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Poste Italiane SpA- Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-31 Luglio - 1-15/15-31 Agosto 2006 - Anno XLIII - NN. 6,7 - 0,25 (Quindicinale) In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina — Fondato da Turchi — COPIA OMAGGIO SCANDALO CALCIO — a pagina 2 — ATTUALITA’ Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 LA PIAZZA D’ITALIA www.lapiazzaditalia.it ISSN 1722-120X 9 7 7 1 7 2 2 1 2 0 0 0 0 5 0 0 0 9 > Bene la linea Tremonti LA PIAZZA D’ITALIA di NICOLA IMBERTI intervista a FRANZ TURCHI «T EMO il giorno nel quale non mi com- battano più». Franz Turchi scomoda addirittura Sant’Ignazio di Loyola per commentare la svolta lanciata da Gianfranco Fini durante l’ultimo esecutivo di Alleanza Nazionale. A lui una vita tutta a Destra (è stato eurodeputato di An), un nonno e un padre fondatori del Secolo d’Italia, il documento presentato dal leader del partito è piaciuto molto. Però, con Sant’Ignazio, è come se dicesse che qualcu- no, all’interno del centrode- stra, potrebbe non gradire questa svolta? «No, assolutamente. Non credo che la “nuova” An possa dare fastidio a qualcuno. Se così sarà, però, ben venga. Vuol dire ci sarà dibattito, si tornerà finalmen- te a fare politica. Se invece c’è qualcuno che, fino ad oggi, pensava alla propria carriera e che adesso la vede minacciata, ora dovrà uscire allo scoper- to». Insomma, avete lanciato un sasso nello stagno e adesso aspet- tate? «Il documento presenta- to da Fini è ottimo, innovati- vo e, per la prima volta dopo la sconfitta elettorale, indica alla Cdl una strada e un obiettivo. Dopotutto non poteva che essere così». Perché? «In ter- mini culturali, storici, identitari la Destra si è sempre fatta portatrice di innovazioni». Stavolta, però, le novità si chiamano Ppe e, in prospettiva, partito unico. Come crede che reagiranno i vostri elettori? «Quella del partito unico è una prospetti- va finale. Una prospettiva che, fino ad oggi, sembrava essersi chiusa». E il Ppe? «Finalmente diventa una scelta definitiva». Già, ma come reagirà l’elettorato? «Tutto verrà discusso. Si aprirà un dibattito politico a cui parte- ciperanno tutti. Importante è anche il fatto che il documento fissi un obiettivo temporale: le Europee del 2009». Alcuni suoi colleghi hanno parlato di An come di un partito da rifondare. In effetti non è che, negli ultimi tempi, Alleanza Nazionale godesse di ottima salute. Forse c’era la necessità di recuperare un po’ di smalto? «Io non credo che si tratti di un problema di smalto. Sicuramente c’è un risultato politico negativo. Poi c’è stata la campagna mediatica che ha cavalcato alcuni scandali e che sicura- mente ha pesato. Inoltre da parte di Berlusconi, probabilmente, non c’è stata un’immediata risposta politica a ciò che stava accadendo. Diciamo che si è evitato il problema». Allora ci avete pensato voi? «Tutte queste cose hanno fatto perdere passione all’elettorato di destra che, come lei INTERVISTA A GIORGIA MELONI — a pagina 3 — INTERNI Medio Oriente: Anno Zero LA VIGNETTA Israele risponde agli Hezbollah In Libano è di nuovo Guerra L’Unione Europea prova a mediare Continua a pag. 6 www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti John Ronald Tolkien (1892–1973) “Potete trasformare l’anello in un allego- ria proprio del nostro tempo, se gradite: un allegoria del destino inevitabile che aspet- ta tutti i tentativi di sconfiggere il potere- del mare attraverso il potere” ACTON INSITUTE For the study of Religion and Libert http://www.acton.org/research/libtrad/
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1-15/15-31 Luglio - 1-15/15-31 Agosto 2006 - Anno XLIII - NN. 6,7

Jun 27, 2015

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Medio Oriente: Anno Zero. Israele risponde agli Hezbollah. In Libano è di nuovo Guerra. L’Unione Europea prova a mediare. - Luglio-Agosto 2006
LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Franz Turchi
1-15/15-31 Luglio - 1-15/15-31 Agosto 2006 - Anno XLIII - NN. 6,7 - € 0,25 (Quindicinale)
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Page 1: 1-15/15-31 Luglio - 1-15/15-31 Agosto 2006 - Anno XLIII - NN. 6,7

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-31 Luglio - 1-15/15-31 Agosto 2006 - Anno XLIII - NN. 6,7 - € 0,25 (Quindicinale)

In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romaninaper la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-ItalyAbb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina

— Fondato da Turchi —

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SCANDALOCALCIO

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ATTUALITA’

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Bene la lineaTremonti

LA PIAZZA D’ITALIA

di NICOLA IMBERTIintervista

a FRANZ TURCHI

«TEMO il giorno nelquale non mi com-battano più». Franz

Turchi scomoda addiritturaSant’Ignazio di Loyola per commentare la svoltalanciata da Gianfranco Finidurante l’ultimo esecutivo diAlleanza Nazionale. A luiuna vita tutta a Destra (è stato eurodeputatodi An), un nonno e un padrefondatori del Secolo d’Italia,il documento presentato dalleader del partito è piaciuto molto.Però, con Sant’Ignazio, ècome se dicesse che qualcu-no, all’interno del centrode-stra, potrebbe non gradire questa svolta? «No,assolutamente. Non credoche la “nuova” An possadare fastidio a qualcuno. Secosì sarà, però, ben venga. Vuol dire ci saràdibattito, si tornerà finalmen-te a fare politica. Se invecec’è qualcuno che, fino adoggi, pensava alla propria carriera e cheadesso la vede minacciata,ora dovrà uscire allo scoper-to». Insomma, avete lanciatoun sasso nello stagno e adesso aspet-tate? «Il documento presenta-to da Fini è ottimo, innovati-vo e, per la prima volta dopola sconfitta elettorale, indica alla Cdl unastrada e un obiettivo.Dopotutto non poteva cheessere così». Perché? «In ter-mini culturali, storici, identitari la Destra si èsempre fatta portatrice diinnovazioni». Stavolta, però,le novità si chiamano Ppe e,in prospettiva, partito unico.Come crede che reagiranno ivostri elettori? «Quella delpartito unico è una prospetti-va finale. Una prospettiva che, fino ad oggi,sembrava essersi chiusa». E ilPpe? «Finalmente diventa unascelta definitiva». Già, macome reagirà l’elettorato? «Tuttoverrà discusso. Si aprirà undibattito politico a cui parte-ciperanno tutti. Importante èanche il fatto che il documento fissi unobiettivo temporale: leEuropee del 2009». Alcunisuoi colleghi hanno parlatodi An come di un partito da rifondare. In effetti non èche, negli ultimi tempi,Alleanza Nazionale godessedi ottima salute. Forse c’erala necessità di recuperare un po’ di smalto?«Io non credo che si tratti diun problema di smalto.Sicuramente c’è un risultatopolitico negativo. Poi c’è stata la campagnamediatica che ha cavalcatoalcuni scandali e che sicura-mente ha pesato. Inoltre daparte di Berlusconi, probabilmente,non c’è stata un’immediatarisposta politica a ciò chestava accadendo. Diciamoche si è evitato il problema». Allora ci avetepensato voi? «Tutte questecose hanno fatto perderepassione all’elettorato didestra che, come lei

INTERVISTA A GIORGIA MELONI

— a pagina 3 —

INTERNI

Medio Oriente: Anno Zero

LLAA VVIIGGNNEETTTTAA

Israele risponde agli HezbollahIn Libano è di nuovo Guerra

L’Unione Europea prova a mediare

Continua a pag. 6 www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

John Ronald Tolkien(1892–1973)

“Potete trasformarel’anello in un allego-ria proprio del nostrotempo, se gradite: un

allegoria del destino inevitabile che aspet-ta tutti i tentativi di sconfiggere il potere-del mare attraverso il potere”

ACTON INSITUTE For the study of Religion and Liberthttp://www.acton.org/research/libtrad/

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L’Italia campione delMondo e’ senza dubbio ungrande stimolo per riparti-re. Soprattutto perche’, questiragazzi, che fondamental-mente non c’entrano nullacon le sporcizie che peranni hanno caratterizzato losport piu’ amato dagli ita-liani, hanno dimostrato diessere uomini veri, si sonobattuti contro tutto e tutticome degli Annibale e, pro-prio come il generale carta-ginese, mentre la loropatria – calcistica - affonda-va, non pensavano ad altroche battere sul campo l’av-versario di turno.Ma soprattutto, desiderava-no fare un torto ad uno deipubblici piu’ antisportiviche la storia dei campiona-ti del mondo di calcio ricor-di: il pubblico tedesco,ospite della competizione,ma neanche sfiorato dallavergogna di fischiare l’innonazionale di una dellesquadre finaliste. Che vadano a dar lezioni dicivilta’ai selvaggi ululantiche occupavano le tribune!I nostri ragazzi, in mezzoall’ostilita’ di casa e stranie-ra, memori di tutto, hannocombattuto con la cattiveriaagonistica giusta – sana – evinto la loro battaglia, perla gioia di tutti gli italiani,che hanno accolto il trionfo

come una catarsi .Gli italiani amano questosport e sono stufi, nauseatidal marcio che lo ha carat-terizzato in questi anni. Anche i tifosi delle squadrecoinvolte nello scandalo sisono per un istante dimen-ticati dello sconforto e deldilemma terribile che liattanagliava per gridare:Italia, Italia!Ora bisogna ripartire e perripartire, il repulisti nonsolo e’ opportuno, e’dove-roso.Chi ha sbagliato e’ giustoche paghi, anche duramen-te. Per questo, spazzati via gliautori delle combine,occorre che anche le socie-ta’ paghino un dazio pro-porzionale al coinvolgi-mento nell’associazione adelinquere che ha manipo-lato campionati e giocatocon l’affetto e la passionedella gente.Perche’ a chi dice: e’ ingiu-sto penalizzare i tifosi,paghino i personaggi chehanno sbagliato e basta,senza retrocessioni e pena-lità.Diciamo No. Primo perchè questi perso-naggi hanno agito in nomee per conto di alcune socie-tà;Secondo, perche’ il prossi-mo campionato sarebbe

impossibile da giocare perragioni d’ordine pubblico.Immaginate cosa potrebbesuccedere prima, dopo edurante ogni partita dellaJuventus?No, meglio pagare, pertante altre ragioni (trala-sciando ovviamente quelleeconomiche che imporreb-bero il laissez faire).

Non ultimo la certezza chele grandi societa’ troveran-no – grazie all’immensoserbatoio di tifosi che siritrovano – la forza neces-saria per riemergere e risor-geranno. Ma soprattutto potrannoripresentarsi agli occhi del-l’opinione pubblica in unanuova veste, con la faccia

pulita di un bambino che ladomenica si reca con lafamiglia allo stadio per inci-tare i propri idoli.Certo, la Juventus in B (oforse in C), l’inibizione diMoggi e l’azzeramento deivertici federali renderannoil nostro calcio un po’ piu’sciapo, ma almeno si torne-ra’ nei bar a parlare di fuo-

rigioco e gol annullati enon piu’di quello che c’e’dietro i fuorigioco e i golannullati .La parola ai giudici dun-que, e che la stagione rico-minci. La vittoria ai mon-diali e’ un buon incipit, l’i-niezione di entusiasmoideale per ripartire con ilpiede giusto.

LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

Pag. 2 1-31 marzo 2006

Cogne: Taormina, Corte ha già deciso su capa-cità di Annamaria Franzoni

Torino, (Adnkronos) - ‘’Credo che la sentenza sia gia’ scritta. Dal punto divista delle prove dell’innocenza di Annamaria Franzoni e’ stata fatta unabarricata all’azione difensiva e Annamaria Franzoni sara’ dichiarata parzial-mente o totalmente incapace di intendere o di volere perche’ questo e’ unpaese in cui non e’ possibile svolgere un ruolo produttivo o efficiente per-che’ c’e’ una grande situazione di prevenzione’’.

Aborto: Torino, sorpresa al sant’Anna sperimen-tazione ru846

Torino, (Adnkronos) - Interrotta per la pausa estiva, non riprendera’ alSant’Anna di Torino, almeno per il momento la sperimentazione della pillo-la Ru486. Le ragioni della decisione saranno spiegate nel pomeriggio dalcommissario dell’azienda ospedaliera da cui dipende l’ospedale, MarinellaD’Innocenzo e da Vittorio Demicheli, direttore dell’assessorato regionalealla sanita’.

