1 BILANCI IDRICI SCENARI EVOLUTIVI E DI PIANO 0 250 500 750 1000 1250 1500 2000 2008 Acque superficiali 2016 2000 Mmc/ann Civile Industria Agrozootecnia 0 250 500 750 1000 1250 1500 1750 2000 2250 2000 2008 All'utenza 2016 2000 2008 Alla fonte 2016 Mmc/ann Civile Civile (forniture ad utenze industriali) Industria Agrozootecnia Risparmio
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1 BILANCI IDRICI SCENARI EVOLUTIVI E DI PIANO. 2 Schema metodologico generale bilanci idrici 2) Valutazione degli scenari evolutivi (al 2008 e al 2016)
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BILANCI IDRICI
SCENARI EVOLUTIVI E DI PIANO
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2000 2008 Acque
superficiali
2016 2000 2008 Acque di falda
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Civile Industria Agrozootecnia Risparmio
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2016 2000 2008 Alla fonte
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Civile Civile (forniture ad utenze industriali) Industria Agrozootecnia Risparmio
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Schema metodologico generale bilanci idrici
2) Valutazione degli scenari evolutivi (al 2008 e al 2016) in relazione alle attuali
tendenze- Stima fabbisogni alle utenze e necessità di approvvigionamento- Evidenziazione possibili criticità quantitative sulla disponibilità della risorsa
3) Politiche di intervento di Piano- Individuazione azioni di razionalizzazione, risparmio e adeguamento infrastrutturale
- Analisi dell'incidenza politiche di intervento sui consumi alle utenze e sulle necessità di approvvigionamento- Analisi effetto delle politiche di intervento sulla sostenibilità dei prelievi
1) Definizione del quadro conoscitivo attuale (al 2000)- Analisi consumi alle utenze e prelievi- Evidenziazione maggiori criticità quantitative acque superficiali e sotterranee- Ricognizione circa i più rilevanti interventi infrastrutturali programmati
Sono stati presi in esame i tre settori quantitativamente rilevanti: civile, industriale e irriguo
Per lo zootecnico si sono ricostruiti i consumi allo stato attuale ma, in relazione alla loro esigua entità, non si sono esaminati scenari evolutivi, mantenendo invariati consumi e prelievi
3La scala territoriale di riferimento delle elaborazioni è quella comunale
Dati di prelievo, erogazione, serviti (Aziende, 1998-2000)
Dotazioni all'utenza
Efficienza adduzione e distribuzione
Previsioni residenti al 2008 e al 2016(RER)
Interventi infrastrutturali al 2008 e al 2016 (Aziende)
Azioni di risparmio
PrelieviResidenti, serviti da acquedotto (RER, 2000 e ISTAT, 1991)
Fabbisogni all'utenza
Dotazioni all'utenza al 2008 e al 2016
Fabbisogni all'utenza al 2008 e al 2016
Efficienza adduzione e distribuzione al 2008 e al 2016
Indirizzi Regione, bibliografia e studi di settore, normativa
Prelievi al 2008 e al 2016
Possibile efficacia PI
Prelievi al 2008 e al 2016 con PI
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Schema metodologico per il settore civile
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Aspetti metodologici
Settore civile: fabbisogni alle utenzePopolazione:Sono state utilizzate le proiezioni relative al numero di residenti fornite dall’Ufficio Sistemi Statistici della Regione Emilia-Romagna per le 13 AUSL regionali; tali valori sono stati distribuiti sui singoli comuni in relazione alle tendenze evolutive degli ultimi 5 anni
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano• invarianza dei valori connessi agli usi domestici• leggero incremento (+20% al 2016) dei quantitativi connessi agli usi produttivi• stazionarietà degli usi procapite relativi alle restanti utenze
• diminuzione dei valori connessi agli usi domestici a 145 l/residente/gg al 2008 e a 130 l/residente/gg al 2016• incremento (+20% al 2016 ) dei quantitativi connessi agli usi produttivi• diminuzione (-15% al 2016) dei valori connessi alle utenze “assimilabili” a quelle domestiche (commercio, servizi, istituzioni, turismo)• invarianza degli altri usi
• Adeguamento delle dotazioni comunali attualmente “anomale” (inferiori a 160 l/residente/gg)Dotazioni all’utenza ()
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Aspetti metodologici
Settore civile: copertura reti acquedottistiche
Sono stati definiti dei valori minimali dei residenti serviti dai sistemi acquedottistici, a livello comunale, individuati per le diverse fasce altimetriche; al 2016:• Montagna: 70% se <1000 residenti (65% al 2008), 85% se <10000 residenti (80% al 2008), 90% altrimenti (85% al 2008)• Collina: 80% se < 1000 residenti (75% al 2008), 95% se < 10000 residenti (90% al 2008), 98% se < 50000 residenti (96% al 2008), 100% altrimenti• Pianura:100% se < 1000 residenti (99% al 2008), 100% altrimenti
