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04 Berlusconi Giansante Analisi Politica

Feb 03, 2018

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    Capitolo II - Morfologia di una campagna.La strategia elettorale di Berlusconi in tvdi Gianluca Giansante

    Introduzione

    La campagna elettorale di Berlusconi andata in onda suglischermi televisivi si configura come la narrazione di una sto-

    ria, in accordo con le tecniche di comunicazione messe in attogi in altri contesti e sempre pi diffuse in ambito non solopolitico, ma anche aziendale.

    La principale caratteristica di questa narrazione il Fra-ming ovvero la strutturazione concettuale che sottende il pun-to di vista del narratore, resa possibile in particolare attraversolutilizzo di espressioni metaforiche1. Vedremo meglio, in se-guito, come questo sia possibile. Concentriamoci ora breve-

    mente sul racconto.Quando parliamo di racconto facciamo riferimento alla

    presentazione di una narrazione coerente che pone particolareattenzione agli elementi chiave dello schema generale dellafiaba descritto da Propp2 (1928), soffermandosi sulla descri-zione dei personaggi e delle caratteristiche che li contraddi-stinguono.

    Lefficacia del modello del racconto sembra confermataanche dalla ripetizione costante, verbatim, di alcuni elementichiave del messaggio politico messa in atto da Berlusconi, ilquale in pi di una occasione pronuncia frasi identiche, comese si trattasse del copione di uno spettacolo. A tale ripetizione,

    1 Si tratta di un approccio che ha avuto una grande visibilit nel discorsopubblico con la pubblicazione del bestseller Non pensare allelefante!, di GeorgeLakoff (2004) che evochiamo nel titolo del capitolo.

    2Pertanto utilizzeremo la terminologia tipica dellanalisi proppiana riferen-doci alleroe, allantagonistae alla rottura dellequilibrio inizialeper designare gli ele-menti chiave della narrazione proposti nel discorso di Berlusconi.

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    come agli altri elementi che abbiamo menzionato in questa in-troduzione, faremo riferimento nei paragrafi seguenti.

    Ci sembra utile precisare che il racconto rappresenta allo

    stesso tempo un modello e una metafora, capace di mettere inluce tre elementi caratterizzanti del discorso berlusconiano suiquali ci soffermeremo in questa trattazione: la focalizzazionesugli elementi chiave dello schema proppiano, la ripetizionedel messaggio e luso dello storytellingcome elemento di comu-nicazione politica.

    Oggetto della nostra analisi sono tutti gli interventi neiprogrammi di approfondimento politico televisivo del leaderdel Popolo delle Libert, Silvio Berlusconi, nel corso dei 40giorni antecedenti la consultazione elettorale del 13 e 14 aprile2008.

    Il corpus costituito da circa 58mila parole, pronunciatenel corso di undici partecipazioni a trasmissioni di informa-zione elettorale. Gli interventi sono cos suddivisi: tre suRaiUno (due a Porta a Portae una a Tv7), tre su RaiDue (Tg2

    Punto di vista, Conferenza Stampae Lintervista), una a Primo Pianosu RaiTre, una sulle reti Mediaset, aMatrix, su Canale 5 e duesu La7 (Omnibus e Otto e mezzo). Questultima ha anche tra-smesso, allinterno di uno spazio dedicatoallapprofondimento, il discorso di apertura della campagnaelettorale al Palalido di Milano.

    In questa sede intendiamo ripercorrere i risultati dellanalisiche abbiamo condotto sulla campagna elettorale di Berlusconi

    in televisione, per la quale abbiamo adottato le metodologiedellanalisi quantitativa e dellanalisi qualitativa3. Non ci sem-

    3In particolare per indagare il livello della ripetizione abbiamo fatto ricorsoallapproccio statistico testuale, seguendo la tradizione della Corpus Linguistics eutilizzando gli strumenti di misurazione della rilevanza dei segmenti ripetuti nelcorpus disponibili in TaLTaC2 (in particolare lindice IS). Per una trattazionepi approfondita rimandiamo a Bolasco (1999). La scelta di porre laccento su-gli elementi ripetuti generata da una concorrenza di fattori: il primo riguardan-

    te il ruolo della ripetizione nel discorso di Berlusconi, il secondo la nostra vo-lont di indagare il livello sopraindividuale del discorso, quello generato dalteam della campagna, che nella ripetizione trova la sua specificit (Cienki 2008).

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    69Capitolo II - Morfologia di una campagna

    bra superfluo sottolineare come la complessit del tema di in-dagine e la grande mole di materiale gi prodotto in merito cisuggeriscono la necessit di avvicinare loggetto di analisi rife-

    rendoci a una molteplicit di tradizioni di ricerca, con la spe-ranza di poter restituire la ricchezza del fenomeno oggetto distudio.

    Un altro elemento che necessario mettere in rilievo chein questa trattazione cercheremo di presentare solo quanto dinuovo presente nel linguaggio di Berlusconi, tralasciando e-lementi strutturali e quanto sia stato gi sottolineato nella va-sta letteratura esistente, alla quale facciamo chiaramente rife-rimento.

    Unultima notazione, di carattere metodologico, riguarda leconvenzioni adottate per presentare i risultati dellanalisi quan-titativa. Nel lavoro indicheremo in corsivo le citazioni a livellodi forme(parole cos come sono state pronunciate) delle unitlessicali, mentre inseriremo fra apici () le citazioniche indicano il lemma di una parola (il termine cos come lo

    troviamo nel dizionario, cio linsieme delle occorrenze nellevarie flessioni es. sinistra, sinistre). Il numero delle occorrenze,ovvero il numero che indica quante volte una parola viene ri-petuta nel discorso indicato invece tra parentesi quadre: sini-stre[3] [235].

    2.1 I temi della campagna e il misterioso caso della

    scomparsa di Alitalia4

    Dal confronto fra i temi a cui Berlusconi si dedicato conmaggiore attenzione e le prime dieci issuedella campagna5, sin-

    Sugli elementi individuati attraverso lanalisi quantitativa abbiamo proceduto adunanalisi qualitativa, ponendo particolare attenzione alla Conceptual Metaphor

    Theorydi Lakoff e Johnson (1980).4Il paragrafo 2.1 frutto di un percorso di riflessione e redazione condivi-

    so con Eleonora Palladino, che autrice del paragrafo 2.9.

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    Tabella 1 - Le issuedella campagna e quelle di Berlusconi a con-fronto

    I primi 10 temi di

    Silvio Berlusconi

    I primi 10 temi della

    campagnaVeltroni comunicatore Alitalia

    Malgoverno della sinistra nellascorsa legislatura

    Programmi elettorali

    Programmi elettorali(ammodernamento dello stato edella P.A.)

    Candidature e liste elettorali

    Rottura con Udc e Casini Alleanze

    Lista dei ministri Salari e pensioni

    Precariato e politiche del lavoro Voto utile

    Crisi economica Crisi economica

    Napoli e rifiuti Temi etici, laicit

    Aumento pressione fiscale Identit dei partiti

    Programmi elettorali(lotta all'evasione fiscale)

    Precariato e politiche del lavoro

    Fonte: Elaborazione Mediamonitor Politica

    Un elemento interessante emerge incrociando i dati relativiallorigine e al significato dei temi trattati: la maggior parte deitemi trattati da Berlusconi pu essere inscritta nella categoriadelle policy issues (Patterson, 1980), ovvero si tratta di que-

    stioni che toccano da vicino la vita e linteresse dei cittadini(Mazzoleni, 1998, p. 201). Fanno eccezione gli argomenti lega-ti alla rottura con lUdc e Casinie alla composizione della lista deiministri, che rientrano nella categoria delle political issues se-condo la classificazione di Patterson. Va rilevato tuttavia chetali temi sono stati trattati da Berlusconi sempre dietro direttasollecitazione dei giornalisti, si tratta cio di issue indotte(Mazzoleni, 1998).

    Adottando lo stesso schema di riferimento, le policy issuesi configurano nel discorso di Berlusconi invece come issue ri-

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    flesse, ovvero direttamente introdotte dal candidato nel dibat-tito. In altre parole Berlusconi privilegia temi vicini al sentiredei cittadini mentre cerca di evitare il riferimento a temi meta-

    politici e vi si sofferma solo dietro esplicita richiesta dei giorna-listi7. Nei prossimi paragrafi ci dedicheremo ad analizzare co-me Berlusconi abbia costruito la propria campagna, dedicandoparticolare attenzione alla costruzione narrativa, alle issue ri-flesse e agli argomenti su cui si soffermato con maggiore at-tenzione.

    2.2 La rottura dellequilibrio iniziale, ovvero: la tragediadella sinistra

    In tutti gli interventi televisivi Berlusconi dedica una parti-colare attenzione alla descrizione dello scenario di partenza,caratterizzato dal pericolo e dal degrado.

    La rappresentazione di questo scenario ha la funzione dirichiamare lattenzione delluditorio e di dare il via alla narra-zione. Si tratta di una pratica in linea con le tecniche utilizzatenel contesto americano, chiaramente enunciata nel documen-tario Our brand is Crisisda James Carville, consigliere politicoche gioc un ruolo centrale nella vittoria di Bill Clinton nel1992:

    Ricorda sempre una cosa: tutti i film cominciano con unapreparazione. Poi c' un conflitto. E alla fine c'e la soluzione.Leggo ai miei bambini le storie di Winnie The Pooh, di Pigger eTiglet... Avete presente? Beh, anche l c' qualcuno che ruba ilmiele degli altri. Bene, l'inizio del film questo: la nazione boli-viana in crisi. Ecco il conflitto: "con le elezioni, la nazione aun bivio. E io mi candido perch voglio mettere al servizio del

    7 In pi di una occasione alle domande su political issues, come lalleanzacon Casini, Berlusconi risponde riportando il discorso su temi di policy (vedipar. 6 in questo capitolo).