Venezuela: Italiana uccisa, forse assassinihanno sbagliato persona. Elena e maritoalloggiavano in stanza proprietario PosadaCaracas, (Adnkronos) - Potrebbe essere stato un tragico sbaglio di persona acausare la morte di Elena Vecoli, la 34enne fiorentina uccisa l’altra nottenell’arcipelago di Las Roques in Venezuela, trascorreva la luna di miele conil marito Riccardo Prescendi, 46 anni, rimasto ferito. Escluso il moventedella rapina, gli inquirenti venezuelani indagano sullo scambio di persona.

Giuste punizioni per ripartire

Scandalo Calcio

Cdl su di un binario morto

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LA PIAZZA D’ITALIAfondato da TURCHI

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Luigi TurchiDirettore

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Registrato al Tribunale di Roma n.9111 - 12 marzo 1963

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Manoscritti e foto anche non pubblicati, e libri anchenon recensiti, non si restituiscono. Cod. ISSN 1722-120X

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FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MARZO 2006GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI:L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamentela rettifica o la cancellazione scrivendo a S.E.E. s.r.l. - Via S.Carlo da Sezze, 1 - 00178 Roma. Le informazioni custoditenell’archivio dell’Editore verranno utilizzate al solo scopo diinviare copie del giornale (Legge 675/96 tutela dati perso-nali). La responsabilità delle opinioni espresse negli articolifirmati è degli autori.

I referendum si chiudono comepeggio non si poteva: cambia-mento rimandato sine die, vitto-ria della demagogia terroristaimperniata sul mito della disin-tegrazione e Paese costretto acorrere verso il futuro su una500, e a contare su chi si scanna

per Afghanistan si eAfghanistan no. La triste realta’ e’ che questaatmosfera da „nessuno tocchi laCostituzione „ e’ la negazionedel cambiamento. E l’esito deireferendum non fa ben sperareper l’ avvenire visto che in que-sto Paese anormale i “conserva-tori” fanno le riforme e i “pro-gressisti” conservano... Fallita la spallata referendariadunque, ed esauritasi la stizzadisgustosa („gli italiani fannoschifo”)di alcune componentileghiste (Speroni), la Cdl si trovaora a fare i conti con un’analisidura e spietata sugli orizzontifuturi della coalizione e dellesingole componenti. Le stesse dichiarazioni di Finiappaiono come una vera e pro-pria dichiarazione d’intenti, lapresa d’atto d’una crisi, cui rime-diare e in fretta: „La Cdl comel’abbiamo conosciuta finora èda considerarsi un’ esperienzaconclusa”.Dando per scontato e prevedi-bile il ripiegamento di ForzaItalia, coincidente col tramontodel suo leader carismatico,anche An deve far i conti con ilproprio ripensamento. Anchesu questo le analisi dei dirigentidi An sono spietate su tutte lapuntura di Maurizio Gasparri,che ha paragonato il tasso didemocrazia interna dell’Msi aquello di An, rintracciandone dipiù nella storia del primo. Tutto questo in ottica di bottega.

In ottica macro occorrera, sana-re il contrasto sostanziale con laLega, che probabilmente se neandra’per il proprio sentiero,cercando di spillare dai nuovivincitori piu’concessioni possi-bili assicurando in cambio piu’tranquillita’ al Senato e conl’Udc che sta facendo una poli-tica di smarcamento progressivoda questo centrodestraE gli altri? E’ logico che

Berlusconi cominci a pensarealla propria dipartita politcafavorendo la nascita di un suc-cessore credibile e di appeal.Fini? Casini? Formigoni? La lotte-ria e’ aperta.Tornando ad An, Fini lasciaintendere che trova singolarecome all’indomani della vttoriaelettorale del centrosinistra si siaprodotta una entata giudiziariasenza eguali, molto simile a

quella del ’92.Imperversano le intercettazioniad uso e consumo dell’opinionepubblica. Roba da far tremaretutti!“Hanno massacrato Berlusconie ora si accaniscono su di noi;non gli resta che colpire ilsecondo partito della coalizio-ne. Certo anche noi abbiamoprestato il fianco, commettendoalcune leggerezze, dobbiamo

stare più attenti...”- pare abbiadetto Fini ai suoi. Ma come dicevamo, il fulcro delproblema e’ altrove, ha conte-nuti macro e investe l’interacoalizione di centrodestra. In soldoni, ne sono consapevo-li tutti (tranne Berlusconi?): laCdl come e’ stata intesa sinora e’un capitolo chiuso.

Francesco di Rosa

Ripensare la coalizione dei conservatori

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LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

1-31 marzo 2006 Pag. 3

D: On. Meloni, la sua ascesa nellapolitica è stata travolgente. Ora, asoli 29 anni, è Vicepresidentedella Camera. Cosa prova?

R: La vicepresidenza diMontecitorio mi emoziona e altempo stesso mi rende ancorapiù determinata a difendere queivalori in cui fortemente credo.Questa carica non è una vittoriapersonale, ma coinvolge tuttaAzione Giovani, premiando lapassione di un intero mondo gio-vanile che da sempre parla diidee, di tradizioni, di meritocra-zia, di senso di appartenenza ecomunità e che ha permesso adAlleanza Nazionale di crescere.

D: Lei è uno degli esempi più ful-gidi dell’approdo dei giovani allapolitica che conta. Come si risanala frattura tra i giovani e la politi-ca?

R: La partecipazione e l’interessedelle nuove generazioni alla vitapolitica nazionale è certamenteuna questione spinosa, che stia-mo affrontando anche all’internodi Azione Giovani. Pensiamo cheil distacco dipenda prevalente-mente dalla sfiducia. Preparareuna ricetta che sia in grado dirisolvere il caso è difficile. Perfarlo si potrebbe partire dall’indi-viduazione di quei settori di inte-resse che più di altri catturanol’attenzione giovanile, ipotizzan-do iniziative e provvedimenti chenon siano solo di carattere“restrittivo”, anche se in alcunicasi necessario (ad esempio lalegge sulla droga), ma che offra-no un’alternativa concreta ai pro-blemi. Si potrebbe perciò iniziaredalla musica e dai costi dei cdche oggi sembrano inaccessibili,per passare al rilancio dellecomunità giovanili, un’idea pro-posta dal nostro movimento eche potrebbe finalmente consen-tire ai ragazzi di esprimere almeglio le capacità creative checaratterizzano le singole persona-lità. L’importante è comunqueristabilire un dialogo tra le partiper attuare un confronto sereno ecostruttivo.Siamo convinti che riconquistarela stima dei giovani sia possibile

solo attraverso la coerenza e lavoglia di fare e superando unavolta per tutte quell’approccioideologico radicato che, soprat-tutto la sinistra, propina allenuove generazioni assegnandogliuna presunta rilevanza che difatto non esiste. Basti pensare cheper le elezioni politiche del 2006partiti come RifondazioneComunista hanno trasformatomarijuana e cartine per spinelli inveri e propri gadget elettorali, chedavvero poco hanno a che farequotidianamente. Soltanto attra-verso il superamento della dema-gogia la frattura esistente tra poli-tica e giovani potrà essere risana-ta.

D: A quando risale il suo interes-se per la politica?

R: Ho iniziato a far parte dellasezione del fronte della Gioventùdella Garbatella, quartiere diRoma nella quale sono nata, all’e-tà di 15 anni, negli anni in cuitangentopoli e le stragi di mafiaoccupavano le prime pagine deigiornali gettando l’Italia nellosconforto totale. Tentare di spie-gare le ragioni che mi hannospinto a frequentare questoambiente è difficile, anche per-ché soprattutto da giovanissimi èl’istinto a prendere il sopravventosul resto.

D: Perché la destra e non la sini-stra?

R: Probabilmente molto è dipesodal mio primo anno alle scuolesuperiori, quando ho iniziato adentrare in contatto con le varierealtà politiche esistenti nel pano-rama giovanile. Ricordo che l’im-patto avuto con i ragazzi di sini-stra fu quasi “rivelatorio”: loropretendevano di rappresentare “ilbene, la giustizia”, parlavano diconfronto ma poi erano i primo adiscriminare gli altri e le loro idee,niente di più stimolante per ilmio carattere che tende sempread andare controcorrente. Il fron-te della Gioventù mi sembrava lastrada alternativa all’arroganza dichi parlava di democrazia, ma senon la pensavi come loro eri unnemico da abbattere. Questo mi

ha portato a conoscere queiragazzi che vedevo sempre instrada, con i loro banchetti, i lorovolantinaggi, le loro rivendicazio-ni che da subito mi hanno coin-volto. Ho scoperto che loro comeme, condividevano quell’idea dicambiamento, rivendicando queivalori nei quali ho sempre credu-to. Mi riferisco alla meritocrazia,allo spirito identitario, all’amoreper la Patria, a quel progetto dicomunità umana che si sviluppaattraverso lo spirito del gruppo,alla sacralità della vita, al donarese stessi.

D: Quote rosa, Che ne pensa delprovvedimento mirato ad agevo-lare l’ingresso delle donne e cheha trovato grande ostruzionismofino a fallire miseramente?

R: Le quote rosa sono uno stru-mento, non la soluzione. Non sipuò fare finta di non vedere chela partecipazione delle donne allavita politica sia deficitaria, rispetto

ad esempio alle attività associa-zionistiche e di volontariato. Ilproblema esiste, così come evi-dente è l’esistenza, consolidatanel corso degli anni di “lobbymaschili” difficilmente disposteall’apertura al mondo femminile.Ritengo che il problema affondile proprie radici nella mancanzadi strutture adeguate che consen-tano alle donne di intraprendereun percorso politico senza perquesto dover rinunciare alla lorovocazione di mogli e madri oall’aspirazione di costruirsi unapropria famiglia. Lo Stato ha ildovere di offrire strumenti checonsentano di conciliare la vitapubblica e vita privata. Si potreb-be partire, ad esempio, dall’istitu-zione di asili nido all’interno delParlamento e della amministra-zioni statali, che certamente costi-tuirebbero un significativo tentati-vo di armonizzazione dei ruoli,nonché input per tutta l’Italia, checompirebbe un primo passoavanti verso la risoluzione del

caso.

D: A suo parere è più facileimporsi come donna nella destrao nella sinistra?

R: l’opinione pubblica ha sempreposto l’accento su una presuntaattenzione della sinistra al mondofemminile, attribuendo invecel’appellativo “maschilista” a partiticome Alleanza Nazionale. Oggiperò gli esempi più importanti didonne che ricoprono ruoli apica-li nella politica li abbiamo conRenata Polverini, Presidentedell’UGL, Flavia Perina, Direttorede Il Secolo d’Italia e con AzioneGiovani, unico movimento gio-vanile guidato da una donna.Certamente queste realtà nonfanno parte della sinistra…D: Come si sconfigge il terrori-smo?

R: Attraverso l’unità di intenti ditutto il panorama internazionale.Soltanto così si potrà avere lameglio su una delle piaghe piùdolorose e pericolose di questomillennio.

D: Questione irachena. Ognigiorno nuovi attentati insanguina-no l’Iraq. Non crede che non cisiano ancora le condizioni perritirare le truppe dall’Iraq?

R: Se ritirare le truppe vuol direscappare, questo è cedere al ter-rorismo. La sinistra continua afare finta di non vedere le donnee gli uomini che a migliaia hannofatto la fila per poter finalmentevotare, i bambini che hanno laloro scuola, la gente che nonmuore di fame e non ha piùpaura di parlare, perché la ditta-tura è finita. Il ritiro è auspicabile,ma soltanto nel momento in cuiil governo iracheno dichiarerà diessere pronto.

D: Capitolo riforme. Quale aspet-to le piace di più e quale menodelle riforme approvate dalgoverno Berlusconi?

R: l’esecutivo di centrodestra haavuto il grande merito inoppu-gnabile di aver tentato in cinqueanni di lavoro di apportare signi-

ficativi cambiamenti attraversoriforme che mai prima eranostate neanche ipotizzate per diffi-coltà e noncuranza. Penso adesempio a quella previdenziale,riconosciuta tra le migliori a livel-lo europeo, quella del lavoro,che seppur vada di fatto perfe-zionata, getta delle buone basi dacui poter partire. Grande meritopoi va riconosciuto alla CDL perla riforma sulla scuola e quellaregolamentare in materia didroga, oggi purtroppo tra i primiobiettivi di smantellamento daparte di una sinistra che pensa diessere ancora negli anni ‘60/’70,quando il 36 politico ed i figli deifiori rappresentavano la “via pre-scelta” da seguire. Questo è delu-dente e non lascia ben sperareper il futuro di questa nostraItalia, che nel frattempo è cre-sciuta e si è evoluta. L’aspetto cheinvece mi è piaciuto meno è statal’incapacità di creare nuovi spazidi aggregazione, capaci di costi-tuire una valida alternativa aldisagio giovanile che oggi trovala sua massima espressione inquelle zone franche chiamatecentri sociali, dove droga ed ille-galità regnano sovrane.

D: Parata del 2 giugno. C’è chiparla di abolirla, c’è chi parlaaddirittura di eliminare le freccetricolori. Cosa risponde agli auto-ri di queste proposte?

