Prodottivernicianti erischio esplosione:lacorretta ...del rischio esplosione è importante la classificazione delle zone a rischio di esplosione, attraverso la quale è possibile associare
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L’articolo approfondi-sce alcuni aspetti re-lativi al rischio esplo-sione presente in
un’attività artigianale di produzione e vendi-ta all’ingrosso di prodotti vernicianti, dandorilevanza alla fase di classificazione dei luo-ghi e fa da corollario ad una precedente pub-blicazione dello scorso mese di luglio riguar-dante i principali punti della progettazioneantincendio di tale tipologia di attività. Siprecisa che le aree dell’attività citate si riferi-scono a quanto riportato nel precedente ar-ticolo.Le esplosioni, definibili come reazioni chimi-che da cui si origina un’onda di pressione,
ovvero un’onda d’urto, a cau-sa dell’improvviso e violentoaumento del volume dei pro-dotti di reazione, si possono
suddividere in:• non confinate, se si verificano all’aperto.
In questo caso la pressione è costante edil volume può aumentare anche di ottovolte
• confinate, se si verificano in una tubazio-ne, un serbatoio, un qualsiasi confina-mento. In questo caso il volume è co-stante e la pressione può aumentare an-che di otto volte
• esplosioni propriamente dette, quandoprovocate da esplosivi solidi che conten-
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Prodotti vernicianti e rischioesplosione: la correttaclassificazione dei luoghi
� Alessandro Aggio
gono al loro interno il comburente neces-sario alla combustione.
Ad eccezione degli esplosivi propriamentedetti (esclusi dal campo di applicazione del-le Direttive ATEX), affinché si verifichiun’esplosione è necessaria la contempora-nea presenza di un’atmosfera esplosiva (mi-scela con aria, a condizioni atmosferiche1, disostanze infiammabili allo stato di gas, va-pori, nebbie o polveri in cui, dopo l’accen-sione, la combustione si propaga all’insiemedella miscela incombusta) e di un innescoefficace, in grado cioè di liberare una quanti-tà di energia non inferiore all’energia minimadi accensione della sostanza infiammabi-le/combustibile (MIE), ovvero di una superfi-cie di contatto che si trovi ad una tempera-tura non inferiore alla temperatura di accen-sione della sostanza.Perché si formi un’atmosfera esplosiva, lasostanza infiammabile deve essere presentein aria con una determinata concentrazione,interna al suo campo di esplosività, compre-so tra il limite inferiore (LEL) e superiore(UEL) di esplosività.I limiti di esplosività dipendono dalla pressio-ne dell’ambiente, dalla temperatura e dallapercentuale di ossigeno presente nell’aria;se la concentrazione è troppo bassa o trop-po alta non si verifica alcuna esplosione, masi produce una reazione di combustione (in-cendio) se non, addirittura, alcuna reazione.1: le condizioni atmosferiche si riferisconoad una pressione compresa tra 0,8 bar - 1,1bar ed a temperature comprese tra -20 °C -+60 °C
La sicurezza dei luoghi di lavoro contro il pe-ricolo dell’esplosione è regolamentata dadue Direttive europee (94/9/CE e 99/92/CE),l’una di prodotto e l’altra sociale, recepite at-tualmente in Italia, rispettivamente, dalD.P.R. 126/98 e dal D.Lgs. 81/08, “Testo uni-co sulla sicurezza”.Il rischio di esplosione è legato all’uso, lamanipolazione, la produzione, lo stoccaggioo il rilascio da componenti di processo digas combustibili, leghe di metalli e non me-talli combustibili in polvere, prodotti alimen-tari in polvere, fibre tessili, legno in polvere.Scorrendo l’Allegato I al D.P.R. 01/08/2011,n. 151, “Elenco delle attività soggette alle vi-site e ai controlli di prevenzione incendi”, èpossibile constatare come per circa metàdelle 80 attività elencate sia sicuramente ne-cessario procedere ad una valutazione del ri-schio di esplosione; ovviamente tale proble-matica può essere presente anche in am-bienti/locali non soggetti al controllo deiVV.F. (per esempio locali ricarica batterie).D’altronde anche l’Allegato XLIX al D.Lgs.81/08 recita testualmente “Le sostanze in-fiammabili e combustibili sono da considera-re come sostanze che possono formareun’atmosfera esplosiva a meno che l’esamedelle loro caratteristiche non abbia eviden-ziato che esse, in miscela con l’aria, non so-no in grado di propagare autonomamenteun’esplosione”, a dimostrazione che un ap-proccio consapevole (e non solo prescrittivo)alla progettazione antincendio di un’attività,nel caso di un impianto produttivo piuttostoche di un edificio civile, non può non consi-derare, sin dalle prime fasi, la prevenzione ela protezione anche nei confronti delle esplo-sioni, intervenendo non solo da un punto divista impiantistico ed organizzativo, ma an-che costruttivo, attraverso idonea ventilazio-ne, idonee distanze di sicurezza dai luoghipericolosi, utilizzando superfici a minor resi-
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Ingegnere, titolare di AS ingegneria Studio Associato, si
occupa di progettazione al fuoco strutturale ed impianti-
stica e di ingegneria antincendio, sia in fase progettuale
che realizzativa. A tale attività affianca quella di consu-
lente tecnico in ambito civile e penale. Lo studio, con sede
a Cesiomaggiore (BL), opera, inoltre, nel campo degli
impianti elettrici e tecnologici, della sicurezza e certifica-
zione macchine e delle strategie di gestione e protezione
del rischio esplosione (ATEX).
