PILLAR III INFORMATIVA AL MERCATO - Consulenza · l’attuazione e promuovendone l’aggiornamento al fine di assicurarne la continua rispondenza alle ... Metodo del valore corrente
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PILLAR III
INFORMATIVA AL MERCATO
Sede Legale: Via Gramsci, 7 – 10121 Torino Capitale sociale € 156.037.608 int. vers.
Codice Azienda Bancaria n. 3043.7 – Albo Banche n. 5319 Registro Imprese di Torino n. 02751170016
C.C.I.A.A. di Torino n. REA 600548 – Cod. Fisc./ Partita IVA 02751170016 CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCARIO
BANCA INTERMOBILIARE DI INVESTIMENTI E GESTIONI ADERENTE AL FONDO NAZIONALE DI GARANZIA E AL FONDO TUTELA DEI DEPOSITI
Informativa al mercato Pillar 3
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INDICE
Introduzione ......................................................................................................................................................3
Tavola 1 – Requisito informativo generale ....................................................................................................4
Tavola 2 – Ambito di applicazione................................................................................................................28
Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................................33
Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale ..........................................................................................................40
Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche………………………43
Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato
e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi
IRB.................................................................................................................................................52
Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM).............................................................................54
Tavola 9 – Rischio di controparte .................................................................................................................58
Tavola 12 – Rischio operativo .............................................................................................…..……………63
Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio
bancario.......................................................................................................................................66
Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.....……...........71
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Introduzione
La Circolare 263 di Banca d’Italia, al fine di rafforzare la disciplina di mercato, ha introdotto alcuni obblighi
di pubblicazione di informazioni inerenti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le
caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi.
Tali informazioni, pubblicate in ottemperanza alla suddetta disciplina, sono di natura qualitativa e
quantitativa e rispondono alle guidelines presenti nei quadri sinottici definite nell’Allegato A, Titolo IV,
Capitolo 1 della Circolare 263.
Il Gruppo Bim nell’ambito delle attività “Basilea 2”, allo scopo di approntare quanto richiesto in base agli
obblighi di disclosure previsti dalla normativa vigente, ha intrapreso una specifica iniziativa progettuale
volta a definire la struttura ed i contenuti del presente documento, nonché i corrispondenti processi
gestionali.
Il Gruppo Banca Intermobiliare pubblica l’Informativa al pubblico (Risk Report Pillar 3) ed i successivi
aggiornamenti sul proprio sito internet all’indirizzo: www.gruppobim.it.
Le tavole n. 7 “ Informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB”, n.10 “ Operazioni di
cartolarizzazione” e n. 11 “Rischio di mercato” non risultano presenti in quanto non applicabili al modello
organizzativo adottato dal gruppo Bim.
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Tavola 1 – Requisito informativo generale
PREMESSA La normativa comunitaria in materia di adeguatezza patrimoniale struttura la disciplina degli intermediari su
tre pilastri, costituiti dalla valutazione dei requisiti patrimoniali minimi, dal processo di controllo prudenziale
e dal processo di informativa per il pubblico.
Il processo ICAAP ha l’obiettivo di far verificare alle banche l’adeguatezza del proprio capitale rispetto
all’esposizione ai rischi che ne caratterizzano l’operatività. Per conseguire tale obiettivo è necessario, in
generale, predisporre un solido sistema di governo societario, dotarsi di un’idonea e definita struttura
organizzativa, stabilire e implementare processi per un’efficace identificazione, gestione, monitoraggio e
segnalazione dei rischi e disporre di adeguati meccanismi di controllo interno.
La responsabilità del processo ICAAP è rimessa agli organi societari, i quali ne definiscono in piena
autonomia il disegno e l’organizzazione secondo le rispettive competenze e prerogative curandone
l’attuazione e promuovendone l’aggiornamento al fine di assicurarne la continua rispondenza alle
caratteristiche operative e al contesto strategico in cui la banca opera.
Il Gruppo Banca Intermobiliare si è dotato di un Regolamento che definisce i principi guida, i ruoli e le
responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte nel processo interno di determinazione dell’adeguatezza
patrimoniale.
L’applicazione dei presidi si incardina nell’ambito del Sistema dei Controlli Interni della Banca, configurato
sulla base dei livelli di controllo definiti dall’Organo di Vigilanza:
• controlli di Linea (I livello): sono effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le
operazioni o incorporati nelle procedure. I Controlli di Linea sono diretti ad assicurare il corretto
svolgimento delle operazioni;
• valutazione dei rischi (II livello): condotte a cura di strutture diverse da quelle produttive, con il compito
di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie
funzioni operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli
obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti
economici;
• revisione interna (III livello): a cura dell’Internal Audit, con la responsabilità di valutare l’adeguatezza e
la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Tale attività è condotta sulla base del piano
annuale delle attività di controllo approvato dal Consiglio di Amministrazione o attraverso verifiche
puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno.
In ottemperanza a quanto indicato dagli Organi di Vigilanza, il Gruppo Banca Intermobiliare è impegnato a
sviluppare soluzioni organizzative che:
- assicurino la necessaria separatezza tra le funzioni operative e quelle di controllo;
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- consentano di identificare, misurare e monitorare adeguatamente tutti i rischi assunti o assumibili
nei diversi segmenti operativi;
- stabiliscano attività di controllo a ogni livello operativo e consentano l’univoca e formalizzata
individuazione di compiti e responsabilità;
- assicurino sistemi informativi affidabili e idonee procedure di reporting;
- garantiscano che le anomalie riscontrate dalle unità operative, dalla funzione di revisione interna
o da altri addetti ai controlli siano tempestivamente portate a conoscenza di livelli appropriati
dell’azienda e gestite con immediatezza;
- consentano la registrazione di ogni fatto di gestione e di ogni operazione con adeguato grado di
dettaglio e corretta attribuzione temporale.
Le decisioni strategiche in materia di gestione dei rischi competono alla Capogruppo Banca Intermobiliare e
tengono conto dell’operatività delle singole controllate per una gestione dei rischi integrata.
La Capogruppo guida l’adozione dei sistemi/modelli di misurazione dei rischi e ha responsabilità del corretto
funzionamento del sistema.
Gli organi aziendali di supervisione strategica e di gestione delle società controllate sono consapevoli del
profilo di rischio e delle politiche di gestione definite dalla Capogruppo e sono responsabili dell’attuazione
delle relative strategie e politiche di gestione.
La Capogruppo, per la definizione dei sistemi di misurazione/valutazione dei rischi rilevanti e per la
determinazione dell’eventuale Capitale Interno, ha adottato i seguenti approcci metodologici:
METODOLOGIE DI GESTIONE DEL RISCHIO
Tipologia Approccio Metodologico
Rischio di credito − Metodologia standardizzata
− Utilizzo di tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM), approcci di base
Rischio di controparte − Derivati OTC: Metodo del valore corrente
− Operazioni SFT: CRM metodo semplificato
− Operazioni con regolamento a lungo termine: Metodo del valore corrente
Rischio di mercato − Metodologia standardizzata
Rischio operativo − Metodo di base (BIA – Basic Indicator Approach)
Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario
− Metodologia regolamentare semplificata
Rischio di concentrazione − Metodologia regolamentare Herfindhal
Rischio di liquidità − Tramite processo di monitoraggio gestionale della liquidità
Rischio residuo − Tramite processo di monitoraggio gestionale dell’efficacia delle tecniche di CRM
Rischio strategico − Metodologia gestionale per la valutazione del rischio
Rischio reputazionale − Metodologia gestionale per la valutazione del rischio
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RISCHIO DI CREDITO, RISCHIO DI CONCENTRAZIONE, RISC HIO RESIDUO a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Rischio di Credito
Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di credito, utilizza
la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di
credito.
La metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”) a
seconda della natura della controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di
svolgimento di quest’ultimo e l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione
diversificati. Inoltre, la normativa di Vigilanza consente agli Intermediari l’utilizzo di specifiche tecniche di
attenuazione del rischio (Credit Risk Mitigation – CRM).
Banca Intermobiliare utilizza ove possibile le valutazioni del merito creditizio rilasciate dall’Agenzia
specializzata (ECAI) di rating Moody’s per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni;
per tutte le altre esposizioni si fa invece riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa
stessa per la metodologia standardizzata.
Nell’ambito delle tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM), Banca Intermobiliare ha previsto,
tenuto conto della complessità e delle caratteristiche operative del Gruppo, l’adozione di metodologie
semplificate, applicate sia per le forme di protezione del credito di tipo reale, sia per quelle di tipo personale.
Rischio di concentrazione
Il modello per il calcolo del patrimonio definito dal Comitato di Basilea si fonda sull’ipotesi che il
portafoglio creditizio sia costituito da un numero molto elevato di esposizioni, ciascuna delle quali di
importo scarsamente significativo. Sotto tale ipotesi è possibile calcolare il valore a rischio del portafoglio
come somma dei requisiti patrimoniali delle singole posizioni, indipendentemente dalla composizione del
portafoglio stesso. Se però il numero delle posizioni è ridotto, oppure se esistono singole posizioni che
rappresentano una percentuale consistente dell’esposizione totale, le ipotesi sulle quali si basa il calcolo del
requisito patrimoniale sono violate e il capitale regolamentare allocato a fronte del rischio di credito può non
rappresentare una garanzia sufficiente.
Il Rischio di Concentrazione può essere sicuramente inquadrato come “evoluzione” del processo di
rilevazione e monitoraggio della concentrazione dei rischi verso determinate controparti, già in vigore con la
disciplina sul controllo dei c.d. “Grandi Rischi”.
Banca Intermobiliare si è adeguata all’aggiornamento di Banca d’Italia che ha ridefinito il perimetro di
calcolo del Rischio di Concentrazione. In sintesi, il GA (Granularity Adjustment) va calcolato solamente
sull’insieme delle esposizioni verso imprese; Sulla base di ciò sono state raggruppate le classi di analisi
(Imprese e altri soggetti, PMI e Persone Fisiche con esposizioni >1mln) all’interno di un unico segmento
Imprese per individuare il totale delle esposizioni vs imprese ed il relativo indice di Herfindhal.
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Per il calcolo del Rischio di Concentrazione Geo-Settoriale Banca d’Italia ha proposto tre diverse modalità
per pervenire al calcolo dell’eventuale add-on:
� Concentrazione - Criterio della prevalenza
� Concentrazione per Macroaree e AddOn per classe di analisi
� Concentrazione Portafoglio Nazionale
BIM ha scelto di adottare il criterio della “Concentrazione per Macroaree e AddOn per classe di analisi”,
attraverso il quale si sono calcolati i coefficienti di ricarico del capitale a fronte del rischio di credito in bonis
per ciascuna area (rapporto tra perdita inattesa Banca e perdita inattesa Benchmark) e si sono sommati gli
add-on per singola area.
Rischio residuo
La valutazione del rischio residuo si esplicita in una serie di attività di controllo sull’efficacia ed
efficienza del sistema di mitigazione del rischio ai fini del calcolo dell’RWA -Risk Weighted Asset-.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di Governance prescelto è basato sulla gestione accentrata del rischio di credito. Banca
Intermobiliare:
� definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;
� è responsabile della policy di Credit Risk.
Il modello di Governance definito a presidio del processo di gestione credito si fonda inoltre sui seguenti
principi:
� separazione tra i processi di gestione e i processi di controllo del rischio di credito;
� sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio di credito coerentemente con la struttura
gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe.
Gli attori coinvolti nel rischio di credito sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Amministratore Delegato;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Area Servizi Finanziari;
- Area Amministrativa ed Operations;
- Internal Audit.
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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Banca Intermobiliare ha definito la revisione delle politiche creditizie della Banca e del Gruppo sulla base
della struttura e dell’evoluzione del portafoglio creditizio, nonché degli indirizzi strategici definiti dal
Consiglio di Amministrazione.
Contestualmente alla revisione delle politiche creditizie, Banca Intermobiliare ha ultimato la ristrutturazione
del processo del credito al fine di attivare un presidio continuo sulla qualità del credito nelle specifiche fasi
di:
� concessione e revisione;
� monitoraggio;
� gestione del contenzioso.
All’interno dello schema logico sopra riportato, sono stati attivati i punti di controllo della qualità del credito
basati sulla corretta classificazione della clientela e sulla rilevazione delle esposizioni complessive per classi
di rischio. I singoli punteggi e la classificazione riassuntiva delle esposizioni potranno essere considerati
anche ai fini della determinazione del pricing del credito e di sviluppo dell’attività creditizia.
Banca Intermobiliare per le attività a tutela e presidio della qualità del credito si avvale del supporto
informatico degli applicativi gestionali forniti dall’outsourcer CEDACRI. A tal fine è ancora in fase di
analisi una verifica delle funzionalità dei sistemi offerti per attivare il sistematico monitoraggio dei dati per
la produzione di report specifici propri del risk management.
Banca Intermobiliare per il monitoraggio preciso e puntuale dell’esposizione della clientela, delle garanzie
prestate e/o del patrimonio posseduto utilizza l’applicativo SIMOX. L’ambito di indagine comprende sia il
monitoraggio delle linee con garanzia (pignoratizia, immobiliare, fideiussoria) sia il monitoraggio delle linee
senza garanzia.
Dall’ambito di indagine del monitoraggio sono quindi escluse le seguenti forme tecniche:
� i mutui ipotecari;
� le linee operative;
� i finanziamenti Italia e i crediti pro solvendo.
d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa della
loro efficacia
Monitoraggio
Tale fase è relativa alle attività necessarie per una rilevazione e gestione tempestiva dei fenomeni di
rischiosità rilevati attraverso un monitoraggio sistematico che, anticipando il manifestarsi dei casi
problematici, consenta un adeguato reporting ai diversi Organi di controllo e decisionali, nonché una corretta
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contabilizzazione e valutazione. Nell’ambito delle modalità di gestione del credito il primo presidio delle
esposizioni assunte deve avvenire comunque in Filiale, sia tramite un dialogo costante e continuo con la
clientela sia avvalendosi delle fonti informative di natura interna ed esterna.
Vengono svolte attività di stess testing sul rischio di credito con un approccio di tipo macroeconomico,
basato sull’analisi dell’impatto sulle misure di rischio (tassi di default) di movimenti avversi degli indicatori
macroeconomici, che potenzialmente impattano sulla rischiosità della controparte.
Per la conduzione dello Stress Testing del rischio di concentrazione è stato scelto un approccio basato
sull’analisi dell’impatto del livello di concentrazione provocati da operazioni rilevanti su specifici settori.
Per l’elaborazione delle prove di stress e la simulazione dei relativi effetti sul capitale interno complessivo la
Banca utilizza uno specifico tool.
Gestione del contenzioso
Tale fase si riferisce al passaggio di status delle posizioni problematiche ed alla successiva fase di gestione,
inclusa l’attivazione, la gestione e il coordinamento dell’intervento dei legali esterni, nonché l’attività di
valutazione e contabilizzazione.
Reporting
Il monitoraggio credito nel suo complesso, con riferimento sia al rischio di credito che di concentrazione,
richiede le seguenti attività:
� definizione dei criteri di rappresentazione dei singoli report;
� verifica della conformità del reporting rispetto alle linee guida definite nella policy;
� produzione periodica della reportistica complessiva per le Aree operative e l’Alta Direzione.
Per la gestione del rischio di credito e di concentrazione, si sta individuando la reportistica da attivare sulla
base del pacchetto di report previsti dai sistemi informatici forniti dall’outsourcer Cedacri.
Per il monitoraggio preciso e puntuale dell’esposizione della clientela, delle garanzie prestate e/o del
patrimonio posseduto la Banca utilizza l’applicativo SIMOX.
RISCHIO DI CONTROPARTE
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in
essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’inadempimento di
quest’ultima. A differenza del rischio di credito generato da un finanziamento, dove la probabilità di perdita
è unilaterale, in quanto essa è in capo alla sola banca erogante, il rischio di controparte crea, di regola, un
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rischio di perdita di tipo bilaterale. In tal senso il valore di mercato della transazione può essere positivo o
negativo per entrambe le controparti.
Ai fini del calcolo del requisito regolamentare a fronte del rischio di controparte, la Banca ha scelto di
adottare il metodo del valore corrente. Il metodo del valore corrente può essere utilizzato solo con
riferimento alle transazioni riguardanti derivati OTC ed operazioni con regolamento a lungo termine.
La metodologia di calcolo approssima il costo che la Banca dovrebbe sostenere per trovare un altro soggetto
disposto a subentrare negli obblighi contrattuali dell’originaria controparte negoziale qualora questa fosse
insolvente.
Con riferimento alle operazioni SFT – Securities Financing Transactions- la Banca utilizza il metodo CRM
semplificato.
Il processo di gestione del rischio ha la finalità di valutare, controllare e mitigare il rischio di controparte
tramite:
- definizione/revisione della metodologia di misurazione e gestione del rischio di
controparte;
- definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;
- monitoraggio rischi e reporting;
- operatività straordinaria.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di controparte,
mantenendo una separazione tra i processi di gestione e i processi di controllo.