A livello regionale, al 2000 (i dati sono tuttavia ISTAT ‘91, con alcuni aggiornamenti), la percentuale di residenti serviti da acquedotti rurali o
totalmente autonomi è del 5%Già al 2008 si prevede che tale percentuale scenda a poco più dell’1%
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Aspetti metodologici
Settore civile: efficienza reti di adduzione e distribuzioneSono stati definiti dei valori “di riferimento” per l’efficienza delle reti, a livello comunale, per le diverse fasce altimetriche, al 2016:• Montagna: 76% se <1000 residenti (72% al 2008), 78% se <10000 residenti (74% al 2008), 80% altrimenti (76% al 2008)• Collina: 76% se <1000 residenti (74% al 2008), 80% se <10000 residenti (76% al 2008), 82% se <50000 residenti (80% al 2008), 84% altrimenti (82% al 2008)• Pianura: 78% se <1000 residenti (74% al 2008), 80% se <10000 residenti (77% al 2008), 82% se < 50000 residenti (80% al 2008), 84% altrimenti (82% al 2008)
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
•Al 2008 efficienza media a livello regionale del 78%•Al 2016 efficienza media a livello regionale dell’80%
•Al 2008 efficienza media a livello regionale dell’80%•Al 2016 efficienza media a livello regionale dell’82%; efficienza minima a livello provinciale dell’80%
I valori comunali sono stati considerati a livello di sistema acquedottistico (), provinciale e regionale verificandone la congruenza (ed eventualmente correggendoli) con i valori regionali indicati dalla Regione Emilia-Romagna :
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Aspetti metodologici
Settore civile: prelievi
I fabbisogni alle utenze, al lordo delle perdite in adduzione e distribuzione, sono stati attribuiti, per le diverse provincie, alle diverse tipologie di approvvigionamento sulla base dei livelli di prelievo attuali e delle seguenti considerazioni:
•Per gli areali montani le variazioni sui fabbisogni alla fonte ricadono interamente sugli approvvigionamenti di acque superficiali (comprensive di sorgenti e pozzi di subalveo)
•Per gli areali collinari e di pianura, in relazione all’interconnessione dei diversi sistemi acquedottistici (attuale o comunque imprescindibile già nel breve/medio periodo) e alla opportunità di contenere i prelievi dalle falde e di sfruttare al massimo le potenzialità delle fonti superficiali:
– le riduzioni dei fabbisogni vengono fatte ricadere sui prelievi dalle falde– eventuali incrementi si ripercuotono interamente sulle fonti superficiali, tenendo conto
delle potenzialità massime di approvvigionamento (considerando i principali interventi infrastrutturali indicati dalle aziende acquedottistiche) e di specifiche situazioni provinciali
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Principali risultanze alla scala provinciale
Settore civile: consumi alle utenze e prelievi
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Evoluzione produzione al 2008 e al 2016
Evoluzione occupazione al 2008 e al 2016
Dotazioni per addetto
Consumi specifici al 2000, al 2008 e al 2016
Azioni di risparmio
Dati di consumo e di produzione (1996-2000)
Bibliografia, EMAS, BREF, studi di settore
Database occupazionale (CERVED 1998-99)
Fabbisogni idrici per impresa
Indici produzione industriale (Unioncamere 1988-2002)
Serie storiche addetti industria (ISTAT1951-96)
Fabbisogni per impresa al 2008 e al 2016
Possibile efficacia PI
Consumi documentati
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Prelievi per località
Approvvigionamento da reti civili,da acque
superficiali e da falde
Prelievi per provincia al 2008 e al 2016
Fabbisogni per impresa al 2008 e al 2016 con PI
Prelievi per provincia al 2008 e al 2016 con PI
Bibliografia, studi di settore
Le elaborazioni sono effettuate per le singole imprese, le risultanze sono aggregate per località (usi attuali) o provincia (scenari evolutivi)
Schema metodologico per il settore industriale
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Aspetti metodologici
Settore industriale: evoluzione del comparto manifatturiero
Produzione:le variazioni 2008-2000 e 2016-2000 dei volumi produttivi del comparto manifatturiero regionale sono state stimate sulla base dell’analisi della serie storica degli indici di produzione indicati da Unioncamere relativi ad un certo numero (22 complessivamente) di classi tipologiche (esempio agroindustria, ceramiche, etc), con procedimenti di estrapolazione lineare; il grado di dettaglio che è stato possibile conseguire è quindi è quello della Divisione o del Gruppo ATECO ‘91.
