Transcript
MAHMUD DARWISH (Al Birwa 1941-Houston 2008)
UNA TRILOGIA PALESTINESE
1. Diario di ordinaria tristezza
(1973) 2. Memoria per l’oblio (1987) 3. In presenza d’assenza (2006)
..mi ha chiesto se avessi sentito parlare di un paese chiamato Al Birwa. "No, dov'è ? "- ho risposto, "E' scomparso dalla faccia della terra, perchè l'abbiamo raso al suolo, abbiamo ripulito il terreno dai sassi, l'abbiamo arato e ci abbiamo piantato sopra degli alberi per nasconderlo"."Per nascondere il vostro crimine ? - Ha protestato, rettificando: "Al contrario, per nascondere il crimine di quel paese maledetto" . "E qual'era il suo crimine ?" Ho domandato. "L'averci resistito , l'averci combattuto". Ci ha provocato gravi perdite e ci ha costretto ad occuparlo due volte. La prima volta, stavamo cenando, il tè era caldo, i contadini ci hanno colto di sorpresa e ce lo hanno ripreso. Come potevamo accettare quell'umiliazione? " Tu non conosci gli arabi, te lo dico io !" Quando l'ho informato che ero arabo e precisamente di Birwa ha provato a scusarsi e con garbo mi ha parlato di pace. Poi mi ha invitato a visitare il suo negozio dove vendeva mobili e utensili domestici saccheggiati dalla città siriana di Quneitra......
Scrivi: sono un arabo; dai capelli color carbone e dagli occhi bruni. Il mio indirizzo è: un villaggio disarmato… dimenticato dalle vie senza nomi. la mia carta porta il numero cinquantamila. Mio padre… viene dalla stirpe dell’aratro, mio nonno pure era un contadino. Mi insegnava l’orgoglio del sole prima di insegnarmi la lettura dei libri. La mia casa è la guardiola di un custode fatta di rame e di canna. Scrivi: sono un arabo; avete rubato la vigna dei miei nonni e la terra che coltivavo insieme ai miei figli.
Houston Lascia che ti guardi, ora che ti sei staccato da me, indenne come pura prosa su di una pietra che si tinge di verde o di giallo in tua assenza, lascia che ti guardi, ora che mi sono staccato da te. Lascia che raccolga te il tuo nome come fanno i passanti con le olive dimenticate, nascoste tra i sassolini. Andiamocene insieme, tu e io, in due direzioni diverse: tu verso una seconda vita, promessa dalla lingua, in un lettore che forse sopravvivrà all’impatto di una cometa con la terra; io, verso un appuntamento più volte posticipato con la morte a cui, in una poesia, ho promesso un calice di vino rosso. (Trilogia palestinese, p. 287)
2008
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