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Eufonia - 08600D
INDICE
Preludio
_______________________________________________________________________
2
Parte Prima: i
fondamentali_______________________________________________________
7
Musica come suono
___________________________________________________________ 7
Il suono
_____________________________________________________________________
7
L'ottava
_____________________________________________________________________
9
Toni e
semitoni_______________________________________________________________
9
Le
note______________________________________________________________________
9
Il Pentagramma
______________________________________________________________11
Le Chiavi
___________________________________________________________________
12
I Valori e le relative Pause
_____________________________________________________ 14
La Misura o Battuta
__________________________________________________________ 17
Ritmo, tempo e velocit
_______________________________________________________ 17
Sincope e
Contrattempo_______________________________________________________
20
Gruppi irregolari
_____________________________________________________________
21
Le alterazioni
_______________________________________________________________
22
Gli
intervalli_________________________________________________________________
25
Dalla teoria alla pratica degli intervalli
___________________________________________ 27
Scale musicali
_______________________________________________________________
30
I gradi della
scala____________________________________________________________
33
Cosa sono i
modi?____________________________________________________________
38
Scale modali
________________________________________________________________
40
Il circolo delle quinte
_________________________________________________________ 50
Abbellimenti musicali
________________________________________________________ 53
Salti e ripetizioni (Simboli di break)
_____________________________________________ 59
Parte Seconda: gli accordi
_______________________________________________________ 61
Laccordo___________________________________________________________________
61
Il giro armonico
_____________________________________________________________
62
Quale l'associazione tra accordi inglesi e accordi italiani?
_________________________ 62
Cosa vuol dire la notazione
Do/Mi?_____________________________________________ 63
Cosa sono i "power chord"?
___________________________________________________ 63
Analisi dettagliata degli accordi pi usati
________________________________________ 64
Parte Terza: un tuffo nellarmonia
________________________________________________ 69
Definizione di armonia
_______________________________________________________ 70
Intervalli e triadi
_____________________________________________________________
71
Tonalit
____________________________________________________________________
71
Rivolti
_____________________________________________________________________
72
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Eufonia - 08600D
Progressioni armoniche
_______________________________________________________ 72
Cadenze____________________________________________________________________
72
Armonia diatonica e cromatica
_________________________________________________ 76
Limportanza della scala maggiore
______________________________________________ 76
Triadi sulla
scala_____________________________________________________________
77
Canzonette ed armonia
_______________________________________________________ 78
Riarmonizzazione di armonie statiche
___________________________________________ 81
Pedale di basso
______________________________________________________________
81
Il contrappunto
______________________________________________________________
81
Esempio di analisi armonica
___________________________________________________ 82
Scheda di approfondimento: conoscere gli strumenti
_______________________________ 85
Scheda di approfondimento: storia della
musica___________________________________ 99
Fine del viaggio
_____________________________________________________________114
Note sullautore
_______________________________________________________________116
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Durante lo svolgimento di una composizione linterprete, per
particolari esigenze espressive, puimprimere temporaneamente
oscillazioni nellandamento del tempo iniziale. Tutte queste
temporaneeoscillazioni vengono contraddistinte con il termine di
DJRJLFD. Lagogica (voce dotta dal tardo greco
aggettivo GL FRQGRWWD PRYLPHQWR il complesso delle leggere
modificazionidell'andamento apportate a un pezzo durante la sua
esecuzione per ragioni squisitamente interpretative.
Il termine fu introdotto nella moderna terminologia musicale da
Hugo Riemann. Le alterazioni del valoredelle note e delle pause che
costituiscono l'agogica spesso non sono indicate nel testo
musicale, o lo sonoin modo generico, come nel caso del UXEDWR.
Anche indicazioni pi precise, come DFFHOHUDQGR
UDOOHQWDQGRVWULQJHQGR eULWDUGDQGR, lasciano all'esecutore un ampio
margine di discrezionalit.
Le YDULD]LRQLDJRJLFKH sono distinte da quelle GLQDPLFKH, che
consistono nelle variazioni delle intensit sonore.Tuttavia i due
parametri sono spesso abbinati e interagiscono variamente, tanto
nella pagina scritta,quanto nel momento dell'esecuzione. Vediamo
meglio il concetto di dinamica.
La GLQDPLFD riguarda lintensit del suono cio tutti gli effetti
fonico-espressivi che unappropriatanotazione suggerisce
allinterprete. importante osservare che, diversamente da quanto la
parolapotrebbe suggerire in fatto di "movimento", quando in musica
si parla di dinamica non si intende affattoparlare della velocit di
esecuzione di un brano! Quest'aspetto, come abbiamo visto si chiama
inveceDJRJLFD.