Dimensioni:Le variazioni dimensionali delle singole aziende sono state stimate a livello provinciale sulla base delle serie storiche ISTAT 1951-1996 del numero di addetti relativi alle singole Divisioni ATECO ‘91 (di fatto le Divisioni sono state raggruppate in 4 classi omogenee) con procedimenti di estrapolazione delle curve logaritmiche interpolanti.
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Aspetti metodologici
Settore industriale: consumi per unità di produzione ()
•Quando possibile (in relazione alle informazioni disponibili) le stime sono state impostate sulla base dell’analisi dei consumi specifici relativi a produzioni rappresentative delle diverse Divisioni/Gruppi/Classi considerate nella valutazione dello stato attuale.
•In caso contrario si sono valutate parametricamente le plausibili riduzioni dei fabbisogni in relazione all’incidenza media dei consumi idrici connessi a fasi di lavaggio e a raffreddamento (per i quali si ritengono maggiori le possibilità di risparmio).
Esplicitati con l’individuazione di coefficienti di riduzione dei consumi per unità di produzione, stimati per le diverse Divisioni/Gruppi/Classi parametricamente, in relazione all’incidenza delle fasi di lavaggio e raffreddamento (al 2016 si sono utilizzate riduzioni dei fabbisogni variabili, per le diverse Divisioni/Gruppi/Classi, dal 16% al 32%)
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
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Aspetti metodologici
Settore industriale: fabbisogni alle utenze
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
I consumi attuali relativi ad ognuna delle oltre 52000 imprese censite nel database CERVED sono stati moltiplicati per tre coefficienti rappresentativi di:•variazione regionale dei volumi produttivi (per tipologia di attività)•correzione provinciale della produttività regionale (per provincia e tipologia di attività)•variazione dei consumi specifici per unità di prodotto (per tipologia di attività)
E’ stato applicato ai consumi a tendenze evolutive “naturali” l’ulteriore coefficiente rappresentativo dei possibili risparmi sui consumi specifici
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Aspetti metodologici
Settore industriale: prelievi
•E’ stata ritenuta plausibile una maggiore propensione all’approvvigionamento dalle reti civili esplicitata attraverso l’incremento del valore di “soglia” che individua le forniture civili rispetto agli approvvigionamenti autonomi (da 5000 mc/anno al 2000 a 5750 mc/anno al 2008 e a 6500 mc/anno al 2016).
•Sono state “confermate” le attuali situazioni di approvvigionamento con acque superficiali e quindi attribuiti alle falde gli approvvigionamenti relativi alle restanti imprese.
Sono inoltre stati considerati gli effetti connessi alla realizzazione di nuovi acquedotti industriali nell’area ravennate e forlivese (si valutano immutati gli
approvvigionamenti relativi a quelli esistenti)
E’ evidente che le elaborazioni non possono essere considerate attendibili a livello puntuale (di singola azienda), ma si ritengono ragionevolmente affidabili
alla scala provinciale.
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Principali risultanze alla scala provinciale
Settore industriale: consumi alle utenze e prelievi
15La scala territoriale di riferimento delle elaborazioni è quella comunale
Colture irrigate, tecniche (ISTAT,2000)
Forniture e prelievi consortiliDisponibilità di risorsa da Po e
appenninica (1991-2001)
Perimetrazione aree consortili (1996-2000)
Climatologia, suoli Fabbisogni irrigui
Richieste ai consorzi
Deficit irrigui consortili
Disponibilità di risorsa al 2008 e al 2016Interventi infrastrutturali
(Consorzi)
Prelievi autonomi
Superfici al 2008 e al 2016 (Regione, UniPR, ISTAT
1991-2000)
Fabbisogni irrigui al 2008 e al 2016
Bibliografia, studi di settore, Consorzi
Azioni di risparmio, applicazione DMV
Areali consortili al 2008 e al 2016
Forniture e prelievi consortili al 2008 e al 2016
Deficit irrigui consortili
Prelievi autonomi al 2008 e al 2016
Applicazione DMV e possibile efficacia delle PI
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Forniture e prelievi consortili con PI al 2008 e al 2016
Prelievi autonomi al 2008 e al 2016 con PI
Efficienza in adduzione e distribuzione (Consorzi)
Schema metodologico per il settore irriguo
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Aspetti metodologici
Settore irriguo: superfici colturali
Evoluzione delle superfici colturali comunali:•Per le “colture PAC” si è fatto riferimento al documento “Valutazione dell’effetto dell’applicazione della nuova OCM latte…” (Università di Parma)•Per le restanti colture si sono estrapolate con curve logaritmiche (più stabili di quelle lineari) le variazioni ISTAT 1990-2000, apportando correzioni per attenuare tendenze molto accentuate
Le variazioni ottenute sono modeste e, quantomeno per la pianura, prospettano riduzioni delle SAU complessive che possono essere ritenute sottostimate