R: Li invito a cambiare Nazione.Perché il tricolore è il simbolodella nostra Terra e fa parte delnostro Dna di italiani. Vederloimpresso nel cielo o in piazza osui balconi riempie il cuore diorgoglio. Orgoglio che evidente-mente non viene percepito dachi si oppone ad una paratainveendo contro un suppostomilitarismo, ma che poi tende agiustificare chi manifesta con ilvolto coperto distruggendo interecittà. Né tanto meno da chi parladi liberalizzazione dell’immigra-zione clandestina senza porsiminimamente il problema dioffrire dignità a coloro che arriva-no nel nostro Paese, costringen-doli ad elemosinare ai semaforiper mancanza di strutture e dilavoro.

Telecom: Prodi, scenario uguale a Telekomserbia ma avra' stessa conclusioneTelecom: Prodi, scenario uguale a telekom serbia ma avra' stessa conclusioneRoma, (Adnkronos) - ''Mi sono state rivolte accuse infamanti'', come e' suc-cesso per il caso Telekom Serbia. Lo ha sottolineato il premier Romano Prodi,parlando della vicenda Telecom. Il presidente del Consiglio dice di aver subi-to gli stessi attacchi avuti in quell'occasione, ma assicura:''Finira' allo stessomodo''. ''Si e' presentato uno scenario non diverso da quello di Telekom Serbia-avverte il premir- e finira' come in quella situazione''.

Senato: Marini, concertazione e' farsi carico diinteressi generali, democrazia si basa sui due prin-cipi della giustizia sociale e liberta' economicaRoma, (Adnkronos) - ''La democrazia si regge sulla base di due principi ispiratori:giustizia sociale e liberta' economica''. Lo ha affermato il presidente del SenatoFranco Marini nel corso del convegno tenutosi presso la biblioteca del Senato'Giovanni Spadolini'. Il presidente del Senato ha piu' volte ricordato il magisterodella Chiesa, in particolare quello contenuto nella Rerum Novarum, contro ''l'estre-mizzazione del liberismo che sembrava dominare il pensiero dell'Occidente''.

Giustizia: CDL e unione trovano intesa susospensione riforma, accordo su procedure revo-ca e titolarita' azione penale Roma, (Adnkronos) - ''Accordo fatto'' tra maggioranza, opposizione e governo sullasospensione dell'ordinamento giudiziario. Lo hanno annunciato il presidente dei sena-tori leghisti Roberto Castelli e il senatore dell'Ulivo Roberto Manzione, al terminedella riunione in commissione Giustizia. L'intesa riguarda la ''sdrammatizzazione''della procedura di soluzione dei dissidi interni all'ufficio tra capo e sostituto in caso direvoca di un'indagine e la conferma della ''titolarita' esclusiva'' del capo della procura.

Il “no” al referendum vince chiaramente sul”si” con oltre 20 puntipercentuali di vantaggio,61,7% contro il 38,3%, quindi la riformapartorita la scorsa legislatura dal governo Berlusconi sarà definiti-vamente accantonata.Innanzi tutto i numeri,contrariamente a quan-to preventivato,si sono recati alle urne ben il 53,6% degli italianiaventi diritto al voto,e questa è stata già una sorpresa in quantotutti gli ultimi referendum erano stati bocciati poiché non avevanoraggiunto il quorum del 50%,anche se in verità essendo quellodegli scorsi 25 e 26 giugno un referendum su un tema costituzio-nale non era necessario superasse questo sbarramento percentua-le. Il rifiuto al cambiamento è stato più forte al sud.dove infatti benil 74,8% delle persone recatesi a votare ha espresso il suo “no”, ilrecord è della Calabria con l’82,5%,poi Campania 75,5%,Puglia73,5% e Basilicata 76,9%; ma anche al centro le cose per i “si” nonsono andate per il verso giusto con i “no” che nel Lazio , Umbria, Toscana e Emilia fa il pieno di voti rispettivamente col65,4%,68,7%,715 e 66,5%.Le uniche note positive per i fautori del“si” sono giunte ,in fin dei conti da Lombardia e Veneto dove haprevalso rispettivamente col 54,6% e 55,3%, ma i voti favorevoli daqueste due regioni tradizionalmente di centro-destra e con una for-tissima componente leghista e quindi federalista consono logica-mente bastati a rovesciare le sorti di una battaglia che, come anti-cipato nel numero precedente della”Piazza d’Italia”,erano giàsegnate negativamente per i fautori della già citata riforma costitu-zionale. L’esito del voto referendario, a noi par di capire ,dice chea questo punto,senza escludere colpi di scena che in politica sono

eventualità non molto remota, le riforme tornano in un cassetto dalquale forse non usciranno che fra lungo tempo.Infatti le dichiara-zioni di alcuni esponenti del centro-sinistra che fanno sapere checon questo voto la questione riforme costituzionali è definitiva-mente chiusa ,per sempre. Salvi del correntone DS ha tuonato chegli italiani hanno manifestato la volontà di rimanere fedeli all’im-pianto costituzionale del’48,stesse parole di Verdi e rifondazioneche gongolano di fronte all’ennesima sconfitta elettorale del cen-tro-destra. Solo da Prodi e da D’Alema vengono parole volte al dia-logo con l’opposizione,il primo sostiene la necessità di aprire undialogo su riforme e legge elettorale con tutte le forze politiche delParlamento,mentre il Ministro degli esteri auspica un confrontoserio per il bene del Paese,vedremo nel prosieguo della legislatu-ra se queste sono parole di circostanza dettate dal bon-ton istitu-zionale o si trasformeranno in fatti concreti.Di tutt’altro tenore ledichiarazione di alcuni esponenti della Casa delle Libertà,PeppinoCalderisi del comitato del “Si” dice che è stata persa una occasio-ne irripetibile per rifondare il paese;dalla Lega Nord giungono dauna parte gli strali polemici e invero molti sopra le righe” Gli ita-liani fanno schifo. L’Italia fa schifo.”Mentre Bossi e Calderoli nonhanno voglia di mollare sul federalismo e anzi rilanciano rinser-rando le fila del centro-destra affermando che la CdL va rivista sunuove basi riconfermando però la fedeltà della Lega verso di essa.Da segnalare poi le dichiarazioni di Berlusconi che aveva fatto diquesto referendum una battaglia per assestare al governo Prodiuna prima dura spallata”E’ una grande occasione perduta ,si è

persa un’occasione storica per far funzionare meglio e ammoder-nare il paese.Ha vinto un’impostazione ideologica,ma non ci saràalcuna ripercussione sulla nostra coalizione”. Più articolato inveceil discorso del leader di Alleanza Nazionale ,Gianfranco Fini”Inutileprendersela con gli elettori e bisogna che la casa delle Libertà riflet-ta sul perché in una contesa che avuto toni aspri non sia riuscitaa mobilitare tutto il suo elettorato”.Le stesse tesi ,poco più tardisono state ribadite dal portavoce di A.N ,Andrea Ronchi, che dice:”E’ stata una sconfitta netta,chiara e inequivocabile:ora è impor-tante che il centro-destra analizzi e capisca le motivazioni di que-sto risultato elettorale.” Concludiamo il giro di dichiarazioni con leparole di Francesco d’Onofrio,autorevole esperto costituzionaledell’ U.D.C,ed uno dei “padri costituenti”di Lorenzago,che,nonavendo Pierferdinando Casini rilasciato dichiarazioni, affermaquanto segue:”a me interessa capire se siamo in grado di aprire untavolo col centro-sinistra sul titolo V della costituzione oppure no. E voglio capire come ridurre il divario che nel centro-destra èsempre più forte tra il voto d’opinione e quello di radicamentoelettorale.F.I raccoglie soprattutto il primo,A.N,U.D.C, Lega ilsecondo.Mi sembra che il voto d’opinione sia mancato.Al puntoche ,visto il distacco,non ho recriminazioni da fare ,non mi pareche fosse un risultato ribaltabile.” Dopo aver ascoltato cotanteaffermazioni registriamo solo che all’interno del centro destra è ini-ziato più che il redde rationem, ,lo scarica barile e come volevasidimostrare le sconfitte non hanno mai padri, che Dio ci aiuti.

Giuliano Leo

I “No” TRAVOLGONO LA COSTITUZIONE FEDERALISTA

Intervista a Giorgia MeloniLa Piazza d’Italia a tu per tu con il vicepresidente della camera

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LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI

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Afghanistan: la Nato approva estensione isaf atutto il paese. Il comando dei 10mila militari usaoperativi a est passera' alla NatoPortoroz, (Adnkronos) - I ministri della Difesa dei Paesi della Natohanno approvato l'estensione della missione per la stabilizzazionedell'Afghanistan, Isaf, a tutto il Paese. I 10mila militari americani cheancora operano nel quadrante sudest dell'Afghanistan passeranno''entro alcune settimane'' sotto comando Nato.

Ue: Papa, lavorare alla costruzione di una rinnova-ta identita' europeaCitta' del Vaticano, (Adnkronos) - ''Riflettere sui fondamenti culturali delContinente europeo in maniera non episodica, ma all'interno di un'azione con-tinuativa ed organica di animazione evangelica del mondo accademico'' e''lavorare alla costruzione di una rinnovata identita' europea, idonea ad offri-re al mondo, di fronte a sfide epocali, il contributo di una inestimabile eredi-ta' spirituale e culturale, in grado di forgiare un umanesimo razionale e aper-to alla rivelazione di Gesu' Cristo, tollerante ma fermo nei principi etici''.

M.O.: stampa, Israele rinuncia ad assassinareleader Hezbollah NasrallahTel Aviv, 29 set. - (Adnkronos) – Intelligence sospende caccia, ma Governochiede all’esercito di tenersi pronto ad eliminarlo. Israele avrebbe rinunciatoa scovare ed assassinare Hassan Nasrallah, il capo della milizia sciita libane-se Hezbollah. Lo riporta il quotidiano israeliano 'Maariv', che cita fonti gover-native e della sicurezza.

A chi la parte del gigante cattivo

Davide contro GoliaIl Medio Oriente è di nuovol’inferno che era stato unquarto di secolo fa.La tensione che ha scritto iconfini degli Stati che locompongono ora è diventa-to fuoco e sta bruciando ledeboli speranze che i piùottimisti nutrivano sullareale volontà di riappacifi-care la regione.E’ sempre successo così,alla vigilia di qualche cosache avrebbe potuto dareuna nuova spinta alla crea-zione di uno Stato palesti-nese indipendente, succedequalcosa che destabilizzal’area e fa tornare indietrodi anni i passi fatti con fati-ca e lentezza.Non bisogna essere fuorvia-ti dai due eventi che hannodato origine alla rappresa-glia israeliana. Gli attacchicon conseguenti uccisioni erapimenti di militari israelia-ni non rappresentano qual-cosa di poco conto, qualco-sa che rapportato alla rea-zione militare possa sparire.Inizialmente le fazioniarmate di Hamas e Fatahhanno rivendicato la primaincursione, poi Hezbollahha rivendicato la successivadopo la reazione israelianaa Gaza.Guardiamo le azioni con iloro soggetti e vediamocosa rappresenta per unoStato democratico quantoavvenuto.Hamas (organizzazione ter-roristica), al governo neiterritori palestinesi, non hanessuna intenzione di rico-noscere lo Stato di Israele ene desidera la cancellazio-ne.Fatah, partito del PresidenteAbu Mazen, è in lotta con

Hamas per la spartizionedei poteri nell’ANP.Entrambi i movimentihanno le loro milizie chealle volte si combattono ealtre interagiscono per il“bene” del loro popolo.La situazione, specialmentenella striscia di Gaza èmolto vicina alla guerracivile e l’unica cosa cheriavvicina gli estremisti delledue fazioni è l’odio perIsraele.