Generalmente la dinamica viene annotata sotto al pentagramma con
apposite sigle in carattere corsivo.Esse sono, dalla minima alla
massima dinamica: SSS (pi che pianissimo), SS (pianissimo), S
(piano), PS(mezzopiano), PI (mezzoforte), I (forte), II
(fortissimo), III (pi che fortissimo). Eccezionalmente
possonocomparireSSSS e IIII. Il cambiamento di dinamica pu essere
improvviso (talvolta indicato esplicitamentecon la sigla VXE
(subito) oppure progressivo. In questo caso si usano espressioni
testuali come FUHVF(crescendo, aumentando il volume) e GLP
(diminuendo). Spesso si preferisce notare delle "forcelle",ovvero
coppie di linee orizzontali che si allontanano (dipartendosi da un
punto indicano un crescendo) osi avvicinano (chiudendosi in un
punto indicano il diminuendo). Esistono altre espressioni di uso pi
rarocome ad esempio il PRUHQGR DO QLHQWH (riduzione del volume a
zero) indicato anche da due linee che sichiudono in direzione di un
piccolo cerchietto.
Nella musica contemporanea molto pi frequente trovare la
semplice indicazione dei bpm. I bpmdivennero molto importanti nel
periodo della disco music perch era fondamentale per i DJ per
potermixare i brani con un tempo compatibile; rimangono quindi
molto utili nella musica da discoteca come ladance o la musica
elettronica. Spesso la velocit di un brano indicata dal valore di
metronomo rispettoad una figura musicale. Se ad esempio la figura
utilizzata una minima, ad ogni battito di metronomo, sidovr
eseguire l'equivalente valore di una minima (due semiminime, oppure
quattro crome, ecc.)
Ci che differenzia il ULWPR rispetto al WHPSR che, mentre il
tempo descrive il fluire degli eventi (adesempio lo scorrere delle
ore), il ritmo ne scandisce il ripetersi regolare (ogni 24 ore si
ritorna all'ora dipartenza). Il ULWPR quindi l'organizzazione
ordinata dei suoni, secondo il succedersi di accenti forti edeboli.
A seconda della diversa disposizione degli accenti si distinguono
tre tipi di ritmo: ELQDULRWHUQDULRHTXDWHUQDULR. Il ritmo binario
composto di un accento forte e di uno debole come nella parola
"Mla".L'esempio pi tipico di ritmo binario lo si ha nella marcia.Il
ritmo ternario composto di un accento forte e due deboli come nella
parola "Crdine". L'esempio pitipico di ritmo ternario lo si ha nel
valzer. Il ritmo quaternario composto di un accento forte e tre
debolicome nella parola "Cpitano" (voce del verbo capitare).
L'esempio pi tipico di ritmo quaternario lo si hanel tango. Il
ritmo binario e quaternario, pur essendo molto usati in tutti i
generi musicali, non ne hannomai caratterizzato particolarmente
uno. Con l'avvento del Jazz per, viene modificata l'accentazione
delritmo quaternario rendendolo irregolare (ad esempio con due
accenti forti). Soprattutto nel "Be-bop" iquattro accenti del ritmo
quaternario sono considerati tutti forti. Questa pratica sar tipica
anche delBoogie-Woogie e del rock.
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TRADIZIONE NUMEROLOGICA NELLA CULTURA MUSICALE OCCIDENTALELa
possibilit che i compositori del passato siano potuti ricorrere
alla QXPHURORJLD scatena oggi reazioni anchefortemente
contrastanti: dal rifiuto a priori delle menti pi razionali ai
romantici idealismi degli speculatori piirriducibili. Scopo di
questo approfondimento quello di fornire, al di l di ogni
empirismo, elementi concreti voltia verificare la probabilit di una
tradizione numerologica nella cultura musicale occidentale:1: Dio,
lUnit. Per gli ebrei, Dio uno. Si pensi allincipit del &UHGR
dalla 0HVVDLQ6LPLQRUH: il soprano declama il&UHGRLQXQXP'HXP
iniziando solo e su ununica nota.2: La vita terrena si compone di
dualismi: Dio e lUomo, Cielo e Terra, Bene e Male, giorno e notte,
anima e corpo,uomo e donna, destra e sinistra... Proprio per questo
dualismo il tempo binario stato sempre consideratoLPSHUIHFWXP.3:
Lunit composta di tre parti: Passato, Presente, Futuro; Inizio,
Centro e Fine. La Trinit, Dio. Anticamente iltempo ternario era
considerato perfetto SHUIHFWXP per la sua analogia con la SS.