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    mio paese le mie capacit, necessarie a governarlo per farlo usci-re da questo tunnel8.

    Nella narrazione di Berlusconi frequente il riferimento,esplicito, alla [12], che trova la sua manifestazionepi evidente, in relazione alla vicenda di Napoli: la [5], [4].

    Costante e quantitativamente importante se si ricordache oggetto dellanalisi sono sole undici apparizioni televisive- il riferimento a [33], sempre citata in associazio-ne con la vicenda dei [9] e la [9].

    Per comprendere limportanza del discorso su Napoli si ri-cordi che la Campania la seconda regione per numero di se-natori assegnati9e che nel contesto della campagna e della leg-ge elettorale vigente, laffermazione in Senato nelle regioni pigrandi sembrava un elemento di grande rilevanza ai fini della

    vittoria delle elezioni.Ma lattenzione per la situazione di Napoli trascende i con-

    fini locali; la vicenda viene legata a uno scenario pi ampio, inmodo da ingrandirne la portata e le conseguenze; innanzituttola storia supera i confini della citt e della Campania per coin-

    volgere lintero paese, come viene esplicitato in pi di una cir-costanza:

    Perch non che son venuti fuori servizi, che continuano auscire sulle televisioni e sui giornali di tutto il mondo, non Napolisotto la spazzatura, ma lItalia under trash, lItalia sotto la spazzatura,

    e questo qualche cosa che veramente ci procurer dei danniincalcolabili (Porta a Porta, 5 marzo).

    8Citazione dalla versione italiana di Our Brand is crisis, di Rachel Boynton,documentario sulle strategie di marketing politico che ripercorre la campagnaelettorale di Gonzalo Sanchez de Lozada per le presidenziali in Bolivia.

    9La prima la Lombardia; si noti la rilevanza assunta nel corso della cam-pagna della vicenda Alitalia, tematizzata in relazione alla centralit dellhub diMalpensa per leconomia lombarda.

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    Gli effetti vengono ulteriormente ampliati e la vicenda vie-ne collegata agli impatti sullimmagine internazionale e perfinosullimmaginario collettivo del paese, nel quale sarebbe entrata

    a far parte unItalia: [5], espressione riportatain inglese e prontamente tradotta, sotto la spazzatura, per sotto-lineare la provenienza estera del giudizio e dunque rafforzarelautorevolezza della fonte e - di conseguenza - del messaggio.Infine viene operato un ulteriore collegamento e una terzapropagazione degli effetti: dallimmagine internazionale di-scende un danno per le esportazioni del paese. Il mancatosmaltimento dei rifiuti a Napoli diventa dunque nel discorsoberlusconiano - una questione di portata economica nazionale.Per chiarire quanto affermiamo ci sembra utile riportare unacitazione tratta dallintervento a Lintervista, su RaiDue e ripe-tuta in varie circostanze:

    La tragedia dei rifiuti di Napoli, della Campania, che hacompletamente rovinato la nostra immagine internazionale, ol-tre alle scomodit e ai pericoli per la popolazione campana,

    dobbiamo sapere che questo ha portato gravi danni al nostro turi-smo e i danni saranno incalcolabili per quanto riguarda le nostre esporta-zioni, per quanto riguarda il made in Italy. Noi non siamo pi, oggi, ilbel paese dallarte della cultura, ma nellimmaginario collettivo mon-diale siamo un paese che non riuscito a risolvere il problemadello smaltimento dei rifiuti e che vive sotto limmondizia.Quin-di pensi le difficolt che avranno i nostri esportatori del bello, della moda,dei cibi tipici, dei vini pregiati e dei prodotti ad alta tecnologia. Questo ilprimo problema, la prima emergenzache il nuovo governo si tro-ver ad affrontare (Lintervista, 11 aprile).

    Sulla responsabilit di tale situazione non viene lasciatospazio a dubbi, attuando un primo collegamento diretto fra lasituazione di crisi e la parte politica avversaria, lantagonista,ovvero la sinistra:

    La responsabilit di Bassolino e della sinistra per la situazio-ne di tragedia incredibile che devono sopportare a causa dellaimpossibilit della incapacit di smaltire i rifiuti, e per la anche

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    terribile situazione che questo comporta per la loro economia(Porta a Porta, 5 marzo).

    La descrizione dello scenario di crisi iniziale non legatasolo alla situazione campana, ma anche a congiunture interna-zionali. Una delle parole chiave per descrivere questo scenario il termine [27], ripetuto con costanza e in formu-le che presentano solo piccole variazioni: noi siamo in una diffici-le situazione internazionale / La situazione molto difficile, e noi siamomolto preoccupati / la situazione in questo paese oggi obiettivamentedifficile per chi assumer il compito di governare il paese.

    In questo modo Berlusconi giustifica la scelta di reali-smo, di unimmagine pi pacata rispetto alle campagne pre-cedenti, alle grandi promesse, di cui possiamo considerare e-semplificativa quella del milione dei posti di lavoro del 1994.Prima di procedere oltre, per completare la descrizione delloscenario di pericolo attuata da Berlusconi, necessario sof-fermarsi su unaltra parola che assume un significato centralenel lessico di questa campagna elettorale, stiamo parlando deltermine [10], una crisi delleconomia molto accentuata che

    viene presentata come ineluttabile: dobbiamo essere consapevoli chesiamo gi in una profonda crisi, che non soltanto nostra, italiana, mache una crisi mondiale / la crisi americana, che far diminuire i con-sumi delle famiglie americane, che quindi ridurranno le importazioni an-che di ci che prodotto dallEuropa.

    Si tratta di una situazione che, pur preoccupandolo, non

    spaventa Berlusconi, del resto la sua biografia e i sondaggi -afferma - lo supportano in questa fiducia nelle proprie capaci-t:

    Se gli italiani pensano di poter dare soltanto a me elindagine questa che mi viene dai sondaggi perch sono unoche ha avuto lesperienza di cinque anni al governo [] perchcon la mia vita ho dimostrato di saper trasformare dei progettidifficili in realizzazioni concrete, perch ho una consolidata au-torevolezza internazionale alla guida del paese (Porta a Porta, 10aprile).

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    Con questa affermazione Berlusconi esplicita la strategiasottesa alla descrizione del pericolo: la descrizione di uno sce-nario disastroso risponde, come emerge chiaramente dal di-

    scorso di Carville, anche alla necessit di preparare e giustifi-care lentrata in scena delleroe, come ha gi fatto notare Be-nedetti, in relazione al linguaggio berlusconiano:

    Berlusconi in tal modo introduce subito un punto di vistaparticolare relativo alla sua entrata nel mondo della politica: lanecessit (e non sua ma degli italiani). Egli appare in tal modochiamato dallurgenza di un problema a risolverlo (unico ca-

    pace di farlo), quasi suo malgrado. pertanto evocata per snon la figura del politicante, dellambizioso, dello smanioso dipotere, ma del paladino. (Benedetti, 2004, p. 160)

    Tale comportamento risponde anche a unaltra necessit,quella di compattare le forze del centrodestra che, per la prima

    volta, si presentano alle elezioni prive di una forza elettoral-mente importante come quella dellUdc di Casini e con un av-

    versario temibile come La Destra di Storace e Santanch. Rac-cogliere quanti pi consensi nellelettorato che fa riferimentoal centrodestra appare dunque vitale agli occhi di Berlusconi ela descrizione del pericolo appare funzionale a questo fine,come fanno notare anche Bolasco:

    Il mito di un pericolo che incombe un motivo classico percreare e cementare consenso stretto intorno a un partito o a unuomo, il senso di persecuzione o timore servono a costruirelunione o la lealt. Troviamo questi temi in molti miti costruitidai politici, in diversi paesi e in diverse epoche (2006, p. 86).

    In questa fase del racconto, Berlusconi utilizza un lessicodella tragedia che abbonda di aggettivi come [10], [3], [3] e del relativo sostantivo, [7].

    Lutilizzo di questi aggettivi fortemente correlato al ter-mine [15], elemento di collegamento fra la descri-zione dello scenario, lincipit della storia e loppositore, la sini-

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    stra. Il riferimento a questorizzonte semantico viene comple-tato dalluso del verbo [5]. Berlusconi si riferiscealla situazione di tragedia descritta precedentemente come a

    uneredit pesantissima che dovremo risolveree alladisastrosa eredit cheverr sulle nostre spalle.