Gli attori coinvolti nel rischio di controparte sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Amministratore Delegato;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Area Mercati Finanziari;
- Funzione Middle Office;
- Area Amministrativa e Operations;
- Internal Audit.
c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Modello
Una volta definito il modello di Risk Management per la gestione del rischio di controparte, la Funzione
Segnalazioni e Rapporti con Istituzioni dell’Area Amministrativa e Operations dovrà verificare la
disponibilità dei dati e la funzionalità degli strumenti necessari al calcolo del requisito patrimoniale. In caso
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di carenze significative, dovranno essere attuati tutti gli interventi correttivi necessari a garantire la
rispondenza del modello alla normativa di vigilanza.
Il Comitato Rischi valida le metodologie di calcolo proposte dal Risk Management in condivisione con
l’Area Mercati Finanziari. In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta
l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.
Il modello una volta definito, testato ed approvato dal Consiglio di Amministrazione, è implementato dalle
Funzioni competenti (Funzione Organizzazione, Funzione Sistemi Informativi e Servizi Generali, ecc.).
Limiti operativi e soglie di sorveglianza
Previa analisi delle linee strategiche, il Risk Management formula la proposta della struttura dei limiti di
rischio di controparte, in collaborazione con l’Area Mercati Finanziari, nel rispetto del profilo di rischio
definito dal Consiglio di Amministrazione attraverso l’analisi dell’operatività del Gruppo. La proposta è
oggetto di specifica analisi e validazione da parte del Comitato Rischi per essere successivamente
sottoposta alla valutazione ed approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.
Al fine di monitorare periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio, il Risk Management può
inoltre definire in accordo con l’Area Mercati Finanziari le soglie di sorveglianza da proporre al Comitato
Rischi per l’approvazione.
Almeno una volta all’anno il Comitato Rischi valuta eventuali proposte di modifica dei limiti operativi
promosse dalla Funzione Risk Management in relazione all’evoluzione dei mercati finanziari, del contesto
normativo, della disponibilità di metodologie e supporti tecnologici per la gestione, misurazione e controllo
del rischio di controparte, da sottoporre al Consiglio di Amministrazione.
Monitoraggio rischi e reporting
L’Area Amministrativa e Operations -Funzione segnalazioni e rapporti con Istituzioni- calcola il requisito
patrimoniale a fronte dell’esposizione al rischio di controparte come da normativa di vigilanza. La Funzione
Risk Management effettua un’analisi andamentale del requisito patrimoniale emerso dal calcolo,
verificando che sia coerente con i valori assunti dal requisito stesso nei periodi di analisi precedenti.
Il Risk Management ha il compito di produrre il reporting adeguato per la condivisione dei risultati analitici
ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.
Operatività straordinaria
L’Area Mercati Finanziari (o il referente della Controllata) prima di procedere all’acquisizione di nuovi
strumenti finanziari, deve richiedere alla Funzione Risk Management una valutazione dell'impatto
sull’esposizione al rischio, al fine di attivare la richiesta di autorizzazione allo sconfinamento, nel caso di
superamento dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione.
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d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Il Risk Management nello svolgimento dell’attività di monitoraggio, ha il compito di produrre il reporting
adeguato per la condivisione dei risultati analitici ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.
L’attività di reporting si articola in:
� reporting limiti di esposizione al rischio di controparte;
� reporting direzionale.
RISCHIO DI MERCATO
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
I rischi di mercato rappresentano una tipologia di rischi direttamente collegata all’operatività del portafoglio
di negoziazione. Alla categoria dei rischi di mercato si riconducono tutti i rischi di variazione del valore
degli strumenti finanziari conseguenti a variazioni inattese delle condizioni di mercato dei tassi di interesse,
dei cambi e dei corsi azionari.
Le tipologie di rischi di mercato si articolano come segue:
- con riferimento al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza:
• rischio di posizione;
• rischio di regolamento;
• rischio di concentrazione;
- con riferimento all'intero bilancio:
• rischio di cambio rappresentativo del rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni
dei corsi delle divise estere;
• rischio di posizione su merci.
Per la misurazione e gestione del rischio di mercato, il Gruppo ha deciso di seguire un duplice binario:
� ai fini regolamentari, per la determinazione del relativo Capitale Interno nell’ambito del processo
ICAAP, ha adottato la metodologia standardizzata;
� ai fini gestionali la Banca utilizza un modello interno di tipo VaR avvalendosi dell’applicativo Sophis.
Alle metodologie standardizzate per il calcolo del rischio di mercato, caratterizzate da un basso grado di
sofisticazione, la Capogruppo ha deciso di affiancare un modello gestionale di Value at Risk (VaR) che
consenta una maggiore comprensione dell’esposizione del Gruppo al rischio.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di mercato.
La Capogruppo BIM:
- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;
- è responsabile della Policy per la gestione del rischio di mercato.
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Il modello di governance definito a presidio del processo di gestione e controllo dei rischi del Gruppo si
fonda inoltre sui seguenti principi:
- separazione tra i processi di gestione ed i processi di controllo del rischio;
- sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio coerentemente con la struttura gerarchica del
Gruppo e della Banca e mediante un processo di deleghe.
Gli attori coinvolti nel rischio di mercato sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Amministratore Delegato;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Area Mercati Finanziari;
- Area Amministrativa e Operations;
- Internal Audit.
c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Il processo di gestione del rischio ha la finalità di valutare, controllare e mitigare il rischio di mercato. Il
processo si articola nelle seguenti fasi:
- definizione/revisione modello di Market Risk Management;
- definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;
- monitoraggio rischi e reporting;
- operatività straordinaria.
Modello
La Funzione Risk Management effettua specifici test di validità dello stesso (back testing e stress testing). Il
Comitato Rischi valida la metodologia proposta dalla Funzione Risk Management in condivisione con l’Area
Mercati Finanziari. Il modello, una volta definito, testato ed approvato dal Consiglio di Amministrazione, è
implementato dalle funzioni competenti (Funzione Organizzazione, Funzione Sistemi Informativi e Servizi
Generali, ecc.).
Limiti operativi e soglie di sorveglianza
Previa analisi delle linee strategiche, il Risk Management formula la proposta della struttura dei limiti di
rischio di mercato, in collaborazione con l’Area Mercati Finanziari, nel rispetto del profilo di rischio definito
dal Consiglio di Amministrazione attraverso l’analisi dell’operatività del Gruppo.
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Al fine di monitorare periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio, il Risk Management può
inoltre definire in accordo con l’Area Mercati Finanziari le soglie di sorveglianza da proporre al Comitato
Rischi per l’approvazione.
Monitoraggio rischi e reporting
La Funzione Segnalazioni e Rapporti con Istituzioni calcola il requisito patrimoniale a fronte
dell’esposizione al rischio di mercato, sulla base della metodologia standardizzata come da normativa di
vigilanza. La Funzione Risk Management effettua un’analisi andamentale del requisito patrimoniale emerso
dal calcolo, verificando che sia coerente con i valori assunti dal requisito stesso nei periodi di analisi
precedenti.
La Funzione Risk Management effettua, inoltre, l’analisi e il monitoraggio dei rischi di mercato sui limiti
assegnati dal Consiglio di Amministrazione. Sulla base dei risultati del monitoraggio e delle prove di Stress,
analizza la capacità del patrimonio della Banca di assorbire eventuali perdite potenziali e individua le azioni
correttive da intraprendere al fine di ridurre il rischio e preservare il patrimonio. La Funzione Risk
Management ha infine il compito di produrre il reporting adeguato per la condivisione dei risultati analitici
ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.
Operatività straordinaria
L’Area Mercati Finanziari (o il referente della Controllata) prima di procedere all’acquisizione di nuovi
strumenti finanziari da includere nel portafoglio di negoziazione, deve richiedere alla Funzione Risk
Management una valutazione dell'impatto sul VaR, al fine di attivare la richiesta di autorizzazione allo
sconfinamento, nel caso di superamento dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione. Al termine
dell’analisi, la Funzione Risk Management comunica i risultati al responsabile dell’Area Mercati Finanziari
(o al referente della Controllata) e se gli impatti risultano rilevanti, informa il Comitato Rischi per
l’eventuale approvazione dell’operazione e avvio delle attività operative.
Lo stesso vale per le operazioni di importo rilevante, per le quali il responsabile dell’Area Mercati Finanziari
(o il referente della Controllata) chiede il supporto della Funzione Risk Management nell’attività di
valutazione dei possibili impatti sul profilo di rischio.
d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Stress test
Gli scenari di stress sono definiti dalla Funzione Risk Management in collaborazione con l’Area Mercati
Finanziari. Le analisi di stress test vengono prodotte sul portafoglio di negoziazione e sui singoli
sottoportafogli. I risultati dell’analisi di stress vengono illustrati all’interno di report che descrivono lo
scenario di maggiore esposizione per ciascun sotto-portafoglio.
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Nel caso di risultati non favorevoli delle prove di stress si procede alla revisione degli scenari di stress o alla
definizione, insieme al Responsabile dell’Area Mercati Finanziari, di linee correttive volte a ridurre il rischio
da proporre al Comitato Rischi.
Reporting
Il Risk Management nello svolgimento dell’attività di monitoraggio, ha il compito di produrre il reporting
adeguato per la condivisione dei risultati analitici ed aggregati con le Aree / Funzioni interessate.
L’attività di reporting si articola su tre livelli:
- reporting operativo;
- reporting limiti;
- reporting direzionale.
Il Risk Management predispone trimestralmente la “Relazione sulla posizione assunta in Conto Proprio” con
le indicazioni essenziali sull’attività in conto proprio svolta dalla Banca nel periodo considerato.
RISCHIO OPERATIVO
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla
disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale
tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità
dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali; nel rischio operativo rientra il rischio legale.
Banca Intermobiliare adotta il metodo Base ai fini regolamentari ed il metodo Standardizzato ai fini
gestionali.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di Governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio operativo.
Gli attori coinvolti nel rischio operativo sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Internal Audit;
- Organizzazione;
- Sistemi Informativi e Servizi Generali.
- Altre Funzioni Operative
Per le società controllate, il Consiglio di Amministrazione svolge un ruolo centrale nella definizione di ruoli
e responsabilità per ciascuna funzione coinvolta nel processo Operational Risk Management –ORM-,
definendo, ove necessario, un referente ORM o affidando le attività direttamente alla Capogruppo
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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Il processo di operational risk management ha la finalità di gestire, controllare e mitigare il rischio Operativo
e si configura in quattro fasi:
- identificazione – definizione/aggiornamento modello;
- misurazione – raccolta dati;
- misurazione - valorizzazione;
- mitigazione e gestione.
Modello
La fase di identificazione consiste nella localizzazione degli eventi di perdita operativa che possono sorgere
sulle attività, sui business e sui centri di responsabilità.
Raccolta dati
La seconda fase del processo di ORM consiste nella raccolta dei dati necessari alla misurazione dei rischi
operativi; in questa fase sono individuati, per mezzo di stime e di perdite, gli impatti economici negativi in
cui la banca può incorrere.
Tale fase si compone i due momenti:
- Risk Self Assessment;
- Loss Data Collection.
Il Risk Self Assessment si configura nella raccolta delle stime delle perdite operative fornite dai centri di
responsabilità. Tale stima consente di determinare una misura di esposizione al rischio operativo che
incorpora una visione prospettica.
L’attività di Loss Data Collection, invece, ha la finalità di raccogliere e classificare le perdite operative che
sono passate a conto economico durante l’esercizio in corso. Tale attività consiste nell’analizzare l’insieme
dei database aziendali e delle scritture contabili per individuare le perdite operative distinte per categoria.
Valorizzazione
I dati raccolti nella fase precedente sono analizzati per identificare gli eventuali interventi organizzativi e
mitigativi al fine di ridurre così gli eventi pregiudizievoli.
Ai fini regolamentari il Gruppo BIM adotta l’approccio BIA, per cui il calcolo del requisito patrimoniale
viene effettuato applicando il 15% del margine di intermediazione medio delle ultime tre osservazioni
annuali.
Informativa al mercato Pillar 3
17
d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Mitigazione
In questa fase si definiscono gli interventi di mitigazione da attuare con priorità maggiore, sulla base dei
risultati delle analisi effettuate nelle fasi precedenti del processo. La fase di gestione del rischio operativo si
pone quindi come obiettivo la valutazione periodica delle strategie per il controllo e la riduzione del rischio,
decidendo, in base alla natura e dell’entità dello stesso, se assumerlo, se attuare politiche di mitigazione o se
trasferirlo a terzi, in relazione alla propensione al rischio espressa dal vertice aziendale.
Reporting
Il reporting per il monitoraggio comprende:
- reportistica Risk Self Assessment
- predisposizione reportistica Loss Data Management.
RISCHIO TASSO SU BANKING BOOK
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Il rischio di tasso d’interesse è definito come il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del
patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni dei tassi di
interesse sulle attività diverse dalla negoziazione (banking book).
La metodologia regolamentare di calcolo dell’indicatore di rischio è articolata come segue:
- determinazione delle valute rilevanti;
- classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali;
- ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia;
- somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce;
- aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute;
- determinazione dell’indicatore di rischiosità.
Determinazione delle valute rilevanti: la normativa stabilisce modalità di calcolo differenziate per singola
valuta; vengono pertanto dapprima individuate quali sono le “valute rilevanti”, il cui peso misurato come
quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario sia superiore al 5%.
Ai fini della metodologia di calcolo dell’esposizione al rischio di tasso d’interesse le posizioni denominate in
“valute rilevanti” sono considerate valuta per valuta, mentre le posizioni in “valute non rilevanti” sono
aggregate, ammettendo la compensazione tra importi espressi in valute diverse.
Informativa al mercato Pillar 3
18
Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali: le attività e le passività a tasso fisso sono
classificate in 14 fasce temporali, in base alla loro vita residua. Le attività e le passività a tasso variabile sono
ricondotte nelle diverse fasce temporali sulla base della data di rinegoziazione del tasso.
Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia: all’interno di ogni fascia temporale le
posizioni attive sono compensate con quelle passive, ottenendo in tale modo la posizione netta. La posizione
netta di ogni fascia è moltiplicata per determinati fattori di ponderazione.
Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce: le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono
sommate tra loro, di conseguenza è ammessa la piena compensazione tra le esposizioni positive e negative
nelle diverse fasce. L’esposizione ponderata netta ottenuta in questo modo approssima la variazione del
valore attuale delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato.
Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute: i valori assoluti delle esposizioni relative alle singole
“valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommati tra loro.
Determinazione dell’indicatore di rischiosità: ottenuto un valore che rappresenta la variazione di valore
economico aziendale a fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse (il valore economico è definito
come valore attuale dei flussi di cassa), si procede al calcolo dell’indicatore di rischiosità, il quale è
rapportato al Patrimonio di Vigilanza (PV) calcolato a fronte del rischio di credito, di mercato e operativo.
Per la gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, la Capogruppo ha deciso di avvalersi
dell’approccio semplificato.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di tasso di interesse sul
portafoglio banking book.
La Capogruppo BIM:
• definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;
• è responsabile della Policy di rischio di tasso di interesse sul banking book.
Gli attori coinvolti nel rischio tasso sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Amministratore Delegato;
- Comitato Rischi;
- Risk Management;
- Area Mercati Finanziari – Funzione ALM;
- Area Servizi Finanziari;
- Area Amministrativa ed Operations;
Informativa al mercato Pillar 3
19
- Internal Audit.
c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Il processo di gestione del rischio di tasso sul banking book ha la finalità di individuare, misurare e
controllare il rischio derivante da variazioni del tasso di interesse e si articola in quattro sottoprocessi:
- definizione/aggiornamento modello;
- definizione/ revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;
- analisi e monitoraggio rischi;
- analisi degli impatti di nuovi prodotti finanziari.
Modello
Tale sotto-processo è strutturato in tre fasi, a loro volta articolate in specifiche attività:
- definizione revisione del modello di misurazione del rischio;
- test del modello di misurazione del rischio di tasso;
- approvazione e delibera del modello di misurazione del rischio di tasso.
Limiti operativi e soglie di sorveglianza
L’obiettivo di tale fase consiste nella definizione o eventuale revisione e nell’assegnazione dei limiti
operativi e delle soglie di sorveglianza riguardanti la gestione del rischio di tasso di interesse sul banking
book a livello di Gruppo e di singola società esposta al rischio.
In base alle soglie di sorveglianza individuate la Funzione di Risk Management attiva un processo per
l’attuazione delle misure correttive.
Monitoraggio rischi e reporting
La Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di rischio tasso, richiedendo apposite
estrazioni dai sistemi dedicati, e alla successiva analisi e validazione della qualità dei dati e delle procedure
di produzione degli indicatori di rischio. In caso di anomalie tecniche e/o funzionali sono individuati gli
interventi correttivi di tipo informatico e/o metodologico/organizzativo da comunicare alle funzioni
interessate. L’andamento dell’esposizione al rischio è oggetto di monitoraggio al fine di verificare su base
giornaliera e/o trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.
Operatività straordinaria
Tale sottoprocesso è attivato in caso di operazioni che possono impattare in misura rilevante le caratteristiche
del portafoglio banking book a livello di Gruppo e di singola Società, quali: l’acquisizione nuovi strumenti
finanziari; l’introduzione di nuovi prodotti creditizi; l’esecuzione di operazioni di importo rilevante.