essendo dello stesso ordine degli incrementi minimali stimati per le aree urbane
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•Per i singoli comuni si sono considerate, in assenza di interventi di infrastrutturazione di areali consortili, variazioni analoghe a quelle delle colture•Sono stati valutati gli interventi di infrastrutturazione o ampliamento di areali consortili
Aspetti metodologici
Settore irriguo: superfici irrigate e fabbisogni alle colture
•Sono state valutate le ulteriori superfici irrigate connesse all’infrastrutturazione di areali irrigui per il riuso diretto dei reflui depurati
Superfici irrigate ()
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
Dotazioni colturali
Si sono considerate dotazioni colturali invariate
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Aspetti metodologici
Settore irriguo: tecniche di adacquamento
Definite sulla base della tendenza evolutiva ISTAT 1982-1990-2000 (con alcune correzioni locali) per le principali tipologie (aspersione, sommersione, scorrimento e infiltrazione laterale, goccia/microirrigazione) e le diverse provincie
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
Riduzione per le provincie emiliane ad una incidenza dello scorrimento laterale e infiltrazione al 50% del valore a tendenze evolutive “naturali”, a favore dell’aspersione
Sono trattate singolarmente alcune peculiarità colturali e territoriali relative a:– sommersione se connessa a risaie– scorrimento e infiltrazione laterale nell’areale ferrarese, in relazione specificità locali relativi alla tendenza alla salinizzazione e compattazione dei suoli– scorrimento e infiltrazione laterale nelle provincie di Parma e Reggio-Emilia in quanto in tali provincie essenzialmente connesso a colture di pregio qualificanti il settore agroindustriale
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Aspetti metodologici
Settore irriguo: rendimento adduzione e distribuzione ()
Rendimenti invariati rispetto alla situazione attuale salvo specifici interventi programmati dai Consorzi
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
Rendimento all’85% al 2016 (al 2008 recupero di circa 1/3 della differenza fra il valore attuale e l’85%)
Areali serviti con acque di Po:Definito sulla base del rapporto fra i volumi richiesti alle utenze al 2016 (o 2008) e attuali e del grado di efficienza attuale (ad una diminuzione delle richieste alle utenze corrisponde, sia pure in misura attenuata, una diminuzione dei rendimenti delle reti)
Areali serviti con acque appenniniche:
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Aspetti metodologici
Settore irriguo: disponibilità di risorsa
•Si ritengono invariate le possibilità di prelievo attuali (salvo incrementi connessi ad interventi infrastrutturali)
Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano
Areali serviti con acque appenniniche:
Areali serviti con acque di Po:Viene prevista, anche in relazione agli interventi infrastrutturali programmati dai Consorzi, la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento
•Viene quantificata la riduzione di possibilità di prelievo conseguente all’applicazione dei DMV ()•Sono considerate le disponibilità di risorsa connesse al riuso diretto dei reflui depurati•Sono quantificati gli effetti di specifici interventi finalizzati a mitigare la riduzione delle possibilità di prelievo connesse ai DMV
•Si ritengono invariate le disponibilità idrologiche (deflussi naturali)•Sono considerate le maggiori disponibilità di risorsa conseguenti agli interventi infrastrutturali finalizzati, ad esempio, alla realizzazione di accumuli di acque appenniniche e alla razionalizzazione delle gestioni irrigue consorziali
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Aspetti metodologici
Settore irriguo: prelieviAnalogamente a quanto fatto per lo stato attuale i prelievi derivano dal confronto: necessità alle utenze al lordo delle perdite in adduzione e distribuzione - disponibilità di risorsa. Le elaborazioni sono state condotte a livello comunale (approvvigionamenti autonomi) o di areale consortile, aggregando successivamente le risultanze alla scala provinciale
Areali serviti con acque di Po:Viene prevista, anche in relazione agli interventi infrastrutturali programmati dai Consorzi, la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento di acque superficiali
Areali serviti con acque appenniniche:Vengono valutati i deficit irrigui da acque superficiali e le frazioni degli stessi accettate dalle utenze quale “sofferenza” o ripianate con emungimenti autonomi di acque di falda
Approvvigionamento con acque di falda:Viene prevista la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento (salvo le situazioni di sofferenza accettate dalle utenze negli areali serviti con acque appenniniche)
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Acque di falda Acque sup. Acque di falda Acque sup. Acque di falda Acque sup.