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1 Le condizioni atmosferiche si riferiscono ad unapressione compresa tra 0,8 bar - 1,1 bar ed atemperature comprese tra -20 °C - +60 °C
nota
stenza per gli ambienti con pericolo di scop-pio o esplosione, scegliendo opportunamen-te la distribuzione plano-volumetrica dei lo-cali, aumentando, se possibile, la massa de-gli elementi costruttivi per incrementare laresistenza strutturale dell’edificio. Non è sempre facile individuare quali tipolo-gie di incidente siano ricomprese nel campodi applicazione del Titolo XI del D.Lgs. 81/08“Protezione da atmosfere esplosive”: il rila-scio ed il contenimento di sostanze infiam-mabili e di polveri combustibili sono stretta-mente correlate e interdipendenti con il ri-schio incendio, il rischio di esposizione adagenti chimici, etc. per cui solamente unaparte dei possibili eventi incidentali ricade,esclusivamente, nel campo del Titolo XI.In buona parte delle attività è necessario ef-fettuare una valutazione del rischio esplosio-ne in stretta connessione con il rischio in-cendio e con il rischio chimico.Di fondamentale importanza per una corret-ta valutazione del rischio esplosione e per laredazione e successivo aggiornamento delDocumento sulla Protezione Contro leEsplosioni (obbligatorio ai sensi art. 294D.Lgs. 81/08) è la classificazione delle zonea rischio di esplosione, attraverso la quale è
possibile associare ad un dato volume del-l’ambiente la probabilità e la durata di atmo-sfere esplosive (ATEX); il datore di lavoro, so-lo dopo avere classificato i luoghi, avere va-lutato le sorgenti di accensione efficaci, ave-re considerato le misure preventive, protetti-ve e gestionali, può procedere alla valutazio-ne dei rischi di esplosione di impianto e dimansione. La classificazione, basilare perl’impiantista elettrico che andrà, eventual-mente, ad operare in zone classificate, con-sente di definire le categorie dei prodottielettrici e meccanici e le caratteristiche chegli stessi devono soddisfare per essere in-stallati nei luoghi ove esista un pericolo diesplosione.
Riferimenti legislativi e normativiLa classificazione dei luoghi con pericolo diesplosione deve innanzitutto osservare il se-guente riferimento legislativo:• Direttiva 99/92/CE del Parlamento Euro-
peo e del Consiglio del 16 dicembre 1999“relativa alle prescrizioni minime per il mi-glioramento della tutela della sicurezza edella salute dei lavoratori che possonoessere esposti al rischio di atmosfereesplosive”
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Figura 1 - Campello sul Clitunno (PG), 25/11/2006 - Esplosione serbatoi olio: 4 morti
ora recepita dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81 come modificato dal D.Lgs. 3 agosto2009, n. 106 “Testo unico sulla salute esicurezza sul lavoro”.