Informativa al mercato Pillar 3
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d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa della
loro efficacia
Misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book
L’obiettivo di tale fase è l'elaborazione degli indicatori di esposizioni al rischio tasso sul banking book e la
misurazione del rischio.
Al fine di raggiungere tale obiettivo la Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di
rischio tasso richiedendo apposite estrazioni dai sistemi dedicati e successiva analisi e validazione della
qualità dei dati e delle procedure di produzione degli indicatori di rischio, procede quindi all’alimentazione
dei tool di calcolo dell’indicatore di rischio di tasso di interesse.
Monitoraggio dei limiti e delle soglie di sorveglianza
L’obiettivo di tale fase è il monitoraggio dell’andamento dell’esposizione al rischio al fine di verificare su
base giornaliera e/o trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.
I limiti operativi sono oggetto di monitoraggio periodico e gli eventuali sconfinamenti sono, previa analisi
delle cause che li hanno generati, segnalati tempestivamente dalla Funzione Risk Management alla struttura
operativa interessata (Banca o Società Controllata) e sono riportati al Comitato Rischi nel corso della prima
seduta utile.
Reporting
La ripartizione del portafoglio banking book in 14 basket temporali, consente di effettuare un’analisi della
distribuzione delle poste dell’attivo e del passivo in base all’holding period. È possibile in tal modo
individuare le aree dove si presentano gli sbilanci maggiori, nonché un confronto tra la distribuzione del
portafoglio nel periodo in esame e quella dei periodi precedenti.
Banca Intermobiliare si avvale di uno specifico tool per la misurazione dell’indicatore di rischiosità che
prevede la produzione di una reportistica gestionale.
RISCHIO LIQUIDITÀ
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente sotto forma di inadempimento ai propri impegni di pagamento,
e può assumere forme diverse, in funzione dell’ambito in cui tale rischio è generato.
Si distingue tra funding liquidity risk e market liquidity risk.
Per funding liquidity risk si intende il rischio che la banca non sia in grado di far fronte in modo efficiente
alle proprie uscite di cassa sia attese che inattese, correnti e future, e alle esigenze di collateral, senza
pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della banca stessa.
Informativa al mercato Pillar 3
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Per market liquidity risk si intende invece il rischio che la banca non sia in grado di liquidare una attività
finanziaria senza incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di
riferimento o di disordini nello stesso.
Le due forme di rischio di liquidità sono spesso fortemente correlate, e possono manifestarsi a fronte dei
medesimi fattori scatenanti. Solitamente, tuttavia, il market liquidity risk viene ascritto all’ambito dei rischi
di mercato (rischio di prezzo), pertanto i processi e i regolamenti volti a misurare, controllare e mitigare il
rischio di liquidità si focalizzano sull’aspetto del funding risk.
Si distingue inoltre tra:
- mismatch liquidity risk;
- contingency liquidity risk..
Il reperimento dei fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento si articola secondo diverse modalità:
- utilizzando i flussi in entrata derivanti dai propri assets giunti a scadenza;
- detenendo cash o assets facilmente liquidabili;
- ricorrendo a finanziamenti sul mercato interbancario;
- ricorrendo a finanziamenti sul mercato secured: partecipando alle operazioni di rifinanziamento
presso la BCE e/o presso controparti di mercato;
- con emissioni obbligazionarie;
- utilizzando altre forme di raccolta strutturata che non hanno esclusivamente finalità di riduzione del
rischio di liquidità (i.e. cartolarizzazioni).
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di liquidità.
La Capogruppo BIM:
- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;
- è responsabile della Policy del rischio di liquidità;
- è responsabile del Contigency Funding Plan.
Gli attori coinvolti nel rischio di liquidità sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Amministratore Delegato;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management,
- Area Mercati Finanziari-Funzione ALM
- Area Mercati Finanziari-Funzione Capital Market
- Area Strategia e Sviluppo;
- Area Amministrativa ed Operations;
- Internal Audit.
Informativa al mercato Pillar 3
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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
La Banca è attualmente impegnata nello sviluppo di una metodologia per la gestione del rischio di liquidità
in coerenza con il proprio processo gestionale.
La Banca deve quindi:
� valutare la propria posizione finanziaria netta attraverso specifici modelli di misurazione della liquidità a
breve e della liquidità a medio/lungo termine.
� definire e adottare un piano di emergenza, il Contingency Funding Plan –CFP-, per la gestione della
liquidità in condizioni di stress e/o di crisi di liquidità caratterizzate da bassa probabilità di accadimento
e da impatto elevato. Il CFP ha quale principale finalità la protezione del patrimonio della Banca in
situazioni di drenaggio di liquidità attraverso la predisposizione di strategie di gestione della crisi e
procedure per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza.
Il processo di Liquidity Risk Management, la cui finalità è l’individuazione, la valutazione e la gestione del
rischio di liquidità, si articola nelle fasi:
- definizione/revisione del modello;
- definizione/ revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;
- monitoraggio rischi e reporting;
- operatività straordinaria.
Modello
Le attività previste in tale sotto-processo sono in carico alla Funzione di Risk Management che opera in
stretta collaborazione con l’Area Mercati Finanziari. Relativamente alla definizione delle linee guida degli
scenari di stress del rischio di liquidità, è previsto inoltre un coinvolgimento dell’Area Strategia e Sviluppo.
Il sotto-processo è strutturato in quattro fasi:
1. Definizione/ revisione del modello per la gestione del rischio
L’obiettivo di tale fase consiste nel formulare, e successivamente deliberare, la proposta del modello di
gestione del rischio di liquidità (aspetti metodologici, di sistema e/o organizzativi).
2. Definizione del Contingency Funding Plan
L’obiettivo di tale fase consiste nel formulare, e successivamente deliberare, la proposta del Contingency
Funding Plan (aspetti strategici e metodologici).
3. Test del modello di misurazione del rischio di liquidità e degli indicatori di Contingency
L’obiettivo di tale fase consiste nel testare il modello e gli indicatori, anche tramite analisi quantitative e di
stress, al fine di verificarne la validità e la coerenza rispetto all'operatività della Banca e del Gruppo.
Informativa al mercato Pillar 3
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4. Approvazione e implementazione
L’obiettivo di tale fase consiste nell’approvazione e successiva implementazione del modello di gestione del
rischio di liquidità e del Contingency Funding Plan.
Il Comitato Rischi analizza la documentazione metodologica ed eventualmente comunica le osservazioni al
Risk Management.
In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta l’approvazione da parte del Consiglio
di Amministrazione.
La Policy del rischio di liquidità e il piano di Contingency dopo l’approvazione da parte del Consiglio di
Amministrazione sono comunicati alle strutture operative coinvolte nel processo di gestione del rischio.
Limiti operativi e soglie di sorveglianza
L’obiettivo di tale sotto-processo consiste nell’assegnazione o nell'eventuale revisione dei limiti operativi e
delle soglie di sorveglianza riguardanti la gestione del rischio di liquidità a breve e la liquidità strutturale a
livello di Gruppo e di singola società esposta al rischio.
In particolare vengono definiti:
- limiti di liquidità a breve;
- limiti di liquidità strutturale;
- soglie di sorveglianza.
Monitoraggio rischi e reporting
La Funzione Risk Management monitora periodicamente i limiti operativi e segnala tempestivamente alla
struttura operativa interessata (Banca o Società Controllata) gli eventuali sconfinamenti, riportando i più
significativi al Comitato Rischi nel corso della prima seduta utile. Oltre ai limiti operativi, la Funzione Risk
Management monitora anche le soglie di sorveglianza, al fine di anticipare le situazioni di crisi e garantire
una gestione del rischio di liquidità allineata alle linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione
e all’operatività del Gruppo.
Operatività straordinaria
Le Aree operative o il referente della Controllata devono richiedere alla Funzione Risk Management una
valutazione dell'impatto che operazioni di importo rilevante potrebbero avere sul profilo di rischio di
liquidità del Gruppo. La Funzione Risk Management effettua le opportune considerazioni, condividendole
con il responsabile delle Aree proponenti o con il referente della Controllata; se gli impatti risultano rilevanti,
è necessario informare il Comitato Rischi per l’eventuale approvazione dell’operazione e avvio delle attività
operative.
Informativa al mercato Pillar 3
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c) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Il monitoraggio e la gestione del rischio di liquidità vengono condotti sia in condizioni di normale corso
degli affari che in condizioni di stress e/o di crisi di liquidità caratterizzate da bassa probabilità di
accadimento e da impatto elevato.
A tal fine, la Banca ha predisposto un Contingency Funding Plan, che costituisce il documento che individua
gli obiettivi, i processi e le strategie di intervento in caso si verifichino situazioni di stress o di crisi.
Le analisi di stress test sono condotte periodicamente, con frequenza trimestrale, dalla Funzione Risk
Management
Reporting rischio di liquidità
In attesa del completamento del sistema di reporting la Banca si avvale, con frequenza settimanale, delle
informazioni desumibili dai report “liquidità a breve” e “liquidità strutturale banking book”
Il maturity ladder e gli scenari di stress sono in corso di definizione.
RISCHIO STRATEGICO
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Il rischio strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da
cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa
reattività a variazioni del contesto competitivo.
BIM ha sviluppato un framework metodologico a supporto della comprensione e della gestione dei rischi
strategici individuati e analizzati composto dai seguenti modelli di riferimento:
- strategic factors model
- strategic risk model.
Strategic factors model
In tale modello sono individuati i fattori strategici sui quali possono impattare gli eventi di rischio. I fattori
strategici individuati si suddividono in due tipologie:
- fattori strategici di business;
- fattori strategici di governo.
Strategic risk model
In tale modello sono individuate le tipologie di rischio strategico che possono avere ripercussione sulle
strategie della Banca e del Gruppo.
Informativa al mercato Pillar 3
25
Le tipologie di rischio individuate si suddividono in:
- eventi di rischio interni;
- eventi di rischio esterni.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio strategico.
Gli attori coinvolti nel rischio strategico sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Area Strategia e Sviluppo;
- Aree operative;
- Internal Audit.
c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Secondo l’approccio qualitativo adottato dalla Banca e dal Gruppo, i rischi strategici sono rilevati e valutati
dai singoli owner, con il supporto operativo del Risk Management, secondo la metodologia di Risk Self
Assessment.
Il processo di strategic risk management, finalizzato ad individuare, gestire e mitigare il rischio strategico, è
un processo annuale che si articola nelle seguenti quattro fasi:
- analisi preliminare
- rilevazione e valutazione dei rischi
- reporting
- risk treatment
d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Reporting
L’obiettivo principale della fase è la produzione della reportistica direzionale relativa all’esposizione della
Banca e del Gruppo ai rischi strategici.
Risk Treatment
L’obiettivo di questa fase è di definire eventuali interventi correttivi per la mitigazione di rischi ritenuti
troppo elevati.
Informativa al mercato Pillar 3
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RISCHIO REPUTAZIONALE
a) Strategie e processi per la gestione dei rischi
Il rischio reputazionale è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una
percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca,
investitori o autorità di vigilanza.
BIM ha sviluppato un framework metodologico a supporto della comprensione e della gestione dei rischi
reputazionali individuati e analizzati composto dai seguenti modelli di riferimento:
- reputational drivers model;
- stakeholders model;
- modello degli Effetti.
Il reputational drivers model identifica gli ambiti tipici di operatività dai quali possono generarsi eventi di
rischio in grado di influenzare negativamente la reputazione della Banca.
Lo stakeholders model individua i principali soggetti i cui comportamenti sono influenzati dalla reputazione
della Banca.
Il modello degli effetti riporta le possibili conseguenze negative derivanti dal verificarsi di un evento di
rischio reputazionale.
b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio
Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio reputazionale.
La Capogruppo BIM:
- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;
- è responsabile della Policy di rischio reputazionale.
Gli attori coinvolti nel rischio reputazionale sono:
- Consiglio di Amministrazione;
- Comitato Rischi;
- Funzione Risk Management;
- Funzione Compliance e Antiriciclaggio;
- Aree operative;
- Internal Audit.
c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio
Secondo l’approccio qualitativo adottato dalla Banca, i rischi reputazionali sono rilevati e valutati dai singoli
owner, con il supporto operativo del Risk Management, secondo la metodologia di Risk Self Assessment.
Il processo di Reputational Risk Management, finalizzato ad individuare, gestire e mitigare il rischio
reputazionale, è un processo annuale che si articola nelle seguenti quattro fasi:
- analisi preliminare;
Informativa al mercato Pillar 3
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- rilevazione e valutazione del rischio;
- reporting;
- risk treatment.
d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa
della loro efficacia
Reporting
I rischi precedentemente rilevati, valutati e normalizzati sono riportati in specifici report, la cui funzione è
quella di supportare il Consiglio di Amministrazione e il Comitato Rischi nella comprensione delle Aree
principalmente esposte al rischio reputazionale e, conseguentemente, nella definizione degli interventi di
mitigazione dei rischi.
Risk Treatment
L’obiettivo di questa fase è di definire eventuali interventi correttivi per la mitigazione di rischi ritenuti
troppo elevati
Informativa al mercato Pillar 3
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Tavola 2 – Ambito di applicazione
Informativa qualitativa
Il bilancio consolidato include la Capogruppo Banca Intermobiliare e le società da questa direttamente o
indirettamente controllate o collegate. Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Capogruppo
possiede direttamente o indirettamente più della metà dei diritti di voto (anche “potenziali”), o quando, pur
con una quota di diritti di voto inferiore, ha il potere di nominare la maggioranza degli amministratori della
partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della stessa.
Sono considerate collegate, e quindi sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la Capogruppo
direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto (anche “potenziali”) o nelle quali ha
il potere, in virtù di patti di sindacato, di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e
gestionali.
Rispetto al bilancio consolidato al 31.12.2008, l’area di consolidamento del Gruppo Banca Intermobiliare
presenta variazioni di perimetro per la cessione della partecipazione collegata in Ipi S.p.A. iscritta in bilancio
al 31.12.2008 alla voce 100 “Partecipazioni” e successivamente riclassificata e dimessa alla voce 150
“Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.
Si segnala inoltre che in data 29 dicembre 2009 la Capogruppo Banca Intermobiliare ha provveduto mediante
atto pubblico all’acquisizione del 100% delle azioni della società Immobiliare D S.r.l. nell’ambito di una
operazione volta al recupero di un’esposizione creditizia garantita da immobili detenuti dalla partecipazione
acquisita. Detta partecipazione di controllo è stata iscritta tra le attività in via di dismissione così come
disciplinato dall’Ifrs 5. Per maggiori informazioni si fa rimando alla Parte B “Informazioni sullo stato
patrimoniale consolidato” – Sezione 15 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e
passività associate.
Informativa al mercato Pillar 3
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Nel prospetto che segue sono riportate le partecipazioni incluse nell’area di consolidamento. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e in modo congiunto (consolidamento proporzionale)
Rapporto di partecipazione
Denominazioni Sede Tipo di
rapporto (a) Impresa
partecipante
Quota di parteci-pazione
%
Disponibilità voti %
(b)
A. Imprese A. PARTECIPAZIONI DI CONTROLLO A.1 Consolidate integralmente
1. Symphonia SGR S.p.A. Milano 1 Banca Intermobiliare 100% 100%
2. Intra Private Bank S.p.A Verbani
a 1 Banca Intermobiliare 67% 67%
3. Bim Intermobiliare di Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A. Lugano 1
Banca Intermobiliare 100% 100%
4. Patio Lugano SA Lugano 1 Bim Suisse 100% 100%
5. Bim Immobiliare S.r.l Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%
6. Bim Fiduciaria S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%
7. Bim Alternative Investments SGR S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%
8. Bim Insurance Brokers S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 51% 51%
9. Immobiliare D S.r.l. Milano 1 Banca Intermobiliare 100% 100%
(a) Tipo di rapporto: 1. maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria
(b) La disponibilità di voti nell’Assemblea ordinaria sono tutti effettivi
Metodi di consolidamento I bilanci utilizzati per il consolidamento sono quelli appositamente predisposti dalle singole società,
opportunamente adeguati e riclassificati per allinearli ai principi contabili e agli schemi di presentazione
previsti per il bilancio consolidato di Banca Intermobiliare.
I bilanci oggetto di consolidamento sono riferiti alla stessa data di chiusura della Capogruppo.
Oltre alla Capogruppo, tutte le imprese controllate sono consolidate sulla base dei rispettivi bilanci al
31.12.2009, “linea per linea”. Il consolidamento della partecipazione di controllo Immobiliare D è stata
consolidata elidendo il patrimonio netto della società in contropartita del valore di carico della
partecipazione, elidendo i rapporti intercompany e valorizzando la voce di bilancio 150 dell’attivo e voce 90
del passivo.
I valori del bilancio d’esercizio della controllata svizzera che redige la propria situazione contabile nella
propria valuta locale, sono convertiti in € secondo le seguenti modalità: per i valori patrimoniali è stato
utilizzato il cambio corrente della data di chiusura dell’esercizio, mentre per i valori economici il cambio
medio del periodo 01.01.09 – 31.12.09. La differenza tra risultato patrimoniale e risultato economico, dovuta
Informativa al mercato Pillar 3
30
all’utilizzo dei due diversi cambi, nonché la differenza tra la valutazione del capitale sociale al cambio
storico rispetto al cambio di fine periodo sono stati riclassificati nelle riserve di patrimonio netto.