Trinitt, e veniva rappresentatograficamente da un cerchio (simbolo
di perfezione assoluta).4: La Terra, il Mondo (gli elementi, le
stagioni, i punti cardinali). Per i cristiani, i quattro
evangelisti e le quattro fasidella vita terrena di Cristo :
Incarnazione, Passione, Risurrezione, Ascensione. Nella Messa in Si
minore, ildivino ritmo ternario si trasforma in 4/ 4 in
corrispondenza dell Et in terra Pax. Come il tempo binario, anche
iltempo quaternario, anticamente, era considerato imperfetto ed il
suo segno grafico era un cerchio incompletocorrispondente al nostro
attuale C (con il quale oggi indichiamo un tempo di 4/ 4). Da
questa considerazione risultaevidente il forte legame simbolico tra
il tempo binario e quello quaternario: entrambi imperfetti;
entrambiidentificati graficamente da:un cerchio incompleto per il
quaternario e per il binario (detto anche tempo tagliato).
La particolarit del tempo tagliato che le battute sono composte
da due met. Dato che due met sonocorrispondenti a quattro quarti,
questo ritmo viene impiegato per dimezzare la durata delle note e
quindi peraumentare del doppio la velocit di esecuzione: un quarto
dura cos un ottavo, un ottavo dura un sedicesimo, ecc.
6LQFRSHH&RQWUDWWHPSR
Non sempre le note pi importanti della melodia coincidono con
l'accento forte del ritmo. A volte infattiacquista pi importanza
l'accento debole, cos come avviene nella sincope. La VLQFRSH lo
spostamentodell'accentuazione metrica ottenuto attraverso la
percussione del suono sulla parte disaccentata ed il
suoprolungamento su quella accentata seguente.
Due esempi diversi. Nel primo, la nota Sol si produce
normalmente sul tempo forte. Nel secondo, la notaposizionata sul
tempo debole si prolunga sul tempo forte successivo, dando una
sensazione dispostamento degli accenti.
L'effetto della sincope quello di provocare una instabilit
ritmica, alla ricerca di un punto d'arrivo,soprattutto quando si
verifica su pi accenti consecutivi.Simile alla sincope il
FRQWUDWWHPSR, il quale si verifica quando i suoni si producono sul
tempo debole evengono interrotti da una pausa sul tempo forte.
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*UXSSLLUUHJRODUL
Un JUXSSR LUUHJRODUH, nel sistema ritmico utilizzato nella
musica occidentale, un gruppo di note che nonrispettano la naturale
suddivisione ritmica del brano musicale. Viene rappresentato da una
legatura cheunisce le note che ne fanno parte (che non da
considerare n una legatura di valore n una legatura diespressione)
e da un numero di note scritto sopra la legatura.Gli esempi pi
comuni di gruppo irregolare sono la WHU]LQD, in cui l'esecutore
suona tre note nel tempo incui ne dovrebbero essere suonate due, e
la GXLQD, che viceversa prevede che siano suonate due notesu un
ritmo ternario.I gruppi irregolari possono essere definiti nei
seguenti modi: VHPSOLFL quando i suoni che lo compongonohanno tutti
lo stesso valore, FRPSRVWL quando hanno valori diversi ed infine
FRPSOHVVL, quando nel lorointerno presentano un altro gruppo
irregolare.
Diamo unocchiata pi approfondita al gruppo irregolare pi noto:
la WHU]LQD.
Nella prima battuta abbiamo un valore totale delle figure di 5/
4..... ci contrasta con la formazioneregolare della misura che
dovrebbe essere di 4/ 4 come indicato all' inizio del rigo. Nella
seconda battuta iltotale dei valori ancora maggiore: 5/ 4 e mezzo!
Questo succede perch nelle due misure sono presentigruppi
irregolari di tre note. Questi gruppi sono detti terzine
contrassegnate con un piccolo 3 sopra osotto le note che le
compongono.Se ora noi conveniamo che le tre note che formano la
terzina valgono quanto due di esse possiamotranquillamente vedere
che i conti tornano.Nelle due battute precedenti abbiamo terzine
formate da crome, poich abbiamo stabilito che il valoredelle tre
figure che compongono la terzina uguale a due di esse, avremo nella
prima battuta: la primanota = 1/ 4, le tre note seguenti = 2/ 8 =
1/ 4, la nota seguente = 1/ 4 le ultime tre note = 2/ 8 = 1/ 4
tot.4/ 4; nella seconda misura abbiamo 2/ 8 = 1/ 4, 1/ 4, 2/ 8 = 1/
4, 2/ 8 = 1/ 4 tot. 4/ 4. Chiaro il concetto?
/HDOWHUD]LRQL
L'ottava, divisa in dodici semitoni, composta da dodici suoni: i
sette naturali (Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si),pi altri cinque. Questi
cinque suoni sono stati creati modificando l'altezza dei sette
suoni naturali.
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Infatti, aumentando o diminuendo l'altezza di un suono naturale
di uno o due semitoni, si crea un altrosuono, chiamato
VXRQRDOWHUDWR.Sulla tastiera i tasti neri servono appunto a
rappresentare i suoni alterati.