Vanno poi considerate le seguenti norme eguide tecniche di riferimento:• CEI EN 60097-10-1:2010 “Atmosfere
esplosive. Parte 10-1: Classificazione deiluoghi. Atmosfere esplosive per la pre-senza di gas”
• CEI 31-35:2012 “Atmosfere esplosive.Guida alla classificazione dei luoghi conpericolo di esplosione per la presenza digas in applicazione della Norma CEI EN60079-10-1 (CEI 31-87)”
• CEI EN 60097-10-2:2010 “Atmosfereesplosive. Parte 10-2: Classificazione deiluoghi. Atmosfere esplosive per la pre-senza di polveri combustibili”
• CEI 31-56:2007 “Costruzioni per atmo-
sfere esplosive per la presenza di polve-ri combustibili. Guida all’applicazionedella Norma CEI EN 61241-10 (CEI 31-66): Classificazione delle aree dove sonoo possono essere presenti polveri esplo-sive”
• CEI EN 50272-3:2003 “Requisiti di sicu-rezza per batterie di accumulatori e loroinstallazioni. Parte 3: Batterie di trazione”- se, come nel caso in oggetto, sono pre-senti carrelli elevatori elettrici
• UNI 1127-1:2011 “Atmosfere esplosive.Prevenzione dell’esplosione e protezionecontro l’esplosione. Parte 1: concetti fon-damentali e metodologia”.
Obiettivi e scopi della classificazionedelle zone a rischio di esplosioneLo scopo della classificazione è quello di in-dividuare all’interno dell’attività il tipo e
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l’estensione delle zone pericolose in cui pos-sono formarsi atmosfere esplosive. L’art.293 del D.Lgs. 81/2008 prevede che il dato-re di lavoro ripartisca in zone, a norma del-l’allegato XLIX, le aree in cui possano for-marsi le atmosfere esplosive. L’allegato XLIXsinteticamente richiede:• di applicare il sistema di classificazione
delle aree in cui possono formarsi atmo-sfere esplosive
• di considerare tutte le sostanze infiam-mabili che, sotto forma, di gas, nube, va-pori o polveri possano formare un’atmo-sfera esplosiva, a meno che l’esame del-le loro caratteristiche non abbia eviden-ziato che esse, in miscela con l’aria, nonsiano in grado di propagare autonoma-mente un’esplosione
• di ripartire le aree classificate a rischio diesplosione in base alla frequenza e alladurata della presenza di atmosfere esplo-sive
• di ripartire le aree classificate nelle zone0, 20, 1, 21, 2, 22.
Assunzioni di calcoloLo sviluppo dell’analisi, nello specifico casodell’attività artigianale in oggetto, dedita allaproduzione e vendita all’ingrosso di prodottivernicianti, si è basato sulle seguenti assun-zioni:• la disponibilità della ventilazione è assun-
ta “buona” (presente con continuità) al fi-ne di poter individuare, per ogni sorgentedi emissione, un’unica zona pericolosa.Per ottenere tale obiettivo si ritiene ne-
cessario, per la ventilazione di tipo artifi-ciale garantita da punti di aspirazione lo-calizzati:1) la presenza di flussostati, collocati nei
punti di aspirazione di ogni locale a ri-schio, collegati ad un sistema di allar-me in caso di assenza di ventilazione
2) una regolare manutenzione degliestrattori installati e l’alimentazionedegli stessi con una linea dedicata
3) prevedere delle procedure per elimi-nare, in tempi rapidi, le sorgenti diemissione (ad esempio installazionecoperchio sui reattori aperti, puliziadelle pozze da sversamento) in casodi assenza di ventilazione
4) prevedere un interblocco della pistolapresente nel locale laboratorio, chenon consenta le operazioni di vernicia-tura dei campioni in assenza di venti-lazione
5) il divieto di utilizzo di liquidi infiamma-bili in caso di assenza di ventilazione.
• L’impianto di aspirazione artificiale, esi-stente, dimensionato anche per garantirevelocità frontali dell’aria in grado di dilui-re i vapori generati dalle sostanze perico-lose, in base al TLV delle stesse, assicuriin ogni punto le portate di ventilazionepreliminarmente verificate, mediantestrumentazione opportuna, con il tecnicodella ditta installatrice; nel caso sianostate rilevate le portate minime e massi-me è stato considerato il valore minimo.
• L’impianto di aspirazione della cabina diverniciatura sia separato e garantisca unaportata d’aria pari ad almeno 1800 m3/h.
• Le materie prime e i prodotti finiti stocca-ti e lavorati siano quelli comunicati dalladitta; le relative schede di sicurezza van-no allegate alla classificazione.
• L’analisi del processo produttivo ha evi-denziato la presenza di ulteriori sostanze,precedentemente non rilevate, in grado diformare atmosfere esplosive; tali sostan-ze sono state considerate nella classifica-zione effettuata e le schede di sicurezzasono riportate in allegato.