La partecipazione assicurativa in Bim Vita S.p.A. detenuta pariteticamente con la società Fondiaria-Sai
S.p.A. è stata valutata con il metodo del patrimonio netto come previsto dai principi contabili Ias/Ifrs.
Consolidamento integrale Il metodo integrale comporta l’acquisizione “linea per linea” degli aggregati di stato patrimoniale e di conto
economico delle società controllate. Le partecipazioni nelle imprese controllate incluse nel consolidamento
sono state compensate con la corrispondente frazione di patrimonio netto di tali imprese.
Differenza di consolidamento
Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate – dopo l’eventuale imputazione a
elementi dell’attivo o del passivo della controllata – come avviamento nella voce “Attività immateriali” alla
data di primo consolidamento e, successivamente, tra le “Altre riserve”.
Le differenze positive di consolidamento sono oggetto periodicamente ad impairment test al fine di
verificare l’adeguatezza del relativo valore di iscrizione in bilancio. Nel caso in cui il valore recuperabile
dell’avviamento risulti inferiore al valore di iscrizione, si procede alla rilevazione a conto economico della
differenza.
Eliminazione dei rapporti reciproci Dal bilancio consolidato sono stati eliminati: • i rapporti attivi e passivi
• i proventi e gli oneri, relativi ad operazioni effettuate, ed i profitti e le perdite, risultanti da operazioni di
negoziazione.
Dividendi Gli eventuali dividendi delle partecipate, incluse nel consolidamento con il metodo integrale o valutate col
metodo del patrimonio netto, iscritti nel conto economico della partecipante sono eliminati accreditando, in
contropartita, il conto "utili/perdite portate a nuovo" del bilancio consolidato.
Fiscalità differita sulle rettifiche di consolidamento
Le rettifiche operate in sede di consolidamento, qualora ne ricorrano le condizioni, danno luogo alla
rilevazione delle imposte differite e anticipate.
Informativa al mercato Pillar 3
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Valutazione con il metodo del patrimonio netto Il metodo consiste nell’attribuire alle partecipate un valore del loro patrimonio netto pari alla quota di
pertinenza del Gruppo, comprensivo del risultato economico di periodo. In particolare si prevede l’iscrizione
iniziale della partecipazione al costo ed il suo successivo adeguamento sulla base della quota di pertinenza
nel patrimonio netto della partecipata.
Le differenze tra il valore della partecipazione ed il patrimonio netto della partecipata sono incluse nel valore
contabile della partecipata. Se il valore di una partecipazione subisce una riduzione, si procede alla stima del
valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri
che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Il pro quota dei
risultati d’esercizio della partecipata è rilevato in specifica voce del conto economico consolidato.
Il bilancio d’esercizio delle società valutate con il metodo del patrimonio al 31.12.2009 netto è stato redatto
secondo i principi contabili internazionali.
Gruppo Bancario Banca Intermobiliare
Banche Asset management Servizi Fiduciari Assicurazioni Società Immobiliari
BIM Suisse S.A.100%
Symphonia SGR100%
BIM Insurance Broker51%
BIM Immobiliare100%
BIM Fiduciaria S.p.A.100%
BIM Alternative Investments SGR
100%
BIM Vita50%
Patio Lugano SA100%
Intra Private Bank67.8%
• Le azioni che formano il capitale sociale della Banca Intermobiliare S.p.A. sono quotate alla Borsa
di Milano. La società Cofito S.p.A. detiene una partecipazione maggioritaria nel capitale della
Banca e risulta dunque azionista di controllo.
• Banca Intermobiliare S.p.A. controlla direttamente: la Banca Intermobiliare di Investimenti e
Gestioni (Suisse) S.A., le due società di gestione del risparmio (Symphonia Sgr S.p.A. e Bim
Alternative Investments Sgr S.p.A), la fiduciaria Bim Fiduciaria S.p.A e la società immobiliare
Bim Immobiliare S.r.l. Il capitale delle predette società è interamente controllato dalla Capogruppo.
• Intra Private Bank S.p.A., acquisita mediante un’operazione di compravendita avente effetti
Informativa al mercato Pillar 3
32
giuridici, contabili e fiscali a decorrere dal 31 dicembre 2008, è partecipata per il 67,283% da
Banca Intermobiliare S.p.A. e per la quota restante pari al 32,717% da soggetti terzi. In data 29
luglio 2009 l’Assemblea Straordinaria della controllata ha deliberato la modifica della
denominazione sociale in Banca Ipibi Financial Advisory S.p.A o in breve Banca IPIBI.
• Bim Vita S.p.A. è sottoposta al controllo paritetico di Banca Intermobiliare di Investimenti e
Gestioni S.p.A. (50%) e di Fondiaria-Sai S.p.A. (50%).
• Bim Insurance Brokers S.p.A. è partecipata da Banca Intermobiliare S.p.A (51%) e da soggetti
terzi (49%).
• Patio Lugano S.A. (società immobiliare) è controllata al 100% dalla Banca Intermobiliare di
Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A.
Area di consolidamento
Società capogruppo:
• Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni S.p.A.
Società controllate al 100%, consolidate integralmente:
• Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A.
• Symphonia SGR S.p.A.
• Bim Alternative Investments SGR S.p.A.
• Bim Fiduciaria S.p.A.
• Patio Lugano S.A.
Società controllate non al 100%, consolidate integralmente:
• Banca Ipibi Financial Advisory S.p.A
Partecipazioni non del Gruppo bancario Società controllate al 100%, consolidate integralmente:
• Bim Immobiliare S.r.l.
Società controllate non al 100%, consolidate integralmente:
• Bim Insurance Brokers S.p.A.
Società controllate al 100%, consolidate secondo l’IFRS 5:
• Immobiliare D, società in via di dismissione e acquistata per recupero crediti al valore netto di
Euro 100
Società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto:
• Bim Vita S.p.A.
Informativa al mercato Pillar 3
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Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza
Informativa qualitativa
Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma di componenti positive, incluse con alcune
limitazioni, e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella
piena disponibilità del Gruppo, al fine di utilizzarle nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Il patrimonio
di vigilanza è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in
particolare si deducono le interessenze azionarie (partecipazioni e azioni appartenenti al portafoglio di
negoziazione) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di patrimonializzazione e
attività subordinate) emesse da tali enti, nonché i cosiddetti “filtri prudenziali” come meglio precisato nel
seguito. Le interessenze azionarie nonché le altre poste vengono dedotte per il 50% dal patrimonio di base e
per il 50% dal patrimonio supplementare.
Le nuove disposizioni sono finalizzate ad armonizzare i criteri di determinazione del patrimonio di vigilanza
e dei coefficienti con i principi contabili internazionali. In particolare esse prevedono dei cosiddetti “filtri
prudenziali” indicati dal Comitato di Basilea nel disciplinare i criteri a cui gli organismi di vigilanza nazionali
devono attenersi per l’armonizzazione delle norme regolamentari con i nuovi criteri di bilancio.
I filtri prudenziali, che hanno lo scopo di salvaguardare la qualità del patrimonio di vigilanza e di ridurne la
potenziale volatilità indotta dall’applicazione dei nuovi principi, si sostanziano in alcune correzioni dei dati
contabili prima del loro utilizzo ai fini di vigilanza.
In particolare, le nuove disposizioni prevedono che:
- per le attività finanziarie detenute per la negoziazione, siano pienamente rilevanti sia gli utili che le perdite
non realizzati;
- per le attività finanziarie disponibili per la vendita, gli utili e le perdite non realizzati vengano compensati: il
saldo, se negativo riduce il patrimonio di base, se positivo contribuisce per il 50% al patrimonio
supplementare. Inoltre vengono sterilizzati eventuali profitti e perdite non realizzati su crediti classificati
come attività disponibili per la vendita;
- per le partecipazioni detenute in imprese di assicurazione, è prevista la deduzione al 50% dal patrimonio di
base e al 50% da quello supplementare per le quote di società assunte dopo il 20 luglio 2006, mentre le quote
di società assunte prima del 20 luglio 2006 vengono dedotte interamente dal patrimonio di base e
supplementare.
In base alla istruzioni di Vigilanza, il patrimonio del Gruppo creditizio deve rappresentare almeno l’8% del
totale delle attività ponderate (total capital ratio), in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base
alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche sono
inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all’attività di intermediazione: tali rischi di mercato
sono calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione distintamente per i diversi tipi di rischio: rischio di
posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione.
Con riferimento all’intero bilancio, occorre inoltre determinare il rischio cambio ed il rischio di posizione su
Informativa al mercato Pillar 3
34
merci. E’ consentito l’utilizzo di modelli interni per determinare il requisito patrimoniale dei rischi di
mercato; il gruppo Banca Intermobiliare utilizza il metodo standard.
Patrimonio di base
Il patrimonio di base comprende il capitale versato, il sovrapprezzo di emissione, le riserve di utili (inclusa la
riserva di prima applicazione IAS/IFRS diversa da quelle che sono rilevate tra le riserve da valutazione) e il
patrimonio di terzi al netto delle azioni o quote proprie in portafoglio, delle attività immateriali, nonché delle
eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello corrente. Comprende anche eventuali
strumenti innovativi e non innovativi di capitale da computarsi entro i limiti indicati dalla normativa.
Per il Gruppo Banca Intermobiliare non sono presenti strumenti innovativi e non innovativi di capitale.
Dal patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre vengono detratte le interessenze azionarie
(partecipazioni e azioni) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di
patrimonializzazione e attività subordinate) emessi da tali enti, nonché le partecipazioni in società
assicurative assunte dopo il 20 luglio 2006 per una quota pari al 50%.
Per il gruppo banca Intermobiliare non sono presenti interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari da
dedurre dal patrimonio di base.
Patrimonio supplementare
Il patrimonio supplementare include le riserve da valutazione, tenendo conto dei filtri prudenziali, gli
strumenti ibridi di patrimonializzazione, le passività subordinate, al netto di altri elementi negativi.
Le passività subordinate possono essere computate solamente nel limite del 50% del patrimonio di base al
lordo degli elementi da dedurre. Nel caso del Gruppo Banca Intermobiliare il patrimonio supplementare
comprende come prestito subordinato il prestito obbligazionario convertibile emesso, la cui quota
computabile ammonta a 132.124.054 euro, pari appunto al limite summenzionato. L’eventuale eccedenza
può essere computata nel patrimonio di 3’ livello fino a concorrenza dei limiti previsti.
Dal patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre vengono detratte le interessenze azionarie
(partecipazioni e azioni) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di
patrimonializzazione e attività subordinate) emessi da tali enti, nonché le partecipazioni in società
assicurative assunte dopo il 20 luglio 2006 per una quota pari al 50%.
Per il Gruppo Banca Intermobiliare non sono presenti interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari da
dedurre dal patrimonio supplementare.
Patrimonio di terzo livello
Gli elementi patrimoniali rientranti nel patrimonio di 3° livello possono essere utilizzati soltanto a copertura
dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato ed entro il limite del 71,4 per cento dei requisiti stessi. Con
riferimento al Gruppo Banca Intermobiliare al 31.12.2009 sono presenti strumenti computabili ai fini del
calcolo del patrimonio di vigilanza di terzo livello per un importo di 11.577.772 euro, pari appunto al 71,41%
dei rischi di mercato consolidati.
Informativa al mercato Pillar 3
35
In merito alle informazioni sintetiche circa gli elementi patrimoniali degli strumenti innovativi di capitale,
verranno di seguito elencate le principali caratteristiche contrattuali del prestito obbligazionario BIM 1.5%
2005-2015 subordinato convertibile in azioni ordinarie.
Caratteristiche degli strumenti finanziari
Tasso di interesse
Data di emissione
Data di scadenza
Rimborso anticipato a partire
dal
Valore Nominale
Valore computabile
nel patrimonio di
vigilanzaz Prestito obbligazionario subordinato convertibile
1,5% 29/07/2005 29/07/2015 No 154.055.000 132.124.054
Informativa quantitativa
Il capitale interno complessivo è determinato attraverso la quantificazione del capitale interno relativo a tutti
i singoli rischi individuati dalla banca come rilevanti.
Data l’appartenenza della Banca alla classe 3, in virtù del principio di proporzionalità, il capitale interno
complessivo, è stato calcolato secondo il c.d. "approccio a blocchi (Building-block approach)", che consiste
nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi di primo pilastro, l’eventuale capitale interno
relativo agli altri rischi rilevanti (secondo pilastro), tenuto conto anche di esigenze di capitale dovute a
considerazioni di carattere strategico. Tale approccio è un’ipotesi semplificatrice che non tiene conto della
correlazione tra i rischi e del conseguente eventuale beneficio derivante dalla diversificazione degli stessi.
Il Gruppo BIM ha scelto di adottare quale definizione di Capitale Complessivo a copertura dei rischi
originati dall’operatività, la nozione di Patrimonio di Vigilanza consolidato, in virtù di tale assunzione viene
meno la necessità di riconciliare il Capitale Complessivo con il Patrimonio di Vigilanza.
Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09
PATRIMONIO DI BASE (euro con decimali)
ELEMENTI POSITIVI: 1 - Capitale 161,819,593 2 - Sovrapprezzi di emissione 139,779 3 - Riserve 220,005,583 4 - Strumenti non innovativi di capitale 5 - Strumenti innovativi di capitale 6 - Utili del periodo 7,167,541 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio di base 7 - Fair value option:variazioni del proprio merito creditizio 8 - Azioni rimborsabili 9 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di base
10 - Altri filtri prudenziali positivi 11 - Totale degli elementi positivi del patrimonio di base 389,132,496
Informativa al mercato Pillar 3
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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09
ELEMENTI NEGATIVI: 12 - Azioni o quote proprie 33,801,567 13 - Avviamento 65,294,350 14 - Altre immobilizzazioni immateriali 25,788,470 15 - Perdita del periodo Altri elementi negativi 16 - Rettifiche di valore di vigilanza relative al "portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza"
17 - Altri Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base 18 - Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio Riserve negative su titoli disponibili per la vendita: 19 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 20 - Titoli di debito 21 - Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 22 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio di base
23 - Altri filtri negativi 24 - Totale degli elementi negativi del patrimonio di base 124,884,387 PATRIMONIO DI BASE AL LORDO DEGLI ELEMENTI DA DEDU RRE: 25 - Valore positivo 264,248,109 26 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE: Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato
27 - Interessenze azionarie 28 - Strumenti non innovativi di capitale 29 - Srumenti innovativi di capitale 30 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 31 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato
32 - Interessenze azionarie 33 - Strumenti non innovativi di capitale 34 - Srumenti innovativi di capitale 35 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 36 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato
37 - Interessenze azionarie 38 - Strumenti non innovativi di capitale 39 - Srumenti innovativi di capitale 40 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 41 - Strumenti subordinati Partecipazioni in società di assicurazione: 42 - Partecipazioni 43 - Strumenti subordinati 44 - Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive 45 - Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 46 - Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP
Informativa al mercato Pillar 3
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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09
47 - Totale elementi da dedurre TOTALE PATRIMONIO DI BASE: 48 - Valore positivo 264,248,109 49 - Valore negativo
PATRIMONIO SUPPLEMENTARE
ELEMENTI POSITIVI: Riserve da valutazione Attività materiali 50 - Leggi speciali di rivalutazione 51 - Attività materiali ad uso funzionale 14,168,485 Riserve positive su titoli disponibili per la vendita: 52 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 1,415,480 53 - Titoli di debito 1,000,139 54 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base 55 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base 56 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 57 - Passività subordinate di 2° livello 132,124,054.5 58 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese 59 - Plusvalenze nette su partecipazioni 60 - Altri elementi positivi 565,689 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio supplementare 61 - Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 62 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrim. supplementare
63 - Altri filtri positivi 64 - Totale degli elementi positivi del patrimonio supplementare 149,273,847.5 ELEMENTI NEGATIVI: 65 - Minusvalenze nette su partecipazioni 66 - Crediti 67 - Altri elementi negativi Filtri prudenziali: deduzioni dal patrimonio supplementare 68 - Quota non computabile della riserva da valutazione su attività materiali ad uso funzionale
Quota non computabile delle riserve positive su titoli disponibili per la vendita: 69 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 707,740 70 - Titoli di debito 500,070 71 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel PS 72 - Passività subordinate di 2° livello e strumenti ibridi di patrimonializzazione oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel PS.