Per rappresentare un suono alterato si utilizzano dei simboli
convenzionali, che indicano se l'altezza delsuono naturale va
aumentata o diminuita di un semitono.
Un suono alterato infatti viene raffigurato dalla nota che
rappresenta il suono naturale preceduta dalsimbolo
dell'alterazione.
L'alterazione che aumenta di un semitono il suono naturale si
chiama GLHVLV (# ). Il termine deriva dal grecoGuHVLV che significa
intervallo. In altre lingue ci si riferisce a questo segno con
termini analoghi a "croce" o"nota sostenuta, spinta verso l'alto".
Esiste anche il doppio diesis (# # , oppure x) che indica
unincremento di frequenza della nota pari ad un tono.
L'alterazione che abbassa di un semitono il suono naturale si
chiama EHPROOH (b). Esiste anche il GRSSLREHPROOH (bb) che indica
un decremento di frequenza della nota pari ad un tono.
Il termine deriva dalla dicitura "EPROOH". Nella musica antica,
la lettera b stava ad indicare il Si che, nelcanto gregoriano, era
l'unica nota che poteva essere alterata (e diventare Si bemolle).
Sul significatodell'aggettivo "molle" esistono due ipotesi, ognuna
delle quali ha probabilmente la sua parte di verit: nellepartiture
antiche, la "b" che indicava il Si veniva raffigurata con la pancia
arrotondata ("molle") quando sivoleva indicare il Si bemolle e con
la pancia squadrata (da cui il termine bequadro) in caso
contrario;l'aggettivo "molle" era associato ad un suono pi grave,
ovvero a quel suono che, se eseguito da unostrumento a corde,
prevede che la corda stessa fosse meno tesa (pi molle,
appunto).
Qualunque sia l'origine di questa radice etimologica, essa
rimasta in tutte le lingue, con la parzialeeccezione dell'inglese
"flat" (piatto).
Lalterazione permanente se viene indicata, una volta per tutte,
allinizio del brano vicino alla chiave. Lealterazioni permanenti,
dette DOWHUD]LRQL LQ FKLDYH, indicano quindi quali note nel corso
del brano vannosempre suonate alterate.
Ad esempio se in un brano il Fa va suonato come Fa# invece che
come Fa naturale, allora all'inizio delbrano accanto alla chiave
sar indicato il simbolo '# ' sulla posizione del Fa.
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L'alterazione indicata in chiave vale per tutte le note con il
nome corrispondente ad essa, anche se sualtezze diverse.Nel corso
del brano, per, in aggiunta a quelle in chiave, si possono
incontrare altre alterazioni.Queste alterazioni, non collocate in
chiave, sono dette DOWHUD]LRQLGLSDVVDJJLR.
L'alterazione di passaggio vale solo all'interno della misura e
per le note posizionate sull'altezza nella quale stata posta.
Ad esempio se la nota alterata seguita da altre sulla stessa
linea o sullo stesso spazio anche questedovranno essere eseguite
come note alterate.
A volte pu essere necessario dover riportare allo stato naturale
un suono che stato alterato.
In questo caso per annullare l'effetto dell'alterazione si
ricorre ad un altro simbolo: il EHTXDGUR ( ).
Il termine deriva dalla lettera B (un tempo indicante il Si) e
dall'aggettivo "quadro", ovvero "duro", consignificato opposto a "B
molle". Termini di etimo analogo si usano nelle altre lingue, anche
se parole consignificato di "naturale" o "segno di cancellazione/
di soluzione" si sono affermate in inglese, tedesco eparzialmente
anche nelle altre lingue.
Il bequadro ripristina l'intonazione originaria delle note,
annullando l'effetto delle alterazioni in chiave o dipassaggio.
Ad esempio se in chiave indicato il Fa# , per suonare il Fa
naturale in un certo punto del brano occorrefar precedere la nota
dal simbolo del bequadro.
Il bequadro, inoltre, pu anche essere utilizzato per annullare
l'alterazione di passaggio appena postaall'interno della
battuta.
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Dalla spiegazione precedente, si deduce che un tasto nero pu
servire per rappresentare un suono che hanomi diversi.Ad esempio il
tasto nero alla sinistra del La un La bemolle. Lo stesso tasto nero
corrisponde per anchead un Sol diesis, in quanto immediatamente
alla destra del Sol.I due suoni sono identici, ma sono scritti sul
pentagramma in due posizioni diverse e sono chiamati connomi
differenti.
Due suoni aventi uguale altezza ma nomi diversi si dicono
RPRORJKLRHQDUPRQLFL.