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Per una corretta valutazione del rischio esplosione è importante la classificazione delle zone a rischio di esplosione,attraverso la quale è possibileassociare ad un dato volumedell’ambiente la probabilità e la durata di atmosfere esplosive
• In base ad un’attenta analisi delle sostan-ze presenti, come misura di prevenzione,è stata valutata la sostituibilità/elimina-zione di alcune di esse particolarmentecritiche ai fini della possibilità di generareatmosfera esplosiva. Si è deciso di elimi-nare l’acetone e di sostituire il metilcheto-ne con l’acetato di etile; pertanto, relati-vamente alla classificazione, nelle misce-le contenenti metiletilchetone sarà consi-derata la presenza di acetato di etile conle medesime percentuali. Ciò ha anche permesso di ottenere unmiglioramento relativamente all’esposi-zione dei lavoratori ad agenti chimici,senza pregiudicare le scelte produttivedella ditta.
• La pressione della pistola di verniciaturanon supera 0,07 MPa.
• La pressione di alimentazione della rete
del gas metano non supera 0,004 MPa(condotte di 7ª specie ai sensi del D.M.16/04/2008 “Approvazione della regolatecnica per la progettazione, costruzione,collaudo, esercizio e sorveglianza delleopere e dei sistemi di distribuzione e di li-nee dirette del gas naturale con densitànon superiore a 0,8 ”).
• Gli apparecchi a gas utilizzati per il riscal-damento sono conformi al D.P.R.15/11/1996, n. 661, “Regolamento perl’attuazione della direttiva 90/396/CEEconcernente gli apparecchi a gas”.
• All’interno del reparto produzione le so-stanze sono trasportate in contenitorichiusi; è consentito l’utilizzo di contenito-ri aperti per quantità ridotte di liquidi in-fiammabili.
• I contenitori di liquidi infiammabili, in de-posito, all’interno dell’attività devono es-
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sere chiusi (valido anche per i contenitoriall’interno della zona produzione trannedurante le operazioni di travaso).
• Non si considerano, ai fini della classifi-cazione, spandimenti contemporanei trale sostanze infiammabili presenti.
• All’interno delle zone deposito non sonoconsentite operazioni di travaso e di mi-scelazione delle sostanze; in tali aree icontenitori, in materiale idoneo e con co-perchio chiuso, sono depositati e movi-mentati in modo da evitare cadute confuoriuscita di liquido e, inoltre, sono pre-viste apposite procedure per neutralizza-
re in tempi rapidi eventuali pozze di liqui-di infiammabili (vedi Figura 2).
• Le operazioni di ricarica delle batterie deicarrelli elevatori sono effettuate in areaesterna dedicata, sotto tettoia.
• All’interno dell’attività esaminata sonopresenti due sostanze che, sotto forma dipolvere, sono in grado di generare atmo-sfere esplosive; la prima non è stata con-siderata nell’analisi in quanto viene utiliz-zata in scaglie di dimensioni pari a 1-2cm, mentre, la seconda, che viene utiliz-zata nella zona di produzione vernici, èstata inserita nella classificazione.
• La ditta ha predisposto un piano di man-tenimento della pulizia degli ambienti inmodo da garantire un livello di pulizia de-gli eventuali strati di polvere combustibileBUONO; pertanto non sono previste sor-genti di emissione da strato.
Metodologia adottataPer il raggiungimento degli obiettivi di classi-ficazione delle zone a rischio di esplosione,in conformità a quanto stabilito dalle normetecniche di riferimento, viene adottata la se-guente metodologia di analisi, conforme-mente a quanto indicato nell’ art. 5.2 dellanorma CEI 31-35:• raccolta dei dati generali dell’attività• verifica dell’applicabilità della norma CEI
EN 60079-10-1• individuazione delle sostanze che sotto
forma di gas, vapore o nebbia infiamma-bile possono formare con l’aria atmosfe-re esplosive
• individuazione degli ambienti e delle lorocondizioni ambientali.
Per ciascun ambiente:• si individuano le Sorgenti di Emissione
(SE), le sostanze combustibili emesse e sistabilisce se esiste la possibilità di forma-zione di pozze al di fuori dei sistemi dicontenimento e le loro dimensioni
• si verifica se esiste la possibilità di elimi-nare o limitare la quantità di Sorgenti diEmissione.