73 - Altri filtri negativi 74 - Totale elementi negativi del patrim. supplementare 1,207,809.5 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE AL LORDO DEGLI ELEMENTI D A DEDURRE:
75 - Valore positivo 148,066,038 76 - Eccedenza rispetto al patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre 77 - Valore positivo ammesso 148,066,038 78 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE:
Informativa al mercato Pillar 3
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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09
Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato
79 - Interessenze azionarie 80 - Strumenti non innovativi di capitale 81 - Srumenti innovativi di capitale 82 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 83 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato
84 - Interessenze azionarie 85 - Strumenti non innovativi di capitale 86 - Srumenti innovativi di capitale 87 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 88 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato
89 - Interessenze azionarie 90 - Strumenti non innovativi di capitale 91 - Srumenti innovativi di capitale 92 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 93 - Strumenti subordinati Partecipazioni in società di assicurazione: 94 - Partecipazioni 95 - Strumenti subordinati 96 - Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive 97 - Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 98 - Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP 99 - Totale elementi da dedurre PATRIMONIO SUPPLEMENTARE: 100 - Valore positivo 148,066,038 101 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE DAL PATRIMONIO DI BASE E DAL P ATRIMONIO SUPPLEMENTARE:
Partecipazioni in società di assicurazione 102 - Partecipazioni 5,996,245 103 - Strumenti subordinati 104 - Totale elementi da dedurre dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare
5,996,245
PATRIMONIO DI VIGILANZA
105 - Valore positivo 406,317,902 106 - Valore negativo
PATRIMONIO DI 3° LIVELLO (euro con decimali)
ELEMENTI POSITIVI 107 - Passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare 11,577,772.66 108 - Passività subordinate di 3° livello 109 - Totale elementi positivi patrimonio di 3° livello 11,577,772.66 ELENMENTI NEGATIVI Filtri prudenziali: deduzioni dal patrimonio di 3° livello:
Informativa al mercato Pillar 3
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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09
110 - Passività subordinate di 2° e 3° livello oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di 3° livello
111 - Altre deduzioni PATRIMONIO DI 3° LIVELLO 112 - Valore positivo 11,577,772.66 113 - Eccedenza rispetto all'ammontare computabile 114 - Valore positivo ammesso 11,577,772.66
PATRIMONIO DI VIGILANZA INCLUSO IL PATRIMONIO DI 3 ° LIVELLO 115 - Valore positivo 417,895,674.6 116 - Valore negativo
Il patrimonio supplementare prima dell’applicazione dei filtri prudenziali comprende il valore del prestito
subordinato convertibile emesso da Banca Intermobiliare S.p.A. computato entro i limiti previsti dalla
normativa di vigilanza.
Informativa al mercato Pillar 3
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Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale
Informativa qualitativa
Per quanto riguarda i requisiti prudenziali, sono stati tutti calcolati secondo la normativa della circolare 263,
che per tali requisiti è entrata in vigore dalla segnalazione di marzo 2008.
Tali requisiti comprendono il rischio di credito e controparte, che sono stati riuniti sotto un’unica voce, i
rischi di mercato, il requisito “rischio operativo”, da intendersi come “il rischio di subire perdite derivanti
dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi
esogeni”.
Il rischio di credito e controparte è stato calcolato secondo la metodologia standardizzata, mentre il rischio
operativo è stato calcolato con il metodo base.
Come risulta dalla tabella sulla composizione del patrimonio di vigilanza e dei rischi, il Gruppo al 31
dicembre 2009 presenta un rapporto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate pari al 9,87% ed un
rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio ponderate pari al 15,61%.
Il capitale libero (Excess Capital) è pari a €/mln. 204 (€/mln. 140 a/a) ed è calcolato come differenza tra il
patrimonio di vigilanza incluso il Tier 3 ed il totale dei requisiti prudenziali pillar I.
Nella formulazione delle ipotesi di futuro sviluppo delle attività del Gruppo viene costantemente monitorato
il rispetto dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori necessari ad assecondare la crescita quantitativa e
qualitativa degli impieghi e più in generale delle attività di rischio; ciò avviene correlando tale crescita con il
relativo sviluppo reddituale e verificandone la conseguente capacità di autofinanziamento.
La Funzione Risk Management è responsabile della quantificazione del Capitale Interno Complessivo sia in
ottica attuale che prospettica.
La determinazione del Capitale Interno Complessivo è effettuata aggregando i requisiti patrimoniali dei
rischi di Primo Pilastro con i capitali interni dei rischi di Secondo Pilastro secondo un approccio building
block semplificato, come indicato dalla normativa per le banche di Classe 2 e 3. L’approccio building block
consiste nel sommare algebricamente i singoli capitali interni per ottenere il Capitale Interno Complessivo.
L’Area Strategia e Sviluppo verifica che il Capitale Interno Complessivo prospettico predisposto sia
adeguato agli obiettivi del piano strategico, con lo specifico obiettivo di accertarsi che l’impatto sul
fabbisogno di capitale derivante da eventuali operazioni straordinarie sia correttamente valutato. In tale
contesto viene determinata anche l’eventuale misura aggiuntiva di capitale a sostegno di iniziative di natura
strategica.
L’Area Amministrativa e Operations predispone le informazioni contabili e di vigilanza per la
determinazione della struttura del Capitale Complessivo in ottica attuale e prospettica.
Il Capitale Complessivo è rappresentato dall’insieme degli elementi patrimoniali, che la Banca ritiene
possano essere utilizzati a copertura del Capitale Interno Complessivo, relativo a tutti i rischi assunti.
Informativa al mercato Pillar 3
41
La Funzione Risk Management in questa fase del processo verifica che il Capitale Complessivo sia adeguato,
rispetto al Capitale Interno Complessivo.
Per gli elementi patrimoniali del Capitale Complessivo, non riconducibili alla definizione di Patrimonio di
Vigilanza ma utilizzabili dalla Banca a copertura del Capitale Interno Complessivo, si procede ad
un’adeguata formalizzazione delle motivazioni che hanno condotto alla loro inclusione.
Qualora si rilevi un fabbisogno di Capitale Interno Complessivo eccedente il Capitale Complessivo
disponibile, la Funzione Risk Management, in seguito alla condivisione con l’Area Amministrativa e
Operations, richiede all’Area Strategia e Sviluppo l’individuazione delle azioni correttive da intraprendere.
La stessa Funzione Risk Management procede alla condivisione delle azioni correttive con le altre funzioni
coinvolte e con il Comitato Rischi. Tali azioni correttive vengono esaminate ed approvate dal CdA.
Informativa quantitativa
Di seguito si riportano la misurazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito e di controparte per
asset class regolamentare, come risultano al 31/12/2009 (importi in Euro). Per BIM Suisse ed Intra Private
Banking (IPB) è stato riportato il totale complessivo non essendo disponibile la medesima fotografia per
asset class regolamentari uniformi.
BIM BIM SUISSE BANCA IPIBI Rischio di Credito e Rischio di Controparte Credito Controparte
Credito +
Controparte
Credito +
Controparte
CLASSE DI ATTIVITA’
Amministrazioni centrali e banche centrali
35,575 -
Intermediari vigilati 14,067,746 1,125,611 Enti territoriali 15,794 - Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico
284,509 11,110
Banche multilaterali di sviluppo 3,784 - Organizzazioni internazionali - - Imprese e altri soggetti 77,535,721 4,597,742 Esposizioni al dettaglio 9,650,808 26,272 Esposizioni a breve termine verso imprese
- -
Esposizioni verso OICR 1,953,584 401 Esposizioni garantite da immobili
9,020,904 -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite
- -
Esposizioni scadute 31,340,729 - Esposizioni ad alto rischio 3,216,224 - Altre esposizioni 10,519,801 - Totali Parziali 157,645,178 5,761,137 5,504,179 4,307,136 Requisito Rischio di Credito + Controparte
163,406,315 5,504,179 4,307,136
Informativa al mercato Pillar 3
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Rischio di mercato
Di seguito si riporta il Capitale Interno a fronte dei rischi di mercato al 31/12/2009 articolati secondo le
metriche regolamentari (importi in Euro). Il requisito a fronte del rischio di mercato consolidato è dato dalla
somma dei requisiti individuali calcolati dalla Capogruppo, IPB e da Bim Suisse.
Rischio di Mercato BIM BIM SUISSE BANCA IPIBI CONSOLIDATO
Rischio di Posizione
Rischio Generico - Titoli di Debito 2,550,466 216,366 39,619 2,806,451 Rischio Specifico - Titoli di Debito 8,757,019 285,117 - 9,042,136 Rischio Generico - Titoli di Capitale 576,081 49,205 - 625,286 Rischio Specifico - Titoli di Capitale 978,249 49,205 - 1,027,454 OICR 992,321 - - 992,321 Opzioni 437,196 - - 437,196 Rischio di Cambio 1,263,972 18,199 - 1,282,171 Rischio di Posizione su merci 83 - - 83 Rischio di Regolamento - - - - Rischio di Concentrazione - - - - Totale Requisito Rischio di Mercato 15,555,387 618,092 39,619 16,213,098
Rischi operativi
Di seguito si riportano la misurazione del Capitale Interno a fronte dei rischi operativi al 31/12/2009
Rischio Operativo BIM CONSOLIDATO
Margine di Intermediazione
Margine di intermediazione 31.12.2009 113,523,746 152,565,626 Margine di intermediazione 31.12.2008 86.366.409 104.112.424 Margine di intermediazione 31.12.2007 247.746.648 272.016.942 Requisito Rischi Operativi Metodo Base 22,381,840 26,434,750
Coefficienti patrimoniali La posizione patrimoniale consolidata al 31 dicembre 2009 si attesta su valori di solidità (Capital Supply di
circa 417 mln Euro a fronte di Capital Demand, o Capitale Interno Complessivo, di circa 247 mln di Euro);
si evidenza una disponibilità di Capitale complessivo di circa 171 milioni di Euro (Pillar I + Pillar II).
Si riportano di seguito i principali indicatori Tier I Ratio e Solvency Ratio (Total Capital Ratio) alla data di
riferimento.
Tier I Ratio 9.87% Total Capital Ratio 15.61%
Informativa al mercato Pillar 3
43
Tavola 5 - Rischio di credito : informazioni generali riguardanti tutte le banche
Informativa qualitativa
L’attività creditizia del Gruppo Banca Intermobiliare è rivolta prevalentemente alla clientela private con la
quale il gruppo intrattiene o intende intrattenere un rapporto di prestazione di servizi di investimento e/o
gestione patrimoniale. Coerentemente con la missione del Gruppo, l’attività creditizia ha un ruolo
complementare alla primaria attività di investimento in strumenti finanziari, di gestione e strutturazione dei
patrimoni della clientela e di fidelizzazione nel tempo.
Coerentemente con la definizione condivisa in letteratura ed a livello di sistema, con rischio di credito si
intende la possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio del debitore possa causare una
corrispondente variazione inattesa nel valore di mercato della propria esposizione nei confronti del Gruppo
Banca Intermobiliare. La gestione avviene in due momenti distinti del processo del credito:
- nella fase di valutazione iniziale
- nel corso di tutto il perdurare del rapporto con la controparte.
Al fine di elevare la qualità creditizia del portafoglio crediti il Gruppo Banca Intermobiliare ha ritenuto
opportuno concentrare tutte le fasi relative all’assunzione ed al controllo del rischio presso la Direzione
Generale della Banca ottenendo così, mediante la specializzazione delle risorse e la separazione delle funzioni
ad ogni livello decisionale, un’elevata omogeneità nella concessione del credito ed un forte monitoraggio
delle singole posizioni.
Il processo di erogazione del credito è regolamentato da una codificata procedura interna che definisce i ruoli
degli organi e delle funzioni coinvolte. Nell’ambito e nel rispetto del sistema delle deleghe previsto dal
Consiglio di Amministrazione, sono state assegnate specifiche responsabilità per le attività di valutazione e
assunzione dei rischi. In particolare le Filiali della banca hanno un autonomia deliberativa nell’assunzione del
rischio del credito molto limitata e comunque l’istruttoria delle singole proposte viene sempre eseguita a cura
degli uffici di Direzione. Ai punti operativi è demandato, per contro, lo sviluppo del business sul territorio e
la gestione della relazione con la clientela.
Le attività connesse al credito sono accentrate nell’Area Servizi Finanziari la quale ricomprende:
- l’Ufficio Analisi del Credito a cui è stata demandata l’attività di istruttoria e di valutazione del merito
creditizio della clientela richiedente;
- la Funzione Credito a cui sono state demandate tutte le attività connesse alla messa a disposizione ed
all’amministrazione degli affidamenti deliberati;
- l’Ufficio Monitoraggio e Reportistica a cui è stato demandato il presidio della qualità dei singoli
affidamenti e la verifica nel tempo delle garanzie reali assunte in appoggio agli affidamenti. Segue inoltre
le attività di recupero per le posizioni anomale ed incagliate;
Informativa al mercato Pillar 3
44
Inoltre alla Funzione Risk Management è stato demandato di eseguire il controllo sui rischi di mercato, di
controparte e operativi del Gruppo.
Il rischio di credito è presidiato nel continuo con l’ausilio di procedure e strumenti che consentano una
tempestiva individuazione delle posizioni che presentino particolari anomalie. L’attività di controllo del
credito si basa su una serie di attività svolte con diversa cadenza temporale (giornaliera, settimanale, mensile,
trimestrale e annuale) tutte dedicate alla rilevazione (automatiche e non) di quei diversi indici che possono
segnalare un possibile decadimento della qualità della posizione affidata: anomalo andamento dei rapporti,
perdita di valore delle garanzie accessorie, ritorni negativi sul Sistema (centrale dei rischi, Cai, Cerved ecc,).
Anomalo andamento dei rapporti
- l’attività giornaliera di verifica degli sconfinamenti (procedura sconfini di Cedacri) gestiti in automatico in
base alla griglia di poteri autorizzativi delegati dal C.d.A alle diverse figure aziendali;
- attività mensile di controllo degli scaduti impagati;
- segnalazione trimestrale delle posizioni evidenzianti sconfinamenti persistenti;
Perdita di valore delle garanzie accessorie
- verifica settimanale della congruità delle garanzie pignoratizie tramite applicativo Simox;
- verifica annuale della congruità delle garanzie ipotecarie con applicativo Ribes che sottopone a revisione i
valori delle perizie presenti negli archivi informatici della Banca;
Ritorni negativi sul sistema
- verifica le anomalie rilevate in automatico sui flussi di ritorno Banca d’Italia;
- verifica le segnalazioni in Cai di clienti;
-
La Funzione Risk Management effettua trimestralmente l’analisi andamentale dei requisiti patrimoniali dal
calcolo del rischio di credito e di concentrazione, verificando che siano coerenti con i valori assunti dai
requisiti stessi nei periodi di analisi precedente. Successivamente sottopone i risultati a prove di stress e sulla
base di tali risultati effettua un’analisi sulla capacità del patrimonio del Gruppo di assorbire perdite potenziali
e sulle azioni correttive da intraprendere al fine di ridurre il rischio e preservare il patrimonio.
Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione dell’affidamento, la valutazione del merito
creditizio è fondata in prima istanza sull’effettiva capacità del debitore di far fronte agli impegni assunti e
sulla capacità di generare flussi finanziari adeguati (definita dall’Organo di Vigilanza capacità
“esdebitatoria” dell’affidato). A fronte delle concessioni di credito, Banca Intermobiliare acquisisce dalla
controparte idonee garanzie reali su immobili e pegno di strumenti finanziari, oltre a garanzie personali
(contratto autonomo di garanzia). Data l’importanza del ruolo esercitato dalla garanzia nella valutazione
della rischiosità dell’affidamento, la congruità delle garanzie pignoratizie viene monitorato settimanalmente
attraverso la procedura Simox mentre per le garanzie ipotecarie viene aggiornato annualmente il valore di
perizia tramite la procedura Ribes.
Informativa al mercato Pillar 3
45
Nell’ottica di mitigazione del rischio di credito vengono altresì attivati contratti di marginatura a garanzia
delle esposizioni della clientela nei confronti della Banca con riferimento a strumenti finanziari OTC (Over
The Counter). Il monitoraggio di queste posizioni viene effettuato dalla Funzione Risk Management.
A tutela del rischio controparte vengono utilizzati contratti ISDA (International Swaps and Derivatives
Association, considerato il contratto benchmark di mercato) che permettono di beneficiare di un quadro
normativo a garanzia dell’eventuale netting/unwinding – compensazione/smontaggio delle posizioni con
controparti insolventi.
Attività finanziarie deteriorate
In Banca Intermobiliare i crediti problematici vengono gestiti nell’ambito dell’Area Servizi Finanziari con
riferimento alle posizioni censite a sconfinamenti persistenti, a ristrutturate e ad incaglio e dall’Area Legale e
Controllo con riferimento alle sofferenza.
L’Ufficio Monitoraggio e Reportistica svolge le seguenti attività:
- propone la revoca degli affidamenti per le nuove posizioni in default;
- fornisce assistenza e consulenza per il perfezionamento di accordi di rientro e di ristrutturazione a
sostegno della clientela;
- svolge azioni finalizzate al recupero dei crediti in default e all’acquisizione di garanzie aggiuntive;
- stima le perdite attese in modo analitico a livello di singolo rapporto cliente.
L’Ufficio Legale svolge le seguenti attività:
- successivamente alla delibera di passaggio a sofferenza da parte del comitato competente, gestisce la
chiusura dei rapporti intestati al cliente ed implementa la Procedura sofferenza;
- collabora con lo Studio legale esterno per il recupero del credito e alla stima delle perdite attese in modo
analitico per ciascun rapporto cliente;
- propone eventuale passaggio a perdita in caso di esito negativo delle azioni di recupero del credito e/o non
economicità delle azioni medesime.