Dalla striscia partono quoti-dianamente razzi qassamche puntano sui centri urba-ni nella parte meridionale diIsraele. Nemer Hammad(consigliere del presidenteAbu Mazen) ha dichiaratoin televisione che quellisono giocattoli non armi,ma qualcosa che rompe iltetto di un edificio fatichia-mo a credere si possa defi-nire propriamente giocatto-lo, ciò dipende probabil-mente da punti di vista dif-ferenti.Fino a poche settimane fa

l’attività israeliana si eralimitata a indebolire le mili-zie e le organizzazioni fon-damentaliste, tramite le ese-cuzioni mirate, per riuscirea garantire la tranquillità delsuo territorio.La questione libanese è unacosa che va avanti da moltotempo, forse è importantesottolineare che il Libano èsi uno Stato indipendentesulla carta ma nella sostanzaha subito l’occupazione

militare siriana per quasitrenta anni e solo dapochissimo è riuscito a libe-rarsene formalmente. Vaspecificato che l’estensionedel braccio militare siriano eiraniano in Libano si chiamaHezbollah, un’organizzazio-ne terroristica che lanciarazzi nel territorio israelianoda molto tempo. Israeleovviamente ha rispostospesso ma con azioni limita-te e la cosa non si è mai fer-mata.Il Governo libanese noncontrolla Hezbollah e, cosa

ancor più grave, non con-trolla il territorio dove sisono installati: tutta la partemeridionale del Libano.Come se lo Stato italianoavesse lasciato il meridionenelle mani della mafia,finanziata da un suo confi-nante.Non dimentichiamo ovvia-mente la questione nucleareiraniana e tutte le dichiara-zioni del Presidente irania-no sulla distruzione di

Israele.E’ in questo contesto che irapimenti dei tre soldatiisraeliani e l’assassinio di ungiovane di 18 anni devonoessere inseriti ed è in uncontesto come questo chebisognerebbe porsi ladomanda di come uno Statodemocratico e sovranodovrebbe reagire.Ogni atto di guerra è qual-cosa che dovrebbe spinge-re, specialmente noi occi-dentali, da tanto a digiunosui nostri territori, ad unaprofonda riflessione sulle

reali intenzioni delle parti esu come un orrore possaessere fermato.Tutto naturalmente deveessere anche filtrato daquelle che sono le minacceche potenzialmente potreb-bero realizzarsi presso dinoi.Nel linguaggio che allevolte gli Stati si trovano adover usare, quello dellearmi spesso ha sortito risul-tati più duraturi, purtroppoanche a costo di vite inno-centi.E’ importante aggiungereun dettaglio non da poco:Israele ha usato la prassi diavvertire, quando possibile,la popolazione laddove erain programma un’azionemilitare. Questo per sottoli-neare come è stata costruitaquella che apparentementesembrava una rappresagliadecisamente sproporziona-ta.Non avendo alcuna garan-zia da parte del Governolibanese per il disarmo diHezbollah (richiesto anchedall’ONU con apposita riso-luzione), Israele ha dovutooptare per un massicciointervento con il fine dibloccare le azioni militariche minacciano il suo terri-torio ed ha contemporanea-mente dato ai mandanti diquesti attacchi, nonché for-nitori di armi e finanziatori,un forte segnale per portar-li a ragionare con attitudinediversa sulla questionemediorientale.Israele è circondata da Statiostili che minacciano la suaesistenza, con l’eccezione diGiordania ed Egitto con cuiha firmato trattati di pace. Ecome Stato, dovendo pro-

teggere i suoi cittadini, devegarantire loro confini sicurie dare loro un terreno sucui far crescere risorse eprosperità.Troviamo quantomeno con-traddittorio leggere in que-sti giorni circa le mireespansionistiche di Israele.Israele vorrebbe una regio-ne in cui ci fossero scambiculturali e commerciali libe-ri da tutte quelle divisioniche l’estremismo ha creatoe che nella quotidianitàvengono contraddette.Haifa, bersaglio di centinaiadi missili di Hezbollah, è unesempio lampante di convi-venza pacifica.Il Presidente egizianoMubarak ha criticato “laresistenza palestinese elibanese”, le cui operazionicontro Israele danno “risul-tati limitati”: “Nessunomette in dubbio i diritti deipopoli a resistere all’occu-pazione. Ma la resistenzadeve tener conto dei guada-gni e delle perdite.L’escalation israeliana inLibano spinge tutta la regio-ne verso una china perico-losa, il popolo libanese equello palestinese ne paga-no il prezzo”. Commentoche dovrebbe illuminare.Allora chi realmente vuolequesta guerra se non coloroche avrebbero da perderein una regione dove regne-rebbe la pace? Coloro chedell’instabilità e della vio-lenza hanno fatto un’armaper accrescere un potereregionale minacciato dall’i-solazionismo, a scapito diquei civili innocenti, spessobambini, che vengonoofferti in sacrificio al loroedonismo.

Il Presidente e la sua ‘Dottrina’ alle prese con il rischio isolamento

Svolta nella politica estera americanaalla vigilia delle elezioni di mid-term

Svolta nella politica estera americana? Atenere banco nel dibattito politico cheanima la comunità internazionale è un pre-supposto mutamento di strategia da partedella seconda presidenza Bush riguardoall’attenzione nei confronti della comunitàinternazionale, alla fiducia nelle sueIstituzioni e all’abbandono della ‘Dottrina’che prende il suo nome. Effettivamente sembrano lontani i tempi incui George W. Bush, osannato dalle truppecammellate neo-con, inchiodava la“Vecchia Europa” di fronte alle sue respon-sabilità per avere immediatamente ridimen-sionato quella passione anti-terrorismo chesembrava animarla sinceramente nel dopo11/9 e cioè all’alba della missione inAfghanistan. Le difficoltà nella pacificazione dell’Iraq, il

profilarsi di un nuova stabilità regionale nelGrande Medio Oriente con l’accresciutainfluenza di una Repubblica Islamicadell’Iran dotata di tecnologia nucleare, ildifficile contenimento sulla politica mon-diale energetica e di sviluppo della Russia edella Cina, mettono il Presidente in caricasul banco degli imputati, chiamato in causa,è questa la novità, non tanto dai tradizionaliavversari politici del Partito Democratico,bensì dai giornali, dalle riviste, dai thinktank che lo supportarono in tante battaglienazionali e internazionali, vera e propriapancia repubblicana del paese.Il Presidente è accerchiato, si trova ad

affrontare per le elezioni di mid-term piùimportanti degli ultimi venti anni una batta-glia con i Democratici tutta da giocare, pro-babilmente proprio per la caduta di popo-larità registrata nei confronti dei “suoi”. E’ laminore affluenza alle urne la maggioreminaccia, fenomeno che potrebbe far pen-

dere l’ago della bilancia in termini decisivia favore del partito dell’asinello nell’asse-gnazione dei seggi al Congresso, con effet-ti quindi determinanti sui futuri assetti isti-tuzionali e di potere a Washington.Ma cosa gli rimproverano i “suoi”. Troppa debolezza. Gli viene rimproverata

troppa timidezza nei confronti diAhmadinejad, l’Hitler islamista, indecisionenel supportare anche mediaticamente,come andava fatto, Israele durante la crisilibanese. Sempre nella recente crisiIsraele/Hezbolla, l’aver acconsentito che laleadership passasse alla UE – ritenuta nonaffidabile - sotto mandato dell’ONU – rite-nuto ancor più inaffidabile. Inspiegabili ledisponibilità nei confronti della Siria cheprotegge gli Hezbollah facendogli perveni-re le armi e i soldi di Teheran. Così il Presidente torna a brandire il basto-ne, ad assicurare che l’Iran non avrà la tec-nologia nucleare, a commemorare i mortidell’11/9 “non dimenticheremo”, venendoaccusato dall’opposizione di volere trasfor-mare gli Stati Uniti in un paese perenne-mente in guerra. Se i Democratici che, pur di ritornare in

sella, di questi tempi non si ritraggono dal-l’incassare facili consensi fornendo pratica-bili e rapide soluzioni al consolidamentodella sicurezza attraverso il ritiro dall’Iraq,dopo più di un decennio avranno di nuovola maggioranza al Congresso con ogni pro-babilità la svolta “Imperialista” degli StatiUniti andrà nel cassetto, la “Dottrina Bush”nella migliore delle ipotesi congelata, comele leggi straordinarie per la sicurezza inter-na anti-terrorismo, si assisterà inoltre aduna maggiore disponibilità nella rivisitazio-ne della Legge per l’immigrazione, oramaiper l’opinione pubblica diventata improcra-

stinabile.Ma che cosa dice la “Dottrina Bush”. 1. I

terroristi sono considerati belligeranti comesoldati di un esercito nemico. 2. L’unicomodo per dare sicurezza duratura agli StatiUniti e all’Occidente tutto nei confronti del-l’integralismo islamico è fare in modo chein quella parte del mondo non esistano piùTiranni e che fioriscano diritti, libertà,democrazia, a costo di esportarla con laforza. 3. L’America non chiederà mai il per-messo di difendere la propria sicurezza,anche con azioni preventive volte ad evita-re una minaccia terroristica futura. 4. Ilconflitto israelo-palestinese è un frontedella guerra al terrorismo.Siamo così sicuri siano principi veramente

inadatti ad affrontare la sfida attuale al ter-rorismo internazionale di matrice islamista?Siamo così sicuri non siano forse gli unici?Inoltre, siamo veramente così sicuri cheabiurandoli si sarebbe meno minacciati? L’America scopre di aver fretta. Vuole risol-vere in Iraq, vuole tornare a fare business,vuole tornare agli americani, vuole tornarea sentirsi sicura, ma un risultato di tale por-tata, vista la potenza finanziaria, militare,politica, economica del nemico che gli hadichiarato guerra, necessita tempi lunghi,soprattutto la ‘Dottrina Bush’ necessitatempi lunghi, generazioni, altre amministra-zioni animate dalla stessa determinazione.La fretta è il vero nemico di questa America.

Giampiero Ricci

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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

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India: economia cresce nel secondo trimestreall'8,9%Nuova Delhi, (Adnkronos) - Battendo le attese del mercato, l'economiaindiana e' cresciuta nel secondo trimestre dell'anno dell'8,9%. La perfor-mance si colloca leggermente al di sotto di quella conseguita nel primo tri-mestre dell'anno quando il pil e' risultato in rialzo del 9,3%, ma oltre le stimedegli analisti che avevano prefigurato un rallentamento all'8,4%.

Ue: indice fiducia sale i massimi degli ultimi 5anniFrancoforte, (Adnkronos) - La fiducia dei consumatori e delle imprese diEurolandia e' salita nel mese di settembre ai massimi degli ultimi 5 anni. Lorende noto la Commissione Europea, secondo cui l'indice e' salito a 109,3 puntiil livello massimo dal febbraio 2001 rispetto ai 108,3 punti di agosto (dato rivi-sto).

Istat: l'indice fatturato commercio ingrosso saledel 4,7% secondo trimestre 2006Roma, (Adnkronos) - Nel secondo trimestre del 2006 l'indice trimestrale delfatturato del commercio all'ingrosso e degli intermediari del commercio, conbase 2000=100, e' risultato pari a 115,0, con un incremento del 4,7 per centorispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Per il gruppo della manu-tenzione e riparazione di autoveicoli, l'indice e' pari a 121,6, con una variazio-ne tendenziale di piu' 2,0 per cento. Lo comunica l'Istat.

Di una cosa possiamo essere certi: il welfare state, cosìcome lo conosciamo, non può sopravvivere. Nessunostudioso serio, infatti, pensa che possiamo permettereche la spesa federale per la previdenza sociale e l’assi-stenza sanitaria pubblica crescano dall’attuale 9 per centodel prodotto interno lordo al 28 per cento previsto per il2050, se verranno mantenuti gli stessi tassi di crescita.I problemi posti dai programmi di trasferimento di risor-se ai più poveri sono meno drammatici. Nel lungo ter-mine, tuttavia, il calo del valore del lavoro fisico e la cre-scita di quello dei lavori “mentali” finiranno per portare auna società divisa in classi, facendosi beffe degli idealiamericani, a meno che non si inventi qualcosa di piùcreativo dell’attuale sistema di welfare. Un grande cam-biamento è inevitabile, ma il Congresso non sembra perniente disponibile ad affrontarlo, come dimostra il dibat-tito sul sistema pensionistico dello scorso anno, un casoclinico di timidezza politica. Ci piaccia o no, abbiamo adisposizione ancora alcuni anni per pensarci, prima cheil Congresso sia irrimediabilmente costretto a prendereprovvedimenti in proposito. Cominciamo quindi a pen-sare a qualcosa di più efficace delle limitate proposte ditagli ai contributi e di aumenti delle tasse che costitui-ranno la politica di minore resistenza del Congresso. Il punto di partenza è una realtà economica estrema-

mente ovvia, ma che nessuno sembra notare: questopaese è inondato di soldi. L’America è così benestanteche sarebbe facile garantire a ognuno uno standard divita decente, ma non possiamo farlo trastullandoci con isistemi del welfare state, che costituiscono un nodo diGordio che può solo essere tagliato demolendo la strut-tura dello stato assistenziale. Invece di pagare le tasse a Washington, facendole setac-ciare dalla burocrazia e convertendo ciò che rimane inun confuso gruppo di servizi e sussidi, con modalità digestione viziate da limitazioni ed eccezioni, riscuotiamole tasse, dividiamole e restituiamole in contanti a tutti gliamericani maggiorenni. La sovvenzione dovrà essere suf-ficiente perché il povero non sia più povero, perché cia-scuno possa ottenere abbastanza per un pensionamentodignitoso e per garantirsi l’assistenza sanitaria. Siamo ric-chi abbastanza per poterlo fare. Prendiamo l’esempio delle pensioni. Supponiamo di

avere davanti a noi un ventunenne che, per qualsiasimotivo, non è in grado di risparmiare sufficientementeper un proprio fondo pensione. Possiamo farlo noi perlui, accantonando un contributo annuale per quaranta-cinque anni, cioè fino a quando non andrà in pensioneall’età di sessantasei anni. Ipotizziamo di poter versare uncontributo di 2.000 dollari l’anno e di investirlo in unfondo azionario indicizzato. Qual è la cifra minima di cuipotrebbe disporre quando andrà in pensione? Preferiamoessere oltremodo prudenti e, per prima cosa, individuia-mo il peggior tasso di crescita composto medio, a valorecostante del dollaro, per un periodo di quarantacinqueanni nella storia del mercato azionario (4.3 per cento, dal1887 al 1932). Dopo di che presumiamo che il nostroventunenne sia l’investitore più sfortunato della storiaamericana e che ottenga mediamente solo il 4 per centodi rendimento: alla fine del periodo di quarantacinqueanni avrà un capitale di circa 253 mila dollari, con il qualepotrà ottenere un vitalizio di circa 20.500 dollari all’anno. Questo sarebbe il risultato, con un contributo di appena2.000 dollari all’anno, cioè con l’equivalente della tassaper la Social Security su un reddito di soli 16.129 dollari

all’anno. Il governo riscuote più del doppio da chi gua-dagna il reddito mediano e più di cinque volte tanto daimilioni di persone che pagano il livello massimo di con-tribuzione previsto dal Federal Insurance ContributionsAct. Sarebbe perciò facile, per un paese ricco come gliStati Uniti, rendere possibile per tutti una pensione ade-guata, a patto che non si voglia insistere a farlo attraver-so le strutture dello stato assistenziale.