CENNI STORICI: LENARMONIACon il termine HQDUPRQLFR si
identificava uno dei tre generi sui quali era organizzato l'antico
sistema musicale greco(gli altri erano il genere FURPDWLFR e il
genere GLDWRQLFR). Il genere enarmonico era basato su un tetracordo
in cui le duenote centrali erano l'una a distanza di un intervallo
di un quarto di tono e l'altra di un semitono da quella pi
grave.Enarmonici, nella musica greca, erano detti gli intervalli pi
piccoli di un semitono. Nella teoria musicaleoccidentale
enarmoniche sono due note con nomi diversi ma con uno stesso suono:
ad esempio Do diesis e Rebemolle, Fa diesis e Sol bemolle, La
diesis e Si bemolle, ecc.
*OLLQWHUYDOOL
LLQWHUYDOOR la differenza di altezza fra due suoni. In fisica
acustica tale differenza pu essere espressacome rapporto tra le
frequenze dei due suoni. In teoria esiste un numero di intervalli
illimitato, perchillimitato il numero dei suoni esistenti in
natura, ma nella pratica musicale si fa riferimento ad un
numerolimitato di essi.
MISURA DI UN INTERVALLOLa grandezza di un intervallo data dal
numero di suoni consecutivi contenuti nel segmento di
scaladiatonica che separa le due note (incluse le due note stesse).
Tale grandezza si indica con l'aggettivonumerale (femminile)
corrispondente. Esempio: per determinare l'intervallo esistente tra
Do e il Laimmediatamente superiore bisogna fare riferimento alla
scala diatonica di Do e contare le note cheformano il segmento di
scala Do-La. Esse saranno: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La - cio sei note,
per cui taleintervallo si chiamer di sesta. Esistono diverse qualit
di intervalli, a seconda delle note che licompongono. Gli
intervalli di unisono, di quarta, di quinta e di ottava sono
chiamati JLXVWL, in quantoappartengono sia alla scala maggiore che
alla scala minore (infatti una scala maggiore e una minore con
lastessa tonica hanno in comune il primo, il quarto, il quinto e,
ovviamente, l'ottavo grado).Gli intervalli di terza, sesta e
settima, al contrario di quelli appena visti, variano a seconda
della scala epossono perci essere maggiori o minori. L'intervallo
di seconda fa eccezione per la questione dei ULYROWL.
Vediamo meglio il concetto dei rivolti.
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26Tutti gli intervalli possono essere rivoltati, cio pu essere
cambiato l'ordine delle note che li formano,spostando all'ottava
superiore la nota grave, cos che la nota acuta diventa il basso del
rivolto. Ad esempio,l'intervallo Do-Sol viene trasformato nel suo
rivolto Sol-Do.In questo caso un intervallo di quinta stato
trasformato in un intervallo di quarta. Una regola generale,da
tenere presente nella pratica dei rivolti che: la somma
dell'intervallo e del suo rivolto dia sempre nove.Infatti:
l'unisono diventa ottava (1+8=9); la seconda diventa settima
(2+7=9); la terza diventa sesta(3+6=9) e cos via. Da ricordare,
inoltre, che il rivolto di un intervallo giusto d un intervallo
giusto; ilrivolto di un intervallo maggiore d un intervallo minore,
e viceversa; il rivolto di un intervallo diminuitod un intervallo
eccedente, e viceversa. L'intervallo di seconda costituisce
un'eccezione. Infatti, puressendo contenuto in entrambi i modi
(maggiore e minore), non pu essere considerato giusto perch,
adifferenza degli altri intervalli giusti (unisono, quarta, quinta
e ottava), il suo rivolto non giusto. Pertantol'intervallo di
seconda si definisce maggiore (intervallo corrispondente ad un
tono) quando il suo rivolto una settima minore; si definisce minore
(intervallo corrispondente ad un semitono) quando il suo rivolto
una settima maggiore.
Ogni intervallo ha una propria grandezza a seconda che i due
suoni che lo compongono siano pi o menodistanti tra loro.
Sono LQWHUYDOOL VHPSOLFL quelli allinterno dellottava, sono
invece classificati FRPSRVWL tutti gli intervalli chesuperano
l'ottava.
Quando un intervallo composto da un suono grave ed uno pi acuto
si dice DVFHQGHQWH. Invece unintervallo GLVFHQGHQWH quando il primo
suono pi acuto del secondo.
Suoni singoli successivi e pi suoni simultanei danno vita a due
tipi diversi di intervallo:
OLQWHUYDOORPHORGLFRHOLQWHUYDOORDUPRQLFR
Due suoni che si succedono, formano un intervallo melodico e
vengono scritti sul pentagramma inorizzontale uno di seguito
all'altro.
Quando i due suoni si originano contemporaneamente, invece,
formano un intervallo armonico evengono scritti sul pentagramma in
verticale uno sopra l'altro. La lettura dell'intervallo avviene dal
basso
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27verso l'alto. L'intervallo armonico quindi formato da due
suoni eseguiti simultaneamente di cui unograve e l'altro pi acuto.