Informativa al mercato Pillar 3
46
Informativa quantitativa Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità
Gruppo bancario
Altre imprese
Totale
S
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1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
- - - - 512.731 - 512.731
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
- - - - 276.832 - 276.832
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
- - - - 5.551 - 5.551
4. Crediti verso banche - - - - 441.354 - 499 441.853
5. Crediti verso clientela 138.461 106.760 1.541 79.690 1.406.405 - 319 1.733.176
6. Attività finanziarie valutate al fair value
- - - - - - -
7. Attività finanziare in corso di dismissione
- - - - - - -
8. Derivati di copertura - - - - - - -
Totale 2009 138.461 106.760 1.541 79.690 2.642.873 - 818 2.970.143
Totale 2008 16.325 193.535 - 26.374 3.061.448 - 505 3.298.187
Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori Esposizione
lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore di
portafoglio
Esposizione Netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze - - - - b) Incagli - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - d) Esposizioni scadute - - - - e) Altre attività 441.354 - - 441.354
TOTALE A 441.354 - - 441.354 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate - - - - b) Altre - - - -
TOTALE B - - - -
Informativa al mercato Pillar 3
47
Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori Esposizione
lorda
Rettifiche di valore specifiche
Rettifiche di valore di
portafoglio
Esposizione Netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 203.490 (65.029) X 138.461 b) Incagli 108.320 (1.560) X 106.760 c) Esposizioni ristrutturate 1.989 (448) X 1.541 d) Esposizioni scadute 80.387 (697) X 79.690 e) Altre attività 1.418.754 X (12.349) 1.406.405
TOTALE A 1.812.940 (67.734) (12.349) 1.732.857 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 2.435 (906) X 1.529 b) Altre 77.438 X (740) 76.698
TOTALE B 79.873 (906) (740) 78.227 TOTALE (A+B) 1.892.813 (68.640) (13.089) 1.811.084
Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela
Esposizioni/Aree
geografiche ITALIA
ALTRI PAESI EUROPE
AMERICA ASIA RESTO DEL
MONDO
Esp
osi
zion
e lo
rda
Esp
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Esp
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Esp
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Esp
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e n
etta
Esp
osi
zion
e lo
rda
Esp
osi
zion
e n
etta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze 135.788 (54.107) 2.625 (3.362) - - - - 35 (7.559)
A.2 Incagli 106.533 (1.459) 52 (23) 174 (78) - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate 1.541 (448) - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute 79.675 (695) - - - - - - 3 - A.5 Altre esposizioni 1.495.388 (12.290) 165.764 (30) 51.114 (18) 1.025 (9) 35 -
TOTALE 1.818.925 (68.999) 168.441 (3.415) 51.288 (96) 1.025 (9) 73 (7.559) B. Esposizioni “fuori bilancio”
B.1 Sofferenze - - 900 (900) - - - - - -
B.2 Incagli 629 (6) - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate 138 (1) - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni 100.204 (731) 9.186 (8) - - - - - -
TOTALE 100.971 (738) 10.086 (908) - - - - - -
TOTALE 2009 1.919.896 (69.737) 178.527 (4.323) 51.288 (96) 1.025 (9) 73 (7.559)
TOTALE 2008 (118.676) (1.809.577) (1.013) (42.769) (18) (1.730) (10) (1.276) 125 -
Informativa al mercato Pillar 3
48
Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso banche Esposizioni/Aree geografiche
ITALIA ALTRI PAESI
EUROPE AMERICA ASIA
RESTO DEL MONDO
Esp
osi
zio
ne
lord
a
Esp
osi
zio
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net
ta
Esp
osi
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lord
a
Esp
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lord
a
Esp
osi
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ne
net
ta
Esp
osi
zio
ne
lord
a
Esp
osi
zio
ne
net
ta
Esp
osi
zio
ne
lord
a
Esp
osi
zio
ne
net
ta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -
A.2 Incagli - - - - - - - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - A.5 Altre esposizioni 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - -
TOTALE 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - - B. Esposizioni “fuori bilancio”
B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -
B.2 Incagli - - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni - - - - - - - - - -
TOTALE - - - - - - - - - -
TOTALE 2009 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - -
TOTALE 2008 326.839 326.839 72.143 72.143 10.163 10.163 - - - -
Informativa al mercato Pillar 3
49
Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela
Esposizioni/Controparti
Governi Altri enti pubblici
Società finanziarie
Imprese di assicurazione
Imprese non finanziarie
Altri soggetti
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tafo
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Re
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he
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fiche
Re
ttific
he
valo
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tafo
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A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - 4.226 (4.555) - - - - 121.0
18
(36.892) - 13.219
(23.581) -
A.2 Incagli - - - - - - 29.655 (58) - - - - 75.42
2
(1.065) - 1.682
(437) - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - 745
(432) - 796
(16) -
A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - -
73.532
(657) - 6.159
(38) -
A.5 Altre esposizioni
125.116 - -
1.109 - - 284.740 - (89) 8.580 - -
776.138 -
(7.517) 517.477 -
(4.744)
TOTALE (A)
125.116 - -
1.109 - - 318.621 (4.613) (89) 8.580 - -
1.046.855
(39.046)
(7.517) 539.333
(24.072)
(4.744)
B. Esposizioni “fuori bilancio” -
B.1 Sofferenze - - - - - - 900 (900) - - - - - - - - - -
B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - 629
(6) - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - 138
(1) -
B.4 Altre esposizioni - - - - - - 22.678 - (11) - - -
55.157 -
(527) 31.557 -
(201)
TOTALE (B) - - - - - - 23.578 (900) (11) - - - 55.78
6
(6)
(527) 31.695
(1)
(201)
TOTALE (A+B) 2009
125.116 - - - - - 342.199 (5.513) (100) 8.580 - -
1.102.641
(39.052)
(8.044) 571.028
(24.073)
(4.945)
TOTALE (A+B) 2008 - - - - - - 494.451 (4.585) (70) - - -
769.947
(28.955)
(3.704) 545.786
(29.234)
(3.382)
Informativa al mercato Pillar 3
50
Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie Valuta di denominazione €/000
Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni
Da oltre 7 giorni a 15 giorni
Da oltre 15 giorni a 1 mese
Da oltre 1 mese fino a 3 mesi
Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi
Da oltre 6 mesi fino a 1 anno
Da oltre 1 anno fino a 5 anni
Oltre 5 anni
Attività per cassa
A.1 Titoli di Stato - - - - 140 40.046 2.028 79.957 2.054
A.2 Titoli di debito - 3.934 54 40 89.844 50.448 124.794 280.542 132.371
A.3 Quote OICR - - - - - - - - 68.157
A.4 Finanziamenti
- Banche 202.324 - - 772 17.713 2.013 - - 8.302
- Clientela 958.562 173 - 18.932 17.733 14.536 19.481 225.110 414.344
Passività per cassa
B.1 Depositi e conti correnti
- Banche (7.167) (2.000) (2.000) (8.688) (13.002) - (10.000) (244.955) -
- Clientela (1.445.31
6) - - (1.131) - - - (5.015) (8.825)
B.2 Titoli di debito - - - - (4.600) (34.131) (6.360) (144.924) (180.628)
B.3 Altre passività (1.581) (9.136) (27.995) (27.864) (42.228) (7.327) (94.627) - (2.045)
Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - 22.900 11.862 28.352 102.094 99.632 56.572 664 -
- Posizioni corte - 27.661 26.210 22.378 99.897 99.370 56.900 3.740 - C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- Posizioni lunghe 7.389 - - - - - - - -
- Posizioni corte (10.002) - - - - - - - - C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate e soggette al rischio paese lorde
Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate
Esposizioni scadute
Rischio Paese
A. Esposizione lorda iniziale 46.579 225.144 - 26.563 46.579
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -
B. Variazioni in aumento
B.1 ingressi da crediti in bonis 723 147.526 812 79.818 723 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 153.471 - 1.177 - 153.471
B.3 altre variazioni in aumento 4.398 8.659 - 19 4.398
C. Variazioni in diminuzione
C.1 uscite verso crediti in bonis (24) (92.222) - (26.013) (24)
C.2 cancellazioni (1.480) (320) - - (1.480)
C.3 incassi (177) (25.849) - - (177)
C.4 realizzi per cessioni - - - - - C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (154.618) - - -
C.6 altre variazioni in diminuzione - - - - -
D. Esposizione lorda finale 203.490 108.320 1.989 80.387 203.490
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -
Informativa al mercato Pillar 3
51
Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate
Esposizioni scadute
Rischio Paese
A. Rettifiche complessive iniziali 30.255 31.609 - 184 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -
B. Variazioni in aumento
B.1. rettifiche di valore 1.511 - - - - B.2. trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 21.423 - 432 - -
B.3. altre variazioni in aumento 23.974 1.299 16 513 -
C. Variazioni in diminuzione
C.1. riprese di valore da valutazione (6.459) - - - -
C.2. riprese di valore da incasso (5.675) - - - -
C.3. cancellazioni - (4.061) - - - C.4. trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (21.907) - - -
C.5. altre variazioni in diminuzione - (5.380) - - -
D. Rettifiche complessive finali 65.029 1.560 448 697 -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -
Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: di pertinenza del gruppo bancario
Le rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti si riferiscono interamente a società di pertinenza del Gruppo Bancario.
Rettifiche di valore Riprese di valore
Specifiche Specifiche Di portafoglio Operazioni/Componenti
reddituali
Cancella-zioni Altre
Di portafogli
o
Da interessi
Altre riprese
Da interessi
Altre riprese
Totale 2009
Totale 2008
A. Crediti verso banche
- Finanziamenti - - - - - - - - -
- Titoli di debito - - - - - - - - -
B. Crediti verso clientela
- Finanziamenti (2.120) (21.509) (7.282) 2 12.688 - - (18.221) (22.270)
- Titoli di debito - - - - - - - - -
C. Totale (2.120) (21.509) (7.282) 2 12.688 - - (18.221) (22.270)
Le rettifiche di valore di portafoglio si riferiscono alle svalutazioni generiche effettuare sui crediti verso la
clientela per le forme tecniche dei conti correnti, mutui e finanziamenti e sui crediti firma.
Informativa al mercato Pillar 3
52
Tavola 6 – Rischio di credito : informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate
Informativa qualitativa
La disciplina prudenziale per i gruppi bancari, regolamentata dalla circolare n. 263/06, prevede la possibilità
nell’ambito del rischio di credito di utilizzare il metodo standardizzato, tale scelta contempla le seguenti
implicazioni:
• la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”), a seconda della natura della
controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di svolgimento di
quest’ultimo;
• l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione diversificati, eventualmente
anche in funzione di valutazioni del merito creditizio rilasciate da un soggetto terzo riconosciuto
dalla Banca d’Italia (External Credit Assesment Institution - ECAI) ovvero da agenzie di credito alle
esportazioni (Export Credit Agency - ECA) riconosciute dalla Banca d’Italia o da un’autorità
competente di altro Stato comunitario.
Banca Intermobiliare utilizza le valutazioni del merito creditizio rilasciate all’Agenzia specializzata (ECAI)
di rating Moody’s. Tale agenzia viene utilizzata per la determinazione dei fattori di ponderazione delle
esposizioni ricomprese nei seguenti portafogli:
� Esposizioni v/amministrazioni centrali e banche centrali: Caratteristiche del rating – unsolicited;
� Esposizioni v/organizzazioni internazionali: Caratteristiche del rating – unsolicited;
� Esposizioni v/banche multilaterali di sviluppo: Caratteristiche del rating – unsolicited;
� Esposizioni v/imprese ed altri soggetti: Caratteristiche del rating – solicited;
� Esposizioni v/organismi di investimento collettivo del risparmio: Caratteristiche del rating –
solicited;
� Posizioni v/cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine;
� Posizioni v/cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine. Per tutte le altre esposizioni non ricomprese nelle classi regolamentari di cui sopra, si fa invece riferimento ai
diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa stessa per la metodologia standardizzata.
Informativa al mercato Pillar 3
53
Informativa qualitativa
La tabella seguente mostra la distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e
controparte sulla base dei fattori di ponderazioni secondo le regole di redazione delle segnalazioni di
vigilanza.
Valori esposizioni del rischio di credito con e senza attenuazione
Classe di attività Esposizione senza
attenuazione del rischio
Esposizione con attenuazione
ponderata del rischio Amministrazioni centrali e banche centrali
175.779.990 444.689
Enti territoriali 987.109 197.422
Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico
8.635.283 3.695.244
Banche multilaterali di sviluppo 7.756.320 47.299
Organizzazioni internazionali
Intermediari vigilati 687.629.210 189.916.959
Imprese e altri soggetti 1.568.671.365 1.026.668.287
Esposizioni al dettaglio 322.162.271 120.963.507
Esposizioni garantite da immobili 265.635.399 112.761.301
Esposizioni scadute 362.027.258 391.759.112
Esposizioni ad alto rischio 26.801.867 40.202.801
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite
Esposizioni a breve termine verso imprese
Esposizioni verso OICR 24.419.796 24.424.810
Altre esposizioni 378.409.112 131.497.512
Totali
3.828.919.993
2.042.578.943
La società mantiene una partecipazione presso Bim Vita che viene dedotta dal patrimonio di vigilanza per
Euro 5,438,340 milioni .
Informativa al mercato Pillar 3
54
Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)
Informativa qualitativa
Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito, utilizza
la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di
credito (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).
Di seguito si descrive sinteticamente tale approccio, riportato all’interno della Risk Policy approvata in data
28 ottobre 2008 dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo .
La metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”)
secondo la natura della controparte, ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di
svolgimento di quest’ultimo e l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione
diversificati. Inoltre, la normativa di Vigilanza Prudenziale (Circ. 263, Titolo II, Capitolo 2, Parte Prima)
consente agli Intermediari l’utilizzo di specifiche tecniche di attenuazione del rischio (Credit Risk Mitigation
– CRM).
La nuova normativa di vigilanza prudenziale, rispetto alla precedente, consente l’utilizzo di un novero più
ampio di strumenti di attenuazione del rischio di credito; a tale estensione si accompagna altresì
un’indicazione più puntuale sia dei requisiti economici, giuridici e organizzativi, necessari per il
riconoscimento a fini prudenziali (c.d. “eleggibilità”) delle garanzie, sia una più puntuale indicazione delle
modalità di calcolo dell’impatto patrimoniale che il loro utilizzo determina.
Gli strumenti di protezione del credito sono suddivisi dalle nuove disposizioni prudenziali in due macro-
categorie: tecniche di protezione del credito di tipo reale e tecniche di protezione del credito di tipo
personale; nella prima categoria sono inglobate, tra le altre, le garanzie reali finanziarie e le ipoteche
immobiliari, mentre nella seconda categoria rientrano le garanzie personali.
Per le diverse tecniche di mitigazione del rischio, le istruzioni di Vigilanza prevedono l’osservanza di
requisiti di eleggibilità di carattere sia generale sia specifico; essi devono essere posseduti al momento di
costituzione della garanzia e per tutta la durata della stessa.
Le garanzie che rispettano tali requisiti possono essere considerate validi “strumenti di mitigazione del
rischio di credito” ed utilizzate per ridurre l’esposizione e conseguentemente il requisito patrimoniale a
fronte del rischio di credito. L’acquisizione per la banca di garanzie che non presentano le caratteristiche di
eleggibilità definite dalle regole prudenziali sono comunque valide dal punto di vista giuridico, ma si
considerano come non rilasciate ai fini del calcolo del coefficiente patrimoniale.
Informativa al mercato Pillar 3
55
La tabella seguente riepiloga le metodologie adottate dalla Banca ai fini del trattamento prudenziale delle
diverse tipologie di garanzie ad oggi utilizzate.
Garanzie utilizzate dalla Banca e loro trattamento per fini prudenziali
Tipologia di garanzia
Metodo utilizzato dalla Banca
Modalità di trattamento a fini prudenziali
GARANZIE REALI DI TIPO IMMOBILIARE
Metodo standardizzato
Le esposizioni assistite da ipoteca su immobili confluiscono in una specifica classe di attività cui è associata una minore rischiosità nell’ambito del sistema di ponderazioni a fronte del rischio di credito.
GARANZIE REALI FINANZIARIE
Metodo standardizzato – Metodo semplificato
La parte dell’esposizione coperta dalla garanzia riceve la ponderazione specifica della garanzia finanziaria (collateral) in sostituzione di quella del debitore principale.
GARANZIE PERSONALI
Metodo standardizzato – Principio di sostituzione
Per la porzione di esposizione garantita, la ponderazione del soggetto debitore è sostituita con la ponderazione del fornitore di protezione (garante o protection provider).
Per le diverse tecniche di mitigazione del rischio, le istruzioni di Vigilanza prevedono l’osservanza di
requisiti di ammissibilità di carattere sia generale sia specifico; essi devono essere posseduti al momento di
costituzione della garanzia e per tutta la durata della stessa.
I requisiti di eleggibilità sono rappresentati da:
• requisiti di natura tecnico-legale: requisiti diretti ad assicurare la certezza giuridica e l’effettività delle
garanzie; tali requisiti assumono una conformazione specifica in funzione delle caratteristiche delle
singole fattispecie di garanzia;
• requisiti specifici: requisiti dettati per ciascuna tipologia di garanzia in relazione alle specifiche
caratteristiche della stessa, sono finalizzati ad assicurare un elevato livello di efficacia della protezione
del credito;
• requisiti organizzativi : requisiti generali volti ad assicurare un efficiente sistema di gestione delle
tecniche di attenuazione del rischio di credito che presieda all’intero processo di acquisizione,
valutazione, controllo e realizzo degli strumenti di CRM.