Diecimila dollari a tutti, e nient’altroPer la sanità la questione è un po’ più complicata, ma

solo nei dettagli, non nella logica. Non dobbiamo, infat-ti, aspettare che il nostro ventunenne raggiunga i sessan-tacinque anni per iniziare a pagare per la sua assistenzasanitaria, bensì contattare subito una compagniaassicura-tiva, proponendo di pagare un premio costante per ilresto della vita del nostro ventunenne. Con questo tipodi offerta, la compagnia assicurativa ci può stipulare unapolizza sulla salute per 3.000 dollari circa, fornendo lecoperture fondamentali. Il prezzo è così conveniente per lo stesso motivo che staalla base delle polizze a buon mercato sulla vita, se fattedai giovani: le compagnie assicurative guadagnano moltodai premi che ricevono per anni prima di iniziare a paga-re grandi somme per le prestazioni. Garantire a tutti l’ac-cesso al sistema sanitario di base è facile in un paesericco come l’America, sempre che non si voglia insisterea farlo attraverso le strutture dello stato assistenziale. Ci sono molti modi di convertire queste potenzialità eco-nomiche in un sistema che funzioni. Quello che ho idea-to, chiamato per semplicità il “ Piano”, prevede un con-tributo annuale di 10 mila dollari a tutti i cittadini ameri-cani, eccetto i reclusi, ad iniziare dall’età di ventun anni,di cui 3.000 all’anno da destinare all’assistenza sanitaria.Il contributo verrebbe accreditato mensilmente sul contocorrente bancario di ogni cittadino incluso nel “Piano”. Se lo realizzassimo a partire da domani, il “Piano” coste-rebbe circa 355 miliardi di dollari in più del sistema attua-le; le previsioni di costo incrocerebbero quelle del siste-ma attuale nel 2011; entro il 2020, il “Piano” costerebbecirca 500 miliardi di dollari all’anno meno delle più pru-denti previsioni di costo del sistema attuale. Entro il 2028questa differenza ammonterebbe a un trilione di dollaril'anno. Certamente, un sistema che sostituisce l’attuale stato assi-stenziale con un sistema di sussidi diretti ai singoli ponediversi punti di domanda. La disincentivazione al lavoro,i rischi connessi a soluzioni basate sul mercato confron-tati con le garanzie prestate dal governo, i costi di transi-zione, lo scambio di concessioni nel servizio sanitario, leimplicazioni per il sistema fiscale, le conseguenze sullepersone troppo giovani per partecipare al “Piano”, sonotutti aspetti da considerare nella decisione sulla possibili-tà e sull’opportunità della sua realizzazione.Personalmente penso che tutte queste domande possanoavere una risposta, anche se non necessariamente sem-plice e immediata, che ho cercato di dare nel mio libro. In questo ambito, vorrei invece trattare una questione

più ampia: assumendo che le questioni tecniche abbianouna risposta, vogliamo veramente un sistema in cui ilgoverno rifiuti la responsabilità di farsi carico dei bisogniumani, cioè la ragione che ha dato origine allo stato assi-stenziale? La mia opinione è che i motivi per dire sì al“Piano” vadano ben oltre i suoi effetti sulla povertà, sullepensioni e sull’assistenza sanitaria, fattori che riguardano

minoranze relativamente piccole della popolazione. Ilproblema fondamentale che le società più avanzate sitrovano attualmente a dover affrontare è, piuttosto, comerendere la vita di ognuno piena di significato in un’epo-ca di abbondanza e di sicurezza.Lungo la storia, e fino a pochi decenni fa, il significato

della vita era quasi per tutti legato alla sfida per la sem-plice sopravvivenza. Per restare in vita era necessarioessere parte attiva di una comunità. Per restare in vitabisognava formare una famiglia e crescere dei figli su cuipoter contare nella vecchiaia. La coscienza che la mortepoteva cogliere ciascuno all’improvviso, in ogni momen-to, generava una particolare attenzione agli aspetti spiri-tuali della vita. Tutte queste cose davano origine a unaprofonda soddisfazione, che andava oltre la semplicesopravvivenza. La vita in un’epoca di abbondanza e sicurezza non

richiede nessuna di queste cose, e, anzi, la maggioranzadelle persone che vivono nelle società avanzate puòfacilmente trascorrerla tra amicizie superficiali, cambian-do continuamente partner sessuali e divertendosi, perpoi morire in tarda età senza avere nessun motivo perpensare di aver compiuto in vita qualcosa di significati-vo. Se si ritiene che tutto si esaurisca qui, che il fine della

vita consista nel passare il tempo il più piacevolmentepossibile, allora è ragionevole pensare che lo scopo delgoverno dovrebbe essere quello di permettere alle per-sone di farlo con il minore sforzo possibile. Se invecesiete d’accordo con me sul fatto che vivere può avere unsignificato trascendente, allora ci si deve porre il proble-ma di come la vita umana possa acquistare peso e spes-sore. Per molti lettori del "Wall Street Journal" al fondo di que-sta ricerca di significato c’è l’idea di vocazione: per alcu-ni, l’aspirazione a essere ricchi e famosi, per altri, il desi-derio di eccellere nella vocazione che si ama. Si trattaperò di una possibilità aperta solo a una fortunata mino-ranza. Per la maggior parte delle persone, compresi moltianziani che in gioventù si sono dedicati a una particola-re vocazione, la vita acquista significato nelle cose prati-che della vita, negli avvenimenti fondamentali associatialla nascita, alla morte, al raggiungimento dell’età adulta,all’allevamento dei figli; al pagamento dell’affitto, al supe-ramento delle avversità, al conforto di chi è in lutto, alfesteggiamento dei successi, all’approvazione del bene ealla condanna del male: vale a dire, nell’affrontare la vitain tutta la sua ricchezza. Da questo punto di vista, il difet-to principale dello stato assistenziale non è l’incapacità dimantenere le sue promesse (anche se ciò è vero) e nep-pure il fatto che spesso finisca per aggravare proprio iproblemi che dovrebbe risolvere (sebbene sia così). Lostato assistenziale è dannoso, ultimamente, perché toglietroppa vita dalla nostra vita. Il “Piano” restituisce vita alla nostra esistenza in molti

modi, particolarmente attraverso i suoi effetti su istituzio-ni fondamentali come la famiglia e la comunità. Per capi-re come ciò sia possibile, basta pensare al fatto che ilcontributo è a disposizione di tutti. Infatti, ciò che contanon è che un individuo riceva 10 mila dollari l’anno, mache tutti ricevano questa cifra e che tutti sappiano chetutti gli altri hanno a disposizione quella risorsa. Obiettivinon raggiungibili da una singola persona possono diven-tarlo per una coppia; quelli che non sono alla portata diuna coppia, possono esserlo invece per una famiglia

allargata o per una mezza dozzina di amici che mettanoinsieme le loro risorse, e ciò che non può essere realiz-zato da un piccolo gruppo può esserlo più facilmente daun intero quartiere. L’aggregato di risorse che il “Piano”trasferisce dal governo alle persone è enorme e le possi-bilità di rispondere ai bisogni umani attraverso la famigliae la comunità si moltiplicano esponenzialmente. Il “Piano” attribuisce una responsabilità personale, che ildestinatario lo voglia o meno, con conseguenti effettisecondari e terziari. Una persona che chieda aiuto per-ché ha buttato via il suo assegno mensile troverà perso-ne e organizzazioni disposte ad aiutarla (in America c’èsempre stata abbondanza di tali persone e organizzazio-ni), ma questo tipo di assistenza può essere legato arichieste difficili da rispettare per chi non abbia un red-dito fisso. Oppure, si pensi agli effetti di un flusso di red-dito certo su un giovane che abbia messo in stato inte-ressante la sua ragazza. La prima conseguenza è che nonpuò eludere il pagamento degli alimenti per il bambino,perché il giudice sa dove ha un conto in banca. Inoltre,si generano aspettative che prima non c’erano. Io lo chia-mo “effetto Doolittle”, in riferimento al personaggio diAlfred Doolittle nello spettacolo teatrale My fair Lady, eal motivo per cui doveva arrivare puntuale in chiesa.

La virtù è un abitudine che si acquisisce Il “Piano”, quindi, conferisce ad ognuno la responsabili-tà di far fronte ai bisogni umani, che lo si voglia o no.Qualcuno potrà considerarlo un passo indietro, ritenen-do sia meglio pagarsi le tasse, lasciare ogni responsabili-tà al governo e chiuderla lì. Considero più saggio undiverso atteggiamento, perché il “Piano” non richiedeche si diventi tutti assistenti sociali part-time. La nostranazione può anche essere piena di approfittatori, maaveva ragione Aristotele: la virtù è un’abitudine. Non cipotrà essere un fiorire della virtù nella prossima genera-zione solo perché raccomandiamo ai nostri figli di esse-re onesti, compassionevoli e generosi; occorrerà, invece,che i nostri figli pratichino l’onestà, la compassione e lagenerosità nello stesso modo con cui si esercitano conuno strumento musicale o in uno sport. È più probabileche questo succeda se i bambini crescono in una socie-tà in cui le esigenze dell’uomo non sono affidate allaburocrazia, ma sono parte della nostra vita e condivisecon le persone che vivono intorno a noi. In parole semplici, il “Piano” ci restituisce la possibilità

di agire. Le istituzioni, come gli individui, hanno succes-so fino a che hanno compiti importanti da svolgere esanno di esserne responsabili. Per interi decenni lo Statoassistenziale ci ha detto: "Ce ne occupiamo noi". La con-seguenza è stata che abbiamo assistito alla perdita di vita-lità di alcune delle più importanti fonti di soddisfazionedella nostra vita. Contemporaneamente, ci siamo resiconto di quanto il governo sia incompetente e incapace“di occuparsene”, quando si tratta della complessità deibisogni umani. La soluzione non è tentare di rabberciarelo stato assistenziale, ma riprendere la responsabilitàdella nostre vite nelle nostre mani, nostre come individui,nostre come famiglie, nostre come comunità.

Charles Murray

Il Foglio, martedì 11/07/2006, da Atlantide 2/2006, trimestrale della Fondazione per la Sussidiarietà

La globalizzazione non è un artifizio della dialettica politico-economica dei partiti ma una realtà di mercato.

