diffusi e persistenti lo scenario è caratterizzato da elevata incertezza previsionale. I fenomeni sopra descritti sono caratterizzati da una maggiore intensità puntuale e rapidità di evoluzione. Si possono verificare ulteriori effetti dovuti a possibili fulminazioni, grandinate, forti raffiche di vento e/o trombe d’aria. Anche nel caso di assenza di precipitazioni, si possono verificare significativi fenomeni franosi anche rapidi legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della precedente saturazione dei suoli.
Pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane. Effetti diffusi: - Allagamenti di locali interrati e di quelli posti al piano terreno lungo vie potenzialmente interessate da deflussi idrici. - Danni e allagamenti a centri abitati, infrastrutture, edifici e attività agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali interessati da frane o da colate rapide. - Interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in prossimità di impluvi e a valle di frane e colate di detriti o in zone depresse in prossimità del reticolo idrografico minore. Ulteriori effetti in caso di fenomeni temporaleschi: - Danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di materiali a causa di forti raffiche di vento. - Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi. - Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; - Innesco di incendi e lesioni da fulminazione.
R
OS
S
O *
Si possono verificare numerosi, ingenti e/o estesi fenomeni di instabilità di versante, anche profonda e di grandi dimensioni: - frane di scivolamento in roccia e detrito, colate rapide di detriti o di fango, frane complesse; - smottamenti di materiale roccioso su pareti di controripa stradale e cedimenti su sottoscarpa stradale; - ingenti ruscellamenti superficiali con diffusi fenomeni di trasporto di materiale, possibili voragini per fenomeni di erosione; - rilevanti innalzamenti dei livelli idrometrici nei
Grave pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane. Effetti ingenti ed estesi: - Danni a edifici e centri abitati, alle attività e colture agricole, ai cantieri e agli insediamenti civili e industriali, sia vicini che distanti dai corsi d’acqua, per allagamenti o coinvolti da frane o da colate rapide. - Danni o distruzione di infrastrutture ferroviarie e stradali, di argini, ponti e altre opere idrauliche.
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corsi d’acqua minori, con estesi fenomeni di inondazione; - occlusioni parziali o totali delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori; - caduta massi in più punti del territorio.
- Danni a beni e servizi.
A seguito di tali eventi è ipotizzabile uno stato di dissesto diffuso, con attivazione di
numerose frane superficiali (colate e soil slip), oltre a limitati fenomeni di crollo di massi e detrito
in corrispondenza di versanti ad elevata pendenza. Lungo il reticolo idrografico minore sono
probabili fenomeni di erosione ed esondazioni localizzate, particolarmente in corrispondenza di
restringimenti dell’alveo (tratti tombinati, attraversamenti stradali con sezioni inadeguate).
Tra gli elementi più esposti in tali occasioni risultano le infrastrutture stradali, con locali
ostruzioni ad opera delle frane ed erosioni delle carreggiate ad opera dei corsi d’acqua esondati,
con possibile danneggiamento dei manufatti di attraversamento. Gli abitati attraversati dai corsi
d’acqua minori sono in questo caso a rischio di episodi di esondazioni localizzate, con
allagamento del piano inferiore e degli scantinati, accompagnato da deposito di materiale fluitato.
Tali situazioni sono più probabili in caso di rii intubati, a causa di sezioni inadeguate o di
ostruzione dei manufatti ad opera dei detriti. Sono possibili altresì situazioni di intasamento e
rigurgito della rete fognaria e di scolo delle acque meteoriche.
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2.2.2. Rischio idraulico
Per l'analisi delle problematiche idrauliche connesse ai corsi d'acqua ci si è basati
essenzialmente sugli elaborati dell’Autorità di Bacino del Fiume Po (PAI), della Provincia di
Parma (studi a corredo del PTCP, Programma Provinciale di previsione e prevenzione), su
relazioni idrauliche commissionate dall'Amministrazione comunale, oltre che sulle informazioni
desunte dai colloqui con i tecnici degli Enti gestori di tali corsi d'acqua (Servizio Tecnico di Bacino,
AIPO, Consorzio della Bonifica Parmense) e su pubblicazioni della Provincia di Parma.
Sono inoltre state acquisite le Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione sulla
base del quale è stato predisposto il Piano di gestione del rischio di alluvioni di cui alla
Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (recepita nell’ordinamento italiano con il D. Lgs. 23 febbraio 2010
n.49).
Le mappe della pericolosità indicano le aree geografiche potenzialmente allagabili in
relazione a tre scenari:
aree con elevata probabilità di accadimento (TRC<=50) - - >P3 (pericolosità elevata);
aree con media probabilità di accadimento (50<TRC<=200) - - > P2 (pericolosità media);
aree con bassa probabilità di accadimento (200<TRC) - - >P1 (pericolosità bassa).
Sulla base di questa classificazione e di quanto presente nei PAI si sono individuate le zone
con pericolosità P1, P2 e P3.
Ulteriori informazioni e approfondimenti sono disponibili al seguente link, da cui è possibile
scaricare le mappe ufficiali del Piano di gestione del rischio di alluvioni: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/suolo-bacino/sezioni/piano-di-gestione-del-rischio-alluvioni/pgra-rer
Nella Tavola della criticità idrogeologica, oltre alle aree a pericolosità elevata (H – P3) e
media (M – P2) di cui al Piano di gestione del rischio di alluvioni, è stato rappresentato il limite
della Fascia C del PAI, che differisce rispetto all'area P1 (bassa pericolosità) in particolare nella
zona del capoluogo. Il Comune ha presentato osservazione Direzione Generale Ambiente e
Difesa del Suolo e della Costa per chiedere la verifica e l'eventuale correzione di tale difformità.