Il soddisfacimento o meno dei requisiti di natura tecnico-legale è valutato da Banca Intermobiliare in
funzione delle caratteristiche contrattuali delle garanzie ricevute.
Informativa al mercato Pillar 3
56
La tabella seguente riepiloga le forme tecniche ritenute idonee/non idonee sulla base dell’analisi dei requisiti
tecnico-legali (idoneità generica) delle garanzie ad oggi utilizzate dalla Banca.
Classificazione regolamentare delle garanzie utilizzate dalla Banca
Tipologia garanzia Macro-categoria di garanzia Idoneità generica
Pegno titoli azionari, obblig. pol. Vita, esente da revocatoria
Idonea
Pegno rotativo su deposito titoli in amministrazione
Idonea
Pegno rotativo su titoli in amministrazione presso terzi (SGR)
Idonea
Pegno denaro ns. istituto Idonea
Garanzie reali finanziarie e altre reali
Pegno su polizza vita Idonea
Fideiussione limitata nell'importo Idonea
Garanzie ex-mutuatario non liberato Idonea
Garanzie personali
Lettera di patronage con impegno al rimborso Non Idonea
Garanzie ipotecarie
Ipoteca su beni immobili - iscrizione primo grado Idonea
In funzione di quanto sopra stabilito, l’appartenenza della garanzia alla forma tecnica determina la preventiva
non eleggibilità (assenza del requisito di eleggibilità generica) o la successiva verifica puntuale degli ulteriori
requisiti specifici declinati in funzione delle diverse tipologie di garanzia.
Per quanto concerne i requisiti specifici di eleggibilità, il rispetto della compliance normativa è garantito
dalla presenza di opportuni processi e modalità operative interne; il soddisfacimento dei requisiti - non
accertati tramite processi/modalità operative interne - avviene invece mediante verifica puntuale dei
requirement normativi codificati in un apposito applicativo di verifica dell’eleggibilità. Attraverso
l’applicazione di opportuni controlli di eleggibilità alle forme tecniche di garanzia che già godono di
un’idoneità generica, ogni collater / garante è qualificato come eleggibile/non eleggibile.
Il modello di Governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di credito e delle garanzie
a mitigazione di tale rischio.
Informativa al mercato Pillar 3
57
Informativa quantitativa Esposizioni cassa creditizie verso clientela garantite – (valori di bilancio)
Garanzie personali (2) Totale 2009
Garanzie reali (1)
Derivati su crediti Crediti di firma (1)+(2)
Altri derivati
Val
ore
espo
sizi
one
netta
Imm
obili
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Altr
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getti
Gov
erni
e
banc
he c
entr
ali
Altr
i ent
i pu
bblic
i
Ban
che
Altr
i sog
getti
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1. totalmente garantite 1.368.692 1.467.857 812.542 4.443 - - - - - - - - 603.878 2.888.720
- di cui deteriorate 287.778 351.767 34.635 - - - - - - - - - 18.487 404.889 1.2. parzialmente garantite 112.691 21.653 83.059 - - - - - - - - - 4.062 108.774
- di cui deteriorate 13.966 12.020 6.719 - - - - - - - - - 52 18.791
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite: 2.1. totalmente garantite 40.820 3.707 28.406 5.752 - - - - - - - 635 20.501 59.001
- di cui deteriorate 629 - - - - - - - - - - 635 - 635 2.2. parzialmente garantite 24.298 - 9.218 - - - - - - - - - - 9.218
- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - -
Il valore dell’esposizione rappresenta l’ammontare dei crediti per cassa al netto dei fondi rettificativi, la colonna totale indica il fair value delle garanzie ricevute o, qualora diffide la sua determinazione, valore contrattuale della stessa.
Informativa al mercato Pillar 3
58
Tavola 9 – Rischio di controparte
Informativa qualitativa
Nell’ambito del rischio di controparte, il documento “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le
banche” Titolo 2, capitolo 3, riporta la seguente definizione “il rischio che la controparte di una transazione
avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della
transazione stessa”.
Il rischio di controparte è tanto maggiore quanto peggiore è il merito di credito della controparte, un
principio di sana e prudente gestione è la diversificazione delle controparti con cui si lavora.
La metodologia utilizzata per la selezione delle controparti consiste nella suddivisione in due categorie
principali:
a) soggetti muniti di rating minimo pari ad A3 (Moody’s), A- (S&P), A- (Fitch)
b) soggetti con rating inferiore o privi di rating.
Nel caso della categoria a) l’operatività può essere messa in atto immediatamente a seguito
dell’approvazione da parte del responsabile dell’area Mercati Finanziari previa contestuale comunicazione al
Responsabile Risk Management, Responsabile Legale, Segretario del Comitato di Credito e Corporate
Finance e del Responsabile Middle Office.
Il Comitato di Credito e Corporate Finance (CCCF) provvederà poi nella prima riunione utile a ratificare e a
deliberare una “esposizione” massima nei confronti della controparte in termini di “fair value positivo” (per
“ fair value positivo” si intendono le posizioni che determinano l’eventuale sorgere di un credito per Bim nei
confronti della controparte al momento della chiusura delle medesime, asset value positivo della posizione).
Per quanto riguarda le controparti appartenenti alla categoria b) le procedura da seguire sono ovviamente più
stringenti e complesse, in particolare l’inizio della operatività è soggetta alla preventiva approvazione del
CCCF (su istruttoria del Responsabile dell’area Mercati Finanziari).
Sono richiesti, per questa seconda tipologia di controparti, una serie di documenti ed informazioni (bilancio,
statuto, specimen di firme, ecc).
Al fine di mitigare il rischio di controparte vengono utilizzate garanzie mediante contratti di marginatura per
quanto riguarda all’operatività in derivati previsti da contratti ISDA.
Relativamente al controllo di tale rischio e all’eventuale downgrdading della controparte, l’ufficio
Monitoraggio e Reportistica provvede ad una revisione periodica semestrale degli affidamenti (per entrambe
le categorie di controparti) di concerto con la Funzione Risk Management, al fine di:
- individuare eventuali posizioni divenute maggiormente rischiose;
- all’occorrenza, sentita l’Area Mercati Finanziari, proporre la revisione dell’affidamento
al CCCF.
Informativa al mercato Pillar 3
59
Informativa quantitativa Derivati finanziari “over the counter”: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Governi e Banche Centrali
Altri enti pubblici
Banche Società finanziarie
Società di
assicura-zione
Imprese non
finanziarie
Altri soggetti
1. Titoli di debito e tassi d’interesse
- valore nozionale - - 346.122 40.950 - 22.832 -
- fair value positivo - - 3.602 187 - 162 -
- fair value negativo - - 8.602 189 - 108 -
- esposizione futura - - 1.857 225 - 201 -
2. Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale - - 49.136 25.378 - 402 4.740
- fair value positivo - - 653 867 - - 165
- fair value negativo - - 1.558 1 - 12 384
- esposizione futura - - 3.151 1.114 - 24 133
3. Valute e oro
- valore nozionale - - 2.704.094 541.505 - 3.903 69.730
- fair value positivo - - 11.801 5.391 - - 1.156
- fair value negativo - - 32.765 2.676 - 15 982
- esposizione futura - - 9.976 2.787 - 29 582
4. Altri valori
- valore nozionale - - 204.078 110.510 - - 135
- fair value positivo - - 3.061 600 - - 1
- fair value negativo - - 10.728 4.259 - - -
- esposizione futura - - 651 226 - - 1
Derivati finanziari “over the counter”: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Governi e Banche Centrali
Altri enti pubblici Banche
Società finanziarie
Società di
assicurazione
Imprese non
finanziarie Altri
soggetti
1. Titoli di debito e tassi d’interesse
- valore nozionale - - - - - 14.885 -
- fair value positivo - - - - - 6 -
- fair value negativo - - - - - 22 -
2. Titoli di capitale e indici azionari -
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
3. Valute e oro -
- valore nozionale - - - - - 2.633.707 -
- fair value positivo - - - - - 28.889 -
- fair value negativo - - - - - 11.167 -
4. Altri valori -
- valore nozionale - - - - - 314.452 -
- fair value positivo - - - - - 14.986 -
- fair value negativo - - - - - 3.660 -
Informativa al mercato Pillar 3
60
Derivati su crediti: valori nozionali di fine periodo e medi
Categorie di operazioni Portafoglio di
negoziazione di vigilanza Portafoglio bancario
su un singolo soggetto
su più soggetti (basket)
su un singolo soggetto
su più soggetti (basket)
1. Acquisti di protezione
a) Credit default products 69.700 5.000 - -
b) Credit spread products - - - -
c) Total rate of return swap - - - -
d) Altri - - - -
Totale 2009 69.700 5.000 - -
Valori medi* n/d n/d - -
Totale 2008 81.000 - - -
2. Vendite di protezione
a) Credit default products 53.000 5.000 - -
b) Credit spread products - - - -
c) Total rate of return swap - - - -
d) Altri - - - -
Totale 2009 53.000 5.000
Valori medi* n/d n/d - -
Totale 2008 35.000 - - -
Derivati su crediti: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti
Fair value positivo Tipologia operazioni/Sottostanti 2009 2008
1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Credit default products 657 3.071
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
2. Portafoglio bancario - di copertura
a) Credit default products - -
b) Credit spread products - -
c) Total rate of return swap - -
d) Altri - -
Totale 657 3.071
Informativa al mercato Pillar 3
61
Derivati su crediti: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Governi e Banche Centrali
Altri enti pubblici Banche
Società finanziar
ie
Società di assicuraz
ione
Imprese non
finanziarie
Altri soggetti
Negoziazione di vigilanza
1. Acquisti di protezione
- valore nozionale - - 47.000 7.700 - - -
- fair value positivo - - 5 - - - -
- fair value negativo - - 1.339 25 - - -
- esposizione futura - - 4.200 770 - - -
2. Vendite di protezione
- valore nozionale - - 47.000 11.000 - - -
- fair value positivo - - 3.208 183 - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - 3.700 1.100 - - -
Portafoglio bancario
1. Acquisti di protezione
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
2. Vendite di protezione
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
Informativa al mercato Pillar 3
62
Derivati su crediti: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Governi e Banche Centrali
Altri enti pubblici Banche
Società finanziari
e
Società di assicura-
zione
Imprese non
finanziarie
Altri soggetti
Negoziazione di vigilanza
1. Acquisti di protezione
- valore nozionale - - - 20.000 - - -
- fair value positivo - - - 26 - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
2. Vendite di protezione
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
Portafoglio bancario
1. Acquisti di protezione
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
2. Vendite di protezione
- valore nozionale - - - - - - -
- fair value positivo - - - - - - -
- fair value negativo - - - - - - -
- esposizione futura - - - - - - -
Informativa al mercato Pillar 3
63
Tavola 12 – Rischio operativo
Informativa qualitativa
Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla
disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale
tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità
dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale.
La definizione include solo gli eventi che producono perdite monetarie o comunque perdite sufficientemente
definite da produrre, in base ai principi contabili vigenti, l’iscrizione di componenti negative sul conto
economico (es. accantonamenti), direttamente riconducibili al manifestarsi di eventi esterni o di eventi
verificatisi nel corso dello svolgimento di attività interne.
Per il calcolo del requisito patrimoniale la normativa prevede tre diversi metodi, caratterizzati da livelli
crescenti di complessità nella misurazione dell’esposizione al rischio e da più stringenti presidi organizzativi
in termini di meccanismi di governo societario e di processi per l’identificazione, la gestione e il controllo
del rischio: metodo base (BIA - Basic Indicator Approach), metodo Standardizzato (TSA - Traditional
Standardised Approach), metodi avanzati (AMA - Advanced Measurement Approaches).
Con riferimento alla misurazione del requisito prudenziale, ai fini regolamentari il Gruppo si avvale del
metodo base che prevede l’applicazione di un unico coefficiente regolamentare (15%) all’indicatore del
volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione.
In particolare, il requisito patrimoniale è pari al 15% della media delle ultime tre osservazioni del margine di
intermediazione.
Di conseguenza, con riferimento all’esercizio 2009, il requisito è pari a 26,4 milioni di euro.
Ai fini gestionali, per ottenere una maggiore consapevolezza relativamente alla propria esposizione ai rischi
operativi, la Capogruppo si avvale di un processo di rilevazione e valutazione dei rischi operativi basato su
metodologie qualitative di Risk Self Assessment. Di seguito si descrive sinteticamente tale approccio
gestionale.
Il Comitato di Basilea ha adottato uno schema minimo di classificazione degli eventi di perdita compresi
nella definizione di rischi operativi strutturato su più livelli.
Sulla base di tale schema il Gruppo BIM ha definito il proprio modello di classificazione degli eventi per
migliorare la comprensione e la gestione dei rischi analizzati.
Ne consegue quindi sulla base del modello proposto, che nell’ambito dell’attività di valutazione dei rischi
operativi, ciascun evento potrà essere “censito” registrando:
� la categoria event type di appartenenza
� la tipologia di effetto contabile generato sul conto della Banca: loss type
� il fattore ultimo all’inizio della catena causale che l’ha generato: risk factor
Informativa al mercato Pillar 3
64
Il Comitato di Basilea identifica una rappresentazione organizzativa dell’attività bancaria obbligatoria da
seguire per la classificazione dei rischi operativi, basata su di un modello strutturato in Business Line.
Tale modello è articolato su tre livelli di rappresentazione collegati tra loro gerarchicamente:
� Business Unit
� Business Line (level 1)
� Business Line (level 2)
Le Business Unit sono tre (Investment Banking, Banking, Others) e si articolano complessivamente in 8
business line di livello 1:
� Investment Banking: Corporate Finance, Trading & Sales
� Banking: Retail Banking, Commercial Banking (Corporate), Payment & Settlement, Agency
Services
� Others: Asset Management, Retail Brokerage
Le Business Line di livello 1 a loro volta si ripartiscono in Business Line di livello 2 che specificano i
principali servizi prodotti offerti.
Al modello standard di Basilea è stata aggiunta dal Gruppo BIM un’ulteriore componente, denominata
Corporate Center, in cui sono state raggruppate le attività non direttamente riconducibili allo schema di
Business Line proposto, in quanto attività di supporto:
� Infrastrutture d’impresa (amministrazione e controllo, IT, Legale e Segreteria Societaria, Internal
Audit, ...)
� Risorse Umane e Organizzazione
� Servizi Generali
� Gestione delle relazioni
Per l’attività di Loss Data Collection si è stabilita la necessità di ricondurre ogni evento e la corrispondente
perdita ad uno specifico modello organizzativo, coerente con l’impostazione per Business Line delineata. In
tal modo è più semplice la localizzazione degli eventi di perdita che possono sorgere sulle attività, sui
business e sui centri di responsabilità.
L’attività di Risk Self Assessment, invece, ha l’obiettivo di fornire informazioni quantitative non altrimenti
ricavabili sulla percezione del rischio delle strutture operative. Le funzioni operative sono quindi chiamate
periodicamente a fornire indicazioni sul livello di rischio atteso nello svolgimento delle attività di cui sono
incaricate.. La stima delle perdite operative è un processo che viene analizzato congiuntamente alla raccolta
delle perdite operative effettive. L’avvio congiunto dei due processi consente di produrre, dopo un adeguato
numero di cicli, una rappresentazione dell’esposizione al rischio consistente.
Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale, la banca classifica le attività aziendali all’interno delle otto
linee di business regolamentari di livello 1 e nel rispetto del principio secondo cui l’attribuzione delle attività
alle differenti linee di business deve essere coerente con le classificazioni adottate per il rischio di credito e
per il rischio di mercato.
Informativa al mercato Pillar 3
65
Nelle tabelle sotto esposte sono evidenziate le perdite operative 2009 del Gruppo (processo di Loss
Data Collection), suddivise in % per Risk Factor, Event Type Level 1 e 3 e loro numerosità:
Risk Factor Event Type Level 1 Loss % Freq %
People Frode Interna 35.81% 6.83%
People Clientela,Prodotti e prassi
professionali 0.69% 7.80%
System Interruzioni operatività e disfunz
sist informatici 0.23% 3.41%
Process Esecuzione,consegna e gestione
dei processi 63.28% 81.95%
Risk Factor Event Type Level 3 Loss % Freq %
People Attività fraudolenta
nell’intermediazione mobiliare 0.08% 0.49%
People Contraffazione/Falsificazione 0.13% 0.98%
People Frode creditizia 27.04% 0.49%
People Furto/Appropriazione indebita 8.56% 4.88%
People Obblighi di informazione 0.04% 0.98%
People Violazione dei vincoli
fiduciari/inademp contrattuale 0.20% 4.88%
People Vizi di produzione,errori di
modello 0.45% 1.95%
System Errori/bachi nella programmazione 0.03% 0.98%
System Sistemi operativi 0.19% 2.44%
Process Errori contabili o di assegnazione
alle entità 0.40% 0.98%
Process Mancato o erroneo inserimento dei
dati 2.98% 55.12%
Process Mancato rispetto di scadenze o
altre responsabilità 59.91% 25.85%
Informativa al mercato Pillar 3
66
Tavola 13 – Esposizione di strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.