Welfare e nuove idee

Accentramento di risorse e progetti in alcuni grandi settori strategici individuati dal CIPE

Il Consiglio dei Ministri haapprovato il disegno dilegge che Bersani ha pro-posto come viatico indi-spensabile per la nuovastrategia di sviluppo indu-striale dell’azienda Italia.Esso prevede una vera epropria rivoluzione delsistema degli incentivi, lanuova definizione giuridicadella “rete di imprese”, e il“fondo dei fondi” persostenere le pmi nell’acces-so al credito. Le novitàintrodotte dal disegno dilegge vanno nella direzio-ne di un accentramentodelle risorse in alcune areestrategiche indicate dalCIPE soprattutto per il Sude per le Regioni. Tra i set-tori strategici individuatienergia, biotecnologie,mobilità sostenibile. Sulversante dell’impresa, ilpresidente diC o n f i n d u s t r i a ,Montezemolo ha proposto

al Governo e ai sindacatiun grande “patto per laproduttività”, centrale unamaggiore flessibilità dell’o-rario lavorativo. Le quattro novità del DDLBersani sono accessorie aldisegno stesso che consistein una politica industrialesostenuta da due grandipilastri: meccanismi disostegno alle impresegeneralizzati e automatici,come il cuneo fiscale e ilcredito di imposta, sistemidi incentivazione impostatisu singoli obiettivi strategi-ci. È a questo secondo pila-stro che si riferisce il DDLBersani. Il Disegno di leggeassume la denominazionedi “Industria 2015”, nomeche sintetizza la storia pro-duttiva italiana e l’impegnoa guardare al futuro.L’obiettivo del Dicasteropresieduto da Bersani èquello di riordinare tutta lapolitica industriale

dell’Italia creando al con-tempo una convergenzacon la ricerca. Secondo ilMinistro fare rete conviene:le pmi potranno aumentarela loro massa critica unen-dosi in reti d’impresa masenza fondersi. Il DDL pre-vede una delega alGoverno grazie alla qualepotranno essere adottatidecreti legislativi per defi-nire le forme di coordina-mento di natura contrattua-le tra imprese, i requisiti distabilità e direzione neces-sari al fine di riconoscere larete di imprese. Le imprese, soprattutto lepiù piccole, hanno due esi-genze principali: l’innova-zione e il sostegno finan-ziario. Con questi obiettiviarrivano due nuovi fondi: ilprimo è il fonde per lacompetitività, al suo inter-no vedrà confluire tutti glistrumenti di agevolazioneattualmente previsti; l’altro

è il fondo per la finanzad’impresa che faciliteràl’accesso al credito ed aimercati finanziari alleimprese. Un tecnico coor-dinerà l’attuazione dei sin-goli progetti finanziati, il“supermanager”.Si tratta di un decreto cheprevede una serie di fondi,e che intende chiaramentesostenere lo sviluppoimprenditoriale del paese.Il problema però non ètanto prevedere le modalitàdi sostegno quanto quellodi reperire le risorse mone-tarie necessarie soprattuttoin coerenza con le previ-sioni della finanziaria.Invece, si nota una notevo-le discrepanza tra gli indi-rizzi di politica industrialecioè i fini a cui si vuoletendere e i mezzi chedovrebbero sostenerli.Questa è tipica del sistemapol i t ico-programmat icodelle istituzioni italiane,

soprattutto laddove laframmentazione delle forzepartitiche è più accentuata,si verifica un fenomeno dimal assorbimento dellerisorse, dunque una scarsaprobabilità di attuazionedelle misure legislative pre-viste, proprio perché ladispersione degli stanzia-menti diventa troppo ele-vata. E questo è un tipicoproblema della maggioran-ze di centro-sinistra cheper soddisfare le loro lottiz-zazioni elettorali nonriescono mai a razionaliz-zare la spesa e a raggiun-gere gli obiettivi. Infattisono aumentati i ministeri,più spesa statale, maggiorevolatilità di risorse, incon-gruenze sulle scelte di poli-tica economica fra i varidicasteri, il tutto ha provo-cato un abbassamento dellivello di credibilità e atten-dibilità delle forze di mag-gioranza. L’auspicio è che

Bersani di concerto conPado-Schioppa e insieme aProdi cerchino quantome-no di non rallentare il pro-cesso messo in atto dalGoverno Berlusconi,soprattutto in tema di alleg-gerimento della pressionefiscale, di sostegno allepmi, e di crescita produtti-va del paese.

Politiche di sviluppo: al via il DDL Bersani Industria 2015

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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

Pag. 6 1-31 marzo 2006

Mostre: la storia della Basilica di San Pietro incento opereCitta' del Vaticano, (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Composta da centocapolavori provenienti dai piu' importanti musei del mondo, ''PetrosEni/Pietro e' qui'' e' la grande mostra che la Fabbrica di San Pietro inVaticano organizza per i cinquecento anni dalla sua fondazione, dedican-dola all'apostolo Pietro. La rassegna potra' essere visitata dal 12 ottobreall'8 marzo, presso il Braccio di Carlo Magno, tutti i giorni (tranne mer-coledi' mattina) dalle 10 alle 19, mercoledi' dalle ore 13 alle 19.

Premi: Roma, il Lazio tra Europa e MediterraneoRoma, (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - La cerimonia di premiazione della Iedizione del Premio Internazionale ''Il Lazio tra Europa e Mediterraneo'', si svol-gera' il 29 settembre, presso il Complesso Monumentale del Vittoriano. Istituitoin occasione della prima edizione del Festival, il Premio Internazionale sara' asse-gnato ogni anno a personalita' che, su segnalazione delle Ambasciate dei paesid'appartenenza, si sono contraddistinte nell'ambito di diverse categorie.

Beni culturali, firmato l’accordo con il Museumof fine Arts di BostonRoma, 28 set. (Adnkronos Cultura) - Tra le opere che tornano in Italia la statua diVibia Sabina. ''Un evento straordinario, una svolta che segna l’inizio di una stradanuova alla lotta al commercio illecito di opere d’arte trafugate e il ritorno alla lega-lità'', così Francesco Rutelli, ministro per i Beni e le Attività Culturali ha presenta-to i primi frutti dell’accordo con il Museum of Fine Arts di Boston, grazie al qualetornano in Italia, e a breve nei loro luoghi di origine, tredici opere archeologiche digrande prestigio, trafugate in passato e vendute sul mercato estero.

Nietzsche, il nichilista

Uno squarcio di società d’oggi al di là delle speculazione politiche di ogni colore

“L’età dell’oro” di Edoardo Nesi; Prato cinesizzata, perfetta metafora italiana

Perché Nietzsche è “accusato” di nichilismo?Per rispondere a questa domanda è necessa-

rio rifarsi in modo particolare alle opere appar-tenenti al terzo periodo: Così parlò Zarathustra(1883/85); Al di là del bene e del male (1886);Genealogia della morale (1887); Crepuscolodegli idoli (1888). L’Anticristo e Ecce Homopostumi.E’ la prima opera del terzo periodo,Così parlò

Zarathustra, che annuncia una nuova realtà:Dio è morto. Questa è quella tremenda veritàche apre una nuova porta alla filosofa diNietzsche e questa è la chiave per comprende-re l’accusa di nichilismo rivoltagli contro.Cosa significa per Nietzsche la morte di Dio?

Questa affermazione non significa che gliuomini non credono più in Dio, né rappresen-ta una tesi circa l’inesistenza di Dio. Essa è unaconstatazione che equivale a dire: non c’è piùalcun Dio che può salvare e soprattutto, oltrel’uomo non c’è niente. Con la “formula” Dio èmorto, Nietzsche vuole svelare la mancanza difondamento che si cela dietro l’insieme degliideali e dei valori, d’ispirazione certamente cri-stiana, su cui la civiltà europea ha costruito persecoli il proprio modo d’essere e la propriaragione d’essere. Dio quindi, come sintesi ditutti quei valori cristiani e di essi, il valoreSupremo, si svalorizza e si rivela una menzo-gna. Ecco dunque l’irruzione del nichilismo nelmondo moderno. Da qui l’umanità si riconosceorfana e priva di fondamento e corre verso ladecadenza. A questo punto Nietzsche si chie-de quale sia il compito che resta all’uomodopo aver scoperto l’insensatezza dei valori suiquali da sempre si è basata la sua civiltà.L’uomo forte ora non deve più limitarsi ad

assistere alla rovina degli antichi valori, madeve farsene egli stesso promotore, preparan-do così in modo distruttivo, l’avvento di unanuova umanità.Da qui nascono i tre insegnamenti fondamen-tali di Nietzsche: la dottrina del Superuomo omeglio, dell’Oltreuomo; dell’Eterno ritorno del-l’uguale; la Volontà di potenza.Zarathustra insegna che l’uomo è qualcosa chedeve essere superato poichè la tappa successi-va è l’uomo superiore (Uebermensch),l’Oltreuomo che non è affatto l’anticipatoredella dottrina del primato della razza ariana. Ilsuperuomo è colui che ha una disposizionedionisiaca nei confronti della vita, ma allo stes-so tempo è caratterizzato da un pessimismocoraggioso che lo rende in grado di assumere

su di sé le contraddizioni più profonde dellavita e di non chiudere gli occhi di fronte anchealle verità più gravi. Il Superuomo è uno spiri-to creatore, è l’uomo della grande decisione, ècolui che salverà l’umanità dal nichilismo. IlSuperuomo è caratterizzato da una grandefedeltà alla terra: ora che Dio è morto, l’unicarealtà è la vita terrena ed è appunto alla terrache l’umanità deve tornare. Il Superuomo rico-nosce nell’aldilà solo l’immagine riflessa dellaterra, perciò è questo rinnovato legame con laterra, madre di tutte le cose, che fa guarirel’uomo dell’età del nichilismo. Non dunque ilSuperuomo al posto di Dio, ma la terra.Il Superuomo nietzscheano è quindi uomo diquesto mondo per eccellenza, è colui che sadire di sì alla vita sapendo che non c’è nulla aldi là di essa.La concezione del Superuomo trova nella dot-trina dell’Eterno ritorno dell’uguale, la suacomprensione definitiva.Alla concezione ebraico -cristiana del tempo,concezione lineare in base alla quale ogniistante acquista significato solo se legato aglialtri che lo precedono e lo seguono e il corsodel mondo risulta essere retto da un pianoprovvidenziale teso ad inaugurare il regno diDio, Nietzsche oppone una concezione ciclicadel tempo, ripresa dalla tradizione antica, pre-socratica e orientale. In base a questa conce-zione gli eventi sono destinati a ripetersi eter-namente in un tempo circolare.Così viene introdotta una nuova concezionedell’agire umano, che in sintesi si può riassu-mere con una delle massime più importanti diNietzsche: vivere ogni attimo in modo tale dadesiderare di riviverlo. E il Superuomo vuolel’Eterno ritorno.Con il concetto di “Volontà di potenza” passia-

mo all’ultimo insegnamento, per altro collega-to indissolubilmente ai primi due. La volontà dipotenza non è semplice volontà di dominio,né pura affermazione sull’altro, ma è la volon-tà che vuole se stessa. Di fronte al nulla deivalori, all’assurdità del mondo, essa è la volon-tà dell’individuo di affermarsi come volontà.Così, la morte di Dio diventa la resurrezionedell’uomo responsabile e padrone del propriodestino, la cui volontà è ora libera di afferma-re se stessa. Da quanto sopra esposto, si è compreso cheNietzsche, in antitesi alla morale e alla religio-ne, parla di una trasvalutazione dei valori: ciòindica l’invenzione di nuove forme di esisten-za, di nuovi valori.Detto ciò, si può davvero affermare cheNietzsche sia un nichilista? Egli di certo parladella caduta di quei valori che sono da semprestati alla base della civiltà occidentale cristiana,ma da quanto sopra illustrato, si comprendecome egli sulle rovine di questi, voglia affer-marne altri: il Superuomo è colui che salveràl’umanità dal nichilismo, perché riscopre nuovivalori; l’Eterno ritorno, esalta il senso diresponsabilità dell’uomo, attraverso il deside-rio che ogni attimo della vita ritorni così comeè stato vissuto;la Volontà di potenza indica l’e-nergia creatrice dell’uomo e dei suoi valorivitali. Nietzsche è di certo nichilista se si con-sidera il suo pensiero rivolto ai valori tradizio-nali, ma non bisogna assolutamente scordareche egli vuole nuovi valori, per mezzo deiquali superare il nichilismo in cui è sprofonda-ta la società moderna e da questa prospettivaallora, egli non può essere considerato nichili-sta.