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Il datore di lavoro solo dopo aver classificato i luoghi, aver valutato le sorgenti di accensione efficaci, aver considerato le misurepreventive protettive e gestionali,può procedere alla valutazione dei rischi di esplosione di impianto e di mansione
Figura 2 - I contenitori in materiale idoneo, chiusia regola d’arte, producono emissioni trascurabili
Per ciascuna Sorgente di Emissione:• si determina la possibilità di emissione di
sostanze infiammabili (attribuzione del gra-do o gradi di emissione) e si verifica la pos-sibilità di eliminare o limitare le emissioni digrado continuo e primo o, almeno, di ridur-re le portate di emissione (vedi Figura 3).
• Si verifica l’eventuale presenza di sistemidi ventilazione artificiale locale o l’oppor-tunità di prevederli.
• Si individuano le Sorgenti di Emissionerappresentative di altre tra loro omoge-nee per caratteristiche costruttive, moda-lità di emissione, caratteristiche dei gas,vapori o nebbie infiammabili e condizioniambientali.
• Si prepara un elenco delle Sorgenti diEmissione.
Per ciascun grado di emissione delle singole Sor-genti di Emissione o di quelle rappresentative:• si definisce la portata di emissione• si calcola la distanza “dz” e si definisce la
quota “a”• si definisce il tipo o i tipi di zone pericolo-
se originate dalle singole emissioni consi-derando, ove necessario, l’influenza dellacontemporaneità delle emissioni sullaclassificazione dei luoghi
• si definiscono le estensioni delle zone pe-ricolose originate dalle singole emissioni.
Dopo aver determinato i tipi e le estensioni ditutte le zone pericolose originate dalle singo-le emissioni:• si prepara una edizione preliminare dei
documenti di classificazione dei luoghi• si individuano le aperture interessate dal-
le zone pericolose• si valuta la possibilità di eseguire inter-
venti atti a rendere poco probabile la for-mazione di ATEX e limitare in numero e inestensione le zone più pericolose, qualiad esempio la limitazione in numero e inportata delle emissioni continue e di pri-mo grado, la bonifica, ecc.
• si esegue l’inviluppo delle zone pericolo-se originate dalle singole Sorgenti diEmissione e si stabiliscono i dati per ladefinizione dei requisiti dei prodotti
• si prepara la documentazione tecnica diclassificazione dei luoghi con pericolo diesplosione.
Scenari d’incidenteA valle di una dettagliata ed attenta de-scrizione dell’attività, all’interno della qua-le sono state individuate le possibili fontidi pericolo relative al processo produttivoed alle lavorazioni ad esso collegate,l‘analisi si sviluppa a partire dalle Sorgentidi Emissione generate durante le varie at-tività.
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Figura 3 - Confronto tra i simboli di pericolo delle sostanze infiammabili (Direttiva 67/548) e i pittogrammi,ora in vigore, del CLP con le relative classi di pericolo (Regolamento 1272/2008)
Facilmenteinfiammabile
Estremamenteinfiammabile
– Gas infiammabili, categoria di pericolo 1– Aerosol infiammabili, categorie di pericolo 1 e 2– Liquidi infiammabili, categorie di pericolo 1. 2 e 3– Solidi infiammabili, categorie di pericolo 1 e 2– Sostanze e miscele autoreattive tipi B, C, D, E, F– Liquidi piroforici, categoria di pericolo 1
– Solidi piroforici, categoria di pericolo 1– Sostanze e miscele autoriscaldanti, categorie di pericolo 1 e 2– Sostanze e miscele che a contatto con lʼacqua emettono
gas infiammabili, categorie di pericolo 1, 2 e 3– Perossidi organici tipi B, C, D, E, F
Tali Sorgenti di Emissione sono originate daperdite dalle giunzioni delle tubazioni, dasversamenti accidentali di liquidi infiamma-bili dovuti a cause sia tecniche che organiz-zativo/gestionali, dalle attività di produzionedi vernici e colori, dalle attività di verniciatu-ra e dalla ricarica delle batterie dei carrellielevatori. Gli scenari di riferimento ipotizzati sono i se-guenti:1) perdita di gas infiammabile (metano)
dalle tubazioni all’esterno2) perdita di gas infiammabile (metano)
dalle tubazioni negli uffici di rappresen-tanza
3) perdita di gas infiammabile (metano)dalle tubazione negli spogliatoi