Informativa qualitativa
Si tratta sostanzialmente di posizioni di natura direzionale e strategica rappresentate da investimenti i fondi
alternativi e posizioni su equity, gestionalmente tali esposizioni vengono ricondotte all’area Mercati
Finanziari.
Il rischio prezzo sul Portafoglio Bancario viene monitorato mediante la definizione di limiti operativi stabiliti
dal Consiglio di Amministrazione in termini di Value at Risk .
A completamento dell’analisi del rischio mediante il Value at Risk sono previsti periodici stress testing del
portafoglio.
Di seguito sono descritti i principi contabili adottati per la redazione del bilancio consolidato IAS/IFRS al 31
dicembre 2009 che sono rimasti invariati rispetto all’esercizio precedente ad eccezione delle modifiche
introdotte ai principi contabili internazionali Ias 39 e Ifrs 7, introdotte dallo International Accounting
Standards Board (Iasb) in data 13 ottobre 2008 e recepite dal Regolamento (CE) n. 1004/2008 in data 15
ottobre 2008 e per le quali la Capogruppo ha deciso di aderire.
L’esposizione dei principi contabili adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione,
valutazione e cancellazione delle diverse poste dell’attivo e del passivo. Per ciascuna delle suddette fasi è
riportata, ove rilevante, anche la descrizione dei relativi effetti economici.
Attività finanziarie disponibili per la vendita Criteri di classificazione
Si tratta di attività finanziarie che non sono qualificabili come finanziamenti, crediti e attività finanziarie
detenute per la negoziazione o detenute fino a scadenza. In particolare il Gruppo Banca Intermobiliare ha
incluso in tale voce titoli di capitale non qualificabili come partecipazioni di controllo, collegamento o
controllo congiunto.
Criteri di iscrizione
All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono rilevate al fair value, che usualmente corrisponde
al corrispettivo pagato per la loro acquisizione, a cui sono aggiunti gli eventuali costi di transazione, se
direttamente attribuibili agli stessi.
Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti economiche
Successivamente gli strumenti finanziari classificati in questa categoria devono essere valutati al fair value, in
contropartita ad una specifica riserva del patrimonio netto sino a che l’attività finanziaria non venga
cancellata o non venga rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o dell’eventuale
impairment, il contenuto della riserva patrimoniale viene riversato a conto economico. Nel caso in cui
Informativa al mercato Pillar 3
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vengano meno i motivi che hanno determinato la perdita di valore, occorre effettuare una ripresa i cui effetti
vanno iscritti nel conto economico nel caso dei titoli di debito o direttamente nel patrimonio netto nel caso dei
titoli di capitale.
Il fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita è determinato sulla base delle quotazioni di
Borsa, su transazioni comparabili e su modelli valutati basati sui multipli, sul “discount cash flow”. I titoli di
capitale per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile sono stati mantenuti al
costo.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale
trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse.
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Criteri di classificazione
Sono classificati in questa categoria tutti gli investimenti posseduti diversi da quelli di capitale, con
pagamenti fissi o determinabili a scadenza fissa per i quali si ha l’intenzione e la capacità di detenzione sino a
scadenza.
Criteri di iscrizione
L’iscrizione dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento. Alla data di prima iscrizione, le attività
finanziarie detenute sino alla scadenza sono iscritte nello stato patrimoniale al loro fair value, che usualmente
corrisponde al corrispettivo pagato per la loro acquisizione.
Criteri di valutazione
Successivamente le attività detenute sino a scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il
criterio dell’interesse effettivo.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente a scadenza o, in rare eccezioni, prima della
naturale scadenza ma sempre in ottemperanza a quanto previsto dallo IAS 39 in termini di esenzione dalla
“tainting rule”.
Attività finanziarie valutate al fair value
Il Gruppo Banca Intermobiliare non ha previsto, per il bilancio 2008, l’adozione della cosiddetta “fair value
option”, cioè non si è avvalso della possibilità di valutare al fair value, con imputazione del risultato della
valutazione nel conto economico, attività finanziarie diverse da quelle per le quali lo IAS 39 richiede
l’applicazione del criterio del fair value in virtù della specifica destinazione funzionale.
Operazioni di copertura
Le operazioni di copertura dei rischi vengono effettuate per neutralizzare potenziali perdite rilevabili su un
determinato elemento o gruppo di elementi ad un determinato rischio, nel caso in cui quel particolare rischio
Informativa al mercato Pillar 3
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dovesse effettivamente manifestarsi.
Le tipologie di coperture utilizzate sono le seguenti:
- copertura di fair value, in particolare sono state compensate le variazioni di fair value dell’elemento
coperto con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta
attraverso la rilevazione a conto economico delle variazioni di valore riferite sia all’elemento coperto sia
allo strumento di copertura.
- Copertura di flussi finanziari, attuata coprendo l’esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri
attribuibili a particolare rischi associati a poste di bilancio.
Sono designabili come strumenti di copertura solo quegli strumenti finanziari che vedono coinvolta una
controparte esterna al Gruppo Banca Intermobiliare.
Partecipazioni Criteri di iscrizione, classificazione e valutazione.
La voce include le interessenze detenute in società controllate congiuntamente o collegate.
Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la Capogruppo
direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto.
Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima
del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri
che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.
Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto
economico.
Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla
rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto
economico.
Criteri di cancellazione
Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle
attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad
essa connessi.
Informativa al mercato Pillar 3
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Informativa quantitativa
Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
Voci/Valori 2009 2008 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2/3
1. Titoli di debito
1.1 Titoli strutturati 15.240 813 40.839 2.858 -
1.2 Altri titoli di debito 165.710 45.993 8.238 103.581 18.785
2. Titoli di capitale
2.1 Valutati al fair value 17.333 - 18.902 32.132 16.164
2.2 Valutati al costo - - 114 - 85
3. Quote di O.I.C.R. 51.899 8.029 - 42.185 13.196
4. Finanziamenti - - - - -
Totale 250.182 54.835 68.093 180.756 48.230 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
Voci/Valori 2009 2008
1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali 98.017 829
b) Altri enti pubblici 987 -
c) Banche 133.095 100.949
d) Altri emittenti 44.734 23.446
2. Titoli di capitale
a) Banche 16.741 14.167
b) Altri emittenti: - -
- imprese di assicurazione 31 11
- società finanziarie 12.981 18.469
- imprese non finanziarie 6.596 646
- altri - 15.088
3. Quote di O.I.C.R. 59.928 55.381
4. Finanziamenti
a) Governi e Banche Centrali - -
b) Altri enti pubblici - -
c) Banche - -
d) Altri soggetti - -
Totale 373.110 228.986
Informativa al mercato Pillar 3
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Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica
Alla data del 31.12.2009 nessuna attività finanziaria disponibile per la vendita è stata oggetto di copertura specifica. Per alcuni mesi dell’esercizio si è provveduto a coprire il rischio di cambio sul titolo di capitale Lse iscritto nel portafoglio Afs.
Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
Titoli di debito
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanzia-menti Totale
A. Esistenze iniziali 125.224 48.381 55.381 - 228.986
B. Aumenti
B1. Acquisti 296.093 10.772 25.884 - 332.749
B2. Variazioni positive di FV 3.378 3.381 3.123 - 9.882
B3. Riprese di valore
- imputate al conto economico - x - - -
- imputate al patrimonio netto - - - - -
B4. Trasferimenti da altri portafogli
- attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - -
- attività finanziarie detenute sino a scadenza - - - - -
B5. Altre variazioni 16.788 19.059 1.265 - 37.112
C. Diminuzioni
C1. Vendite (132.893) (25.985) (25.639) - (184.517)
C2. Rimborsi (27.907) - - - (27.907)
C3. Variazioni negative di FV (1.696) (2.277) (1) - (3.974)
C4. Svalutazioni da deterioramento
− imputate al conto economico - (10.847) - - (10.847)
− imputate al patrimonio netto - - - - - C5. Trasferimenti ad altri portafogli - - - - -
C6. Altre variazioni (2.154) (6.135) (85) - (8.374)
D. Rimanenze finali 276.833 36.349 59.928 - 373.110
Informativa al mercato Pillar 3
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Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa
Definizione di rischio di tasso di interesse sul banking book.
Il rischio di tasso d’interesse è definito come il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del
patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni dei tassi di
interesse sulle attività diverse dalla negoziazione (banking book).
All’interno del documento “Istruzione di vigilanza per le banche” Titolo 4, capitolo 8, sezione 1 il rischio di
tasso di interesse sul banking book viene definito come: “Il rischio che una variazione dei tassi di interesse si
rifletta negativamente sulla situazione finanziaria di una banca è connaturato all'attività bancaria e costituisce
certamente una delle aree tipiche che l'imprenditore bancario è chiamato ad affrontare. È quindi
indispensabile, in un'ottica di sana e prudente gestione, che la banca sia dotata di tutti gli strumenti
informativi e organizzativi che permettano di gestire tale forma di rischio con consapevolezza e in maniera
integrata con tutti gli altri rischi aziendali.
L’esposizione al rischio di tasso d’interesse è misurata con riferimento alle attività e alle passività – delle
unità operanti in Italia e all’estero - comprese nel portafoglio bancario. La metodologia si presta ad essere
applicata sia a livello individuale che a livello consolidato”.
All’interno della Circolare 263 del dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale”, Titolo III,
capitolo 1, allegato C è riportato: “Le banche si dotano di norme, processi e strumenti efficaci per la
gestione del rischio tasso di interesse derivante da attività diverse da quelle allocate nel portafoglio di
negoziazione a fini di vigilanza. Si forniscono linee guida metodologiche - coerenti con le indicazioni fornite
dal Comitato di Basilea - per la realizzazione di un sistema semplificato per la misurazione del capitale
interno a fronte del rischio di tasso del portafoglio bancario”.
Framework Metodologico
Il modello semplificato prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in fasce temporali in base
alla loro vita residua. All’interno di ciascuna fascia viene calcolata l’esposizione netta, ottenuta dalla
compensazione tra posizioni attive e posizioni passive, secondo l’analisi dei cash flow relativi.
Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto fra
una variazione ipotetica dei tassi di 200 punti base e l’approssimazione di duration modificata relativa a
ciascuna fascia fornita.
L’applicazione della citata metodologia semplificata prevede l’attuazione delle seguenti attività:
Informativa al mercato Pillar 3
72
� Determinazione delle valute rilevanti: la normativa stabilisce modalità di calcolo differenziate per
singola valuta. Vengono pertanto dapprima individuate quali sono le “valute rilevanti”;
� Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali: le attività e le passività a tasso fisso
sono classificate in 14 fasce temporali, in base alla loro vita residua. Le attività e le passività a tasso
variabile sono ricondotte nelle diverse fasce temporali sulla base della data di rinegoziazione del tasso;
� Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia: all’interno di ogni fascia temporale
le posizioni attive sono compensate con quelle passive, ottenendo in tale modo la posizione netta. La
posizione netta di ogni fascia è moltiplicata per determinati fattori di ponderazione;
� Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce: le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono
sommate tra loro, di conseguenza è ammessa la piena compensazione tra le esposizioni positive e
negative nelle diverse fasce. L’esposizione ponderata netta ottenuta in questo modo approssima la
variazione del lavoro attuale delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità dello shock di
tasso ipotizzato;
� Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute: i valori assoluti delle esposizioni relative alle
singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommati tra loro. Considerare
la somma dei valori assoluti corrisponde ad ipotizzare, in un’ottica prudenziale, la combinazione di
shock di tasso, positivi e negativi, peggiore per l’intermediario.
� Determinazione dell’indicatore di rischiosità: ottenuto un valore che rappresenta la variazione di valore
economico aziendale a fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse (il valore economico è definito
come valore attuale dei flussi di cassa), si procede al calcolo dell’indicatore di rischiosità, il quale è
rapportato al Patrimonio di Vigilanza (PV) calcolato a fronte del rischio di credito, di mercato e
operativo.
L’applicazione dell’approccio semplificato descritto in precedenza, contiene per costruzione lo scenario di
Stress (variazione parallela della curva di 200bps), tuttavia lo strumento predisposto dalla Banca consente di
effettuare degli stress di entità differente rispetto a quello “regolamentare”, sempre nell’ipotesi di variazione
parallela di tutta la struttura a termine e duration per fascia temporale invariate rispetto all’approccio
“regolamentare”.
Processo di gestione e mitigazione
Nell’ambito del processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul banking book, finalizzato
all’individuazione, valutazione e gestione di tale tipologia di rischio, si individuano le seguenti quattro fasi.
� Definizione/aggiornamento modello: la Funzione Risk Management elabora una proposta di modello,
verificando in collaborazione con l’Area Amministrativa ed Operations la disponibilità dei dati
necessari. Il Comitato Rischi analizza la documentazione metodologica ed eventualmente comunica le
osservazioni al Risk Management. In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta
l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione. In caso di modifiche/integrazioni apportate al
Informativa al mercato Pillar 3
73
modello, il Comitato Rischi valuterà sulla base della rilevanza delle modifiche, la necessità di richiedere
formale delibera di approvazione del Consiglio di Amministrazione. Il modello così definito, testato e
approvato è comunicato alle strutture operative responsabili della relativa implementazione.
� Definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza: la proposta della struttura dei limiti
operativi di rischio di tasso e delle soglie di sorveglianza è formulata dalla Funzione Risk Management,
nel rispetto del profilo di rischio definito dal Consiglio di Amministrazione, attraverso l’analisi delle
linee strategiche e dell’operatività della Banca. Le soglie di sorveglianza istituite al fine di monitorare
periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio sono validate dal Comitato Rischi, previa
eventuale richiesta di ulteriori informazioni metodologiche al Risk Management, e approvate dal
Consiglio di Amministrazione. I singoli limiti operativi da assegnare alle Aree coinvolte nel processo di
gestione del rischio di tasso (quali ad esempio: Area Servizi Finanziari, Area Mercati Finanziari) sono
oggetto di specifica analisi da parte del Comitato Rischi per essere successivamente sottoposti alla
valutazione ed approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione;
� Monitoraggio rischi e reporting: la Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di
rischio tasso, richiedendo all’Area Amministrativa ed Operations apposite estrazioni dai sistemi dedicati,
e alla successiva analisi e validazione della qualità dei dati e delle procedure di produzione degli
indicatori di rischio. In caso di anomalie tecniche e/o funzionali sono individuati gli interventi correttivi
di tipo informatico e/o metodologico/organizzativo da comunicare alle funzioni interessate. L’andamento
dell’esposizione al rischio è oggetto di monitoraggio al fine di verificare su base giornaliera e/o
trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.
� Operatività straordinaria: la Funzione Risk Management supporta l’Area Mercati Finanziari, l’Area
Servizi Finanziari e le aree operative nella valutazione degli impatti sull’esposizione al rischio connessi
all’introduzione nel portafoglio di negoziazione, rispettivamente, di nuovi strumenti finanziari, di nuovi
prodotti creditizi e di esposizioni rilevanti.
Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario deriva principalmente dall’attività svolta dalla
banca nel processo di trasformazione delle scadenze. In particolare viene tenuta sotto controllo la
correlazione tra raccolta ed impieghi della clientela e la posizione finanziaria netta presso gli istituti di
crediti.
I crediti concessi alla clientela (finalizzati allo sviluppo dell’attività di negoziazione sui mercati finanziari)
sono erogati a tassi variabili e hanno principalmente scadenza a vista o a breve periodo.
Le scelte gestionali adottate si basano sulla misurazione del rischio tasso in un’ottica volta a minimizzare la
volatilità del margine di interesse ovvero a minimizzare la volatilità del valore economico complessivo al
modificarsi della struttura dei tassi di interesse.
Informativa al mercato Pillar 3
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Informativa quantitativa
Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività.
Il rischio tasso del portafoglio bancario viene monitorato in termini di Value at risk (per i portafoglio AFS e
HTM) e di scenario analysis. In particolare viene svolta un’analisi di sensitività che consente di misurare la
variazione del valore delle posizioni nei portafogli di proprietà a seguito di “shock” della curva dei tassi di
interesse. Viene considerato uno spostamento parallelo di 200 b.p. della curva dei tassi di mercato.
L’effetto sul patrimonio netto è valutato con riferimento alle posizioni classificate come AFS che
contabilmente impattano esclusivamente sul Patrimonio a meno di impairment considerati significativi o
durevoli.
Analisi di sensitività portafoglio bancario (solo titoli di debito del portafoglio Afs) Valori espressi in €/migl
Risk Scenario Effetto sul patrimonio netto
Interest Rate Shift +200 bp parallelo -5.541
Interest Rate Shift -200 bp parallelo 5.812
Analisi di sensitività portafoglio di bancario (complessivo) valori espressi in punti percentuali
Indice di rischiosità per shift (+/-)
+ 200 bp -200 bp
Valore economico a rischio / Patrimonio di Vigilanza 0.80% 0,80%
La sensitivity del Gruppo Bim presenta un profilo di esposizione al rischio tasso per un rialzo dei tassi di
interesse. Il valore economico a rischio è comunque ampiamente compatibile con il Patrimonio di Vigilanza
e ben al di sotto della soglia di attenzione (20% rispetto al Patrimonio di Vigilanza per un “shift” della curva
dei tassi di 200 bp) definita da Basilea 2.
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