    Si tratta, come abbiamo accennato di una sorta di traitdunion fra la descrizione della tragedia e lindividuazione deiresponsabili, enunciata chiaramente e a pi riprese:

    Oggi si capisce che la sinistra vera quella di governo, quella della realt quella che ci lascia una eredit drammatica

    per quello che ha fatto in questi due anni alla guida del paese(Tg2, Conferenza stampa, 2 aprile)

    Il Pd semplicemente costituito dal 70% di ministri, sotto-segretari che ci hanno portato a questa distruttiva eredit che cihanno lasciato in Italia a partire dai rifiuti di Napoli, della Cam-pania (Apertura della campagna elettorale al Palalido di Milano La7).

    un passaggio cruciale nel discorso berlusconiano, nonsolo per la frequenza con la quale viene menzionato ma per-ch funge da legame, con il discorso sullantagonista e con ildiscorso sullantieroe, Casini, contribuendo a chiarire le ragio-ni per le quali necessario votare per il Popolo della Libert,come Berlusconi chiarisce rispondendo, nel corso di Porta aPorta, a un giornalista che gli chiede cosa direbbe agli indecisi

    per convincerli: che considerino dove ci ha portato la sinistra e lereditdisastrosa che ci viene lasciata da questo governo, in termini di carovita(Porta a Porta, 5 marzo).

    Ci sembra utile inoltre riflettere sulla specificitdellespressione eredit. che utilizza la metafora concettualeLENTITPOLITICAUNCORPO10, una metafora sedi-mentata nella nostra lingua.

    10 tradizione nella letteratura indicare il modello secondo cui parliamo diA in termini di B, con il formalismo A B (come in LA VITA UN VI-AGGIO) con un carattere maiuscoletto, laddove rappresenta non

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    Ci sembra utile chiarire brevemente che, laddove storica-mente e nel linguaggio comune quando si pensa alla metaforaevochiamo un concetto principalmente o esclusivamente lin-

    guistico, la riflessione portata avanti nellambito delle scienzecognitive ci dimostra che la metafora uno strumento per ri-ferirsi a un concetto, solitamente astratto a partire da un altroconcetto, in genere concreto, in modo da semplificarne lacomprensione e selezionare gli aspetti che si intende metterein luce (Lakoff e Johnson, 1980). In questo caso lattivit dellasinistra viene definita facendo riferimento a un oggetto con-creto, il corpo. Riferirsi allereditrappresenta uno specifico e-sempio di metafora concettuale, che contribuisce a definire ilmodo in cui pensiamo a un concetto.

    Quello che ci sembra interessante rilevare luso che vienefatto di questa metafora concettuale. Parlare di eredit della sini-stravuol dire che la sinistra deceduta, che la sua forza politi-ca venuta meno.

    Alla descrizione della sinistra viene dedicato ampio spazio

    nella retorica di Berlusconi e su questo elemento ci sofferme-remo nel prossimo paragrafo. Prima di farlo ci preme soltantosottolineare che la divisione fra il discorso della tragedia e ladescrizione della sinistra risponde a necessit analitiche e dimodellizzazione, ma nel discorso berlusconiano i due elementiappaiono fortemente e saldamente legati.

    2.3 Lantagonista, ovvero: regola numero uno, demolirel'avversario

    Nel vocabolario di Berlusconi un posto di grande rilievoviene assegnato alla descrizione delloppositore: la sinistra. infatti [232] la prima occorrenza significativa nel

    vocabolario berlusconiano mentre il [4] un

    lequivalenza, bens una parziale mappatura di alcuni concetti di B, il dominio dipartenza o source domain (nellesempio il VIAGGIO) nei termini di A, ildominio di arrivo o target domain (nel nostro caso, la VITA).

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    attore praticamente ignorato, in questo evidenziando una pre-cisa volont: quella di spostare verso sinistra lo spazio occupa-to dalla della coalizione guidata da Veltroni e di caratterizzare

    il Pdl come lunico che possa legittimamente collocarsi, alme-no parzialmente, nella tanto agognata posizione politica delcentro.

    Scarsa la qualificazione con aggettivi che viene fatta dellasinistra, se si esclude il riferimento alla [6],che ancora si chiama comunista e si definisce essa stessa sinistra antago-nista. Lattenzione viene invece diretta con pi attenzione ver-so unaltra sinistra, la [6], definita piche da aggettivi, da un complesso di azioni:

    La sinistra di governo che quella che ha aumentato la pres-sione fiscale, delle 110 tasse in pi, che quella che ha aperto lefrontiere e ci ha dato questo regalo degli extra comunitari, cheha chiuso i cantieri delle grandi opere, che ha dato vita alla tra-gedia dei rifiuti di Napoli, rovinando la nostra immagine inter-nazionale e danneggiando in modo incalcolabile le nostre espor-

    tazioni (Tg2, Conferenza stampa, 2 aprile).

    La sinistra che ha speso di pi in direzioni assolutamentenon necessarie, ha gravato il paese di tasse, con la conseguenzache siamo a crescita zero, che c la pressione fiscale record, chec un caro vita impressionante e che ha scontentato pratica-mente tutti (Lintervista, 11 aprile).

    Nei due passi citati come in altri riportati nel paragrafo

    precedente - evidente il ricorso alla tecnica retoricadellelenco. Sulluso di tale pratica discorsiva in Berlusconi interessante riferirsi allanalisi di Galli de Paratesi:

    Lelenco un espediente ben noto nel discorso politico. Senon viene esplicitamente negato allinizio, un elenco implica chei suoi componenti abbiano gli stessi tratti distintivi e/o le stessefunzioni, che si equivalgano. [] Questo un linguaggio che

    abbonda di liste perch sono un espediente per evitare lanalisi

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    dei rapporti tra le cose e per aggiungere cose improprie (2004, p.87).

    La somiglianza fra i programmi di Pd e Pdl, rilevata damolti analisti e dai media nel corso della campagna elettorale,e sintetizzata in una fortunata espressione Veltrusconi -conia-ta da Casini, pone il problema dellindividuare una differenzafra i due schieramenti. Nel discorso di Berlusconi tale diffe-renza viene espressa nellincapacit della sinistra di tener fedeagli impegni elettorali:per la sinistra i programmi sono specchietti perle allodole per conquistare gli elettori durante la campagna elettorale / la

    sinistra che si riempie la bocca di politica sociale / la sinistra come al so-lito dice le parole, i fatti sono contrari / la sinistra, che si allarga sempresul fatto di sostenere la famiglia.

    Un altro risultato ipotizzabile del discorso sulla sinistraconcerne il rafforzamento dellidentit dellelettore modera-to, come sostiene Santulli:

    Lespressione, spesso indiretta, dei valori del gruppo nella

    comunicazione politica si completa con la svalorizzazionedellavversario e, attraverso questa, una ulteriore enfatizzazionedelle caratteristiche positivamente condivise (2005, p. 72).

    Va rilevata in particolare in questa fase la preferenza per leespressioni di uso comune e la catacresi, come elementi distin-tivi di un linguaggio che si propone storicamente come vicino,semplice e comprensibile, in opposizione alle complessit e

    agli eccessi delpolitichese.Il discorso politico televisivo di Berlusconi si caratterizza in

    questa tornata elettorale per la scomparsa o quanto meno laforte riduzione del riferimento al suo acerrimo nemico delpassato: il [7]. Anche il riferimento ai [7], allaggettivo comunista e al [4], sono significativamente limitati, se comparati con ilcorpus analizzato da Bolasco, che peraltro non limitato aisoli discorsi di campagna ma include anche quelli parlamentari

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    e nelle sedi ufficiali internazionali, meno legati ad esigenze di-rettamente propagandistiche.

    Lanticomunismo, che aveva caratterizzato tutte le prece-

    denti campagne di Berlusconi e che aveva costituto il collantedi forze che non avevano mai smesso di temere il pericolorosso (Colombo, 2005), sembra, dunque, scomparso. Ri-compare per, a pi riprese, nellutilizzo del lessico [6], per riferirsi alla sinistra:

    La sinistra allopposto, partendo dalle vecchie concezionimarxiste considera la propriet come la radice di ogni male, ed

    ha dentro di s, invincibile, unostilit assoluta contro la proprie-t privata, contro limpresa privata (Matrix, 11 aprile).

    Il clandestino non stato chiamato qui, tenendo aperte lefrontiere, per generosit. perch viene considerato dalla sini-stra come un fattore di contrasto allo stato borghese fondato suidiritti nazionali e sui diritti di propriet (Porta a Porta, 5 marzo).

    Particolare attenzione viene posta nella descrizione diunaltra sinistra, la sinistra di Veltroni, che la sinistra delle promesseelettorali, la sinistra delle parole, la sinistra che ha cercato di metterein scena un grande giuoco di illusionismo, un grande giuoco di prestigio

    per fare dimenticare che esiste il governo Prodi, per far dimenticare che cun passato di sinistra che ancora vivo e che presenta gli stessi personaggidi sempre nella loro parte politica e ha dato questa missione impossibile -dico io - a un bravissimo comunicatore come Veltroni.

    Entra qui in scena, personalizzato, lavversario,lantagonista, secondo la terminologia di Propp. [70], lesponente politico al quale Berlusconi fa riferimentocon maggiore frequenza. Anzi, se si escludono [26], [5] e, [4], praticamente lunico che vengacitato. Gli altri esponenti principali della coalizione di centro-sinistra e della sinistra, [2], [1], [1] e [1] vengono, di fatto, igno-

    rati.

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    Per quanto riguarda il lessico utilizzato va rilevata una spic-cata tendenza colloquiale, gi notata da Benedetti che parla diun uso elevato nel parlato di stilemi e modi di dire semplici,

    alla portata di tutti, detti popolari, luoghi comuni. Tale ten-denza in questa campagna elettorale viene portata agli estremiquando Berlusconi fa riferimento a Veltroni.