Piacenza 128 54 74 135 64 71 140 68 71
Parma 97 34 63 85 39 46 83 36 47
Reggio-Emilia 221 36 186 205 38 167 204 37 167
Modena 130 13 117 116 14 101 115 14 101
Bologna 143 21 122 122 20 102 111 17 95
Ferrara 522 3 519 473 3 470 452 3 449
Rav enna 101 26 75 96 22 74 98 17 81
Forlì-Cesena 35 15 20 41 12 29 48 5 43
Rimini 7 5 2 7 6 1 18 3 15
Totale 1385 207 1178 1278 217 1061 1268 200 1068
1330 200 1130 1329 192 1137
Al 2016
Fabbisogni
alla fonte
PrelieviFabbisogni
alla fonte
Prelievi
Al 2000Provincia
Totale in assenza di politiche di intervento
Al 2008
Fabbisogni
alla fonte
Prelievi
Principali risultanze alla scala provinciale
Settore irriguo: consumi alle utenze e prelievi
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• Allo stato attuale si valuta siano utilizzati, in maniera indiretta, 67 Mm3/anno di reflui depurati.
• Si è valutata la fattibilità dell’utilizzo diretto dei reflui per gli impianti di potenzialità >10.000 A.E (circa 80 impianti).
• Mediamente la superficie territoriale - agricola necessaria risulterebbe 200-350 ha / 2.000 m3/gg scaricati (~10.000 A.E medi) in Romagna e 150-280 ha / 2.000 m3/gg in Emilia.
• Si è valutata (CTR) la disponibilità di un’area d’impianto asservibile, preferibilmente a gravità o al più in pompaggio, eventualmente utilizzando come vettore un tratto di uno scolo preesistente.
• Sui singoli impianti si è considerato il volume giornaliero del periodo estivo.
Il riuso irriguo dei reflui
Aspetti metodologici:
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Il riuso irriguo dei reflui
Aspetti metodologici:
• Al fine di valutare la priorità degli interventi si sono “pesati” i seguenti elementi:
• opportunità di impiego irriguo, ritenendo prioritari gli interventi relativi ad aree irrigue attualmente connesse ad affluenti appenninici o a prelievi autonomi da falda;
• incremento del livello di impiego attuale dei reflui;
• compromissione delle aste fluviali principali (se lo scarico è diretto o nelle vicinanze maggiore sarà la compromissione e più alta la possibilità che porzioni elevate dei carichi giungano a Po e in Adriatico).
• Tali elementi hanno portato ad individuare 17 impianti prioritari, per i quali verificare localmente la concreta possibilità di realizzare i singoli interventi.
• Nell’evoluzione del comparto irriguo gli impianti prioritari si considerano strutturati al 2016 al 50% della potenzialità indicata (al 100% se il volume utilizzabile è inferiore a 0,2 Mm3/anno); si ritiene comunque importante operare per raggiungere il maggiore impiego possibile.
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Incremento diimpiego
Depuratore (eventuale aliquota di impiego)
(Mm3/anno)
Areale irriguo Comuni interessati dall’impianto irriguo
PIACENZA – BORGOFORTE (1/3) 0.90 F. Trebbia (estremo) PiacenzaFIDENZA 0.56 Areale autonomo parmense Fidenza, SoragnaREGGIO EMILIA – MANCASALE 3.20 F. Po Reggio-Emilia, Cadelbosco Sopra, Bagnolo in PianoMODENA – NAVIGLIO 2.42 Secchia-Panaro SPDS MO Bastiglia, Bomporto, Modena, SorbaraBAZZANO 0.15 Areale autonomo bolognese Bazzano, CrespellanoIMOLA – SANTERNO 0.96 Areale autonomo (pross. C.le dei Molini) ImolaIMOLA - GAMBELLARA 0.07 Areale autonomo (pross. C.le dei Molini) ImolaALFONSINE 0.47 Areale autonomo ravennate - F.Po-CER AlfonsineBAGNACAVALLO - VILLANOVA 0.03 Areale autonomo BagnacavalloFAENZA 0.64 F. Lamone areale C.l Grande-Naviglio Z. FaenzaRUSSI 0.13 Areale autonomo ravennate Ravenna, RussiCESENA 0.84 Esiste impianto irriguo circostante CesenaCESENATICO 0.61 Areale autonomo forlivese CesenaticoFORLI' 1.19 F. Po – CER Forlì, RavennaSAVIGNANO SUL RUBICONE 0.51 Areale autonomo forlivese (poi CER) Gatteo, Savignano s. Rubicone., S.Mauro PascoliBELLARIA - IGEA MARINA 0.79 Areale autonomo forlivese (poi parz. CER) Bellaria, S.Mauro PascoliRIMINI - S. GIUSTINA (1/3) 1.26 Areale autonomo riminese Rimini, Santarcangelo di Romagna.