Ilaria Parpaglioni

Edoardo Nesi è l’ultimo scrittoreattorno alla quarantina ad essereentrato nel salotto buono del mondoletterario ed editoriale italiano.Pubblica “Fughe da Fermo” (1995),“Ride con gli angeli” (1996),Rebecca” (1999), Figli delle stelle(2001) e raggiunge la consacrazionedefinitiva con “L’età dell’oro”,Bompiani, 2004, pagg. 337. Anchelui come Baricco e il conterraneoVeronesi da una parte guardaall’America alla ricerca di padriputativi di rilievo, vedi la citazionesul finale del romanzo de “Il GrandeGatsby”, il capolavoro immortale diFrancis Scott Fitzgerald, dall’altraparla delle cose di casa nostra eimmancabilmente da un’angolazio-ne ben precisa: “Il fallimento di Berlusconi è rap-presentato sostanzialmente in que-sto: aveva promesso di introdurcitrionfalmente nella modernità e nonc’è riuscito”.“L’età dell’oro” è il racconto degliultimi giorni di vita di IvoBarrocciai, piccolo industriale tessi-le pratese, malato di cancro in faseterminale che fugge da una clinicainsieme a Caterina, starlet inconsa-pevole del porno amatoriale inter-nettiano. Sono finiti entrambi in cli-nica per combattere la depressione eora si trovano a viaggiare ricercatida media e polizia per la campagnatoscana mentre la testa di Ivo vadentro i giorni, gli attimi, le donne egli uomini più importanti della suavita.Ivo ha perso tutto: fallita l’aziendastorica di famiglia che lui ha contri-buito a rendere la più importante delsettore a Prato e che lo faceva agliocchi dei suoi concittadini, numerouno; naufragato il rapporto con lamoglie che vista la mal parata inrealtà lo abbandona ben prima diaverlo trovato a letto con una don-naccia; finito sul lastrico e nell’indi-genza, con la damnatio memoriaedel proprio nome, lui che era abitua-to a farsi la barba con un pennello dipelo di tasso di montagna e chequella sera al Crazy Horse per far

colpo su Rosa si fece rovesciare trebottiglie di Dom Perignon nei sec-chi per lo Champagne; perso anchel’amore per Rosa, vissuto per anninel segreto, unico e vero amoredella sua vita, Rosa sposata al cugi-no sfigato che però alla fine e cioéoltre la soglia dei settanta cheentrambi hanno varcato, si dimostraessere stato, corna più, corna meno,lui, il cugino, incredibile a dirsi, ilvero vincitore. Siamo nel 2010 e lo sfondo è quel-

lo di un tessuto economico e socialeitaliano irrimediabilmente compro-messo e pronto in qualsiasi momen-to se solo si potesse, ad arrendersi, a

riconoscere la sconfitta nei confron-ti di nemici cui non si riesce a dareun volto: l’euro, la concorrenzacinese, le tigri asiatiche, l’impossi-bilità per i piccoli produttori diesternalizzare le produzioni, il dra-stico cambio di strategia e di naturadelle banche, sostanzialmente latotale assenza di volontà, l’inaniacolpevole di una società che nonvuole variare schemi dialettici cui èlegata più per sentimento che peresercizio di congnizione razionale.Così Ivo sul letto di morte cantaBandiera Rossa la trionferà insiemeal suo unico e fidato operaio cheraccoglie la sua ultima volontà quel-

la di accompagnare Caterina aMilano dove deve aiutarla a conse-gnare ad una casa d’aste un Baconsfuggito al collasso patrimoniale edove deve assicurarsi che a lei esolo a lei vada l’intero ricavato.

Il teatro della vicenda narrata èPrato e l’universo toscano, il prateselontano da tutti, niente campanili-smo dalla nobile storia sul modelloPisa-Livorno o Siena-Firenze, piùun campanilismo basato sull’orgo-glio del produrre cose, dell’arric-chirsi e del mostrarlo anche sbocca-tamente, il pratese è il parvenue, ilcafone arricchito, ma che di questaetichetta ha fatto un vanto, ora vede

cinesizzarsi non solo gli esercizicommerciali ma anche l’anima. Oraperde senso il suo campanilismo.Perde senso tutto in questa Pratoperfetta metafora italiana. Stanca ditutto. Che vuole solo andare avanti,senza chiedersi nulla.Oltre le battute anti-berlusconiane,

leggendo un libro che ha l’innegabi-le merito di andare a fondo su unarealtà quella del ridimensionamentoche la classe media ha dovutoaffrontare in questi anni, a partiredall’inizio del processo che ha por-tato alla moneta unica, passando peri problemi della storia recente inter-nazionale e del Paese e la mancata

svolta tatcheriana che pure ci siaspettava dal Governo Berlusconi,si trova tra le righe qualche cosa diinconsueto, quasi rivoluzionario perun romanzo italiano, una visioneromantica, einaudiana del fareimpresa dei piccoli imprenditori, sinasconde un’idea che vagliela aspiegare al tradizionalismo rosso-verde-comunista e alla retorica del-l’evasione fiscale e del pensierosinistrorso anti-impresa, e cioè chele ditte e le imprese sono strumentiper realizzare sogni e che se non sivuole provare nemmeno a realizzarei sogni, allora vuol dire che non sivuole veramente vivere.

ben sa, è un elettorato che vive di pas-sione e quindi ha sempre bisogno diessere motivato». Già, ma con questasvolta non c’è il rischio che l’elettorato di destraperda un punto di riferimento? In sin-tesi, non è che An perderà qualcosadella sua identità? «Vede, la mia famiglia è pro-fondamente legata alla Destra. Ebbeneio le dico che con il documento pre-sentato da Fini non si perde nulla anzi, la Destra siarricchisce di una proposta innovativa.Non è più il tempo delle vecchiescene quando, al Parlamento Europeo, gli eurodeputatidi An non si iscrivevano a nessungruppo». Bene. An allarga i propriorizzonti, ma dove guarda? «Per me che sono cresciutocon Giulio Andreotti è chiaro che sideve trattare di un progressivo percor-so di moderazione. L’elettorato, ormai,non è più quello di una volta, è cam-biato». In che modo? «È un elettoratocomposito dove si ritrovano associazioni professionali,categorie. Anche gli argomenti sonocambiati. Una volta l’Msi parlava diprima socialità oggi il tema è quello dell’equa distri-buzione del reddito. Un modo di porsi

molto più di centro e, forse,un po’ meno di destra. E badi beneche, quando parlo di centro, nonpenso solo a quello che si identifica inuna vicinanza alle gerarchie ecclesiali».Sì, ma quali sono le categorie che Annon ha mai conquistato e a cui oggipunta? «Sicuramente la platea deidipendenti pubblici e non, dei profes-sionisti e una certa borghesia».Quando li avrete conquistati Fini saràpronto per prendere il posto di Berlusconi? «Le confesso che non miha mai appassionato la discussione suchi ha il boccino in mano. Quellodella leadership non è un problema del-l’oggi. Berlusconi è il leader naturaledel centrodestra». Fini che fa, resta aguardare? «L’obiettivo di Fini, con il documento,non era certo quello di aprire unadiscussione di posizione. Il nostroobiettivo è quello di ridare forza alla Cdl non certo quellodi un maquillage politico che lascia iltempo che trova». In questo sensosembra esserci una certa distanza tra la vostra idea delfuturo e quella tracciata da GiulioTremonti. Voi pensate a rafforzare laCdl, Tremonti pensa già alla Grosse Koalition.

«Personalmente condivido l’analisi diTremonti e non credo ci sia una diffe-renza. Anch’io come Tremonti credo che il veromomento di debolezza del governosarà la Finanziaria. Non è una que-stione di numeri semplicemente la sinistra radicalespingerà per spostare la manovra eco-nomica verso posizioni che non sonoquelle di Ds e Margherita». E voi? «Se questo accadrà,come io credo, mi auguro che non cisia solo un momento di scontro, mache possa realizzarsi un governo di larghe inteseche possa gestire questa fase transito-ria fino alle prossime elezioni». Noncrede che gli elettori potranno considerarlo uninciucio? «Non ci sarà nessun inciucioa patto che l’intesa sia finalizzata alla realizzazione di due priorità: da unlato le riforme, dall’altro la necessità dirientrare nei parametri fissati dalla Ue.Se sarà così credo che noi, per senso di responsa-bilità nei confronti del Paese, nonpotremo escludere la possibilità disostenere il governo». Ammetterà però che l’ipote-si ha tutte le sembianze di un inciucio.Ma come, Berlusconi continua a dire

che Prodi non ha vinto le elezioni e poi sarebbeaddirittura disposto a soccorrerlo?«Quella è un’altra cosa. Noi continue-remo a sostenere la nostra posizione sulle ele-zioni fino a quando tutte le verifichenon saranno completate. Mi sembra sitratti di una cosa normale in tutti i paesi democra-tici». A proposito di larghe intese.Crede che la prospettiva tracciata dalcentrodestra che dovrebbe approdare nella costitu-zione del partito unico possa allargar-si anche a forze moderatedell’Unione? «Noi non abbiamo aperto questo dibattito conlo spirito con cui Enrico Letta parla dilarghe intese. Il nostro obiettivo non èconquistare qualche senatore in più o caricarequalcuno per strada. Il nostro è unprogetto». Che, in quanto tale, si rivol-ge anche a sinistra? «È chiaro che chi vuole aderi-re a questo progetto è ben accetto. LaCdl è una casa aperta. Se però qual-cuno pensa di venire da noi solo per un calcolonon troverà sicuramente ospitalità».

venerdì 21 luglio 2006

Bene la l inea TremontiProsegue a pag. 1

Siamo davvero sicuri che Dio è morto

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LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO

1-31 marzo 2006 Pag. 7

Al via domani il romaeuropa festival 2006Roma, (Ign) - Ci aspettiamo almeno 50 mila persone. Non ha dubbi ildirettore artistico Fabrizio Grifasi sul successo del FestivalRomaeuropa, pieno zeppo anche quest'anno di appuntamenti da nonperdere: due mesi di concerti, spettacoli e creazioni artistiche. Ad apri-re la manifestazione, ci sarà un gradito ritorno: il concertodell'Orchestra di Piazza Vittorio all'università RomaTre. Il gruppomusicale ha debuttato proprio sul palco del festival romano.

Cinema: prosegue a roma la rassegna di film ispi-rati all'operaL’aRoma, (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Prosegue ''Cinema e Opera'', larassegna di film ispirati all'opera lirica organizzata dall'associazione culturale''Cane Nero! Canta o Nerone!'' e realizzata con il sostegno dell'Assessorato allePolitiche Culturali del Comune di Roma. La manifestazione, allestita pressol'Auditorium Piacentini - Casa madre del Mutilato di Guerra, si concludera' nelpomeriggio di domenica 22 ottobre.

Cinema: roma, i vincitori del 3° festival palazzoveneziaRoma, (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Alla presenza delle due giurieinternazionali, quella per l'arte presieduta da Petra Joos e quella per lamusica presieduta da Renzo Arbore e Caterina Caselli, presso la SalaRegia di Palazzo Venezia, avra' luogo la premiazione dei vincitori dei dueconcorsi Arte e Musica del terzo Festival di Palazzo Venezia presieduto daCarlo Fuscagni e diretto da Rubino Rubini.

AL CINEMA

SEMPRE PIU’ DIGITALENasce Contour sistema rivoluzio-

nario per sosia fatti di pixel

WORLD TRADE CENTEREcco l’11-9 di Oliver Stone

La settima arte è in con-tinua evoluzione, ilprimo passo è statol’addio alla celluloide, ilsecondo sta per arrivaree sarà quello di innamo-rarsi e sognare guardan-do recitare labbra ecorpi digitali. StevePerlman, ingegnereinformatico, ha creatoContour un sistema diripresa rivoluzionarioche permetterà di ripro-durre, con fedeltà asso-luta, la mimica e i movi-menti degli attori, masoprattutto di poterliapprezzare in una pro-spettiva tridimensionaleche rivoluzionerà l’in-trattenimento digitale.Con il già collaudatosistema del “motion pic-ture”, usato in The PolarExpress in cui TomHanks aveva recitatopazientemente col visoricoperto di sensori, sipuò cogliere qualchecentinaio di punti dalviso umano e ottenerediscreti risultati con imovimenti del corpo. Latecnica di Contour èdiversa: non si ricostrui-sce un viso sulla basedegli input inviati, ma sivernicerà di colori fosfo-rescenti volti e corpi deisoggetti con polveriinvisibili alla luce natu-rale. I soggetti sarannoinvestiti da rapidissimiflash di luce, impercetti-bili all’occhio umano,così che il riverbero deiraggi luminosi proiettatodalla fluorescenza delcolore venga ripreso da2 cineprese sincronizza-te. Non ci sarà più un

collage di porzioni dimovimento da montare,ma un’intera area coin-

volta nella registrazionecon una definizione di200 mila pixel. Deicomputer poi riassem-bleranno le ripresedelle macchine da presaper creare l’effetto 3D.Unico handicap è pre-sentato dagli occhi edalle cavità orali perchénon è possibile ricoprir-li con la polverina magi-ca.

David Fincher, regista diFight Club, ha annun-ciato che per le riprese

di The curious case ofBenjamin Button (trattoda un racconto diFrancis Scott Fitzgerald)utilizzerà Contour. Ilprotagonista è Brad Pitte il suo bel volto saràdipinto di un verdefluorescente in modo dapoter catturare l’interasuperficie cutanea eriprodurla dettagliata-mente.