    Appare evidente, gi nella frase precedentemente citata,lutilizzo di metafore riconducibili al dominio dello spettacolo,

    Veltroni [3] un [2] (anche nella va-riante [2]) [3].

    Della stessa tendenza fa parte il riferimento ai [3], nellespressione sono finiti i fuochi dartificio dellasinistra / Ora, io non dico che sia un male, dico soltanto che non si puavere la faccia tosta di presentarsi come nuovi. Bene, i fuochi dartificiosono finiti.

    Un utilizzo non assolutamente nuovo: faceva gi parte delrepertorio berlusconiano lespressione teatrino della politica, main questa campagna elettorale trova un utilizzo in termini

    quantitativi assolutamente inedito. Un lessico che abbonda dimetafore che fanno riferimento al dominio dello spettacolo eche tende a dare limpressione, a suggerire in maniera pi omeno esplicita che il grande rinnovamento di cui Veltroni sifaceva interprete nella campagna elettorale non fosse altro cheuna rappresentazione teatrale.

    Fra le capacit personali di Veltroni viene messa in risaltoquella di essere un [7], un affabulatore, qualit

    aggettivate in superlativo: [4] e [2]. La tattica messa in atto da Berlusconi quella di ricono-scere quanto di nuovo Veltroni sembra rappresentare, restrin-gendo il campo al solo ambito dellimmagine e in tal modo at-taccando la credibilit politica dellavversario.

    Sullo stesso concetto Berlusconi torna in ogni apparizionetelevisiva, esplicitando apertamente la sua opinione:

    Veltroni, su tutte le situazioni, dice esattamente lopposto ditutto quello che la sinistra al governo ha fatto, cio Veltroni

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    sembra che sia vissuto in questi anni sulla luna, perch tutto ciche adesso lui predica esattamente il contrario di tutto ci chehanno fatto i suoi amici al governo, e anche lui (Porta a Porta, 5marzo).

    Io certe volte arrivo ad ammirare Veltroni, la faccia tosta,con cui riesce a fare delle affermazioni di innovazione e di novi-t quando ha come componenti costituenti del suo partito esat-tamente tutti i ministri che sono nel governo (Porta a Porta, 5marzo).

    La critica politica sconfina nel terreno della calunnia con

    laccusa rivolta a Veltroni di essere bugiardo, coniando per luilepiteto [3], perch, come afferma in unaltra cir-costanza, la bugia il suo mestiere.

    Unaccusa che, in unapparizione a Porta a Porta,a tre giornidal voto, si addentra nel territorio del comico, per commenta-re il fatto che Veltroni in campagna elettorale non abbia maicitato il nome del suo avversario:

    Ecco io so perch non ha detto Silvio Berlusconi, perchessendo abituato a dire sempre bugie, eh, se avesse detto dueverit [] ecco adesso, ho capito, perch in fondo, povero ra-gazzo, lo capisco: perch per lui, abituato a dire sempre bugie,dire due verit insieme, Silvio e Berlusconi, gli sarebbe po-tuto venire un colpo! (Porta a Porta, 10 aprile).

    Fra gli artifici retorici appartenenti alla sfera umoristica va

    notato anche il ricorso alla figura retorica dellironia, persmontare, senza ricorrere ad argomentazioni, la proposta poli-tica di Veltroni, e allo stesso tempo ribadire la sua tendenza al-la mendacia e alla falsit:

    Sono sempre loro, il nuovo, linnovazione, il futuro: Prodi,presidente del Pd, in politica da 45 anni; DAlema, protagonistadel Pd, primo in lista a Napoli per coprire Bassolino, in politica

    da 45 anni; Veltroni, linnovatore, il giovane praticante della politica, ilsindaco modernoche invece di laurearsi si diplomato nella fiction,in politica da quasi 40 anni.Per hanno dei giovani, i giovani si chiamano

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    Rutelli e Franceschini: loro sono in politica da appena 30 anni.Ora, ionon dico che sia un male, dico soltanto che non si pu avere lafaccia tosta di presentarsi come nuovi (Apertura della campagnaelettorale al Palalido di Milano La7).

    Bene, cosa aveva detto Veltroni? Cosa aveva fatto eco Ru-telli? Tutti e due bravissimi comunicatori, impegnati questa vol-ta nella messinscena di uno straordinario gioco di prestigio, ungioco di prestigio che Gianfranco [Fini, ndr] ha definito allaHoudin, che aveva come finalit quello di nascondere, di fardimenticare tutto: non vero che sia esistito il comunismo; loronon sono mai stati comunisti; il governo Prodi? Come? di quale

    paese?; il programma?; i ministri del governo Prodi? Visco? No,lei vuol dire Fisco, no, Visco, uno sconosciuto, chi lha visto? (Aperturadella campagna elettorale al Palalido di Milano La7).

    Una disamina attenta dellutilizzo degli artifici comici neldiscorso politico esula dalle finalit di questa trattazione, tut-tavia per comprendere quanto sia radicata tale uso nella tradi-zione occidentale basti ricordare il giudizio che ne d Cicerone

    nel De Oratore, sostenendo che un oratore che usa in modo ef-ficace il registro comico crea un rapporto di sintonia con l'udi-torio: in parte perch il buonumore procura benevolenza ver-so chi lo ha suscitato, in parte perch si ammira la sua acutez-za.

    Inoltre, senza pretese di esaurire il discorso e anzi sottoli-neando la necessit di ulteriore approfondimento, ci sembrainteressante inserire il ricorso allironia e agli artifici retorici

    della comicit nel contesto di tre fenomeni che caratterizzanola politica contemporanea e lo scenario italiano: la mediatizza-zionee la spettacolarizzazione della politica (Mazzoleni, 1998) e ildeclino progressivo dellinteresse per la politica misurato at-traverso indicatori come ladesione ai partiti politici olaffluenza elettorale, una situazione nella quale, nel corso delleelezioni del 2008, si innestato il dibattito sulla cosiddettaantipolitica.

    Dalla confluenza di questi tre fattori emerge un profilo bendelineato che potrebbe e sottolineiamo luso del condiziona-

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    le aver reso il pubblico pi ricettivo a incursioni del registrocomico-umoristico nel linguaggio politico.

    Quel che certo che nel criticare il suo avversario, accu-

    sato di mettere in scena una finzione, Berlusconi stesso mettein atto uno spettacolo, con il duplice obiettivo, di intratteneree divertire luditorio e allo stesso tempo di far passare il pro-prio messaggio senza avere bisogno di argomentarlo. In que-sto caso ci troviamo di fronte allutilizzo di uno strumento di-

    verso rispetto a quelli precedentemente analizzati, ma comun-que riconducibili nel territorio della demonizzazione, intesacome bipartizione del discorso che ascrive al selftutti i lati po-sitivi e allavversario quelli negativi, adducendo motivazioniestranee al territorio del ragionamento (Benedetti, 2002, p.141).

    Dopo aver delineato lo scenario di tragedia e di crisi inter-nazionale, dopo aver descritto loppositore, la storia prontaper lasciare il passo allingresso delleroe.

    2.4 Niente paura, entra in scena leroe

    Alla descrizione del self viene dedicata una particolare at-tenzione nel corso di tutte le apparizioni televisive di Berlu-sconi; tuttavia pi che a descrivere se stesso, i propri successio la propria biografia, ormai nota ai pi, il discorso berlusco-niano si sofferma sulla presentazione di soluzioni e proposte

    concrete per uscire dalla crisi cui abbiamo fatto riferimento inprecedenza.Dallanalisi linguistica e in particolare dallanalisi dei seg-

    menti ripetuti emerge come siano le parti relative alla presen-tazione delle soluzioni per il futuro quelle che presentano mi-nore variabilit, ovvero, in questa parte del racconto, Berlu-sconi ripete i discorsi con variazioni minime, ripetendo alcuneespressioni in maniera identica in diverse circostanze.

    Ci troviamo di fronte a una comunicazione che fa ricorso averi e propri slogan, frasi brevi, semplici e ripetute con fre-

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    questa strategia tecnocratica consistano nel presentare le pro-poste politiche come se fossero dettate da dati di fatto e nelnascondere le responsabilit politiche, sociali e morali di que-

    ste scelte (ibidem). evidente che un problema sorge quando laudience alla

    quale tali politiche vengono presentate sia il pubblico genericoe non un gruppo di esperti, come accade nelle apparizioni intelevisione. Secondo Young e Fitzgerald la tecnicalizzazioned alle proposte politiche unaria di legittimit ma le scelte di-scorsive impediscono al grande pubblico una adeguata com-prensione (2006, p. 262).

    Fra le caratteristiche della tecnicalizzazione descritte daLemke (1995, p. 73) che troviamo utilizzate in questo passag-gio c innanzitutto la condensazione, ovvero linserimentodi una grande mole di informazioni in gruppi nominali, anzi-ch la pi dettagliata espressione attraverso processi verbali:meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale a maggiori con-sumi. Gli attori sono assenti dai processi di nominalizzazione,

    cos come assente il senso temporale. Unaltra caratteristicache vediamo chiaramente lassenza di azioni concrete, rim-piazzate da processi astratti, come conseguenza dellestremanominalizzazione. I gruppi verbali sono utilizzati solo per uni-re insieme i gruppi nominali.