Il nostro orecchio in genere percepisce meglio il suono pi acuto.In
certi brani vi sono intervalli melodici e soprattutto armonici che
trasmettono una sensazione nontroppo gradevole. Uno di questi
intervalli l'intervallo di seconda, che crea un momentaneo
effettosgradevole, quasi di stonatura.
Proprio per l'effetto gradevole o sgradevole che trasmettono,
gli intervalli sono stati classificati inFRQVRQDQWL e GLVVRQDQWL.
Sono consonanti gli intervalli di terza, quinta, sesta e ottava.
Mentre gli intervalli diseconda e di settima sono considerati
dissonanti. La dissonanza si avverte maggiormente negli
intervalliarmonici. L'intervallo di quarta invece considerato una
consonanza imperfetta, in quanto non sempre ilsuo effetto risulta
gradevole all'orecchio. Un esempio di quarta con effetto dissonante
lo si trova nelleprime forme polifoniche del Medioevo.
Gli intervalli possono subire trasformazioni dovute a necessit
compositive. Possono essere cioaumentati o diminuiti di un
semitono. In questo caso parliamo di
LQWHUYDOOLGLPLQXLWLHGHFFHGHQWLI nomi che gli intervalli assumono
seguono questo schema:
intervalli giusti abbassati di un semitono si dicono
diminuitiintervalli giusti aumentati di un semitono si dicono
eccedenti
intervalli maggiori abbassati di un semitono si dicono
minoriintervalli maggiori aumentati di un semitono si dicono
eccedenti
intervalli minori abbassati di un semitono si dicono
diminuitiintervalli minori aumentati di un semitono si dicono
maggiori
'DOODWHRULDDOODSUDWLFDGHJOLLQWHUYDOOL
COME SI COSTRUISCE UN INTERVALLO ?Nella teoria musicale, gli
intervalli si misurano contando le note da quella di partenza a
quella di arrivo. Ilproblema naturalmente sta nel contarle. Come
abbiamo visto, ogni tanto si parla di un tono da una notaall'altra,
ogni tanto di semitono. Prendendo come unit fondamentale
quest'ultimo, e riportando il tuttoalla scala di Do, quella insomma
che fa Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do, e che quindi non usa tasti
neri,possiamo trovare gli intervalli.Se si hanno ad esempio un Do e
un Sol, l'intervallo una quinta perch si contano cinque note - Do,
Re,Mi, Fa e Sol.L'intervallo tra il Do e s stesso non si chiama "di
prima", ma unisono. Si possono poi avere intervallianche oltre
l'ottava: nona, decima, undicesima e tredicesima sono quelli che si
trovano menzionati pispesso.
Quindi, se trovo scritto "settima di dominante" o "accordo di
settima", in realt si intende un intervallo?Pi o meno. L'accordo di
settima comprende un intervallo di settima, ma di queste cose
tratteremo meglionella sezione sugli accordi. Per quanto riguarda
la frase "settima di dominante", occorre fare
un'altradigressione.
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Nell'armonia classica o tonale, che poi quella che viene anche
usata per descrivere canzonette, jazz eblues, si suppone che ogni
brano possegga una sua tonalit di base (per dirla breve,
generalmentel'accordo che termina il ritornello) e tutti gli
accordi del pezzo vengono considerati non in assoluto,
marelativamente a quella tonalit. vero che si pu cambiare tonalit
all'interno di una canzone: ad esempio,dopo un giro di Do (Do, Lam,
Rem, Sol7, Do) si pu avere un La7 e rifare la stessa melodia un
tonosopra. Ma in questo caso si comincia semplicemente a
ricalcolare tutti gli accordi relativamente alla nuovatonalit.
Per complicarsi la vita, per, si deciso di chiamare gli
intervalli relativi alla tonalit di partenza in ben duemodi
diversi. Il primo il grado, e non molto diverso dall'intervallo in
s: la nota della tonalit stessa (ilDo, se siamo in Do maggiore) il
primo grado, quella che forma un intervallo di seconda con essa
(nelnostro caso il Re) il secondo grado, e cos via fino al settimo
grado.
POSSIBILE CHIAMARE LE NOTE "PER NOME"?Si, in effetti
possibilevediamo come: la prima nota di ogni scala chiamata tonica;
la seconda notaviene chiamata sopratonica; la terza nota pu
assumere tre nomi: mediante, modale o caratteristica; laquarta nota
sottodominante; la quinta nota chiamata dominante; la sesta nota
chiamatasopradominante; la settima nota pu assumere due nomi:
sensibile o sottotonica.
Vedremo meglio questi concetti nella parte relativa alle
scale.