Sta per arrivare nelle saleitaliane l’attesissimo filmdi Oliver Stone sulla tra-gedia dell’11 settembre equando cinque anni fa, fuchiesto al regista che tipodi film avrebbe fatto, egliportò come esempio “Labattaglia di Algeri”.Doveva trattarsi di unfilm strutturato come unacaccia, concentrandosisui modi in cui opera ilterrorismo. Il film che vedremo èaltra cosa perché parla dieroismo e non tocca iltema del terrorismo, ècommovente in modointenso, ma soprattutto èapolitico. Quella terribile mattinaun agente dell’Autoritàportuale di nome WillJimeno è a lavoro cometutti i giorni, allontana leprostitute e gli accattonidal terminal degli auto-bus quando ad un certopunto sente un rumorefortissimo provenire dal-l’alto. La cinepresa simuove veloce facendouna panoramica, ma inve-ce di rivolgersi verso ilcielo, come logicamentesi penserebbe, si dirigeverso la strada e riprendel’ombra di un aereo chevola basso e che risale lafacciata di un edificio. Sindall’inizio capiamo che lascelta del regista è difarci vivere questa trage-dia da terra, dalla pro-spettiva dell’uomo comu-ne. I poliziotti raffiguratinel film sono ragazziqualsiasi e non sonopronti per il disastro cheincombe. La maggiorparte degli agenti dellasquadra comandata dalsergente JohnMcLoughlin (NicholasCage) non vuole offrirsivolontaria per entrarenegli edifici, sono inpochi quelli che si fannoavanti e fra loro c’èJimeno (Michael Pena).Sono spaventati e purmuovendosi lentamente econ esitazione continua-no a fare il loro dovere.Questi uomini semplici,

che ogni giorno compio-no piccole azioni, con illoro coraggio contribui-scono a riscattare il piùcupo dei giorni.E’ la prima volta chevediamo la riproduzionedell’implosione dellaTorre, il boato e l’impattosullo spettatore non puòche essere indelebile. Loschermo diventa nero eun’agghiacciante calmamortale invade lo spetta-tore, quando poi nel buiosi avvista tra le macerie ilcorpo di Mc Loughlin, l’i-dentificazione è comple-ta.L’uscita del film subitodopo “United 93” indicauna svolta perché subitodopo la tragedia tutte leriproduzioni delle Torri

che comparivano nei filmfurono cancellate digital-mente, si temeva (sopra-

tutto nelle commedie)che avrebbero potuto farcambiare umore al pub-blico. Nel 2005 Spielberg deci-de di cominciare a infran-gere questo tabù e in“Munich” inserisce digi-talmente le Twin Towersnello skyline di New Yorkcollegando il terrorismodel suo racconto al terro-rismo che ci sarebbestato. Adesso Stone fadipiù e ci porta nel cuorestraziato di Ground Zero.

Sullo sfondo di unaNew York degradata sisvolge la relazione traBob, uno spacciatore, eHelen, una prostituta,

entrambi dipendentidalla droga. Vorrebberouna vita migliore manon riescono a liberarsidal giro malavitoso e

non trovano una viad’uscita.Primo vero film conprotagonista Al Pacinoe secondo film per l’exfotografo JerrySchatzberg, Panico aNeedle Park ha i pro e icontro delle opere d’e-sordio. Pacino arriva alcinema dopo 10 anni diteatro e offre un’inter-pretazione nuova perallora, ma che oggi puòsembrare manierata,

mentre Kitty Winn(Helen) recita meglio.La regia, essendoSchatzberg un ex foto-grafo, è molto curatadal punto di vista visi-vo: stile documentari-stico, ambientazione inluoghi reali e cinepresaa mano. Più deludenteè lo sviluppo narrativoe l’impatto emotivo:affrontando il proble-ma sociale della droga,il regista mostra una

gran quantità di clini-che, siringhe, volticatatonici ma non sem-pre lo spettatore riescea entrare in empatiacon ciò che vede, qual-cosa fa mantenere sem-pre un certo distacco.Il dvd è distribuitodalla Dolmen ed hauna buona qualitàvideo perché la pellico-la è stata restaurata conuna resa cromatica tipi-ca degli anni 70, moltointeressanti anche gliextra perché la casa didistribuzione ha com-prato i diritti della ver-sione francese del film,inoltre ci sono dueapprofondimenti suSchatzberg, il primosulla suo stile fotografi-

co e il secondo sul suostile registico. A segui-re il commento delregista su Al Pacino, esu 5 scene che furonomodificate, inoltre c’èuno special sulla pre-senza di Schatzberg alfestival di Cannes,come membro, quandoTarantino era presiden-te.Panico a Needle Parkresta un documentostorico sulla fine deglianni 60 e l’inizio, deva-stante, dei 70, ma ciòche più conta riesce afar viaggiare indietronel tempo permettendodi scoprire il pianetaSchatzberg.

Raffaella Borgese

ESCE IN DVD IL PRIMO FILM CONAL PACINO

PANICO ANEEDLE PARK

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LA PIAZZA D’ITALIA - TEMPO LIBERO

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F1: Alonso assicura, la macchina e' al massimo Shanghai, (Adnkronos/Dpa) - L'attuale campione del mondo diFormula 1, lo spagnolo Fernando Alonso, e' pronto ad affrontare laprima delle tre sfide decisive con Michael Schumacher per confermareil titolo conquistato nella scorsa stagione. Il pilota iberico e' convinto dipoter bissare la vittoria grazie alla sua Renault. ''Dobbiamo essere velo-ci, la macchina e' al massimo'', ha detto oggi Alonso a Shanghai a tregiorni del Gran Premio della Cina, dove si e' presentato con un nuovo'look' con barba stile moschettiere.

Calcio: Camoranesi, pronto a riportare laJuventus in serie ATorino, (Adnkronos) - ''Rimarro' qui tutta la stagione, non lascio la squadra ameta' campionato e devo dire che la serie A non mi manca poi tanto. Il campio-nato di B e' molto interessante e ci sono squadre che hanno piu' tradizione di tantealtre che militano nella massima serie''. Mauro Camoranesi non abbandonera' laJuventus a meta' campionato, ha deciso di rimanere in bianconero ed e' pronto ariportare la Juve nella massima serie.

Mike Tyson ancora sul ring per un pugnodi dollariNew York, (Adnkronos/Ign) - Il 40enne ex campione dei massimi: ''Odio com-battere, sto cercando di guadagnare qualche soldo''. Ma c'è un contratto che legaancora 'Iron Mike' alla tv Showtime. La bancarotta è dietro l'angolo e Mike Tysontorna sul ring. Un'altra volta. Il 40enne pugile non disputa un incontro ufficialedall'11 giugno 2005, quando fu sconfitto in 6 riprese da Kevin McBride.

Intervista al presidente della pro loco di CittarealeVALERIANO MACHELLA

Presidente, innanzi tutto puòspiegare qual è il compitodella Pro Loco?La Pro Loco è un’associazioneturistica che è tesa promuove lacultura storica, l’accoglienza el’informazione ai turisti. La proLoco organizza iniziative utiliallo sviluppo della conoscenza,delle attrattive del luogo d’ap-partenenza anche al di fuori delterritorio comunale. Favorisce,anche con carattere regionale onazionale, manifestazioni cultu-rali, organizza seminari, giorna-te di studio, incontri e conve-gni, tavole rotonde, dibattiti econferenze stampa, manifesta-zioni, premi e lotterie, spettaco-li. Tutela e valorizza inoltre, ilpatrimonio artistico, architetto-nico, ambientale e culturale delpaese, nel mio caso Cittareale ela Valle Falacrina.

Qual è il compito di un presi-dente di una Pro Loco?A norma di Statuto, il presiden-te ha la responsabilità dell’am-ministrazione della Pro Loco, larappresenta di fronte ai terzi edin giudizio, convoca e presiedeil Consiglio Direttivo e

l’Assemblea dei Soci. In realtà,viste le scarse risorse umane, lafigura del presidente spessocoincide con quella di tutti gliorganismi previsti sopperendoalle naturali carenze dovute, avolte, allo scarso entusiasmoall’attività prevista.

Quali altri compiti dovrebbeavere la Pro Loco?Sicuramente avere l’esclusivadella gestione turistica sollevan-do il Comune da compiti spes-so difficili da portare a terminesenza il necessario entusiasmoche, invece, nasce naturalmentedal puro volontariato.

La Pro Loco oggi svolge, asuo parere, un compitodeterminante nell’ambito delsettore turismo?Sono convinto che le Pro Locosiano il cuore pulsante del turi-smo locale e di massa. Migliaiadi manifestazioni, culturali,sportive e folcloristiche sono,ogni anno, organizzate congrande successo ma anche conaltrettante difficoltà. In ognicaso, senza questi piccoli orga-nismi, la maggioranza deglieventi oggi esistenti non sareb-

bero mai nati. Eventi che rinno-vano il passato, rispolverano lanostra storia mantenendo vivauna memoria che, altrimenti,sarebbe già da tempo cancella-ta. Lo Stato dovrebbe riconosce-re (cosa che in effetti sta facen-do con una riforma di legge)l’enorme lavoro fin qui svolto,cercando di aiutare tangibil-mente queste associazioni, pro-muovendone la formazione eassicurandone, soprattutto, lasopravvivenza.

Su quale tipo di contributo laPro Loco vive?Oltre alle quote associative icontributi sono previsti dallalocale AmministrazioneComunale, dalla Provincia diappartenenza, dalla ComunitàMontana di zona e da Istitutibancari vari. Ma il tutto avvienesempre con il “contagocce”viste anche le ristrettezze eco-nomiche di cui vivono ormaitutti gli Enti locali.

Promuovete manifestazioni?Certamente! Una delle manife-stazioni più antiche della pro-vincia di Rieti è la Sagra dellaBraciola di pecora che noisosteniamo da 47 edizione. Ilsuccesso è sempre assicurato,anche perché il cibo tipico, è ungrande richiamo! Ma, nel corsodell’anno, molti altri eventi rea-lizziamo. Convegni storici, sulbrigantaggio ad esempio; confe-renze sullo stato degli esistentiscavi archeologici in Falacrinae;concorsi fotografici a tema. Nonmancano le partecipazioni amanifestazioni regionali come,ad esempio, il Salone dellaMontagna a Roma e questo èsoltanto un piccolo elenco delle

nostre iniziative.

Come pensate di richiamareil turista?Il turista si deve sentire accolto,curato e informato. Così noiproponiamo al visitatore ilnostro territorio, la nostra storia,le nostre curiosità ma anchel’arte, lo sport e tanto altro chepossa lo strumento per farapprezzare il luogo.Realizziamo per questo brochu-re, audiovisivi, poster e pubbli-cazioni di ogni genere, sia car-tacee che telematiche. La miaesperienza mi permette di direche l’informazione è diretta-mente proporzionale all’atten-zione che crei intorno alla tuopaese, ed è necessaria alla vitadello stesso. Cittareale è terra distoria e di tradizioni, un paeseimmerso in una natura inconta-minata pronta ad accogliere estupire chiunque. Noi tentiamodi farla conoscere sempre dipiù, e lo facciamo con ognimezzo e con ogni risorsa.Sempre con il poco a disposi-zione che, come accade solonelle fiabe, in mano nostra simoltiplica magicamente.

Alice Lupi

Il territorio reatino amala qualità dei suoi pro-dotti, ama lo stuporeche suscita nel turistadesideroso di scoprire isuoi tesori, ama il silen-zio che cela una bellez-za inalterata. Una terrache offre varie sfaccetta-ture e lega ed unisce ilpiacere della scopertadel luogo con quello delgusto. Punto di forza del reati-no è la sua identità, illegame ancora saldocon la tradizione. L’artee la natura sono un mixarmonioso che fanno darichiamo ai curiosi dimete non iperconosciu-te.Se si volessero assaggia-re diverse delizie gastro-nomiche si potrebbeoptare per questa terrasenza alcun dubbio,dove i prodotti sani egustosi sono all’ordinedel giorno. Come l’oliod’oliva della Sabina, lecastagne d’Antrodoco, ifagioli Borbontino, ilpomodoro Corno diToro ma anche il tartufodi Cittareale.La bella Cittareale, un

piccolo paese a nord estdel Lazio, non lontanodal confine regionale.Non è una località famo-sa come altre, ma rac-chiude un fascino moltopersonale. Cittareale,nata per scopi militari,fu fondata da Carlo IId’Angiò re di Napoli nel1308, sul confine delregno stesso. La possen-te Rocca angioina, sita acirca 1000 metri slm, fucostruita per voleredello stesso re, con ilfine di proteggere la cit-tadina e controllare lavia Salaria. Un devastan-te terremoto colpì ilpaese nel 1703. I segnidi questa terribile espe-rienza sono ancora visi-bili guardando la Chiesadi Sant’Antonio che del-l’antico edificio mantie-ne soltanto il portaleromanico. Anche ilSantuario della Madonna di Capodacqua fur i c o st r u i t o . F o r t u natamente la torremedioevale, vicina allachiesa di S. Antonio, èrimasta intatta e svettafiera. Nel agosto 2005,

grazie alcuni scaviarcheologici, è stata rin-venuta una colonnacorinzia risalente allaseconda metà del II a.C.a testimonianza di ungrande edificio di carat-tere pubblico.La natura circostante èancora incontaminata erende unica l’esperienzavissuta in questo paese,immerso nella ValleFalacrina vicino i Monti

della Laga.Il territorio è caratteriz-

zato dalla presenza dicavità carsiche che ren-dono il paesaggio anco-ra più affascinante; ungruppo di speologi, allependici del montePozzoni, ha rinvenutogrotta detta della Sibillanella valle di San Rufo,considerata una dellepiù grandi cavitàdell’Italia centrale.

Montagne, cavità carsiche e laghi limitrofi fanno da sfondo a secolari ulivi, imponenti castagni incorniciati in un cielo terso.

CITTAREALE UNA META DA SCOPRIRE

"Promuovere l'accoglienza e l'informazione ai turisti"