Il riuso irriguo dei reflui
Principali risultanze:
Impianti prioritari e relativi areali irrigui potenziali
Per gli impianti di CS Pietro Terme, Ozzano dell’Emilia, Cervia, Ravenna, Marina di RA e Lido di Classe già attualmente le acque nel periodo estivo sono convogliate a impianti irrigui attraverso la rete naturale; per Bologna-Corticella, esiste già un progetto organico di riuso in corso
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Scarico attuale Bacino Possibilità aggiuntivaDenominazionedepuratore
Nell’ambito dello “Studio finalizzato all’individuazione di norme e misure atte a favorire il riutilizzo delle acque reflue depurate” sono inoltre stati individuati i seguenti impianti prioritari, per i quali l’aggiunta di un recapito alternativo appare migliorare considerevolmente l’abbattimento dei carichi veicolati a Po o a Mare e/o le possibilità di riuso irriguo (indiretto) dei reflui
Il riuso irriguo dei reflui
Altri aspetti:
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Sintesi a livello regionale
Elementi considerati nella valutazione degli scenari
Settore Elementi considerati Elementi invariantiCivile · Popolazione residente
· Dotazioni domestiche ed extradomestiche
· Disponibilità di risorsa superficiale in seguito ainterventi infrastrutturali
· Rendimento in adduzione e distribuzione
· Presenze turistiche
· Condizioni climatiche (di cui è stato valutato ilpossibile impatto ma considerato di scarso rilievo)
· Disponibilità di risorsa (salvo interventiinfrastrutturali)
Industriale · Volumi produttivi
· Addetti
· Consumi specifici per unità di produzione
· Approvvigionamento dalle reti civili
· Nuovi acquedotti industriali
· Disponibilità di risorsa
· Situazioni puntuali di approvvigionamento conacque superficiali
· Approvvigionamenti da acquedotti industrialiesistenti
Irriguo · Superfici colturali irrigate
· Riuso dei reflui depurati
· Tecniche di adacquamento
· Areali serviti da consorzi
· Disponibilità di risorsa superficiale in seguito ainterventi infrastrutturali
· Effetto applicazione DMV
· Rendimento in adduzione e distribuzione
· Disponibilità di risorsa (salvo interventiinfrastrutturali, riuso reflui e DMV)
· Condizioni climatiche (rispetto agli anni '90, giàsensibilmente siccitosi)
In grassetto gli elementi sui quali vengono valutati e quantificati gli effetti delle Azioni di Piano
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Sintesi a livello regionale
Misure di razionalizzazione e risparmio
Settore MisuraPredisposizione dei Piani di Conservazione della RisorsaInstallazione di contatori per ogni singola utenza e dei dispositivi tecnologici di risparmio più "elementari" qualifrangigetto e riduttori di flusso, WC a flusso ridotto, etcPolitica tariffaria premiante il risparmio idricoCampagne di sensibilizzazione e informazione
Civile
Programmi di ricerca perdite. Contenimento dell'anzianità delle condotte. Incremento della capacità dicompenso e riserva dei serbatoiMisurazione di tutti i prelievi dalle falde o dalle acque superficialiApplicazione di canoni annuali commisurati ai livelli di consumoIncentivazioni all'adozione di politiche ambientali
Industriale
Analisi della fattibilità di realizzare o potenziare acquedotti industrialiRiduzione delle perdite sulle reti di adduzione – distribuzione con rifornimento da fonti appenninicheRiduzione dell’uso delle tecniche per scorrimento superficiale e infiltrazione laterale per gli areali delle provinceemiliane sottesi da rifornimenti appenniniciRealizzazione di “vasche” di accumulo della risorsa appenninicaImpiego di reflui depurati
Irriguo
Utilizzo di dotazioni “accettabili per le colture” per gli areali sottesi da rifornimenti appenninici
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In assenza di politiche di intervento è prevista una sostanziale stabilità delle necessità alle utenze