PERCH SI SENTE PARLARE DI INTERVALLI MAGGIORI E MINORI?Qui la
storia si fa un po' pi complicata. Rimanendo nella scala di Do,
abbiamo che sia l'intervallo Do-Miche l'intervallo Mi-Sol sono
formalmente delle terze: per suonano all'orecchio in maniera
alquantodiversa. Ed effettivamente, guardando le note al pianoforte
o alla chitarra, ci accorgiamo che nel primocaso ci sono quattro
semitoni tra le note e nel secondo solo tre. Il primo intervallo
viene allora definitoterza maggiore, mentre il secondo rimane una
terza minore.In realt si pu andare ancora oltre: un intervallo pu
essere infatti eccedente, quando "pi chemaggiore", o diminuito, se
"meno che minore".Nella tabella qui sotto, possiamo vedere quanti
semitoni comprendono gli intervalli dalla seconda allasettima:
l'ottava si intende convenzionalmente sempre giusta e comprendente
12 semitoni.
Come puoi vedere, la quarta e la quinta sono tendenzialmente
giuste, mentre gli altri intervalli possonoessere maggiori o
minori. Seconda diminuita e settima eccedente esistono, ma non sono
usati in pratica.Considerando anche unisono (zero semitoni) e
ottava (dodici), vediamo che tutti i valori da 0 a 12semitoni sono
rappresentati da un intervallo tipico, tranne quello "di mezzo", da
6 semitoni. Questo ilfamigerato WULWRQR (sei semitoni fanno tre
toni, no?) maledizione per la musica medievale, ma ormai vieneusato
con relativa tranquillit.
Di ogni intervallo possiamo determinare lequivalente
enarmonico.Gli LQWHUYDOOLHQDUPRQLFL sono quelli che danno
nelleffetto gli stessi suoni, seppure scritti con note diverse.
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Ad es. un intervallo di 6 minore avr il suo equivalente
enarmonico nellintervallo di 5 eccedente;entrambi, infatti,
ricomprendono 8 semitoni. Altro esempio: la 2 nellintervallo
equivalente enarmonico diun intervallo di 3 minore sar una 2
aumentata.
LA-SIb O LA-LA# ?Considerando che mi sto muovendo sulla scala di
Fa maggiore, perch nella notazione musicale devoscrivere come
intervallo di seconda minore La-Sib e non La-La# ?
Questa credo sia la domanda con cui tutti noi, prima o poi, ci
siamo dovuti confrontare. Per prima cosabisogna subito considerare
il sistema di riferimento su cui la notazione occidentale si basa.
In tale sistema,detto diatonico o tonale, la costruzione delle
scale avviene considerando una lettera per grado.Consideriamo
lesempio riportato nella domanda:
siamo sulla scala di Fa maggiore
il primo grado della scala o la cosiddetta tonica appunto un Fa;
il secondo grado la lettera successivacio un Sol; il terzo grado un
La; il quarto grado un Si. E, poich tra il 3 ed il 4 grado della
scalamaggiore deve esserci un intervallo di seconda minore, il Si
sar un Sib. Questo perch in un sistematonale un intervallo di
seconda minore, o per comprendere meglio un passaggio di semitono,
vieneeffettuato attraverso un sistema diatonico e non cromatico. Un
passo di un semitono diatonico da La aSib o da Fa a Solb. Si
utilizzano cio due nomi diversi.In un passaggio di semitono
cromatico, invece, avremo pronunciata la stessa nota: da La a La# o
da Sib aSi. Non scoraggiarti, vedrai che questi concetti
diventeranno chiarissimi, se non addirittura banali, dopoche avrai
assimilato la parte relativa alle scale modali.
COME SUONANO ALLORECCHIO GLI INTERVALLI?L'intervallo di ottava
non forma praticamente nessun accordo, e anche quello di quinta,
pur dando gi unidea di accordo, suona molto naturale all'orecchio.
Troppo naturale, tanto che le regole dell'armoniaclassica vietano
di scrivere musica a pi voci nella quale ci siano due voci che
salgano o scendanoentrambe e finiscano su un intervallo di quinta
oppure ottava (le famose quinte/ ottave parallele, scoglioper tutti
gli studenti di armonia), a meno di casi speciali. La ragione di
questa regola proprio il senso divuoto nel terminare in questi "non
accordi".
Gli intervalli di terza e sesta (sia maggiore che minore) sono
invece molto pieni e danno l'ideadell'accordo: generalmente, quando
si ha una seconda voce che procede parallela alla melodia in
unacanzone, vengono usati questi intervalli. Tieni conto che la
"pienezza" anche data dal fatto cheall'interno della melodia non c'
sempre lo stesso intervallo: ogni tanto viene fuori quello maggiore
comequello minore. Detto in altro modo, le due voci non cantano
proprio la stessa cosa...