4) emissione di gas infiammabile (idroge-no) durante le operazioni di ricarica bat-terie
5) sversamento accidentale di liquidi in-fiammabili nel laboratorio
6) emissione di gas durante le operazionidi travaso di liquidi infiammabili nel la-boratorio
7) emissione di gas durante le prove di ver-niciatura nel laboratorio
8) emissione di gas durante le operazionidi travaso di liquidi infiammabili nella zo-na di produzione vernici
9) emissione di polvere durante le opera-zioni di miscelazione nella zona di pro-duzione vernici
10) emissione di gas durante le operazionidi travaso di liquidi infiammabili nella zo-na di produzione colori
11) emissione di gas durante l’apertura deicontenitori delle vernici nella zona diproduzione colori
12) emissione di gas durante le operazionidi infustaggio del prodotto finito nellazona di produzione vernici
13) perdita di liquido infiammabile dallapompa per travaso del prodotto finitonella zona di produzione vernici
14) emissione di gas durante le operazionidi prelievo di liquidi infiammabili nellazona produzione
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MANUALE PER L’APPLICAZIONE DELLE DIRETTIVE ATEX
Classificazione dei luoghi, valutazione egestione dei rischi da atmosfere esplosive
• Contiene CD Rom con una ricca eaggiornata modulistica, liste di controllo,istruzioni operative, esempi applicativi diclassificazione e valutazione del rischio daatmosfere esplosive
Autore: A. Cavaliere - Edizione: giugno 2011Prezzo: € 37,60 anziché 47,00
Un manuale indispensabi-le per i tecnici incaricatidella classificazione deiluoghi con pericolo diesplosione, della valuta-zione del rischio da atmo-sfere esplosive e dellascelta delle misure di pre-venzione, protezione edorganizzative. Nel testo si è cercato dievitare, ove possibile, un
approccio all'argomento di tipo "legale-for-male", preferendo piuttosto una trattazione ditipo "tecnico-scientifico", derivante dalla plu-riennale esperienza dell'autore in materia, ap-plicata all'interno di varie tipologie di impiantiindustriali. Il volume è aggiornato alle ultimenorme tecniche e, per alcuni argomenti, comela classificazione dei luoghi con pericolo diesplosione, si è anche fatto riferimento a nor-me di prossima pubblicazione. Nella giungla delle prescrizioni legislative enel groviglio delle disposizioni tecniche, il te-sto rappresenta un utile punto di riferimentoper diverse categorie professionali: dai datoridi lavoro, ai responsabili dei servizi di preven-zione e protezione, dai progettisti di impiantie macchine destinate ad essere installate inzone pericolose per la presenza di atmosfereesplosive, ai costruttori di apparecchi o com-ponenti a sicurezza, senza trascurare i verifi-catori e, in generale, tutte quelle figure pro-fessionali che intendono analizzare le proble-matiche relative alla presenza di atmosfereesplosive nei luoghi di lavoro.
Per maggiori informazionicontatta il Servizio Clienti
al numero 06 33245277 oppure scrivi a libri@epclibri.it
15) sversamento accidentale di liquido in-fiammabile nella zona produzione
16) emissione di gas durante le operazionidi riempimento delle cisterne contenen-ti le materie prime.
Analisi delle sostanze utilizzateSono poi stati considerati tutti i prodotti (ma-terie prime e prodotti finiti) utilizzati nel pro-cesso produttivo dell’attività, evidenziandoper ognuno di essi le sostanze infiammabilipresenti al fine di determinare le caratteristi-che delle miscele infiammabili. Le sostanze con temperatura di infiammabi-lità superiore alla temperatura ambiente di ri-ferimento (30 °C) non sono state considera-te nella classificazione.
Le caratteristiche chimico-fisiche delle so-stanze infiammabili, riportate nella relazionedi calcolo (che deve sempre accompagnarela classificazione), sono tratte dalle schededi sicurezza oppure, in mancanza dei datinecessari, dalle tabelle delle norme CEI 31-35 e 31-56 o dalle banche dati dell’ILO (Or-ganizzazione Internazionale del Lavoro); nelcaso di sostanze non contemplate dalle ban-che dati è possibile richiedere l’analisi di uncampione a un apposito centro.