Con le azioni di Piano si prevedono sensibili risparmi e riduzioni(Al 2016: -5% civile, -4% irriguo, -30% industriale)
0
250
500
750
1000
1250
1500
1750
2000
2250
2000 2008 All'utenza
2016 2000 2008 Alla fonte
2016
Mm
c/ann
o
Civile Civile (forniture ad utenze industriali) Industria Agrozootecnia Risparmio
Sintesi a livello regionale
Fabbisogni alle utenze
Civile
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
15%
Al 2000 Al 2008 Al 2016
All'utenza senza politiche di intervento
All'utenza con politiche di intervento
Alla fonte con politiche di intervento
Alla fonte senza politiche di intervento
Industria
-35%
-30%
-25%
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
Al 2000 Al 2008 Al 2016
Alla fonte con politiche di intervento
Alla fonte senza politiche di intervento
Agrozootecnia
-9%
-8%
-7%
-6%
-5%
-4%
-3%
-2%
-1%
0%
Al 2000 Al 2008 Al 2016All'utenza senza politiche di intervento
All'utenza con politiche di intervento
Alla fonte con politiche di intervento
Alla fonte senza politiche di intervento
Totali
-14%
-12%
-10%
-8%
-6%
-4%
-2%
0%
Al 2000 Al 2008 Al 2016All'utenza senza politiche di intervento
All'utenza con politiche di intervento
Alla fonte con politiche di intervento
Alla fonte senza politiche di intervento
30
In assenza di politiche di intervento è prevista una sostanziale stabilità dei prelievi di acque superficiali (-3% al 2016) e di falda (-3% al 2016, tuttavia civile +6%)
Con le azioni di Piano si prevedono sensibili risparmi e riduzioni sia per le acque superficiali (-9% al 2016) che sotterranee (-17% al 2016)
0
250
500
750
1000
1250
1500
2000 2008 Acque
superficiali
2016 2000 2008 Acque di falda
2016
Mm
c/ann
o
Civile Industria Agrozootecnia Risparmio
Sintesi a livello regionale
Prelievi
Civile
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
Al 2000 Al 2008 Al 2016
Acque superficiali senza politiche diintervento
Acque superficiali con politiche diintervento
Acque di falda con politiche diintervento
Acque di falda senza politiche diintervento
Industriale
-40%
-35%
-30%
-25%
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
Al 2000 Al 2008 Al 2016 Acque superficiali senza politiche diintervento
Acque superficiali con politiche diintervento
Acque di falda con politiche diintervento
Acque di falda senza politiche diintervento
Agrozootecnico
-12%
-10%
-8%
-6%
-4%
-2%
0%
2%
4%
6%
Al 2000 Al 2008 Al 2016
Acque superficiali senza politiche diintervento
Acque superficiali con politiche diintervento
Acque di falda con politiche diintervento
Acque di falda senza politiche diintervento
Totale
-20%
-18%
-16%
-14%
-12%
-10%
-8%
-6%
-4%
-2%
0%
Al 2000 Al 2008 Al 2016 Acque superficiali senza politiche diintervento
Acque superficiali con politiche diintervento
Acque di falda con politiche diintervento
Acque di falda senza politiche diintervento
31
Per le acque sotterranee si prospetta al 2016 il conseguimento di prelievi sostanzialmente commisurati a quelli di equilibrio
(si evidenzia tuttavia l’opportunità di analisi più approfondite, con strumenti modellistici, per alcuni areali)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Al 2000 Al 2008 Al 2016
Def
icit d
i fal
da (M
mc)
Tendenzeevolutive
Con politiche diintervento
Sintesi a livello regionale
Sostenibilità dei prelievi
Per le acque superficiali permangono deficit irrigui per gli areali approvvigionabili con acque appenniniche non distanti da quelli attuali
32
Ricostruzione del quadro conoscitivo:
- corretta definizione di perdite in adduzione e distribuzione reti civili e irrigue;
- usi industriali in parte frutto di procedimenti di stima;- emungimenti irrigui da falde integralmente da stime.
Sintesi a livello regionale
Criticità e problematiche riscontrate
Scenari di Piano:
- evoluzione della produzione ed entità del possibile risparmio industriale;
- evoluzione superfici colturali non PAC;- possibili cambiamenti climatici e loro effetti sui fabbisogni irrigui.