Gli intervalli di seconda sono considerati dissonanti,
soprattutto la seconda minore che consiste nelsuonare due note a
distanza di un semitono. Diverso il caso dell'intervallo di
settima: la settima minoreha sempre avuto diritto di cittadinanza
nell'armonia classica, probabilmente per l'influenza dell'accordo
disettima di dominante (che per l'appunto una settima minore). La
settima maggiore, quella cio che negliaccordi la "7+", ha s un
suono dissonante, ma il nostro orecchio vi si ormai abituato,
aiutato anchedall'ampia distanza tra le due note, e viene usato
tranquillamente nella musica moderna.Resta per ultimo l'intervallo
di quarta. Definito il migliore dagli antichi greci (e da Mozart
bimbo!) oggi haperso un po' di smalto. Se uno prova ad avere due
voci parallele che viaggiano a un intervallo di
quarta,l'impressione che si avr quella di una musica di sapore
vagamente orientale.
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30LA MELODIA E GLI INTERVALLI MUSICALIQuando ascoltiamo un
qualsiasi brano musicale, viene spontaneo ricordare soprattutto la
melodia.La PHORGLD caratterizzata dagli intervalli che la
compongono e dalle loro specifiche propriet musicali. Adesempio, pu
essere costituita da suoni prevalentemente di uguale altezza oppure
di altezza diversa.
Una melodia, con il prevalere di suoni ripetuti, assume un
andamento piuttosto piatto, ma di particolareeffetto. Se invece i
suoni sono di varia altezza la melodia acquista un maggiore
respiro. In una melodia consuoni che spaziano tra varie altezze,
gli intervalli sono pi o meno ampi e hanno carattere ascendente
odiscendente.Per cui, negli intervalli che compongono la melodia,
l'ampiezza e la direzione costituiscono due dellecaratteristiche
principali.
6FDOHPXVLFDOL
Nel linguaggio musicale, una scala una successione ascendente o
discendente di suoni (note ossiafrequenze) compresi nell'ambito di
un'ottava. Esistono numerose scale: pentafonica (5 note), araba
(17note), a toni interi, ecc.
La scala fondamentale del sistema musicale europeo , per, la
VFDODGLDWRQLFD.
Gran parte della musica occidentale, sia antica che moderna, si
basa sulla scala diatonica, cio una scalacomposta da sette note che
dividono l'ottava in cinque toni e due semitoni. Indicando con
T=tono e cons=semitono, gli intervalli tra le note sono:T - T - s -
T - T - T - s
La VFDODGLDWRQLFD prende il nome da uno dei tre generi della
musica greca antica (diatonico, enarmonico ecromatico) ed la base
per creare le formule di numerosissime scale musicali. Nata in
Grecia a seguitodegli studi della scuola di Pitagora, le sue note
si ottengono tramite una progressione di intervalli di quinta.La
VFDOD GLDWRQLFD una scala in cui le note hanno tutte nome diverso,
non ci sono perci intervalli disemitono cromatico. La
6FDODFURPDWLFD , invece, una scala in cui sono presenti solo
semitoni; nel sistematemperato questa scala formata da dodici
gradi. E possibile fondere i due tipi di scala ottenendo i
pidisparati casi di scale diatonico - cromatiche. Nella teoria
della musica occidentale si possonoschematizzare tre scale
diatoniche principali: VFDODSLWDJRULFD (VI secolo a.C. XVI secolo
d.C.); VFDODQDWXUDOHR]DUOLQLDQD (XVI secolo d.C. oggi) e la
VFDODWHPSHUDWDRGHOWHPSHUDPHQWRHTXDELOH (XVIII secolo d.C.
oggi).
NOTA STORICA: NASCITA ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SCALAIl
primo tentativo di scala musicale lo si deve al filosofo-matematico
Pitagora. Utilizzando un monocordo e lepropriet delle frazioni
(tenendo conto che la sua dottrina prevedeva il numero come
"essenza di tutte le cose")costru la prima scala musicale
"teorizzata". Essa per puramente "formale" perch, sebbene sia
"quadrata" dalpunto di vista numerico dei rapporti tra le varie
note che la compongono, all'orecchio risulta essere
alquantosgradevole. Qui di seguito cercher di spiegare come
Pitagora sia riuscito nella sua opera. Vi un settore, pocovisibile
ma basilare e di rigida pertinenza musicale, nel quale la simmetria
in tutte le sue forme ha un ruoloimportante: quello della scelta
dei suoni della scala. In effetti, il problema dell' accordatura
cos "di base" chesovente non viene neanche rilevato. Eppure le
singole note, che troviamo sulla tastiera di un pianoforte cos
comesu quella di un flauto, costituiscono l'alfabeto con cui
costruire una qualunque composizione musicale. Con qualecriterio
sono stati scelti proprio quei suoni e, soprattutto, come sono
state determinate le distanze tra uno e l' altro?In genere, quando
si suddivide un intervallo continuo lo si fa con punti
equidistanti, e infatti, come attestano varistrumenti musicali
antichi, alcuni tentativi si mossero in questa direzione.