    Una terza caratteristica la frequente assenza di attori ani-mati che mettano in atto i processi: la ricetta che andata bene intutti i paesi delloccidente che vivono nel benessere. Questo rende evi-

    dentemente pi difficile mettere in discussione la proposizio-ne dato che sono assenti gli attori in gioco. Nella frase appenacitata notiamo inoltre la presenza di unulteriore caratteristica,luso di passivi privi di agente, che contribuisce a distanziare esottolinea la natura astratta della tecnicalizzazione.

    Lemke inserisce la tendenza alla tecnicalizzazione nellareadel discorso monologico: i processi astratti e lassenza di carat-teristiche interattive come i riferimenti alla prima persona ren-dono difficile linterazione dellascoltatore sulle politiche pro-

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    mosse. Le proposte sono presentate per essere accettate senzadiscussione.

    Il risultato dunque che lascoltatore non ha gli strumenti

    per valutare la correttezza delle connessioni proposte, a menoche non sia esperto di temi economici: viene nascosta la seriedi presupposti ideologici presenti, come la diretta relazione dicausalit fra diminuzione della tassazione e diminuzione deldebito pubblico.

    Lanalisi effettuata sulla scorta della tradizione della CriticalDiscourse Analysisci fornisce numerose indicazioni, tuttavia laricchezza dei fenomeni in gioco nel breve passaggio citato cispinge ad una ulteriore riflessione e a chiamare in causa laConceptual Metaphor Theory.

    Nellenunciazione dellequazione del benessere e gi nel nomescelto per delineare il pacchetto di misure proposte in campoeconomico, vengono utilizzati metafore e lessico che riman-dano al dominio della matematica ovvero a un dominio con-siderato, dallopinione comune, certo, sicuro, affidabile al di l

    della variazione spazio temporale delle opinioni. In un perio-do di crisi internazionale e dunque di incertezza, in una situa-zione difficile, la soluzione viene presentata come unequazione,ovvero come unespressione appartenente al linguaggiodellaritmetica che indica unuguaglianza fra termini, ovverouna operazione dalla quale discendono necessariamente unaserie di risultati.

    Passando al target domain, la gestione delleconomia viene

    presentata dunque come una reazione certa, nella quale inse-rendo alcuni fattori si ottengono inevitabilmente determinatirisultati. Nel nostro caso diminuendo le tasse si ottengono conassoluta certezza, maggiori consumi, pi produzione, pi posti di lavo-ro e allo stesso tempo, ovvero senza fare riferimento a para-metri temporali,maggiori entrate nelle casse dello Stato. Senza volerentrare nel dettaglio di una trattazione economica, ci sia suffi-ciente far notare la semplificazione alla quale il tema viene sot-toposto.

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    Un ulteriore fenomeno che ci sembra necessario sottoline-are leffetto di framing insito in alcune espressioni, laddoveper framing riprendiamo la definizione che ne fornisce Lakoff

    quando parla di utilizzo di un linguaggio che riflette la pro-pria visione del modo (2004, p. 19).

    Meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale amaggiori consumi (Primo Piano, 14 marzo).

    Lequazione del benessere, e cio meno tasse sulle famiglie,meno tasse sul lavoro, meno tasse sulle imprese. Il che d la

    possibilit di maggiori consumi, pi produzione, pi posti di la-voro (Tg2 Punto di vista, 12 marzo).

    Appare evidente nei due passaggi appena citati e in partico-lare nel passaggio relativo ai consumi, la concorrenza di un in-sieme coerente di metafore: BUONOSU e PI SU. Il ri-ferimento alla possibilit di maggiori consumi veicola tuttavia an-che un ulteriore significato, coerente con la metafora PI

    MEGLIO; ci dice infatti anche che aumentare i consumi unvalore positivo, che il mero aumento dei consumi positivoper la societ, senza ulteriori dettagli. Un chiaro riferimento al-la cultura del consumismo che prescinde da valori come la di-stribuzione sociale della ricchezza. Vedremo meglio il funzio-namento del framing in un altro passaggio ripetuto con fre-quenza, che definisce la visione di Berlusconi sul concetto diStato.

    Prima di dedicarci allanalisi del discorso sullo Stato cisembra per necessario sottolineare come lutilizzo di metafo-re matematiche trovi applicazione anche in altre espressioni,come laformula dellequite il [5].

    Passiamo dunque alla concezione dello Stato, sintetizzatain unaltra delle espressioni care a Berlusconi Lanalisi deisegmenti ripetuti ci mostra che largomentazione viene ripetu-ta con maggiore variabilit rispetto allequazione del benesse-re. Tuttavia il cuore dellargomentazione e la metafora utilizza-

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    ta nelle diverse formulazioni restano invariati, al di l delle dif-ferenze linguistiche contingenti:

    Noi vorremmo che lItalia arrivasse a costare a ciascuno dinoi quello che la Spagna costa agli spagnoli, quello che lIrlandacosta a ciascun irlandese, quello che la Germania costa a ciascuncittadino tedesco. Prendiamo lesempio della Germania. Ognitedesco paga annualmente per mantenere il suo Stato, e tutti iservizi che lo Stato gli fornisce, 3.000 euro lanno. Noi paghia-mo il 50% di pi, 4.500 euro a testa ciascuno di noi. Credo checi siano 3 milioni di vecchie lire di distanza, 3 milioni di vecchielire che noi dobbiamo cercare di aggredire per arrivare a rispar-

    miarlo, per avere uno Stato efficiente, che ci costi di meno (A-pertura della campagna elettorale al Palalido di Milano La7).

    In questo passaggio, che Berlusconi ripete in ogni circo-stanza, contenuta la visione dello Stato, che presenta signifi-cativi elementi di novit rispetto al passato. Se ormai gli osser-

    vatori si erano familiarizzati con la metafora LO STATO UNAZIENDA, ci troviamo questa volta di fronte a una me-

    tafora inedita.Lo Stato viene qui presentato metaforicamente come un

    bene di consumo, come una spesa o un costo da sostenere.Delle tante caratteristiche dello Stato ne viene selezionata unasola, quella del costo. Si tratta di una riduzione di complessitche allo stesso tempo aiuta la comprensione di un oggettocomplesso e veicola la visione dello Stato di Berlusconi sinte-tizzata con la metafora LO STATO UN OGGETTO DICONSUMO.

    Una presentazione in linea con il pensiero berlusconiano,che lo veicola e lo rafforza, coerente con la visione espressa suun tema strettamente collegato, quello della tassazione.

    Per riferirsi alle tasse Berlusconi utilizza costantementelespressione [24]. Ci troviamo di fronte aunespressione metaforica che collega le tasse al termine pres-

    sionee il cui significato peraltro molto vicino allespressioneusata dai repubblicani americani tax relief, analizzata con atten-

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    zione da Lakoff (2004, p. 20). Le tasse vengono paragonate auna pressione, un peso che grava sui cittadini. Chi le elimina opropone di eliminarle, fa notare Lakoff, diventa immediata-

    mente leroe della storia12.Unaltra espressione metaforica usata per riferirsi alle tasse

    quella del [5], interessante da notare perch ar-ricchisce anche il discorso sullo Stato: uno Stato che fa un prelievomolto elevato / ce un prelievo esagerato da parte dello Stato. In questocaso la metafora utilizzata paragona le tasse a un prelievo, ri-chiamando direttamente limmagine del prelievo sanguigno,interessante e meritevole di ulteriore approfondimento perchil sangue compare spesso come source domaindi metafore con-cettuali e in numerose espressioni metaforiche.

    Rimanendo in tema fiscale, interessante anche lutilizzodi unaltra espressione metaforica, che citiamo di seguito:

    Questa sinistra che si inventata 110 nuovi modiper metterele mani nelle tasche degli italiani (Apertura della campagna elettoraleal Palalido di Milano La7).

    Tuttavia possiamo garantire agli italiani, che per quanto ci ri-guarda non metteremo mai le mani nelle loro tasche (Porta a Porta, 5marzo).

    In questo caso il dominio di riferimento quello del furto,a mettere le mani nelle tasche di qualcuno, letteralmente

    12Abbiamo gi ricordato il ruolo cognitivo della metafora. A margine ci sipermetta di notare che lespressionepressione fiscale stata ripetuta costantemen-te nel corso degli anni tanto da entrare a far parte del vocabolario non solo ditutti gli esponenti del centrodestra italiano, ma anche di giornalisti e opinionmaker. Inoltre entrata anche nel lessico di esponenti di primo piano del cen-trosinistra italiano. Unespressione che veicola la visione del mondo del centro-destra viene dunque utilizzata, inconsapevolmente, anche da uomini del centro-sinistra. Quando parlano di pressione fiscale i politici di centrosinistra stanno im-plicitamente attivando la visione del mondo del centrodestra e in particolare di

    Berlusconi, che vede le tasse come unoppressione piuttosto che come lo stru-mento in grado di garantire a tutti la sanit e listruzione, per fare solo un esem-pio.

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    chi surrettiziamente si appropria di un oggetto di propriet al-trui. Le tasse vengono proposte, con unespressione visiva-mente forte, come un furto, e la sinistra come unabile bor-

    seggiatore.Le tasse sono oggetto di unaltra delle espressioni cui Ber-

    lusconi fa sovente riferimento, ovvero la detassazione degli stra-ordinario del lavoro straordinario. Cos viene presentata:

    Detassare completamente tutto il lavoro in pi che tutti or-mai fanno, il lavoro straordinario o ci che un collaboratore ri-ceve come premio per la sua produttivit. Questo ovviamente

    sar un incitamento per tutti a lavorare di pi, a produrre di pi,e naturalmente le famiglie potranno consumare di pi (Aperturadella campagna elettorale al Palalido di Milano La7).