33
Aspetti salienti delle Norme di PianoDMV (TITOLO IV Cap. 1)
• Il DMV è costituito da una componente idrologica e da una componente morfologica-ambientale
• Per ciascuna sezione fluviale di interesse la componente idrologica è definita come frazione (k) della portata media naturale storica (per la componente idrologica i valori relativi ai bacini idrografici di riferimento sono individuati nel PTA)
• La componente morfologica ambientale tiene conto di diversi parametri morfologici, naturalistici, di fruizione, di qualità, di modulazione (entro il 31/12/2008 verranno definiti i valori o le metodologie di calcolo)
• Per le derivazioni in atto dovrà essere garantita al 31/12/2008 il rilascio della componente idrologica del DMV (l’applicazione sarà graduale e progressiva)
• Le nuove derivazioni dovranno rispettare da subito la componente idrologica del DMV
• I parametri correttivi della componente morfologica-ambientale verranno applicati entro il 31/12/2016
• Sono possibili deroghe per gli usi acquedottistici (e in altre situazioni specifiche, in questi casi comunque sempre transitorie)
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Aspetti salienti delle Norme di PianoMisure per il risparmio idrico (TITOLO IV Cap. 2)
• Per il settore civile il Piano di conservazione della risorsa viene elaborato dai gestori entro il 31/12/2007• E’ vietata la perforazione di nuovi pozzi irrigui negli areali che presentano idonea disponibilità di risorsa idrica superficiale, nonché in quelli che evidenziano problematiche di stress quantitativo sulle falde• Per gli impianti prioritari indicati nel PTA le Agenzie d’Ambito e i Consorzi di Bonifica devono sviluppare entro il 2007 valutazioni di fattibilità impiantistica e di uso irriguo dei reflui con impianti in pressione
Misure per il riutilizzo delle acque reflue (TITOLO IV Cap. 3)• Le Agenzie di Ambito Territoriale Ottimale predispongono i Piani di riutilizzo delle acque reflue depurate relativi, almeno, agli impianti prioritari indicati nel PTA
35
Aspetti salienti delle Norme di PianoMisure di tutela per le zone soggette a fenomeni di siccità
(TITOLO III Cap. 6)
• La Regione Emilia-Romagna redige ed approva entro il 31/12/2005 il Programma per la gestione del fenomeno della siccità•Le Agenzie di ambito e i Consorzi di bonifica elaborano e trasmettono ai servizi regionali competenti le misure per la gestione della siccità entro il 31/12/2007
36
Principali risultanze alla scala provinciale
Evoluzione dei determinanti
Residenti: proiezioni fornite dalla Regione Emilia-Romagna
SAU irrigata: sulla base dell’evoluzione delle superfici colturali (dedotta dai documenti PAC e dai confronti ISTAT 1990-2000) e degli interventi di infrastrutturazione indicati dai Consorzi
Addetti: sulla base delle serie storiche ISTAT 1951-1996 (le elaborazioni circa i consumi hanno preso in esame anche le tendenze evolutive della produzione manifatturiera regionale dedotte dalle serie storiche Unioncamere)
Residenti SAU irrigata (ha) Addetti Residenti SAU irrigata (ha) Addetti
(1) I deficit sono individuati dalla stima delle diminuzioni dei volumi idrici annui immagazzinati negli acquiferi di pianura, valutati sulla base di procedimenti di estensione areale delletendenze evolutive della piezometria rilevata sui pozzi della Rete Regionale di Controllo e di opportuni coefficienti di immagazzinamento dei diversi acquiferi, senza considerare gli arealicon piezometria in aumento; i prelievi di equilibrio indicati sono determinati dalla differenza fra prelievi attuali e deficit
(2) I deficit (colonna di sinistra) sono calcolati come differenza fra emungimenti e prelievi di equilibrio; per quanto riguarda la colonna di destra, "~" indica surplus dell'ordine del plausibilegrado di precisione delle stime, "+" e "++", valori progressivamente superiori e significativi, che possono risultare senz'altro positivi, in particolare per la provincia di Bologna, per"recuperare" situazioni in cui la piezometria risulta attualmente fortemente depressa rispetto alle presumibili condizioni indisturbate
(3) Per Bologna la conoscenza dettagliata dei fenomeni di subsidenza e la loro peculiare entità hanno fatto ritenere opportuno, nel calcolo dei prelievi di equilibrio, la sottrazione di 4Mm3/anno per tenere conto dei volumi idrici connessi alla compattazione degli acquitardi
(4) Con riferimento ai prelievi irrigui della provincia di PC si ritiene che al 2016 i valori "regionali" possano essere ridotti di almeno 2 Mm3/anno in relazione a maggiori utilizzi dei refluidepurati di Piacenza (conseguentemente i prelievi complessivi regionali si riducono da 553 Mm3/anno a 551 Mm3/anno) e che, nonostante l'incremento degli emungimenti complessivi,con le politiche di intervento il deficit sia comunque sostanzialmente allineato a quello stimato attualmente, sia al 2008 che al 2016
Principali risultanze alla scala provinciale
Prelievi dalle falde
38
Principali risultanze alla scala provinciale
Prelievi dai corsi d’acqua appenninici
39
Principali risultanze alla scala provinciale
Sintesi per la provincia di PC: Settore civile
2000
PC 267200Regione 4009000
Politiche Azioni di Risparmio Politiche Azioni di Risparmio