Si è inoltre inserito il limite della Fascia B relativamente al torrente Citronia, individuata da
apposito studio idraulico commissionato dal Comune, che non è però stata recepita né dal PTCP
né dal PGRA.
L’evento alluvionale sicuramente più gravoso per quanto riguarda Salsomaggiore è
quello del 18 settembre 1973, causato da precipitazioni di intensità eccezionale durante i quali
si registrarono 200 mm di piogge complessivi.
Le acque dei torrenti Citronia e Ghiara esondarono sia nell’abitato di Salsomaggiore che a valle di
questo. Nell’abitato l’esondazione fu determinata dal rigurgito all’imbocco dei tratti coperti dei due
torrenti. Dopo aver interessato la parte più bassa dell’abitato, le acque rifluirono in parte nell’alveo
incanalato del Ghiara a valle dell’abitato, mentre la maggior parte ristagnò nelle principali
depressioni naturali.
Tra le conseguenze più gravi si registrarono alcune vittime e molti feriti. Numerosi furono i danni
agli immobili (tra cui le Terme Berzieri) ed alle infrastrutture (strade, fognature, acquedotti ecc.).
Tra gli effetti dell’esondazione si ebbe una grande quantità di materiali fini depositati su tutta
l’area interessata con spessori oscillanti da pochi centimetri al metro. A questi materiali si
aggiunsero detriti grossolani trascinati da masse d’acqua di ruscellamento provenienti dai
versanti sovrastanti l’abitato e incanalatesi lungo le strade alla periferia.
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A valle dell’abitato le acque esondarono in località Campore seguendo il corso del torrente sino a
Ponte Ghiara; qui, in corrispondenza di due ampie anse, si divisero e divise in due lingue, in parte
guidate da argini artificiali. Quindi l’esondazione si esaurì, in parte nei campi, in parte assorbita
del cavo Venzola, senza raggiungere lo Stirone.
A monte dell’abitato, data la ristrettezza e l’incisione delle due valli, l’onda di piena causò
prevalentemente un notevole aumento dell’altezza idrometrica, con frequenti erosioni laterali e
locali esondazione in corrispondenza di alcune anse.
Aree inondate dalla piena del t. Ghiara (da Aspetti geomorfologici del bacino del t. Ghiara
susseguenti l’evento meteorico del 18 settembre 1973 – G. Papani e M. Sgavetti)
Nell’ambito dello Studio “Indagine idrologica ed idraulica del sistema fluviale Ghiara –
Citronia, funzionale alla riduzione del rischio idraulico in Salsomaggiore Terme” (Studio Telò –
2006) si evidenziavano le seguenti condizioni di rischio idraulico:
Torrente Ghiara:
1. mancanza di franco nel tratto tombato del torrente Ghiara, rischio di parzializzazione della
sezione di deflusso da materiale flottante ed in parte dal trasporto solido di fondo
2. insufficienza della sezione di deflusso del Ponte su S.P. per Salsomaggiore Terme a
Ponteghiara con allagamento delle case adiacenti
3. destabilizzazione del versante a monte del tombotto
Torrente Citronia
1. rischio di parzializzazione da materiale flottante con riduzione della sezione liquida di deflusso
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Capitolo 2 ANALISI DEI RISCHI - Pagina 18 di 35
Al fine di aumentare la sicurezza idraulica il territorio sono stati realizzati, negli ultimi anni,
diversi interventi da parte del Servizio Tecnico di Bacino, della Provincia di Parma e del Comune
di Salsomaggiore:
- allargamento della sezione di deflusso del t. Ghiara a valle dell’uscita del tombotto per circa
200 m e demolizione di 2 briglie di valle;
- bonifica del tratto del t. Citronia in corrispondenza dello scolmatore nel torrente Stirpi e quello
in corrispondenza del tombotto di valle;
- sistemazione del versante di frana Ugolini con la regimentazione delle acque di scolo;
- realizzazione di selettore di materiale flottante in località Scacciapensieri;
- realizzazione del presidio arginale a protezione del quartiere artigianale Salso 2 e Salso 3;
- sistemazione e consolidamento di numerosi tratti di sponda in forte erosione;
- scolmatore di bypass del ponte sul torrente Ghiara in località Ponte Ghiara;
- è stato inoltre realizzata la prima delle microcasse di espansione a monte del tratto urbano del
torrente Ghiara, finalizzate a ridurre ulteriormente il rischio fino a consentire un deflusso non in
pressione nel tratto tombato del t. Ghiara per TR=100 anni.
Relativamente al Comune di Salsomaggiore Terme, i due corsi d'acqua principali, il t.
Stirone ed il t. Ghiara, sono dotati di strumenti di monitoraggio per i quali sono state individuate le
seguenti soglie di pericolosità:
TORRENTE STIRONE
Livelli: SOGLIA 1 SOGLIA 2 SOGLIA 3
Idrometro Fiume attenzione preallarme allarme
Vigoleno Stirone 2,10 2,60 3,20
TORRENTE GHIARA
Livelli: SOGLIA 1 SOGLIA 2 SOGLIA 3
Idrometro Fiume attenzione preallarme allarme
Salsomaggiore Ghiara 1,50 1,90 2,50
n.b. L'idrometro di Salsomaggiore è ubicato nell'abitato a valle del tratto tombinato,
quindi non consente un adeguato preavviso in caso di eventi critici.
L'unico idrometro presente sull'asta del torrente Rovacchia è posto a Toccalmatto, a valle
del territorio comunale.
Al verificarsi di eventi di piena potenzialmente pericolosi, vengono notificati al Comune,
tramite sms ed email, i superamenti delle soglie idrometriche (SOGLIE 2 e 3) considerate
indicatori di pericolosità (si veda anche il capitolo 4.4.1.)
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