Analisi di uno scenario d’incidentePer prima cosa è necessario individuare lecaratteristiche ambientali su cui si basa laclassificazione considerando località, altez-za sul livello del mare, pressione atmosferi-
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SE08A-B: Travaso
liquidi infiammabili
Zona 0 (IIAT4)Superficie liquido
Classificazione prodotti94/9/CE:
Gruppo II - Categoria 1G
Zona 1 (IIAT4)Apertura contenitore
(miscelatori 1 e 2)
Classificazione prodotti94/9/CE:
Gruppo II - Categoria 2G
Zona 1NE (IIAT4)Apertura contenitore
(miscelatori 3)
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SE a
b
Figura 4 - Schematizzazione aree pericolose relative alle SE analizzate
ca, temperatura media ambientale, velocitàdi riferimento dell’aria all’esterno.Si consideri, a titolo di esempio, lo scenario“emissione di gas durante le operazioni ditravaso di liquidi infiammabili nella zona diproduzione vernici”. I calcoli eseguiti per determinare il tipo di zo-na e l’estensione della stessa sono riportatinella relazione di calcolo.
Caratteristiche Sorgente di EmissioneL’operazione oggetto di analisi si divide in duefasi: la prima con reattore chiuso durante lafase di miscelazione del prodotto e durante lamovimentazione con il carrello elevatore, laseconda con reattore aperto durante le fasi dipreparazione della miscela. Nel primo caso si ha una sorgente di grado
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Tabella 1 - Caratteristiche Sorgenti di Emissione SE08A
Sorgente di Emissione SE08A Superficie liquido
Grado di emissione Continuo
Tipo di emissione Evaporazione dalla superficie non lambita dall’aria di ventilazione, di un liquido non refrigerato e non in ebollizione
Sostanza Acetato di etile anidro sfuso (sostanza rappresentativa)
Temperatura della sostanza T (°C) 30
Area dell’apertura del contenitore 0,92 (Фcontenitore 108 cm – miscelatore1)Area della sorgente di emissione S (m2) 1,02 (Фcontenitore 114 cm – miscelatore 2)
0,07 (Фcontenitore 30 cm – miscelatore 3)
Altezza libera minima tra il livello del liquido 0,20 (miscelatore 1)ed il bordo del contenitore hd (m) 0,20 (miscelatore 2)
0,05 (miscelatore 3)
Tabella 2 - Caratteristiche dell’ambiente e della ventilazione (valido sia per SE08A sia per SE08B)
Tipo di ambiente Ambiente chiuso
Volume dell’ambiente Va (m3/s) 909,75
Tipo di ventilazione Artificiale
Portata effettiva di ventilazione che interessa il volume Va 1,0331
considerato Qa (m3/s)
Fattore di efficacia della ventilazione f 1
Disponibilità della ventilazione Buona
continuo all’interno del reattore che generauna zona di tipo 0 (luogo in cui un’atmo-sfera esplosiva per la presenza di gas èpresente continuamente o per lunghi perio-di o frequentemente) confinata tra la super-ficie del liquido e il coperchio del conteni-tore; nel secondo caso si ipotizza la pre-senza di una sorgente di emissione di pri-mo grado (emissione che può essere previ-sta avvenire periodicamente, oppure occa-sionalmente durante il funzionamento nor-male) in corrispondenza dell’apertura delcontenitore.
Anche in questo caso l’analisi è stata fatta uti-lizzando come sostanza rappresentatival’acetato di etile, in quanto la zona con peri-colo di esplosione che si crea presenta di-mensioni superiori alle zone determinate dal-le altre materie prime e prodotti finiti utilizzati. La sorgente di emissione è costituita dai reat-tori utilizzati per la preparazione dei compo-nenti (i reattori utilizzati nei miscelatori hannoun diametro massimo di 108 cm per il misce-latore 1, 114 cm per il miscelatore 2, 30 cmper il miscelatore 3) e la modalita di emissio-ne è quella di un liquido contenuto in un con-
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Tabella 3 - Classificazione della zona pericolosa
Grado di emissione Continuo
Grado della ventilazione Basso
Disponibilità della ventilazione Buona
Tipo di zona Zona 0 (IIAT4)
Dimensione massima sorgente di emissione DSE (m) 1,08 (miscelatore 1)1,14 (miscelatore 2)0,30 (miscelatore 3)