    In questa misura vediamo in gioco in maniera evidentequella che George Lakoff chiama il Modello del padre severoe laparticolare interpretazione della metafora della Nazione-come-Famiglia, che collega il modello familiare alla politica (Lakoff,

    2002; 2004). In questo caso in azione il ruolo del Padre-Presidente come guida della nazione che premia i buoni (epunisce i cattivi): letica del lavoro impone il sanzionamentopositivo per chi lavora di pi, per chi fa un lavoro straordina-rio. Ne discende di conseguenza, sebbene non venga menzio-nata, una minore disponibilit nel bilancio dello Stato per iprogrammi sociali, che rappresentano in questo modello unapolitica ingiusta, che premia chi non lo merita.

    Va notato tuttavia che tale scelta viene presentata in ma-niera diversa, ovvero come una misura erga omnes, viene detas-sato il lavoro che ormai tutti fanno, dimenticando quanti nonhanno la possibilit di avere incentivi di questo genere perchnon possono fare del lavoro straordinario o perch non rice-

    vono una retribuzione aggiuntiva, cos come i disoccupati.Infine ci soffermiamo su unultima espressione che ci pare

    rivestire una certa importanza:

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    Questo fu da noi raggiunto come obiettivo, del fatto di averportato in politica una nuova moralit. Non moralit in politi-ca, e ci mancherebbe altro, soltanto il non rubare, e moralit de-ve essere il fatto di mantenere gli impegni che si fanno agli elet-tori (Apertura della campagna elettorale al Palalido di Milano La7).

    E per noi c una moralit nuova che abbiamo portato noinella politica, quella che morale in politica non soltantonon rubare, ci mancherebbe altro ma rispettare gli impegniche si assumono con gli elettori (Primo Piano, 14 marzo).

    Il passaggio sulla nuova [5], nonostante sia sta-to ripetuto in maniera meno costante rispetto a quelli men-zionati in precedenza, ci pare meritevole di una breve rifles-sione: lutilizzo di verbi implicativi come introdurre e por-tare suggerisce innanzitutto, o meglio presuppone, che pre-cedentemente non ci fosse moralit in politica o comunqueche la nuova moralit non fosse presente e suggerisce im-plicitamente, che i partiti al governo in precedenza non aves-

    sero rispettato gli impegni.Come vedremo non si tratta di una contingenza ma di unelemento strategico. Ci troviamo infatti di fronte a una sceltache rispecchia un pi generale impianto della campagna elet-torale. Quello scelto da Berlusconi un modo, nemmenotroppo implicito, di cercare una differenziazione rispetto allasinistra, in una tornata elettorale in cui i programmi venivanopercepiti come simili, almeno nella presentazione che ne han-

    no dato i media. Pertanto Berlusconi imposta la sua strategiacercando di portare la sfida sul piano della credibilit.

    Una conferma di tale intenzione ci viene data rispetto aisostantivi scelti per presentarsi agli elettori: [7], [5], [3], [2], valoriche si contrappongono evidentemente alla retorica dello spet-tacolo e ai valori attribuiti a Veltroni e alla sinistra.

    Tale costruzione della campagna compatibile con unostrumento utilizzato nel marketing politico, il message box. Lalogica che lo struttura sintetizzata cos da Grandi e Vaccari:

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    Idealmente il messaggio di un candidato deve riguardare ar-gomenti ritenuti rilevanti dagli elettori e individuare i propripunti di forza proprio l dove si trovano le debolezzedellavversario (2007, p. 45).

    Applicato al nostro caso, la forza di Berlusconi viene indi-viduata, nel suo discorso, sulla sua credibilit, ovvero sulla ca-pacit di portare a compimento il programma proposto aglielettori, e proprio su questo stesso tema viene costruita la cri-tica a Veltroni, come abbiamo visto in precedenza.

    Tale affermazione rafforzata dalla comparazione della

    costruzione metaforica delleroe e dellantagonista. Come ab-biamo notato in precedenza attraverso lanalisi della metaforacondotta secondo lapproccio di Lakoff e Johnson (1980) suisegmenti ripetuti con maggiore frequenza e minore variabilit,Berlusconi sceglie per costruire la propria immagine, metaforeappartenenti al dominio della matematica e un lessico che a ta-le ambito fa riferimento. Costruisce invece la presentazionedellantagonista attraverso lutilizzo di metafore che fanno ri-

    ferimento al dominio dello spettacolo. Laddove le prime sonotese ad affermare la scientificit e la solidit della proposta po-litica di Berlusconi, le metafore dello spettacolo creano un

    frameche inscrive Veltroni e la sinistra in un contesto illusorioed effimero. Berlusconi associa se stesso e alla propria propo-sta politica i valori del dominio della matematica mentre in-tende associare, nel suo discorso, lantagonista ai valori deldominio dello spettacolo. In questo senso tale costruzione sisviluppa lungo un asse credibilit/mancanza di credibilit ecapacit/incapacit di mantenere le promesse. Possiamo dun-que affermare che tale costruzione compatibile con lo stru-mento del message box.

    Dopo aver analizzato la descrizione della scenario iniziale,il discorso sulla sinistra e le proposte per risolvere la crisi, pas-siamo a vedere come Berlusconi ha trattato gli altri due prin-

    cipali avversari, Casini e Santanch, antieroi della propria rap-

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    presentazione, ovvero, nella definizione di Propp, coloro checon linganno si sostituiscono alleroe.

    2.5 Lantieroe, chi era costui?

    In questo paragrafo ci dedicheremo a descrivere come Ber-lusconi abbia trattato i suoi reali avversari politici, ovverolUdc e il candidato Casini e La Destra del tandem Storace-Stantanch: quei partiti che fanno riferimento allarea del cen-trodestra e che avrebbero potuto costituire un serio pericolo

    alla vittoria del Popolo delle Libert se teniamo in considera-zione il sistema elettorale vigente.

    A differenza di quanto accade con la sinistra e con Veltro-ni, Casini e La Destra non sono oggetto di particolare atten-zione nei discorsi di Berlusconi Lo dimostra il fatto che il suonome viene completamente ignorato nellunico discorso pro-nunciato in piazza, quello al Palalido. Nelle altre apparizioni [23] viene nominato solo dietro lesplicita sollecita-zione dei giornalisti presenti in studio.

    Nelle varie occasioni Berlusconi si limita a ripetere conmoderata variabilit lidea secondo la quale non sarebbe statolui a rifiutare lalleanza con lUdc, ma Casini ad avere preso,peraltro da tempo, la decisione di candidarsi autonomamente

    La mancata alleanza elettorale viene presentata come untradimento, perch frutto di una decisione presa in anticipo.

    Unaltra delle argomentazioni ripetute, sempre e comunquedietro il diretto stimolo dei giornalisti quella inerenteallincostanza dellUdc, di cui forniamo un esempio:

    I nostri programmi noi li abbiamo sempre rispettati, per noiun programma presentato agli elettori un contratto con gli e-lettori. Lho fatto nel 2001, ho realizzato l85% di quel pro-gramma, la prossima volta realizzeremo il 100% di quel pro-gramma, perch? Perch non avr pi la spina del fianco di Fol-lini, di Buttiglione, di Casini e dellUdc, quindi avremo unacompagine molto pi compatta (Matrix, 11 aprile).

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    Si noti in questo segmento un ulteriore tentativo di Berlu-sconi di sottolineare la capacit di tener fede al programma e-lettorale.

    Lo stesso atteggiamento, in misura peraltro pi marcata,viene per messo in atto con [5], [3] e [4]. Si tratta, evidentemente, di una tattica chepunta ad ignorare dei soggetti politici per evitare di rafforzar-ne limmagine negli elettori anche solo citandoli a fini critici.

    Al fine di sostenere tale ipotesi e per fornire una pi ade-guata descrizione dellatteggiamento di Berlusconi nei con-fronti dei due partiti di centrodestra necessario soffermarsianche sui riferimenti indiretti, molto pi numerosi e integratinel discorso.

    Grande attenzione viene posta nella spiegazione del fun-zionamento elettorale, che, senza fare diretto riferimento aUdc e La Destra, si costituisce tuttavia come un monito aglielettori del centrodestra. Tale tema viene trattato attraversoalcune formule discorsive che emergono dallanalisi dei seg-

    menti ripetuti. Innanzitutto Berlusconi si riferisce a Udc e LaDestra come ai [8] o ai [4], invitando gli elettori della sua area politica anon votarli per non disperdere il voto, argomentazione che vieneripetuta con variazioni minime in pi occasioni, conunespressione che non si mancher di far notare, assumeuneco di monito biblico.

    Secondo Berlusconi, data la natura del sistema elettorale

    vigente, un voto aipartiti minoriequivarrebbe a [5] (anche nella variante [1]) della sinistra. Il Popolodella libert, viene ripetuto, partito del centrode-stra che ha la possibilit di ottenere la maggioranza.

    In sintesi, Berlusconi preferisce evitare il riferimento diret-to agli altri partiti del centrodestra, preferendo espressioni cheattribuiscono unequivalenza fra il voto dato a questi partiti eil voto dato alla sinistra: un voto non dato nel centrodestra al popolodella libert significa un favore fatto al partito della sinistra, a Veltroni eal partito democratico. importante sottolineare come questa ar-

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    gomentazione venga ripetuta in ogni apparizione e come siaindipendente dalle domande dei giornalisti; Berlusconi la ripe-te anche come risposta a domande di altro genere, ad esempio

    quando viene sollecitato sui sondaggi o sul sistema elettorale.

    2.6 Teorie e tecniche: repetita iuvant

    Dopo aver osservato e analizzato il racconto di Berlusconi,aver ripercorso la narrazione dello scenario iniziale e la descri-zione dei protagonisti della storia, ci pare interessante soffer-

    marci su un elemento che abbiamo visto caratterizzare il di-scorso berlusconiano, la ripetizione degli argomenti chiavecome strategia di comunicazione politica.

    Per farlo ci sembra utile cominciare, dalle tecniche, o me-glio dalle pratiche comunicative concrete, osservando come laripetizione sia uno dei punti fondamentali su cui si basano lecampagne elettorali. Nel documentario sulla campagna cuiabbiamo fatto riferimento in precedenza, il consulente politico

    James Carville si rivolge cos al suo candidato:

    Un buon messaggio deve essere pertinente, semplice e ripe-titivo. difficile per la gente credere a questo tizio, che arriva dalontano Gli paghiamo tutte le spese, gli paghiamo tutti questisoldi, e lui dice che abbiamo bisogno solo di queste tre semplicicose. Ma che cavolo Potevamo arrivarci da soli. Pensavamoche avrebbe tirato fuori un computer, una formula magica Mi

    capite? Pensavamo che avrebbe sfornato numeri, che avrebbechiamato fior di esperti di Princeton e Stanford. Capite? Invecesi presenta e dice solo: "Ci sono tre cose che dovete fare: dovetedire queste tre cose. Dovete dirle in modo creativo, dovete ripeterle all'infini-

    to, dovete dirle in modo esclusivo13.

    Oltre a rilevare come la ripetizione di slogan e messaggi siauna delle caratteristiche della comunicazione pubblicitaria, la

    forma pi diffusa di comunicazione persuasiva, ci sembra in-

    13Rachel Boynton, Our Brand is crisis, Bonton Prod., 2005.

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    teressante soffermarci sulla specificit della ripetizione nellacomunicazione politica. Per farlo faremo brevemente riferi-mento ad alcuni autori che si sono occupati di questo stru-

    mento.Gi la tradizione della Propaganda Analysysaveva messo in

    luce la ripetizione come tecnica chiave del discorso politico.La ragione dellefficacia risiede, secondo questo approccio, nelfatto che le persone si sentono a proprio agio con le cose concui sono familiari e la ripetizione crea familiarit. Gli slogan,cos come la ripetizione continua di parole chiavi e temi, sonoutilizzati dai politici nella speranza che, come nella pubblicit,il pubblico che ascolta i messaggio pi volte, venga saturato elo ricordi anche senza uno sforzo cosciente.

    Anche Nimmo (2001, p. 62), nella prospettiva deiNew Pro-paganda Studies, riconosce alla ripetizione, un ruolo centrale nelsuperamento dei limiti generati dalla natura selettivadellattenzione del pubblico.

    Nella stessa direzione vanno diversi studi sugli spot eletto-

    rali, che mettono in luce un collegamento fra ripetizione delmessaggio e percezione selettiva (Atkin et al., 1973; Surlin eGordon, 1976; Atkin e Heald, 1976).

    Ma probabilmente lapporto pi interessante, anche rispet-to allapproccio di analisi seguito finora quello che fa riferi-mento alla particolare interpretazione della linguistica cogniti-

    va data da George Lakoff. In questa prospettiva assume, comeabbiamo precedentemente fatto notare, un particolare rilievo

    il concetto diframing, i cui effetti cognitivi negli ambiti politicisono direttamente collegati da Lakoff alla dimensione della ri-petizione delframe.

    2.7 Teorie e tecniche: le metastorie

    Unaltra caratteristica dei discorsi di Berlusconi lutilizzo

    di storie di vita quotidiana o aneddoti, che utilizza per raffor-zare il messaggio sui temi chiave e renderlo pi vivo e pi fa-

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    cilmente memorizzabile. Riportiamo quattro passaggi, trattidalla puntata di Porta a Portadel 5 marzo:

    Io ho saputo questa mattina che, credo che poi ci sia stataanche una agenzia a riguardo, che uno dei pi famosi ristoranti,Rue Garden, Caruso, dellalbergo Vesuvio, quello tra laltro do-ve io feci fare lultimo pranzo al G8 che presiedetti a Genovanel 94, chiude per mancanza di pubblico, gli avventori, elalbergo su 190 camere, mentre a Pasqua e a Pasquetta deglianni passati registrava il pieno, ha soltanto 26 camere prenotateper Pasqua e 20 camere prenotate per il luned di Pasqua, quindic la disperazione nei ristoratori, negli albergatori, e il turismo

    di Napoli e della Campania gi comincia a soffrire ma ne soffriril turismo italiano e poi anche per i prodotti italiani si presenta-no tempi durissimi, perch come fai ad esportare il bello, la mo-da, quando, eh i cibi pregiati, i vini di qualit, lalta tecnolo-gia dei satelliti eccetera quando ormai nellimmaginario globalelItalia un paese da quarto mondo, sepolto sotto la spazzaturaho gi raccontato di quella signora che disse: s vado al risto-rante italiano a New York, ma voglio visitare le cucine;

    Io ho avuto una telefonata di un mio collega primo ministroche mi ha detto scherzando stai lavorando? e io s mahai la mascherina sul naso e sulla bocca?, e poi si scusato ca-pendo di avermi offeso, eppure questa limpressione che han-no, limmagine che abbiamo;

    Un amico medico stato ad un convegno medico, tornato,direi, veramente disperato, dicendo mi hanno preso in giro tut-

    ti! tutti i colleghi che incontravo mi domandavano qualcosa a ri-guardo, e questa lItalia oggi, dobbiamo esserne consapevoli.

    Nel corso di una puntata ad alta audience e rispondendo auna domanda sul tema dei sondaggi, Berlusconi focalizza ilsuo intervento sul tema dei rifiuti e lo fa, oltre che con gli slo-gan e il lessico di cui abbiamo parlato in precedenza, attraver-so quattro storie, la prima avvalorata da unagenzia stampa, le

    altre che vedono per protagonisti un primo ministro europeodi cui non viene rivelato il nome e due amici, di cui vengono

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    Si tratta dellesplicitazione di una scelta linguistica, o me-glio di una tattica linguistica che Berlusconi ha applicato inquesta campagna elettorale, ripetendo in varie occasioni, uno

    o pi fra gli episodi che abbiamo riportato precedentemente,attraverso i quali ha inteso rendere reale, concreto e pi credi-bile quanto afferma a proposito degli effetti della vicenda deirifiuti sullimmagine internazionale dellItalia e sui dannialleconomia.

    Non comunque n un episodio isolato, n una innovativatrovata, quella al racconto costituisce ormai una tendenzaconsolidata nel panorama del marketing e della comunicazio-ne politica (Salmon, 2007). Un esempio eccellente stato

    Ashleys Story, un videoclip a sostegno della candidatura diBush nel 2004. Un video accompagnato da una massicciaoperazione di rinforzo - che secondo gli osservatori di en-trambi i campi, ha cambiato il corso delle elezioni americane(Boehelert, 2004). Il suo interesse risiede in particolar modonellaver trattato un tema importante, difficile, il terrorismo,

    collocandolo in un contesto che la gente potesse capire .La tendenza a presentare i contenuti politici come storie,efficacemente sintetizzata nelle espressioni storytelling(Salmon,2007) e narrative turn(Brooks, 2001), un concetto che sta a-

    vendo un certo successo nel contesto accademico e nel di-scorso pubblico e che proprio in virt di questa grande diffu-sione rischia di diventare inutile. Accogliamo un primo sugge-rimento, proposto da Salmon (2001, p. 10), che tenta di fare

    ordine nel concetto, differenziando una vera e propria narra-zione (narrative) e un semplice scambio di aneddoti (stories).

    A tale proposito introduciamo il concetto di metastoria, perdistinguerla dalla tendenza alla costruzione narrativa.

    Con il termine metastoria intendiamo dunque la narrazionedi un episodio che esemplifichi un elemento o un tema dellacampagna, come nel caso degli aneddoti di Berlusconi sul turi-smo a Napoli o di Ashleys Story.

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    di schematizzazione della memoria rispetto ad altre organizza-zioni associative del discorso. A tale risultato contribuisce ladisponibilit dello schema narrativo che il pi universale e

    costituisce la base non solo della maggior parte dei prodottidellindustria culturale, dal romanzo al film ma che gioca unruolo fondamentale nella costruzione della memoria collettiva(Halbwachs, 1992) e anche, come mostrano gli interessantistudi di Dennett (1991), nella costruzione dellEgo.