Estensione effettiva della zona pericolosa a - b (m) Interno miscelatore
Forma della zona pericolosa Cilindrica
Tabella 4 - Caratteristiche sorgente di emissione SE08B
Sorgente di Emissione SE08A Apertura contenitore
Grado di emissione Primo
Tipo di emissione Evaporazione dalla superficie non lambita dall’aria di ventilazione, di un liquido non refrigerato e non in ebollizione
Sostanza Acetato di etile anidro sfuso (sostanza rappresentativa)
Temperatura della sostanza T (°C) 30
Area dell’apertura del contenitore 0,92 (Фcontenitore 108 cm – miscelatore1)Area della sorgente di emissione S (m2) 1,02 (Фcontenitore 114 cm – miscelatore 2)
0,07 (Фcontenitore 30 cm – miscelatore 3)
Altezza libera minima tra il livello 0,20 (miscelatore 1)del liquido ed il bordo del contenitore 0,20 (miscelatore 2) hd (m) 0,05 (miscelatore 3)
settembre 201214 antincendio
risc
hio
esp
losi
one
Figura 5 - Pianta dei luoghi con pericolo di esplosione
Pianta
Scala
1:10
0SE
01Me
tano
SE02
Metan
oSE
03Me
tano
SE04
Idrog
eno
SE05
Liquid
i infia
mmab
ili
SE06
Liquid
i infia
mmab
iliSE
07Liq
uidi in
fiamm
abili
SE10
Liquid
i infia
mmab
iliSE
11Liq
uidi in
fiamm
abili
SE12
Liquid
i infia
mmab
iliSE
13Liq
uidi in
fiamm
abili
SE15
Liquid
i infia
mmab
iliSE
16Liq
uidi in
fiamm
abili
SE14
Liquid
i infiam
mabil
i
SE08
Liquid
i infia
mmab
iliSE
09Po
lveri c
ombu
stibil
i
tenitore aperto senza che sia raggiunto il bor-do superiore (il liquido non è lambito dall’ariadi ventilazione). La classe di temperatura della zona è deter-minata dalla minima temperatura di accensio-ne dei prodotti infiammabili precedentementeindividuati pari, pertanto, a T4 (135 °C).L’analisi di tale Sorgenti di Emissione è rias-sunta nelle tabelle 1-5, riportate all’internodell’articolo.In figura 4, pubblicata a pag. xx, si riportauna schematizzazione delle aree pericolosedeterminate dalla sorgenti di emissione so-pra descritte; il disegno ha il solo scopo didare una percezione pratica del contesto incui sono inserite dette zone.In figura 5, pubblicata a pag. xx, una piantariassuntiva della classificazione, ottenutaconsiderando tutte le sorgenti di emissionecorrispondenti agli scenari incidentali studia-ti, con l’indicazione delle zone pericolose.
Criteri di scelta delle apparecchiatureInfine, i criteri seguiti per l’individuazione deirequisiti di protezione delle apparecchiaturederivano, in prima battuta, dalle seguenticonsiderazioni:• le apparecchiature, elettriche e non elet-
triche, dovranno essere:– zona 0: Gruppo II Categoria 1G– zona 1: Gruppo II Categoria 2G– zona 2: Gruppo II Categoria 3G– zona 20: Gruppo II Categoria 1D– zona 21: Gruppo II Categoria 2D– zona 22: Gruppo II Categoria 3D
• tutti i gas e i liquidi infiammabili utilizzatisono di gruppo IIA ad eccezione del-l’idrogeno (gruppo IIC)
• la classe di temperatura più conservativaper i liquidi infiammabili esaminati è T4
• visto il tipo di attività, si ritiene adeguatoun grado di protezione degli apparecchielettrici pari a IP55.
settembre 2012 15antincendio
risc
hio
esp
losi
one
Bibliografia
Per i soli riferimenti precedentemente non esplicitati
– Intervento ing. Tripi G. “ATEX DAY” Venaria Reale(TO) 02/12/2011
– Genova B., Silvestrini M. “Dinamica delle reazioniesplosive” - Dario Flaccovio Editore
– Cavaliere A. “Manuale per l’applicazione delledirettive ATEX” - EPC Editore”
– Marigo M. “Rischio atmosfere esplosive:classificazione, valutazione, prevenzione eprotezione” - IPSOA Milano
Tabella 5 - Classificazione della zona pericolosa
Grado di emissione Continuo
Grado della ventilazione Medio
Disponibilità della ventilazione Buona
Tipo di zona Zona 1 (IIAT4) (miscelatore 1)Zona 1 (IIAT4) (miscelatore 2)Zona 1NE (IIAT4) (miscelatore 3)
Dimensione massima sorgente di emissione DSE (m) 1,08 (miscelatore 1)1,14 (miscelatore 2)0,30 (miscelatore 3)
Estensione effettiva della zona pericolosa a - b (m) 0,50 – 0,20 (miscelatore 1)0,50 – 0,20 (miscelatore 2)0,25 – 0,10 (miscelatore 3)
Forma della zona pericolosa Cilindrica
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