    La narrazione contribuisce alla costruzione dellidentit in-dividuale e collettiva come nazione o popolo. In tal senso stato rilevato come la narrazione possa essere strategicamenteimpiegata per rafforzare unidentit collettiva ma anche rende-re possibile lo sviluppo di una comunit o di un attore collet-tivo (Sewell, 1992; Somers, 1992; 1994; Carr, 1997; Ginsburg,1989). In particolare, in periodi di turbolenza le storie man-tengono la stabilit del self e dei gruppi (Denzin, 1987; Gin-sburg, 1989; Williams, 1997).

    Un secondo elemento da sottolineare concerne la possibili-

    t delle storie, prefigurata da Van Zoonen, di generare un co-involgimento e laspettativa rispetto a possibili risultati. A talfine ci sembra utile fare riferimento al ruolo del testonellattivazione di un processo dialettico tra le strutture retori-co-testuali e le strategie di interpretazione del lettore, sintetiz-zato con il principio di cooperazione interpretativa nei testinarrativi (Eco, 1979). Nel caso del testo politico e in quellospecifico della storia usata nel discorso politico, la rottura

    dellequilibrio iniziale genera uno squilibrio che il letto-re/elettore pu personalmente contribuire a ristabilire attra-

    verso il proprio voto.Non sfugga al lettore lintimo rapporto fra la costruzione

    narrativa e laltra tecnica che abbiamo vista impiegata nel di-scorso di Berlusconi, il framing. Entrambe, come abbiamosottolineato, giocano un ruolo cruciale nella capacit che pos-siedono di esprimere concetti astratti facendo riferimento aconcetti o eventi concreti. Secondo Fine (1995, p. 134) i framesono espressi e resi concreti attraverso le narrazioni, mentre

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    Benford (1993, p. 196) ne mette in luce il ruolo di esemplifi-cazione del frame. Tuttavia Polletta (1998, p. 420) sottolinealinopportunit di includere la narrazione nella pi ampia cate-

    goria del frame perch in tal modo si perderebbero di vista ledifferenze nel modo in cui organizzano e rappresentano la re-alt, la loro relazione con le identit collettive, il modo in cuicoinvolgono il pubblico e i criteri di comprensione che li con-traddistinguono. Tali differenze sono legate alla dipendenzadella narrazione da due caratteristiche costitutive, la costru-zione in trama (emplotment) e la narrativit (narrativity).

    Ci siamo soffermati sul livelli discorsivo del testo, tuttaviaci sembra necessario terminare con una segnalazione, le storiesono diversamente comprensibili, rilevanti ed autorevoli in re-lazione al contesto e allo scopo per cui vengono narrate. Glistudi sociologici sulla narrazione hanno privilegiato la formanarrativa rispetto al contesto narrativo, le storie rispetto alracconto delle storie (Polletta, 1998, pp. 425-426). Nella stessatradizione ci siamo inseriti, anche rispetto alle finalit di que-

    sto lavoro, tuttavia non ci sembra inopportuno segnalare co-me sia necessaria una migliore comprensione dei contesti incui la narrazione ritenuta opportuna, delle convenzioni cheregolano quali storie siano considerate comprensibili ed effi-caci e delle modalit per cui un racconto raggiunge il pubblicocon efficacia. In altre parole, non sufficiente analizzare ilcontenuto, anche il contesto narrativo a meritare attenzione.Un primo passo in tal senso lo muoviamo nel prossimo para-

    grafo.

    2.9 Gesti e comunicazione15

    Nel discorso di Berlusconi i gesti giocano un ruolo impor-tante nella costruzione del messaggio. Un primo fenomenoche abbiamo rilevato e sul quale ci soffermeremo in dettaglio

    15Questa paragrafo stato scritto da Eleonora Palladino.

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    nel paragrafo, riguarda la ripetizione dei gesti associata alla ri-petizione verbale: nel pronunciare i suoi slogan Berlusconi ri-propone anche i medesimi gesti. Tale comportamento eviden-

    za una strategia disaturazione: la ripetizione del messaggio in va-rie forme che ha effetti sulle capacit di memorizzazione delpubblico.

    Un secondo elemento di interesse legato invece alla va-riabilit dei gesti, che cambiano in relazione ai diversi contesticomunicativi con uno schema che pu essere interpretatocome un tentativo di adattare il messaggio gestualealluditorio.

    Prima di procedere oltre, per, conveniente aprire unabreve parentesi teorica per inserire la nostra analisi in un piampio contesto interpretativo. Ci rifacciamo alla sfera dellacomunicazione non verbale, tutto ci che non parola(Bonaiuto e Maricchiolo, 2008, p. 7), che accompagna il di-scorso in maniera prevalentemente spontanea ed involontaria.Una naturalezza solo apparente, i giochi di sguardi, i sorrisi, le

    strategie vocali e gestuali adottate, se adeguatamente sfruttati,possono nascondere lintento persuasivo, connotando il mes-saggio come suasivo (Eco, 1986). Queste tecniche rafforza-no limpatto del discorso sul destinatario e affondano le radicinella retorica classica, precisamente nellactio, la recitazionedel discorso (Reboul, 2006, p. 80), attraverso la qualeloratore mette in scena la rappresentazione del proprio di-scorso tentando di catturare e mantenere viva lattenzione

    delluditorio per poterlo condurre e sedurre verso il propriopunto di vista.

    La struttura del messaggio non verbale stata osservata inprimo luogo utilizzando la scheda di analisi approntata per larilevazione dei temi e successivamente esaminata parallela-mente al livello verbale (Palladino, 2008), attraverso il metododella partitura16(Poggi e Magno Caldognetto, 1997), che ha

    16Questo strumento stato adattato per lindividuazione dei soli gesti co-verbali, e utilizzato per lanalisi di quattro interventi televisivi: Porta a Portadel 5

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    accompagnato dal ricorso frequente ai metaforici, dimostrandomaggiore attenzione sia agli aspetti concreti sia a quelli astratti,rispecchiando la maggiore trasversalit del pubblico21.

    Dallanalisi dellafunzione semanticaemerge un accordo fra laripetizione al livello non verbale e i contenuti espressi verbal-mente, evidenziando una strategia di saturazione: la ripetizionedel messaggio in forme differenziate, funzionale alla memo-rizzazione del contenuti (Sani, 1990). Dobbiamo notare inol-tre che, in generale, quando il comportamento non verbale congruente con quello verbale, la persuasivit ne risulta raf-forzata (Bonaiuto e Maricchiolo, 2008).

    Il fenomeno della ripetizione, emerso, come si visto inprecedenza, dallanalisi della comunicazione verbale, ci ha fat-to riflettere sullutilit di analizzare il comportamento gestualecorrispondente ai segmenti ripetuti con maggiore frequenza eminore variabilit.

    In particolare, lequazione del benessereviene esposta da Ber-lusconi prevalentemente con una, o entrambe le mani, ripro-

    ducendo con gesti metaforici i termini dellequazione comemenoe uguale. Le mani si muovono orizzontalmente davanti alcorpo indicando i diversi termini e procedendo da sinistra ver-so destra, congruentemente con la rappresentazione cognitivadellandamento logico-temporale nella cultura occidentale(Cienki e Muller, 2008). Berlusconi cerca di comunicare anchecon i gesti il significato dellequazione, quasi mimandone itermini. La spiegazione si conclude quasi sempre con un gesto

    di tipo metaforico con le mani che si allargano parallelamentemostrando i palmi, a dimostrare lovviet dellequazione. Aquesto segue ungesto deittico22rivolto verso il basso, indicante il

    21Si veda in particolare la puntata del 5 marzo, in cui il candidato premierdel Pdl, sotto il titolo La sfida, si confronta con Roberto Napoletano, MarcelloSorgi, Francesco Carrassi e Franco Vaccari sul tema: Quanto distacco c fra

    Pdl e Pd?.22Il gesto deittico fa parte dei gesti proposizionali ed un gesto puntato-

    re, pu indicare unentit realmente presente nellambiente fisico in cui si trova

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    limmagine dellavversario. Il racconto del candidato mette inluce la situazione di estrema crisi e di tragedia, causatadallantagonista, per uscire dalla quale lunica soluzione possi-

    bile affidarsi alleroe e alle sue soluzioni scientifiche, chiare,sicure, sintetizzate in alcune proposte concrete che fanno lar-go uso di metafore scientifiche: lequazione del benessere e il quo-ziente familiaresolo per citarne due.

    La costruzione delleroe e dellantagonista si sviluppa lungoun asse credibilit/mancanza di credibilit, ed compatibilecon la logica dello strumento di marketing politico delMessageBox.

    Leroe viene descritto come un individuo concreto, consa-pevole della gravit della situazione e affidabile, in opposizio-ne allantagonista, un uomo diplomato nella fiction, capace solo di

    fuochi dartificio e giochi di prestigio. Altrettanto inaffidabili sonogli antieroi, Casini e Santanch, sulla cui descrizione Berlusco-ni non si attarda, preferendo ricordare che un voto per ipartitiminori del centrodestra equivale a un voto per la sinistra.

    Questa trattazione ha inoltre messo in luce le caratteristi-che di alcuni strumenti di comunicazione utilizzati da Berlu-sconi: la ripetizione, luso di metastorie e lo storytelling.

    Abbiamo evidenziato, infine, che la ripetizione emerge an-che nel livello gestuale del discorso, dove abbiamo individuatoanche unaltra specificit: luso del corpo in Berlusconi giocaun ruolo nel mettere in atto una strategia di saturazioneche pun-ta a chiarire e semplificare il messaggio oltre che a favorirne la

    memorizzazione.